Sicurezza Ambiente n.02-09

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ORGANO UFFICIALE DELL’UGL - FEDERAZIONE NAZIONALE CORPO FORESTALE DELLO STATO ECOSISTEMA L’importanza delle foreste contro i cambiamenti climatici Anno 2 - n. 2 - marzo/aprile 2009 - € 16.25 - Poste italiane Spa Spedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008 ORGANO UFFICIALE DELL’UGL Federazione Nazionale Corpo Forestale dello Stato INTERCETTAZIONI TELEFONICHE Proposte e polemiche sulla riforma a pag. 8 ZOOMAFIA La tratta disumana dei cuccioli di cane a pag. 10 BUCO DELL’OZONO Un disastro ecologico, vent’anni dopo a pag. 12 n.2 marzo/aprile QUESTO PRODOTTO È COMPLETAMENTE BIO-DEGRADABILE E RICICLABILE, NEL PIENO RISPETTO DELL’AMBIENTE

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La rivista è un interessante punto d’osservazione anche delle dinamiche sindacali, quelle che hanno visto l’Ugl tutta, e la federazione, conquistare un importante spazio politico nel panorama nazionale.

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contro i cambiamenti climatici

Anno 2 - n. 2 - marzo/aprile 2009 - € 16.25 - Poste italiane SpaSpedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1

comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008

OrganO ufficiale dell’ugl federazione nazionale corpo forestale dello stato

intercettaziOni telefOniche

proposte e polemiche sulla riforma

a pag. 8

zOOmafia

la tratta disumana dei cuccioli di cane

a pag. 10

bucO dell’OzOnO

un disastro ecologico, vent’anni dopo

a pag. 12

n.2 marzo/aprile

QuestO prOdOttO è cOmpletamente biO-degradabile e riciclabile, nel pienO rispettO dell’ambiente

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N. 2 - - pag. 3

sommario

4 - Editoriale

Riformare il Comparto per migliorare la sicurezza

nel Paese

6 - Inquinamento Depuratori: storie infinite

8 - il silenzio degli intercettati Proposte e polemiche per la riforma di un valido

strumento investigativo

10 - Zoomafia La tratta disumana dei cuccioli di cane

12 - Il buco dell’ozono vent’anni dopo Cronaca di un disastro ecologico (quasi) risolto

16 - Apprendistato Il “Tiber” rompe definitivamente le righe

18 - In Colombia un’arca di Noè Scoperte 10 specie di anfibi

20 - Ecosistema L’importanza delle foreste contro i cambiamenti

climatici

23 - Ambiente L’Associazione Ambiente e/è Vita in Colombia

24 - Sindacale - Intervento del Segretario Generale dell’UGL Renata

Polverini

- Nuove regole sindacali per rilanciare al lavoro e dare

potere alla retribuzione

- Comunicati a cura di Danili Scipio

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editoriale

N. 2 - - pag. 4

RIfoRmARE Il CompARto pER mIglIoRARE lA SICuREZZA NEl pAESEdi Paolo Varesi / Segretario Confederale UGL

Dopo una serie d’incon-

tri ad oltranza le orga-

nizzazioni sindacali

e le rappresentanze

militari hanno final-

mente raggiunto l’accordo. Nei primi

mesi dell’anno, verranno attribuiti al-

cuni benefici economici, peraltro già

previsti per il biennio 2006 - 2007, per

una somma complessiva di circa 280

milioni di euro.

L’intesa ha consentito, inoltre, di supe-

rare gli effetti del cosiddetto “decreto

Brunetta” in materia di penalizzazioni

economiche in caso di assenza per

malattia e di recuperare terreno rispet-

to ad alcune ingiustizie retributive, ac-

cumulate in questi anni, come quella

della minore retribuzione dell’ora di

lavoro straordinario, sulla quale solo

noi dell’Ugl abbiamo avuto dapprima

il coraggio di avviare una solida azio-

ne giurisdizionale per poi impegnare il

Governo affinché riconoscesse le no-

stre ragioni nell’ambito del Patto per

la Sicurezza.

La trattativa, come spesso succede,

ha avuto alti e bassi, grazie anche alla

personalità del ministro Renato Bru-

netta, cui piace cimentarsi in accesi

confronti dialettici.

Si è comunque chiuso un ciclo.

Il Comparto sicurezza e difesa ha mo-

strato tutti i propri limiti: mancanza

di una visione d’insieme del settore;

acuita differenziazione delle singole

specificità, eccesso di scontrosità tra

rappresentanze e sindacati; disomo-

genea applicazione di analoghi istituti

normativi e retributivi.

Nel corso di questi ultimi anni, da

quando sono stati varati i decreti legi-

slativi in materia di procedure del rap-

porto d’impiego del personale delle

forze di polizia e delle forze armate, il

Per evitare inutili contrapposizioni, è necessario cogliere le diversità di ognuno rispetto ai temi comuni

Luigi Di Battista

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N. 2 - - pag. 5

Comparto ha fatto molta strada, con-

sentendo a categorie, tutte di cultura

militare, di crescere maturando mag-

giore consapevolezza e una visione

più ampia del mondo del lavoro. Sono

trascorsi dieci anni e le cose sono

molto cambiate. È cambiata la struttu-

ra delle amministrazioni; i compiti at-

tribuiti alle diverse Forze; è cambiata

soprattutto l’attenzione dell’opinione

pubblica rispetto ai temi della sicurez-

za interna ed esterna al Paese oltre

che, naturalmente, la pressione poli-

tica. Non potevano essere da meno le

aspettative e i bisogni del personale e

dei propri modelli di rappresentanza.

Per tutte queste ragioni il Comparto

va presto riformato, partendo innan-

zitutto dalle norme. I decreti legislativi

istitutivi non sono più in grado di reg-

gere il passo con le mutate condizioni

operative. Immaginare di poter con-

tinuare ad impegnare organizzazioni

e rappresentanze su temi marginali e

in alcuni casi completamente estranei

ai propri compiti istituzionali, significa

rinunciare a riconoscere alle forze di

polizia e alle forze armate un adegua-

to ruolo sociale, relegandole nello

“scaffale” della solidarietà da utilizzare

quando serve.

Riformare non significa distruggere,

tutt’altro. Occorre, però, delineare

una diversa articolazione delle proce-

dure e delle materie oggetto del con-

fronto, cercando di cogliere le diversi-

tà di ognuno rispetto ai temi comuni.

Solo così si potranno evitare inutili e

dannose contrapposizioni che oggi ri-

schiano di dividere la categoria anche

su temi comuni e di portata generale.

La partita della sicurezza si gioca an-

che sul piano sindacale. Una maggiore

coesione e un senso di diffusa colle-

ganza aiuta tutti gli attori a parteci-

pare meglio e in modo più convinto

alle numerose sfide che attendono il

settore. •

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inquinamento

DEpuRAtoRI: StoRIE INfINItEdi Alberto Mauri / Agente CFS

Ancora una volta la Forestale interviene per fermare un disastro ambientale

Nonostante i controlli,

nonostante le nor-

mative, nonostante

la sensibilità ormai

acquisita e l’impor-

tanza mediatica per la tutela dell’am-

biente, è ormai un dato certo che la

maggior parte dei comuni italiani non

è a norma con i propri impianti di de-

purazione. Senza considerare quanti,

ancora oggi, scaricano le proprie fo-

gnature nei corpi recettori, tali quali.

E, sembra inutile dirlo, proprio intor-

no a questo settore c’è un giro d’af-

fari di entità macroscopica. Società,

ditte specializzate, enti di gestione...

un monte di denaro pubblico che

viene speso, a volte inutilmente, per

cercare di tamponare falle al sistema

di gestione stesso.

Gli amministratori comunali appalta-

no la gestione degli impianti anche al

fine di riversare su di esse tutte le re-

sponsabilità che ovviamente ne com-

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petono.

È tramite questi pas-

saggi che la “cosa”

diventa privata: si

passa da una gestio-

ne di interesse pub-

blico ad una di in-

teresse privato, che

deve tener conto di

spese, di bilanci e

soprattutto di pro-

fitti, senza la possi-

bilità, come nel caso

di amministrazioni

comunali, di sposta-

re semplicemente capitoli di bilancio

per far fronte a spese urgenti.

Certo è che gli impianti di depurazio-

ne, se funzionanti e salvo commet-

tere illeciti, non potranno mai avere

bilanci di gestione in positivo. Costi di

manutenzione giornalieri che, a volte,

si sommano a spese di adeguamento

che non possono essere sorretti dalle

esigue somme di appalto che le so-

cietà ricevono dai comuni.

A volte ci si trova davanti a

problemi di difficile soluzio-

ne che portano a serie valu-

tazioni.

Facile immaginare quanti

colleghi del Corpo Forestale

dello Stato ogni giorno sono

costretti a muoversi tra co-

scienza e normativa, soprat-

tutto quando in ballo ci sono posti di

lavoro in aziende messe sotto accusa

e che non di rado contribuiscono for-

temente alle dinamiche economiche

di un’intera vallata. Ma la realtà è que-

sta, e chi lavora nei Comandi Stazione

è ben consapevole di dovere tenere

ben saldi certi equilibri.

E comunque il sistema va avanti.

Alcuni comuni, un tempo lontani dal-

le città e considerati come periferie

dei contadini, oggi crescono e si tra-

sformano in quartieri residenziali, con

tutto ciò che questo comporta. Tra i

tanti e nuovi problemi a cui far fronte

c’è sicuramente quello degli impianti

di depurazione che, progettati cin-

quant’anni fa, non sono sufficienti a

supportare gli aumenti di carico do-

vuti alle nuove residenze o tantome-

no agli insediamenti industriali. L’ar-

gomento è estremamente delicato.

È tra queste districate matasse, e tra

equilibri così sottili, che proprio in

questi giorni stanno lavorando gli uo-

mini della stazione del Corpo Fore-

stale dello Stato di Barga (LU). Ed è

proprio tra le singole righe della nor-

mativa vigente che la Procura della

Repubblica di Lucca andrà a leggere

eventuali abusi o irregolarità.

Fatto è che i cittadini del comune di

Barga si sono trovati a leggere sulle

prime pagine dei quotidiani, che il

proprio territorio è stato oggetto

di violenza ambientale. “La Nazio-

ne” del 15 Gennaio

2009 intitolava ‘De-

puratore sotto se-

questro - misterioso

liquido nero, inter-

viene la Forestale’ .

