Sicurezza Ambiente n.03-09

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ORGANO UFFICIALE DELL’UGL - FEDERAZIONE NAZIONALE CORPO FORESTALE DELLO STATO DOV’è IL CAPO? Il Corpo Forestale dello Stato merita una guida più autorevole? Anno 2 - n. 3 - maggio/giugno 2009 - € 16.25 - Poste italiane Spa Spedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008 ORGANO UFFICIALE DELL’UGL Federazione Nazionale Corpo Forestale dello Stato EMERGENZA TERREMOTO “Un’aquila ferita che non perde la sua fierezza tornerà presto a volare” a pag. 8 DA VICINO Intervista al Comandante Regionale della Campania Dir. Sup. Dott. Fuschetti a pag. 10 SICUREZZA Ronde di quartiere. è davvero ciò di cui abbiamo bisogno? a pag. 16 n.3 maggio/giugno QUESTO PRODOTTO è COMPLETAMENTE BIO-DEGRADABILE E RICICLABILE, NEL PIENO RISPETTO DELL’AMBIENTE

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La rivista è un interessante punto d’osservazione anche delle dinamiche sindacali, quelle che hanno visto l’Ugl tutta, e la federazione, conquistare un importante spazio politico nel panorama nazionale.

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dOv’è il capO?il corpo forestale dello stato merita una guida più autorevole?

Anno 2 - n. 3 - maggio/giugno 2009 - € 16.25 - Poste italiane SpaSpedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1

comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008

OrganO ufficiale dell’ugl federazione nazionale corpo forestale dello stato

emergenza terremOtO

“un’aquila ferita

che non perde

la sua fierezza

tornerà presto a volare”

a pag. 8

da vicinO

intervista al comandante

regionale della campania

dir. sup. dott. fuschetti

a pag. 10

sicurezza

ronde di quartiere.

è davvero ciò di cui

abbiamo bisogno?

a pag. 16

n.3 maggio/giugno

QuestO prOdOttO è cOmpletamente biO-degradabile e riciclabile, nel pienO rispettO dell’ambiente

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sommario 4 - Editoriali Per una progettualità del lavoro

Alla “truppa” 10 euro d’aumento contrattuale.

Ad un dirigente oltre 200.000 euro d’arretrati

Fatti e misfatti: analisi di una eredità ingombrante

8 - Emergenza terremoto “Un’aquila ferita che non perde la sua fierezza tornerà

presto a volare

10 - Da vicino Intervista al Comandante Regionale della Campania

Dir. Sup. Dott. F. Fuschetti

14 - Accordi internazionali L’acqua un diritto? Non c’è accordo: è solo

“un bisogno fondamentale”

16 - Sicurezza Ronde di quartiere. è davvero ciò di cui abbiamo

bisogno?

18 - Energia e ambiente Presentato il rapporto “Comuni rinnovabili 2009”

di Legambiente

20 - Mare nostrum Scoperta in Calabria foresta di corallo nero

22 - Protezione animali Il fenomeno del randagismo: un approccio scientifico

26 - Ecosistemi Marche: il Parco Regionale Naturale del Conero

32 - Sindacale Terremoto: solidarietà dell’UGL

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editoriali

N. 3 - - pag. 4

PEr unA ProgEttuAlità DEl lAvoro

Basterebbe un minimo di programmazione per far operare i Forestali in condizioni migliori

di Danilo Scipio / Segretario Nazionale UGL-CFS

il Corpo Forestale dello Stato è

ormai sull’orlo del precipizio:

pianificazione, rispetto delle

regole, principi di uguaglianza,

razionalità nell’attività di ge-

stione hanno lasciato il posto a clien-

telarismo, faziosità, nepotismo, su-

perficialità, disorganizzazione. Il caos

regna sovrano.

Il personale è sballottato di qua e

di là senza preavviso; che si tratti di

svolgere un corso di formazione per

un grande servizio di ordine pubblico

come il G8 de La Maddalena o di in-

viare personale dal resto d’Italia nelle

zone terremotate dell’Abruzzo, non

fa differenza: siamo sempre a dover

rincorrere l’emergenza.

Eppure basterebbe un minimo di pro-

grammazione per ovviare a tutto ciò,

per fare in modo che i Forestali possa-

no operare in condizioni migliori così

da rendere un servizio migliore al Pa-

ese; ma con l’attuale gestione la pro-

gettualità sembra fantascienza!

Sono quasi due anni che si sta chie-

dendo al Capo del Corpo di costitui-

re e regolamentare appositi nuclei di

personale specializzato nell’attività

di ordine pubblico; finalmente, sul-

la scorta del prossimo evento di una

certa rilevanza come il G8, pochi

mesi orsono hanno effettuato il primo

corso di formazione, presso la Scuo-

la della Polizia di Stato, i primi trenta

capisquadra che andranno a formare i

famosi nuclei. Ma dopo l’effettuazione

del corso, dopo aver quindi utilizzato

denaro pubblico, dopo aver così “im-

pedito” che potesse parteciparvi per-

sonale più adeguato, l’Amministrazio-

ne si è resa conto di aver selezionato,

e dunque incaricato, personale alla

soglia della pensione, personale non

in perfette condizioni fisiche, perso-

nale resosi responsabile di gravi col-

pe disciplinarmente rilevanti e quindi

non idoneo allo scopo. E come se ciò

non bastasse, ora sta continuamente

rimescolando la composizione delle

squadre, che invece dovrebbero ri-

manere sempre uguali per questioni

di omogeneità operativa, con tutte le

conseguenze del caso.

A ciò si deve aggiungere che ai par-

tecipanti a tale servizio di O.P., verrà

distribuito materiale vestiario ad hoc,

con una peculiarità per il C.F.S.: non

avendo pianificato per tempo l’acqui-

sto, i Forestali saranno gli unici ad ave-

re la tuta da campagna che scolorirà

sotto il sole, perché la ditta fornitrice,

alla quale è giunto in ritardo l’ordinati-

vo, non sarà in condizione di fare l’ul-

timo trattamento protettivo! E fin qui

abbiamo preso ad esempio un servi-

zio come quello del G8, programmato

da tempo e quindi facilmente pianifi-

cabile.

Se poi rivolgessimo l’attenzione a

quello che sta accadendo in Abruzzo

ci si accapponerebbe la pelle. Nell’im-

mediatezza dell’evento sismico è stato

inviato personale sul posto da Roma in

prima battuta, lasciando però a casa

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N. 3 - - pag. 5

i Forestali di Pescara, che quasi sup-

plicavano di poter andare a L’Aquila a

dare una mano; il giorno successivo ol-

tre 100 unità, equipaggiate con caschi

e guanti hanno atteso disposizioni per

tutta la durata del turno d’impiego;

finita la prima fase emergenziale si ri-

levano comunque notevoli disfunzioni

nell’organizzazione interna dei servizi

sull’Aquila.

E ai deficit gestionali, va purtroppo a

sommarsi anche l’assoluta mancanza

della benché minima correttezza isti-

tuzionale da parte del Vertice dell’Am-

ministrazione, circostanza questa che

ci mette nelle condizioni di trovare in

altre sedi, anche giudiziarie, il ricono-

scimento delle nostre ragioni, dei no-

stri diritti e di quelli del personale che

rappresentiamo.

L’U.G.L. ha acquisito gli atti di diversi

trasferimenti di dipendenti per ricon-

giungimento al coniuge, effettuati

“forzando la mano” sulla ratio della

norma; orbene, se la filosofia e l’inten-

to dell’Amministrazione fossero stati

di favorire l’unità familiare, l’interpreta-

zione elastica della legge sarebbe sta-

ta da tutti ben accetta, ma quando poi

si viene a scoprire che non v’è un re-

sponsabile formale di tali procedimen-

ti di trasferimento - e quindi, alla fine,

sono imputabili esclusivamente alla

volontà del Capo del Corpo firmatario

dei provvedimenti - che ad altri dipen-

denti in situazioni perfettamente ana-

loghe il beneficio viene negato, sorgo-

no molti dubbi sulla liceità dell’azione

gestionale. A tale proposito l’U.G.L. ha

già attivato le necessarie procedure

anche di carattere giurisdizionale per

l’accertamento di eventuali profili di

responsabilità sia amministrativi che

contabili e/o penali.

Abbiamo sino ad oggi sostenuto la no-

mina dell’allora primo dirigente Cesare

Patrone a Capo del Corpo (la Giustizia

Amministrativa riconobbe ad un altro

candidato il diritto ad essere promos-

so dirigente superiore), nonostante

non fosse certamente il più titolato né

la persona di maggior esperienza nel

panorama della dirigenza dell’epoca,

ma in quel momento storico, di gran-

de rivoluzione culturale all’interno del

C.F.S., grazie anche alla legge di rifor-

ma, bisognava rischiare e puntare su

un giovane. E noi accettammo di con-

dividere i rischi di quella scommessa.

Lo abbiamo difeso a spada tratta - e

questo qualcuno ancora ce lo rimpro-

vera - dagli attacchi del passato Go-

verno Prodi; ma non potevamo con-

sentire che fosse avvicendato il nostro

Capo del Corpo solamente per moti-

vazioni politiche. Purtroppo, alla luce

dei fatti, dei risultati, dello stato in cui

versa il Corpo Forestale dello Stato,

dobbiamo ammettere sommessamen-

te ed umilmente di aver perso quella

scommessa. •

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N. 3 - - pag. 6

editoriali

di Paolo Varesi / Segretario Confederale UGL

oltre 200.000 euro di

arretrati ad un unico

dirigente del Corpo

Forestale dello Stato

grazie ad un piccolo

e, apparentemente, innocuo emenda-

mento?

L’Atto Camera 1441-bis/B recante: “Di-

sposizioni per lo sviluppo economi-

co, la semplificazione, la competitività

nonché in materia di processo civile”,

all’esame della V^ Commissio-

ne Permanente Bilancio della

Camera dei Deputati, infatti,

contiene una previsione che,

se divenisse legge dello Stato,

creerebbe fortissimi malumori in

seno al personale del Corpo Forestale

dello Stato, per l’enorme sperpero di

denaro pubblico, tra l’altro destinato

esclusivamente all’assunzione di per-

sonale.

Un po’ di storia: il Corpo Forestale dello

Stato, bandì a suo tempo un concor-

so a tre posti da primo dirigente per

le vacanze al 31 dicembre 2001; al ter-

mine delle procedure - completatesi

a maggio 2008 - risultarono idonei 4

candidati: i primi tre furono dichiarati

vincitori ed il quarto, in virtù di quanto

disposto dalla Legge Finanziaria 2008,

“idoneo vincitore”.

L’Ufficio Centrale del Bilancio del

Mi.P.A.A.F. ritenne di non poter registra-

re in prima battuta il provvedimento di

nomina del candidato collocatosi al 4°

posto perché riteneva - a ragione - che

la decorrenza della nomina non potes-

se essere il 1° gennaio 2002, come per

AllA “truPPA” 10 Euro D’AuMEnto ContrAttuAlE. AD un DirigEntE oltrE 200.000 Euro D’ArrEtrAti!

i “veri” vincitori, ma quella del giorno

successivo alla data di pubblicazione

della graduatoria.

