SOLEMI02: SPECIALE 3D-NOVA24-10 17/02/11

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n p s m t l t c m p n s n c p s c q m S l z q è u s i f m s g c d 1. Sistema limbico: memoria ed emozioni. Il sistema limbico è una struttura di connessione tra i lobi cerebrali, consente il trasferimento della memoria, il controllo delle emozioni e delle esigenze vitali (sonno, fame, eccetera). 2. Ippocampo e lobo temporale: apprendimento e memoria. Nell’ippocampo sono elaborate le informazioni relative alla memoria verbale (le parole che usiamo) e visiva (le immagini degli oggetti, delle persone, del mondo esterno), il lobo temporale gestisce l’apprendimento di nuove informazioni e la memoria a breve termine. 3. Lobo parietale: programmazione. Il lobo parietale è la parte di cervello che organizza le nostre attività e che elabora le informazioni spaziali, fornendoci, inoltre, l’esatta sequenza delle azioni da fare quando, ad esempio, ci laviamo, ci vestiamo, prepariamo del cibo. 4.Lobo frontale: esecuzione. Il lobo frontale è la parte del cervello deputata al controllo e alle azioni, infatti, inizia e controlla i movimenti, disciplina le capacità di giudizio e il comportamento. 5. Lobo occipitale: funzioni visive. L’anima del cervello TIPS

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CNEUROPSICOLOGIADELsociale

✒... L’uomo dell'avveniredovrà nascere fornito

di un cervello del tuttodiverso da quello

di cui disponiamo noi,esseri ancoratradizionali,

copernicani, classici.Eugenio Montale

Il prefisso «neuro»imperversa oltrei confini della scienzaMa è davveropossibile spiegaretutto con la letturadei neuroni?

DI FRANCESCA CERATI

L’ultima nata, in termi-ni di tempo, è la neu-rostatistica, che sipropone di utilizzare

l’elettroencefalogramma–ipotenzia-li evocati – che rispondono alla pre-sentazione di uno stimolo. L’uso (ol’abuso)delprefisso"neuro" è ormaidiventata una tendenza molto diffu-sa, che abbraccia molte disciplinecheesulanodalcampomedico-scien-tifico:dalpiùgettonatoneuromarke-ting,sièarrivatiaconiarelaneuroteo-logia, la neurocosmesi, il neuro webdesign, per citare gli esempi più re-centi,comesel’analisineuralepotes-se essere la chiave di lettura di tutto.CosìseneglianniSettantaognicom-portamento umano veniva spiegatocon motivazioni socio-economiche,oralastessacosasembrerebbeavve-nire con quelle biologiche. Il cambiodi rotta, in effetti, non è casuale, manasce da un reale progresso della ri-cercaedalsaltotecnologicochecon-sentediosservaresemprepiù indet-taglioilfunzionamentodelcervelloeleconnessionitramenteecorpo.Maèdavveropossibile,daunpuntodivi-stascientifico, trasferireequindiuti-lizzare le informazioni della ricercadibasealle(neuro)scienzesociali?

Il fronte dei neuroscienziati, perquanto riguarda le scoperte che ri-guardanoilcervello,èottimista,stan-doalleconclusioniriportatesuNatu-re Neuroscience di una metanalisi di56 studi eseguiti dal 1950 a oggi. Se-condo i neurologi del RehabilitationInstitutediChicago,autoridellostu-dio,«leneuroscienzepotrebberoes-seremoltovicineaunasvoltaepoca-le». Se, infatti, nel 1950 era possibileregistrare l’attività di un solo neuro-ne alla volta, oggi la tecnologia con-sentedi misurare,da diversipunti divista,centinaiadineuronichelavora-no contemporaneamente, permet-tendo di disegnare mappe dettaglia-te del funzionamento cerebrale. Pa-rafrasandolaleggediMoore,ilnume-

rodineuronicheèpossibilestudiarein contemporanea raddoppia ognisetteanni,ediconseguenzailnume-ro delle informazioni. «Negli ultimianni è anche cambiato il modello diricerca – precisa Raffaella Rumiati,neuroscienziata alla Sissa di Trieste–. Oggi si cerca di parlare di circuiti,piùchediareecerebrali,perchènes-suna regione del cervello è isolatadalle altre. Le varie reti si parlano asecondadelloscopodelnostrocom-portamentoequindièfondamentalecapirelelorointerazioni».L’interes-sedifondoèperòcapirecomel’attivi-

