Sicurezza Ambiente n.01-11

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OrganO ufficiale dell’ugl - federaziOne naziOnale cOrpO fOrestale dellO statO ecOmOndO 2010: eccO l'ecOnOmia verde che funziOnerà a rimini si è conclusa la rassegna con successo Anno IV - n. 1 - gennaio/febbraio 2011 - € 16.25 - Poste italiane Spa Spedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008 OrganO ufficiale dell’ugl federazione nazionale corpo forestale dello stato n.1 gennaio/febbraio QuestO prOdOttO è cOmpletamente biO-degradabile e riciclabile, nel pienO rispettO dell’ambiente rifiuti i termovalorizzatori sono l'unica soluzione possibile? idee innOvative cinque proposte per salvare il pianeta crOnaca il ministro galan in visita nel salernitano e in umbria Derrick Coetzee

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La rivista è un interessante punto d’osservazione anche delle dinamiche sindacali, quelle che hanno visto l’Ugl tutta, e la federazione, conquistare un importante spazio.

Transcript of Sicurezza Ambiente n.01-11

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ecOmOndO 2010:eccO l'ecOnOmia verde che funziOnerà

a rimini si è conclusa la rassegna con successo

Anno IV - n. 1 - gennaio/febbraio 2011 - € 16.25 - Poste italiane SpaSpedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1

comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008

OrganO ufficiale dell’ugl federazione nazionale corpo forestale dello stato

n.1 gennaio/febbraio

QuestO prOdOttO è cOmpletamente biO-degradabile e riciclabile, nel pienO rispettO dell’ambiente

rifiuti

i termovalorizzatori

sono l'unica soluzione possibile?

idee innOvative

cinque proposte per salvare il pianeta

crOnaca

il ministro galan

in visita nel salernitano e in umbria

Der

rick

Coet

zee

N. 1- - pag. 3

sommario

4 - Editoriale I have a dream

6 - La manifestazione Rimini, concluso con successo Ecomondo 2010

10 - L'approfondimento I nostri rifiuti, "tutto fumo... e niente arrosto"

12 - Idee innovative Cinque proposte per salvare il Pianeta

14 - Cultura e Territorio Sinergia tra aree protette, biodiversità e tutela del paesaggio

17 - Biodiversità Tutela e buone pratiche nei parchi nazionali

19 - Cronaca Galan visita l'Umbria

20 - Giancarlo Galan nelle zone alluvionate nel salernitano e in visita alla zona archeologica di Paestum

22 - Conclusa l'operazione Ramp

24 - Lombardia: maxi operazione del Corpo Forestale dello Stato. La Riso Scotti sotto indagine

26 - Legambiente La città a misura di bambino? Esiste!

28 - L'approfondimento Incendi, perché è fondamentale prevenire attraverso la cura del bosco

30 - Caccia I consigli della forestale per un’attività in sicurezza. Intensificati i controlli

N. 1 - - pag. 4

EDiToriaLE

I havE a drEam

di Danilo Scipio – Segretario Nazionale UGL-CFS

In alcune riunioni “tra com-

pari”, che qualcuno vuol far

passare per assemblee, con-

tinuano tutt’oggi a circolare

voci menzognere a parziale

giustificazione di chi ha devastato

nel 2008 la stanza sindacale sede

dell’UGL – Corpo Forestale dello

Stato e costretto a ricorrere alle

cure mediche il mio collaboratore

più stretto.

Voglio ribadire pubblicamente che

la furia distruttrice che ha accecato

il (o i) devastatori – sarà la Giustizia

ad accertare le responsabilità di cia-

scuno dei partecipanti, dal momen-

to che il magistrato titolare dell’in-

chiesta ha formalizzato la richiesta

di rinvio a giudizio per i protagonisti

della spedizione.

Non è assolutamente in risposta

ad una mia provocazione; non lo

è perché io quel giorno non ero

all’Ispettorato e loro lo sapevano

perfettamente. Lo sapevano perché

avevano telefonato in quella stessa

stanza poche ore prima; lo sapeva-

no perché con un sms fui “invitato”

a farmi trovare.

Così come non ho mai offeso i cari

defunti di alcuno di loro; ho solo

apertamente detto in faccia dal vivo

quel che pensavo: di lui e del suo

modo di intendere certi valori. Ma

alcuni giorni prima! Fiato sprecato

alla luce di tutto ciò che è successo

in questi ultimi due anni. Le moti-

vazioni del raid, pertanto, sono da

ricercare altrove, altrimenti il giorno

del confronto diretto l’af…fondato-

re poteva avere le “palle” di pren-

dersela direttamente con me e non,

come ha fatto dopo, con mobili,

computer e chi non c’entrava nien-

te.

"La macchina del fango è quel mec-

canismo che arriva a diffamare una

persona. L’intenzione di quanti met-

tono in movimento questo mezzo è

quella di delegittimare chi si pone a

baluardo della legalità e del rispetto

delle regole e per far ciò non teme

di scontrarsi, con audacia, contro

poteri che molti temono ma che a

ben vedere sono detenuti da per-

sonaggi effimeri che vivono la loro

vita di riflesso, perché incapaci di

esprimere personalità, idee e valori.

Questa condizione li pone in un co-

stante stato di frustrazione, per loro

l’unica alternativa, non potendo

costruire per incapacità manifesta,

è distruggere, diffamare, nascon-

dersi dietro false giustificazioni per

motivare azioni inqualificabili, spe-

cialmente per chi indossa una divisa

simbolo di legalità e abnegazione.

La macchina del fango fa essenzial-

mente questo: produce sporcizia

a buon prezzo per distogliere l’at-

tenzione, per spostare il problema

dalla denuncia diffamando il de-

nunciante, in un capovolgimento di

prospettiva vergognoso supportato

da ignari associati che loro malgra-

do si trasformano in complici morali

di cotanta vergogna.

La macchina del fango mette sullo

stesso piano la pagliuzza e la trave,

la prova provata e lo sterile slogan.

hi la mette in moto odia la verità se

I have a dream: che il Corpo Forestale dello Stato torni ad essere una grande famiglia allargata all’interno della quale possano co-esistere opinioni diverse e non si verifichino più episodi vandalistici come quelli

che nel 2008 hanno colpito la nostra sede sindacale

N. 1- - pag. 5

questa si permette di oscurare la

propria menzogna. Tuttavia quan-

do oltre al fango c’è solo fango gli

schizzi finiscono per schizzare fa-

talmente contro quanti li hanno

diffusi e inevitabilmente il riflesso si

fa sempre meno scintillante fino a

spegnersi inesorabilmente. Il tempo

è galantuomo, è puntuale e rimette

ogni cosa al suo posto, così gli igna-

vi, quelli che non hanno scelto fra

bene e male non saranno degni di

stima, i dannati rimarranno tali e ai

giusti non rimarrà che raccontare la

miseria umana, la vostra”.

Qualcuno si domanderà perché ho

dovuto “scomodare” Roberto Savia-

no per raccontare vicende interne

del Corpo Forestale dello Stato.

Semplicemente perché tutto ciò

che nasce da un atto di violenza

non può avere futuro; non può ave-

re futuro perché si fonda su presup-

posti sbagliati. E per nascondere le

proprie meschinità essi mettono in

moto la “macchina del fango”.

Quando devo dire qualcosa, io mi

espongo in prima persona, non mi

nascondo dietro testate giornalisti-

che. Comunicati, lettere, denunce

come nessuno ha mai osato fare, ne

sono testimonianza concreta. Ma ai

topi di fogna, primi responsabili del

clima creatosi all’interno del C.F.S.,

che vanno alle Feste al calar delle

tenebre, giullari alla corte del re, fa

comodo scaricare su altri anche le

colpe di inchieste giornalistiche, fa-

stidiose ma certamente non campa-

te in aria, che smascherano altarini

ed odiose gesta di questi neo pro-

fessionisti della “spintarella”.

“I HAVE A DREAM”: che il Corpo Fore-

stale dello Stato torni veramente ad

essere una grande famiglia allargata,

all’interno della quale si può essere

di opinioni diverse e discutere, con

passione e determinazione, dove si

può essere avversari ma non nemici.

Ma occorre cacciare Caino … •

Roberto Saviano

N. 1 - - pag. 6

La manifEsTazionErImInI, ConCLuso Con suCCEsso EComondo 2010A cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS

è stata un successo pieno la

14a edizione di Ecomon-

do, il salone internaziona-

le del recupero di materia

ed energia e dello sviluppo

sostenibile organizzato da Rimini Fie-

ra con il patrocinio del Ministero per

l'Ambiente e la Tutela del Territorio e

del Mare lo scorso mese di novembre.

In totale, la kermesse ambientale di Ri-

mini Fiera, che ha visto il contempora-

neo svolgimento della quarta edizione

di Key Energy e della terza di Coope-

rambiente, ha richiamato 65.109 visi-

tatori (2,8% sul 2009). D'eccellenza

l'attenzione degli operatori esteri,

5.218 nei quattro giorni, con un incre-

mento del 3%.

Altro dato significativo: quasi duemila

i business meeting organizzati all'inter-

no del quartiere, dato che si aggiun-

ge alla generale soddisfazione delle

aziende protagoniste dell'expo per la

quantità e la qualità dei rapporti com-

merciali avviati. si è respirata aria di ripresa a Ecomondo, dove anche la folta presenza di enti pubblici e am-ministratori, con progetti e risultati ottenuti, ha generato il giudizio una-nime sul dinamismo del settore.

Proprio la presenza del Ministro Ste-

fania Prestigiacomo al taglio del na-

stro aveva aperto mercoledì scorso

la grande kermesse riminese, con di-

chiarazioni che hanno riconosciuto

ad Ecomondo il ruolo di expo di riferi-

mento per il sistema ambiente.

"Questa è la rassegna - ha detto il Mi-

nistro Prestigiacomo - dell'Italia che

vorrei, la rassegna dell'Italia di domani,

che racconta la green economy pos-

sibile e attuale. Ecomondo è la dimo-

strazione che esiste un grande setto-

re dell'economia che ruota attorno

all'ambiente e allo sviluppo sostenibi-

le, un pezzo di economia in grandissi-

ma espansione. A questo universo di

sostenibilità in mostra ad Ecomondo

il Ministero dell'Ambiente guarda con

attenzione attuando politiche di so-

stegno e incentivazione per tutti i set-

tori. La rassegna di Rimini dimostra che

l'Italia è in grado di affrontare questa

sfida da protagonista".

In aPErTura dI EComondo IL Fo-rum InTErnaZIonaLE su amBIEnTE Ed EnErGIa

Ad accompagnare il Ministro Prestigia-

como, il Sottosegretario all'Ambiente

On. Roberto Menia, intervenuto al

grande evento di apertura organizza-

to ad Ecomondo, il primo Forum Inter-

nazionale Ambiente ed Energia, dal

titolo 'Risorse e scelte: i nostri comuni

futuri', organizzato da The European

House - Ambrosetti per Conai, Lega-

coop, Legambiente, Regione Emilia-

Romagna e Rimini Fiera.

