Devianza e criminalità (tesina di 5 superiore)

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Devianza e criminalità Istituto tecnico per le attività sociali “Florence Nightingale” indirizzo: dirigente di comunità Materie: Storia, Italiano, sociologia, igiene, musica Presentato da: Nicolò Mendo (privatista) 1

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Devianza e criminalità

Istituto tecnico per le attività sociali “Florence Nightingale”

indirizzo: dirigente di comunità

Materie: Storia, Italiano, sociologia, igiene, musica

Presentato da: Nicolò Mendo (privatista)

Anno scolastico 2008/2009

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Indice:

La devianza pag. 3

La criminalità pag. 6

L’abuso di droghe pag. 10

Il Rap pag. 14

Gli anni di piombo pag. 18

Charles Bukowski pag. 23

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LA DEVIANZA

Tutti i gruppi sociali creano delle norme e tentano, in determinati momenti e circostanze, di farle rispettare. Le norme sociali indicano i tipi di comportamento ‘giusti’ e quelli ‘sbagliati’. Generalmente, le persone che vivono all’interno di una determinata società, tendono ad interiorizzarne le norme comuni ed i modelli sociali di riferimento. Questo si traduce nell’accettazione, anche a livello privato, dell’opinione del gruppo. L’influenza sociale porta al conformismo, cioè alla tendenza ad approvare le opinioni ed i comportamenti delle persone o dei gruppi di persone ben integrati all’ambiente sociale, il cui consiglio sarà considerato prezioso ed accettato acriticamente. Ma se una persona mette in atto un comportamento che si allontana da quelli che sono i modelli sociali dominanti, le norme vigenti, legali o consuetudinarie, esplicite o implicite, si dice che è ‘deviante’.Si badi bene che devianza non vuol dire, illegalità. Esiste ad esempio una pornografia legale, ma questo non esime dal considerare chi ne fa uso un deviante, così come esistono delle cose assolutamente illegali (es. evadere il fisco, abusivismo) che però vengono ampiamente tollerate e chi mette in atto questi comportamenti non viene assolutamente considerato un deviante. Semmai un furbo.Per questo la devianza non può essere classificata secondo un rigido modello di spiegazione, ma va studiata rispetto alle situazioni, ai comportamenti, alle attività ed anche alle aspettative degli altri.

Dunque, per quello che ci riguarda la devianza si riferisce al comportamento o alle caratteristiche che violano norme o aspettative sociali importanti e che di conseguenza sono oggetto di valutazione negativa da parte di un grande numero di persone.

Questa definizione però ha bisogno di treconsiderazioni: In primo luogo la devianza sociale non va confgusa con la rarità statistica. Una

persona che si mette in corsa per un posto al senato è rara ma di certo non deviante.

La seconda considerazione è che non si può dividere la società in “buoni” e “cattivi”. Anche se la maggioranza delle persone si conforma alle norme sociali più importanti, la maggior parte di essa ha violato una o più norme importanti nel corso dell’esistenza.

La terza considerazione è che la devianza è relativa, di per sè nessuno è deviante. Chi o cosa è definito deviante dipende da chi da la definizione e da chi ha il potere di farla osservare.

Il controllo sociale

L’ordine sociale può esistere soltanto se esiste un efficace sistema di controllo sociale, cioè un insieme di mezzi diretti a garantire che normalmente la gente si comporti nei modi attesi ed approvati. La prima e più efficace forma di controllo sociale è il processo di socializzazione che, in linea di principio, garantisce che tutti interiorizzino e seguano le norme della società , e questo funziona, nella maggioranza dei casi, anche se le norme appaiono meschine arroganti, superate e oppressive. Tuttavia la socializzazione è sempre imperfetta e incompleta, poichè le persone sono esposte a influenze socializzatrici diverse,

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interpretano queste influenze in modi diversi, hanno delle potenzialità diverse...Nella misura in cui la sociallizzazione non è in grado di fornire una sufficente conformità, la società rafforza le sue norme con delle sanzioni, cioè ricompensando chi segue tali norme e punendo chi non lo fa. Entrambi i tipi di sanzione possono essere erogati sia in modo formale, tramite uno schema organizzato come la consegna di una laurea (positivo) o l’incarcerazione (negativo), sia in modo informale come una stretta di mano (positivo) o un insulto pronunciato ad alta voce (negativo).

Le teorie sulla devianza

Da un punto di vista prettamente sociologico il problema è quello di spiegare perchè la devianza nasce, perchè segue dei modelli specifici e perchè certi atti e non altri sono definiti devianti. Le principali teorie che sono state avanzate sono quattro:

Le teorie biologiche : i primi approcci alla devianza partirono dall’assunto che nel deviante ci fosse qualcosa di fondamentalmente “sbagliato”. Fu Cesare Lombroso (1884), un criminologo, a studiare per primo il perchè alcune persone fossero più inclini a certi vizi rispetto ad altre. Usando un gran numero di prove alquanto sommarie, Lombroso identificò certi tratti tipici della popolazione criminale come gli occhi sfuggenti, la mascella possente, i capelli rossi, l’attaccatura dei capelli bassa e altre cose simili, e si convinse che i criminali rappresentano una forma di regressione evolutiva in direzione di un tipo di umano primitivo. Anche se attirò notevoli consensi i dati raccolti dal criminologo non erano attendibili, in quanto aveva trascurato la necessità di raccogliere dati sui non criminali, non accorgendosi che le caratteristiche “tipiche” dei criminali non differiscono in modo apprezzsabile da quelle dei comuni cittadini.

La teoria dell’anomia : Il concetto di anomia è stato introdotto nella sociologia moderna da Emile Durkheim per descrivere la condizione di confusione che si riscontra sia negli individui sia nella società quando le norme sociali sono deboli, oppure mancano, oppure sono in conflitto tra loro. Robert Merton ha modificato questo concetto applicandolo al comportamento deviante. Per Merton si ha anomia quando esiste una discrepanza tra fini socialmente approvati e mezzi socialmente approvati disponibili per il loro conseguimento. Gli individui che accettano la meta del successo, ma trovano bloccate le vie socialmente approvate per raggiungerla, cadono in uno stato anomico e cercano di ottenere il successo con mezzi disapprovati. Merton dunque attribuisce alla cultura e alla struttura sociale, le fonti del fenomeno della devianza, ma dice anche che gli individui possono reagire a questa situazione in diversi modi, a seconda che respingano o accettino, le mete o i mezzi.

1. Conformità = Gli individui accettano sia i fini approvati sia i mezzi approvati.2. Innovazione = Gli individui accettano i fini approvati, ma fanno ricorso a mezzi

disapprovati. Questa è la forma più comune di devianza, si verifica per esempio

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TRE SUBCULTURE DELINQUENZIALINel 1960 Richard Cloward e Lloyd

Ohlin, applicando la teoria dell’anomia hanno individuato tre tipi di subculture

delinquenziali. Il tipo criminale è organizzato per realizzare guadagni

materiali mediante furti, rapine e simili; il tipo conflittuale si preoccupa

della difesa del territorio e degli scontri con altre bande; il tipo rinunciatario è centrato su attività meno vistose, quali l’uso di alcool e di droghe per “sentirsi

su”.

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quando uno studente vuole passare un esame e utilizza dei “trucchetti”, o quando un uomo vuole soddisfare i sui desideri sessuali e si rivolge a una prostituta.

3. Ritualismo = Gli individui rifiutano le mete considerandole irrilevanti per la loro esistenza, ma accettano e mettono in atto coercitivamente i mezzi.Il classico esempio è è il burocrate ossessionato da regole meschine e insignificanti. Questa è la forma più blanda di devianza e molto spesso non viene giudicata tale

4. Rinuncia = Gli individui rifiutano sia le mete approvate che i mezzi approvati necessari per raggiungerle. Appartengono a questo genere gli “sbandati” i mendicanti, i drogati cronici e in genere tutti coloro che non mostrano nessun interesse ne per le mete ne per i mezzi ai quali la società attribuisce valore.

5. Ribellione = Gli individui rifiutano sia le mete approvate che i mezzi approvati e li sostituiscono con mete e mezzi non approvati socialmente. Per esempio, il ribelle rifiuta la meta della ricchezza personale e i mezzi dell’accumulazione capitalistica come strumento per raggiungerla, assumendo l’uguaglianza sociale come fine, e la rivoluzione come mezzo.

