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Centro Interuniversitario di Ricerca per la Pace l’Analisi e la mediazione dei Conflitti Università degli Studi di Siena, Università degli Studi di Firenze Università di Pisa, Scuola Superiore Sant’Anna INFORM @ ZIONE LA COOPERAZIONE DEI TERRITORI: INFORM@ZIONE PER LO SVILUPPO NEWSLETTER DELLA COOPERAZIONE DECENTRATA TOSCANA Settembre 2010, n. 57 C.I.R.P.A.C in questo numero: In primo piano Quello di Toronto è stato il primo summit del G20 nella sua nuova configurazione di “forum principale della cooperazio- ne internazionale”, ruolo che l’organo si è attribuito nel corso del vertice di Pittsburgh (settembre 2009). L’esigenza di un rafforzamento del G20 era emersa con forza dopo lo scoppio della recente crisi finanziaria mondiale, che ha reso sempre più evidenti i limiti del ristretto forum del G8 e la necessità di coinvolgere tutte le più importanti economie emergenti nella definizione di soluzioni comuni. Il G20 - che rappresenta oltre l’80% del PIL del pianeta e i 2/3 circa della popolazione mondiale – a Toronto si è ripro- posto di “riformare e rafforzare il sistema finanziario e creare una forte, sostenibile ed equilibrata crescita globale”. Que- sto doveva infatti essere il primo banco di prova per quella “Framework for Strong, Sustainable and Balanced Growth” coniata a Pittsburgh con la quale i membri del G20 si era- no impegnati a coordinare le politiche macroeconomiche in modo da renderle compatibili con una crescita equilibrata a livello globale, prendendo atto dell’inadeguatezza di soluzio- ni lasciate al libero gioco del mercato o alle iniziative isolate dei singoli Stati. IN ORDINE SPARSO: L’OBIETTIVO FALLITO DEL COORDINAMENTO A Toronto sono emersi ampi consensi intorno alla necessità di individuare come priorità il risanamento dei debiti pub- blici, aggravati dagli interventi di salvataggio delle società finanziarie e dai pacchetti di stimoli fiscali che le maggiori economie mondiali hanno varato per far fronte alle conse- guenze della crisi. segue a p. 2 in evidenza: p. 14 Regione Toscana - Settore Attività Internazionali La Newsleer è curata per conto del CIRPAC dalla Scuola Superiore Sant’Anna Coordinamento Scientifico: Prof. Andrea de Gury (Scuola Superiore Sant’Anna) Redazione: Andrea de Gury, Ilaria Dal Canto, Annarosa Mezzasalma (Scuola Superiore Sant’Anna) Alessandro Volpi, Alessandro Breccia, Chiara Macchi, Valentina Fei (Università di Pisa) Direore Responsabile: Francesco Ceccarelli (Ufficio Comunicazione Scuola Superiore Sant’Anna) Concept Grafico: Michele Gonnelli (Scuola Superiore Sant’Anna) SVILUPPO per lo IL G20 DI TORONTO BANDO EU/DCI - AZIONI PER LA RICOSTRUZIONE IN CILE UNAIDS OUTLOOK REPORT 2010 p. 21 Pontedera 13 ottobre 2010 CONFERENZA REGIONALE SULLA COOPERAZIONE TOSCANA p. 30 Approfondimenti p. 2 Bandi p. 12 I progetti della RT in... p. 7 Documenti p. 18 Eventi p. 25 Useful Websites p. 31

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Centro Interuniversitario di Ricerca per la Pace l’Analisi e la mediazione dei Conflitti

Università degli Studi di Siena, Università degli Studi di FirenzeUniversità di Pisa, Scuola Superiore Sant’Anna

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ELA COOPERAZIONE DEI TERRITORI: INFORM@ZIONE PER LO SVILUPPONEWSLETTER DELLA COOPERAZIONE DECENTRATA TOSCANA

Settembre 2010, n. 57

C.I.R.P.A.C

in questo numero:

In primo piano

Quello di Toronto è stato il primo summit del G20 nella sua nuova configurazione di “forum principale della cooperazio-ne internazionale”, ruolo che l’organo si è attribuito nel corso del vertice di Pittsburgh (settembre 2009). L’esigenza di un rafforzamento del G20 era emersa con forza dopo lo scoppio della recente crisi finanziaria mondiale, che ha reso sempre più evidenti i limiti del ristretto forum del G8 e la necessità di coinvolgere tutte le più importanti economie emergenti nella definizione di soluzioni comuni. Il G20 - che rappresenta oltre l’80% del PIL del pianeta e i 2/3 circa della popolazione mondiale – a Toronto si è ripro-posto di “riformare e rafforzare il sistema finanziario e creare una forte, sostenibile ed equilibrata crescita globale”. Que-sto doveva infatti essere il primo banco di prova per quella “Framework for Strong, Sustainable and Balanced Growth”

coniata a Pittsburgh con la quale i membri del G20 si era-no impegnati a coordinare le politiche macroeconomiche in modo da renderle compatibili con una crescita equilibrata a livello globale, prendendo atto dell’inadeguatezza di soluzio-ni lasciate al libero gioco del mercato o alle iniziative isolate dei singoli Stati.

IN ORDINE SPARSO: L’OBIETTIVO FALLITO DEL COORDINAMENTOA Toronto sono emersi ampi consensi intorno alla necessità di individuare come priorità il risanamento dei debiti pub-blici, aggravati dagli interventi di salvataggio delle società finanziarie e dai pacchetti di stimoli fiscali che le maggiori economie mondiali hanno varato per far fronte alle conse-guenze della crisi.

segue a p. 2

in evidenza:

p. 14

Regione Toscana - Settore Attività Internazionali

La Newsletter è curata per conto del CIRPAC dalla Scuola Superiore Sant’Anna Coordinamento Scientifico: Prof. Andrea de Guttry (Scuola Superiore Sant’Anna)Redazione: Andrea de Guttry, Ilaria Dal Canto, Annarosa Mezzasalma (Scuola Superiore Sant’Anna)Alessandro Volpi, Alessandro Breccia, Chiara Macchi, Valentina Fei (Università di Pisa)Direttore Responsabile: Francesco Ceccarelli (Ufficio Comunicazione Scuola Superiore Sant’Anna)Concept Grafico: Michele Gonnelli (Scuola Superiore Sant’Anna)

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IL G20 DI TORONTO

BANDO EU/DCI - AZIONI PER LARICOSTRUZIONE IN CILE

UNAIDS OUTLOOK REPORT 2010

p. 21

Pontedera 13 ottobre 2010CONFERENZA REGIONALE SULLA COOPERAZIONE TOSCANA

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Approfondimenti p. 2

Bandi p. 12I progetti della RT in... p. 7

Documenti p. 18Eventi p. 25Useful Websites p. 31

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INFORM@ZIONE per lo SVILUPPO - Newsletter della Cooperazione Decentrata Toscana

sezione APPROFONDIMENTI

Settembre 2010, n. 57

IL G20 DI TORONTO26-27 GIUGNO 2010

segue da p.1

Il problema dei debiti sovrani è emerso subito come la principale preoccupazione dell’Europa (Germania in testa), interessata all’adozione di una strategia condivisa al fine di esorcizzare lo spauracchio di un effetto domino della crisi greca. La linea del rigore è stata però fortemente criticata da Barack Obama, preoccupato per l’effetto frenante che potrebbe produrre sulla ripresa. Il Presidente USA, già pri-ma dell’inizio del vertice, si era pronunciato nettamente contro tagli di budget troppo massicci e contro “una corsa al ritiro delle misure di stimolo all’economia”, presentando invece come esempio virtuoso la linea americana di soste-gno alla domanda privata e all’occupazione.Questa profonda divergenza ha impedito l’auspicato co-ordinamento delle politiche macroeconomiche dei paesi G20, dando luogo a un comunicato finale che fissa alcuni obiettivi minimi, ma non dà luogo ad alcuna strategia con-divisa. Da un lato si riprendono elementi della linea ame-ricana sostenendo che “aggiustamenti fiscali simultanei in alcune delle maggiori economie potrebbero avere un im-patto negativo sulla ripresa”, dall’altro si sposa il punto di vista tedesco circa la necessità di scongiurare nuovi crack. L’unico impegno concreto sancito nel documento è quello dei paesi economicamente avanzati a dimezzare il proprio deficit entro il 2013 e a stabilizzare o a ridurre il rappor-to debito-PIL entro il 2016, obiettivi che ciascun governo perseguirà, tuttavia, attraverso scelte politiche autonome e non coordinate con quelle degli altri paesi.

L’assenza di una visione globale comune è forse emersa con particolare evidenza in relazione ad uno dei principali aspetti strutturali della crisi mondiale, ovvero l’inadeguato disciplinamento dei mercati finanziari mondiali. In merito all’ipotesi di tassare le transazioni finanziarie e le attività bancarie il FMI, su mandato del G20 di Pittsburg, aveva diffuso nell’aprile 2010 uno studio provvisorio proponendo alcuni provvedimenti diretti a far sì che il sistema finanzia-rio fosse chiamato a contribuire almeno in parte ai costi della crisi. Fra le tre opzioni proposte figurava l’introduzio-ne della “financial stability contribution”, ovvero una tassa

sul bilancio delle banche che servisse come “assicurazio-ne” in caso di future crisi ed evitasse di far gravare sulle spalle dei contribuenti i costi delle politiche di salvatag-gio. La seconda opzione era la “Financial Activities Tax”, che avrebbe colpito i profitti delle banche e i compensi dei banchieri, mentre la terza consisteva nella tassa sul-le transazioni finanziarie, da applicare alla compravendi-ta di titoli e strumenti finanziari. Quest’ultima soluzione pare particolarmente importante perché consentirebbe di colpire le operazioni degli speculatori senza scoraggiare gli investimenti a lungo termine, e perché – al contrario di un’eventuale tassa sulle banche - andrebbe a interes-sare anche importanti attori del sistema finanziario quali gli hedge funds. La tassa, peraltro, è una delle proposte contenute nel Rapporto stilato per le Nazioni Unite dalla Commissione di esperti guidata da Joseph Stiglitz, che già nel settembre 2009 aveva individuato una serie di possibili interventi sul sistema monetario e finanziario internazio-nale. Il Parlamento e il Consiglio UE si sono espressi a loro volta in favore della tassa sulle transazioni, e anche l’applicazione di una tassa sulle banche a livello europeo ha trovato il sostegno del Consiglio.

Nessuna delle soluzioni appena citate è stata però adot-tata al summit di Toronto, nonostante la proposta di una tassa sulle banche (la cui introduzione era già stata an-nunciata in Germania, Inghilterra e Francia alla vigilia) fosse stata fortemente sostenuta da Angela Merkel. Alcuni membri del G20 – quali Brasile, Argentina, India, Giappo-ne, Russia e lo stesso Canada – si sono mostrati contrari a tale ipotesi, mentre gli Stati Uniti hanno agito già prima dell’inizio del vertice, procedendo autonomamente alla regolamentazione del settore finanziario tramite l’appro-vazione della “Volcker rule”. La riforma Obama, approvata nella sua interezza a fine luglio, introduce un sistema di monitoraggio che segnali per tempo i ricchi di sistema e conferisce maggiori poteri agli enti regolatori su hedge funds e banche. Allo scopo di incentivare i creditori a inve-stire nelle società finanziarie che perseguono una politica di investimento più prudente, si introduce la cosiddetta “resolution authority”: lo stato può nazionalizzare, smem-

di Chiara Macchi

APPROFONDIMENTO: GOVERNANCE MONDIALE

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sezione APPROFONDIMENTI

brare e rivendere in pezzi una banca fallita utilizzando il ricavato per coprire le spese sostenute in tale processo. Solo una volta soddisfatta l’esigenza del governo di recu-perare il proprio denaro vengono ripagati anche i creditori, i quali dovrebbero pertanto essere disincentivati a investire in istituzioni finanziarie che perseguono politiche troppo ri-schiose. Nonostante questa innovativa norma, l’opinione di molti osservatori (tra cui Paul Krugman e lo stesso Volcker, ispiratore della legge) è che la riforma non costituisca un vero e proprio cambio di rotta, essendo piuttosto limita-ta nel suo oggetto e nelle novità introdotte. Resta il fatto che l’approvazione della legge è stata registrata in America come una vittoria politica del Presidente Obama e ha con-tribuito a far sì che in sede G20, anche su questo tema, gli Stati procedessero “in ordine sparso”.

