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L’intervista

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

La sua forza è quella di saper inalvearepensieri ed energie lungo un percorsocostellato di suggestioni e ispirazioniestemporanee. La musica di SergioCammariere mescola con sapienza l’e-leganza all’immediatezza, la ricercatez-za alla semplicità, dando vita a un coin-volgimento sensoriale che si sbarazza

del velo dell’ovvio, travolge e pervade.Sarà proprio la raffinata dirompenza delle note diquesto straordinario cantautore a inaugurare laprima edizione dell’evento intitolato “Dalla Pace delmare lontano - Magna Grecia terra di Pace eCultura”, organizzato dall’AmministrazioneComunale di Locri Assessorato alla Cultura in colla-borazione con “Fatti di Musica Radio Juke Box2016”, la trentesima edizione della rassegna delmiglior live d’autore diretta da Ruggero Pegna. Ilprossimo 24 aprile alle ore 21.00 la Corte delPalazzo di Città avrà, dunque, l’onore di ospitare ungrande chansonnier che, iniziando da autodidattanella sua Crotone, è oggi destinato a lasciare unsegno sui binari della grande musica d’autore.Questa settimana lo abbiamo intervistato per voi.Ha iniziato come pianista di piano bar. Le sue primenote le ha composte per una colonna sonora al cine-ma. Nel 2002 arriva il suo primo album. Nel tempola sua musica è stata un rincorrersi di contamina-zioni. Con che occhi guarda al suo passato artistico? Le racconto in breve la mia adolescenza: tutto è ini-ziato a Crotone, all’interno delle realtà parrocchialiche negli anni Sessanta erano una, se non l’unica,possibilità di aggregazione dei giovani al sud. Il miosogno all’epoca era quello di diventare un musicista,avevo già avuto esperienze in passato: da quandoavevo 8 anni facevo parte del coro di voci bianchediretto dal maestro Giuseppe Campagna, dove can-tavo e suonavo il mio primo strumento, una melodi-ca soprano, (una piccola clavietta a forma di tastieri-na che si estende su due ottave). Il coro, formato da40 bambini, si esibiva tutti gli anni nello storicoTeatro Apollo; nel nostro repertorio l’Ave Maria diSchubert e altri classici. Il passaggio dallo strumenti-no didattico alla tastiera fu naturale e crescendo, a 12anni, cominciai a suonare l’organo a canne nellachiesa di San Giuseppe tutte le domeniche durante

le celebrazioni eucaristiche. A 13 anni chiesi a miopadre come regalo di compleanno un organo Gemcon il quale suonai nella mia prima band, gliEmmaus (le prove le facevamo in un spazio attinen-te alla sagrestia della chiesa). Il pianoforte lo suona-vo già da tempo perché avevo una cuginetta piùgrande di me che ne possedeva uno. Andavo spessoa trovarla, suonava la sonata Per Elisa di Beethoven,che è stato il primo brano che ho imparato da auto-didatta, senza l’aiuto dello spartito. Continuai la miaesperienza musicale ascoltando e riascoltando incontinuazione i brani che più mi emozionavano: lamusica dei Genesis, i Pink Floyd, ma anche Bach oDebussy. Poi li risuonavo al piano. Sempre in queglianni da un’altra parrocchia, quella del Duomo, nac-que il Gruppo Teatro; mia sorella più grande nefaceva parte e così a 14 anni cominciai a comporre lemie prime musiche per alcune opere teatrali, in par-ticolare per la com-media “A Tavola inquattro” di GaetanoCavarretta e RossellaVincelli. Ricordo cheregistrammo le musichesul pianoforte a murodi una mia vicina dicasa. Direttamente suun Revox, duepiste a bobi-ne… Nellostesso periodomi invitarono asuonare alla“CasaRossa” ediventai piani-sta dell’albergo. Mio padre, purrestando un po’ in disparte, mi segui-va e ogni volta rimaneva piacevol-mente stupito dalle mie esibizionimusicali. Riuscivo a risuonare tutti ibrani che mi aveva fatto ascoltare.Mio padre Salvatore Cammariere eraun coltivatore diretto, ma con una par-ticolare passione: anni prima avevacomprato un registratore a bobine,marca “Geloso”, con il quale registravatutte le canzoni di Sanremo, diretta-mente avvicinando il microfonino del-

l’apparecchio alla tv (esisteva allora un solo canale).Quelle bellissime canzoni di quegli anni riascoltatepiù volte dal Geloso sono state la base del mio startup artistico: inconsapevolmente mio padre aveva fis-sato su nastro il Dna della musica d’autore italiana,Carlo Alberto Rossi, Modugno, Sergio Endrigo…Verso la fine degli anni ’70 mi trasferii a Firenze,dove avrei dovuto terminare gli studi all’università,ma allo stesso tempo cominciavo a suonare nei loca-li. Frequentavo tutti quei luoghi dove si esibivano ivecchi chansonnier e cominciavo ad apprezzare iljazz, il repertorio degli standards americani.Ascoltavo dal vivo vecchi musicisti che suonavanoper me una musica nuova: la bossa nova, TomJobim, Chico Buarque, ma anche Cole Porter,George Gershwin, Hoagy Carmichael, pezzi comeThe Nearness Of You, My Funny Valentine, When IFall in Love. Mi appassionavano le canzoni napole-tane e i cantautori italiani, in particolare la scuolagenovese, Paoli, Tenco, Bindi, Lauzi e poi Gaber,Endrigo, De André. All’inizio le suonavo in un notolocale poco distante da piazza della Signoria, loYellow Bar, (esiste ancora oggi); c’era il piano e ilmio ruolo, come a CasaRossa, era di “suonare sol-tanto” possibilmente in sordina. L’anno dopo miritrovai a suonare in un posto più prestigioso, la pagaera più alta, sempre a Firenze, si chiamava Il Tabetà.Il gestore era un pianista professionista, si chiamavaGiancarlo Chiari, è stato uno dei miei “maestri”: ilsuo consiglio era quello che avrei dovuto sì suonare,ma soprattutto cantare. Così cominciai a farlo dalvivo proponendo un repertorio angloamericano, iljazz, la musica brasiliana e i cantautori. Verso la metàdegli anni Ottanta mi trasferii a Roma e cominciai acomporre le mie prime canzoni. Una fu incisa dalmio amico Gegé Telesforo, un’altra da PaolaTurci. Partecipai anche in qualchevarietà televisivo come pianista diservizio, fino a quando nel ’90conobbi il regista PinoQuartullo che mi commis-sionò la colonna sonora peril film “Quando eravamorepressi”. Il mio primodisco, la mia prima espe-rienza discografica. Siaprirono subito nuovestrade e così nel ’92conobbi RobertoKunstler, con il quale èiniziata una collabora-zione per i testi che con-tinua tuttora. Arrivòquindi il primo disco dacantautore per l’etichettaindipendente “it dischi” diVincenzo Micocci (RCA), unacasa storica dalla quale sonopassati De Gregori, Venditti,Cocciante... L’album s’intito-lava “I ricordi e le persone”,Kunstler/Cammariere e laStress Band (1994).Finalmente, verso la metàdegli anni

’90, iniziavo a proporre dal vivo la miamusica nei locali romani, facendo partedella cosiddetta nuova scuola romana. Nel‘97 partecipai al Premio Tenco aSanremo, condividendo il palco conFabrizio De André, Paolo Conte eFrancesco Guccini, cantai 5 brani e vinsiuna borsa di studio istituita dall’Imaiecome miglior esordiente. È stato l’incipitdi un nuovo percorso, con una nuovaconsapevolezza acquisita sul campo. Ilmio primo singolo da solista “Tempo

Perduto” uscì l’anno dopo e nel 2000 arrivò BiagioPagano, il mio produttore, la persona a cui devotutto il mio successo, che è stato al mio fianco comeun fratello. Insieme concepimmo l’album “Dallapace del mare lontano”, entrammo in una major (laEMI), ma proprio nel momento culmine, quando èarrivata la popolarità, un anno dopo è scomparsoper un male improvviso. Oggi guardo al passato contenerezza, penso a tutte quelle coincidenze chehanno cambiato il corso della mia vita, quel susse-guirsi di eventi che, inconsciamente, ha contribuitoalla mia formazione artistica. Qual è il suo giudizio sul panorama musicale cala-brese? C’è un artista in particolare che ha avutomodo di apprezzare? Ho conosciuto Mino Reitano a Sanremo, persona diuna gentilezza unica, un garbo di altri tempi. E poi lecanzoni di Rino Gaetano (siamo cugini di secondogrado), di Otello Profazio e Mimì Berté. Che consigli si sente di dare a un giovane che sognadi diventare un grande cantautore?Ecco il mio consiglio per tutti i giovani inascoltati.Noi all’epoca suonavamo per pochi soldi ed erava-mo felici. Se vuoi fare il musicista devi lavorare duroe fare sacrifici e se all’inizio non vuoi suonare lecover fai comunque un lavoro, che sia il cameriere oaltro, ma qualcosa che ti dia dignità e autonomia.

Senza questi presupposti non si va danessuna parte… ci vuolepure una grande fortuna,oltre al talento. Èimportante non radica-lizzarsi, aprirsi almondo, lavorare quoti-dianamente al proprioprogetto, avere rispet-to per gli altri e per sestessi, essere umili.

In un’intervista ha dichia-rato che durante la sua

infanzia, quando trascorreva levacanze in Calabria, la notte ilrumore delle onde cullava i suoisogni e nei sogni arrivavano musi-che mai ascoltate. Che musica è laCalabria?È vero, negli anni ’60 avevamo unacasetta a due passi dal mare, dovecon tutta la famiglia ci trasferiva-mo per trascorrere il periodoestivo. Conservo ancora un niti-do ricordo del Sergio bambino,che si addormentava ascoltandola musica infinita che arriva dalleonde del mare. Solo chi è nato sulmare può capirlo, per me fu unasorta di iniziazione, ascoltando ilsuono del mare percepivo(forse) l’armonia delle sfere.

Il prossimo 24 aprile Sergio Cammariere inaugurerà aLocri la prima edizione dell’evento intitolato “Dalla Pacedel mare lontano - Magna Grecia terra di Pace e Cultura”

SergioCammarieredal coro della chiesaall’altare della grandemusica d’autoreNegli anni ‘70 lascia le coste crotonesi per seguirela propria strada. Quella strada che, a partire dallasua partecipazione a Sanremo 2003, loconsacrerà tra i più importanti cantautori italiani.

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DOMENICA17 APRILE 4ATTUALITÀ www.rivieraweb.it

La indagine denominata “Tenacia” rappresentasolo un tassello, di porzione almeno numerica-mente assai inferiore rispetto al “tutto”, di unaben più vasta azione investigativa e giudiziariacoordinata, che vede in campo due altri filoni: la

indagine “Patriarca”, di competenza della DDA presso laProcura della Repubblica di Reggio Calabria e la indagi-ne “Infinito” (RG n.r. 46733/06), che ha dato luogo allaemissione di ordinanza cautelare da parte dal medesimoufficio GIP di Milano. Tutte e tre queste indagini insiemerappresentano la più vasta operazione mai condotta neiconfronti delle mafie, e della ‘ndrangheta in particolare,nella storia del Paese.In particolare, il procedimento emblematicamente deno-minato “Infinito” concerne non solo la esistenza di quelpiù ampio ed articolatissimo sfondo associativo, all’inter-no del quale muovono i protagonisti (sia con riferimentoalla contestazione dell’articolo 416bis c.p. che dell’artico-lo 7, d.l. n. 152/91), ma pure quella impressionante seriedi delitti scopo di matrice “nera”, che hanno costellato lavita della famigerata “La Lombardia”.Per converso, pur senza perdere l’inconfondibile sapore‘ndranghetista, la parte di vicenda che qui più strettamen-te interessa ruota attorno ad una delle (ex) maggioriimprese lombarde delsettore edile: quella “P.C.” – variamente denominatanelle sue plurime e successive articolazioni e recente-mente dichiarata fallita – che per lunghi anni diverràpreda e strumento degli interessi mafiosi. Qui si discutedel punto di contatto tra colletti bianchi e organizzazionicriminali.Ciò posto, la indagine “Infinito” e le sue risultanze rap-presentano uno snodo fondamentale anche per i fatti quivalutati, in quanto essa offre la comprovata estrinsecazio-ne della pervasiva e organizzata presenza della ‘ndran-gheta in Lombardia; presenza all’interno della qualemuovono e agiscono gli indagati.Il 17 giugno 2009 tale P. telefona al sanluchese S.S.. P.:«Sabato viene a casa mia a pranzo e sabato firmiamo giàl’accordo… Sia l’amministratore delegato, che W. D.,quello della F.…». S.: «Tu sei l’unico… raro e solo». P.:«Sono partito stamattina alle sei con B. da Agrate, alleotto e venti ero alla C.. Ho detto: signori sabato firmia-mo. Poi me ne sono tornato». S.: «Hanno accettatotutto?». P.: «Gli ho detto la verità. M. B. sta andandodall’A. Bank a vedere se ci fanno da fronting, perché luiè il presidente del collegio sindacale. Se la A. ci fa da fron-ting, le banche vedono che è entrata un’altra banca». S.:«Minchia…». P.: «Un po’ più soldi… Poi domani vado aTorino… lì a Londra… vediamo per venerdì di chiudereil quadro».Gli inquirenti annotano: «Il passaggio è di estremaimportanza per la comprensione delle dinamiche dell’or-ganizzazione criminale, perché dimostra inequivocabil-mente che tutta l’iniziativa che P. porta avanti in C. èsponsorizzata e appoggiata da S. e dunque dai calabresi».Parlare di controllo del movimento terra nell’hinterlanddi Milano o di infiltrazioni ‘ndranghetiste in alcuni setto-ri di impresa vuole dire già discutere di storia giudiziariaacquisita. In questo senso non possono non menzionarsile indagini “Cerberus” e “Parco Sud”, nel cui ambito èemersa – con coerenza già sufficiente a mantenerenumerose custodie cautelari e a giustificare la celebrazio-ne di un processo – la presenza di un meticoloso control-lo del territorio, da parte di una notissima famiglia d’ori-gine platiese, nel Comune di Buccinasco e in zone limi-trofe. E già in quel contesto il nome P. veniva fuori comequello di una grossa azienda che, proprio nell’area diBuccinasco, doveva cedere il passo di fronte alla LavoriStradali di tale L, sodale e complice dei platiesi.

