Sicurezza Ambiente n.04-09

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ORGANO UFFICIALE DELL’UGL - FEDERAZIONE NAZIONALE CORPO FORESTALE DELLO STATO AGRO-ALIMENTARE: Scommettere su tutela e futuro Anno 2 - n. 4 - luglio/agosto 2009 - € 16.25 - Poste italiane Spa Spedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008 ORGANO UFFICIALE DELL’UGL Federazione Nazionale Corpo Forestale dello Stato INIZIATIVE Volontari nel parco a pag. 6 ECONOMIA Pil, l’agricoltura tiene a pag. 10 INCONTRI INTERNAZIONALI Resoconto del G8 agricolo a pag. 12 n.4 luglio/agosto QUESTO PRODOTTO È COMPLETAMENTE BIO-DEGRADABILE E RICICLABILE, NEL PIENO RISPETTO DELL’AMBIENTE

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La rivista è un interessante punto d’osservazione anche delle dinamiche sindacali, quelle che hanno visto l’Ugl tutta, e la federazione, conquistare un importante spazio politico nel panorama nazionale.

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agrO-alimentare:scommettere su tutela e futuro

Anno 2 - n. 4 - luglio/agosto 2009 - € 16.25 - Poste italiane SpaSpedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1

comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008

OrganO ufficiale dell’ugl federazione nazionale corpo forestale dello stato

iniziative

volontari nel parco

a pag. 6

ecOnOmia

pil, l’agricoltura tiene

a pag. 10

incOntri internaziOnali

resoconto del g8 agricolo

a pag. 12

n.4 luglio/agosto

QuestO prOdOttO è cOmpletamente biO-degradabile e riciclabile, nel pienO rispettO dell’ambiente

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N. 4 - - pag. 3

sommario 4 - Editoriali

Il NOS di Arezzo tra grottesco e realtà:

tuteliamo l’immagine del Corpo Forestale

6 - Iniziative

Volontari nel Parco

8 - Specialità

La tutela dell’ambiente a cavallo

10 - Economia

Pil, l’agricoltura tiene

12 - Incontri internazionali

Resoconto del G8 agricolo

16 - Aree protette

Legambiente in prima linea a tutela delle aree

naturali protette

18 - Lombardia

Alla scoperta del Parco dell’Oglio Nord

21 - Grosseto

Lotta agli incendi boschivi. L’azione del CFS

22 - Bacheca legale

Il silenzio amministrativo...

tra norme sostanziali e di rito

28 - Ambiente

Lucca, operativo il COP per la gestione degli incendi

30 - Sindacale

- Precedenza all’occupazione

- 60 mezzi a Corpo Forestale, WWF, e Protezione Civile

In copertina: Il ministro delle Politiche Agricole

Alimentari e Forestali Luca Zaia

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editoriali

N. 4 - - pag. 4

IL noS dI ArEzzo trA GrottESco E rEALtà: tutELIAmo L’ImmAGInE dEL corpo forEStALEdi Danilo Scipio / Segretario Nazionale UGL-CFS

u na corretta comunicazione

istituzionale è alla base dell’im-

magine pubblica che ogni Am-

ministrazione dello Stato è tenuta a cu-

rare e promuovere, sia per il dovere di

informazione verso il cittadino, sia per

il decoro dell’Amministrazione stessa.

Seguendo una strategia da noi più vol-

te auspicata ed un percorso lungo di-

versi anni, il Corpo Forestale dello Stato

pone come obiettivo della propria co-

municazione la credibilità nei confronti

del cittadino. La collettività deve venire

a conoscenza dell’impegno quotidiano

delle Donne e degli Uomini della Fore-

stale e all’Amministrazione, deve esse-

re riconosciuto dall’opinione pubblica

il valore di un’Istituzione seria, capace

di tutelare la sicurezza e i diritti dei cit-

tadini. Questo prezioso quanto delica-

to meccanismo rischia di essere messo

in crisi da sconsiderati interventi sui

media, come l’ormai famoso (o meglio

famigerato) articolo del locale Corriere

di Arezzo del 25 Maggio sulle “Teste di

Cuoio dell’Ambiente...” . Senza trop-

po soffermarsi sulla già nota descrizio-

ne quanto mai fantasiosa delle

attività del Nucleo Operativo

Speciale e di Protezione Civile

di Arezzo (i cui compiti, a se-

guito del cambio di denomina-

zione voluto dalla legge 13/09

sembrano essere stati enunciati

dall’articolo ma non ancora dal-

la stessa Amministrazione), ci

preme innanzitutto ribadire che

proprio il personale del Repar-

to citato ed i colleghi tutti della

Provincia di Arezzo sono i più penaliz-

zati da questa vicenda. Tra “combat-

timenti notturni”, “tiratori scelti”, foto

carnevalesche con passamontagna

(realizzate da chi?) e bizzarri episodi

sottolineati anche dai colleghi delle al-

tre Organizzazioni Sindacali, si corre il

rischio di veder messi in secondo piano

la professionalità e il buon lavoro dei

Forestali della Provincia di Arezzo, fin

qui fuori discussione. Senza un’inver-

sione di tendenza rispetto agli ultimi

mesi, rappresenterebbe un’ingrata sor-

te per i colleghi stessi dell’U.O.T /N.O.S

di Arezzo, legare il proprio nome a

simili ed imbarazzanti contenuti, per-

dendo così il giusto riconoscimento per

il loro reale servizio d’istituto. Servizio

che, come da più parti riconosciuto,

ha effettivamente consentito al Repar-

to di conseguire lodevoli risultati nella

repressione degli illeciti ambientali, an-

che grazie ai mezzi e alle risorse messi a

disposizione dall’Amministrazione negli

ultimi anni. A dir poco controprodu-

cente è stato, quindi, l’assordante si-

lenzio dei Gradi Gerarchici in merito

alla diffusione di tali notizie. Come mai

non si è attivato nessuno, a partire dal

Primo Dirigente locale fino ad arrivare

ai Vertici e all’Ufficio Stampa, per smen-

tire ufficialmente il Corriere di Arezzo?

Soltanto l’intervento dell’UGL Forestale

sulla stessa testata giornalistica ha reso

possibile una smentita e una precisa-

zione a tutela dell’Immagine del Corpo

e del lavoro dei Forestali di Arezzo.

Fornire, incoraggiare o semplicemente

non contrastare notizie fuorvianti di

questo genere, contribuisce a offrire

un’immagine distorta dei compiti della

Forestale, con il risultato di generare

false aspettative nei cittadini, costretti

poi a ingiuste delusioni e disillusioni,

quando anche il più onesto e prezioso

impegno per la collettività viene spor-

cato e nascosto da eccentriche carica-

ture. Ciò che il Paese chiede al Cor-

po Forestale dello Stato è un servizio

quotidiano qualificato e puntuale, per

la salvaguardia del patrimonio natura-

listico e la sicurezza dei cittadini. Non

una parvenza da uomini-Rambo di chis-

sà quale guerra, ma ad esempio la so-

stanza dei controlli nel settore

agroalimentare; non il trucco o

il costume di chissà quali reparti

d’assalto, ma la realtà di un’uni-

forme ogni giorno indossata per

la prevenzione e repressione

degli illeciti ambientali. Solo per

questo le donne e gli uomini

del Corpo Forestale meritano di

essere menzionati, per questo

devono essere incoraggiati e

tutelati. •

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iniziative

di Alessandro Lioi / Presidente A.N.FOR.

voLontArI nEL pArco

dopo la presentazione

pubblicata in prece-

denza su Sicurezza

Ambiente (n. 1 del

2009), continuiamo a

“Conoscere l’A.N.FOR.- Associazione

Nazionale Forestali” con questa breve

cronaca e qualche foto dello “storico”

1° incontro del “Gruppo Cicloturisti”

costituito recentemente dalla Sezione

dell’Ispettorato Generale.

Alle ore 10.00 del 18 Aprile 2009 -

come da programma - i soci del “Grup-

Si è tenuto a Roma il primo incontro del Gruppo Cicloturisti, all’insegna dello slogan “mentre pedalo... osservo”

po”, rinforzati anche da alcuni “simpa-

tizzanti”, si sono ritrovati in Via Carducci

presso la sede dell’Ispettorato genera-

le del Corpo Forestale dello Stato per

presentarsi ufficialmente al Capo del

Corpo e, successivamente, sono partiti

alla volta di Villa Borghese per visitarla in

“bicicletta” ed incontrare il personale

del C.F.S. a cavallo che da tempo con-

corre al servizio di polizia del Parco.

È questa infatti una delle attività isti-

tuzionali dell’Associazione che tende,

sperimentalmente, a propagandare

l’educazione ambientale ed il rispet-

to del patrimonio forestale nonché a

concorrere - nel quadro del Volon-

tariato - alla sorveglianza e alla pre-

venzione di reati contro l’ordine e la

sicurezza pubblica, secondo il princi-

pio giuridico del “quisque de populo”

cioè “di qualunque cittadino”, come

sono appunto i soci ANFOR.

La filosofia del Gruppo “mentre peda-

lo... osservo” è stata sicuramente rece-

pita dai molti e variegati frequentatori

del grandioso giardino romano, con

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curiosità e simpatia miste a meraviglia.

Successivamente il “Gruppo Ciclotu-

risti” è passato in Piazza del Popolo,

gremita di folla più del consueto per

una manifestazione ambientalista del

W.W.F.; l’occasione non poteva essere

più propizia per suscitare l’attenzione

ed il compiacimento di manifestanti,

cittadini e turisti stranieri.

Alle ore 13.00, concluso il piacevo-

le periplo del parco in prossimità di

Porta Pinciana, il gruppo si è sciolto

con il proponimento di effettuare al-

tre “uscite” con il Programma “mentre

pedalo... osservo” per ripetere questa

prima positiva esperienza di Villa Bor-

ghese possibilmente in accordo con

le competenti istituzioni Municipali o

del CFS.

La seconda meta sarà il Parco dell’Ap-

pia Antica e quello attiguo della Caffa-

rella; l’invito è rivolto a tutti gli interes-

sati purché si associno all’ANFOR (Sez.

Ispettorato Generale CFS) anche come

“simpatizzanti” se estranei al CFS. Per

informazioni è possibile contattarci al

numero 06.85230279. •

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specialità

LA tutELA AmBIEntALE A cAvALLodi Massimo Rosa / Dirigente UGL-CFS

Il cavallo fa da sempre parte

dell’Amministrazione foresta-

le, fin dal suo anno di fonda-

zione, nel 1822. Le pattuglie

forestali a cavallo assicuravano

il controllo del territorio con parti-

colare riferimento alle aree rurali e

montane del Paese, con il compito

prioritario di gestire e salvaguardare il

patrimonio boschivo nazionale.

Il binomio forestale-cavallo che ha

radici storiche molto profonde,

dopo un periodo di flessione negli

anni Settanta a causa del crescente

impiego da parte del personale di

mezzi motorizzati, ha registrato ne-

gli anni Ottanta, con lo sviluppo di

una maggiore coscienza ambientale

e con l’estensione delle aree naturali

protette e del numero di parchi na-

zionali, una nuova spinta al servizio

a cavallo sul territorio. Tra i principali

compiti del servizio a cavallo del CFS

sono compresi la sorveglianza dei

boschi e delle aree di interesse na-

turalistico, le attività di conservazione

ed il controllo delle aree protette, la

prevenzione degli incendi boschivi e

la salvaguardia di luoghi ad alta frui-

zione turistica.

Per lo svolgimento del servizio a ca-

vallo il personale deve conseguire la

specializzazione di cavaliere dopo

aver superato un apposito corso di

addestramento della durata di 10

l Reparto a cavallo del Corpo Forestale di Ramiseto (RE) a tutela del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano

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settimane presso le diverse sedi delle

scuola di equitazione del Corpo Fo-

restale dello Stato, con un program-

ma didattico che prevede lo studio e

la conoscenza di numerose discipline

(ippologia, veterinaria,

topografia ed orienta-

mento, primo soccorso,

equitazione...).