La teoria della trasmissione culturale : Nel 1939 il sociologo edwin Sutherland costruì una teoria per spiegare come secondo lui il comportamento deviante viene appresso attraverso un processo di associazione differenziale.Sostanzialmente si basa sull’idea che così come un individuo tende ad essere conformista se la sua socializzazione mette in risalto il rispetto per le norme dominanti, egli tenderà a diventare un deviante se la sua socializzazione lo incoraggia a disprezzare queste norme. Si capisce come sutherland parta dall’assunto che il comportamento criminale, come ogni altro comportamento sociale, è appreso da altri, nessuno alla nascita porta con se le conoscenze, le tecniche, le giustificazioni che sono necessarie al deviante. Queste cose devono essere trasmesse da un individuo o da un gruppo ad un altro. A sostegno di questa teoria, si può notare come la devianza sia più presente in contesti che contengono diverse subculture fondate su caratteristiche quali la razza, l’etnia, la religione, l’età o la condizione economica. Talora gli individui manifestano una maggiore lealtà alle loro subculture che alla cultura comune, anche se le norme di queste sono definite devianti dalla società.

La teoria dell’etichettamento : Si tratta di un approccio che sottolinea il carattere relativo della devianza: una persona o un atto diventano devianti solo quando gli altri sono riusciti ad applicare ad essi l’etichetta di “devianti”. I sostenitori di questa teoria sono convinti dell’importanza di porre al centro dell’attenzione il processo attraverso il quale le persone, e non i loro atti, vengono etichettate come devianti. In primo luogo mettono in evidenza il fatto che almeno una volta nella vita, tutti ci comportiamo in modo deviante ma questa devianza ha carattere transitorio, esplorativo o comunque superficiale. Questa viene definita devianza primaria.E’ devianza primaria, per esempio, il comportamento di una persona ricca che dichiara all’ufficio delle imposte un reddito inferiore a quello effettivo o quello di un giovane che fa uso di una droga per vedere “che effetto fa”. Probabilmente questo comportamento non vene notato e l’individuo non si considera, ne viene considerato deviante. Ma se questi stessi atti vengono scoperti e resi pubblici da parte di altre persone significative (genitori, amici, presidi, polizia) la situazione

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cambia radicalmente. Il atrasgressore viene posto di di fronte all’evidenza di ciò che ha commesso, accusata dell’atto deviante, probabilmente punita e costretta a riconoscere la superiorità morale degli accusatori. Ma la cosa più importante è che la persona viene ettichettata come “delinquente”, “ladruncolo”, “drogato”, “diverso”. Di conseguenza il trasgressore, coscientemente no accetta l’etichetta, sviluppa un nuovo concetto di sè e comincia a comportarsi conformemente a questa. Ora il comportamento assume la forma di devianza secondaria, l’etichetta dimostra il suo carattere profetico e la devianza diventa abituale.La teoria dell’etichettamento tende ad incoraggiare una simpatia indiscriminata verso i “perdenti” in quanto vittime indifese di definizioni imposte arbitrariamente da chi detiene il potere politico, sociale ed economico. Ma non tutti gli ospiti di una prigione o di un ricovero assistenziale si trovano la perchè qualcuno ha deciso di etichettarli.

LA CRIMINALITA’

Il reato è un atto formalmente poibito da un’autorità politica mediante la promulgazione di una legge. Per essere definito reato un atto deve sottostare a due condizioni: in primo luogo deve essere considerato troppo disgregante dal punto di vista sociale per essere tollerato; in secondo luogo deve essere difficilmente controllabile attraverso le semplici sanzioni informali. La legge specifica la natura del reato, indica a quali categorie di persone è proibito compiere l’atto e organizza l’uso delle sanzioni formali negative contro il trasgressore proprio perchè le autorità politiche in questo modo garantiscono che la reazione sociale si svolgerà secondo una procedura ordinata e conosciuta in anticipo.Molte forme di devianza sono considerate reato, ma non tutti i reati sono definiti come devianti. Il vagabondaggio ad esempio, è un reato che viene commesso cosi spesso ed è cosi spesso ignorato dalle autorità, che il trasgressore non viene stigmatizzato nemmeno nei rari casi di arresto.Come tutte le forme di devianza anche il reato è una questione relativa. In qualsiasi società vivano le persone tendono a considerare la differenza tra comportamento criminoso e non criminoso come qualcosa di assoluto, mentre invece queste distinzioni si fondano su assunti culturali definiti nel tempo e nello spazio.

Classificazione di azione delittuosaNelle società occidentali contemporanee si possono adeguatamente classificare i tipi principali di azioni delittuose secondo quattro categorie fondamentali:

Reati contro la persona : si tratta di azioni delittuose che mettono a repentaglio la vita e l’integrità fisica della vittima. La paura di reati del genere è aumentata dall’ansia di venire aggrediti da uno sconosciuto, quando invece le indagini dimostrano che la netta maggioranza dei delitti è compiuta da conoscenti della vittima.

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Reati contro il patrimonio : sono quelle azioni in cui il criminale danneggia o ruba oggetti altrui. Questo tipo di reato è molto diffuso soprattutto tra la popolazione compresa tra i 16 e i 25 anni, e i crimini più comuni sono il furto con scasso, il furto semplice e l’incendio doloso.

Reati senza vittime : un’intera categoria di attività delittuose delle quali nessuno soffre in modo diretto. Fanno parte di questo tipo i reati come il gioco d’azzardo, la prostituzione, l’accattonaggio, il consumo di droghe e altri consimili. Questi atti sono definiti criminosi principalmente perchè potenti gruppi sociali li considerano moralmente ripugnanti e hanno cosi fatto in modo di farli dichiarare illegittimi. Ovviamente questo genere di reati sono poco controllabili. La prima ragione è che non esiste una parte lesa che dia avvio ad un procedimento di accusa, ne una vittima che testimoni contro il trasgressore. Un’altra ragione è che spesso i trasgressori ritengono immorali le leggi e non se stessi, rispettando le leggi sotto tutti gli altri aspetti, un consumatore di marijuana non si sentirà in colpa per il proprio crimine.

Reati commessi da “colletti bianchi” : questa espressione è stata coniata da Edwin Sutherland per designare le azioni delittuose –commesse da una persona rispettabile e con uno status sociale elevato nell’ambito della sua professione-. Questi gravi atti illeciti, che si configurano come pubblicità fraudolenta, violazione dei diritti d’autore, truffe ecc. Sono spesso commessi da persone al di sopra di ogni sospetto e in seguito parecchi sociologi hanno allargato il concetto a tutti i reati commessi da persone di status elevato: evasione fiscale, corruzione di pubblico ufficiale, appropriazione indebita e frode. I reati commessi da dirigenti e funzionari delle grandi compagnie vengono generalmente considerati con maggior tolleranza, anche se spesso il danno economico è maggiore di altri tipi di reato.

Il processo di selezione del criminale

Il processo di selezione del criminale si suddivide in diversi stadi, e il fatto che la percentuale di trasgressori che vengono concretamente sottoposti alle sanzioni formali negative sia minima non è che il prodotto di un lungo processo di selezione sociale.Solo una parte dei reati viene scoperta, solo una parte di quelli scoperti viene denunciata alla polizia, solo una parte di quelli denunciati portano all’arresto, solo una parte di quelli seguiti dall’arresto porta ad un processo, solo una parte di quelli seguiti dal processo porta alla

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I “DURI” E I “SANTI”William Chamblis nel 1973 ha studiato due bande di teen-ager residenti nella

stessa città, una appartenente alla classe sociale inferiore (i duri) e una

composta da ragazzi appartenenti alla classe media ( i santi). In un anno “i

santi” commisero molti più atti delinquenziali dei “duri”, ma questi

ultimi erano definiti come delinquenti dalla comunità e si trovavano

continuamente nei guai, a differenza dei loro coetanei dell’altra cricca.

Questo modello di percezione selettiva e di etichettamento sembra essere

abbastanza tipico.

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condanna e solo una parte di quelli seguiti da una condanna porta all’incarcerazione. I dati esistenti mostrano in modo incontrovertibile che il passaggio da uno stadio al successivo dipende in larga misura dalla condizione sociale del trasgressore (Chiricos e Waldo, 1975). Questo processo prosegue quando il reo compare di fronte al tribunale. Sebbene ogni accusato abbia il diritto all’assistenza di un avvocato, alla libertà su cauzione, ad essere giudicatoda una giuria nonchè di ricorrere in appello ad un tribunale superiore, in pratica il sistema non funziona in questo modo. Innanzitutto molte persone non possono permettersi il pagamento della cauzione, e le procedure giudiziali seguono di rado lo schema di confronto con i testimoni. Il 90% delle persone che finiscono di fronte a giudici di grado inferiore ammette la propria colpa. Questo avviene perchè i poveri non possono permettersi un avvocato e si affidano ad avvocati d’ufficio sovraccarichi di lavoro, oppure perchè si è notato che se si richiede il giudizio di una giuria e si è condannati si tende a ricevere una pena più severa per aver fatto perdere tempo alla giuria.

