Sicurezza Ambiente n.05-10
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del
lO s
tatO
nucleareun forum per promuovere il dibattito e l'informazione
con l'intervento del ministro prestigiacomo
Anno III - n. 5 - settembre/ottobre 2010 - € 16.25 - Poste italiane SpaSpedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1
comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008
OrganO ufficiale dell’ugl federazione nazionale corpo forestale dello stato
n.5 settembre/ottobre
QuestO prOdOttO è cOmpletamente biO-degradabile e riciclabile, nel pienO rispettO dell’ambiente
turismO
cresce l'offerta attenta all'ambiente
crOnaca
a torino nuova operazione
in difesa degli animali
l'iniziatiVa
al via il programma "frutta nelle scuole"
N. 5 - - pag. 3
sommario
4 - Editoriale L'urgenza della questione morale
6 - Il dibattito Forum Nucleare Italiano: l’intervento del Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo
8 - Cultura del territorio Aspetti del verde urbano, biodiversità e protezione del paesaggio
10 - La buona notizia Cresce il turismo consapevole e Legambiente è in prima linea
13 - Cronache 132 arresti per roghi e 3819 persone segnalate all’autorità giudiziaria: il bilancio della forestale dal 2000 ad oggi
14 -Il silenzio degli innocenti
16 -Da Reggio Emilia all’Africa: traffico di rifiuti tossici sventato dalla Forestale
17 -L’Unesco dichiara la dieta mediterranea patrimonio dell’umanità
18 -Sicurezza Alimentare: il programma “Frutta nelle scuole”
19 - Il progetto “La Terra di San Francesco”: bilancio di un anno di lavoro
20 - Cultura Una storia "bestiale"
22 - Il nostro territorio Campania: alla scoperta del Parco Regionale del Matese
24 - Sindacale
N. 5 - - pag. 4
EDiToriaLEL'URGENZA DELLA QUESTIONE MORALE
di Danilo Scipio (Segretario Nazionale UGL-CFS)
Il Presidente della Camera,
Gianfranco Fini, sta cercan-
do di porre all’attenzione
del mondo politico la cosid-
detta “questione morale”.
Un tema non nuovo, giacché sia il
Movimento Sociale Italiano che il
P.C.I. di Berlinguer trovarono ne-
gli anni ’70 un’incredibile sintonia
nel porre l’accento
sull’ingente quanti-
tativo di scandali di
corruttela e malver-
sazione che carat-
terizzavano quegli
anni, avviando una
campagna di mo-
ralizzazione nella
gestione della cosa
pubblica senza pre-
cedenti; campagna
ripresa successivamente con de-
terminazione dal M.S.I. – D.N. con-
tro il pentapartito e i cosiddetti
“ladri di regime”, allorquando di-
chiarò aperto appoggio ai giudici
di “mani pulite”.
Il dibattito si sta prepotentemente
riaccendendo a causa dell’incedi-
bile numero di politici ed ammini-
stratori investiti da scandali e/o in-
chieste giudiziarie legate alla loro
attività pubblica.
E bene ha fatto il Presidente Fini a
rimarcare che “Bisogna essere dra-
stici nel ribadire che se vogliamo
che la politica sia in sintonia con
la società, nei confronti di com-
portamenti che sono scarsamente
in sintonia con l’etica pubblica e
con il rispetto delle regole del vi-
vere civile, la politica deve essere
intransigente”, utilizzando metodi
diversi per selezionare la classe di-
rigente.
Il Premier di contro, cerca di mi-
nimizzare la questione utilizzando
metafore tra l’altro assai infelici:
“Su cento persone, una, due, tre,
anche quattro, che non siano an-
geli, si trovano sempre, in qualsiasi
categoria, nei carabinieri come fra
i sacerdoti, come in altri settori”.
Bisognerebbe ricordare al Presi-
dente Berlusconi che quando tra
le forze dell’ordine vengono indivi-
duate “mele marce” queste vengo-
no prontamente sospese dal servi-
zio o quantomeno
messe in condizio-
ne di non nuocere
e non operare, giu-
dicate e se ritenute
colpevoli, condan-
nate. Nessuno può
avvalersi – giusta-
mente – di alcuna
immunità.
Tutte le forze di
polizia ed il Corpo Forestale del-
lo Stato nello specifico, pertanto,
non possono esimersi dal porre la
massima attenzione sulla questio-
ne morale.
Gli ultimi due anni di “gestione
CFS” sono stati caratterizzati da
decisioni non sempre rispettose
del principio che “la legge è ugua-
Il dibattito si sta prepotentemente riaccendendo
a causa dell’incedibile numero di politici
ed amministratori investiti da scandali
e/o inchieste giudiziarie legate
alla loro attività pubblica.
L’UGL-CFS non può esimersi dal porre l’attenzione su tali temied è pronto a un riassetto organizzativo dell’amministrazione e della dirigenza
N. 5 - - pag. 5
le per tutti”: basti ricordare che
l’UGL e non l’Amministrazione ha
dovuto denunciare i fatti penal-
mente rilevanti accaduti all’interno
dell’Ispettorato Generale a maggio
del 2008; così come non può es-
sere sottaciuto che nel concorso
a 68 posti da primo dirigente è ri-
sultato vincitore grazie all’attribu-
zione del punteggio massimo nella
voce «attitudine all’avanzamento»,
chi non è stato rinviato a giudizio
solo grazie all’intervenuta prescri-
zione!
Non vogliamo essere giustiziali-
sti, ma l’eticità e le qualità morali
di chi ci comanda devono essere
comprovate e non già avallate dal-
la prescrizione del reato.
La questione morale posta dal Presidente della Camera deve pertanto avere opportuni concre-ti riscontri anche all’interno del Corpo Forestale dello Stato: c’è tutto il tempo per rimediare agli errori fatti e ricostruirne l’immagi-ne e la credibilità messa a repen-taglio da atteggiamenti gratuita-mente “celoduristi” per i paria e volutamente accomodanti per gli amici e gli amici degli amici.
L’U.G.L. è disponibile a fare la sua
parte ed assumersi le proprie re-
sponsabilità in un progetto con-
diviso di riassetto organizzativo
dell’Amministrazione e della di-
rigenza a 360°, senza pregiudizi
e sentimentalismi, perché un “ri-
mescolamento” delle carte po-
trà senz’altro scardinare gli errati
convincimenti di quanti ritengono
che possano restare in possesso di
certe poltrone per usucapione.
La rotazione ed il conferimento
degli incarichi dirigenziali sono
quindi necessari per garantire una
gestione corretta ed equilibrata
del Corpo Forestale dello Stato.
N. 5 - - pag. 6
iL DiBaTTiToFORUM NUCLEARE ITALIANO: L’INTERvENTO DEL MINISTRO DELL’AMbIENTE STEFANIA PRESTIGIACOMOA cura Ufficio Stampa Legambiente
Quella del Forum Nu-
cleare è una iniziativa
importante perché
va in una direzione
moderna e respon-
sabile e soprattutto per aiutare il pa-
ese a valutare nel modo più completo
e corretto una scelta strategica per il
futuro del paese come quella del ri-
torno al nucleare.
Perchè in Italia non si è discusso di nu-
cleare, si sono fatte solo crociate reto-
riche, fra chi era a favore a prescinde-
re e chi contrario a prescindere.
è importante invece discutere nel merito e far partecipare l’opinio-ne pubblica a questa discussione, promuovendo una informazione non schierata, quanto più possibile obiettiva, aperta a ciò che accade nel mondo. è importante che questa iniziativa sul
nucleare sia aperta al confronto più
ampio, certamente con la politica ma
anche con il mondo accademico, con
le imprese, con il Sindacato.
Da Ministro dell’Ambiente ho condivi-
so e condivido la scelta di tornare al
nucleare in primo luogo per ragioni le-
gate proprio alle esigenze che ha l’Ita-
lia, ma in realtà tutto il mondo, di svi-
luppo sostenibile. Stiamo lavorando
tutti per un sistema economico globa-
le che abbia meno bisogno di combu-
stibili fossili: petrolio, gas e carbone:
perché il petrolio non è infinito e co-
sterà sempre più trascinando su anche
il prezzo del gas, perché petrolio,
carbone e gas producono gas serra,
perché inquinano l’ambiente e l’aria
delle nostre città perché in caso di in-
cidente provocano disastri ambientali
gravissimi.
Un sistema progressivamente de-car-
bonizzato è un sistema che punta sul-
le altre fonti energetiche: rinnovabili e
nucleare.
Siamo inoltre davanti ad una realtà in-
ternazionale che nei prossimi decenni
non chiederà meno energia ma ne ri-
chiederà molta, molta di più di quella
attuale, un incremento – quello deri-
vante dai paesi emergenti come Cina,
India, Brasile etc – che in prospettiva
porterà ad una crescita dei prezzi dei
combustibili, con difficoltà soprattutto
dei paesi non produttori come l’Italia.
Se non si interviene puntando su fonti
ambientalmente sostenibili, in grado
di produrre quantità considerevoli di
energia avremo sempre più inquina-
mento ed energia sempre più cara.
Le rinnovabili sono una grande opzio-
ne ma oggi non in grado di compete-
re in termini quantitativi, qualitativi ed
economici col petrolio, gas e carbone.
Per questo all’incentivazione ed alla ri-
cerca sulle rinnovabili bisogna affian-
care un robusto nucleare, così come
accade in tutti i paesi industrializzati.
Perché è veramente paradossale che
i paesi considerati più “verdi” ed il cui
esempio ci viene continuamente ricor-
dato, penso alla Svezia, alla Francia,
alla Germania, all’Inghilterra puntino
come noi sulle rinnovabili ma abbiano
e mantengano una robustissima com-
ponente nucleare e l’Italia debba rag-
giungere obiettivi di sostenibilità ana-
loghi puntando sempre in prevalenza
sui combustibili fossili con cui oggi
l’Italia produce l’80% della propria
energia (il 12 % petrolio, il 55% gas,
13% carbone). Ed è altrettanto para-
dossale che si guardi agli Usa di Oba-
ma, al Giappone e perfino alla Cina
come esempi virtuosi rispetto all’Italia
ed in quei paesi i programmi nucleari
sono in piena espansione.
Mi chiedo e chiedo agli ambientalisti:
ma lo sviluppo sostenibile lo vogliamo
continuando ad avere nel nostro mix
energetico oltre l’80% di combustibili
fossili?
Oggi un ex presidente di Legambien-
Il Ministro, a fine Luglio, ha partecipato alla Presentazione che, come ha rilevato il Presidente Chicco Testa, vuole essere
“uno strumento di promozione del dibattito, di diffusione di informazioni, di dialogo e collaborazione, trasversale al mondo
delle imprese, della cultura accademica scientifica, delle forze sociali, dei cittadini"
N. 5 - - pag. 7
te, del cui impegno ambientalista non
è possibile dubitare, si fa promotore
di un progetto di informazione “laica”
sul nucleare. All’estero alcuni “guru” della cultura “verde” hanno cambia-to idea sulle centrali. Sono segnali importanti, segnali che ad una cul-tura ambientalista dogmatica si sta affiancando validamente una cultura ambientalista pragmatica, che punta a migliorare l’ambiente qui ed ora, e non s’arrocca su posizioni talebane che non hanno riscontri nel mondo occidentale e che poi in concreto, sostanziandosi a dei “no” a tutto porterebbero ad un paese in cui si continua ad inquinare ed ad un mon-do in cui si continua a perdere la bat-taglia per il clima. Io credo invece che l’Italia abbia biso-
gno di scelte consapevoli che consen-
tano il ritorno al nucleare: con le mas-
sime garanzie in materia di sicurezza
(accordi con Francia, Slovenia, Usa)
con le migliori tecnologie esistenti (vi-
sita Flamanville e Westinghouse) con
il consenso di territori pienamente
informati sia delle problematiche che
dei vantaggi che derivano dall’ospitare
una centrale nucleare. E credo che
ci sia bisogno di più energia elettrica
pulita se vogliamo orientare il nostro
sistema nazionale verso la sostenibili-
tà: penso in primo luogo alla mobilità.
