Sicurezza Ambiente n.03-11

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La rivista è un interessante punto d’osservazione anche delle dinamiche sindacali, quelle che hanno visto l’Ugl tutta, e la federazione, conquistare un importante spazio.

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LA NOSTRA PAGINA

Il periodico “Sicurezza Ambiente”, è l’Organo Ufficiale Nazionale della UGL - Federazione Nazionale Corpo Forestale dello Stato, vuole essere uno strumento d’informazione atto a sensibilizzare da un lato il cittadino sul rispetto delle normative ambientali e dall’altro uno strumento del Sindacato per reclamare i diritti delle Donne e degli Uomini della Forestale, organismo essenziale di presidio e di difesa dell’ambiente.Siamo convinti che la mancanza di informazione sia una delle principali cause: il cittadino che non sa, non si lamenta e non si arrabbia; i problemi rimangono circoscritti nelle sole zone interessate.“Sicurezza ambiente” grazie alla collaborazione delle Donne e degli Uomini del Corpo Forestale dello Stato, riporterà alla realtà, affronterà le problematiche con la sensibilità di chi sa, di chi conosce e di chi rischia la propria vita a servizio e a difesa del nostro patrimonio ambientale, garantendo un’informazione genuina, ormai così rara nel nostro Paese.

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ORGANO UFFICIALE DELL’UGL - FEDERAZIONE NAZIONALE CORPO FORESTALE DELLO STATO

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SOMMARIO

8 10 22 EDITORIALE6 SICUREZZA URBANA: A CORTE COSTITUZIONALE DELIMITA IL POTERE DI ORDINANZA CAMBIAMENTI8 FRANCESCO SAvERIO ROMANO MINISTRO DELLE POLITIChE AgRICOLE LA LETTERA10 QUALITà, PROMOZIONE, TUTELA, CERTEZZA E COMPETITIvITà QUESTE LE LINEE gUIDA DEL NUOvO MINISTRO ON. SAvERIO ROMANO FARE AMBIENTE18 UN vIAggIO FRA I DISASTRI ENERgETICI NEL MONDO MANAgEMENT20 TERZO CORSO COMMISSARI CELEBRAZIONI22 L’ONU PROCLAMA IL 2011 ANNO INTERNAZIONALE DELLE FORESTE INvESTIMENTI26 10 MILIONI DI EURO PER LE PRODUZIONI AgRICOLE D’ECCELLENZA CRONACA28 SICUREZZA ALIMENTARE AUMENTANO LE FRODI, MA ANChE LE OPERAZIONI DI CONTRASTO CONvEgNO30 QUALE IL FUTURO DEI PARChI? L’INTERvISTA34 vINCENZO PEPE: L’AMBIENTE vA TUTELATO SENZA ESTREMISMI O FONDAMENTALISMI MA UTILIZZANDO IL METODO SCIENTIFICO FEDERALISMO36 gLI ENTI LOCALI SARANNO COSTRETTI A CEDERE I BENI PUBBLICI? INIZIATIvE38 BICIDAY LA STORIA40 ORSO DINO LA vERA STORIA L’INIZIATIvA42 SUI SIBILLINI UN ACCORDO TRA PARCO, AgRICOLTORI E AMBIENTALISTI COLDIRETTI44 PLAUSO ALL’ATTIvITà DI CONTROLLO DEL CORPO FORESTALE LA RICERCA46 I RIFIUTI IN EUROPA: LA PROBLEMATICA CULTURA E TERRITORIO48 DIMENSIONI ECOLOgIChE E PROTEZIONE DEL PAESAggIO DAgLI INCENDI BOSChIvI

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4030 44SICUREZZA AMBIENTEORGANO UFFICIALE DELL’UGLFederazione Nazionale Corpo Forestale dello Stato

ANNO IV - N. 3 - MAGGIO/GIUGNO 2011Periodico bimestrale

EDITOREWork Media srlViale Marelli, 352 - 20099 Sesto San Giovanni (Mi) - tel. 0292800603

DIRETTORE POLITICODanilo Scipio

DIRETTORE RESPONSABILEGigi Movilia

A CURA DIFederazione Nazionale Corpo Forestale dello StatoTel. 06/46657070 - Fax 06/46657008 - www.uglcorpoforestale.it

COORDINAMENTO REDAZIONALESilvia DanielliNethuns - tel. 0226116582 - fax 0226116583

IMMAGINIDigital Photo Service, archivio Corpo Forestale, archivio Nethuns

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONEMarcello Dall’OssoPromozioni Editoriale Police SrlVia Capo Peloro, 10 - 00141 Romawww.promopolice.it

STAMPAFotolito Moggio - Strada Galli, 5 - 00010 Villa Adriana (Roma)www.fotolitomoggio.it

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QUESTO PRODOTTO È COMPLETAMENTE BIO-DEGRADABILE E RICICLABILE, NEL PIENO RISPETTO DELL’AMBIENTE

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EDITORIALE

SICUREZZA AMBIENTE6

Il Coordinamento Sicurezza Ugl nella stesura di un com-mento analitico sull’ultimo

pacchetto sicurezza aveva sof-fermato l’attenzione sul rafforza-mento dell’azione dei sindaci, in particolare sull’ulteriore possibi-lità ad essi concessa previa inte-sa con il prefetto, per assicurare con il concorso delle Forze di po-lizia l’attuazione delle ordinanze in materia di sicurezza urbana. Avevamo giustamente sofferma-to le nostre osservazioni sul pun-to sopraindicato poiché ci sem-brava che il dibattito, sia tecnico che giuridico, fosse tutt’altro che risolto. A ragion veduta ad un’ulteriore estensione del potere dei Sindaci ci sembravano non rispettati, o semplicemente travalicati, quei limiti generali di detto potere, chiaramente delimitati dalla mo-tivazione e dai principi generali

dell’ordinamento, che devono costituire la cornice del provve-dimento sindacale.Commentavamo in particolare che la novella legislativa sembra asse-gnare un potere “extra ordinem” al Sindaco, esercitabile anche fuori dai casi di urgenza. Va rammentato sul punto che invece tradizionalmente l’ur-genza delimitava la fattispecie in esame, con riguardo alle si-tuazioni di concreto ed attuale pericolo per i beni giuridici tu-telati, che richiedono un inter-vento di regola temporaneo, ma al contempo straordinario ed atipico.

I dubbi di costituzionalità solle-vati dal giudice amministrativo toccano proprio la previsione di una tipologia del tutto nuova ed inedita di ordinanze, trattan-dosi in effetti di atti di esercizio di un potere non contrassegna-to dai tradizionali presupposti oggettivi della contingibilità ed urgenza. La sentenza n.115 della Con-sulta pubblicata pochi giorni fa, infatti, va a smantellare il pacchetto sicurezza varato nel 2008 dal Governo. I sindaci non potranno più emanare ordinan-ze a tempo indeterminato per mantenere il decoro urbano.

Sicurezza Urbana: la corte costituzionale

delimita il potere di ordinanza

> Di Paolo varesi - Segretario Confederale UgL e Danilo Scipio - Segretario Nazionale UgL - CFS

EDITORIAL

4 SICUREZZA AMBIENTE

I HAVE

A DREAM

> di DANILO SCIPIO Segretario Nazionale UGL-CFS

I n alcune riunioni “tra com-pari”, che qualcuno vuol far passare per assemblee,

continuano tutt’oggi a circolare voci menzognere a parziale giu-stificazione di chi ha devastato nel 2008 la stanza sindacale sede dell’UGL – Corpo Forestale

dello Stato e costretto a ricorre-re alle cure mediche il mio col-laboratore più stretto.

Voglio ribadire pubblicamen-te che la furia distruttrice che ha accecato il (o i) devastatori – sarà la Giustizia ad accertare le responsabilità di ciascuno dei partecipanti, dal momento che il magistrato titolare dell’inchie-sta ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio per i prota-gonisti della spedizione.

Non è assolutamente in rispo-sta ad una mia provocazione; non lo è perché io quel giorno non ero all’Ispettorato e loro lo sapevano perfettamente. Lo sapevano perché avevano tele-

fonato in quella stessa stanza poche ore prima; lo sapevano perché con un sms fui “invitato” a farmi trovare.

Così come non ho mai offeso i cari defunti di alcuno di loro; ho solo apertamente detto in faccia dal vivo quel che pen-savo: di lui e del suo modo di intendere certi valori. Ma alcu-ni giorni prima! Fiato sprecato alla luce di tutto ciò che è suc-cesso in questi ultimi due anni. Le motivazioni del raid, pertan-to, sono da ricercare altrove, al-trimenti il giorno del confronto diretto l’af…fondatore poteva avere le “palle” di prenderse-la direttamente con me e non,

I have a dream: che il Corpo Forestale dello Stato torni ad essere una grande famiglia allargata all’interno della quale

possano co-esistere opinioni diverse e non si verifichino più episodi vandalistici come quelli che nel 2008

hanno colpito la nostra sede sindacale

Il COORdInAMentOSICuRezzA uGllo aveva già anticipato

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La Corte ritiene che l’ampliamen-to dei poteri dei sindaci, fuori dai casi urgenti e contingenti, violi gli articoli 3 (eguaglianza), 23 (ri-serva di legge) e 97 (imparzialità pubblica amministrazione) della Costituzione. In pratica, non si può trattare diversamente i cit-tadini a seconda del Comune in cui si trovano. Per la Consulta, insomma, uno stesso comporta-mento non può essere lecito in un luogo e proibito in un altro. Nella sentenza scritta dal giudi-ce Gaetano Silvestri si enfatizza proprio questo aspetto: «Gli stessi comportamenti potrebbero essere ritenuti variamente leciti o illeciti, a seconda delle numerose frazioni del territorio nazionale rappresen-tante gli ambiti di competenza dei sindaci». Quello che manca è un unico quadro legislativo visto che le ordinanze vanno a intaccare la «sfera generale di libertà dei sin-goli e delle comunità amministra-te, ponendo divieti, obblighi di fare e non fare che (...) impongo-no in maggiore o minore misura, restrizioni». Giorgio Ciardi, il de-legato alla Sicurezza del sindaco, assicura «Andiamo avanti con il nostro lavoro di tutela del terri-torio. Avvieremo una verifica con l’Avvocatura generale dello Stato: fino ad allora, nessuna marcia in-dietro. Le ordinanze vanno avan-ti». L’ultima è quella antialcool che si rifà esplicitamente al decreto del ministero dell’Interno del 5 agosto 2008 che dà poteri al sindaco di intervenire per contrastare «feno-meni di violenza legati agli abusi di alcol». Il Coordinamento Sicu-rezza Ugl sta già monitorando i generi e i tipi di ordinanze su tut-to il territorio nazionale poiché, in generale, i mezzi di informazione hanno dato ampio risalto a questo tipo di provvedimenti all’atto del-la loro emanazione (o addirittura del loro annuncio politico), senza però seguirne l’iter o monitorarne i risultati. In realtà molti dei prov-vedimenti sono già stati abrogati dai Tar, dalla Corte di Cassazione o dalla Corte Costituzionale (ad esempio l’odierna censura).

Negli ultimi anni, e in particolare dall’estate 2008, dopo l’entrata in vigore della legge n. 125, 24 luglio 2008, che aveva conver-tito il decreto legge n. 92 del 23 maggio (il cosiddetto “pacchet-to sicurezza”) si sono succedute alcune centinaia di ordinanze di sindaci di comuni settentrionali, volte a contrastare le fasce più povere dell’immigrazione e suc-cessivamente, a ostacolare l’ac-cesso ai servizi e a varie forme di sostegno economico per la mag-gioranza degli immigrati. Marco Revelli, nel suo ultimo libro “Po-veri, noi” (Einaudi 2010), ne ha ricordate alcune, accuratamente censite dall’Associazione nazio-nale dei comuni italiani: 788 ordinanze emanate tra l’estate 2008 e quella 2009, per 445 Co-muni coinvolti, prevalentemente concentrati in Lombardia, Vene-to e Friuli, ma con emuli anche in Emilia-Romagna e altrove. Si va dall’ordinanza “anti-sbandati” del comune di Cittadella (Pd) al “bonus-bebé” riservato a fami-glie italiane di Brescia, Latisana (Ud), Palazzago (Bg) e altri; dal-la legge della Regione Lombar-dia sui “phone center” a quella della Regione Friuli sul dialetto nelle scuole; fino all’ordinanza del comune di Rovato (Bs) sulla tutela dei luoghi di culto). Citando l’esempio di Roma sono tante le ordinanze varate dal sindaco Gianni Alemanno sull’onda del pacchetto sicurez-za per trovare una soluzione a

problemi endemici di una gran-de metropoli. Prima fra tutte quella antiprostituzione in vigo-re dal settembre 2008 e proro-gata fino al 2012 e che nei soli primi due anni, secondo dati del Campidoglio, ha consentito di elevare oltre 16mila multe, di cui 1200 ai clienti. Stessa sorte per l’ordinanza antilavavetri in vigore del 2009 e con scadenza nel 2012, così come quella «an-tiborsone», varata per tentare una soluzione al fenomeno degli ambulanti abusivi che invadono le strade del centro storico e le vie commerciali. Ancora rischia-no di essere ritirate le ordinanze antivolantinaggio, antiwriters e per il decoro. L’ultima ordinanza è quella anti alcool ripristinata nelle zone della movida, Campo dè Fiori in testa, dopo un grave episodio di violenza: un inglese ubriaco si è denudato ed è stato picchiato da alcuni teppisti. Ma questa potrebbe salvarsi perché considerata «a tempo» e dun-que ci si potrebbe appellare al criterio dell’emergenza. Per tut-te le altre Giorgio Ciardi, il dele-gato alla Sicurezza del sindaco, assicura «Andiamo avanti con il nostro lavoro di tutela del ter-ritorio. Avvieremo una verifica con l’Avvocatura generale dello Stato: fino ad allora, nessuna marcia indietro. Le ordinanze vanno avanti».

Per maggiori informazioni visitare il portale

www.coordinamentosicurezzaugl.it

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CAMBIAMENTI

SICUREZZA AMBIENTE8

Chi è l’On. Francesco Sa-verio ROMANO: nato a Palermo il 24 Dicembre

del 1964, nel 1988 si laurea in Giurisprudenza con una tesi dal titolo “Spunti di riflessione su progetto preliminare del nuovo codice di Procedura Penale”. Sposato con Stefania e padre di Antonio, Giorgio e Chiara, inizia la sua carriera politica da gio-vanissimo all’interno dell’Uni-versità degli Studi di Palermo ricoprendo, dal 1985 al 1987 la carica di Consigliere di Ammini-strazione dell’Opera Universita-ria come rappresentante degli studenti. Democristiano della prima ora, nel cuore e nella mente, nel 1987 viene eletto nel Movimen-to giovanile della Democrazia

Cristiana come delegato regio-nale. Nel 1990 viene eletto al Consiglio della Provincia Re-gionale di Palermo, per rico-prire poi, dal 1993 al 1994, la carica di Assessore alla viabili-tà. Nel 1997 viene designato Presidente dell’IRCAC, il più importante ente creditizio si-ciliano. Ricopre questa cari-ca fino al 2001 quando viene eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati nella XIV legislatura, in virtù di una can-didatura nel collegio maggio-ritario di Bagheria. Durante il mandato parlamentare è stato componente delle Commissio-ni Giustizia, Bilancio, Finanze, Cultura, Trasporti e Vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti.