Il Corpo Forestale dello

Stato per l’allevamen-

to e la preparazione dei cavalli in

servizio si avvale dei propri centri di

selezione, istituiti presso le strutture

delle ex Aziende di Stato per le fo-

reste demaniali, che da tempo hanno

consentito la conservazione del ger-

moplasma di importanti razze equine

autoctone, come, in particolare, le

razze “maremmana” e “murgese”.

Diversi sono i Parchi nazionali che si

avvalgono di reparti a cavallo per le

attività di vigilanza e controllo all’in-

terno del proprio territorio (Circeo,

Gargano, Pollino, Gran Sasso e Mon-

ti della Laga, Arcipelago Toscano, e

molti altri ancora). In questo conte-

sto il Parco nazionale dell’Appennino

tosco-emiliano, sia per l’elevata atti-

tudine del proprio territorio all’utiliz-

zo del cavallo come mezzo di loco-

mozione, sia per la presenza di una

popolazione autoctona a rischio di

estinzione (il Cavallo del Ventasso),

ha portato avanti insieme al Corpo

Forestale dello Stato, al Comune di

Ramiseto, alla Comunità Montana

dell’Appennino Reggiano e all’Asso-

ciazione Allevatori Cavallo del Ventas-

so la proposta, finalmente oggi con-

cretizzata, dell’istituzione a Ramiseto,

nel cuore della Valle dei Cavalieri, che

porta nel nome la profonda vocazio-

ne di questo territorio alla presenza

costante del cavallo, di un servizio

di vigilanza del Corpo

Forestale a cavallo, uti-

lizzando come cavalca-

ture soggetti apparte-

nenti a questa preziosa

popolazione. Il Reparto

a cavallo del Corpo Forestale di Ra-

miseto oltre alle preziose funzioni di

controllo del territorio e di gestione

e salvaguardia del patrimonio natura-

le del Parco nazionale, assumerà un

ruolo fondamentale anche nella pro-

mozione e nella valorizzazione del

Cavallo del Ventasso, la cui ridotta

consistenza rischia di farlo scompari-

re dal panorama delle popolazioni e

razze equine italiane.•

Per lo svolgimento del servizio a cavallo il personale deve conseguire la specializzazione

di cavaliere dopo aver superato un apposito corso di addestramento della durata di 10 settimane

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economia

pIL, L’AGrIcoLturA tIEnE

di Mirco Battistella / Fonte: www.agricolturaitalianaonline.it

Zaia: occorre continuare a scommettere sul futuro

“L’agricoltura è in con-trotenden-za rispetto agli altri

settori dell’economia italiana. Sia il dato congiunturale che quello tendenziale del valore aggiunto re-

gistrano una sostanziale stabilità”

così il ministro delle Politiche agri-

cole alimentari e forestali Luca Zaia

commenta i dati diffusi dall’Istat re-

lativi all’andamento del Pil italiano.

“non esiste una grande economia senza una grande agricoltura. È ne-cessario dunque l’impegno di tutti

affinché si continui a dedicare la massima attenzione a questo com-parto strategico dell’economia na-zionale. I dati forniti oggi dall’Istat dimostrano che il settore primario è l’unico a registrare un incremen-to: un risultato positivo, che è an-che un ulteriore stimolo ad investi-

Stock-xchng

Stock-xchng

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Il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Luca Zaia

re sulla qualità, sull’innovazione e sulla modernizzazione dell’agricol-tura italiana” ha proseguito il mini-

stro Zaia, commentando i dati dif-

fusi dall’Istat sull’andamento del Pil,

che nel primo trimestre del 2009 ha

registrato un calo del 6 per cento

a fronte di una sostanziale stabilità

dell’agricoltura: “Il valore aggiunto in agricoltura su base tendenziale aumenta dello 0,1 per cento ri-spetto allo scorso anno, dato che rivela come l’agricoltura non sia in linea con la frenata che caratteriz-za l’economia nazionale”. “Si tratta della conferma del ruo-lo anticiclico che può svolgere il settore primario in tempi di crisi, ma, sottolinea la Coldiretti, occor-re superare le distorsioni nel pas-saggio degli alimenti dal campo alla tavola che colpiscono i redditi delle imprese e dei consumatori. L’agricoltura, si precisa da Palazzo

Rospigliosi, sta attraversando una fase di profondo cambiamento gra-zie all’ampliamento del campo di attività dalla semplice coltivazio-ne ed allevamento a quella di tra-sformazione e vendita, ma anche di cura dell’ambiente, didattiche, ricreative e sociali, con la nascita di imprese estremamente innovati-ve spesso condotte da giovani che rispondono alle nuove domande di sicurezza alimentare e ambientale dei cittadini”.“I numeri Istat confermano che sia-mo sulla strada giusta - ha dichiara-

to Zaia - il comparto tiene e questo è un motivo in più per proseguire con tenacia sulla strada intrapre-sa, continuando a lavorare per ga-rantire una maggior competitività dell’agricoltura italiana, per pro-muovere l’imprenditorialità giova-nile e per combattere speculazioni e frodi”.

Meno ottimista la Cia: “l’agricoltu-ra è l’unico settore che non crol-la davanti ad una crisi incalzante; ma questo non significa che la crisi è passata e che i problemi siano scomparsi. tutt’altro - prosegue

la Confederazione - sono dati che mettono in evidenza tutte le diffi-coltà e le pressanti questioni che oggi sono costretti ad affrontare gli imprenditori agricoli del nostro paese. I problemi del settore ri-schiano di aggravarsi ulteriormen-te se non si interviene in maniera realmente efficace e tempestiva.

L’agricoltura italiana, sottolinea la cia, mostra ancora evidenti segni di affanno”.“Il rinascimento agricolo è inizia-to”, ha dichiarato il ministro leghista

Zaia a Milano per l’inaugurazione di

Tuttofood, e ha continuato dicendo:

“dobbiamo continuare a muoverci sulla strada che abbiamo intrapre-so, quella delle riforme, bypassan-do gli ostacoli, combattendo il pessimismo e sconfiggendo tutte i ritardi e le ottusità che possono frenare questo percorso”. •

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incontri internazionali

rESoconto dEL G8 AGrIcoLoFonte: www.politicheagricole.it

«Abb iamo

m e s s o

nero su

bianco il

m o n d o

che vogliamo: un mondo in cui la fame

non sia più una piaga per 140 milioni

di bambini e non uccida un miliardo

di persone all’anno; un mondo in cui

l’accesso al cibo e ad alimenti salubri,

Si è chiuso il primo vertice agricolo, Zaia: un momento spartiacque nella storia dell’agricoltura

sufficienti e nutrienti sia, in una sola

parola, un fatto ‘normale’». Così il mini-

stro delle Politiche agricole alimentari

e forestali Luca Zaia si è rivolto ai gior-

nalisti concludendo i lavori del primo

Vertice dei Ministri dell’agricoltura i cui

risultati verranno presentati, il prossi-

mo giugno, al G8 dei Capi di Stato e

di Governo.

“Con questo primo Vertice dei Mini-

stri dell’Agricoltura abbiamo assolto

al mandato conferitoci in occasione

del summit di Toyako lo scorso anno

e aperto un nuovo corso, all’insegna

della massima condivisione delle stra-

tegie per combattere la fame e per

difendere e promuovere la sicurezza

alimentare. Mi auguro che questa tre

giorni sia servita a farvi innamorare

dell’agricoltura”.

Il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Luca Zaia

Stock-xchng

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Con queste parole il ministro delle

politiche agricole alimentari e forestali

Luca Zaia si è rivolto ai giornalisti, 452

gli accreditati, concludendo i lavori

del primo Vertice dei Ministri dell’Agri-

coltura i cui risultati verranno presen-

tati, il prossimo giugno, al G8 dei Capi

di Stato e di Governo alla Maddalena,

in Sardegna.

Il Vertice si è chiuso, a Cison di Valma-

rino, con l’impegno, come è scritto

nella Dichiarazione finale dei Ministri,

“ad utilizzare tutti gli strumenti a di-

sposizione per ridurre gli effetti ne-

gativi dell’attuale crisi finanziaria sulla

povertà e la fame, a rafforzare e inco-

raggiare una produzione alimentare

sostenibile, aumentare gli investimenti

in agricoltura e nella ricerca”.

Lotta alla speculazione, difesa delle

identità produttive nel rispetto del

libero mercato e centralità della pro-

duzione agricola nell’agenda della

Politica. Sono questi i grandi obiettivi,

per raggiungere i quali è stata partico-

larmente rilevante l’azione della presi-

denza italiana.

Fra gli impegni contenuti nella Dichiara-

zione, intitolata “L’Agricoltura e la sicu-

rezza alimentare al centro dell’agenda

internazionale”, sono contenuti anche

due punti essenziali, che il Ministro

Zaia ha indicato come i grandi risultati

per l’Italia: “evitare la concorrenza sle-

ale, le distorsioni del mercato agricolo

incluse, è scritto nella Dichiarazione,

le misure restrittive all’export, come

concordato in ambito G20, e rimuo-

vere gli ostacoli all’utilizzo sostenibile

dei fattori della produzione agricoli”.

Obiettivi sostenuti anche dalla Repub-

blica Popolare Cinese, che in confe-

renza stampa ha sottolineato come si

sia raggiunta una visione comune sulla

strategia per affrontare la crisi econo-

mica e alimentare. Il ministro cinese Niu

Dun ha infatti spiegato in conferenza

stampa che bisognerebbe varare re-

gole comuni che “non creino ostacolo

al commercio, mentre è importante

conservare un certo sistema di dazi,

l’unico modo per permettere la cresci-

ta dei Paesi in via sviluppo”. La Cina ha

sostenuto anche che “occorre tagliare

i dazi doganali non corretti per per-

mettere la creazione di un commercio

sostenibile di prodotti agricoli”.

Il ministro Zaia, rispondendo ai gior-

nalisti, ha sottolineato la posizione

del suo omologo cinese, che insieme

alla soddisfazione espressa dalle Or-

ganizzazioni internazionali per l’ac-

coglimento dei loro desiderata nella

Dichiarazione conclusiva, sono segnali

esemplari che il Vertice segnerà uno

spartiacque nella storia dell’Agricoltu-

ra mondiale.

I ministri hanno preso atto, si legge

nella Dichiarazione, di quanto sotto-

lineato dalle Istituzioni internazionali

presenti, cioè dell’”urgente bisogno

di aiutare i Paesi in via di sviluppo e

Ministri G8 Agricolo

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i Paesi in economia emergente ad

espandere la propria produzione agri-

cola e alimentare e ad aumentare gli

investimenti, sia pubblici che privati,

in agricoltura, nell’agri-business e nel-

lo sviluppo rurale”. Insieme a questo,

i ministri invieranno ai leader mondiali

che si riuniranno in Sardegna anche al-

tri importanti messaggi, come quello di

una “necessaria maggiore condivisione

con gli altri Paesi di tecnologie, pro-

cessi e idee per aumentare la capacità

delle istituzioni nazionali e regionali e

dei governi e per promuovere la sicu-

rezza alimentare.”