Se vogliamo eliminare il problema del-
le polveri sottili davvero e per sempre
dalle nostre città la soluzione è la mo-
bilità elettrica. Per raggiungere questo
obiettivo abbiamo bisogno di tecno-
logia ma, in prospettiva di tanta, tanta
energia elettrica in più a costi conte-
nuti per sostituire benzina e diesel.
Cos’è il Forum Nucleare ItalianoIl Forum Nucleare Italiano, presieduto
dal Dott. Chicco Testa, è un’associa-
zione no-profit che vuole contribui-
re, come soggetto attivo, alla ripresa
del dibattito pubblico sullo sviluppo
dell’energia nucleare in Italia. Il Fo-
rum vuole favorire una più ampia e
approfondita conoscenza dell’opzio-
ne nucleare e delle sue implicazioni
come condizione indispensabile di un
confronto non pregiudiziale su questo
tema.
Il Forum vuole quindi essere un centro
di promozione e divulgazione dell’in-
formazione tecnico-scientifica sul
tema del nucleare, che sia la più am-
pia, chiara, trasparente e accessibile
possibile, diffondendo idee, riflessio-
ni, saperi in maniera semplice e com-
prensibile per tutti e dando spazio ad
argomentazioni diverse per stimolare
uno schietto confronto. L’Associazio-
ne ha come riferimento l’esperienza di
analoghi Forum, nati in altri Paesi dove
l’energia nucleare fa parte del mix
energetico, quali il Belgio, la Svizzera,
la Spagna, la Germania, la Slovacchia
e gli Stati Uniti. Queste realtà sono or-
ganizzate come associazioni, con una
membership trasversale (dalle imprese
alle università, dal mondo della ricerca
a quello economico) ed hanno gioca-
to un ruolo importante nel dibattito
sull’energia in questi Paesi.
LA MISSIONEIl Forum diffonde l’informazione e pro-
muove la conoscenza dell’energia nu-
cleare come una delle risorse energe-
tiche fondamentali per lo sviluppo del
nostro Paese: una risorsa necessaria,
sicura, pulita e vantaggiosa dal punto
di vista economico e ambientale.
Favorisce la divulgazione del know
how tecnico-scientifico-economico e
lo pone quale riferimento di una infor-
mazione approfondita e competente,
facilitando la divulgazione di saperi, la
circolazione di idee ed esperienze per
contribuire al dibattito e alla formazio-
ne di opinioni “informate” sul tema del
nucleare e sulle molteplici implicazioni
di questa scelta energetica.
Maggiori informazioni sul sito web
www.forumnucleare.it
N. 5 - - pag. 8
CULTUra DEL TErriTorio
ASPETTI DEL vERDE URbANO, bIODIvERSITà E PROTEZIONE DEL PAESAGGIO
L’anno 2010 è stato consacrato
quale “Anno Internazionale
della Biodiversità” ed in molte
sedi autorevoli nazionali ed
internazionali si promuovono
studi e si formulano nuove linee possibili di
tutela degli ecosistemi, di interventi a favo-
re della sostenibilità, di progetti di ricerca
scientifica e di attività di sensibilizzazione
per accelerare la presa di coscienza dei li-
miti dello sviluppo e della indilazionabilità
del contenimento delle risorse naturali. In
tale ottica; particolare attenzione va data
alla GFS (Gestione Forestale Sostenibile).
La poliedrica fenomenologia dei rappor-
ti tra cultura, ambiente e paesaggio, e la
complessità derivante dalle vaste temati-
che che afferiscono interdisciplinarmente
alla soluzione del miglioramento della qua-
lità della vita dell’ambiente urbano, rurale
e forestale, attraverso le conoscenze cul-
turali e scientifiche di cui l’Uomo dispone,
richiedono nuovi e differenti approcci alla
Pianificazione ecologica del Paesaggio e al
Diritto Ambientale in sinergia con l’Ecolo-
gia del Territorio. Pur tuttavia, è possibile
semplificare le tematiche in alcuni grandi
settori che contribuiscono alla concreta
possibilità di intervenire nella gestione so-
ciale, economica ed ecologica delle attivi-
tà antropiche e della Conservazione della
Natura: ambiente - paesaggio - territorio –
casa - uomo. E’ pertanto necessario, in una
prima fase, distinguere il territorio comuna-
le in: - ambiente urbano - ambiente rurale
- ambiente naturale ed ambiente forestale
- ambienti misti che presentano una o più
caratteristiche assimilabili alle precedenti
categorie. E’ evidente che la continuità
degli ecosistemi urbano-territoriali neces-
sita della permanenza di equilibri sociali,
economici ed ecologici, che devono esse-
re assicurati attraverso la prevenzione e la
pianificazione della gestione delle attività
del territorio, in una dimensione polisemi-
ca di razionale valorizzazione integrata e
di manutenzione attiva e non di “sfrutta-
mento”. E’ sempre necessario assicurare la
perpetuità degli equilibri degli ecosistemi
e la sostenibilità delle risorse alimentari,
agricole e forestali, altrimenti la città ed i
suoi ecosistemi non potranno esistere! A
tale riguardo ad es., è necessario la re-
visione delle Norme tecniche dei Piani
Urbanistici - Territoriali – Paesaggistici e
dei Beni Ambientali delle regioni italiane,
così come adottate, tenendo presente un
più alto livello di protezione ambientale
urbano-territoriale, con particolare riferi-
mento alle città con più di 10.000 abi-
tanti e ad altre aree dotate di peculiarità
paesaggistiche. Va osservato, che alcune
tematiche rilevanti, correlate alla valoriz-
zazione del “genius loci” per la loro com-
plessità meritano una trattazione adegua-
tamente considerevole che deve essere
compiuta in tempi e con metodi scientifici
nel rispetto della cultura della tradizione
dei saperi antichi. E’ opportuno ribadire,
infatti, che Cultura, Cultura della Protezio-
ne e Tutela del Paesaggio, costituiscono
alcuni elementi cardinali irrinunciabili per
il miglioramento della Qualità della Vita e
per la crescita morale e sociale di vaste
popolazioni. Tale dimensione può attuarsi
anche tramite il miglioramento della quali-
tà delle leggi e delle conoscenze avanzate
dell’ambiente, del paesaggio e dei flussi di
energia correlati alla protezione integrata
degli ecosistemi del pianeta.
La “Cultura della protezione del paesag-
gio” va pertanto diffusa capillarmente ed
armonicamente. Occorre effettuare una
vasta campagna capillare di “Protezione
dell’ambiente e della salute dell’Uomo”
negli Enti, nelle Scuole, nelle Parrocchie,
negli Uffici Pubblici, nei Comuni, nelle
Comunità Montane, attraverso un Piano
Culturale di Educazione Ambientale, Pa-
esaggistica e Forestale, fondato su basi
scientifiche e realizzato da specialisti, con
l’ausilio di mezzi audiovisivi e tecnologie
avanzate. Vanno distinte le azioni scientifi-
che informative, quelle formative e le altre
finalizzate alla prevenzione ed alla prote-
zione, in base al livello culturale dei fruitori.
Questi ultimi dovranno applicare le cono-
scenze acquisite nell’ambito delle proprie
attività lavorative o di studio. Un altro asse
fondamentale va visto nel trinomio “Eco-
logia, Verde urbano e Cultura ambientale”
che richiede ancora molte energie orga-
Di Donato Forenza
La continuità degli ecosistemi urbano-territoriali necessita della permanenza di equilibri sociali, economici ed ecologici, che devono essere assicurati attraverso
la prevenzione e la pianificazione della gestione delle attività del territorio.
N. 5 - - pag. 9
funzionali. Le strutture di nuova destina-
zione, nel loro ambito, dovranno preve-
dere un Centro Culturale e Scientifico, ove
sia possibile tenere mostre sulle tematiche
ambientali, rassegne d’arte, concerti mu-
sicali ed esposizioni e Seminari scientifici
interattivi. Si otterrebbe, in questo modo,
un’elevata integrazione ecologica, socia-
le, tra le varie branche della Cultura e la
Protezione dell’Ambiente, raggiungendo
sicuramente un alto valore educativo e
formativo.
Il settore forestale, dopo il 1992 (Rio de
Janeiro) è sempre più importante per
la salvaguardia della biodiversità e negli
equilibri degli scenari economici ed eco-
logici del pianeta. E’ meritoria la vasta at-
tività che da oltre un secolo svolge il CFS
a difesa dell’ambiente e delle foreste ed
auspichiamo un sempre maggior poten-
ziamento delle importanti ed encomiabili
attività a tutela del paesaggio con l’am-
pliamento di uomini e mezzi. In partico-
lare Parchi ed aree protette costituiscono
nel nostro straordinario Paese paesaggi
singolari dotati di peculiare bellezza che
vengono splendidamente sottratti dal CFS
all’usura dell’antropizzazione. Le aree protette costituiscono una incommen-surabile ricchezza di biodiversità e labo-ratori di educazione ambientale e di ri-cerca scientifica; il potenziamento della Formazione Ambientale, e il ruolo di ele-vazione culturale dei sindacati in connu-bio alla ricerca scientifica potranno con-tribuire al recupero dei valori dell’Uomo e della Natura. Queste azioni possono
contribuire notevolmente al miglioramen-
to della Qualità della Vita sia a livello indivi-
duale che della collettività. La riconquista
del senso di “naturalità”, la ricerca di un
incontro tra uomo della città, forze a dife-
sa della Natura, energie umane e spirituali,
è sempre più richiesta nelle Zone a verde
urbano e nei boschi. Occorre creare una
nuova “simbiosi” tra i cittadini e le zone
a verde urbano, verde periurbano, boschi
e foreste.
nizzative. La pianificazione ecologica
delle Zone a verde urbano costituisce un
problema rilevante per la società e per le
popolazioni di città che presentano una
scarsa entità di zone a verde per abitante.
Per le città capoluogo di regione, ad es.
occorre intervenire per creare una nuo-
va coscienza per il rispetto dell’ambiente
urbano, iniziando con l’Educazione alla
Conservazione del Verde Urbano e dei
suoi ecosistemi. Si fa presente che molti
“giardini” sono considerati Beni Ambien-
tali e Culturali ai sensi del D. L.vo 42/2004.
Occorre ad es. organizzare mostre di arte
visiva ed altre iniziative culturali nelle aree
a verde esistenti per animare culturalmen-
te il rapporto zone verdi / cittadino.
