RIBELLIONE ADOLESCENZIALE E DEVIANZA, IL CONFINE …

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RIBELLIONE ADOLESCENZIALE E DEVIANZA, IL CONFINE SOTTILE… DOTT.SSA GUENDALINA ZUCCHI psicologa psicoterapeuta

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RIBELLIONE ADOLESCENZIALE E DEVIANZA, IL CONFINE SOTTILE…

DOTT.SSA GUENDALINA ZUCCHI psicologa psicoterapeuta

L’ ADOLESCENZA inizia con l’ingresso alla scuola media

CAMBIAMENTI:

nel fisico

nella psiche

nelle relazioni con la famiglia

nelle abitudini

negli interessi

nelle amicizie

E’ una fase della vita che mette a dura prova l’intero nucleo familiare al fine di creare un diverso equilibrio.

Il mondo che circonda l’adolescente comincia a comportarsi diversamente nei suoi confronti, come se le modificazioni subite dal ragazzo autorizzassero gli adulti ad avanzare delle nuove richieste e a nutrire differenti aspettative.

L’adolescente deve quindi affrontare un confronto su due versanti, quello intrapsichico e quello interpersonale, gestendo, nel contempo, le contraddizioni che emergono dall’incontro dei due livelli.

Infatti, se da un lato egli percepisce di non essere più un bambino, e vede confermata questa sensazione dal nuovo atteggiamento che gli altri dimostrano nei suoi confronti, nella realtà pratica incontra diversi vincoli.

La contraddittorietà del messaggio destabilizza frequentemente il ragazzo, che, ancora incerto circa quello che è e su quello che sta per diventare, si vede negata l’identità di bambino così come quella di adulto.

Le relazioni interpersonali dell’adolescente che fino a quel momento hanno caratterizzato il suo mondo affettivo si modificano.

È come se il ragazzo si vedesse privato dei diritti infantili e si sentisse all’improvviso solo e spaesato.

Questo vissuto può comportare sentimenti di

APATIA,

MALINCONIA,

NOIA,

RABBIA

che l’adolescente deve riconoscere e affrontare

per dare nuovo senso ad un’esperienza

soggettiva e relazionale che gli crea

difficoltà.

CRISI = dal greco KRÌSIS separazione, scelta

= nella lingua CINESE

Combinazione di due ideogrammi che indicano

PERICOLO e OPPORTUNITA’

LA CRISI ADOLESCENZIALE COMPORTA

da un lato…. tensioni, a volte rotture, nuovi adattamenti dall’altro…. è ricca di potenziale evolutivo sia per i figli sia per i genitori

Ma l’adolescenza non è solo l’età della crisi e dei conflitti: i più recenti contributi di ricerca parlano di COMPITI DI SVILUPPO (Palmonari, 1993). Tale nozione indica la serie di problemi che l’individuo si trova ad affrontare, la cui mancata risoluzione comporta gravi difficoltà per lo sviluppo successivo. I compiti di sviluppo sono: Affrontare i cambiamenti fisici, Gestire le relazioni con i pari dello stesso sesso e di sesso

opposto, Richiedere maggiore autonomia e indipendenza, Relazionarsi alle istituzioni sociali, Scegliere un sistema di valori, Costruire il concetto di sè, Rapportarsi ad una prospettiva temporale

più ampia.

Le difficoltà dell’adolescente sembrano legate non tanto all’urgenza di dover affrontare queste situazioni, quanto al doversi confrontare con più compiti simultaneamente in condizioni non sempre supportive e gratificanti.

Per la REGOLAZIONE DEL SÉ risulta inoltre importante il sentimento di EFFICACIA DEL SÉ riguardante l’aspettativa che ciascun individuo ha rispetto all’essere in grado di affrontare e superare determinati compiti.

Bandura (1993) sostiene che un individuo si sforza di superare un ostacolo solo se si sente in grado di superarlo. Se una situazione viene percepita come troppo difficile, il soggetto tende ad evitarla o la affronta con scarso impegno, facendo si che le probabilità di successo diminuiscono.

COME È ANDATA A SCUOLA?

SOLITO!