Gli effetti sociali della devianza

La devianza produce molteplici conseguenze all’interno della società, alcune delle quali sono funzionali e altre disfunzionali alla società stessa.

Gli effetti disfunzionaliL’effetto negativo più evidente sta nel fatto che la diffusa violazione di importanti norme sociali può disgregare l’ordine sociale rendendo impossibile predire il corso della vita sociale, provocando tensioni e conflitti tra devianti e conformisti. Un secondo problema della devianza diffusa è la sottrazione di risorse che essa comporta. Infatti anzichè essere utilizzate nel tentativo di mantenere il controllo sociale, queste risorse potrebbero trovare altrove un più utile impiego. Un terzo effetto negativo sta nel fatto che diminuisce la

fiducia nella gente. Le relazioni sociali si fondano sull’assunto che le persone si comporteranno secondo regole di condotta accettate: non violeranno contratti, non sfrutteranno gli amici, non rapineranno gli sconosciuti. La diffusione della devianza mette in crisi questa fiducia.Molte forme di devianza sono piacevoli o vantaggiose per l’individuo, ma disgreganti per la società, tanto che se la devianza non viene controllata strettamente, può diffondersi con conseguenze talora pericolose.

Gli effetti funzionaliDurkheim ha sottolineato la funzione più utile e

importante della devianza: l’esistenza della devianza serve a mettere in luce le norme sociali e a segnalare i limiti della tolleranza sociale. Se non ci fossero i devianti, non ci sarebbero i conformisti, non esiste un “noi” senza un corrispettivo “loro”. Il secondo effetto funzionale è implicito nel primo: reagendo collettivamente alla devianza, i membri della

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DAVID EMILE DURKHEIMNato il 15 aprile 1858, morto il 15

novembre 1917 è stato un sociologo e antropologo francese di grande

successo. La sua opera è stata cruciale nella formazione della sociologia e

dell’antropologia come scienze. Inoltre è anche il fondatore della prima rivista

dedicata alle scienze sociali, l’Annèe Sociologique.

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società che rispettano le leggi riaffermano le loro norme e i loro valori, e in tal modo acquisiscono consapevolezza della loro solidarietà di gruppo. Un’altra funzione utile della devianza è quella di essere una valvola di sicurezza al malcontento sociale. Il ricorso alla prostituzione, per esempio, permette di ottenere una soddisfazione sessuale al di fuori del matrimonio, senza mettere direttamente in pericolo il sistema matrimoniale.Alcune volte la devianza riesce a mettere in evidenza alcuni difetti dell’organizzazione sociale e a diventare fonte di cambiamento. Un esempio di questa ultima funzione può benissimo essere quello del movimento di liberazione della donna. Nelle fasi iniziali le leader del movimento venivano messe in ridicolo, disprezzate e accusate di essere lesbiche o sessualmente frustrate, ma i ruoli e gli atteggiamenti di cui esse si erano appropriate sono diventati ormai “conformisti”.

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ABUSO DI DROGHE

Che cos’è una droga?

Il termine “droga” o farmaco può essere usato per qualsiasi sostanza (diversa dal cibo) capace di alterare chimicamente il funzionamento di un organismo. Il termine “sostanze psicoattive” indica le droghe e i farmaci che alterano il comportamento, la coscienza e/o l’umore di chi ne fa uso e include non soltanto le droghe illegali che si vendono “per strada” come la marijuana e l’eroina, ma anche farmaci legali come tranquillanti e stimolanti, o sostanze familiari come l’alcool e la nicotina.

Queste sostanze psicoalteranti hanno la caratteristica di indurre il consumatore abituale ad una dipendenza, che viene appunto definita tossicodipendenza, e ha tre caratteristiche di base:

La tolleranza : se si continua a usarla se ne deve assumere una dose progressivamente maggiore per raggiungere gli effetti desiderati.

L’astinenza : se l’uso viene interrotto si sperimentano reazioni fisiche e psicologiche molto spiacevoli.

L’uso compulsivo : si assume più droga di quello che si dovrebbe, si prova a limitarne il consumo senza riuscirvi, e si dedica gran parte del proprio tempo alla ricerca della droga.

Il grado di sviluppo della tolleranza e la gravità dei sintomi da astinenza variano da una droga all’altra. La tolleranza agli oppiacei, per esempio, si sviluppa alquanto rapidamente diversamente dai derivati della canapa indiana che raramente inducono ad un alta soglia di tolleranza.

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In questa tabella vengono riportati i principali esempi per ogni classe di droghe o farmaci

SEDATIVI STIMOLANTI OPPIACEI ALLUCINOGENI CANAPA INDIANA

Alcol (etanolo)ValiumXanaxDiluente per tinturaColla

CocainaNicotinaCaffeinaBenzedrinaMetedrina

CodeinaEroinaMorfinaMetadone

LSDMescalinaPsilocibinaPCP( Fenciclidina)

MarijuanaHashish

Le droghe devianti

ALCOL

Che cos’è: viene prodotto dalla fermentazione di un’ampia varietà di piante: graminacee, come l’orzo il grano e il mais, frutta come l’uva, le mele, le prugne, e ortaggi, come le patate. Con il processo di fermentazione il contenuto alcolico di una bevanda può essere aumentato.

Effetti ricercati: Le sensazioni e gli effetti variano molto in relazione alla quantità ingerita. A basse dosi produce un senso di leggerezza e un calo delle inibizioni: si dicono cose che normalmente non si direbbero e si ha la tendenza ad essere più espansivi, aumenta il senso di sicurezza e calano le reazioni motorie. Con una dose più forte le funzioni sensoriali e motorie divengono sensibilmente impacciate, il linguaggio diventa faticoso e impastato. Qualcuno diventa aggressivo e collerico, mentre altri divengono silenziosi ed apatici. A mano a mano che la dose aumenta questi effetti aumentano la loro intensità. E’ importante ricordare che esiste una dose mortale di alcol, anche se è molto difficoltoso raggiungerla.

Dipendenza e pericolosità: Bere pesantemente o per un periodo prolungato può portare a seri problemi di salute come la pressione del sangue alta, infarto, ulcere, cancro alla bocca o alla gola.

La dipendenza dall’alcol si acquisisce abbastanza difficilmente, ma è altrettanto difficile uscirne, infatti il problema principale derivante dall’uso dell’alcol sono gli incidenti automobilistici, divenuti in molti paesi occidentali una piaga sociale degli ultimi anni.

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EROINA

Che cos’è: attraverso successive raffinazioni si ottengono dal papavero: oppio, morfina ed eroina, ultima della scala di derivati. Si presenta come una polvere bianca o marrone spesso granulosa. Viene assunta inalandola per via nasale o iniettandola in vena; molto più raramente viene fumata.

Effetti ricercati: All’inizio la drtoga produce un senso di benessere (famoso “il rush” o brivido che i consumatori esperti percepiscono dopo un minuto o due dallassunzione). Poi arriva la gratificazione e svanisce la coscienza di fame, sete, dolore o desiderio sessuale, potendo cosi “ondeggiare” alternando la veglia ad un lieve sonno.

Dipedenza e pericolosità: forse la droga in grado di indurre più facilmente dipendenza. Dopo che si è fumato o sniffato eroina subentra la tolleranza, e si procede con l’iniezione in vena per riprovare le intense sensazioni delle prime esperienze. I disturbi fisici provocati dall’astinenza sono quasi insostenibili, e questo aumenta ancora di più il desiderio di usare nuovamente questa terribile sostanza.

COCAINA

Che cos’è: La cocaina è un composto chimico derivato dalla coca, una pianta che si coltiva prevalentemente in America del Sud. Dopo la raffinazione chimica, si presenta generalmente in polvere, cristallina bianca e inodore. Viene assunta inalandola per via nasale, fumata o iniettata.

Effetti ricercati: Come altri stimolanti la cocaina aumenta l’energia e la fiducia in se stessi, fa si che chi la usa si senta brillante e con grandi capacità di attenzione, aumenta il desiderio sessuale. E’ noto inoltre che una volta svanito l’effetto eccitante si cada in uno stato di depresione, dolore e angoscia che soltanto un altra dose può cancellare.

Dipendenza e pericolosità: La cocaina crea un elevata dipendenza nei consumatori abituali, soprattutto da quando si è scoperta la possibilità di trasformarla in un composto infiammabile detto “krack”, inoltre i danni al tessuto cerebrale sono devastanti.