GIUDIZIARIA

La “tenacia” della ’ndrangheta a Milano

Fuda e Calabrese insieme per un Atto Aziendale che salvi la Locride

RIVIERA

Aprile è stato il mesein cui, anche nellanostra Regione, si èsvolto per la prima

volta l’Employers Day, unagiornata promossa dalMinistero del Lavoro einteramente dedicata allepersone che sono alladisperata ricerca di unimpiego in Calabria.Durante l’incontro è statosottolineato il ruolo strate-gico dei tre centri per l’im-piego della nostraProvincia (ReggioCalabria, Gioia Tauro eLocri), che quotidianamen-te si sforzano di dareopportunità a chi ne habisogno. L’azione sinergicadei Centri per l’Impiego,che si è concretizzata inquesti mesi nel progetto Garanzia Giovani, che miraall’inserimento agevolato dei ragazzi nel mondo dellavoro cercando di ammorbidire la transazione dall’uni-versità, dovrebbe adesso ampliarsi anche a chi propriogiovane non è, nel tentativo di mettere la parola fine aldisarmante livello di disoccupazione che si registra nelnostro territorio.Ma, come spesso accade, c’è un ma. Garanzia Giovani,a ben guardare, non ha raggiunto gli obiettivi che si eraprefissato in nessuna regione d’Italia, finendo con ildiventare l’ennesimo fallimento di questo governo. LaCalabria, naturalmente, non fa eccezione e le notizie

derivanti dalle aziende e dai ragazzi che si sono iscrittifiduciosamente al programma sono davvero disarmanti.I pagamenti e le sovvenzioni, infatti, non solo non sonostati quasi mai puntuali, come del resto avvenuto inquasi tutta Italia, ma in moltissimi casi non sono affattoarrivati.E questa affermazione, noi di Riviera, possiamo farlaanche per esperienza diretta: la società che gestisce ilnostro giornale, infatti, credendo nel progetto, ha avvia-to con due nostri ragazzi le pratiche utili all’iscrizione. Asette mesi dall’avvio del tirocinio, quindi a tirocinio con-cluso, i nostri ancora non hanno visto un centesimo e,vista la sospensione dei pagamenti giuntaci all’orecchio,pare che non lo vedranno a breve.Abbiamo inviato delle domande all’assessore Federica

Roccisano nella speranza che ci desse qualche delucida-zione e, magari, qualche parola di conforto relativamen-te al fatto che l’evoluzione di Garanzia Giovani non faràla stessa fine del progetto attuale ma, per impegni istitu-zionali, ci ha chiesto di attendere la prossima settimanaper ricevere le risposte.Nell’attesa, non possiamo che continauare a sperare chela situazione cambierà presto e che la Calabria non con-tinuerà a essere un luogo in cui il lavoro onesto nonviene retribuito e i disoccupati devono arrangiarsi nel-l’apparente disinteresse delle istituzioni.

Jacopo Giuca

Garanzia Giovani: Il primo EmployersDay di Calabria haposto l’accento sul

lavoro dei Centri perl’Impiego

promettendo diampliare il progettoGaranzia Giovani

per favorire idisoccupati della

nostra regione. Vistol’esito del progetto,

tuttavia, e il fatto chela regione si ostini anon pagare, ci lascia

temere il peggio.Abbiamo chiesto

delucidazioniall’assessore

Federica Roccisano,ma aspettiamoancora risposta.

I sindaci di Siderno e Locri

hanno inviato l’atto al governatoreMario Oliverio,al commissario

alla sanità Massimo Scura,

a RiccardoFatarella,

Dirigente GeneraleDipartimentoTutela Salute, ai Commissari

Straordinaridell’Asp di Reggio

Calabria

dobbiamo crederci ancora?

Garanzia Giovani non ha raggiunto gli obiettivi che si era prefissato in nessuna regione,finendo con ildiventare l’ennesimo fallimento di questo governo

Siamo a conoscenza che i Commissari Straordinaridell’Azienda Provinciale di Reggio Calabria, prossimi alla sca-denza dell’incarico semestrale conferito con DPG n°119 del27/10/2015, stanno per ufficializzare l’Atto Aziendale.È a tutti noto che la normativa vigente indica il necessario coin-volgimento delle istituzioni locali della provincia di ReggioCalabria, interessati ad una corretta erogazione dell’assistenzasocio-sanitarie sull’intero ambito provinciale, mediante l’aper-tura di un tavolo di concertazione.Per quanto previsto, questo passaggio, importante e delicato inuna fase di riorganizzazione dei servizi sul territorio, purtropponon è stato ad oggi fatto e, supponendo ormai prossima la sca-denza al termine previsto dal DCA n. 130/016 per l’adozionedel nuovo strumento di riorganizzazione sanitaria, è evidenteche l’adozione dell’Atto aziendale non rappresenta un piano diorganizzazione condiviso rispondente al reale fabbisogno delterritorio.La Locride, dopo la disattivazione dell’Ospedale di Siderno,dispone, ad oggi, di un solo Presidio ospedaliero che serve l’u-tenza di un territorio che si estende per più di 100 km, da Palizzia Pazzano, oltre i comuni montani, con tempi di percorrenzamolto variabili in relazione alle condizioni di precaria viabilità eche rispetto ai ospedali Hub di Catanzaro e di Reggio Calabriadista oltre 100 km.Più volte si è indicata la necessità di prevedere un forte investi-

mento in questo ambito territoriale oltre a fornire le indicazio-ni di un programma di integrazione dell’area territoriale con iservizi ospedalieri.Poiché la popolazione residente non ritiene più accettabile unulteriore processo di ridimensionamento dell’Ospedale con ilpericolo di non garantire i minimi livelli essenziali di assistenza,riteniamo che l’Atto Aziendale rappresenti una grande occa-sione per ridisegnare, nel suo complesso, valorizzando le risor-se esistenti,l’organizzazione dell’assistenza sanitaria del territo-rio, anche e soprattutto, attraverso il coinvolgimento dei comu-ni,m che sono i veri conoscitori delle esigenze sanitarie dei biso-gni di salute dei cittadini.La sanità che si immagina prevede la casa della salute e la medi-cina di prossimità. Serve l’incremento dei servizi sanitari, unamaggiore assistenza domiciliare, il miglioramento della qualitàdelle prestazioni, l’integrazione delle attività ospedaliere conquella del territorio. Per questo è necessario un piano di orga-nizzazione dei servizi sanitari in grado di migliorare la rispostasanitaria ed adeguarla al reale bisogno del territorio.Pertanto, prima di procedere alla valutazione del proponendoAtto Aziendale, invitiamo gli organi in indirizzo dad attivare leprocedure di consultazione di soggetti preposti ed indicati nellanormativa nazionale e regionale vigente.

Il Sindaco di Siderno Pietro FudaIl Sindaco di Locri Giovanni Calabrese

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Copertina Un pentito di ‘ndrangheta ha dichiarato che la Chiesa della piccola frazionedi Gioiosa Jonica-Prisdarelloè stata costruita dalle cosche. Lui, durante lacostruzione, era poco più di un bambino ma l’ha sentito dire e tanto bastaper criminalizzare un’intera comunità.

COMENELLASCUOLADIDONMILANI, IRAGAZZIPIÙ

GRANDIAIUTANOQUELLIPIÙPICCOLIAFAREI

COMPITIEASTUDIARE.NONIMPARANOIRITIDIMAFIAMALASTORIA, LA

GEOGRAFIA, L’ITALIANO, LAMATEMATICA

ILARIO AMMENDOLIA

La Calabria è l’unico postod’Italia dove costruire unachiesetta di campagna puòessere considerato un “crimi-ne”! I fatti risalgono a oltreventi anni fa quando un centi-naio di famiglie contadine abi-

tanti in una piccola frazione di GioiosaJonica-Prisdarello decidono di realizzareun antico sogno: costruire una chiesettatutta per loro.Avrebbero voluto solo una Chiesa perpregare ma siamo in Calabria dove nonc’è anfratto, roccia, montagna, calancoche non nasconda la ‘ndrangheta.Un pentito parla… i Pm ascoltano e necertificano l’assoluta credibilità. Il sortile-

gio è fatto: la Chiesa diventa un “locale”di ‘ndrangheta.Nessun dubbio è consentito.Arrivano gli inviati dei giornali e di qual-che televisione nazionale e vedono le pie-tre della Chiesa grondare sangue, lamessa diventa un rito di affiliazione, efedeli che ascoltano messa si trasformano- agli occhi di giornalisti non propriodisinteressati - in torvi individui con lalupara sulla spalla.Chi “scende” in Calabria cerca solo‘ndrangheta e la vede ovunque. LaCalabria è un bersaglio facile da ferire equesti aprono un fuoco facendo partireraffiche di menzogne e di calunnie calco-late. La gente del Prisdarello indicano la loropiccola Chiesa tra gli alberi. Tutti posso-

no constatare che è grande poco più diuna normale stanza di appartamento masufficiente per battezzare i loro bambini,celebrare i matrimoni, partecipare aifunerali dei loro morti.Cercano di narrare la storia della Chiesa.Un luogo che hanno a lungo sognato pertanto tempo, dove gioire o soffrire insie-me. Un punto di aggregazione per l’inte-ra comunità.Tirata su pietra su pietra, anno dopoanno col sudore degli abitanti. Prima lachiesa, dopo la sacrestia e quindi il cam-panile. Intorno hanno realizzato ancheun piccolo anfiteatro in pietra di fiumeper tenere le assemblee “cittadine” e perfesteggiare la Madonna.Dove hanno preso i soldi? Nessun miste-ro anche perché non è la Basilica di S.

Pietro. Tutte le famiglie di Prisdarello -ma proprio tutte - hanno contribuito! C’èchi ha pagato il portone, chi il tetto, chi lecampane, chi le finestre o la sacrestia.Ogni opera è “firmata” e non si tratta dimafiosi!Infine, ogni famiglia ha commissionatouna panca di legno e vi ha scritto il nomesopra.Altri non avendo soldi da dare, hannoofferto le proprie braccia. Per esempio, lagrande Croce di Legno che campeggiavicino all’Altare è stata offerta da un fale-gname che l’ha costruita con le propriemani.Tutto registrato con puntualità!Dopo la prima Messa, la Chiesa hacominciato a funzionare e non solo per lefunzioni religiose. Per esempio nella

Siamo tutti cittadini di Prisdarello!

RIVIERA

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DOMENICA17 APRILE 7www.rivieraweb.it

“ “INQUESTATORMENTACIFINISCEL’INTERACHIESADELLALOCRIDE. FINANCHEL’ATTUALEARCIVESCOVODICAMPOBASSOBOIANO,MONSIGNORGIANCARLOMARIABREGANTINI,COLPEVOLESOLOPERESSERSTATOILVESCOVODILOCRICHEHABENEDETTOLACHIESA.

IN CALABRIA SI CERCA E SI TROVA SOLO‘NDRANGHETA. NOI CONFERMIAMO: LA ‘NDRANGHETA C’È E I SOLDI DELLE COSCHESONO TANTI MA FINISCONO NELLE BANCHEDEL NORD O NEI PARADISI FISCALI DOVELE RICCHEZZE DEI POTENTI SI INCONTRANO

sacrestia, come nella scuola di Barbianadi don Milani, i ragazzi più grandi hannoaiutato e aiutano quelli più piccoli a farei compiti e a studiare. Non imparano iriti di mafia ma la storia, la geografia, l’i-taliano, la matematica.In altri posti i cittadini di Prisdarelloavrebbero meritato un premio per il lorosenso civico, un riconoscimento per laloro Fede.In Calabria è tutto diverso. Oggi gli abi-tanti di Prisdarello se criminali non sono,poco ci manca!Un pentito di ‘ndrangheta afferma che laChiesa è stata costruita dalle cosche. Lui,durante la costruzione, era poco più diun bambino ma l’ha sentito dire e tantobasta per criminalizzare l’intera comu-nità.