Con la previsione dell’articolo 20, com-

ma 4 dell’A.C. di cui sopra, sembre-

rebbe quindi si stia cercando inopina-

tamente di aggirare normativamente

l’obiezione giustamente sollevata dal

citato Ufficio a legislazione vigente.

In buona sostanza, in tempi di ristret-

tezze economiche che fanno “ingoia-

re” al personale delle Forze di Polizia,

aumenti contrattuali irrisori, c’è chi si

sta adoperando per fare approvare un

“codicillo” ad hoc, affogato tra norme

di tutt’altra natura, destinato a produr-

re, per quanto a noi noto, i propri be-

nefici effetti a vantaggio forse addirittu-

ra ad un solo dirigente.

Abbiamo, in altre parole, il sospetto

che si voglia riconoscere ad un primo

Dirigente del Corpo Forestale - pro-

mosso in sovrannumero rispetto alle

vacanze di organico - un corposo be-

nefit a titolo di arretrati. Arretrati che,

così come indicato dai competenti uffi-

ci amministrativi, spetterebbero solo ai

primi tre vincitori del concorso.

Ed è certamente un caso che il pro-

tagonista, o meglio, la protagonista di

tale vicenda sia parente stretta di un

alto dirigente del Corpo Forestale dello

Stato.

Noi riteniamo eticamente doveroso,

soprattutto in un periodo nel quale il

Paese sta attraversando una grave crisi

economica, denunciare pubblicamente

iniziative di questo genere, con la spe-

ranza di vederle vanificate in un impeto

di “resipiscenza legislativa” che ci augu-

riamo possa cogliere i proponenti.

Ciò risulta ancor più opportuno e mo-

ralmente auspicabile, se solo si con-

sideri che gli uomini e le donne delle

forze di polizia che quotidiana-

mente assicurano sicurezza e le-

galità all’intera Comunità, perce-

piscono i trattamenti stipendiali

relativi dall’avanzamento di car-

riera solo dopo lo svolgimento

del corso di formazione.

Quei 200.000 euro destinati a pochissimi

se non addirittura ad un solo “eletto/a”

dovrebbero essere utilizzati per lo sco-

po prefissato, cioè per l’assunzione di

personale. Certo, una cifra del genere

non potrà mai rimpinguare l’organico

del Corpo Forestale dello Stato, ma non

è certamente questo un buon motivo

per disporne diversamente.

Il Parlamento è certamente sovrano, ma

come cittadini abbiamo il dovere di ri-

chiamare l’attenzione su possibili aber-

razioni che vanno a svilire e ad umiliare

l’intero apparato della pubblica Ammi-

nistrazione.

Se il Governo richiama il Suo Popolo e i

Suoi servitori a sacrifici c’è l’urgente bi-

sogno che i “Vertici” diano, per primi, il

buon esempio. I diritti e i doveri sono

uguali - o meglio, dovrebbero essere -

uguali per tutti. •

Quei 200.000 euro destinati a pochissimi se non addirittura ad un solo “eletto/a”

dovrebbero essere utilizzati per lo scopo prefissato: l’assunzione di personale

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N. 3 - - pag. 7

l’Ex Ministro delle Po-

litiche Agricole On.

Giovanni Alemanno,

ora Sindaco di Roma,

ha avuto l’indubbio e

storico merito di aver salvato il Corpo

Forestale dello Stato dalla regionaliz-

zazione e quindi dalla conseguente

soppressione di fatto; districandosi

abilmente tra le mille trappole che un

partito della sua stessa maggioranza

di governo - la Lega Nord - aveva po-

sto lungo la strada legislativa, è riusci-

to a far approvare la legge di riforma

del Corpo, la n. 36/2004.

Ma tutto ciò ha avuto e continua ad

avere un prezzo; un prezzo che po-

trebbe rivelarsi assai salato da pagare.

Sì, perché quei consiglieri di cui si è

avvalso e che hanno avuto indubbia-

mente il merito

di essere riusciti

a sensibilizzarlo

sulla questio-

ne, si sono fatti

prendere da una

sorta di delirio

di onnipotenza,

alimentato oltre

che dal proprio

smisurato ego,

anche dal fatto

che il Capo del

Corpo, forte

della “presunta”

appartenenza

proprio a quello

schieramento,

pare riesca a ga-

di Antonio Scolletta / Dirigente Confederale UGL

fAtti E MiSfAtti: AnAliSi Di unA ErEDità ingoMbrAntE

rantire loro le migliori opportunità.

Al riguardo non sono mancate le sacro-

sante proteste dell’UGL C.F.S. che non

ha certo lesinato le proprie giustificate

critiche per viaggi di rappresentanza,

autovetture di servizio, straordinari e

missioni a iosa: un pacchetto di “op-

portunità” che hanno fatto apparire il

Corpo Forestale dello Stato come una

sorta di tour operator pronto ad offri-

re servizi all inclusive! Ovviamente non

a tutti.

Apprendo dagli amici e colleghi

dell’UGL C.F.S. che chi ha avuto il co-

raggio di denunciare questa condotta,

di additare il servilismo di chi non ha

saputo vigilare, chi ha cercato di porre

un freno all’ingordigia di pochi è stato

definito un infame.

No cari Signori, l’infame non è chi ha

fatto il proprio dovere di cittadino, di

operatore di polizia e di sindacalista,

il meschino è chi tutto ciò lo ha vo-

luto, chi lo ha permesso, chi lo ha ot-

tenuto calpestando tutto e tutti, alla

faccia della meritocrazia di cui tanto

ci si riempie la bocca in occasione di

convegni e incontri ufficiali.

In questo giornale si dà conto di un

disagio all’interno del Corpo che non

può essere più sottaciuto e che do-

vrebbe essere oggetto di un più at-

tento esame da parte dello stesso

ministro.

D’ora in poi nessuno potrà chiamarsi

fuori.

Ciascuno dovrà assumersi le conse-

guenti responsabilità.

L’UGL ha già fatto la propria parte e

continuerà a mobilitarsi per fare pie-

na luce sulle reali

condizioni del

Corpo Forestale

dello Stato e sui

tanti, troppi “fatti

e misfatti” avvolti

da una spessa

coltre di nebbia

appiccicaticcia

che non ci ap-

partiene e che

non abbiamo al-

cuna intenzione

di tollerare. •

Il Dirigente UGL Antonio Scolletta

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emergenza terremoto

Sisma in Abruzzo. Immagini

e sensazioni di una Terra

devastata ma non sconfit-

ta, che ancora una volta

si affida alla sua risorsa

più importante: la forza d’animo degli

Abruzzesi.

La storia di un’aquila reale ferita che,

una volta curata, torna a spiccare il

volo,è il più classico dei racconti di

ambientazione forestale. In un paral-

lelo di assonanze e metafore, le righe

che seguono intendono rappresentare

un’immagine dell’Aquila e delle sue fra-

zioni semidistrutte, degli Abruzzesi che

non si arrendono al destino, raccontati

attraverso una delle tante esperienze

sul campo, vissute dalle donne e dagli

uomini del Corpo Forestale dello Stato

impegnati nell’emergenza.

“Deve essere successo tutto in pochi

secondi, nel buio. Anni di storia e di

sacrifici sono stati ridotti in cumuli mal-

fermi. Circa trecento persone non ci

sono più, sono rimaste inghiottite dalle

macerie e dalla furia della

natura. Migliaia di perso-

ne hanno perso tutto: a

qualcuno è rimasta l’auto,

dove vengono stipati abiti

e suppellettili. In migliaia

sono ospitati nelle tende

blu tirate su in un baleno

dalla Protezione Civile. Nel

Campo di Paganica c’è un

gran via vai di persone e

divise,si ha quasi l’impres-

sione che i volontari siano

un multiplo degli sfollati.

“un’AquilA fEritA ChE non PErDE lA SuA fiErEzzA tornEràPrESto A volArE”di Fabio Lancianese / Agente Corpo Forestale

I bambini corrono, giocano, si diver-

tono con i giocattoli dei clown della

Croce Rossa e vanno a scuola in tenda.

Sono spensierati e non hanno paura

del futuro. Negli occhi degli abruzzesi

c’è disperazione ma anche composta

e dignitosa sofferenza. Con pazienza

si mettono in fila per la grande mensa

e pazientemente si prenotano per es-

sere accompagnati dai Vigili del Fuoco

e dalla Forestale per recuperare qual-

che oggetto dentro le case traballanti.

Un maglione, un documento, un ricor-

do. Pensano alla casa che non c’è più

ma già ti chiedono quando si potrà

riparare,ricostruire. Hanno fretta, hanno

voglia di lavorare. Pensano alla casa che

sarà. Il turno seguente,invece, si entra

nel campo di San Demetrio per verifi-

care una segnalazione del responsabile

della struttura. Nel ritornare al mezzo,

troviamo gli anziani raccolti vicino al

tendone della mensa. Giocano a carte,

raccontano sempre la stessa storia. Il

boato, il tremore, la nebbia dei calci-

nacci, la casa che con fatica e sacrifici

hanno costruito per la propria famiglia

ora è a terra. Pensano a chi non c’è più.

E aspettano con pazienza, la pazienza

dei pastori abruzzesi che guidavano le

greggi nella transumanza verso pascoli

più verdi. Si racconta di una signora 65

anni che viene importunata più del do-

vuto dai fotografi e che senza alzare la

voce dice:” Basta con le foto se no va a

finire che qualcuno mi vede,s’ innamora

e poi mi tocca riprendere marito. Non

m’interessa uno coi soldi, mi basta uno

con la casa”. Giù risate. E’ più vispa del

giornalista che cerca in tutti i modi di

stuzzicare qualche spunto polemico da

persone stremate. Non ne trova, trova

solo sofferenza,dignitosa rassegnazione

e aneddoti. Il giorno seguente ad Onna

si blocca l’accesso al Paese, o almeno

a ciò che ne rimane. Qui le case sono

quasi tutte di pietra e calcina, il paese

sembra bombardato. In quasi ogni casa

abitata i soccorritori hanno estratto vit-

time. Per uno gioco del destino la via di

accesso al paese si chiama

già via dei Martiri, a ricordo

di una feroce rappresaglia

tedesca a seguito di uno

stupido attentato contro

la Wermacht. Vittime inno-

centi dell’uomo ieri, vittime

innocenti del terremoto

oggi. Qui ciò che da più

fastidio è il “turismo del di-

sastro”. Frotte di curiosi di

ogni tipo, passanti, volon-

tari, addetti ai lavori poco

indaffarati, cercano ogni

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scusa per passare e fare qualche foto.

E’ una vera mania, alcuni si mettono

perfino in posa sorridenti. Un anziano

ci ringrazia perché almeno la Forestale

allontana qualche curioso molesto. Ci

indica la casa in cui ha per-

so la sua anziana madre e il

giovane nipote che era an-

dato lì a dormire per farle

compagnia. Vuole andare

a cercare le sue galline che

sono sparse su un pratino

, vuole prendere qualche

uovo fresco da portare

alla mensa dei volontari.

