Settemiglia - anno I, n°7

8
settemiglia da Gerusalemme ad Emmaus …e ritorno Diocesi di Nola – Parrocchia San Francesco di Paola – Scafati – Sa MAGGIO CON MARIA La Vergine del latte A ndare nei luoghi della nostra infanzia è tornare alle radici e agli inizi della nostra vita. Anda- re dove per la prima volta ci siamo in- canta ad ammirare lo sguardo di una Madre è come tornare agli inizi della propria storia di fede: della mia storia e della mia vocazione. E’ un ritornare alle origini non per ragio- ni di nostalgia, ma per essere rinnovato dall’incontro con la bontà e la miseri- cordia di Dio, che si leggono in quegli occhi che quasi seguono ovunque, affinchè possa ricevere nuovo slancio e così riprendere il mio cammino con maggiore coraggio e consapevolezza. Vi conduco voleneri, allora, alle pen- dici del monte Fellino, dove sono cre- sciuto, dove sorse il Santuario della Madonna degli Angeli a pochi chilome- tri da Cicciano sul luogo dove, nel 1446, affiorò un muro con l’effige della Vergi- ne con il Bambino. Certamente l’influenza dei Padri Bene- deni di Montevergine che avevano un piccolo romitorio nelle vicinanze, accese nelle popolazioni locali la devo- zione e la volontà di dedicare un tem- pio al culto della Vergine. Il tempio ori- ginale ubicato in prossimità dell’alveo del Fellino, fu distruo dalla furia di un’alluvione, movo per cui esso ven- ne ricostruito ad una quota superiore di circa tre metri, come tesmoniato in un’epigrafe conservata all’ingresso del Santuario. Il Santuario è stato connuamente og- geo di interven di restauro dal 1656 ad oggi, a causa soprauo dei danni provoca dalle alluvioni e dalla traci- mazione degli argini dei Regi Lagni. Il Santuario ha un’unica navata alla fine della quale è posto l’altare. Su quest’ul- mo si apre un tempieo con mpano curvo che ospita l’anca raffigurazione della Vergine, di autore ignoto del XIV secolo. Sulla parete occidentale una nicchia ospita un affresco raffigurante S. Michele Arcangelo, opera di Angelo Mozzillo del 1770. La facciata della chiesa è molto sem- plice. Il campanile seicentesco, sul lato sinistro della chiesa, è a pianta quadra- ta in sle bizanno e termina con una suggesva cupola di ispirazione orien- tale. Nel sagrato anstante il Santua- rio, ai due la del cancello d’accesso, si notano due pozzi. L’immagine della Vergine della Ma- donna con Bambino iniziò a diffondersi dal 431, dopo il concilio di Efeso, che ribadì la figura di Maria Madre di Dio, oltre che di Gesù. La versione dorinale fu portata in Oc- cidente dall’iconografia bizanna, ma la rigidità orientale venne col tempo sostuita da immagini più inme che ritraggono madre e bambino mentre si guardano e si abbracciano. La Madonna del lae, in cui il bambino viene allaato, è una delle più tenere raffigurazioni della Madre di Dio. Anche se l’immagine del santuario di Cicciano è dea “Madonna degli An- geli” a causa degli angeli raffigura, è evidente la classica impostazione ico- nografia della Vergine del Lae. Il riferimento evangelico alla Vergine, madre degli uomini oltre che del Cri- sto, acquista, nella delicatezza della Madonna del lae, una connotazione realisca e affeva. L’esposizione del seno della Vergine soolinea i tra umani dell’Incarna- Periodico Mensile Anno I - N°7 Maggio 2011 Mail ed Info: [email protected] www.settemiglia.it “Andare nei luoghi della nostra infanzia è tornare alle radici e agli inizi della nostra vita. Andare dove per la prima volta ci siamo incantati ad ammirare lo sguardo di una Madre è come tornare agli inizi della propria storia di fede” zione divina del Bambino, che viene così rappresentato nel suo terreno bi- sogno di nutrirsi e di incontrare il calore materno. Maria ci mostra il Volto materno di Dio aiutandoci ad aver fiducia di un Dio che essa stessa, donna, nutre. Anche noi abbiamo bisogno di essere nutri dalla sua tesmonianza che si rende credibile in quell’ “Eccomi” non deo una volta sola davan al messag- gero di Dio ma in tu i momentri della sua vita. Noi abbiamo bisogno certamente del- la sua protezione ma abbiamo bisogno sopratuo di averla davan a noi come modello e maestra, speranza certa che la vita del Vangelo è possibile viverla fino in fondo. Ognuno di noi ha il proprio luogo “na- tale” della fede, ognuno di noi ha un volto dipinto negli occhi del quale ripo- sare. Tu possiamo riconoscere nel Volto della Madre, le sembianze di Dio e no- stre, unite in un meraviglioso “Si”. Il “Si” della serva del Signore. don Peppino, parroco Madonna degli Angeli Santuario Madonna degli Angeli Cicciano (Na)