CANAPA INDIANA

Che cos’è: è una pianta le cui foglie e fiori essicati vengono utilizzati per produrre Marijuana, mentre la resina solidificata della pianta viene chiamata Hashish. Le due sostanze hanno lo stesso componente attivo il THC. Viene assunta per la stragrande maggioranza dei casi fumandola, ma ingerendola si ottengono effetti molto più forti.

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Effetti ricercati: provoca euforia generale e senso di benessere, qualche lieve disordine spazio-temporale e cambiamenti nella percezione sociale. Alcuni consumatori abituali, riferiscono anche sensazioni di leggera ansia o piccole paranoie.

Dipendenza e pericolosità: per quanto la tolleranza e la dipendenza causata da queste sostanze sia bassa, i derivati della cannabis (canapa indiana), avendo i propri reccettori situati nell’ippocampo (interessato alla formazione di nuovi ricordi), interferisce con le sue funzioni andando a degradare progressivamente l’efficacia della memoria a breve termine, oltre ad incidere sulle prestazioni in compiti complessi.

IL PROBLEMA SOCIALE

Il problema sociale riguarda i punti in cui la collettività nel suo complesso patisce un danno dalla diffusione dell'uso di droghe.

Un risvolto di aspetto assai crudo, ma di cui non si può evitare la considerazione, è che la tossicodipendenza ha dei costi per la collettività. Si parla in stretti termini di denaro pubblico da impiegarsi per l'assistenza sanitaria alle persone che ne sono affette e di costi di polizia per sostenere la lotta in armi contro i trafficanti e gli spacciatori e contro i tossicodipendenti che delinquono.Per il controverso caso del tabacco, ad esempio, è opinione diffusa, ma non unanimistica, che esso sia responsabile di un novero di patologie letali, in primis quelle cardiologiche, pneumologiche ed oncologiche. Si sostiene da alcuni, dunque, che le cure da prestare ai fumatori nel quadro delle garanzie fornite dal sistema sanitario pubblico, siano costi direttamente legati al tabagismo e dunque grosso modo indebiti. Gli oppositori denunciano invece che anche i non fumatori non vanno indenni da patologie, ed anch'essi muoiono, a volte anche senza ricorrere alla sanità pubblica.Gli assuntori delle cosiddette "pasticche" sono indicati come possibili vittime di gravi incidenti stradali (c.dd. "stragi del sabato sera") di ritorno dalle discoteche, insieme agli assuntori di alcool. Il soccorso e le cure per i sopravvissuti costituirebbero pertanto un altro costo sociale indebito.Gli effetti della tossicodipendenza innegabilmente attingono poi lo svolgimento della quotidianità nelle comunità che ne sono interessate. Al crescere, per esempio, del consumo di eroina in una data entità territoriale, fa quasi sempre riscontro una regolare crescita dei tassi delinquenziali, per lo più riferiti ad una microcriminalità di scippi, furti e rapine operati per ottenere rapidamente il denaro necessario per la dose.Il problema non è però limitato ai consumatori di eroina. Anche i consumatori di altre droghe possono commettere reati sotto l'uso di sostanze. Deve inoltre essere tenuto presente che il fenomeno sociale della tossicodipendenza incrementa il potere economico delle organizzazioni dedite al narcotraffico e comporta notevoli ripercussioni per alcuni Paesi del mondo in ordine a questioni politiche, economiche e militari.

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Il Rap

Non c’è genere musicale che ha influenzato cosi sensibilmente i movimenti underground come il Rap. La scelta di analizzare questa corrente musicale nasce dal successo che il rap e dei suoi sottogeneri hanno avuto, continuando ad avere un forte impatto sociale sui comportamenti dei giovani. L'attitudine a volte egoista, ritratta in testi e video di alcuni artisti di genere, ha spesso avuto conseguenze negative per i fans. I modi di fare di certi artisti non rispecchiano il resto dell'hip hop, e gli effetti dei loro testi sui giovani di questa cultura sono molto dibattuti. Simili atteggiamenti inducono più volte a comportamenti antisociali, come la persecuzione del proprio pari, l’abuso di droghe, l'avversione alla buona educazione, il rifiuto dell'autorità, e a crimini minori come il vandalismo. Un'evidente sottocultura "pseudo-gangsta", si è molto diffusa tra i giovani del Nord America.

Le radici dal '700 fino al '900

A partire dal XVII secolo furono condotti nel Nord America migliaia di schiavi neri, che venivano venduti come fossero merce e impiegati nel duro lavoro delle piantagioni. Essi portavano con sé la cultura africana: le sonorità, il modo di sentire e la reminiscenza di usi e costumi tipici del loro paese d'origine a contatto con la cultura occidentale hanno dato origine al blues e al gospel prima e al jazz poi. Tutto è iniziato dai canti di gruppo che gli schiavi intonavano nelle piantagioni, per sopportare la fatica, esprimendo la loro umanità. Questi canti si diffusero soprattutto nel sud degli Stati Uniti, dove c'era una maggiore densità di schiavi di colore, e vennero anche chiamati "work-song" ("canti di lavoro").

Uno dei primi fenomeni musicali afro-americani furono i gospel e gli spiritual, che erano canti consolatori di ispirazione cristiana. I testi delle canzoni spiritual trattavano argomenti presi dalla Bibbia, con un intento di immedesimazione nelle vicende di Gesù e degli ebrei, in modo da poterne trarre consolazione e forza di sopportazione.

Quindi, nacque anche il blues, che prende il nome dalle "blue notes", la scala musicale utilizzata nell'uso dei vari strumenti. Gli argomenti del blues erano più nostalgici e tristi, come testimonia la radice del nome, "blue", nostalgico.

Dalla fusione tra jazz e blues nacque poi il BoogieWoogie. Esso fu introdotto da alcuni pianisti blues come "Pine-Top", che fu il primo musicista di colore a registrare le proprie canzoni su un disco. Uno dei più importanti compositori del boogie-woogie fu il trombettista-cantante Louis Armstrong, che iniziò la sua carriera con la Creole Jazz Band of Chicago di King Oliver, e presto si mise in luce per le sue capacità di improvvisazione. Se si ascolta una canzone di Armstrong, si nota che spesso canta sillabe senza senso in libertà, che servono ad imitare il suono del suo strumento: una prassi che ha il nome di scat.

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Molto vicino al BoogieWoogie è il soul, un altro genere musicale nero, molto simile al blues: l'unica differenza è nel fatto che nel soul si trattano maggiormente temi sentimentali. Giunti al soul, si è ad un passo dall'arrivare al rap e al rhythm and blues.

Gli inizi del '900

Nei quartieri neri si comincia a cantare un genere con influenze blues e swing. Questo genere viene chiamato "Rhythm and Blues", o, più comunemente "R&B".

Dopo gli anni Trenta, nei ghetti americani ci fu una forte ondata di malavita, caratterizzata da omicidi, lotte fra bande, spaccio di droghe e cose varie. Inoltre, a causa delle varie rivoluzioni, si ebbe un afflusso nei ghetti di persone provenienti da Porto Rico, Cuba e Messico, Colombia, Perù e altri paesi sudamericani. In particolar modo i portoricani introdussero la moda di scrivere sui muri con bombolette spray; fu così che nacque l'arte chiamata Aereosolart o Writing.

Durante gli anni Cinquanta vi fu il boom di vendita dei giradischi, e così gli abitanti più giovani dei ghetti abitati

da gente di colore scoprirono l'arte dello scratching, la tecnica di far girare un disco in opposte direzioni in modo tale da creare una strana melodia in grado di suonare comunque bene alle orecchie. A queste melodie, che la gente chiamava beats, si unì l' emceeing o meglio il rapping, forma di canto già molto diffusa tra i giovani neri consistente nel vocalizzare frasi in rima. Nasceva il rap, nelle cui canzoni venivano espresse con termini a volte anche pesanti le realtà (spesso fatte di sofferenza) della vita nel ghetto.

Storia moderna del rap

Old school

L'hip hop/rap è discendente di generi quali funk (James Brown e i suoi rappin'-sermoni), gospel, soul, blues,dj BhO, e più direttamente del talking blues. Sorse intorno al 1973 nel Bronx, località sulla terraferma di New York, dove era nata una gang chiamata Organization e ben presto conosciuta come Zulu Nation. La maggior parte delle tematiche derivava direttamente dalla tradizione africana a giamaicana.