Nel governo Berlusconi III è stato Sottosegretario di Stato al Lavoro. Confermato alla Came-ra nella XV legislatura in virtù di una candidatura nella lista dell’Udc per la circoscrizione Sicilia 1, è attualmente segre-tario della Delegazione par-lamentare presso l’Assemblea del Consiglio d’Europa e com-ponente della Commissione Giustizia e della Delegazione parlamentare presso l’Assem-blea dell’Europa occidentale. Nel luglio 2006 è stato eletto dal Comitato del partito Segre-tario Regionale Udc e il 4 mar-zo 2007, per acclamazione, è stato designato dal congresso regionale Segretario dell’Udc in Sicilia.

Francesco saverio romano

MInIStROdelle politiche agricole

Lo scorso 23 Marzo cambio al Vertice

per il nostro Dicastero> A cura della Segreteria Nazionale UgL-CFS

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SICUREZZA AMBIENTE 9

Nell’aprile del 2008 è stato rie-letto in Parlamento, dove ricopre attualmente l’incarico di compo-nente della Commissione Finan-ze. E’ Responsabile nazionale Organizzativo del partito e alle elezioni europee 2009 è capoli-sta della lista Unione di Centro per la circoscrizione Sicilia-Sar-degna (110.488 voti personali). Il 22 settembre 2010 si è dimes-so dall’incarico di Segretario Re-gionale dell’Udc Sicilia e da ogni incarico di partito, fondando il 28 settembre dello stesso anno, il Movimento PID - Popolari per l’Italia di domani. I primi interventi

del neo Ministro

“è come salire su una Ferrari in corsa, ma è sicuro l’impegno e l’entusiasmo con il quale mi ac-cingo a svolgere questo delicato compito”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Saverio Romano com-menta l’avvio della sua prima giornata al dicastero di via XX Settembre. Il Ministro è arriva-to di buon mattino al ministe-ro, affiancato dai suoi più stret-ti collaboratori e ha cominciato

la giornata incontrando i Capi dipartimento e alcuni dirigenti e i Vertici del Corpo Forestale dello Stato. “Ho voluto subito rendermi conto, per quanto possibile dopo poche ore dalla mia nomina, della situazione generale e dell’organizzazione del Ministero - osserva Roma-no - sono consapevole della grande responsabilità che mi è stata affidata”. L’Ugl rivolge gli auguri di buon lavoro al nuo-vo Ministro certi che tra le Sue prime priorità ci saranno gli uomini e le donne del Corpo Forestale.

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LA LETTERA

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Signor Presidente, Onorevoli Col-leghi, non intendo celare il mio vivo compiacimento di esser oggi qui a rendere alle Commissioni parlamentari le dichiarazioni sugli indirizzi e le linee programmatiche in quanto lo considero il momento della massima cooperazione tra il Governo e il Parlamento. Ho as-sunto l’incarico di Ministro delle politiche agricole, alimentari e fo-restali a legislatura inoltrata e con-

Qualità, promozione,

tutelA,certezza e competitività

Queste le linee guidadel mio mandato

Il neo Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, l’On. Avv. Saverio Romano, ha presentato

in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputatile linee guida e programmatiche del dicastero.

Centrale il ruolo del Corpo Forestale dello Stato> A cura della Segreteria Nazionale UgL-CFS

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SICUREZZA AMBIENTE 11

sidero questo fatto non un limite ma, al contrario, una straordinaria opportunità di definizione delle questioni che sono di competen-za del Ministero che ho l’onore di guidare e sulle quali il Parlamento nazionale e le Istituzioni europee saranno, nei prossimi mesi, chia-mati ad esprimersi. L’orizzonte politico delineatosi consente di prevedere la conclusione naturale della legislatura ragione per cui le iniziative che intendo assume-re hanno la concreta possibilità di essere portate a buon fine. Questa mia relazione conterrà i principali punti dell’azione ministeriale che intendo perseguire affidando ad un documento allegato, che de-positerò con la relazione stessa in Commissione, la esposizione pun-tuale delle iniziative da assumere e che sintetizzo in cinque concetti che costituiranno la costante del mio intervento:• Qualità,• Promozione,• Tutela• Certezza• CompetitivitàPreliminarmente, come ben sape-te, l’impegno prioritario del Go-verno e del Ministro, in particolar modo, è il negoziato in corso sul futuro della Politica Agricola Co-mune il cui nuovo assetto dato dall’Unione Europea coprirà il pe-riodo 2014-2020.

Sulla Pac del futuro

Il comparto agricolo mostra ele-menti di debolezza, sempre più compresso dai paesi emergenti, dalla grande distribuzione, dall’al-largamento dei Paesi dell’Unione, dalle tensioni legate alla volati-lità dei prezzi e dei mercati. La teoria che riteneva parte debole l’agricoltore perché sottoposto al c.d. doppio rischio (rischio di im-presa e rischio atmosferico) oggi deve considerare che il medesimo soggetto è in ulteriore posizione di soggezione nel mercato glo-balizzato: voglio dire che sono aumentate le ragioni, nazionali, comunitarie e internazionali, che

debbono spingerci a tutelare gli agricoltori italiani e le aziende agricole in modo particolare.Un primo punto di dibattito sulla Pac sarà di ottenere il manteni-mento dell’ammontare globale della spesa agricola, anche se ciò non vi nascondo, non sarà di fa-cile conseguimento. Un secondo punto verterà sulla negoziazione del sistema di ripartizione delle ri-sorse finanziarie tra Stati membri, tenendo sì conto delle pretese dei paesi nuovi entrati nell’Unione, ma mantenendo una adeguata distribuzione a paesi che, come il nostro, al di là della superficie coltivata, basano le loro politiche sulla tradizione, sulla qualità, sulla pienezza di tutela, sulla occupazio-ne e sul rispetto delle regole che la caratterizzano. Occorrerà porre la giusta attenzione ai parametri della produzione lorda vendibile ovvero al valore aggiunto al settore agri-colo per misurare la performance dell’imprenditore agricolo ai fini della corresponsione delle quote di finanziamento perché sono convin-to che in un contesto in cui le risor-se disponibili non aumentano ov-vero aumenta il numero di coloro che ne sono i destinatari solo que-sti parametri possono consentire di mantenere e anche incrementare le nostre produzioni. Con riguar-do alla considerazione riservata dalle nuove proposte agli aspetti ambientali, concordo pienamente sul concetto di multifunzionalità dell’agricoltura.

Ritengo che una agricoltura mo-derna sappia e possa farsi carico delle esigenze di rispetto e di tu-tela ambientale e anzi risponda pienamente al principio di autore-sponsabilità dell’uomo moderno.L’attività dell’uomo nel rapporto con la terra deve essere compati-bile e anzi supportare una politica di tutela dell’ecosistema e dell’am-biente. Naturalmente il fine della agricoltura nazionale è di garantire – anche per le future generazioni - la qualità, la quantità e la sicurezza di ciò che, prodotto dalla nostra terra, è destinato alla alimentazio-ne nostra e dei nostri figli, oltre che a tenere alto il nome del comparto nazionale a livello mondiale in un contesto di valorizzazione e raf-forzamento delle aziende agricole e di produzione ad alto contenuto qualitativo con una filiera sempre più corta.

Sulla etichettatura

politica della qualità.

Il consumatore si trova in posizio-ne di diseguaglianza. Un famoso giurista parla di scambi senza ac-cordo, di disumanizzazione del contratto. Nei contratti di massa e meccanici non vi è conoscenza né rapporto tra acquirente e vero produttore: vi è un facere, il pro-dotto, il processo produttivo, e un dicere, che colma la c.d. asim-metria informativa che sconta il consumatore.

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LA LETTERA

SICUREZZA AMBIENTE

La vendita diretta rappresen-ta il momento topico del vero incontro tra le persone fisiche del produttore e del consuma-tore. In tal senso tutte le azioni che potranno concorrere a tale evento troveranno il mio con-vinto sostegno.Tra questi guardo con attenzio-ne anche alle vendite dirette o c.d farmers markets, di gran moda in America ma anche in alcune nostre realtà nazionali, in quanto in tali casi il rapporto di sicurezza deriva dalla diretta conoscenza tra il consumatore e il produttore. Il mercato di ven-dita diretta consente il rapporto personale tra produttore e con-sumatoreacquirente; consente di essere sicuri, cioè rassicurati dalla fiducia personale che si nutre nei confronti dell’agri-coltore venditore: consente di diminuire i passaggi di filiera e quindi di evitare in radice le poco commendevoli speculazio-ni di mercato. Mio intendimen-to è quindi proteggere quelle che oggi sono le parti deboli del mercato: il consumatore-citta-dino e l’agricoltore-produttore. Darò mandato ai miei uffici di valutare, insieme alle organiz-zazioni di produttori, le soluzio-ni amministrative o eventual-mente normative per stimolare con strumenti indiretti- penso a

facilitazioni burocrati-che, abilitative, edili-zie, fiscali- lo sviluppo sul territorio nazionale dei mercati di vendita diretta. Di sicuro un elemento peculiare in questo contesto è rap-presentato dall’etichet-ta, che è a sua volta un bene, e con la pubbli-cità. Come la pubblici-tà non deve essere in-gannevole, la etichetta deve essere informa-tiva e non decettiva, deve avere i caratteri della leggibilità, chia-rezza, esaustività. Con la legge approvata dal

Parlamento nazionale nel feb-braio 2011,approvata presso-ché alla unanimità, si prevede che la etichetta debba indicare altresì la origine o provenienza della materia prima utilizzata per la produzione per il caso di prodotto trasformati. Norma simile nel 2004 fu contrastata a livello comunitario: si disse allora, da parte della Commis-sione, che indicare il luogo di origine o provenienza della materia prima significava in-durre il consumatore a prefe-rire prevalentemente prodotti nazionali. Come se sapere tutto fosse contra-rio alla concorrenza vera.Allora, la lobby contraria fu eser-citata da parte dei Paesi che sono prevalentemente trasformatori. Oggi il problema dei paesi emer-genti e dei loro prodotti è comune all’Europa, nel contrasto ai paesi emergenti.Come ha detto il presidente Oba-ma nel novembre 2008 gli ame-ricani debbono sapere ciò che arriva sulle loro tavole (dalla fat-toria alla tavola). Stiamo provve-dendo, insieme al Ministero del-lo sviluppo economico, a sentire le filiere interessate, prodotto per prodotto, per approvare in tempi brevi e ragionevoli i de-creti attuativi previsti dalla legge quantomeno per quei prodotti

trasformati e settori nei quali (i c.d. monoprodotti) sia chiara la esistenza di una materia prima prevalente. Tuttavia sono ferma-mente convinto che una pur dove-rosa, forte azione di contrasto e re-pressiva disgiunta da un altrettanto adeguata azione di informazione ai consumatori risulti velleitaria. Ecco perché intendo dar vita ad un piano nazionale di comunicazione e promozione curato dal Ministero per tutti i prodotti DOP, IGP e STG, BIO così da razionalizzare e fina-lizzare tutte le risorse disponibili ponendosi nel contempo a capo di tutte le filiere agroalimentari. Par-lo della passata di pomodoro, del latte per il formaggio, dell’oliva per l’olio, peraltro già oggetto di un re-golamento comunitario, pertanto già efficace e sul quale comunque intendo ulteriormente intervenire per rendere ancora più chiara ed intellegibile la lettura dell’etichetta. Non mi limiterò a attuare la nor-mativa nazionale, ma mi sforze-rò di accompagnare il cammino della approvazione di normative – sulla indicazione obbligatoria in etichettatura della materia pri-ma agricola prevalente - anche a livello europeo. Infatti, la normativa nazionale ap-provata, pur non condividendo i dubbi di legittimità comunitaria da taluno sollevati – infatti non è sostenibile che sia antieuropea una disciplina che vuole dire tutto al consumatore in tempi di contraf-fazione e adulterazione di prodotti non controllati, spesso provenienti da Paesi emergenti in cui la soglia di sicurezza alimentare è molto meno elevata - ha un evidente limi-te, appunto che è nazionale rispetto a un mercato che è globale: se non si vogliono prevedere oneri ammi-nistrativi ingiustificati e soprattutto discriminatori a carico delle sole aziende nazionali, è evidente che essa deve tradursi quanto prima in una proposta a livello comunitario, a tutela dell’invocato, da taluni, c.d. principio di reciprocità, ma in real-tà per ragioni di omogeneità sul territorio comunitario degli oneri amministrativi.

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SICUREZZA AMBIENTE

Sulle politiche a favore

dei consumatori e la lotta

alla contraffazione

Pertanto la tutela del Made in Italy costituirà il minimo comune denominatore della mia azione ministeriale. Il mio Ministero è concentrato nella attenzione alla lotta alla contraffazione: i dati a me riferiti parlano di sequestri nel 2010, di tonnellate di materiale sequestrato.

Del resto il prodotto italiano agro-alimentare è talmente noto e ri-chiesto da esser diventato preda quotidiana di sofisticazioni, frodi, adulterazioni e contraffazione e dovrà essere ulteriormente pro-tetto attraverso il rafforzamento e la sinergizzazione degli organismi a disposizione degli apparati e, in particolar modo, integrando sem-pre più l’azione dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQ), del Corpo Forestale dello Stato che intendo sempre più come forza di poli-zia a tutela dell’agroalimentare e dell’ecosistema, e l’AGEA, per la sua parte di competenza. Intan-to ho già impartito chiare diret-tive, nell’ambito dei miei poteri, all’Ispettorato del controllo per la qualità e quindi agli uffici periferici, nella direzione dell’irrobustimento i controlli e la vigilanza nelle loca-lità, nelle zone e situazioni nelle

quali il dato di esperienza ci sug-gerisce di intervenire con maggio-re intensità. Non tutte le zone del paese e non tutte le regioni - anche se a volte anche la contraffazione si mostra come un male globale - , presentano gli stessi fenomeni. In-tendo attivarmi per garantire una piena tutela informativa ai con-sumatori italiani e al contempo, attraverso una adeguata azione a livello europeo e mondiale, in-tendo supportare il vero “made in Italy” contrastando quei fenomeni degenerativi denominati, nel ger-

go, “italian sounding”, che sono da considerarsi altamente decettivi e ingannevoli (penso a prodotti con lo stivale, con la bandiera o con denominazioni che evocano mala-mente prodotti nazionali), i quali, in modo scorretto riposano sulla nostra forza, sulla nostra cultura, sulla nostra tradizione per attivare meccanismi di vero illecito concor-renziale, vanificando ingiustamen-te il sacrificio dei nostri operatori e abusando del buon nome italiano nei mercati internazionali.Mia intenzione è anche di ade-guare la normativa nazionale a tutela dei consumatori intro-ducendo il bene della sicurezza alimentare nel codice penale. Il bene giuridico “sicurezza ali-mentare” in diritto penale è pre-visto dal reg. Comunitario 178 del 2002.Soltanto l’Italia ha ritenuto di at-tuarlo a mezzo di sanzioni solo amministrative, mentre una legge

del 1962 la n.283, prevede soltan-to reati e contravvenzioni penali. Paesi come Inghilterra e Germania hanno recepito la indicazione di tutelare penalmente il bene sicu-rezza alimentare a mezzo di nor-me in bianco, richiamando tout court il regolamento. Occorre ridare sicurezza alla fidu-cia infranta. Va dato rilievo pena-le nel senso di delitto di attentato alla sicurezza alimentare per tre ragioni: 1) sulla base di un dato fenomenico dell’aumento di fatti inaccettabili; 2) per la necessità di adeguare il sistema al reg. comu-nitario 178 del 2002; 3) perché la disattenzione spinge i criminali del settore in fuga verso i paesi meno attenti a tale tutela. D’altronde non ha senso che il reato di furto di mela con aggravanti sia sentito dalla società come fatto più grave di un attentato alla sicurezza ali-mentare, che è anche un attentato alla salute delle persone, oltre che alla sicurezza che i cittadini ripon-gono sul sistema di produzione. L’azione di contrasto alle frodi ali-mentari coordinata dal Ministero vedrà coinvolte le Regioni, tutti gli operatori del settore ivi compresi i Consorzi che rappresentano mar-chi di pregevole importanza e va-lore economico nel settore.Particolare e accurata attenzione sarà rivolta alla campagna istituzio-nale di comunicazione che riguar-da l’educazione alimentare rivolta peculiarmente ai giovani e agli studenti. In tal senso svilupperò il programma c.d. frutta nelle scuo-le (previsto dal Reg.CE 288/2008 e a cui ammetto un interesse for-mativo significativo. Sulle energie rinnovabili. Le energie rinnovabili costituiscono una priorità oggetti-va. Le agro energie sono una vera opportunità di sviluppo nel settore agroalimentare nazionale e come tali vanno colte.Ci sono obiettivi internazionali e comunitari di approvvigionamen-to energetico da fonti rinnovabili per le produzioni che sono so-stenibili e che naturalmente non creino esternalità negative per le produzioni alimentari e per le