description

Giornale della Parrocchia San Francesco di Paola - Scafati (Sa) Supplemento a IN DIALOGO Mensile della Chiesa di Nola

Transcript of Settemiglia - anno I, n°7

Page 1: Settemiglia - anno I, n°7

settemigliada Gerusalemme ad Emmaus …e ritorno

Diocesi di Nola – Parrocchia San Francesco di Paola – Scafati – Sa

MAGGIO CON MARIALa Vergine del latte

Andare nei luoghi della nostra infanzia è tornare alle radici e agli inizi della nostra vita. Anda-

re dove per la prima volta ci siamo in-cantati ad ammirare lo sguardo di una Madre è come tornare agli inizi della propria storia di fede: della mia storia e della mia vocazione. E’ un ritornare alle origini non per ragio-ni di nostalgia, ma per essere rinnovato dall’incontro con la bontà e la miseri-cordia di Dio, che si leggono in quegli occhi che quasi ti seguono ovunque, affinchè possa ricevere nuovo slancio e così riprendere il mio cammino con maggiore coraggio e consapevolezza. Vi conduco volentieri, allora, alle pen-dici del monte Fellino, dove sono cre-sciuto, dove sorse il Santuario della Madonna degli Angeli a pochi chilome-tri da Cicciano sul luogo dove, nel 1446, affiorò un muro con l’effige della Vergi-ne con il Bambino. Certamente l’influenza dei Padri Bene-dettini di Montevergine che avevano un piccolo romitorio nelle vicinanze, accese nelle popolazioni locali la devo-zione e la volontà di dedicare un tem-pio al culto della Vergine. Il tempio ori-ginale ubicato in prossimità dell’alveo del Fellino, fu distrutto dalla furia di un’alluvione, motivo per cui esso ven-ne ricostruito ad una quota superiore di circa tre metri, come testimoniato in un’epigrafe conservata all’ingresso del Santuario. Il Santuario è stato continuamente og-getto di interventi di restauro dal 1656 ad oggi, a causa soprattutto dei danni provocati dalle alluvioni e dalla traci-mazione degli argini dei Regi Lagni. Il Santuario ha un’unica navata alla fine della quale è posto l’altare. Su quest’ul-timo si apre un tempietto con timpano curvo che ospita l’antica raffigurazione della Vergine, di autore ignoto del XIV secolo. Sulla parete occidentale una nicchia ospita un affresco raffigurante S. Michele Arcangelo, opera di Angelo

Mozzillo del 1770. La facciata della chiesa è molto sem-plice. Il campanile seicentesco, sul lato sinistro della chiesa, è a pianta quadra-ta in stile bizantino e termina con una suggestiva cupola di ispirazione orien-tale. Nel sagrato antistante il Santua-rio, ai due lati del cancello d’accesso, si notano due pozzi.L’immagine della Vergine della Ma-donna con Bambino iniziò a diffondersi dal 431, dopo il concilio di Efeso, che ribadì la figura di Maria Madre di Dio, oltre che di Gesù. La versione dottrinale fu portata in Oc-cidente dall’iconografia bizantina, ma la rigidità orientale venne col tempo sostituita da immagini più intime che ritraggono madre e bambino mentre si guardano e si abbracciano.