Il comunicato finale del summit, infatti, non riesce ad an-dare oltre una lista piuttosto generica di obiettivi comuni (assicurare che il sistema finanziario partecipi in maniera concreta ed equa ai costi della crisi; ridurre i rischi delle transazioni finanziarie) riconoscendo al contempo la man-canza di accordo sulle modalità attraverso cui perseguirli. La leva fiscale è menzionata come uno fra i possibili stru-menti, ma ogni governo viene lasciato libero di scegliere il proprio approccio in assoluta autonomia. Non si fa alcuno specifico riferimento alla tassa sulle transazioni, che forse l’amministrazione Merkel continuerà comunque a promuo-vere a livello europeo.

Restano poi in sospeso gli impegni presi in materia am-bientale, in quanto il vertice di Toronto si è limitato a ri-confermare quanto deciso a Pittsburgh circa l’eliminazione graduale, nel medio termine, degli “inefficienti sussidi ai combustibili fossili che incoraggiano lo spreco”. Passi più concreti verranno auspicabilmente compiuti nei prossimi summit di Seoul e Nizza, nonché a Cancun, nel corso della conferenza annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

I DIFFICILI PASSI FUTURI

Il G20 è già da tempo sotto il fuoco delle critiche a cau-sa della sua scarsa trasparenza e dell’assenza di una vera

e propria legittimazione ad assumere decisioni che han-no un impatto sull’intero pianeta. Se il G20 costituisce un passo in avanti rispetto al cosiddetto “club dei ricchi” del G8, infatti, è pur sempre vero che esso non ha ricevuto alcun mandato da parte della maggioranza delle nazioni del mondo e che non agisce all’interno del sistema ONU. Esso non possiede uno status ben preciso e neanche un proprio segretariato, per cui la definizione delle questioni e delle priorità da mettere in agenda viene di volta in volta demandata in gran parte alla volontà del Paese ospitante.L’inconsistenza dei risultati raggiunti a Toronto, soprattut-to considerando che tale vertice è stato il primo banco di prova per un’organizzazione auto-nominatasi coordinatrice dell’economia internazionale, non può che sollevare ulte-riori perplessità. Oltre a fallire l’obiettivo di un coordina-mento sulle questioni già menzionate, esso non ha sancito alcun progresso concreto verso l’adozione di misure per fronteggiare il problema dei paradisi fiscali o per migliorare la trasparenza dei prodotti derivati fuori borsa, tutte tema-tiche già emerse nel summit di Pittsburgh e che stanno ancora aspettando l’elaborazione di una concreta strategia comune.

Le difficili questioni legate alla prevenzione di nuove crisi vengono dunque rimandate al vertice di Seoul, nel cor-so del quale i capi di Stato e di governo dovranno anche confrontarsi con Basilea III, il nuovo set di regole che ver-ranno proposte dal Comitato di Basilea (organo compren-dente le autorità di vigilanza di 27 paesi) per rimpiazzare quelle rivelatesi inefficaci di Basilea II. Esse mirano a raf-forzare il sistema bancario attraverso varie misure, quali l’aumento dei requisiti di capitale per gli istituti e le limita-zioni alla leva finanziaria, riforme che dovranno fare i conti con le preoccupazioni della comunità finanziaria circa un eccessivo aumento del costo del credito, riproponendo la questione – politicamente delicatissima - del connubio fra regolamentazione e ripresa.

Secondo Francesco Daveri (professore ordinario di Politica Economica - Università di Parma) esiste un’incoerenza di fondo nell’approccio alla crisi che il vertice di Toronto ha fatto propria. Lo slogan “Framework for Strong, Sustaina-ble and Balanced Growth” è di per sé fuorviante nell’attua-le situazione globale, in quanto la scelta di una strategia

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comune si pone oggi in questi termini: regolare e tassare il settore finanziario, accettando quindi una minore crescita media, oppure puntare sull’obiettivo di una forte crescita restando però esposti ai rischi di una finanza non regola-ta. Per Daveri sostenere di poter dar luogo ad una cresci-ta globale che sia al contempo “forte” ed “equilibrata” è un’illusione, ed è la contraddizione che sta alla base del mancato accordo sulle questioni fondamentali discusse a Toronto.

USEFUL LINKS

G20 OFFICIAL SITEhttp://www.g20.org/

G20 INFORMATION CENTREhttp://www.g20.utoronto.ca/

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sezione APPROFONDIMENTI

L’EUROPA E L’UNIONE PER IL MEDITERRANEO

UpM è la sigla con cui si menziona comunemente l’ultima creazione della politica euro-mediterranea, che ha segui-to e accompagna le precedenti esperienze del Partenaria-to Euro-Mediterraneo (PEM o Processo di Barcellona) del 1995 e della Politica Europea di Vicinato (PEV) del 2004. Nonostante le impostazioni per alcuni aspetti – come si vedrà – differenti, si può affermare che tutte le politiche euro-mediterranee sono basate sull’idea che esista un comune interesse dei paesi dell’UE a sviluppare forme di cooperazione e solidarietà con i paesi della sponda sud del Mediterraneo. In questo senso, il Mediterraneo è visto come un fattore di coesione per la UE.

L’Unione per il Mediterraneo è nata nel luglio 2008 su inizia-tiva del Presidente francese Sarkozy, che, fin dall’inizio del suo mandato, aveva insistito sull’importanza capitale del dialogo tra l’Europa e il Mediterraneo proponendo al tempo stesso di affrontare il problema in modo diverso poiché “È soprattutto compito dei paesi del Mediterraneo prendere in mano il destino riservato loro dalla geografia e dalla storia” (Discorso di Tolone del 7 febbraio 2007). Nel 2007 Sarkozy prospetta quindi un’Unione Mediterranea che si sviluppi su iniziativa dei paesi europei mediterranei, come Portogal-lo, Spagna, Italia, Grecia e Cipro, con l’obiettivo di dare nuovo vigore e respiro politico al Processo di Barcellona, incapace di conseguire i propri obiettivi e di fatto caduto nel dimenticatoio della diplomazia euro-mediterranea. Pur riconoscendo la volontà francese di allestire, attraverso la creazione dell’UpM, un formato a più alta intensità politica, non essendo soddisfacente il formato diplomatico che oggi costituisce la sostanza del PEM, molti analisti vedono nel progetto di Sarkozy l’esplicitazione delle mire egemoniche di Parigi sul Mediterraneo. Inoltre, secondo questa lettu-ra la Francia, assumendo un ruolo propulsivo nell’ambito delle politiche euro-mediterranee, riguadagnerebbe spa-zio e prestigio anche in seno ad atri organismi, in primis nella UE e nella NATO. La Germania sembra avvalorare una simile interpretazione, tanto che il cancelliere Merkel, preoccupata che una nuova organizzazione specificamente intra-mediterranea (con l’esclusione quindi dei paesi nord europei) potesse ledere la coesione europea, ha posto

come condizione per la nascita dell’UpM la possibilità di accedervi per tutti gli stati membri dell’UE. Il cambiamento della denominazione dall’originale “Unione Mediterranea” all’attuale “Unione per il Mediterraneo” sembra essere mo-tivato da simili preoccupazioni nordeuropee.

Ad oggi l’UpM è costituita da 43 paesi, ossia da tutti i paesi dell’UE e della costa meridionale del Mediterraneo ad ec-cezione della Libia, che ha preferito mantenere lo status di osservatore, come accadeva nel PEM. Questo nuovo orga-nismo, costituito a livello dei primi ministri, ha una doppia presidenza affidata a turno a due paesi, uno europeo e l’altro extraeuropeo. Dal 2009 tutte le strutture logistiche dell’organizzazione sono operative, guidate da un segre-tario generale, attualmente il giordano Ahmad Masa’deh, eletto lo scorso marzo 2010. Il segretario generale ha l’in-carico di gestire i fondi e di controllare lo stato di avanza-mento dei progetti comuni che verranno intrapresi. L’UpM può essere considerata infatti un’“Unione per progetti” poiché ha come compito prioritario la realizzazione di pro-getti regionali di grande respiro, che sono stati ricondotti dai paesi firmatari a sei linee d’iniziativa prioritarie: il disin-quinamento del Mediterraneo; la costruzione di autostrade marittime e terrestri tra le due sponde del Mediterraneo; il rafforzamento della protezione civile; la creazione di un piano solare mediterraneo; lo sviluppo di un’università euro-mediterranea; il sostegno alle PMI. L’UpM può finan-ziare i suoi progetti facendo ricorso a diverse fonti, dagli attori privati a fondi comunitari, dai contributi dei partner a quelli erogati dalla BEI.Dunque, l’idea alla base del nuovo organismo sembra es-sere quella di puntare sulla cooperazione ad alto livello per la realizzazione di grandi progetti regionali che spianino la strada alle divergenze politiche tra i paesi aderenti. Insom-ma, seguendo l’esperienza europea, investire su interessi comuni, soprattutto economici, per intraprendere un per-corso che possa portare in futuro ad una maggiore colla-borazione euro-mediterranea anche su ambiti più sensibili, come la sicurezza e l’immigrazione.

L’UpM sembra distanziarsi dall’approccio bilaterale inaugu-

di Francesca Pasquato

APPROFONDIMENTO: MEDITERRANEO E MEDIO ORIENTE

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rato dalla PEV, che si basa su patti d’azione tra l’UE e i singoli stati mediterranei aderenti e su un processo di dif-ferenziazione tra gli stessi, ma pare sovrapporsi sia a livello di funzioni che di composizione geografica al PEM, basato prevalentemente su un approccio multilaterale. L’UpM po-trebbe quindi essere considerata come un ampliamento del Processo di Barcellona, potenzialmente in grado di in-fondergli nuova vitalità.Considerando i fatti, però, l’UpM si trova oggi in una fase di stallo poiché, anche se logisticamente operativa e con fondi stanziati per la realizzazione di alcuni progetti, non è ancora riuscita ad avviare un efficace e sereno dialogo politico tra i suoi membri. Il rinvio a novembre 2010 del vertice euro-mediterraneo, programmato per il 7 giugno scorso a Barcellona, è solo l’ultimo episodio di una lunga fila di intoppi in un processo che è stato paralizzato fin dall’inizio principalmente a causa dell’invasione israeliana di Gaza (dicembre 2008).Se la mancata risoluzione del conflitto israelo-palestinese, accompagnata dal continuo peggioramento delle condizio-ni di vita dei palestinesi, è l’ostacolo principale sulla stra-da della cooperazione euro-mediterranea, quindi anche dell’UpM, si possono elencare ulteriori fattori di instabilità e debolezza già negli aspetti fondativi della nuova organiz-zazione: la presenza di svariati conflitti e tensioni nell’area (come quelli che vedono contrapposti Israele a Libano e Si-ria, Marocco a Saharawi e Algeria, Turchia a Cipro, Spagna a Marocco per la questione di Ceuta e Melilla - per citarne i principali), un grosso ritardo nel processo di integrazione economica dei paesi sud-mediterranei, una presenza squi-librata tra paesi UE (27) e non-UE (16), la sovrapposizione e la confusione tra le strutture dell’UpM e quelle della PEM e la scarsità di fondi destinati dall’UE per il buon funziona-mento dell’organismo. La presenza dello Stato israeliano, soprattutto, sembra creare numerosi malcontenti all’inter-no dell’UpM, dal momento che gli stati arabi sospettano che questa non sia altro che “un modo per dare a Israele una legittimazione mediterranea senza che lo Stato ebrai-co riconosca i suoi crimini e senza che ponga fine all’occu-pazione del Golan e delle Fattorie di Sheeba, e senza che annunci di riconoscere ufficialmente lo Stato palestinese” (O. Azraj, I presupposti di un vero progetto di Unione per il Mediterraneo, in «Il conflitto arabo-israeliano e il sogno mediterraneo infranto», 30 giugno 2010). Il conflitto israe-lo-palestinese si dimostra così, ancora una volta, fatale per qualsiasi tentativo di partnership euro-mediterranea: come la seconda Intifada avrebbe “ucciso” il Processo di Barcel-lona, l’invasione israeliana di Gaza di dicembre 2008 ha

frenato sul nascere le speranze euro-mediterranee riposte nel progetto dell’UpM. Infatti, sull’onda dell’enorme emo-zione suscitata in tutto il mondo arabo dai bombardamenti israeliani su Gaza, gli incontri di alto livello dell’UpM furono sospesi. Anche dietro all’ultimo rinvio sembra figurare il malcontento dei paesi arabi causato dall’annunciata pre-senza al vertice euro-mediterraneo del Ministro israeliano Lieberman, considerato razzista dagli arabi per le sue posi-zioni estremiste nei confronti dei palestinesi.