"Fra gli obiettivi del Governo - ha an-

nunciato al Forum l'On. Menia - che ha già varato il proprio piano d'azione, c'è quello di arrivare entro il 2020 al 17% di energie da fonti rinnovabili: ora siamo all'8%. ma c'è anche quello di garantire efficienza energetica, di semplificare le procedure e di svilup-pare una nuova rete intelligente, che integri la rete elettrica alle altre fonti energetiche".Il Forum si è articolato in una sessione

plenaria mattutina ed in altre tre po-

meridiane. Sono intervenuti prestigio-

si e autorevoli protagonisti della scena

economica e ambientale quali Jean-

Paul Fitoussi (Presidente, OFCE-Obser-

vatoire Français des Conjonctures Eco-

nomiques), Dipak Pant (Fondatore e

responsabile Interdisciplinary Unit for

Sustainable Economy, Giacomo Vacia-

go (Fondatore e Coordinatore scien-

tifico dell'Unità di Studi Interdiscipli-

nari per l'Economia Sostenibile presso

Il ministro Prestigiacomo: « E' la rassegna dell'Italia che vorrei, racconta come la green economy sia possibile e attuabile»

N. 1- - pag. 7

l'Università Carlo Cattaneo (LIUC), Gian

Carlo Muzzarelli (Assessore alle attività

produttive della Regione Emilia Roma-

gna), Vittorio Cogliati Dezza (Presiden-

te di Legambiente), Giuliano Poletti

(Presidente di Legacoop), Piero Per-

ron (Presidente Conai).

"Siamo molto soddisfatti della prima

edizione del Forum - commenta Simo-

ne Castelli, direttore business Unit di

Rimini Fiera - un format che ha tutte le

carte in regola per diventare appun-

tamento nel quale politica, industria

e amministrazione intrecciano i loro

obiettivi e i loro progetti per determi-

nare in breve tempo scenari sostenibi-

li. Con questo tono caratterizzeremo i

lavori preparatori dell'edizione 2011,

proprio perché l'appuntamento inau-

gurale di Ecomondo, Key Energy e Co-

operambiente sia sempre più terreno

di confronto fra innovazione e pro-

spettive future".

Sulla stessa lunghezza d'onda Sergio

Mancuso, Partner di The European

House-Ambrosetti: "Questa prima edi-zione, che potremmo chiamare zero, è stata importante per capire senti-menti e idee. Lavoreremo già dalle prossime settimane per la seconda edizione, con l'intento di produrre su questi temi contenuti innovativi, rigorosi e realmente utili alla soste-nibilità. Durante tutto l'arco dell'anno

c'impegneremo in gruppi tecnici con

incontri periodici e verifiche costanti

che ci consentiranno di mettere a fuo-

co argomenti sempre più centrali per

il futuro del pianeta".

InTErnaZIonaLITa' IL suCCEsso dI EComondo da TuTTo IL mondo

Continua a crescere il profilo interna-

zionale di Ecomondo. Fra i progetti at-

tivati per l'edizione 2010, da ricordare

le sessioni B2B organizzate dall'ufficio

marketing estero di Rimini Fiera e pro-

grammate con un sistema di piattafor-

ma online. I buyers, oltre 120, sono

arrivati da Bulgaria, Egitto, Israele, Ma-

rocco, Olanda, Polonia, Romania, Slo-

vacchia, Spagna, Turchia.

"L'efficacia dei quasi duemila incontri

d'affari - commenta Simone Castelli,

direttore business unit Rimini Fiera - è

N. 1 - - pag. 8

La manifEsTazionE

di duplice aspetto: ottimizza i tem-

pi di permanenza in fiera perché il

programma degli incontri è serrato e

predefinito on line prima della mani-

festazione; li rende più efficaci perché

domanda e offerta si incontrano in fie-

ra grazie ad una piattaforma informati-

ca progettata allo scopo".

Evento di grande impatto è stato Eco-

business Cooperation Event, organiz-

zato da Unioncamere Emilia-Romagna:

la Borsa di cooperazione con seminari

e incontri d'affari con operatori pro-

venienti da Argentina, Austria, Brasile,

Bulgaria, Canada, Danimarca, Francia,

Germania, Gran Bretagna, Grecia, Mal-

ta, Portogallo, Romania, Serbia, Slo-

vacchia, Svizzera.

A dare ulteriore lustro a questa qua-

lificata rappresentativa, coordinata

dall'Ufficio Commerciale dell'Amba-

sciata di Svezia, la presenza in fiera

dell'Ambasciatore di Svezia in Italia,

Ruth Jacoby, di fresca nomina e al suo

debutto in forma ufficiale in un even-

to nel nostro Paese. Ad Ecomondo

l'ambasciatore ha visitato le 12 azien-

de svedesi presenti nell'expo. "Il tema

della sostenibilità ambientale è da lun-

go tempo nel nostro cuore e nel no-

stro modo di affrontare il futuro - ha

dichiarato l'Ambasciatore Jacoby - C'è

chi la considera un lusso, ma non in

Svezia, un paese che sta dimostrando

come lo sviluppo e l'applicazione di

tecnologia e innovazione in campo

ambientale possano rappresentare

un modo per garantire una migliore

eredità alle nuove generazioni ed un

volano per la crescita dell'economia

attraverso la sostenibilità che non è

affatto un costo, bensì un'opportuni-

tà". Nell'expo, esposizioni collettive

con aziende provenienti da Turchia,

Baviera e Svezia.

LE dIChIaraZIonI

"Ecomondo ha confermato anche in questa edizione il suo percorso di crescita - commenta Lorenzo Cagno-

ni, Presidente di Rimini Fiera - fornen-do agli operatori in visita una panora-mica esaustiva sulle tecnologie e sui progetti protagonisti dello sviluppo sostenibile. Con orgoglio dico che

abbiamo fatto un buon lavoro: la fiera

è ormai proiettata verso i vertici eu-

ropei e grazie al lavoro svolto insieme

ai partner istituzionali ha guadagnato

una posizione di assoluta autorevo-

lezza per i contenuti che propone".

"L'indicatore infallibile per determina-

re il successo di una fiera - commen-

ta Simone Castelli, direttore business

Unit di Rimini Fiera - è il grado di sod-

disfazione delle imprese e da questo

punto di vista Ecomondo 2010 ha

centrato l'obiettivo. Il numero di in-

contri d'affari, la profilazione dei bu-

yer italiani ed esteri, la provenienza

di operatori stranieri in aumento e la

qualità degli eventi collaterali hanno

accompagnato il fortissimo slancio

innovativo che proviene dalla green

economy".

Il successo di Ecomondo deriva anche

dalla capacità di creare un virtuoso

clima di lavoro fra tutti i soggetti che

a vario titolo operano nel sistema am-

biente. Fra questi, oltre alla storica

partnership di Conai e il patrocinio del

Ministero dell'Ambiente, va rilevata

quella con LegaCoop che da due anni

promuove Cooperambiente (rassegna

delle imprese cooperative attive nel

settore) e con la Regione Emilia Roma-

gna, titolare di numerose iniziative nel

contesto fieristico.

"Gli appuntamenti di Ecomondo - ha

detto Piero Perron, presidente di Co-

nai - finiscono per diventare, come

ogni anno, gli 'stati generali' sull'am-

biente. Per CONAI la fiera è senz'altro

un'occasione importante di incontro

e confronto con i propri interlocuto-

ri: le imprese, gli enti locali, le scuo-

le, i cittadini. Quest'anno l'attenzione

Il pubblico in visita a Ecomondo

N. 1- - pag. 9

sto fronte abbiamo incontrato l'ade-

sione di imprese ed operatori".

Gian Carlo Muzzarelli, Assessore At-

tività produttive, piano energetico e

sviluppo sostenibile, economia verde,

edilizia, autorizzazione unica integra-

ta della regione Emilia Romagna:

"Puntare su ambiente ed energia è pri-

ma di tutto conveniente. Per questo

la Regione Emilia Romagna ha fatto e

farà del suo meglio per competere in

questi settori. Il sistema delle regioni

può fare molto, in termini di ricerca,

investimenti, governance, per il miglio-

ramento della mobilità, ad esempio.

Ecomondo è un'eccellente vetrina

per tutto il sistema ambientale ed evi-

denzia le due strade da percorrere a

favore dello sviluppo sostenibile: par-

tecipazione e responsabilità".

Ecomondo 2010 ha proposto la se-conda edizione del Premio sviluppo sostenibile, riconoscimento al moto-re verde dell'economia italiana. L'ini-

ziativa, istituita dalla Fondazione per

lo Sviluppo Sostenibile presieduta da

Edo Ronchi, con la collaborazione di

Ecomondo e l'adesione del Presidente

della Repubblica,

ha premiato tre

aziende che quin-

di possono essere

definite testimo-

nial dell'industria

ecosostenibi le.

Si tratta delle so-

cietà My Clima di

Treviso per la categoria energia, del-

la Lecce Pen di Settimo Torinese per

il settore dei rifiuti e della Plaxtech di

Udine per la categoria prodotti e ser-

vizi innovativi. Si aprono prospettive

importanti in vista del 2011, quando il

premio troverà una sua espansione ad

alcuni settori che coinvolgano imprese

straniere. •

del Consorzio si è concentrata sulla

prevenzione applicata ai rifiuti di im-

ballaggio ed i benefici ambientali ed

economici ad essa connessi: 500 mi-

lioni di euro in dieci anni tra costi di

smaltimento, emissioni di CO2, costi di

trasporto evitati. Cifre e tematiche che

sono state al centro del Forum inau-

gurale della fiera, promosso anche da

CONAI e che, visto l'interesse riscon-

trato, riproporremo nel

2011".

Giuliano Poletti, presi-

dente Legacoop: "Abbia-

mo lavorato molto in vista

dell'appuntamento di Ri-

mini per attivare iniziative

mirate al coinvolgimento

della responsabilità dei

cittadini sui temi ambientali e dell'effi-

cienza energetica. Noi crediamo mol-

to in questo aspetto, perché le tecno-

logie e le imprese sono importanti, ma

il cittadino va coinvolto, deve condivi-

dere scelte ed esiti, quindi ci interessa

mettere in piedi sistemi di relazione.

Siamo soddisfatti dell'edizione appe-

na conclusa, proprio perché su que-

Il successo di Ecomondo deriva anche

dalla capacità di creare un virtuoso clima di lavoro

fra tutti i soggetti che a vario titolo operano

nel sistema ambiente.

N. 1 - - pag. 10

L'approfonDimEnTo

I nosTrI rIFIuTI, "TuTTo Fumo... E nIEnTE arrosTo"

Di Fabio Lancianese (Agente Cfs)

Nei termovalorizzatori finisce quasi la metà della spazzatura attualmente prodotta. E' davvero l'unica soluzione possibile?

stando ai dati del perio-

do 2003-2007 relativi alla

raccolta dei rifiuti, oltre il

48% della plastica, il 10%

circa della carta e quasi

tutta la frazione secca vengono bru-

ciati nei 51 impianti disseminati nel

nostro Paese, rappresentando l'unica

soluzione alternativa alle già stracolme

discariche. L'utilizzo dei cosiddetti termovalorizzatori viene oggi descrit-

to da più parti come" imprescindibile"

per il delicato equilibrio del sistema

di gestione dei rifiuti, ma provoca più di qualche perplessità in relazione al grado di pericolo, vero o presunto, delle emissioni prodotte dalla com-bustione di tali materiali. Innanzitut-to occorre far chiarezza sui termini. "Termovalorizzatore" è una parola di

recente conio, indicata per distingue-

re questi moderni impianti dagli "in-

ceneritori" degli anni Sessanta e Set-

tanta, considerati nocivi ed obsoleti

rispetto ad una tecnologia in grado di

abbattere i fumi pericolosi per la salu-

te e al tempo stesso ricavare energia

dallo smaltimento. Questa nuova ver-

sione più "rassicurante" degli inceneri-

tori vecchio-tipo si scontra,però, con

alcuni dati scientifi-

ci su cui si basano

la maggior parte

delle polemiche e

delle proposte al-

ternative.