La Madonna del latte, in cui il bambino viene allattato, è una delle più tenere raffigurazioni della Madre di Dio. Anche se l’immagine del santuario di Cicciano è detta “Madonna degli An-geli” a causa degli angeli raffigurati, è evidente la classica impostazione ico-nografia della Vergine del Latte. Il riferimento evangelico alla Vergine, madre degli uomini oltre che del Cri-sto, acquista, nella delicatezza della Madonna del latte, una connotazione realistica e affettiva. L’esposizione del seno della Vergine sottolinea i tratti umani dell’Incarna-

Periodico MensileAnno I - N°7Maggio 2011Mail ed Info:[email protected]

“Andare nei luoghi della

nostra infanzia è tornare

alle radici e agli inizi della

nostra vita. Andare dove

per la prima volta ci siamo

incantati ad ammirare lo

sguardo di una Madre è

come tornare agli inizi della

propria storia di fede”

zione divina del Bambino, che viene così rappresentato nel suo terreno bi-sogno di nutrirsi e di incontrare il calore materno. Maria ci mostra il Volto materno di Dio aiutandoci ad aver fiducia di un Dio che essa stessa, donna, nutre. Anche noi abbiamo bisogno di essere nutriti dalla sua testimonianza che si rende credibile in quell’ “Eccomi” non detto una volta sola davanti al messag-gero di Dio ma in tutti i momentri della sua vita. Noi abbiamo bisogno certamente del-la sua protezione ma abbiamo bisogno sopratutto di averla davanti a noi come modello e maestra, speranza certa che la vita del Vangelo è possibile viverla fino in fondo. Ognuno di noi ha il proprio luogo “na-tale” della fede, ognuno di noi ha un volto dipinto negli occhi del quale ripo-sare. Tutti possiamo riconoscere nel Volto della Madre, le sembianze di Dio e no-stre, unite in un meraviglioso “Si”. Il “Si” della serva del Signore.

don Peppino, parroco

Madonna degli AngeliSantuario Madonna degli Angeli

Cicciano (Na)

Page 2: Settemiglia - anno I, n°7

settemigliasettemiglia

Amo Fabrizio De André! Lo dichia-ro pubblicamente senza remore né pudore. È un amore che dura

da sempre, da quando, a sedici anni, sentii La guerra di Piero, La canzone di Marinella e poi Via del Campo, Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poi-tiers, Girotondo, Bocca di rosa, La bal-lata del Michè, Il pescatore, La canzone dell’amore perduto, Un giudice, fino a Don Raffaè, Volta la carta, e tante, tan-te altre. Mentre scrivo sto ascoltando, ancora una volta, Fiume Sand Creek. Non ci posso fare niente, mi emoziono, mi sento percorso dai brividi dei ricor-di di una gioventù mai completamente abbandonata (per mia fortuna), duran-te la quale i progetti, spesso, si con-fondevano coi sogni, coi desideri, con le utopie: la pace, la giustizia, il trionfo della ragione sulla paranoia dell’arro-ganza e della presunzione. È così radi-cato in me quest’uomo, questo cantan-tepoeta, che anche quando si parla di fede, di religione, di santità, non è im-probabile che mi venga in mente alme-no un cenno alle sue canzoni. “E te ne vai, Maria, fra l’altra gente che si raccoglie intorno al tuo passare, sie-pe di sguardi che non fanno male nella stagione di essere madre. Sai che fra un’ora forse piangerai poi la tua mano nasconderà un sorriso: gioia e dolore hanno il confine incerto nella stagione che illumina il viso. Ave Maria, adesso che sei donna, ave alle donne come te, Maria, femmine un giorno per un nuo-vo amore povero o ricco, umile o Mes-sia. Femmine un giorno e poi madri per sempre nella stagione che stagioni non sente.” “Ave Maria” fu pubblicata nel 1970, nell’album “La buona novella” ed è un delicatissimo canto dedicato alla fanciulla, o poco più, che disse il suo “sì” per sempre a Dio. De André ne ha fatto un inno alla donna-madre, a co-lei che, senza rinunciare alla sua fem-minilità, ha sublimato la nostra natura con quanto di più bello, di più grande, di più misterioso possa capitare a una creatura umana, a una donna: diventa-re mamma. Non importa di chi, se di un povero, di un ricco o dello stesso Mes-sia, ciò che conta più di tutto è l’essere madre. Davanti a questa parola l’intero