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LA LETTERA

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aree a forte vocazione agricola e ci sono altresì opportunità di con-ferire valore e sottoprodotti della trasformazione, ai residui delle produzioni agricole e degli alle-vamenti. A tutto questo intendo volgere le mie attenzioni e la mia azione di governo affinché si possa contribuire a valorizzare le filiere agroalimentari presenti sul nostro territorio, integrando il reddito dei produttori prima-ri e dando anche un supporto nella soluzione dei problemi di natura ambientale legati allo smaltimento di sottoprodotti e biomasse agricole. Dal lato del-le regole il passo più importante sarà costituito dalla redazione dei decreti attuativi, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28 recante le norme di recepimento della direttiva 2009/28 nonché del decreto legislativo di recepi-mento della direttiva 2009/30 in corso di pubblicazione. In tale ambito è stato tra l’altro previsto di disciplinare la realizzazione di impianti fotovoltaici nelle aree agricole, al fine di evitare spe-culazione che possa sottrarre terreni destinati alle produzioni

alimentari senza costituire una reale occasione di reddito per gli ’imprenditori agricoli nonché a tutela del patrimonio paesaggi-stico delle realtà rurali italiane. In occasione dell’attuale dibattito legato alla revisione dei mecca-nismi dei limiti di incentivazione del foto voltaico è intenzione del mio ministero di evidenziare la necessità di rivedere alcuni pa-rametri legati alla realizzazione degli impianti in serre al fine di garantite e controllare il mante-nimento dell’attività agricola in questi ambiti. Inoltre i provve-dimenti rivestono grande im-portanza per la valorizzazione delle bio masse agricole e del bio gas, nonché del bio metano. In questo settore negli ultimi anni anche le imprese agricole hanno effettuato grossi investimenti per la creazione di oltre 200 nuovi im-pianti già in esercizio e di altri 400 in corso di accreditamento.In tal modo l’agricoltura ha giocato un ruolo importante nell’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabile e potrà ulteriormente contribuire al conseguimento degli obiettivi previsti dalla direttiva.

Sugli OGM

Il tema degli organismi genetica-mente modificati anima il dibattito culturale e politico nazionale ed in-ternazionale oramai da molti anni e ciascuno ha una sua soluzione senza che, tuttavia, si sia pervenuti a soluzioni avanzate e condivise. Io credo che si debba scindere il profilo giuridico-amministrativo da quello politico. Per il primo oc-corre superare la contrapposizione che si è creata nella Conferenza Stato Regioni in modo che si possa arrivare in sede europea ad una di-scussione sulle modifiche norma-tive necessarie a valledegli adem-pimenti nazionali. Ma è sul piano politico che occorre essere chiari. La tradizione, la qualità, le garan-zie dei nostri prodotti e la tutela dei nostri consumatori non posso-no essere piegate a sia più rispetta-bili interessi economico-finanziari di grandi gruppi industriali inter-nazionali. La nostra è una storia di biodiversità, di sapori genuini, di produzioni e coltivazioni a forte contenuto manuale e tradizionale che proprio per questo ci ha reso oggetto di plagio nel mondo.

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SICUREZZA AMBIENTE

Non intendo di certo contribuire alla modificazione della nostra storia ma, al contrario, a rafforzar-ne i valori, aumentarne i risultati positivi ed accrescerne il valore. La sperimentazione nel settore vada avanti e ci offra termini di stimolo positivo al dibattito politico-cul-turale perché, di sicuro, vogliamo difendere la nostra cultura e le nostre colture ma non vogliamo frenare i fermenti positivi e fecondi del progresso.

Sul settore della pesca

In un territorio come quello dell’Ita-lia morfologicamente bagnato dal mare per circa 8.500 Km2 la pesca rappresenta la risorsa principale e il settore che richiede una cura co-stante e attenta. Il contesto in cui si muove il settore è, com’è noto, comunitario costituendo l’oggetto di una Politica Comune e che co-stituirà oggetto di una riforma che avrà inizio nel secondo semestre di quest’anno sulla base delle propo-ste formulate dalla Commissione. Per quanto reso noto fino ad ora da parte della commissione la riforma ridefinirà gli obiettivi della sosteni-bilità ecologica, economica e sociale garantendo il recupero degli stock e la protezione degli ambienti ed introducendo tra l’altro strumenti di gestione e conservazione delle risorse non sempre sperimentali da

tutti gli stati membri. In tal conte-sto si colloca l’implementazione del Reg.(CE)1224/09 che istituisce un regime di controllo per garantire il rispetto delle norme della politica della pesca.A tal fine si sta procedendo all’ar-monizzazione della normativa nazionale vigente nonché alla messa a punto di disposizioni attuative relative al regime di licenza a punti e dei sistemi di tracciabilità dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura; alla creazione di un sito web nazionale finalizzato all’interscambio di dati ed informazioni con la Commissio-ne europea e con gli Stati membri nonché l’Agenzia Comunitaria del Controllo. In coerenza con i prin-cipi della politica comune della

pesca e in attuazione dell’attuale regolamentazione afferente il siste-ma dei controlli e le regole del me-diterraneo, si sta predisponendo il programma nazionale triennale della pesca e dell’acquacoltura at-tualmente disciplinato dalla legge n°10/2011, di conversione del c.d. decreto mille proroghe. La legge comunitaria 2009 (art.28), ha de-legato il governo ad adottare un unico testo normativo, il riordino, il coordinamento e l’integrazione della normativa nazionale in mate-ria di pesca e di acquacoltura anche al fine di dare completa attuazione agli obiettivi previsti dal fondo eu-ropeo per la pesca e alle azioni per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale non dichiarata e non regolamentata.

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LA LETTERA

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I criteri direttivi indicati dalla nor-ma attengono, in particolare, il ri-cambio generazionale e la valoriz-zazione del ruolo multifunzionale delle imprese di pesca e dell’acqua-coltura; l’individuazione di fonti alternative di reddito nell’ottica dello sviluppo sostenibile del setto-re e della gestione razionale delle risorse biologiche del mare nonché l’incentivazione della multifunzio-nalità delle imprese. Tale delega costituisce altresì il riferimento normativo per la nuova disciplina dei controlli e delle sanzioni re-cata dal sopracitato regolamento n°1224/09 anche al fine di assicu-rare la coerenza della pesca non professionale con tali disposizioni comunitarie.

Sugli accordi

internazionali

Parte non rilevante dell’attività del dicastero e del Governo, nel setto-re, riguarda l’attività internaziona-le ed i relativi accordi.Due in particolar modo:• I negoziati a livello di Organizza-zione Mondiale del Commercio;• I negoziati bilaterali UE-Mercosur.Per quanto riguarda i primi, l’Italia, in piena sintonia con la Commis-sione Europea ha interesse all’ado-zione di un sistema multilaterale per la tutela delle indicazioni ge-ografiche di tutti i prodotti agri-coli che permette di proteggere in maniera generalizzata tutte quelle europee.

Per quanto riguarda i nego-ziati con il Mercosur e i Paesi del Mediterraneo l’interesse nazionale del nostro Paese è assicurare le piena reciprocità in tema di tracciabilità, di si-curezza e salubrità, regole cui già soggiacciono gli agricoltori europei con costi ben maggiori rispetto ai Paesi sudamericani.

Sulla terra ai giovani

Fin dal mio insediamento ho coltivato l’idea di assumere le iniziative normative e politiche per riportare i giovani alla terra in un contesto di redditività, di sostenibilità e di innovazione. Con il Ministro Tremonti ab-biamo già avviato un confron-to in modo da effettuare una ricognizione preventiva delle terre demaniali coltivabili che

potrebbero esser affidate in ge-stione pluriennale ai giovani, anche costituiti in cooperative, per il loro sfruttamento e con le garanzie che una parte delle produzione sia acquistata dal-lo Stato.Naturalmente stiamo effet-tuando le necessarie verifi-che ordinamentali per vedere come il federalismo regionale impartisce questa iniziativa.

Sugli Enti vigilati

Il Ministero per le politiche agri-cole alimentari e forestali vigi-la una serie di Enti e Agenzie e Istituti di cui intendo valutare l’effettivo funzionamento, anche secondo criteri di efficienza ed economicità, così come intendo considerare la possibilità di valu-tare eventuali fusioni tra enti che svolgono funzioni contermini.Penso ad Agea e Agecontrol, a Unire e Unirelab, a Buonitalia e Isa. Valuterò la possibilità di sciogliere qualcuno di tali enti, ritenendo raggiunto o non più raggiungibile lo scopo per il quale era stato istituito.Intendo garantire sia a me stesso, come Ministro, che a tutti gli os-servatori, in ogni caso - secondo un moderno ed efficiente modello di due diligence -, piena trasparen-za delle attività, delle spese, dei costi, dei risultati, delle scelte dei

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numerosi enti vigilati. Il principio deve essere quello della effettività e cioè un ente ha ragione di esi-stere se ha le risorse per persegui-re i suoi scopi, e non pagare solo gli stipendi, e se il risultato che persegue genera valore aggiunto al settore di riferimento.

Sul Piano per il Sud

Il Governo, nel Consiglio dei Mini-stri del 13 aprile 2011, ha appro-vato il Documento di Economia e Finanza Pubblica che nel sostituire il DPEF, ne assorbe i contenuti e che contiene il PNR al cui interno vi sono le azioni nazionali per il Sud. Per la prima volta, da quando sono stati adottati tali documenti di po-litica e programmazione economi-ca, l’agricoltura è entrata, a pieno titolo, a farvi parte con iniziative cui annetto particolare interesse e che riguardano l’infrastruttura-zione idrica del Mezzogiorno. è ben noto come l’agricoltura viva di acqua e spesso le nostre terre al Sud ne siano carenti ovvero le reti esistenti non riescano ad assicu-rare un’addizione adeguata e suf-ficiente. Intendo favorire il raffor-zamento di queste azioni, proprie delle competenze ministeriali, pre-

via una ricognizione degli effettivi bisogni sia per eliminare sprechi e malversazioni, sia per assicurare l’esercizio delle funzioni proprie dello Stato in questo settore.

Sulle risorse economiche

Il contesto economico finanzia-rio del nostro Paese e del mondo in cui viviamo è sotto gli occhi di tutti! Risorse economiche in-sufficienti, fabbisogni crescenti, innovazioni tecnologiche costose rappresentano un contesto con il quale ci confrontiamo quotidia-namente. Tuttavia sono impegna-to nel recuperare almeno le risor-se finanziarie destinate al settore agricolo attraverso il reintegro dei fondi FAS assegnati e che sono stati utilizzati per far fronte alle varie emergenze e calamità che hanno colpito l’Italia negli ultimi anni. Si tratta di 750 milioni di Euro che costituiscono la dote, se così si può dire, del nostro settore e per il recupero dei quali intendo profondere ogni sforzo. Prima di concludere desidero rendervi par-tecipi della ferma intenzione di promuovere, entro l’anno, gli Sta-ti generali dell’Agricoltura che co-stituirà il momento più significa-tivo e politicamente qualificante

dell’incontro, del confronto, della proposta di questo straordinario mondo del lavoro e della produ-zione a cui saranno chiamati a dare il loro qualificato contributo tutti gli attori e i soggetti interes-sati. Signor Presidente, Onorevoli colleghi, ho la consapevolezza di non aver esaurito con la mia re-lazione il complesso dei temi che toccano le politiche ministeriali, ma sono certo che il dibattito che ne seguirà mi permetterà di in-tegrare i temi con le risposte alle Vostre domande.Siamo chiamati ad uno sfor-zo che può sembrare immane, rispetto alle nostre capacità e possibilità, e l’esser consci che ci occupiamo di risorse primarie ed essenziali per la nostra vita quo-tidiana, per il futuro dei nostri eredi e della nostra civiltà, per assicurare al mondo in cui vivia-mo condizioni di benessere e di progresso fanno sì che la nostra azione, comune negli obiettivi, sia animata da una vis intensa e forte, un fuoco che ci anima e non ci brucia, una aspirazione intensa che ci conduce con re-sponsabilità e con impegno ver-so un’azione che sentiamo come un dovere civile al quale non possiamo sottrarci.

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fARE AMBIENTE

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Le fonti energetiche sono fondamentali per il be-nessere e la vita delle

nazioni industrializzate e non, ma il loro uso comporta anche aspetti negativi di cui occorre tener conto e che non biso-gna minimizzare. Ci riferiamo agli aspetti dannosi “collate-rali” cioè ai disastri causati dall’estrazione, l’istradamento e l’utilizzo di fonti energetiche, sia per il loro sfruttamento di-retto, sia per la produzione di energia elettrica. è doveroso un confronto al fine di offrire al lettore una realtà che non deve essere alterata da aspet-ti ideologici e politici. L’ener-gia idroelettrica, per esempio, è un’energia intrinsecamente pulita e non inquinante per l’ambiente. Fra le rinnovabili è l’unica che ha realmente di-mostrato di costituire una seria fonte alternativa.