In parallelo, è necessaria una revisione
delle aree destinate a Verde Urbano delle
città con oltre 10.000 abitanti; anche nei
Comuni adiacenti al territorio comunale di
città con oltre 50.000 abitanti è opportu-
no verificare la situazione degli ecosiste-
mi. Infine, occorre una revisione paesaggi-
stica delle Reti ecologiche per effettuare,
mediante la Pianificazione Ecologica delle
Zone Verdi, vaste fasce di zone boscate
oppure Cinture di Verde urbano e peri-
urbano, con valenza territoriale, interco-
munale e comprensoriale, in armonia di
fruizione con i comuni limitrofi. Per le città
con oltre 100.000 abitanti è opportuno
rivedere gli standard urbanistici e le con-
dizioni dei parametri dell’inquinamento
ambientale prevedendo, per la salvaguar-
dia ambientale, “Foreste periurbane”. Il
nuovo concetto di “Bosco urbano e qua-
lità della vita” può creare rilevanti fattori
di miglioramento della salute per i cittadi-
ni ed alleggerire l’impatto sugli ecosistemi
forestali da parte dei turisti. La protezio-
ne degli ecosistemi boscati è necessaria
per la valorizzazione dei fattori paesaggi-
stici, naturalistici, culturali e ricreativi an-
che nel tessuto urbano e negli ambienti
periurbani. Va inoltre ribadito che l’ap-
proccio ecologico, economico e sociale,
deve salvaguardare le risorse genetiche e
il rischio di inquinamento biologico. Me-
diante la creazione di vaste zone a Verde
Urbano e con i Boschi Urbani, le città con
popolazioni elevate ed il loro territorio,
in connubio, fruiranno dei noti e cospi-
cui vantaggi degli effetti benefici degli
ecosistemi vegetali agro-forestali delle
Zone a verde urbano e territoriale: - os-
sigenazione; - antiiquinamento; - barriere
antirumore; - mitigazione del clima; - mo-
derazione dell’erosione; - miglioramento
del paesaggio e dell’Architettura vegeta-
le; - miglioramento della protezione del
territorio dal vento e dalle piogge; - fun-
zioni psicologiche, culturali, biosferiche;
- altre positività e benessere, etc.. Con il
“Sistema di Cinture Verdi”, devono essere
previsti nuovi impianti e reti ecologiche
N. 5 - - pag. 10
La BUona noTiziaCRESCE IL TURISMO CONSAPEvOLEE LEGAMbIENTE è IN PRIMA LINEAA cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS
Sono 426 le aziende aderenti all’etichetta ecologica, nel 2010 più di 100 nuove iscrizioni
Risparmiano energia, differenziano i
rifiuti, offrono servizi di mobilità soste-
nibile, informazioni ambientali, gastro-
nomia eccellente con prodotti tipici
e il meglio del made in Italy. Sono le
strutture turistiche “amiche dell’am-
biente” aderenti all’etichetta ecologi-
ca di Legambiente Turismo che, anche
quest’anno al termine dei controlli,
segnala le migliori.
Ben 20 strutture, fra hotel, campeg-
gi, residenze turistico alberghiere,
b.&.b., agriturismi, osterie, ristoranti e
anche aziende turistiche non ricettive
segnalate “per aver onorato gli impe-
gni obbligatori concordati ed in più
introdotto innovazioni nell’uso razio-
nale delle risorse naturali e nella tutela
dell’ambiente” .
Sette sono suggerite dagli esperti di
Legambiente Turismo per la migliore
gestione e sono: l’Agriturismo Acqua-
viva di Manciano nella Maremma To-
scana; l’Hotel Montemerlo di Fetovaia
all’Isola d’Elba; l’Hotel Villa Crespi di
Orta San Giulio (No); l’Hotel Imperiale
di Gatteo a Mare (Fc), l’Hotel Conero2
di Numana nella Riviera del Conero; il
Gajeta Hotel Residence di Gaeta (Lt),
l’Hotel Borgo Piani della Bruca Scalea
(Cs) (si tratta di una new entry del
2010).
Per la gastronomia invece si sono di-
stinti l’Azienda Agricola La Coroncina
di Belforte del Chienti (Macerata) e
l’Agriturismo Agramater di Colmurano
(Macerata).
Per la comunicazione sull’ambiente e il territorio circostante sono stati segnalati: il Camping Don Antonio di Giulianova (Teramo) e il Casale Camal-da di Serravalle nel Parco delle Fore-ste Casentinesi.Per l’impegno ecologico del persona-
le è stato segnalato l’hotel Abner di Riccione; per la mobilità sostenibile il
Gruppo locale di Cetara (nella Costie-
ra Amalfitana) e l’Hotel Alexander di Gabicce Mare (PU). Tra le strutture “amiche del clima” figu-
rano 6 aziende (il Camping bungalow
Park Thaiti Village di Lido delle Nazio-
ni, Comacchio (Fe); l’Hotel Bahamas di
Lido di Savio, Ravenna; l’Agriturismo
La Cà dell’ Alpe di Rialto, Savona; l’Ho-
tel Il Cormorano di Grisolia (Cosenza);
l’Hotel Villa Rosa di Cesenatico (Fc);
l’Hotel Magic di Riccione (Rn).
“Il successo crescente dell’etichetta
ecologica di Legambiente Turismo –
ha dichiarato il presidente di Legam-
biente Dott. Vittorio Cogliati Dezza
– è un segnale forte di quanto sia au-
mentata in questi ultimi anni l’atten-
zione nei confronti della protezione
e la cura dell’ambiente soprattutto in
un settore, come quello turistico, che
più di ogni altro deve puntare sulle
risorse naturali e paesaggistiche del
Paese. L’attenzione verso il risparmio
delle risorse e il rispetto del territorio
diventano, anche attraverso questa
etichetta, un valido strumento di pro-
mozione per le aziende ma soprattut-
to un’ulteriore garanzia di qualità per
una clientela sempre più sensibile alla
salvaguardia dell’ambiente”.
L’etichetta ecologica di Legambiente
Turismo per Alberghi, Campeggi, Agri-
turismi, B&B, ecc. si è allargata negli ul-
timi mesi a 16 regioni italiane con nuo-
vi gruppi sorti in Sardegna (Nuoro e
Ogliastra), Campania (Cetara Costiera
Amalfitana, Mondragone nel Litorale
Domiziano, Eboli nella Piana del Sele),
N. 5 - - pag. 11
in Lombardia (Gruppo Ethos di Mila-
no), in Emilia Romagna con il Gruppo
Agriturismi della Coldiretti, nelle Mar-
che (a Fano) e nel Salento (S. Maria di
Leuca e Gallipoli).
“Nel 2010 - ha detto Luigi Rambelli,
presidente nazionale di Legambiente
Turismo - c’è stata una crescita sen-za precedenti dell’adesione delle imprese turistiche all’etichetta eco-logica della nostra associazione e questo conferma la validità dell’ini-ziativa che punta al miglioramento e alla valorizzazione ambientale del turismo. I fenomeni in atto nel settore
ci dicono che l’ambiente è un fatto-
re competitivo. Anche le rilevazioni
di mercato confermano che l’apprez-
zamento per il paesaggio, per i beni
culturali e ambientali e l’amore per il
buon cibo è ciò che ancora salva la
nostra “industria” del viaggio.
Sono 426 le strutture ricettive aderen-
ti, tutte presenti sul sito web dell’as-
sociazione all’indirizzo www.legam-
bienteturismo.it con oltre 63.000
posti letto e/o a tavola e una stima di
oltre 5,5 milioni di presenze. Si trat-
ta dell’iniziativa di questo genere più
importante in Italia (e la seconda in
Europa). I controlli – anche quest’an-
no – hanno consentito di riscontrare
anche alcune criticità rispetto agli im-
pegni assunti. Legambiente Turismo ha
richiesto una maggiore attenzione di 7
aziende – una di Giulianova, due del-
la Maremma, due in Liguria, una nelle
Marche e una di Gaeta - che si sono
limitate a strappare la sufficienza. Car-
tellino rosso invece per 5 strutture ri-
cettive (una dell’Abruzzo, una di Fer-
rara, una di Cupra Marittima (AP), una
di Scalea (CS) e una di Reggio Calabria.
A queste a fine anno verrà ritirata l’eti-
chetta di Legambiente Turismo.
Si tratta di casi nei quali sono state
evidenziate inadempienze rispetto
agli impegni concordati all’interno dei
rispettivi progetti locali o hanno rifiu-
tato il controllo.
Per altre 7 strutture si è ritenuto di do-
vere acquisire nuovi elementi e quin-
di sono state previste nuove visite da
realizzare entro l’estate.
N. 5 - - pag. 12
i nUmEri
REGIONIStrutture Ricettive e Turistiche Associate
Posti letto (o a tavola locali di ristorazione)
Abruzzo 17 4206
Basilicata - -
Calabria 12 2605
Campania 33 3089
Emilia Romagna 129 22728
Friuli VG 6 673
Lazio 7 931
Liguria 18 1222
Lombardia 51 4160
Marche 39 4672
Molise - -
Piemonte 2 226
Puglia 7 5166
Sardegna 15 823
Sicilia 18 928
Toscana 47 4134
Trentino Alto Adige - -
Umbria 3 146
Veneto 20 7551
Francia (Costa Azzurra) 2 120
TOTALE 426 63380
TIPOLOGIAStrutture Ricettive e Turistiche Associate
Posti letto (o a tavola locali di ristorazione)
Alberghi 213 20484
Camping 26 25615
Agriturismi/Rifugi 74 1989
Ristoranti/Bar 25 2710
B&B/Case Vacanza 58 890
Ostelli 5 213
Residenze Turistico /Alberghiere 5 326
Villaggi Turistici 6 8868
Stabilimenti Balneari 9 2285
Strutture Turistiche non ricettive 5 -/-
TOTALE 426 63380
I dati di Legambiente turismo anno 2010
N. 5 - - pag. 13
“Dal 2000 ad
oggi il Corpo
forestale del-
lo Stato ha ef-
fettuato 132
arresti e segnalato all’Autorità giudi-
ziaria preposta 3.819 persone, mentre
dal 2000 al 2006 sono state emesse
complessivamente 802 sentenze in
materia di incendi”. I dati li fornisce la
Forestale, che traccia il bilancio delle
operazioni condotte “a dieci anni di
distanza dall’introduzione del reato di
incendio boschivo nel codice penale”
punito con la reclusione. Il Corpo fore-
stale dello Stato ha ricordato a Roma,
nel corso di un convegno dal titolo ‘La
difesa del patrimonio forestale a 10
anni dal decreto legge 4 agosto 2000
n. 220, che ha introdotto il reato di
incendio boschivo nel Codice penale’,
che con apposito decreto - il 220 del
4 agosto 2000, appunto - convertito
poi in legge nel novembre dello stesso
anno, ha introdotto la reclusione per
il reato di incendio boschivo. Adesso,
però, “una nuova sentenza emessa dal
Tribunale di Latina - su indagini del NI-
PAF Provinciale - rafforza gli strumenti
a disposizione dell’attività’ giudiziaria
svolta dal Corpo forestale dello Stato
per contrastare gli incendi boschivi”.
Infatti, spiega la Forestale, il 10 luglio scorso è stata depositata una sen-tenza relativa ad un caso di condanna per detenzione di “ordigni atti a pro-vocare incendio boschivo in due ro-ghi rispettivamente del 26 luglio e 10 agosto 2007”. L’autore dell’incendio,
fa sapere la Forestale, e’ “già condan-
nato per il reato di incendio boschivo”
e adesso “e’ stato condannato anche
a un anno e quattro mesi di reclusione
per aver attentato alla pubblica inco-
lumità, poiché deteneva illegalmente
strumenti infiammabili costituiti da 22
spirali di zampirone costruite al fine di
provocare la combustione all’origine
degli incendi”.
Questa sentenza per la Forestale “ri-veste una notevole importanza” per le indagini sugli incendi boschivi in quanto “per la prima volta è stato utilizzato uno strumento sanziona-torio che possa colpire coloro che detengono materiale costituito e costruito per appiccare gli incendi nei boschi”. Perciò, continua il Corpo
forestale, “consente agli investigatori
di poter intervenire già nella fase di
detenzione di tali apparati da parte
dei criminali incendiari prima che sia
appiccato l’incendio”.