Già, proprio così. Il

14 Gennaio, risalen-

do il fiume Serchio,

è stata individuata

una traccia di colore

nero che ha subito

condotto gli uomini

del CFS allo scarico

del depuratore co-

munale. Qui la triste scoperta: dagli

scarichi dell’impianto usciva un mi-

sterioso liquido di colore nero che

aveva imbrattato il canale di scolo

verso il fiume, colorando pietre e ve-

getazione e, all’uscita del condotto,

aveva formato una enorme quantità

di schiuma grigia. Tutto questo finiva

direttamente nel bacino del fiume

Serchio. Un impatto visivo agghiac-

ciante.

Sul posto sono stati convoca-

ti i tecnici Arpat per i rilievi

e, subito dopo, l’impianto è

stato posto sotto sequestro

di concerto con l’Autorità

Giudiziaria. Da qui è partita

l’indagine per accertare l’ac-

caduto e le responsabilità.

Si sono passati al setaccio

tutti gli allacci che sono a monte del

depuratore e, allo stato, si ha già un

quadro definito della situazione e si

è certi che a breve saranno chiare le

responsabilità.

Apprezzamenti per l’operato sono

giunti dai colleghi delle altre Forze di

Polizia, sia a conferma dei buoni rap-

porti che legano il Corpo Forestale

dello Stato alle altre realtà militari, sia

perché ancora una volta esso ha di-

mostrato di essere rappresentato sul

territorio con professionalità. •

Proprio intorno al settore dei depuratori c’è un giro d’affari di entità macroscopica.

Società, ditte specializzate, enti di gestione... un monte di denaro pubblico che viene speso, a volte inutilmente, per cercare

di tamponare falle al sistema di gestione stesso

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il silenzio degli intercettati

pRopoStE E polEmICHE pERlA RIfoRmA DI uN VAlIDo StRumENto INVEStIgAtIVodi Fabio Lancianese / Agente Corpo Forestale

Nel nostro Paese, il complesso “nodo” delle intercettazioni è un nervo scoperto

“terra di santi,

poeti, eroi e

n a v i g a t o r i ” ,

così recita un

vecchio e ri-

dondante adagio sul nostro Paese.

Ma anche Patria di spioni e tabula-

ti telefonici, a giudicare da quan-

to emerge dal tam-tam mediatico

e politico degli ultimi mesi. Il tema

delle intercettazioni telefoniche ed

ambientali è di nuovo tornato al

centro dell’attenzione a seguito di

un disegno di legge del Governo,

presentato a Giugno alla Camera, e

concernente proposte di modifica

alla disciplina sull’utilizzo di questo

strumento in-

v e s t i g a t i v o .

Si manifesta

la volontà di

limitare l’atti-

vità di ascol-

to, circoscri-

vendola, ad

esempio, ad

una lista di

delitti fino ai

dieci anni di

pena e per

una durata

massima di

tre mesi, con

una netta ri-

duzione degli

ascolti ambientali. Ulteriori propositi

di emendamento al testo, poi, pre-

figurano sanzioni per giornalisti ed

editori che ne pubblichino le trascri-

zioni, ove il procedimento non sia

ancora concluso e gli stralci riportati

non contengano rilevanze penali ai

fini dello stesso. Le polemiche tra

gli schieramenti politici in Italia, in-

vero, non sono certo una novità e

per di più i progetti di riforma ap-

paiono pretesti per lo scontro piut-

tosto che occasioni di discussione.

Ma il fatto che di questo argomento

ne discutano accanitamente anche

magistrati, giornalisti, polizia giudi-

ziaria e cittadini comuni, dimostra

che il nodo-intercettazioni è un ner-

vo scoperto nel nostro Paese, nesso

apparentemente inconciliabile tra

sicurezza e privacy. Indubbiamente,

le intercettazioni rappresentano un

formidabile strumento investigati-

vo ed una quasi immediata fonte di

prova. Ciò che le rende oggi un caso

è sicuramente l’uso improprio che se

n’è fatto al di fuori dell’ambito pro-

cessuale. Non è ammissibile vedere

le pagine dei quotidiani riempite di

conversazioni private, che spesso

non prefigurano alcun illecito, ma

che vengono utilizzate per la gogna

mediatica del personaggio famoso

di turno. Ben venga, in questo caso,

una limitazio-

ne all’accesso

ed alla pub-

b l i c a z i o n e

dei testi, con

un serio con-

trollo sulle

ditte esterne

propr ietar ie

delle appa-

r e c c h i a t u r e

ed evitando

che chiunque

possa pren-

dere visione

dei brogliac-

ci una volta

d e p o s i t a t i .

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Per quanto riguarda l’incontrollabi-

le moltiplicazione dei costi e degli

intercettati, invece, non appare una

contromisura equilibrata restringere

gli ascolti ai soli reati contro la pubbli-

ca amministrazione, mafia

e terrorismo. È innegabi-

le che se siamo arrivati a

questo punto è perché

in Italia si è intercettato

troppo, male e probabil-

mente se n’è fatto un uso

peggiore. Da calciopoli

al sottobosco della poli-

tica, dove emerge quella

rete di amicizie, richieste,

favori ed accreditamenti

ogni volta che si intercetta l’utenza

di chi è a contatto con i parlamen-

tari, sembra che l’ascolto telefonico

sia l’unico mezzo d’indagine oggi

possibile. Eppure non esiste un Car-

tesio poliziesco del tipo “Intercetto,

ergo sum”, e la polizia giudiziaria in

Italia ha dimostrato, anche in pas-

sato, di poter raggiungere risultati

eccellenti attraverso altre efficaci

modalità d’indagine, senza troppo

adagiarsi sulle sole intercettazioni.

Ma non si può invertire la tendenza

è chiara la volontà di limitare l’attività di ascolto e ulteriori proposte

di emendamento al testo prefigurano sanzioni per giornalisti ed editori

che ne pubblichino le trascrizioni. Ma le intercettazioni possono risultare

molto utili ai fini investigativi, per questo è importante l’uso che se ne fa

circoscrivando il campo dell’ascol-

to, ad esempio, alle sole ipotesi

mafiose. Ne resterebbero fuori quei

reati-mezzo quali bancarotta, traffi-

co di rifiuti, truffa aggravata etc..che

consentono agli investiga-

tori di iniziare a scoprire i

buisness delle cosche. In

conclusione, dove finisce

un valido strumento inve-

stigativo ed inizia un’in-

controllabile dispositivo

di gogna pubblica? Proba-

bilmente il confine risiede

nell’uso che poi ne viene

fatto; ma la professionali-

tà degli operatori, l’onestà

intellettuale degli editori ed il buon

senso di tutti sono esigenze che

nemmeno la migliore legge del mon-

do può favorire. •

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zoomafia

Costretti a viaggi disumani dall’est Europa spesso per venire a morire nelle case degli italiani, un traffico che coinvolge cuccioli di cane di tutte le razze

lA tRAttA DISumANA DEI CuCCIolI DI CANEdi Fabrizio Filoni / Dirigente UGL-CFS

l’inizio del 2009 ha se-

gnato per molti un pun-

to di svolta nella lotta al

traffico illegale di cuc-

cioli di animali anche

grazie all’operazione compiuta dal

Corpo Forestale dello Stato effettuato

a San Giuliano Milanese (Milano).

L’operazione, portata avanti dal Co-

mando Regionale della Lombardia

del Corpo Forestale dello Stato e dai

Nuclei Investigativi di Polizia Ambien-

tale e Forestale di Brescia e Milano, ha

avuto infatti il merito di portare il pro-

blema all’attenzione dei media e lo ha

sollevato presso il mondo politico che

ha reagito prontamente e nella giusta

direzione.

Si prospetta un nuovo reato per pu-

nire i responsabili della tratta illegale

dei cuccioli. Lo introduce il disegno di

legge per la protezione degli animali

da compagnia e nel mirino c’è in parti-

colare il commercio di cuccioli dall’Est

nel nostro Paese.

Ma qual è la storia? Ecco cosa sta die-

tro ai cani di razza.

Ogni anno in Italia vengono vendu-

te centinaia di cani di razza, molti di

questi cani però sono vittime di un

commercio clandestino senza nessun

controllo per massimizzare i guadagni

del commercio. Ecco tutta la trafila per

portare un cucciolo di razza in Italia.

I cuccioli nascono in allevamenti a con-

duzione familiare o in vere ‘fabbriche

di cuccioli’ dell’est Europa, interessan-

do in particolar modo l’Ungheria, la

Repubblica Ceca, la Polonia e la Bul-

garia. Si tratta di strutture che ospita-

no decine o centinaia di fattrici per la

riproduzione, stabulate in box picco-

lissimi con cibo solo per sopravvivere.

Una volta raggiunti i 30-40 giorni d’età,

i piccoli sono ammassati su camion o

furgoni e trasportati nel nostro Paese.

Viaggiano soprattutto di notte, spesso

con passaporti falsi o falsificati, rin-

chiusi in scatoloni o borse.

Un cucciolo straniero costa all’origine

fino a 20 volte meno del suo corrispet-

tivo italiano. Un cane di razza - di ori-

gine ungherese - si acquista dal ‘pro-

duttore’ a 200 euro. Lo stesso cane

- diventato ‘italiano’ - verrà venduto

per un prezzo compreso tra i 500 e i

1500 Euro.

In questo squallido commercio di ani-

mali spesso manca il più banale con-

trollo sanitario. L’assistenza veterinaria

rappresenta infatti un costo in più. E

si va al risparmio...Il precoce distacco

dalla madre causa ai cuccioli traumi af-

fettivi e problemi di salute. Alcuni non

superano lo sforzo del viaggio. Altri

muoiono pochi giorni dopo essere

stati venduti in Italia.

Inutile dire che la criminalità organiz-

zata, che prende in questo caso il

nome di Zoomafia, si è impadronita

del settore, e si stima che il giro d’af-

fari attorno agli animali, compreso il

commercio in esame, secondo un rap-

porto della LAV, si aggiri attorno ai 3

miliardi di euro l’anno.

Un po’ di numeri possono aiutare a

comprendere l’entità di un fenomeno

ancora troppo preso sottogamba.

Le ispezioni dei Nas parlano chiaro:

su 1189 ispezioni eseguite nell’ultimo

semestre del 2008 presso esercizi di

vendita, allevamenti, strutture di ad-

destramento, attività di dog-sitter, ser-

vizi di toelettatura, ambulatori privati

e canili sanitari, sono state accertate

634 violazioni di cui 102 a carattere

penale e 532 a carattere amministra-

tivo».

