Sicurezza Ambiente n.04-10

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ORGANO UFFICIALE DELL’UGL - FEDERAZIONE NAZIONALE CORPO FORESTALE DELLO STATO CAPIRE E SALVARE LA BIODIVERSITà Anno III - n. 4 - luglio/agosto 2010 - € 16.25 - Poste italiane Spa Spedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008 ORGANO UFFICIALE DELL’UGL Federazione Nazionale Corpo Forestale dello Stato IL DIBATTITO Nucleare, l’atomo della discordia SICUREZZA ALIMENTARE Tra frodi e sofisticazioni come leggere l’etichetta MANIFESTAZIONI Giornata della bicicletta: evento da incorniciare n.4 luglio/agosto QUESTO PRODOTTO è COMPLETAMENTE BIO-DEGRADABILE E RICICLABILE, NEL PIENO RISPETTO DELL’AMBIENTE GIANCARLO GALAN Nuovo ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali

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La rivista è un interessante punto d’osservazione anche delle dinamiche sindacali, quelle che hanno visto l’Ugl tutta, e la federazione, conquistare un importante spazio

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capire e salvare la biOdiversità

Anno III - n. 4 - luglio/agosto 2010 - € 16.25 - Poste italiane SpaSpedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1

comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008

OrganO ufficiale dell’ugl federazione nazionale corpo forestale dello stato

il dibattitO

nucleare, l’atomo

della discordia

sicurezza alimentare

tra frodi e sofisticazioni

come leggere l’etichetta

manifestaziOni

giornata della bicicletta:

evento da incorniciare

n.4 luglio/agosto

QuestO prOdOttO è cOmpletamente biO-degradabile e riciclabile, nel pienO rispettO dell’ambiente

giancarlO galan

nuovo ministro

delle politiche agricole

alimentari e forestali

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sommario 4 - Editoriale Manovra correttiva del Governo: l'Ugl chiede di alleggerire il peso sui dipendenti pubblici

6 - Focus - Capire l’importanza della biodiversità

- Valenze poliedriche del paesaggio e tutela dei boschi e foreste: la necessità di azioni concrete

14 - Il dibattito Nucleare, l’atomo della discordia 16 - Nuovi provvedimenti Sicurezza alimentare, al via le nuove linee di indirizzo per la ristorazione scolastica

18 - Sicurezza alimentare Le frodi e le sofisticazioni alimentari: come leggere l'etichetta

20 - Manifestazioni Giornata nazionale della bicicletta: un evento da incorniciare

22 - Cronache Riapre il Centro Recupero Animali Selvatici WWF - Ripa Bianca di Jesi

24 - Scoprire il territorio Lazio, il Parco Regionale dei Monti Aurunci

26 - Curiosità Chi è San Giovanni Gualberto, il Patrono dei Forestali

28 - Sindacali - Il primo maggio l'Ugl a fianco dei manifestanti a Pomigliano d'Arco

- Comunicati

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editoriale

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MANOVRA CORRETTIVA DEL GOVERNO: L’UGL CHIEDE DI ALLEGGERIRE IL PESO SUI DIPENDENTI PUBBLICIdi Danilo Scipio / Segretario Nazionale UGL-CFS

Doveroso tagliare gli sprechi ma gli interventi indisciminati previsti dal Governo avranno effetti devastanti anche sul comparto sicurezza

L’Unione Generale del

Lavoro, nella consape-

volezza della difficile

congiuntura economica

e finanziaria che l’Euro-

pa e il nostro Paese stanno vivendo,

ha convenuto pubblicamente sulla

necessità di una manovra correttiva

in grado di consolidare la tenuta dei

conti pubblici senza però per questo

derogare dal primario obiettivo dello

sviluppo dell’economia e della coesio-

ne sociale attraverso la promozione

dei valori della solidarietà, dell’unità

nazionale, della partecipazione, della

tutela del lavoro e della famiglia.

Se la prima preoccupazione del Go-

verno è quella di

correggere il deficit

pubblico attraverso

una severa manovra

correttiva, l’Unione

Generale del Lavoro

non ha comunque in-

tenzione di abdicare

al proprio ruolo d’interprete dei biso-

gni sociali ed economici di milioni di

cittadini e di famiglie le cui speranze

non possono essere sacrificate dalle

pur importanti necessità di bilancio.

E l’U.G.L. è convinta che, anche in una

difficile congiuntura economica, sia

possibile guardare ad una maggiore

tutela dei redditi da lavoro attraverso

la progressiva introduzione del prin-

cipio del “quoziente familiare”, che

superi l’ormai inadeguato concetto di

reddito individuale introdotto nella ri-

forma del 1973 e fonte di disparità tra

i contribuenti con o senza famiglia a

carico.

È senz’altro doveroso colpire gli spre-

chi, occorre però evitare di penaliz-

zare i più deboli: i lavoratori dipen-

denti, gli anziani, i giovani, le donne,

che ancora oggi per mancanza di

servizi alla famiglia, sono in taluni casi

costrette a scegliere fra maternità e

lavoro. In tale ottica di maggiore re-

sponsabilità, le annunciate misure di

riduzione della spesa da parte di im-

portanti organi dello Stato, oltre che

dei costi della politica e degli appa-

rati amministrativi e politici in genere,

sono un segnale importante.

Ma i tagli indiscriminati e lineari del

10% applicati a tutti i Ministeri, riguar-

deranno anche il comparto sicurezza,

così come il congelamento dei rinno-

vi contrattuali colpirà anche i dipen-

denti del settore. A ciò, si deve ag-

giungere il blocco degli scatti e degli

automatismi di progressione di carrie-

ra del personale, senza possibilità di

recupero, oltre allo slittamento di un

eventuale quanto utopistico riordino

delle carriere.

Gli effetti della manovra correttiva sui

dipendenti pubblici

e sugli operatori di

polizia, in partico-

lare, avranno effetti

potenzialmente de-

vastanti. Le notizie

allarmanti sulla cor-

responsione dell’in-

dennità di buonuscita, la chiusura di

alcune delle finestre per il pensiona-

mento, lo slittamento di 12 mesi del

trattamento pensionistico per coloro

che maturano il requisito per l’acces-

La richiesta dell’U.G.L. è quindi quella di riequilibrare il peso della manovra, alleggerendo il carico sui lavoratori

pubblici e sul ceto medio più in generale, che vive di reddito e paga sempre le tasse, unitamente

all’introduzione, seppur graduale del quoziente familiare

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so al pensionamento, sia esso per an-

zianità o vecchiaia, nel 2011, stanno

accelerando la “fuga” dei colleghi che

potrebbero essere colpiti dalla scure

della manovra. E queste cospicue ri-

duzioni d’organico non saranno pur-

troppo rimpiazzate da un opportuno

turn-over.

Il congelamento delle retribuzioni avrà

conseguenze anche sul trattamento

economico accessorio.

Il trattamento economi-

co complessivo, infatti,

nel periodo 2011/2013

non potrà essere supe-

riore a quello percepito nel 2010.

Questo potrebbe voler dire mancata

corresponsione di straordinari, servizi

esterni, indennità di ordine pubblico,

fondo efficienza almeno per la quota

eccedente il compenso totale perce-

pito nell’anno di riferimento (2010). Il

taglio dei premi produttività, inoltre,

renderà vana la riforma della pubbli-

ca amministrazione, fortemente volu-

ta dal Governo, sacrificata alla logica

dei tagli orizzontali.

La richiesta, forte, dell’U.G.L. è quin-

di quella di riequilibrare il peso della

manovra, alleggerendo il carico sui

lavoratori pubblici e sul ceto medio

più in generale, che vive di reddito

e paga sempre le tasse, unitamente

all’introduzione, seppur graduale del

quoziente familiare.

Da circa quindici anni, gli operatori

della sicurezza e difesa attendono in-

vano la realizzazione di un intervento

legislativo o, in alternativa dell’attiva-

zione della previdenza complemen-

tare che possa dare concretezza alla

specificità lavorativa degli operatori

del Comparto, da oltre due anni in at-

tesa di rinnovo del contratto scaduto

nel 2008.

Nonostante le ripetute disillusioni, le

organizzazioni sindacali hanno sem-

pre mantenuto un profilo d’azione

pacato e coerente, di-

mostrando una particola-

re sensibilità istituzionale

anche nel rivendicare le

legittime aspirazioni del

personale rappresentato.

La stagione delle “pacche sulle spalle”,

però, è finita. •

Gli effetti della manovra correttiva sui dipendenti pubblici e sugli operatori di polizia, in particolare,

avranno effetti potenzialmente devastanti

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focus

CAPIRE L’IMPORTANZA DELLA BIODIVERSITàA cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS

Il 22 Maggio si è celebrata in tutto il mondo la Giornata Mondiale proclamata dalle Nazioni Unite nel 1992. Ad oggi ben 187 paesi hanno aderito alla convenzione. In Italia, innumerevoli sono state le conferenze

e gli appuntamenti per questa occasione di riflessione. Abbiamo deciso di offrire ai nostri lettori una panoramica sulla delicata tematica

Che cos’è

Il termine “biodiversità” sta ad indicare

la diversità di tutte le forme di vita sulla

Terra, sia animali che vegetali, visibili e

invisibili.

La diversità biologica è frutto di una

evoluzione di più di tre miliardi di

anni e l’umanità ha il dovere mora-

le di preservarla per le generazioni

future. Non è possibile, infatti, re-

cuperare o ricostituire una specie

scomparsa.

La principale causa di perdita della

diversità è rinvenibile nella distruzio-

ne degli ecosistemi tropicali a segui-

to della crescente deforestazione

che, se non verrà fermata al più pre-

sto, si stima porterà ad una perdita

compresa tra il 5 e il 10% delle spe-

cie viventi. Altre cause di riduzione

della biodiversità sono rinvenibili

negli inquinamenti ambientali, nelle

pratiche intensive di produzione di

animali e vegetali, nell’urbanizzazio-

ne eccessiva e nella crescita incon-

trollata della popolazione mondiale.

Anche l’introduzione nell’ambiente

di organismi geneticamente modifi-

cati potrebbe causare una diminu-

zione della diversità biologica.

Per preservare la biodiversità esistono due possibili approcci complementari:

- le piante e gli animali che si voglio-no conservare restano nel loro am-biente naturale (in situ);

- le piante e gli animali sono conser-vati nella forma di “banche di geni” al di fuori del loro habitat naturale (ex situ).