La parola di un pentito diventa unabufera che soffiando cancella di colpo ilsacrificio delle tante famiglie e crimina-lizza la comunità, “brucia” i registri,distrugge il ricordo delle le giornate dilavoro offerte. Una comunità ignorata conquista perqualche giorno la ribalta. E in questa tormenta ci finisce l’interaChiesa della Locride. Finanche l’attualearcivescovo di Campobasso Boiano,monsignor Giancarlo Maria Bregantini,colpevole solo per esser stato il vescovodi Locri che ha benedetto la Chiesa.Ho già detto, in Calabria si cerca e sitrova solo ‘ndrangheta.Noi confermiamo: la ‘ndrangheta c’è e isoldi delle cosche sono tanti anche se daquesti parti non si vedono proprio.

Certamente non sono stati investiti inquella Chiesa di così poco valore ma fini-scono nelle banche del Nord o nei para-disi fiscali dove le ricchezze di tutti ipotenti della Terra sono destinati aincontrarsi.Finiscono alla Luis o alla Bocconi dove imafiosi scrivono i propri figli. Diventano“azioni” nella borsa di Milano o diFrancoforte.Diventano palazzi a Londra, a Parigi o aNew York. Entrano nelle “fondazioni”.Diventano parte integrande dell’econo-mia di mercato. Crescono e si moltiplica-no diventando rispettabili anche quandogrondano sangue.Ma il “mercato” è sacro e purifica ildenaro delle cosche.La gogna funziona solo a Prisdarello che

diventa metafora di una Calabria umilia-ta, offesa e sconfitta. Non difesa neanchedalla propria classe dirigente inetta esubalterna. A volte vile e incapace di direla verità!Le cosche sono diventate più forti, piùaggressive e più ricche. Nessuna sorpre-sa! Con questa “antimafia” non posso-no che crescere.Come la vicenda di Prisdarello dimostrasono i calabresi le prime vittime dellamafia e senza il popolo calabrese la‘ndrangheta non può essere sconfitta.Non si può vincere questa battaglia senon combattendo spalla a spalla con gli“ultimi” della Calabria intera.Il “potere” invece ha storicamente utiliz-zato e intende utilizzare la ‘ndranghetacome un rullo compressore per asfaltare

ogni resistenza. Lo dico a futura memoria: la Calabriasta per essere ricacciata verso un nuovofeudalesimo, verso una crudele tirannidedi poteri impersonali a cui la ‘ndranghe-ta non è estranea e che si riuniscono alvertice in un mostruoso “marchingegno”che schiaccia la debolissima democraziacalabrese, e trasforma cittadini dignitosiin sudditi costretti a mendicare l’elemo-sina al tiranno di turno.È un problema che il tessuto democrati-co nazionale non può continuare a igno-rare senza mettere a rischio la libertà e lademocrazia italiana.So che vi sembrerà impossibile ma, inquesto momento, siamo tutti cittadini diPrisdarello!

Siamo tutti cittadini di Prisdarello!

SETTIMANALE

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ROSARIO ROCCA

volte ti trovi su una strada perchéfa parte del tuo viaggio. O, piùsemplicemente, per realizzareun’ambizione materiale. O, anco-ra, può essere un senso unico, unvicolo cieco, una servitù. Un vizio,una condizione, un’opportunità.Una scelta libera o una necessità.

O niente di tutto ciò. Forse la percorri solo per-ché è la patria della tua anima. Soprattutto se haicon te una chitarra e delle storie da raccontare.“Ho ripreso la mia vita di artista di strada. E me lapasso bene!”. Così Salvatore Scoleri, la storicavoce degli Invece, parla di sé e del suo errabon-dare per il mondo. Passa le sue giornate cercan-do, dal suo angolo di strada, di distrarre unmondo che continua a correre in un tempo difretta e frenesia. E, a modo suo, dal suo angolodi mondo, Sasà continua a condurre le lotte disempre: dalla liberalizzazione delle droghe leg-gere, all’antimafia militante; dall’ecologia antim-perialista, alla liberazione di Ocalan e del popo-lo curdo. Anarchico, pacifista, calabrese. DiBovalino. Dove, ancora sedicenne, nel 1986,insieme ai suoi amici Peppe De Luca, MimmoNapoli e Totò Speranza fonda una band, gli

Invece. Un basso, una chitarra, dei versi forti e,soprattutto, tanta rabbia da trasmettere. Ribellie alternativi, quei ragazzi esibiscono le loro capi-gliature a “spazzola” e i loro chiodi.Anticonformisti, forse troppo per la Bovalino acavallo degli anni Novanta che, proprio in quellafase, comincia a soffrire i primi sintomi di undeclino irreversibile. Iniziano, in quegli anni, agirare le prime musicasette registrate dal vivo.Quelle dimenticate ormai! Quelle, che quando siinceppavano, bisognava riavvolgerne il nastrocon una penna bic. Gli Invece divennero prestoun’icona di una generazione che iniziava a pro-varci gusto a uscire dagli schemi. Ma comu si faci,scritta due mesi dopo la morte di Totò Speranza,il bassista del gruppo, barbaramente assassinatodalla malavita per ragioni futili, un fatto tragicoche sconvolge e segna Salvatore e gli altri, rap-presenta un grido di dolore, ma anche la narra-zione dei paradossi e delle ferite di una terra bel-lissima dove, canta Sasà, ‘ndavimu u suli, ‘ndavi-mu u mari e sogni d’amuri... e poi Uo Ci, Volifatta, Mamma li turki, Non si poti, L’emigranti du2000. Sono solo alcuni tra i più celebri testi dovetrova spazio anche la lontananza ora inquieta,ora malinconica, dei tanti figli di questa terrapartiti per conquistarsi un futuro diverso daquello che le nostre strade, quelle della Locride,

potevano offrirgli. Le nostre strade appunto.Incompiute e precarie! Come i nostri sogni indialetto. Sogni che, di tanto in tanto, Sasà portacon sé per il mondo: in Italia, in Inghilterra, inNorvegia e persino in America dove vive, ormaistabilmente, la sua famiglia. Un ragazzo diBovalino, che continua il suo viaggio, come scri-ve sul suo profilo facebook citando De Andrè, indirezione ostinata e contraria. Un ragazzo che lasua terra non ha compreso, neppure quando can-tava contro l’utilizzo dell’energia nucleare, subi-to dopo il disastro di Chernobyl, denunciando lacontaminazione anche dei prodotti alimentari diprima necessità. Erano gli anni in cui apprende-vamo l’esistenza del traffico dei rifiuti tossici daparte delle mafie solo grazie alle indagini delbrillante Commissario Cattani della Piovra. Enessuno di noi immaginava minimamente chedei fusti velenosi potessero già dimorare nei fon-dali del nostro mare e nel ventre della nostramontagna, facendo aumentare, in maniera espo-nenziale, vent’anni dopo, i tassi di mortalità acausa del male assoluto di questo tempo. MaSalvatore, con il suo reggae genialmente calabre-sizzato, cantava non si poti mbiviri vinu, non sipoti mangiari lattuga… mancu cchju nu livu i giar-ra, è radiattiva tutta a terra… anche la nostra… lanostra terra!

A

DOMENICA17 APRILE 08www.larivieraonline.com

Profili Salvatore Scoleri, nel 1986, insieme ai suoi amici Peppe De Luca, MimmoNapoli e Totò Speranza fonda una band, gli Invece. Un basso, una chitarra,dei versi forti e, soprattutto, tanta rabbia da trasmettere.

Dal 19 al 21 aprile, presso il Salone delle Fontane diRoma, si terranno una serie di convegni incentratisulla legalità ai quali parteciperanno le massimecariche della magistratura e dello Stato impegnatenella lotta alla criminalità.

Tra gli organizzatori, di quella che è la sesta edizione del“Salone di Giustizia”, figura il sidernese Tommaso Marvasi,che dal 2012 ricopre il prestigioso incarico di PresidenteCoordinatore del Tribunale delle Imprese della Sezione diRoma, ruolo che lo rende arbitro in tutte le controversie inmateria di proprietà industriale, oltre che di diritto dellaconcorrenza e d’autore.La tre giorni della legalità romana, definita dal presidentedella repubblica Mattarella come una preziosa occasione diconfronto e allo stesso tempo una coinvolgente forma di

comunicazione, aprirà i battenti nella mattinata del 19 con ilconvegno “nuove frontiere della riservatezza”.A seguire relatori e ospiti si alterneranno a trattare di sanità,infrastrutture, trasporti, ambiente e mercati, sempre in rela-zione al problema della sicurezza. Il confronto tra le autoritàpresenti verterà su metodi e strategie di prevenzione, idoneia garantire il rispetto della legge e una civile convivenza,tanto all’interno della società, quanto tra società civile eambiente, nonché sulla gestione delle risorse dello Sato dadispiegare per rendere possibili tali scenari.La cerimonia di chiusura sarà officiata il 21 aprile dal presi-dente della Corte Costituzionale Paolo Grossi con un inter-vento che dovrebbe fare il punto sui problemi e le soluzioniindagate nella fitta chermes di dibattiti.

Vincenzo Larosa

Le “3 giornate di Roma” per garantire il viver civile

Un artista di strada, in direzione ostinata e contraria

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Non si è trattato di semplici dimostrazioni ma di travolgenti espe-rienze culinarie! La due giorni organizzata da Sergio Minici nell'ac-cogliente sala demo della sua azienda è stata un'interessanteoccasione di confronto tra gli operatori della ristorazione, assaiapprezzabile in un territorio ad alta vocazione gastronomica comeil nostro. Il siciliano Giuseppe Pappalardo, chef dell'Electrolux Accademy,durante il pomeriggio dell'11 aprile, ha inondato la sala demo del

profumo più buono al mondo, quello del paneappena sfornato. Utilizzando una gamma di fari-ne macinate a pietra, prodotte a marchio MINICIFARINA E PASSIONE (farine di frumento anticostudiate da un laboratorio su indicazione e ricet-te della Minici DAB) ha costellato il piano di lavo-ro delle bontà più stuzzicanti: bocconcini alburro, panini hamburger, pane ai cinque maanche sette cereali, focaccia bianca, sfincione

calabrese e l'immancabilepizza rossa, condita secondole ricette più appetitose. Unasinfonia di profumi e sapori ingrado di spalancare i sensi eproiettarli verso orizzonti lon-tani, a quando la genuinità eraun valore imprescindibile. Il

tutto realizza-to con estre-ma facilitàgrazie all'ec-c e z i o n a l egamma dimac ch i n a r iofferta daM i n i c i

Divisione Arte Bianca: forno Easysteam Plus Zanussi,abbattitore di temperatura, planetaria impastatrice BE8DITO SAMA che garantisce prestazioni eccellenti di impasto,miscele ed emulsioni; macchina sottovuoto a campana perla perfetta conservazione dei cibi. Innovazioni che possonofare la differenza in una cucina professionale perché miglio-rano le prestazioni del ristorante e riducono di gran lunga iltempo impiegato per la preparazione delle pietanze.Gli stessi macchinari sono stati utilizzati durante il secondoappuntamento - dedicato questa volta alla pasticceria daristorazione - per realizzare un irresistibile buffet di dolci,vere e proprie coccole per il palato. Bignè con glassa alpistacchio e al limone, farciti di una delicata crema pasticce-ra, sfoglie, pan di Spagna e pan al bergamotto, crostate confrangipane e arance, composte di frutte e biscotti alle man-dorle, e ancora crema inglese e meringhe, crema cotta alcaffè e biscotti al burro. Un concerto di peccati di gola, undelirio per i golosi. Nel corso della dimostrazione sono stateanalizzate le principali tecniche di cottura, la tecnica delsottovuoto, abbattimento rigenerazione dei prodotti. Grazie a queste demo, Minici Divisione Arte Bianca offre lapossibilità di verificare da vicino la qualità della gamma dimacchinari ad alta professionalità che ha disposizione. "È per me vera soddisfazione annoverare clienti professioni-sti quali partecipanti a questa due giorni - dichiara SergioMinici- ed è una soddisfazione ancorapiù grande vederli confrontaretra loro. Questo per me èsinonimo di culturae crescita".

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DOMENICA17 APRILE 10ATTUALITÀ www.rivieraweb.it

Luigi Sbarra nuovo segretariogenerale della FAI CISL

È scomparso questa settimanaGianroberto Casaleggio, imprenditore eguru del Movimento 5Stelle, di cui erastato l’ideatore e cofondatore assieme alpiù teatrale comico genovese BeppeGrillo. Nonostante fosse noto a tutti ilmale che lo aveva costretto a subire unadelicata operazione al cervello nel corsodel 2014, la morte di Casaleggio lascia ungrande vuoto nella sinistra italiana, con-dizionata nel bene e nel male dalle ideedi rinnovamento radicale lanciate dalpartito, rimasto oggi orfano.

La sinistra è un po più sola...

INBREVE

Martedì sono giunti in redazione i com-plimenti del sindaco Pasquale Brizzi edella segretaria del Partito DemocraticoMaria Simone al professore MaurizioZagari che, nella giornata del 12 aprile,con un suo importante intervento allarubrica del Tg2 Medicina 33, ha mostra-to la serietà e la professionalità dellacomunità di Sant’Ilario dello Jonio.Illustrando una recente scoperta medica,il professore, pur vivendo a Bologna, hadimostrato, anche in questa occasione,attaccamento alla propria terra.

