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IL DISAGIO ADOLESCENZIALE Presentazione di: Giovanni MANIGA Per il C.M. di Sociologia della devianza Curato dal Prof. Giuliano VETTORATO

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IL DISAGIO

ADOLESCENZIALEPresentazione di: Giovanni MANIGA

Per il C.M. di Sociologia della devianza

Curato dal Prof. Giuliano VETTORATO

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SCHEMA TEORICO …

Crisi

Adolescenziale

Autonomia

Personale

Socializzazione

primaria

Percorsi

problematici di

Socializzazione

Tentativi di

Confronto

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LA CRISI ADOLESCENZIALE

Fase adolescenziale di vita:

l’agire diventa dominante, sostituendosi all’esperire infantile.

Ciò avviene su basi ancora incerte, poiché l’autonomia personale è fragile ed insicura e l’adolescente tende ad oscillare tra infanzia ed età adulta, tra conformismo e devianza.

Di conseguenza, l’adolescente è alla ricerca di una propria identità attraverso la sperimentazione di nuovi azioni e conferme di ciò che è e di ciò che vuole essere.

Oppositivo verso chi gli richiede il possesso di un ruolo, in continua ricerca di conferme personali, isolato, ricerca in se stesso o nei coetanei il senso della vita, compete si confronta, contraddice, ma cerca anche un appartenenza sociale

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IL DISAGIO ADOLESCENZIALE È

CONCLAMATO

La comunicazione tra adolescenti ed adulti è conseguentemente complicata e disturbata da questo tumultuoso processo fatto di ambivalenze e frammenti.

La duplice tendenza dell’adolescenza ad attrarre l’attenzione, attraverso l’opposizione, l’ostilità, crea condizioni paradossali che soltanto un esperto di comunicazione può affrontare.

L’adulto non ricopre questo ruolo di abile comunicatore … osserva e conclama rischi di devianza e disagio nell’adolescente.

L’adolescenza diventa: l’età dell’instabilità e dell’incertezza dell’identità personale, della sperimentazione e delle oscillazione, ma anche l’età della devianza e del disagio conclamato.

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LA COMUNICAZIONE IN CRISI

ADOLESCENZIALE

Nelle forme comunicative tra adulti ed adolescentiregistriamo cambiamenti consequenziali che ne fannoil presupposto di disagio.

la figura dell’adolescente è considerata dal mondoadulto come quasi-persona ed un quasi-ruolo, conscarsa fiducia che questi si stabilizzino e formino.

le aspettative adulte assumono una formanormativa, cognitiva, come invitiall’apprendimento e all’adattamento, sacrificando leaspettative affettive, sia perché l’ambivalenzacomportamentale del ragazzo li disincentivano, siaperché esse vengono ritenute insufficienti per l’età.

La conseguenza: l’amore si riduce e la codificazioneeducativa diventa dominante.

l’adolescente, ha soltanto bisogno di un sanoorientamento all’apprendimento e ai valori

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IN CONCLUSIONE …

Il problema è se questa crisi debba essere

considerata cosi preoccupante da richiedere ed

indurre una forma di comunicazione cosi

contraddittoria.

Il nodo problematico perciò giunge quando gli

adolescenti osservano questa forma comunicativa

e possono quindi reagirvi in maniera del tutto

imprevedibile.

E’ chiaro che la crisi adolescenziale,

caratterizzata da una condizione

disagevole, è primariamente una

costruzione sociale.

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IL PROBLEMA DELL’AUTONOMIA

PERSONALE … (COSTRUZIONE)

Il sistema psichico partecipa alla comunicazione

mostrando capacità di autodeterminazione.

L’individuo si mostra competente nel costruire il

proprio radicamento in se stesso, nell’auto-

attribuirsi la responsabilità delle proprie

esperienze ed azioni, motivandole.

Nell’agire l’adolescente costruisce se stesso come

specifico e unico. Il Sé autonomo è dunque una

costruzione, nel sistema psichico, dell’unità

individuale come forma della partecipazione.

Si può attribuire al ragazzo competenza nel

comprendere la comunicazione e nel costruirne i

significati.

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IL PROBLEMA DELL’AUTONOMIA

PERSONALE … (COSTRUZIONE)

L’autonomia personale richiede l’esistenza di basi particolari di socializzazione.

Presupposto primario è una comunicazione familiare nella quale la persona venga tematizzata come rilevante (comunicazione interpersonale intima).