Anche le modalità comunicative si trasformano…

Papà: TENTATIVO/DESIDERIO DI ALLACCIARE UN DIALOGO Figlia:

RISPOSTA LACONICA CON LA QUALE SI FA INTENDERE CHE NON SI VUOLE CONTINUARE A PARLARE

Tali cambiamenti di per sé complessi sono notevolmente influenzati

dall’ambiente culturale, economico e sociale di appartenenza e spesso i

genitori non sanno come affrontarli, si trovano disorientati e cercano di

mantenere la rotta navigando a vista!

Cosa ci si deve aspettare? 1. Uno spostamento dell’adolescente verso il mondo

esterno: nuovi amici, nuovi interessi sociali e affettivi, nuove attività sportive e culturali.

2. Maggiore richiesta di AUTONOMIA: sia di movimento: andare a scuola da soli, trovarsi al

pomeriggio con gli amici lontano da casa, andare a mangiare la pizza senza i genitori

sia di pensiero: sostenere con forza le proprie idee, condividere le proprie opinioni del gruppo dei pari piuttosto che quello dei genitori,

mettere in discussione le regole familiari.

3. Affermazione di nuovi bisogni come appartenere ad un gruppo di coetanei, sentirsi più grandi, mettersi alla prova, differenziarsi, rapportarsi con chi è diverso da sé e quindi anche con l’altro sesso.

4. Focalizzazione sul presente: i figli danno importanza a quello che accade nel «qui e ora», fanno fatica ad ascoltare ciò che riguarda il passato e non riescono a proiettarsi nel futuro.

5. Modi di comunicazione e di relazionarsi che sono diversi da quelli familiari. La comunicazione diventa difficoltosa, a volte si interrompe, può essere aggressiva, gergale, la disponibilità al confronto viene

messa alla prova.

Identità tipica dei giovani di oggi… • ASSENZA DI STORIA: mancanza di conoscenza ed interesse

sull’origine della propria patria o famiglia, uomini senza radici;

• PERDITA DELLA PERCEZIONE DEL FUTURO: interesse esclusivo all’immediata soddisfazione, incapacità di rimandare la gratificazione, subito è l’unica dimensione del tempo;

• PREVALENZA DELL’ESPERIENZA SENSORIALE: basata su stimoli privi di consapevolezza cosciente in contrasto con una carente elaborazione critica della coscienza;

Identità tipica dei giovani di oggi…

• BISOGNO DI FRASTUONO: come esternazione della confusione interna e come distrazione;

• DESENSIBILIZZAZIONE VERSO LA MORTE: difficile distinzione tra morte reale e virtuale;

• PRESSAPOCHISMO DEL SAPERE: risposte a tutto, su qualsiasi cosa, in base a prime impressioni o impressioni superficiali;

• DISPERCEZIONE DELLA NORMA: ignorano le norme, non sono interessati alle leggi, ma vogliono obbedire a un capo;

• BISOGNO DI UN NEMICO: per rafforzare la coesione di gruppo.

Prevale l’assenza di colpa, l’egocentrismo ed il culto dell’individualità, volontà di successo senza sforzo e in ogni modo

NELL’ADOLESCENZA IL GIOVANE SI TROVA AD AFFRONTARE:

Nuove relazioni con i pari;

Modificazioni della pubertà;

Risveglio delle pulsioni sessuali con

l’acquisizione del ruolo maschile/femminile;

Processo di svincolo emotivo;

Relazioni significative di tipo amicale e affettivo;

Scelta di un percorso di studio e di lavoro;

Sviluppo di un’indipendenza economica;

Acquisizioni di regole sociali di convivenza nonché del rispetto della leggi;

Gestione della quotidianità per raggiungere una maggiore

autonomia;

Responsabilità di scelte e decisioni importanti.

DIVENTARE GRANDI

Come affrontare l’adolescenza? Regolando la distanza con i figli per creare un rapporto più flessibile, a seconda della necessità e del contesto. Il genitore si trova a sperimentare momenti di vicinanza e lontananza grazie ai quali è possibile lo «svincolo» del figlio. La modalità con la quale l’adolescente si separerà dalla famiglia gli servirà da modello per regolare e modulare la distanza interpersonale con gli estranei.