Sant’Ilario aMedicina 33

Record italiano sui 400 metri per GiusyVersace agli Italian OpenChampionships di Grosseto! La veloci-sta paralimpica, alla prima uscita in car-riera sul giro di pista, ottiene subito ilnuovo record italiano T43 con il tempodi 1�04�21, migliorando di oltre tresecondi il vecchio limite. Un record,quello sul giro di pista, frutto dei duriallenamenti mirati che hanno caratteriz-zato la sua preparazione invernale.Arriva anche la miglior prestazionemondiale con la 4x100 con le compagnedi Nazionale.

Giusy Versaceentra nella storiadell’atleticaparalimpica

Lo scorso 5 aprile i titolari dello StudioRadiologico Fiscer (Pietro Crinò, ToninoStrangio e Franco Fiscer), centro di eccellenzacalabrese di diagnostica per immagine, in colla-borazione con Isidoro Napoli, presidente diJimuel, Associazione umanitaria che opera dadieci anni nel campo delle telemedicina solidale,hanno proposto al sindaco di Riace DomenicoLucano di aprire un Ambulatorio di Medicina dibase, ben arredato e con alcune delle modernetecnologie, che aiuti l’integrazione e permetta diandare incontro alle esigenze degli immigrati.Un’operazione che ha ricevuto grandi plausi. Per sfuggire alla retorica, lo Studio Radiologico favincere i fatti e da un volto ai valori e ai principi acui ispira la sua attività qualificata e generosa.JIMUEL è l'altra faccia della stessa medaglia.

La Fai Cisl calabrese ha espresso grande soddisfazione per l’elezione all'unanimità diLuigi Sbarra a Segretario Generale della Fai Cisl Nazionale. L’elezione, avvenuta al ter-mine del congresso straordinario tenuto a Roma, rappresenta il giusto riconoscimento perun grande sindacalista calabrese che, figlio di un operaio forestale, ha iniziato la sua bril-lante carriera sindacale nella categoria, divenendo protagonista di tantissime battaglie sin-dacali e di tante e difficili vertenze alla guida della Cisl. Il risultato ottenuto da LuigiSbarra, da sempre vicino alla federazione calabrese e attento alle problematiche cheriguardano il settore nella nostra regione è un motivo di vanto per l’intero mondo sinda-cale calabrese e per la sua classe dirigente. Con la sua determinazione, la sua competen-za, il suo coraggio e il suo grande carisma, Sbarra lavorerà per riportare al centro dell’a-genda politica nazionale il Sud, affinché vengano liberate le grandi potenzialità ancorainespresse nei settori strategici dell’agricoltura, dell’agroalimentare, della pesca, dellatutela del territorio e del patrimonio boschivo.

Si è svolta lo scorso 10 aprile il 5° memorialPino Marando, una gara di surfcasting a pac-chetto organizzata con la collaborazione dellaPro Loco di Siderno, il Comune e l’ArcipescaFisa e dedicata ai veri appassionati dellapesca, che hanno potuto trascorrere l’interagiornata in riva al mare facendo ciò che gliriesce meglio: pescare con l’obiettivo non solodi divertirsi, ma anche di aggiudicarsi uno deimeravigliosi pieni messi in palio a fine gara,tra i quali figurava una canna professionale.

Grande successoper il 5° memorialPino Marando

Fiscer e Jimuel aprono uncentro radiologico a Riace

Dopo il successo dello scorsoanno, l'associazione culturaleGiovani per la Locride, in collabo-razione con la cooperativa socialeOltre la Speranza di Natile, ripro-pone, in occorrenza della secondatappa dell'edizione 2016 di Strade& Storie - Quattro Passi nellaLocride che si terrà lunedì 25 aprile,un'escursione guidata nella Valledelle Grandi Pietre.Il programma della giornataprevede il raduno della comitiva inPiazza dei Martiri, a Locri, alle 8:30di lunedì 25 aprile, per poi partire inpullman alla volta di Natile. Su richi-esta, il pullman potrà effettuaredelle fermate lungo il tragitto.La lunghezza complessiva del per-corso coperto a piedi sarà di circa 8km, con una escursione altimetricadi circa 300 metri, ma non presen-ta difficoltà. Durante l'escursionesaranno effettuate soste in puntiprestabiliti dotati di panchine, dovesarà possibile riposare. Il pranzo asacco verrà consumato in un'ap-posita area picnic attrezzata, men-tre il ritorno è previsto per metàpomeriggio.Si consiglia di indossare scarpe datrekking, vestirsi a strati e munirsi dicrema solare e di una bottiglia d'ac-qua. La partecipazione è gratuitaper tutti. Il costo complessivo delviaggio in pullman, per chi decideràdi avvalersene, è di € 5.È preferibile prenotarsi per l'escur-sione entro giovedì 21 aprile.Per informazioni e prenotazioni èpossibile contattare l'associazioneculturale attraverso la paginaFacebook, il sito web www.gio-vanilocride.net e chiamando inumeri 389 9990640 o 3396963976.

Strade&Storeriparte allavolta diPietracappa

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DOMENICA17 APRILE 12ATTUALITÀ www.rivieraweb.it

AppuntamentiGli

settimanadella

17 aprile, Aula Consiliare delComune di Siderno, ore 17.00:Assemblea CNA BalneatoriCalabria. Dopo i saluti delSindaco Pietro Fuda, interver-ranno Mario Scaramuzzino,Cristiano Tomei, GiuseppeRaffa, Franco Rossi, GabrieleIngrosso, Angelo Siclari,Pierpaolo Zavettieri e AntonioCaridi. Modera MassimoNucera;

20 aprile, Museo ArcheologicoNazionale di Locri, ore 17.30:Il Polo Museale della Calabria:la sua istituzione e le sue attiv-ità. Convegno organizzato dalMiBACT con la partecipazionedi Angela Tecce, RossellaAgostino,m VincenzoAmmendolia, Gregorio Aversa,Adele Bonofiglio, GiuseppinaMari;

21 aprile, Scuola PrimariaCampoluogo, via F. Rosselli,Marina di Gioiosa Jonica, ore10.00: Cerimonia di intito-lazione della Scuola PrimariaCapoluogo a Enrico Rodinò(Sindaco di Marina di GioiosaJonica dal 1954 al 1967);

22 aprile, Palazzo Storico dellaProvincia di Reggio Calabria,ore 9.30: convegno Da ReggioNord alla Città Metropolitana diReggio Calabria - Obiettivi escenari metodologici per ilpiano strategico della CittàMetropolitana di ReggioCalabria;

23 aprile, Palazzo Storicodella Provincia di ReggioCalabria, ore 9.30: tavolarotonda Territori a confronto.I Territori della CittàMetropolitana si confrontanoper costruire il documentopreliminare di indirizzo delpiano strategico della CittàMetropolitana di ReggioCalabria. Modererà l’incon-tro, la cui fine è prevista perle per 12:30, la giornalistaTeresa Munari. Tra gli altriinterventi, quello del sindacoPietro Fuda. Le conclusionesaranno affidate a GiuseppeRaffa e Giuseppe Falcomatà.

Anche quest’anno ha registrato ilconsueto successo il PremioEpizephiry per la Legalità, organiz-zato dal vulcanico Renato Mollica,tra i premiati anche il Testimone diGiustizia Gaetano Saffioti. Moltele testimonianze che si sono succe-dute, da Don Pino Demasi al giu-dice Franco Neri, dal giornalistaConsolato Minniti al magistratoMario La Rosa, dal procuratoreGiovanni Bombardieri al giornal-ista Paolo Pollichieni. Il ringrazia-mento degli organizzatori va natu-ralmente a tutti coloro che hannosostenuto l’iniziativa e, rendendolagrande, hanno voluto parteciparein barba al poco interesse manifes-tato dalle istituzioni, che dannopoco credito a questo evento. Unanota di merito alla giornalistaElena Gratteri che ha moderatol’evento.

Grande successoper il PremioEpizephiry per laLegalità 2016

Si terrà mercoledì 20 aprile alle ore18:00 presso il convento del Minimidi Roccella Jonica l'incontro "Sud:una risorsa per lo sviluppo".Prenderà parte all'iniziativa il presi-dente della Svimez Prof. AdrianoGiannola, autore del libro "SudD'Italia. Una risorsa per la ripresa",un accorato invito a rompere ilsilenzio sulla irrisolta "questionemeridionale" prima che ilMezzogiorno svanisca "senza clam-ore, per eutanasia".

Dopo i saluti del sindaco di RoccellaGiuseppe Certomà, del Presidentedell'Ordine dei Commercialisti diLocri, Ettore Lacopo e del presi-dente del Corsecom, Mario Diano,introdurrà i lavori Vittorio Danieledell'Università Magna Grecia diCatanzaro. A moderare l'incontroEnzo Romeo, giornalista di VideoCalabria e Libera 90. Interverràall'incontro anche il Presidente dellaGiunta Regionale della CalabriaMario Oliverio

Salviamo il sud prima che muoia per eutanasia

Martedì 19 aprile, alle ore 16:00, presso la Sala ConsiglioComunale di Siderno, si riunirà l’Assembla costitutiva delPartenariao GAL Locride, con lo scopo di definire un accordo perla costituzione di un soggetto giuridico nell’ambito di una strategiadi sviluppo locale partecipativo “Leader”. Tale startegia di svilup-po, naturalmente, non può prescindere dal coinvolgimento e dal-l’interazione di tutti i diversi soggetti interessati allo sviluppo del-l’area, che sono pertanto invitati a partecipare.

GAL: martedì un nuovoincontro a SidernoDal 22 al 25 aprile ritorna

la manifestazione“Gerace Libro Aperto”Dal 22 al 25 aprile aprile 2016 si svolgerà la 5ª edizione di GeraceLibro aperto. Come ogni anno, la tre giorni, inaugurata alle ore16:00 di venerdì e completamente dedicata alla lettura, consteràdi esposizioni, mostre e presentazioni del libro che verranno orga-nizzate in tutto il borgo di Gerace e che saranno chiuse dalgrande concerto della Reale Filarmonica di Gerace che si terrà inpiazza del Tocco. Per informazioni dettagliate sulla manifestazionevisitate il sito www.geracelibroaperto.com

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“Il motivo che mi ha spinto a scrivere questo articolo e pub-blicarlo a piena pagina, nasce dalla necessità, in qualità dicardiologo e medico dello sport, di chiarire e ribadire ailettori, quanto segue:

- l’attività fisica lieve-moderata fa bene al cuore e atutto l’organismo,- può essere praticata anzi deve essere praticatadall’infanzia alla senescenza,- l’attività fisica ad alta intensità deve esserecontrollata per essere praticata in sicurezza.

Non tutti però, possono essere idonei apraticare l’attività fisica agonistica perle varie discipline riconosciute dalConi e dalle OrganizzazioniInternazionali Sportive.L’idoneità per lo sport agonistico,praticato dall’atleta anche per rag-giungere il record, deve tenerconto di determinati fattori chesono:- genetici-costituzionali-genere - razziali- ambientali (clima e tecnichedi allenamento)

L’attività fisica per lo sportagonistico determina infattinell’organismo che la prati-ca particolari sollecitazionibiomeccaniche e umoraliche comportano modifica-zioni strutturali e neuromo-torie che possono esseresupportate e sopportate daun organismo genetica-mente predisposto e corret-tamente stimolato.Solo così l’allenamentodiventa idoneo per raggiun-gere il record a cui l’atletaaspira, nel rispetto dellafisiologia.L’allenamento deve esserecostante, efficace , tecnica-mente corretto, ben oculatonon solo dall’atleta che lopratica ma soprattutto dall’al-lenatore o preparatore atleticoche segue l’atleta, nel rispettodei canoni biologici.Per raggiungere tale scopo, ungrosso supporto è fornito dallaMedicina dello Sport che deveassistere e aiutare l’atleta, in modoche le sollecitazioni e gli adattamen-ti bio-strutturali e funzionali che l’at-tività fisica comporta, rimangano nel-

l’ambito fisiologico e non sprofondinonella patologia”.