Tale comunicazione pone le basi per la formazione dell’autonomia personale perché gli individui possono comprendere da una parte la loro autonomia dalla comunità e dall’altra parte il fatto di essere considerati e di dover considerare i propri partner come persone con desideri, bisogni, criteri di scelta da esprimere.

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IL PROBLEMA DELL’AUTONOMIA

PERSONALE … (CONCLUSIONE)

Le perturbazioni delle forme di comunicazione interpersonale intima, consente all’individuo di riflettere sulla sua unicità in quanto persona con specifici interessi, bisogni e desideri.

Partecipandovi un individuo impara a pensare se stesso come fonte della costruzione di significati (un Sé autonomo che produce significati personali).

La comunicazione familiare può socializzare all’autonomia personale perché stabilizza un intimità selezionata, permette un allentamento progressivo dei vincoli e permette all’adolescente la partecipazione alla comunicazione anche al di fuori della famiglia.

I problemi dell’autonomia personale e, dunque, il disagio, sono strettamente correlati alla socializzazione familiare

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I PERCORSI FAMIGLIARI DEL DISAGIO

La comunicazione familiare, assume come preponderante caratteristica, una reciprocità di impegno, condivisione, cooperazione ed intimità che determina i vincoli tra i coniugi

La reciprocità è un altro aspetto preponderante nell’amore familiare: ogni persona è trattata come assolutamente rilevante da ogni altra. Ogni comunicatore vale come persona e l’uno vale per l’altro, un auto conferma che richiede la costruzione del mondo dell’altro come prospettiva privilegiata, quindi la conferma dell’altro. Per poter confermare se stesso, ogni partecipante deve confermare l’altro.

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I PERCORSI FAMIGLIARI DEL DISAGIO

L’amore, però, è spesso problematico generando problemi nell’inclusione.

La crisi dell’amore sembra dipendere dalla necessità di autonomia personale dei coniugi e dei figli.

Tale autonomia può essere minacciata dall’eccessivo di intimità, di vicinanza e ciò può portare al rifiuto dell’amore.

La natura paradossale dell’amore: per essere confermato come unico, ciascun partner deve essere vincolato all’altro, e quindi il primato dell’auto espressione è vincolato al primato dell’espressione dell’altro.

Messo di fronte al paradosso, un individuo può considerare un’autonomia incondizionata, demotivarsi e abbandonare la comunicazione, soprattutto se è stato socializzato in una famiglia nella quale si è insistito sull’autonomia personale.

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I PERCORSI FAMIGLIARI DEL DISAGIO

In una famiglia non c’è soltanto amore:

Una forma del Noi, inteso come unità della famiglia stessa: la comunicazione tra i coniugi si orienta ad un unità inscindibile e consensuale, ad un “Noi”.

Un orientamento all’autonomia personale dei partecipanti, che hanno libertà di essere ognuno diverso dall’altro, dove la comunicazione familiare produce e stabilizza il riconoscimento ed il rispetto delle differenze tra i partner.

Di conseguenza, le famiglie moderne, sono forme articolate di riconoscimento e rispetto per la differenza tra i partner, di confronto tra un io ed un Tu.

La forma del Noi e la forma della differenza tra un Io ed un Tu sono strutture relazionali che orientano la comunicazione rispettivamente all’uguaglianza di motivi (consenso) ed al confronto tra motivi diversi (conflitto relazionale)

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I PERCORSI FAMIGLIARI DEL DISAGIO

A partire dalla combinazione tra amore coniugale e forma del Noi possono nascere problemi particolarmente rilevanti, che colpiscono la struttura fondamentale della famiglia e si esprimono nell’incompatibilità tra amore e strutture relazionali particolari

Tutto questo ha conseguenze importanti per la socializzazione dei figli. Le condizioni di disagio dei bambini, a partire dall’infanzia e fino all’adolescenza, nascono da questo quadro, difforme rispetto alle aspettative dominanti nella società che impongono l’amore come codice fondamentale della comunicazione interpersonale intima familiare

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I PERCORSI FAMIGLIARI DEL DISAGIO

I figli vengono, considerati diversamente a seconda della struttura relazionale che è primariamente combinata all’amore coniugale:

L’amore coniugale COMBINATO ALLA FORMA DEL NOI: i figli risultano come un completamento del tutto della famiglia, come nuove parti che vanno a completare un unità inscindibile e che quindi devono essere conforme ai suoi modelli ed essere come i genitori li vogliono.