Si sente in debito perché

qualcuno ogni giorno cuci-

na per tutto il paese. Vuole

contribuire anche lui. Anche San Gre-

gorio è un paese fantasma, nella piaz-

zetta centrale ingombra di macerie si

aggirano solo gatti, cani, conigli bianchi

e qualche gallina. Anche gli animali han-

no gli occhi spenti e non si allontanano

dalle macerie delle case. Aspettano in-

vano che ritorni qualcuno e intanto c’è

chi pensa a dare da mangiare anche a

loro. In tutti questi paesetti la gente è

comunque cordiale, si intrattiene vo-

lentieri con le Forze dell’Ordine che

vigilano sulle case abbandonate e non

negano mai un sorriso alla divisa della Fo-

restale. Anche senza la forza mediatica

di altre Amministrazioni, qui la Forestale

è molto amata e nessuno ti scambia per

un collega della Finanza. Ti chiedono,ti

cercano,si fidano. Un Ispettore anziano

ricorda i terre-

moti del Friuli

e dell’Irpinia.

Non c’erano

tutte queste

Agenzie e

Associazioni,

non esisteva la

Protezione Ci-

vile nel senso

professionale

del termine e nemmeno i Disaster Ma-

nager. Ma di sicuro c’era la Forestale, e

la gente se lo ricorda. Alla nostra pattu-

glia capita anche un turno notturno ad

Aquila Città. Anche qui posto di blocco

e vigilanza antisciacallaggio. Ma la città

è deserta, muta. Girano soltanto volanti

delle Forze dell’Ordine e gli instancabili

Vigili del Fuoco. A pochi metri dall’in-

crocio da sorvegliare giace un cumulo

di macerie

colorate che

alcuni tecnici

sta fotogra-

fando. Si tratta

della Casa del-

lo Studente.

Ci si domanda

come mai gli

edifici vicini e i

palazzi monu-

mentali degli

anni ‘30 sono

dannegg iat i

ma ancora in piedi, mentre questa re-

centissima struttura figlia dell’edilizia

antisismica sia a terra. Qualcuno dice

che si tratta di un altro tipo di materiali,

qualcun altro dice che si tratta di un’al-

tra Italia. Ci sono anche due studenti

che raccolgono qualche oggetto ap-

partenuto ad amici che non ci sono più.

Sono della facoltà di ingegneria e non

vogliono perdere l’anno accademico,

vogliono studiare per diventare proget-

tisti migliori di chi ha ideato l’Ospedale

e la Casa dello studente.

Oggi l’Abruzzo è una Regione colpita al

cuore ma ancora in piedi. Una volta tan-

to l’Italia ha dato l’impressione di essere

un Paese che reagisce alla

catastrofe con impegno

concreto e competenza,

dove si piangono i morti

e nel frattempo si proget-

ta il futuro con le macerie

ancora tremanti. Migliaia

di persone da tutta Italia

stanno dando tanto agli

Abruzzesi, e gli Abruzzesi

ricambiano con un esem-

pio mirabile per tutti gli

Italiani. Coraggio, compo-

stezza e orgogliosa voglia di ricomin-

ciare presto. Il terremoto segna l’anno

zero dell’Abruzzo, ma con queste pre-

messe la rinascita non appare poi così

lontana. •

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N. 3 - - pag. 10

da vicino

intErviStA Al CoMAnDAntE rEgionAlE DEllA CAMPAniA Dir. SuP. Dott. f. fuSChEttidi Giovanni Cenere / Prof. Avv. Dirigente UGL-CFS

Riflessioni sul passato, il presente e il futuro del Corpo Forestale dello Stato

Dott. fuschetti quando inizia la sua carriera nel Corpo forestale dello Stato?Ho iniziato la mia carriera nel lontano

1974, presso l’Ispettorato Regionale

delle Foreste del Corpo Forestale del-

lo Stato della Campania, sito a Napoli

in via De Pretis, quando gli attuali Vice

Questori e Commissari erano chiamati

Ispettori. Dopo un periodo di prova

di sei mesi sono entrato con il grado

di Ispettore, per arrivare fino all’apice

della carriera come Ispettore Capo Ag-

giunto. L’accesso alla dirigenza, invece,

è stato abbastanza travagliato, dato

che all’epoca era regolamen-

tato dalla legge n.748/72, in

parte ancora oggi in vigore.

quando lei era un giovane funzionario di cosa si occu-pava il Corpo forestale?Il discorso è abbastanza

complesso, perché all’epoca

erano da poco state istituite

le Regioni e nel 1972 con il

primo decreto delegato, il

D.P.R. n.11/72, furono trasfe-

rite alle stesse le competenze

in materia di foresta, caccia e

pesca nelle acque interne,

sottraendole al Corpo Fore-

stale. Il personale civile (ra-

gionieri, geometri ed operai)

e gli uffici del Corpo Foresta-

le furono assegnati alle Regioni, men-

tre il personale in divisa di tutti i ruoli e

gli allora ispettori (attuale direttivo) ri-

masero allo Stato occupando, questa

volta come ospiti, gli uffici appena tra-

sferiti all’Ente locale. Questa scelta del

legislatore creò non pochi problemi,

in quanto la normativa sullo sposta-

mento di competenza prevedeva, tra

l’altro, che le Regioni avessero la pos-

sibilità di scegliere o meno se impiega-

re il Corpo Forestale nelle materie og-

getto di trasferimento. In Campania, a

differenza di quanto accadde in altre

Regioni, l’Ente locale istituito scelse di

impiegare il Corpo Forestale nella sua

interezza, quindi sostanzialmente l’at-

tività del Corpo non mutò con il pas-

saggio di competenza.

quali cambiamenti si sono avuti a seguito dell’inserimento del Corpo forestale nelle cinque ff.PP. con la legge 121/81?Quello che accadde in Campania e nel-

le altre Regioni del sud dell’Italia, for-

se per il forte legame con l’economia

contadina e rurale, non avvenne nelle

altre Regioni come ad esempio la To-

scana, l’Emilia Romagna o la Lombardia

e pertanto il Corpo Forestale

non era impiegato costante-

mente in ambito regionale.

La situazione di disomoge-

neità creatasi metteva in pe-

ricolo l’esistenza stessa del

Corpo e molti auspicavano

un definitivo passaggio alle

Regioni con la creazione di

tanti Corpi Forestali Regio-

nali. Per questo forte fer-

mento venutosi a creare, il

legislatore del 1981 con la

legge n.121 volle fissare un

primo paletto all’eventuale

regionalizzazione del Corpo

Forestale, consacrandolo tra

le cinque FF.PP. Italiane. La

citata legge, però, trasforma-

va anche il Corpo Forestale Il Comandante della Campania Dir. Sup. Dott. Fuschetti

Page 10: Sicurezza Ambiente n.03-09

N. 3 - - pag. 11

che da Corpo Tecnico con funzioni di

polizia quale era, divenne Corpo di

Polizia con funzioni tecniche.

Secondo lei è stata una scelta ragio-nata, oppure si è snaturato il Corpo forestale che dalla sua nascita nel Xviii secolo si era sempre occupato della gestione del patrimonio fore-stale nazionale?La risposta è complessa, perché da-

gli anni ‘80 si è avuta una trasforma-

zione del settore forestale non solo

in Italia ma anche in Europa. Con lo

sviluppo della CEE prima e dell’U.E.

poi, si è dato sempre più peso ad una

politica ambientale di controllo anzi-

ché ad una politica forestale di natura

silvana; per questo motivo le ammini-

strazioni forestali europee, compresa

quella italiana, non hanno gestito più

il patrimonio forestale limitandosi alla

sola attività di controllo. Questa scelta

strategica, poiché ancora in atto, non

permette di poter valutare con obiet-

tività se i cambiamenti verificatisi sono

stati più o meno appropriati.

ritiene che il Corpo forestale oggi sarebbe stato diverso se non fosse stato inserito nella legge 121/81? quali sbocchi avrebbe avuto?Ci sarebbero state tre diverse op-

zioni: creare tanti Corpi Forestali Re-

gionali, con una struttura federata in

modo da avere una scuola comune

di formazione, per garantire unità di

preparazione, con un organo cen-

trale di indirizzo al fine di assicurare

un coordinamento dei vari Corpi; far

rientrare il Corpo Forestale dello Sta-

to come organo tecnico nel Ministero

dell’Ambiente che all’epoca della leg-

ge n.121/81 iniziava ad avere un’im-

portanza sempre maggiore; oppure

ricomprendere il Corpo Forestale nel

Ministero degli Interni con la funzione

preminente di Protezione Civile quale

antincendio boschivo ed attività col-

legate.

torniamo ad oggi: il ritardo nell’attri-buzione di funzioni dirigenziali come ha pregiudicato la crescita del Corpo forestale e le legittime aspettative di tanti funzionari, che sono stati trat-

tati in modo diverso dai colleghi del-le altre ff.PP.?Questo è stato sicuramente uno dei

più grossi problemi che colleghi come

me della “vecchia guardia” hanno do-

vuto affrontare; infatti io ho dovuto

fare all’interno del Corpo tre diver-

se carriere. La prima come Ispettore,

Ancora il Comandante della Campania Dir. Sup. Dott. Fuschetti in divisa

Page 11: Sicurezza Ambiente n.03-09

N. 3 - - pag. 12

giungendo fino al grado di

Ispettore Capo Aggiunto.

Successivamente quella

dei livelli, arrivando fino al

IX livello ed infine quella

dell’attuale direttivo, rag-

giungendo il grado di Vice

Questore Aggiunto Fore-

stale. Questa situazione,

oltre alla mancanza degli

uffici dirigenziali periferici,

ha creato grossi ostacoli

sia per la crescita profes-

sionale del personale che

per quella dell’Amministra-

zione, che è rimasta per

molto tempo un passo in-

dietro rispetto alle Ammi-

nistrazioni delle altre FF.PP.

La legge di riordino del

Corpo Forestale n.36/04

(legge Alemanno) ha get-

tato le basi per migliorare

la nostra Amministrazione ridando al

ruolo direttivo e dirigente quelle pre-

rogative necessarie per interagire in

modo paritario con il personale delle

altre FF.PP..

il D.M. del 9 febbraio 2007 a firma dell’allora ministro De Castro ha ef-fettivamente modernizzato la strut-tura del Corpo forestale?Con il D.M del 2007 la competenza dei

vari uffici dirigenziali periferici è stata

rivisitata. Però questo decreto, la Leg-

ge n. 36/04 ed altre normative istitu-

tive delle funzioni dirigenziali si sono

succedute molto velocemente, talvol-

ta stratificandosi, e pertanto sarebbe

necessaria l’emanazione di una nuova

normativa di riordino del Corpo Fore-

stale che inglobasse il tutto in modo

più organico e lineare.

oggi il Comando regionale gode di quell’autonomia finanziaria e gestio-nale prevista dagli artt. 11 e 12 del

citato decreto?Il Comando Regionale oggi gode di una

buona autonomia per la gestione am-

ministrativa del personale e il coordi-

namento operativo, mentre l’autono-

mia di gestione delle risorse finanziarie

non è ancora attuata, poiché il Tesoro

non ha ancora dato indirizzi precisi sui

centri di spesa.

quali sono i limiti che si incontrano, ancora oggi, nell’attuazione di una piena autonomia come prevista dalle norme?R: Alcuni, come ho già detto, sono re-

lativi alla gestione finanziaria, altri inve-

ce riguardano la gestione operativa sul

territorio del personale che, sia pure

secondo i limiti stabiliti a livello centra-

le, dovrebbero essere più ampi, per-

mettendo di effettuare tutti gli sposta-

menti e le manovre necessarie ad una

corretta gestione del territorio.

il Corpo forestale vive oggi un mo-

mento di grande meta-morfosi, infatti è sempre più impegnato in attività di ordine Pubblico o in attività di polizia non con-nesse alla tutela del patri-monio ambientale. ritiene che questa trasformazione sia stata necessaria per la crescita dell’Amministra-zione?Alcune scelte sono fatte al

fine di garantire la soprav-

vivenza del Corpo Foresta-

le e per assicurare risorse

strumentali ed umane. Non

si deve però dimenticare

che con la legge di riordi-

no del Corpo Forestale n.