BUONA LETTURA

Idoneità allo Sport e Medicina dello sport

La Ginnastica Medica attraverso l’esercizio fisico fu laprima ricetta utilizzata nel periodo ellenico del VI seco-lo a.C. dai medici filosofi della scuola crotonese diAlcameone e Pitagora, per mantenere o riequilibrare

l’armonia dei vari organi e degli umori interni del corpo in cuiveniva identificato il concetto dello stato di salute.Sostenitori di questa teoria furono Erodoco da Lentini maestrod’Ippocrate e Icco da Taranto; quest’ultimo, più raffinato e com-pleto come medico sportivo, vide nell’esercizio fisico un’educa-zione del corpo che doveva riallacciarsi e completarsi nell’interapersonalità dell’individuo.Egli esaminava gli allievi ginnasti dalla testa ai piedi, snidiando-ne le attitudini, valorizzando e mettendo in evidenza le nascosteenergie, anticipando così i principi fondamentali della medicinasportiva moderna successivamente modificate per valutare l’ido-neità dell’atleta.Profondo esteta, egli condannò tutti gli esercizi brutali che defor-mavano le linee del corpo con l’esagerato sviluppo di una solaparte di esso.La sua ginnastica consisteva nel Phentatlon (corsa, salti, lotta,lancio del disco e del giavellotto), tutti esercizi atti a forgiare l’ar-monia psicofisica delle parti che più tardi il Giovenale condensònel famoso detto “Mens Sana in Corpore Sano”.E sul contenuto di questo detto che si basano ancora oggi i prin-cipi, gli scopi dell’educazione fisica e dell’esercizio fisico intesonel senso ludico, a cui in questi ultimi anni l’uomo moderno èritornato per combattere la cosiddetta malattia ipocinetica cau-sata dall’automazione, dall’uso del telefono, dell’automobile,degli elettrodomestici, del computer che gli hanno permesso dioperare e muoversi, stando fermo.Questo modo di praticare l’esercizio fisico in un ambito fisiologi-co contenuto si discosta molto dall’attività fisica agonista cono-sciuta e praticata anche nell’antica Grecia come testimoniano ipoemi omerici e i giuochi olimpici, dove la macchina umanaviene spinta al massimo del suo potenziale fisiologico rendimen-to per sconfiggere l’avversario o per la conquista del record.In questo contesto, fra le discipline mediche applicate, la medici-na dello sport rappresenta quella che senza dubbio negli ultimicinquanta anni ha marcato una costante ascesa nell’interesse siadei medici che del pubblico.Tale interesse e tale successo in parte non è derivato dal progres-so tecnico che si è avuto nello sport in campo agonistico o dal-l’interesse anche sanitario che è lo sport per tutti “ma nel suo svi-luppo dottrinale e pratico”.Questa disciplina, infatti, non abbraccia soltanto alcune branchecliniche tradizionali come la Cardiologia, la Pneumologia,l’Ortopedia, la Traumatologia ecc. nei loro aspetti applicati nel-l’uomo atleta, ma si estende al versante fisiologico, riguardandosoggetti sani che si allenano per conseguire la massima prestazio-ne agonisticaIl Dr. Roger Banister primatista mondiale del miglio ebbe a direnell’Assemblea Generale del Consiglio Internazionale perl’Educazione Fisica e lo Sport all’UNESCO, che “la performan-ce sportiva permette a ciascuno di noi di ritrovarsi e di fare cono-scenza con se stessi. Grazie a questo controllo, lo sportivo ha ilraro privilegio di conoscere i suoi limiti e ogni volta che tenta disuperarsi e raggiungere il proprio obbiettivo prova una gioia chesolo il vero sportivo può conoscere, avendo accettato e superatotutti i rischi”.Questo concetto di sorpasso delle proprie possibilità e di rischioche caratterizza l’attività sportiva richiama immediatamente allanecessità di una sorveglianza medica. Da qui la fondamentalefinalità della Medicina Sportiva come medicina preventivariguardante il controllo della salute degli atleti e la verifica delleloro attitudini fisiche e psicologiche. Inoltre la possibilità che le

moderne tecnologie offrono per la valutazione della macchinacorporea, amplifica il campo della fisiologia applicata allo sporte quello della investigazione biomeccanica attraverso l’analisi deimovimenti che costituiscono la base tecnica dei vari esercizi spor-tivi; come per esempio lo studio dei movimenti del corpo nell’ac-qua può dare origine a una perfezionata tecnica del nuoto o lostudio anatomo-funzionale del pugno può dare regole per colpi-re efficacemente senza danno per la mano; l’analisi dei movi-menti della spalla nel lancio del disco può indicare il grado diabduzione ottimale per il lancio stesso, l’esame morfologico fun-zionale dei muscoli del tronco e dei segmenti degli arti inferioripuò dare ai ciclisti preziosi indicazioni per la scelta di posizione,per la scelta dei rapporti, per la posizione del sellino e del manu-brio; tutte queste cose hanno consentito lo sviluppo pratico diuna più corretta e specifica valutazione funzionale degli atleti.Nelle varie discipline agonistiche viene infatti messo a cimentoda parte degli atleti, la capacità di muovere se stesso il più velo-cemente possibile come si ha nella corsa, di scagliare un attrezzoalla massima distanza come si verifica nei lanci, di sconfiggerecon la propria massa, forza e destrezza un avversario come siattua negli sport da combattimento, di descrivere acrobatichefigure nell’aria come nella ginnastica artistica e nei tuffi e, infine,nel mantenere più immobile possibile la massa corporea perfe-zionando però al massimo il movimento di una sola falange diun dito, unica attività motoria che si verifica nel tiro a segno.Appare perciò chiaro che la massima performance possibile con-siste appunto da parte dell’atleta nel muovere se stesso o coseesterne alla propria entità corporea nella massima prestazionequantitativa o nella migliore espressione di destrezza in aderenzaai regolamenti per ciascun sport, per la quale la sua macchinacorporea e già sotto l’aspetto genetico predisposta.Da qui la considerazione dello scienziato svedese Astrand che“chiunque voglia vincere una medaglia olimpica deve sapersiscegliere bene i genitori”. Nella valutazione dell’idoneità dell’atleta sotto l’aspetto medico,il metro di giudizio deve sempre tener presente la struttura che l’a-tleta deve possedere, gli adattamenti che devono o possono esse-re prodotti in rapporto alla sua struttura e alle esigenze richiesteda un determinato tipo di sport; tutto ciò è possibile sottoponen-do l’atleta a determinati test di tipo generale comeElettrocardiogramma da Sforzo, Spirometria a riposo e sottosforzo, Esami di laboratorio ed Ergometria e di tipo specifico, nelrispetto della soglia fisiologica che spesso l’atleta di competizionetende a superare per la conquista del record, virando nel versan-te patologico che dovrebbe necessariamente essere evitato.In questo contesto quindi la Medicina del Sport e il MedicoSportivo hanno il compito di:- stabilire i livelli normali di efficienza fisica dell’uomo confron-tandoli con i livelli del singolo soggetto, tenuto conto del sesso e del-l’età’; intendendosi per efficienza fisica non solo la capacità di pro-durre lavoro ma anche la capacita di tollerare condizioni ambien-tali e operative avverse;- stabilire le metodiche e le tecniche da seguire per migliorare que-sto livello di efficienza e applicarle al singolo individuo dosandoleopportunamente;- escludere eventuali patologie che possono compromettere inte-grità fisica del soggetto che voglia praticare attività sportiva e sta-bilire i limiti entro cui soggetti portatori di determinate patologieo handicap possono svolgere attività fisica senza averne danno oaddirittura migliorare la qualità di vita;- curare la patologia derivante dalla pratica della attività sportiva.

Michele Iannopollo

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rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali,sono da ritenersi direttamente responsabili.

Sono passati 25 anni dalla tragedia della MobyPrince, la storia meno raccontata dalla televisione,il più grave disastro della marineria italiana. Adoggi non è ancora stata accertata la verità. Nessun

responsabile dopo 25 anni. Domenica 10 aprile ha avuto luogo la funzione religiosa,tenuta nel parco della Fortezza Nuova e presieduta dalVescovo di Livorno, Mons. Simone Giusti. Dopo lamessa è stata inaugurata nello stesso parco il monumen-to a ricordo delle vittime. Si tratta della scultura "KoningJuliana", realizzata da Federico Cavallini. C'è chi sostiene che quella della Moby Prince non siastata una tragedia ma una strage con dei responsabili.Eppure ci sono stati vari processi senza esito. Nessunresponsabile dopo 25 anni.Il ricordo di quella notte resta vivo nei livornesi. Dopo loscontro con la petroliera Agip, la Moby Prince si trovò infiamme a poche miglia dal porto. Le vittime rimasero 1ora e 25 in attesa dei soccorsi che non arrivarono mai.Immagini spaventose. Nessun responsabile dopo 25anni. I familiari non si sono arresi e continuano a testa alta. LoStato non si può esimere dall'accertamento della verità. È per questo motivo che la Toscana ha proposto il 10aprile come giornata di lutto nazionale in ricordo dellevittime: smettere di parlare della strage equivale a copri-re le responsabilità. All'unanimità è stata, inoltre, costi-tuita la commissione d'inchiesta, che procederà conaudizioni pubbliche, visibili dal sito del Parlamento, allaricerca dei responsabili.

Moby Prince, nessunresponsabile dopo 25 anni Nelle coste calabro-joniche in questo periodo

dell’anno nidificano le tartarughe marine caret-ta caretta. Le coste del bacino delMediterraneo (Libia, Tunisia, Spagna, Grecia)erano fino a pochi anni fa le uniche coste prin-cipali utilizzate da questa specie di tartarugheper nidificare. Ma condizioni favorevoli diclima e habitat nuovi li hanno spinti anche sullecoste calabresi. È necessario pertanto contri-buire alla tutela della più importante area dinidificazione di questa specie in tutta Italia, inquanto la costa ionica reggina è divenuta luogopreferito per deporre le uova sulle sabbie bian-che e incontaminate. Attraverso una serie diazioni mirate bisogna intervenire e ridurre lecatture accidentali nelle attività di pesca e pun-tare alla conservazione e al ripristino di quattroimportanti habitat dunali (Pantano grande,Galati, Spropoli e Torrevarata) strategici per lanidificazione. Per raggiungere questi obiettivi ènecessario il buon senso e l’educazione alrispetto della specie. La caretta caretta è protet-ta da normative internazionali, numerose con-venzioni e protocolli che ne vietano l’uccisione,il commercio e il disturbo durante i periodi diriproduzione, migrazione, svernamento. Il Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienzedella Terra dell’Università della Calabria hamonitorato la costa ionica dal 2000 ad oggi; ciòha permesso di avere il quadro chiaro delle abi-tudini recenti di questi animali marini. Le ricer-che hanno evidenziato che nel settore ionicoreggino compreso tra Capo Bruzzano e Melitodi Porto Salvo, vi è un tratto costiero di regola-re riproduzione, che è ora riconosciuto comeprincipale area riproduttiva italiana (da 15 a 20nidi/anno, pari al 60% dei nidi deposti annual-mente in Italia).Tra le tartarughe marine presenti nel

Mediterraneo, caretta caretta è la specie piùdiffusa. È la più piccola tra le tartarughe delMediterraneo: può raggiungere 110 cm di lun-ghezza di carapace e un peso di 180 kg. Il perio-do della deposizione delle uova si colloca versomaggio e ad agosto avviene la schiusa. Ognifemmina depone, ogni 2-3 anni, da 3 a 4 nidi astagione. La deposizione avviene di regola inore notturne e ogni nido contiene in media uncentinaio di uova deposte in una buca scavatanella sabbia e accuratamente ricoperte. Il calo-re della sabbia consente l’incubazione delleuova. La durata del periodo varia quindi inrelazione all’andamento termico stagionale ealle caratteristiche della sabbia (colore, granu-lometria, umidità), oscillando, in genere, tra i45 e i 70 giorni. La temperatura della sabbiadetermina altresì il sesso delle piccole tartaru-ghe, nel corso del loro sviluppo embrionale: aldi sopra di un valore soglia di circa 29°C (che,in condizioni ideali si colloca a metà dellacamera delle uova), nasceranno femmine, al disotto, maschi. I piccoli, rompono i gusci delleuova che li inglobano ed emergono dalla sabbia3-4 giorni dopo. A emersione avvenuta (nelleore notturne per evitare i predatori, nelle orediurne la disidratazione delle alte temperature)i piccoli si dirigono rapidamente verso il mare,ossia verso l’orizzonte più luminoso. Questocomportamento spiega gli effetti di disorienta-mento che l’illuminazione artificiale determinasui piccoli, portandoli a dirigersi verso terra,causandone così la morte. Una volta giunti inmare, i piccoli nuotano ininterrottamente peroltre 24 ore, grazie alle riserve immagazzinate,allontanandosi dalla costa per raggiungerezone ricche di nutrienti in alto mare.Di recente nelle aree della Locride sono rinve-nute alcune tartarughe interamente ricopertedi petrolio. Una melba nera e appiccicosa cheingloba le tartarughe diminuendone la loromobilità, disorientandole, soffocandole e intos-sicandole. Per evitare questo scempio il 17Aprile è necessario votare SI al Referendumper evitare le Trivellazioni sotto costa e proteg-gere cosi questa magnifica specie che trovanella Calabria la sua nuova dimora abituale.