I dati italiani

Il 15 aprile scorso, nell’ambito della

celebrazione di questa ricorrenza, è

stato presentato l’Annuario dei Dati

Ambientali a cura dell’ISPRA, l’Istitu-

to Superiore per la Protezione e la

Ricerca Ambientale. Nel corso della

presentazione si è discusso, in par-

ticolare, di minacce alla biodiversità,

rischio sismico e franoso, aumento

della temperatura media, ma anche

di crescita del patrimonio forestale.

La perdita della biodiversità procede

a ritmi senza precedenti. In aumento

il numero di specie a “rischio estin-

zione” nel nostro Paese, ritenuto il

custode del maggior numero, in Eu-

ropa, di specie animali.

Pressoché dimezzate, in 25 anni, 33

varietà di uccelli tipiche degli am-

bienti agricoli. Tra queste, l’Allodola,

il Balestruccio, la Rondine.

Il 23% degli uccelli e il 15% dei mam-

miferi, infatti, rischia di scomparire

per sempre: la percentuale di spe-

cie minacciate di vertebrati oscilla in

media, a seconda dei diversi autori,

Stock-xchng

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tra il 47,5% e il 68,4%. In cima all’in-

fausta classifica, i pesci d’acqua dol-

ce, i rettili e gli anfibi. Questi ultimi

presentano in assoluto la situazione

più critica, con un 66% di specie for-

temente a rischio estinzione.

Le minacce alla biodiversità non ri-

sparmiano neanche le specie vege-

tali: il 15% delle piante superiori e

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focusil 40% delle piante inferiori sono in

pericolo. Tuttavia, le conoscenze in

merito alle entità vegetali sono an-

cora incomplete, ma si stima che a

rischio siano 772 specie di epatiche,

muschi e licheni e 1.020 piante va-

scolari. Dati, questi, su cui riflettere

con urgenza, come dimostrato dalla

volontà delle Nazioni Unite di pro-

clamare proprio per il 2010 l’Anno

Internazionale della Biodiversità.

Una scelta nata anche dalla consa-

pevolezza delle responsabilità uma-

ne: la minaccia primaria è, infatti,

rappresentata proprio dalle attività

dell’uomo e dalla crescente richiesta

di risorse naturali e di servizi ecosi-

stemici.

La trasformazione degli habitat, inol-

tre, minaccia il 50,5% delle specie

animali vertebrate ma tra le cause

di questo depauperamento ci sono

anche il bracconaggio e la pesca il-

legale. E, inoltre, le attività agricole,

responsabili dell’inquinamento delle

acque, della perdita di stabilità dei

suoli, dell’aumento dell’effetto ser-

ra. Complice anche un uso a volte

irrazionale di fertilizzanti e prodotti

fitosanitari.

Sempre più accentuati, inoltre, il

fenomeno dell’erosione costiera,

la desertificazione, la fusione dei

ghiacciai, la riduzione della quantità

e qualità delle risorse idriche, i rischi

per la salute umana, il dissesto idro-

geologico.

L’innalzamento del mare, se pur mo-

desto, e l’acuirsi di fenomeni come

le mareggiate, aggrediscono gli am-

bienti marino-costieri.

In particolare, alcune aree di piana

costiera depresse (circa 1.400 km di

sviluppo lineare) potrebbero essere

inondate, mentre le coste basse e

sabbiose (circa 4.000 km) potrebbe-

ro essere soggette a forte erosione,

con infiltrazioni di acqua salata nelle

falde di acqua dolce.

Per contro, un dato positivo: se-

gnalato un fenomeno espansivo del

patrimonio forestale nazionale, sti-

mato in circa 5.500 ettari all’anno.

In crescita anche le ZPS, le Zone di

Protezione Speciale (oggi 597, pari

al 14,5% del territorio nazionale) e i

Siti di Importanza Comunitaria (SIC),

pari a 2.228 e corrispondenti al 15%

della superficie italiana.

Oltre agli ambienti naturali e se-minaturali propriamente detti, in Italia si registra un trend positivo anche per quanto riguarda il verde urbano, con riferimento ai comuni capoluoghi di provincia. La densi-

tà media di verde urbano, infatti, è

passata dal 7,8% del 2000 all’8,3%

del 2008 mentre la disponibilità pro

capite media è cresciuta, da 88,40

metri quadri per abitante a 93,60.

Infine una finestra sui rischi sismi-

co e geologico - idraulico, che nel

periodo 2008 - 2009 si sono mani-

festati in modo straordinario. Tre gli

eventi che hanno superato la soglia

di magnitudo locale 5: quello della

costa calabra ha avuto una profon-

dità ipocentrale molto elevata e non

ha procurato danni; quelli avvenuti

nell’area del Frignano, con alcuni

danni a chiese e campanili e, infine, i

rilevanti eventi nella zona de L’Aqui-

la. I picchi di intensità, oggi sappia-

mo, sono stati causati da una parti-

colare vulnerabilità sismica associata

alla presenza di sedimenti alluvio-

nali recenti non consolidati. E sono

le caratteristiche geomorfologiche

del territorio italiano a determinare,

inoltre, una forte esposizione al ri-

schio frane, come testimoniato dai

censimenti dell’ISPRA che, grazie

al Progetto IFFI, ha individuato più

di 485.000 frane, che interessano

un’area di oltre 20.700 km2, pari al

6,9% della penisola. Ben 5.708 i co-

muni italiani interessati da frane, pari

al 70,5% del totale.

Il ruolo del corpo forestale dello stato

Il Corpo Forestale dello Stato - con il

Servio Ufficio Biodiversità - svolge un’

intensa attività in tale ambito.

Più precisamente l’Ufficio, istituito

nel 2005 ed erede dell’Azienda di

Stato per le foreste demaniali, svolge

le seguenti attività:

- tutela e salvaguardia delle riserve

naturali dello Stato e delle altre aree

di interesse naturalistico attraverso

la realizzazione di interventi e attivi-

tà sperimentali di studio e di ricerca

volti al miglioramento e alla conser-

vazione della biodiversità animale e

vegetale;

- sviluppo di attività di ricerca scien-

tifica e di programmi finalizzati allo

studio ed alla conservazione della

biodiversità anche in sintonia con

le attività dei Centri nazionali per lo

studio e la conservazione della bio-

diversità forestale o con riferimento

ad attività di tutela di specie di ani-

mali selvatici minacciate o di razze

autoctone in pericolo di estinzione;

- sviluppo di specifici programmi di

divulgazione e di educazione am-

bientale anche attraverso azioni

condivise di carattere informativo;

- supporto logistico alle attività isti-

tuzionali del Corpo forestale dello

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«La Biodiversità è

uno dei valori cui

dobbiamo tene-

re di più perché,

quando non di-

ventano scelte

ideologicamente

orientate, il tema

della Biodiversità

rappresenta una

materia univer-

sale. Un valore

da rispettare, da

valorizzare e da

promuovere so-

prattutto tra le giovani generazioni».

Così il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo

Galan, commenta il progetto rural4kids, un laboratorio evento sul tema

della biodiversità, che il 21 maggio all’Auditorium di Roma, ha riunito le

scuole e gli operatori del settore.

“I bambini raccontano la biodiversità” è un’iniziativa del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e della Rete rurale, volta ad illustrare ai bambini come dietro un patrimonio ambientale e naturale ben preservato c’è spesso l’azione dell’uomo, che attraverso il suo la-

voro consente di mantenere quei beni collettivi di primaria importanza

propri dei nostri territori rurali. Nel campo della biodiversità, l’agricoltura

ha un ruolo fondamentale, sia per la conservazione in azienda delle spe-

cie vegetali e delle razze animali in via d’estinzione, sia per il contributo al

mantenimento e al ripristino di habitat ad alta valenza naturale.

Stato sia in generale che con riferi-

mento particolare a quelle dei re-

parti a cavallo, dei gruppi cinofili e

del soccorso alpino;

- conservazione e manutenzione

del patrimonio immobiliare ammini-

strato.

Diversi sono i progetti e le iniziative

in cui è impegnato il servizio:

• Progetto LIFE-Natura “Tutela di siti

NATURA 2000 gestiti dal Corpo fore-

stale dello Stato”. Il progetto preve-

de azioni per incrementarne il grado

di tutela per la conservazione della

biodiversità tramite una riqualifica-

zione degli ambienti vitali, finalizzata

alla rinaturalizzazione di aree fore-

stali mediante interventi selvicoltura-

li orientati a massimizzare l’eteroge-

neità degli ecosistemi.

• Iniziative volte alla tutela di specie

di particolare rilevanza naturalistica,

quali: la Lontra, il Lupo, il Grifone,

l’Orso bruno marsicano.

• Collaborazioni con diverse realtà

associative, che operano sul territo-

rio, e con gli istituti scolastici, per la

creazione di sinergie utili alla diffu-

sione della cultura ambientale anche

attraverso manifestazioni sportive o

eventi culturali. Supporto e parte-

cipazione ai programmi di scambio

culturale con il Parco del Virunga

(Repubblica Democratica del Con-

go), Parchi Ucraini e la Wayne State

University di Detroit (USA).

• Iniziative volte alla conservazio-

ne, salvaguardia e promozione della

biodiversità animale. Particolare at-

tenzione all’allevamento equino con

finalità di salvaguardia della biodiver-

sità delle razze e con il compito di

produrre soggetti idonei per il servi-

GIANCARLO GALAN, NEO MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI,

INTERVIENE SULLA BIODIVERSITà

Giancarlo Galan

zio d’istituto a cavallo.

• Azioni dirette alla salvaguardia del-

la diversità biologica vegetale anche

attraverso l’individuazione, la raccol-

ta, l’allestimento e la selezione di se-

menti forestali, arboree ed arbustive

tipiche degli ambienti e degli ecoti-

pi locali italiani, grazie al potenzia-

mento dei due Centri nazionali per

la biodiversità forestale di Pieve S.

Stefano e Peri (VR) che gestiscono

gli unici complessi specializzati nella

produzione di sementi forestali sele-

zionate esistenti in Italia. •

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focusVALENZE POLIEDRICHE DEL PAESAGGIO E TUTELA DI BOSCHI E FORESTE: LA NECESSITà DI AZIONI CONCRETE

Il territorio italiano è caratte-

rizzato da valenze poliedriche

della Biodiversità e da uno stra-

ordinario paesaggio in parte

qualificato dalla copertura di

boschi e foreste pari a circa un ter-

zo della superficie nazionale e per la

maggior parte è sottoposta a vincoli di

differente complessità.