Se da un lato ap-

pare evidente

come la tecnologia

abbia contribuito

in modo significa-

tivo a diminuire

le percentuali di

emissioni nocive,

rimane altrettanto

incontrovertibile

il dato secondo cui durante la com-

bustione si liberano nell'aria sostanze

tossiche che non sono presenti nel

rifiuto di partenza, con una conse-

guente produzione di ceneri volanti

non indifferente, anche se in parte

trattenuta dalla depurazione dei fiumi

dopo l' inevitabile "ricaduta" sul suolo.

Oltre agli aspetti relativi all'ambiente

e salute pubblica, non sembrerebbe

del tutto esatta neppure la tesi relati-

va all'affidabilità dell'energia prodotta

dal termovalorizzatore.

Numerosi studi, infatti, dimostrano

come l'energia necessaria per la rac-

colta, il trasporto, il trattamento ed in-

fine l'incenerimento sia infine inferiore

a quella prodotta, a causa dello scarso

potere calorifico dei rifiuti rispetto ai

combustibili tradizionali (petrolio e

carbone) a fronte di una mole sempre

maggiore di materiale da bruciare.

Secondo tali dati sarebbe più corret-

to parlare di "termorecuperatori", in

quanto gli impianti non producono

nuova energia disponibile per il fab-

bisogno della collettività, ma ne recu-

perano una parte di quella destinata

N. 1- - pag. 11

al loro stesso funzionamento. Con-

tinuando di questo passo, dunque,

il rischio concreto per il futuro sarà

quello di diminuire il volume delle no-

stre discariche con un trucco, trasfor-

mando i rifiuti solidi giacenti in efflussi

liquidi e gas dispersi nell'atmosfera

e sul suolo, passando

così dalle attuali "disca-

riche a cielo aperto"

alle future "discariche

nel cielo aperto", senza

nemmeno aver risolto

l'altro grande problema

dell'era moderna: il fab-

bisogno energetico.

Esistono tuttavia delle soluzioni alter-

native alle attuali politiche di gestione

del rifiuto, in verità poco incentivate

oltre che negli slogans e nelle pro-

messe elettorali, quali ad esempio il si-

stema del riciclo, fin qui adoperato in

minima parte per ridurre le quantità di

rifiuti incenerite nei termovalorizzatori

(Non mancherebbero nemmeno sta-

volta spunti di contraddittorio, dato

che la cellulosa e il materiale plastico

più facilmente riciclabile rappresenta-

no oltre il 70% del potere calorifero

di un inceneritore!). Grazie al riciclo

del rifiuto il vantaggio energetico è di

tre o cinque volte superiore a quel-

lo della termovalorizzazione, abbat-

tendo al tempo stesso i residui della

combustione altrimenti sprigionati. Di

fatti, tramite processi di trattamento

a freddo è possibile riciclare oltre il

95% dei rifiuti, separando la carta, la

plastica, i metalli, la materia organica,

e trasformando la rimanente frazione

inerte non riciclabile in sabbia sinteti-

ca utilizzata come allegeritore per cal-

cestruzzi nell'edilizia, come materiale

di costruzione in parziale sostituzione

del laterizio, oppure per la fabbrica-

zione di oggetti di pubblica utilità

come panchine,

giochi per parchi

pubblici, pallets

etc...

La crescita dei

consumi e dell'ur-

banizzazione han-

no provocato uno

smisurato aumento

nella produzione dei rifiuti e ridotto

contemporaneamente le zone disabi-

tate in cui trattarli o depositarli all'in-

finito. Il problema non è più rimanda-

bile, ma occorre risolverlo attraverso

sistemi in grado di evitare alle future

generazioni ulteriori problemi o scia-

gure irreversibili. •

Esistono tuttavia delle soluzioni alternative

quali ad esempio il sistema del riciclo, fin qui adoperato

in minima parte per ridurre le quantità di rifiuti

incenerite nei termovalorizzatori

N. 1 - - pag. 12

iDEE innovaTivECInQuE ProPosTE PEr saLvarE IL PIanETa

A cura della Segreteria Nazionale UGL-CFS

Acqua secca, energia dai fulmini, biogas da alghe, autostrade a pannelli solari e tetti freddi: ecco le teorie elaborate dagli esperti di Focus

surriscaldamento globale,

crisi energetica, sovrap-

produzione di CO2: sono

i principali temi sui quali si

sono confrontati la scorsa

estate i leader del G8 durante il meeting

di Copenhagen.

Anche se a detta di tutti gli osservatori

il vertice è stato un fallimento perché,

complice la crisi, nessuno degli 8 pae-

si membri (Canada, Francia, Germania,

Giappone, Italia, Regno Unito, Russia e

Stati Uniti) ha voluto prendere impe-

gni concreti, non sono mancati i buoni

propositi: gli otto Grandi si sono dati

l’obiettivo di ridurre del 50% le emis-

sioni di CO2 rispetto ai livelli del 1990

(circa 22,7 miliardi di tonnellate secon-

do i dati presentati nel Rapporto delle

Nazioni Unite sul Programma di Sviluppo

2007-2008).

Ma a un anno di distanza si sta facendo

qualcosa per raggiungere questo am-

bizioso obiettivo? Su quali temi si sta

concentrando la ricerca? Sbirciando nei

laboratori di mezzo mondo sono saltate

fuori 5 singolari soluzioni ancora in fase

di sviluppo.

acqua in polvere per assorbire e stoc-care la Co2

Nonostante il nome, l’acqua secca esi-

ste davvero. E secondo il Professor Da-

vid Cooper dell’Università di Liverpool

potrebbe rivelarsi una preziosa alleata

nella lotta al surriscaldamento globale.

Si tratta di una sostanza composta al

95% da acqua che si presenta sotto for-

ma di una polvere simile allo zucchero a

velo. Ogni particella di questo materiale

è costituita da una gocciolina di acqua

ricoperta da silicio modificato ottenuto

a partire da comune sabbia. L’involucro

impedisce alle gocce di unirsi e tornare

allo stato liquido.

Questo rivoluzionario materiale è in grado di assorbire una quantità di gas tre volte maggiore rispetto ai suoi componenti (acqua e silicio) quando sono nel loro stato normale. Una volta

racchiusa nelle sferette di acqua, la CO2

potrebbe essere stoccata in depositi

geologici.

Non solo: l’acqua secca può assorbire

anche il metano. Cooper e i suoi colle-

ghi ipotizzano che in tempi brevi saran-

no disponibili tecnologie che consen-

tiranno di utilizzare il gas "in polvere"

come combustibile per auto ecologiche

ma anche super sicure: il metano, rac-

chiuso nei granuli di silicio, non potreb-

be tornare allo stato liquido e questo

ridurrebbe di molto il rischio di incendi

ed esplosioni.

Cooper e suoi colleghi hanno dimostra-

to che qualsiasi emulsione, cioè un mix

tra acqua e un altro liquido insolubile

(si pensi all’olio nell’acqua) può essere

trattata e ridotta allo stato polveroso.

Con notevoli vantaggi in termini ambien-

tali e di sicurezza per ciò che riguarda

stoccaggio e trasporto.

Energia dai fulmini e dall'elettricità statica dell'atmosferaA catturare l’elettricità statica dell’atmo-

sfera per utilizzarla come fonte energe-

tica ci hanno provato in tanti (il primo fu

Nikola Tesla tra fine’800 e inizio ‘900),

ma fino ad ora nessuno ci è riuscito.

Ci sono però molto vicini Fernando Ga-

lembeck e i suoi colleghi dell’Università

Campinas, dell'omonima città brasiliana.

Obiettivo del loro studio è quello di

mettere a punto dei pannelli che, ana-

logamente ai fotovoltaici, siano in grado

di assorbire e incanalare la corrente che

si trova libera nell’atmosfera.

I ricercatori brasiliani hanno utilizza-

to microscopiche particelle di silicio

e fosfato di alluminio, elementi molto

comuni nell'atmosfera, e hanno notato

come la loro carica elettrica aumenta

all'aumentare dell'umidità dell'aria. <<É

la dimostrazione che il vapore acqueo

N. 1- - pag. 13

sospeso nell'atmosfera può accumulare

carica elettrica e trasferirla ai materiali

con cui viene a contatto>> spiega Ga-

lembeck. Questa capacità dell’acqua di

trasferire la carica elettrica ad altre par-

ticelle si chiama igroelettricità.

I ricercatori contano ora di sviluppa-re dei collettori che, esattamente come le particelle metalliche sospese nell'aria, siano in grado di raccogliere la carica elettrica del vapore atmosfe-rico e renderla disponibile per usi civili e industriali.

Biogas da alghe

Le ricerche che puntano ad utilizzare le

alghe come elemento base per la pro-

duzione di biocarburanti sono numero-

sissime. La PODenergy, azienda califor-

niana specializzata nella green tech, ha

un approccio del tutto nuovo. L’idea è quella di piantare delle grandi foreste di kelp, un’alga molto diffusa e utiliz-zata anche nella cucina giapponese, sulla superficie degli oceani. Queste, una volta cresciute, verrebbero rac-colte in enormi stomaci di plastica installati qualche metro sotto il pelo dell’acqua.

Si tratta essenzialmente di grandi sac-

chetti dove troverebbero posto frotte

di batteri capaci di "digerire le alghe".

Da questo processo si otterrebbero 3

sostanze: metano, che verrebbe pom-

pato direttamente a terra per gli usi

civili e industriali, CO2, che verrebbe

catturata per essere stoccata in depo-

siti geologici, e sostanze di scarto che

fornirebbero nutrimento ai pesci.

Inoltre, le alghe, fornendo nutrimento

per i pesci farebbero aumentare di 200

milioni di tonnellate l’anno il volume del

pescato.

Ciò che la PODenergy non spiega nel

suo studio è cosa potrebbe accadere

al clima e all'ecosistema marino se il 3%

degli oceani (circa 1.000.000 di Km2)

fosse ricoperto da alghe.

autostrade a pannelli solari

Saranno gli incentivi pubblici, sarà la cri-

si economica, sarà una maggior coscien-

za ecologica, ma i pannelli fotovoltaici

stanno, finalmente, diventando elemen-

ti piuttosto comuni nel paesaggio delle

nostre città. Ma siamo sicuri che i tetti

delle case siano il posto migliore dove

installarli? Scott Brusaw, ingegnere elet-

trico di Sagle, nell’Idaho, pensa di no.

Secondo lui il fotovoltaico potrebbe dare ottimi risultati se fosse incorpo-rato nel fondo di strade e autostrade.

É riuscito a convincere della bontà della

sua idea la US Federal Higways Admini-

stration, l’ente che controlla la rete au-

tostradale americana, che ha così finan-

ziato la sua ricerca per sviluppare dei

pannelli fotovoltaici abbastanza robusti

da sopportare il passaggio di auto e tir.