Nei primi anni settanta, presso le feste di strada di New York, personaggi come DJ Kool Herc cominciarono a campionare e separare le sezioni ritmiche di vari brani, di generi come funk, soul, R&B e disco music. Le radici di queste canzoni risalgono a metà degli anni cinquanta, quando il celebre cantante e compositore James Brown citò Little Richard e la sua band tra i primi a praticare il funk su basi rock. Siffatti brani furono usati per i – "breakbeats" dai dj. Questi facevano ballare la gente ai party, nei giardini pubblici o lungo le spiagge semplicemente esibendosi con il loro dj set e mixando basi e dischi. Con l'aumento di popolarità di questa musica, i cantanti iniziarono a parlare sui ritmi campionati

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DISCO IN VINILE

Si tratta di una piastra circolare incisa con un solco a spirale per la

riproduzione di suoni. è stato ufficialmente introdotto nel 1948 negli

Stati Uniti come evoluzione dei precedenti dischi, dalle simili caratteristiche inizialmente in

gommalacca. Per la riproduzione sonora di un disco viene solitamente impiegato un giradischi collegato ad

un amplificatore. In genere i giradischi supportano diversi formati e, per mezzo di un selettore, è possibile

impostare la velocità di rotazione del disco. Fino agli anni ottanta del Novecento, è stato il più diffuso

supporto per la riproduzione audio di materiale pre-registrato ed è stato prodotto su larga scala fino ai primi

anni novanta.

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e divennero noti come "MC", abbreviazione di "Master of Ceremonies". Essi avevano una rima facile e la capacità di seguire il dj anche durante i passaggi più impegnativi, utilizzando le proprie abilità liriche sulle parti non cantate dei dischi. Il primo ruolo dell'mc era quello di introdurre il dj e la sua musica e di attirare l'attenzione del pubblico. Gli mc iniziarono ad introdurre frasi non cantate nelle canzoni, ad invitare l'audience a ballare, a salutare gli spettatori, ma anche a pronunciare giochi di parole ed aneddoti. Alla fine questa pratica si affinò e divenne nota come "rapping". Tutto ciò non aveva però il benché minimo peso discografico, trattandosi di improvvisazioni e non di prodotti confezionati in studio. Nel 1979 uscì la prima grande produzione commerciale di genere: "Rapper's Delight" della Sugarhill Gang. 'Rapper', termine che indica chi pratica il rapping, derivò proprio da questa canzone.

Golden age

Fino ad allora, il modo di fare rap era ampiamente basato sulla mescolanza di breaks e musica elettronica. L'arrivo sulla scena dei Run-DMC rivoluzionò il genere: il loro stile fatto di un suono scarno ed essenziale ma potente ed infarcito di riff di chitarra, diviene ben presto un nuovo punto di riferimento. I Run-DMC segneranno l'inizio dell'età dell'oro dell'hip hop, divenendo il primo gruppo a salire alla

ribalta del mainstream musicale cavalcando il crescente successo di un genere che avevano contribuito a rendere efficace. Il rap diviene così un genere magmatico ed in velocissima evoluzione, anche i contenuti cambiano: riprendendo modelli giamaicani, i testi divengono più espliciti, con molte oscenità, ma spaziando fino alla denuncia sociale, a volte caricata di violenza.

Alla fine del decennio apparvero nuovi stili e sottogeneri dell'hip hop, e questa musica ottenne così altra popolarità. I musicisti di genere collaborarono anche con gruppi rock, e diedero vita anche a generi come conscious hip hop, jazz rap e gangsta rap.

Fino alla prima metà degli anni ottanta, il rap è terra di conquista per afroamericani. Il 1986, oltre a vedere il successo dei Run-DMC porta alla ribalta il primo gruppo rap formato da bianchi: i Beastie Boys, provenienti da esperienze hardcore punk ed affiancati dal produttore Rick Rubin (che già aveva lavorato con i Run-DMC). Il loro primo album, Licensed To Ill, diviene vendutissimo in breve tempo, dimostrando così che il rap può diventare linguaggio universale.

Nel 1987, solo un anno dopo il successo di Beastie Boys e Run-DMC, il mondo del rap fu nuovamente scosso da un vero e proprio terremoto come i Public Enemy (nome mutuato da una canzone di James Brown, Public Enemy n.1, dedicata all'eroina). In un periodo in cui l'ascesa del rap creava figure inconsistenti fatte di immagini ricorrenti (catene d'oro, medaglioni, borchie) e molti rappers erano ormai delle parodie di se stessi, i Public Enemy si fecero avanti armati di sveglie al collo, sfornando rime politiche e ricche di figure retoriche. E proprio i Public Enemy, sono responsabili della trasformazione del rap nella Black CNN, sistema di informazione della gente di colore: nei dischi i testi si fanno polemici e politicizzati, compaiono testi di denuncia, i video diventano un incitamento alla rivolta, spesso scontrandosi con la rigida censura americana. Questo sancisce

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inevitabilmente l'esplosione della violenza nei ghetti neri.

Tramontata l'epoca dei Public Enemy, sono già pronti a salire sul palco nuovi artisti. Fra questi vi sono De La Soul e Jungle Brothers, che fissano nuove tendenze sia nei testi che nell'aspetto, e si fanno largo nuove filosofie basate su simboli di pace. Alcuni rappers, si trasformano da gangster in sostenitori di movimenti che mirano a fermare la violenza.

Dal 1994 ai giorni nostri

Negli anni novanta si assistette anche ad un violento confronto tra le due maggiori correnti gangsta, West Coast ed East Coast. Tale scontro interessò Tupac Shakur e The Notorious B.I.G., e finì con le loro dipartite rispettivamente nel 1996 e nel 1997.

All'inizio dei '90 si intravedono anche i primi palesi tentativi di commercializzazione del genere rap, da qualcuno definito entertainment (intrattenimento). Il fenomeno ha vita breve nelle forme in cui era stato concepito, e l'hip hop inizia a tornare alle origini, riscoprendo le sonorità dei generi che l'hanno "creato" come il jazz e il R&B.

Nel '96 i Bone Thugs-N-Harmony, da Cleveland (Ohio) pareggiarono i Beatles per il singolo a più rapida ascesa in classifica ("Tha Crossroads"). Quattro anni dopo, l'album The Marshall Mathers LP di Eminem vendette nei soli USA più di nove milioni di copie e vinse un Grammy Award.

Il rap negli Stati Uniti, paese dove è nato, è oggi diventato a tutti gli effetti un genere affermato come gli altri. La sua versione più commerciale ha un'ampia fetta di mercato musicale e quindi sottostà alle regole che governano il mondo discografico: la vivacità lirica e la profondità dei testi lasciano più spazio a produzioni orecchiabili, hits capaci di vendere molto, essere ballate nei club, tirare la volata ad interi dischi. Nonostante questo, la versione più prettamente underground di questo genere continua ad essere veicolo di idee, oltre ad avere grandi capacità di denuncia sociale. È quindi sempre più evidente la frattura tra il rap commerciale ed il rap underground.

LA SOCIETA’ ITALIANA NEGLIA ANNI DI PIOMBO17

LA BREAKDANCE (b-boying)

E’ una disciplina di ballo della cultura hip hop sviluppato dalle comunità

giovanili afro-americane e latine del Bronx a partire dal 1968. Dj Kool Herc coniò il termine b-boy per identificare i

giovani che ballavano scendendo "a terra", durante i suoi breaks musicali

nelle feste di strada del 1972. A partire dagli anni 80 il b-boying si è diffuso in

tutto il mondo, evolvendo la sua tecnica con mosse sempre più

spettacolari, e associando la sua pratica ad un vero e proprio stile di

vita, di stampo hip hop.

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Gli anni di piombo si sovrappongono e proseguono oltre il periodo della contestazione del Sessantotto che interessò l'Italia e l'Europa. In quel periodo si erano creati degli strati sociali portatori di novità, che non da tutti erano visti favorevolmente.

L'economia italiana era cresciuta rapidamente ed il miglioramento del tenore di vita era percettibile. La mortalità infantile si era fortemente ridotta. La popolazione cresceva. L'analfabetismo era praticamente scomparso. Con circa un secolo di ritardo rispetto ai tempi ufficiali, l'Italia cominciava ad essere una nazione, con una lingua diffusamente

parlata (o almeno capita) dalla Sicilia fino alle Alpi. La RAI era riuscita, oltre che a diffondere una lingua nazionale, a creare una certa attenzione verso i simboli nazionali, almeno in occasione di mondiali di calcio, olimpiadi e fenomeni analoghi.

In quegli anni si stava anche formando una crescita culturale, molto spesso egemonizzata dalla sinistra, con effetti favorevoli in occasione delle consultazioni elettorali.