Come affrontare l’adolescenza? Ritrovando la dimensione sia di coppia sia personale in modo tale da non investire eccessivamente sul figlio, lasciandogli il compito di realizzare i suoi sogni, desideri e aspirazioni.

Sostenendo la sua paura di crescere, riconoscendo le difficoltà ma anche il suo coraggio e i successi.

Come affrontare l’adolescenza? Promuovendo la differenziazione nei modi di pensare e di fare per favorire la sua autorealizzazione e, allo stesso tempo, limitare i rischi dell’omologazione.

Aiutando il figlio a sviluppare competenze relazionali e sociali che gli permettano di

affermare se stesso nei confronti dei coetanei e degli adulti.

Come affrontare l’adolescenza? Riconoscendo anche il lato positivo dell’aggressività dell’adolescente: contestare o criticare fa parte del confronto e offre l’occasione per sperimentare la forza del proprio punto di vista. Pertanto, è importante che il genitore stimoli l’espressione del pensiero e delle opinioni del figlio.

Cosa devo pensare se mio figlio parla poco?

L’adolescente è in una fase nella quale sta cercando di capire chi è e con quali parole raccontarsi. Il suo silenzio non è sempre reticenza, è necessità di prendersi il tempo per trovare le parole adatte al momento e al luogo, serve a capire meglio cosa gli sta accadendo a livello corporeo, emotivo, mentale. Il più delle volte non è una difficoltà a parlare, ma la necessità di creare un vuoto per sentire e far nascere la propria parola.

Scontro piuttosto che Incontro? I rapporti di forza esprimono la lotta nei confronti dell’autorità e il bisogno di indipendenza...

Non faccio più quello che dici tu! Faccio quello che voglio io!

Il confronto, a volte anche aspro, serve a ridefinire i legami parentali.

IDEALIZZAZIONE ADULTO

REALE FINITEZZA

Scontro piuttosto che Incontro? Nella società occidentale sono meno evidenti i riti di passaggio e, quindi, l’adolescente deve trovare altri modi per dimostrare ciò che è e ciò che vale.

Attraverso l’azione e la trasgressione egli sperimenta se stesso, scopre i limiti propri e quelli esterni. Paradossalmente bisogna trasgredire per diventare capaci di nuove regole!

Negoziare il conflitto Le situazioni di conflitto diventano frequenti… ma occorre trasformarle in occasioni di contrattazione.

Il CONFLITTO evidenzia che è avvenuto o sta avvenendo qualcosa di diverso da ciò che ci si aspettava.

Quello di cui si discute non riguarda solo l’oggetto del contendere ma anche la relazione in sé e per questo risulta difficile.

Quali abilità sono necessarie al genitore?

Disponibilità a superare la situazione conflittuale; Capacità di individuare i motivi che la creano; Ragionare sui rispettivi bisogni; Essere pronti a discutere sui comportamenti; Comprendere e rispettare i sentimenti e le

emozioni; Considerare gli elementi che differenziano e quelli

che accomunano; Trovare un accordo.

Quali abilità sono necessarie al genitore? Genitori e figli non sono sullo stesso piano! Anche se faticoso, con i figli è necessario NEGOZIARE perché: è funzionale alla loro crescita, sviluppa autonomia di pensiero, permette di trasformare le regole della famiglia in regole personali con le quali vivere.

Quali sono le discussioni più frequenti? Scuola Buone maniere Amici Vestiti Soldi Tempo libero…

Ciò che conta, non è il contenuto della discussione, ma il modo in cui si affronta l’argomento e si giunge alla conclusione.

Le tensioni allenano la capacità a relazionarsi, costringono ad esprimere le proprie ragioni, ad ascoltare quelle altrui, a trovare una mediazione..

Monitorare lo sviluppo… I genitori tendono ad oscillare tra: un controllo autoritario, restrittivo e una guida minima, permissiva.

Ciò che conta è essere PRESENTI, partecipare a ciò che accade, cercare di comprendere i problemi e i bisogni che emergono, soprattutto occorre porre attenzione ai comportamenti, evidenziare sia i punti di forza che quelli di debolezza, cercare insieme i significati delle azioni.