Tuttavia l’idroelettrico non è una fonte sicura e senza rischi. Per questa fonte energetica ri-cordiamo la tragedia del vajont del 1963 in Italia con 1909 morti e quella di Banqiao del 1975 in Cina con 171.000 morti.Il carbone è una delle fonti energetiche col più elevato co-sto in termini di perdita di vite umane nel corso della storia. Si contano infatti in circa 6.000-7.000 le vittime all’anno tra i minatori morti in incidenti o

esplosioni in miniere di carbo-ne. I disastri petroliferi invece sono spesso associati al naufra-gio di superpetroliere con con-seguente sversamento in mare e sulle spiagge di milioni di litri di petrolio con danni incalcola-bili all’ambiente, in particolare all’avifauna e ai pesci. Da quel-li causati dal Gas ricordiamo quello del 1984 a San Juanito (Messico) dove diversi serbatoi di gas liquido esplosero e 550 persone morirono sul colpo,

un viaggiofRA I dISAStRI eneRGetICInel mondo

Alcune fonti sembrano ottimali ma possono presentare

molte controindicazioni. L’unica cosa che si può fare,

sempre, è informare e informarsi il più possibile

> A cura del Prof. Orazio MainieriResponsabile Settore Energia Associazione Fare Ambiente

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SICUREZZA AMBIENTE 19

7000 furono ferite, 300.000 abitanti furono evacuati.A proposito di gas ricordiamo pure la tragedia di Viareggio del 2009 in Italia, quando il deragliamento di un convoglio ferroviario trasportante gas GPL causò l’esplosione di una delle 14 cisterne. Furono 31 i morti e 24 i feriti ustionati gra-vi il bilancio dell’incidente. Nel corso della storia industriale del nucleare civile per la pro-duzione dell’energia elettrica si sono verificati pochi incidenti nucleari significativi.

Ricordiamo che nel 1986 a Chernobyl, l’incidente nucle-are è stato del 7º livello Ines (il massimo) con 65 morti ac-certati (di cui solo 17-21 per tumore alla tiroide forse). L’in-cidente di Chernobyl è il più grave incidente nucleare mai avvenuto.

Ci furono 336.000 sfollati da una zona di esclusione di 30 km che ridussero notevolmente gli effetti sulla popolazione. Per cui al di là dei 30 km non vi furono negli anni a venire né aumenti di leucemie, rispetto alla media, né effetti genetici come hanno di-mostrato gli studi dei Chernobyl forum 2003-2005. Per i disastri energetici delle altre fonti non è così, abbiamo miglia-ia di vittime; per quelli chimici ancora peggio. Fareambiente, movimento ecologista europeo, ha già avviato una campagna informativa che è una vera e propria battaglia contro l’igno-ranza in materia, di larghi strati della popolazione italiana che viene sfruttata politicamente da gruppi spregiudicati il cui unico scopo è il potere sulle menti, non il bene della Nazione. Informa-re, informare, informare, questa deve essere la nostra priorità.

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MANAGEMENT

SICUREZZA AMBIENTE20

Il 3° Corso Commissari è al “giro di boa”. Iniziato il 1° luglio dello scorso anno,

tra mille incertezze e grandis-sime aspettative legate soprat-tutto alla scelta di accogliere i 113 neo Commissari presso la prestigiosa Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’In-terno, sulla scorta dell’anno di corso che i frequentatori si sono ormai gettati alle spal-le, è possibile fare un minimo di bilancio sull’attività sin qui svolta ed una serie di proposte su quanto ancora non è stato svolto.Persistenti problemi di logisti-ca, vettovagliamento, gestione amministrativa del personale, presterebbero il fianco a facili quanto improduttive critiche

nei confronti del management, che spero sappia correggere in breve tempo quanto è facil-mente migliorabile con pochi accorgimenti e sappia com-prendere come un seppur mi-nimo ma indispensabile cam-biamento nell’approccio e nel rapporto con i corsisti farà vi-vere loro in modo sereno quel che resta di questa irripetibile opportunità formativa.Il fatto di aver un così alto nu-mero di vincitori provenienti dai ruoli del Corpo Forestale dello Stato non deve generare equivo-ci, perché dall’eterogeneità della loro provenienza scaturisce una conoscenza parziale dell’orga-nizzazione dell’Amministrazio-ne che dev’essere quindi ben approfondita.

Approfondita anche e soprattutto in virtù delle costanti e continue evoluzioni degli assetti inter-ni, dell’attribuzione di nuove e maggiori competenze al Corpo, della sempre maggiore presa di coscienza dei cittadini rispetto ai temi ambientali ed alle varie for-me di tutela che, inevitabilmen-te, coinvolgono il personale del C.F.S. a tutti i livelli. E quindi la trasmissione del know-how da parte di docenti e tutor è essenziale per preparare i nuovi funzionari ad una gestione dina-mica e diversificata del personale, caratteristica indispensabile per permettere ad una piccola realtà come la nostra, con pochi numeri ed esigue risorse, di svolgere al meglio i compiti istituzionali che il Paese ci ha affidato.

terzo corsoCOMMISSARI

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Diventa quindi indispensabile con-sentire a tutti i corsisti di “vivere”, seppur temporaneamente, più re-altà e quindi più Uffici e strutture possibili del Corpo, pianificando al meglio il tirocinio operativo presso i reparti, consentendo loro di toc-care con mano i vari aspetti am-ministrativi e, in misura minima e compatibile con il loro status, l’attività di polizia sul territorio.L’indiscusso arricchimento profes-sionale ricevuto dall’approfondi-mento delle materie ambientali,

anche attraverso la partecipazione ad escursioni specifiche che hanno consentito ai giovani funzionari di apprezzare il patrimonio ambien-tale nazionale, deve necessaria-mente essere seguito da opportu-ni stage - teorici e pratici - specifici sull’attività operativa di polizia che rientra nelle competenze dei Commissari. Poter contare sull’ingresso con-temporaneo di un così alto numero di Quadri rappresen-ta un’occasione irripetibile per

fare un salto di qualità, soprat-tutto in termini di mentalità, che non può essere vanificata né mitigata da errori di pianifi-cazione del percorso formativo che rischierebbero di consegna-re alle strutture del C.F.S. fun-zionari inesperti con insuffi-cienti conoscenze per poter gestire ed organizzare il per-sonale del Corpo Forestale all’interno di un territorio e di un’Amministrazione in continua evoluzione.

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Intervista al V. Capo del Corpo Forestale dello Stato Ing. Fausto Martinelli

Sig. Vice Capo del Corpo, oltre ad essere la figura istituzio-nale di riferimento anche per questo 3° Corso Commissari, Lei è anche il Capo dell’Ufficio Relazioni Sindacali; in che modo e quando l’Amministrazione pensa di affrontare la problematica relativa all’assegnazione dei Commissari fre-quentatori, considerando che il Corso precedente ha do-vuto soggiacere alle vigenti regole sulla mobilità rivelatesi quanto meno inefficaci?Il terzo Corso rappresenta dopo tanti anni un evento importante per rinnovare significativamente gli organici del Corpo foresta-le dello Stato in un ruolo, quello direttivo, che più di ogni altro avverte l’esiguità del numero e un generale invecchiamento ge-nerazionale. C’è carenza di commissari in quasi tutti gli uffici, ma certamente l’assegnazione dei commissari sul territorio deve avvenire in una visione strategica sostenuta da una oculata pia-nificazione. L’impegno dell’Amministrazione sarà quello di esami-nare le esigenze di tutti gli uffici CFS ed elaborare, d’intesa con le Organizzazioni sindacali, regole condivise e trasparenti per una efficace distribuzione di tale risorsa, determinante per la missione istituzionale del CFS.

Passato questo primo anno di corso è possibile fare un piccolo bilancio: cosa, secondo Lei, ha toccato punte di eccellenza e cosa, invece, deve essere migliorato?Il Corso si è prefissato l’ambizioso obiettivo di realizzare un percorso comune a vincitori di concorso provenienti da studi universitari molto diversi tra loro e sinteticamente riproducibili in due grandi macroaeree una tecnico-scientifica e l’altra giuridico-economica. Sottolineo sempre che il CFS ha la più elevata “biodiversità” culturale tra i corpi di Polizia: laureati in scienze agrarie, biologiche, forestali, ingegneria, chimica, giurisprudenza, eco-nomia e commercio, scienze politiche, informatica e veterinaria. I commissari lavoreranno fianco a fianco per due anni consecutivi conseguendo anche un master universitario di secondo livello. Il traguardo di portare il commissario ad un elevato grado di conoscenza e padronanza di cognizioni insieme scientifiche e giuridiche è la sfida più importante, e quasi, unica, nel panorama della formazione del comparto sicurezza. Mi impegno affinché alla fine del Corso questo risultato sia raggiunto; commissari frequentatori hanno già acquisito e fatto propria questa filosofia di fondo, e stanno percorrendo il cammino con impegno straordinario e con risultati finora lusinghieri. Questo Corso insegnerà loro i tre saperi che fanno parte del disegno finale dell’Amministra-zione: “sapere, saper fare, saper essere”. è questa l’eccellenza a cui puntiamo. Non sottovaluto le difficoltà e cer-to avremmo potuto fare di più, l’Amministrazione ha investito importanti risorse umane e finanziarie, tuttavia alcune iniziative, soprattutto le esperienze operative sul territorio, subiscono ridimensionamenti a causa delle forti limitazioni imposte dai tagli di bilancio. Sono tuttavia ottimista nell’affermare che, a conclusione del corso, i neo-commissari capo costituiranno una delle più importanti risorse in termini di qualità e professionalità del Corpo forestale dello Stato e rappresenteranno la struttura portante del CFS dell’avvenire.

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CELEBRAZIONI

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l’Onuproclama il 2011anno internazionale

delle ForestePresentato un ricco calendario che prevede eventi

organizzati in vari angoli del pianeta con l’intento d’informaree sensibilizzare l’opinione pubblica in materia,

prende il via da New York, la Conferenza ministeriale

sulla protezione delle foreste in Europa

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Se lo stato di emergenza delle foreste fosse un qua-dro, potrebbe essere effica-

cemente rappresentato dall’Urlo di Munch. I cinefili, magari, pre-ferirebbero la rappresentazione animista resa nel film fantascien-tifico Avatar del 2009. Ma, dato che è ai dati economici e statisti-ci che si deve fare riferimento, ci basti sapere che la deforesta-zione oggi viaggia all’allarmante ritmo di 130.000 km2 all’anno con la conseguente estinzione di specie vegetali e animali stimata in 100 specie per giorno. Per l’anno 2011 l’appello dell’ONU investe le foreste al fine di favorir-ne la gestione, la conservazione e lo sviluppo sostenibile in tutto il mondo, riconoscendone il po-tenziale contributo nella lotta alla povertà e al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo inter-nazionalmente concordati per il Millennio.Il ricco calendario, che pre-vede eventi organizzati in vari angoli del pianeta con l’intento d’informare e sensi-bilizzare l’opinione pubblica in materia, prenderà il via da New York , dove si tiene la Conferenza ministeriale sul-la protezione delle foreste in Europa.

Tra le finalità dell’Anno Inter-nazionale delle Foreste non possono mancare la ricerca in-ternazionale, da promuovere e favorire in un networking di scambi e collaborazioni sinergi-che e il varo di obiettivi specifici per arginare i problemi ambien-tali connessi al degrado e alla perdita di aree forestali. L’urgenza di attenzionare i temi sopra detti è motivata soprat-tutto dall’accertata rilevanza che le foreste hanno nel con-trasto ai cambiamenti climati-ci. Le aree boschive sono infatti la principale risorsa naturale utile ad ostacolare il riscalda-mento globale grazie alla fon-damentale attività di fissazione del carbonio esercitata dagli alberi. A ciò si aggiunga il ruolo svolto a salvaguardia della biodiver-sità, a favore della depurazio-ne e regimazione delle risorse idriche, nell’emissione dell’os-sigeno e assorbimento di CO2, nella limitazione dei processi di erosione e desertificazione dei suoli. Una valenza polifun-zionale comprensiva anche del ruolo produttivo, socio-cultu-rale e ecologico-paesaggistico, che ha motivato l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite

dell’ONU a proclamare, duran-te l’83esima Riunione Plenaria del 20 dicembre 2006, il 2011 ‘Anno Internazionale delle Fore-ste’, in accordo con le Conven-zioni sulla Diversità Biologica e con il Protocollo di Kyoto che, nel 1977, pose i primi obiettivi ambientali per la lotta al riscal-damento globale del pianeta.L’abbattimento delle foreste, da cui dipende la vita di oltre un miliardo e mezzo di persone in tutto il mondo, avviene al 94,1% nelle aree tropicali del Brasile, del Congo e dell’Indonesia per opera di un business che gravi-ta intorno all’abbattimento, alle coltivazioni industriali e all’in-dustria del legname. In alcuni casi, sono le stesse popolazioni a ricorrere al taglio incontrolla-to degli alberi per utilizzarne il legno come combustibile.

> A gianluca Filoni – Dirigente UgL-CFS

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CELEBRAZIONI

SICUREZZA AMBIENTE24

Succede in Paesi dell’Africa e dell’America Latina, secondo quanto relazionato lo scorso ottobre nel congresso nazionale di Spegni lo spreco… accendi lo sviluppo, che ha anche infor-mato gli intervenuti sulle buo-ne pratiche messe in atto nel sud del mondo. Esperienze che fanno uso di tecnologie appropriate, ovvero basate sul riciclo di sole, acqua, vento, biomasse e rifiuti tecno-logici adattati alla situazione specifica. Cucine solari e bio-masse per combustione costi-tuiscono due esempi che hanno consentito (con un lavoro di coinvolgimento e di formazio-ne delle comunità) la riduzione del taglio degli alberi e buoni risultati nella lotta all’erosione e alla desertificazione dei terre-ni di quei luoghi. L’Italia partecipa a un più ampio progetto europeo e tramite la Rete Rurale Nazionale può proporre iniziative di ricerca e approfondi-mento, d’incontro e divulgazione sul ruolo delle risorse forestali nel-lo Sviluppo delle aree Rurali del Paese per il periodo 2007-2013.

C’è da dire che solo con il Piano d’Azione dell’Ue per le Foreste (PAF) presentato nel 2006, la normativa europea ha adottato un quadro unitario d’orientamento per gli inter-venti forestali realizzati dagli Stati membri e dalle istituzioni Comunitarie. Cosa si fa concretamente oggi in difesa delle foreste?La certificazione FSC (Forest Stewardship Council) è il si-stema d’ispezione condotto in foreste o piantagioni forestali per valutare come queste sono gestite rispetto ai criteri di pro-tezione ambientale e respon-sabilità sociale ed economica stabiliti dall’omonima orga-nizzazione non governativa e no-profit. Alla FSC, dal 2001 in Italia fanno riferimento il gruppo FSC-Italia e gli Scritto-ri per le foreste, autori che pro-muovono la carta certificata presso i propri editori.Più di 300 progetti di conser-vazione dedicati interamente alle foreste sono portati avanti annualmente dal WWF in 65 Paesi del mondo.