Nonostante gli ostacoli sopra illustrati riducano le proba-bilità che un organismo “project-oriented” abbia un im-patto positivo sulle tensioni politiche euro-mediterranee, si possono evidenziare le potenzialità che l’UpM offre per lo sviluppo dell’area, specialmente per quanto riguarda la protezione dell’ambiente e dei beni comuni. A tal riguardo si ricorda la recente dichiarazione del Ministro Frattini in seguito alle annunciate trivellazioni della Bp al largo delle coste libiche, che tanta preoccupazione hanno sollevato tra i paesi del Mediterraneo per la catastrofica vicenda del golfo del Messico. Il Ministro ha infatti suggerito che l’UpM si occupi direttamente della questione, affermando che l’Italia, come singolo Stato europeo o mediterraneo, non ha nessun titolo per chiedere informazioni alla Bp. In generale, le problematiche ambientali, come l’inquina-mento del Mar Mediterraneo, ed energetiche, legate allo sviluppo di fonti rinnovabili, sembrano questioni fonda-mentali sulle quali il dialogo euro-mediterraneo potrebbe ripartire con il piede giusto. Un dialogo che parta dalla difesa del bene comune Mediterraneo, capace di coinvol-gere le società civili dei paesi interessati, potrebbe aprire nuovi canali di comunicazione interculturali e politici, lun-go i quali i paesi euro-mediterranei potrebbero, un giorno non troppo lontano, progettare un futuro condiviso e co-gestito.

USEFUL LINKS

THE EURO-MEDITERRANEAN PARTNERSHIPhttp://www.eeas.europa.eu/euromed/index_en.htm

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sezione APPROFONDIMENTI

LA COOPERAZIONE TOSCANA AREA MEDITERRANEO - MEDIO ORIENTE

di Valentina Fei

Il progetto MEDGOVERNANCE, realizzato nell’ambito del Programma europeo di cooperazione transnazionale MED (2007-2013), coinvolge sei regioni euro-mediterranee, di cui la Regione Toscana è Lead partner, alcuni centri di ricerca specializzati e vede la parte-cipazione e il supporto tecnico del Centro Studi Europeo PLURAL e della Commissione Inter Mediterraneo (CRPM). Il progetto si pone due obiettivi principali: 1) delineare un modello di governance per l’area euro-mediterrenea multilivello ed interregionale attraverso la promozione di una visione comune, nazionale e regionale, sui temi chiave del Mediterraneo; 2) creare uno spazio di informazione, dibattito e confronto attraverso la promozione ed il trasferimento nell’area mediterranea di esperienze rilevanti di governance rea-lizzate in altre aree, la realizzazione di eventi di restituzione pubblici, la creazione di un portale di comunicazione web interattivo sui sistemi di governance nel Mediterraneo.

Il progetto quindi intende elaborare una serie di raccomandazioni politiche per una migliore integrazione delle politiche regionali nello sviluppo di macro-politiche Mediterranee, a partire dalla consapevolezza che alcune tipologie di politiche pubbliche sono difficilmente applicabili e ben realizzabili solo all’interno dei confini degli Stati membri. Il progetto intende pertanto verificare le possibilità di realiz-zazione di una governance multilivello capace di integrare varie istituzioni e diversi livelli politici nella definizione e applicazione di po-litiche pubbliche nell’area mediterranea. Lo scopo ultimo è infatti promuovere una sensibilità comune sul tema e verificare se e in quali termini l’approccio macroregionale può essere efficace nell’applicazione di politiche pubbliche a livello di area vasta transnazionale.

Il dibattito su quale sia l’approccio migliore per dar vita a sistemi di governance multilivello integrati è molto vivace e aperto. Secondo alcuni l’approccio deve essere macroregionale a livello di Mediterraneo, secondo altri l’approccio può essere di aree vasta verificando, di volta in volta, il livello di coordinamento e integrazione più funzionale alle politiche da porre in essere. Nella prima ipotesi il punto di partenza è l’individuazione di una macroregione mediterranea che possa diventare il soggetto leader, promotore di alcune politiche pubbliche, cui viene conferito il ruolo di attore mediano tra Stati e Unione Europea. Nella seconda ipotesi invece l’approccio diventa tematico, ovvero si individuano alcune politiche che potrebbero avere una migliore applicazione a livello di determinate aree vaste; l’approccio in questo caso l’approccio è funzionale. Il programma Medgovernance analizza entrambe le prospettive ora descritte. Il progetto è iniziato nel 2009, con una prima fase di studi incentrata su cinque temi per la preparazione e l’implementazione di politiche d’impatto Mediterraneo, ovvero: trasporti, competitività & innovazione, ambiente, cultura e immigrazione, affidata alla RIM (Rete di Istituti del Mediterraneo - Institut de la Méditerranée, Cespi, Fundación Tres Culturas, IeMed) Per ognuno di questi temi, è stata condotta un’analisi comparata sulla questione della “governance” multilivello e in particolare sullo specifico contributo regionale a suddette politiche. Ciascun soggetto di ricerca ha coordinato i lavori e realizzato report tematici attraverso gruppi di lavoro che hanno coinvolto gli stakeholder rilevanti. L’Institut de la Méditerranée ha infine portato avanti uno studio trasversale, con i contributi dei partner di progetto che sono confluiti in un Report sulla governance del Mediterraneo. Questa attività di ricerca è stata condotta in stretta collaborazione tra tutti gli istituti di ricerca partner del progetto, attraverso gruppi di lavoro, scambi di informazioni continui, elaborando dunque ricerche fortemente condivise. Nel corso di questa attività di studio sono stati poi organizzati incontri seminariali ad hoc per la verifica dei risultati prodotti, guidati dal Cespi, titolare dell’attività.

Il progetto promuove poi un’attività di sensibilizzazione dei policy maker delle pubbliche amministrazioni, che si concretizza nella realizzazione di tre master class di due giorni, una delle quali è già stata realizzata a Siviglia lo scorso giugno, mentre le altre sono in programma a Marsiglia in ottobre 2010 e a Firenze in novembre 2010. Le Master Class sono eventi intensivi dedicati alla formazione e allo sviluppo professionale di rappresentati di autorità di regioni del Mediterraneo, Parlamento Europeo e governi nazionali, operatori di reti internazionali (ad es. l’Unione per il Mediterraneo, il Comitato delle Regioni) interessati alla questione della governance euro-mediterranea. L’obiettivo principale delle master class è definire un’iniziativa regionale mediterranea sull’Agenda Europea 2014-2020, basata sui risultati del progetto Medgovernance e sui contributi della RIM. Le sessioni approfondiscono tre principali argomenti: la governance multilivello nel Mediterraneo, le macroregioni nel futuro della cooperazione territoriale (opportunità e possibili scenari mediterranei, contesti geografici, priorità chiave, strumenti finanziari) e le proposte per una macroregione mediterranea. Oltre alle master class, saranno realizzati cinque seminari pubblici di discussione su ciascuno dei temi affrontati dal progetto, in questo caso i seminari saranno aperti non solo ai policy maker locali, ma anche a funzionari pubblici, attori locali, associazioni e tutti i soggetti interessati al tema oggetto di discussione.

MED GOVERNANCE NEW GOVERNANCE OF EUROMEDITERRANEAN AREA

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sezione APPROFONDIMENTI

L’ultima attività realizzata dal progetto riguarda la comunicazione e la diffusione dei risultati del progetto. Il primo degli eventi di restituzione programmati si è svolto lo scorso maggio a Valencia, un altro seminario di studio sull’approccio macroregionale è stato promosso dalla CRPM e si è svolto a Bruxelles nel mese di luglio. L’evento finale del progetto si svolgerà a Barcellona, in un seminario che vedrà il coinvolgimento di tutti i rappresentanti delle sei regioni che partecipano al programma, insieme a rappresentanti degli Stati membri e dell’Unione Europea.

I punti di forza del progetto riguardano soprattutto la possibilità di fare analisi e valutazioni condivise tra attori pubblici e istituti di ricerca appartenenti a Stati diversi. Il fatto che esista una committenza plurima che indaga sui temi di proprio interesse può essere considerata una modalità di studio molto innovativa. Nella prima fase di realizzazione delle attività il rapporto di scambio con i partner del progetto è stato molto attivo e le varie ricerche sono state indirizzate anche in base agli esiti delle discussioni che si sono svolte in modo collettivo. Allo stesso tempo la committenza plurima non è molto semplice da gestire a causa della presenza di interessi diversi e articolazioni organizzative molto varie. Uno dei punti di debolezza maggiori del progetto è rappresentato dal fatto di dover costringere l’oggetto di ricerca e l’obiettivo molto ambizioso di sensibilizzazione dei policy maker all’interno degli schemi molto rigidi di un progetto finanziato con fondi struttali. I tempi della politica sono lunghi e considerate le sue dinamiche il coinvolgimento e la sensibilizzazione di stakeholder politici sono obiettivi che molto difficilmente possono essere realizzati a pieno nei tempi di un progetto. Questa criticità è stata rilevata costantemente durante i primi 18 mesi di attività del progetto, durante i quali le attività hanno subito qualche ritardo a causa dello svolgimento delle elezioni regionali sia in Italia sia in Francia ed al rimpasto politico avvenuto nella regione andalusa. La sfida più ambiziosa del progetto, ovvero raggiungere un pieno coinvolgimento e la sensibilizzazione dei policy maker sul tema della governance multilivello nell’area euro-mediterranea, dovrà pertanto essere rilanciata con forza al temine del progetto al fine di capitalizzare gli importanti risultati di analisi, riflessione e prospezione che in ogni caso il progetto sta realizzando.

CAPOFILA REGIONE TOSCANA

DURATA 2009 - 2011

LOCALIZZAZIONE AREA EURO-MEDITERRANEA

PARTNER

Regione Toscana –ITRegione Lazio - ITRegione Piemonte - ITRégion Provence-Alpes Cote d’Azur - FRJunta de Andalucía - ESGeneralitat de Catalunya - ESConférence des Régions Périphériques Maritimes d’Europe (CRPM) - FRCentro Studi Europeo Plural - ITCentro Studi di Politica Internazionale (CeSPI) – ITEuro-Mediterranean Affairs (MEMA) – ITParalleli - Istituto Euromediterraneo del nord ovest - ITInstitut de la Méditerranée – FRInstitut Europeu de la Mediterrània (IEMED) – ESMaster in Fundación Tres Culturas - ES

BREVE DESCRIZIONE

OBIETTIVO DEL PROGETTO MEDGOVERNANCE È PROMUOVERE IL RUOLO DELLE AUTORITÀ REGIONALI IN UNA EURO-MEDITERRANEAN MULTI-LEVEL GOVERNANCE ATTRAVERSO: IL LAVORO COORDINATO TRA LE AUTORITÀ REGIONALI MEDITERRANEE, LA COOPERAZIONE TRA LE AUTORITÀ REGIONALI E LE ISTITUZIONI NAZIONALI ED EUROPEE, LA COOPERAZIONE CON DIVERSI STAKEHOLDER, COME OR-GANIZZAZIONI DELLA SOCIETÀ CIVILE E IMPRESE. LE REGIONI, INSIEME AGLI ISTITUTI DI RICERCA, SONO CHIAMATI A PER FORNIRE UN APPROCCIO SCIENTIFICO E TECNICO AGLI ORIENTAMENTI COMUNI. L’APPROCCIO SCELTO È QUELLO DELL’ANALISI DI CASI STUDIO. IL PRIMO OBIETTIVO È QUELLO DI EVIDENZIARE LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL QUADRO DI GOVERNANCE IN OGNI PRIORITÀ ATTRAVERSO LO STUDIO DI CASO IN OGNI REGIONE. IL SECONDO OBIETTIVO È L’IDENTIFICAZIONE E IL COINVOLGIMENTO DEGLI ATTORI CHIAVE (STAKEHOLDER) PER OGNI PRIORITÀ (ATTORI ISTITUZIONALI E NON). LE CINQUE PRIORITÀ DI ANALISI IDENTIFICATE DAL PROGETTO SONO: AMBIENTE, CULTURA, TRASPORTI ED ENERGIA, INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ, IMMIGRAZIONE E MOBILITÀ.

BUDGET € 1.610.865,00 (cofinanziato dal FESR “Fondo Europeo di Sviluppo Regionale”)

INFO: http://www.medgov.net/site/homepage.htm

INFO PROGETTO

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sezione APPROFONDIMENTI

LA COOPERAZIONE TOSCANA AREA MEDITERRANEO - MEDIO ORIENTE

di Valentina Fei

PIR 2007 MAROCCO - PROCESSI PARTECIPATIVI E GOVERNANCE LOCALE: CREAZIONE DI UN MODELLO

CAPOFILA COMUNE DI PRATO

DURATA 1 GIUGNO 2008 - 30 GIUGNO 2009

LOCALIZZAZIONE MAROCCOAREE METROPOLITANE DI TANGERI, FÈS, MARRAKECH

PARTNER

Cospe, Medina Provincia di Livorno, Fondazione La Città di Ieri per l’Uomo di domani, Comune di Firenze, Società Cooperativa Archeologia a r.l., ELIJ – Espace Lumière Initiative Jeunesse, LA MEMOIRE DE FES pour la sauvegarde du patrimoine et de l’environne-ment, Conseil de la Ville de Marrakech, AL BOUGHAZ, Agence Pour La Dédensification et Réhabilitation de La Medina de Fez, Faculté des lettres (Dhar Meharaz) de l’Université de Fes-Laboratoire de Sociologie.