E ancora: “Occorre monitorare ed ef-

fettuare ulteriori analisi sui fattori che,

potenzialmente, possono determina-

re la volatilità dei prezzi delle materie

prime agricole, inclusa la speculazio-

ne. Va incoraggiata, scrivono ancora

i ministri, una strategia coordinata a

livello internazionale e finalizzata a mi-

gliorare l’efficienza delle filiere agro-

alimentari. Dobbiamo intraprendere

azioni volte a ridurre le perdite lungo

le filiere nei Paesi in via di sviluppo,

in particolare quelle che avvengono

dopo la raccolta, al fine di diminuire

la quantità di materie prime richieste

dalle catene alimentari e per migliorar-

ne la salubrità, l’igiene e il potere nu-

trizionale. Occorre sostenere analoghi

sforzi per ridurre gli sprechi nei Paesi

industrializzati. Dobbiamo sostenere

gli effetti benefici della globalizzazio-

ne e dell’apertura dei mercati, eviden-

ziando l’importanza di un commercio

internazionale dei prodotti agricoli

basato su regole certe. Ci impegniamo

per il raggiungimento di una conclu-

sione equilibrata, globale e ambiziosa

del Doha Round”.

A questo proposito il ministro Zaia ha

ribadito che “continueremo ad impe-

gnarci, ciascuno per la sua parte, per-

ché si ridefiniscano regole comuni ed

eque per il commercio internazionale,

che possa svolgersi sempre in un mer-

cato libero ma senza affamare nessun

agricoltore e consentendo ai Paesi in

via di sviluppo una crescita sana e du-

ratura”.

Del resto, come si sottolinea nella Di-

chiarazione, i ministri desiderano “so-

stenere il ruolo di mercati bene funzio-

nanti come

mezzo per

migliorare

la sicurez-

za alimen-

tare. Con-

tinueremo

a esplo-

rare varie

o p z i o n i

in merito

a un ap-

p r o c c i o

c o o r d i -

nato per

la gestio-

ne degli

stock”.

Nel punto

8 della di-

chiarazione, il ministro Zaia ha indica-

to altri due grandi risultati riconosciuti

all’Italia: “dobbiamo porre l’agricoltu-

ra e lo sviluppo rurale al centro della

crescita economica sostenibile insie-

me alle altre politiche, rafforzando

il ruolo delle famiglie agricole e dei

piccoli agricoltori facilitando il loro

accesso alla terra, rafforzando il ruolo

delle donne, l’uguaglianza di genere e

il ricambio generazionale. La sicurez-

za alimentare richiede anche politiche

mirate a garantire la effettiva gestione

e l’uso sostenibile delle risorse natura-

li, coinvolgendo le comunità locali nel

rispetto delle loro identità. Questo

modello di crescita risponde anche ai

requisiti delle aree rurali meno svilup-

pate dove bisogna aumentare la pro-

duzione locale sostenibile”.

“Il riconoscimento dell’importanza

delle piccole imprese e di quelle fa-

miliari - ha commentato il ministro - è

un traguardo importante per un Paese

come il nostro, dove la dimensione

media delle aziende è di sei ettari”.

“In ogni seme coltivato - ha aggiunto

Zaia - c’è la storia di un popolo e le

sue tradizioni: il Vertice ha riconosciu-

to questo principio base della nostra

politica agricola e chiederà che venga

riconosciuto anche dai Capi di Stato e

di Governo, gettando le basi per una

nuova agricoltura mondiale, capace

di fare dei saperi del passato la solida

base per costruire un nuovo futuro, di

crescita e pari opportunità”.

Crescita e sviluppo passano inevitabil-

mente da un aumento della produzio-

ne agricola, che va quindi bilanciata

adeguatamente con la produzione di

energia rinnovabile da biomasse, “in

modo da fornire una risposta ai nostri

fabbisogni energetici, economici, am-

bientali, agricoli e, allo stesso tempo,

non compromettere la sicurezza ali-

mentare”, come stabilito dalla Dichia-

razione della conferenza di alto livello

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N. 4 - - pag. 15

sulla sicurezza alimentare mondiale del

giugno 2008. Analogamente, i ministri

hanno sottolineato il loro “appoggio

al processo consultivo e di rapida

costituzione della Global partnership

secondo gli orientamenti forniti dal-

la Dichiarazione di Toyako. Questa

Partnership dovrebbe essere dotata

di una dimensione politica mondiale

volta a migliorare il coordinamento e

a una maggiore coesione per le stra-

tegie e le politiche internazionali che

hanno un impatto sulla Sicurezza ali-

mentare mondiale. Una rete globale di

esperti di alto livello sull’agricoltura e

l’alimentazione dovranno provvedere,

all’interno della partnership, a effet-

tuare analisi scientifiche e a evidenzia-

re i fabbisogni e i rischi futuri”.

Massima condivisione degli obiettivi

da raggiungere, quindi, e una “comu-

ne visione del mondo che vogliamo la-

sciare in eredità ai nostri figli”, ha spe-

cificato Zaia, “sono un enorme passo

avanti rispetto al passato”.

I Paesi del G3, G5 e le Organizzazioni,

i cui rappresentanti hanno partecipato

alla conferenza stampa finale, si sono

sentiti rappresentanti dalla Presidenza

e dal documento della stessa, “quin-

di - ha commentato Zaia - sono anco-

ra più convinto che il Vertice, basato

sul principio della inclusività, sia stato

fruttuoso e determinante. Abbiamo

avviato un percorso condiviso con

tutti i nostri partner nei diversi conti-

nenti del mondo sul tema della sicu-

rezza alimentare, proprio qui a Cison

di Valmarino e sotto la presidenza ita-

liana. L’apprezzamento di tutti i Paesi

presenti al vertice per questa iniziativa

è stato unanime”.

“Abbiamo messo nero su bianco il

mondo che vogliamo: un mondo in

cui la fame non sia più una piaga per

140 Mln di bambini e non uccida un

Mld di persone all’anno; un mondo in

cui l’accesso al cibo e ad alimenti sa-

lubri, sufficienti e nutrienti sia, in una

sola parola, un fatto ‘normale. Sono

molto soddisfatto - ha aggiunto il mi-

nistro - che gli occhi del mondo siano

stati puntati per tre giorni su un setto-

re determinante per il nostro futuro,

un settore troppo spesso ignorato e

non considerato un’attività produt-

tiva nobile e importante. Abbiamo

voluto, uniti, rimettere questo tema

al centro dell’attenzione dei media e

lavoreremo perché sia anche il cuore

dell’agenda politica del futuro”.

(Fonte: www.politicheagricole.it)

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N. 4 - - pag. 16

aree protette

Legambiente dimostrare che le aree protette servono sì, a proteggere gli ecosistemi più delicati e preziosi, ma sono anche strumento per creare sviluppo e lavoro

LEGAmBIEntE In prImA LInEA A tutELA dELLE ArEE nAturALI protEttEdi Gianluca Filoni / Dirigente UGL-CFS

L’Italia è uno dei paesi

che negli ultimi dieci

anni ha dato il maggior

contributo in Europa

allo sviluppo di un si-

stema di aree protette, passando dal

3% ad oltre il 10% di territorio pro-

tetto, rappresentativo del suo patri-

monio di diversità biologica, culturale

e paesistica.

Questo obiettivo è stato rag-

giunto grazie ad un progetto

di conservazione innovativo

nella sua apertura alla socie-

tà, radicato nel territorio e

orientato alle più avanzate

strategie internazionali di tutela e di

valorizzazione delle risorse naturali.

L’idea vincente del progetto risiede

nell’avere individuato come aspet-

ti fondamentali del progetto stesso

elementi quali il protagonismo della

dimensione sociale, la costruzione di

reti di cooperazione tra istituzioni e

corpi sociali, l’individuazione di cor-

ridoi ecologici e l’avvio di progetti di

vasta area.

Questo approccio è sempre stato

tenacemente perseguito da Legam-

biente nel suo impegno a favore del-

le aree protette, approccio che ha

permesso di dare vita a progetti che

hanno portato anche alla creazione

di alleanze inedite, come quelle con

i pescatori, gli agricoltori fino alla par-

te più responsabile ed avanzata del

mondo venatorio.

L’impegno di Legambiente ha quin-

di portato a dimostrare che le aree

protette servono sì, a proteggere gli

ecosistemi più delicati e preziosi, ma

sono anche uno strumento formida-

bile per creare sviluppo e lavoro in

settori strategici e oggi molto pena-

lizzati, come il turismo, l’agricoltura,

l’artigianato e la gestione dei beni

culturali.

Questo impegno si traduce in pro-

getti e attività specifiche, come i pro-

getti strategici per i grandi sistemi am-

bientali quali APE - Appennino Parco

d’Europa, ITACA - la rete delle aree

marine protette delle isole minori

o CIP - Coste Italiane Protette, tutti

progetti mirati al consolidamento e

rafforzamento della Rete Ecologica

Nazionale.

Si tratta di proposte concrete per

integrare la politica delle aree pro-

tette con le altre politiche territoriali,

orientandole verso la sostenibilità,

per promuovere uno sviluppo che

metta a frutto lo straordinario valore

aggiunto rappresentato dai tesori di

natura e cultura che custodiamo.

L’attività di Legambiente nelle aree

protette si concretizza anche attra-

verso le campagne “storiche” dell’as-

sociazione, che coinvolgo-

no ogni anno centinaia di

persone: Goletta Verde che

promuove anche le aree ma-

rine protette con Profondo

Blu; Salvalarte per la tutela e

il recupero del patrimonio culturale;

Spiagge e Fondali Puliti; Puliamo il

Mondo, nelle aree protette ribattez-

zato Puliamo il Parco; In fondo al Mar

e Li Voglio Vivi per la valorizzazione

delle risorse delle aree marine pro-

tette; i campi di Volontariambiente,

Piccolagrandeitalia finalizzata all’ap-

provazione della proposta di legge in

favore dei piccoli comuni, sostenuti

anche dalla Carovana delle Alpi, il no-

stro viaggio attraverso il sistema am-

bientale alpino, nel quale sperimen-

tare politiche di sviluppo sostenibile.

Tante poi sono le iniziative specifiche

per la conservazione della natura e lo

Numerose le iniziative per la valorizzazione delle produzioni di qualità come l’Atlante

dei Prodotti Tipici dei Parchi italiani e Le Lane dei Parchi

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N. 4 - - pag. 17

sviluppo sostenibile a partire da Re-

teNatura, il sistema attraverso il quale

Legambiente gestisce, direttamente

o in collaborazione con altri Enti, più

di 55 aree tra oasi e riserve naturali;

i progetti Life Natura e Life Ambien-

te, destinati alla tutela di habitat e

specie di interesse comunitario e allo

sviluppo di tecniche e metodologie

ambientali innovative; la Campagna

nazionale anti-incendio boschivo

condotta in diversi parchi nazionali;

il Centro nazionale di allevamento di

mastini abruzzesi, in collaborazione

con il Parco nazionale della Majella.

Numerose le iniziative per la valoriz-

zazione delle produzioni di qualità

come l’Atlante dei Prodotti Tipici dei

Parchi italiani e Le Lane dei Parchi, per

la promozione delle razze ovine au-

toctone. Iniziative finalizzate alla pro-

mozione dello sviluppo sostenibile a

partire proprio dalle nostre aree pro-

tette: Autostrada dei Parchi, un pro-

getto sulle arterie che collegano le

aree protette abruzzesi; Compagnia

dei Parchi, per un’ospitalità diffusa

nelle aree protette; il Sistema Infor-

mativo della Montagna e la campagna

Vivere i Parchi per l’adeguamento e il

mantenimento dei servizi territoriali

nelle aree interne del Paese; Natu-

ra vicino a te, che valorizza i parchi

regionali; Verso un parco a misura di

bambino, per stimolare l’attenzione

delle aree protette verso i giovanissi-

mi; Cittadini dei Parchi per l’aggiorna-

mento dei funzionari della Pubblica

Amministrazione nei parchi nazionali

del centro-sud; Energia dei Parchi, il

protocollo d’intesa firmato con Enel

per la promozione delle fonti di ener-

gia rinnovabile, il progetto delle Uni-

versità del Paesaggio e con la recente

campagna, il progetto Parchi Accessi-

bili, realizzato in collaborazione con

il CTS a favore del turismo di qualità e

senza barriere per i disabili.