CronaCHE132 ARRESTI PER ROGHI E 3819 PERSONE SEGNALATE ALL’AUTORITà GIUDIZIARIA: IL bILANCIO DELLA FORESTALE DAL 2000 AD OGGI
Sono i dati forniti a dieci anni di distanza dall’introduzione del reato di incendio boschivo punito con la reclusione nel codice penale .
Il 10 luglio scorso depositata un’altra importante sentenza relativa ad un caso di condanna per detenzione di “ordigni atti a provocare roghi”
a cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS
N. 5 - - pag. 14
CronaCHEIL SILENZIO DEGLI INNOCENTIDi Caterina Traferri
In seguito ad attività delegata dalla
Procura della Repubblica di Pine-
rolo e dopo oltre due mesi di in-
dagini il personale del Corpo Fo-
restale dello Stato ha ispezionato
e successivamente attuato un sequestro
penale di tre cani presumibilmente af-
fetti da rilevanti patologie (un pinscher,
un jack russel e un bassotto) in un cani-
le sito in Prarostino (TO).
Durante la successiva
perquisizione il per-
sonale del Corpo ha
ritrovato e sequestrato
numerose schede di
identificazione di cui
all’anagrafe canina re-
gionale, parzialmente
compilate e sottoscritte
“in bianco” con relativo timbro e firma
di un medico veterinario. Sono state
inoltre acquisite e sequestrate decine di
schede in originale e copia di certificati
di vaccinazione ed altra documentazio-
ne accessoria.
In un locale di pertinenza dell’abitazio-
ne privata è stato trovato un congelato-
re contenente le carcasse di un equino
(un pony) e sette cani. Tale situazione,
abbinata al ritrovamento di documen-
tazione non compilata, ha evidenziato
una particolare anomalia nella condu-
zione dell’allevamento, considerato che
dall’analisi dei dati è stata sottolineata,
anche da parte dei veterinari dell’ASL
TO 3, una presunta moria di cani con il
decesso di circa il 40% degli animali in
circa 10 mesi.
A seguito delle risultanze dell’accerta-
mento e per il tramite di ulteriori adem-
pimenti di polizia giudiziaria effettuati
dagli agenti del Corpo Forestale dello
Stato (Comando Stazione di Pinerolo e
Nucleo Investigativo del CFS di Torino),
la Procura della Repubblica di Pinerolo
ha concluso le indagini preliminari allo
scopo di esercitare l’azione penale a
carico di:
una donna b.G., di anni 40, e un uomo L.C. di anni 44, entrambi residenti in Prarostino, in qualità di gestori del canile, venivano indagati perché “de-tenevano in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze” tre cani, successivamente
soggetti al provvedimento del seque-
stro; le due persone sopra indicate ed
altri quattro medici veterinari: E.P. di
anni 52, residente in Frossasco; R.F. di
anni 54, residente in Luserna S. Giovan-
ni, C.S., di anni 45, residente in Torino e
M.B. di anni 41, residente in Garzigliana,
sono stati indagati, in concorso tra loro,
per abuso d’ufficio conseguente alle at-
testazioni in bianco rilasciate allo scopo
di garantire il possesso legittimo di cani
all’allevamento e alla conseguente cir-
colazione sul territorio nazionale.
Nel corso del 2009 il medesimo alleva-
mento era stato oggetto di indagini da
parte del Corpo Forestale dello Stato,
durante le ispezioni era stato ritrovato,
nelle adiacenze di un corso d’acqua,
un cimitero di animali
con numerose car-
casse di cani interra-
te.
Ancora una volta sia-
mo di fronte ad uno
spettacolo agghiac-
ciante. Ancora una
volta siamo di fronte ad una realtà che
non vorremmo vedere ma che ci serve
per riflettere su un tema complesso sul
quale ci sarebbe tanto da dire: il mal-
trattamento degli animali. Una piaga che
trova riscontro in una serie di comporta-
menti intollerabili e condannabili, come
in questo caso allevatori senza scrupoli
e veterinari compiacenti e dall’altra par-
te il silenzio delle solite vittime: gli ani-
mali.
Fortunatamente la nuova normativa (L.
20 luglio 2004 n.189) nella tutela pena-
le degli animali testimonia l’evoluzione
del sentimento sociale verso gli stessi. La
nuova disciplina rappresenta un impor-
Torino: operazione del Corpo Forestale dello Stato ancora una volta a difesa degli animali
Ancora una volta siamo di fronte ad uno spettacolo
agghiacciante. Ancora una volta siamo di fronte
ad una realtà che non vorremmo vedere ma che ci serve
per riflettere su un tema complesso sul quale
ci sarebbe tanto da dire: il maltrattamento degli animali.
N. 5 - - pag. 15
tante e profondo segnale del mutamen-
to di intendere il rapporto tra uomini e
animali e si evidenzia come questi ultimi
vadano tutelati non esclusivamente in
quanto oggetti su cui esercitare un di-
ritto di proprietà, ma come esseri dotati
di una sfera di autonomia esistenziale
che non si esaurisce solo nell’essere
funzionali ai bisogni di interessi umani.
Bisogna prendere coscienza di quello a
cui stiamo andando incontro, una vera
e propria mafia che ogni giorno prende
più piede e la dimostrazione la vediamo
da giornali, tv e siti internet che cerca-
no di denunciare questo modo di agire
che procura un giro d’affari di milioni di
euro. Non trattiamoli come merce, non
trattiamoli come oggetti, ricordiamo-
ci che di strutture simili ce ne sono e
purtroppo ce ne saranno altre, contri-
buiamo a non far arricchire personaggi
di dubbia moralità. Fermiamoci a riflet-
tere che l’animale è diverso dall’uomo,
ha proprie esigenze ed è importante
conoscerle e soprattutto informarsi per
una convivenza nel segno del rispetto.
Tutto questo non è solo politicamente
corretto ma soprattutto moralmente.
Vedere vere e proprie organizzazioni
che operano così non fa progredire la
nostra società. Alla luce di ciò: bravi ra-
gazzi, ottimo lavoro! Il Corpo Foresta-
le dello Stato ha puntato l’accento su
un compito che è prioritario e questa
è solo l’ultima operazione di una lunga
serie. L’opinione pubblica guarda ad un’Amministrazione che va in una dire-zione che piace sempre di più e trova unanime il consenso popolare, dimo-strazione della crescente sensibilità che sta prendendo piede in una socie-tà consapevole del ruolo che gli anima-li ricoprono e del valore affettivo che hanno per tutti coloro che possono capirne l’enorme beneficio tratto da una loro vicinanza. Un’operazione que-
sta che sarà costata fatica non solo sul
piano operativo (vista la scarsa dispo-
nibilità numerica del personale) ma an-
che psicologico. Trovarsi di fronte ad un
orrore simile per chi crede fermamente
e svolge tale servizio non sarà stato fa-
cile. La provincia di Torino è sempre più
in prima linea, sempre più operativa e
sempre più in vista a livello locale e non
solo grazie a iniziative di questo gene-
re. L’intervento del Corpo Forestale del-
lo Stato ci dà la forza per ribadire che al
di là di certe strutture-lager ci può esse-
re compatibilità tra benessere animale
e interesse economico, basta solamen-
te crederci, riconoscendo loro dignità
e rispetto della stessa. E’ un segno di
intelligenza umana considerare l’anima-
le essere dotato di sentimenti, infatti
Konrad Lorenz diceva che chiunque sia
stato a contatto con un animale sap-
pia perfettamente che gli animali siano
dotati di sentimenti, sottolineando che
chi dicesse il contrario denuncereb-
be solo se stesso come animale privo
di sentimenti.
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CronaCHEDA REGGIO EMILIA ALL’AFRICA: TRAFFICO DI RIFIUTI TOSSICI SvENTATO DALLA FORESTALEA cura della Segreteria UGL-CFS dell’Emilia-Romagna (fonte: ilsalvagente.it – di Giovanni Vignali)
Una sfilata di camion che spediva computer, frigo, copertoni e scarti non in-nocui. Vecchi computer, frigoriferi ormai inutilizza-
bili, componenti meccanici e informatici, ma anche televisori, videoregistratori, pneumatici fuori uso e persino cofani e paraurti.Rifiuti pericolosi per la legge italiana, il Decreto Ronchi del 1997 aggiornato nel 2006 grazie alle nuove direttive eu-ropee.Merce buona invece, secondo qualcuno, per essere smistata nei mer-cati africani: quello keniota, congolese, ghanese e nigeriano, come hanno accer-tato gli uomini della Guardia Forestale di Reggio Emilia, guidati dall’Ispettore Capo Claudio Rossoli. I blitz sono cominciati il 17 giugno scorso e proseguono da allo-ra. Da allora le Fiamme verdi della città emiliana hanno sequestrato camion ca-richi di materiale esausto che - anziché prendere la via dello smaltimento - sa-rebbe presto salpato per l’Africa, dove sarebbe stato rivenduto in mercati lo-cali oppure accatastato in discariche illegali, in cui i lavoratori (non di rado bambini) operano senza protezioni, esposti ai micidiali cocktail dei compo-sti chimici che questi scarti rilasciano nel momento in cui vengono trattati in modo rudimentale. Macchine e moto-rini segati a metà, bloccati in dogana poco prima che partissero. Centinaia di copertoni usati pronti a prendere la via del mare con destinazione Santo Domingo. Dentro questi scarti peraltro si
trovano composti altamenti tossici come piombo, cadmio, mercurio e cromo, che possono causare danni irreparabili a mi-nori e donne incinte. La stima dell’Onu è di 20-50 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti ogni anno ed il destino di que-sta enorme quantità non è conosciuto”.
La filiera da vezzano all’Africa. Ma hanno chiamato la ForestaleVezzano, Bagnolo, Reggio Emilia: il mo-dus operandi era spesso il medesimo. I sedicenti imprenditori si presentava-no nelle discariche e ne uscivano con furgoni carichi di materiale di scarto. Il vantaggio era almeno duplice: i traf-ficanti da un lato reperivano la merce a costo zero, i titolari delle rimesse dall’altro non dovevano ricorrere alle spese di smaltimento – considerata at-tività di pubblico interesse, secondo la normativa italiana. Tutto è cominciato quando i residenti nella frazione di Sedrio, poco distante da Vezzano di Reggio Emilia, hanno chia-mato le forze dell’ordine: quel viavai di camion zeppi di batterie, elettrodome-stici e vecchi computer li aveva allarmati.
L’acquisto deve essere tracciabile“L’acquisto e la cessione di materiale si-mile deve essere tracciabile, in assenza di fatture scattano controlli e perquisi-zioni - ricorda l’Ispettore Capo Rossoli -. Negli ultimi anni ci è capitato di trovare di tutto. Discariche illegali che si facevano regolarmente pubblicità sui giornali per recuperare pezzi di autovetture. L’inda-
gine nel frattempo sta proseguendo per capire se dietro questo traffico di rifiuti pericolosi ci fosse un vero e proprio si-stema, composto da persone collegate fra loro, alcune delle quali native dei Pa-esi a cui erano destinati i carichi, e quindi presumibilmente in grado di riciclarli più facilmente. Potrebbero anche esserci dei collegamenti tra le indagini svolte in Piemonte condotte dai Forestali del Nu-cleo Investigativo di Polizia Ambientale e forestale di Torino nell’ambito dell’ope-razione FREON e quelle Reggiane.“Si tratta di flussi di residui che non ven-gono intercettati dai sistemi di recupero - si legge sul comunicato emesso dal Co-mandante Provinciale della Forestale di Reggio Emilia, Attilio Menia - Discariche illegali in Africa e in Asia avrebbero po-tuto accogliere vecchie stampanti, com-puter, schermi e gestirli in spregio alle più elementari norme di sicurezza”. “I dati - continua il Comandante della Forestale - ci dicono che è soprattutto verso nazioni come la Nigeria, il Ghana e a volte la stessa Cina che questi cari-chi fanno rotta, da quel momento in poi il loro tragitto sparisce per sempre dai nostri occhi. La gestione dei rifiuti è disci-plinata dal Decreto Legislativo n.152/06 - Parte Quarta - al fine di assicurare una ele-vata protezione dell’ambiente, tenendo conto della specificità dei residui perico-losi. Devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all’ambiente”.