Tetti freddi

Il sistema più semplice per rallentare il

surriscaldamento del pianeta è quello

di fermare i raggi solari prima che arrivi-

no sulla superficie terrestre. E visto che

strade e tetti delle case ricoprono dal

50 al 65% delle superfici urbane, per-

chè non sfruttarli per rimandare al mit-

tente la rovente irradiazione solare?

Lo studio è stato condotto utilizzando

i dati globali sulle caratteristiche della

superficie terrestre messi a disposizione

dal Goddard Space Flight Center della

NASA, che contengono informazioni

sulle temperature al suolo, sull’evapo-

razione e sulla topografia dell’intero

pianeta. Secondo gli scienziati la verni-ciatura con colori chiari aumenterebbe l’albedo, cioè la riflessione dei raggi solari, che in questo modo non surri-scalderebbero case, strade e quindi l’aria circostante. I tetti bianchi ridur-

rebbero quindi anche l’effetto "isola di

calore urbana" che arroventa le città

durante l’estate rendendole molto più

calde delle campagne immediatamente

vicine. Non solo: case più fresche richie-

derebbero un minor impiego di energia

per essere condizionate nella stagione

estiva. Il risparmio in termini di emissioni

di CO2 sarebbe quindi indiretto e lega-

to al risparmio di corrente elettrica.

Fonte: focus.it

Un tetto ridipinto con colori chiari accanto ad uno dipinto con colori normali

N. 1 - - pag. 14

cuLTura E TErriToriosInErGIa Tra arEE ProTETTE, BIodIvErsITà E TuTELa dEL PaEsaGGIo

di Ing. Donato Forenza – Centro Studi UGL/[email protected]

Le risorse che interessano le aree protette, i parchi naturali nazionali e regionali e le riserve devono avere un riassetto dettato da una oculata politica ambientale

negli ultimi trenta anni

la complessità delle

problematiche affe-

renti alla pianifica-

zione ecologica del

territorio e del paesaggio e le relative

attività gestionali correlate al Governo

dei sistemi ambientali hanno determi-

nato in differenti ambiti istituzionali la

necessità di implementare, dal siste-

ma globale al sistema locale nuove di-

mensioni internazionali e strategie di

sostenibilità correlati alla biodiversità.

Tra queste è possibile menzionare

prioritariamente gli assi sintagmatici

tendenti alla conservazione della na-

tura, al miglioramento degli standard

della qualità della vita, alla tutela del

paesaggio agricolo e forestale e ad

una attenta analisi delle fonti di ener-

gia alternativa. In tale ottica, è op-

portuno far rilevare che le risorse che

interessano le aree protette, i Parchi

naturali nazionali e regionali e le Ri-

serve necessitano di una ulteriore va-

lida opera di pianificazione strategica

e di programmazione multiobiettivo,

dettate da una oculata politica am-

bientale e paesaggistica indirizzata al

riassetto dei territori, valorizzazione

delle aree agricole e alla riqualifica-

zione paesaggistica. Occorrono piani

di cultura della biodiversità e di va-

lorizzazione delle risorse agricole e

delle risorse umane.

2. attualmente il mondo della ricer-ca e dell’università sta attraversan-do un periodo di nuove riforme: - si colga l’occasione e si rimoduli con

rilevante sostegno la formazione uni-

versitaria e postuniversitaria, secondo

una Sistemica di Rete Ambientale-Fo-

restale (SRAF), mediante la realizza-

zione di Centri di eccellenza e la cre-

azione di Scuole di Specializzazione

Ambientali e Forestali (SSAF); le Re-

gioni e le Province Autonome imple-

mentino la “Alta Formazione Tecnico-

Professionale Ambientale-Forestale”

(AFTePAF), l’Educazione Ambientale

Paesaggistica Scientifica (EAPaS) e

l’imprenditorialità giovanile in campo

forestale (IGF);

- sia realizzata la ricerca innovativa,

correlando la ricerca universitaria ita-

liana con quella delle altre strutture

nazionali ed europee, anche alla luce

dell’agenda strategica Forest-based

Sector Technology Platform dell’Unio-

ne Europea e della Conservazione

della Biodiversità.

3. I territori dei Parchi e delle riserve svolgono ruoli determinanti nell’am-bito sociale e culturale per le scel-te della Pianfificazione ecologico-territoriale. Infatti, tali zone protette,

esercitano azioni positive a più vasto

raggio di influenza per la loro capaci-

tà attrattiva, e, pertanto, richiedono

particolari sistemi di protezione. Gli

ecosistemi forestali, inoltre, presen-

tano maggiore vulnerabilità alle cause

destabilizzanti gli equilibri armonici

e, mediante la Selvicoltura sistemica

è possibile intervenire per le peculia-

ri cure colturali indispensabili ai so-

prassuoli boschivi. Preziosi ecosiste-

mi e paesaggi dotati di straordinaria

biodiversità e panorami irripetibili in

connubio con le valenze poliedriche

della bellezza del paesaggio italiano,

caratterizzato da una affascinate sto-

ria antropica dal Medioevo al Rinasci-

mento fino ai nostri luoghi ricchi di

secolare cultura degli spazi polisemi-

ci meritano un mirato livello di Piani

di protezione sistemica ed integrata

con le altre pianificazioni ambientali.

N. 1- - pag. 15

Inoltre, giova far rilevare che per la

GFS (Gestione Forestale Sostenibile),

un’importanza strategica per il gene-

re umano è costituita da alcuni eco-

sistemi, quali foreste, aree protette,

verde urbano e verde periurbano,

che esplicano funzioni multiple ed

insostituibili. Nel contesto della Legi-

slazione ambientale, di tali ecosistemi

è necessario implementare una ap-

posita normativa che sancisca la con-

tinuità urbano-rurale-forestale quale

Rete Ecologico-Paesaggistica (REP) da

tutelare e vincolare mediante una se-

rie di parametri ecologici e standard

paesaggistici inseriti nei Piani regola-

tori generali e nei Piani paesaggistici

regionali, provinciali e comunali.

4. uno degli aspetti rilevanti per destabilizzazione di alcuni habitat

è determinato dalla deforestazione che si verifica in tutto il Pianeta. La

superficie forestale mondiale copre

circa 40 milioni di kmq, vale a dire

il 30% del territorio mondiale, ma

oltre due terzi di tutta la superficie

forestale mondiale si trova in soli 10

paesi: Australia, Brasile, Canada, Cina,

Repubblica Democratica del Congo,

India, Perù, Russia e USA. Secondo

la FAO, nel periodo 2000-2005, ogni

anno nel Pianeta, sono state perdute

oltre 130000 kmq di foreste; in ef-

fetti, la perdita netta risulta inferiore

(circa 73.000 kmq,) poiché vi sono

programmi di riforestazione e prote-

zione degli ecosistemi esistenti, che

sono finanziati da nazioni più ricche

di prodotti ed in grado di realizzare

strategie di sostenibilità.

5. La Convenzione Europea del Pa-

esaggio (CEP) adottata dal Consi-glio d’Europa il 20 ottobre del 2000 costituisce un valido strumento di

esemplare convenzione a livello eu-ropeo concernete tematiche della Cultura e della Tutela del paesaggio. La convenzione è caratterizzata da

una sua poliedricità che evidenzia

il ruolo della Scienza del Paesaggio

quale rilevante elemento di interesse

pubblico e sintomatico fattore di una

nuova consapevolezza per la Con-

servazione e valorizzazione culturale

a scala locale di luoghi. Dopo alcuni

anni dalla ratifica italiana, nell’ambi-

to dell’ordinamento giuridico italia-

no e nel contesto della legislazione

regionale ambientale, i processi di

pianificazione paesaggistica hanno

riguardato Regioni, Enti vari, organiz-

zazioni territoriali (regionali, nazio-

N. 1 - - pag. 16

cuLTura E TErriTorio

nali e internazionali) sia nella fase di

consultazione che in quella di orien-

tamento. Come verificatosi in alcune

regioni, anche la Puglia, dotata di

scenari straordinari e multiformi am-

bienti ricchi di biodiversità (Gargano,

Murge, Salento, Costa ionica, etc.) sta

dimostrando notevole sensibilità per

la Tutela del paesaggio e per la cultu-

ra della legalità a difesa del territorio.

La legislazione italiana in materia di

paesaggio è in notevole evoluzione

grazie anche direttamente o indiret-

tamente, alla Convenzione europea

del paesaggio (CEP). Tra gli elementi

di rilievo della Convenzione, vi sono

quelli da attribuire alla definizione e

interpretazione in-

terdisciplinare del

concetto di paesag-

gio, che ruota intor-

no alla “domanda

sociale” di paesag-

gio, che evidenzia le

rinnovate esigenze

di Qualità della vita

di vaste zone di territorio caratteriz-

zate da popolazioni locali che risulta-

no parte viva e integrante della storia

millenaria degli ecosistemi paesaggio/

ambiente ed in interconnessioni con

il genius loci.

6. Il v° Congresso mondiale dei par-chi , svoltosi a durban (sudafrica), nel settembre 2003 (che si tiene ogni

dieci anni), è risultata un'occasione di

rilievo per fare il punto sullo stato di

parchi e riserve nel mondo e sul con-

tributo che tali aree stanno dando

alla salvaguardia del patrimonio na-

turale dell'umanità affermando l’im-

portanza delle Aree Naturali Protette

(ANP); inoltre si è cercato anche di

delineare le strategie per la Conser-

vazione della Natura attraverso par-

chi e riserve nel prossimo decennio.

In tale assise sono stati declamati

impegni solenni circa la necessità di

tutelare e promuovere il ruolo nevral-

gico delle Aree protette nella difficile

attuazione della conservazione della

biodiversità globale e dello sviluppo

sostenibile, mediante il coinvolgimen-

to attivo di tutti i settori della società,

attraverso politiche innovative ed ef-

ficaci, con finanziamenti adeguati alle

missinon, attraverso importanti inizia-

tive di comunicazione, informazione

ed educazione. Va infatti evidenziato

che il significato sintagmatico di soste-

nibilità enuclea almeno sei paradig-

mi dimensionali: società, economia,

ecologia, istituzioni, programmazione

e cultura. Quest’ultima dimensione è

ritenuta in grande rilievo poiché è un

assunto della sostenibilità nell’ambito

della vasta costellazione valoriale di

riferimento, del sistema scientifico ed

educativo, del modus vivendi, un vi-

vido incontro tra forze naturali, ener-

gie dell’Uomo e dinamismo spirituale.

Il nostro auspicio è la promozione

dei principi basilari della sostenibilità

nelle aree naturali protette in siner-

gia anche con la European Charter

for Suistenaible Tourism in Protected

Areas (2001). In tale logica, infatti è

indilazionabile lo sviluppo di modelli

previsionali ecologici e paesaggisti-

ci in armonia ai modelli previsionali,

a più variabili, gravitazionali e spazio

temporali più complessi per l’analisi

e la valutazione degli impatti micro

e macroambientali dovuti ai carichi

ottimali della soglia del limite della

“carry capacity” degli ecosistemi nei

confronti della fruizione turistica, per

garantire accessibilità ottimizzata e

poli di attrazione differenziati.