Molti infine i progetti finalizzati

all’educazione ambientale come i

Centri di educazione ambientale, il

Primo Forum delle scuole dei parchi,

il progetto Mappa del Tesoro e il pro-

getto promosso con ALSIA, il Parco

Nazionale del Pollino e l’IPAA di La-

gonegro per la promozione e valoriz-

zazione dei prodotti dell’agricoltura

eco-compatibile del Pollino.

Legambiente, inoltre, fa parte

dell’IUCN - The World Conservation

Union, del FSC International - Forest

Stewardship Council, dell’EEB - Euro-

pean Environmental Bureau, della CI-

PRA - Commissione Internazionale per

la Protezione delle Alpi, della Rete

delle Aree Protette Alpine e della

Federazione Italiana Parchi e Riserve

Naturali. •

Page 17: Sicurezza Ambiente n.04-09

N. 4 - - pag. 18

lombardia

Dalla montagna alla pianura, il Parco si estende fino a toccare tre province e presenta aree di boschi di ripa e specchi d’acqua assai suggestivi

ALLA ScopErtA dEL pArco dELL’oGLIo norddi Claudio Cicetti / Segretario Regionale UGL-CFS

Il Parco dell’Oglio Nord com-

prende il tratto alto del fiu-

me Oglio all’uscita del lago di

Iseo, sino a Gabbioneta ed

Ostiano, tra rive scoscese e

boscose circondate da un territorio

prettamente agricolo. Vi si ritrovano

lembi boscati ripariali di pregio bo-

tanico, oltre che specchi d’acqua e

meandri con vegetazione acquatica.

Importanti i valori storico-architetto-

nici che si ritrovano nei comuni che

si affacciano sul fiume, come il ben

conservato Castello di Pumenengo,

con le torri e il caratteristico cortile

quadrangolare, e i resti di quelli di

Paratico e Roccafranca.

Il fiume Oglio, dall’uscita del lago

d’Iseo, percorre la sponda bergama-

sca tra ripe scoscese, mentre più a

valle si snoda tra le pianure cremasca

e mantovana in territori ormai pretta-

mente agricoli. Tuttavia in questo pa-

esaggio fortemente alterato da boni-

fiche, disboscamenti, pioppicoltura

intensiva, si ritrovano relitti di boschi

di ripa di notevole significato botani-

co ed ecologico, oltre che specchi

d’acqua e meandri con vegetazione

acquatica, i quali da soli giustificano,

con le loro peculiari caratteristiche,

gli interventi di tutela connessi con

l’istituzione del Parco.

Il paesaggio che l’occhio coglie nel

tratto di territorio sulle due sponde

del fiume Oglio nella sua porzione

mediana presenta una duplice natura

segnata da una netta distinzione ge-

omorfologica. Alla pianura occupata

da una serratissima trama parcellare

fittamente intessuta dall’idrografia

artificiale, da filari e siepi arboree,

da strade, viottoli, sentieri, campa-

recce, e cosparsa da una costella-

zione di cascinali che fanno corona

ai centri principali, si contrappone la

valle fluviale, demarcata da costiere

boscate, sul cui fondo serpeggia ir-

regolare il corso dell’Oglio, profila-

to da biancheggianti ghiaieti che ne

evidenziano le curve, gli sfioccamen-

ti, gli intoppi.

In buona parte della pianura bre-

sciana l’Oglio esercitò fin dai tempi

antichi una funzione di limite tra ter-

ritori amministrativamente distinti. In

epoca romana il suo corso segnava

il confine fisico evidente di contigui

‘municipia’, e tale funzione di limite

la conservò stabilmente: i territori in

sponda sinistra rimarranno bresciani

e quelli in sponda destra Cremonesi.

Il territorio e l’ambiente

Protagonista primario del Parco è il

fiume Oglio che dall’uscita dal Lago

d’Iseo, nei pressi di Sarnico (BG),

sino a Gabbioneta Binanuova (CR),

percorre un lungo tratto tra ripe a

tratti scoscese, litorali fortemen-

te antropizzati ed angoli suggestivi

ancora incontaminati come gli ul-

timi boschi residui ed alcune zone

umide, a differenti gradi di sviluppo

(habitat di notevole importanza per

l’avifauna e gli animali acquatici).

Tra le specie vegetali presenti nel

Parco, un posto di primo piano spet-

ta sicuramente a grandi alberi come

l’acero, il carpino bianco e nero, il

castagno, l’ontano, il pioppo bianco

e nero, la fornia, la robinia, il salice

e la canna palustre.

Tra le specie faunistiche, avventu-

randosi lungo i sentieri del Parco, si

possono incontrare animali come il

moscardino, il ghiro, il riccio, la tal-

pa, la lepre, il coniglio selvatico, la

rana e il rospo. Con un po’ di for-

tuna si può incorrere in animali più

rari come la donnola, la faina, il tas-

so e la volpe. Molto ricca è anche

l’avifauna: uno sguardo attento può

Page 18: Sicurezza Ambiente n.04-09

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cogliere il volo di uccelli quali la

garzetta, l’airone cinerino, la civet-

ta, il gufo, la cornacchia, la folaga,

il gabbiano, il merlo, il picchio, la

rondine.

All’ interno del territorio del Parco

Oglio Nord, concentrate nella zona

centrale, si trovano sette Riserve Na-

turali la cui importanza è dovuta alla

presenza di specie botaniche e fau-

nistiche di grande interesse e pregio

naturalistico ed ambientale.

Le sette Riserve Naturali sono:

- Boschetto della cascina campagna

- Bosco de l’Isola

- Bosco di Barco

- Bosco della marisca

- Isola uccellanda

- Lanche di Azzanello

- Lanca di Gabbioneta

Queste aree protette presentano un

notevole valore dal punto di vista

naturalistico-ambientale, e di conse-

guenza richiedono una tutela parti-

colare al fine della loro conservazio-

ne e valorizzazione.

InformAzIonI utILI:

Gestore: Consorzio Parco Oglio Nord Sede: Piazza Garibaldi, 15 - 25034 Orzinuovi (BS)

Tel: 030/9942033 - Fax: 030/9946564 E-mail: [email protected]

www.parcooglionord.itSuperficie: 14.170 ha

Altimetria: h min 31 m slm - h max 186 m slm Province: Bergamo, Brescia, Cremona

Istituzione: 1988

La vegetazione varia dai boschi igro-

fili (come le “Lanche di Azzanello”),

a boschi misti (come l’Isola Uccellan-

da), fino a boschi residui di querco-

carpineto (come il “Boschetto della

Cascina Campagna”).

L’estensione media delle Riserve Na-

turali presenti nel Parco è di circa 30

ettari: passando da un’area pari ad 1

ettaro del “Boschetto della Cascina

Campagna”, fino ad arrivare ai 60 et-

tari dell’Isola Uccellanda. •

Page 20: Sicurezza Ambiente n.04-09

grossetoLottA AGLI IncEndI BoSchIvI. L’AzIonE dEL cfSA cura della Segreteria Regionale UGL-CFS Toscana

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La Provincia di Grosseto po-

tenzia la lotta agli incendi

boschivi e la tutela del pa-

trimonio forestale e agro-pa-

storale delle Riserve naturali

provinciali.

Sottoscritto un accordo di collaborazio-

ne con il Comando regionale del Corpo

forestale dello Stato. Il patrimonio bo-

scato della provincia di Grosseto è uno

dei più importanti ed estesi della Tosca-

na: circa 187mila ettari di alberi ad alto,

medio e basso fusto, che

coprono quasi la metà del

territorio provinciale e oltre

un quinto di quello regio-

nale. Dalle pinete della co-

sta, alla macchia mediterra-

nea, ai caratteristici castagneti e faggeti

della montagna, si tratta di un prezioso

“polmone verde” che deve essere co-

stantemente tenuto sotto controllo,

soprattutto in estate, quando aumenta

il rischio di incendi, richiedendo il coin-

volgimento di molti uomini e mezzi.

Per questo la Provincia, che dal 2000 ha

competenza in materia di forestazione,

sistemazione idraulico forestale, preven-

zione e repressione degli incendi bo-

schivi, ha sottoscritto, nei giorni scorsi,

un importante accordo operativo con il

Comando regionale del Corpo forestale

La Provincia intende utilizzare il personale del Corpo forestale di Grosseto nelle varie operazioni di prevenzione e lotta agli incendi boschivi e nell’attività

di salvaguardia ambientale nelle quattordici Riserve naturali provinciali

dello Stato (Cfs), con l’obiettivo di utiliz-

zare il personale del Corpo forestale di

Grosseto, nelle varie operazioni di pre-

venzione e lotta agli incendi boschivi, e

per coordinare e potenziare l’attività di

vigilanza e salvaguardia ambientale nelle

quattordici Riserve naturali provinciali.

L’accordo, firmato dal direttore d’area

Territorio, Ambiente e Sostenibilità della

Provincia, Pietro Pettini e dal Comandan-

te regionale del Cfs Fabrizio Bardanzellu,

coadiuvati rispettivamente da Umberto

Fralassi e dal Comandante provinciale

Alessandro Baglioni, secondo quanto

stabilito dalla Giunta provinciale, di fat-

to, sancisce e consolida un rapporto

di cooperazione tra i due Enti, che va

avanti ormai da molti anni.

Dal 2000 ad oggi, infatti, il Corpo fore-

stale dello Stato, ha collaborato con la

Provincia, i Vigili del fuoco, il personale

dei Comuni, delle Comunità montane

e i volontari, alle numerose azioni an-

tincendio, coordinate dal Centro ope-

rativo provinciale Antincendi boschivi

(Cop). Inoltre, ha collaborato con la

Provincia alla salvaguardia del patrimo-

nio boschivo e alle attività di controllo

sulla gestione, commercializzazione e

trasporto del materiale forestale.

Questo accordo sancisce nel dettaglio

i modi e i tempi della collaborazione, al

fine di renderla più efficace ed efficien-

te.

In particolare stabilisce che la Provincia,

in estate e in altri periodi dell’anno con-

siderati particolarmente a rischio per

gli incendi, si avvarrà degli uomini del

Corpo forestale di Grosse-

to per coprire la metà dei

turni previsti dai Piani antin-

cendio provinciale e regio-

nale per la gestione della

Sala operativa del Cop.

Inoltre, il Comando provinciale del Cfs

collaborerà con il referente provinciale

dell’Aib alla stesura e alla valutazione

dei Piani operativi provinciali antincen-

dio. Infine parteciperà alle operazioni

di vigilanza e controllo del patrimonio

agro-silvo-pastorale delle Riserve natu-

rali provinciali, per la salvaguardia delle

foreste e dei prodotti secondari del sot-

tobosco, partecipando anche alle ope-

razioni di pulizia idraulica e ripristino

ambientale e all’attività di vigilanza per la

prevenzione dell’inquinamento causato

dall’abbandono dei rifiuti. •

Dal 2000 ad oggi il Corpo forestale dello Stato ha collaborato con la Provincia, i Vigili del fuoco, il personale dei Comuni, delle Comunità montane

e i volontari alle numerose azioni antincendio

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bacheca legaleIL SILEnzIo AmmInIStrAtIvo...trA normE SoStAnzIALI E dI rIto

A cura di Marcello Fabbrocini / Avvocato

Il silenzio costituisce un mero

comportamento inerte in cui

manca ogni espressione volon-

taristica dell’amministrazione

ed assume una connotazione

giuridica solo nei casi in cui la legge

attribuisce un valore tipico (c.d. silen-

zio significativo): in questi casi la nor-

ma qualifica il comportamento inerte

dell’amministrazione protrattosi oltre

un certo termine come equivalente ad

un provvedimento positivo (silenzio-

accoglimento) o negativo (silenzio-

diniego). Dal silenzio qualificato si

distingue il silenzio-inadempimento,

che si verifica quando la norma non

qualifica l’inerte comportamento della

P.A. oltre un certo termine.