OMAGGIO A VOI, DONNE E MAMMEA spasso con De Andrè per le vie dell’anima

genere umano dovrebbe ammutolirsi e restare in estatica contemplazione. Lo so, potrei sembrare esagerato, anacro-nistico, ma, fino a prova contraria, per rappresentare l’amore di una creatura verso un’altra creatura, un amore che sia insieme gratuito, sincero, più forte di ogni limite, dobbiamo rappresentar-lo con il volto di una madre che abbrac-cia suo figlio. Anche la Chiesa, per definire l’amo-re di Dio, è ricorsa all’immagine della maternità. Se così non fosse stato, nel racconto della creazione non avrem-mo letto che Dio ha fatto l’uomo a sua immagine, “maschio e femmina”. Dun-que ha ragiona De André nel dire che la maternità non è una funzione, ma una condizione inalienabile della donna, uno stato dell’anima. Nessuno sulla ter-ra può comprendere fino in fondo cosa sia il bene se non una donna-mamma. In lei si realizza pienamente l’umanità perché è in lei che matura la relazione io-tu-noi. Nel grembo della madre non si forma solo una nuova vita, ma si rigenera ogni volta l’atto stesso della creazione. Per-ciò, finché ci saranno donne che conce-piranno e partoriranno con amore, la vita sulla terra non sarà mai in pericolo! A meno che non le metteremo in condi-zione di rinunciare ad essere madri. Il che non mi sembra tanto improbabi-

le, nella nostra società occidentale tut-ta opulenza, consumismo, vacuità. Ma ancora una volta ci vene in aiuto il grande De André che ci mette in allar-me, ci apre gli occhi, ci dà uno schiaffo benefico e ci canta che: “c’è amore un po’ per tutti e tutti quanti hanno un amore sulla cattiva strada”. Non è mai troppo tardi per aprire gli occhi e vedere il bello che c’è intorno a noi, a partire dalle donne di casa no-stra. “E te ne vai, Maria, fra l’altra gente…”

Vincenzo Fiorenza

Riflessioni 2

“C’è amore un po’ per tutti e tutti quanti hanno

un amore ”

Fabrizio De AndréGenova, 18 febbraio 1940Milano, 11 gennaio 1999Cantautore

Page 3: Settemiglia - anno I, n°7

settemigliasettemiglia Riflessioni 3

A volte la vita appare come qual-cosa di scontato. Viviamo in un modo talmente frenetico che

non ci accorgiamo che alle nostre spal-le, al nostro fianco e davanti ai nostri occhi ci sono quelle figure che hanno deciso, insieme al Padre Nostro, di farci questo immenso dono. “Nessun dono è più grande di questa piccola cosa che è la vita” ci direbbe il caro Vecchioni. Scegliere di diventare madri però im-plica coraggio, forza, voglia di dare alla luce un essere e imprimerlo di emozio-ni con il desiderio di donargli tutto ciò che si può. E c’è un amore, un istinto che va oltre ogni sorta di problema in-teriore od esteriore. È l’amore di una coppia che ha bisogno di non bastare più a se stessa ma di donare calore, dol-cezza ancora, ancora e per sempre. Le parole della psicologa psicoterapeu-ta Danila Tagliatatela che si occupa di linguaggio e comunicazione presso la Facoltà di Psicologia I della Sapienza di Roma, ci faranno fare un viaggio nei meandri e nelle dolcezze della mater-nità. “Cosa l’ha spinta a occuparsi di mater-nità?”“Ho avuto un’esperienza bellissima che mi ha indotto a proporre l’iniziativa sul-la gravidanza, quando ero studentessa, con un docente che si occupava dello studio del comportamento infantile nelle prime ore di vita. Osservavamo le proprietà comunicative che si instau-ravano tra un neonato ed un adulto o,come definiamo in termini tecnici, “comunicante”, cioè disponibile e pro-positivo alla comunicazione, oppure un adulto neutro. In quel momento mi si è aperto un mondo. Notavo del-le neo-mamme impacciate, insicure e dei neonati invece splendidi, pronti a comunicare, da subito. Per questo mo-tivo propongo un corso durante la gra-vidanza. Le mamme dovrebbero essere consapevoli di quanto il bambino sia capace di assorbire e pronta al cambia-mento che avverrà in se stessa e nella coppia.”“Dunque le mamme, oggi, sono più preoccupate per il bambino o di non riuscire ad essere abbastanza per lui?”“Non c’è una risposta univoca. Nelle

donne che vivono la propria maternità con paura, è importante comprendere quanto le loro preoccupazioni siano reali. È probabile infatti che derivino dal rapporto con le donne significati-ve della loro famiglia o dalla paura del cambiamento radicale che il loro corpo dovrà subire. Una gravidanza è un viaggio che stra-volge mente e corpo. Spesso può cre-are problemi, può limitare, e oscura quella positività, quella ricchezza che in realtà c’è. La madre deve comprendere che è essenziale che continui ad essere donna anche per trasmettere il concet-to che i desideri, i sogni personali non devono mai essere accantonati.”“Ma cos’è che esprime oggi la materni-