Altre associazioni no-profit, mol-to meno note, promuovono ini-ziative che tendono a fermare l’antropizzazione delle foreste, specie quelle pluviali, o a cam-biare quelle abitudini di vita che favoriscono l’erosione e la deser-tificazione del suolo (altre facce di uno stesso problema ecologi-co). Succede in Bolivia, Senegal, Burkina Faso, tanto per citare degli esempi.I Paesi delle foreste tropicali stanno iniziando a sviluppare politiche e avviando progetti au-tonomi volti a ridurre le emissio-ni da deforestazione e degrado forestale.Operatori diversi - sostenitori del progetto, ministeri, donato-ri, agenzie delle Nazioni Unite, ONG – lavorano a questi temi. Talvolta in sinergia, più spesso in netta antitesi come nel caso del progetto pilota REDD + (Ridurre le Emissioni da De-forestazione e Degrado fore-stale), ora in corso in Bolivia, Brasile, Camerun, Tanzania, Indonesia e Vietnam, oggetto del rifiuto dell’Aseo, la più at-tiva e accreditata associazione

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SICUREZZA AMBIENTE 25

ecologica della Bolivia orienta-le, membro della IUCN, la rete internazionale contro la deser-tificazione, e della Lega per la Difesa dell’Ambiente. Diretta dalla biologa Urbelinda Ferru-fino Arnez, ASEO è un’ONG di volontari che non condividono il ricorso al rimboschimento con monocolture estensive e intensive, con varietà arbo-ree destinate al taglio in larga scala e ai mercati di legno pre-giato che il REDD sosterrebbe. “Deserto Verde”, così definisce l’ASEO il risultato di una fore-stazione accusata di venire a patti con la funzione produtti-va speculativa sacrificando la visione ecologica

Alcuni obiettivi concreti dell’An-no Internazionale delle foreste. Circa 1,5 miliardi di ettari di foreste persi e degradati del mondo, un’area grande quasi quanto la Russia, potrebbero essere ripristinati. Questo è il risultato delle più recenti ricer-che a livello mondiale che ora si dovrebbe estendere a livello nazionale per identificare spe-cifiche modalità. Ad affermarlo è l’IUCN – Unione Internazio-nale per la Conservazione della Natura - l’ONG internazionale con sede a Gland (Svizzera) ri-conosciuta come la più antica e autorevole rete ambientali-sta mondiale. L’UCN è l’unica organizzazione specializzata

nelle tematiche ambientali che riveste il ruolo di osservatore nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.La sua analisi (presentata a di-cembre 2010) rivela che l’Africa e l’Asia detengono le prospetti-ve più promettenti, ciascuna con circa 500 milioni di ettari di paesaggi forestali con possi-bilità di restauro delle foreste.Quando dal 28 novembre al 9 dicembre 2011 a Johan-nesburg si terrà il penultimo evento del calendario dedicato alle foreste, la XVII Conferen-za ONU sul Clima (COP 17), l’ONU avrà il compito trovare un accordo che dia seguito al protocollo di Kyoto.

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INvESTIMENTI

SICUREZZA AMBIENTE

“Con questo provve-dimento mettiamo a disposizione dieci

milioni di euro per sostenere le nostre produzioni di eccellen-za. Abbiamo fatto della qualità un punto irrinunciabile delle nostre politiche agricole e que-sto intervento dà concretezza alla nostra azione”.Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e foresta-li, Saverio Romano, nell’otti-ca del sostegno allo sviluppo dei prodotti agricoli e della vitivinicoltura nazionale d’ec-cellenza, ha commentato l’au-torizzazione concessa al Com-missario ad acta ex Agensud, Ing. Roberto Iodice, per l’im-mediato utilizzo della somma di dieci milioni di euro, im-porto massimo previsto dalla Commissione europea per Aiu-ti di Stato, con la finalità di di-stribuire contributi in favore di piccole e medie imprese attive

I contributi saranno concessi a beneficio delle

piccole e medie imprese attive nel settore della produzione

di prodotti agricoli e vitivinicoli di qualità

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10 MIlIOnI dI euROper le produzioni agricole

d’eccellenza

> http://www.aiol.it

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SICUREZZA AMBIENTE

nel settore della produzione di prodotti agricoli di qualità.I contributi saranno conces-si, nella misura del 90% degli investimenti effettuati per un importo massimo di 400.000 euro a beneficio delle picco-le e medie imprese attive nel settore della produzione di prodotti agricoli e vitivinicoli di qualità ed assegnati, all’esi-to di procedura di selezione competitiva e per il tramite di Organismi associativi di pro-duttori, per l’erogazione di servizi o attività volte a favori-re l’aggregazione di produtto-ri, la promozione dei prodot-ti di qualità e la conoscenza delle peculiarità delle produ-zioni mediterranee di qualità. Potranno essere richiesti da Consorzi di produttori non-ché da Organismi associativi di produttori, di prodotti Dop, Igp, Dpc, Docg, Igt, riconosciu-ti o in via di riconoscimento in sede Europea e da Aggregazio-ni, tra i suddetti Consorzi e/o Organismi, costituite in forma di Associazione temporanea di imprese. Con Decreto del Com-missario ad Acta ex Agensud sono stati stabiliti i criteri e le modalità per la concessione dei contributi stessi.

Il testo integrale del Decreto com-missariale sarà consultabile sui siti internet del Ministero delle politiche agricole alimentari e fo-restali www.politicheagricole.it e della Gestione commissariale www.agensud.it, successiva-mente alla imminente pub-blicazione di relativo Avvi-so, sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana e su quotidiani di interesse nazionale.

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CRONACA

SICUREZZA AMBIENTE28

Sono in aumento i reati accer-tati relativi a contraffazione alimentare. In aumento an-

che le persone denunciate all’Au-torità giudiziaria e gli illeciti ammi-nistrativi contestati, per un valore di un milione e mezzo di euro. Il Corpo forestale dello stato tira le somme sul bilancio delle attività operative relative al 2010: i reati accertati sono stati 102 rispetto ai 75 rilevati nel 2009, le persone denunciate sono state 120 contro le 64 dell’anno precedente e gli illeciti amministrativi contestati sono passati dai 359 del 2009 alle

775 del 2010. Incrementati anche i controlli, che sono passati dai 4423 effettuati nel 2009 ai 5056 effettuati nel 2010. La contraf-fazione alimentare è in crescita, insomma, a fronte di un aumento di circa il 15 per cento dei control-li, si registra un aumento di oltre il 50 per cento delle persone de-nunciate e del 30 per cento circa dei reati accertati. Le regioni dove sono stati fatti i maggiori control-li sono il Piemonte con circa 800 operazioni, la Calabria con oltre 600 controlli, e la Toscana con 537 controlli.

“Ci sono state in passato operazio-ni complesse come quella del latte alla frontiera del Brennero.Presto ce ne sarà un’altra relati-va all’olio d’oliva”, Dice giusep-pe Serino, capo Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tute-la della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari. “Non ci possiamo permettere le frodi, il settore agroalimentare è un settore molto importante dell’economia del nostro paese”. L’industria alimentare assieme all’agricoltura conta – stando agli ultimi dati Federalimentare - un fatturato di 124 miliardi di euro l’anno posizionandosi al secondo posto nel Pil nazionale. Basti pen-sare che l’uomo più ricco d’Italia è, con 17 miliardi di dollari, proprio un capitano dell’industria alimen-tare, Michele Ferrero. “Un prodot-to può passare da pochi euro a cifre consistenti. A parte la sicu-rezza alimentare non è giusto che il consumatore paghi un prodotto per quello che non è”. Un grazie al corpo forestale dal presidente del-la Coldiretti Sergio Marini.“Non viene tutelato solo l’interes-se dei produttori che rappresento, ma tutto il sistema paese.

SICuRezzAAlIMentAReFrodi in aumento ma anche le operazioni

di contrastoPatrone (Capo CFS): “Grido di dolore non va più taciuto.

Tutelare interessi nazionali”

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SICUREZZA AMBIENTE 29

Dobbiamo puntare – in un mon-do sempre più globalizzato – sulla qualità e sulla diversificazione”. Il problema secondo Marini è “che si opera in un quadro normativo che non ha mai certezze. Con Bruxelles che dice che la sicurezza e la tra-sparenza sono un danno all’econo-mia”. Il presidente Coldiretti lancia una battaglia per tutto il paese: “Il made in Italy agroalimentare è sot-to attacco da anni”. “Come consu-matore ho la consapevolezza che i prodotti italiani sono i migliori del mondo”, spiega Cesare Patrone, capo del Corpo forestale. “Laddo-ve noi siamo i primi del mondo come qualità di prodotto e capa-cità di trasformazione, non si può più tacere il grido di dolore dovu-to all’agropirateria e alla contraf-fazione alimentare. Al di là del prodotto di qualità – insiste – non possiamo concepire che un pen-sionato vada a pagare un prodotto di bassa qualità come uno di alta qualità”. “Sono lesi – conclude – gli interessi nazionali. Che noi dobbia-mo salvaguardare”. Quando dal 28 novembre al 9 dicembre 2011 a Johannesburg si terrà il penultimo evento del calendario dedicato alle foreste, la XVII Conferenza ONU sul Clima (COP 17), l’ONU avrà il compito trovare un accordo che dia seguito al protocollo di Kyoto.

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CONvEGNO

SICUREZZA AMBIENTE

Nella splendida sede di Assergi (Aq), il Parco nazionale Gran Sasso

e Monti della Laga ha ospitato un dibattito sul futuro delle aree protette a circa 20 anni dall’en-trata in vigore della storica legge n. 394/91. L’iniziativa,promossa da AIDAP e dal Parco del Gran Sasso-Laga, ha visto quali auto-revoli e motivati relatori il pre-sidente dell’Ente Parco, Arturo Diaconale - il presidente di Fe-derparchi, Giampiero Sammu-ri - il segretario generale della Fondazione Symbola, Fabio Renzi - moderati dal presidente di AIDAP, Nino Martino.

Ad Assergi, nel Gran Sasso, un interessante dibattitopromosso dall’AIDAP

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> A cura della Segreteria Regionale UgL-CFS Abruzzo

QualeIl futuROdei parchi?

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SICUREZZA AMBIENTE

Molto intensi gli interventi e molto partecipata la discussio-ne, anche grazie a una folta pre-senza di amministratori locali, giornalisti, cittadini, ma anche direttori e presidenti di altre aree protette di tutta Italia.Ma la vera e propria sorpresa è stata la partecipazione del diret-tore generale protezione natura del ministero ambiente, Renato Grimaldi. Aveva manifestato interesse ma non garantito la propria presenza. Quindi “aver-lo avuto tra noi” - ha dichiara-to Nino Martino - “è stata una piacevolissima sorpresa. Siamo onorati che la prima uscita pub-blica del direttore Grimaldi sia stata in occasione di una corale riflessione sul lavoro di questi intensi venti anni di costruzione del sistema dei parchi.”E proprio sulle necessità per costruire ancor meglio il si-stema, sul ruolo delle aree protette, della società civi-le, dello stesso ministero dell’ambiente, si è sofferma-to grimaldi nel suo intenso e molto apprezzato intervento. Così come sono stati accolti con grande attenzione i con-tributi di Diaconale, Sammuri e Renzi.

AIDAP ringrazia i relatori, il parco del Gran Sasso-Laga, il ministero dell’ambiente e tutti i colleghi ed amici

intervenuti a questo primo momento di riflessione sul futuro delle aree protette in un mondo che cambia.

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CONvEGNO

SICUREZZA AMBIENTE

L’iniziativa,

l’appello al Presidente

della Repubblica

L’ UNIONE per i Parchi e la Na-tura d’Italia (il coordinamento tra le associazioni AIDAP, AI-GAP, AIGAE, 394 e Istituto Pan-gea Onlus) ha spedito in questi giorni un appello al Presidente della Repubblica e alle massi-me cariche dello Stato e delle Regioni per il difficile momen-to che stanno affrontando le Aree Protette italiane.L’appello vuole invitare le Isti-tuzioni a riflettere e a mobi-litarsi riguardo alle difficoltà di carattere economico, per il decurtamento delle risorse a disposizione e di carattere operativo per le ridotte pian-te organiche in cui si trovano ad operare i Parchi Nazionali e Regionali del nostro Paese. “UNIONE ha fatto presente più volte e in diverse sedi qual è l’importanza e quale ruolo gio-cano le Aree Protette, terrestri e marine, nel mantenimento degli equilibri e nella conservazione delle risorse indispensabili per la

vita, per lo sviluppo economi-co e per la salute dei cittadini” ha dichiarato Maurilio Cippa-rone, portavoce di Unione per i Parchi e la Natura d’Italia.“Nei momenti di difficoltà eco-nomica che comunque accomu-nano le diverse realtà del Paese, le Aree Protette avrebbero bi-sogno di un’attenzione parti-colare: si tratta di istituzioni “giovani”, che ancora debbono crescere e a cui non si possono sottrarre indiscriminatamente risorse essenziali allo svolgi-mento delle loro funzioni.

Al contrario di quanto avviene in altri Paesi, il nostro patrimonio più importante, le persone che lo custodiscono e lo curano sembra-no essere il paradigma della di-sattenzione, invece che l’oggetto di premurosa attenzione. Spero che questo appello,” dice ancora Maurilo Cipparone “riesca a su-perare la soglia del rumore delle vicende nazionali attuali, perchè se non ci sarà un’inversione di tendenza, tra non molto i parchi e le aree marine protette italiane finiranno nelle pagine riservate ai ricordi del passato”.

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SICUREZZA AMBIENTE

L’appello chiede che:

Vengano garantite risorse fi-nanziarie certe e stabili nel tempo, sufficienti per il funzio-namento ordinario di tutte le aree naturali protette, nonché risorse necessarie alla realiz-zazione di iniziative, opere e misure di salvaguardia, valo-rizzando l’autofinanziamento, mai basato sullo sfruttamento delle risorse da tutelare, ma solo quale ulteriore opportu-nità per incrementare l’attività degli Enti gestori.Vengano garantite le necessarie risorse umane, presso tutte le aree protette, anche per garantire un’efficace sorveglianza.Vengano stabiliti criteri, pa-rametri e obiettivi certi, equi, trasparenti, per la ripartizione delle risorse finanziarie e per la valutazione del loro corret-to utilizzo, in ogni tipologia di area naturale protetta.Siano potenziati gli uffici della direzione protezione natura del Ministero dell’ambiente, anche costruendo un conteni-tore istituzionale di raccordo efficace tra le politiche statali e quelle delle autonomie lo-cali per la gestione delle aree naturali protette, sull’esempio di altri paesi occidentali. Con la creazione di un’agenzia na-zionale, interna al Ministero, di supporto alle attività di gestione delle aree naturali protette ad ogni livello, che utilizzi anche le professionali-tà degli enti di gestione delle aree protette.Sia istituita una vera e pro-pria “scuola dei parchi”, dove possa essere formato adegua-tamente il personale di ogni livello e trovi accoglienza l’aggiornamento delle cono-scenze culturali di settore degli amministratori, anche utilizzando il grande patri-monio di esperienze profes-sionali maturato in questi anni di gestione delle aree protette.

Venga data applicazione alle leggi che prevedono un’unica gestione del parco (passaggio della gestione delle riserve naturali interne ai parchi, ge-stione in uso gratuito del de-manio terrestre e marittimo dello Stato nelle aree naturali protette).Venga data continuità e cer-tezza del diritto al lavoro del personale e dei direttori delle aree naturali protette, snodo delicato per l’effica-cia delle politiche di conser-vazione e di governance in ambito locale.Crediamo sia importante per la “gente dei parchi”, per il popolo che vive ogni giorno la realtà delle aree naturali pro-tette, per gli amministratori dei parchi, che il Presidente della Repubblica, che i rap-presentanti delle Istituzioni, visitino periodicamente i par-chi, le aree marine, le riserve

naturali del Paese, per cono-scerne dal di dentro la realtà, per dare conforto e speranza con la loro presenza.

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L’INTERvISTA

SICUREZZA AMBIENTE34

Caro Prof. PEPE da quando ha iniziato la sua carriera di docente

universitario, ha mai avuto dei pentimenti? La ricerca è sempre stata la mia passione, sin dai tempi del Liceo; mi piaceva studiare, studiare e studiare. Ero curioso

di indagare ed analizzare, in modo particolare, i fenomeni sociali. Il mio sogno era quello di fare il ricercatore e il profes-sore universitario. Non è stato facile ma dopo tanti sacrifici ho realizzato il sogno della mia vita. Ho un rapporto bellissimo con gli studenti ed alcuni miei scritti sono stati tradotti facen-domi conoscere in diversi Pa-esi stranieri. Ho un Dottorato di ricerca presso l’Università di Montpellier ed ho insegnato in diverse Università stranie-re. L’unico pentimento è che in questo particolare momento sono distratto da altri impegni e non riesco a dedicarmi inte-ramente alla vita accademica.