Tra il 4 luglio e il 30 novembre 2008, i

Nas hanno fatto controlli, a livello na-

zionale, sulle attività di allevamento,

addestramento, ricovero e vendita di

cani. Il 6,39% delle strutture ispezio-

nate ha subito la chiusura amministra-

tiva e il sequestro giudiziario.

Per 76 delle strutture ispezionate è

stata disposta la chiusura in via penale

o amministrativa e precisamente: 9 ca-

nili comunali, 49 canili ricovero privati,

12 allevamenti, 3 locali di toelettatu-

ra, una clinica veterinaria abusiva, un

esercizio di vendita e un deposito di

mangimi. Nello specifico sono state

accertate violazioni nel 27,92% degli

allevamenti; nel 15,21% degli esercizi

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N. 2 - - pag. 11

di vendita di animali; nel 11,30% de-

gli ambulatori privati; nel 29,59% dei

canili sanitari; nel 33,43% dei canili

privati.

In particolare sono stati rilevati pro-

blemi relativi a:

• assenza di vaccinazioni, certificazio-

ni ed identificazioni;

• presenza non soddisfacente di anti-

corpi post vaccinali;

• assenza del passaporto europeo e

trasformazione illegale dei cuccioli in

«italiani» per poterli vendere a prezzi

elevati;

• cuccioli strappati alle madri troppo

presto con rischi di sviluppo di pro-

blemi comportamentali;

• trasporti effettuati illegalmente addi-

rittura in spazi angusti come i bagagliai

di automobili.

Dal Dossier pubblicato dalla LAV (Rap-

porto Zoomafia 2008) risulta una det-

tagliata rendicontazione del fenome-

no, basata anche su dati ufficiali della

Federazione Nazionale dei Medici Ve-

terinari Italiani. La mortalità dei cuccioli

nella fase che va dal trasporto ai primi

mesi dopo l’arrivo in Italia raggiunge il

50%. La carenza di controlli sanitari e

la violazione della normativa in mate-

ria di vaccinazione (es. vaccinazione

antirabbica) comportano elevati rischi

sanitari per l’Italia.

Contro il commercio illegale di cuccio-

li l’informazione al pubblico è il prin-

cipale deterrente. Ne sono convinti

i medici veterinari italiani dell’ANMVI

(Associazione Nazionale Medici Ve-

terinari Italiani), impegnati in azioni di

prevenzione del fenomeno, attraverso

l’informazione agli aspiranti proprieta-

ri. Conoscere le principali irregolarità

del commercio illegale aiuta a ricono-

scere la filiera illegale, a non incappare

in una frode commerciale, ma soprat-

tutto a rifiutare un fenomeno che ha

gravi risvolti sanitari.

Le principali irregolarità a cui prestare

attenzione per riconoscere la filiera il-

legale e rifiutarla: mancanza del passa-

porto, mancanza del certificato sani-

tario, falsificazione dell’età, microchip

contraffatto, vaccinazioni non esegui-

te o irregolari.

Il Ministro degli Esteri Franco Frattini

da parte sua si sta impegnando sul

versante internazionale: “Serve più

coordinamento tra i Paesi dell’Unio-

ne da cui ha origine questo traffico.

L’obiettivo è spingerli a intensificare i

controlli all’origine, soprattutto negli

allevamenti. Ho chiesto inoltre alla

commissaria europea alla Salute, An-

droulla Vassiliou, un intervento di ar-

monizzazione delle norme, la revisio-

ne degli standard dei microchip per

una sicura tracciabilità degli stessi e

la definizione di rigorosi protocolli a

livello comunitario per tutte le patolo-

gie che rappresentano causa di morte

per gli animali”.

Come molti già hanno sottolineato,

questo commercio è alimentato so-

prattutto dalla voglia di alcune perso-

ne di avere un cane di razza, perché

reputato più di moda e più trendy.

Anche noi quindi ci uniamo agli appel-

li lanciati dalle Associazioni di volonta-

riato e ricordiamo che i canili devono

essere la prima meta per chiunque

volesse adottare un animale da com-

pagnia. Una maggiore frequentazione

di questi centri, inoltre, permetterà

senz’altro un più efficace controllo ga-

rantito proprio dalla presenza dei cit-

tadini, costringendo i gestori dei canili

ad una più corretta, legale e umana

gestione delle strutture. •

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il buco dell’ozono vent’anni dopo

Sembrava una sfida impossibile, eppure coinvolgendo tutti, la battaglia è stata vinta

CRoNACA DI uN DISAStRo ECologICo (quASI) RISoltodi Massimo Rosa (Fonti: panorama.it / Ministero dell’Ambiente / wikipedia.it)

Cos’è il Buco dell’ozono?Negli ultimi decenni è stato rilevato

che in primavera lo strato di ozono

stratosferico (compresi tra i 10 e i 30

Km di altezza), uno strato gassoso

che scherma la Terra dalle radiazioni

“ultraviolette”, si stava assottiglian-

do pericolosamente. In alcuni punti,

in corrispondenza delle zone pola-

ri, era praticamente scomparso: per

questo si cominciò a parlare di “buco

dell’ozono”.

L’ozono presente nella stratosfera ha

un ruolo importante nel filtrare il pas-

saggio della maggior parte dei raggi

solari ultravioletti (U.V.) provenienti

dal sole impedendo di raggiungere

la superficie terrestre. La funzione e

l’importanza dello strato di ozono

derivano dal fatto che i raggi UV sono

tanto energetici da scomporre impor-

tanti molecole come il DNA (potere

mutageno) e, se non sufficientemente

schermati, possono far aumentare l’in-

cidenza di tumori della pelle, l’incre-

mento delle cataratte e delle deficien-

ze immunitarie, provocando inoltre

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N. 2 - - pag. 13

danni alle comunità

vegetali forestali di

interesse agronomico

e agli ecosistemi ac-

quatici. Tra i maggiori

responsabili dell’ero-

sione dello strato di

ozono sembrano es-

serci sostanze come

NO, Nox e i clorofluo-

rocarburi (CFC) commercialmente noti

come “Freons”.

Questi gas sono stati inventati negli

anni ‘20 e da allora sono stati prodot-

ti e utilizzati in grandi quantità come

refrigeranti per impianti frigoriferi e

condizionatori d’aria, propellenti per

bombolette di aerosol e come agenti

schiumogeni.

Un tempo i CFC erano considerati so-

stanze ideali per impieghi industriali

perché economici, stabili ed inerti e

pertanto non tossici; ma proprio que-

sta loro mancanza di reattività li rende

potenzialmente pericolosi per l’ozono

stratosferico.

I gas inerti non si degradano facilmen-

te nella troposfera (la fascia più bassa

dell’atmosfera) e di conseguenza rag-

giungono la stratosfera posta a mag-

giore altezza. In questa regione, per

azione dei raggi UV, le molecole ven-

gono scisse in forme più reattive che

sono in grado di interagire con l’ozo-

no e determinare la sua distruzione.

la Conferenza di montreal Circa vent’anni fa gli scienziati lancia-

rono l’allarme al mon-

do intero.

In un contesto di stret-

ta collaborazione in-

ternazionale nell’ambi-

to dell’organizzazione

delle Nazioni Unite

(Programma per l’Am-

biente - UNEP), una

sessantina di nazioni,

tra cui tutte quelle a maggior sviluppo

industriale, si sono riunite a Montreal

nel 1987 per la sottoscrizione di un

accordo.

Il Protocollo di Montreal in attuazione

della Convenzione di Vienna (1985)

ha stabilito gli obiettivi e le misure per

la riduzione delle produzioni e degli

usi delle sostanze pericolose per la fa-

scia di ozono stratosferico.

Il Protocollo stabilisce i termini di sca-

denza entro cui le Parti firmatarie si

impegnano a contenere i livelli di pro-

duzione e di consumo delle sostanze

La funzione e l’importanza dello strato di ozono deriva dal fatto che i raggi UV sono tanto energetici da scom-porre importanti molecole come il DNA e, se non suffi-cientemente schermati, possono far aumentare l’inci-

denza di tumori della pelle, l’incremento delle cataratte e delle deficienze immunitarie, provocando inoltre danni alle comunità vegetali forestali di interesse

agronomico e agli ecosistemi acquatici

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N. 2 - - pag. 14

dannose (e quindi il divieto di conti-

nuare a produrre frigoriferi, condizio-

natori di automobili, materiali schiu-

mosi e tutti gli altri oggetti contenenti

questi famigerati gas), e disciplina gli

scambi commerciali, la comunicazione

dei dati di monitoraggio, l’attività di

ricerca, lo scambio di informazioni e

l’assistenza tecnica.

l’importanza del fattore meteorologico e la teoria naturale

per il Buco dell’ozonoLa comparsa (o meglio l’aggravarsi)

del fenomeno del Buco dell’Ozono

ha una certa ciclicità che coincide

con la primavera australe (il nostro au-

tunno). Nel corso dell’inverno polare

a causa delle temperature bassissime

raggiunte nella stratosfera (-80°C) si

formano delle nuvole (Nubi Strato-

sferiche Polari). È all’interno di que-

ste nubi e grazie alle sostanze in esse

contenute che avvengono i processi

che distruggono lo strato di Ozono.

Più le temperature sono basse e più

le correnti che caratterizzano il vor-

tice polare determinano la formazio-

ne di nuvole stratosferiche polari e

di conseguenza si accentua il feno-

meno del buco. Al contrario correnti

con temperature più alte inibiscono

la formazione delle Nubi Stratosferi-

che Polari e il buco avrà una minore

estensione.

Una teoria interessante è quella delle

correnti d’aria naturali e dello sposta-

mento d’aria contenente ozono ver-

so i tropici, e non della distruzione

dello strato di ozono.

Si è scoperto che la circolazione

dell’atmosfera in Antartide è simile a

quella di un grande vortice: durante

molti mesi dell’anno, esiste una massa

d’aria, che è isolata dal resto dell’at-

?

Page 14: Sicurezza Ambiente n.02-09

mosfera e che circola intorno al polo

sud. Alla fine della primavera, il vorti-

ce si rompe e ciò determina l’afflusso

di aria con gran contenuto di ozo-

no proveniente dalle zone tropicali.

Quest’aria proveniente dalle zone

tropicali è più ricca di ozono perché

la radiazione solare più intensa favori-

sce la formazione di questo gas nelle

zone più calde. Lo spostamento av-

viene spontaneamente perché l’aria

della stratosfera migra dalle grandi

altezze sopra i tropici, dove si forma

abbondante ozono, verso altezze

minori delle regioni sopra i poli.