Monitorare lo sviluppo… Si tratta di MONITORARE lo sviluppo dell’adolescente osservare in modo sistematico le sue diverse attività per raccogliere informazioni sulla sua crescita culturale, affettiva, sociale, in modo da prefigurare e orientare il suo percorso evolutivo.

Tale monitoraggio riveste un ruolo fortemente protettivo anche rispetto al rischio , ad esempio, di venire a contatto con droghe illegali.

L’influenza degli amici… Il rapporto con gli amici è molto importante perché facilita il distacco dalla famiglia. Le relazioni amicali si sviluppano su due piani: Uno più stretto e intimo L’AMICO DEL CUORE

L’altro più allargato e diversificato LA COMPAGNIA

Il gruppo dei pari… Funge da Laboratorio Sociale nel quale il ragazzo si esercita ad affrontare i compiti evolutivi, ad acquisire nuove modalità d’essere e nuovi linguaggi, a mettere alla prova la capacità di stare con gli altri, a sperimentare nuove appartenenze. Tutte esperienze che gli forniranno una base per regolare le relazioni anche in età adulta.

Il gruppo dei pari… I genitori comprendono il bisogno sociale dell’adolescente, ma… …temono che il figlio non sia in grado di discriminare e selezionare gli stimoli provenienti dal mondo esterno …lasciandosi condizionare negativamente.

Quando un adolescente adotta dei comportamenti rischiosi non è detto che questi siano patologici. Più facilmente rappresentano disagi che fanno parte del normale processo evolutivo e sono, quindi, transitori.

D’altra parte è noto che le azioni devianti per lo più non sono vissute in solitudine, ma la maggior parte dei reati sono commessi in gruppo: ciò vale in misura maggiore per i comportamenti devianti dei minorenni tra i quali sono spesso rilevabili comportamenti violenti non riconducibili a finalità acquisitive (furto, rapina) ma più fortemente connotati in termini espressivi (vandalismo o atti di aggressività).

Alcuni autori considerano la devianza come il risultato di una specifica scelta di gestione della reputazione e il gruppo di pari come uno strumento per tale gestione, tenendo presente che non sempre gli individui privilegiano una REPUTAZIONE POSITIVA.

Se il gruppo attribuisce un valore normativo alla devianza è più probabile la commissione di atti devianti; nel caso di gruppi che invece le attribuiscono un valore negativo, è più probabile che tali atti vengano inibiti.

Esisterebbe quindi un rapporto di interdipendenza tra l’appartenenza ad un gruppo ed il coinvolgimento in atti di devianza.

"Essere membro di un gruppo implica l’adesione alle norme di gruppo sulla devianza e, viceversa, un determinato livello di coinvolgimento nella devianza dipende dal fatto di appartenere a un gruppo con particolari norme." (Emler e Reicher, 2000)

Il gruppo è dunque un riferimento dal punto di vista normativo quindi i comportamenti vengono uniformati a quelli dei coetanei.

Questo legame di dipendenza impedisce a volte al singolo di sottrarsi alle proposte del gruppo e di mantenere il proprio punto di vista,

con il rischio dell’esclusione

o con l’accusa di essere codardo

o traditore.

Le bande giovanili…

ELEMENTI COMUNI (YOUTH GANG):

• Gruppi auto-formati

• Interessi condivisi

• Controllo di un territorio o di un commercio

• Uso di simboli particolari di comunicazione

• Coinvolgimento nel crimine

• Composizione di soli giovani ma possono essere inclusi anche degli adulti

Le bande giovanili…

Le decisioni prese nei gruppi differiscono sostanzialmente da quelle che avrebbe preso il singolo membro se avesse agito da solo.

Ma in questo senso il gruppo può agire da facilitatore e non costituisce la causa della devianza: infatti l’attività criminosa, come la maggior parte delle attività sociali, si pratica in gruppo.

La commissione del reato da parte del gruppo non caratterizza i tempi moderni ma è una condizione d’ogni tempo, tipica dell’agire umano in società.

Le bande giovanili…

1. Raccolgono i ragazzi che condividono uno stesso specifico territorio, che sviluppano una tradizione comune, i componenti non presentano particolari caratteristiche di disadattamento sociale od emotivo anche se la gang si forma per reazione alla carenza nella comunità di risorse adeguate ai bisogni dei giovani. I comportamenti devianti si manifestano nello scontro tra bande.