BREVE DESCRIZIONE

IL PROGETTO INTENDE SOSTENERE IL PROCESSO DI DEMOCRATIZZAZIONE PARTECIPATA E DI GO-VERNANCE LOCALE, FAVORIRE IL DIALOGO, IL CON-FRONTO E, OVE POSSIBILE LO SCAMBIO DI BUO-NE PRASSI TRA LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE LOCALI, NONCHÉ RAFFORZARE IL DIALOGO E LA COLLABORAZIONE TRA QUESTE ULTIME, IL MON-DO DELLE ASSOCIAZIONI E LA SOCIETÀ CIVILE. L’OBIETTIVO SPECIFICO DEL PROGETTO È LA CREA-ZIONE DI UN MODELLO ORGANIZZATIVO TERRITO-RIALE DI BASE, INTEGRATO TRA SOGGETTI ISTITU-ZIONALI E SOCIETÀ CIVILE, PER L’INDIVIDUAZIONE E LA DEFINIZIONE DI SOLUZIONI NEGOZIATE AI PROBLEMI DI DEGRADO URBANO E DI GESTIONE DEI SERVIZI DI BASE DEL SISTEMA DI WELFARE LOCALE. IL SOSTEGNO AL PROCESSO DI CRESCITA DELLA CONSAPEVOLEZZA DELLA POPOLAZIONE LO-CALE DEI PROPRI BISOGNI E DEI PROPRI DIRITTI, POTRÀ ASSICURARE UNA MAGGIORE COESIONE AT-TRAVERSO L’ANIMAZIONE COLLETTIVA DELLA VITA DI QUARTIERE E L’INTEGRAZIONE NEL TESSUTO SOCIALE ED ECONOMICO DELLE FASCE PIÙ DEBOLI E A RISCHIO DI EMARGINAZIONE.

BUDGET € 185.396,34 euro (contributo Regione Tosca-na € 135.000)

INFO: http://www.cospe.it/ http://www.medina.it/

L’idea progettuale nasce all’interno delle esperienze di partena-riato maturate negli anni dai soggetti toscani in Marocco sui temi della riqualificazione urbana. Già nello svolgimento di attività pregresse e dalle riflessioni intrattenute agli incontri del Tavolo Mediterraneo, i partner toscani manifestavano la volontà di po-ter realizzare e sperimentare in questo Paese, con il sostegno dei partner internazionali, un modello organizzativo territoriale di base capace di mettere in rete i soggetti istituzionali con le diver-se espressioni della società civile per dare soluzioni negoziate e partecipate ai problemi di degrado urbano. L’obiettivo di questo progetto è stato dunque quello di creare un modello organizzati-vo territoriale di base, integrato tra soggetti istituzionali e società civile, per l’individuazione e la definizione di soluzioni negoziate ai problemi di degrado urbano e di gestione dei servizi di base del sistema di welfare locale. I beneficiari diretti del progetto sono stati i cittadini di alcuni dei quartieri più svantaggiati delle aree metropolitane di Tangeri, Fès, e Marrakech che hanno interagito con gli operatori dell’area dell’associazionismo e le organizzazioni rappresentative delle comunità locali.

Nella città di Tangeri, in partenariato con Cospe, sono stati realiz-zati: il restauro del centro culturale della Maison Guennoun, una mappatura di tutte le associazioni interessate e una formazione tecnica ai gruppi dirigenti delle associazioni sugli argomenti del-la progettazione partecipata. Alla sua conclusione le associazioni partner sono state accompagnate a presentare dei micro-progetti da inoltrare alle istituzioni locali. Le attività seminariali sono state due: un primo seminario sulle metodologie di valorizzazione dei siti storici, e un secondo seminario sull’applicazione del piano di salvaguardia della Medina. Tutte le istituzioni locali presenti sul territorio sono state costantemente informate sul progetto e il livello di collaborazione e interesse è stato buono. Per quanto riguarda il coinvolgimento della comunità locale della Medina si è voluto lavorare molto con le associazioni locali presenti con l’obiettivo di costruire un percorso partecipato alla definizione del progetto culturale, di cui la Maison Guennoun è contenitore.

Per quanto riguarda il lavoro congiunto tra Comune di Fès, Medi-na e Provincia di Livorno, le attività si sono concentrate su: sen-sibilizzazione della cittadinanza tematiche legate al patrimonio storico culturale, realizzazione di azioni rivolte ai tecnici locali e ai soggetti preposti alla tutela, necessità di un cambio di tenden-za nella pianificazione e gestione della Medina, quale complesso storico da tutelare e salvaguardare, attraverso tecniche e stru-menti normativi realmente applicabili. Il lavoro si è concretizzato attraverso la realizzazione di sopralluoghi tecnici su ogni singolo sito selezionato, con produzione di materiali fotografici, ricerche

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storiche, e descrizione dello stato dell’arte. Sono stati realizzati inoltre 5 seminari aperti presso la sede dell’UNION di Fès, per illu-strare gli obiettivi del progetto e sensibilizzare la cittadinanza sulle tematiche di salvaguardia e utilizzo del patrimonio. In occasione del convegno internazionale tenutosi a Fès sul tema: «LA MEDINA DE FES, PATRIMOINE CULTUREL POUR UN DEVELOPPEMENT DURABLE», a cui ha partecipato il partner locale, il progetto è stato presentato ai partecipanti, ed è stato considerato uno dei po-chi progetti effettivi che hanno inquadrato le tematiche di sviluppo della Medina sotto il profilo della salvaguardia e della tutela del patrimonio, in maniera partecipata. La Fondazione “Città di ieri per l’uomo di domani” ha avviato poi un processo nel quale abitanti, associazioni di quartiere, Comune di Fès, ADER-Fés e Azienda pubblica dell’acqua hanno elaborato una strategia comune per la soluzione graduale dei problemi emersi nel percorso di diagnosi partecipativa. Nel corso del progetto è stato infatti elaborato uno studio diagnostico condiviso contenente la classificazione degli aspetti maggiormente problematici del quartiere tra cui è emerso il problema dell’allacciamento di tutte le abitazioni alla rete fognaria considerato quale primo problema da risolvere. In base a questo è stato definito un programma di lavoro che dovrà verificare la effettiva possibilità di portare a soluzione il problema delle fognature. I rapporti con i partner si sono rivelati estremamente positivi ed è inoltre emersa la volontà del Comune di Fès di sostenere il progetto e di contribuire finanziariamente alla realizzazione delle opere.

Infine, nella città di Marrakech, in partenariato con il Comune di Prato, si è ritenuto necessario realizzare congiuntamente con i fun-zionari comunali, un questionario poi somministrato alla popolazione e delle interviste ad alcuni testimoni privilegiati che permettesse un’analisi aggiornata e puntuale della realtà all’interno della quale organizzare uno sportello di ascolto e di sostegno alla comunicazio-ne tra il cittadino e l’ente pubblico, sul modello dello sportello URP attivo negli enti locali italiani. Altra tematica prioritaria affrontata insieme al Comune di Marrakech è stata la gestione integrata del ciclo idrico e la comunicazione ambientale ai cittadini e agli esperti tecnici. I fondi regionali trasferiti a questo scopo però sono rimasti bloccati al momento delle elezioni comunali nel conto corrente speciale aperto dal Comune di Marrakech, questa impasse ha di fatto bloccato l’attività pianificata di formazione ai tecnici del comune e la stessa messa a regime dello sportello unico per l’ambiente. Le attività e i risultati programmati per questo progetto a Marrakech si sono comunque potute realizzare all’interno delle iniziative di cooperazione tra Prato e Marrakech che si stanno realizzando nel quadro progetto europeo PAMLED.

In generale, la sfida offerta da questo progetto è stata quella di mettere a confronto le soluzioni e proposte del mondo tecnico e da quello sociologico in programmi di medio-lungo periodo per la valorizzazione dei territori, sia a livello urbano sia sociale e culturale; nonché nelle scelte legate all’approccio partecipativo della società civile e al tipo di coinvolgimento in grado di fornire risultati duraturi, ma anche rispondenti alle priorità dei territori dove interviene. I punti di forza del progetto sono stati l’effettiva messa in pratica dei meccanismi partecipatici previsti: diffusione di questionari per la raccolta dati nei quartieri e nelle città con alcuni target stabiliti, coinvolgimento delle università e delle associazioni locali, realizzazione di interviste sul territorio agli interlocutori chiave, workshop e corsi di formazione, incontri di sensibilizzazione. Le difficoltà incontrate nella realizzazione hanno riguardato principalmente i rapporti con i partner: la difficoltà di mettere insieme esigenze diverse su progetti diversi tra i partner toscani e problemi riguardanti i rapporti con la Fondazione “Città di ieri per l’uomo di domani” che è stata dichiarata in fallimento nel corso della realizzazione del progetto, senza che gli altri partner toscani ne fossero a conoscenza, dunque si è creata una effettiva difficoltà nel reperire le persone responsabili e poter avere informazioni regolari sulle attività che svolgevano. Per quanto riguarda i partner marocchini, molte difficoltà si sono create con il comune di Marrakech, nel quale è cambiata amministrazione in conseguenza delle elezioni comunali e nel quale i fondi regionali trasferiti sono rimasti bloccati nel conto corrente aperto appositamente per le transazioni di fondi internazionali. Un altro punto di debolezza del progetto è stata la mancata interazione all’interno del progetto tra le tre amministrazioni locali marocchine coinvolte. I soggetti coinvolti hanno avuto la tendenza a lavorare a compartimenti stagni, questo ha fatto si che il lavoro di rete sul fronte marocchino non si sia realizzato, dunque la rete è stata parallela ma non ha coinvolto tutti i nove partner.

Per quanto riguarda le lezioni e le esperienze apprese nella realizzazione di questo progetto, Fabiana Farro, Project Manager del comune capofila, è dell’opinione che sarebbe necessario, soprattutto per quanto riguarda i progetti finanziati dalla Regione Toscana, un miglior coordinamento in tutto l’arco della realizzazione delle attività: “La Regione Toscana lavora molto bene nel fare sistema all’interno dei Tavoli di coordinamento, ma, una volta che i progetti sono in fase di realizzazione assume un ruolo di solo monitorag-gio tecnico non intervenendo come soggetto politico riportando all’ordine e eventualmente dando un contributo di contenuto sulla strategia. In caso di difficoltà tra i partner portare una voce forte potrebbe aiutare chi realizza il progetto. Il Comune di Prato, come soggetto capofila del progetto, si è sentito lasciato solo di fronte alle difficoltà emerse. Esiste inoltre un problema di tipo burocratico per cui per gli enti locali è sempre più complicato partecipare ai progetti di cooperazione, in particolare le complesse procedure di accreditamento dei finanziamenti, la disciplina relativa alla gestione amministrativa e alla rendicontazione dei progetti, rallentano e talvolta impediscono la realizzazione delle attività.”

Si ringrazia per la collaborazione Fabiana Farro, Collaboratrice/Project Manager, Assessorato ai Rapporti con l’Unione Europea, Comune di Prato.

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PIR 2007 MAROCCOFoto: MEDINA

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sezione BANDI

BANDO in EVIDENZABANDI

TITOLO EU/IPA - SUPPORTING ACCESS TO RIGHTS, EMPLOYMENT AND LIVE-LIHOOD ENHANCEMENT OF REFUGEES AND IDPS IN SERBIA

ENTE EROGATORE Delegazione dell’Unione Europea in Serbia (EuropeAid/130472/L/ACT/RS)

AREA GEOGRAFICA SERBIA

OBIETTIVO Contribuire alla risoluzione del problema dei rifugiati e degli sfollati in Serbia attraverso un sostegno adeguato.

AZIONI

Il bando finanziarierà le seguenti azioni:LOTTO 1: sviluppo economico attraverso attività di formazione professionale e attività gene-ratrici di reddito;LOTTO 2: messa a disposizione di strutture abitative per le categorie più vulnerabili di rifugiati e sfollati; LOTTO 3: incoraggiamento e facilitazione al rientro dei rifugiati.

La durata dei progetti deve essere compresa tra i 15 ed i 24 mesi.

I progetti devono aver luogo in Serbia nelle zone indicate dal bando per ogni singolo LOTTO.

CHI PUÒ RICHIEDERE IL CONTRIBUTO

Possono richiedere il contributo comunitario organizzazioni internazionale e organizzazioni non governative. Queste ultime devono avere sede in uno dei 27 Stati UE, in uno Stato beneficiatio IPA (Croazia, Ex Repubblica Yugoslava di Macedonia,Turchia, Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Serbia, Kosovo UNSCR 1244).