La continua crescita del Partito Comunista Italiano sicuramente non era vista di buon occhio negli USA, che valutarono il passaggio a forme d'intervento più incisive, rispetto al precedente finanziamento della sinistra non comunista. Il 1969 fu un anno ancora denso di contestazioni. Dopo le proteste studentesche arrivarono le lotte dei lavoratori per i rinnovi contrattuali, con forti contrasti nei posti di lavoro e nelle

fabbriche. Era il cosiddetto "autunno caldo". Il 25 aprile avvengono due attentati a Milano che provocano 20 feriti e il 9 agosto avvengono otto attentati in Italia con 12 feriti. Il 19 novembre, durante una manifestazione a Milano dell'Unione Comunisti Italiani (marxisti-leninisti) muore l'agente di polizia Antonio Annarumma, colpito da un tubo d'acciaio lanciato dai manifestanti, mentre si trovava alla guida di un fuoristrada; il tubo gli entrò in un occhio trapassandogli il cranio, morì quasi subito; oramai privo di guidatore, il veicolo si scontrò con un altro mezzo della polizia. Il 12 dicembre avvengono in Italia nell'arco di 53 minuti 5 attentati. Il più grave è la strage di piazza Fontana: a Milano una bomba esplosa nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura provoca sedici morti e ottantotto feriti. Cominciavano gli anni di piombo.

Gli opposti estremisti

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LA STRAGE DI PIAZZA FONTANAFu conseguenza di un grave attentato terroristico avvenuto il 12 dicembre

1969 nel centro di Milano, quando, alle 16:37, una bomba esplose nella sede

della Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana, provocando la morte di diciassette persone ed il

ferimento di altre ottantotto. Per la sua gravità e rilevanza politica, tale strage ha assunto un rilievo storico

primario

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Le stragi contribuiscono a far precipitare il clima già agitato. Se già c'erano turbolenze, manifestazioni di piazza che degeneravano in guerriglia urbana, attentati di vario genere, il livello dello scontro si alza quando delle stragi vengono accusate persone innocenti come Pietro Valpreda, che talora paiono scelti come capri espiatori. Si parla di strage di Stato e negli ambienti più estremi si passa alla clandestinità e alla lotta armata. Nascono a sinistra organizzazioni come i Gruppi d'Azione Partigiana (GAP), Nuclei Armati Proletari (NAP), Prima Linea (PL), i Comitati Comunisti Rivoluzionari (Co.Co.Ri), i Proletari Armati per il Comunismo (PAC), le Brigate Rosse (BR); a destra i Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), Ordine Nuovo, Ordine Nero, Terza Posizione, Avanguardia Nazionale.

Si genera un clima di insicurezza e pericolo. Non sono compiuti solo attentati clamorosi: si verifica uno stillicidio continuo di attentati contro obiettivi minimi, singoli cittadini, agenti dell'ordine, fattorini di banca, in esecuzione di disegni talvolta tuttora ignoti e misteriosi. Nelle manifestazioni di piazza molti manifestanti si presentano mascherati e spesso armati di spranghe, chiavi inglesi (la famosa "Hazet 36", lunga 40-45 cm), talvolta di bombe incendiarie, talaltra di pistole - le famose Walther P38. Ad ogni nuovo violento fatto di cronaca l'opinione pubblica, sempre più disorientata, si chiede: "a chi giova?"

In questa logica una fetta crescente dei cittadini, non solo appartenente all'elettorato tradizionalmente conservatore, si prepara, rassegnata, ad accettare una risposta di tipo "militare" da parte dello Stato, e a giustificare l'adozione di provvedimenti restrittivi della libertà individuale.

Le leggi speciali

I partiti di governo - la Democrazia Cristiana, il Partito Socialdemocratico, il Partito Repubblicano, il Partito Liberale e il Partito Socialista -, rafforzati dal sostegno del Partito Comunista, trovarono l'intesa politica per elaborare una serie di leggi per far fronte alla situazione di crisi che il paese stava vivendo. La cosiddetta emergenza terrorismo provoca una involuzione poliziesca dello Stato italiano, con una diminuzione delle libertà costituzionali ed un ampliamento della discrezionalità delle forze di polizia.

Emblematica è in questo senso la legge Reale (n. 152 del 22/5/1975), che autorizzava la polizia a sparare nei casi in cui ne ravvisasse necessità operativa.La legge in questione suscitò molte polemiche e fu sottoposta a referendum, attuato l'11 giugno 1978, da cui risultò il favore dell'opinione pubblica per questa legge: il 76,5% votò per il mantenimento e il 23,5% per l'abrogazione.

Nel 1978 seguirà l'istituzione di corpi speciali con finalità antiterrorismo: il GIS (Gruppo Intervento Speciale) dei Carabinieri ed il NOCS (Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza) della Polizia.

Nel 1980 viene emanata la cosiddetta "legge Cossiga" (legge n.15 del 6 febbraio) la quale prevede condanne sostanziali per chi venga giudicato colpevole di "terrorismo" ed estende ulteriormente i poteri della polizia, a suo tempo alcuni ne contestarono l'incostituzionalità, di fronte alla Corte Costituzionale, che tuttavia

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respinse queste accuse.Anche questa legge fu sottoposta a referendum popolare, tenuto il 17 maggio 1981, da cui risultò il favore dell'opinione pubblica per questa legge: l'85,1% votò per il mantenimento e il 14,9% per l'abrogazione.

Il 1977

L'anno della svolta violenta, quello che caratterizza il periodo, è probabilmente il 1977.

L'11 marzo di quell’anno, durante scontri a Bologna lo studente Pier Francesco Lorusso, simpatizzante di Lotta Continua, cadde colpito a morte da un proiettile. Alle successive proteste degli studenti il ministro degli interni Francesco Cossiga rispose inviando mezzi cingolati nel centro di Bologna. Nel successivo settembre venne arrestato il carabiniere Massimo Tramontani, accusato di aver esploso il colpo mortale, successivamente prosciolto in istruttoria per mancanza di prove. Il provvedimento destò perplessità e rabbia in parte dell'opinione pubblica di estrema sinistra, nell'immaginario della quale permaneva - e tuttora permane - l'identificazione della morte di Lorusso con un co lpo sparato alla schiena (l'autopsia accertò invece che era stato colpito al petto).

Il 22 marzo a Roma muore, ucciso dai NAP, tentando di arrestare una ricercata, l'agente di Polizia Claudio Graziosi.

Il 21 aprile 1977 a Roma, nel corso degli eventi che seguirono lo sgombero dell'università, militanti dell'area dell'autonomia spararono contro le forze dell'ordine. L'allievo sottufficiale di Polizia Settimio Passamonti, raggiunto da due colpi, cadde ucciso. L'agente Antonio Merenda, altri due agenti e un carabiniere furono feriti, ma si salvarono. Rimase ferita anche Patrizia Bermier, giornalista.

Il 28 aprile 1977 a Torino fu ucciso l'avvocato Fulvio Croce, presidente dell'Ordine degli avvocati di Torino, nel tentativo di far saltare il processo ad alcuni terroristi.

Il 12 maggio 1977 a Roma, in Piazza Navona, durante una manifestazione caratterizzata da duri scontri con le forze dell'ordine venne uccisa la studentessa Giorgiana Masi, feriti Elena Ascione e il carabiniere Francesco Ruggiero.

Il 14 maggio 1977 a Milano, nel corso di una manifestazione, alcuni manifestanti dell'area dell'autonomia estrassero le pistole, presero la mira e aprirono il fuoco contro la polizia,

uccidendo l'agente di Polizia Antonio Custra. Un fotografo riprese la scena di un dimostrante che a mani giunte punta la pistola contro la polizia e spara. È il tempo delle P38.

Il 3 ottobre 1977 morì a Torino Roberto Crescenzio, rimasto gravemente ustionato a causa di una Molotov lanciata due giorniprima nel locale dove si trovava come cliente.

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Gli anni successivi

L'inizio dell'anno 1978 fu segnato da un avvenimento che provocò nelle file della destra eversiva una reazione che avrebbe avuto ripercussioni sensibili anche nei successivi anni: la Strage di Acca Larentia. La sera del 7 gennaio, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, giovani missini della sezione Acca Larentia nel quartiere Tuscolano a Roma, furono uccisi a colpi di mitraglietta Skorpion sparati da un gruppo armato successivamente rivendicatosi come Nuclei armati per il Contropotere territoriale. La sera stessa, in seguito agli scontri con le forze dell'ordine, anche un terzo giovane attivista del Fronte della Gioventù, Stefano Recchioni, fu ucciso da un colpo di pistola sparato ad altezza d'uomo dal Capitano dei Carabinieri Edoardo Sivori.