Boschi e foreste costituisco mirabili ecosistemi che forniscono beni, ser-vizi, benessere fisico e spirituale per l’Uomo; contribuiscono all’armonia dell’ambiente ed arricchiscono di scenari multiformi il paesaggio di va-sti territori. La collettività, infatti usu-

fruisce: di salvaguardia

della biodiversità, dife-

sa del suolo e del pa-

esaggio, conservazione

delle risorse idriche,

contrasto alla deserti-

ficazione, produzione

di legno e di biomassa

per energia, mitigazio-

ne dei cambiamenti cli-

matici; i boschi risulta-

no, inoltre, insostituibili

serbatoi di carbonio e

presentano altre va-

lenze per l’evapotra-

spirazione; inoltre, la

foresta è un elemento

di Donato Forenza / Centro Studi UGL-CFS

La conservazione e il miglioramento dei boschi e del paesaggio richiedono interventi diretti da parte dei responsabili della politica territoriale

e forestale del nostro Paese e dell’Europa

fondamentale nell’equilibrio climatico

globale.

Le superfici forestali del pianeta con-

tribuiscono alla riduzione dei gas serra

dell’atmosfera (protocollo di Kyoto,

adottato dall’Italia); è necessario, per-

tanto, rispettare gli impegni interna-

zionali del Protocollo di Kyoto. Biso-

gna attuare il “Registro nazionale dei

serbatoi agroforestali del carbonio” e

agevolare, nelle emission trading (af-

ferenti ai crediti di carbonio) le attività

forestali dei privati con opportuni cri-

teri di Gestione Forestale Sostenibile

(GFS).

Boschi e foreste sono Beni Cultura-

li ( D. L.vo 42/2004) e quindi come

tali vanno tutelati. Oltre al rispetto di

tutti gli altri innumerevoli vincoli (sal-

vaguardia ambientale; idrogeologico,

paesaggistico; naturalistico, urbanisti-

co, inquinamenti, etc.) l’ecosistema

bosco è una poliedrica entità che ha

valore di relazione polisemica. Tratta-

si, pertanto, di un soggetto capace di

meritoria attenzione anche mediante

la creazione di un “Osservatorio di

Bioetica e Qualità della Vita”.

La tutela della foresta deve diventa-re un bene insostituibile per l’uma-nità. La foresta è un bene biologico

dell’Uomo che va tu-telato, conservato e difeso in analogia del-le Difesa antropica ed ecosistemica olistica,

in connubio al Diritto

forestale, ambientale

e paesaggistico per

consentire la fruibili-

tà ecosostenibile alle

future generazioni; la

valorizzazione della

produttività del bosco

deve essere pianificata

con i principi armonici

della Gestione Foresta-

le Sostenibile (GFS) e

Stock-xchng

Stock-xchng

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N. 4 - - pag. 11

richiede una previsione di Politica Fo-

restale decennale per la Valorizzazio-

ne Integrata del paesaggio-ambiente

afferente allo straordinario patrimonio

forestale italiano, dotato di una ecce-

zionale biodiversità presente dall’am-

biente alpino a quello mediterraneo.

I Comuni italiani, gli organismi statali e

la CEE devono svolgere azioni e attivi-

tà dalla scala locale a quella europea

per la tutela del paesaggio agricolo,

forestale e urbano-rurale in modo in-

tegrato come “sistema-continnuum”;

occorre, pertanto, far svolgere una ca-

pillare attività di Educazione Ambien-

tale Strategica per la valorizzazione

del patrimonio forestale italiano ed

europeo, fondamento assiomatico di

dimensioni biosferiche, spirituali, pa-

esaggistiche, turistiche, economiche,

sociali, storici e culturali tipici dei luo-

ghi e caratterizzanti il genius loci.

La Pianificazione territoriale ecologi-ca, la Pianificazione Paesaggistica in-tegrata in connubio alla Selvicoltura sistemica, possono in sinergia con la Pianificazione forestale creare le basi spazio- temporali per una corretta ap-plicazione della GFS; inoltre, occor-

re: - interpretare il dinamismo naturale

degli ecosistemi forestali, e garantire

la gestione sostenibile integrata; - in-

tegrare una visione bosco-paesaggio,

foresta-ambiente e ambiente-città; -

ampliare la dinamica della Forestazio-

ne urbano-territoriale. La protezione

degli ecosistemi boscati è necessaria

per la valorizzazione dei fattori pae-

saggistici, naturalistici, culturali e ricre-

ativo anche nel tessuto urbano e negli

ambienti periurbani. Va infine ribadito

che l’approccio ecologico, economi-

co e sociale, deve salvaguardare le

risorse genetiche e il rischio di inqui-

namento biologico.

Il concetto di “Bosco urbano e qualità

della vita” può innescare validi principi

di benessere e salute per i cittadini ed

alleggerire l’impatto sugli ecosistemi

forestali.

La complessa fenomenologia afferente

alla Pianificazione della difesa dagli in-

cendi boschivi e agro-forestali è pena-

lizzata: - dall’esodo dalle zone rurali;

- dall’abbandono di circa la metà dei

territori boscati italiani; - dalla diffusio-

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N. 4 - - pag. 12

focusne di agenti patogeni quali funghi ed

insetti. Nella Protezione dagli incendi

boschivi deve essere inculcata la Cul-

tura della protezione del Paesaggio

mediante l’Educazione Ambientale, la

prevenzione selvicolturale, il poten-

ziamento del telerilevamento e della

modellistica di diffusione del fronte

delle fiamme; di modelli di comporta-

mento del fuoco; studi sugli effetti del

fuoco sui sistemi ecologici, economici

e sociali.

In molti territori si riscontra un rilevan-

te impatto ambientale e paesaggistico

derivante dall’uso irrazionale del pa-

scolo in bosco, talvolta causato da un

eccessivo esercizio di zone montane

e collinari, che ha innescato degrado

di boschi e inferto depauperamen-

to ecologico e frammentazione della

texture vegetazionale anche derivanti

dagli incendi; è opportuno che le re-

gioni e la Ricerca scientifica prevedano

normative e soluzioni ecologiche per

permettere metodi differenti di uso

del pascolo per consentire l’equilibrio

ecosistemico e la salvaguardia della

foresta nel rapporto Uomo-ambiente-

animali.

Va comunque osservato che la pro-

duzione forestale e le attività corre-

late svolgono un ruolo positivo sullo

sviluppo di alcuni settori (costruzioni

in legno, edilizia, pannelli, industria

cartaria, riciclo, energia, etc.), forni-

scono occupazionalità (oltre 300.000

addetti) e costituiscono lo 0.9% del

prodotto interno lordo. è opportuno, pertanto, una nuova visione sistemi-ca del mondo e del rapporto uomo-paesaggio. La visione sistemica deve percepire nuove interconnessioni tra le persone, tra persone e paesaggio;

bisogna superare le barriere tra le per-

sone; occorre valorizzare la comunità

e le totalità, sia nel mondo umano che

nel mondo naturale. La visione siste-

mica induce la biodiversità delle cul-

ture antropiche e delle società e le

considera come tutte potenzialmente

valide, ed effettua una classificazione

in base alla loro resilienza alla sosteni-

bilità e alla capacità di retroazioni alla

vulnerabilità ambientale.

L’incanto della natura va difeso e tute-

lato. In tale valenza assiomatica è no-

tevole la misura dell’impegno del CFS

che storicamente svolge mirabilmente.

I boschi e foreste e le riserve naturali

costituiscono straordinari paesaggi ed

ecosistemi-laboratori di conoscenza e

di ricerca e sono luoghi di interessante

attività per l’Educazione Ambientale.

Infine, da questi brevi cenni, si evince

che è necessario implementare Piani

per la protezione delle foreste e del

paesaggio adottando la Pianificazione

territoriale sistemica per la conserva-

zione della biodiversità, realizzando

misure di prevenzione dei danni bio-

tici e abiotici, ed il potenziamento

della ricerca innovativa e della forma-

zione avanzata nei settori della Difesa

ambientale, paesaggistica e della Dife-

sa dell’Uomo dai rischi ambientali.

CONCLUSIONI• si sostenga la formazione universi-

taria, anche in una logica di rete, con

l’istituzione di centri di eccellenza e la

creazione di scuole di specializzazio-

ne; le Regioni e le Province Autonome

promuovano la formazione tecnico-

professionale, l’educazione ambien-

tale e l’imprenditorialità giovanile in

campo forestale;

• sia finanziata la ricerca innovativa,

integrando la ricerca universitaria e

quella delle altre strutture nazionali ed

europee, anche alla luce dell’agenda

strategica Forest-based Sector Tech-

nology Platform dell’Unione Europea;

• per la conservazione delle risorse

idriche sia promosso un coordina-

mento a livello nazionale e locale per

realizzare nei bacini di captazione

interventi selvicolturali al fine di con-

seguire anche una maggiore efficacia

sulla regimazione idrica;

• si garantisca agli operatori del set-

tore forestale continuità di impiego,

riconoscimento della specifica figura

giuridica, dignità professionale, forma-

zione adeguata e sicurezza sul lavoro,

coinvolgendo anche le associazioni di

categoria;

• si incrementi l’associazionismo fore-

stale per superare i problemi connessi

BigFoto

Page 12: Sicurezza Ambiente n.04-10

N. 4 - - pag. 13

alle ridotte dimensioni della proprietà

forestale e i conseguenti problemi di

organizzazione del lavoro;

• si sostenga la filiera bosco-legno in

tutte le sue fasi, con particolare rife-

rimento alle filiere “corte”, anche at-

traverso la certificazione di processo

e dei prodotti forestali;

• sia favorita la detassazione degli in-

terventi selvicolturali, l’incentivazione

e il sostegno finanziario per le azioni

di miglioramento del bosco anche con

forme di remunerazione a favore della

proprietà forestale, in quanto produt-

trice di servizi ambientali di pubblico

interesse;

• sia data piena attuazione alle nor-

mative che riguardano l’istituzione e il

funzionamento delle aree protette e

della rete Natura 2000, favorendo il

coinvolgimento di tutti i portatori di

interesse e il riconoscimento dell’im-

portanza delle tradizioni locali;

• si promuova la gestione integrata

bosco-fauna, nella consapevolezza

che la fauna selvatica è componente

essenziale degli ecosistemi forestali;