L’amore coniugale COMBINATO A RELAZIONI DICONFRONTO: i figli diventano un completamento dei singoli genitori: essi vengono concepiti secondo motivi individuali, probabilmente diversi nei due coniugi e devono assoggettarsi al corteggiamento e alla assidua attenzione di entrambi i genitori

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I PERCORSI PROBLEMATICI DI

SOCIALIZZAZIONE … (PREMESSE)

Le forme comunicative che corrompono e sostituiscono l'intimità dell'amore familiare, creano percorsi problematici di socializzazione, stabili e sistematici.

Il disagio adolescenziale ha origine da una mancata comprensione emotiva o conferma della persona.

Le emozioni si formano sempre nel sistema psichico attraverso una sintonizzazione emotiva, ciò che differisce è la qualità delle forme psichiche emotive.

Esse possono risultare inadeguate rispetto alle condizioni di compatibilità poste dalla società, che richiede partecipazione come autonomia personale.

L’inadeguatezza si esprime nella partecipazione alla comunicazione, attraverso l'incapacità di controllare le proprie emozioni, carenza di emotività, oppure ambivalenza.

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I PERCORSI PROBLEMATICI DI

SOCIALIZZAZIONE … (LE FORME)

La forma del silenzio della persona: si produce

quando nella comunicazione vengono soffocate le

persone del figlio e dei genitori. In questa forma

la comunicazione appare spersonalizzata,

talvolta con conflitti relazionali scarsamente

violenti. Silenzio della persona non significa

necessariamente assenza di socializzazione,

spesso in sostituzione della persona si realizza

disinteresse, dissimulazione o mancanza di

stima, più in concreto, il silenzio della persona

può discendere dal doppio gioco e dalla

defezione dissimulata.

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I PERCORSI PROBLEMATICI DI

SOCIALIZZAZIONE … (LE FORME)

La forma della negazione: prende atto quando

l'adolescente è soffocato, apertamente

represso, attraverso un dominio incontrastabile,

conflitti relazionali violenti, oppure

abbandonato. La negazione può derivare da

conflitti verbali, ma più spesso coincide con la

violenza fisica, dovuta all'asimmetrizzazione dei

ruoli imposta con la forza, oppure ad una sfida

continua. La negazione lascia profonde tracce

di sofferenza, in cui il fattore decisivo che crea

disagio è l'osservazione di un pericolo, al quale

non è possibile reagire, che crea impotenza.

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I PERCORSI PROBLEMATICI DI

SOCIALIZZAZIONE … (LE FORME)

La terza forma di comunicazione e socializzazione

inadeguata è rappresentata dalla dipendenza

relazionale: una forma di comunicazione che

tratta gli adolescenti come privi di autonomia,

chiamando nel Noi, oppure seducendoli o

istigandoli.

La dipendenza relazionale si forma come una

richiesta indiscussa al mito familiare,

oppure come conseguenza della sostituzione

dell'intimità con l'unità o con la separazione

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TENTATIVI DI CONFRONTO

La Protesta muta: tentativo di confronto comporta un ritiro passivo dalla comunicazione, percepito come silenzio nell'ambiente sociale.

esprime il tentativo di stabilire una presenza dell'individuo, dove questa presenza è negata, creando motivi per la propria esistenza, per la propria partecipazione sociale, agganciandoli a quelli del partner. Dunque, ritirandosi nell'apatia, nel disinteresse, nella depressione, l'individuo trova un appiglio per la sua esistenza psichica e nello stesso tempo per la sua presenza sociale in modo paradossale: è presente perché non è presente (silenzioso).

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TENTATIVI DI CONFRONTO

Quando le proteste mute sono inefficaci in un

ambiente familiare in linea di principio

"sordo" alle pretese di espressione personale

perché neganti in modo violento o promotori di

dipendenza relazionali, allora, la seconda forma

di confronto comporta un eccesso di

partecipazione alla comunicazione, definito come

rumore assordante, socialmente vissuto come

una ribellione drammatizzata e urlata.

Quest'urlo tenta in maniera fallimentare di

affermare un autonomia personale

sfuggente, imperscrutabile

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TENTATIVI DI CONFRONTO

La violenza: il ricorso a questo surrogato

comunicativo può accompagnarsi sia al rumore

assordante che alla protesta muta.

E’ un atto di impotenza della comprensione che

comporta una ricerca di un potere perduto o

irraggiungibile in altro modo, che reagisce a vissuti di

deprivazione.