tà? Cos’è che le mamme possono tra-smettere al mondo?”“La prima cosa che mi viene in mente è l’empatia. La donna sa stare con l’al-tro, sa sentire quello che l’altro sente e questa capacità cresce con lei e si am-plifica nel momento in cui concepisce un figlio. Questo abbiamo da imparare. Perché è qualcosa naturale, che lascia sbalorditi. I neonati chiedono contatto, con piccolissime segnalazioni, muoven-do le manine, cercando con gli occhi. E la mamma sente questo e lo sente qui, nella pancia. È questa, io penso che sia questa la magia.”E direi che ha proprio ragione, cara Dtt.ssa… cos’è tutto questo se non magia?

Rosa Matarazzo

NASCERE CON ARTEVoglio che le donne siano consapevoli di quello che c’è

Prof. Danila Taglialateladocente Facoltà di Psicologia IUniversità La Sapienza di Roma

Page 4: Settemiglia - anno I, n°7

settemigliasettemiglia Calendario - Maggio 2011 - 4

Attori per Difettoin“ce’ penza mammà”commedia brillante in 2 atti di Gaetano e Olimpia di Maio

La storia si basa su un intreccio divertentissi-mo, tante le situazioni comiche, grottesche, paradossali e ad dirittura toccanti. Una mamma muore in giovanissima età e lascia quattro figli, i quali per volere della stessa, vivono tutti insie-me. Dopo la sua dipartita, lei compare e conti-nua a dare direttive, consigli e addirittura ordi-ni! Tutto ciò provoca piccoli ed esilaranti litigi e disagi in famiglia.

21 - 22 Maggio

Programma Festa San Francesco26 - 27 - 28 Maggio

27 MAGGIOore 19.00 Processione del Santovia L.Sicignano - via F.Cozzolino - via G.Vitiello

ore 19.30 Santa Messa - via G.VitielloRitorno dell’immagine del Santo nella chiesa parrocchiale

28 MAGGIO ore 17.00 Apertura mercatino prodotti tipici

ore 18.00 Sfilata per le strade cittadine del gruppo Folcloristico “Zompa Cardillo” e della scuola di Tarantella di Monte Marano

ore 20.00 X Sagra Antichi Sapori – I Raduno Artisti di Strada

ore 21.30 Spettacolo MusicaleSimone Carotenuto – Tammorrari del Vesuvio

29 MAGGIOore 17.00 Apertura mercatino prodotti tipici

29 MAGGIOore 19.00 Santa MessaProcessione dell’immagine del SantoCorso Nazionale - via Giovanni XXIII - via M.d’Ungheria - Corso Nazionale

Concerto del coro “Alba plena” diretto dal maestro Francesco Scarico

ore 20.00 X Sagra Antichi Sapori - I Raduno Artisti di Strada

ore 21.00 “Banda musicale Santuario Madonna Liberatrice dai flagelli”concerto bandistico diretto dal maestro Fabrizio Capoturucci

Orario Celebrazioni

Giorni Feriali:Ore 19.00 Chiesa Grande

Giorni Festivi:Ore 08.30 Chiesa GrandeOre 11.00 Chiesa GrandeOre 19.00 Chiesa Grande

Page 5: Settemiglia - anno I, n°7

settemigliasettemiglia Vangelo 5

01 MaggioVangelo Gv 20, 19-31La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

08 MaggioVangelo Lc 24, 13-35Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli rispo-sero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono re-cate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

15 MaggioVangelo Gv 10, 1-10In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché cono-scono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

22 MaggioVangelo Gv 14, 1-12In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».

29 MaggioVangelo Gv 14, 15-21In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Page 6: Settemiglia - anno I, n°7

settemigliasettemiglia Riflessioni 6

GIOVANNI PAOLO IIUna vita al servizio di Dio

Il 1° maggio 2011, II domenica di Pa-squa, festa della Divina Misericordia, nonché memoria di san Giuseppe