1. si promuova una politica forestale

che dia un reale sostegno al bosco,

con particolare riferimento alle aree

di montagna e a quelle disagiate, alla

selvicoltura sistemica, alla gestione

sostenibile, alla filiera del legno e alla

realizzazione di piantagioni per arbo-

ricoltura da legno anche ai fini della

produzione di biomasse per energia,

attraverso l’esecuzione di piani terri-

toriali;

2. si prenda in considerazione il settore

foreste nella politica ambientale, nella

politica della salute pubblica e in quella

del turismo, con particolare riferimento

alla conservazione del suolo, alla miti-

gazione dei cambiamenti climatici e ai

processi di desertificazione;

3. sia reso operativo e adeguatamente

finanziato il Programma Quadro per il

Settore Forestale (PQSF), redatto alla

luce degli accordi internazionali sulle

foreste, con particolare riferimento al

Forest Action Plan e con la prescrizio-

ne di misure per la pianificazione fo-

restale;

4. vengano potenziate le strutture

preposte ai settori forestali comuni-

tari e internazionali al fine di assicura-

re la presenza costante e qualificata

dell’Italia in tali sedi;

5. sia creata a livello centrale una strut-

tura permanente deputata al monito-

raggio delle risorse forestali italiane se-

condo principi e modalità raccordate

con quelle definite a livello europeo;

6. sia promossa l’attività selvicolturale

per la gestione forestale sostenibile,

la tutela dei boschi soggetti a vincoli

naturalistici, la salvaguardia della bio-

diversità e con essa le risorse geneti-

che, l’incentivazione della produzione

legnosa e non, la valorizzazione delle

esternalità proprie della multifunzio-

nalità del bosco, la salvaguardia del

paesaggio e il sostegno alla proprietà

forestale;

7. venga potenziato l’Osservatorio

nazionale del mercato dei prodotti e

dei servizi forestali previsto dal D.Lgs.

227/2001, per valorizzare i servizi pub-

blici del bosco e il coordinamento del

quadro normativo, gli aspetti inerenti

le competenze forestali e ambientali,

agevolando l’incontro tra domanda e

offerta;

8. siano rafforzati gli strumenti di coor-

dinamento tra le autorità centrali dello

Stato, le Regioni e le Province Autono-

me al fine di migliorarne l’azione nor-

mativa, di programma e di piano per

lo sviluppo della selvicoltura, coinvol-

gendo le associazioni di categoria al

fine di elaborare strategie operative

condivise. •

BigFoto

Page 13: Sicurezza Ambiente n.04-10

N. 4 - - pag. 14

il dibattito

L’ATOMO DELLA DISCORDIA

di Fabio Lancianese / Agente Corpo Forestale

L’Italia si riaffaccia al nucleare tra sentimenti contrastanti e dati incerti

Sembra proprio che que-

sta volta si faccia sul se-

rio. Dopo innumerevoli

proposte rimaste al livello

di slogan politici o chiac-

chiere da bar, e con un ritardo di circa

trent’anni rispetto ai Paesi che nel nu-

cleare hanno sempre creduto, anche

l’Italia si predispone allo sfruttamento

dell’energia prodotta dalla fissione ato-

mica, in forza di un piano governativo

che ne prevede la piena operatività a

partire dal 2020. A distanza di 23 anni

dal referendum contro le centrali ad

uranio, la politica torna ad occuparsi

seriamente della questione nucleare

coinvolgendo ancora una volta i mass

media e l’opinione pubblica in vivaci

dibattiti e commenti, troppo spesso

caratterizzati da pregiudizi ed estre-

mizzazioni. Ogni volta che nel nostro

Paese si parla di utilizzo dell’energia

nucleare, si finisce quasi sempre con

l’esasperare i toni della discussione,

descrivendo questa opzione energe-

tica come la pozione magica in grado

di risollevare l’economia nazionale,

o come un tremendo cataclisma da

scongiurare ad ogni costo. Scopo di

quest’articolo è favorire, invece, una

riflessione serena, aperta ad ogni con-

tributo, soppesando i principali “pro”

e “contro” fin qui enunciati dagli “op-

posti schieramenti”.

Parte dell’opinione pubblica è sicura-

mente favorevole al nucleare in quanto

riconosce nel suo sviluppo una valida

alternativa alla dipendenza petrolifera

di cui soffre il nostro Paese, ipotiz-

zando vantaggi economici diretti (in

bolletta) e indiretti (minore carico di

spesa sulla bilancia dei pagamenti con

l’estero per lo Stato). Tutto ciò è senza

dubbio verosimile in prospettiva futu-

ra, ma almeno inizialmente il progetto

nucleare appare caratterizzato da alti

“rischi d’impresa”, visto che il costo di

una centrale si aggira, oggi, sui 5 mi-

liardi di euro (per una vita media di

23 anni) ed il tempo necessario per la

sua messa in opera è stimato attorno

ai 10 anni. Bisogna inoltre considera-re che in Italia non ci sono giacimenti di uranio (il cui costo è salito di oltre

7 volte dal 2002 al 2007 molto più di

quello dei combustibili fossili), e que-sto creerebbe il rischio di sostituire una dipendenza (petrolio) con un’al-tra (uranio) per un piano che, anche

dovesse raggiungere la sua pienezza

d’intenti, soddisferà il bisogno ener-

getico “solo” per il 25% ( in Francia lo

sfruttamento dell’atomo ricopre ben

l’80% del fabbisogno nazionale).

Altro aspetto fondamentale è quello

dell’impatto sull’ambiente. Le centrali nucleari non emettono in atmosfera anidride carbonica (il principale gas

serra) e nemmeno ossidi di zolfo e azoto, come avviene per gli impianti

che utilizzano combustibili fossili. Il rovescio della medaglia è rappresen-tato dalle scorie nucleari, che devo-no essere stoccate in depositi sicuri anche per migliaia di anni per farne decadere il livello di radioattività. è

quanto meno legittimo chiedersi se un

Paese come l’Italia, in cui lo smaltimen-

to della semplice spazzatura urbana

è divenuto un’emergenza nazionale

di protezione civile, possa sostenere

la responsabilità dello smaltimento di

scorie radioattive. La costruzione di

specifici depositi di stoccaggio, oltre a

richiedere elevate procedure di sicu-

rezza, rappresenta un impegno eco-

nomico molto gravoso, più di quello

necessario per costruire le centrali

stesse. Di fatti, nei reattori di “quarta

generazione” tutt’ora in fase di pro-

gettazione (ad esempio i nuovi EPR

francesi), sono previsti cicli produttivi

in grado di ridurre la quantità di scorie

generate, riutilizzandone una parte in

altri processi energetici.

Sarebbe davvero un assurdo voler ri-

sparmiare sui costi da “dipendenza

energetica” verso altri Paesi, per poi

spendere il doppio delle cifre fin qui

elargite per trasferire agli stessi Paesi

le nostre scorie e depositarvele “in

affitto”. Un altro tema molto delicato

è quello relativo alla sicurezza. Anche

se negli ultimi anni l’innovazione tec-

nologica ha notevolmente migliorato

Page 14: Sicurezza Ambiente n.04-10

N. 4 - - pag. 15

l’efficienza e la sicurezza nelle centrali

dotate di reattori di ultima generazio-

ne, è ancora vivo in molti il ricordo

delle conseguenze che un incidente

può avere sulle popolazioni espo-

ste a radiazioni. L’esplosione chimica

dell’Aprile 1986 al reattore nucleare

di Chernobyl con le sue devastanti

conseguenze, ha di certo condiziona-

to l’opinione pubblica italiana quando

è stata chiamata ad esprimersi sui refe-

rendum nazionali del settore nuclea-

re, senza tenere troppo in considera-

zione il fatto che un elevato numero

di reattori francesi era (ed è tutt’ora)

attivo e molto più vicino a noi di quan-

to non lo fosse quello russo. Viviamo,

inoltre, un’epoca tragicamente segna-

ta dal terrorismo, e le centrali nucleari,

i depositi di scorie con i trasporti ec-

cezionali di quest’ultime, potrebbero

essere oggetto di attentati o di raids

per impossessarsi di componenti pre-

ziose per le cosiddette “bombe spor-

che”.

Testimonianza di queste preoccupa-

zioni è l’elevato rafforzamento delle

misure di sicurezza attorno alle cen-

trali nucleari francesi e americane,

oggi di fatto militarizzate, e le ansie

della politica atlantica nei confronti

del programma nucleare iraniano (an-

che se ufficialmente dichiarato “per

scopi industriali civili”). Attualmente

in Italia quattro Regioni (Puglia, Cam-

pania, Basilicata, Toscana) hanno già

confermato con legge la non disponi-

bilità alla costruzione di nuove centrali

all’interno dei propri limiti territoriali,

ed è prevedibile una mobilitazione di

protesta (stile no-tav) se il Governo

dovesse confermare l’orientamento

espresso durante i due incontri bila-

terali ( Italia-Francia e Italia-Russia) di

Aprile. Di certo, la “questione nucle-are” ha “ imbavagliato“ la politica italiana per troppo tempo, essendo diventato un argomento tabù per le istituzioni e i suoi rappresentanti, influenzati dall’alta percentuale con cui furono accolte le istanze dei pro-motori del referendum del 1987. Un

referendum che, qui giova ricordarlo,

non vietava esplicitamente la costru-

zione di nuove centrali nucleari, ma

che ha di fatto sancito la chiusura di

quelle esistenti ( Caorso, Trino Vercel-

lese, Garigliano, Latina, Montalto di

Castro) nonché l’abbandono del pro-

gramma energetico intero. Fulminee

carriere parlamentari sono state favo-

rite, quell’anno, da un semplice “no”

sbandierato al momento giusto, ed il

rischio di sciacallaggio politico della

questione è tutt’oggi in agguato. Urge

un confronto maturo, sostenuto da

solide basi scientifiche e non da quel-

le elettorali, tenendo ben presente il

fabbisogno energetico attuale nonchè

la salvaguardia del nostro preziosissi-

mo patrimonio ambientale.