Per conoscere a fondo le novità della

Legge n. 80/2005 sull’istituto del silen-

zio in uno all’art. 21 bis

Legge TAR, che prevede

un apposito rito avverso

il silenzio-rifiuto, carat-

terizzato dalla snellezza

tipica del rito camera-

le (decisione in camera

di consiglio in forma di

sentenza succintamente

motivata da emettersi nel

termine breve di 30 gg

dalla scadenza da quello

previsto per il deposito

del ricorso; la bypassabi-

lità della P.A. inerte con la

nomina di un commissario

ad acta, sulla falsariga del

giudizio di ottemperan-

za) è necessario fare un

brevissimo excursus storico: dalla sto-

rica sentenza del Consiglio di Stato del

1922 sino all’Adunanza Plenaria del

1960 n .8, nel processo amministrati-

vo vigeva il dogma della struttura ne-

cessariamente impugnatoria in quanto

oggetto del processo non poteva che

essere un atto. In questo contesto, al

non qualificato comportamento inerte

della P.A.veniva attribuito il significato

del rigetto della istanza del privato

alla stregua di un provvedimento di

rigetto. Ma con la sentenza dell’Adu-

nanza Plenaria del 1960 comincia a

sgretolarsi il dogma della necessaria

impugnatorietà del processo ammini-

strativo in quanto il silenzio-rifiuto non

era più equiparato per fictio juris al

provvedimento di rigetto (ciò al fine

di rendere effettiva e concreta la tu-

tela del cittadino a fronte dei silenzi

patologici della P.A.) ma ad un fatto:

il comportamento inerte della P.A, la

omissione della P.A. al suo obbligo di

provvedere.

Il Dlgs 80/98, la Legge 205/2000 in uno

con le SS.UU. n. 500/99, e da ultimo

l’art.2 L. 241/90, come modificata

dapprima con l. 15/2005 e poi con

l. 80/2005, il quale, oltre a sancire la

automatica formazione del silenzio-

rifiuto (senza atto di messa in mora),

stabilisce altresì un termine d’impugna-

zione annuale dello stesso, attribuen-

do al G.A. il potere di condannare la

P.A. al risarcimento del danno aqui-

liano, prevedono un processo ammi-

nistrativo anche sul fatto1, ciò non-

dimeno senza trascurare le esigenze

dell’effettività della tutela. Sotto tale

ultimo aspetto, la senten-

za dell’Adunanza Plenaria

del Consiglio di Stato n.

10/78, spinta da esigenze

di effettività nella tutela

giurisdizionale, sposava la

tesi del Sandulli del mec-

canismo di formazione del

silenzio-rifiuto ritenendo

pertanto applicabile l’art.

25 T.U. 3/57 sugli impie-

gati civili dello Stato (la

messa in mora della PA da

parte del privato istante

per ulteriori trenta giorni

a seguito dell’elasso ter-

mine di gg-60 dall’istan-

za, senza l’evasione della

stessa); meccanismo che

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Page 22: Sicurezza Ambiente n.04-09

N. 4 - - pag. 21

muore con le modifiche introdotte

alla L. 241/90 all’art. 2, il cui aggiuntivo

comma 4 bis prevede che il ricorso av-

verso il silenzio può essere proposto

anche senza necessità di diffida alla

amministrazione inadempiente. Anzi

va detto che, prima di tale abolizione

della necessità della messa in mora, vi-

gendo il principio della generale tem-

porizzazione dei procedimenti ammi-

nistrativi ex art. 2 L.241/90, era sorto

un contrasto tra la dottrina e la giuri-

sprudenza in merito alla permanenza

del meccanismo della previa messa in

mora ex art. 25 TU n. 3/57 ai fini della

formazione del silenzio-rifiuto: da un

lato, la dottrina riteneva l’automatica

formazione del silenzio-rifiuto in con-

seguenza della scadenza del termine

per la definizione del procedimento

senza necessità di renderlo significa-

tivo a mezzo notifica della messa in

mora; dall’altro lato, vi era la preva-

lente giurisprudenza che continuava a

sostenere la necessità del meccanismo

della messa in mora, attesa la insidio-

sità della formazione automatica del

silenzio-rifiuto che avrebbe potuto

pregiudicare il cittadino ignaro della

formazione del silenzio-rifiuto facen-

dolo incorrere nella decadenza del

termine di gg 60 per impugnarlo.

Quali sono gli attuali margini per un sin-

dacato del G.A. sulla fondatezza della

pretesa sostanziale del privato dopo

l’intervento dell’Adunanza Plenaria n.

1/2002 e dopo che la L. 80/2005, nel

sostituire l’art. 2 della L. 241/90, ha

previsto che nei ricorsi avverso il silen-

zio-rifiuto “il G.A. può conoscere della

fondatezza della istanza”?

L’Adunanza Plenaria, con sentenza n.

1/2002, ha affermato che è preclu-

so al G.A. di sindacare la fondatezza

della pretesa sostanziale sottostante,

anche in rapporto ad atti vincolati,

perché ciò comporterebbe una inge-

renza del G.A. nella sfera riservata alla

Amministrazione ed un tale sindacato

sarebbe violativo del principio del-

la riserva di funzione amministrativa;

ed, in relazione al previgente indiriz-

zo giurisprudenziale che ammetteva

il sindacato del G.A. sulla fondatezza

della pretesa nei casi di attività am-

ministrativa vincolata o a basso tasso

di discrezionalità, afferma l’Adunan-

za Plenaria che “sarebbe sufficien-

te osservare che l’indicato indirizzo

giurisprudenziale, del quale possono

comprendersi le ragioni e condividersi

le finalità, non può che cedere rispet-

to alla normativa sopravvenuta (id est

art. 21 bis legge TAR) che definisce in

modo compiuto la tutela giurisdizio-

nale accordata al privato nei confron-

ti del comportamento omissivo della

amministrazione”: nel regime dettato

dalla Plenaria del 1978 n. 10, nel rito

contro il silenzio, il giudice, infatti, non

è chiamato a governare gli effetti di un

atto già emanato, ma deve regolare

l’esercizio della futura azione da par-

te dell’amministrazione. Ed è proprio

partendo da questo presupposto che

si era sostenuta l’applicazione all’azio-

ne contro il silenzio di una fattispecie

di praescriptio brevis (termine impu-

gnatorio dei sessanta giorni dalla for-

mazione del silenzio-rifiuto), definiti-

vamente superata con l’allungamento

del termine annuale dalla scadenza

dei termini stabiliti dalle singole am-

ministrazioni o, in mancanza, di gg 90

dall’inizio del procedimento.

Pertanto, stando alla Plenaria n.

1/2002, il giudizio avverso il silenzio-ri-

fiuto ha ad oggetto solo la sussistenza

dell’obbligo di provvedere della P.A. e

la sua eventuale violazione e non può

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Page 23: Sicurezza Ambiente n.04-09

N. 4 - - pag. 24

estendersi a sindacare la fondatezza

della pretesa sostanziale, neppure in

relazione ad atti vincolati: in effetti, la

Plenaria n.1 /2002 riafferma il principio

della separazione dei poteri in base al

quale il Giudice non può fare l’ammi-

nistratore (il giudice non ha il potere

di “riformare l’atto o sostituirlo” in via

diretta ed immediata). Alla luce di tale

arresto del Consiglio di Stato, visto

nell’ottica della novità normativa ex

art. 2, comma 5, L. 241/1990 secondo

la quale il giudice amministrativo, adito

con ricorso ex art. 21 bis L. 1034/71,

per far valere l’illegittimità del silen-

zio serbato dall’amministrazione, può

conoscere la fondatezza nel merito

dell’istanza proposta dal privato, si

sono susseguiti due orientamenti:

1) Per un primo orientamento, il verbo

“può” lascia desumere che sussistono

dei limiti oltre i quali il G.A. non può

conoscere la fondatezza della do-

manda. Nel silenzio (o meglio, nell’im-

precisione) della legge, tali limiti sono

tratti dai principi generali e dalle ela-

borazioni giurisprudenziali e dottrinali

precedenti l’innovazione legislativa.

Si tratterebbe in particolare del limite

posto dalla natura - vincolata o discre-

zionale - dell’attività amministrativa

richiesta, per cui il G.A. potrebbe co-

noscere della fon-

datezza dell’istan-

za solo in caso di

attività vincolata;

e del limite impli-

cito della “pronta

risolvibilità” della

questione ovvero

vedere se la valu-

tazione della fon-

datezza dell’istan-

za sia compatibile

e possibile con la

sentenza succin-

tamente motivata,

il breve termine

per pronunciarsi e per l’eventuale

istruttoria, tipici del ricorso ex art.21-

bis.

2) Secondo un diverso orientamento,

dalla formulazione testuale della nor-

ma non è dato desumere una distinzio-

ne tra attività vincolata o discrezionale

che possa ancorare il criterio di giudi-

zio del G.A. nel ricorso contro il silen-

zio al fine di stabilire se possa o meno

conoscere la fondatezza dell’istanza.

Perciò, anche in caso di poteri discre-

zionali della P.A., il G.A. può conosce-

re la fondatezza dell’istanza, nei limiti

non meglio specificati della possibilità

(T.A.R. Veneto 4304/2005; C.G.A.R.S.

726/2005).

Quest’ultimo orientamento è minori-

tario ed è stato censurato soprattutto

dal Consiglio di Stato (sentenza 10-

10-2007, n. 5311) secondo il quale

“la formulazione della norma sanci-

ta dall’art. 2, comma 5, l. n. 241 del

1990, laddove autorizza il giudice ad

andare oltre la declaratoria di illegit-

timità dell’inerzia e l’ordine di prov-

vedere, accertando direttamente la

fondatezza della pretesa, non attribu-

isce, in modo indiscriminato, una giu-

risdizione c.d. di merito. Diversamente

opinando, la previsione non si sottrar-

rebbe a censure di incostituzionalità,

per aver previsto surrettiziamente una

giurisdizione di merito senza confini,

in cui sussiste in termini generali il po-

tere del giudice di sostituirsi alla p.a.

La giurisdizione di merito, al pari di

quella esclusiva, ponendosi come de-

rogatoria rispetto a quella di legittimità

nella trama costituzionale improntata

al principio di separazione dei poteri,

necessita di una puntuale e tassativa

previsione normativa. L’accertamen-

to della fondatezza della pretesa

nei casi di maggiore complessità sa-

rebbe incompatibile con la struttura

snella e celere del giudizio in base al

più volte menzionato art. 21 bis, L.

1034/1971”.

Nell’ambito dell’orientamento preva-

lente, che consente al G.A. di scen-

dere nel merito solo nel caso di atti

vincolati e di pronta solvibilità, si rami-

ficano tre attuali suborientamenti giu-

risprudenziali, i quali differiscono tra

loro o sotto il profilo della ritualità del

silenzio o sotto un profilo più stretta-

mente di diritto sostanziale (profili che

non possono non intrecciarsi tra loro:

la disciplina del ricorso avverso il silen-

zio-inadempimento si ricava dalle due

norme, l’una di natura sostanziale (art.