36/04 si è stabilito che il

Corpo Forestale deve es-

sere una Forza di Polizia

prioritariamente impegna-

ta nel campo agro-alimentare e fore-

stale. Una partecipazione massiccia

nelle attività di Ordine Pubblico do-

vrebbe avere luogo unicamente con

la creazione di gruppi specializzati al

fine di non distogliere personale dalle

altre attività istituzionali. In Campania

ad esempio per garantire il servizio di

Ordine Pubblico si è reso necessario

distogliere il personale dagli altri com-

piti istituzionali, nonostante il forte im-

pegno profuso nello svolgimento dei

vecchi e nuovi compiti assegnati.

quali sono le prospettive future che oggi può avere il Corpo forestale, con la perdita delle sue specialità?In Europa l’Amministrazione Forestale

ha subito notevoli cambiamenti: basti

pensare che l’Università Forestale di

Vienna, una delle più antiche d’Europa,

come ha avuto modo di confermarmi

il responsabile del Corpo Forestale di

Bolzano, ha subito una rilevante ridu-

zione di iscrizioni. Questa è collegata

Il Comandante della Campania Dir. Sup. Dott. Fuschetti

Page 12: Sicurezza Ambiente n.03-09

N. 3 - - pag. 13

alla profonda trasformazione del Cor-

po Forestale Austriaco, il quale fino a

poco tempo fa rappresentava l’em-

blema di tutti i Corpi Forestali europei,

ed ora è stato esautorato delle sue

tradizionali attività. Tale metamorfosi

ha coinvolto anche il nostro Corpo,

in quanto ora diamo una maggiore

preminenza al controllo ambientale

(inquinamento, gas serra ecc.). I nuovi

compiti, sicuramente importanti, però

possono svolgersi correttamente sol-

tanto mantenendo uno stretto legame

con il settore forestale e rurale, perché

solo la piena conoscenza di siffatte re-

altà ci permette di migliorare quel mo-

nitoraggio ambientale che oggi risulta

essenziale. Infatti per avere un futuro

bisogna conoscere il proprio passato.

quali prospettive di crescita posso-no avere i giovani all’interno dell’Am-ministrazione se i concorsi si svolgo-no con una periodicità sicuramente inferiore a quella delle altre ff.PP.?Questo è un problema fondamentale

che l’Amministrazione deve affron-

tare e risolvere in tempi brevi. Non

è possibile la trasmissione di “valori”

da una generazione all’altra se tra un

concorso ed il successivo passano,

com’è accaduto per il ruolo diretti-

vo, più di quattordici anni! Dobbiamo

anche comprendere che sarà possi-

bile eseguire correttamente i servizi

istituzionali solo con le risorse umane

necessarie. In questo momento noi

facciamo come gli ignavi dell’inferno

dantesco: corriamo dietro un’insegna

(che simbolicamente rappresenta il

raggiungimento del pieno organico)

senza mai toccarla.

Sarebbe favorevole al riordino delle carriere ed al ruolo unico per agenti-sovrintendenti e direttivo-dirigenti?Sicuramente per garantire le aspettati-

ve personali e stimolare il lavoratore è

necessario dare a tutti la possibilità di

crescere e di impegnarsi con maggio-

re responsabilità all’interno dell’Am-

ministrazione. Per il ruolo direttivo è

impensabile che i giovani Commissari

dopo un corso biennale di specializ-

zazione non abbiano la possibilità di

proseguire la carriera fino al livello di-

rigenziale come invece accade nella

Polizia di Stato. •

Page 13: Sicurezza Ambiente n.03-09

N. 3 - - pag. 14

meeting a ca-

denza trienna-

le, ha portato

nella città turca

oltre 30 mila

c o n g r e s s i s t i ,

insieme a una

ventina di capi

di Stato e cir-

ca 180 ministri

de l l ’Amb ien-

te. Fuori dalle

stanze dove i

potenti hanno

discusso c’era-

no i non invitati:

le associazioni

ambientaliste e

i gruppi d’inte-

resse che si bat-

tono contro la

‘mercificazione’

dell’acqua, che

hanno trovato

modo di farsi

ascoltare attra-

verso un forum

alternativo e va-

rie iniziative.

“La mancanza d’intervento sulle que-

stioni che riguardano l’acqua non è

un’opzione. L’acqua è una risorsa na-

turale limitata che può unire o divide-

re le comunità, è anche essenziale per

garantire i diritti dei bambini”, ha detto

Clarissa Brocklehurst, referente Unicef

per acqua, servizi sanitari e igiene.

Secondo il presidente dell’Unicef Italia

Vincenzo Spadafora la buona notizia

è che “l’87% della popolazione mon-

diale, circa 5,7 miliardi di persone, sta

oggi utilizzando acqua potabile prove-

accordi internazionali

Questo il compromesso raggiunto dopo una settimana di discussione

l’ACquA un Diritto? non C’è ACCorDo: è Solo “un biSogno fonDAMEntAlE”

di Massimo Rosa / Dirigente UGL-CFS

Secondo l’ultimo rappor-

to delle Nazioni Unite,

dal 2030 metà della

popolazione mondiale

potrebbe trovarsi al di

sotto della soglia minima rispetto al

fabbisogno giornaliero di acqua. Una

ragione in più per dare valore alla

Giornata mondiale dell’acqua (22

marzo), istituita dall’Onu nel 1992,

all’interno delle direttive dell’Agenda

21, risultato della conferenza di Rio de

Janeiro. Ma a Istanbul, dove si è tenu-

to il World Water Forum (16-22 marzo

2009), i rappresentanti degli Stati non

sono riusciti a raggiungere un accor-

do su un documento comune. In tanti

chiedevano che si affermasse un “di-

ritto all’acqua”. Ma la dichiarazione fi-

nale è risultata più generica: si afferma

che l’accesso all’acqua è un bisogno

fondamentale umano.

Il testo del documento elenca un certo

numero di impegni per meglio gestire

la richiesta di acqua e per favorire l’ac-

cesso ai servizi igienico-sanitari di cui

2,5 miliardi di persone sono ancora

del tutto prive, o ancora lottare con-

tro l’inquinamento dei corsi d’acqua,

come delle falde del sottosuolo. “è

un documento importante - conclude

il ministro turco dell’Ambiente Veysel

Eroglu - che servirà da riferimento a li-

vello governativo”.

Il quinto Forum mondiale sull’acqua,

Page 14: Sicurezza Ambiente n.03-09

N. 3 - - pag. 15

niente da fonti migliorate”. Ma,

“al mondo più di 125 milioni di

bambini sotto i cinque anni vi-

vono in famiglie senza accesso

a acqua potabile”. Un numero

maggiore è “senza servizi igie-

nici, un totale di 2,5 miliardi di

persone nel mondo”.

Secondo i dati dell’Onu, più

di un miliardo e 200 milioni di

persone non hanno accesso sufficien-

te alle fonti di acqua pulita e quasi al-

tri due miliardi di esseri umani vivono

senza servizi igienici. E la situazione è

solo destinata a peggiorare se non si

prenderanno provvedimenti rapidi, se

è vero che, come stima l’Ocse, entro il

2030 saranno 3,9 miliardi le persone

che vivranno in grave carenza di ac-

qua e per la metà del secolo, quan-

do si passerà dagli attuali sei miliardi

e mezzo di abitanti a nove, questo

problema riguarderà quasi la metà

della popolazione mondiale, per lo

più in Cina e nel sud dell’Asia. E men-

tre il tempo corre e il riscaldamento

globale altera le sorgenti mondiali, c’è

sempre più bisogno di agire in fretta,

altrimenti il rischio è di veder sparire il

futuro in un piccolo rivolo d’acqua tra

le sabbie di un arido deserto.

l’APPEllo DEllA fAoLa FAO (Food and Agricolture Or-

ganization of the United Nations) ha

dichiarato: «Bisogna produrre cibo

usando meno acqua» Il futuro dell’ac-

qua infatti è nell’agricoltura, per que-

sto bisogna produrre più cibo consu-

mando meno quantità del prezioso

liquido. è questo il messaggio lanciato

dal palco del World Water Forum dal

direttore generale della Fao Jacques

Diouf. è necessario, ha detto, prestare

più attenzione alla gestione delle risor-

se idriche in agricoltura e aumentare il

sostegno ai contadini nei Paesi in via di

sviluppo per affrontare i problemi della

scarsità d’acqua e della fame. «I milioni

di agricoltori che in tutto il mondo pro-

ducono il cibo che noi mangiamo de-

vono essere al centro di ogni processo

di cambiamento. Hanno bisogno di es-

sere incoraggiati e indirizzati a produr-

re di più con meno acqua. Ciò richiede

investimenti e incentivi ben finalizzati,

oltre a un contesto politico adeguato».

Basti pensare che, secondo la docu-

mentazione presentata al World Water

Forum, per produrre 1 Kg di carne è

necessario un apporto idrico

compreso tra i 5,000 e i 20,000

litri (tenendo però a mente che

si tratta di valutazioni basate su

dati virtuali).

Occorre prendere in conside-

razione i cambiamenti climatici

che stanno investendo il globo,

e sicuramente i cambiamenti a

cui si assiste nel ciclo dell’acqua.

In futuro fattori come le precipitazioni,

l’evaporazione e la diminuzione della

portata d’acqua dei fiumi potrebbero

avere effetti devastanti sull’agricoltura

che ad oggi assorbe il 70% del consu-

mo mondiale di acqua potabile.

Secondo Diouf, il problema della fame

crescente nel mondo, con quasi un

miliardo di esseri umani (il 15% della

popolazione mondiale) non in grado

di procurarsi cibo a sufficienza, po-

trebbe peggiorare «se non vengono

prese decisioni coraggiose e attuate

misure concrete e urgenti». è neces-

sario rivedere il modo di fare agricol-

tura soprattutto per quanto riguarda il

consumo d’acqua. «è solo investendo

in un’agricoltura sostenibile basata su

una buona gestione dell’acqua che

potremo soddisfare i nostri bisogni di

cibo e di energia, e allo stesso tempo

salvaguardare le risorse naturali dalle

quali dipende il nostro futuro».