Il bando fissa limiti precisi per la presentazione dei progetti e per la partecipazione in qualità di partner.

ENTITÀ CONTRIBUTO

Sono messi a bando un totale di € 9.010.000, ripartiti nei 3 LOTTI oggetto del bando:LOTTO 1: € 1.000.000LOTTO 2: € 4.938.750LOTTO 3: € 3.071.250

Per ogni LOTTO il bando fissa i limiti del contributo comunitario. LOTTO 1: da € 250.000 a € 500.000 (Il contributo comunitario può coprire da un minimo del 65% fino ad un massimo del 95% delle spese ammissibili)LOTTO 2: da € 1.000.000 a € 1.500.000 (Il contributo comunitario può coprire da un minimo del 65% fino ad un massimo del 90% delle spese ammissibili)LOTTO 3: da € 1.500.000 a € 2.000.000 (Il contributo comunitario può coprire da un minimo del 65% fino ad un massimo del 95% delle spese ammissibili)

SCADENZA 11/11/2010

FORMULARI E DOCUMENTI https://webgate.ec.europa.eu/europeaid/online-services/index.cfm?do=publi.welcome

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sezione BANDI

BANDO in EVIDENZA

TITOLO COOPERAZIONE FINANZIARIA E TECNICA CON I PAESI DELL’AMERICA LATINA - SOSTEGNO ALLE IMPRESE IN NICARAGUA

ENTE EROGATORE Commissione Europea - Ministerio de Fomento, Industria y Commercio/Republica de Nicara-gua (EuropeAid/130531/M/ACT/NI)

AREA GEOGRAFICA NICARAGUA

OBIETTIVO Sostenere i sindacati, le organizzazioni e le associazioni rappresentative delle micro, piccole e medie imprese non agricole per migliorare il decentramento di strutture e servizi sul territorio.

AZIONI

Il bando finanziarie azioni volte a:- sostenere sindacati, organizzazioni e le associazioni rappresentative delle micro, piccole e medie imprese non agricole per migliorare il decentramento di strutture e servizi sul territorio; - migliorare la qualità, la pertinenza e l’efficienza dei “Servicios de Desarrollo Empresarial (SDE)” delle organizzazioni e delle associazioni rappresentative di imprese sostenute;- promuovere attività di esportazione ed internazionalizzazione delle micro, piccole e medie imprese non agricole indicate dalle associazioni di imprese sostenute.

Il bando privilegia le proposte che coinvolgono donne e giovani.

Le attività dovranno aver luogo in Nicaragua.

CHI PUÒ RICHIEDERE IL CONTRIBUTO

Possono presentare la propria candidatura al presente bando: organizzazioni e associazio-ni rappresentative di imprese di uno Stato membro dell’UE o di uno Stato ammissibili allo Strumento di cooperazione europeo DCI, alle quali siano associate almeno 15 imprese con esperienza triennale nel sostegno alle piccole e medie imprese.

ENTITÀ CONTRIBUTO

Sono messi a bando un totale di € 175.000.

Per ogni progetto il contributo comunitario sarà compreso tra un minimo di € 20.000 e un massimo di € 90.000.

Il contributo comunitario può coprire da un minimo del 50% fino ad un massimo dell’83% delle spese ammissibili.

SCADENZA 15/11/2010

FORMULARI E DOCUMENTI https://webgate.ec.europa.eu/europeaid/online-services/index.cfm?do=publi.welcome

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sezione BANDI

BANDO in EVIDENZA

TITOLO EU/DCI - ACTORES NO ESTATALES Y AUTORIDADES LOCALES EN EL DE-SARROLLO - ACCIONES EN PAÍSES SOCIOS - CHILE

ENTE EROGATORE Delegación de la Unión Europea en Chile (DCI-NSAPVD/130551)

AREA GEOGRAFICA CILE

OBIETTIVO Favorire un dialogo maggiore e più strutturato che coinvolga la società civile circa le questioni pubbliche relative al processo di ricostruzione dopo la catastrofe del febbraio 2010.

AZIONI

Le azioni dovranno interessare almeno una delle seguenti priorità:LOTTO 1 - PRIORITÀ 1 - ATTORI NON STATALI: promozione del dialogo e della collaborazione tra la società civile e le Istituzioni circa le decisioni pubbliche da prendere in relazione alla rico-struzione delle zone colpite dal terremoto e dallo tsunami del febbraio 2010;LOTTO 2 - PRIORITÀ 2 - ATTORI NON STATALI: migliorare i sistemi di informazione trasparente e di creazione di memoria storica intorno al tema della catastrofe del febbraio 2010;LOTTO 3 - PRIORITÀ 3 - AUTORITÀ LOCALI: realizzazione di esperienze innovative di collabora-zione tra autorità regionali o provinciali e la società civile nel disegno e nell’implementazione di politiche pubbliche per lo sviluppo del territorio (in questo lotto non è ammessa la Regione Metropolitana).

La durata dei progetti deve essere compresa tra i 12 ed i 24 mesi.

I progetti devono aver luogo in Cile nelle zone espressamente indicate dal bando per ciascun LOTTO.

CHI PUÒ RICHIEDERE IL CONTRIBUTO

Possono presentare la propria candidatura al presente bando attori non statali ed autorità locali europei o cileni.

ENTITÀ CONTRIBUTO

Sono messi a bando un totale di € 1.000.000, così ripartiti:LOTTO 1: Attori non statali € 550.000LOTTO 2: Attori non statali € 250.000LOTTO 3: Autorità Locali € 200.000

Per ogni progetto dei LOTTI 1 e 2 il contributo comunitario sarà compreso tra un minimo di € 100.000 e un massimo di € 150.000, per ogni progetto del LOTTO 3 il contributo comunitario sarà compreso tra un minimo di € 100.000 e un massimo di € 200.000

Il contributo comunitario può coprire da un minimo del 50% (fino ad un massimo del 90% per gli attori non statali e le autorità locali cilene) delle spese ammissibili.

SCADENZA 30/11/2010

FORMULARI E DOCUMENTI https://webgate.ec.europa.eu/europeaid/online-services/index.cfm?do=publi.welcome

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sezione BANDI

BANDO in EVIDENZA

TITOLO PARTENARIATO UE PER LA PACE - BANDO 2010

ENTE EROGATORE Commissione Europea (EuropeAid/130462/L/ACT/Multi)

AREA GEOGRAFICA TERRITORI OCCUPATI DI PALESTINA, ISRAELE E GIORDANIA

OBIETTIVO

Promuovere le condizioni per una soluzione negoziata e sostenere la società civile ed il livello intergovernativo per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, attraverso il rafforzamento e l’incremento di relazioni dirette della società civile e la cooperazione, basata sulla parità e reciprocità tra palestinesi e israeliani (compresa la minoranza palestinese in Israele) e i vicini arabi.

AZIONI

Il presente bando sosterrà iniziative nei seguenti settori prioritari:• cooperazione fra le due comunità: azioni concrete congiunte per lo sviluppo socioeco-

nomico• educazione, comunicazione e responsabilizzazione per la costruzione della pace• sensibilizzazione dei leader e dei formatori di opinione, dell’opinione pubblica e dei media

(a questa azione sarà assegnato almeno il 25% del budget totale del bando).

La durata dei progetti deve essere compresa tra i 12 ed i 36 mesi.

I progetti devono aver luogo in uno dei seguenti paesi/territori: Territori occupati di Palestina, Israele o Giordania.

CHI PUÒ RICHIEDERE IL CONTRIBUTO

Possono presentare la propria candidatura al presente bando: ONG, organizzazioni della so-cietà civile, autorità locali, operatori del settore pubblico, organizzazioni internazionali di uno Stato membro dell’UE, di uno Stato EFTA/SEE, dei Paesi in pre-adesione o dei Paesi terzi del Mediterraneo.

Il proponente può presentare una proposta di progetto da solo o in partenariato con un altro soggetto.

Se il proponente ha sede in un Paese diverso da Territori occupati di Palestina, Israele o Gior-dania, il partenariato con un partner con sede in uno di questi Paesi è obbligatorio.

ENTITÀ CONTRIBUTO

Sono messi a bando un totale di € 8.800.000.

Per ogni progetto il contributo comunitario sarà compreso tra un minimo di € 100.000 e un massimo di € 500.000.

Il contributo comunitario può coprire da un minimo del 50% fino ad un massimo dell’80% delle spese ammissibili.

SCADENZA 22/11/2010

FORMULARI E DOCUMENTI https://webgate.ec.europa.eu/europeaid/online-services/index.cfm?do=publi.welcome

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sezione BANDI

BANDO in EVIDENZA

TITOLO EU/DCI - NON STATE ACTORS AND LOCAL AUTHORITIES IN DEVELOPMENT - ACTIONS IN PARTNER COUNTRIES - SOMALIA

ENTE EROGATORE Commissione Europea (EuropeAid/130376/L/ACT/SO)

AREA GEOGRAFICA SOMALIA

OBIETTIVOPromuovere la riduzione della povertà ed uno sviluppo sostenibile nel quadro degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e degli altri target che la comunità internazionale si è data nell’ambito della cooperazione allo sviluppo.

AZIONI

Obiettivi prioritari del presente bando sono:1) rafforzare le competenze e delle capacità degli attori non statali somali;2) promuovere il dialogo tra gli attori non statali somali, l’amministrazione e la comunità internazionale;3) sensibilizzare l’opinione pubblica.

Il bando suggerisce di intraprendere azioni trasversali, qualora possibili, al fine di migliorare le strategie volte alla prevenzione dei conflitti e alla riduzione della povertà. Tra i temi trasversali ricordiamo la promozione di azioni per: uguagliaza di genere, diritti umani, democrazia, diritti dei bambini, ambiente sostenibile, lotta contro HIV/AIDS.

Tutte le azioni dovranno essere concertate e condotte in collaborazione con attori non statali somali.

La durata dei progetti deve essere compresa tra i 12 ed i 60 mesi.

I progetti devono aver luogo in Somalia.

CHI PUÒ RICHIEDERE IL CONTRIBUTO

Possono presentare la propria candidatura al presente bando attori non statali di uno Stato membro dell’UE o di uno Stato partner inserito nella lista OECD/DAC dei PVS.

ENTITÀ CONTRIBUTO

Sono messi a bando un totale di € 2.500.000.

Per ogni progetto il contributo comunitario sarà compreso tra un minimo di € 200.000 e un massimo di € 600.000.

Il contributo comunitario per proponenti di Stati partner può coprire da un minimo del 50% fino ad un massimo del 90% delle spese ammissibili.

Il contributo comunitario per proponenti di Stati membri UE può coprire da un minimo del 50% fino ad un massimo del 75% delle spese ammissibili.

SCADENZA 10/01/2011

FORMULARI E DOCUMENTI https://webgate.ec.europa.eu/europeaid/online-services/index.cfm?do=publi.welcome

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INFORM@ZIONE per lo SVILUPPO - Newsletter della Cooperazione Decentrata Toscana Settembre 2010, n. 57

TITOLO DESCRIZIONE SCADENZA LINK

ESPERTI NAZIONALI DISTACCATI PRESSO LE ISTITUZIONI UE

Consentire ai funzionari delle amministrazioni degli Stati membri, che hanno esperienze e conoscenze professionali in materia di politiche europee, di realizzare un’esperienza lavorativa presso i servizi della Commissione.

19/09/2010 35 Posti

http://www.esteri.it/MAE/IT/Ministero/Servizi/Italiani/Op-portunita/Nella_UE/

Nelle_Istituzioni/EspertiNazionaliDi-staccati/Ricerca_

EspertiNazDistaccati.htm

SERVIZIO CIVILE NAZIONALE

E’ uscito il bando 2010 per il Servizio Civile Nazionale per la selezione di 19.627 volontari tra i 18 e i 26 anni. I giovani saranno impiegati in progetti di intervento sociale presso associazioni ed enti del terzo settore e della cooperazione internazionale, in Italia e all’estero. I volontari selezionati resteranno in servizio un anno e riceveranno una retribuzione di € 433,80 al mese per un impegno settimanale di 30 ore.

04/10/2010

http://www.servizio-civile.it/Bandi/Sche-daBando.aspx?IdBando=206245&SearchText=&Section=164

RACCORTI SOCIALI 2010

Il festival di cortometraggi raccoglie le testimonianze del volonta-riato e del terzo settore: attività, esperienze, persone, speranze. Le associazioni possono presentare un’opera sul tema “la cultura della solidarietà e del volontariato in Toscana: i valori, le pratiche, i pro-tagonisti”. Le regole da rispettare sono le stesse dell’edizione 2009: cinque minuti di durata massima e colonna sonora originale. La par-tecipazione è gratuita. Le opere vanno presentate entro il 18 ottobre 2010. Il montepremi è di € 6.000. L’iniziativa è promossa da Cesvot in collaborazione con Aiart - Associazione italiana ascoltatori radiote-lespettatori - Delegazione di Pisa.