2. Le bande criminali esercitano una violenza fine a se stessa per dimostrare ai loro membri

di essere vivi e sentirsi vivi.

Le bande: perché si formano? Studi americani….

3. Le bande rappresentano una risposta alla mancanza di opportunità di crescita sociale. La società è basata sulla competizione che arriva al conflitto per l’accaparramento delle scarse risorse. La banda diventa un sistema sociale privato, segreto, governato da una leadership che ha ruoli definiti, persegue i suoi obiettivi senza preoccuparsi se siano più o meno legali. La banda si impone al territorio mediante un mutuo scambio: fornisce servizi in cambio di protezione.

Società: basso livello di integrazione

Famiglia: povertà, assenza dei genitori, attaccamento inadeguato, scarso controllo

Scuola: basse aspettative circa il successo scolastico, basso impegno, scarso attaccamento agli insegnanti

Individuo: bassa autostima, eventi negativi, sintomi depressivi, facile accesso agli stupefacenti

Le bande… quali fattori predittivi?

Giovani annoiati che cercano di impiegare il loro tempo che li possa divertire. I componenti sono compagni di scuola, residenti nello stesso quartiere e che si incontrano nello stesso luogo di ritrovo.

Il reato spesso nasce improvvisamente, senza una reale progettazione o riflessione.

Non c’è una struttura organizzativa né un’attività specifica cui il gruppo si dedica, né rivalità tra bande e neppure il controllo del territorio.

Evoluzione rispetto al passato: prima violenza su oggetti (atti vandalici) ora spostata sulle persone, soprattutto

i più fragili.

Le bande… in Italia?

RISCHIARE… In adolescenza i genitori si preoccupano dei pericoli cui il figlio andrà incontro e si chiedono se saprà affrontarli in modo adeguato e senza farsi condizionare dai coetanei.

Lo sviluppo di un adolescente non è quasi mai lineare, presenta discontinuità varie che possono produrre del disagio.

La spinta a crescere è molto forte e l’adolescente può trovarsi in situazioni difficili tali da fargli assumere comportamenti a rischio che possono compromettere il suo stesso benessere fisico-psicologico-emotivo.

Diverse sono le azioni rischiose che può mettere in atto, tutte, però, rappresentano un tentativo di padroneggiare le difficoltà di crescita.

Trasgressività… La trasgressività è una caratteristica universale dell’adolescenza, età in cui il rapporto con le regole educative e sociali viene rivisto e messo in discussione, per questo è difficile capire fino a che punto può essere un desiderio di crescita e autonomia e quando è segnale di un disagio individuale, familiare o sociale.

"Il comportamento antisociale costituisce in genere un episodio transitorio ma in alcuni casi può rappresentare la prima fase di un processo il cui esito è quello della stabilizzazione della devianza." (De Leo, 1998)

bullismo,

cyberbullismo,

sexting,

abuso di alcol e sostanze stupefacenti,

attività sessuali non protette,

anoressia e bulimia,

abbandono scolastico,

fughe da casa,

tentativi di suicidio,

comportamenti violenti contro

oggetti, animali o persone

Comportamenti a rischio…

Funzione dei comportamenti a rischio:

ADULTITA’: assunzione anticipata di comportamenti considerati normali negli adulti;

ACQUISIZIONE E AFFERMAZIONE DI AUTONOMIA: necessità di svincolarsi dalla condizione di dipendenza dai genitori per costruirsi un’identità di adulto (es.: sostenere le proprie opinioni, prendere decisioni circa il proprio futuro, intraprendere azioni devianti);

IDENTIFICAZIONE E DIFFERENZIAZIONE: necessità di differenziarsi dagli adulti significativi, identificandosi come un individuo dotato di particolari caratteristiche;

AFFERMAZIONE E SPERIMENTAZIONE DI SÉ: adozione di nuovi comportamenti per mettersi alla prova;

Funzione dei comportamenti a rischio: TRASGRESSIONE E SUPERAMENTO DEI LIMITI: trasgredire

alle regole del mondo adulto per aderire a regole più consone alle proprie esigenze, per dimostrare la propria capacità di decisione;

ESPLORAZIONE DI SENSAZIONI: esigenza particolarmente diffusa nella cultura occidentale, dove si esalta ogni sperimentazione del nuovo;

PERCEZIONE DI CONTROLLO: necessità di superare il limite per dimostrare a se stessi e agli altri, che la novità non spaventa e che si è in grado di controllare le proprie azioni senza il bisogno dell’adulto, senza lasciarsi travolgere;

COPING E FUGA: messa in atto di strategie che consentono di far fronte in modo più o meno adattivo alle difficoltà e a problemi personali e relazionali.