Gli effetti di un incidente “nucleare”

possono senza dubbio mettere in pe-

ricolo la salute degli uomini con de-

vastanti effetti nocivi a lungo termine,

ma anche le scelte politiche miopi ed

a scopo propagandistico possono ge-

nerare esiti tossici e veleniferi nella vita

di uno Stato per lunghi e lunghi anni

futuri. •

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Una centrale nucleare di vecchia generazione

Page 15: Sicurezza Ambiente n.04-10

N. 4 - - pag. 16

nuovi provvedimentiSICUREZZA ALIMENTARE, AL VIA LE NUOVE LINEE DI INDIRIZZO PER LA RISTORAZIONE SCOLASTICAA cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS

Approvato un documento dal Ministero della Salute che potrebbe migliorare l’appropriatezza nutrizionale e ridurre i tassi di obesità infantile

Lo scorso mese di aprile il

Ministero della Salute ha

informato che la Conferen-

za Stato-Regioni ha appro-

vato le linee di indirizzo

nazionale per la ristorazione scolasti-

ca. Nel documento vengono presi in

considerazione temi quali: la ristora-

zione come sistema gestionale, ruolo

e responsabilità delle varie istituzioni

coinvolte, criteri per la definizione del

capitolato, aspetti nutrizionali, carat-

teristiche del menù, valutazione della

qualità nutrizionale.

Le linee di indirizzo partono dall’esperienza maturata da realtà locali: regioni, comuni, SIAN. Questo documento, se correttamente imple-

mentato, può contribuire a migliora-re la qualità dei pasti nelle scuole, sia

dal punto di vista della sicurezza ali-

mentare, che dell’appropriatezza nu-

trizionale, ma anche a ridurre i preoc-

cupanti tassi di sovrappeso ed obesità

infantile e giovanile del nostro Paese,

tanto che il sottosegretario Martini le

ha definite “una pietra miliare per la

Controlli del Corpo Forestale in un supermercato

Page 16: Sicurezza Ambiente n.04-10

N. 4 - - pag. 17

tutela della salute delle giovani gene-

razioni”.

In tal senso, si tratta di una iniziativa

importante perché a scuola i bambini

imparano a stare a tavola, a mangiare

ciò che hanno nel piatto senza sprechi

e ad apprezzare sapori nuovi a volte

inconsueti; la variazione stagionale

dei cibi consente di proporre alimen-

ti che, per diversità di gusti, abitudini

e, a volte, mancanza di tempo per le

preparazioni, non vengono consumati

a casa. Pertanto, i menù devono esse-

re preparati con rotazione di almeno

4/5 settimane, in modo da non ripetere

quasi mai la stessa ricetta, e diversi per

il periodo autunno-inverno e primave-

ra-estate. In tal modo i bambini acquisi-

scono la disponibilità di ortaggi e frutta

in relazione alle stagioni e soddisfano

la necessità fisiologica di modificare

l’alimentazione secondo il clima. Un

menù variato, facilmente attuabile per

la molteplicità di alimenti della dieta

mediterranea, fa conoscere ai bambini

alimenti diversi, nuovi sapori e stimo-

la curiosità verso il cibo. Per quanto

riguarda la valutazione della qualità

dell’offerta, si evidenzia che nelle linee

guida tra gli elementi caratterizzanti si

suggeriscono “gli alimenti a filiera corta,

cioè l’impiego di prodotti che abbiano

viaggiato poco e abbiano subito pochi

passaggi commerciali prima di arrivare

alla cucina o alla tavola. Per favorire

l’utilizzo di tali alimenti, possono essere

attribuiti punteggi diversi per le diverse

provenienze premiando i prodotti lo-

cali. L’impiego dei prodotti ortofrut-ticoli freschi secondo stagionalità deve essere in stretta relazione con la stesura di menù secondo criteri di coerenza. Con riferimento agli alimen-

ti a filiera corta, è utile che le Regioni

e PP.AA. elaborino un documento nel

quale vengano elencati alcuni principi

che aiutino le Amministrazioni pubbli-

che a definire 13 capitolati d’appalto

capaci di rispettare le norme di libera

circolazione delle merci in ambito co-

munitario, tutelando contestualmente

la freschezza, il chilometro zero/filiera

corta, i prodotti locali (non necessa-

riamente ancora classificati tra i tipici o

tradizionali)”.

Le Linee di indirizzo, in accordo con le raccomandazioni dell’Organizza-zione Mondiale della sanità, sono sta-te elaborate da un gruppo di massimi esperti nazionali nel campo nutrizio-nale e delle Regioni, istituito presso la Direzione generale della sicurezza degli alimenti e della nutrizione del Ministero della salute, e rientrano in

un percorso strategico globale di mi-

glioramento della qualità della vita di

tutti i cittadini attraverso l’alimenta-

zione, a partire dalle fasce più deboli,

quali i bambini che consumano fuori

casa i loro pasti, in accordo con le po-

litiche dell’Organizzazione mondiale

della sanità e dell’Unione europea. •

Page 17: Sicurezza Ambiente n.04-10

N. 4 - - pag. 18

sicurezza alimentare

Il resoconto del Convegno di Napoli

A cura della Segreteria Regionale UGL-CFS Campania

Il giorno 4 marzo si è tenuto

presso la Biblioteca dell’ITIS

“ L. Da Vinci” di Napoli il Se-

minario di Studi “ SICUREZZA

ALIMENTARE - LE FRODI e le

SOFISTICAZIONI ALIMENTARI - COME

LEGGERE L’ETICHETTATURA DEGLI ALI-

MENTI” con il precipuo intento di of-

frire indicazioni utili alla conoscenza

delle problema-

tiche connesse al

fenomeno delle

frodi alimentari.

Con il Prof. Ser-

gio Roncelli, Pre-

sidente dell’Uni-

versità Popolare

Carlo III di Napo-

li, moderatore

del Seminario, i

lavori sono sta-

ti introdotti dai

saluti della Prof.

ssa Annabella

Marcello, Diri-

gente Scolasti-

co dell’ITIS “ L.

Da Vinci” e dal

Dott. Ermanno

Russo, membro

del Consiglio

Regionale della

Campania, già

Presidente della

LE FRODI E LE SOFISTICAZIONI ALIMENTARI: COME LEGGERE L’ETICHETTA

Commissione Speciale Anticamorra.

Di particolare interesse sono state le

parole della Prof.ssa Marcello che ha

sottolineato il significato e l’importan-

za sociale della tutela dell’ambiente,

in tutte le sue variegate manifestazio-

ni attirando l’attenzione dei presenti

leggendo alcuni versi del Poeta Gi-

bran tratti dalla poesia.

Il Dott. Ermanno Russo, con eguale chiarezza, ha rimarcato l’importanza del ruolo del CFS nella preservazione del patrimonio floro-faunistico augu-rando la realizzazione di condizioni ottimali per una maggiore sinergia tra tutte le varie istituzioni e ammini-strazioni coinvolte a vario titolo nel-la materia ambientale. Sono seguiti i

saluti del Dott.

Vincenzo Russo,

Direttore del

Dipartimento di

Prevenzione del

Servizio Igiene

alimenti e nu-

trizione dell’Asl

Na 1.

Alle ore 10:00

si è dato ini-

zio ai lavori del

convegno con

la relazione del

C o m a n d a n t e

Regionale del

CFS Dott. F. Fu-

schetti.

Il Comandante

Fuschetti, dopo

un veloce e

puntuale excur-

sus sulla storia

del CFS ha attira-

Stock-xchng

Stock-xchng

Page 18: Sicurezza Ambiente n.04-10

N.4 - - pag. 19

to l’attenzione dei partecipanti al se-

minario sul contesto politico-sociale

attuale in cui il CFS viene ad espletare

la propria attività istituzionale, non più

legata solo alla sua storica e tradizio-

nale funzione di prevenzione rivolta

agli incendi boschivi e di prevenzione

del rischio idro-geologico ma rivolta

altresì alla realizzazione di finalità pre-

ventive e repressive in tutti i settori e

in tutte le attività che potenzialmente

possono avere ricadute sul patrimonio

ambientale nazionale.

Ha preso poi la parola il Dott. Luigi Serpe, Direttore del Dipartimento di Chimica dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, che ha incentrato

la sua relazione sulla materia dell’eti-

chettatura degli alimenti. Il Dott. Serpe

ha sottolineato la necessità di un’ade-

guata conoscenza della materia nor-

mativa comunitaria e nazionale, per

una efficace attività di prevenzione.

Il Dott. Serpe ha sottolineato inoltre

come non solo la repressione ma so-

prattutto la responsabilizzazione degli

operatori del settore risulta necessario

per l’ottenimento di risultati soddisfa-

centi nell’evitare frodi e le sofisticazio-

ni alimentari.

È seguito l’intervento del V.Q.A.F. Dott. Roberto Miele, Referente Re-

gionale per CFS in materia agroali-

mentare, il quale si è soffermato sugli

aspetti tecnici e giuridici afferenti la

tematica dei marchi di origine degli ali-

menti. Partendo dal concetto di sicu-

rezza alimentare, quale garanzia che

un alimento non sia cagione di danno

per l’uomo ed esigenza fondamenta-

le per l’uomo dai primordi della civiltà

umana ai nostri giorni, il Dott. Miele è

giunto alla esposizione sotto il profi-

lo tecnico e normativo della tematica

dell’adulterazione, dell’alterazione,

della sofisticazione e della contraf-

fazione alimentare, illustrando tali

argomenti con esempi tratti dai fatti

di cronaca che maggiormente hanno

colpito la collettività.

Il Prof. Marco Guida, del Dipartimen-

to di Scienze Biologiche dell’università

Federico II di Napoli, ha rappresentato

le problematiche relative alla qualità

degli alimenti definendo i concetti di

pericolo e di rischio di malattia con-

nessi alla materia alimentare.

Infine il Prof. Sergio Roncelli, Presi-

dente della Università Carlo III di Na-

poli, ha concluso gli interventi rela-

zionando sulle tecnologie alimentari

ed in particolare sulle frodi e sofistica-

zioni alimentari negli oli, nel latte e nei

formaggi. •

Un momento del convegno a Napoli

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Il ministro Prestigiacomo: «Il successo è il sintomo che nel Paese c’è una gran voglia di città più vivibili, meno congestionate e meno inquinate»

manifestazioni

GIORNATA NAZIONALE DELLA BICICLETTA: UN EVENTO DA INCORNICIAREA cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS

«Credo che il

“bici-day”,

per le noti-

zie e le im-

magini che

sono giunte da tante città del nostro

paese, sia stata un successo - ha affer-

ma il Ministro dell’Ambiente Stefania

Prestigiacomo -. Centinaia di migliaia di

italiani hanno partecipato a una “festa

nazionale” poco rituale e molto fami-

liare, fatta di passeggiate, centri storici

chiusi al traffico, giochi per bambini e

di aria pulita».