(fonti: fao.org; corriere.it; worldwaterforum5.org)

Page 15: Sicurezza Ambiente n.03-09

N. 3 - - pag. 16

sicurezza

Non sarebbe più logico concentrare gli sforzi per potenziare gli organici delle forze di polizia, incrementandone le risorse economiche?

ronDE Di quArtiErE. è DAvvEro Ciò Di Cui AbbiAMo biSogno?

di Fabio Lancianese / Agente Corpo Forestale

l’ennesimo “decreto sicu-

rezza” emanato dal Go-

verno, l’ultimo in ordine di

tempo, prevede, tra le al-

tre cose, la possibilità per

i cittadini di riunirsi in associazioni di

volontariato(giornalisticamente chia-

mate “ronde”) con fini di vigilanza non

armata del territorio in ausilio alle For-

ze dell’ordine. Questa disposizione, in

particolare, ha destato nel Paese cu-

riosità e attenzione, oltre alle imman-

cabili polemiche politiche, tanto che,

parafrasando una celebre canzone di

Venditti, “Ronda o non Ronda”, si ot-

terrebbe il riassunto satirico di ciò che

in questi giorni viene riportato dagli

organi di informazione. L’obiettivo di-

chiarato del provvedimento è di incre-

mentare la partecipazione dei cittadini

alla gestione della sicurezza comune,

per contrastare un diffuso sentore di

“non tranquillità” che serpeggia in par-

ticolar modo nei quartieri più esposti

al degrado ed alla microcriminalità.

Bisognerà in ogni modo attendere il

decreto di attuazione del Viminale per

capire se sarà possibile evitare almeno

sponsor politici ed economici per le

“ronde”, oltre che vietare pericolosi

equipaggiamenti quali bastoni, spray

urticanti o caschi, che creerebbero

alle Forze dell’ordine più problemi

di quanti ne intendano risolvere. Ma

ecco di già in vendita nei negozi spe-

cializzati il kit del perfetto “rondino”:

Page 16: Sicurezza Ambiente n.03-09

N. 3 - - pag. 17

pettorina riflettente, torcia, anfibi, fi-

schietto e radiolina.

è davvero questo ciò di cui abbiamo

bisogno in questo momento?

Alcune riflessioni sono d’obbligo. In-

nanzitutto, coinvolgere direttamente

i cittadini nel pattugliamento del ter-

ritorio potrebbe aumentare, a mio av-

viso, un senso di insicurezza generale,

con il rischio collaterale di alimentare,

oltrettutto, la sfiducia verso i norma-

li organi di controllo. Sarebbe certa-

mente più produttivo far sì che la gen-

te comune si riappropri del territorio

semplicemente vivendolo, riempiendo

i luoghi insicuri di vita, di luce, di atti-

vità culturali e di svago, piuttosto che

di ronde. Invece di istituire “coprifuo-

co serali” attraverso la chiusura antici-

pata di bar, pub, discoteche e locali,

abbandonando così le strade ai soli

malintenzionati e malcapitati di turno,

bisognerebbe incentivare l’apertura

degli esercizi commerciali anche nel-

le ore serali, garantendo comunque

tranquillità e rispetto delle leggi. Si

otterrebbero così strade e piazze più

illuminate e maggiormente frequenta-

te dai cittadini, che senza bisogno di

uniformi fai-da-te riconquisterebbero

spazi preziosi delle nostre città e nel

frattempo potrebbero segnalare situa-

zioni di rischio alle Forze dell’ordine.

A proposito di Forze dell’ordine, gio-

va ricordare che in Italia sono presenti

ben cinque Forze di polizia, affian-

cate in diversi compiti d’istituto dalle

varie polizie locali (Polizia Municipale

e Polizia Provinciale), oltre ad alcune

migliaia di militari dell’Esercito, ultima-

mente impegnati nel pattugliamento

congiunto delle grandi città. Non sa-

rebbe dunque più logico concentrare

gli sforzi per potenziare gli organici

delle forze di polizia, incrementando-

ne le risorse economiche (assegnate

ormai da anni in misura sempre minore

dalle varie Finanziarie), al fine di mi-

gliorarne gli standard operativi, logisti-

ci e tecnologici? Come si può parlare

di ronde di ausilio e nuove associazio-

ni, quando mancano benzina e parti

di ricambio per le volanti? E quali risul-

tati operativi garantirebbero le “senti-

nelle civiche”?. Facciamo un esempio

pratico della semplice “identificazione

di un soggetto”. Quando un Agente di

Polizia Giudiziaria procede all’identi-

ficazione di una qualsiasi persona in-

contrata durante un normale servizio

di controllo del territorio, possiede

innanzitutto le qualifiche giuridiche

per farlo, oltre che un’adeguata com-

petenza e professionalità. In caso di

comportamento negligente o non

collaborativo del soggetto, il codice

penale prevede delle conseguenze

quali ad esempio l’arresto fino ad un

mese o l’ammenda fino a 206 euro per

chi rifiuta di fornire informazioni sulla

propria identità personale ad un pub-

blico ufficiale nell’esercizio delle sue

funzioni (art 651 cp). Nel caso in cui

nella stessa situazione si venisse a tro-

vare un “volontario per la sicurezza”,

senza poteri né qualifiche di sorta, a

cosa potrà fare appello? Al prinicipio

secondo cui “domandare è lecito e ri-

spondere è cortesia”?. Evidentemente

garantire la Sicurezza reale è compito

degli organismi ufficiali preposti, e non

può essere demandato a ronde poli-

ticizzate (già antagoniste e conflittuali

tra loro in alcune città) che non pos-

sono rassicurare i cittadini né sul pia-

no dell’imparzialità né su quello della

professionalità. Ordine sociale, Legali-

tà e Sicurezza sono espressioni spesso

abusate ed inflazionate in modo non

opportuno. Ma la vera “Sicurezza” per

i cittadini è una soltanto, quella con

l’iniziale maiuscola, la stessa della pa-

rola “Stato”. •

Page 17: Sicurezza Ambiente n.03-09

N. 3 - - pag. 18

energia e ambiente

Queste realtà sono la dimostrazione del fatto che investire nelle rinnovabili è una scelta lungimirante che può innescare uno scenario di innovazione ben più credibile,

moderno e desiderabile di quello che vorrebbero muovere i paladini del nucleare

PrESEntAto il rAPPorto “CoMuni rinnovAbili 2009” Di lEgAMbiEntEA cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS

5.991: questo il numero di Comuni del-

le rinnovabili in Italia, quelli che han-

no installato almeno un impianto per

l’energia non inquinante nel proprio

territorio, con un incremento di 2.801

in più rispetto all’anno passato. Una

crescita su tutti i fronti: solare termi-

co e fotovoltaico, mini idro-elettrico,

geotermico ad alta e bassa entalpia,

impianti da biomasse anche collegati

a reti di teleriscaldamento sono diffusi

nel 79% dei Comuni. Si è formato un

nuovo modello di generazione distri-

buita che cambia sostanzialmente il

modo di guardare all’energia e al rap-

porto con il territorio. Monrupino (Ts),

Minervino Murgie (Ba), Pinerolo (To),

Florinas (Ss), il nostro paese adesso dà

esempio di buone pratiche, di espe-

rienze positive e ripetibili che indica-

no qual è la vera ricetta - realizzabile

da subito - “per un futuro più pulito,

sostenibile, capace di far risparmiare

soldi alle famiglie e alle amministrazio-

ni che sappiano investire in innovazio-

ne, aumentando significativamente i li-

velli di comfort abitativi e qualità della

vita.”

Per osservare il panorama delle fonti

pulite c’è il Rapporto Comuni Rinnova-

bili di Legambiente, che elabora i dati

ottenuti dai Comuni, da studi e rap-

porti di Gse, Enea,

Fiper, Anev oltre

che di Regioni, Enti

Locali e aziende.

Il dossier presentato il 27 Febbraio

nella sede del Gse a Roma, mette in

evidenza una crescita rilevante della

diffusione per tutte le fonti e i para-

metri considerati, “mostrando come le

energie pulite possano rappresentare

la migliore soluzione non solo per usci-

re dalle fonti fossili e salvare il Pianeta

dai cambiamenti climatici ma anche

per rispondere alla crisi economica e

per guardare con un po’ di ottimismo

al futuro.”

“Il territorio italiano possiede tutte le

risorse per diventare il palcoscenico di

una rivoluzione energetica e ambien-

tale incentrata sulle fonti rinnovabili -

ha dichiarato il responsabile Energia di

Legambiente Dott. Edoardo Zanchini

- valorizzando le risorse naturali (sole,

vento, acqua, biomasse, sottosuolo)

attraverso le più moderne tecnologie

e una declinazione locale capace di

creare lavoro e ricerca applicata. Per

farlo, occorre passare da un modo

di ragionare di energia fatto di gran-

di impianti e centralizzato, a uno che

guarda alle caratteristiche e alle risor-

se del territorio, per dare risposta alla

domanda di energia di famiglie e im-

prese.

Il Rapporto mostra come tante realtà

del Paese sono già proiettate in un fu-

turo energetico desiderabile, moder-

no ed economicamente conveniente.

I numeri del Rapporto mostrano come,

valorizzando appieno le potenzialità

offerte dalle diverse fonti di energia

pulita e rinnovabile, si possono otte-

nere risultati concreti in campo ener-

getico, economico e ambientale.

Dobbiaco, Prato allo Stelvio o Lec-

ce per fare qualche esempio, grazie

al mix di fonti pulite utilizzate, pro-

ducono più energia di quanta venga

consumata sul territorio, con effettivi

risparmi per le famiglie oltre che per

l’ambiente e l’indotto occupazionale.

Queste realtà sono oggi la migliore di-

mostrazione del fatto che investire nel-

le rinnovabili è una scelta lungimirante

e conveniente che può innescare uno

scenario di innovazione e qualità nel

territorio, oltre che per far capire che

la sfida in cui l’Europa si è impegnata

in vista del 2020 è a portata di mano

e che per l’Italia

puntare su un mo-

dello di genera-

zione distribuita,

Page 18: Sicurezza Ambiente n.03-09

N. 3 - - pag. 19

incentrato su impianti efficienti, da

fonti rinnovabili è una prospettiva ben

più credibile, moderna e desiderabile

di quella che vorrebbero muovere i

paladini del nucleare.

Secondo Legambiente, il primo setto-

re di intervento riguarda l’integrazione

delle fonti rinnovabili nell’edilizia, in

tre campi prioritari d’intervento: intro-

duzione della certificazione energeti-

ca per gli edifici, obbligo di un con-

tributo delle fonti rinnovabili in tutti

i nuovi interventi edilizi e una nuova

politica per promuovere interventi di

efficienza energetica negli edifici esi-

stenti.