Questo fatto segnò l'inizio di un'offensiva del terrorismo nero (protagonista principale il gruppo armato dei NAR) non solo contro le forze antifasciste ma anche contro lo Stato, considerato corresponsabile di quel fatto di sangue. L'anno con più vittime fu il 1980 in cui perirono 125 persone.

Il sequestro Moro

Uno degli episodi più drammatici di quegli anni fu il 16 marzo 1978 la Strage di via Fani, con lo sterminio della scorta e il sequestro e il successivo assassinio di Aldo Moro consumato il 9 maggio 1978 dalle Brigate Rosse. Nelle narrazioni ufficiali degli

avvenimenti sono rimasti diversi punti oscuri, e nel tempo è stato confermato che l'organizzazione terroristica fosse stata più volte infiltrata dai servizi segreti occidentali. In seguito all'omicidio, il 10 maggio 1978, l'allora Ministro dell'Interno Francesco Cossiga si dimise. Il generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa fu incaricato il 10 agosto successivo (con decreto dell'allora Presidente del Consiglio dei Ministri Andreotti) di coordinare la lotta contro il terrorismo. Dalla Chiesa impiegò tecniche

innovative nelle indagini sul terrorismo ed ottenne notevoli risultati. Nel 1982 fu inviato in Sicilia come prefetto per la lotta alla mafia ma, privo delle risorse e del sostegno politico del quale aveva goduto nel precedente incarico, fu totalmente lasciato solo e cadde assassinato dalla mafia a Palermo, assieme alla giovane moglie, il 3 settembre 1982.

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LA STRAGE DI BOLOGNAFu uno degli atti terroristici più gravi

avvenuti in Italia nel secondo dopoguerra, verificatosi sabato 2 agosto 1980.Alle 10.25, nella sala

d'aspetto di 2° Classe della Stazione di Bologna Centrale, un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata,

esplode uccidendo ottantacinque persone e ferendone oltre

duecento.Per Bologna e per l'Italia è stata una drammatica presa di

coscienza della recrudescenza del terrorismo.

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La fine di un ciclo

Lentamente verso il finire del decennio gli episodi di violenza scemarono. In particolare crollò il sostegno alle Brigate Rosse dopo l'assassinio dell'operaio Guido Rossa nel 1979. Rossa aveva denunciato un suo collega sorpreso a distribuire materiale di propaganda delle Br. Un ciclo degli anni di piombo stava terminando, l'opinione che la lotta armata potesse portare al cambiamento dell'assetto costituzionale dello Stato stava cessando.

Un’occasione mancata

Non pochi scrittori e opinionisti ritengono gli anni '70 in Italia un'occasione mancata. Essi ritengono che, a seguito dello sviluppo economico e culturale degli anni '60, i tempi avrebbero potuto essere maturi per affrontare in maniera incisiva i problemi storici, tra i quali lo squilibrio strutturale tra nord e sud del Paese che fu spesso chiamato questione meridionale e lo strapotere della criminalità organizzata, ma anche per stabilire un'economia industriale moderna e ben regolamentata.Tali problemi storici italiani, insieme a numerosi altri, rimasero invece irrisolti

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CHARLES BUKOWSKI

Forse un genio, forse un barbone.

Biografia

Gli anni giovanili

Il suo nome di battesimo è Heinrich Karl Bukowski. Sua madre, Katharina Fett, una tedesca, incontrò suo padre, Henry Charles Bukowski, un soldato americano, dopo la fine della prima guerra mondiale. Ma l'economia tedesca era al collasso, a causa della guerra persa, e così la famiglia si trasferì negli Stati Uniti nel 1923, stabilendosi a Baltimora, nel Maryland. Per suonare più americani, i genitori cominciarono a chiamarlo Henry. Dopo aver

risparmiato un po', la famiglia si trasferì nella periferia di Los Angeles (California) nel 1930, dove viveva la famiglia del padre.Durante la sua infanzia, suo padre fu spesso disoccupato (erano gli anni della Grande Depressione) e, secondo Bukowski, molto violento. Fu anche soggetto alla discriminazione dei figli dei vicini, che lo prendevano in giro per il forte accento e i vestiti tedeschi da femminucce che i suoi genitori insistevano indossasse. Durante l'infanzia soffrì di timidezza e solitudine, in seguito aggravate da un caso grave di acne.A 13-14 anni bevve per la prima volta il vino, grazie al suo amico William “Baldy” Mullinax, figlio di un chirurgo alcolizzato. “Questo mi aiuterà per tanto tempo”, scrisse in seguito, descrivendo l'inizio del suo amore a vita con l'alcol.Dopo essersi diplomato alla Los Angeles High School, frequentò il L. A. City College (università) per due anni, seguendo corsi di arte, giornalismo e letteratura. Mentre studiava là, si associò brevemente con un gruppo di nazisti, il German-American Bund, che prese poi in giro in “Ham on Rye” (Panino al Prosciutto”. Per un po' frequentò anche l'estrema sinistra (vedi il racconto “Politics”, tratto dalla raccolta “South of No North” A Sud di nessun Nord -). “Al L.A. City College, poco prima che cominciasse la seconda guerra mondiale, mi atteggiavo a nazista. Distinguevo a fatica Hitler da Ercole e non poteva importarmene di meno. Era soltanto lo stare seduti a lezione e sentire tutte le prediche patriottiche su come dovremmo andar lì e fare del nostro meglio, mi vennero a noia. Decisi di diventare l'opposizione. Non mi prendevo il tempo neppure per informarmi su Adolf, semplicemente sputavo qualsiasi cosa che pensavo fosse malvagia o bestiale.” Il 22 luglio 1944, con la seconda guerra mondiale che ancora infuriava, fu arrestato dagli agenti dell'FBI a Filadelfia, Pennsylvania (dove viveva in quel periodo), con l'accusa di renitenza alla leva e

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fu tenuto per 17 giorni in prigione. 16 giorni dopo non superò un esame fisico-psicologico e fu dichiarato non adatto al servizio militare.

A 24 anni (1944), il racconto “Aftermath of a Lenghthy Rejection Ship” fu pubblicato sulla rivista Story. Due anni dopo, un altro racconto, “20 Tanks From Kasseldown” uscì su una raccolta di Portfolio III. Non riusciendo però a sfondare nel mondo letterario, Bukowski si rassegnò e smise di scrivere per un decennio, un periodo che lui ha chiamato “una sbronza di dieci anni”.Questi “anni buttati” formarono però le basi di tutto quello che scrisse in seguito, che è largamente autobiografico, sebbene la verità dei suoi resoconti sia stata frequentemente messa in discussione (lui stesso ammette di mescolare realtà e immaginazione).Durante una parte di questo periodo continuò a vivere a Los Angeles, ma vagabondò anche per tutti gli USA, lavorando sporadicamente e vivendo in pensioni economiche. Nei primi anni '50 ottenne un lavoro (a Los Angeles) come postino, per le poste degli Stati Uniti, ma si dimise dopo meno di tre anni.Nel 1955, fu ospedalizzato per un'ulcera perforante che gli fu quasi fatale. Quando lasciò l'ospedale, cominciò a scrivere poesie. Nel 1957 decise di sposare una poetessa di una città della provincia texana, Barbara Frye, senza averla mai vista, ma divorziarono nel 1959. Barbara dirigeva la rivista Harlequin, sulla quale erano state pubblicate delle poesie di Bukowski. Lei disse che la loro separazione non ebbe niente a che fare con la letteratura, però lei dubitò spesso della sua abilità di poeta. In seguito al divorzio, Bukowski ricominciò a bere e a scrivere poesie.

Gli anni '60

Nel 1960 era ritornato all'ufficio postale a Los Angeles, dove continuò a lavorare come impiegato archivista per oltre dieci anni. Nel 1962 fu traumatizzato dalla morte di Jane Cooney Baker. Lei era il suo primo vero amore. Bukowski sfogò il suo lutto e la sua devastazione in una potente serie di poesie e racconti che piangevano la sua morte. Jane è considerata il più grande amore della sua vita e la più importante tra le Muse che ispirarono la sua scrittura.

Nel 1964 Frances Smith, la sua nuova convivente, partorì l'unica figlia di Bukowski, Marina Louise. Lui però screditava Frances con frasi pesanti: hippy dai capelli bianchi (white-haired hippy), lavoro malfatto (shack-job) e vecchia sdentata (old snaggle-tooth).