Quando al polo sud torna il sole, il

suolo riscaldandosi, riscalda l’aria

sovrastante povera di ozono che,

poiché è meno densa a causa del ri-

scaldamento, sale fino a raggiungere

la stratosfera. Qui questa massa d’aria

diluisce lo strato ricco di ozono pre-

sente in quel luogo spostandolo an-

che lateralmente. Fenomeni come

questo, dove correnti d’aria, causa-

te da variazioni termiche, salgono e

scendono, sono normali e accadono

a tutte le latitudini. I movimenti atmo-

sferici che spostano masse d’aria da

una zona ad un’altra del globo ter-

restre non distruggono l’ozono, ma

in maniera più semplice lo ridistribui-

scono e quindi questa teoria appare

più rassicurante rispetto a quella che

riguarda alcune sostanze prodotte

dall’uomo. Questa teoria, basata sulle

dinamiche atmosferiche esistenti so-

pra i poli, ha tuttavia il difetto di non

giustificare il motivo per cui il polo

sud faccia sempre più fatica a recu-

perare i normali livelli di ozono.

Situazione odierna e prospettive future

Oggi, a vent’anni di distanza, Guido Di

Donfrancesco, ricercatore dell’Enea

(Ente per le nuove tecnologie, l’ener-

gia e l’ambiente) fa il punto della si-

tuazione.

“Negli anni Settanta-Ottanta nessu-

no pensava che i CFC facessero male

al pianeta, poiché essi erano inerti,

cioè innocui, nella troposfera, la fascia

dell’atmosfera più vicina alla superficie

terrestre”, spiega Di Donfrancesco: “Ma

non sapevamo che invece, una volta

saliti nella stratosfera, questi CFC rea-

givano con l’ozono. In prossimità del

Polo Nord e del Polo Sud avvenivano

delle reazioni catalitiche, agevolate

dalle nubi stratosferiche polari, in cui i

CFC si degradavano creando composti

che distruggevano lo strato d’ozono”.

Quando gli scienziati se ne accorse-

ro, ormai il danno era fatto: “In alcuni

punti dell’Artide e dell’Antartide, in

particolari periodi dell’anno, vi erano

milioni di chilometri quadrati di atmo-

sfera completamente privi di ozono;

inoltre, si era verificata una diminuzio-

ne globale della percentuale di ozono

in tutta l’atmosfera, anche alle medie

latitudini”.

L’allarme impose una cooperazione

internazionale: “Si può considerare il

Protocollo di Montreal come il primo

N. 2 - - pag. 15

grande accordo per la salvaguardia

dell’atmosfera del pianeta” dice Di

Donfrancesco: “Da quel momento la

produzione dei CFC dannosi per l’ozo-

no si è quasi fermata, anche se natu-

ralmente rimangono da smaltire quelli

prodotti prima del 1989. Per esempio,

nei prossimi decenni continueranno

purtroppo ad essere immessi nell’at-

mosfera CFC provenienti dai materia-

li schiumosi prodotti in questi ultimi

vent’anni”.

I risultati però sono globalmente inco-

raggianti: “Entro il 2060 la fascia di ozo-

no dovrebbe essere completamente

recuperata” conclude il ricercatore:

“Ormai tutti i frigoriferi e i condizio-

natori sono alimentati con “gas verdi”,

CFC “rielaborati” in modo da essere

inattivi alle reazioni con l’ozono”.

Una grande vittoria anche per il fron-

te ecologista: “È stato dimostrato che

non è vero che l’ambiente è nemico

del progresso”, dice Andrea Poggio,

vicedirettore di Legambiente: “Sem-

brava una sfida quasi impossibile: risol-

vere il problema del buco dell’ozono

coinvolgendo e responsabilizzando

tutti, governi e grandi imprese. Eppu-

re, salvo rare eccezioni di Paesi in cui

ancora si viola il trattato, la battaglia è

stata vinta. Noi pensiamo che questa

sia stata la “prova generale”: adesso la

grande battaglia che bisogna affronta-

re è quella contro l’emissione dei gas

climalteranti, cioè quelli che provoca-

no mutamenti climatici come il surri-

scaldamento della Terra”. •

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apprendistato

Il “tIBER” RompEDEfINItIVAmENtE lE RIgHEdi Dott. Marco Fratoni / Funzionario CFS

Riflessione aperta sul “I Corso di Formazione Biennale per Commissari Forestali”

Immagino... quel giorno... avran-

no tirato un profondo sospiro, i

40 Commissari frequentatori del

“Corso Tevere”.

A festeggiarli, nella storica sede

della Scuola Superiore di Polizia di

via Pier della Francesca, in occasione

dell’ultimo giorno di apprendistato,

sono in molti: le famiglie, gli amici di

sempre, i colleghi di ieri e quelli di do-

mani, i docenti, le autorità convenute,

i vicini Commissari della Polizia di Sta-

to. Cala il silenzio, cresce l’eccitazione,

l’attenzione è massima. Nella sala Parisi

fa ingresso il Capo del Corpo Forestale

dello Stato, Cesare Patrone. La cerimo-

nia ha inizio.

Le parole del Capo Corso, Marco Di

Fonzo, seguono il saluto del Direttore

della Scuola, Prefetto Mario Esposito. È

la volta del Signor Capo. Con conosciu-

to e maieutico fair play, regalerà ai Fun-

zionari una corroborante emozione,

manifestando, apertis verbis, sincero

compiacimento.

Sfilano uno ad uno i Commissari, per

partecipare, soprattutto, la sua stretta

di mano, segno sacralizzato di appar-

tenenza e fede civile.

Per loro è il coming out. Il rito della foto

di gruppo, sullo sfondo del loggiato

che accompagna il cortile dell’istituto,

conclude ogni celebrazione.

Il “I Corso di Formazione Biennale per

Commissari Forestali” ha avuto carat-

tere residenziale, diviso tra la sede ca-

pitolina della Scuola Superiore di Poli-

zia e la sezione distaccata di Spoleto.

Agli insegnamenti professionalizzanti

oggetto delle docenze istituzionali, si

sono affiancati i contenuti pluridiscipli-

nari del prestigioso Master di II livello in

“Scienze della Sicurezza Ambientale”,

diretto dal Vice Capo del Corpo, Fau-

sto Martinelli, e compartecipato dalla

stessa Amministrazione, dalla Polizia di

Stato, dall’Università Sapienza di Roma

- Facoltà di Giurisprudenza.

Gli stages operativi sono stati curati dal

dottor Antonio Mostacchi: in Cadore, a

Sabaudia, nel Sangro, nel Maceratese.

Non sono mancati momenti ludici.

I corsisti hanno altresì conseguito,

nell’ambito del modulo armi e tiro, le

qualifiche di Direttori di tiro e di Ufficiali

di armamento. L’architettura della com-

plessa macchina è stata assicurata dal

contributo di più attori.

Taluni, protagonisti del proscenio,

come il Direttore del Corso, dott. An-

tonio Giusti, ed il Dott. Alessandro Bet-

tosi, Tutor del gruppo. Altri, addetti alla

delicata regia, come l’ingegner Bernar-

dino Abruzzese e la dottoressa Cinzia

Gagliardi. Sull’intera compagine, l’egida

accorta dell’ingegner Gaetano Priori,

nella doppia veste di reggente dei ser-

vizi IV e VI.

Il logo dell’allegorico crest, celebrativo

del “Corso Tevere”, è opera del decano

della squadra, Massimo Pippoletti, per

tutti mentore di grande umanità.

Mi sia concessa, a latere, una piccola

considerazione. L’esperienza del Corso

insegna la comunione di spazi e tempi,

il rispetto delle idee.

La condivisione, presto, assume sfuma-

ture mixofobiche: nel breve periodo?

Non perfettamente sostenibile! L’ine-

vitabile creolizzazione delle abitudini,

degli interessi, dei saperi, delle convin-

zioni e delle coscienze, imposta dalla

vita in comunità, non tarda, però, a ma-

nifestare i suoi effetti munifici. È noto

quanto la promiscuità riesca ad incu-

riosire... Meticciandosi, percorsi di vita,

apparentemente lontani, si incontrano

per negoziare, nel gruppo, una nuova

identità. In che modo? Concorrendo

alla formazione di una sorta di think-

tank informale, libero e indipendente,

informato ai principi della differenza e

della diversità, capace di stimolare un

dibattito costruttivo sebbene critico,

etico-scientifico, multipolare ma inclu-

sivo, aperto e attuale.

Mantener viva la rete di contatti intra-

presi, perché la camaleontica fiamma

di questa giovane fucina di pensiero

rimanga sempre ossigenata ad illumina-

re la via ragionevole del dialogo, il mio

antropologico auspicio.

A tutti i forestali, l’augurio di una vita

professionale appassionante sempre. •

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in colombia un’arca di noè

SCopERtE 10 SpECIE DI ANfIBI

di Alessia Manfredi (Fonte: repubblica.it)

Gli esemplari osservati durante una spedizione del Conservation Institute nella regione di Darien. Identificati anche rettili e uccelli mai visti prima e rari animali in via d’estinzione

DIECI nuove specie di

anfibi, esemplari mai

visti altrove. La scoper-

ta, che ha entusiasma-

to il mondo scientifico,

è stata fatta durante una spedizione

nella regione montuosa di Tacarcuna,

in Colombia, nella zona protetta del

Darien, al confine con Panama: un’area

che si è rivelata agli studiosi come una

ricchissima nuova Arca di Noè.

Fra le specie osservate per la prima

volta dagli erpetologi del Conservation

International, organizzazione ambien-

talista americana, e dagli ornitologi

della Ecotropico Foundation, ci sono

tre rane velenose della famiglia delle

Dendrobatidae, tre dalla pelle traspa-

rente - attraverso la quale è possibile

vedere gli organi interni - dei generi

Nymphargus, Cochranella e

Centrolene; una rana arlec-

chino del genere Atelopus,

due appartenenti al genere

delle Pristimantis e una sa-

lamandra Bolitoglossa. Ora

verranno presentate alla co-

munità scientifica per certi-

ficare che non siano effetti-

vamente mai state osservate

prima, e per stabilirne lo

stato di conservazione e il

rischio di estinzione.