lavoratore, il Santo Padre Benedetto XVI ha proclamato Beato il Servo di Dio Papa Giovanni Paolo II. Il fatto che la beatificazione di Giovanni Paolo II sia avvenuta nel primo giorno del mese mariano, sotto lo sguardo materno di Colei che, con la sua fede, sostenne la fede degli Apostoli, e continuamente sostiene la fede dei loro successori, specialmente di quelli che sono chia-mati a sedere sulla cattedra di Pietro è stata di sicura gioia per quanti hanno visto in lui la mano materna di Gesù in terra. Karol Józef Wojtyła, nacque a Wadowi-ce (Polonia), il 18 maggio 1920. Era il secondo dei due figli di Karol Wojtyła e di Emilia Kaczorowska, la quale morì nel 1929. A nove anni ricevette la Prima Comunione ed a diciotto anni il sacra-mento della Cresima. Terminati gli studi nella scuola superiore di Wadowice, nel 1938 si iscrisse all’Università Jagellóni-ca di Cracovia. Quando le forze di oc-cupazione naziste chiusero l’Università nel 1939, il giovane Karol lavorò (1940-1944) in una cava e poi in una fabbrica chimica Solvay per potersi guadagnare da vivere ed evitare la deportazione in Germania.A partire dal 1942, sentendosi chia-mato al sacerdozio, frequentò i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia. Nel contempo, fu uno dei promotori del “Teatro Rap-sodico”. Dopo la guerra, continuò i suoi studi nel seminario maggiore di Cracovia, nuovamente aperto, e nella Facoltà di Teologia dell’Università Jagellónica, fino alla sua ordinazione sacerdotale, a Cracovia, il 1° novembre 1946. Suc-cessivamente, fu inviato a Roma, dove conseguì il dottorato in teologia (1948), con una tesi sul tema della fede nelle opere di San Giovanni della Croce. Nel 1948 ritornò in Polonia dove fu coadiutore di alcune parrocchie e cap-pellano degli universitari fino al 1951, quando riprese i suoi studi filosofici e teologici. Più tardi, divenne professore di Teo-logia Morale ed Etica nel seminario

maggiore di Cracovia e nella Facoltà di Teologia di Lublino. Il 4 luglio 1958, il Papa Pio XII lo nominò Vescovo Au-siliare di Cracovia e titolare di Ombi. Ricevette l’ordinazione episcopale il 28 settembre 1958 nella cattedrale del Wawel (Cracovia) ed il 13 gennaio 1964 fu nominato Arcivescovo di Cracovia da Papa Paolo VI, che lo creò Cardinale il 26 giugno 1967.

Fu eletto Papa il 16 ottobre 1978, mese dedicato alla Madonna del Rosario.Lo stemma episcopale e poi papale di Karol Wojtyła era realizzato da una croce d’oro, una “emme” in basso a destra, e il motto “Totus tuus”, che cor-risponde alla celebre espressione di san Luigi Maria Grignion de Montfort, nella quale Karol Wojtyła ha trovato un principio fondamentale per la sua vita: “Totus tutus ego sum et omnia mea tua sunt. Accipio Te in mea omnia. Praebe mihi cor tuum, Maria – Sono tutto tuo e tutto ciò che è mio è tuo. Ti prendo per ogni mio bene. Dammi il tuo cuore, o Maria” (Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, n. 266).La sua sollecitudine di Pastore della Chiesa trovò espressione, nella istitu-zione di numerose diocesi e circoscri-zioni ecclesiastiche, nella promulgazio-ne dei Codici di Diritto Canonico latino

“Come il Padre ha amato me,

così anch’io ho amato voi. Ri-

manete nel mio amore”

(Gv 15, 9)