Domenico Spanò

Difendiamo leTartarughe Caretta-Caretta dalle Trivelledi petrolio

"Chiunque incontri è tuo fratello; non cisono fratelli e sorelle di serie A e serie B. Achi storce il naso di fronte allo straniero,dico: diamo prima accoglienza, poi le diffi-coltà le affronteremo insieme". Così si espri-me Wadi Bello, ragazzo del Ghana. Questoè il principio da cui dovremmo partire. Ilrazzismo, la xenofobia crescono nell'igno-ranza; ci fosse maggiore dialogo tra stranie-ri e italiani, le cose andrebbero meglio pertutti. Wadi Bello a soli 19 anni lascia la suaterra e le due sorelle minori per partire incerca di lavoro perchè "nella mia terra - dice- tutti i soldi sono in mano a poche personee non credo che la situazione migliorerà". Èin Italia da un anno e tre mesi circa ma tro-vare un impiego è solo un’utopia. "Da quat-tro mesi vivo a Gioiosa, prima mi trovavo aSiderno, dove ho tanti amici, qui non ne ho,anche se la gente è buona e tranquilla".Chiedo a Wadi com'è arrivato in Italia. "Viamare, tre giorni interi di viaggio, è statomolto faticoso". Ha fatto molti sacrifici pergiungere qui, con tante aspettative, illusioni,tanti sogni da realizzare. Molti come luilasciano la propria famiglia con la speranzadi trovare un lavoro che offra loro una pos-sibilità di riscatto ma poi la delusione ètanta; gente che li osserva dall’alto in basso,nessuno in grado di offrire un lavoro digni-toso. "Quello che cerco è un lavoro che mipermetta di guadagnare così da potermi tra-sferire definitivamente con le mie sorelle.Lo Stato Italiano, dovrebbe creare le condi-zioni affinché possiamo vivere bene, tutti,italiani e stranieri". Ti sei sentito ben accoltoqui a Gioiosa? - domando. "Non del tutto.La gente ci guarda spesso con diffidenza.Non si può fare di tutta l’erba un fascio. Nonci sono italiani buoni e stranieri cattivi. Cisono solamente persone che, indipendente-mente dalla nazionalità e dalla provenienza,hanno comportamenti che un paese demo-cratico non può assolutamente tollerare. Èovvio che gli immigrati non devono, in nes-sun caso, avere atteggiamenti che vadanocontro la legge del paese che li ospita ma, altempo stesso, ritengo che sia compito delloStato attivarsi verso un processo d’integra-zione che garantisca una convivenza pacifi-ca. Se riuscissimo a sentirci più accettati, sela gente la smettesse di guardarci con timo-re, vivere insieme sarebbe un’opportunità discambio che arricchirebbe tutti”.

Katia Candido

Dal Ghana aGioiosa, quattrochiacchiere conWadi Bello

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SVILUPPO

LIDIA ZITARA

Stiamo vivendo la peggiore crisieconomica dal Dopoguerra, i cuieffetti, di durata pluridecennale,saranno per il Sud paragonabilia quelli della GrandeDepressione del ’29. Da studistatistici effettuati da enti pub-

blici e associazioni come l’ISTAT, la SVI-MEZ, IRPET, Banca d’Italia, ANCE eDPS-Conti Pubblici Territoriali, emergechiaramente un quadro di un paese forte-mente diviso e diseguale, dovuto non solopiù a quelle che vengono chiamate “con-giunture negative” (che spesso sono fruttodi assestamenti o spostamenti degli assi delcapitalismo trasnazionale), ma a parzialità,espressamente ricercata dal potere centrale,dell’organizzazione politica ed economicadell’Italia. Quello che noi oggi possiamo vedere e toc-care con mano è un impoverimento tale dasconvolgere il profilo economico del Sud invia definitiva. Il futuro che si disegna davan-ti a noi è una radicale alterazione dell’iden-tità economica del Mezzogiorno, storica-mente di carattere mediterraneo e gravitan-te verso l’Est, non già verso il Nord-Europao verso le Americhe. Al momento siamo in una fase di “equili-brio implosivo”, quindi una crescente perdi-ta di produttività, minore occupazione,diminuzione della popolazione, fuga deigiovani, in particolare di chi ha una profes-sionalizzazione più elevata. Solo la ripresadi investimenti al Sud può configurarsicome una valida strategia per lo sviluppo, edi certo questi non possono limitarsi a ridi-colaggini come la fibra ottica. Non dimentichiamo il fallimento delle poli-tiche di austerity, che hanno solo contribui-to ad accrescere la differenza con le areeforti dell’Unione Europea. Inoltre il Sudnon ha affatto beneficiato della breve“ripresa” del biennio 2010-2011, di cui hainvece goduto il centro-nord, cioè le regionifavorite dal federalismo fiscale ottenutodalla Lega. Il Sud subisce anche la forte concorrenzadei paesi che sono entrati nell’area Euro nel2004 (Cipro, Repubblica Ceca, Estonia,Lettonia, Lituania, Malta, Polonia,Slovacchia, Slovenia, Ungheria), paesi chegodono di un regime fiscale meno gravoso eun minore costo del lavoro. Questo attraemolte società che esternalizzano i loro servi-zi cedendoli a paesi esteri (ecco perché allaVodafone vi rispondono Vlad o Kaspar).Nel 2013 l’occupazione è scesa per la primavolta al di sotto dei sei milioni di unità: unacifra così bassa che non era mai stata regi-strata dal 1977, cioè dalle prime statisticheISTAT. Il lavoro giovanile e quello femmini-le ne soffrono maggiormente, quest’ultimo

anche in termini di qualità e di precarietà,ma non va dimenticato che l’Italia è unpaese che lascia metà della popolazionefemminile al di fuori del mercato del lavoro. Un altro problema è il forte disallineamen-to tra la domanda di lavoro, che privilegia leiperspecializzazioni, e l’offerta, che nonsempre è neanche di medio livello. Un punto cruciale in questo senso devonoessere i Centri per l’Impiego e tutti gli stru-menti possibili per il collocamento dellepersone, attualmente lasciate in balia di sitiweb privati, più o meno affidabili.Non secondaria deve essere la formazionedell’adulto, che tramite corsi pomeridianipuò qualificarsi o riqualificarsi. Con ildecreto Poletti, meglio noto come Jobs Act,è nata l’Agenzia Nazionale perl’Occupazione, sulla quale già gravanosospetti di essere uno strumento per ammi-nistrare il potere del datore di lavoro ecostringere all’accettazione di qualsiasi con-dizione nel passaggio da una posizioneall’altra. Il Meridione che si impoverisce (una fami-glia su tre è a rischio povertà assoluta), sisvuota, sul quale c’è una politica nazionalescientificamente mirata al downsizing degliinvestimenti, ha fatto persino ventilare l’i-potesi dell’uscita dell’intero Mezzogiornodalla UE (cosa che per la verità sarebbeauspicabile). Come primo input economico occorrerebbeconsentire alle piccole e piccolissime impre-se di rafforzarsi, specie nei confronti delmercato estero. Sono queste, infatti, cherispetto al crollo degli acquisti nazionali elocali, hanno registrato maggiori successiinvestendo sull’esportazione all’estero.Questo tipo di politica economica ha per-messo alla Puglia di intrecciare fitti dialoghicommerciali con il Giappone. Tuttavia l’Italia continua a ridurre i finan-ziamenti al Sud e tagliarlo sempre più fuoridai piani di investimento. Si dovrebbe inve-ce rimettere l’industria al centro di unanuova strategia di sviluppo, e farlo anchemolto alla svelta. Non concentrarsi su inter-venti di contesto, localizzati, che possonoessere solo di supporto ad una vera politicadi sostegno diretto che privilegi misure atti-ve e fortemente selettive in grado di opera-re una seria programmazione di settori efiliere. Non basta sperare in una crescita generaleche consenta al Sud di “rifiatare”, e certa-mente non basteranno i 21 miliardi previstidal piano Junker a fronte dei 315 promessi.A meno che Renzi non impari a far diconto, e miracolosamente anche a moltipli-care pane, pesci e miliardi (oltre ad addizio-nare asini). In breve, occorre riprendere il processo diindustrializzazione del Sud, interrotto conl’Unità d’Italia.

Downsizing Sud,la trasformazionetotale e irreversibile del Mezzogiorno

SOLO LA RIPRESA DI INVESTIMENTI PUÒ CONFIGURARSI COME UNA VALIDA STRATEGIA PER LO SVILUPPODEL SUD, E DI CERTO QUESTI NON POSSONO LIMITARSI A RIDICOLAGGINI COME LA FIBRA OTTICA. SI

DOVREBBE RIMETTERE IN MOTO L’INDUSTRIA, E FARLO ANCHE MOLTO ALLA SVELTA.

ECONOMIA

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DOMENICA17 APRILE 17www.larivieraonline.com

POLITICA

Abbiamo invitato Antonio Guerrieri, rappresentante di SEL oggi impegnato con la “costruzione” del partito Sinistra Italiana. Lapresenza dello Special Guest Rosario Rocca, sindaco di Benestare dall’animo democrat, è stata la scintilla che ha infiammato un

confronto acceso sulla sinistra locale e nazionale al quale abbiamo assistito con massimo piacere.

Quattro chiacchiere sulla sinistra

Esponente di spicco della sinistra locale,Antonio Guerrieri ha trascorso gli ultimianni a lavorare attivamente per SinistraEcologia e Libertà divenendone rappre-sentante della Provincia. Oggi è in unafase di transizione della propria attivitàpolitica e sta lavorando alla costituzione

di un nuovo partito, Sinistra Italiana. Abbiamoscambiato quattro chiacchiere con lui, destandol’interesse del sindaco di Benestare (ex SEL, oggiPD) Rosario Rocca.Antonio, il tuo impegno politico parte da lontano.Ho trascorso in SEL gli ultimi tre anni dopo unlungo “esilio” dalla vita partitica. In questa faseho partecipato alla vita dei movimenti giovanili,che sono riuscito a plasmare un po’ a mia imma-gine ottenendo soddisfazioni nel vedere come poisi siano evolute le loro storie. Il ritorno nei partitiè stato dettato dalla sensazione di non essere rap-presentato al meglio e dalla volontà di rafforzareuna comunità piccola per far sentire la propriavoce. In SEL ho trovato un gruppo nella quale misento a casa e che dopo il congresso di SinistraItaliana sta rafforzando il proprio impegno nellaprovincia di Reggio, dove sono diventato rappre-sentante di partito.Appena ottenuta la carica hai dovuto subitoaffrontare la questione Nucera che, si è scoperto,non versava al partito la sua parte di contributoeconomico e ne è stato per questo allontanato.In realtà non è stata responsabilità mia, ma lacosa è stata sancita nell’assemblea regionale, incui il tesoriere ha affermato il decadimento diNucera come da statuto, senza espellerlo. Vorreiprecisare, comunque, che l’aspetto finanziario ècertamente una questione, ma a questa vannoaggiunti i rapporti deteriorati con il partito.Una riprova che SEL ha grande movimento alsuo interno.Oggi è dinamico, ma non sempre è stato così. Unesempio concreto: quando Rosario Rocca è pas-sato da SEL al PD ha addotto come motivazionela troppa lontananza dai democrat mentre altricompagni se ne andavano adducendo la motiva-zione opposta, una situazione venutasi a creareper un impostazione rigida delle norme partiti-che. SEL Calabria, comunque, ha una propriaidentità che lo rende critico nei confronti delgoverno regionale e nazionale e protagonista nelpercorso verso Sinistra Italiana.Dicci di più su questo nuovo movimento.

Sta generando molto entusiasmo e curiosità. C’ègrande voglia di partecipare anche da parte di chinon ha mai fatto parte di alcun partito ma scon-tiamo ancora un oscuramento mediatico.Quali leader potrebbero guidare questo movi-mento e con quale direzione?SEL ha deciso di dare “lievito” a una sinistramoderna e di governo, che non per forza riman-ga legata al PD ma ne sia alternativa, con unapproccio nuovo alle questioni e che non abbiaun solo leader. Sinistra Italiana vuole radicalizza-re questo concetto stravolgendo il fenomeno delposizionamento del partito. Con il leaderismo,infatti, era più importante che idea avesse il lea-der e come queste idee dovessero generare con-sensi. Noi invece offriamo delle visioni comunita-rie, che vanno alla radice delle questioni e offro-no soluzioni al di là di chi può incarnarle.Partiamo dalla base e solo dopo guardiamo a chipuò farla esprimere al meglio.Calandosi nei panni del giornalista e cercandorisposte alle sue curiosità politiche, Rosario Rocca,fino a quel momento ascoltatore attento, ci estro-mette dalla nostra intervista generando un interes-sante dibattito con Antonio Guerrieri, che continuaa rispondere come se l’intervista stesse continuando.Apre il sindaco di Benestare con la prima doman-da.Cosa contestate alla giunta Oliverio?L’uomo solo al comando, questioni di meritocome il trattamento della questione ambientale o

Perché, quindi, un elettore dovrebbe scegliereuna forza che si pone come forza alternativa dirappresentanza e non la sinistra PD?Per una questione di credibilità: la politica lafanno le persone e ognuno di noi ha un’idea perla quale è pronto a battersi a differenza di tantidirigenti PD che non hanno un ruolo ben defini-to. Non è un caso se Civati ha detto proprio diSEL che è un vero partito di conservatori, compo-sto di persone che hanno rispettato fino in fondoil proprio programma elettorale. Il PD, invece,con Renzi oggi, ma anche con Letta, ha disattesomolte promesse, senza riuscire a dimostrare lacoerenza e la chiarezza delle quali si vantava incampagna elettorale.Permettimi, tuttavia, di farti notare che, nono-stante la vostra bocciatura al governo di largheintese di Letta, avete eletto a vostro leaderFassina, parte attiva di quella coalizione e, a livel-lo calabrese, avete accolto quel Dattorre che hafatto fare acqua al PD. Il rapporto tra queste per-sone e SEL come si dovrebbe conciliare, adessocon Sinistra Italiana?Sinistra Italiana nasce con un presupposto suitemi e non sulle persone. La presenza di Fassinae Datorre, quindi, non è cosa fondamentale. Sequeste persone continueranno a perseguire quan-to hanno detto mentre erano nel PD prima diuscirne non metteremo alcun nulla osta. Perquanto riguarda la questione del governo Lettanon abbiamo alcun imbarazzo perché, anche inquel caso, facemmo la scelta di non appoggiareun governo di larghe intese non per problemi conle persone che lo componevano, ma con i rappor-ti con la destra. E il tempo ci ha dato ragione.Ma quindi, in provincia di Reggio Calabria,costruirai un partito con Michelangelo Tripodi,Gianni Nucera e la vecchia guardia dei partiti disinistra o cercherai di creare una prospettiva diconsenso nell’associazionismo?Mi piace guardare ai rappresentati più che hairappresentanti e a coloro che hanno dato forzaalla sinistra partecipando attivamente. Siccomeritengo che la partecipazione è ciò che toglie spa-zio alle derive personalistiche, guardo a chi non èmai stato parte attiva nei partiti. Esiste una fettadi società che saprebbe dare risposte ma non èmai stata parte attiva. Tra i nomi fatti ci sono ele-menti interessanti con i quali certamente si colla-borerà ma, come dicevo prima, senza far prevale-re alcuni nomi su quelli degli altri.