«Il fatto che tanti cittadini, tanti bam-

bini, abbiano partecipato alle iniziati-

ve che oltre 1300 comuni, dai grandi -

Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli,

Palermo, Bologna - ai più piccoli, han-

no messo in campo - rileva ancora la

Prestigiacomo - è un risultato estrema-

mente positivo e, soprattutto, un se-

gnale importante. E’ il segnale che nel

paese c’è una gran voglia, una chiara

esigenza, di città più vivibili, meno

congestionate, meno inquinate. Città

più belle e sane in cui vivere meglio».

Fra le iniziative che si sono svolte, a

Roma cuore dell’evento è stata via dei

Fori Imperiali, dove romani e turisti si

sono soffermati davanti a spettacoli,

esibizioni e stand espositivi (Federci-

clismo, Federazione italiana amici del-

la bicicletta, Ediciclo, Roma bike tour,

ecc.). Numerosi i visitatori dello stand

del Ministero e del Comune di Roma,

dove era possibile ricevere alcuni gad-

get tra cui la maglietta realizzata dal

Ministero per l’occasione.

In piazza del Campidoglio un con-certo della fanfara dell’esercito ha preceduto l’arrivo del sindaco Gianni Alemanno in bicicletta, che ha salu-tato i presenti con un breve discorso tenuto anche dall’assessore all’Am-biente Fabio De Lillo e dal direttore generale del Ministero Corrado Clini che ha letto un messaggio di saluto del Ministro Stefania Prestigiacomo (che ha festeggiato la Giornata nella sua città, Siracusa).

Nella Sala delle Bandiere del Campi-

doglio, poi, è stato presentato da De

Lillo e Sergio Marchi, assessore comu-

nale alla Mobilità, il “Piano Quadro

della Ciclabilità” del Comune di Roma.

Il sindaco ha ringraziato il Ministro Pre-

stigiacomo per l’organizzazione della

Giornata e per il sostegno al Piano

Quadro della ciclabilità del Comune,

sottolineando che “oggi siamo qui per

una festa collettiva ma anche per pren-

dere un impegno per la città di Roma”.

Il direttore Clini, dopo aver eviden-

ziato il sostegno del Ministero al Pia-

no “molto ambizioso” del Comune di

Roma, ha presentato un prototipo di

una bicicletta ibrida a pedala assistita,

la “Green wheel”. Inoltre ha premiato

i vincitori del concorso “Bicity”, voluto

dal Ministero e rivolto ai Comuni ita-

liani per la promozione della mobilità

sostenibile nelle città. Due le sezioni:

“Premio Bicity 2010” e “Premio Bicity

tutto l’anno”. Sono stati premiati: nel-

la prima sezione, Aliano (provincia di

Matera), Piazzola sul Brenta (provincia

di Padova), Alcamo (provincia di Tra-

pani) e Lecce; nell’altra sezione, Ma-

ranzana, in provincia di Asti, Quarto

d’Altino, in provincia di Venezia, Porto

Torres, in provincia di Sassari, e Reg-

gio Emilia. Premiato anche il Comune

di Roma.

Anche le altre città d’Italia hanno orga-

nizzato manifestazioni in grande stile

in occasione della Giornata. A Milano

centro chiuso al traffico fino alle ore

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Page 20: Sicurezza Ambiente n.04-10

N. 4 - - pag. 21

18. Evento di spicco la prima “Caccia

al Tesoro su due ruote”: quattro i pun-

ti di partenza, in prossimità dell’area

chiusa al traffico, e arrivo finale in piaz-

za Duomo, con happening conclusivo

fatto di musica, intrattenimento ed

estrazioni di premi speciali. Il Comu-

ne ha poi organizzato percorsi a tema

ambientale al Parco delle Cave, itine-

rari in bici in centro storico e “Casci-

ne aperte”, dal Parco Lambro a Parco

Trenno, con iniziative ad hoc per chi è

arrivato in bicicletta, quali vendita di

prodotti biologici e visite alle fattorie.

La Provincia di Milano ha invece pre-

visto una pedalata dal Castello Sfor-

zesco a Palazzo Isimbardi e l’installa-

zione, sulle prime cento biciclette dei

milanesi, della “targa” elettronica con

microchip antifurto.

Tra le iniziative di Torino, in piazza San

Carlo, “In bici ci piace”, mostra fotogra-

fica sul mondo della bicicletta e sulla

bicicletta nel mondo, e la marchiatura

della bicicletta, ovvero l’incisione sul

telaio di un codice per renderla iden-

tificabile.

A Bologna si è svolto “Ragazzi in bici-

cletta”: ritrovo in piazza Maggiore per

una biciclettata, con accompagnatori,

alla scoperta del centro storico della

città, curiosita’ e quiz a premi. Inoltre,

fino alle 18, “Ciclofficina” in piazza

Maggiore, servizio di check-up gratu-

ito e piccole riparazioni alle biciclette

con precedenza ai bambini.

A Palermo percorsi in bici dal centro

storico al Parco della Favorita e al suo

interno.

A Bari il Bici-day è coinciso con la fe-

sta di San Nicola ed è stato dunque

un’ulteriore occasione di relax e diver-

timento, grazie anche alla bella gior-

nata di sole.

A Genova il centro storico è stato

aperto alla viabilità ciclabile. Evento

della giornata la “Pedalata sopraeleva-

ta”, con partenza da S. Giorgio e arri-

vo a Boccadasse.

Anche il Corpo forestale dello ha par-

tecipato al “Bici-day”.

Le unità del gruppo velomontato del

Corpo forestale dello Stato hanno

preso parte a diverse attività program-

mate su tutto il territorio nazionale,

in particolare nelle aree protette e a

Roma.

Il Corpo forestale è stato il primo Cor-

po di polizia a dotarsi di pattuglie ve-

lomontate capaci di legare l’utilizzo

delle due ruote alle attività di con-

trollo e sorveglianza del nostro patri-

monio ambientale e naturalistico. Si

tratta di un nucleo in bicicletta che ha

il compito di tutelare le aree naturali

protette e le riserve naturali statali.

I Forestali in mountain bike svolgono

in questo modo i quotidiani control-

li senza i rumorosi e inquinanti mezzi

a motore e senza disturbare la fauna

selvatica.

La bicicletta infatti non solo è un mez-

zo ecologico ma consente anche di

arrivare velocemente e in silenzio nei

luoghi difficilmente accessibili, fattore

fondamentale nelle attività di polizia.

Attualmente il reparto delle sentinelle

in bicicletta è dotato di 240 unità a cui

se ne aggiungeranno presto altre 100

messe a disposizione dal Ministero

dell’Ambiente. •

Il discorso del ministro Prestigiacomo

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N. 4 - - pag. 22

Dopo quasi due anni di sospensione delle attività la struttura riapre le porte per raccogliere gli animali selvatici feriti o in difficoltà nelle Marche

cronache

RIAPRE IL CENTRO RECUPERO ANIMALI SELVATICI WWF - RIPA BIANCA DI JESIA cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS

Una buona notizia per

gli animali selvatici fe-

riti o in difficoltà del-

la Regione Marche.

Potranno di nuovo

essere accolti presso il Centro Recu-

pero Animali Selvatici “Ripa Bianca”

di Jesi ubicato presso la Riserva Na-

turale Ripa Bianca di Jesi e gestito

dal WWF Italia. Il C.R.A.S. nell’estate

del 2008, dopo 25 anni di attività,

era stato costretto a sospendere

il servizio a causa della carenza di

fondi. Grazie ad un contributo della

Regione Marche, ed una futura pro-

babile integrazione da parte della

Provincia di Ancona, dal 3 maggio

scorso il centro ha ripreso a racco-

gliere gli animali selvatici che neces-

sitano di cure. Negli ultimi anni la

media di animali raccolti dal centro

è stata di 500 animali/anno.

Il C.R.A.S. “Ripa Bianca” riapre con

una diversa forma di gestione: l’af-

fidamento dei servizi operativi e sa-

nitari ad una clinica veterinaria con

il coordinamento e supervisione del

WWF Italia. Il contributo regiona-

le ha permesso di indire una gara,

aperta alle cliniche veterinarie della

Provincia di Ancona, per la gestione

dei servizi fino al 31/12/2010, sulla

base del costo, curriculum e attività

offerte. La gara è stata vinta dalla Clinica Veterinaria Dorica di Anco-na, sita in via Trionfi 1 ad Ancona. La clinica è reperibile telefonica-mente 24 ore su 24 tutti i giorni, accoglierà gli animali durante l’ora-

rio di apertura dal lunedì al sabato

dalle 9,30 alle 10,30 e per casi ur-

genti anche nei giorni festivi.

Dopo essere stati curati, gli anima-li saranno portati per la fase di ri-abilitazione nelle voliere e recinti presenti presso la Riserva Naturale

Ripa Bianca di Jesi per poi essere liberati nelle aree naturali idonee ad ospitarli. Gli uccelli liberati sa-

ranno dotati di un anello di ricono-

scimento apposto dal centro di ina-

nellamento a scopo scientifico della

Stazione Ornitologica “Ripa Bianca”

di Jesi presente all’interno della Ri-

serva.

Il contributo regionale consentirà

anche di adibire alcuni locali della

sede della Riserva ad un vero e pro-

prio ambulatorio veterinario.