e delle Chiese Orientali, del Catechismo della Chiesa Cattolica. Proponendo al Popolo di Dio momenti di particolare intensità spirituale indisse l’Anno della Redenzione, l’Anno Mariano e l’Anno dell’Eucaristia nonché il Grande Giubi-leo del 2000. Avvicinò le nuove gene-razioni indicendo la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù.È nel crepuscolo di sabato 2 aprile del 2005, vigilia della Divina Misericordia, da lui istituita, che lascia questa terra per passare a miglior vita. Giovanni Paolo II è stato un Papa Maria-no per eccellenza, sperimentò sempre un intenso legame con la Madre di Dio, divenuto ancora più forte dopo essere miracolosamente sopravvissuto all’at-tentato di Ali Agcà il 13 maggio 1981, ricorrenza della Madonna di Fatima. Il Papa stesso dichiarò: “Fu una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola e il Papa agonizzante si fermò sulla soglia della morte”Dopo aver incontrato Suor Lucia, l’an-ziana religiosa unica sopravvissuta dei tre bambini ai quali Maria apparve a Fatima nel 1917, fece pubblicare il ter-zo segreto” delle profezie rilevate dalla Madonna, che riguardava proprio il suo attentato. Ancora una volta nel giorno della Madonna di Fatima, ma nel 2005, il successore Benedetto XVI annunciò l’avvio della sua causa di Beatificazione, disse di lui: “ha testimoniato all’uma-nità la fiducia assoluta nella presenza e provvidenza di Dio nella storia, tra-smettendo la certezza che il bene vince il male”. Il suo messaggio è stato: “l’uomo è la via della Chiesa, e Cristo è la via dell’uo-mo”. Con questo messaggio, che è la grande eredità del Concilio Vaticano II e del suo “timoniere” il Servo di Dio Papa Paolo VI, Giovanni Paolo II ha guidato il Popolo di Dio a varcare la soglia del Terzo Millennio, che proprio grazie a Cristo egli ha potuto chiamare “soglia della speranza”.

Pasquale Velleca

“Non voi avete scelto me, ma

io ho scelto voi e vi ho costituiti

perché andiate e portiate frutto

e il vostro frutto rimanga”

(Gv 15, 16)

Page 7: Settemiglia - anno I, n°7

settemigliasettemiglia Organi Parrocchiali 7

Con Lucio Bastolla è terminata l’ot-tava rassegna teatrale “Giovedì in Parrocchia” del teatro San Fran-

cesco, che nei dieci spettacoli messi in scena ha riscosso grande successo.Noti artisti hanno solcato il “piccolo grande palcoscenico”: da Teresa De Sio a “I Ditelo Voi”, da Federico Salvatore a Tullio del Matto e molti altri ancora.Nel corso di questi anni sempre più spettatori hanno aderito al progetto che fin dalle prime edizioni è stato con-diviso e voluto da Sua Eccellenza Mons. Beniamino De Palma, vescovo di Nola.Come afferma il nostro parroco Don Peppino, il teatro è un’ulteriore op-portunità che la parrocchia offre alla propria comunità affinché essa diventi sempre più un’unica famiglia.Durante l’ultima serata , alla presenza di un numeroso pubblico, è stato pro-iettato il video di lancio della prossima stagione teatrale 2011/2012, conferme permettendo.Tra i volti noti e di grande bravura e pro-fessionalità, il ritorno di Sergio Solli e Mario Brancaccio, il cabaret del famoso

Antonello Costa e, ancora, l’operetta con Pippo Santonastasio e la comicità di Vincenzo Salemme; per questi ultimi, non essendo il nostro palcoscenico suf-ficientemente ampio per accogliere le scenografie, i nostri abbonati saranno ospiti di altri teatri.Un ringraziamento va inoltre a tutte le attività commerciali che hanno colla-

borato a rendere questa rassegna più simpatica e spumeggiante.Lo Staff vi aspetta numerosi per la sot-toscrizione dell’abbonamento della prossima rassegna a partire dai primi giorni di ottobre, ricordandovi che il prezzo è di € 100 pagabile in tre rate.

Il Direttore

VIII RASSEGNA TEATRALEConclusione e bilancio

Page 8: Settemiglia - anno I, n°7

settemigliasettemiglia Rubriche 8

settemigliada Gerusalemme ad Emmaus ...e ritorno

Supplemento a IN DIALOGOMensile della Chiesa di NolaAut.ne Trib. di Napolin. 3393 del 7/03/1985Direttore Responsabile:Marco IasevolI

Coordinatore Redazione:Don GIuseppe De lucaRedazione:vIncenzo FIorenzaenzo vItIelloalFonso QuartuccIelena FIorenzavIncenzo DonnaruMMa

E-Mail ed Info:[email protected]