Prevenire: CONOSCERE E OSSERVARE: E’ importante osservare il comportamento dei propri figli. Quando un ragazzo consuma sostanze vi sono dei SEGNALI: maglie odoranti di tabacco, accendini in tasca, cartine nello zaino, richiesta di soldi, cambiamenti nelle abitudini alimentari le ragazze a volte fumano per contrastare lo stimolo della fame; chi si spinella ha la cosiddetta "fame chimica" che porta ad abbuffarsi,

Prevenire: CONOSCERE E OSSERVARE: variazioni emotive l’abuso di alcol fa sprofondare in uno stato depressivo temporaneo, lo spinello altera l’umore, favorendo logorrea e creando disturbi nell’attenzione. E’ quindi importante essere in contatto con gli adulti significativi (insegnanti, animatori, allenatori) per avere la possibilità di un confronto, per ascoltare diversi punti di vista, per valutare la situazione e come affrontarla.

Prevenire: PARLARE: Se si ha il sospetto che il figlio abbia usato qualcosa, • occorre parlare direttamente, • esprimere i propri dubbi, • domandare con calma com’è la situazione, • cercare di capire il significato di tale comportamento senza

giustificare o accusare.

Diversamente da ciò che si crede, i figli hanno bisogno di sapere qual è l’opinione dei genitori su questo argomento.

L’eventuale silenzio dei genitori viene spesso vissuto come indifferenza e interpretato come: «Non gliene frega niente di me!».

L’adolescente tollera di più

il disaccordo che il silenzio

o l’indifferenza

!

Prevenire: I GENITORI DEVONO ESPLICITARE CHIARAMENTE LA NON ACCETTAZIONE DELL’USO DELLE DROGHE LEGALI E ILLEGALI, STABILIRE DELLE REGOLE E DELLE CONSEGUENZE PER I COMPORTAMENTI INADEGUATI!

Prevenire: Nell’attuale contesto storico-culturale, il ruolo dei genitori è meno normativo e più affettivo, a volte fraterno o amicale. Dal punto di vista educativo è importante definire i confini generazionali e le regole di convivenza che riguardano gli spazi in casa, i tempi personali e familiari, i rapporti dentro e fuori le mura domestiche, ecc…

Fattori di protezione: • Legami familiari forti e positivi; • Monitoraggio da parte dei genitori dei

comportamenti dei figli e delle attività che conducono con i pari;

• Regole di condotta chiave che la famiglia fa rispettare;

• Coinvolgimento dei genitori nella vita del figlio; • Successo scolastico; • Forte legame con le istituzioni, come scuola, circoli sportivi, …;

Cosa fare per avere un buon rapporto col figlio? • Parlare anche quando sembra che il figlio non

ascolti • Intervenire di fronte alle situazioni che richiedono

dei chiarimenti • Comunicare il proprio interesse a comprendere • Essere congruenti rispetto a ciò che si fa e ciò che

si dice • Verificare come usa il denaro • Partecipare a occasioni formali e informali con altri

genitori o adulti significativi come insegnanti, allenatori, educatori, animatori, …

• Dare e trasmettere fiducia

Cosa fare per avere un buon rapporto col figlio? • Non arrendersi di fronte agli atteggiamenti di ostilità o di distacco del figlio • Cogliere il momento opportuno per parlare • Restare disponibili al dialogo • Riconoscere e valorizzare le capacità del figlio • Stimolare la sua capacità critica • Educare al rispetto dei valori familiari e sociali • Dare regole adeguate all’età • Favorire l’espressione delle opinioni e dei sentimenti • Stimolare la ricerca di comportamenti alternativi a

quelli rischiosi • Fare delle cose insieme dando valore alla

cooperazione

Cosa fare per avere un buon rapporto col figlio? • Conoscere chi frequenta e aprire la casa agli amici • Sapere cosa fa e con chi sta • Saper sostenere i NO fornendo le motivazioni e

restando disponibili al confronto • Rafforzare l’alleanza madre-padre

indipendentemente dal rapporto marito-moglie • Dare responsabilità e fiducia adeguate all’età • Dare sostegno nei momenti di fragilità