Il secondo campo di intervento ri-

guarda la semplificazione delle au-

torizzazioni per gli impianti da fonti

rinnovabili, oggi il principale problema

riconosciuto da tutti gli operatori del

settore: bisognerebbe rendere libera

e gratuita la realizzazione di un im-

pianto domestico attraverso una sem-

plice comunicazione al Comune per il

solare termico e fotovoltaico sui tetti,

il minieolico, regolati da linee guida

stabilite da Regioni e Comuni; bisogna

inoltre fare chiarezza nelle procedure

di approvazione degli impianti da fonti

rinnovabili, approvando quanto prima

le Linee Guida per l’approvazione dei

progetti di impianti da fonti rinnovabili

previste dal DL 387/2003, in modo da

evitare di avere normative diverse in

ogni Regione; occorre definire i con-

tenuti degli studi ambientali e le at-

tenzioni progettuali specifiche per gli

impianti eolici, idroelettrici, a biomas-

se, geotermici in modo da anticipare

eventuali motivi di preoccupazione

e discrezionalità nel valutare i pro-

getti, e semplificare la realizzazione

dei grandi impianti fotovoltaici a terra

nelle aree dismesse (cave, discariche,

aree artigianali e industriali), limitando

la diffusione di impianti enormi in aree

agricole come sta purtroppo avvenen-

do in molte parti del Mezzogiorno.

Oggi i territori hanno a portata di

mano delle opportunità straordinarie

per realizzare politiche energetiche

sostenibili, che progressivamente por-

tino a liberare città e regioni dalla di-

pendenza di fonti fossili. Ma per farlo

hanno bisogno che Regioni e Governi

fissino la cornice entro cui questi in-

terventi possano diventare realtà, in

modo da scegliere il più adatto mix

di diffusione delle fonti rinnovabili nei

diversi ambiti per realizzare gli obiet-

tivi dell’Unione Europea. Magari guar-

dando a un “cantiere” di innovazione,

come è diventata in questi anni una

regione alpina come l’Alto Adige: un

territorio apparentemente sfavorito

dalle limitate potenzialità rispetto a

due risorse importanti come il sole e

il vento, ma che, grazie a un’attenta

politica di innovazione, può credibil-

mente candidarsi a diventare comple-

tamente autonoma dai combustibili

fossili entro il 2020, raddoppiando il

contributo delle fonti energetiche pu-

lite. Il Rapporto completo con tutte le

classifiche e i risultati è visionabile sui

siti www.legambiente.eu e www.fonti-

rinnovabili.it. •

Page 19: Sicurezza Ambiente n.03-09

N. 3 - - pag. 20

mare nostrum

SCoPErtA in CAlAbriA forEStA Di CorAllo nEroA cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS

È la più vasta del mondo: trentamila colonie

trentamila colonie, adagia-

te tra i 50 e i 110 metri di

profondità sui fondali roc-

ciosi della mitica Scilla: è

nel mare di Calabria che si

staglia la più grande foresta di coral-

lo nero del mondo. Apre scenari del

tutto inediti la scoperta fatta dagli stu-

diosi marini dell’Istituto superiore per

la protezione e la ricerca ambientale

Ispra (ex Icram) impegnati in un pro-

getto di monitoraggio della biodiversi-

tà marina in Calabria.

A documentare la presenza della fore-

sta di corallo nero (che di nero, però,

ha solo lo scheletro) più estesa del

mondo è stato Rov, un robot sottoma-

rino utilizzato per le analisi e per osser-

vare, filmare e fotografare. Rov, coman-

dato dalla superficie, si è immerso con

il suo occhio elettronico nei fondali del

Tirreno calabrese, per catturare e resti-

tuire immagini mozzafiato di specie di

coralli, gorgonie, alcionari, pennatula-

cei e pesci rarissimi, molti dei quali mai

osservati nel loro ambiente naturale.

Equipaggiato anche per acquisire cam-

pioni fino a 400 metri di profondità, il

robot subacqueo, che è in grado di co-

municare in ogni istante la propria po-

sizione all’operatore, è stato utilizzato

dagli studiosi nell’ambito del progetto

partito nel 2005 e finanziato dall’Asses-

sorato all’Ambiente della Regione Ca-

labria. Un lavoro che proseguirà fino a

tutto il 2010 e dai risultati del quale gli

esperti dell’Ispra si attendono di indivi-

duare, sui fondali calabresi, numerose

altre specie rare, anche di invertebrati

marini. Ma in Calabria non è solo il mare

di Scilla a riservare sorprese agli scien-

ziati marini che parlano di “rara ric-

chezza da salvaguardare”. Nel Golfo di

Lamezia, zona ritenuta di grande inte-

resse sia dal punto di vista fisico che da

quello biologico, sono state osservate,

a circa 150 metri di profondità, per la

prima volta nel loro ambiente naturale,

cinque altre colonie di un’altra specie

di corallo nero, il rarissimo Antipathes

dicotoma.

Risultato non da poco se si pensa che,

a livello mondiale, sono stati raccolti e

studiati solo cinque esemplari di que-

sto coralligeno, l’ultimo dei quali, indi-

viduato nel 1946 nel Golfo di Napoli,

venne donato al Museo dell’Università

di Harvard. “Comprendere il funziona-

mento dell’ecosistema marino, la sua ri-

sposta ai cambiamenti naturali e a quel-

li indotti dalle attività umane - afferma

l’assessore all’Ambiente della Regione

Calabria, Silvio Greco, già ricercatore e

commissario straordinario dell’Icram - è

di importanza centrale per una corret-

ta gestione di questo complesso terri-

torio”.

I fondali marini rocciosi, che si trovano

a profondità comprese tra i 50 e i 450

metri, rappresentano, per gli studiosi

di biologia marina, delle vere e proprie

miniere in materia di biologia ed ecolo-

gia. “Le analisi genetiche e istologiche

che i ricercatori del Dipartimento di

Scienze del mare dell’Università Politec-

nica delle Marche stanno eseguendo

sui frammenti dei coralli raccolti - spie-

ga Simonepietro Canese, responsabile

del progetto - stanno aprendo nume-

rosi interrogativi su queste specie rare

e protette, per la prima volta osservate

e studiate nel loro ambiente naturale”.

Il corallo nero è una specie molto rara

e molto difficile da osservare in natura,

vista la profondità alla quale cresce, da

50 a oltre 200 metri. Ecco le principali

caratteristiche:

- CLASSIFICAZIONE: il corallo nero,

Antipathes subpinnata, appartiene

alla classe dei coralli, o Antozoi, che

consistono di piccoli polipi, grandi

qualche millimetro, radunati in colo-

nie di individui simili che, producendo

carbonato di calcio, formano lo sche-

letro che li fa somigliare ad un albero.

Il più conosciuto è il corallo rosso, ma

esistono anche le specie gialla e bian-

ca. I polipi del corallo nero hanno sei

tentacoli piuttosto piccoli, al contrario

del corallo rosso in cui si contano otto

tentacoli.

- ASPETTO E VITA: da non confondersi

con il falso corallo nero, la Gerardia

Savaglia, l’antipate cresce sulle roc-

ce in verticale e possiede tronchi di

colore nero o molto scuro che si ra-

mificano in rami sempre più sottili ed

esili facendo assumere alle colonie

un aspetto vaporoso. Le colonie co-

ralline, in generale, costituiscono i più

vecchi organismi animali vivi al mon-

do. Si stima che alcuni coralli abbiano

quasi un migliaio di anni.

(fonte: la Stampa.it)

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protezione animaliil fEnoMEno DEl rAnDAgiSMo: un APProCCio SCiEntifiCo

Il miglior metodo per sconfiggere il randagismo consiste nell’utilizzo di misure preventive come la sterilizzazione, l’educazione e l’informazione del pubblico

Abbiamo assistito ad

inizio 2009 ad avveni-

menti tragici che han-

no portato all’atten-

zione dell’opinione

pubblica uno dei problemi più sotto-

valutati degli ultimi decenni: il proble-

ma del randagismo.

Scopo del presente articolo è, però,

quello di tentare un approccio scien-

tifico al problema.

di Roberto Zucca / Segretario UGL dell’Ispettorato Generale

Una volta, quando non c’era una vera

e propria disciplina che si occupasse

del fenomeno, tutti i cani senza pa-

drone erano definiti “randagi”. Oggi

si sa invece, dopo approfonditi studi,

che ne esistono molti tipi e con carat-

teristiche diverse, classificati in base al

comportamento in natura e ai rapporti

con l’uomo.

I cani che sono liberi di vagare vengo-

no comunemente chiamati “vaganti”.

Per il controllo di questi animali è in-

dispensabile conoscere il tipo di rap-

porto che hanno con l’uomo.

Per questo motivo l’OMS (Organizza-

zione Mondiale della Sanità) ha pro-

posto una classificazione che poggia

su due parametri fondamentali per

la sopravvivenza di una popolazione

canina: la dipendenza degli animali

dall’uomo per il cibo ed i rifugi ed il

grado di controllo esercitato dall’uo-

Page 22: Sicurezza Ambiente n.03-09

N. 3 - - pag. 21

mo sui loro movimenti e la loro ripro-

duzione (WHO/FAO,1990).

I cani inselvatichiti sono cani senza pa-

drone, che nascono e vivono in natura

e che non avendo conosciuto l’Uomo

nella prima parte della loro vita, non

solo non ne ricercano la compagnia

ma anzi lo temono e tendono ad evi-

tarlo e, quindi, non ne dipendono di-

rettamente in nessun modo. Vivendo

in un contesto selvatico, sono sotto-

posti alla pressione selettiva dell’am-

biente naturale che favorisce solo gli

esemplari più forti, di dimensioni me-

die e grandi. I cani inselvatichiti sono

da considerare veri e propri predatori

selvatici, al pari del Lupo al quale, pe-

raltro, sono molto simili nel compor-

tamento.

I cani randagi urbani sono cani senza

padrone, che vivono solitamente nei

centri urbani o nelle immediate vici-

nanze. In genere dipendono, per l’ali-

mentazione, dall’Uomo (direttamente

o rovistando in discariche e cassonet-

ti) di cui peraltro ricercano la compa-

gnia.

Soprattutto di notte si riuniscono

in branchi anche molto numerosi e

possono allontanarsi notevolmente

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N. 3 - - pag. 24

dai centri urbani.

Questi cani pos-

sono incrementa-

re la schiera dei

cani inselvatichiti

ai quali si unisco-

no.

Proprio questa

categoria, non

fosse altro che

per motivi di am-

piezza della po-

polazione, pone

i più seri problemi

igienico-sanitari per l’Uomo e il mag-

giore impatto sull’ambiente naturale.

Gli ibridi tra cane e lupo, appartenen-

do alla stessa specie (Canis lupus),

possono accoppiarsi dando vita a

prole fertile. Dal punto di vista della

conservazione del lupo questo è un

fenomeno gravissimo.

Animali che a prima vista sembrano

lupi, per la forma del cranio, il muso

affilato, gli occhi a mandorla, le strisce

scure sulle zampe anteriori, all’esa-

me del Dna possono rivelare geni di

cane.

Anche se possono spaventare per il

loro aspetto da lupi, in realtà posso-

no essere docili come cani. O anche

viceversa: somigliare a un cane ma es-

sere selvatici come un lupo.

I cani padronali invece, a differenza

degli altri, hanno un padrone e la cer-

tezza di trovare ogni notte un rifugio

e una ciotola piena; vivono nei cortili

aperti di fattorie o case isolate e per

parte della giornata sono liberi di va-

gare nei territori circostanti.