I blitz sono cominciati il 17 giugno scorso e proseguono da allora, le Fiamme verdi della città emiliana hanno sequestrato materiale che - anziché prendere la via dello smaltimento - sarebbe presto salpato per il mercato keniota, congolese e ghanese
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CronaCHEL’UNESCO DICHIARA LA DIETA MEDITERRANEA PATRIMONIO DELL’UMANITàA cura della redazione di www.aiol.it
“è un grande succes-so per il nostro Paese, la nostra tradizione alimen-tare e la nostra
cultura”. Così il ministro delle Politi-che agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, ha commentato la notizia secondo cui l’Unesco ha rac-comandato l’iscrizione della “Dieta mediterranea” nella prestigiosa Lista delle tradizioni considerate Patrimo-nio mondiale immateriale dell’umani-tà. “La Dieta mediterranea rappresen-ta uno stile di vita sostenibile basato sul mangiare i prodotti tipici del ter-ritorio in momenti conviviali con la famiglia o con gli amici: per l’Unesco questo insieme unico di pratiche ali-mentari, conoscenze e competenze tradizionali trasmesse di generazio-ne in generazione, è un qualcosa di unico al mondo e va salvaguardato e valorizzato. La valutazione positiva dell’Unesco evidenzia come ormai a livello internazionale l’alimentazione e l’agricoltura siano sinonimi di cul-tura e debbono essere valorizzate al pari dei beni materiali”. “Con questo importante riconoscimento - sottoli-nea il ministro Galan - l’Unesco ci invi-ta a superare una concezione arcaica di cultura legata alla materialità degli elementi e ci invita a riflettere su quel patrimonio intangibile, fatto anche di tradizioni e pratiche agro-alimentari, di cui il nostro Paese può essere fie-
Galan: «Grande successo per il nostro Paese, la nostra tradizione e la nostra cultura. Dobbiamo riflettere anche su tutto il nostro patrimonio
intangibile fatto di tradizioni e pratiche agro-alimentari»
ro nel mondo”. “Desidero ringraziare gli esperti del Ministero che in questi anni hanno lavorato con tanta pas-sione e competenza ottenendo un risultato così significativo”.La candidatura della Dieta mediter-ranea era stata avanzata già quattro anni fa dall’Italia, dalla Spagna, dalla Grecia e dal Marocco ma per l’Une-sco non soddisfaceva i requisiti pre-visti dalla Convenzione del 2003 sul Patrimonio mondiale immateriale dell’umanità, per cui i quattro paesi decisero di ritirarla. Lo scorso anno l’Italia l’ha ripresentata, sempre in-sieme a Spagna, Grecia e Marocco, ed ha assunto il coordinamento del gruppo di lavoro internazionale,
riscrivendo interamente la candi-datura e sottolineandone il valore culturale. La “raccomandazione” po-sitiva dell’Unesco dovrà ora essere ratificata dal Comitato esecutivo del-la convenzione sul patrimonio mon-diale immateriale dell’umanità che si riunirà a Nairobi in Kenya dal 14 al 19 novembre prossimi. La prestigiosa Li-sta dell’Unesco, che raccoglie gli ele-menti immateriali considerati unici al mondo, consta di 166 elementi (tra cui il Tango argentino e la calligrafia cinese) di cui solo 2 italiani: l’opera dei pupi siciliani e il canto a tenore sardo. La Dieta mediterranea, ove approvata definitivamente, diventerà così il terzo elemento italiano.
Il Ministro Galan e Silvio Berlusconi
N. 5 - - pag. 18
Tratto da www.politicheagricole.it
SICUREZZA ALIMENTARE: IL PROGRAMMA “FRUTTA NELLE SCUOLE”
CronaCHE
Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali svolge un ruolo fondamenta-le su ciò che si mangia o non si mangia, per esempio nella scuola primaria. Saranno
distribuiti nelle scuole primarie di tutta Italia 7.400.000 di kg di frutta e verdura
“Cibo ed educa-
zione, nel sen-
so che ritengo
estremamente
importante ap-
profondire ogni aspetto di quanto
accade nelle mense scolastiche, o me-
glio, durante le molte ore che i nostri
bambini trascorrono a scuola. Dico
questo perché il ministero delle Politi-
che agricole alimentari e forestali svol-
ge un ruolo fondamentale su ciò che si
mangia o non si mangia, per esempio
nella scuola primaria”. Così il ministro
delle Politiche agricole alimentari e
forestali, On. Giancarlo Galan, com-
menta il via della prossima edizione
del programma dell’Unione europea
‘Frutta nelle scuole’, nato proprio con
l’obiettivo di educare a una sana ali-
mentazione fin da piccoli, coordinato
dal ministero delle Politiche agricole,
che ha avuto inizio nell’anno scolasti-
co 2009-10 e che interesserà anche il
prossimo anno 2010-11.
Questo programma è finalizzato a in-centivare il consumo di frutta e ver-dura da parte dei bambini, ma anche ad educarli ad assumere abitudini ali-mentari corrette e a sviluppare uno spirito critico nei confronti dell’enor-me pressione della pubblicità, facen-do loro conoscere i prodotti naturali nella varietà e nelle diverse tipolo-gie. In concreto, ‘Frutta nelle scuole’
provvede alla distribuzione di frutta
e ortaggi, appunto, al momento del-
la merenda di metà mattina, con lo
scopo di sostituire agli snack precon-
fezionati prodotti naturali e salutari.
Ad affiancare questa distribuzione,
una campagna di comunicazione e di
informazione, sempre a cura del Mini-
stero delle politiche agricole, rivolta
non solo agli alunni, ma anche a ge-
nitori e insegnanti, affinché tutti pos-
sano conoscere in maniera chiara ed
esaustiva gli aspetti nutrizionali di frut-
ta e verdura, oltre che quelli legati alla
sicurezza e al rispetto dell’ambiente.
Ad essere distribuiti nelle scuole sa-
ranno prodotti ortofrutticoli di qua-
lità certificati (Dop, Igp e biologici),
nel rispetto della stagionalità e del
territorio dal quale provengono. Tutti
saranno dati ai bambini in confezioni
singole, così da poter essere mangiati
subito, garantendo i dovuti standard
igienico-sanitari. Protagonisti del pro-
gramma saranno anche macedonie,
centrifughe e spremute, preparate
sul momento e senza aggiunta di zuc-
cheri. Per l’anno scolastico 2010-11
saranno coinvolte un totale di 8400
scuole primarie di tutta Italia e distri-
buiti circa 7.400.000 kg di frutta e ver-
dura a 1.340.000 bambini.Il Ministro Galan
Stock-xchng
N. 5 - - pag. 19
Di Giulia Corrado (Agente CFS)
“LA TERRA DI SAN FRANCESCO”: bILANCIO DI UN ANNO DI LAvORO
iL progETTo
Campagna senza precedenti portata avanti dal Corpo Forestale e dal Fai, volta alla sensibilizzazione e alla riqualificazione naturalistica di una selva che vive ormai da secoli
buon Compleanno! Compie un anno la Convenzione stipulata tra Corpo Foresta-le dello Stato e Fondo Am-biente Italiano riguardante il
progetto “La Terra di San Francesco” ad Assisi. Una campagna senza precedenti volta alla sensibilizzazione e alla riquali-ficazione naturalistica di un bosco che vive ormai da secoli. Un sentiero con alle spalle 800 anni di storia dove, al suo interno, racchiude pendii, staccionate, ruderi ma anche un convento benedet-tino “Santa Croce” di origini duecente-sche e un antico mulino del 1100, ubi-cato sulla riva opposta del fiume Tescio e collegato alla chiesa di Santa Croce dall’omonimo ponte risalente al 1300. Ad oggi è tutto nelle abili mani del FAI grazie ad una donazione di Banca Inte-sa. La selva di San Francesco rappresen-ta da sempre uno dei più grandi patri-moni italiani per valore storico, artistico, naturale e spirituale.Ci troviamo nel tanto citato cuore verde d’Italia, l’Umbria, più in particolare nel bel mezzo dell’Appennino umbro, in una delle aree che meglio sintetizzano le caratteristiche di questa catena mon-tuosa. Nonostante l’aridità del terreno, causata dalle rocce di natura calcarea e che quindi assorbono con grande ener-gia l’acqua piovana, la zona dell’assisa-no risulta ricca di diverse specie vege-tali ed animali. Il contributo dell’uomo è stato da sempre armonioso con il pae-saggio, niente cannibalismi ecologici ma
solo sensati interventi: una significativa sinergia tra uomo e natura. Ancora oggi gli interventi dell’uomo lascino spazio alla conservazione di elementi naturali di rilievo: le intense ed ombrose forma-zioni boschive, le alberature secolari, il torrente Tescio ed i suoi affluenti ad andamento stagionale. Tanti ecosistemi diversi che fanno del Bosco di San Fran-cesco un vero scrigno di biodiversità.Proseguendo il sentiero lo scettro pas-sa dagli esemplari di roverella e grandi alberi di bagolaro a particelle di lec-cio che si accompagnano all’acero di monte. Lungo la discesa si percorre un tratto di bosco più asciutto, dove l’orniello e il carpino hanno la meglio e lasciano spazio a caratteristiche fioriture di rovo e di delicata rosa canina che al-lettano numerose specie di farfalle, dal-la pafia alla Cleopatra. In prossimità della chiesa di Santa Croce si apre una radura abitata da rigogliose ginestre e da ulivi che lasciano filtrare i raggi del sole per-mettendo la crescita di una vegetazio-ne erbacea spontanea. Da sottolineare la presenza di esaltanti orchidee, dalle maestose Orchis purpurea alle più sottili Orchis pyramidalis. E’ l’ora del “Sentiero del Terzo Paradiso”. Sì perché risalen-do il letto del fiume Tescio si incontra proprio questo nuovo e aulico sentiero che è reso ancora più suggestivo dalla nuova identità regalatagli dall’artista Mi-chelangelo Pistoletto il quale propone un progetto artistico di land-art: inter-venti sul paesaggio attraverso l’utilizzo
di materiali naturali. E nel cuore della selva verranno piantati alberi di ulivo che andranno a costituire tre cerchi e proprio quello centrale, il più grande, simboleggerà la forza generatrice del Terzo Paradiso.Il progetto “La Terra di San Francesco” è in linea con il pensiero di San France-sco, la cui vita ha sintetizzato il più alto modello di convivenza tra Uomo e na-tura. San Francesco d’Assisi – spiega la presidente onoraria del FAI, Giulia Maria Mozzoni Crespi – si è beatamente con-trapposto alle convenzioni, parlare agli uccelli, esaltare, attraverso umiltà e po-vertà, la gloria del creato. Rendere il percorso fruibile per un vasto numero di turisti, fedeli, curiosi e appas-sionati è il senso di un così ambizioso e importante progetto, che vuole recupe-rare con “buon senso” una straordinaria area naturale, valorizzandone anche il suo significato di luogo-simbolo.Il Corpo Forestale dello Stato è sempre orgoglioso di offrire il proprio impegno nella salvaguardia e nella tutela di que-sto “Bosco Sacro” garantendo legittimi interventi affinché la natura non venga soffocata dalle mani dell’uomo.E’ sempre opportuno e utile ricordare l’art. 9 della Costituzione Italiana che lega la tutela del patrimonio artistico e storico alla difesa del paesaggio: un chiaro messaggio contro lo sfruttamento cieco del territorio. Con piccoli e buoni gesti ci si può prendere cura dell’ambiente.