La Colombia detiene già

il record come Paese che

ospita la più ampia comunità anfibia al

mondo, con 754 specie censite, ma la

scoperta degli scienziati è di buon au-

spicio: gli anfibi sono ottimi indicatori

dello stato di salute dell’ecosistema.

Con la loro pelle porosa offrono indi-

cazioni precise sul degrado ambienta-

le causato dalle piogge acide, metalli

pesanti o pesticidi. E sono utilissimi nel

tenere sotto controllo gli insetti, evi-

tando il diffondersi di malattie come la

dengue o la malaria. Una buona noti-

zia, quindi, anche alla luce degli effetti

del surriscaldamento globale, che, se-

condo alcune previsioni, metterebbe

a rischio almeno un terzo delle specie

anfibie note.

Oltre agli anfibi, nella spedizione dura-

ta tre settimane, gli scienziati del Con-

servation Institute hanno identificato

anche 20 rettili e 120 specie di uccelli

che sembra si trovino solo in Colom-

bia o che non erano mai stati osservati

qui anche se sono stati trovati in altre

regioni del mondo. Hanno osservato

anche altri rari esemplari: mammiferi

considerati in via d’estinzione, come

il tapiro di Baird, diversi tipi di scim-

mie e di gruppi di peccari “dal labbro

bianco” (Tayassu). Un vero tesoro, ri-

vendicato con orgoglio dal ministro

dell’Ambiente colombiano: “Ancora

una volta dimostriamo di essere leader

nella biodiversità, nel mondo. Senza

dubbio, questa scoperta rappresenta

una tappa fondamentale per la scien-

za e la salute dell’uomo”, ha detto

Juan Lozano.

La regione colombiana di Darien è

molto importante per la biodiversità e

storicamente è servita come

ponte per lo scambio di flo-

ra e fauna fra il Nord e il Sud

America, ma è a rischio per

lo sfruttamento del terri-

torio: tra il 25 e 30% della

vegetazione è minacciata

per la deforestazione. Gra-

zie alle nuove scoperte, gli

scienziati si augurano che

vengano introdotti nuovi

vincoli ambientali e che sia

istituita di una nuova area

protetta, nelle colline di Ta-

carcuna. •

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ecosistemal’ImpoRtANZA DEllE foREStE CoNtRo I CAmBIAmENtI ClImAtICIDi Antonio Lumicisi (Fonte: qualenergia.it)

Il ruolo degli ecosistemi forestali per il raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto e per la fase successiva al 2012. Come potranno

beneficiarne i paesi in via di sviluppo e quelli industrializzati? Mercato ufficiale e mercato volontario. Cosa succede in Italia?

l’appuntamento di Co-

penaghen (Unfccc-

COP15, Dicembre

2009) si avvicina e

l’anno appena iniziato

risulterà decisivo a livello globale per il

lancio di programmi concreti sulla so-

stenibilità ambientale ed energetica.

Un ruolo da protagonista lo avranno

senz’altro le foreste del nostro piane-

ta che, oltre a continuare a garantire

la qualità della vita umana, potranno

essere un valido supporto anche per il

raggiungimento degli obiettivi deline-

ati nel Protocollo di Kyoto e in quello

che sarà il suo seguito, dopo il 2012.

Gli ecosistemi forestali hanno tre carat-

teristiche fondamentali che li rendono

strategici per le politiche ambientali

ed energetiche: la prima riguarda il

loro ruolo di “assorbitori” di CO2 at-

mosferica, la seconda riguarda il ruolo

delle foreste nella produzione soste-

nibile di biomassa a fini energetici da

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N. 2 - - pag. 21

utilizzare in sostituzione

di fonti fossili e la terza il

ruolo che i prodotti legno-

si possono svolgere come

serbatoi di carbonio, incen-

tivando quindi l’utilizzo di

materiali eco-compatibili a

basso contenuto energeti-

co. Per quanto riguarda le

ultime due caratteristiche,

ci limitiamo a confermare

che, soprattutto nel nostro

Paese, un’oculata politica energetica

dovrà tener conto del ruolo che pos-

sono svolgere le biomasse, la bioener-

gia in generale, e l’utilizzo di prodotti

eco-compatibili. Le potenzialità sono

alte, come messo in evidenza in diver-

se occasioni dalle diverse associazioni

di categoria e stakeholders nazionali,

in particolare da Itabia (Italian Biomass

Association) che a breve presenterà

un Rapporto sullo stato dell’arte nel

nostro Paese, ma ancora diverse sono

le barriere che si frappongono al loro

pieno sviluppo.

Sorvolando sul ruolo “ambientale” che

le foreste hanno in termini di lotta al

degrado del territorio, lotta alla deser-

tificazione, regimazione delle acque,

stabilizzazione dei suoli, sviluppo di

economie locali, ecc., ci concentria-

mo, invece, sulla prima caratteristica

inerente gli ecosistemi forestali, che

sin dall’inizio ha attirato l’attenzione in

sede di negoziato internazionale per

il Protocollo di Kyoto. È infatti indub-

bio il ruolo svolto, soprattutto a livello

politico. Non ci sarebbe stata nessuna

firma a Kyoto nel 1997 se tale caratte-

ristica di “assorbitori” di CO2 non fosse

stata inserita all’interno del nascente

Protocollo. Le foreste, quindi, hanno

permesso di finalizzare quello che a

tutt’oggi è considerato uno dei trat-

tati ambientali più importanti a livello

internazionale. Ancora oggi si fanno

polemiche sul fatto che l’introduzione

delle foreste nel Protocollo di Kyoto

possa considerarsi una scappatoia per

evitare ulteriori impegni nei comparti

energetici senza considerare invece

l’ottima sinergia che si potrebbe met-

tere in atto, soprattutto combinando

strategicamente le tre caratteristiche

sopra enunciate.

La storia si ripete e nel corso di

quest’anno si finalizzeranno i negozia-

ti internazionali che sanciranno a Co-

penaghen l’avvio del post-2012. È opi-

nione dei maggiori esperti che, senza

un diretto coinvolgimento del ruolo

degli ecosistemi forestali,

a Copenaghen non vi sarà

nessun accordo, o meglio

nessun accordo che valga

la pena ricordare.

Quando si parla di ecosiste-

mi forestali come protagoni-

sti nella lotta ai cambiamen-

ti climatici si fa riferimento a

due grandi settori: le fore-

ste già esistenti e le nuove

foreste da far sviluppare a seguito di

specifici programmi. Le grandi fore-

ste già esistenti nei Paesi in via di svi-

luppo al momento non sono incluse

nelle regole del Protocollo di Kyoto,

ma si spera lo siano dal 2012 in poi

attraverso il noto meccanismo REDD

(Reducing emissions from deforesta-

tion and degradation) che dovrebbe

regolare la produzione di crediti di

carbonio derivanti dalla deforestazio-

ne (e degrado forestale) evitata. L’at-

tuale nodo negoziale è capire come

e se tali crediti possano essere messi

a disposizione dei Paesi sviluppati per

ottemperare ai propri impegni di ridu-

zione delle emissioni, e non sono po-

chi coloro che ritengono che il legame

con il mercato del carbonio risulti vita-

le per una sopravvivenza di lungo pe-

riodo del meccanismo stesso. Quindi,

per la prima volta, si darebbero degli

incentivi economici (pari alla CO2 non

emessa) che darebbero un “valore”

economico alla foresta in quanto tale

e, in definitiva, contrasterebbero con-

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N. 2 - - pag. 22

?

cretamente la defore-

stazione.

L’altro grande settore

di riferimento, le nuove

foreste, che si identifi-

cano con le attività di

afforestazione e rifore-

stazione, è anch’esso

soggetto a particola-

ri attenzioni. Come è

noto, è possibile all’in-

terno del meccanismo

del CDM del Protocollo

di Kyoto utilizzare i cre-

diti derivanti dai pro-

getti di afforestazione

e riforestazione (A/R

CDM), ma con regole

e modalità talmente complicate che,

ad oggi, esiste solo un progetto di ri-

forestazione regolarmente registrato

presso il Comitato esecutivo del CDM.

Le regole complicate derivano anche

dalle decisioni adottate relative all’eli-

gibilità del progetto, la sua addiziona-

lità e la contabilizzazione dei crediti

che ne derivano. Sicuramente tali re-

gole dovranno essere semplificate, ma

senza abbassare la guardia sull’integri-

tà ambientale dei progetti.

Al di fuori della contabilità ufficiale

del Protocollo di Kyoto, ci sono tanti

progetti di riforestazione che regolar-

mente vengono implementati in tutto

il mondo e che in parte vengono uti-

lizzati per “compensare” le emissioni

di CO2. Questa compensazione viene

regolata nel cosiddetto mercato vo-

lontario che, seppur lodevole, non

è incluso all’interno del Protocollo di

Kyoto. Aziende, cittadini, eventi, ecc.

possono richiedere la compensazione

delle emissioni prodotte dalle proprie

attività rivolgendosi al mercato volon-

tario per acquistare i relativi certificati

di riduzione delle emissioni e, quindi,

finanziare ulteriori progetti di rifore-

stazione.

I due mercati paralleli (volontario e

ufficiale) rimarranno tali almeno fino

al 2012. Dopo questa data si vedrà

se le regole del Protocollo di Kyoto

cambieranno al fine di permettere

un’estensione della contabilità ufficia-

le anche a soggetti al momento non

eligibili. L’elemento di maggiore impor-

tanza, da sottolineare nel distinguere i

due mercati, sono le regole che li ca-

ratterizzano. Non sempre, purtroppo,

le regole di eligibilità, addizionalità e

contabilizzazione sono così stringen-

ti all’interno del mercato volontario e

non tutti gli sviluppatori di progetto si

dettano regole ferree. Il rischio di ac-

quistare certificati di riduzione delle

emissioni provenienti da progetti fore-

stali già venduti sul mercato volontario

esiste e l’unico modo per combatter-

lo è di richiedere la “tracciabilità” del

certificato che potrà essere rilasciata

solo se chi ha sviluppato il progetto

avrà anche organizzato un sistema di

contabilità trasparente ed etico. Ov-

viamente, l’ideale sarebbe che anche

i certificati emessi nel mercato volon-

tario avessero le stesse caratteristiche

dei crediti rilasciati dai progetti AR

CDM del Protocollo

di Kyoto, almeno dal

2012 in poi, quali che

siano le future regole

e modalità che li con-

traddistingueranno.

Cosa succede in Italia?