18/10/2010 http://www.raccorti-toscani.it/joomla/

BANDO ALLEANZA TORO SPA

Il finanziamento sarà devoluto ad un numero ristretto di iniziative (massimo 15) che abbiano come scopo:per i giovani la formazione e/o l’inserimento professionale finalizzati all’uscita da situazioni di crisi o emarginazione; per gli stranieri in Italia progetti di integrazio-ne, formazione e supporto finalizzati all’inserimento professionale. I progetti devono essere circoscritti al territorio nazionale.

31/12/2010http://www.alleanza.

it/pagine/pagina.aspx?ID=Iniziative_

s001&L=IT

PROGRAMMA DI RICERCA CARAIBI E PACIFICO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE(EUROPEAID/130381/D/ACT/ACP)

Il bando finanzia attività di ricerca nei settori agricoltura, energie sostenibili e rinnovabili, acqua cambiamenti climatici, da svolgersi a favore dei paesi della regione Caraibi e Pacifico facenti parte degli Stati ACP.

31/01/2011

https://webgate.ec.europa.eu/europe-aid/online-services/index.cfm?do=publi.

welcome

UN-HABITATMicro-Grant Research Fund

Il “Micro-Grant Research Fund” è un’iniziativa lanciata da UN-HABI-TAT nel maggio 2010. Il Fondo intende promuovere attività di ricerca nel settore dello sviluppo urbano e regionale sostenibile. I “working papers” finanziati saranno pubblicati come “UN-HABITAT’s Micro Re-search on Sustainable Urbanisation series”.

-http://www.unhabi-tat.org/content.asp?typeid=19&catid=292

&cid=8406

ALTRI BANDI

sezione BANDI

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Settembre 2010, n. 57INFORM@ZIONE per lo SVILUPPO - Newsletter della Cooperazione Decentrata Toscana

sezione DOCUMENTI

DOCUMENTO in EVIDENZA

DOCUMENTI

TITOLO PROGRESS FOR CHILDREN. ACHIEVING THE MDGS WITH EQUITY

AUTORE Unicef

DATA PUBBLICAZIONE Settembre 2010

SOMMARIO

La comunità internazionale può salvare milioni di vite investendo prima di tutto nelle comu-nità e nei bambini più svantaggiati. Un simile approccio permetterebbe di affrontare anche le crescenti disparità che stanno accompagnando i progressi verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM). Anche se si stanno compiendo notevoli progressi nell’impegno internazionale per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, nei prossi-mi cinque anni è necessario fare molto di più. Questo è quanto emerge dagli ultimi due studi pubblicati dall’UNICEF: “Narrowing the Gaps to Meet the Goals” (Ridurre i divari per raggiun-gere gli Obiettivi) e “Progress for Children. Achieving the MDGs with Equity” (Progressi per l’infanzia. Raggiungere gli OSM con equità).

Dal rapporto “Progressi per l’infanzia” emerge che:• nei Paesi in via di sviluppo i bambini appartenenti al 20% (quintile) più povero della popo-lazione hanno più del doppio delle probabilità di morire prima di compiere 5 anni, rispetto ai coetanei che appartengono al 20% più ricco;• i bambini delle fasce sociali più povere hanno probabilità più che doppie di essere sotto-peso, e corrono un rischio molto maggiore di arresto della crescita, rispetto ai bambini delle fasce più benestanti;• nonostante i grandi progressi compiuti nell’ultimo decennio verso la parità di genere nell’istruzione primaria, nelle regioni in via di sviluppo le bambine e le ragazze rimangono notevolmente svantaggiate nell’accesso all’istruzione, soprattutto a livello secondario;• degli 884 milioni di persone che non hanno accesso a fonti migliorate di acqua potabile, l’84% vive in zone rurali.

Paragonando l’efficacia di differenti strategie sanitarie destinate ai soggetti più bisognosi, lo studio “Ridurri i divari” giunge alla conclusione che un approccio centrato sui bambini più poveri e svantaggiati aumenterebbe il numero di vite salvate Pertanto nello studio l’UNICEF giuge a queste conclusioni: 1) un approccio incentrato sull’equità garantisce che le somme investite nella prevenzione rendano al massimo, riducendo notevolmente il numero di decessi infantili e materni e i casi di malnutrizione cronica, rispetto alle strategie tradizionali; 2) un in-vestimento di un milione di dollari in interventi contro la mortalità infantile in un paese a bas-so reddito e a mortalità elevata, se condotto con accento sull’equità, consentirebbe di salvare fino al 60% di vite in più; 3) poiché le malattie, la malnutrizione e l’analfabetismo colpiscono soprattutto i bambini più poveri, fornire loro servizi essenziali può accelerare notevolmente i progressi verso il raggiungimento degli OSM e ridurre le disparità all’interno degli Stati.

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sezione DOCUMENTI

.....segueIl rapporto e lo studio dell’UNICEF vengono pubblicati in concomitanza con un rapporto di Save the Children intitolato “A Fair Chance at Life: Why Equity Matters for Children” che si concentra sull’OSM 4 (riduzione di due terzi della mortalità infantile tra il 1990 e il 2015).

DOCUMENTI INTEGRALI

PROGRESS FOR CHILDREN. ACHIEVING THE MDGS WITH EQUITYhttp://www.unicef.it/Allegati/Progress%20for%20Children%202010.pdf

NARROWING THE GAPS TO MEET THE GOALShttp://www.unicef.it/Allegati/Narrowing%20the%20Gaps%20to%20Meet%20the%20Goals.pdf

FONTE Unicef

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DOCUMENTO in EVIDENZA

sezione DOCUMENTI

TITOLO A FAIR CHANCE AT LIFE: WHY EQUITY MATTERS FOR CHILDREN

AUTORE Save the Children

DATA PUBBLICAZIONE Settembre 2010

SOMMARIO

Questo nuovo rapporto di Save the Children, A Fair Chance at Life, richiama l’attenzione su una delle sfide di sviluppo più urgenti della nostra epoca: eliminare il sacrificio delle morti infantili prevenibili nei paesi più poveri del mondo, che nel 2008 sono state circa 9.000.

I progressi verso il quarto Obiettivo di Sviluppo del Millennio - ridurre di due terzi la mortalità infantile tra il 1990 ed il 2015 - dimostrano che questo obiettivo è oggi ampiamente disatteso e si pone con urgenza la necessità di trovare soluzioni adeguate al problema della mortalità infantile.

Il prossimo vertice dell’ONU a New York che esaminerà lo stato dell’arte relativo al rag-giungimento degli otto Obiettivi del Millennio è l’ultima opportunità prima del 2015 in cui la comunità internazionale può raggiungere un accordo sulle misure necessarie per accelerare i progressi per non fallire il raggiungimento stesso degli Obiettivi di sviluppo che si è data nel 2000.

Il rapporto esamina le disparità nei progressi in materia di sopravvivenza dell’infanzia che esi-stono tra i paesi ricchi e quelli meno ricchi di tutto il mondo. Il rapporto mostra che sforzi più intensi per ridurre la mortalità infantile possono avere successo solo se l’equità viene posta al centro di ogni strategia d’intervento a partire, a livello governativo, dall’allocazione delle risorse pubbliche e, a livello internazionale, dal coordinamento tra i donors. Afferma, inoltre, che raggiungere le comunità emarginate rappresenta la chiave per ridurre le disuguaglianze e conseguire il quarto l’Obiettivo del Millennio.

Assicurare che ogni bambino abbia una possibilità di vita è un imperativo morale. Come sot-tolinena il rapporto è necessario trarre gli strumenti per combattere la mortalità infantile dai casi di successo che in vari paesi dimostrano che raggiungere questo obiettivo è possibile. Questa è la nuova sfida.

DOCUMENTO INTEGRALE http://www.reliefweb.int/rw/lib.nsf/db900sid/NROI-8949M8/$file/sc-sep2010.pdf?openelement

FONTE Relief Web

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DOCUMENTO in EVIDENZA

sezione DOCUMENTI

TITOLO UNAIDS OUTLOOK REPORT 2010

AUTORE UNAIDS

DATA PUBBLICAZIONE Luglio 2010

SOMMARIO

Secondo le stime dell’UNAIDS, 33.4 milioni di persone risultano infette dal virus dell’HIV in tutto il mondo alla fine del 2008. Nello stesso anno, si sono riscontrate anche quasi 2.7 milioni di nuove infezioni e 2 milioni di casi di morte dovuta all’AIDS. L’ultimo rapporto del Program-ma delle Nazioni Unite per la lotta all’AIDS mostra che i giovani sono in prima linea nella pre-venzione dell’HIV: 15 tra i paesi più colpiti presentano infatti un calo del 25% nel contagio da HIV in questa fascia di popolazione. Una nuova indagine a livello globale mostra come l’AIDS continua ad essere una questione della massima importanza per la gente di tutto il mondo.

L’ultimo rapporto dell’UNAIDS presenta una piattaforma di trattamento dell’HIV radicalmente semplificata, chiamata “Trattamento 2.0” che potrebbe diminuire drasticamente il numero di morti a causa dell’AIDS, oltre a ridurre notevolmente il numero di nuove infezioni da HIV. I dati raccolti dimostrano che nei 15 paesi più colpiti da HIV, le contrazioni del virus tra i giovani sono calate in modo significativo, grazie al fatto che essi hanno adottato abitudini sessuali più sicure.

Nel rapporto è presente anche un nuovo completo sondaggio d’opinione fatto dall’UNAIDS e da Zogby International, che mostra che trent’anni dopo l’inizio dell’epidemia dell’AIDS, di regione in regione, molti paesi continuano a considerare l’AIDS uno dei problemi più gravi che il mondo si trova ad affrontare. Inoltre, anche un’analisi economica sostiene come la salute debba considerarsi assolutamente come una priorità, e non un lusso, sottolineando il bisogno urgente dei paesi donatori di investire nella lotta contro l’AIDS ed invitando i paesi in via di sviluppo più ricchi ad incrementare maggiormente le risorse nei settori HIV e sanità.

DOCUMENTO INTEGRALE http://www.unaids.org/en/KnowledgeCentre/Resources/FeatureStories/archive/2010/20100713_Outlo-ok_launch.asp

FONTE Onu Italia

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DOCUMENTO in EVIDENZA

sezione DOCUMENTI

TITOLO LE NUOVE SCHIAVITÙ

AUTORE Save The Children

DATA PUBBLICAZIONE Agosto 2010

SOMMARIO

Secondo i dati del Comitato Minori Stranieri, i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia sono 4.466. Si stimano in almeno 50.000 le vittime di tratta e sfruttamento in Italia che hanno ricevuto protezione, assistenza e aiuto fra il 2000 e il 2008. Nello stesso intervallo di tempo risultano 986 i minori di 18 anni vittime di tratta e grave sfruttamento inseriti in pro-grammi di protezione. Nigeria, Romania, Moldavia, Albania, Ucraina le nazionalità prevalenti delle vittime di tratta, a scopo di sfruttamento sessuale. Anche se non mancano vittime di sfruttamento lavorativo (163 fra il 2007 e il 2008). 5.075 fra il 2004 e il 2009 gli indagati per riduzione o mantenimento in schiavitù e per reato di tratta di persone.

Sono per lo più ragazze, in gran parte di nazionalità nigeriana e rumena e di età compresa tra i 15 e i 18 anni, le vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale in Italia. In ripresa sono gli arrivi in aereo, il che comporta un debito più elevato da ripagare, mentre su strada si continuano a intercettare le ragazze giunte in Italia via mare, in Sicilia e poi spostatesi sull’in-tero territorio nazionale, ad esempio a Torino, Milano, Napoli o sulla costa adriatica. Una forte presenza di ragazze nigeriane si registra nell’area di Castelvolturno, dove la loro situazione rimane critica. Le giovani rumene o di altri paesi dell’Est Europa, sono una presenza costante su strada. Molti operatori rilevano ancora la prostituzione indoor, cioè al chiuso, ma più come un’alternativa per evitare che le ragazze siano fermate e multate dalle forze dell’ordine men-tre si prostituiscono per strada. La tratta e lo sfruttamento sessuale

Il coinvolgimento in attività illegali riguarda prevalentemente bambini e adolescenti di ambo i sessi per lo più rumeni ma anche di origine nord-africana, alcuni con non più di 14 anni e quindi non perseguibili penalmente. Reclutati nei paesi di origine o in Italia, vengono costretti a compiere furti e scippi. Nel nord Italia si sta radicando il fenomeno dello sfruttamento di minori senegalesi nello spaccio di stupefacenti. In particolare nella zona torinese è in aumen-to il numero di ragazzi, dai 14 ai 18 anni, provenienti principalmente dell’area di Louga in Senegal, coinvolti nello spaccio.