Come è stato influenzato da giambattista vico?La scoperta di Giambattista Vico è stata fondamentale per la mia crescita culturale. è stato Gerardo Marotta (Presi-dente dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici), poi Elena Croce a farmi scoprire questo grande filosofo. Giambattista Vico è un pilastro nella cultura europea.

Come mai ha deciso di fondare l’associazione Fare Ambiente? Da anni mi occupo di Diritto dell’ambiente ed ho sempre considerato l’ambientalismo italiano demagogico e poco realista.

l’AMbIenteva tutelato senza estremismio Fondamentalismi

ma utilizzando il metodo

scientiFicoIl professore Vincenzo Pepe, Presidente di

“FARE AMBIENTE” (Docente di Diritto Pubblico

Italiano e Comparato e di Diritto Ambientale presso la Seconda

Università degli Studi di Napoli) e fondatore del movimentoambientalista spiega le sue posizioni

contrarie al negazionismo ecologico

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SICUREZZA AMBIENTE 35

Ho fondato FAREAMBIENTE perché ritengo che in Italia ci sia bisogno di un ambienta-lismo positivo. In pochi anni FAREAMBIENTE ha visto mol-tiplicare i propri iscritti e si è radicato su tutto il territorio nazionale. Noi riteniamo che l’ambiente vada tutelato senza estremismi o fondamentali-smi ma utilizzando il metodo scientifico. Noi siamo contro i vincoli aprioristici, il negazio-nismo come eco-filosofia. Solo il metodo realista può contri-buire alla tutela dell’ambiente come qualità della vita.

Quanto è importante diffonde-re la cultura della sostenibili-tà ambientale in un territorio particolare come quello della Campania? La Campania è l’emblema di come il negazionismo ecologi-co possa arrecare grave danno all’ambiente e al sistema econo-mico dell’intero territorio. Il caso dei rifiuti in Campania è signifi-cativo: aver negato gli impianti ha causato un danno grave non solo all’ambiente ma all’imma-gine dell’Italia nel mondo. Avrei voluto un forte dibattito sulla tecnologia da utilizzare, invece, l’ambientalismo fondamentali-sta ha mostrato tutti i limiti, uti-lizzando le questioni ambientali come strumento per fine eletto-rali. La cultura della sostenibilità ambientale è fondamentale per responsabilizzare le comunità ed aiutare a scegliere le politiche ambientali più realiste senza fal-si allarmismi utilizzando solo il metodo scientifico.

Professore, tra le sue attività, ricordiamo anche quelle con la gEOECO, (Consorzio dei rifiuti Caserta 2) quali sono le sue proposte per il problema dei rifiuti?L’esperienza di GEOECO è stata fondamentale per la nascita di FAREAMBIENTE. Ero dispera-to. Avevo capito che senza im-pianti non si poteva risolvere il problema dei rifiuti. L’ambien-talismo tradizionale si ostinava a dire che tutto si risolveva con la differenziata ma era sba-gliato. Avevo portato la diffe-renziata al 30 per cento in un territorio difficile ma ero solo, terribilmente solo. I comuni non volevano differenziare perché costava, i politici erano indifferenti, il mio piano indu-striale era avversato. Ho rea-lizzato in provincia di Caserta un impianto di compostaggio che non è mai entrato in fun-zione. Ora mi dicono che è un deposito di ecoballe. Il nostro umido viene portato in Sicilia e in Veneto con costi elevati. Dopo un anno e mezzo mi son dimesso da presidente di Geo-eco con l’amarezza di non aver realizzato tutti gli impianti che volevo. Ho combattuto con-tro una filosofia ambientalista sbagliata, per questo è nato il Movimento FAREAMBIENTE. Sto scrivendo un libro sulla mia esperienza nei rifiuti in

Campania dal 2004 al 2006. Molti mi dicono di lasciar per-dere, certo, ho tante cose da raccontare!

Diceva giambattista vico: «Questo mondo civile egli certamente è stato fatto da-gli uomini, onde se ne pos-sono, perché se ne debbono, ritruovare i principi dentro le modificazioni della nostra medesima mente umana»; come commenta queste luminari parole?L’uomo con il suo fare è l’arte-fice della storia. Nelle ore della confusione l’uomo deve ritro-vare il fondamento e il fonda-mento è in Noi stessi, nella nostra identità, nella memoria storica.

I suoi progetti per il futuro? Dedicarmi ai miei studi e a FAREAMBIENTE. L’Italia ha bisogno di un grande movi-mento ambientalista maturo di tipo europeo. Spero che la politica italiana capisca che in Europa l’ambientalismo positivo è diventato la terza forza. FAREAMBIENTE è un valore aggiunto, è un gran-de progetto e modello di so-cietà se i partiti del mondo moderato non sanno coglie-re questa occasione vuol dire che troveremo altre forme di aggregazione.

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fEDERALISMO

SICUREZZA AMBIENTE36

Il dibattito sul Federalismo pro-cede tra incertezze e demago-gia. E’ incredibile come in Italia

non ci si riesca a mettere d’accor-do neppure sui numeri: conti alla mano la gran parte dei Sindaci ha dimostrato che il Federalismo, così come impostato dal Governo, por-terà necessariamente ad un signi-ficativo aumento della tassazione locale, ipotesi questa però negata dal Ministro Tremonti e dagli espo-nenti della Lega. In realtà i Comuni da qualche parte i soldi dovranno prenderli, e vista la riduzione delle entrate (vedi blog precedente) se non aumenteranno le tasse saran-no costretti a “valorizzare” e cedere i propri beni, compresi quelli a loro trasferiti tramite le norme del co-siddetto Federalismo Demaniale.Nessuno è ancora in grado di fare un bilancio dell’applicazione delle norme sul Federalismo Demaniale (decreto legislativo n. 85 del 28 maggio 2010), ma nello scenario che si sta prospettando i timori di

“svendere” i beni pubblici aumen-tano. è vero che in linea teorica il decreto approvato impedisce formalmente di utilizzare i beni demaniali agli Enti Locali per fare cassa (in caso di eventuali alienazioni infatti gli introiti, tran-ne una percentuale del 15% che va allo Stato, dovranno essere de-stinati a ridurre i debiti dell’Ente Locale con il divieto di utilizzare questi fondi per la spesa corrente), ma gli escamotage possibili sono tanti, anzi la stessa legge sul Fe-deralismo Demaniale forza sul concetto di “valorizzazione” che, com’è noto, trova interpretazio-ni applicative diametralmente opposte.“I beni trasferiti entrano a far parte del patrimonio disponibile dei Co-muni, delle Provincie, delle Città Metropolitane e delle Regioni “ che possono alienarli “solo previa valorizzazione attraverso le proce-dure per l’adozione delle varianti allo strumento urbanistico”.

Come dire che per “valorizzare” un bene che lo Stato trasferisce ad un Ente Locale si può derogare, certa-mente con le procedure di legge, anche ai piani regolatori o ad altri piani urbanistici. Come dicevamo la norma si presta alle interpreta-zioni più varie, infatti l’Ente Locale che riceve il bene trasferito dallo Stato ne dispone “nell’interesse della collettività rappresentata” e deve favorirne “la massima va-lorizzazione funzionale (…) a vantaggio diretto o indiretto della

GlI entI lOCAlIsaranno costretti

a cedere i beni pubblici?> A cura del Dott. gaetano Benedetto Presidente Parco Nazionale del Circeo

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SICUREZZA AMBIENTE 37

medesima collettività”; a tal fine l’Ente Locale può anche “indire forme di consultazione popolare”. Ma l’interesse della collettività è il mantenimento del bene in una funzione comunque pubblica, o il guadagno che da questo bene può derivare e quindi l’utilizzo di questi fondi in altre attività o servizi? Nel-la pratica quello che rischia di av-venire è che gli Enti Locali daran-no in concessione o alieneranno questi beni sulla base di progetti di “valorizzazione” che stabiliranno forme di utilizzo rispetto alle quali i privati dovranno trarre guadagni non fosse che per ammortare i co-sti di restauro e di gestione.è infatti difficile pensare che i beni vengano ceduti con un normale af-fitto a chi deve poi investire ingenti capitali per conservarli e riadattarli alle nuove esigenze funzionali sen-za che questi abbia certezza di un possesso a lunghissimo termine.Dunque concessioni o alienazioni, possibilità che si applicheranno a seconda dei vincoli che gravano sui singoli beni. Alcuni di que-sti infatti appartengono al patri-monio indisponibile dello Stato, e come tali non sono alienabili, altri appartengono invece al patri-monio disponibile, e quindi in via

teorica già oggi potrebbero essere ceduti dallo Stato. Ecco dunque che da un lato si ripresenta per i primi (i beni inalienabili) l’ipotesi e il rischio delle concessioni pluri-decennali (ai canoni che sappiamo e che, per quanto aumentabili, sa-ranno sempre sottostimati rispetto ai possibili guadagni), da un altro per gli altri aumenta a dismisura la possibilità e il rischio di aliena-zione. Nella sostanza, in entrambi i casi, il bene esce sostanzialmente dalla disponibilità del patrimonio pubblico.Ma di che beni stiamo parlando? In buona sostanza, con esclu-sione dei beni appartenenti al patrimonio culturale e di quelli ricadenti nei parchi nazionali, si tratta di beni del demanio marit-timo, idrico (comprese le opere

di bonifica) fluviale e lacuale se sovraregionali, gli aeroporti d’in-teresse regionale (definiti dall’art. 5 del succitato decreto legislativo) che in linea teorica rimangono “assoggettati al regime stabilito dal codice civile, nonché alla di-sciplina di tutela e salvaguardia dettata dal medesimo codice” .I beni indisponibili ai sensi dell’art. 822 del Codice Civile rimarranno inalienabili ed incommerciabiliz-zabili e comunque non dovrebbero formare oggetto a favore dei terzi; quindi l’unico meccanismo possi-bile è quello delle concessioni. Gli altri, quelli disponibili, correranno rischi enormi perché le pressioni sugli Enti Locali saranno grandi e il mai sopito giro di clientele po-litiche è per chiunque difficile da tenere a bada.

Chi è gaetano Benedetto - Si è sempre occupato di gestione del territorio. Ma dire solo que-sto non restituisce il bello di un impegno al servizio della natura e del paesaggio. Come vivere la loro bellezza, come conservarla e salvarla dalle aggressioni che è costretta a subire costantemente, come conoscerla e rispettarla. Un viaggio in Sardegna e i fenicotteri rosa degli stagni di Cabras, l’hanno spinto a mettere anni di lavoro tecnico-politico a disposizione del WWF. Un modo per essere più a contatto con la società, con le battaglie che si consumavano sul e per il territorio, al di là di culture, religioni e appartenenze politiche, nella difesa di quei valori straordinari che sono appunto la natura e il paesaggio, per una migliore vita comune di uomini, animali, piante, acque e terre. Ha seguito lo sviluppo e l’applicazione della normativa ambientale degli ultimi venticinque anni, dal referendum sul nucleare, alle norme su paesaggio e fiumi della seconda metà degli anni ottanta, dalle norme su caccia e parchi dell’inizio anni novanta, la riforma dei rifiuti, sino al cosid-detto Codice ambientale nel 2006. Ha coordinato e gestito iniziative su tutto il territorio nazionale: dal Mose di Venezia al Ponte sullo Stretto di Messina, dal Delta del Po a Bagnoli, dalla Maremma alla Val d’Agri, dalla Val Bormida a Gela. Ha lavorato moltissimo per contrastare e denunciare il fenomeno dell’abusivismo edilizio. Esperienze professionali Dal 1985 al 1990 ha seguito l’attività delle Commissioni Ambiente e Sanità di Camera e Senato per conto dei gruppi parlamentari radi-cali. Dal 1990, invece di proseguire l’esperienza tecnico-politica al Parlamento Europeo, ha scelto di lavorare al WWF. Dal 1998 al 2004 è stato presidente del Parco regionale dell’Appia. Dal 2006 al 2008 ha svolto il ruolo di Vice Capo Gabinetto del Ministero dell’Ambiente. Dal 2007 è presidente del Parco nazionale del Circeo. Dal 2008 è co-direttore generale del WWF. Tutte queste esperienze lo hanno portato a essere nominato in numerose commissioni istituzionali preposte a revisioni o applicazioni normative.

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INIZIATIvE

SICUREZZA AMBIENTE38

Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via defi-nitiva il disegno di legge

che istituisce il “Biciday”, la “Giornata Nazionale della Bi-cicletta” che si svolgerà ogni anno la seconda domenica di maggio.

Il provvedimento inoltre pre-vede una serie di iniziative volte a favorire una mobilità ecologica e sostenibile.Il Biciday che l’anno scorso è stato celebrato in via spe-rimentale riscuotendo un grande successo di pubblico,

con manifestazioni in 1400 comuni italiani, quest’an-no si svolgerà l’8 maggio e sarà legato alla ricorren-za dell’150° anniversario dell’Unità d’Italia con ini-ziative in luoghi cari alla storia risorgimentale.

bICIdAYDopo il successo dell’anno scorso, l’8 maggio nuova edizione

del Biciday promossa dal Ministero dell’AmbienteStefania Prestigiacomo: «Spero diventi la giornata nazionale

della mobilità sana e sostenibile»

> A cura della Segreteria Nazionale UgL-CFS

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SICUREZZA AMBIENTE 39

Il “Biciday” che è il cuore del provvedimento varato oggi dal Consiglio dei Mini-stri – afferma il Ministro Pre-stigiacomo – spero diventi la giornata nazionale della mobilità sana e sostenibile. Il grande successo di pub-blico della scorsa edizione, con centinaia di migliaia di persone, famiglie, gruppi or-ganizzati in piazza sulle due ruote, è la dimostrazione di quanto sia avvertita l’esigen-za di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini anche attraverso l’incentivazione di politiche rivolte alla mobilità eco-sostenibile”.

Il disegno di legge che ora passa al vaglio del Parlamen-to prevede che, negli edifici adibiti a pubbliche funzio-ni ove sono svolte attività a contatto con il pubblico e che dispongano di cortili o spazi comuni, l’amministrazione riservi un’apposita area alle biciclette degli utenti, segna-lando sul proprio sito istitu-zionale la presenza dell’area riservata. Sempre nell’ottica dell’ado-zione di misure concrete per favorire l’utilizzo in città delle biciclette si è inoltre deciso di rendere possibile il trasporto delle biciclette pieghevoli sui tram, nei giorni feriali e festi-vi, senza limiti di numero e di orario. Le amministrazioni locali inol-tre dovranno prevedere par-cheggi per biciclette, adeguati nella forma e nel numero, in ogni stazione di nuova realiz-zazione delle linee metropoli-tane e dei treni metropolitani in modo da rendere più facile e sicuro lo scambio bici-treno e bici-metro. “Molti Comuni – sottolinea il Ministro Presti-giacomo - già da tempo sono impegnati, con il concreto so-stegno del Ministero dell’Am-biente, nello sviluppo reti ci-clabili e nella promozione di

iniziative volte a stimolare le persone nell’adozione della bicicletta come mezzo per la mobilità quotidiana, per lo svago o per lo sport. Inoltre in occasione del secondo “Bici-day” Il Ministero dell’Ambien-te sta organizzando in colla-borazione con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani e la Federazione Ciclistica Ita-liana, per dimostrare, ancora una volta, che la bicicletta può essere sempre di più un mezzo di locomozione sicuro e pulito, in grado di rendere le nostre città più vivibili e meno inquinate”.