Chi dovesse avvistare o trovare un

animale selvatico ferito o in difficol-

tà potrà di nuovo rivolgersi al Centro

di Recupero Animali Selvatici “Ripa

Bianca” di Jesi o al Corpo Forestale

dello Stato. La prima e fondamen-

tale azione da fare per aumentare

le probabilità di salvezza dell’ani-

male selvatico trovato è contattare

i seguenti numeri per avere le prime

indicazioni sul modo e luogo dove

trasportarlo:

Clinica Veterinaria Dorica: 340.4937117 - 071/280674

Riserva Ripa Bianca: 334.6047702 - 0731/619213

Stock-xchng

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N. 4 - - pag. 24

è il più meridionale delle aree naturali protette del Lazio. Vanta un territorio molto eterogeneo, con scorci di grande suggestione

scoprire il territorio

LAZIO, IL PARCO REGIONALE DEI MONTI AURUNCIA cura della Segreteria Regionale UGL-CFS Lazio

Il Parco Naturale dei Monti Au-

runci, istituito nel 1997, è il Par-

co più meridionale del sistema

delle aree naturali protette del

Lazio, che oggi conta oltre 50 aree tra Parchi, Riserve e Monumenti Naturali. Situato a soli pochi chilometri

dal mare, è vicino al Parco della Riviera

d’Ulisse e, più a sud, al Parco regionale

di Roccamonfina in Campania. Si esten-

de per 19.375 di territorio che com-

prende dieci comuni, 4 in provincia

di Frosinone, Ausonia, Esperia, Pico e

Pontecorvo e sei in provincia di Latina,

Campodimele, Formia, Fondi, Itri, Leno-

la e Spigno Saturnia. Inoltre l’Ente Par-

co gestisce due

Monumenti Na-

turali, Mola della

Corte Settecan-

nelle Capodac-

qua nel Comune

di Fondi, istitui-

to nel 2002 con

una estensio-

ne di 4 ettari e

Cima del Monte

Acquaviva Quer-

cia del Monaco

nei comuni di

Fondi, Lenola e

Vallecorsa, istitu-

ito nel 2004 con

una estensione

di 240 ettari.

La Natura, il Paesaggio, la StoriaIl Parco vanta un territorio eterogeneo,

compreso in una fascia altimetrica che

va dalla pianura a circa 30 metri sul li-

vello del mare fino alla quota di 1535

metri sul livello del mare del Monte

Petrella che si erge a poca distanza

dalla costa. La catena dei Monti Au-

runci possiede un misterioso fascino,

segnando la conclusione del più im-

portante sistema montuoso del Preap-

pennino Laziale, di cui fanno parte an-

che i Monti Lepini e i Monti Ausoni. Gli

Aurunci hanno la particolarità di essere

l’unica catena montuosa laziale ad af-

facciarsi direttamente sul Mare Tirreno

con vette che superano i 1.500 metri.

Il paesaggio dei Monti Aurunci regala

scorci di grande suggestione grazie

alla molteplicità del paesaggio, un pa-

norama entrato a far parte dell’imma-

ginario collettivo attraverso uno dei

capolavori del neorealismo, “La cio-

ciara” firmato da Vittorio De Sica. Non

solo De Sica ha attinto alle scenogra-

fie naturali offerte dagli Aurunci, ma

anche il regista Giuseppe De Santis e

scrittori come Tommaso Landolfi. Dalle

cime più elevate della catena montuo-

sa si possono scorgere le isole ponzia-

ne, il promontorio del Circeo, la Valle

del Liri, i Monti del Matese e i Monti

de l l ’Appenni -

no abruzzese.

Il paesaggio dei

Monti Aurunci ha

subito una lenta

e graduale tra-

sformazione do-

vuta alle attività

antropiche che

hanno prodotto

opere che han-

no modellato il

territorio come

ad esempio i

terrazzamenti e

i muri a secco,

detti macere,

realizzati per la

coltivazione di

Page 24: Sicurezza Ambiente n.04-10

N. 4 - - pag. 25

uliveti. La millenaria presenza umana

sugli Aurunci è testimoniata ancora

meglio dagli antichi monasteri e dai

piccoli rifugi, dai resti di dimenticate

città e dall’eco di passate leggende

che segnano il territorio del Parco Na-

turale dei Monti Aurunci. Il territorio

dell’area offre continue emozioni e

propone al turista, all’escursionista o

all’appassionato naturalista, incontri

sempre speciali con la natura, la storia

e le tradizioni. Per vie scoscese, tor-

nanti, strade che solcano la montagna

si penetra in un paesaggio eteroge-

neo, volubile, erto e brullo, selvaggio

e rigoglioso, digradante fino al mare

e issato su costoni di roccia abbelli-

ta da grotte e doline. Nel paesaggio istoriato da antichi monasteri e pic-coli rifugi, da resti di antiche città e dall’eco di passate leggende si apre il territorio del Parco Naturale dei Monti Aurunci. I monti che solcano

l’orizzonte conservano un tesoro co-

stituito da antiche tradizioni e da pa-

esaggi che confondono lo sguardo e

incantano. Come seguendo un richia-

mo si percorrono chilometri nel fitto

dei faggeti, ci si arrampica sulle sassa-

ie, si riposa sotto querce e castagni,

ci si scalda al sole tra gli arbusti della

macchia mediterranea. Si scrutano le

vette più alte, si sente la vicinanza del

cielo e lontano, in basso, si intrave-

de il mare. Questo piccolo paradiso

ambientale è oggi un’area protetta

e una delle più giovani d’Italia. Non

solo natura. Questo potrebbe essere

l’invito sempre aperto a tutti coloro

che vorranno visitare l’area dei Monti

Aurunci. Le bellezze naturalistiche, la

straordinaria varietà dei paesaggi, rive-

lano altre ricchezze e altri patrimoni,

culturali e storici che passano anche

per i sapori e i profumi di una sapien-

za eno-gastronomica che affascina e

conquista anche i palati più esigenti.

I prodotti tipici che hanno contraddi-

stinto la dieta mediterranea sono gli

ingredienti che rendono unica l’arte

culinaria aurunca. Oggi, come un tem-

po, si rinnova la tradizionale attività

agro-zootecnica ed ecco i prodotti del

Parco, una varietà di sapori che vanno

dal miele all’olio di oliva passando per

il peperone cornetto fino alle carni

pregiate, senza trascurare i vini come il

cecubo di Fondi, noto fin dai tempi de-

gli antichi romani. Prodotti dalle grandi

qualità che sono alla base di una sa-

pienza culinaria eterogenea e ricca. Un

area quindi da scoprire e visitare....

Per maggiori informazioni:Ente Parco, Viale Glorioso, 10

04020 Campodimele (LT) Telefono 0771/598114-30

Fax 0771/598166 Sito ufficiale www.parcoaurunci.it

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curiositàCHI è SAN GIOVANNI GUALBERTO, IL PATRONO DEI FORESTALITratto dal portale: www.corpoforestale.it

Il Patrono celebrato dai fore-

stali il 12 luglio di ogni anno in

tutta Italia è San Giovanni Gual-

berto.

Il Santo patrono del Corpo vis-

se intorno al Mille in Toscana, dove

fondò numerosi monasteri tra cui

quello di Vallombrosa,

nei pressi di Firenze,

considerato a ragione

la culla della selvicoltu-

ra italiana. San Giovanni

Gualberto visse in un periodo partico-

larmente difficile per la Chiesa, tribola-

ta da episodi di malcostume e oggetto

di forti critiche da gruppi monastici

che proclamavano la necessità di un

ritorno a costumi morigerati. I valori

che venivano propugnati da questi

gruppi erano la povertà, l’eremitismo

e la vita apostolica. La lotta antisimo-

niaca fu l’impegno più duro e sofferto

per San Giovanni Gualberto che arrivò

a denunciare pubblicamente l’elezio-

ne simoniaca dell’abate

Oberto presso il mona-

stero di San Miniato. Per

tale episodio Giovanni

abbandonò Firenze,

onde evitare ritorsioni,

alla ricerca di un mona-

stero “dove si potesse

servire il Cristo secondo

la Regola di S. Benedet-

to”. Conobbe un lungo

periodo di peregrina-

zioni tra Emilia e Tosca-

na fino a quando non tornò in Toscana

ed iniziò il duro lavoro di costituire le

prime comunità cenobitiche, prima a

Camaldoli e poi a Vallombrosa.

Numerosi sono gli episodi tramandati

dai cronisti dell’epoca che ricordano

gli insegnamenti ed i segni divini che

attraversarono la vita del Santo. Ciò

che colpisce in Giovanni, però, sono

due aspetti che acquistano particola-

re significato ai giorni nostri, caratte-

rizzati dalla sfrenata corsa al successo

ed al consumo: l’osservanza della po-

vertà ed il lavoro manuale. L’abban-dono dei beni materiali, la scelta di una vita di meditazione ed austerità erano accompagnate dal continuo prodigarsi per aiutare gli altri. I mo-

naci vallombrosani furono attivi ed instancabili nei lavori più umili e fa-ticosi, senza risparmiarsi. Attraverso il

lavoro, infatti, essi ritenevano di rag-

giungere e vivere con pienezza la pro-

pria condizione di monaci. A seguito

dell’editto di Costantino

del 313 d. C. con il quale

l’Imperatore riconosceva

a chiunque il pieno di-

ritto di professare la reli-

gione cristiana e poneva

ufficialmente termine alle persecuzio-

ni, furono i soldati romani, per primi,

a fare proprio il concetto cristiano

dell’amore ed ad affidarsi alle cure ed

all’intercessione dei Santi patroni. Da

allora questa tradizione si è evoluta

ed è stata mantenuta fino ai giorni no-

stri, dove ogni arma o corpo dell’Eser-

cito venera il proprio Patrono. Per i fo-

restali, da sempre custodi e difensori

dei boschi e della natura, la scelta è

ricaduta su San Giovanni Gualberto,

poiché, come ricorda-

to nella proclamazione

ufficiale del 1951, egli

“vivendo assiduo alla

preghiera e all’eserci-

zio della penitenza in

una solitaria e silenzio-

sa foresta dell’Appen-

nino toscano, molto si

dedicò insieme ai suoi

monaci alla coltura dei

boschi”. •

Ciò che colpisce in Giovanni sono due aspetti che acquistano particolare significato ai giorni nostri:

l’osservanza della povertà ed il lavoro manuale

Page 26: Sicurezza Ambiente n.04-10

N. 4 - - pag. 27

La preghiera del Forestale

O Signore,

che con la tua grazia illumini la nostra

mente e i nostri cuori,

aiutaci ad accrescere ogni giorno la

nostra speranza.

La vita ci ha posto al servizio del Paese,

per la conservazione, la cura e la dife-

sa delle cose più belle del creato:

gli alberi, gli animali, le acque delle

montagne che tu ci hai donato a be-

neficio dell’uomo.

Rendici, o Signore,

più consapevoli di questo privilegiato

impegno

e mantienici ad esso pienamente fe-

deli.

E tu, San Giovanni Gualberto, nostro

Patrono e Maestro,

guidaci per il sentiero della vita che

porta alla carità cristiana e alla solida-

rietà civile.

Aiutaci a comprendere sempre più le

opere del Creatore

ed i legami che uniscono tra loro le

sue creature,

in modo che anche la nostra fatica si

svolga sempre in armonia con il dise-

gno divino. Amen.

