SOLEMI02: SPECIALE 3D-B MODA24-01 05/12/14 · a Cinesi pronti al sorpasso sui russi negli acquisti...

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Parigi, Tokyo e Milano le «top 3» della moda donna 1 2 3 4 5 6 7 8 11 12 13 14 15 16 17 18 Le prime 20 città per vendite di abbigliamento femminile nel 2025 Parigi Tokyo Milano Londra New York Mosca Osaka Los Angeles Roma Seul Paesi maturi 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Singapore Dallas Chicago Madrid Nagoya Miami Sydney Città del Messico Washington San Pietroburgo Paesi emergenti 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 9 19 10 fonte: McKinsey & Company 20

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n. 334 Venerdì 5 Dicembre 2014

di Angelo Flaccavento

a Bellissima, la mostra curata da MariaLuisaFrisa,AnnaMattiroloeStefanoTon-chicheilmuseoMaxxidedicafinoalpros-simo 3 maggio all’età d’oro dell’alta modaitaliana, analizza i due decenni che vannodal 1945 della ricostruzione al 1968 dellacontestazione.Leprospettivesisonofinal-menteribaltate:persinonell’Italiasonnac-chiosa e passatista dei radicati pregiudizipseudo-culturali, le istituzioni comincia-no a mostrare attenzione verso un’indu-stria troppo a lungo bistrattata, capace in-vece di produrre iconografie e manufatti,sapere e bellezza, con una sigla distintivache tutto il mondo riconosce e ammira.Che la svolta avvenga dentro il Museo na-zionaledelleartidelXXIsecolo,èsignifica-tivo:siriconosceallamodaitalianailruolodi catalizzatore, la capacità di assorbire egenerare stimoli per condensarli in pro-dotti che parlano a un pubblico trasversa-le, influenzandonealorovoltapercezioni,comportamenti e atteggiamenti. Che i ta-glidiLucioFontanaabbianoispiratoidou-ble certosini di Mila Schön e i cretti di Al-berto Burri o gli intarsi virtuosistici di Ro-bertoCapuccinonsaràforseevidenteatut-ti - in mostra il legame è sottolineato persemplice accostamento - ma l’impeccabi-le meticolosità dell’esecuzione, la ricercadi armonia e, non ultima, la portabilità diquestecreazioni s’apprezzanod’acchito.

Bellissima,nata nel2009 comeprogettodiAltaroma, mai realizzato,è resapossibi-le dal contributo di Bulgari, main sponsorpresenteconnumerosipezziperché,sotto-linea l’ad Christophe Babin, «gli anni tra il’45 e il ’69 hannorappresentatounperiododiaffermazionenonsoloperlamodaitalia-na,maancheperlaDomusBulgari».

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Versione integrale dell’articolo e gallerydell’allestimento della mostra al Maxxi

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Boccadamo, scuolaorafa per disabiliLa Fondazione Boccadamo halanciato il progetto "Il valore delgioiello" per realizzare unascuola orafa a Frosinonededicata alle persone disabili.Per sostenere il progetto:www.retedeldono.it.

Lo show degli angelidi Victoria’s SecretDa Adriana Lima ad AlessandraAmbrosio e poi Doutzen Kroes eCandice Swanepoel, IzabelGoulart e Behati Prinsloo: gliangeli di Victoria’s Secret hannosfilato a Londra tra luci, piume,veli, strass e pietre preziose.

La Gardenia Beautyrileva Beauty PointLa Gardenia Beauty, catena diprofumerie partecipata al 100%dal Fondo Orlando e detentricedelle quote di Llg Leading LuxuryGroup insieme a Limoni, haacquisito 27 punti venditaBeauty Point nel centro Italia.

Redazione Moda24

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@24modaPeople having breakat Cova Cafè isa real Italian spot inthe heart of Shanghai

di Giulia Crivelli

a Cinesi pronti al sorpasso sui russi negliacquisti tax free in Europa. Cinesi scatenationline, al punto da partecipare, per la primavolta, a Black Friday e Cyber Monday, le dueoccasionidishoppingpiùamatedagliameri-cani,chelehannoinventate(sonoilvenerdìeil lunedì successivi a Thanksgiving, festivitàcelebratagiovedìscorso).Sembrerebbequin-di facile indovinare quali saranno, nel 2025,lemetropolidovesivenderàpiùabbigliamen-to femminile di lusso: Shanghai, Pechino,HongKong...Sbagliato: secondo un recente report diMcKinsey&Company, nella top 20 delle cittàleader per acquisti di prêt-à-porter di altagamma (si veda il grafico in pagina) non c'èneppure una città cinese e persino Mosca –altro nome sul quale sembrerebbe facilescommettere – è fuori dalla top 5, che com-prende Parigi, Tokyo, Milano, Londra e NewYork,tutte cittàdecisamente mature.Come si spiega questa assenza, visto che i ci-nesisonogiàoggi iprimiconsumatoridilus-