Jon e Louise Webb, adesso riconosciuti come giganti del movimento della piccola editoria del dopoguerra, pubblicavano “The Outsider literary magazine”. Sotto il marchio Loujon Press, fecero uscire “It Catches My Heart In Its Hands (1963)” e “Crucifix in a Deathhand (1965)”.

All'inizio del 1967, cominciò a scrivere “Notes of A Dirty Old Man” (Taccuino di un vecchio sporcaccione), pubblicandolo a puntate sull'Open City di Los Angeles, un giornale underground. Quando fu chiuso

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nel 1969, i racconti continuarono a uscire sul Los Angeles Free Press, e sul NOLA Express di New Orleans, Louisiana. Sempre nel 1969 lo stesso Bukowski si dedicò ad una propria rivista letteraria, ma senza successo.

Gli anni Black Sparrow

Nel 1969 accettò un'offerta dall'editore della Black Sparrow, John Martin: 100 $ al mese a vita! Decise perciò di lasciare il lavoro alle poste per dedicarsi alla scrittura a tempo pieno. Aveva 49 anni. Come spiegò in una lettera di quel periodo: “Avevo solo due alternative – restare all'ufficio postale e impazzire... o andarmene e giocare a fare lo scrittore e morire di fame. Decisi di morire di fame.” Meno di un mese dopo finì il suo primo romanzo autobiografico, Post Office, che lo rese celebre. Come forma di rispetto per la fiducia in uno scrittore relativamente sconosciuto, Bukowski pubblicò quasi tutti i suoi lavori successivi con la Black Sparrow.

Grazie alla fama crescente cominciò a imbarcarsi in una serie di storie di una notte e di relazioni. Quelle più importanti furono con Linda King, poetessa e scultrice, Liza Willams, manager degli studi di registrazione, e “Tammie”, madre single dai capelli rossi. Tutte queste storie fornirono materiale per i suoi racconti e le poesie. Un'altra importante relazione fu con “Tanya”, descritta in Donne (Women) come un'amica di penna.

Nel 1976 incontrò Linda Lee Beighle, proprietaria di un ristorante di cibo salutare, aspirante attrice e devota di Meher Baba, leader di una setta indiana. Due anni dopo si trasferì dalla zona dell'Est Hollywood, dove aveva vissuto per la maggior parte della vita, alla comunità rurale di San Pedro, il distretto più a sud di Los Angeles. Linda lo seguì e vissero insieme a intermittenza per più di due anni, perché lui a volte si stancava della relazione e la metteva alla porta. Dopo una serie di scioperi della fame e preghiere disperate ci ripensò e la riprese con sé. Linda è chiamata Sara nei romanzi “Donne” e “Hollywood! Hollywood!” (Hollywood). Bukowski, scrivendo di lei, dice che gli ha regalato altri dieci anni di vita (perché l'ha obbligato a bere un po' meno e solo vino). In seguito furono sposati da Manly Palmer Hall, autore e mistico canadese, nel 1985 (quindi Bukowski aveva 65 anni).

Morte

Morì di leucemia fulminante il 9 marzo 1994, a San Pedro, poco dopo aver completato il suo ultimo romanzo, “Pulp”. I funerali furono officiati da monaci buddisti. Un resoconto della cerimonia può essere trovato nel libro di Gerald Locklin, “Charles Bukowski: A Sure Bet.”

La sua lapide recita: “Don't Try” (Non provare), una frase che usa in una delle sue poesie, consigliando gli aspiranti scrittori e poeti riguardo l'ispirazione e la creatività. Bukowski

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spiega la frase in una lettera del 1963: “”Qualcuno in uno di questi posti... mi chiese: Cosa fai? Come scrivi, come crei?” Non lo fai, gli dissi. Non provi. E' molto importante: non provare, né per le Cadillac, né per la creazione o per l'immortalità. Aspetti, e se non succede niente, aspetti ancora un po'. E' come un insetto in cima al muro. Aspetti che venga verso di te. Quando si avvicina abbastanza, lo raggiungi,lo schiacci e lo uccidi. O se

ti piace il suo aspetto ne fai un animale domestico.”

Esempi: Qui riporto due poesie tratte dalla raccolta “Il primo bicchiere, come sempre, è il migliore”. Questo libro comprende la prima parte di "Open All Night", una voluminosa antologia di poesie scritte fra gli anni Settanta e Novanta, che Bukowski lasciò al suo editore storico, la Black Sparrow Press, affinché fossero pubblicate dopo la sua morte. È in gran parte una galleria di ritratti e di ricordi. Vecchi amici di gioventù, compagni di sbronze e compagne di letto, capiufficio e habitué dell'ippodromo, poeti vanesi e prostitute orgogliose, tratteggiati con uno sguardo acuto in cui si mescolano l'affetto, il rancore e l'ironia, vanno a comporre un universo poetico e umano fatto di romanticismo sporco, di lucido disincanto ma anche, in fondo, di incrollabile speranza.

UN CAVALLO DA 340 DOLLARI E UNA PUTTANA DA CENTO.Non vi venga l' idea che io sono un poeta; mi trovatemezzo sbronzo all' ippodromo ogni giorno a puntare su quarter, trottatori e purosangue, ma fatevelo dire, là ci sono delle donneche seguono i quattrini, e qualche volta quando guardi queste puttane queste puttane da cento dollari qualche volta ti domandi se la natura non ha scherzato a regalare tanto petto e tanto culo e la maniera in cui sta tutto insieme, tu guardi e guardi e e guardi e non ci credi; ci sono le donne qualsiasi e poi c'è qualcos'altro che ti fa venir voglia di sfondare quadri e spaccare dischi di Beethoven

sul coperchio del cesso; in ogni modo, la stagione

si trascinava e i pezzi grossi restavano in bolletta, tutti i non professionisti, i produttori, gli operatori, gli spacciatori di marijuana, i pellicciai, gli stessi proprietari, e 'sto giorno correva Saint Louis: un cavallo che rompeva quando l' arrivo era serrato correva a testa bassa, era brutto e cattivo dato 35 a 1, e io puntai un deca su di lui. il guidatore lo spinse al largo

lo portò allo steccato dove sarebbe stato solo anche se doveva fare il quadruplo di strada, e fu così che fece tutta la gara contro lo steccato correndo per due miglia anziché una e vinse come se avesse il diavolo alle calcagna e non era nemmeno stanco, e la bionda più grossa di tutte tutta culo e tette, praticamente nient'altro venne con me a riscuotere.

quella notte non riuscii a distruggerla anche se le molle sprizzavano scintille che rimbalzavano sui muri. più tardi là seduta in sottoveste bevendo Old Grandad disse come mai un tipo come te vive in una stamberga come questa? e io dissi sono un poeta

e lei buttò indietro la testa e rise.

tu? tu... un poeta?

proprio così, dissi, proprio così.

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ma mi piaceva ancora, sì, mi piaceva, e tante grazie a un brutto cavallo che ha scritto questa poesia.

LA MORTE SI FUMA I MIEI SIGARISai com'è: sono qui ubriaco ancorauna voltae ascolto Chajkovskijalla radio.Gesù, lo sentivo 47 annifaquando ero uno scrittore morto di fameed eccolo quidi nuovoora io sono uno scrittore con un po'di successoe la morte vasu e giùper questa stanzae si fuma i miei sigaribeve qualche sorso del miovinomentre il vecchio Pietro continua a darci dentrocon la sua "Patetica",ho fatto un bel pezzo di stradae se ho avuto fortuna èperché ho tirato bene

i dadi:ho fatto la fame per l'arte, ho fatto la fame perriuscire a guadagnare 5 dannati minuti, 5 ore,5 giorni -volevo soltanto buttare giù qualchefrase,il successo, il denaro non importavano:io volevo scriveree loro volevano che stessi alla pressa meccanica,in fabbrica alla catena di montaggiovolevano che facessi il fattorino in ungrande magazzino.be', dice la morte, passandomi accanto,ti prenderò comunque,non importa quello che sei stato:scrittore, tassista, pappone, macellaio,paracadutista acrobatico, io tiprenderò...okay, baby, le dico io.adesso ci beviamo qualcosa insiemementre l'una di notte diventanole 2e lei solo saquando verrà ilmomento, ma oggi sonoriuscito a fregarla: mi sono presoaltri 5 dannati minutie molto dipiù.

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Bibliografia:

TITOLO: Fondamenti di psicologiaAUTORE: Edward Smith, Daryl J. Bem, Susan Nolen-HoeksemaCASA EDITRICE: Zanichelli

TITOLO: Elementi di sociologiaAUTORE: Ian RobertsonCASA EDITRICE: Zanichelli

Sitografia:

www.wikipedia.com

www.annidipiombo.it

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