Nelle foto in alto e in basso: Il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo

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LA STORIA

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Ucciso dal risparmio o dall’imperizia, soppresso per eutanasia o per pietà.

L’orso Dino è morto il 15 marzo vicino a un carnaio della foresta di Lubiana. Colpito con un pro-iettile sparato con precisione dal fucile di un tecnico del ministero delle Foreste della Slovenia, con tanto di autorizzazione all’ab-battimento perché considerato irrecuperabile.La morte di un orso non è mai banale, specialmente se non avviene per cause naturali. Ha sempre una storia dietro, una causa umana. Dino, chiamato così in onore di Dino Buzzati (uno scrittore molto vicino alle tematiche ambientali), è morto perché quando è stato catturato a Fiera di Primiero (Trento), il 10 ottobre 2009, gli fu applicato un radiocollare senza il “drop off”, il dispositivo di sgancio auto-matico a tempo, consistente in una piccola carica esplosiva che, programmata generalmente a un anno, un anno e mezzo di di-stanza, fa sganciare il radiocolla-re, liberando l’animale da un fa-stidioso e pericoloso ingombro. Il “drop off” costa circa 400 euro sui quattromila del radiocollare. Una piccola spesa, indispensabi-le per la salute dell’animale che si sta monitorando. Perchè l’orso cresce e il collare lo “strozza”.

Dino è cresciuto, dopo il secondo inverno ha sentito netta la stret-ta al collo, ha cercato di strap-pare quell’impedimento con le unghie. Ma le unghie dell’orso sono come coltelli affilati, si è ferito, il collare è penetrato nella carne, il pelo è cresciuto sopra, creando la situazione ideale per un’infezione. Intanto Dino ave-va imboccato la strada per la sua terra d’origine, la Slovenia. Una puntata sul Grappa, una visita a Bosco Chiesa Nuova, un bel sog-giorno sull’altipiano di Asiago. Lasciando tracce vistose: galline e pecore predate, una decina di asini uccisi, qualche impronta, qualche avvistamento, qualche incontro ravvicinato con l’uomo.

Aveva attraversato il Cadore, era entrato in Carnia, si era fat-to ritrarre da una fototrappola a Tarvisio, di notte. Era il 2 giugno 2010. Un po’ ha girato per il tar-visiano, un po’ è sconfinato nel parco del Triglav, in Slovenia. Tra queste località si è preparato al letargo, trovando facilmente cibo nelle foreste a cavallo del confine, anche se inghiottire era diventato ormai un supplizio. Al risveglio ha sentito forte l’esigen-za di andare altrove, di cercarsi un altro territorio. Sempre con quella stretta al collo. Con una fame arretrata dall’inverno, con il dolore che serra la gola. La fe-rita era ormai infetta, stava an-dando in necrosi.

ORSO dInOla vera storia

In Slovenia pensavano avesse la rabbia, in realtà soffrivaper il radiocollare e si era ferito cercando di strapparselo

> A cura della Segreteria Regionale UgL-CFS Campania

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Non sapeva più come liberarsi. Strappare con le unghie il colla-re voleva dire sentire lancinanti dolori al collo. Allora cercava di sbattere la testa contro qualcosa di duro, roccia o muro che sia. Nulla. Solo ancora più dolore. Da impazzire. E chi lo vedeva aggi-rarsi per la foresta di Lubiana lo credeva proprio pazzo. Emaciato, barcollante, l’aria estremamen-te sofferente, i continui lamenti l’avevano fatto etichettare come “problematico”. Così lo hanno visto i cacciatori, così lo hanno esaminato con i binocoli i tecni-ci sloveni. Che fare? Catturarlo era rischioso, forse era all’ultimo stadio della rabbia silvestre, forse non avrebbe retto all’anestetico. L’unica soluzione, hanno pensato gli sloveni, era sopprimerlo. Così la Forestale slovena lo ha attira-to in un “carnaio”, una trappo-la fatta di carcasse per attirare l’animale in una zona senza via d’uscita. Un colpo preciso, un fremito di vita che si ferma nella calma della morte. Così Dino ha finito il suo peregrinare.

«è una tristezza sia sul piano umano sia su quello scientifi-co - commenta il comandante del coordinamento distrettua-le del corpo forestale dello Stato di Asiago, Isidoro Furlan - Questo abbattimento ruba la specie di un patrimonio ge-netico eccezionale. Solo il fat-to che abbia percorso 320 km dalla Slovenia fino in Italia e poi ripercorsi quasi lungo le stesse vie dimostra un senso dell’orientamento raro. Era un importante biodiversifi-catore con delle caratteristi-che anche fisiche dominanti; all’abbattimento superava i 220 kg. Caratteristiche che avrebbero dovuto essere tute-late proprio perché lui potesse trasmettere il suo patrimonio genetico che lo rendeva cosi forte. Era sopravvissuto a mo-vimenti turistici e attraversato grosse vie di comunicazione. Uscendo sempre indenne». Fino al pallettone sloveno.A febbraio, prima dell’abbat-timento dell’orso, era stato

presentato alla stampa un vo-lume a fumetti inserito nella collana “educazione ambien-tale” del Parco Nazionale Do-lomiti Bellunesi, pubblicata con il finanziamento della cooperativa veneta del settore lattiero-caseario Lattebusche. Il testo è rivolto ai bambini delle classi quarte elemen-tari e fa parte del progetto “Lettura pensata”, iniziativa dell’Ufficio scolastico di Bellu-no, giunta quest’anno alla sua ottava edizione.Lo sfortunato orso continue-rà a farsi ricordare aiutando a sensibilizzare i ragazzi sulle tematiche della montagna e della natura.

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L’INIZIATIvA

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Nuove opportunità eco-nomiche per le aziende agricole nell’area dei

Sibillini grazie ad un accordo agroambientale che l’Ente Par-co Nazionale dei Monti Sibillini promuove con la Regione Mar-che, insieme alle Associazioni agricole e al WWF Italia.

Lunedì 4 aprile a San Ginesio, e mercoledì 6 aprile a Pievebovi-gliana, si sono svolti i primi due incontri con le aziende agrico-le dei Comuni di San Ginesio, Cessapalombo, Fiastra e Pieve-bovigliana, interessate a parte-cipare all’accordo agroambien-tale promosso dall’Ente Parco

Nazionale dei Monti Sibillini e dalla Regione Marche. Si tratta di una importante nuo-va opportunità economica per le aziende agricole che ricadono o sono limitrofe all’area del Parco e alla Zona di Protezione Specia-le identificata dalla rete Natura 2000 dell’Unione Europea.

SuI SIbIllInIun accordo tra parco,agricoltori e ambientalisti

Nuove opportunità economiche, nel rispetto della natura, per le aziende agricole dell’area

> A cura dell’Ufficio Stampa WWF

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La PAC, Politica Agricola Co-mune, dell’Unione Europea attribuisce infatti una notevole importanza al ruolo dell’agri-coltura per la conservazione della biodiversità e per questo prevede quote di finanziamen-to sempre maggiori, aumentate anche con la recente revisione di medio termine della PAC.Nella regione Marche si tratta di oltre 8 milioni di euro desti-nati alle aziende agricole che ri-cadono all’interno dei siti Natu-ra 2000 o nelle loro immediate vicinanze. Lo strumento che la Regione Marche ha identificato, attraverso un lavoro congiun-to degli Assessorati regionali ambiente ed agricoltura, per utilizzare con maggiore effica-cia ed efficienza queste risorse finanziarie destinate ad inter-venti in agricoltura per la con-servazione della biodiversità è

proprio l’accordo agroambien-tale d’area. Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha aderito all’iniziativa della Regione pro-muovendo un accordo agro-ambientale che in questa pri-ma fase sperimentale interessa il territorio di quattro Comuni della Provincia di Macerata (San Ginesio, Cessapalombo, Fiastra e Pievebovigliana). L’accordo promosso dal Par-co coinvolge direttamente le Associazioni agricole (Coldi-retti, Confagricoltura, Copa-gri, Cia) e si avvale della col-laborazione del WWF Italia. Dal mese di febbraio è stato per questo attivato con le Associa-zioni agricole e il WWF Italia un “tavolo verde” presso l’Ente Parco per il coordinamento e la promozione dell’accordo agro-ambientale d’area, un tavolo di lavoro che il Parco vorrebbe

rendere permanente allo sco-po di valorizzare l’agricoltura nell’area protetta anche con altre iniziative e progetti ri-volti alle aziende agricole. I due incontri, organizzati con la diretta collaborazione del-le Associazioni agricole e dei Comuni, sono stati una prima occasione per presentare le azioni ammesse al finanzia-mento, i tempi e le modalità per la presentazione dei pro-getti per gli interventi previsti nell’accordo agroambientale e per un confronto diretto con tutte le aziende agricole del territorio interessate a coglie-re queste nuove opportunità di finanziamento legate allo svi-luppo di un’agricoltura amica dell’ambiente.

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SICUREZZA AMBIENTE44

Le frodi a tavola sono quelle più temute dagli italiani con sei cittadini

su dieci che le considerano più gravi di quelle fiscali e degli scandali finanziari. E’ quanto emerge da un’indagine Col-diretti/Swg in occasione del-la presentazione dell’attività operativa di controllo dei cibi del Corpo Forestale dello Sta-to con il Ministro delle Politi-che Agricole Saverio Romano. Alla domanda su quali fossero le frodi più gravi - rileva Col-diretti - il 60% dei cittadini ha indicato quelle alimentari poi-ché possono avere effetti sulla salute, al secondo posto (40%) vengono quelle fiscali, mentre le truffe finanziarie sono lo spauracchio del 26% degli ita-liani, seguite a stretta distanza da quelle commerciali, come la contraffazione dei marchi (25%). L’attività operativa del Corpo Forestale nel 2010 ha messo in evidenza un cam-bio di marcia dell’industria della contraffazione alimen-tare che si avvale di internet attraverso le vendite online e colpisce soprattutto prodotti di alta qualità, dall’amarone alla mozzarella di bufala, dal gorgonzola all’extravergine di oliva. Gli ottimi risultati dell’at-tività del Corpo Forestale dello Stato confermano - sottolinea Coldiretti Parma - la necessità di tenere alta la guardia contro le frodi a tavola, che mettono

a rischio la salute dei cittadini e fanno concorrenza sleale alle imprese, impegnate nel man-tenere alti standard di qualità. “La credibilità conquistata dagli agricoltori italiani nel garanti-re la qualità delle produzioni è un patrimonio da difendere nei confronti di quanti con le frodi e la contraffazione cercano di sfruttare la fiducia acquisita nelle campagne per fare affa-ri”, ha affermato il Presidente nazionale della Coldiretti Ser-gio Marini nel sottolineare che si tratta di “un crimine parti-colarmente odioso perché si fonda soprattutto sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti”. Occorre diffidare - ha precisato Marini - delle offerte esagerate come

quelle per l’olio di oliva che viene venduto a prezzi strac-ciati sugli scaffali, che non rie-scono a coprire neanche i costi della raccolta delle olive. In Italia si scoprono le frodi per-ché si fanno i controlli. Fortu-natamente - continua Marini - l’attività del Corpo Forestale dello Stato insieme a quella degli altri organismi pubblici e privati garantisce all’Italia una rete nazionale di controllo con oltre un milione tra le verifi-che e le ispezioni effettuate sul Made in Italy alimentare nel 2010. Una garanzia che ha fat-to conquistare nel 2010 all’Ita-lia il primato nella sanità e nella sicurezza alimentare, con un record del 99% di campioni regolari di frutta, verdura, vino e olio, con residui chimici al di sotto dei limiti di legge.

plauso all’attivitàdi controllodel CORPO fOReStAle

COLDIRETTI

> A cura dell’Ufficio Stampa Coldiretti

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Nel nostro Paese si trova un terzo delle imprese biologiche europee e un quarto della superficie bio dell’Unione, superando il milio-ne di ettari. L’agricoltura italiana vanta inoltre la leadership nei prodotti tipici con 223 prodotti a denominazione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall’Unione Europea, senza con-tare le 4.511 specialità tradizio-nali censite dalle regioni. Il Made in Italy a tavola è anche l’emble-ma nel mondo della dieta medi-terranea che è stata riconosciuta dall’Unesco anche per il modello

nutrizionale ormai universal-mente riconosciuto fondamen-tale ai fini del mantenimento di una buona salute e che si fonda su un’alimentazione basata su prodotti locali, stagionali, freschi, di cui l’Italia è ricca. Per questo l’impegno dell’attività di con-trollo nei confronti dell’illegalità deve essere accompagnato da

una stretta nelle maglie larghe della legislazione che permette tuttora di spacciare come Made in Italy quasi la metà della spesa fatta dagli italiani perché - con-clude Coldiretti - non è ancora operativo l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima in tutti i prodotti alimentari in vendita.

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SICUREZZA AMBIENTE46

LA RICERCA

Un chilogrammo a per-sona ogni giorno non sembra forse una gran-

de quantità ma ogni anno in Europa ciò rappresenta un totale di circa 200 milioni di tonnellate di rifiuti urbani che devono essere adeguatamente trattati, in qualche modo e in qualche posto.Anno dopo anno le quantità di rifiuti prodotti aumentano an-che se, elemento ancora più pre-occupante, i rifiuti urbani non sono quelli che contribuiscono maggiormente alla montagna europea di rifiuti. L’attuale situazione non può continuare. I rifiuti non rappre-sentano soltanto un pericolo

per l’ambiente, ma sono sem-pre di più una minaccia per la salute umana e il nostro stile di vita. I siti di discarica autoriz-zati stanno diventando saturi.Metalli pesanti e sostanze tossi-che filtrano nelle acque sotter-ranee e nel terreno circostante. Sono prodotti gas esplosivi e tossici.Particolarmente preoccupante è il numero sconosciuto ma indubbia-mente molto elevato di discariche abusive i cui rischi non possono essere quantificati. La principale alternativa di smaltimento rispetto alla discarica — l’incenerimento — produce tossine e metalli pe-santi. Per evitarne il rilascio biso-gna installare negli inceneritori fil-

tri costosi. I filtri usati, fortemente contaminati, insieme a un quarto del peso originale dei rifiuti devo-no poi essere messi a discarica.Notevoli quantità di rifiuti indu-striali e domestici sono inoltre clas-sificate come pericolose e richie-dono un’attenzione speciale nel trattamento.La pratica di trasportare rifiuti in altre parti del mondo per lo smalti-mento è in molti casi illegale e non rappresenta certamente una solu-zione a lungo termine. Altri paesi un giorno potranno rifiutare i no-stri rifiuti e allora cosa si farà?Il problema dello smaltimento dei rifiuti è solo un aspetto della vicen-da. Le quantità di rifiuti che produ-ciamo sono il risultato del nostro

I RIfIutIIn euROPA:la problematica

> A cura gianluca Filoni Dirigente UgL-CFS

Da uno Studio della Comunità Europea ci si domanda:

quanto pesa un chilogrammo di rifiuti prodotto ogni giorno

da ciascun europeo, e quali gravi problemi ambientali provoca?