so, se si considerano gli acquisti fatti in giroper ilmondo?«È vero, a oggi i cinesi rappresentano circa il30% del consumo globale del lusso, ma lamaggior parte dei loro acquisti si concentraall'estero, dove i prodotti di lusso hanno unprezzoinferiorerispettoalmercatodomesti-co e l'esperienza di acquisto è più distintiva eunica – risponde Marco Catena, partner diMcKinsey –. Last but not least, ai cinesi cheviaggiano piace mostrare che sono statiall'estero e che hanno comprato qualcosa. Infuturo il trend si consoliderà: oggi, meno del5% dei cinesi possiede un visto per l'espatrio:la percentuale di coloro che potranno effet-tuare acquisti all'estero potrebbe crescere inmisura significativa, contenendo la quota diconsumichesarà realizzata inpatria».Le differenze tra i listini applicati in Cina eall'estero è confermata dai dati elaborati perModa24daSistemamodaItalia:pericappot-tie icompletidadonnainmagliaidaziappli-cati inCinasono,rispettivamente,del19,7% e16,5%, con picchi, per entrambe le categorie,del 25%. Situazione analoga per cappotti ecompletidadonnanonamaglia,aiqualiven-gono applicati dazi medi del 16,45%. In altreparole, comprare abbigliamento di lusso inun negozio cinese può costare un quarto inpiùinCinarispettoalleboutiquediParigi,Mi-lanooLondra.Lecapitali dellamoda resterannotali, secon-do McKinsey, anche se aumenterà il peso deiconsumatori dei mercati emergenti, che nel2004 valevano solo il 10% del mercato globa-le dell'alto di gamma. Dal report emerge poiunaltrotrend:«Laricchezzaelacrescitaeco-nomica si stanno concentrando nelle cosid-dette megacittà, veri e propri poli attrattivi,

chenel2025 rappresenterannoidueterzidel-lacrescitaeconomica globale – spiega MarcoCatena–.Èuntrendcheinfluenzeràinmodoevidentelestrategiedeibranddellusso:bastipensarecheben21delleprime25cittàalmon-dointerminidicontributoallacrescitagloba-lesi trovano nei mercatiemergenti».Interessante inoltre la differenza tra alto digammaelargoconsumo:«Comeconseguen-za diretta del trend di sviluppo della ricchez-za,ilmercatodellussosiconcentreràinmisu-ra sempre maggiore nelle città: nel 2025,l'85% della crescita nel settore dell'abbiglia-mento di lusso sarà concentrata nelle prime600 città nel mondo, mentre nel massmarket la percentuale scenderà al 40%», ag-giungeilpartnerdi McKinsey.Leopportunitàperlecittàmaturediintercet-tare i consumi di lusso del prossimo decen-nio vanno oltre l'abbigliamento, che resteràcentrale, come detto, a Parigi, Tokyo, Milanoe Londra. New York, Los Angeles e Chicagoinvece saranno centrali per il business dei li-quori e vini pregiati, mentre Hong Kong, To-kyo e Londra saranno al top per la cosmesi.Le percentuali elaborate da McKinsey parla-nochiaro:nel2004 iconsumidiabbigliamen-todi lusso, liquorievini pregiatiecosmesiri-conducibiliaiconsumatoridiPaesiemergen-tierano,rispettivamente, 8%, 15% e 14%.Nel 2011 lo scenario era già molto diverso,con le percentuali salite al 17%, 26% e 24%.Nel2025 ilcambiamentosaràancorapiùevi-dente: i consumatori emergenti (che forse aquelpuntosaràinopportunodefiniretali)fa-ranno il 32% degli acquisti di abbigliamentodadonna, il 44% di quellidi liquori e vini pre-giatie il47% diquellidicosmesi.

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Parigi, Tokyo e Milano le «top 3» della moda donna

Industria+RetailTecnica resta leadernegli sport invernalig. crivelli pag. 24

online

retail

Capitali dello shopping,nel 2025 la Cina non c’è

di Paola Bottelli

a «Alle aziende italiane della moda, e nonsolo della moda, manca la capacità di fare ilsalto: il prodotto da solo non basta. Servo-no organizzazione, processi, know how: edè lì che molti imprenditori, anche geniali,vanno a schiantarsi». Marco De Benedetti èdirector e co-head dell’Europe BuyoutGroup di Carlyle: nel track record primeg-gia l’acquisizione, con successiva Ipo di suc-cesso, di Moncler, produttore di piumini dilusso, da cui il colosso del private equity èuscito definitivamente nel giugno scorso.Dal luglio 2012, Carlyle è entrato in Twin-Set, di cui ora detiene il 72% del capitale,mentre il restante 28% è nelle mani dei fon-datori dell’azienda: il ceo Tiziano Sgarbi e ildirettore creativo Simona Barbieri.