Questi sono alcuni dei dati contenuti nel Rapporto di Save The Children pubblicato in occasio-ne della Giornata Internazionale in Ricordo della Schiavitù e della sua Abolizione (23 agosto).

DOCUMENTO INTEGRALE http://images.savethechildren.it/IT/f/img_pubblicazioni/img122_b.pdf

FONTE Save The Children

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DOCUMENTO in EVIDENZA

sezione DOCUMENTI

TITOLO LA MEDIAZIONE LINGUISTICO-CULTURALE. STATO DELL’ARTE E POTENZIALITÀ

AUTORE CESVOT

DATA PUBBLICAZIONE 2010

SOMMARIO

L’integrazione dei migranti è un obiettivo fondamentale nel lavoro messo in atto in molti con-testi locali da cittadini, società civile e istituzioni. Da anni le associazioni di volontariato sono chiamate a confrontarsi con il tema dell’immigrazione: inizialmente con funzione di proget-tazione e gestione di servizi di accoglienza, in seguito nella riflessione su inclusione sociale e diritti di cittadinanza degli immigrati.

In primo luogo la mediazione linguistico-culturale merita un’attenzione particolare, in quanto dispositivo di accoglienza per eccellenza, all’interno di una società che si fa sempre più esclu-dente: non solo quindi per la sua “necessità”, più ancora che utilità, per gli operatori della scuola, della sanità, delle pubbliche amministrazioni, delle associazioni di volontariato, per gli utenti stranieri e italiani; ma anche per un suo ruolo ormai politico, di rappresentanza di istanze di inclusione e integrazione. L’immigrazione è un fatto, come lo è stata in tanti periodi storici e prendendo tante e diverse direzioni e forme: gli stranieri ci sono e continueranno ad arrivare, perché a questa continua mobilità spingono le congiunture economiche e politiche a livello globale. Continuare a garantire e implementare, nei nostri servizi territoriali, la pre-senza di mediatori e mediatrici linguistico-culturali che facilitino l’accesso ai servizi essenziali di queste persone in viaggio, è anche un modo per ribadire responsabilmente che alle sfi de della contemporaneità rispondiamo cercando di attrezzarci con strumenti adeguati, e non voltando la testa dall’altra parte. All’interno di questo panorama mutevole, il volontariato è attore di cambiamento sociale e da anni supporta, e a volte sostituisce, i servizi nell’acco-glienza dei migranti: in questo senso la mediazione linguistico-culturale si confi - gura come un aiuto concreto al volontariato nel processo di apertura e comunicazione con i migranti quali nuovi cittadini, e un’opportunità per tutte le associazioni che da anni si impegnano in progetti di inclusione sociale.

In secondo luogo la mediazione linguistico-culturale merita un’approfondimento attento per-chè date l’attenzione crescente e l’importanza del coinvolgimento attivo dei migranti nelle attività di volontariato.

La pubblicazione del CESVOT, realizzata in collaborazione con Ucodep, offre un quadro ag-giornato sullo stato della mediazione linguistico-culturale in Italia. Oltre che sugli aspetti nor-mativi e storici, il testo si sofferma su formazione e professionalità del mediatore, percezione e ruolo della mediazione culturale in ambito sociale e sanitario, scolastico e penitenziario.

DOCUMENTO INTEGRALE http://www.cesvot.it/repository/cont_schedemm/5495_documento.pdf

FONTE CESVOT

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TITOLO DESCRIZIONE DOCUMENTO

STATISTICHE FAO 2010

Pochi giorni prima del Vertice delle Nazioni Unite sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio che si terrà a New York (20-22 settembre), la FAO ha reso note le nuove stime per il 2010 sul numero di persone che attualmente soffre di fame cronica nel mondo. Vicina alla soglia del miliardo, tale cifra rimane inaccettabilmente alta, nonostante un previsto declino attribuibile principalmente al clima di ripresa eco-nomica ed alla caduta dei prezzi a partire dal 2008. Di fatto, il numero di persone che soffrono la fame è assai maggiore oggi che prima delle crisi alimentare ed economica del 2008-2009.

http://www.fao.org/docrep/012/al390it/

al390it00.pdf

DRAFT RAPPORTO NAZIONI UNITEVIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI IN RDC 1993-2003

Versione “non definitiva” del rapporto ONU sui crimini della guerra in Repubblica Democratica del Congo (1993-2003). La pubblicazione ufficiale a ottobre.

http://www.nigrizia.it/public/PDF%20e%20

DOCUMENTI/draft%20un%20report%20for%20crime%20in%20drc%20

(ohrc).pdf

IRAQ E OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO

Nel rapporto sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio in Iraq, il governo iracheno e le Nazioni Unite presentano i progressi compiuti in vista del raggiungimento in Iraq degli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs). I progressi fatti riguardano soprattutto riduzione della fame e della mortalità infantile e promozione dell’ugua-glianza di genere. Mentre in altre aree cruciali, come iscrizione alla scuola primaria, disoccupazione, accesso ad acqua e servizi igienico-sanitari puliti, i miglioramenti riscontrati sono più lenti.

http://www.reliefweb.int/rw/RWFiles2010.nsf/FilesByRWDocUnidFile-name/MYAI-87W6FV-full_report.pdf/$File/

full_report.pdf

EUROPEAN UNION - LATIN AMERICA DEVELOPMENT COOPERATION GUIDE

L’UE intrattiene importanti relazioni con l’America Latina sin dal 1960. L’Europa è il maggior partner economico e politico di questa regione del mondo è: il primo donor per la cooperazione, il secondo investitore estero, il secondo parner com-merciale. In questa guida sono illustrati i programmi di cooperazione in America Latina attivati dall’UE e dai suoi Stati membri.

http://ec.europa.eu/europeaid/infopoint/

publications/europeaid/documents/178a_la-tinam_dev_coop_gui-

de_2010_en.pdf

THE EUROPEAN UNION AND THE INTERNATIONAL CRIMINAL COURT

Il rafforzamento dello stato di diritto la promozione del rispetto dei diritti umani, nonché della pace e della sicurezza internazionale, sono i cardini su cui si fonda l’Unione Europea. In questo opuscolo l’UE illustra il suo impegno a sostegno della Corte Penale Internazionale.

http://www.consilium.europa.eu/uedocs/

cms_data/librairie/PDF/ICC_may_10_internet.pdf

UNIONE EUROPEA, STATI MEMBRI E DIRITTI UMANI

L’Agenzia sui diritti fondamentali dell’UE ha appena realizzato un ampio studio sulle Istituzioni nazionali per i diritti umani nei Paesi dell’Unione in cui si trattano anche le strategie per rafforzare l’impegno europeo per la difesa delle libertà fon-damentali.

http://www.fra.europa.eu/fraWebsite/attach-ments/NHRI_en.pdf

PROTECTING CHILDREN AFFECTEDBY ARMED CONFLICT IN AFGHANISTAN

Il nuovo rapporto del Watchlist on Children and Armed conflict, un network di or-ganizzazioni che si occupano di tutela dei diritti dei bambini in paesi in guerra, di cui fa parte anche Save the Children.

http://images.savethe-children.it/IT/f/img_pub-blicazioni/img121_b.pdf

ALTRI DOCUMENTI

sezione DOCUMENTI

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sezione EVENTI

Settembre 2010, n. 57

EVENTO in EVIDENZAEVENTI

TITOLO MULTIPART FINAL INTERNATIONAL CONFERENCE

DATA 22 - 23 settembre 2010

LUOGO Pisa

NOTE

“L’importanza dei Partenariati nei paesi teatro di conflitti: ricerche ed esperienze dal Kosovo, dalla Repubblica Democratica del Congo e dall’Afghanistan”. Se ne discute a Pisa, presso la sede centrale della Scuola Sant’Anna il 22 e 23 settembre p.v.

La conferenza, atto conclusivo del progetto “Multi-stakeholder partnerships in post conflict recontruction: the role of the European Union” finanziato dalla Commissione Europea attra-verso il Settimo Programma Quadro, dibatterà le modalità di cooperazione tra soggetti privati e pubblici, internazionali e nazionali, associazioni e organizzazioni non governative, volte a favorire i processi di ricostruzione e di sviluppo, indagandone l’impatto potenziale in termini di sicurezza non solo personale ma anche economica e sociale.

Esperti dell’Onu e delle principali Organizzazioni Internazionali e non governative impegnate sul campo, dibatteranno insieme ai ricercatori del progetto i risultati della ricerca, evidenzian-done punti di forza e debolezza.

INFORMAZIONI http://www.multi-part.eu/

FONTE Scuola Superiore Sant’Anna

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EVENTO in EVIDENZA

sezione EVENTI

TITOLO SFIDA PER L’INTEGRAZIONE: INCLUSIONE FINANZIARIA DEGLI IMMI-GRANTI

DATA 27 settembre 2010

LUOGO Roma

NOTE

Il fenomeno migratorio in Italia ha ormai raggiunto dimensioni non trascurabili, per volumi e per contributi al sistema economico. Sempre più i settori economici e le Istituzioni guardano al migrante come risorsa importante per il nostro Paese.

L’immigrazione è oggi una realtà strutturale, con oltre 4 milioni di persone il cui trend di crescita appare evidente anche alla luce delle dinamiche demografiche ed economiche del nostro Paese.

A questo sviluppo si accompagna l’evoluzione delle banche, che negli ultimi anni hanno rispo-sto a nuovi bisogni bancari e finanziari, in un quadro organico di rapporti e relazioni.

L’inclusione finanziaria rappresenta uno degli aspetti legati al fenomeno migratorio che può costituire una leva importante per favorire e accelerare il processo di integrazione sociale: rendendo accessibili le diverse tipologie di strumenti e servizi finanziari; accrescendo il ri-sparmio e la disponibilità di credito; modificando la percezione del rischio; accrescendo la sicurezza economica attraverso forme di accumulo di risparmio e di altri servizi che costi-tuiscono supporto e sostegno al processo di integrazione economica e sociale che, se ben accompagnata, può autoalimentarsi.

In questo contesto è nata la volontà di ABI di organizzare - insieme alla Fondazione Eth-noland - per il prossimo 27 settembre 2010 a Roma (Palazzo Altieri) un evento dedicato a questo tema:

“Sfida per l’integrazione: inclusione finanziaria degli immigrati”, continuando il percorso di ri-flessione che l’Associazione insieme alle banche italiane hanno avviato. L’obiettivo del conve-gno è quello di ragionare sul tema dell’inclusione finanziaria con i diversi soggetti interessati: dal sistema bancario alle istituzioni, dalle associazioni di categoria al terzo settore, consape-voli che gli obiettivi di inclusione finanziaria richiedono un insieme complesso di politiche di promozione e di sostegno allo sviluppo, non limitate ai confini dell’operatività della banca.

Parteciperanno esperti di banche, imprese, istituzioni, centri di ricerca e terzo settore.

Molti i temi che si affronteranno nelle tavole rotonde del pomeriggio: “Banche e immigra-zione: modelli di business a confronto”; “Valutazione del merito creditizio e imprenditoria immigrata”; “Inclusione finanziaria e inclusione sociale”.

INFORMAZIONI http://www.abieventi.it/eventi/1230/sfida-per-l-integrazione-inclusione-finanziaria-degli-immigrati/

FONTE ABI

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EVENTO in EVIDENZA

sezione EVENTI

TITOLO LA SCIENZA DELL’EMERGENZA

DATA 7 - 17 ottobre 2010

LUOGO Bergamo

NOTE

La mostra multimediale “La Scienza dell’Emergenza”, organizzata da Cesvi e dalla Commis-sione Europea, ha l’obiettivo di raccontare i principi e le dinamiche del lavoro umanitario nelle grandi emergenze internazionali.

Cosa succede quando esplode una crisi umanitaria? Chi interviene? Con quali strumenti? In base a quali priorità?

A questi e molti altri interrogativi cerca di rispondere questo percorso espositivo presentato da Cesvi in partnership con ECHO, il Servizio per gli Aiuti Umanitari e la Protezione Civile della Commissione Europea, nell’ambito di BergamoScienza 2010. Un percorso che mette in luce la dimensione di professionalità e complessità che caratterizza l’attività umanitaria.

La mostra affronta l’argomento delle “crisi umanitarie complesse” attraverso cinque aree tematiche basate su tecnologie, giochi e soluzioni innovative che coinvolgono direttamente il visitatore.