2 L. 241/90), l’altra di natura proces-

suale (art. 21-bis

l. T.A.R. . Esse van-

no coordinate e

lette insieme) per

essersi chi di più

chi di meno svin-

colato dall’arre-

sto della Plenaria

n. 1/2002, la qua-

le ha consacrato

il principio che il

giudizio avverso il

silenzio-rifiuto ha

ad oggetto la sola

declaratoria d’ille-

gittimità dell’iner-

Page 24: Sicurezza Ambiente n.04-09

zia e non può estendersi al sindacato

della fondatezza della pretesa sostan-

ziale del privato, nemmeno in relazio-

ne agli atti vincolati. Esaminiamoli:

a) Un primo suborientamento costitu-

ito dalla sentenza del TAR Campania

sez. I 18 maggio 2005, n. 7817 inter-

preta l’inciso “il giudice amministrati-

vo può conoscere della fondatezza

dell’istanza” nel senso che i suoi pote-

ri non sono più limitati all’accertamen-

to del mero dovere di provvedere, ma

può verificare la fondatezza dell’istan-

za sempre che si tratti di attività vin-

colata e possa pertanto emanare una

sentenza costitutiva sostituendosi alla

P.A. (nello stesso senso TAR NAPOLI

sez. II 9 gennaio 2006 n. 112). Esso si

caratterizza per il fatto di discostarsi

dal detto principio d’arresto dell’Adu-

nanza Plenaria n. 1/2002, continuando

a sostenere che il G.A. possa sostituirsi

alla P.A. nella emessione degli atti do-

vuti (come aveva stabilito l’Adunanza

Plenaria del 78 n. 10). Quest’orienta-

mento non è più giustificabile in quan-

to la velocità del nuovo rito avverso il

silenzio-rifiuto ex art. 21 bis l. Tar sod-

disfa quelle esigenze di effettività di

tutela giurisdizionale per le quali fino

ad allora si era ritenuto di poter sacrifi-

care il principio della riserva di funzio-

ne amministrativa in favore di quello di

effettività della tutela giurisdizionale.

b) Un secondo suborientamento è

quello che ritiene l’ammissibilità del-

la conversione del rito del silenzio in

rito ordinario (sentenza TAR Napoli

Sez. I, 24 -01-2007, N. 1285),stando

al quale nessun insuperabile ostacolo,

di ordine teorico, si frappone all’am-

missibilità di una decisione che, pre-

via dichiarazione d’inammissibilità od

improcedibilità per sopravvenuto di-

fetto d’interesse - a seconda dei casi

- del ricorso proposto avverso il si-

lenzio serbato dalla P.A. (silenzio ine-

sistente ab initio, come nella specie,

ovvero venuto meno per effetto del

sopravvenuto provvedimento), passi

poi ad esaminare l’atto dei motivi ag-

giunti proposto da parte ricorrente e

si pronunci circa la legittimità dell’atto

sopravvenuto. A sostegno dell’assun-

to si adduce soprattutto un principio

di conservazione e di economia dei

mezzi giuridici. Si osserva che la con-

versione degli atti si fonda sul più ge-

nerale principio di strumentalità delle

forme di cui all’art. 156 c.p.c.; soprat-

tutto, si valorizza l’esigenza di non ag-

gravare eccessivamente la posizione

processuale del privato, imponendo-

gli l’attivazione di una vicenda proces-

suale ulteriore e distinta. Se, quindi, in

linea di principio nulla impedisce che

il G.A. spinga il suo esame anche alla

sostanza della pretesa, fatta valere dal

ricorrente sub specie d’impugnativa

avverso il silenzio serbato dalla P.A. in

merito ad una sua istanza, non si vede

per quale ragione, nel caso di prov-

vedimento sopravvenuto che faccia

cessare l’inerzia dell’Amministrazio-

ne, la legittimità o meno di tale atto

non possa essere valutata, dal giudice

amministrativo, nell’ambito dello stes-

so giudizio speciale, ex art. 21 bis l.

1034/71, qualora il medesimo atto sia

stato ritualmente impugnato, mercé lo

strumento processuale dei motivi ag-

N. 4 - - pag. 25

Page 25: Sicurezza Ambiente n.04-09

N. 4 - - pag. 26

giunti: parte motiva della sentenza Tar

Napoli 1285/2007 del 28-02-2007;

c) Il terzo suborientamento prevalente

è quello che vive nel segno dell’Adu-

nanza Plenaria del Consiglio di Stato

n. 1/2002, secondo il quale “la nuova

formulazione del testo normativo ha

in effetti inteso superare l’interpre-

tazione “restrittiva” dell’oggetto del

giudizio ex art. 21-bis - circoscritto

alla sola declaratoria dell’obbligo di

risposta dell’amministrazione - affer-

matasi dopo il 2000 nella giurispru-

denza amministrativa. Ma la mancata

riforma del rito speciale (che resta

caratterizzato da forti connotati ac-

celeratori incompatibili con l’espleta-

mento di accertamenti tecnici e con

l’acquisizione di prove complesse),

nonché gli inaggirabili limiti di separa-

zioni dei poteri, hanno indotto il G.A.

a chiarire che, pur dopo la novella del

2005, l’accesso alla cognizione della

fondatezza della pretesa nel merito

è limitato al caso di attività vincolate

e allorché si tratti di “ipotesi di ma-

nifesta fondatezza o infondatezza

della pretesa sostanziale”. Pertanto,

nell’ambito del giudizio sul silenzio, il

giudice potrà

conoscere del-

la accoglibilità

dell’istanza:

a) nell’ipotesi

di manifesta

fonda tezza ,

allorché siano

richiesti prov-

vedimenti am-

ministrativi do-

vuti o vincolati

in cui non c’è

da compiere

alcuna scelta

discrezionale

che potreb-

be sfociare in

diverse solu-

zioni, e fermo restando il limite della

impossibilità di sostituirsi all’ammini-

strazione;

b) nell’ipotesi in cui l’istanza è manife-

stamente infondata, sicché risulti del

tutto diseconomico obbligare la p.a.

a provvedere laddove l’atto espresso

non potrà essere che di rigetto.

Tale orientamento è suffragato dal

Consiglio di Stato, che si pone nel

senso dell’inammissibilità della con-

versione del rito speciale ex art.21-

bis in rito ordinario: il privato deve

impugnare il provvedimento tardivo

esplicito di reiezione con un nuovo ri-

corso, volto ad attivare un nuovo pro-

cesso (il processo impugnatorio), non

potendo innestare questo segmento

impugnatorio nell’ambito del proces-

so sul silenzio, regolamentato da una

norma che prevede un rito speciale. Il

G.A. del silenzio deve dichiarare non

già cessata la materia del contendere

(non essendo stato soddisfatto anco-

ra l’interesse del privato), ma estinto

il processo per sopravvenuto difetto

d’interesse. La tesi poggia sull’assunto

dell’eccezionalità della ipotesi in cui

l’ordinamento prevede conversioni

di rito (art. 40 c.p.c.). Con riferimen-

to al rito speciale ex art. 21-bis, L.

n.1034/1971, manca invero una nor-

ma che espressamente preveda la

possibilità della conversione del rito

originario sul silenzio in un rito ordi-

nario: si adduce quindi un principio di

tipicità dei casi in cui il legislatore con-

templa ed ammette la conversione dei

riti. La giurisprudenza del Consiglio di

Stato sembra quindi avere delineato

una doppia tutela avverso il silenzio-

rifiuto: una tutela speciale attraverso

lo strumento di cui all’art. 21 bis per i

casi di silenzio “assoluto”, ossia di as-

senza di qualsivoglia manifestazione

provvedimentale della P.A., ed una or-

dinaria per le ipotesi in cui vi è provve-

dimento amministrativo (in aggiunta al

silenzio-rifiuto). Nello stesso senso Tar

Napoli, Sez. III, 27 settembre/31 otto-

bre 2007, n. 10329: in tema di silen-

zio-rifiuto, dopo la legge n. 205/2000

che ha introdotto l’art. 21 bis della L.

1034/1971, oramai si configurano due

riti contro il silenzio: il primo, quel-

lo previsto dall’art. 2 L .n. 205/2000,

connotato in termini di semplicità e

celerità, ma contraddistinto da pote-

ri cognitori e

decisori circo-

scritti alla mera

declarator ia

del l ’obbl igo

di provvede-

re; il secondo,

quello ordina-

rio, più lungo

e complesso,

ma che rende

possibile ac-

certare anche

la fondatezza

della pretesa

giudiziale, sen-

za invadere la

sfera riservata

alla PA: infatti,

Page 26: Sicurezza Ambiente n.04-09

nel caso in cui al silenzio della P.A. si

accompagni un atto illegittimo, il G.A.

nel dichiarare l’obbligo di provvede-

re, può incidentalmente sindacare

l’atto illegittimo sottostante al silenzio

tenuto dalla P.A, annullandolo. Trattasi

di sindacato che investe la legittimità

dell’atto, ma non pretende assoluta-

mente di sostituirsi all’amministratore:

tali ipotesi sono tutt’altro che rare, e

possono configurarsi in ogni procedu-

ra selettiva (procedimenti ad eviden-

za pubblica e concorsi) quando vi sia

una illegittima esclusione di un sogget-

to partecipante a tali procedimenti. Il

G.A in questi casi conosce del bene

della vita alla base della pretesa so-

stanziale dell’istante ma nei limiti della

declaratoria della illegittimità dell’atto

viziato sottostante il silenzio serbato

dalla P.A. sull’istanza del privato.

Fra i tre suborientamenti è preferibi-

le quello di cui alla lettera b) relativo

all’ammissibilità della conversione del

rito speciale in rito ordinario in caso

di sopravvenienza del provvedimen-

to, giusta impugnativa dello stesso

con i motivi aggiunti. Vero è che non

si spiegherebbe il senso innovativo

normativo di quella frase “il giudice

amministrativo può conoscere della

fondatezza della pretesa sostanzia-

le”, se riduttivamente interpretata nel

senso che il G.A. può conoscere del-

la pretesa sostanziale solo se trattasi

di atti vincolati e comunque solo nei

casi di manifesta o non manifesta in-

fondatezza della pretesa in sintonia

con la specialità del rito ex art. 21-bis

L. 1034/71: ciò era possibile già prima

dell’introduzione dell’art. 2, comma

5, L. 241 del 1990 e dopo l’intervento

della Legge 2000/205 di riforma del

processo amministrativo che ha inse-

rito per l’appunto l’art. 21 bis: se così

fosse la L. 80/2005 che ha modificato

l’art. 2, comma 5, L.241/90 sarebbe

una mera traduzione legislativa dei

due limiti (atti vincolati, pronta risol-

vibilità) tratti dai principi generali e

dalle elaborazioni giurisprudenziali

precedenti la sua entrata in vigore. Ma

non è così, il G.A. invero può spingersi

sino a sindacare anche la sostanza del-

la pretesa nell’ambito della legittimità

dell’atto amministrativo sopravvenuto

che faccia cessare l’inerzia dell’Ammi-

nistrazione, qualora questo sia ritual-

mente impugnato con i motivi aggiun-

ti, determinandosi la conversione del

rito speciale del silenzio in un giudizio

di tipo impugnatorio in ossequio al

generale principio di conservazione e

d’economia dei mezzi giuridici e prin-

cipalmente perché in armonia con lo

spirito della L. 2000/205 sul processo

amministrativo che è quello di render-

lo snello, rapido ed efficace.

Per quanto concerne i rapporti tra il

silenzio ed il risarcimento dei danni,

alla luce della Adunanza Plenaria 26-

03-2003 n. 4, può porsi il problema

se la mancata attivazione del rimedio

giurisdizionale contro il silenzio pre-

giudichi la seguente azione risarcito-

ria. Il che sembrerebbe da escludersi,

posto che la pregiudizialità tra pro-

nuncia di annullamento e pronuncia

risarcitoria pare dipendere dall’im-

possibilità per il giudice amministrati-

vo di “disapplicare atti amministrativi

non regolamentari”. Atti che, in caso

di silenzio, per definizione non sussi-

stono, sicché parrebbe neppure por-

si il problema della disapplicazione di

provvedimenti inoppugnati: la regola

della pregiudizialità fatta valere dal

giudice amministrativo e, dunque,

della necessità che l’azione volta al ri-

sarcimento sia preceduta dall’annulla-

mento, si fonda sul presupposto della

“tendenziale subordinazione della

tutela risarcitoria alla tutela impugna-

toria”, la quale ultima, stante la pecu-

liarità dell’azione contro il silenzio, è

insussistente. Si conclude, pertanto,

che nei casi di c.d. silenzio assoluto,

laddove non sussistono collegamenti

diretti o indiretti ad atti amministrati-

vi, si può chiedere il risarcimento dei

danni davanti al Giudice Ordinario,

sempre che ovviamente si dia prova

degli estremi che integrano la fatti-

specie di cui all’art. 2043 c.c.; mentre

nei casi di silenzio c.d. relativo, sus-

sistendo comunque un collegamento

diretto o indiretto con un atto ammi-

nistrativo, di quest’ultimo ne dovrà

essere dichiarato il pregiudiziale an-

nullamento, anche in via incidentale,

per il risarcimento dei danni, il quale

potrà essere chiesto cumulativamente

innanzi allo stesso giudice amministra-

tivo.