N. 5 - - pag. 20
CULTUraUNA STORIA "bESTIALE"Di Fabio Lancianese (Agente Cfs)
Da Laika, il cane che andò nello spazio con lo Sputnik2, a Bucefalo, il cavallo di Alessandro Magno, cronache e leggende di alcuni tra gli animali più famosi
al mondo, protagonisti della storia al pari di re e condottieri
“SENTI CHI AbbA-IA NELLO SPA-ZIO…”. Laika è
il nome del cane
femmina che il 3
novembre 1957 ha conquistato prima
dell’uomo le immensità stellari, a bordo
del modulo spaziale sovietico denomi-
nato SPUTNIK 2. Lanciata in orbita dagli
scienziati russi all’interno di una capsula
in grado di monitorare le sue funzioni
vitali ( pressione sanguigna, battiti car-
diaci, frequenza del respiro), questa
piccola cagnetta è stata soltanto una tra
le tante vittime animali di esperimenti
scientifici tutt’ora condotti dall’uomo,
ma per lo meno il destino le ha riserva-
to una fine ben diversa da quella della
maggior parte delle cavie da laborato-
rio. Artefice di una vittoria russa nella
corsa allo spazio in concorrenza con
gli Stati Uniti, Laika morì in orbita poche
ore dopo il decollo (sebbene secondo
la versione ufficiale del governo sovie-
tico sopravvisse per oltre 4 giorni..) a
causa degli sbalzi di temperatura caldo
– freddo.
“IL MIO REGNO PER UN CAvALLO…”. La frase attribuita a Riccardo III re d’In-
ghilterra ci ricorda l’importanza che
questo nobile animale ha rivestito nel-
la storia delle civiltà, fedele servitore
dell’uomo, sotto il cui peso ha com-
battuto epiche battaglie. Bucefalo ( dal
greco bous-bue e kephalè- testa) era il
cavallo di Alessandro Magno. Compera-
to dal Re Filippo il Macedo-
ne per l’esorbitante somma
di 13 talenti, divenne da su-
bito famoso presso la corte
per l’impossibilità di farsi
domare da nessuno, dato
il suo carattere recalcitran-
te e selvaggio. Dotato di un
fisico possente come tutti
i cavalli di razza tessalica,
e molto più grande degli altri
cavalli (da qui il nome “testa di bue”),
Bucefalo si arrese solamente al giovane
Alessandro Magno, che riuscì a saltargli
in groppa rivolgendogli il muso contro-
sole prima di lanciarlo al galoppo tra lo
stupore generale. Da allora divennero
inseparabili protagonisti delle battaglie
che portarono il condottiero macedo-
ne alla conquista del mondo conosciu-
to. Il sodalizio tra Alessandro e buce-falo fu spezzato solamente dalla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 326 a.C. a seguito delle ferite mortali riportate durante la vittoriosa battaglia dell’Ida-spe contro il re indiano Poro. Sepolto
con gli onori militari, su luogo della se-
poltura venne edificata in suo onore la
città di Bucefala.
L’Imperatore di tutti i Francesi, Napoleo-
ne, possedeva,invece, oltre cinquanta
splendidi destrieri quasi sempre grigi, di
sangue arabo o berbero.
L’elevato numero di componenti della
sua personalissima scuderia fu dovuto
alla frenetica attività del loro possesso-
re, sempre impegnato in estenuanti bat-
taglie e rapidi spostamenti, dall’Egitto
alla Russia! Ritratti insieme al famoso pa-
drone nelle maggiori effigi dell’epopea
napoleonica, ricordiamo tra tutti Ma-
rengo, che dopo la caduta di Napoleo-
ne fu venduto al nemico e, alla sua mor-
te, da un suo zoccolo fu ricavata una
tabacchiera d’argento per le Guardie
Reali del Palazzo di San Giacomo a Lon-
dra, mentre il suo scheletro è tutt’ora
conservato all’Imperial War Museum.
L’altro famoso destriero del Bonaparte,
Visir, dono del sultano di Costantinopoli,
lo seguì perfino nell’esilio di Sant’Elena
e si trova oggi impagliato nel mausoleo
napoleonico di Les Invalides, a Parigi.
Di tutt’altro genere,a quanto sembra,
era lo specialissimo rapporto instau-
ratosi tra un altro Imperatore ed il suo
cavallo preferito. Narra Svetonio in Vite
dei Cesari, che nella Roma del primo
secolo d.C, Caligola, imperatore pazzo
e ferocemente innamorato delle corse
dei cavalli e delle scommesse, non fece
Il cavallo di Alessandro Magno
N. 5 - - pag. 21
mancare nulla al suo cavallo Incitato,
garantendogli ogni genere di attenzio-
ni e privilegi. Si dice, ad esempio, che
alla vigilia di ogni corsa i soldati della
guardia imperiale costringessero i vicini
di Caligola ad osservare un religioso si-
lenzio, per non disturbare il riposo del
cavallo. Si narra , inoltre, che venne
costruita una scuderia in marmo ed una
mangiatoia in avorio, all’interno di una
casa arredata di tutto, compresi alcuni
schiavi costantemente al servizio del
cavallo. Come se non bastasse, a susci-
tare la reazione sdegnata dei Senatori
e la seguente congiura contro Caligola,
la proposta dell’Imperatore stesso di
nominare Incitato addirittura”console”,
vale a dire la massima carica della magi-
stratura ordinaria.
“QUANDO LE OCHE MISERO IN FUGA I GALLI E UNA GALLINA FECE PERDERE LA TESTA ALL’ IMPERATORE…”. La leggenda che vide protagoniste le
oche del Campidoglio fa parte della sto-
ria della città di Roma e narra di un avve-
nimento del 390 a.C., quando i Galli di
Brenno assediavano il Colle sacro, cer-
cando un modo per penetrarvi e sbara-
gliare le ultime difese dei Romani. Aven-
do seguito un messaggero romano di
ritorno da Ardea, dove aveva pregato il
Generale Marco Furio Camillo di rientra-
re dall’esilio e liberare la città, i guerrieri
Galli stavano per riuscire, nottetempo,
ad entrare nel Campidoglio sorpren-
dendo i soldati di guardia. Ma proprio
le oche, unici animali superstiti alla fame
degli assedianti perché sacre alla dea
Giunone, cominciarono a starnazzare
impaurite, richiamando l’attenzione dei
Romani che riuscirono così a respingere
la sortita. C’è ben poco di eroico, inve-
ce, nel racconto di Procopio che narra
del sacco di Roma da parte dei guerrie-
ri di Alarico e della reazione dell’allora
Imperatore Onorio, evidentemente più
interessato a fare l’allevatore di ovipa-
ri che a reggere le sorti dell’Impero. La
tradizione vuole, infatti, che quando un
messaggero in preda al panico gli portò
a Ravenna la notizia che Roma era cadu-
ta, l’Imperatore esclamò : ”Ma come , se
ha beccato poco tempo fa!”, alludendo
incredulo alla sua gallina preferita da lui
ribattezzata appunto Roma! E così i Goti
di Alarico saccheggiarono la Città Eter-
na, portandosi via, oltre agli innumere-
voli tesori, anche la bella sorellastra di
Onorio. Il suo nome? Galla Placidia… “UNA PRObOSCIDE SOTTO IL CUPOLO-NE…”.
Nel 1514 il Re Manuele d’Aviz di Porto-
gallo volle regalare qualcosa di originale
al Papa Leone X. Fece così arrivare su
una nave salpata dal porto di Lisbona
un elefante bianco domestico, origina-
rio dell’isola di Celyon. Chiamato Anno-
ne in onore del generale cartaginese,
venne portato al cospetto del Papa,
che lo aspettava a Castel Sant’Angelo,
tra due ali di folla entusiasta. In segno
di omaggio, Annone si inginocchiò tre
volte di fronte al pontefice, salvo poi
aspirare dell’acqua con la proboscide
da un secchio, spruzzandola contro i
cardinali vicini…
“IL PAPPAGALLO CHE ANCORA INSUL-TA HITLER…”. Nel Gennaio 2003 un pappagallo di ben
104 anni balzò agli onori della cronaca
per la sua particolarissima storia.
Il pennuto più vecchio del Regno
Unito, infatti, altri non era che l’ara
macaco giallo e azzurro comprato
nel 1937 niente di meno che da
Winston Churchill. L’uomo che si
oppose a Hitler volle dargli il nome
maschile di Charlie , nonostante
fosse un pappagallo femmina, e
si divertì ad insegnargli sproloqui
a più non posso, oltre che insulti
scurrili specificamente rivolti con-
tro Hitler ed i Nazisti. Il Primo Mi-
nistro inglese si divertiva a portare
il pappagallo perfino nelle riunioni di
gabinetto, sorridendo alle parolacce di
Charlie ed alle reazioni sconcertate di
chi le sentiva. Alla morte del suo illustre
proprietario nel 1965, fu venduto prima
ad un privato, costretto a disfarsene per
le pessime espressioni che questi aveva
insegnato ai suoi bambini, ed in seguito
fu trasferito nel centro di giardinaggio di
Reigate, nel Surrey. Qui ancora manda a
quel paese i nemici di un tempo, facen-
do fare a tutti quanti grandi risate. Stan-
do alle testimonianze di chi l’ha sentito
imprecare, sembra che la sua inflessione
sia simile a quella dei discorsi più famosi
di Churchill,avendo da questi ereditato
l’accento oltre che gli insegnamenti dav-
vero poco british.
A testimonianza dello stretto quan-
to indispensabile rapporto tra Uomini
e Animali nella storia delle Civiltà, con
sfumature a volta eroiche,tragiche o
divertenti, quelli sopra riportati sono
soltanto alcuni episodi raccontati da
cronisti umani. Sarebbe stata altrettanto
triste e famosa la fine della più affasci-
nante principessa dell’antichità, se non
si fosse lasciata mordere da un aspi-
de? E sarebbe stato abbastanza forte
per fondare una Città mitica, se il pri-
mo Re di Roma non fosse stato allattato
da una lupa? Ma queste, certo, sono
altre storie…
N. 5 - - pag. 22
iL nosTro TErriTorioCAMPANIA: ALLA SCOPERTA DEL PARCO REGIONALE DEL MATESEA cura della Segreteria Regionale UGL-CFS Campania
Ecco una delle zone di maggiore interesse naturalistico e ambientale dell'Appennino centro-meridionale
Il Parco Regionale del Matese è sta-
to istituito il 12 Aprile 2002, per
salvaguardare uno dei più grandi
ed importanti massicci di natura
calcarea e dolomitica presenti nella
nostra regione. Si estende per 33.326,53
ettari e costituisce una delle zone di mag-
giore interesse naturalistico e ambien-
tale dell'Appennino centro-meridionale
caratterizzando, con la configurazione
dei rispettivi versanti, il territorio della
Campania - del quale costituisce il limite
orientale della piana dell'alto casertano -
ed il territorio molisano individuato dalla
direttrice Benevento - Isernia.