Per leggere e scaricarele pubblicazioni precedenti:www.settemiglia.it

MAMMA MIA!Ogni giorno la vita ci sfida

“[...]Tipico no? Hai aspettato un padre per vent’anni e all’improvviso ne arri-vano tre.”Immaginate un paradiso di spiagge bianche e mare cristallino, un alber-ghetto sulla costa greca, una ragazza bionda e divina che prima di sposarsi vuole incontrare suo padre, ma scopre invece che di padri ne ha tre!!! Il tutto incorniciato nel vorticoso scintillio delle canzoni degli ABBA.Sto parlando del musical Mamma Mia! Forse ne avrete sentito parlare, beh io ve lo consiglio vivamente!Un cast eccezionale (faccio solo alcuni nomi: Meryl Streep, Pierce Brosnan, Colin Firth, Julie Walters...) riuscirà a farvi sorridere, divertire, cantare e, allo stesso tempo, farvi riflettere.Ma partiamo dall’inizio: la trama.Sophie ha il desiderio di farsi accompa-gnare all’altare dal proprio padre, che non ha mai conosciuto. Invia, così, tre inviti indirizzati a tre uomini diversi, uno dei quali potrebbe essere suo padre. Tutti e tre gli uomini, infatti, 20 anni pri-ma erano stati conquistati dall’affasci-nante Donna, madre di Sophie, forte e solitaria, pazza e grintosa, che però si è evoluta nel corso degli anni, lasciandosi alle spalle gli anni 60, e con loro il di-vertimento e la trasgressione. Da allora si è rimboccata le maniche, crescendo la piccola Sophie e gestendo da sola un albergo. Sarà l’inaspettato arrivo dei tre uomini a sconvolgere il clima idillia-co dell’isola e a portare con sé il vento burrascoso del cambiamento...ma non voglio svelarvi altro!Piuttosto, perché consigliarvi questa visione?

Come ho detto anche prima, il film si presenta leggero e accattivante, le musiche degli ABBA poi creano uno scenario travolgente, eppure dietro la favola c’è qualcosa in più. Questo film inneggia alla vita nello stato più puro; sullo sfondo due donne, una madre e una figlia colte nel momento più inten-so, ma forse anche più difficile, quello del matrimonio. Qualcosa cambia, il cordone si taglia definitivamente, non più solo madre e figlia, ma due adulte a confronto: da un lato la madre che, presa dalle responsabilità, si sente so-praffatta, dimentica quasi di sé e che solo raramente si concede un attimo di tregua per tornare con la mente verso ricordi lontani, dall’altro la figlia ormai pronta a sfidare ancora la vita compien-do un passo decisivo, sicura di sé e del suo amore, certa dei sentimenti anche se non del futuro. Queste due figure, però, a volte si alternano, si scontrano o si sovrappongono, la madre diventa figlia, mostra la sua fragilità, il castel-lo di certezze costruito in tanti anni crolla non appena rivede i tre uomini. Ecco che ricompare la Dancing queen adolescente, giovane e spensierata che urla a se stessa e al suo cuore impaz-zito: ”Mamma mia, here I go again!”

(O mamma mia eccoci di nuovo!). I sentimenti assopiti riesplodono anche in una cinquantenne che ha imparato i doveri del vivere, ma questo viene reso possibile dalla figlia/madre che da sola ha preso una decisione, senza consulto. È la vita che viene sempre a sconvolge-re i nostri piani, bisogna sapersi adatta-re ad essa senza perdersi, reinventarsi all’occasione, imparare a decidere ma anche ad affidarsi, senza rinchiuderci in sicurezze destabilizzanti. Sembra un paradosso, me ne rendo conto, anche perché non è tutto sempre a lieto fine. Ma forse questo non accade perché ci opponiamo con testardaggine a ciò che non era programmato? Ovviamente non sto dicendo che bisogna prender-si alla leggera ed affidarsi al caso, ogni uomo rimane artefice del proprio de-stino, ma non deve perdere quella leg-gerezza, quella consapevolezza di non essere “divino” che potrebbero bloc-carlo in un limbo di malinconica routine o di bestiale insoddisfazione. Propongo dunque di scuoterci un po’ via di dosso questo senso del dovere per 104 minuti e, come dice anche la colonna sonora: ”Take a chance on me” - diamoci una possibilità!!!

Elena Fiorenza

MAMMA MIA!Di Phyllida Lloydcon Meryl Streep, Pierce Brosnan, Colin Firth, Stellan Skarsgård, Julie WaltersGenere: CommediaDurata: 108 minData uscita 03/10/2008

Mamma Mia! è un film del 2008, adatta-mento cinematografico dell’omonimo mu-sical, basato sulle musiche del gruppo sve-dese ABBA, scritto da Catherine Johnson. Come il musical, il film prende il titolo dal brano Mamma Mia degli ABBA.

“I have a dream, a fantasy

To help me through reality

And my destination

makes it worth the while

Pushing through the darkness

still another mile”