1 Ciò dopo l’emanazione della famo-

sa sentenza della Corte Costituzionale

n.204 del 2004 in cui si rileva l’incosti-

tuzionalità del d.lgs. 80/98, divenuto

successivamente articolo 7 della L.

205/2000 per eccesso di delega; in

quanto si delega al Governo la pos-

sibilità di attribuire al GA più poteri

di quanti non si possono attribuire

secondo il dettato dell’articolo 113

della Costituzione. Per tali motivi la

sentenza stralcia l’inciso “comporta-

menti” dalla competenza del G.A; pri-

ma della riforma egli conosceva di atti,

provvedimenti e comportamenti, ora

conosce di atti e provvedimenti ma

non di comportamenti ossia non co-

nosce delle attività che al PA compie in

facto. Tuttavia l’espunzione dei “com-

portamenti” deve essere interpreta-

ta sistematicamente sulla base della

motivazione della sentenza n. 204

del 2004, dovendosi ritenere sottratti

alla giurisdizione del G.A. solamente i

comportamenti non riconducili, nep-

pure in via mediata, all’esercizio della

funzione amministrativa (cfr. TAR Pu-

glia Bari sez. II, 29-09-2004, N. 4882;

TAR Abruzzo n. 494 del 2005). •

N. 4 - - pag. 27

Page 27: Sicurezza Ambiente n.04-09

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ambienteLuccA, opErAtIvo IL cop pEr LA GEStIonE dEGLI IncEndIA cura della Segreteria Regionale UGL-CFS

Aumenta il livello d’al-

lerta per prevenire e

contrastare gli incen-

di boschivi. Da questa

mattina è operativo a

Lucca il Centro operativo provinciale

(Cop) di Palazzo Ducale per l’azione

di contrasto degli incendi boschivi e la

gestione degli eventi, mentre da alcuni

giorni - in virtù del fatto che già a mag-

gio le temperature erano praticamen-

te estive - la Provincia ha anticipato di

un mese (dal 1° giugno invece che dal

1° luglio) il periodo ad alto rischio che

terminerà, salvo proroghe, il 31

agosto.

Con l’apertura del Cop, quindi,

torna operativa la task force per

prevenire, contrastare e spegnere

gli incendi boschivi sul territorio

anche attraverso le indicazioni conte-

nute nel Piano operativo dell’antincen-

dio boschivo elaborato dalla Provincia,

che coordina tutte le forze locali per

la lotta agli incendi. L’attività del Cen-

tro operativo - che rimarrà in funzione

fino al 15 settembre - è attuata con

la collaborazione del personale della

Provincia (tecnici e Polizia provincia-

le), del Corpo Forestale dello Stato e

del Comando provinciale dei Vigili del

Fuoco. L’attività di antincendio boschi-

Squadre per lo spegnimento nelle aree di Lucca e della Piana, della Mediavalle del Serchio-Garfagnana e della Versilia.

Sempre operativo un tecnico h 24 pronto a partire dopo la segnalazione

vo sul territorio prevede l’attivazione

di squadre per lo spegnimento nelle

aree di Lucca e della Piana, della Me-

diavalle del Serchio-Garfagnana e del-

la Versilia. Per tutte e 4 le aree è sem-

pre operativo un tecnico h 24 pronto

a partire dopo la segnalazione. Oltre

alla Provincia e alle Comunità monta-

ne, che mettono a disposizione tec-

nici per la direzione delle operazioni

di spegnimento nell’arco delle 24 ore,

sono attivate squadre di operai fore-

stali delle comunità montane e circa

400 soci di 18 associazioni di volon-

tariato che collaborano all’attività di

pattugliamento, verifica segnalazioni e

spegnimento. Il Corpo forestale dello

Stato provvederà, con il proprio nu-

cleo investigativo (Nipaf), a svolge-

re attività di ricerca delle cause e di

eventuali responsabilità degli incendi

boschivi. I Vigili del Fuoco collabore-

ranno anche per il contenimento dei

danni alle infrastrutture e alle abita-

zioni in caso di incendio boschivo. Le

autorità ricordano che non si possono

accendere fuochi a distanza inferio-

re di 200 m. dal bosco dopo l’alba e

questi devono essere spenti alle 9 del

mattino. L’accensione dei fuochi nei

boschi è comunque sempre vietata

salvo specifica autorizzazione.

Le attività del cop

Il Centro operativo provinciale gesti-

sce gli eventi dalle ore 8.00 alle 20.00.

La Regione ha attivato convenzioni

per il servizio elicotteri AIB regionale

e con le associazioni di volontaria-

to mentre la stessa Regione, così

come le Comunità montane e i Co-

muni attivano convenzioni con le

18 organizzazioni di volontariato

presenti sul territorio. Inoltre la Re-

gione ha sottoscritto accordi con i

Vigili del Fuoco per una loro collabo-

razione per le attività di spegnimento.

La Polizia provinciale collabora, oltre

alla gestione del COP, alle operazioni

sia per quanto riguarda l’aspetto del-

la regolamentazione del traffico nelle

zone colpite sia con attività di pattu-

gliamento per l’opera di prevenzione

sul territorio.

Il presidente della Provincia Stefa-

no Baccelli si rivolge direttamente ai

cittadini.”L’impostazione organizzati-

Con l’apertura del Cop torna operativa la task force per prevenire,

contrastare e spegnere gli incendi boschivi sul territorio

Page 28: Sicurezza Ambiente n.04-09

N. 3 - - pag. 29

va che i soggetti preposti si sono dati

rimane fondamentale - dichiara - ma

fenomeni di questo tipo si prevengo-

no e si contrastano soprattutto grazie

all’attenzione, alla sensibilità e al sen-

so civico dei cittadini. Ripeto, quindi,

le raccomandazioni di non accendere

fuochi in questo periodo, anche per-

ché sono previste pesanti sanzioni e,

in caso di incendio boschivo, anche

la denuncia penale. Per questo mo-

tivo chiedo la collaborazione di tutti

per favorire la tempestività di segna-

lazione al Cop o al numero verde, in

caso di fumo in area boscata e non. I

questi casi, infatti, la rapidità di inter-

vento, che va dai 5 ai 20 minuti dal

momento della telefonata di avviso, è

fondamentale. Meglio raccogliere un

falso allarme in più che mancare un

intervento per la segnalazione di un

piccolo focolaio che può trasformarsi

in un rogo devastante”.

recapiti telefonici - COP 0583 -

476234: attivo fino al 15 settembre

(salvo proroghe) dalle ore 8.00 alle

20.00 con operatore; dalle 20.00 alle

8.00 con segreteria telefonica che

fornisce il numero verde della SOUP

(Sala operativa unificata permanen-

te) regionale 800 425 425 attivo 24

ore su 24, oppure il 115 dei Vigili del

Fuoco e il 1515 del Corpo Forestale

dello Stato.

I dati del 2008 - L’andamento degli in-

cendi in Toscana nel 2008, sino a fine

settembre, ha fatto riscontrare 1.137

eventi di cui 445 incendi boschivi. La

superficie totale danneggiata è sta-

ta di 1.312 ettari (Ha), di cui 875 in

caso di incendi classificati boschivi.

Sul territorio della provincia di Lucca,

nel 2008, si sono verificati, fino al 30

settembre, 150 incendi per 577 ettari

contro i 161 e 524 Ha del 2007 e 179

incendi con 351 Ha del 2006. La pun-

ta massima - a livello statistico negli

ultimi anni - rimane comunque quella

della torrida estate del 2003 con 199

incendi e ben 2.717 ettari danneg-

giati. Anche il 2008 è stato piuttosto

siccitoso e, a detta degli esperti, i

danni potevano essere molto mag-

giori. La provincia di Lucca ha avuto a

livello regionale il maggior numero di

eventi: 90 incendi classificati boschivi

per una superficie mista danneggia-

ta di 442 Ha (205 bosco e 237 non

bosco), seguono i territori provincia-

li di Firenze con 70 episodi e Massa

Carrara con 60. La sola analisi del pe-

riodo estivo (ossia dal 1° giugno al

30 settembre) degli incendi boschivi

vede sempre la provincia di Lucca in

testa con 64 eventi, seguita da Firen-

ze (57) e Arezzo (43). Il dato più

preoccupante è rappresentato dalla

superficie danneggiata che, sul terri-

torio provinciale lucchese, è risultata,

in estate, di 226 ettari contro i 76 di

Pisa e i 52 di Siena, rispettivamente al

2° e 3° posto per superficie.

(Fonte: agenziaimpress.it)

Page 29: Sicurezza Ambiente n.04-09

N. 4 - - pag. 30

sindacale

prEcEdEnzA ALL’occupAzIonEA cura de l’Ufficio Stampa UGL

Polverini: “Prima incentivare l’occupazione. Poi ragionare su una riforma degli ammortizzatori sociali”

di fronte ad una crisi così

prolungata e senza

precedenti “bisogna in-

centivare il più possibi-

le l’occupazione e poi

iniziare a ragionare sulla riforma degli

ammortizzatori sociali”, è quanto sostie-

ne il segretario generale dell’Ugl, Renata

Polverini. La tutela dei posti di lavoro

resta all’ordine del giorno. I dati dell’In-

ps sull’andamento della cig ordinaria a

maggio segnano una crescita del 609,28

per cento rispetto allo scorso anno. No-

nostante una lieve flessione nel mese di

maggio rispetto ad aprile, il ricorso alla

cassa integrazione resta elevato.

Per Polverini inoltre gli ammortizzatori

sociali non devono diventare un’arma a

doppio taglio e vanno legati ad una con-

dizione ben precisa nei confronti delle

imprese, quella di mantenere inalterati

i livelli occupazionali. “Intanto bisogna

cercare di sostenere l’occupazione - ha

spiegato -. Le risorse vanno dirottate su

incentivi alle imprese per mantenere i

posti di lavoro e la produzione nel no-

stro Paese come ha già fatto la Francia”.

Secondo il segretario generale “è certa-

mente evidente che la crisi ha mostrato

da una parte la forza del nostro sistema

di ammortizzatori per i lavoratori a tem-

po indeterminato, in particolare nelle

grandi imprese, ma dall’altra anche tutta

debolezza per le nuove tipologie di la-

voro”.

“Dobbiamo dunque - ha rimarcato

Polverini - avviare un confronto che

porti a una riforma strutturale degli

ammortizzatori legata a processi for-

mativi e di reinserimento perché al-

trimenti rischiamo di creare strumenti

che pongono i lavoratori in una sorta

di assistenza sociale, con il rischio di

fornire un alibi alle imprese per man-

dare i lavoratori a casa”. •

Renata Polverini

Stock-xchng

Page 30: Sicurezza Ambiente n.04-09

N. 4 - - pag. 31

verdi, bianchi e rossi, pro-

prio come i colori della

bandiera italiana. Così si

presentavano il 29 Mag-

gio u.s. gli automezzi (Fiat

Panda 4x4, Fiat Sedici, pulmini 9 posti

Ducato e Furgoni Ducato) schierati sul

piazzale del comando provinciale dei

Vigili del Fuoco di Milano, consegnati

dal presidente della Regione Lombar-

dia, On. Roberto Formigoni, affiancato

dall’assessore alla Protezione civile,

Prevenzione e Polizia locale, Stefano

Maullu. Presente il Comandante Regio-

nale CFS, Ing. Ugo Mereu.