7. mediante la legge quadro del 1991, le aree protette hanno otte-nuto uno strumento formidabile di tutela. Il CFS compie meritoriamente

da sempre un’attenta attività di sor-

veglianza e di tutela dell’ambiente,

effettuando inoltre ricerca scientifi-

ca e contribuisce a

migliorare la qualità

della vita. Va menzio-

nato che oltre l’11

per cento del territo-

rio italiano è tutelato

e presenta ben oltre

mille aree protette

pari ad una superficie

di quasi un milione e mezzo di ettari

di territorio. La valorizzazione ecolo-

gica e scientifica delle aree protette

e delle texutres agricole caratterizza-

te da splendidi panorami, da modelli

meravigliosi di straordinari ambienti

e da paesaggi ricchi di una grande

energia olistica richiede un impegno

di rinnovata solidarietà di tutti i citta-

dini, delle istituzioni e dei sindacati.

Tali importanti programmi ci porte-

ranno al recupero della identità dei

luoghi, ad un migliore benessere in-

dividuale e sociale, a positivi cambia-

menti cognitivi e ad un nuovo livello

di consapevolezza dell’armonia del

creato e ad un futuro radioso per tut-

ti con viva empatia per la Natura. •

La legislazione italiana in materia di paesaggio

è in notevole evoluzione grazie anche direttamente

o indirettamente, alla Convenzione europea

del paesaggio (CEP).

N. 1- - pag. 17

bioDivErsiTàTuTELa E BuonE PraTIChE nEI ParChI naZIonaLI

A cura della Associazione 394

Ai tagli della finanziaria le aree protette rispondono e risponderanno, finché potranno, con risultati concreti: il caso del progetto "LIFE camoscio appenninico"

mentre sta calando

inesorabile la scu-

re del taglio del

50% dei contributi

ordinari ai parchi

nazionali, a seguito della manovra

correttiva in vigore, le aree protette

continuano e continueranno, finchè

potranno, a svolgere i ruoli previsti

dalla legge quadro n. 394/91.

Numerosi sono i progetti in corso di

tutela della biodiversità, dalla ridu-

zione del traffico motorizzato in aree

sensibili, come il progetto "A piedi

fra le nuvole" del Parco nazionale del

Gran Paradiso, al censimento parteci-

pato del bramito del cervo, appena

concluso nel Parco nazionale delle

Foreste Casentinesi, e molti altri di

grande coinvolgimento ed efficacia.

Particolarmente interessanti sono le

iniziative di partenariato fra aree pro-

tette.

E' il caso di un progetto LIFE di area

vasta. Tre splendidi individui di ca-

moscio appenninico hanno in que-

sti giorni guadagnato la libertà sulle

rupi calcaree del Parco Nazionale

dei Monti Sibillini. Le femmine, Nina e

Marta, e un maschio, Guerrino, sono

stati immessi in natura dalle aree fau-

nistiche di Bolognola e Lama dei Peli-

gni; un'altra femmina dovrebbe arri-

vare nei prossimi giorni da Farindola.

Si tratta delle prime azioni attuate

nell'ambito del Progetto Life Natu-

ra 2009, avviato all'inizio del mese

di settembre.

uno straordinario esempio di coo-perazione tra aree protette, unite nella difficile missione della con-servazione della biodiversità e, in questo caso, di una sottospecie en-demica dell'appennino centrale e, senz'altro, tra le entità faunistiche più vulnerabili a livello europeo. Al

progetto, della durata di 4 anni, par-

tecipano tutte le aree protette inte-

ressate alla salvaguardia del camoscio

appenninico: Il Parco Nazionale del-

la Majella (capofila del progetto) e

il Parco Nazionale del Gran Sasso e

Monti della Laga, aree in cui il camo-

scio appenninico è stato reintrodotto

a partire dai primi anni '90, il Parco

Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise,

che ne ospita il nucleo principale, il

Parco Nazionale dei Monti Sibillini, in

cui la sottospecie è stata reintrodot-

ta nel 2008, e il Parco Regionale del

N. 1 - - pag. 18

Sirente-Velino, candidato ad ospita-

re, in un prossimo futuro, il quinto

nucleo di camoscio appenninico.

Alla Legambiente, infine, sono affi-

date le attività di comunicazione e

sensibilizzazione. Una cooperazio-

ne ormai collaudata, quindi, anche

in precedenti progetti Life, e che ha

visto la partecipazione di numerosi

altri soggetti e autorevoli esperti. In-

nanzitutto il Ministero dell'Ambien-

te e l'I.N.F.S. (ora I.S.P.R.A.), che nel

2001 hanno redatto il Piano d'Azione

Nazionale per la conservazione del

camoscio appenninico; il WWF Italia,

nel 1996, ha poi redatto lo Studio di

fattibilità per la reintroduzione del

camoscio appenninico nel P.N. dei

Monti Sibillini e nel P.R. Sirente-Veli-

no; un ruolo di primo piano è svolto

dal Corpo Forestale dello Stato che,

oltre a garantire la sorveglianza e il

trasferimento degli animali mediante

elicottero, partecipa alle attività di

censimento e attua alcuni interventi

di cattura. Gli Istituti Zooprofilattici sperimentali delle regioni interes-sate curano le attività di prevenzio-ne dei rischi sanitari e le analisi ge-netiche, mentre il supporto tecnico e scientifico è assicurato dall'uni-versità di siena (prof. Sandro Lova-

ri). La reintroduzione (o più corret-

tamente "introduzione benigna") del

camoscio appenninico nel P.N. dei

Monti Sibillini è stato meritatamente

selezionato tra i candidati al "Panda

d'Oro" 2010, l'ambito diploma con

cui il WWF premia i soggetti pubblici

o privati che si sono particolarmente

distinti nella conservazione di habi-

tat e specie minacciate. In occasione

dell'Anno internazionale per la Biodi-

versità il Panda d'Oro si presenta in

un'edizione speciale: oltre ad aver

ricevuto la prestigiosa Medaglia del

Presidente della Repubblica, infatti,

il premio sarà assegnato per la prima

volta anche con il concorso del voto

popolare e, così, fino al 18 ottobre,

sarà possibile scegliere uno dei set-

te progetti che si contenderanno il

premio attraverso le pagine web del

sito del WWF Italia (www.wwf.it).Un

progetto strategico per la biodiver-

sità, dunque, ma sul quale il taglio

del 50% dei finanziamenti ai parchi

nazionali operato dal governo getta

ombre per il futuro.

In proposito, lo zoologo Franco

Mari, da oltre vent'anni in prima linea

nella conservazione del camoscio

appenninico, ha dichiarato: "Veden-

do la giovane femmina di camoscio

allontanarsi libera sulle rocce pen-

savo con amarezza che, mentre l'in-

tera Europa, con l'approvazione di

questo progetto Life Natura, ripone

piena fiducia nell'impegno dei Parchi

centro-appenninici per la conser-

vazione di questa specie, il nostro

governo non trova di meglio da fare

che tagliare i fondi necessari al loro

funzionamento". •

N. 1- - pag. 19

GaLan vIsTa L'umBrIadel Dott. Marco Fratoni – Coordinamento Funzionari UGL-CFS

Il Ministro Galan insieme alla presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini

Dopo non essere riuscito a partecipare il 22 novembre alla cerimonia di inaugurazione del sistema di adduzione che collega l'invaso di Montedoglio con il lago Trasimeno, a causa del maltempo, il Ministro delle politiche agricole

ha incontrato il Presidente della Regione Umbria il 26

nel pomeriggio di venerdì 26 novembre si è svolta a Perugia una visita isti-tuzionale del Ministro per le Politiche Agrico-

le, Alimentari e Forestali, on. Giancar-lo Galan. A Palazzo Donini, sede della Giunta regionale, il Ministro, atteso da una platea bipartisan, è stato ricevuto dalla Presidente della Regione Umbria, dott.ssa Catiusca Marini. Per il Corpo Forestale dello Stato era presente il Comandante Provinciale di Perugia Primo Dirigente Piastrelli dott. Giorgio. Il titolare del dicastero di via XX set-tembre è arrivato in Umbria dopo che martedì 23 novembre u.s., causa mal-tempo, non era riuscito ad assicurare la

sua presenza alla cerimonia di inaugu-razione del sistema di adduzione che collega l’invaso di Montedoglio con il lago Trasimeno. L’incontro ha inteso confermare l’impe-gno del Governo per il completamento dell’opera e rimarcare l’importanza del-la collaborazione tra Regione Umbria, Regione Toscana, Ente irriguo umbro toscano e Mi.p.a.a.f. .“Sono affascinato dalle storie delle grandi bonifiche italiane e dalle opere idrauliche. Questa opera è uno straordinario esempio di ingegneria idraulica e so-prattutto una concreta dimostrazione di buone pratiche della pubblica ammi-nistrazione e della collaborazione tra i livelli centrali dello Stato e quelli locali,

il cui obiettivo primario è quello di lavo-rare insieme nell’interesse generale”, ha spiegato l’on. Galan. Nel corso dell’intervento, il Ministro ha trattato temi politici nazionali di sicuro interesse strategico regionale: dalla crisi di Governo al mancato riconoscimento comunitario di qualità per il cioccolato nostrale, senza trascurare il tema della produzione di tabacco. La Presidente Marini ha dichiarato “di aver molto apprezzato le parole del Mi-nistro Galan sulla eccellenza del buon governo dell’Umbria”. Un ringraziamento ufficiale è stato ri-volto al Corpo Forestale dello Stato per la fattiva e proficua collaborazione in-staurata con la Regione Umbria, anche, e soprattutto, in tema di lotta attiva agli incendi boschivi. Una attestazione di riconoscenza che trova la sua ragion d’essere nell’inte-razione cooperativa che caratterizza ormai da decenni i rapporti tra le due istituzioni. Un concorso virtuoso e com-plesso, capace di tesaurizzare territo-rialmente risorse materiali e capitale so-ciale: un patto forte tra ente regionale e amministrazione statale. L’ex Gover-natore del Veneto ha chiuso il confron-to ricordando al qualificato uditorio il ruolo delicato agito dalle donne e dagli uomini del C.F.S. nell’attività di tutela e salvaguardia dell’ambiente, sottoline-andone la singolare specificità. •

cronaca

N. 1 - - pag. 20

cronacaGIanCarLo GaLan nELLE ZonE aLLuvIonaTE nEL saLErnITano E In vIsITa aLLa Zona arChEoLoGICa dI PaEsTumA cura Ufficio Stampa Mipaaf

Il ministro dell’agricoltura: «A disposizione i Consorzi di bonifica come in Veneto. Avete dimostrato un’eccezionale dignità»

«metterò a

d i s p o s i -

zione ciò

che l’agri-

coltura ha:

i Consorzi di bonifica. Voglio che inve-

stano di più nella manutenzione del

sistema idrico. Spesso sono lavori che

non si vedono, che non vengono pub-

blicizzati, ma sono indispensabili», ha

affermato il ministro Galan in visita alle

aziende agricole più danneggiate dai

recenti fenomeni alluvionali che han-

no colpito la provincia di Salerno. Gli

agricoltori presenti hanno raccontato i

momenti più drammatici di quei giorni,

evidenziando i danni e le perdite subi-

te sia a carico delle coltivazioni che del

bestiame.