Le foreste potrebbe-

ro coprire il 10-15%

dell’impegno nazionale

di riduzione delle emis-

sioni di gas serra, ma

nonostante il successo

ottenuto a livello inter-

nazionale per veder ri-

conosciuto il valore del

patrimonio forestale

italiano, ci sono ancora difficoltà nella

fase di attuazione. Senza il concreto

avvio del Registro nazionale dei ser-

batoi di carbonio, il nostro Paese non

potrà certificare e contabilizzare i cre-

diti di carbonio derivanti dalle proprie

foreste, con un danno che si aggira

intorno a 1,5 miliardi di euro.

Per quanto riguarda nello specifico le

attività di afforestazione e riforestazio-

ne, a livello nazionale non si è mai po-

tuto avviare il programma inserito nella

delibera Cipe 123/2002 per mancanza

di fondi assegnati e le uniche azioni ri-

scontrabili sono quelle messe in atto da

alcune Regioni o da iniziative private.

Tra queste ultime, “Parchi per Kyoto” si

profila come la più grande iniziativa di

sviluppo di nuove foreste sul territorio

nazionale. L’adozione di regole ferree

e una contabilità rigorosa potrà iden-

tificare “Parchi per Kyoto” come l’azio-

ne di riferimento per quelle imprese

che intendono investire nella foresta-

zione in Italia, auspicando l’avvio di un

mercato europeo che includa anche i

crediti derivanti da progetti forestali al

fine di creare un circolo virtuoso ove

tutti avrebbero da guadagnare: l’am-

biente, le imprese e l’intero Paese. •

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ambientel’ASSoCIAZIoNE AmBIENtE E/è VItA IN ColomBIAA cura dell’Associazione Ambiente e/è Vita

Continua l’attività dell’Associazione Ambientalista del Ministro delle Infrastrutture Sen. Altero Matteoli

lunedì 16 febbraio nell’ Au-

ditorium dell’Università di

Boyacà in Colombia è stato

sottoscritto un importante

accordo internazionale che

vede coinvolti la medesima Università,

CorpoBoyacà’, CorpChivor, Ambiente

eè Vita e l’Università di Udine. L’accor-

do prevede la realizzazione di una ri-

serva naturale mirata ala conservazio-

ne e allo studio dei colibrì. All’interno

della riserva che sarà cogestita da Cor-

poBoyacà, CorpoChivor e Ambiente

eè Vita, attraverso un suo rappresen-

tante in Colombia, verrà realizzato il

terzo “Centro per la salvaguardia dei

colibrì del Sud America.

L’attività scientifica e di ricerca sarà

coordinata dal prof. Stefano Rimoli

direttore del Parco Tropicale insedia-

to all’interno delle serre storiche del

Castello di Miramare a Trieste.

Ambiente eè Vita sarà rappresentata

dal sig. Roberto Iuretigh, già indicato

dall’Associazione quale

consulente

presso la VI

Commissio-

ne perma-

nente della

Regione FVG,

da alcuni anni

trasferitosi in Co-

lombia e al quale vie-

ne conferita la delega

coordinatore del Comitato Tecnico

Scientifico di Ambiente eè Vita, che

ha annunciato anche la nomina di Ro-

berto Iuretigh quale referente locale

della Associazione, la professoressa

Margherita Hack a nome del Parco

Tropicale di Miramare e il prof. Susmel

a nome del Rettore dell’Università di

Udine.

Le conclusioni sono state tratte dal

rappresentante del Ministero de Me-

dio Ambiente della Colombia On.

Juan Cordoba cui ha risposto da Roma

il sen. Andrea Fluttero che ha ribadito

l’importanza che le iniziative ambien-

tali siano anche occasione di sviluppo

economico, culturale e sociale. •

per sviluppare, per conto di Ambien-

te eè Vita, rapporti di collaborazione

con associazioni ambientaliste suda-

mericane e con le comunità degli ita-

liani residenti in quell’area geografica.

Dopo i saluti da parte delle autorità e

dei rappresentanti delle istituzioni ed

in particolare de Rettore dell’Universi-

tà di Boyacà dott.ssa Rosita Cuervo Pa-

yeras e del direttore di CorpoBoyacà,

ing. Miguel Arturo Rodriguez Monroy

il proff. Rimoli ha illustrato il progetto

e i contenuti dell’accordo che è stato

sottoscritto e che sarà integrato dalle

firme dei rappresentanti del Ministero

per l’Ambiente.

Terminata la breve cerimonia sono

intervenuti il sindaco di

Miraflore, dove sarà

realizzata la nuova

struttura, e - in video

conferenza dall’Italia

- Sergio Bisiani quale

Il Sen. Altero Matteoli

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N. 2 - - pag. 24

sindacale

INtERVENto DEl SEgREtARIo gENERAlE DEll’ugl RENAtA polVERINI

L’Ugl chiede al Governo di accelerare sugli aiuti necessari a fronteggiare la crisi

“Non sappia-

mo ancora

se siamo

o meno

al punto

di caduta minimo della crisi - ha det-

to il segretario generale dell’Ugl, Re-

nata Polverini - ma siamo in evidente

ritardo. Una accelerazione e anche

un gettito importante di risorse sono

assolutamente necessari. Il governo

deve muoversi con più tempestività

e rendere disponibile uno sforzo fi-

nanziario adeguato alla crisi. Abbia-

mo questioni che riguardano tutta

l’economia a partire dal settore auto

e da quello chimico-farmaceutico. La-

voratori e imprese devono spronare

il governo perché metta in campo in-

terventi efficaci per affrontare questa

situazione” .

Dopo il primo incontro a palazzo Chi-

gi con le parti sociali, resta ancora

aperta la partita per le risorse desti-

nate agli ammortizzatori sociali: 8 mi-

liardi annunciati di cui ancora non c’è

certezza. Anche per quanto riguarda

il sostegno all’auto, non sono state

ancora definite le misure da adottare.

Intanto le immatricolazioni di autovet-

ture hanno subito un ulteriore crollo

e anche in altri settori si annunciano

decisioni drastiche: Indesit, grup-

po Merloni, sarebbe intenzionata a

chiudere la fabbrica di None a Torino

dove lavorano 600 persone. “Un ful-

mine a ciel sereno” per l’Ugl che ha

ricordato come l’azienda fosse una di

quelle ritenute solide.

Per il leader dell’Ugl “occorre soste-

nere le imprese affinché continuino

a produrre e garantire il manteni-

mento dei posti di lavoro, così come

è necessario sostenere i redditi per

aiutare le famiglie in difficoltà e con-

tribuire alla ripresa

dei consumi. Serve

una riduzione del

carico fiscale sui

redditi da lavoro

e da pensione”.

Un alleggerimen-

to che l’Ugl chie-

de da tempo nella

convinzione che si

debba procedere

più rapidamente,

anche con graduali-

tà, all’introduzione

del quoziente fa-

miliare. Resta infatti

l’esigenza di dare

una risposta all’im-

poverimento del

potere d’acquisto

di salari e pensioni,

che la crisi ha ag-

gravato. Per quan-

to riguarda poi, in

particolare, la crisi

dell’auto, Polverini ribadisce come “se

è necessario prevedere incentivi alle

imprese, orientati alla ecompatibilità,

anche per non far perdere il vantag-

gio che l’Italia aveva già acquisito in

questo campo, altrettanto necessario

è che siano legati al mantenimento

della produzione in Italia a tutela dei

posti di lavoro”. •

Renata Polverini

Page 24: Sicurezza Ambiente n.02-09

N. 2 - - pag. 26

l’accordo per la “Riforma

degli assetti contrat-

tuali”, giunge dopo un

lungo e faticoso dibat-

tito che ha coinvolto le

organizzazioni sindacali e le associazio-

ni datoriali per circa un decennio, cioè

dalla fine del periodo sperimentale che

avrebbe dovuto accompagnare l’appli-

cazione del precedente Accordo del

1993, i cui effetti hanno caratterizzato

il modello di relazioni industriali e sinda-

cali nel nostro Paese.

Se a quei tempi l’obiettivo era di con-

tenere il costo del lavoro, attraverso un

meccanismo di adeguamento delle re-

tribuzioni rigido, oggi la priorità è ridare

vitalità ai salari per rilanciare il potere

d’acquisto delle famiglie.

Il nuovo accordo contiene tutta una

serie di novità che presto toccheran-

no la nostra vita quotidiana ed intro-

duce criteri di produttività, dinamica

retributiva, efficienza della pubblica

amministrazione, nel comune obiettivo

dello sviluppo economico e della cre-

scita occupazionale. Esso rappresenta

la cornice politica di tutta una serie di

accordi interconfederali che definiran-

no specifiche modalità, criteri, tempi e

condizioni per dare attuazione ai princi-

pi espressi, per un modello contrattuale

comune nel settore pubblico e privato.

Questo aspetto rappresenta la prima

grande novità soprattutto rispetto ad al-

cune categorie come quella delle forze

di polizia, che fatte salve le specifiche

materie demandate alla legge, saranno

interessate dall’Accordo.

L’assetto della contrattazione collettiva

è confermato su due livelli: il contratto

collettivo nazionale di lavoro di cate-

goria e la contrattazione di secondo li-

vello. Il Ccnl avrà durata triennale, tanto

per la parte economica che per la parte

normativa ed avrà la funzione di garanti-

re la certezza dei trattamenti economici

e normativi comuni a tutti i lavoratori del

settore.

Al fine di rendere più coerente con

l’andamento dei prezzi al consumo, in

sostituzione del tasso di inflazione pro-

grammata sino ad oggi utilizzato per de-

terminare la percentuale di incremento

retributivo, viene introdotto un nuovo

indice previsionale costruito sulla base

dell’IPCA (indice dei prezzi al consu-

mo armonizzato, elaborato da Eurostat

per l’Italia) depurato della dinamica dei

prezzi dei beni energetici importati.

L’elaborazione della previsione sarà affi-

data ad un soggetto terzo. Si procederà

inoltre alla verifica degli eventuali sco-

stamenti tra inflazione prevista e reale

effettivamente osservata, considerando

i due indici sempre al netto dei prodot-

ti energetici importati. Il recupero degli

eventuali scostamenti sarà effettuato

entro la vigenza di ciascun contratto na-

zionale.

Nel settore pubblico, in particolare, la

definizione del calcolo delle risorse da

destinare agli incrementi salariali sarà

demandata ai ministeri competenti, pre-

via concertazione con le organizzazioni

sindacali, nel rispetto e nei limiti della

programmazione della legge finanzia-

ria, assumendo anche in questo settore

l’indice IPCA quale parametro di riferi-

mento per l’individuazione dell’indice

previsionale.