E della questione Città Metropolitana che nepensi?La Città Metropolitana di Reggio è una scelta cheabbiamo subito e sta venendo realizzata in modoanomalo anche in relazione allArea dello Stretto.Abbiamo purtroppo registrato una vera e proprialatitanza della politica, in merito, e anche se cisono stati incontri, dibattiti e iniziative accademi-che, nessuna ha conquistato il cuore della gente inmodo tale da poter affermare di voler seguire unastrada piuttosto che un’altra. L’elezione diretta delsindaco può risolvere parzialmente questa impo-stazione, ma per attuarla serve un referendumche nessuno propone, come se si trattasse di unaquestione che spaventa.Descrivici la tua Locride.Guardo alla Locride come a un’unica grande cittàe apprezzo iniziative come quella della Valle delTorbido. Purtroppo, però, l’attuale assemblea deisindaci sconta una cattiva organizzazione perchédiscute solo di tematiche generali e assembleari incaso di emergenza. Si dovrebbe intavolare inveceun confronto come quello fatto in provincia: serveuna giunta della Locride con incarichi nominali,un governo ombra che possa lavorare a tuttotondo. Questo eliminerebbe finalmente i perso-nalismi e i campanilismi, dando efficacia all’azio-ne dell’assemblea.Pensaci su, Rosario.

Jacopo Giuca

l’approccio schizofrenico al governo nell’ambitodella sanità e la troppa vicinanza alla metodologiaamministrativa di Scopelliti.Ma, per quanto riguarda la sanità, Oliverio hagiudicato fallimentare la gestione comissariale,non ha certo fatto lotta di bandiera.No, ma resta il fatto che le relazioni con Renzirestino fumose.E in che termini giudicate la sua politica vicina aquella di Scopelliti?La vicinanza a settori delcentrodestra in Calabriaviene ricercata continua-mente e, mentre a livellonazionale doveva essere unanomalia, in alcuni territoricalabresi viene addiritturaagevolata.In quali ambiti?In provincia di Cosenza nellasanità, dove non si riescono adistinguere le parti in causa.Ma in quel settore non c’ègestione diretta della giunta,visto il commissariamento.E con questa tua osservazio-ne torniamo a quanto dettoprima. Un commissario nonsceglie istituti privati da finanziare o convenziona-re, ma gestisce ciò che c’è e solo se qualcosa nonva.Però il PD ha contestato scelte anomale e dispen-diose fatte anche da parte di persone vicine aOliverio, c’è volontà di discontinuità. Non sareb-be stato più opportuno da parte vostra dare uncontributo al governatore piuttosto che contestar-ne il metodo? Avete partecipato attivamente alla

sua campagna elettorale, non avreste dovuto con-tribuire a questa discontinuità? A livello naziona-le, invece, pensate di avere la forza di archiviarel’attuale impostazione del centro sinistra e questascelta può davvero far bene al Paese?Il problema di Oliverio è stato quello di arroccar-si come uomo solo al comando, senza condivide-re alcuna scelta o percorso con le forze che aveva-no sostenuto la coalizione. Forze all’interno dellostesso PD hanno contestato questo metodo,

come fece a suo tempoGuccione. Oliverio non haconcordato o discusso con ilresto della coalizione nessunadelle sue decisioni, non facen-dolo nemmeno con il suo stes-so partito. Il fatto che SEL,invece, non abbia un coordi-namento è già un sintomo diquanto diversa sia l’imposta-zione che Sinistra Italianavuole ricalcare ponendosi l’o-biettivo di divenire partito disinistra e di governo che facciaaccordi con forze che non siriconoscono nella sinistra masenza considerarsi unica forzapossibile come fa invece il PD.

Ed è proprio in questo che sta la debolezza deidemocrat: la loro convinzione di essere l’unicapossibilità di salvezza per il paese ha portato i suoistessi padri fondatori ad affermare di aver fallitoil proprio obiettivo. Invece tutta la coalizione deveparlare e confrontarsi con pari dignità, parlandodel futuro di questo Paese. Insomma non voglia-mo fare accordi di centro, ma creare un percorsoche ci caratterizzi come realtà di sinistra.

Serve una giunta dellaLocride con incarichi

nominali, un governo ombrache possa lavorare a tuttotondo. Questo eliminerebbepersonalismi e campanilismi.

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DOMENICA17 APRILE 18www.larivieraonline.com CULTURA

SALUTE

IN BREVE

“L’Amministrazione Comunale di Siderno haorganizzato, in collaborazione con l’associazio-ne Prometeo, un partecipato convegno relativoai disturbi dello spettro autistico. La psicologaAngela Vinci, esperta del settore, ha trattato laquestione dando speranze ai genitori interessa-ti all’argomento e, a vantaggio di chi non hapotuto partecipare, l’abbiamo raggiunta perapprofondire meglio alcuni aspetti in merito.Quali sviluppi ci sono stati, in merito al tratta-mento dell’autismo, nel nostro comprensorio?«Quando ho iniziato a lavorare nel settoremolti erano ignari dell’esistenza di tale distur-bo. Adesso se ne parla nelle piazze, in TV, suigiornali. La gente comune sa di cosa si tratta, laconoscenza e la sensibilità nei loro confronti èsicuramente in incremento. Purtroppo nei luo-ghi istituzionali deputati all’educazione e all’in-clusione la sensibilità non basta e le difficoltàsono tante… In tali luoghi, in primis nella scuo-la, sarebbe necessaria una buona formazionespecifica e l’acquisizione di conoscenzeapprofondite oltre che di modalità tecniche perfavorire l’adattamento e l’inclusione sociale».Quali passi ha fatto la medicina in questoambito e la Locride vanta servizi a livello del

resto del Paese?«La ricerca dellecause dei distur-bi dello spettroautistico è pro-gredita molto. Ilproblema risiedenella grandevariabilità dellasindrome e nelladifficoltà di tro-vare una causac o m u n e .Ciononostantel’ipotesi piùaccreditata è l’o-rigine genetica;le cause ambien-tali quali adesempio l’inqui-namento e i vac-cini non determi-

nano l’autismo.Nella nostra regione non sono attivi serviziospedalieri dove le famiglie possano rivolgersiper effettuare tutti gli esami e per ricevere unadiagnosi. Esistono però neuropsichiatri prepa-rati in grado di fornire corretti indirizzi».Può spiegare anche noi la nuova tecnica giàillustrata nell’ambito della conferenza?«Chiariamo che non si tratta di una nuova tec-nica. Il primo testo sull’argomento risale al

1957 e in Italia si applica dagli anni ’70. Nellaconferenza ho parlato dell’ABA (AnalisiApplicata del Comportamento). È un approc-cio che risponde ai criteri scientifici, supportatoda un enorme mole di dati sperimentali conrisultati validati. È un approccio consigliatodalle recenti linee guida nazionali e internazio-nali per l’autismo. L’ABA parte dall’analisi delcomportamento e dalle variabili ambientali chelo determinano, si elaborano quindi principi eprocedure che vengono eseguite in modo rigo-roso e programmato. Le procedure si possonoapplicare, nell’accezione moderna, in contestinaturali e motivanti specie con i bimbi piccoli.Lo scopo è incrementare comportamenti e abi-lità ed eliminare comportamenti problematici,molto frequenti nell’autismo. Nei bimbi piccolisi applicano le procedure in contesti di giocoper favorire la relazione, lo sviluppo del lin-guaggio e insegnare tutte le abilità relativeall’età.L’utilizzo corretto delle procedure richiede unaformazione specifica ed esperienza nel campo.Gli operatori dell’Associazione Prometeo, permetterle in pratica, hanno frequentato ilMaster della IESCUM, ente internazional-mente accreditato».Quale futuro prospetta per la patologia e per ilsuo trattamento nella nostra terra?«Per quanto riguarda il trattamento sonocarenti in Calabria i servizi specifici per il distur-bo.Nel 2000 l’Associazione Prometeo, che io rap-presento, ha avviato in provincia di ViboValentia il primo Centro per l’autismo.Successivamente è stato aperto il CentroServizi per l’autismo a Reggio Calabria e a

Melito è sorto il Centro residenziale per adultidella Fondazione Marino in contemporaneacon il sorgere di strutture simili nel restod’Italia. All’esordio, in Calabria, siamo stati inlinea col livello raggiunto da altre realtà, ma sitratta di iniziative delle Associazioni, spesso acarico dei genitori, non accessibili a tutti.I servizi pubblici erano e sono carenti.Nella Locride si sta accendendo la speranzagrazie alla disponibilità dell’Amministrazionecomunale di Siderno, nelle persone delSindaco Fuda e dell’assessore Gerace, chesembrano intenzionati ad avviare un centrospecifico per l’autismo.Speriamo per i genitori che il sogno si avveri.Da parte nostra siamo pronti a mettere a dispo-sizione esperienza e competenza per fornire unservizio adeguato ai bisogni di tante famiglieche attualmente, con grande sacrificio, fre-quentano la nostra struttura a ReggioCalabria».La stessa fiducia dimostrata dalla dottoressanell’Amministrazione è stata riposta dai geni-tori dell’associazione, rappresentati daCaterina Capogreco, che non hanno potuto,tuttavia, non notare la quasi totale assenza delcorpo insegnanti durante l’incontro.«Fino a quando gli insegnanti non impareran-no a trattare i ragazzi e i genitori non potrannofare affidamento sulla scuola - ha affermato laCapogreco - non potrà esserci una svolta neltrattamento della patologia.«Nonostante l’impegno dell’amministrazioneaspettiamo con sempre meno fiducia che lecose cambino».

Jacopo Giuca

Disturbi dello spettro autistico: passi avanti e passi indietro

La conferenza sull’autismo del 1° aprile, promossadall’Amministrazione Comunale di Siderno e dall’AssociazionePrometeo, ha dato grandi speranze alle famiglie che devonoaffrontare le difficoltà legate alla patologia. Ma all’illustrazione diefficaci tecniche mediche e alla disponibilità del Comune, fada contraltare il disinteresse delle scuole.

Durantel’incontro la

dottoressa Vinciha parlato

dell’ABA, unapproccio che

risponde a criteriscientifici,

supportato dauna mole di dati

sperimentali.

Il pettegolezzo è una cosa seriaNell’epoca del “twitto, ergo sum”,della vita esposta nelle vetrine digita-li e dell’accettazione sociale che siesprime con like e condivisioni, cheruolo assume il pettegolezzo?Bistrattato dai radical chic, adoratoda stuoli di teenagers e forse seguitoun po’ da tutti, ma di nascosto perchésennò “fa brutto”, il pettegolezzocome formula comunicativa di suc-cesso viene indagato da “Social Gossip– Dalla chiacchiera di cortile al webpettegolezzo” dei due sociologi dellacomunicazione, Antonia Cava eFrancesco Pira. Il libro ripercorre la funzione socio-comunicativa del pettegolezzo inter-pretando i media come spazio privile-giato del voyeurismo verbale e, sfi-dando il pregiudizio che lega il chiac-chiericcio al frivolo, ci invitano aprenderlo sul serio. Attraverso l’ana-lisi dei linguaggi televisivi e delle nar-razioni del web il libro restituisce

l’importanza dei rumor come praticacollettiva che coinvolge l’intero corposociale nella produzione di significati.“Il pettegolezzo – spiegano AntoniaCava e Francesco Pira – nel tempo hacambiato forma, linguaggi, strumentidi trasmissione ed è diventato soprat-tutto sui social network parte dellacostruzione della propria identità”.Nel primo capitolo i due autori defini-scono sociologicamente il pettegolez-zo attraverso le riflessioni di alcunimaestri del pensiero che si sonocimentati con il concetto di chiacchie-riccio. Nel secondo illustrano alcunedelle più note ricerche del panoramainternazionale. Scandagliano poi gliambiti in cui maggiormente il pette-golezzo dilaga: la sfera politica. Eancora la gossip press e i programmitelevisivi di intrattenimento. L’ultimaparte del libro si concentra sulle duecornici che fanno del pettegolezzouna formula del racconto di grande

successo: la televisione e il web. Cavae Pira approfondiscono alcuni casi-studio che all’interno del piccoloschermo o nel cyberspazio conferma-no la forza della comunicazione infor-male.“Abbiamo scelto – sottolineano i dueautori – di trattare il gossip come for-mula comunicativa scientificamenteinteressante e lo abbiamo fatto met-tendo insieme le competenze sviluppa-te da ciascuno di noi negli ultimi annidi ricerca. Da una parte, dunque, vieneapprofondito il modo in cui i linguaggigiornalistici si trasformano quando ilpettegolezzo irrompe nel percorso diproduzione della notizia, dall’altraviene analizzato lo spazio che occupail pettegolezzo nelle logiche televisive.Il volume si apre con l’introduzionedel professor Domenico Carzo, ordi-nario di sociologia dei processi cultu-rali e comunicativi e Componente delComitato Scientifico della sezione

Processi e Istituzioni Culturalidell’AIS (Associazione Italiana diSociologia).“Le voci, le chiacchiere condivise conaltri attori sociali al fine di svelaresegretezza e intimità svolgono infattiun’indubbia funzione socio-comunica-tiva – rileva il professor Carzo – unapratica collettiva che coinvolge l’inte-ro corpo sociale nella produzione disignificati. Il pettegolezzo è una dellepossibili forme in cui incrociare il pia-cere della narrazione. Un testo aperto,forse malizioso e indiscreto, che per-mette un gioco d’immaginazione”.Dai più piccoli ai più grandi, conclu-dono i sociologi Cava e Pira, “il gossipcome comunicazione informale rivesteun territorio molto ampio e abbiamopercorso i sentieri storici, sociologici epolitici. La nostra speranza che la let-tura del nostro lavoro generi rumorsche ne moltiplichino i lettori”.