Il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Giancarlo Ga-lan è giunto in località Gromola nel Comune di Capaccio-Paestum, dove si è recato subito a visitare una delle aziende agricole più danneggiate dai recenti fenomeni alluvionali che han-no colpito la provincia di salerno. Gli

agricoltori presenti hanno raccontato i

momenti più drammatici di quei giorni,

evidenziando i danni e le perdite subi-

te sia a carico delle coltivazioni che del

bestiame.

«Anche in Veneto la situazione era si-

mile, la stessa sofferenza, lo stesso

dramma, ha detto il Ministro. Occorre

che immediatamente ci sia una verifica

dei danni per partire con gli interven-

ti», ha affermato il Ministro. Il Ministro

ha inoltre visitato la zona archeologica

di Paestum. Accompagnato dal sindaco

di Capaccio-Paestum Pasquale Marino,

il Ministro ha dichiarato: «Non potevo

non venire a visitare la meraviglia dei

templi di Paestum trovandomi a pochi

chilometri di distanza. Ho inteso farlo

anche perché ritengo che siano due

le straordinarie eccellenze che ap-

partengono all’Italia: la prima è senza

dubbio rappresentata dal suo patri-

monio archeologico, storico-artistico e

N. 1- - pag. 21

monumentale; la seconda dai suoi su-

perbi paesaggi agrari da cui ci vengono

prodotti che il mondo ci invidia. sono molto felice di constatare che qui a Paestum non ci sono calcinacci, ma c’è il fascino di una cultura, quella della Grecia classica, da cui ha avuto origine tutta la civiltà occidentale. Ecco per-ché finanziare agricoltura e cultura è più che un dovere per chiunque gover-

ni il nostro Paese». «Sono venuto solo ora, ha affermato il

Ministro, a constatare i danni provocati

a Salerno perché ho inteso dar tempo

a chi aveva il compito di farlo di poter-

mi illustrare i dati relativi ad interventi

che mi sembrano più che indispensabili

e urgenti. Pertanto, al momento non ri-

tengo di dover dare cifre da sottopor-

re successivamente all’attenzione del

Governo, cifre che non appena saran-

no accertate sarà mia cura richiedere,

dato che riterrei molto ingiusto che

avvenissero differenze nei sostegni fi-

nanziari alle diverse regioni sottoposte

ad un maltempo purtroppo ancora in

atto, come sto constatando oggi nel

corso della mia visita nel salernitano”. Il

ministro delle Politiche agricole alimen-

tari e forestali Giancarlo Galan è stato

ricevuto nella sede della Prefettura di

Salerno, dove si è incontrato con il sin-

daco del capoluogo Vincenzo De Luca,

il prefetto Sabatino Marchione, il nuo-

vo responsabile della Protezione civile

nazionale Franco Gabrielli, da assessori

regionali e provinciali, nonché da 73

sindaci della Piana del Sele e dell’agro

nocerino sarnese. In risposta all’affer-

mazione del Ministro, che ha detto di

essersi sentito a casa propria nel visita-

re le zone alluvionate della Campania,

a casa propria nel senso che vi ha ri-

trovato le drammatiche situazioni da lui

viste in Veneto, sia il sindaco De Luca

che altri intervenuti hanno espresso la

più fraterna solidarietà ai cittadini e alle

imprese del Veneto messe in crisi dal

maltempo. anzi, il sindaco de Luca ha voluto precisare che «ove ce ne fos-se la necessità i cittadini di salerno e della sua provincia faranno sentire in concreto il loro sostegno al veneto al-luvionato». «Quando vengo al Sud, ha

sottolineato il Ministro al termine del-

la sua visita nelle zone alluvionate del

Salernitano, provo sempre delle forti

emozioni. Anche questa volta è stato

così. Però vi devo confessare che in

questa occasione mi avete smentito,

smentito nel senso che già conoscevo

una vostra virtù, che è quella che qui

tutti voi avete dimostrato di possede-

re. Mi riferisco alla grande dignità con

cui mi avete esposto i vostri problemi,

a partire dall’emergenza idrica fino ai

guai subiti da infrastrutture di vario ge-

nere distrutte o rovinate dal maltempo.

La vostra dignità consiste nell’aver po-

sto l’accento sulla necessità di metter

mano da subito alle opere infrastruttu-

rali, grazie alle quali può esserci la rina-

scita dell’agricoltura nel salernitano, ma

anche di tutto ciò che sul piano sociale

si attendono i vostri cittadini. Nel salu-

tarvi ribadisco la mia volontà di tornare

tra poche settimane in Campania, preci-

samente nel Cilento, dove sarà celebra-

to nei modi dovuti l’inserimento nella li-

sta Unesco, della dieta mediterranea, e

tutto questo in memoria del compianto

Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, tra

i primi sostenitori appunto della dieta

mediterranea». •

N. 1 - - pag. 22

cronacaConCLusa L’oPEraZIonE ramPA cura di Massimo Rosa / Dirigente UGL-CFS

è l’Europa ad essere tra i pri-

missimi importatori di rettili

al mondo.

Il mercato illegale per po-

tersi mantenere ha bisogno

di canali legali ove mimetizzare i frutti

dell’attività illecita.

Eppure, fin dal 1990, con lo scopo di

fornire una alternativa a chi commer-

ciava con prelievi in natura (anche le-

gali), si sono iniziati a promuovere, nei

paesi di origine, allevamenti di animali

esotici. Non solo non è servito a nien-

te, ma l’azione fraudolenta (spacciare

come nati in cattività i furti di natura)

ha goduto di queste scelte.

In un Report commissionato nel 2007

dalla Commissione Europea all’Ufficio

Traffic (Network internazionale di WWF

e IUCN dedicato proprio al traffico del-

le specie esotiche) si evidenzia come

questi allevamenti servono di fatto a

riciclare animali di cattura.

a differenza del traffico di droga che utilizza per la sua merce illegale pun-ti vendita altrettanto illegali, quello degli animali esotici si basa prevalen-temente sulla falsificazione dei certi-ficati di vendita. vendita che avviene spesso nei comuni negozi sotto casa. Loro, i negozianti, potrebbero anche

essere in buona fede, ma come dimo-

stra lo stesso report dell’Ufficio Traffic,

Come funziona il traffico illegale di specie protette e la sua penetrazione nel mondo occidentale. Il Report 2007 di Traffic Network

il certificato potrebbe essere falso. Ad

esempio attestare la nascita in cattività

quando invece la giovane testuggine

è nata in natura. E’ questo il meccani-

smo più comune dei trafficanti. In una

recente operazione del Corpo Foresta-

le dello Stato nel corso di una mostra

di tartarughe a Cesena, sono stati nei

pressi fermati due trafficanti con circa

200 giovani animali. Sarebbero, poi,

stati “coperti” o con un certificato in-

testato ad altro animale, magari mor-

to, o semplicemente, se in possesso

di riproduttori, con una comunicazio-

ne (anche a mezzo fax) dell’avvenuta

nascita in cattività. nel recente inter-vento ai danni dei trafficanti di uccelli rapaci è saltato fuori che gli uccelli depredati dai nidi siciliani venivano riciclati in centri di riproduzione cen-tro europea o del nord Italia, come nati in cattività. Il tutto grazie a cer-

tificati Cites mendaci in alcuni casi ac-

quistati in Spagna o in Belgio. La stessa

cosa avviene in Indonesia. Le tartaru-

ghe vengono rubate in natura, ricicla-

te come nate in cattività, ed esportate

in Europa per i terraristi. L’indagine ha

riscontrato una forte discrepanza tra i

soggetti riproduttori dichiarati e quelli

effettivamente rinvenuti. Per colmare

la differenza le tartarughe avrebbero

dovuto dotarsi di una velocità inusua-

N. 1- - pag. 23

le. Ovvero riprodursi come conigli. Se

consideriamo che dal 1990 è stata va-

rata questa politica sbagliata, è facile

ipotizzare i danni alla fauna selvatica.

Addirittura su 19 allevamenti di rettili

visitati, solo 3 presentavano livelli de-

finibili come professionali. Nel senso,

cioè, che la riproduzione era tecnica-

mente possibile. Nulla è dato sapere

sul benessere, anche perché rispetto

alle favolette raccontate da chi li utiliz-

za per fini speculativi, la riproduzione

di un animale in cattività non certifica

affatto il suo benessere.

L’operazione ramP e il coordinamen-to dell’InTErPoLRAMP è un'operazione coordinata

dall'Interpol in tutto il mondo tra set-

tembre e ottobre 2010 per combat-

tere il traffico di rettili e anfibi, con la

partecipazione di 51 paesi dei cinque

continenti. Questa si è chiusa con ar-

resti e sequestri in tutto il mondo di

migliaia di animali e prodotti per un va-

lore di più di 25 milioni di euro.

Solo nel nostro Paese i 1.500 controlli

effettuati hanno portato al sequestro

di circa 400 animali - rari - vivi oltre a

più di 200 pelli di rettile e prodotti vari

facenti capo al settore della pelletteria.

Un’ecatombe, insomma.

Con l'aiuto delle autorità nazionali

responsabili per la protezione della

fauna selvatica, polizia, servizi doga-

nali e le unità specializzate dei paesi

partecipanti, l'operazione RAMP si è

concentrata principalmente sulle atti-

vità illecite connesse al traffico e alla

detenzione di rettili in via di estinzione

come tartarughe e serpenti, tra cui il

boa constrictor.

“L’obiettivo dell’operazione Ramp era

di individuare e catturare i sospetti

criminali dice in una nota Bernd Ros-

sbach, il direttore Crimine specializza-

to dell’Interpol –, ma nel futuro, per

combattere la criminalità ambientale

organizzata, dobbiamo migliorare la

cooperazione e la collaborazioni tra le

autorità a livello internazionale. Le in-

dagini continueranno. Questo blitz ha

dimostrato cosa può fare la comunità

internazionale per contrastare i crimi-

nali ambientali”. "Il successo di questa operazione non sarebbe stata possi-bile senza la stretta collaborazione e dedizione di tutti i corpi di polizia e all'applicazione della legge sulla fau-na selvatica, così come le unità spe-cializzate nei paesi partecipanti”, ha

aggiunto Mr. Rossbach.

John Scanlon, segretario generale del-

la Cites, ha sottolineato la rilevanza

dell’operazione di polizia, ma soprat-

tutto del fenomeno a livello globale. “Il

fatto che l’Interpol coordini operazio-

ni internazionali di questo tipo indica

quale sia il livello della criminalità legata

al traffico illegale di animali selvatici” ha

spiegato Scanlon in visita al quartier ge-

nerale dell’Interpol. L’operazione Ramp

è la seconda operazione internaziona-

le guidata dall’Interpol contro i crimini

sugli animali. Già lo scorso febbraio era

stata portata a termine l’operazione

Tram, che ha sgominato un commercio

illegale di medicine tradizionali conte-

nenti i prodotti derivati da parti di ani-

mali selvatici e ha portato al sequestro

di prodotti per un valore di oltre 10

milioni di euro.