Il TerritorioIl territorio del Matese è costituito da una
catena di monti prevalentemente calcarei
situati tra Molise e Campania. E' un terri-
torio ricco di luoghi selvaggi, popolati da
Lupi e Aquile reali, paesaggi dolci, con la-
ghi dalle acque azzurre in cui si specchia-
no le cime delle montagne, centri storici
originali e ottimamente conservati, tanta
storia, fatta anche dei rapporti sempre
tesi tra Romani e Sanniti, prodotti tipici
genuini, unici e saporiti. Il Parco occupa
un'area di 33.326,53 ettari, lungo un'asse
Nordest-Sudovest, che dalle valli dei fiu-
mi Lete e Sava, corre per circa 50 km fino
alla valle del Fiume Tammaro, in provin-
cia di Benevento. Questo allineamento è
seguito anche dalle principali montagne:
i Monti Miletto, Gallinola e Mutria. Ciò
influisce sulle caratteristiche climatiche
del territorio, che, nelle zone in quota,
rappresenta l'ultimo baluardo del clima
continentale, mentre le zone più basse,
esposte ai venti caldi che giungono dal-
le coste mediterranee della Campania, si
caratterizzano per la presenza di pae-
saggi mediterranei, fatti di uliveti, lecce-
te, cipressete e macchia mediterranea.
Questa vicinanza geografica di due aree
climatiche diverse ne fa uno dei luoghi
più ricchi di biodiversità dell'Appennino
meridionale. La ricchezza dei pascoli,
in particolare, ha permesso un notevo-
le sviluppo della pastorizia che, insieme
all'agricoltura ed allo sfruttamento dei
boschi, ha rappresentato nel passato la
principale fonte di reddito delle popola-
zioni dell'area.
Aspetti geologiciLa catena dei Monti del Matese rappre-senta il primo fronte dell'Appennino meridionale, con la cima del M. Milet-to, situato nel versante molisano, quale vetta più alta con i suoi 2.050 metri sul livello del mare. Ma la catena montuosa
è costellata da tante altre vette, di minore
altezza (La Gallinola, Monte Mutria, Mon-
te Pranzaturo, ecc.), conche e laghi carsi-
ci quali il Lago del Matese posto a 1.011
metri sul livello del mare, che è il lago
carsico più alto d'Italia. Numerosi gli invasi
artificiali: le Mortine, sul Volturno, il Lago
di Gallo, il Lago di Letino. Il territorio car-
sico è, come tutti i territori di tal genere,
ricco di doline, voragini, grotte, inghiotti-
toi con corsi d'acqua che si inabissano e
ricompaiono in superficie, torrenti che si
formano dai numerosi stillicidi provenien-
ti dalle frattura delle rocce. Il Matese è
emerso dal mare, un mare nefritico e cal-
do, più di cento milioni di anni fa. Il lungo
predominio marino è testimoniato dalla
presenza di ricchissimi giacimenti di fossi-
li. Infatti, fra le emergenze naturalistiche si
annovera anche il sito geo-paleontologi-
co di Pietraroja (provincia di Benevento)
in cui si sono conservate tracce di vita di
circa 110 milioni di anni fa, con un patri-
monio, unico nel suo genere, di reperti
fossili di vertebrati quali pesci, anfibi, ret-
tili, crostacei ed un esemplare giovane di
dinosauro carnivoro appartenente alla
prima linea evolutiva dei più specializzati
Velociraptor e Tyrannosaurus.
La FloraTutta l'area presenta una eccezionale va-
lenza naturalistica: i rilievi sono amman-
tati di faggete che coprono i versanti alle
quote più elevate, soprattutto nel ver-
sante orientale.
Più in basso, domina il bosco misto che
spesso si interseca con i castagneti mo-
N. 5 - - pag. 23
dellati dall'uomo, e con le leccete che
risalgono dal piede del massiccio special-
mente nei quadranti più caldi dell'area.
Le essenze prevalenti sono dunque la
Roverella (Quercus pubescens), il Cerro
(Quercus cerris), il Carpino nero (Ostrya
carpinifolia), il Castagno (Castanea sati-
va), e nei versanti più assolati la Macchia
mediterranea. Nel sottobosco
fioriscono numerose specie
di Orchidee selvatiche del
genere "Orchis". Le rupi, ed
in particolare quelle di vetta,
ospitano una interessante
flora ricca di endemismi e
specie rare. Si tratta in gene-
rale di specie che denotano
affinità con i popolamenti
dei pascoli e delle rupi ele-
vate dell'Appennino cen-
trale, come le Sassifraghe,
tra le quali la rara Saxifraga
porophylla, le Primule montane (Primula
auricola), le Viole dei pascoli rupestri (V.
pseudo gracilis, V. eugeniae, V. aetnensis
ssp. splendida), gli Edraianti (Edraean-
thus sp.), la Lingua di cane appenninica
(Solenanthus apenninus), le Pedicolari
(Pedicularis sp.), le Creste di gallo (Rhi-
nanthus wettsteinii, R. personatus), ed i
Verbaschi (Verbascum sp.) solo per citare
le più appariscenti.
Molto rappresentati sul Massiccio sono i
prati pascoli di quota e le praterie aride
che spesso ospitano interessanti entità
floristiche mediterranee che qui trovano
il loro limite settentrionale di espansione.
Notevole, infine, la presenza nel territo-
rio del comune di Fontegreca di una va-
sta cipresseta spontanea, con alberi che
raggiungono i 30 metri di altezza, ed at-
traversa dal corso del Fiume Sava.
La FaunaEccezionale è il patrimonio faunistico: i
rilievi sono frequentati dal Lupo (Canis lu-
pus) e dal Gatto selvatico (Felis silvestris);
alle quote inferiori dominano, invece, i
boschi misti in cui sono frequenti Astori
(Accipiter gentilis), Sparvieri (A. nisus),
Colombacci (Columba palumbus) e Po-
iane (Buteo buteo), che non di rado si
spingono verso le pareti rocciose, regno
di rapaci come il Lanario (Falco biarmi-
cus), l'Aquila reale (Aquila chirysaetos)
ed altre specie rupicole quali il Gracchio
corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax), il
Codirossone (Monticola saxatilis) il Cul-
bianco (Oenanthe oenanthe) e lo Spion-
cello (Anthus spinoletta).
Nei boschi è particolarmente frequente
il Picchio rosso minore (Dendrocopos
minor). La fauna alata che sorvola que-
sti ambienti in primavera è costituita,
tra gli altri, da Nibbio reale (Milvus mil-
vus) e Pellegrino (Falco peregrinus).
La presenza degli specchi d'acqua fa sì che il birdwatching possa essere molto fruttuoso per la presenza di nidificanti come Svasso maggiore (Podiceps cri-status), Tarabusino (Ixobrychus minu-tus), Moretta tabaccata (Aythya niroca) e Germano reale (Anas platyrhinchos). Durante i passi si avvistano anche Airone
bianco maggiore (Casmerodius albus),
Cicogna bianca e Cicogna nera (Ciconia
ciconia, C.nigra), Falco di palude (Circus
aeruginosus), Combattente (Philomacus
pugnax) e Marzaiola (Anas querquedu-
la). In inverno diverse specie di anatre
cercano rifugio tra i chiari nei canneti. Ed
ancora va ricordata la presenza nel Parco
della Salamandrina dagli occhiali (Sala-
mandrina terdigitata) e tra i Rettili dell'or-
mai raro Orbettino (Anguis fragilis).
Cultura e tradizioniIl Matese rappresenta anche
un patrimonio di storia, tradi-
zioni e leggende, molte del-
le quali vivono tuttora come
espressione del folklore loca-
le, strettamente connesso alla
quotidianità della vita conta-
dina e pastorale. Nei borghi,
perfettamente conservati, in
cui si vive in una condizione
di grande tranquillità e se-
renità, ma nel contempo, si
avvertono le asprezze, le dif-
ficoltà e le solitudini della vita montana,
è possibile camminare a piedi attraverso
stradine in pietra che trasudano storia: la
storia della transumanza della pastorizia,
la storia dei briganti successiva alla unità
d'Italia, la storia fatta dai cicli della natura.
INFORMAZIONI:•Superficie a terra (ha): 33.326,53
•Regioni: Campania
•Province: Benevento, Caserta
•Comuni: Ailano, Alife, Capriati a Voltur-
no, Castello del Matese, Cerreto Sannita,
Cusano Mutri, Faicchio, Fontegreca, Gal-
lo Matese, Gioia Sannitica, Letino, Piedi-
monte Matese, Pietraroja, Prata Sannita,
Raviscanina, San Gregorio Matese, San
Lorenzello, San Potito Sannitico, Sant'An-
gelo d'Alife, Valle Agricola
Sede: Piazza Vittoria - 81013 San Potito
Sannitico (CE)
Telefono 0823/786015
Fax 0823/543304
www.parcoregionaledelmatese.it
N. 5 - - pag. 24
sinDaCaLEUGL: GIOvANNI CENTRELLA SUCCESSORE DI RENATA POLvERINIA cura della Segreteria Nazionale UGL
A fine Maggio il Consiglio
Nazionale dell’Ugl riuni-
tosi a Chianciano, e nel
corso del quale era pre-
sente in qualità di delega-
to il Segretario Nazionale UGL CFS Dani-
lo Scipio, ha eletto segretario generale
Giovanni Centrella, già segretario nazio-
nale dei Metalmeccanici. è stata Renata
Polverini, segretario generale uscente e
presidente della Regione Lazio, ad indi-
care il nome di Giovanni Centrella quale
suo successore per l’impegno dimostra-
to in questi anni e per i rilevanti risul-
tati ottenuti nel corso della sua attività
sindacale. “Come metalmeccanico – ha
detto Giovanni Centrella nel corso del
suo intervento – sen-
to il dovere di conti-
nuare a fare, anche
da segretario gene-
rale, ciò che ho sem-
pre fatto anche per
consolidare i risultati
ottenuti in questi anni
dal sindacato: essere
accanto ai lavoratori
nelle fabbriche e negli
uffici, sempre attento
alle istanze del terri-
torio”.
Nessun’altra candi-datura è stata pre-sentata dal Consiglio nazionale per con-vergere su una scelta unitaria e dare così continuità all’impor-tante eredità lasciata da Renata Polverini
che, nel corso del suo mandato, ha rafforzato il ruolo dell’Ugl quale inter-locutore valido e credibile sia nei con-fronti delle istituzioni sia dei lavorato-ri, pubblici e privati.
Chi è Giovanni Centrella: Giovanni Centrella ricopre la carica di
segretario nazionale dell’Ugl Metalmec-
canici dal 2006, all’indomani della ver-
tenza Fiat di Melfi per l’accordo sulla
flessibilità dell’orario di lavoro che ha
visto l’Ugl protagonista di una intensa
trattativa durata 21 giorni.
Ha 45 anni e vive a Prata di Principato Ul-
tra, in provincia di Avellino, dove risiede.
è sposato e ha un figlio.
Come lavoratore è sempre stato metal-
meccanico, prima in piccole aziende e
poi dal 1995 in Fiat presso la Fma di Pra-
tola Serra in provincia di Avellino, come
operaio nel Long Block, area montaggio
motori.
Inizia a fare sindacato attivo nel 1997,
quando viene eletto Rsu della Ugl Metal-
meccanici nella fabbrica avellinese. Nel
2000 viene eletto segretario provinciale
della Ugl Metalmeccanici, poi nel 2003
diventa dirigente nazionale.