La densità della popolazione canina

varia in relazione ai diversi habitat,

alle diverse culture, ai differenti strati

sociali della popolazione umana, sia

rurale che urbana.

Quando una popolazione canina

raggiunge una certa densità, i tassi di

natalità e mortalità si eguagliano, la

popolazione raggiunge un equilibrio

e non cresce più.

Questo tipo di crescita della popola-

zione è denominata crescita logistica.

Il limite superiore al quale si ferma è

chiamato capacità portante dell’am-

biente. Ogni habitat ha una capacità

portante specifica per ogni specie.

Questa capacità specifica dipende es-

senzialmente dalla disponibilità delle

risorse (siti riproduttivi, rifugi, cibo,

acqua) per le specie in questione.

Ogni diminuzione nella densità della

popolazione causata da una mortali-

tà eccessiva (abbattimenti, cattura e

chiusura nelle strutture preposte) è

rapidamente compensata da più alti

indici di natalità e sopravvivenza. In

altri termini, quando i cani vengono

eliminati, la speranza di vita dei so-

pravvissuti aumenta perché possono

accedere più facilmente e con meno

competizione alle risorse dell’am-

biente.

Il Dott. Rosario Fico, veterinario

dell’Istituto zooprofilattico di Teramo

è tra i massimi esperti in Italia di fauna

selvatica, analisi del Dna sugli animali

e cani randagi ed è il tecnico che il Mi-

nistero dell’Ambiente utilizza, in ogni

parte d’Italia ma anche all’estero, per

risolvere i casi di randagismo ai qua-

li gli enti locali non riescono a porre

rimedio. Nei molti anni di esperienza

sul campo, il dott.

Fico ha concluso

che catturare e

rimuovere i cani

da una popola-

zione bilancia-

ta, provoca un

cambiamento del

comportamento

generale dei cani

sul territorio e

indebolisce la sa-

lute complessiva

dei singoli indivi-

dui. Si introducono cani più giovani

e più predisposti alle malattie, più ag-

gressivi e più prolifici.

Il miglior metodo per sconfiggere, o

attenuare, il fenomeno in questione,

è l’utilizzo delle risorse umane e finan-

ziarie nelle misure preventive come la

sterilizzazione, l’educazione e l’infor-

mazione del pubblico, nonché di un

adeguato sistema di registrazione ed

identificazione, (questo dovrebbe

scoraggiare il cittadino all’abbando-

no). Catturare i randagi (rinchiuderli

in canili e/o abbatterli) dovrebbe es-

sere tentato soltanto in casi eccezio-

nali, per esempio quando un cane è

pericoloso.

Il fenomeno del randagismo è ben

lontano dal trovare una soluzione, e

non servirà a molto disseminare boc-

coni avvelenati pensando di debella-

re il problema.

Le Istituzioni dovranno muoversi di

pari passo con il mondo dell’associa-

zionismo e, senza attendere oltre,

occorrerà educare l’intero paese al

rispetto degli animali, poiché troppo

spesso si dimentica che il fenomeno

del randagismo è, se non provocato,

almeno peggiorato dall’abbandono

di questi e derivante dall’insensibilità

e dalla mancanza di responsabilizza-

zione dell’uomo. •

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un’area in totale di

6011 ha, ricadenti nei

territori di Ancona,

Camerano, Numana e

Sirolo. Di sassi bianchi

come la pietra del Conero sono fatte

le calette ricavate dal Monte Cone-

ro, l’emergenza alta 572 m a picco

sull’Adriatico, unica nel suo

genere da Trieste al Garga-

no. Le sue pendici orientali

sul mare sono costituite da

falesie calcaree e nella parte

restante è dominato da vaste

formazioni mediterranee e

boschi misti. Originatosi a se-

guito di una lunga azione di

sedimentazione marina ini-

ziata nel Giurassico, il Monte

Conero è emerso nel Plioce-

ne, cinque milioni di anni fa.

La presenza di cave dismes-

se, rende il Parco un ‘libro

aperto’ sulla storia geologica

della zona e sull’intera suc-

cessione stratigrafica dell’Ap-

pennino umbro-marchigiano.

Di particolare importanza è la

cava di Massignano, divenuta

sezione tipo mondiale per

il passaggio Eocene/Oligo-

cene, oggi attrezzata per le

visite.

Istituito nel 1987 per tutelare

ricchezza e varietà di flora e

ecosistemi

MArChE: il PArCo rEgionAlE nAturAlE DEl ConEro

Il Parco del Conero è un palcoscenico di rara bellezza che comprende un tratto di costa alta, oltre ad un’ampia fascia collinare interna, incantevoli scorci panoramici e tanta storia

A cura di Danilo Ciufoli / Segretario Regionale Marche

fauna e di tesori culturali, il Parco Re-

gionale del Conero vanta anche nu-

merose peculiarità botaniche come

l’euforbia arborescente, la violaciocca

e il finocchio selvatico. Tra le specie di

mammiferi la salvaguardia del territorio

consente la presenza del tasso, volpe,

puzzola, riccio, donnola. Ed anche

se non autoctoni ma ormai adottati

dall’area protetta, di cinghiali e caprio-

li. Punto noto di migrazione di rapaci,

prezioso per chi ama il birdwatching,

non di rado il Parco regala altresì lo

spettacolo di aironi in volo o posati

in punti di sosta. Approdo nel IV sec.

a. C. dei Greci che hanno risalito le

coste meridionali in cerca di

città da fondare, nel Conero i

Dori hanno gettato le ancore

e fissato la dimora, chiaman-

do Komaros (corbezzolo) il

promontorio ed Ancon (go-

mito) la curva settentrionale

del Monte. Nel suo punto più

alto c’è la Chiesa di San Pietro,

con i resti del complesso mo-

nastico edificato poco dopo

l’anno Mille, dove vengono

conservati elementi romani-

ci come i capitelli decorati

con motivi floreali o animali.

Nell’Area Protetta è incasto-

nata parte di Ancona, capo-

luogo delle Marche, la città

in cui il sole sorge e tramon-

ta sul mare. è entrando dal

porto della dorica che se ne

apprezzano storia e ricchez-

ze naturali. Da lì, alzando lo

sguardo, si ammirano le linee

romaniche della cattedrale

di San Ciriaco, che con il suo

portale vanvitelliano, simboli-

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N. 3 - - pag. 27

ca porta che unendo l’Oriente all’Oc-

cidente, si protende sull’Adriatico. Ma

le emozioni non finiscono dopo aver

visitato i numerosi monumenti e piazze

disseminati in città. Dal Passetto, attra-

verso una strada panoramica si giunge

invece a Portonovo, l’incantevole baia

dall’arenile bianco e ciottoloso con i

suoi due laghetti salmastri retrodunali,

la Chiesetta romanica di Santa Maria,

la Torre De Bosis (una torre di guardia

settecentesca) ed un Fortino Napole-

onico.

Sirolo, borgo medievale, è uno dei

gioielli del Conero sviluppatosi entro

una rocca fortificata a strapiombo sul

mare dove si trovano le spiagge ricer-

cate da chi ama i paesaggi mozzafiato.

Confinante con Sirolo è Numana anti-

co porto piceno rifondato nel V seco-

lo a.C. dai Siracusani. La cittadina offre

al visitatore un centro storico caratte-

rizzato da viuzze che si snodano tra

casette ed una parte che vive attorno

al porticciolo, delimitato a nord da

una scogliera alta e frastagliata, a sud

dalle spiagge attrezzate e dal centro

di Marcelli. Come a Sirolo, a Numana

sventola la Bandiera Blu, sinonimo di

acqua limpida e servizi efficienti. In

questo quadro si inserisce perfetta-

mente Camerano, dalle antichissime

origini, nel cui sottosuolo si dirama

un articolato percorso ipogeo. Detta

la ‘capitale del Rosso Conero’, è un

eccellente connubio di arte e natura.

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N. 3 - - pag. 28

L’Area Protetta del Conero, paradi-

so degli escursionisti, è percorsa da

sentieri adeguatamente segnalati che

raggiungono l’apice delle sfumature

in primavera, quando le ampie radure

sono fiorite. Gli itinerari, percorribili

anche in mountain bike o a cavallo,

sono praticabili con l’aiuto della se-

gnaletica, della carta per escursionisti

e, a richiesta, delle guide del Parco. I

prodotti tipici di questa terra sono il

vino Rosso Conero, il miele, l’olio, la

lavanda.

Attraverso il parcoè possibile visitare il Parco del Conero

a piedi, a cavallo o in mountain bike

con un reticolo di 18 sentieri che at-

traversano tutti gli ambienti presenti

all’interno dell’Area protetta. All’ini-

zio del sentiero è posto un tabellone

indicante il numero del tracciato, il

tempo di percorrenza, la difficoltà e

la descrizione. A ridosso degli incroci

principali si trova un paletto di metallo

che indica le direzioni.

Suggestiva è il sentiero numero 1,

la cosiddetta Traversata del Conero

(tempo di percorrenza: ore 4; diffi-

coltà: facile; percorribilità: a piedi, a

cavallo, con mountain-byke dal Pog-

gio fino all’ex Monastero di S.Pietro,

da qui fino a Fonte d’Olio percorribile

solamente a piedi).

Ambiente: il monte Conero in tutto il

suo splendore, attraverso tutti i pa-

esaggi più belli del parco, all’interno

della zona di riserva naturale. Ottimi

i punti panoramici sulla costa e sulla

zona collinare interna ed appennini-

ca.

Vegetazione: bosco misto di caduci-

foglie (roverella , carpino nero, acero

napoletano) macchia mediterranea

termofila (leccio, corbezzolo), rimbo-

schimenti (pino d’aleppo, pino nero

d’Austria, cipresso), ex coltivi. Nel

sottobosco ricche fioriture di primule,

ciclamini, abbondanza di pungitopo e

presenza di orchidee.

Osservazioni faunistiche: eccezionale

presenza avifaunistica con passerifor-

mi di bosco e di macchia (cincia mora,

rampichino, crociere), picchio rosso

maggiore. Pian Grande è un ottimo

punto di osservazione durante il passo

migratorio primaverile di uccelli rapaci

(falco pecchiaiolo, falco cuculo, falco

pescatore e biancone). Per quanto ri-

guarda i mammiferi, qui vivono il tasso

e la faina, tra i rettili frequente è l’in-

contro con il ramarro. Gli ex coltivi e

le zone marginali del bosco sono gli

ambienti preferiti dalle farfalle (cedro-

nella, vanessa, atalanta).

Note: ex Monastero di S. Pietro al Co-

nero (1038), grotta del Mortarolo.

Itinerario: si parte dall’abitato del Pog-

gio Sant’Antonio sul lato sinistro del

bar Dubbini.

Il sentiero sale in una zona con parec-

chi arbusti, alla sommità vi è un’inte-

ressante vista sul Trave. Dopo l’attra-

versamento di un tratto boschivo si

raggiunge in un’ora circa Pian Grande.