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SICUREZZA AMBIENTE 47

stile di vita insostenibile. Le nostre attuali modalità di produzione e consumo devono essere modifi-cate per minimizzare la pressione sulle risorse (non rinnovabili) del-la Terra. In breve, la produzione di rifiuti e uno dei migliori indicatori del nostro progresso verso lo svi-luppo sostenibile.Una buona gestione dei rifiuti co-mincia innanzitutto con la preven-zione: dopo tutto, ciò che non è prodotto non deve essere smaltito. In qualsiasi piano di gestione dei rifiuti la prevenzione e la riduzione al minimo dovrebbero pertanto avere la priorità assoluta.Nelle imprese che producono rifiu-ti, i pianificatori e i gestori devono sempre scegliere l’opzione di trat-tamento ottimale che comporti i minori rischi possibili per la salu-te umana e l’ambiente. Ciascuna opzione di trattamento comporta impatti diversi per diversi comparti ambientali. Il riciclo completo o par-ziale significa che le quantità di rifiu-ti da smaltire possono essere ridotte evitando di usare materie prime.

Ad esempio il compostaggio di materiale organico può ridurre le quantità di rifiuti da smaltire. Il compostaggio di qualità fornisce un prodotto finale valido che può essere usato come ammendante in agricoltura. In alcuni casi si può recuperare l’energia dal materiale di scarto ed usarla come combusti-bile. Per eliminare i rifiuti si ricorre alla discarica e all’incenerimen-to. Nessuna di queste soluzioni è perfetta in quanto entrambe sono potenzialmente nocive per l’am-biente e la nostra salute. L’opzione migliore è semplicemente ridur-re il quantitativo totale dei rifiuti prodotti. La gestione dei rifiuti è un argomento complesso e con molte componenti. è facile perde-re di vista la “visione generale”. La gestione europea dei rifiuti è una sfida particolare: bisogna realizza-re la protezione ambientale senza distorsioni per il mercato interno europeo. Non esistono modelli da applicare ad ogni situazione ma l’UE imposta la gestione dei rifiuti su principi precisi.

• Principio di prevenzione: ridurre al minimo ed evitare per quanto possibile la produzione di rifiuti.• Responsabilità del produttore e principio “Chi inquina paga”: chi produce rifiuti o contamina l’am-biente deve pagare interamente il costo di queste operazioni.• Principio di precauzione: preve-dere i problemi potenziali.• Principio di prossimità: smaltire i rifiuti il più vicino possibile al punto di produzione.Questi principi sono stati resi più concreti nella strategia generale sui rifiuti dell’UE (1996) che stabili-sce la gerarchia preferenziale delle operazioni di gestione dei rifiuti:1) prevenzione dei rifiuti;2) riciclo e riutilizzo;3) smaltimento finale ottimale e migliore monitoraggio.La strategia sottolinea anche la ne-cessità di:• ridurre gli spostamenti dei ri-fiuti e migliorarne le normative sul trasporto;• prevedere nuovi e migliori strumenti di gestione dei rifiu-ti: strumenti regolamentari ed economici; statistiche affidabili e comparabili sui rifiuti; piani di gestione dei rifiuti; corretta attuazione della legislazione.Nell’ambito della sua strategia gene-rale di gestione dei rifiuti, la Com-missione europea ha anche definito sette specifici flussi di rifiuti da consi-derare prioritariamente, con l’obiet-tivo di ridurre l’impatto ambientale globale di ciascuno di essi. Sono anche all’esame nuove pro-poste normative sulle operazioni di smaltimento dei rifiuti...

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CULTURA E TERRITORIO

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> A cura Donato Forenza

Il 2011 è stato proclamato dalle Nazioni Unite quale “Anno In-ternazionale delle Foreste”. La

protezione sistemica del paesaggio dagli incendi dei boschi e della ve-getazione, evidenziata in quel mi-rabile strumento interdisciplinare di programmazione qual’è‚ il Piano Nazionale Forestale, richiede, per la sua attuazione, un insieme di azioni la cui indifferibilità è scandi-ta puntualmente, ogni anno, dalle statistiche CFS ed ISTAT. La rilevanza di gravi impatti agli ecosistemi forestali ed al paesag-gio, l’innesco di fenomeni erosivi e di instabilità del suolo, gli effetti nocivi sulla discontinuità biologica delle catene alimentari, i danni inferti alle attività antropiche e la perdita di vite umane rappresen-tano solo parzialmente il quadro generale delle perdite subite.In particolare, in Italia, nel 2007,il paesaggio e le foreste, vaste zone rurali e periurbane sono state de-turpate dalle fiamme ed hanno subito gli effetti delle emanazioni termiche per oltre 227.729 ettari.

Gli episodi ignici si sono verificati, prevalentemente in tutte le regioni italiane con particolare recrude-scenza in ambiente mediterraneo.è opportuno far rilevare, inoltre, che dalle osservazioni sul periodo 2007-2009, concernenti gli incen-di della vegetazione, si evidenzia che oltre 22.547 eventi hanno per-corso non meno di 177.935 ettari di territorio forestale e 189.477 ettari di vegetazione non boscata: trattasi di valori elevatissimi, la cui valenza ambientale pari a 367.412 ettari, si rivela con danni ecologici notevolmente superiori al triennio precedente 2004-2006.Negli ecosistemi forestali, la com-plessità delle relazioni tra soggetti arborei, arbustivi e suolo, fauna, atmosfera e cicli biologici è note-vole. Inoltre, la pressione antro-pica ha modificato nei secoli, con diversi effetti, i processi di feed-back trasformando, in molte re-gioni del mondo ed in particolare nel Bacino del Mediterraneo, la successione delle specie. Il regime degli incendi e la presenza degli

effetti termici, modella i differenti mosaici paesaggistici, mutando-ne l’eterogeneità della texture ambientale.In Italia, il regime ignico, caratteriz-zato dall’andamento degli incendi e delle superfici boscate e non bo-scate percorse dal fuoco, ha ripre-sentato il carattere della ciclicità, con una chiara analogia di situazio-ni meteorologiche che hanno fatto registrare una cospicua presenza di incendi.La difesa del paesaggio italiano da-gli incendi è indifferibile e riguarda gli apparati difensivi e pianificatori di tutte le Regioni ed è strettamen-te correlata alle valenze delle risor-se della poliedricità geomorfologia del territorio.

dimensioni ecologiche

e PROtezIOnedel PAeSAGGIOdagli incendi boschivi

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SICUREZZA AMBIENTE 45

è meritoria l’opera del CFS nella difesa del territorio e delle aree protette.La multifunzionalità dell’eco-sistema forestale e la pianifica-zione della protezione integrata dagli incendi della vegetazione e dei boschi costituiscono assi primari di implementazione di azioni polisemiche e di cultura del territorio.Nel 2011 sono previste notevoli attività in occasione dell’Anno In-ternazionale delle Foreste, in tutto il pianeta. Il mantenimento della perfetta efficienza multifunzionale dell’ecosistema foresta necessita, di una serie di azioni coordinate dalla sinergia tra due settori fondamen-tali: - pianificazione ecologica del territorio e del paesaggio; -- prote-zione ecologica dagli incendi della vegetazione.Ormai è stato riconosciuto che il patrimonio ambientale forestale mondiale rappresenta uno dei fat-tori portanti per la conservazione degli equilibri climatici. Il concetto, infatti è stato evidenziato, anni fa, in varie sedi scientifiche mondia-li ed ancor più specificatemente nelle Conferenze, tenutesi a Hou-ston, Parigi, Stoccolma, a Ginevra (1990), ove la FAO ha presentò la proposta di una Convenzione internazionale relativa alla con-servazione ed allo sviluppo degli ambienti forestali.

Vanno inoltre menzionati altri im-portanti traguardi mondiali che hanno contribuito in modo deter-minante allo sviluppo della Pro-tezione delle foreste, tra i quali vi sono: l’International Conference on Forestry Education (ICOFE), te-nutosi a Viterbo (1990); il X° Con-gresso forestale mondiale sul tema: “La foresta patrimonio dell’avve-nire” (Parigi, 1991); il Congresso Internazionale sui problemi degli incendi boschivi di Saint Vincent (1991); l’International Sympo-sium “Landscape Approach to Regional Planning: The future of the Mediterranean Landscape” organizzato dall’International Association Landscape Ecology (IALE), a Montecatini (1992); va, inoltre, menzionato il Congresso di Rio de Janeiro del 1992, dove si è parlato globalmente sui problemi dello sviluppo nel nostro Pianeta e dell’importanza delle foreste a livello biosferico.La Protezione ecologica del territo-rio e lo sviluppo socio-economico compatibile devono precedere secondo una mirabile simbiosi di Conservazione delle risorse e di salvaguardia dei principi etici della difesa antropica.La protezione ecologica del pae-saggio, inoltre deve essere integra-ta con azioni tendenti ad incenti-vare l’agricoltura di montagna e di collina per favorire il presidio

attivo degli abitanti di zone rurali e la costituzione di aziende ecocom-patibili e cooperative di operatori forestali. Occorre, inoltre, tenere pre-sente che le prescrizioni an-tincendio in alcuni lavori di campagna non vengono osser-vate, innescando in tal modo, pericolosi incendi forestali di natura colposa (abbruciamento delle stoppie, pratiche agricole a rischio, ripulitura col fuoco, etc.), che creano gravi impatti sul paesaggio vegetale.La difesa dei boschi merita, dun-que, di venire, infine, integrata con Piani paesaggistici antincendio cor-relati con: - la protezione da erosio-ne del suolo, inondazioni, vento, valanghe ed influenze sfavorevoli del clima; la programmazione della valorizzazione delle risorse naturali, con particolare attenzio-ne al settore del legno; - il man-tenimento di un elevato standard di qualità dell’ambiente forestale necessario per il conseguimento di benefici sociali, culturali e spiri-tuali derivanti dal miglioramento del paesaggio e della scenografia vegetale.La manutenzione attiva antin-cendio delle foreste deve, per-tanto, soddisfare le esigenze protettive, biologiche, biosferi-che, economiche, psicologiche e culturali.

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RICONOSCIMENTI

SICUREZZA AMBIENTE48

Il ruolo ecologico del fuoco nel paesaggio e la Biologia della Con-servazione costituiscono valenze interdisciplinari per la formazione di nuovi paesaggi e per la selezio-ne di nicchie ecologiche.Il fuoco ha comunque svolto un ruolo decisivo nell’evoluzione bio-logica post-glaciale e culturale del paesaggio di vaste zone dell’Area mediterranea. Gli incendi ed i loro effetti hanno scandito la selezione di piante con meccanismi fisiologi-ci ed altri sistemi che facilitano la tolleranza diretta alle emanazioni termiche o che consentono la pro-tezione seguita da rigenerazione vegetativa e riproduttiva.Ad esempio, alcune erbe annuali e perenni che seguono il transito del fuoco sono in grado di sfuggi-re a temperature elevate, in virtù di meccanismi di protezione dei semi; è stato anche osservato che le tendenze evolutive per il supe-ramento delle conseguenze del fuoco sono strettamente correlate a quelle contro altri stress ambien-tali quali pascolo e siccità. Il fuoco ha svolto un ruolo ecologico di rilievo nell’evoluzione di foreste e prati xerici; la combinazione di vari stress col fuoco ha condotto alla convergenza della forma e della funzione di piante in clima mediterraneo, di cui molte sono adatte ai nuovi habitats denudati dagli episodi ignici. Il fuoco ha fa-vorito in molti casi la diversità ge-netica ed ecologica. Recenti studi sulla Biologia della Conservazione hanno consentito la formulazione

di postulati; tra essi, il primo po-stulato asserisce che “Molte delle specie che costituiscono comunità naturali sono il risultato di processi coevolutivi”. Vanno comunque menzionati quattro diversi corollari al primo postulato: -- le specie sono inter-dipenedenti; - molte specie sono altamente specializzate; - l’estin-zione di specie chiave può avere ripercussioni ad ampio raggio; - l’introduzione di specie generaliste può ridurre la diversità. Da questi brevi cenni si evince che la difesa ecologica del paesaggio, scienza in rapida evoluzione, in sinergia con la protezione dagli incendi bo-schivi, deve affrontare complesse situazioni in cui il problema della frammentazione delle biocenosi forestali e della relativa perdita di biodiversità assume connotazioni che esulano dal mero comporta-mento antropico doloso o colposo. Va infatti osservato che la “pres-sione ignica boschiva” (Forenza, 1992), dipende dal numero degli incendi e, dall’entità della superfi-cie percorsa dal fuoco in relazione alla superficie forestale su cui si compie la serie di incendi che de-termina il “regime ignico”. Il livello di manutenzione di un bosco, e le caratteristiche della sua biomassa, influenza quindi l’energia termica che si sprigiona nell’andamento del “regime ignico”, che a sua vol-ta caratterizza la sfera di processi ed interazioni tra onde termiche, vegetazione e meccanismi di ri-produzione.

è sempre necessario tenere sotto controllo il pericolo della “fram-mentazione” da incendi e mante-nere la continuità funzionale degli habitat, soprattutto nei boschi sot-toposti a diverse forme di degrado combinato. Dall’analisi dei vari aspetti del fuoco, ai fini della protezione del paesaggio e della continuità del-la rivegetazione, occorre perciò, prevedere “gradienti ignici pae-saggistici” con copertura vegetale termoprogranmmata, ai bordi dei quali, l’effetto termico periferico è assimilabile ad un effetto di “orlo ignico di sicurezza”, che non deve superare determinati livelli di ca-rico di fuoco (tonn./ha). La ma-nutenzione attiva antincendio, si profila in questo modo come una manutenzione specialistica attuata secondo modelli di combustione, in base ai canoni della paesaggisti-ca e della selvicoltura antincendio finalizzata alla protezione delle risorse forestali e delle attività an-tropiche, nel rispetto degli equilibri bioecologici del territorio. Il rispetto della legalità e dei princi-pi etici, la formazione e l’educazio-ne ambientale, infine costituiscono valenze poliedriche di notevole valenza per la prevenzione am-bientale, la tutela delle foreste, del paesaggio e per il benessere dell’Uomo, in perenne armonia con i canoni fondamentali della sostenibilità e della salvaguardia del creato.Occorre una nuova cultura per la vita e per la Biodiversità.

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SOLUZIONI TECNOLOGICHE SDA.

UN MONDO DI SERVIZI INNOVATIVI.

Le tecnologie innovative SDA sono studiate per facilitare ed ottimizzare il tuo lavoro. Avrai a disposizione un mondo di soluzionipersonalizzate che ti permetteranno di gestire al meglio le diverse fasi di spedizione direttamente dal tuo PC. Dai software standarda delle vere integrazioni di sistema, per soddisfare ogni tua esigenza. Con le Soluzioni Tecnologiche di SDA, gestire le propriespedizioni è sempre più semplice. Per informazioni chiama il numero unico a pagamento* 199-113366 o visita il sito www.sda.it*Costo massimo della telefonata da rete fissa Telecom senza scatto alla risposta: 14.25 centesimi di euro al minuto IVA inclusa, il costo da mobile varia in funzione del gestore utilizzato.

prevenzionetributaria_210x297 18-01-2008 15:04 Pagina 1