Durante il suo mandato, l’Ugl Metalmec-
canici ha raggiunto il 24,8 per cento
nelle elezioni dei rappresentati sinda-
cali del Fondo Cometa, il fondo previ-
denziale dei metalmeccanici. Lo stesso
Centrella è stato eletto per due mandati
delegato nell’assemblea di Cometa in
rappresentanza degli operai. Nelle ele-
zioni delle rsu alla Berco di Ferrara nel
2006 l’Ugl Metalmeccanici diventa prima
organizzazione in fabbrica insieme alla
Fiom. Alla Piaggio in due tornate eletto-
rali consecutive, la Federazione cresce
costantemente conquistando il 10 per
cento del consenso degli operai, così
come accade in tante altre aziende del
settore, tra le quali lo stabilimento Fiat di
Mirafiori e la Indesit di Ascoli.
Con Centrella l’Ugl Metalmeccanici ha
sottoscritto tre rinnovi contrattuali na-
zionali e vari contratti integrativi in gran-
di aziende a cominciare dal Gruppo Fiat
fino ad arrivare alla Fincantieri e in tutte
le realtà di Finmeccanica, come Alenia e
Ansaldo Breda.
N. 5 - - pag. 26
sinDaCaLEsinDaCaLEPARCO NAZIONALE DELL’ALTA MURGIA - OMICIDIO CASSOL: ANCORA INTENSA L'ATTIvITA' DELLA FORESTALE
L’Ugl respinge con forza le affermazioni della Direzione del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. I colleghi che operano sul territorio dell’area sono
quotidianamente impegnati per la salvaguardia del patrimonio naturalistico ed ambientale locale. Pur tra mille difficoltà di carattere operativo gli uomini
e le donne del Corpo Forestale hanno sempre assicurato un servizio puntuale e, soprattutto, un’ elevata professionalità e spirito di abnegazione
A tre giorni dall'omi-
cidio del parroco
di Longarone, don
Francesco Cassol,
ucciso nella notte di
sabato scorso in località Pescariel-
lo, nel territorio del Parco Nazio-
nale dell'Alta Murgia, sono apparse su diversi organi di informazione delle dichiarazioni altamente of-fensive e lesive dell'immagine del Corpo forestale dello Stato.
Dichiarazioni fuori luogo, infon-
date e ai limiti della violazione
di condotte penalmente rilevanti
come quelle da parte del direttore
dell'Ente Parco Nazionale dell'Alta
Murgia Sig. Fabio Modesti che, in
un articolo apparso sul sito inter-
net altamuralive.it, dichiara "Qualo-
ra l'ipotesi investigativa dell'errore
commesso da parte del bracco-
niere altamurano fosse conferma-
ta porrebbe ulteriormente in evi-
denza la necessità di intensificare
la sorveglianza notturna da parte
dell'organismo preposto, ossia il
Coordinamento Territoriale per
l'Ambiente del Parco del Corpo fo-
restale dello Stato.
Ad oggi tale attività di controllo,
pur necessaria, non è stata assicu-
rata pienamente per questioni più
legate al rispetto di accordi sinda-
cali che per carenza di uomini, di
mezzi e di fondi."
Del resto, il Direttore dell'Ente Par-
co Nazionale dell'Alta Murgia, alle
N. 5 - - pag. 27
cui dipendenze funzionali opera
il Coordinamento Territoriale del
Corpo forestale dello Stato, do-
vrebbe essere ben informato sul-
la consistente attività operativa
svolta dagli uomini del Corpo per
la tutela dell'ambiente con parti-
colare rifermento alla prevenzio-
ne e repressione dei reati legati
all'abusivismo edilizio, agli incendi
boschivi, alle discariche abusive, al
bracconaggio.
Le risultanze di tale attività, ben
note allo stesso Ente Parco, eviden-
ziano pertanto come le affermazio-
ni della direzione dello stesso ente
siano oltremodo pretestuose, inge-
nerose e prive di ogni fondamento.
Anche il WWF, attraverso il suo co-
ordinatore regionale, Pasquale Sal-
vemini, se la prende con il Corpo,
attraverso le pagine del Corriere
del Mezzogiorno nell'edizione di
Bari "L'Alta Murgia- si legge- è terra
di nessuno e mancano i controlli da
parte delle forze preposte contro
l'altissimo tasso di bracconaggio ad
opera di cacciatori senza scrupoli".
Il Corpo forestale dello Stato, in risposta ad accuse tanto gra-vi quanto infondate, di insuffi-cienza di controlli e mancanza di presenza sul territorio, risponde con forza ribadendo che i propri
controlli sul territorio vengono ordinariamente svolti, data anche la priorità legata all'emergenza incendi boschivi in forte recrude-scenza che nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia, sono stati for-temente contenuti proprio grazie all'azione costante e decisa del personale del Corpo.
Tutto il personale è fortemente im-pegnato 24 ore su 24, assicurando i servizi istituzionali di pertinenza della Forestale compreso, quindi, quello dell'antibracconaggio
(24 Agosto 2010 - fonte: www.cor-
poforestale.it).
N. 5 - - pag. 28
sinDaCaLEIL COORDINAMENTO SICUREZZA UGL AL FIANCO DEI CASSINTEGRATI DELL’ASINARADi Cristiano Leggeri (Segretario Nazionale UGL Polizia di Stato)
Operai di Stato vicino agli operai, in un difficile momento nel quale anche gli “Operai della sicurezza” manifestano
la loro indignazione per il trattamento subito
Un gesto simbolico for-
te che non lasci spa-
zio ad immaginazio-
ne: gli appartenenti
alle forze dell’ordine
a dare sostegno ai cassaintegrati
dell’Isola “Asinara”. Operai di Stato
vicino agli operai, in un difficile mo-
mento nel quale gli “Operai della
sicurezza” manifestano la loro indi-
gnazione per il trattamento subito.
Facciamo un lavoro difficile che ci
porta a contatto con le più diverse
realtà sociali, per questo intendia-
mo esprimere solidarietà e vicinan-
za a lavoratori con il futuro a rischio,
avvertendo le rappresentanze poli-
tiche tutte che la stagione dei con-
flitti sociali è per noi terminata.
Gli operatori della sicurezza com-prendono cosa voglia dire lavora-re senza apprezzamento ed ancor più andare avanti senza averne più la certezza. Nessuno pensi di do-mare il conflitto sociale con l’uso della forza. Pessime scelte politiche
hanno bloccato per anni la vitalità e
l’energia di questo paese togliendo
a molti quello che è stato riservato
a pochi. Siamo al fianco di chi vive
di lavoro nel rispetto delle regole,
di chi spera di contribuire con im-
pegno e sacrificio a realizzare un
paese migliore. Sembra un tuffo nel
passato quando si protestava per
diritti inalienabili. Oggi si protesta
per il lavoro. Per un lavoro che se
c’è è sempre meno considerato,
meno sicuro e meno retribuito, se
non c’è è sempre più agognato.
In un periodo come questo, in cui
ogni ora si susseguono notizie allar-
manti di tagli e richieste di sacrifici
da parte dei governi, chissà perché
sempre orientate in una direzione,
ci ritroviamo a condividere con al-
I rappresentanti dell'Ugl sul traghetto verso l'Asinara
N. 5 - - pag. 29
tre categorie di lavoratori l’incer-
tezza del futuro.
Sempre più ci si interroga sul perché
quando c’è da “stringere la cinghia”
si cominci sempre dagli operai.
E non vi è dubbio che oramai i po-
liziotti sono da considerarsi operai
dello Stato. Quel che continua a
mandarci avanti non è certo la re-
tribuzione da sceicchi, né i privilegi
che qualcuno poco informato an-
cora decanta. è sicuramente altro.
Con uno stipendio da 1400 euro
circa al mese non si possono sicu-
ramente né avere case di lusso né
permettersi tanti agi, soprattutto se
si ha famiglia o si vorrebbe crearla.
Bisogna far quadrare il cerchio. Ogni
mese. E non è facile. E’ per questo
che diventa sempre più difficile
lavorare guardando magari gente che manifesta giustamente per il “pane quotidiano” accanto a bou-tique affollate di personaggi che spendono anche mille euro per un vestito.
Come si fa a distaccarsi da questo?
Come si può non sentire proprie le
ragioni di tale dissenso?
Forse chi decide le nostre vite lavo-
rative, ma non solo, dovrebbe co-
minciare a considerare che a tutto
c’è un limite. Qualcuno dovrebbe
cominciare a farsi un esame di co-
scienza e a mettere mano a riforme
vere che portino il nostro Paese a
livelli di benessere condivisi.
A non pensare più solo a se stessi.
Sembra storia lontana, ma nel 1789
in una città chiamata Parigi, il po-
polo ormai esausto aveva trovato il
modo di risolvere quel grande pa-
radosso…14 luglio 1789 l’inizio di
una nuova era.
Un’era di cambiamenti oltre
che politici soprattutto sociali e
culturali.
La storia dovrebbe insegnarci mol-
to, soprattutto a non ripetere errori
del passato.
Per maggiori informazioni sulla situa-
zione dei cassintegrati visitare il sito:
www.isoladeicassintegrati.com
L'Ugl incontra i lavoratori in cassaintegrazione sull'Isola sarda dell'Asinara
N. 5 - - pag. 30
sinDaCaLE
Sede Federazione Nazionale U.G.L. – C.F.S: Via Carducci, 5 - 00187 ROMA – Tel. 06/46657070 Fax 06/46657008 Sito Internet: www.uglcorpoforestale.it - Indirizzo e-mail: [email protected]
All’Ufficio Relazioni Sindacali SEDE
e p.c. Al Sig. Ministro delle Politiche agricole
alimentari e forestali Dott. Giancarlo GALAN
SEDEProt. n. 189
Al Sig. Capo del Corpo Forestale dello Stato
Ing. Cesare PATRONE SEDE
OGGETTO: Fondo per l'efficienza dei servizi istituzionali per l'anno 2009 e 2010 per il personale del Corpo forestale dello Stato.
In riscontro alla nota prot. 1518 del 31 agosto 2010, pari oggetto, si rappresenta che la data di sottoscrizione degli Accordi sul Fondo per l'Efficienza dei Servizi Istituzionali per l'anno 2009 e 2010, è di gran lunga antecedente alla conversione in legge del d.l. 78/2010.
È del tutto evidente, pertanto, che i motivi dei ritardati pagamenti sono da ricercarsi altrove, tanto più che il personale della Polizia di Stato – come già evidenziato – ha già percepito tali risorse pur essendo stato sottoscritto il proprio F.E.S.I. in data successiva rispetto al C.F.S..
L’insussistenza della disponibilità di cassa paventata nella nota che si riscontra, denota quanto meno una scarsa sensibilità nei confronti delle esigenze del personale, già fortemente penalizzato dai mancati rinnovi contrattuali, oltre che un’evidente irrazionalità nella pianificazione dell’utilizzo delle risorse. Non vorremmo, alla luce di quanto sta emergendo, che le risorse del Fondo, che dovevano essere disponibili anche nelle dotazioni di cassa, siano state utilizzate per altre finalità.
Tutti ciò premesso, si chiede di conoscere esattamente i tempi in cui verranno liquidate le spettanze al personale ed al Sig. Ministro, che legge per conoscenza, di farsi garante affinché gli sforzi compiuti per trovare un rapido accordo sulle modalità di ripartizione delle risorse siano vanificati da scelte sbagliate ed impopolari.
Cordiali saluti.
Roma, 1 settembre 2010 Il Segretario Nazionale Danilo SCIPIO
N. 5 - - pag. 32
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