Sulla sinistra si può vedere la Baia di

Portonovo. Ripreso il sentiero princi-

pale, dopo aver attraversato un ulte-

riore boschetto al bivio segnalato, si

prende la direzione sinistra e si giunge

ai Piani di Raggetti. Qui bisogna sce-

gliere tra due direzioni: con la prima si

prosegue sulla strada grande, mentre

con la seconda si sale a sinistra co-

steggiando la “Casa Lucignani” e poi si

arriva alla strada asfaltata. Si può visi-

tare la cripta della Chiesa di S. Pietro

ed i ruderi del Monastero. Possibilità

di ristorarsi.

Il sentiero prosegue con un bosco di

latifoglie fino ad uno spiazzo con un

basamento in muratura. Si va a sinistra

costeggiando una zona a picco sul

mare dove troviamo esempi di mac-

chia mediterranea, e si arriva su una

strada più larga con un punto di osser-

vazione caratteristico: il Belvedere sud

con vista sugli scogli delle Due Sorelle.

Continuando si scende in una zona

con case e poi si prende la strada co-

munale per Fonte d’Olio e quindi si

arriva alla strada provinciale.

Per tornare al punto di partenza ci si

può servire dei mezzi pubblici.

Deviazione 1 A - Belvedere Nord (tem-

po di percorrenza: ore 0,50; difficoltà:

facile; percorribilità: solamente a pie-

di; ambiente: Riserva naturale).

Si percorre il sentiero N. 1 fino a Pian

Grande fino ad arrivare ad un incrocio

di 4 strade, qui si prende a sinistra, si

sale nel bosco fino ad arrivare ad uno

spiazzo detto Belvedere Nord (non

facile da trovare) da cui si può vedere

la costa da Portonovo verso Nord.

Si sale prendendo la strada asfaltata

fino a raggiungere l’ex Convento dei

Camaldolesi.

Deviazione 1 B - Incisioni rupestri (tem-

po di percorrenza: ore 0;20; difficoltà:

media; percorribilità: solamente a pie-

di; ambiente: Riserva naturale).

Si accede dall’itinerario 1. Da casa

Cipriani ai Piani di Raggetti inizia un

sentiero in salita in direzione Nord-

Est. Si oltrepassa la”Casa Lucignani” e

si prende a sinistra per un sentierino

che arriva alle incisioni rupestri (lastre

di roccia con evidenti incisioni fatte

dalla mano dell’uomo presumibilmen-

te nell’età del bronzo).

Deviazione 1 C - Grotta del Mortarolo

(tempo di percorrenza: ore 0,10; diffi-

coltà: media; percorribilità: solamente

a piedi; ambiente: riserva naturale).

Si supera sia il Belvedere sud che un

canalone (il sentiero qui è pianeggian-

te) e si prende una deviazione sulla

sinistra immersa nella macchia che ci

porta ad una grotta piuttosto gran-

de abbastanza illuminata: è questa la

Grotta del Mortarolo. Quindi si ritorna

per lo stesso sentiero al punto di par-

tenza. •

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sindacale

tErrEMoto:SoliDAriEtà DEll’uglA cura dell’Ufficio Stampa

Una delegazione guidata da Polverini a L’Aquila. Raccolta fondi e beni di prima necessità

Campagna di solidarietà

dell’Ugl per le popola-

zioni colpite dal violento

terremoto in Abruzzo. è

stata aperta una sotto-

scrizione Ugl Pro terremoto Abruz-

zo, anche sensibilizzando i lavoratori

nei luoghi di lavoro, per raccogliere

fondi da destinare a sostegno delle

famiglie anche secondo le indicazio-

ni che arriveranno dalla Protezione

civile.

Si potranno effettuare versamenti

presso qualsiasi ufficio postale trami-

te bollettino intestato a Ugl Pro ter-

remoto Abruzzo C/C Bancoposta n.

95817862; oppure, tramite bonifico

bancario da una sportello di qualun-

que istituto di credito utilizzandole

seguenti coordinate: Ugl Pro terre-

moto Abruzzo C/C Bancoposta n.

95817862 IBAN IT07 T076 0103 2000

0009 5817 862.

Una delegazione guidata dal se-

gretario generale, Renata Polverini,

è andata a L’Aquila per consegnare

una roulotte donata alla Confedera-

zione con la specifica finalità di con-

sentire alla sede locale del sindacato

di continuare ad essere operativa. La

Utl di L’Aquila è infatti stata resa ina-

gibile dal sisma e il mezzo permette-

rà ai nostri sindacalisti di proseguire

la loro attività di assistenza ai lavo-

ratori, ai pensionati e alle famiglie in

Renata Polverini

grave difficoltà. Sono stati consegnati

inoltre beni di prima necessità arriva-

ti alla Ugl nell`ambito della campagna

di solidarietà promossa dal sindaca-

to a sostegno delle popolazioni col-

pite dal terremoto. Polverini ha visi-

tato i campi che ospitano le famiglie

rimaste senza casa e l’ospedale da

campo augurandosi che proprio da

lì riparta la ricostruzione.

L’Ugl ha apprezzato la tempestività

degli interventi adottati dal Governo

per fronteggiare l’emergenza e con

una lettera al premier, Polverini ha

chiesto attenzione per lavoratori e

famiglie sollecitando “un ulteriore

programma di interventi fiscali e nor-

mativi a sostegno dei redditi dei la-

voratori dipendenti e dei pensionati

e al mantenimento dei livelli occupa-

zionali, con particolare attenzione

alle piccole e medie imprese”. Pro-

poste su cui l`Ugl è pronta a dare il

proprio contributo nell’ambito di

una fattiva collaborazione. •

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DirigEnti rEgionAli

Abruzzo - SEgrEtEriA rEgionAlESEGRETARIO - DI GREGORIO ENRICO - C.DO STAZIONE L’AQUILA - 3397491670

VICE SEGRETARIO - GALLUCCI VINCENZO - CTA GRAN SASSO

bASiliCAtA SEgrEtEriA rEgionAlESEGRETARIO - MORESCHI DANIELE - COMANDO PROV.LE POTENZA - 3292018805

VICE SEGRETARIO - CALABRESE SAVERIO - COMANDO PROV.LE POTENZA - 3288074626

CAlAbriA - SEgrEtEriA rEgionAlE SEGRETARIO - CARIDI SAVERIO - CTA REGGIO CALABRIA - 3289215441

VICE SEGRETARIO - CASSARINO GIUSEPPE - CTA REGGIO CALABRIA - 3296215260VICE SEGRETARIO - CIPPARRONE NATALE - C.DO STAZIONE LAINO - 3284857903

CAMPAniA - SEgrEtEriA rEgionAlESEGRETARIO - CENERE GIOVANNI - COMANDO REG.LE NAPOLI - 3201752713

VICE SEGRETARIO - MAGLIONE ROBERTO - COMANDO PROV.LE NAPOLI - 3486403411

EMiliA roMAgnA - SEgrEtEriA rEgionAlE SEGRETARIO - RUSCILLO VINCENZO - C. PROV. REGGIO EMILIA - 3493176540

VICE SEGRETARIO - DI MIERI ADRIANO - C.DO STAZIONE PAVULLO NEL FRIGNANO - 3472300779

lAzio - SEgrEtEriA rEgionAlESEGRETARIO - LUCIANI LUCIANO - ISPETTORATO GENERALE - 3296469350

liguriA - SEgrEtEriA rEgionAlESEGRETARIO MASSARI ROBERTO - COMANDO PROV.LE LA SPEZIA - 3343385962

VICE SEGRETARIO - VANDELLI MARINA - C.DO STAZIONE PONTEDECIMO - 3479203255

loMbArDiA - SEgrEtEriA rEgionAlESEGRETARIO REGGENTE - CLAUDIO CICETTI - COMANDO STAZIONE BARZIO - 3381106084

VICE SEGRETARIO REGGENTE - PANICHELLA DAVIDE - COMANDO REG.LE MILANO - 3465890944

MArChE - SEgrEtEriA rEgionAlESEGRETARIO - CIUFOLI DANILO - C.DO STAZIONE CAGLI - 3381029473

MoliSE - SEgrEtEriA rEgionAlESEGRETARIO - PANICHELLA DOMENICO - C.DO STAZIONE CAMPOBASSO - 3381073681

VICE SEGRETARIO - GIOIA PAOLO - C.DO STAZIONE CAMPOBASSO - 3287087251VICE SEGRETARIO - DI PAOLO IOLANDA - REGIONALE CAMPOBASSO - 3398788670

PiEMontE - SEgrEtEriA rEgionAlESEGRETARIO REGGENTE - MANCUSO MAURIZIO - COMANDO REG.LE TORINO - 3462446329

VICE SEGRETARIO - SCARLATA LUIGI - COMANDO REG.LE TORINO - 3407468728VICE SEGRETARIO - LUCCHESE IGNAZIO - COMANDO REG.LE TORINO - 3290832858

PugliA - SEgrEtEriA rEgionAlESEGRETARIO - LUISI ANTONIO - REGIONALE BARI - 3473734503

VICE SEGRETARIO - PANZA GIOVANNI - CITES BARI BIS - 3403702423VICE SEGRETARIO - TEDESCHI GIUSEPPE - REGIONALE BARI - 3388413609

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SiCiliA - SEgrEtEriA rEgionAlESEGRETARIO - CASTRONOVO VINCENZO - NUCLEO CITES PALERMO - 3394294487

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toSCAnA - SEgrEtEriA rEgionAlESEGRETARIO - IGNESTI VINCENZO - PROVINCIALE AREZZO - 3281647912

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uMbriA - SEgrEtEriA rEgionAlESEGRETARIO - STROPPA MARCO - REGIONALE PERUGIA - 3398501020

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Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) Art. 1 comma 1 - DCB MilanoAutorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008Il corrispettivo per l’abbonamento a questo periodico è escluso dal campo di applicazione dell’IVA ai sensi e per gli effetti del combinato disposto dall’ Art. 22 della legge 25/02/1987 n. 67 e dell’ Art.2.3° comma, lettera i) del D.P.R. del 26/10/1972 n.633 e successive modifiche e integrazioni. Qualora l’abbonato non dovesse trovare la pubblicazione di proprio gradimento potrà avvalersi della clausola di ripensamento e ottenere il rimborso della somma versata, richiedendola in forma scritta nei ter-mini previsti dalla legge. Dal rimborso sono escluse soltanto le eventuali spese accessorie, così come individuate ai sensi dell’ Art. 3 comma 2. Per soli fini amministrativi, l’abbonato che non intenda rinnovare l’abbonamento è pregato di darne tempestivamente comunicazione scritta alla società di diffu-sione. è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e dei materiali pubblicati senza la preventiva autorizzazione scritta dall’Editore. I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerare opinioni personali degli autori stessi, pertanto non impegnano il Direttore né il comitato di redazione. Si precisa che “Sicurezza Ambiente” non è una pubblicazione dell’Amministrazione Pubblica, né gli addetti alla diffusione possono qualificarsi come appartenenti alla stessa. La dir-ezione declina ogni responsabilità per eventuali errori e omis-sioni, pur assicurando la massima precisione e diligenza nella pubblicazione dei materiali.

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