Anna Laura Tringali

Nel nuovo saggio di Antonia Cava e Francesco Pira “Social Gossip – Dalla chiacchiera di cortile al web pettegolezzo” vieneapprofondito il modo in cui i linguaggi giornalistici si trasformano quando il pettegolezzo irrompe nel percorso di produzione della notizia.

Sabato 23 aprile prossimosi terrà a Siderno, nellasala centrale del CentroPolifunzionale “Koala”,in via Macrì, una fiera del-

l’editoria locale, in occasionedella Giornata Internazionale delLibro e del Lettore. La fiera è promossa e organizzatadall’ALB (Associazione Amici delLibro e della Biblioteca) con ilpatrocinio dell’AmministrazioneComunale di Siderno. I lavori sisvolgeranno durante tutto l’arcodella giornata, partendo al matti-no con una presentazione dellediverse case editrici presenti e isaluti del presidente CosimoPellegrino. Seguiranno interventidi Ugo Mollica, VincenzoStranieri e Domenico Romeo,aventi come tema i canti popolarie religiosi, la poesia vernacolare ele antiche tradizioni calabresi. Aseguire la presentazione delromanzo “Una finestra sulmondo” (Falco Editore) di DanilaSantagata e di testi locali sullafigura di Tommaso Campanella(illustrati da Domenico Romeo eVincenzo Tavernese). Al pomeriggio seguirà un incon-tro su Mario La Cava: CristinaBriguglio presenterà“Corrispondenze dal Sud Italia”(Città del Sole Edizioni); più tardiMarilisa Morrone parlerà diClelia Pellicano e dei suoi scritti.Concluderà Luciano Figliomenoche illustrerà la figura di GustavoCannizzaro, a cui seguirà undibattito e la proiezione del film“Il Mercante di Venezia”(2004)con Al Pacino, tratto dall’omoni-ma opera di Shakespeare, di cuicade il quattrocentenario dellamorte. Arricchirà la serata MariaGabriella Cataldo con brani musi-cali eseguiti al digital piano.

La Redazione

Siderno celebrala GiornataInternazionaledel Libro e delLettore con unafiera editoriale

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DOMENICA17 APRILE 21CALCIO www.rivieraweb.it

Altra vittoria per il Locri che, aduna giornata dal termine delcampionato di Promozione,supera per 2-0 il Bocale. Unagiornata molto emozionante con

i consueti colori della tifoseria amaranto afare da cornice alla vincitrice indiscussa delcampionato, ormai a +13 sulla inseguitriceSiderno. Abbiamo intervistato il presidentedel Locri, Dario Marando, per fare il puntosulla stagione trascorsa. Presidente, per iniziare le facciamo i com-plimenti per la promozione in Eccellenza.Si aspettava questa stagione? A inizio stagione abbiamo cercato insiemealla società di creare una squadra chepotesse vincere il campionato, ci siamo pre-fissati questo obiettivo e ci siamo riusciti.Dopo le prime 4-5 partite ho rilasciato unadichiarazione affermando che la squadrafosse stata costruita per vincere, sono statocriticato ed etichettato come arrogante espavaldo; il tempo, il gioco e l’atmosfera mihanno dato ragione, noi abbiamo creatoquesta squadra per vincere e l’abbiamofatto. Abbiamo un pubblico eccezionale, ilpopolo locrese ci segue, e questo credo chesia per la grande trasparenzache cerchiamo di trasmet-tere; non siamo maicaduti in pettegolezzi odiscussioni né rispostoalle provocazioni. Icittadini ci sono stativicini con la loro pre-senza continua sia incasa che fuori casa,ritengo che

anche per la città di Locri sia un grandemerito avere una squadra in Eccellenza. Èda ben 28 anni che non vinciamo il cam-pionato, infatti tredici anni fa siamo statiripescati, abbiamo perso solo una voltacontro il Caulonia in casa, non abbiamoavuto molti traumi, a dicembre abbia-mo fatto alcuni innesti alla squadra chele hanno permesso di fare un campio-nato tranquillo e spensierato. Quale crede che sia stata la chiave divolta della stagione?

Sicuramente la partita vinta controil Siderno ci ha fatto chiudereil discorso campionato, il

distacco con loro èstato sempre mini-

mo, dopo quel-la partita

abbiamo guadagnato sempre più punti finoalla partita di ieri dove abbiamo continuatoa vincere.Che progetti ha per il futuro questasocietà? Prima di guardare al futuro aspettiamo dichiudere il campionato e poi ci siederemoattorno ad un tavolo e valuteremo il dafarsi, sicuramente abbiamo progettiambiziosi. Cosa l’ha spinta ad avvicinarsi alla pre-

sidenza del Locri? Sono state due cose a convincermi: il pro-getto che mi è stato prospettato a iniziocampionato e la serietà delle persone checompongono la società. Una recente indagine sul tifo locrese hadecretato una media di circa 1.500 tifosipresenti ogni settimana allo stadio, unamedia da Lega Pro, si aspettava questoattaccamento da parte dei cittadini? Ho avuto qualche dubbio, non lo nascon-

do: dal 1997 molte persone non avevanopiù stimoli per venire allo stadio, quest’an-no invece ho presa coscienza che il popoloera di nuovo con la squadra. Questo èmotivo d’orgoglio, sinceramente è statauna sorpresa positiva, sono entusiasta. Ritornando al derby, cosa si prova disputa-re un derby così sentito e, soprattutto, vin-cerlo in casa? È un qualcosa di entusiasmante, lo si atten-deva già dai primi giorni di campionato.Vincerlo è diventato fondamentale dopo icomunicati ufficiali che hanno animato lesettimane antecedenti. Si aspettava questo distacco così netto conla seconda in classifica? Non me ne voglia il Siderno ma facendo ilparagone con la mia squadra risulta eviden-te il divario tecnico, mi dispiace doverlodire ma lo dimostra il distacco, 13 puntipenso che bastano e avanzano. Qual è stato, per lei, il giocatore chiavedella stagione? No no, non potrei mai dire un nome, cisono dei giocatori uno meglio dell’altro,non voglio fare preferenze perché altri-menti diventerebbe un vespaio (ride ndr).È una squadra enormemente forte, lo hadimostrato per lo spettacolo e per il sapergiocare a calcio. Un’ultima curiosità… si dice che a Locrisiano proprio i giocatori a proporsi pervenire a giocare e non la società a ricercar-li, è vero? È verissimo, abbiamo avuto tantissimi cal-ciatori che si sono proposti e che continua-no a proporsi, il Locri è una piazza ambita,è il popolo che sta costruendo questo entu-siasmo che ci fa onore. La città se lo meri-tava proprio dopo tutti gli eventi negativiche ha avuto nel corso degli anni. Questoevento estremamente positivo rimette inpista la Città di Locri come una città diserietà, molto sportiva, culla di culturacome ai vecchi tempi. Se lei adesso potesse rivolgere un ringra-ziamento particolare a qualcuno, a chi lodedicherebbe? Sicuramente al grande popolo di Locri checi ha sempre seguito e sostenuto durantequesto percorso; il mio ringraziamento, divero cuore, va a loro.

Simone Filippone

INTERVISTA A DARIO MARANDO,presidente del Locri Calcio

“Meritiamo di vincere il campionato con questo distacco”“UN RINGRAZIAMENTO AI TIFOSI CHE CI HANNO ACCOMPAGNATO IN QUESTA MARCIA TRIONFALE”

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Capelli in technicolorUn altro capolavoro sulla chiomamulticolore della nostra LidiaZitara: lilla e argento come le fate.Ma il vero Mago dei colori è il par-rucchiere Enzo Barranca, un veroartista del capello. Forse ha unabacchetta magica nascosta? Disicuro la sua fantasia e la sua pro-fessionalità si vedono tutte!

Al servizio della genteNichi Olli, il prossimo 23 aprile,sarà a Roccella Jonica duranteuna manifestazione di artisti distrada in cui metterà al serviziodi tutti i passanti il suo dono dinatura: l’utilizzo sapiente delleproprie corde vocali!

Doride DipintoSiamo sulla Costa Jonica e a pochi metri di profon-dità un magnifico esemplare di Doride Dipinto. Lacolorazione di questo nudibranco è vivace, ben sta-gliata dal substrato, quasi ad avvisare il possibileaggressore della carica urticante della sua appendi-ce.

Carlo Codispoti

Macina e chiacchiereQuale piacere miglior di unottimo caffè di prima mat-tina con l’amicoSebastiano Primerano?

Auguri, senatore!Questa settimana ricorre il com-pleanno del Senatore SisinioZito, un uomo che ha segnato lastoria di Roccella Jonica e dellaCalabria. Buon compleannoanche da tutto lo staff di Riviera!

Film in cantierePino Gambardelli e i suoi amici posano sulcorso di Siderno, cominciando a organizza-re le riprese per il loro prossimo film!

Caricare il teatroMichel Dessi posa con i propri collabora-tori durante la sua recente visita a Siderno,dove ha registrato un episodio del suoprogramma tv Il Rinoceronte incentratosul nostro teatro.

RIVIERA

Così lontani, così viciniÈ tornato a trovarciStefano Bava che, dopoaver vissuto a lungo traGermania e Firenze, madimostra di non aver maidimenticato la sua amataSiderno, dove ritrova l’a-mico Luigi Mittica.

In campagna elettoraleEnrico Barillaro e Pino Longo secondonoi stanno pensando a qualche sor-presa per le prossime elezioni ammi-nistrative a Mammola.

In posa plasticaPasquale Mesiti posa conl’ex candidata a sindacodi Marina di GioiosaJonica Maria TeresaBadolisani.

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SETTIMANALE

DOMENICA18 APRILE 23www.larivieraonline.com

Che cosa bolle in pentola…Ecco uno scatto della speciale. Lacena con Diego Tamburrini, segreta-rio generale di Ymca Siderno per 36anni. Grande discussione e ricorditornando sulla storia dell’Ymca. Unsacco di progetti e idee per il futuro!

Politica mondanaSempre al Vinitaly di Verona, TotòBartolo posa con la sottosegretariocalabrese alla cultura, la donna deitanti partiti Dorina Bianchi!

Canna alla manoSergio Panetta e Giuseppe Bonetti con il capitano dellasurfcast Giuseppe Amarù, posano dopo aver partecipato a5° Memorial Pino Marando.

Work in progressShark e Groove posanodurante una sessione diregistrazione per il loroprossimo album, annun-ciando gioiosamente diessere agli sgoccioli!

Uno sguardo a domaniDomenico Gasparro e Carmine, dell’associa-zione artisticamente, cominciano a pensareai prossimi grandi eventi da proporre in piaz-za a Siderno.

Arbitro felicePietro Melia e il presidentenazionale degli arbitriMarcello Nicchi durante unevento. Si nota, sorridentesullo sfondo, Stefano Archinà,sidernese e presidente regio-nale dell’Associazione ItalianaArbitri.

Grandi successiIl nostro Rosario Schiavone viene portatoin trionfo dai giocatori del Gioia Tauro,anche loro promossi dopo aver vinto ilproprio campionato.

Giovani opere per giovani artistiI ragazzi dell’artistico di Siderno posano a Gioiosa Jonica dinanzi alle opere con le quali hannopreso parte al Premio Epizephiri durante la scorsa settimana.

Incontri etiliciIl Barone Macrì si lascia fotografare alVinitaly di Verona con parte del suo staff,mentre brinda con lo storico calciatoreDaniele Massaro.

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