Cosa fare quando c'è consumo di droga? • Non nascondere il problema • Non isolarsi e parlare con gli altri genitori e adulti

significativi • Evitare l’atteggiamento sospettoso e parlare

chiaramente • Ricercare insieme il significato del comportamento d’uso

e proporre delle alternativo • Non viverlo come un fallimento della propria azione

educativa ma adoperarsi per trovare ogni possibile soluzione

• comunicare per comprendere senza giudicare • Concordare tra i due genitori una linea educativa e

mantenerla • Cercare aiuto presso i servizi territoriali di competenza

Reazioni dei genitori all’uso di alcol e droga FASE: USO SPERIMENTALE

PENSIERI FREQUENTI

• Non riguarda mio figlio

• Lo fanno tutti

• Come posso aiutarlo?

SENTIMENTI COMUNI

• ansietà

• incredulità

AZIONI INUTILI

• Frugare nella stanza

• Cercare ossessivamente prove

• Leggere gli sms o la mail

AZIONI UTILI

• Parlare direttamente

• Porgli delle domande in modo calmo

• Spiegare i motivi di queste richieste

• Prepararsi ad un’eventuale risposta positiva

Reazioni dei genitori all’uso di alcol e droga FASE: USO OCCASIONALE

PENSIERI FREQUENTI

• È una fase passeggera

• Chi gliela fornisce?

• Devo fermarlo

• Non posso mettermi contro

• Cosa posso fare?

• Come ha iniziato?

• Dove finirà?

SENTIMENTI COMUNI

• Dubitare di sé

• Rabbia

• Senso di inadeguatezza

• Preoccupazione

• imbarazzo

AZIONI INUTILI

• Chiamare gli esperti pensando che l’intervento sia risolutivo

• Limitare la libertà

• Mettere in atto delle punizioni

• Condannare/perdonare l’uso di droghe

AZIONI UTILI

• Cercare di capire e di esprimere i sentimenti

• Cercare insieme i significati dell’uso

• Discutere e intraprendere strade alternative

• Parlare degli effetti spiacevoli e piacevoli delle droghe

Reazioni dei genitori all’uso di alcol e droga FASE: USO ABITUALE

PENSIERI FREQUENTI

• Ho fallito

• Come farò e chi mi aiuterà a controllarlo?

• Come mi giudicheranno parenti/amici?

SENTIMENTI COMUNI

• Senso di colpa

• Disorientamento

• Rabbia

• Impotenza

• Paura per le conseguenze

• Paura per perdita del controllo

AZIONI INUTILI

• Negare il problema

• Nascondere la situazione a famiglia/amici

• Prestare denaro

• Trovare giustificazioni

• Credere al figlio senza verificare ciò che dice

AZIONI UTILI

• Essere coerenti

• Trascorrere del tempo insieme

• Ricercare la comunicazione

• Discutere e trovare alternative

• Incoraggiare la responsabilità delle azioni e delle conseguenze

• Collaborare attivamente con i professionisti

Tutti i bambini, tranne uno, crescono.

Peter Pan è un irresponsabile e prende la decisione di non affrontare la vita perché pensa che non gli piacerà.

James Matthew Barrie ci dice che Peter, a poche settimane di vita, decide di scappare prima di provare a stare nel mondo in cui è nato. Basta una conversazione tra i genitori che ne delineano il futuro a farlo spaventare e volar via senza accertarsi se valga la pena vivere in un mondo che neanche conosce.

Francesco Cataluccio, nel saggio "Immaturità - La malattia del nostro tempo" (Einaudi) definisce così le caratteristiche comportamentali di Peter Pan: "Irresponsabilità, ansia da abbandono, solitudine, narcisismo

sono le caratteristiche del personaggio Peter Pan".