tàdei neuroniporta aprendere delledecisioni. «Certamente oggi sappia-moqualèl’attivitàdeineuroni,comesiscambianole informazioni, leareeei networkcoinvolti,maquesto nonè sufficiente a definire l’identikitcomportamentale dell’individuo. Inaltri termini non è possibile vedereun pattern di attivazione cerebraleperdireseunsoggettoèunopsicopa-ticoounterrorista. Nonso cosasuc-cederà in futuro, al momento perònonmibastauna"fotografia"perde-cidere se una persona è felice o me-no.Cosìcomeleggerelamappagene-

tica non dice tutto di una persona,nonèundestino».Itrattidellaperso-nalitàsonosenzadubbioqualcosadimolto più complesso. Cosa può direalloraunesamecomel’Eeg?

«LatecnicaideatadaGuidoTripal-di (si veda l’articolo in prima pagina,ndr)–rispondeRumiati–puòessereutileachifaricerchedimercatoeson-daggiperchèpuòfornireinformazio-ni sui processi cognitivi coinvolti incerte decisioni o preferenze di grup-pi anche numerosi di partecipanti aunsondaggio.Questericercheneuro-statistiche dovrebbero basarsi sulleconoscenze fornite dalla ricerca dibase, ma non penso possano fareavanzarelaricercadibaseenoncre-do nemmeno che pretendano di far-lo».Ma di fronte a un’intervista "conelettrodi", scegliamo o reagiamo?«Semostrounafotodiunratto,laper-sonanonsceglie,reagisceaunimma-ginesgradevole.Cisonorispostechenoncontrolliamo,movimentiriflessiinvolontari.Lerispostechesivoglio-no avere da un sondaggio implicanounariflessione,un’elaboraziopne in-consapevole,maneppureinvolonta-ria.Unesempio:difronteadelleparo-leseguitedaaltreparole,l’elaborazio-ne mentale è più rapida tanto più leparole sono in relazione tra loro. Ri-sultato:sirispondepiùvelocemente,manonsièconsapevolidifarlo».

Nettamente scettico di fronte allatendenzadi"neurorizzare" tuttodel-lescienzesocialièlopsicologocogni-tivoPaoloLegrenzi,autoreconlopsi-chiatraCarloUmiltà,dellibroNeuro-mania,chelaOxfordUniversityhaap-penadecisodi tradurre.«Il95%dellanostravitanonemergealivellodicon-sapevolezza. E il percorso di cui noinon siamo consapevoli e che condu-cealla sceltaèmoltocomplicato.Ca-pirecomeunovota,cosacompraoco-sasceglieèimpossibileperchèilpro-cessocerebralenonèspecializzatoinquesti termini. Lo è per altri aspetti,ma non nel campo delle emozioni.Sappiamochelalorosedeèl’amigda-la,maquestaregionenonèschematiz-zabile per tipo di emozioni. Si sa chequandosiamo emozionati l’amigdalaèattivata,mainmodogenerico.Econuntalelivellodigeneralitànonèpos-sibilefarnullaalivellodiletturadelleintenzioni. Certo sul pubblico ha unforteappealfarcrederechefunzionia-mo come una macchina organica, espiegareperchè ci innamoriamo, liti-ghiamo, ci abbuffiamo... il segreto ècostruirequestestorieinmanieracre-dibile,comefannoigrandiregisti».

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1. Sistema limbico: memoria edemozioni. Il sistema limbico è unastruttura di connessione tra i lobicerebrali, consente il trasferimentodella memoria, il controllo delleemozioni e delle esigenze vitali(sonno, fame, eccetera).2. Ippocampo e lobo temporale:apprendimento e memoria.Nell’ippocampo sono elaborate leinformazioni relative alla memoriaverbale (le parole che usiamo) evisiva (le immagini degli oggetti,delle persone, del mondo esterno),il lobo temporale gestiscel’apprendimento di nuoveinformazioni e la memoria a brevetermine.3. Lobo parietale: programmazione.Il lobo parietale è la parte dicervello che organizza le nostreattività e che elabora leinformazioni spaziali, fornendoci,inoltre, l’esatta sequenza delleazioni da fare quando, ad esempio,ci laviamo, ci vestiamo, prepariamodel cibo.4.Lobo frontale: esecuzione.Il lobo frontale è la parte delcervello deputata al controllo e alleazioni, infatti, inizia e controlla imovimenti, disciplina le capacità digiudizio e il comportamento.5. Lobo occipitale: funzioni visive.

L’animadel cervello

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Il Sole 24 Ore_Giovedì 17 Febbraio 2011 STORIADICOPERTINA<<< 11