I sessantasei veicoli fanno parte di una

fornitura più ampia di circa 300 mezzi,

per un valore complessivo di oltre 20

milioni di euro, che verranno conse-

gnati tutti entro la fine del 2010.

Le nuove dotazioni andranno ad age-

volare il prezioso lavoro del Corpo fo-

restale dello Stato, dei Vigili del Fuoco

e delle colonne mobili della Protezio-

ne Civile.

Il presidente Formigoni ha sottolineato

il valore di “una bella operazione che

permette di potenziare le dotazioni

che servono a chi interviene a favore

della nostra gente”.

Nello specifico, i veicoli destinati alle

Province potranno da subito essere

utilizzati nell’ambito della missione in

Abruzzo, per consentire una turna-

zione più agevole ai volontari che set-

timanalmente si danno il cambio nei

campi gestiti dal sistema regionale di

Protezione Civile (Regione, Province,

Enti Locali e Volontariato), mentre ver-

60 mEzzI A corpo forEStALE, wwf E protEzIonE cIvILEA cura della Segreteria Regionale UGL-CFS Lombardia

ranno definiti nei prossimi giorni i det-

tagli per l’uso dei mezzi con il Corpo

Forestale ed i Vigili del Fuoco.

“C’era bisogno di interventi concreti -

ha aggiunto Formigoni - più che tanti

discorsi servono i fatti e ‘questi fatti’

montati su quattro ruote aiutano la

vostra opera e la vostra grande capa-

cità di rispondere con competenza,

tempestività e preparazione ai casi di

emergenza”.

Proprio quella tempestività che gli uo-

mini della Protezione civile lombarda

hanno dimostrato di avere la terribile

notte del 6 aprile. Da allora il “ponte

umanitario” non si è mai interrotto

e ancora oggi, come ha ricordato lo

stesso presidente, tantissimi sono i

messaggi di ringraziamento che arriva-

no alla Lombardia, capace di allestire

in pochissimo tempo quattro campi di

accoglienza e soprattutto di fornire

quel sostegno e quella compagnia di

cui i terremotati hanno dimostrato di

avere estremo bisogno.

“Con loro e tutti i volontari - ha det-

to Maullu - si è creato un legame in-

dissolubile. Per questo oggi mi sento

a casa. I vigili del Fuoco e i volontari

di Protezione Civile sono diventati la

mia seconda famiglia. L’Abruzzo mi

ha infatti insegnato il valore di queste

persone che stanno sempre un passo

indietro, ma che sono sempre pronte

ad intervenire con la loro tenacia ed

umanità”.

“Proprio questa esperienza sul campo

- ha concluso Formigoni - ci ha spin-

ti a finanziare con quasi 7 milioni di

euro la ricostruzione della Casa dello

Studente da 120 posti letto che sarà

realizzata in tempo record. Oltre a ciò

realizzeremo anche una scuola prov-

visoria. Il nostro impegno dunque è

quello di esaltare le potenzialità di chi

presta un servizio indispensabile”. •

Il Presidente Formigoni

Page 31: Sicurezza Ambiente n.04-09

ABruzzo - SEGrEtErIA rEGIonALESEGRETARIO - DI GREGORIO ENRICO - C.DO STAZIONE L’AQUILA - 3397491670

VICE SEGRETARIO - GALLUCCI VINCENZO - CTA GRAN SASSO

BASILIcAtA SEGrEtErIA rEGIonALESEGRETARIO - MORESCHI DANIELE - COMANDO PROV.LE POTENZA - 3292018805

VICE SEGRETARIO - CALABRESE SAVERIO - COMANDO PROV.LE POTENZA - 3288074626

cALABrIA - SEGrEtErIA rEGIonALE SEGRETARIO - CARIDI SAVERIO - CTA REGGIO CALABRIA - 3289215441

VICE SEGRETARIO - CASSARINO GIUSEPPE - CTA REGGIO CALABRIA - 3296215260VICE SEGRETARIO - CIPPARRONE NATALE - C.DO STAZIONE LAINO - 3284857903

cAmpAnIA - SEGrEtErIA rEGIonALESEGRETARIO - CENERE GIOVANNI - COMANDO REG.LE NAPOLI - 3201752713

VICE SEGRETARIO - MAGLIONE ROBERTO - COMANDO PROV.LE NAPOLI - 3486403411

EmILIA romAGnA - SEGrEtErIA rEGIonALE SEGRETARIO - RUSCILLO VINCENZO - C. PROV. REGGIO EMILIA - 3493176540

VICE SEGRETARIO - DI MIERI ADRIANO - C.DO STAZIONE PAVULLO NEL FRIGNANO - 3472300779

LAzIo - SEGrEtErIA rEGIonALESEGRETARIO - LUCIANI LUCIANO - ISPETTORATO GENERALE - 3296469350

LIGurIA - SEGrEtErIA rEGIonALESEGRETARIO MASSARI ROBERTO - COMANDO PROV.LE LA SPEZIA - 3343385962

VICE SEGRETARIO - VANDELLI MARINA - C.DO STAZIONE PONTEDECIMO - 3479203255

LomBArdIA - SEGrEtErIA rEGIonALESEGRETARIO REGGENTE - CLAUDIO CICETTI - COMANDO STAZIONE BARZIO - 3381106084

VICE SEGRETARIO REGGENTE - PANICHELLA DAVIDE - COMANDO REG.LE MILANO - 3465890944

mArchE - SEGrEtErIA rEGIonALESEGRETARIO - CIUFOLI DANILO - C.DO STAZIONE CAGLI - 3381029473

moLISE - SEGrEtErIA rEGIonALESEGRETARIO - PANICHELLA DOMENICO - C.DO STAZIONE CAMPOBASSO - 3381073681

VICE SEGRETARIO - GIOIA PAOLO - C.DO STAZIONE CAMPOBASSO - 3287087251VICE SEGRETARIO - DI PAOLO IOLANDA - REGIONALE CAMPOBASSO - 3398788670

pIEmontE - SEGrEtErIA rEGIonALESEGRETARIO REGGENTE - MANCUSO MAURIZIO - COMANDO REG.LE TORINO - 3462446329

VICE SEGRETARIO - SCARLATA LUIGI - COMANDO REG.LE TORINO - 3407468728VICE SEGRETARIO - LUCCHESE IGNAZIO - COMANDO REG.LE TORINO - 3290832858

puGLIA - SEGrEtErIA rEGIonALESEGRETARIO - LUISI ANTONIO - REGIONALE BARI - 3473734503

VICE SEGRETARIO - PANZA GIOVANNI - CITES BARI BIS - 3403702423VICE SEGRETARIO - TEDESCHI GIUSEPPE - REGIONALE BARI - 3388413609

VICE SEGRETARIO - NETTI EUGENIO - C.DO STAZIONE MOTTOLA - 3288390261

SIcILIA - SEGrEtErIA rEGIonALESEGRETARIO - CASTRONOVO VINCENZO - NUCLEO CITES PALERMO - 3394294487

toScAnA - SEGrEtErIA rEGIonALESEGRETARIO - IGNESTI VINCENZO - PROVINCIALE AREZZO - 3281647912

VICE SEGRETARIO - PETRANGELI ANGELO - UTB SIENA - 3478828359VICE SEGRETARIO - CHIARA CONCETTO G. - C.D: STAZIONE AREZZO - 3289538074

umBrIA - SEGrEtErIA rEGIonALESEGRETARIO - STROPPA MARCO - REGIONALE PERUGIA - 3398501020

VICE SEGRETARIO - FRATONI MARCO - PROVINCIALE PERUGIA - 3478608252

vEnEto - SEGrEtErIA rEGIonALECOMMISSARIO - GOBBO GIANNI - 3477330965

ScuoLE - SEGrEtErIA ScuoLE dEL c.f.S.SEGRETARIO REGGENTE - DI LIETO MARCO - SCUOLA CITTADUCALE - 3332502734

SEGrEtErIA ISpEttorAto GEnErALE

SEGRETARIO - ZUCCA ROBERTO - ISPETTORATO GENERALE - 3331156745VICE SEGRETARIO - FLAVIO DI LASCIO - ISPETTORATO GENERALE - 3470951455

SEGrEtErIA coA urBE E SEdI dIStAccAtESEGRETARIO REGGENTE COA - FRANCESCHINI MASSIMO - C.O.A. URBE - 3204783731

SEGrEtErIA nAzIonALE uGL corpo forEStALE dELLo StAto

VIA G. CARDUCCI, 5 - 00187 ROMA

TEL. 06/46657070 FAX 06/46657008

E-mail: [email protected]

Sito internet: www.uglcorpoforestale.it

SEGrEtArIo nAzIonALE - ScIpIo dAnILo ISpEttorAto GEnErALE - 3386119001

i dirigenti ugl-cfs

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OrganO Ufficiale dell’Uglfederazione nazionale

corpo forestale dello Stato

annO 2 - n. 4 lUgliO-agOStO 2009PeriOdicO bimeStrale

editOreNethuns srl - Via Cavalcanti, 5 - 20127 MilanoTel. 02 26116582 Fax 02 26116583

direttOre POliticODanilo Scipio

direttOre reSPOnSabileGigi Movilia

a cUra diFederazione Nazionale Corpo Forestale dello StatoTel. 06/46657070 - Fax 06/46657008 - www.uglcorpoforestale.it

cOOrdinamentO redaZiOnaleSilvia Danielli

StamPaLodigraf 2 - via Giovanni XXIII 00018 Palombara Sabina (Roma)

imPaginaZiOne e graficaDigital Photo Service - Antonello Catalano

immaginiDigital Photo Service, archivio Corpo Forestale, archivio Nethuns

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iWeVia Cialdini, 116 - 20161 Milano Tel. 02/89919852

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RE.DA. sncStrada Padana Superiore, 1 Int. F1 - 20060 Cassina Dè PecchiTel. 02/9522661

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Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) Art. 1 comma 1 - DCB MilanoAutorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008Il corrispettivo per l’abbonamento a questo periodico è escluso dal campo di applicazione dell’IVA ai sensi e per gli effetti del combinato disposto dall’ Art. 22 della legge 25/02/1987 n. 67 e dell’ Art.2.3° comma, lettera i) del D.P.R. del 26/10/1972 n.633 e successive modifiche e integrazioni. Qualora l’abbonato non dovesse trovare la pubblicazione di proprio gradimento potrà avvalersi della clausola di ripensamento e ottenere il rimborso della somma versata, richiedendola in forma scritta nei ter-mini previsti dalla legge. Dal rimborso sono escluse soltanto le eventuali spese accessorie, così come individuate ai sensi dell’ Art. 3 comma 2. Per soli fini amministrativi, l’abbonato che non intenda rinnovare l’abbonamento è pregato di darne tempestivamente comunicazione scritta alla società di diffu-sione. è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e dei materiali pubblicati senza la preventiva autorizzazione scritta dall’Editore. I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerare opinioni personali degli autori stessi, pertanto non impegnano il Direttore né il comitato di redazione. Si precisa che “Sicurezza Ambiente” non è una pubblicazione dell’Amministrazione Pubblica, né gli addetti alla diffusione possono qualificarsi come appartenenti alla stessa. La dir-ezione declina ogni responsabilità per eventuali errori e omis-sioni, pur assicurando la massima precisione e diligenza nella pubblicazione dei materiali.

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per il prossimo anno,

Ragione sociale o ditta intestataria (nome del titolare)

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Nome _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ Cognome _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

Tel _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Numero di ricevuta _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Codice abbonato _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

Concessionaria di diffusione _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

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