Spesso gesti violenti appaiono come l'unica via

d'uscita ad una situazione senza sbocchi o come

l'unico modo per allontanare una minaccia percepita.

In sostanza i gesti violenti denotano ignoranza

nel costruire significati della comunicazione che

spesso reagiscono ad un senso di abbandono

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MANIFESTAZIONE SOCIALE DEI

PROBLEMI

La scuola costituisce il contesto primario per la manifestazione dei tentativi di confronto esterni alla famiglia.

Primo ambito rilevante e stabile di comunicazione con adulti esterni alla famiglia.

Dalle classi medie si osserva una pluralità di insegnanti che eseguono i loro compiti con freddezza e distanza, che comunicano in maniera impersonale, senza riferimento alla persona.

La scuola media fonte di disillusione e delusione, in cui non solo viene annullato l’orientamento alla persona, ma viene anche attivato un orientamento alternativo al ruolo, freddo e impersonale, per il quale il minore non ha strumenti di analisi e coordinamento.

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MANIFESTAZIONE SOCIALE DEI

PROBLEMI

Nel gruppo informale dei pari, si realizza primariamente una comunicazione caratterizzata da un orientamento moderatamente intimo alla persona.

La comunicazione nel gruppo è interpersonale, si basa sia sull’intensità del coinvolgimento personale sia sulla superficialità del divertimento e dello stare insieme (frequentazione).

La frequentazione di gruppo è tale solo quando coesiste una distinzione tra il Noi e il Loro, ossia quando gli individui si confrontano sulla base di un appartenenza comune nella non appartenenza specifica e personale.

Nel gruppo è possibile socializzarsi all’autonomia personale, esercitandola in un contesto allargato che risulta una palestra molto importante per sviluppare tale competenza.

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MANIFESTAZIONE SOCIALE DEI

PROBLEMI

In un numero di casi elevati, però, si riscontra come manchino all’interno del gruppo, sia la comunicazione interpersonale che il riferimento al Noi.

Il gruppo si riduce a occasione di divertimento e di svago, ad un diversivo, e non assume alcuna rilevanza particolare come forma di comunicazione, ne come forma di frequentazione

Il mondo creato dal gruppo, è vicino, rassicurante proprio perché non presenta un orientamento alla persona che spaventa per la sua intimità, quella stessa intimità disagiata, socializzata in una famiglia che ha fondato i presupposti di questa comunicazione vuota.

La partecipazione ad una comunicazione di questo tipo, rafforza i percorsi precedenti di disagio, rappresentando tentativi di confronto fallimentare e manifestazione sociale del disturbo.

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RISULTATO DELLE ADOLESCENZE

DIFFICILI

I percorsi silenziosi si chiudono

frequentemente nella tossicodipendenza, che

conclude una storia di inutili proteste rumorose.

I percorsi neganti si chiudono frequentemente

nel ritiro del disagio, che fa precipitare le

proteste ed i vani tentativi di partecipazione alla

comunicazione interpersonale.

I percorsi devianti si concludono

frequentemente nella stabilizzazione dell’identità

attraverso la contraddizione nei confronti della

società esterna e quindi, attraverso la devianza

giuridica

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RISULTATO DELLE ADOLESCENZE

DIFFICILI

I giovani adulti che hanno seguito percorsi silenziosi e che manifestano ancora problemi, possono essere osservati come fuggitivi. Il modo più tipico e estremo di fuggire è quello di rifugiarsi nella tossicodipendenza.

Un modo più moderato si manifesta in carriere fragili, ai limiti della vita di espedienti. Nel loro percorso precedente alcuni di questi giovani sono stati ribelli. Al termine dell’adolescenza la ribellione, dimostratasi frustrante, si è trasformata in fuga.

I giovani adulti che hanno seguito percorsi neganti, e che manifestano ancora problemi, possono essere osservati come disagiati consapevoli.

Il loro disagio è consapevole perché si esprime in una sofferenza cosciente ed amara, talvolta venata da rabbia e rancore. Questi giovani rivendicano la loro autonomia nel modo di pensare, ritenendosi capaci di gestirsi e di evitare condizionamenti esterni. Ma mostrano anche la loro fragilità che necessita di contesti forti di appoggio relazionale o la necessità di problematizzare tutto. La fragilità si manifesta nel persistente ritiro dalla comunicazione interpersonale ed impersonale.

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GRAZIE PER L’

ATTENZIONE…