SOCIETÀ SAN VINCENZO DE PAOLI Settore Carcere e Devianza presenta.
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SOCIETÀ SAN VINCENZO DE PAOLI
Settore Carcere e Devianza
presenta
POVERTA’ CARCERE
VIAGGIO NELLA “CITTA’ DOLENTE”
La condizione di sofferenza dei
reclusi e degli internati non può e
non deve essere accettata come
ineluttabile conseguenza, subita da
persone che hanno commesso azioni
riprovevoli, ovvero di quella perduta
gente dannata che non merita pietà
né perdono.
VIAGGIO NELLA “CITTA’ DOLENTE”
In quell’altra città che è il carcere,
così vicina e lontana allo stesso
tempo dalla nostra città, vive pur
sempre una parte dell’umanità,
vivono dei fratelli, vive il nostro
prossimo, chiamiamolo pure cattivo,
pericoloso, sfortunato o carente di
valori.
VIAGGIO NELLA “CITTA’ DOLENTE”
Ma già ragionando così ci poniamo in
una condizione di chi, molto
sommariamente, vuol aggiungere un
suo giudizio, più o meno severo, pur
sempre un modo di sottolineare una
differenza, un distacco tra noi e loro.
visitare i carcerati, come visitare i poveri e gli
infermi sta alla base dei doveri cristiani ed è con questo spirito che hanno
operato i nostri padri fondatori e sono nate le
nostre Conferenze
Oggi noi siamo ancora qui a cercare di convincerci quanto sia opportuna la nostra attenzione e
il nostro supporto a quegli
abitanti dell’altra città.
Un giorno usciranno, tutti i giorni escono - cedono il loro posto ad altri - da quei gironi danteschi
della disperazione e della solitudine, uomini diversi:
abbrutiti o riscattati?
Salviamo
gli
affetti
Le relazioni familiari e affettive sono fondamentali
nel percorso di reinserimento dei detenuti,
ma l’attuale legge penitenziaria non favorisce abbastanza i contatti e gli incontri con i propri cari, li rende difficili e frustranti,
tanto da accelerare processi disgregativi delle famiglie
nell’esecuzione della pena è
essenziale che i reclusi non siano
privati del diritto di coltivare i
loro affetti, nel momento in cui
viene loro tolta la libertà
Nel periodo immediatamente
successivo all’arresto, specialmente i figli minori del condannato subiscono un forte trauma affettivo e
si trovano a patire dure sofferenze per fatti di cui non hanno alcuna colpa,
con conseguenze che possono segnare la loro
vita per sempre
Spesso vi è l’impossibilità di coltivare persino quei pochi rapporti consentiti
dal regolamento (le quattro telefonate di 10 minuti e le
quattro visite mensili), perché non ci sono soldi,
neppure per i bisogni primari, figuriamoci per affrontare viaggi da un
capo all’altro della penisola, da e per le isole
maggiori…
Ma anche quelle volte in cui si realizzano gli incontri-colloqui tra i detenuti e i loro cari, che
vi sia o no il vetro sopra il bancone, la separazione di
fatto rimane, perché c’è sempre un agente che guarda e che decide fino a che punto
possa essere lecito abbracciarsi, mettere una
mano sulla spalla, scambiarsi un bacio o una carezza, il tutto in ambienti affollati, chiassosi
e deprimenti quali sono i parlatori.
E in questo lungo e tortuoso cammino dove sono le
persone care, i genitori, i fratelli, le mogli, i mariti, i
figli? A debita distanza, confinati con i loro problemi,
privati del sostegno economico e morale del loro congiunto, emarginati dalla
gente benpensante e dimenticati dalle istituzioni e
dal mondo sociale
C’è poi l’aspetto
della sessualità,
su cui solitamente viene steso
un velo, ipocrita più che pietoso
Questa innaturale, improvvisa e forzata
rinuncia alla sessualità provoca nel detenuto
effetti degenerativi, che si manifestano con un senso
di frustrazione, ma ben presto possono sfociare in deviazione, aggressività,
violenza e in non pochi casi nella malattia fisica e
psichica
il sesso, avulso dagli affetti, è
vissuto con tutte le sue
possibili fantasie
nevrotiche e deformazioni, che portano
all’auto-erotismo o
all’omosessuali
à
Quanto dovrà durare ancora questa disumana
situazione nelle carceri italiane? Perché non seguire le soluzioni
adottate in molti altri paesi europei (Svizzera,
Spagna, Olanda, Danimarca, Svezia, ecc.),
dove detenuti e loro familiari o conviventi
possono incontrarsi in locali separati dalla
prigione, in totale sicurezza e riservatezza?
Fine pena: mai !
Fine amore: mai !
X X X
Ero carcerato e mi avete visitato (Mt 25,36)
Il detenuto, per quanto “ristretto” in una condizione spesso meritata, non è meno fratello e meno povero di altri
poveri.
Aiutiamolo a riacquistare fiducia in se stesso e negli altri
Aiutiamolo a stabilire un collegamento con la società civile
Aiutiamolo a ritrovare il proprio posto nella società
SOCIETA’ SAN VINCENZO DE PAOLI
Federazione Nazionale Italiana
Bicentenario della nascita del beato Federico Ozanam