(Con approvazione ecclesiastica Val-lombrosa, 10 Ottobre 1984)

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N. 4 - - pag. 28

sindacaleIL PRIMO MAGGIO L’UGL A FIANCO DEI MANIFESTANTI A POMIGLIANO D’ARCO

L’Ugl - per celebrare il

1° maggio del 2010 -

ha scelto Pomigliano

d’Arco per far sentire

la propria vicinanza ad

un territorio che, tra mille difficoltà,

chiede speran-

za, opportunità,

riscossa. Perché

questa città ha

un’antica tradi-

zione industriale

che ha rischiato

di scivolare in

una pericolosa

stasi produttiva,

comprometten-

do un importan-

te patrimonio

al quale però si

sta presentando

ora un’occasio-

ne di rilancio.

Vogliamo far

sapere a tutti

coloro che in-

tendono impe-

gnarsi affinché

questo tessuto

industriale ven-

ga nuovamente

valorizzato an-

che al costo di

importanti sa-

crifici, che l’Ugl è dalla loro parte e li

sostiene.

I cittadini del Sud chiedono alle isti-tuzioni e al sindacato non solo so-lidarietà a parole ma impegno reale e coraggio, anche per confutare le

inaccettabili convinzioni di quanti continuano a considerare il Meridio-ne solo e unicamente un grande pro-blema. Le famiglie del Mezzogiorno voglio-

no poter credere ancora nello Stato,

hanno bisogno

di più Stato, vo-

gliono opportu-

nità per i propri

figli da cresce-

re ed educare

nella speranza

di un futuro mi-

gliore e di un

onesto lavoro,

vogliono vederli

diventare adul-

ti nella legalità,

non nell’esercito

della malavita.

Anche se sap-

piamo che la

crisi è la causa

di tanti guai, allo

stesso tempo

non possiamo

accettare che la

disoccupazione

e l’abbandono

del Mezzogior-

no debbano

essere l’unica

soluzione. Se lo

di Paolo Varesi / Segretario Confederale UGL

Vogliamo far sapere a tutti coloro che intendono impegnarsi perché questo tessuto industriale venga nuovamente valorizzato, che siamo dalla loro parte

Page 28: Sicurezza Ambiente n.04-10

N. 4 - - pag. 29

Stato purtroppo è ancora carente, la

criminalità non può essere comunque

l’unica alternativa da seguire per co-

loro che non possono o non vogliono

andare via. Occorre più fiducia nelle

Forze di Polizia che in questa terra

combattono, con pochi mezzi, affin-

ché vi possa essere più legalità, con-

dizione indispensabile per far germo-

gliare lo sviluppo e la libertà.

Non a caso, siamo stati i primi a chie-

dere al governo che - in tema di fede-

ralismo fiscale - si evitino tentativi di

fuga in avanti delle Regioni più ricche

e ad avvertire che il federalismo può

essere una vera opportunità solo se

ispirato alla solidarietà, alla coesione

sociale e dell’intero paese.

È sempre una grande emozione par-

tecipare alla celebrazione del primo

maggio e lo è stato ancora di più ve-

dere la città di Pomigliano piena di la-

voratrici e lavoratori, giovani, immigra-

ti e pensionati dell’Ugl, che insieme ai

cittadini con in testa il Sindaco, Lello

Russo, sfilavano numerosi sventolan-

do le bandiere della nostra organiz-

zazione.

La gente di Pomigliano ci ha accolto con rispetto e con calore, osservan-doci con quella particolare curiosità di chi si chiede se il futuro sarà mi-gliore e se ci sarà davvero qualcuno al loro fianco per aiutarli a riconqui-stare benessere e stabilità econo-mica. Noi siamo andati a Pomigliano

anche per questo, per dire che vo-

gliamo contribuire a dare una risposta

alle loro istanze.

L’Ugl sostiene da tempo che il sinda-

cato, tutto il sindacato, deve essere

unito nella realizzazione di intenti

condivisi, facendo la propria parte

per il benessere dei lavoratori. Non

c’è sempre bisogno di protestare o

di dire no per affermare le proprie

idee, sono anche altri risultati e la ca-

pacità di trovare una mediazione tra

posizioni inizialmente molto distanti a

testimoniare quanto vale un’organiz-

zazione sindacale. Sono i valori che

un sindacato sceglie a dimostrare chi

siamo e dove vogliamo arrivare. È la

nostra storia, sono i nostri 60 anni, a

testimoniare che siamo stati e siamo

ancora oggi sempre dalla parte dei la-

voratori.

Ciò significa che non bisogna aver

paura dei cambiamenti e che in que-

sto momento di transizione dobbia-

mo essere più uniti e consapevoli

del ruolo che svolgiamo. Dobbiamo

mantenere la barra a dritta affrontan-

do con determinazione le sfide che

ci vengono lanciate qui a Pomigliano

d’Arco, come in qualsiasi altro territo-

rio in crisi, da Sud a Nord. È questo il

miglior impegno che possiamo offrire

al nostro Paese. •

Page 29: Sicurezza Ambiente n.04-10

sindacale

N. 4 - - pag. 30

Page 30: Sicurezza Ambiente n.04-10

N. 4 - - pag. 31

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ugl: campagna aib e dos 2010

N. 4 - - pag. 32

Egregio Sig. Capo del Corpo,

anche quest’anno, con l’approssimarsi della campagna antincendi boschivi, si ripropone la problematica - più volte evidenziata dalla scrivente - inerente l’individuazione delle figure che possono assumere la direzione delle operazioni di spegnimento. La mancata previsione di una complessiva riforma del servizio AIB, tra l’altro da Lei espres-samente indicata nel lontano 2008, lascia irrisolte le questioni relative all’individuazione dei vari livelli di responsabilità a cui demandare la direzione delle operazioni di spegnimento in ragione dei ruoli di appartenenza.L’indifferenziato impiego del personale da impiegare come DOS, sta provocando grande mal-contento negli operatori che ovviamente non ritengono di dover assumere funzioni e re-sponsabilità in palese contrasto con le mansioni previste dalla normativa vigente.L’attività di direzione e coordinamento degli interventi di spegnimento deve essere fatta da figure professionali adeguatamente preparate e con qualifica sufficientemente elevata per confrontarsi con i responsabili delle altre Amministrazioni che concorrono nell’attività AIB; è inaccettabile addossare tali enormi responsabilità a persone che istituzionalmente non de-vono svolgere tale compito.E’ del tutto evidente, quindi, che trattandosi di attività di direzione, le uniche figure profes-sionali idonee allo svolgimento di tale compito sono quelle individuate a suo tempo, ossia personale del ruolo direttivo o, esclusivamente in loro assenza, personale dei ruoli ispettore/perito. Non si possono combattere le emergenze sulle spalle dei propri dipendenti, organiz-zando addirittura corsi di aggiornamento per personale mai formato.Sig. Capo del Corpo, ognuno deve assumere le responsabilità che la legge gli attribuisce; con-tinuare a “nascondere la polvere sotto al tappeto” non favorisce il clima di collaborazione necessario alla crescita dell’Amministrazione. Il vaso è colmo già da tempo e lo scollamento Vertice/Base non potrà che aumentare in modo esponenziale, creando inevitabili ripercussio-ni sull’attività del Corpo, se non si correrà tempestivamente ai ripari.La situazione politica ed economica è tale che le pacche sulle spalle non riescono a gratifica-re più nessuno. Certe responsabilità le assuma chi è pagato a sufficienza per assumersele.Alla luce di quanto sopra, chiediamo tempestive direttive che chiariscano modalità di impie-go e compiti di tutti i soggetti coinvolti nella lotta AIB, nel rispetto della normativa vigente.Certi di un autorevole interessamento al riguardo.

La Segreteria UGL-CFS

LETTERA APERTA AL SIG. CAPO DEL CORPO ING. CESARE PATRONE

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OrganO Ufficiale dell’Uglfederazione nazionale

corpo forestale dello Stato

annO iii - n. 4 lUgliO agOStO 2010PeriOdicO bimeStrale

editOreNethuns srl - Via Cavalcanti, 5 - 20127 MilanoTel. 02 26116582 Fax 02 26116583

direttOre POliticODanilo Scipio

direttOre reSPOnSabileGigi Movilia

a cUra diFederazione Nazionale Corpo Forestale dello StatoTel. 06/46657070 - Fax 06/46657008 - www.uglcorpoforestale.it

cOOrdinamentO redaZiOnaleSilvia Danielli

StamPaFotolito MoggioStrada Galli, 5 - 00010 Villa Adriana (Roma)

imPaginaZiOne e graficaDigital Photo Service - Antonello Catalano - Stefano Milone

immaginiDigital Photo Service, archivio Corpo Forestale, archivio Nethuns

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Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) Art. 1 comma 1 - DCB MilanoAutorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008Il corrispettivo per l’abbonamento a questo periodico è escluso dal campo di applicazione dell’IVA ai sensi e per gli effetti del combinato disposto dall’ Art. 22 della legge 25/02/1987 n. 67 e dell’ Art.2.3° comma, lettera i) del D.P.R. del 26/10/1972 n.633 e successive modifiche e integrazioni. Qualora l’abbonato non dovesse trovare la pubblicazione di proprio gradimento potrà avvalersi della clausola di ripensamento e ottenere il rimborso della somma versata, richiedendola in forma scritta nei ter-mini previsti dalla legge. Dal rimborso sono escluse soltanto le eventuali spese accessorie, così come individuate ai sensi dell’ Art. 3 comma 2. Per soli fini amministrativi, l’abbonato che non intenda rinnovare l’abbonamento è pregato di darne tem-pestivamente comunicazione scritta alla società di diffusione. è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e dei materiali pubblicati senza la preventiva autorizzazione scritta dall’Editore. I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerare opinioni personali degli autori stessi, pertanto non impegnano il Direttore né il comitato di redazione. Si precisa che “Sicurezza Ambiente” non è una pubblicazione dell’Amministrazione Pub-blica, né gli addetti alla diffusione possono qualificarsi come ap-partenenti alla stessa. La direzione declina ogni responsabilità per eventuali errori e omissioni, pur assicurando la massima precisione e diligenza nella pubblicazione dei materiali.

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_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

per il prossimo anno,

Ragione sociale o ditta intestataria (nome del titolare)

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Nome _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ Cognome _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

Tel _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Numero di ricevuta _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Codice abbonato _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

Concessionaria di diffusione _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

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