De Benedetti, con Twin-Set puntate a re-plicare la performance di Moncler?

Sgarbi e Barbieri sono riusciti a intercet-

tare i profondi mutamenti imposti dall’av-vento del fast fashion: catene come Zara eH&M hanno rivoluzionato il mercato eTwin-Set è stato in Italia tra i marchi in gra-do di competere nel canale multimarca tra-dizionale. Questo è avvenuto anche graziealla capacità industriale che Twin-Set ha al-le spalle, un vero punto di forza.

Qual è la sfida ora?Quella di sbarcare all’estero, in primis in

Europa, grazie alle stesse leve: un prodottofresco, una supply chain che consente unprezzo contenuto e una rotazione frequen-te nei negozi. Il mercato si sta polarizzan-do: da un lato il lusso e dall’altro il value formoney, con le seconde linee o linee giovanimoribonde a causa dei prezzi troppo alti edalla scarsa aspirazionalità.

L’estero però è complesso...Se un marchio funziona bene sul merca-

to italiano, dove il consumatore è sofistica-to, anche se ora compra poco, può funziona-re bene anche all’estero.

Quanto fattura il brand e quanto state

investendo?Nel 2013 i ricavi erano di 177 milioni e gli

investimenti sono una quindicina di milio-ni all’anno: una cifra importante, destinatasia al retail sia alle infrastrutture.

E le stime 2014?In un mercato difficile come è quello at-

tuale, Twin-Set sta crescendo del 20%quest’anno. Un risultato estremamente in-coraggiante come, del resto, è stato il bondda 150 milioni emesso in luglio: non tutte leaziende italiane possono permetterselo.

Quando quoterete Twin-Set?Non c’è nessuna data prestabilita ma, co-

me in tutti i nostri investimenti, abbiamoun piano di creazione di valore: ci vorrannodue anni di track record e ora siamo al pri-mo. Prima del 2016-17 non se ne parla.

Su Moncler che cosa vi aveva spintiall’investimento?

Nel mondo del lusso il piumino era unadellepoche categorie completamente vergi-ni, dunque un’opportunità. E sottolineoche il nodo della monostagionalità si sta ra-

pidamente sciogliendo, visto che ora l’esta-te pesa per il 35% del fatturato.

Ha altri dossier sul tavolo?Come sempre molti: ci sono settori che

seguiamo in modo proattivo, ma per sei me-si non arriveranno deal nella moda.

Solo marchi italiani?No, abbiamo analizzato casi in Francia e

ora uno in Spagna, ma l’Italia ci interessa dipiù per ovvie ragioni. In ogni caso le azien-de devono avere capacità di crescita inter-nazionale.

La dimensione?Non siamo interessati a creare aziende

da 50-100 milioni di ricavi quanto, piutto-sto, a prenderle a quella dimensione e por-tarle a 300-400 milioni: sempre che, allaba-se, ci sia la capacità di differenziarsi.

Molti imprenditori sono però restii a ri-volgersi al private equity.

Noi del private equity possiamo essereutile per portare know how a chi si è già af-fermato grazie a un particolare talento crea-tivo, ma ha limiti oggettivi, sotto il profilodella cultura d’impresa, per volare alto. Pernoi c’è l’opportunità di aiutarli ad avere ilcoraggio di osare.

Il capitalismo italiano è spesso indivi-dualista...

Sì, è un male italico.© RIPRODUZIONE RISERVATA

La top 20 della modadonna di McKinseylancia Parigi, Tokyo,Milano, Londra e NewYork. Un po’ a sorpresa

Shanghai. Una sfilata dello fashion week delloscorso ottobre nella metropoli cinese

www.moda24.ilsole24ore.com

Beauty+BenessereCollistar con Kartellper make-up di designm. gervasio pag. 26

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Le prime 20 città per vendite di abbigliamento femminile nel 2025

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fonte: McKinsey & Company

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intervista

De Benedetti: «La moda cambi passo»

Private equity. Marco De Benedetti (Carlyle)

Stili+TendenzeDaFendiRomanLounge100% made in Italya. flaccavento pag. 25

mostra al maxxi

«Bellissima»un’armoniamade in Italy

Bellissima.Elegante, impeccabile, armonico:uno degli allestimenti alla Fondazione Maxxi

MUSACCHIO E IANNIELLO

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