Fonti: www.interpol.int

N. 1 - - pag. 24

LomBardIa: maxI oPEraZIonE dEL CorPo ForEsTaLE dELLo sTaTo. La rIso sCoTTI soTTo IndaGInEA cura della Segreteria Regionale UGL-CFS Lombardia

I capi d’imputazione per i sette arrestati parlano da soli: traffico illecito di rifiuti, falsità ideologi-ca, frode in pubbliche forniture e truffa allo stato. L’indagine del

Corpo forestale dello Stato di Pavia e della Scientifica di Roma sull’impianto di coincenerimento "Riso Scotti Energia spa", che ieri è stato chiuso e posto sot-to sequestro, è iniziata nella primavera del 2009 e si è conclusa ieri, ma non ri-guarda nessun componente della nota famiglia di produttori di riso e l’adia-cente risificio. Tuttavia ha condotto a una certezza: chi gestiva la struttura e molti di coloro che ci lavoravano o ave-vano interessi professionali gravitanti intorno all’impianto (oltre alle 7 per-sone finite ai domiciliari ci sono 12 in-dagati) erano ben consci di utilizzare, per la produzione di energia elettrica e termica, tipi di rifiuti che superavano i limiti massimi di metalli pesanti previ-sti dalle autorizzazioni e quindi illeci-ti. Un affare troppo lucroso per farselo scappare: l’ingresso delle circa 40mila tonnellate di rifiuti gestite illecitamente dall’impianto - reso possibile e apparen-temente regolare attraverso la falsifica-zione dei certificati d’analisi, con l’inter-vento di laboratori compiacenti e con la miscelazione con rifiuti prodotti nell’im-pianto - tra il 2007 e il 2009 ha generato infatti un giro d’affari di circa 30 milioni di

euro. Inoltre i rifiuti venivano utilizzati in un impianto destina-to alla produzione di energia da fonti rinnovabili che ha goduto di pubbliche sovvenzioni.L’impianto è nato tra il 2001 e il 2002 per l’incenerimento del legno e della lolla di riso (un sottopro-dotto derivato dalla raffinazione del ce-reale, ndr) per uso industriale per poi evolversi in una struttura dagli intenti lodevoli (e quindi meritevole di riceve-re gli incentivi pubblici) che produceva energia da fonti rinnovabili. Purtroppo, secondo l’indagine della Forestale, anche la lolla di riso, pro-veniente dalla riseria, veniva convo-gliata nell’impianto sequestrato attra-verso una condotta aerea, che veniva frequentemente miscelata all’interno dell’impianto con polveri provenien-ti dall’abbattimento dei fumi, fanghi, terre dello spazzamento strade ed al-tri rifiuti conferiti da ditte esterne. A seguito della miscelazione la lolla per-deva le caratteristiche di sottoprodotto e diventava un rifiuto speciale, anche pericoloso, che non poteva più essere destinato alla produzione di energia pu-

lita, ma avrebbe dovuto essere smaltito presso impianti esterni autorizzati."Ogni volta che l’impianto riceveva un carico di rifiuti non regolari i gestori avrebbero dovuto respingerlo. E ci risul-ta che dall’inizio delle nostre indagini, nel 2009, nessun carico sia stato riman-dato indietro" spiegano il comandante regionale del Corpo forestale della Lom-bardia Ing. Ugo Mereu e Paolo Moizi, comandante provinciale di Pavia.

A quel punto ingenti quantitativi di lolla di riso "pericolosa" (540 tonnellate dal 2009) venivano venduti illecitamente ad altri impianti di termovalorizzazione, a industrie di fabbricazione di pannelli in legno e ad aziende agricole e a grandi allevamenti zootecnici (pollame e suini) dislocati in Lombardia, Piemonte e Ve-neto e che la utilizzavano per la forma-

zione delle lettiere per gli animali. •

Chiuso un impianto che avrebbe dovuto fornire elettricità e calore bruciando gli scarti del riso. Nello stabilimento finivano anche polveri,

terre contaminate, fanghi inquinati: sette gli arresti.

cronaca

N. 1- - pag. 25

N. 1 - - pag. 26

LEgambiEnTELa CITTà a mIsura dI BamBIno? EsIsTE!A cura dell’ Ufficio Stampa Legambiente

Percorsi casa-scuola protet-

ti per i bambini, abbona-

menti e semafori agevolati

per incentivare i trasporti

pubblici, blocco del traffi-

co a motore, sospeso durante l’entrata

e l’uscita scolastica, gruppi fissi di geni-

tori e nonni che, a piedi o in bicicletta,

accompagnano i bambini a scuola e an-

cora piste ciclabili e bike sharing per fa-

vorire la sostenibilità ambientale. Sono

queste le politiche per la città “ideale”

in grado di promuovere una mobilità

sostenibile a misura di bambino. Un

luogo che nella realtà ancora non esi-

ste, ma che alcune città hanno già ini-

ziato a sperimentare. E’ questo quanto

emerge da una ricerca di Legambiente,

presentata al Centro nazionale “Il Gira-

sole” di Legambiente, Rispescia – Loc.

Enaoli (GR) che racconta come a fronte

di una mobilità allarmante delle nostre

città, ci sono alcuni casi isolati di ammi-

nistrazioni che hanno intrapreso politi-

che urbane di mobilità sostenibile. Alla

giornata hanno partecipato il sindaco

di Grosseto Emilio Bonifazi, il presiden-

te di Legambiente Scuola e formazione

Vanessa Pallucchi, Luciano Ventura del-

Mobilità sostenibile, percorsi casa-scuola protetti, blocco del traffico nelle vicinanze delle scuole: non sono concetti impossibili,

esistono centri urbani come Livorno o Bolzano, che hanno iniziato a sperimentare politiche che danno concretezza a queste idee

la direzione nazionale di Legambiente,

Silvia Viviani presidente Inu Toscana,

Cecilia Gentile giornalista di Repubbli-

ca e Angelo Gentili della segreteria na-

zionale di Legambiente. Presenti anche

i rappresentanti dei Comuni di Siena,

Torino, Grosseto, Pordenone, Verona,

Reggio Emilia e Livorno.

“Ecosistema Bambino quest’anno ha

deciso di dedicare un focus alla mo-

bilità, nella convinzione che la cresci-

ta dei giovani cittadini – ha dichiarato

Luciano Ventura, coordinatore ufficio

scuola e formazione Legambiente - non

possa prescindere dalla possibilità di

vivere appieno la città con i suoi luo-

ghi di incontro e confronto. Una mo-

bilità facilitata e sicura, infatti, aiuta il

percorso dell’autonomia personale e

dello sviluppo individuale dei ragazzi

rendendoli più legati al territorio e alla

comunità. Proprio per questo le buo-

ne pratiche raccontate nel rapporto

vogliono rappresentare un punto di

partenza per discutere e rilanciare le

politiche urbane nel loro complesso

con un’attenzione particolare ai più

piccoli”.

Sono 25 le città in cui sono stati atti-

vati i Pedibus, le “colonne mobili” di

bambini che, accompagnati da gruppi

di adulti, vanno tutti insieme a scuola

con orari e fermate fisse. In 19 città, in-

vece, sono operativi i Bicibus, “autobus

a due ruote” formato da un gruppo di

N. 1- - pag. 27

scolari in bicicletta che vanno e torna-

no da scuola accompagnati da genitori

volontari, lungo percorsi prestabiliti e

messi in sicurezza. 18 città si sono poi

rese protagoniste di progetti di educa-

zione stradale, mentre sono 14 i centri

urbani riconosciuti da Legambiente per

le buone pratiche intraprese. Tra que-

ste c’è Bolzano, dove una coraggiosa

ordinanza del Sin-

daco ha istituito che

nelle strade vicine

alle scuole 15 minuti

prima e dopo l’inizio

delle lezioni il traffico

dei veicoli a motore

viene sospeso. O Li-vorno, con il progetto

legato sulla sicurezza per andare oltre

le tante paure che possono limitare

l'autonomia dei giovanissimi. A Porde-none sono stati fatti diversi progetti per

favorire la mobilità pedonale dei bam-

bini individuando percorsi sicuri. Come

quelli fatti a siena, con 17 itinerari da

fare a piedi o in bicicletta per scoprire

insieme, adulti e ragazzi, l'ambiente e

il patrimonio culturale del proprio ter-

ritorio. Uso della bicicletta riproposto

anche a Torino con un progetto di coin-

volgimento degli adolescenti che offre

loro un rinnovato punto di vista sull'uti-

lizzo della bicicletta stessa. A Bologna,

invece, è stato strutturato un piano ge-

nerale sulla mobilità che incentiva una

serie di alternative per spostarsi in città

evitando l’uso dell’automobile privata

come ad esempio la priorità semafori-

ca in 50 incroci riservata agli autobus.

Poi c’è Lecco in cui sono attive 17 linee

operative dedicate al Pedibus, grazie

al quale sono state risparmiate 20 ton-

nellate di anidride carbonica. Pedibus,

Bike Sharing, piste ciclabili, rastrelliere

per collegare la città senza inquinarla e

abbonamenti agevolati per incentivare

l’utilizzo dei mezzi pubblici sono inve-

ce le misure intraprese da vercelli. Infi-

ne verona con il progetto “Miglia verdi”

che ha permesso una notevole raccolta

di dati e la loro conseguente lettura.

Queste sono solo alcune delle buone

pratiche messe in atto in Italia per una

mobilità a favore di

bambino, ma sono an-

cora tanti gli interventi

raccontati all’interno

del rapporto Ecosiste-

ma Bambino per dare

visibilità a idee e pro-

getti d’esempio per le

altre amministrazioni.

Obiettivo del rapporto è infatti quello

di creare una vera banca delle compe-

tenze che siano la base per cambia-

menti culturali e riqualificazioni urbane

per non ripartire sempre da zero e non

mettere in campo progetti destinati a

finire con l’esaurirsi delle risorse.

Per maggiori informazioni:

www.legambiente.it.

Pedibus, Bike Sharing, piste ciclabili, rastrelliere per collegare la città senza inquinarla

e abbonamenti agevolati per incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici sono invece

le misure intraprese da Vercelli.

N. 1 - - pag. 28

L'approfonDimEnToInCEndI, PErChé è FondamEnTaLE PrEvEnIrE aTTravErso La Cura dEL BosCo

di Emanuele Biggi (fonte: Natura)A cura della Segreteria azionale UGL-CFS

L’estate, oltre ad essere

tempo di vacanze, è an-

che tempo di incendi. Non

manca anno in cui veniamo

investiti da tristi notizie di

foreste in fiamme e case evacuate e

distrutte. Centinaia di ettari di bosco e

macchia mediterranea distrutti dal fuo-

co. «Purtroppo si sta assistendo anche

ad un’espansione dei periodi di perico-

lo, dovuta al progressivo innalzamento

delle temperature globali – ha spiega-

to Alfredo Milazzo, Responsabile della

III Divisione del Corpo Forestale dello

Stato, impegnata nella lotta attiva agli

incendi boschivi –. Quest’anno in Sar-

degna sono andati in fumo, solo nelle

ultime due settimane di luglio, un totale

di 40mila ettari di terreno. Una quantità

spaventosa, se si pensa che d’estate in

Italia brucia una media di 55mila ettari».

Tuttavia, anche l’inverno non è da sot-

tovalutare, soprattutto nelle aree mon-

tane, dove il freddo genera una siccità

paragonabile a quella che si può avere

d’estate nell’area mediterranea. Il dato

sconcertante è che solo il 2% degli in-cendi avviene per cause naturali, come i fulmini. Il restante 98% è legato per lo più a cause dolose e colpose di va-ria natura, dal piromane patologico – incredibilmente il più comune – alla

Il dato sconcertante è che solo il 2% avviene per cause naturali, come i fulmini. Il restante 98% è legato per lo più a cause dolose e colpose di varia natura

“cicca” lanciata da un poco educato finestrino, passando per la sconside-rata accensione di fuochi per bruciare sterpaglie.