Nel settore pubblico la verifica degli

scostamenti sarà effettuata alla scaden-

za del triennio contrattuale. A differen-

za del settore privato, nel pubblico gli

eventuali scostamenti dell’inflazione

saranno recuperati nel triennio succes-

sivo. Per consentire il superamento del-

le odiose “una tantum”, è previsto un

meccanismo di copertura economica

che interviene alla scadenza del con-

tratto precedente, in grado di garanti-

re gli aumenti dalla data di decorrenza

del nuovo contratto.

L’accordo segna, quindi, un deciso

spartiacque nella storia delle relazioni

sindacali per tutta una serie di motivi, in

parte già descritti, ma soprattutto per-

ché tenta di rimettere al centro delle

dinamiche economiche il lavoro e i la-

voratori.

In una cornice così ampia è logico che

dovranno trovare spazio le specifiche

esigenze del personale delle forze di

polizia, delle forze armate e dei vigili

del fuoco. Ma su questo il nostro sin-

dacato non ha mai tradito le aspetta-

tive dei propri associati. Anzi già ora

è impegnato per rimettere la barra al

centro rispetto certe concessioni fatte

negli anni passati. Valga come esempio

la richiesta da parte sindacale di espun-

gere dalle risorse per il rinnovo del

contratto di lavoro la spesa dei buoni

pasto e degli straordinari, che devono

tornare ad essere a carico delle rispet-

tive Amministrazioni. •

NuoVE REgolE SINDACAlI pER RIlANCIARE Il lAVoRo E DARE

potERE AllA REtRIBuZIoNEdi Paolo Varesi / Segretario Confederale UGL

Page 25: Sicurezza Ambiente n.02-09

sindacale

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lAZIo: uN ANNo DI uglDi Luciano Luciani / Segretario Regionale UGL-CFS Lazio

Quello passato è stato un anno intenso, ricco di battaglie che hanno visto l’Ugl sempre impegnata per il riconoscimento dei nostri diritti

un calvario. Così si po-

trebbe definire per

i forestali del Lazio

l’anno che si è appe-

na concluso. Un anno

che, come tutti i calvari, si è concluso

con la sofferenza maggiore: l’enorme

ritardo nell’accredito dello stipendio

e della 13esima mensilità.

Ma andiamo per gradi e ripercorria-

mo tutte le tappe...

Abbiamo iniziato col peso sulle spalle

di un anno, preciso preciso, di arre-

trati di buoni pasto da percepire. Il 14

febbraio la CONSIP emetteva un co-

municato con il quale spiegava che,

causa ricorsi TAR, la gara non si sa-

rebbe sbloccata prima di luglio 2008.

L’UGL, con nota del proprio studio

legale dell’8 aprile, chiedeva lumi sul

perché si fosse ac-

cumulato tale ritar-

do nell’erogazione,

diffidando il Co-

mando Regionale a

dare attuazione a

tutte le misure ne-

cessarie per sana-

re tale situazione.

Fu così che, sotto

tali pressioni, il Co-

mando Regionale,

tramite apposita

gara, fu in grado

di liquidare i buoni

pasto fino a maggio 2007 e, a settem-

bre grazie allo sblocco della CONSIP,

di sanare tutto il pregresso fino al

2008 compreso. Ricordiamo che se la

CONSIP non fosse stata sbloccata, il

Comando Regionale avrebbe potuto

indire ulteriore gara solo a gennaio

2009 restando fermi con l’erogazione

a maggio 2007... ma questa, fortuna-

tamente, è un’altra storia.

Era sempre febbraio, quando l’UGL

portò il Regionale a conoscenza

dell’esistenza di una sede di polizia

a Roma (il 1° Reparto Mobile), dove

poter svolgere corsi di addestramen-

to per i servizi di Ordine Pubblico

unitamente al personale dell’Ispetto-

rato Generale. E fu così che anche il

Lazio fece i primi “veri” corsi di O.P..

Se adesso vi state chiedendo “perché

non vengono organizzati altri corsi?”.

La risposta è semplice: perché nessu-

no dei nostri Dirigenti ha dato ascol-

to alla Scrivente quando ciò gli fu ri-

chiesto (riunione del 12 novembre),

ed ora, che anche gli altri si stanno

preparando al G8, non hanno tempo

per noi.

Maggio fu anche il mese in cui l’UGL

scese in campo per la mancata li-

quidazione degli straordinari della

campagna A.I.B. del 2007, scrivendo

direttamente al Dipartimento della

Protezione Civile della Regione Lazio

che, con casuale coincidenza ed in

concomitanza della presentazione

alla stampa della campagna A.I.B.

2008 della Regione Lazio, “elargì”

circa 800.000 euro che servirono

a pagare parte degli emolumenti in

questione. Solo di

fronte alla minaccia

di un’azione legale

che l’UGL stava pro-

muovendo a tutela

dei diritti dei propri

iscritti, chiedendo

l’accesso agli atti e

i tabulati con tutte

le competenze da

liquidare, il Regio-

nale liquidò tutto

l’A.I.B. del 2007.

Siamo a novembre

2008...

Page 26: Sicurezza Ambiente n.02-09

N. 2 - - pag. 27

Ah sì, la campagna A.I.B. del 2008, è

vero... Quella del 2008 è stata forse

la campagna A.I.B. che ci ha visti... to-

talmente assenti. Non so se qualcuno

possa essersene accorto, ma ormai

quando scoppia un incendio il privato

cittadino, qualora non dovesse chia-

mare il numero verde della Regione

Lazio che compare sugli innumerevoli

spot televisivi, chiama il 1515. Da qui

la segnalazione viene girata alla C.O.R.

del Lazio, la quale a sua volta la rigira

alla S.O.U.P. della Regione, che infine

attiva VV.FF. e squadre di Protezio-

ne Civile per lo spegnimento a terra

e la flotta, ripeto flotta, di elicotteri

della Regione (dislocata dove brucia:

Roma, Frosinone e Latina così come i

distaccamenti boschivi dei VV.FF.) che

nell’arco di qualche minuto (perché

per farli alzare basta una telefonata

senza passare per il C.O.A.U.) rag-

giunge l’incendio. Se mai questa esta-

te qualcuno si fosse accorto del CFS,

ciò è avvenuto solo grazie all’attività

di P.G. di qualche NIPAF o di qual-

che Comando Stazione temerario. Il

periodo delle vacche grasse coi soldi

dell’A.I.B. è finito! Una piccola nota su

Castel Fusano: finché erano presenti

le altre Forze di Polizia la prefettu-

ra pagava l’O.P., ma quest’anno, in

cui eravamo presenti solo noi con le

FF.AA., no... Noi dell’UGL ci abbiamo

provato, anche qui, scrivendo al que-

store. E gli altri?

Arriviamo infine a novembre e, men-

tre l’amministrazione tenta di farci

ingoiare l’amaro boccone delle pian-

te organiche, abbiamo già il sentore

di quelli che saranno i botti di fine

anno! Con lo stipendio di novembre

si verificano i primi ritardi negli ac-

crediti. Giustificazione del Regiona-

le: “le banche passano in ritardo alla

Banca d’Italia per il ritiro dei mandati,

ma state tranquilli: la data di valuta è

comunque quella corretta”. Noi tran-

quilli ci siamo stati... e la fine del sig.

Tranquillo abbiamo fatto! A dicembre

stipendi e 13esime vengono accre-

ditati, per chi non ha un c/c Banco-

posta, il 30 e il 31! Noi, che invece

vogliamo far stare tranqulli qualcuno

altro, abbiamo chiesto informazioni

alla Banca d’Italia, e questa ci ha con-

fermato i ritardi dell’Amministrazione.

Vi scriviamo in attesa delle azioni che

il nostro studio legale, attivato per

l’ennesima volta, deciderà di intra-

prendere. Nel frattempo speriamo

che qualcuno decida di risparmiarci

l’ennesimo calvario...

P.s. Ricordiamo che una “rievocazione

storica” delle tappe del calvario 2008

è visibile al seguente link: http://www.uglcorpoforestale.it/segreterieregio-nali/lazio.html

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N. 2 - - pag. 28

sindacaleAl Sig. Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali

Dott. luca ZAIA

Prot. 51

oggEtto: protocollo di Intesa “Regione lazio - guardia di finanza” nella lotta agli incendi boschivi.

Sig. ministro,

Apprendiamo con imbarazzo e sconcerto che nella giornata di ieri, 9 Febbraio, la Regione Lazio ha siglato un protocollo

d’intesa con il competente Comando Regionale della Guardia di Finanza, teso a favorire l’impiego delle Fiamme Gialle

nella lotta agli incendi boschivi.

Il Corpo Forestale dello Stato, da sempre, svolge un ruolo centrale nella lotta agli incendi boschivi, anche sotto il profilo

investigativo e scientifico.

Un accordo del genere non solo calpesta 187 anni di storia ed il lavoro di migliaia di Forestali che durante ogni campagna

antincendi, nonostante le gravi e croniche insufficienze di mezzi, Uomini e risorse finanziarie, svolge un servizio altamente

professionale, ma rischia di generare, a parere della Scrivente, una grave e pericolosissima situazione di sovrapposizione

di competenze; giova ricordare, infatti, che il decreto 28 aprile 2006 “Riassetto dei comparti di specialità delle Forze di

polizia” - il c.d. decreto Pisanu - fissa in Capo al Corpo Forestale dello Stato la competenza in materia di prevenzione e

contrasto agli incendi boschivi.

Si ritiene senz’altro positiva la collaborazione ed il coordinamento di tutte le Istituzioni nel contrastare tali fenomeni

criminosi, ma occorre prioritariamente rispettare - per economicità e razionalizzazione della spesa pubblica - gli ambiti

d’intervento e di specialità di ciascuna forza di polizia.

Alla luce di ciò, attesa la ormai manifesta debolezza della nostra Amministrazione, si chiede un autorevole intervento

della S.V. affinchè si giunga ad un chiarimento politico con la Regione Lazio, onde evitare disorientamento del personale

in servizio sul territorio e nel contempo razionalizzare l’azione di governo nel settore della sicurezza.

In attesa di cortese riscontro, si porgono Distinti Saluti.

Roma, 10 febbraio 2009Il Segretario Nazionale

Danilo Scipio

Alla Segreteria del fondo Assistenza, previdenza e premi

oggEtto: Convenzione quadro Aperta con Banche - Dipartimento pubblica Sicurezza.

Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha emanato in data 6 Febbraio 2009 una Circolare - che ad ogni buon fine

si allega in copia - con la quale si sono riassunte tutte le banche ed intermediari finanziari convenzionati con il Fon-

do Assistenza per il personale della PS, per l’erogazione di prestiti da estinguersi con delegazione di pagamento.

Alla luce di ciò si chiede di incrementare il ventaglio di offerte ad oggi riservate al personale del Corpo Forestale

dello Stato richiedendo - tramite avviso pubblico - la collaborazione degli istituti operanti con la Polizia di Stato.

In attesa di riscontro, si porgono Cordiali Saluti.

Roma, 16 febbraio 2009Il Segretario Nazionale

Danilo Scipio

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N. 2 - - pag. 27

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N. 2 - - pag. 30

sindacale

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Ignazio La Russa tra i giornalisti

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N. 2 - - pag. 32

sindacale

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DIRIgENtI REgIoNAlI

ABRuZZo - SEgREtERIA REgIoNAlESEGRETARIO - DI GREGORIO ENRICO - C.DO STAZIONE L’AQUILA - 3397491670

VICE SEGRETARIO - GALLUCCI VINCENZO - CTA GRAN SASSO

BASIlICAtA SEgREtERIA REgIoNAlESEGRETARIO - MORESCHI DANIELE - COMANDO PROV.LE POTENZA - 3292018805

VICE SEGRETARIO - CALABRESE SAVERIO - COMANDO PROV.LE POTENZA - 3288074626

CAlABRIA - SEgREtERIA REgIoNAlE SEGRETARIO - CARIDI SAVERIO - CTA REGGIO CALABRIA - 3289215441

VICE SEGRETARIO - CASSARINO GIUSEPPE - CITES CATANIA - 3296215260VICE SEGRETARIO - CIPPARRONE NATALE - C.DO STAZIONE LAINO - 3284857903

CAmpANIA - SEgREtERIA REgIoNAlESEGRETARIO - CENERE GIOVANNI - COMANDO REG.LE NAPOLI - 3201752713

VICE SEGRETARIO - MAGLIONE ROBERTO - COMANDO PROV.LE NAPOLI - 3486403411

EmIlIA RomAgNA - SEgREtERIA REgIoNAlE SEGRETARIO - RUSCILLO VINCENZO - C. PROV. REGGIO EMILIA - 3493176540

VICE SEGRETARIO - DI MIERI ADRIANO - C.DO STAZIONE PAVULLO NEL FRIGNANO - 3472300779

lAZIo - SEgREtERIA REgIoNAlESEGRETARIO - LUCIANI LUCIANO - ISPETTORATO GENERALE - 3296469350

lIguRIA - SEgREtERIA REgIoNAlESEGRETARIO MASSARI ROBERTO - COMANDO PROV.LE LA SPEZIA - 3343385962

VICE SEGRETARIO - VANDELLI MARINA - C.DO STAZIONE PONTEDECIMO - 3479203255

lomBARDIA - SEgREtERIA REgIoNAlESEGRETARIO REGGENTE - CLAUDIO CICETTI - COMANDO STAZIONE BARZIO - 3381106084

VICE SEGRETARIO REGGENTE - PANICHELLA DAVIDE - COMANDO REG.LE MILANO - 3465890944

mARCHE - SEgREtERIA REgIoNAlESEGRETARIO - CIUFOLI DANILO - C.DO STAZIONE CAGLI - 3381029473

molISE - SEgREtERIA REgIoNAlESEGRETARIO - PANICHELLA DOMENICO - C.DO STAZIONE CAMPOBASSO - 3381073681

VICE SEGRETARIO - GIOIA PAOLO - C.DO STAZIONE CAMPOBASSO - 3287087251VICE SEGRETARIO - DI PAOLO IOLANDA - REGIONALE CAMPOBASSO - 3398788670

pIEmoNtE - SEgREtERIA REgIoNAlESEGRETARIO REGGENTE - MANCUSO MAURIZIO - COMANDO REG.LE TORINO - 3462446329

VICE SEGRETARIO - SCARLATA LUIGI - COMANDO REG.LE TORINO - 3407468728VICE SEGRETARIO - LUCCHESE IGNAZIO - COMANDO REG.LE TORINO - 3290832858

puglIA - SEgREtERIA REgIoNAlESEGRETARIO - LUISI ANTONIO - REGIONALE BARI - 3473734503

VICE SEGRETARIO - PANZA GIOVANNI - CITES BARI BIS - 3403702423VICE SEGRETARIO - TEDESCHI GIUSEPPE - REGIONALE BARI - 3388413609

VICE SEGRETARIO - NETTI EUGENIO - C.DO STAZIONE MOTTOLA - 3288390261

SICIlIA - SEgREtERIA REgIoNAlESEGRETARIO - CASTRONOVO VINCENZO - NUCLEO CITES PALERMO - 3394294487

SCuolE - SEgREtERIA SCuolE DEl C.f.S.SEGRETARIO REGGENTE - DI LIETO MARCO - SCUOLA CITTADUCALE - 3332502734

toSCANA - SEgREtERIA REgIoNAlESEGRETARIO - IGNESTI VINCENZO - PROVINCIALE AREZZO - 3281647912

VICE SEGRETARIO - PETRANGELI ANGELO - UTB SIENA - 3478828359VICE SEGRETARIO - CHIARA CONCETTO G. - C.D: STAZIONE AREZZO - 3289538074

umBRIA - SEgREtERIA REgIoNAlESEGRETARIO - STROPPA MARCO - REGIONALE PERUGIA - 3398501020

VICE SEGRETARIO - FRATONI MARCO - PROVINCIALE PERUGIA - 3478608252

SEgREtERIA ISpEttoRAto gENERAlESEGRETARIO - ZUCCA ROBERTO - ISPETTORATO GENERALE - 3331156745

VICE SEGRETARIO - FLAVIO DI LASCIO - ISPETTORATO GENERALE - 3470951455

SEgREtERIA CoA uRBE E SEDI DIStACCAtESEGRETARIO REGGENTE COA - FRANCESCHINI MASSIMO - C.O.A. URBE - 3204783731

SEgREtERIA NAZIoNAlE ugl CoRpo foREStAlE DEllo StAto

VIA G. CARDUCCI, 5 - 00187 ROMA

TEL. 06/46657070 FAX 06/46657008

E-mail: [email protected]

Sito internet: www.uglcorpoforestale.it

SEgREtARIo NAZIoNAlE - SCIpIo DANIlo ISpEttoRAto gENERAlE - 3386119001

i dirigenti ugl-cfs

Page 33: Sicurezza Ambiente n.02-09

OrganO Ufficiale dell’Uglfederazione nazionale

corpo forestale dello Stato

annO 2 - n. 2 marzO-aprile 2009periOdicO bimeStrale

editOreNethuns srl - Via Cavalcanti, 5 - 20127 MilanoTel. 02 26116582 Fax 02 26116583

direttOre pOliticODanilo Scipio

direttOre reSpOnSabileGigi Movilia

a cUra diFederazione Nazionale Corpo Forestale dello StatoFlavio Di Lascio, Roberto Zucca - Tel. 06/46657070

cOOrdinamentO redaziOnaleSilvia Danielli

StampaLodigraf 2 - via Giovanni XXIII 00018 Palombara Sabina (Roma)

impaginaziOne e graficaDigital Photo Service - Antonello Catalano

immaginiDigital Photo Service, archivio Corpo Forestale, archivio Nethuns

•Il prezzo è comprensivo di IVAPer usufruire della pubblicità, inviare alla concessionaria di riferimento gli impianti di stampa oppure un semplice

cartoncino con nominativo e logo del messaggio pubblicitario

cOnceSSiOnari aUtOrizzati per la raccOlta di abbOnamenti e pUbblicità (riportati in alto a destra sulla ricevuta di pagamento)

iWeVia Cialdini, 116 - 20161 Milano Tel. 02/89919852

prOmOziOni editOriali pOlice srlVia Nizza, 92 - 00185 Roma - Tel. 06/4542345

RE.DA. sncVia Garibaldi, 17 - 20060 Cassina de’ Pecchi (MI) Tel. 02/95730804

c.d.e.srlVia Saverio Milella, 11 - 70124 Bari - Tel. 080/5857197

Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) Art. 1 comma 1 - DCB MilanoAutorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008Il corrispettivo per l’abbonamento a questo periodico è escluso dal campo di applicazione dell’IVA ai sensi e per gli effetti del combinato disposto dall’ Art. 22 della legge 25/02/1987 n. 67 e dell’ Art.2.3° comma, lettera i) del D.P.R. del 26/10/1972 n.633 e successive modifiche e integrazioni. Qualora l’abbonato non dovesse trovare la pubblicazione di proprio gradimento potrà avvalersi della clausola di ripensamento e ottenere il rimborso della somma versata, richiedendola in forma scritta nei ter-mini previsti dalla legge. Dal rimborso sono escluse soltanto le eventuali spese accessorie, così come individuate ai sensi dell’ Art. 3 comma 2. Per soli fini amministrativi, l’abbonato che non intenda rinnovare l’abbonamento è pregato di darne tempestivamente comunicazione scritta alla società di diffu-sione. è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e dei materiali pubblicati senza la preventiva autorizzazione scritta dall’Editore. I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerare opinioni personali degli autori stessi, pertanto non impegnano il Direttore né il comitato di redazione. Si precisa che “Sicurezza Ambiente” non è una pubblicazione dell’Amministrazione Pubblica, né gli addetti alla diffusione possono qualificarsi come appartenenti alla stessa. La dir-ezione declina ogni responsabilità per eventuali errori e omis-sioni, pur assicurando la massima precisione e diligenza nella pubblicazione dei materiali.

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per il prossimo anno,

Ragione sociale o ditta intestataria (nome del titolare)

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

Nome _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ Cognome _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

Tel _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Numero di ricevuta _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Codice abbonato _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

Concessionaria di diffusione _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

(indicare l testata)

abbOnamenti:Ordinario: € 153 + piccola pubblicità omaggioSostenitore: € 174 + piccola pubblicità omaggiobenemerito: € 195 + piccola pubblicità omaggio

abbOnamentO + pUbblicità:mezzo piedino pubblicitario 60 mm X 60 mm: € 285Piedino pubblicitario 90 mm X 60 mm: € 441Piè di pagina pubblicitario 185 mm X 60 mm: € 591

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