Un approfondimento speciale è dedicato a due Paesi in emergenza: Haiti e Somalia. Il primo travolto nel gennaio 2010 da un terremoto che ha fatto 220 mila vittime, il secondo afflitto da una guerra civile che dura da oltre 20 anni.

Intervenire con scientificità significa unire alla partecipazione emotiva l’indispensabile lucidità che porta a muoversi con pianificazione strategica. Il modo più corretto affinché ogni singolo aiuto possa tradursi in una solidarietà concreta ed efficace.

INFORMAZIONI http://www.cesvi.org/?pagina=pagina_generica.php&id=2004

FONTE CESVI

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EVENTO in EVIDENZA

sezione EVENTI

TITOLO SEMINARI IN DIRITTO DELL’IMMIGRAZIONE

DATA 7 -29 ottobre 2010

LUOGO Trento

NOTE

I seminari in Diritto dell’Immigrazione, in programma dal 7 al 29 ottobre 2010, si terranno presso la sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Il ciclo di seminari formativi intende soffermarsi sull’analisi di tutti quegli aspetti che oggi vanno a costituire quel ramo del diritto noto come: “Diritto dell’immigrazione”. Nel corso degli incontri seminariali si tenterà di toccare i diversi aspetti di questa materia, soffermandosi sulle diverse criticità che si aprono nell’analisi della normativa che la caratterizza.

L’iniziativa si rivolge principalmente a giuristi, avvocati, quadri dell’amministrazione e chiun-que sia interessato o desideri approfondire la conoscenza del diritto dell’immigrazione e dei meccanismi connessi allo stesso.

Ci si soffermerà, con attenta analisi, sulla normativa e sulla prassi oggi presenti a seguito dell’entrata in vigore del “pacchetto sicurezza”, il quale sarà affrontato alla luce della norma-tiva europea, con particolare attenzione alle eventuali discrasie fra ordinamento interno ed ordinamento comunitario.

L’iscrizione al corso è gratuita fino ad esaurimento posti. Le iscrizioni on-line sono aperte fino al 25 settembre 2010.

Il ciclo di seminari sono organizzato da: Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, A.S.G.I. (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione), A.I.G.A. (Associazione Italia-na Giovani Avvocati). Ciclo accreditato presso: C.O.A. (Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Trento) - 24 crediti.

INFORMAZIONI http://www.fondazionecaritro.it./

FONTE Fondazione Ca.Ri.TRo.

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EVENTO in EVIDENZA

sezione EVENTI

TITOLO INNOVATIVE EXPERIENCES OF INTEGRATION OF MIGRANTS IN EUROPE: LEARNING FROM EXPERIENCES IN OTHER EUROPEAN CITIES

DATA 19 ottobre 2010

LUOGO Milano

NOTE

La conferenza è congiuntamente organizzata dal network internazionale CLIP, dalla Fonda-zione Ismu di Milano, dalla Fondazione Piccini di Brescia e dall’agenzia dell’Unione Europea Eurofound di Dublino. All’iniziativa hanno contribuito Unioncamere Lombardia, CGIL Regiona-le e la Camera di Commercio di Milano. L’incontro riunirà presso l’Union Camere Lombardia circa 70 persone provenienti dalle amministrazioni comunali di alcune città italiane, da realtà sindacali, ecclesiastiche, della società civile e da alcuni istituti di ricerca. Parteciperanno inol-tre rappresentanti di alcune città europee e di organizzazioni sindacali europee e nazionali e ricercatori di altri paesi europei.

Tra i relatori che interverranno, i professori Vincenzo Cesareo, Laura Zanfrini e Nicola Pasini della Fondazione Ismu; Raffaele Riccardi sindaco della città di Bologna; Ilda Curti, assessore della città di Torino; Helga Nagel e Gerry Folan, responsabili dell’integrazione dei migranti nelle città di Francoforte e Dublino. La comunità scientifica sarà inoltre rappresentata da Ferruccio Pastore di Fieri di Torino, dal prof. Rinus Pennix di Imes di Amsterdam e da Hubert Krieger, rappresentante di Eurofound di Dublino e della CLIP network.La realtà imprenditoriale sarà rappresentata da relatori della Camera di Commercio di Milano e di associazioni di lavoratori immigrati. CGIL Lombardia rifletterà sul ruolo delle unioni sin-dacali relativamente alle politiche di integrazione locale.

Sulla scorta delle più recenti ricerche europee e italiane, saranno discussi i seguenti temi:- Politiche di integrazione: come rispondere alla crescita della diversità culturale nelle città europee?- Imprenditorialità immigrata: come utilizzare le opportunità fornite dalla crescita dell’impren-ditorialità immigrata ai fini dell’integrazione dei migranti nell’occupazione e, più in generale, nella società? Come si può utilizzare l’imprenditorialità immigrata per un migliore sviluppo economico della città? Quali sono le condizioni di occupabilità e di lavoro nelle imprese etni-che?- Governance: Come coinvolgere in maniera più efficace le parti sociali? (sindacati, organiz-zazioni dei lavoratori, Camere di Commercio) nelle politiche di integrazione locale? Quale è la loro relazione con la città e con gli altri stakeholder locali (organizzazioni non governative, organizzazioni di migranti e la Chiesa)?

INFORMAZIONI http://www.permessidisoggiorno.anci.it/Eventi.aspx?id=0&idSez=0&nid=520

FONTE ANCI

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TITOLO DESCRIZIONE LINK

INTERCULTURA E CO-SVILUPPO NEL MONDO DELLA SCUOLA

Giovedì 23 settembre, dalle ore 14 presso l’Associazione Culturale Villa Pallavicini, in via Meucci 3 a Milano, Fondazioni 4 Africa e COOPO invitano al seminario dal titolo “INTERCULTURA E CO-SVILUPPO NEL MONDO DELLA SCUOLA. Esperienze e buone pratiche di educazione allo sviluppo”.

http://www.coopi.org/reposito-ry/news/mi_23set10.jpg

FESTIVAL INTERNAZIONALE SUI DIRITTI UMANI

Il Centro Altri Studi per la Lotta al Terrorismo e alla Violenza Politica organizza a Pomozia, Campus Universitario “Selva dei Pini”, dal 24 al 30 settembre il Festival Internazionale sui Diritti Umani - 7 Peccati Capitali nel mondo.

http://www.ceasonline.com/it/content/festival-internazionale-

sui-diritti-umani

TERRA DI TUTTI FILM FESTIVAL

Si terrà dal 7 al 10 ottobre 2010, al cinema Lumière di Bologna, la 4° edizione del Terra di Tutti Film Festival, la rassegna di documentari e cinema dal sud del mondo organizzata da COSPE e Gruppo di volontariato civile. La 4° edizione del Terra di Tutti Film Festival sarà dedicata ai temi: lotta alla povertà, valorizzazione e preservazione delle risorse naturali, sovranità alimentare, agricoltura sostenibi-le, biologica ed equo-solidale, acqua come bene comune dell’umanità, migrazioni.

http://www.terradituttifilmfe-stival.org/

CONFERENZA REGIONALE SULLA COOPERAZIONE TOSCANA

Si comunica che il giorno 13 ottobre 2010, presso il Museo Piaggio Giovanni Alberto Agnelli di Pontedera (PI), avrà luogo la IX Conferenza Regionale “Coope-razione Internazionale e Pace” - Valori, Principi e sviluppo per la globalizzazione: il ruolo della Toscana.

http://www.regione.toscana.it/latoscananelmondo

MASTER OF ARTS IN HUMAN RIGHTS AND CONFLICT MANAGEMENT 2010-2011

Obiettivo del Master in “Human Rights” organizzato dalla Scuola Superiore Sant’Anna, giunto ormai alla sua IX Edizione, è formare professionisti di eccel-lenza in grado di operare con funzioni di progettazione, gestione e monitoraggio all’interno dei programmi e degli interventi promossi dalle organizzazioni nazio-nali, regionali, internazionali o dalle ONG, e finalizzati alla tutela dei diritti umani e alla prevenzione, mitigazione o risoluzione dei conflitti. Il Master è aperto ad un massimo di 28 partecipanti, 14 posti sono riservati a cit-tadini non UE. La deadline per la presentazione delle candidature per i candidati UE è il 15 ottobre 2010.

http://www.sssup.it/context.jsp?ID_LINK=376&area=46

PROMOZIONE DEI PRODOTTI PALESTINESI

In occasione della Giornata internazionale dell’alimentazione (Wfd2010) delle Na-zioni Unite il 16 ottobre, l’Unità tecnica locale (Utl) della direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) della Farnesina a Gerusalemme organizza a Gerico un evento di promozione e valorizzazione dei prodotti tipici palestinesi rea-lizzati nell’ambito dei progetti promossi dal ministero degli Esteri e dei programmi di emergenza affidati alle Ong italiane.

http://www.cooperazione-allosviluppo.esteri.it/pdgcs/

italiano/news/viewnews.asp?idx=3457

WWW. WORLD WIDE WOMEN

Dal 10 al 12 febbraio 2011 si terrà a Torino il convegno internazionale Www. World Wide Women. Globalizzazione, generi, linguaggi organizzato dal Cirsde (Centro interdisciplinare di ricerche e studi delle Donne) dell’Università di Torino, che si propone di favorire uno scambio interculturale e interdisciplinare tra stu-diosi e studiose che hanno adottato la prospettiva di genere come questione e punto di vista.

http://www.cirsde.unito.it/default.aspx

ALTRI EVENTI

sezione EVENTI

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Settembre 2010, n. 57INFORM@ZIONE per lo SVILUPPO - Newsletter della Cooperazione Decentrata Toscana

sezione LINKS

INDIRIZZO WEB DESCRIZIONE

http://www.odihpn.org/ HUMANITARIAN PRACTICE NETWORK

http://www.ipu.org/dem-e/idd/overview.htm INTERNATIONAL DAY OF DEMOCRACY

http://www.internationaldayofpeace.org/ INTERNATIONAL DAY OF PEACE

http://jeunesrm.org/ JEUNES REPORTEUR MIGR@NTS

http://unddd.unccd.int/index.htmUNITED NATIONS DECADE FOR DESERTS AND THE

FIGHT AGAINST DESERTIFICATION

http://www.gaportal.org/ UNDP - GOVERNANCE ASSESSMENT PORTAL

http://www.unwto.org/worldtourismday/ WORLD TOURISM DAY

http://www.worldwaterweek.org/ WORLD WATER WEEK

USEFUL WEBSITES

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Settembre 2010, n. 57INFORM@ZIONE per lo SVILUPPO - Newsletter della Cooperazione Decentrata Toscana

COME CONSULTARE LA NEWSLETTER

CONTATTISCUOLA SUPERIORE SANT’ANNA

Dott.ssa Ilaria Dal Canto

Dott.ssa Annarosa Mezzasalma

TEL: 050 882673/79

E-MAIL: [email protected]

WEB SITE: http://www.sssup.it/newsviluppo

La Newsletter del Sistema Toscano della Cooperazione Decentrata è articolata in sezioni dedicate alla presentazione di informazioni ed approfondimenti utili per i soggetti toscani attivi, a vario titolo, nell’ambito delle politiche di cooperazio-ne decentrata e solidarietà internazionale.

La sezione APPROFONDIMENTI è dedicata a rotazione ad un’area geografica d’intervento della Regione Toscana (Africa, Mediterraneo, America Latina, Asia, Europa) e prevede l’approfondimento di temi particolarmente rilevanti per gli ope-ratori del Sistema Toscano inerenti le priorità indicate nel Programmi Operativi di Area Geografica. La sezione ospiterà anche approfondimenti relativi a iniziative speciali organizzate o promosse dalla Regione Toscana.

La sezione BANDI illustra alcuni tra bandi internazionali, europei, nazionali e regionali aperti più rilevanti per il sistema toscano e propone una carrellata di altri bandi aperti in una breve scheda nella quale sono brevemente descritti i termini dei bandi ed indicati i link web dove ricavare maggiori informazioni.

La sezione DOCUMENTI riporta le novità più importanti in tema di cooperazione illustrando alcuni rapporti, proposte, studi ad hoc ed indica poi altri documenti rilevanti in una breve scheda nella quale è indicato l’oggetto dei vari docu-menti ed il link web dove poterli consultare.

La sezione EVENTI segnala seminari, convegni, manifestazioni, mostre, rassegne, corsi di formazione volti ad approfon-dire i temi della cooperazione allo sviluppo. Gli eventi che possono più interessare gli operatori della cooperazione de-centrata toscana, nonché le iniziative promosse dagli stessi soggetti del Sistema Toscano sono illustrati più in dettaglio, gli altri eventi selezionali sono riportati in una scheda che ne da una brevissima descrizione e rinvia al sito web dove è possibile avere maggiori informazioni sui vari eventi.

La sezione LINKS seleziona, infine, i siti web più interessanti per chi lavora nel mondo della cooperazione.