FIammE FavorITE daI ParassITI

Esiste una relazione interessante tra in-

cendi e presenza di nuovi e quasi in-

controllabili parassiti degli alberi, come

la cocciniglia corticola del pino maritti-

mo (Matsucoccus feytaudi ) e il bostri-

co dell’abete rosso (Ips typographus).

La prima è una lontana parente delle

cicale e si nutre della linfa del pino insi-

nuandosi sotto la corteccia e portando

l’albero alla morte in meno di due anni.

Il bostrico, invece, è un piccolo coleot-

tero che tende a preferire l’abete rosso

ed è in grado, in una sola stagione, di

produrre due generazioni.

La sua presenza è catastrofica per le

piante, che seccano in poche settima-

ne. Questi attacchi possono causare

fino al 100% dei decessi. Tutto quello

che resta è una selva di alberi secchi

e spesso ricoperti di resina altamente

infiammabile. In situazioni normali, un

N. 1- - pag. 29

fulmine abbattutosi su una pianta sana

manderebbe in vaporizzazione istanta-

nea la linfa, provocando un’esplosione,

ma non necessariamente un incendio.

Nel caso di una conifera morta, inve-

ce, il tronco secco fornisce un innesco

perfetto per le fiamme, aiutate poi dal-

la resina e dai rami degli alberi vicini,

anch’essi morti.

IL BosCo IdEaLEsolitamente ci si concentra sulla causa dell’innesco, tralasciando, però, di in-dagare su come sia stato possibile che l’incendio abbia raggiunto un fronte di chilometri e chilometri. La ragione

spesso sta proprio nelle specie che co-

stituiscono il manto forestale e nel loro

stato di salute. Nel caso di boschi di

conifere attaccati dai parassiti, le moto-

seghe arrivano in aiuto, permettendo di

tagliare tempestivamente e asportare le

piante malate prima che possano infet-

tare quelle vicine. Occorrerebbe, poi,

favorire il reinserimento di una vegeta-

zione più naturale e immune alle malat-

tie tipiche delle conifere, che un tem-

po furono largamente impiegate nei

rimboschimenti per la loro velocità di

crescita. Quando un bosco è ben equi-

librato, con alta biodiversità, la presen-

za di qualche pianta morta qua e là non

è un pericolo; al contrario, costituisce

un’utile fonte di cibo per gli insetti xi-

lofagi, che si cibano appunto di legno.

Le tecniche di gestione del bosco,

quindi, non solo prevengono la propa-

gazione degli incendi, ma danno anche

la possibilità alle specie autoctone di

reinsediarsi laddove erano state sop-

piantate.

Anche nei luoghi dove il pino è di casa,

uno sfoltimento dei fusti permetterà a

quelli rimasti di crescere in larghezza

oltre che in altezza, per non parlare del

sottobosco, che riuscirà così a trovare

qualche scorcio di luce in più tra i rami.

Un altro intervento molto utile a limita-

re la possibilità di propagazione di un

incendio è la “spalcatura” che consiste

nel segare via i rami più bassi e trop-

po vicini al terreno, evitando così che

le fiamme si propaghino subito da terra

alle chiome degli alberi e diventino di

difficile gestione.

Tutti questi accorgimenti, così come

anche la pulitura delle scarpate stradali

hanno però un costo che non sempre

è ben supportato dalle amministrazio-

ni, a volte miopi di fronte ai potenziali

pericoli.

Una condotta poco lungimirante, visti

gli altissimi costi che comporta poi lo

spegnimento di un incendio. Basti pen-

sare che un’ora di impiego di un Cana-

dair costa in media 7000 Euro e quella

di un elicottero antincendio 2000 Euro

e che ogni anno i danni causati dagli in-

cendi ammontano ad un valore di circa

10 Euro per ogni cittadino.

L’Italia è per un terzo ricoperta da bo-

schi, che, però, non sono più gestiti

dall’uomo come un tempo.

A ciò si aggiunga che il progressivo

abbandono dei pascoli sta facilitando

l’avanzata delle aree boschive, sempre

più a ridosso di centri abitati. Una buo-

na prevenzione, sia sul fronte della si-

curezza civile, sia su quello naturale, è

dunque qualcosa di assolutamente ne-

cessario che deve lavorare a braccetto

con una ricca opera di sensibilizzazio-

ne già a partire dalle scuole. •

N. 1 - - pag. 30

sinDacaLEcacciaI ConsIGLI dELLa ForEsTaLE PEr un’aTTIvITà In sICurEZZa. InTEnsIFICaTI I ConTroLLI

All'inizio della stagione, ecco l'invito a prestare la massima attenzione per non incorrere in sanzioni e contribuire alla gestione

del patrimonio faunistico nel rispetto delle normative vigenti. I dati sull'attività antibracconaggio e i consigli per una stagione sicura.

La fauna selvatica è un patri-

monio tutelato nell'interesse

della comunità nazionale ed

internazionale. Il Corpo fo-

restale dello Stato, attraver-

so l'attività delle strutture operative

centrali e periferiche, difende la vita

delle specie selvatiche, autoctone ed

esotiche, garantendo anche la con-

servazione dei loro habitat naturali.

In particolare, con l'ausilio del Nucleo

Operativo Antibracconaggio (NOA),

struttura specializzata della Foresta-

le negli interventi contro il bracco-

naggio, controlla il corretto esercizio

dell'attività venatoria.

All'inizio dell'apertura generale della

caccia il Corpo forestale dello Stato in-

vita tutti coloro che praticano l'attività

venatoria a una caccia responsabile

nel rispetto delle normative vigenti. Il cacciatore deve collaborare sempre più con gli enti locali per contribui-re alla gestione del patrimonio fau-nistico e naturale del nostro Paese. In questo contesto si inserisce l'impor-

tante opera di vigilanza sul territorio

svolta dalla Forestale che in questo

periodo verrà intensificata per preve-

nire gli incidenti e reprimere gli episo-

di di bracconaggio.

Una costante e capillare attività, quella

svolta dal Corpo forestale dello Stato,

che ha portato, nel corso del 2009,

ad accertare 1.516 reati rispetto ai

1.672 dell'anno precedente, la mag-

gior parte dei quali hanno riguardato

la tutela della fauna selvatica autocto-

na (938). Più di 300 sono stati i reati

per violazioni alle norme riguardanti il

maltrattamento di animali e circa 140 i

reati inerenti la legge sul controllo del

commercio delle specie selvatiche in

via di estinzione (CITES). In calo anche

le persone denunciate pari a 926 con-

tro le 1.205 del 2008, così come i se-

questri di animali e degli illeciti mezzi

di caccia pari a 1.037 contro i 1.308

dell'anno precedente. Gli arresti sono

stati 5, rispettivamente 2 in Calabria, 2

in Puglia e 1 in Piemonte. Le perquisi-

zioni effettuate sono state più di 140.

Accertati, inoltre, quasi 5mila illeci-

ti amministrativi ed eseguiti 134 mila

controlli. L'importo totale delle san-

zioni notificate ai trasgressori nel

2009, pari a circa 3 milioni di euro, è

quasi raddoppiato rispetto all'anno

precedente.

IL dodECaLoGo:In occasione dell'inizio della stagione

venatoria il Corpo forestale dello Sta-

to raccomanda la massima prudenza,

soprattutto durante le prime giorna-

te, vista la notevole partecipazione e

la concomitante attività di raccolta di

funghi o di prodotti autunnali del sot-

tobosco. In particolare, per la propria

e l'altrui sicurezza, e per non incorrere

in sanzioni amministrative che, in alcu-

ni casi, potrebbero avere anche risvol-

ti di carattere penale, si ricorda di:

1) non cacciare, per un periodo non

inferiore a 10 anni, sulle superfici bo-

schive percorse da incendi (le infor-

mazioni relative a tali aree sono repe-

ribili presso i catasti comunali);

2) controllare meticolosamente lo stato delle armi, del munizionamen-

to e dell'equipaggiamento personale

e rispettare sempre le disposizioni

A cura del portale www.corpoforestale.it

N. 1- - pag. 31

sull'uso e/o sul trasporto dei mezzi di

caccia;

3) verificare la regolarità dei docu-menti necessari per l'esercizio vena-

torio (porto d'armi, licenza di caccia,

assicurazione, tesserino venatorio re-

gionale, etc);

4) provvedere al pagamento delle tasse governative e regionali nonché

a tutti gli adempimenti richiesti dagli

ambiti territoriali di caccia (ATC) e dai

comprensori alpini (CA), previsti dalle

rispettive normative regionali;

5) accertarsi correttamente di qua-li siano i confini di eventuali Parchi, o altre aree protette, all'interno dei

quali è assolutamente vietata la cac-

cia, e se siano presenti ulteriori zone

di protezione "a cuscinetto" sul peri-

metro;

6) documentarsi correttamente su quali siano i limiti dei propri ambiti territoriali di caccia e prestare la mas-

sima attenzione alle aree denomina-

te Zone a Protezione Speciale (ZPS),

all'interno delle quali l'attività venato-

ria è disciplinata in modo particolare,

così come specificato nei vari calenda-

ri venatori provinciali, e alle zone umi-

de, dove si ha l'obbligo di utilizzare

munizioni con pallini di acciaio;

7) conoscere bene le disposizioni del calendario venatorio provincia-

le ed eventualmente dei regolamenti

relativi alla raccolta di funghi o di altri

prodotti delle zone boschive;

8) essere sempre certi delle specie selvatiche per le quali è consentito il prelievo venatorio; la selvaggina che

non si riconosca, o che non si veda

distintamente, non deve essere ab-

battuta;

9) rispettare rigorosamente le di-stanze di sicurezza previste dalla

legge per edifici, qualunque via di co-

municazione, mezzi agricoli al lavoro

nonché appostamenti di caccia fissi o

temporanei; anche in caso di un mi-

nimo dubbio evitare ogni esplosione

potenzialmente pericolosa;

10) rispettare sempre l'ambiente cir-costante ed evitare di abbandonare

rifiuti di ogni genere, ma soprattutto

i bossoli delle cartucce, ormai tutti di

materiale plastico;

11) ricordarsi di detenere, trasporta-re e gestire i cani, da sempre i migliori

"ausiliari" della stagione di caccia, in

maniera rispettosa delle norme e delle

loro esigenze comportamentali;

12) si raccomanda, infine, il massi-mo rispetto delle colture agricole in atto.

Per informazioni più dettagliate i cac-

ciatori ma anche semplici cittadini pos-

sono rivolgersi ai Comandi Provinciali

e ai Comandi Stazione della Forestale

dislocati su tutto il territorio nazionale

o chiamare il numero gratuito di emer-

genza ambientale 1515 a disposizione

24 ore su 24. •

i DirigEnTi ugL-cfs

OrganO Ufficiale dell’Uglfederazione nazionale

corpo forestale dello Stato

annO iV - n. 1 gennaiO febbraiO 2011PeriOdicO bimeStrale

editOreNethuns srl - Via Anelli, 2 - 20122 MilanoTel. 02 26116582 Fax 02 26116583

direttOre POliticODanilo Scipio

direttOre reSPOnSabileGigi Movilia

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N. 1 - - pag. 34