LA CONTROCOPERTINA -...

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DOMENICA 30 AGOSTO 3www.rivieraweb.it LA CONTROCOPERTINA

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Non più in una cella dall’a-nima fredda a fissare ilsoffitto. Una chiave dal-l’eccitante sapore dilibertà ha girato nella

toppa e per Orazio e Giovanni DeStefano il conto con la giustizia èstato saldato. A ottobre toccherà aPaolo Rosario, figlio di don Giorgio,dire addio alle sbarre e tra due annia Carmine, mentre il fratello di que-st’ultimo, Giuseppe, dovrà attendereancora: nel 2003 è stato condannatoa 18 anni per traffico di droga e 30per associazione mafiosa. Ma questonon gli ha impedito di raggiungere iranghi più alti della ‘ndrangheta:“capo crimine” l’hanno fatto e l’in-vestitura è avvenuta all’interno delcarcere stesso, niente di più gratifi-cante per un boss. Che Giuseppeavesse la stoffa del vero ‘ndrangheti-sta nessuno l’ha mai messo in dub-bio. A 17 anni sparò il suo primocolpo mortale e da lì fu una escala-tion di colpi in più parti d’Italia,tanto che fu scelto come punto diriferimento del clan al fratello piùgrande, Carmine, che non uccise mainessuno se non per errore. Peppe colsuo savoir faire ha stuzzicato le vogliedei colletti bianchi. ‘Ndranghetisti,politici, imprenditori e massoni tuttiincolonnati nella stessa somma, tuttia bollire nello stesso pentolone men-tre la schiuma della minestra cresce-va lentamente fino a sbordare spe-gnendo la fiamma. Colpa di quelFiume in piena che ha iniziato amormorare come il Piave. Se nonfosse stato per lui, i De Stefanosarebbero ancora i capi indiscussi diReggio. E pensare che AntonioFiume era un fratello per Peppe e ilpadre, Don Paolino De Stefano, gliaveva persino dato in sposa la suaunica figlia Giorgia. Un Fiumeingrato che come tutti gli altri ha

provato ad arginarla questa ‘ndran-gheta! Che avrà mai fatto di male?!Ma finalmente l’incubo è passato:sono pronti a varcare la soglia dellaloro città i De Stefano, uno allavolta. E se - immaginiamo per assurdo -tornassero loro a reggere la fragilemunicipalità di Reggio e, perché no,il proscenio della Regione? Se cifosse un picciotto per ogni ganglioipersensibile dell’amministrazionepotremmo finalmente dire addio acorruzione ed eccessi! La ‘ndranghe-ta ha un senso così adamantino dellagiustizia! Servirebbe un’infornata di‘ndranghetisti con l’apostrofo maiu-scolo nei palazzi del potere. Bastaamici degli amici, si crea solo confu-sione e non si sa più chi ringraziarequando si riceve un favore. Va assunta la ‘ndrangheta in perso-na! Lei saprebbe come solcare que-sto mare in tempesta. Perché è disegni concreti che ha bisogno lacittà. Che cosa se ne faranno le futu-

re generazioni di selfie che accompa-gnano ogni taglio di nastro o hash-tag, geroglifici digitali che chissà semai comprenderanno? La ‘ndrangheta è formidabile perchériesce a comandare all’interno diuno stato occulto. Burattinai diombre che giudicano senza appello,puniscono senza pietà e colpisconosenza fallire. Lavorano sodo e non silamentano. Non hanno bisogno di“Mi piace” per assicurarsi di averfatto un buon lavoro. I De Stefano sono gente navigata:insieme ai Libri e ai Tegano hannoinventato la ‘ndrangheta moderna.Si sono scagliati contro la vecchiaonorata società e hanno iniziato afare affari col mondo. La loro non è una ‘ndranghetatamarra ma da salotto, da Parioli.Sanno stare, senza strafare, altro cheReggio bene! Don Paolo, buonani-ma, era “uno di quei boss dalle scar-pe lucide”, come lo dipinsePantaleone Sergi su Repubblica nel

lontano 1985, all’indomani della suaeliminazione “plateale perché avve-nuta nel suo regno”. Il re di Archiera in grado di spalancare portedove non riusciva a entrare nemme-no il Presidente della Repubblica.“Spregiudicato quanto diplomatico– prosegue Sergi – violento e guar-dingo assieme, era il punto di riferi-mento delle mafie internazionali peril traffico di droga, armi e diamantiche ha portato miliardi nei forzieridelle cosche”. Insieme ai Libri e aiTegano, i De Stefano si sono infiltra-ti ovunque: nella società Betuniqsequestrata a Malta lo scorso luglioc’erano loro. Qui come in Svizzera eCipro hanno dirottato i loro investi-menti, altro che vacanze studio diScopelliti! Il buon Peppino volevarisollevare le sorti della sua cittàpuntando sul turismo… ma qualeAlpitour, ahi ahi ahi! Sono andati viai capibastone e Reggio è divenuta lanuova Atlantide: sommersa dai debi-ti e dalla vergogna. Il Parco Caserta

langue, la Perla dello Stretto, dopoanni di terapia intensiva, solo adessosembra dare segnali di miglioria, leofficine Omeca hanno oggi gli occhia mandorla: da marzo scorso sonofinite nelle mani dei giapponesi diHitachi insieme con tutto il gruppoAnsaldo. E pensare che quandofurono arrestati i De Stefano,Agazio Loiero, allora presidentedella Calabria, parlò di “momentoliberatorio”. Ma quale liberazione?Senza i De Stefano non esiste futuroper Reggio! È gente preparata: aPaolo Rosario, oggi punto di riferi-mento delle attività criminali delclan, le sbarre hanno consegnatouna corona d’alloro. Seduto su quellettino dalle lenzuola consunte è riu-scito a laurearsi in giurisprudenza enel suo libretto sfila un trenino di 30e 30 e lode. Grazie a quella laureaPaolo Rosario ha potuto beneficiaredella liberazione anticipata. E poi mivengono a dire che la laurea nonserve a nulla! Anche Giuseppe, chenella sua ultima uscita in pubblicoindossava occhialini da professore, siè istruito. Si è diplomato al Liceoclassico di Locri, da esterno e pren-dendosela comoda, ma conosceabbastanza il latino per leggereCatullo tra le sbarre e dedicarequell’Odi et amo alla sua adoratasocietà.Sono pronti a riconquistare la loroReggio i De Stefano, metterannofine a questo sfacelo, diranno stop aisequestri a tappeto di marijuana chein un’estate hanno mandato miliardidi euro in fumo… nel modo sbaglia-to! Faranno tornare in patria MafiaCapitale. Come prima, più di prima.Reggio sarà riconsegnata in manoalla ‘ndrangheta e in molti dovrannoritirarsi di buon ordine. Qualora questo dovesse accadere sulserio, ci vuole un gigantesco sforzodi fantasia per immaginare che possaandare peggio di così.

I De Stefanoe la fragile municipalità di Reggio

Reggio è divenuta la nuova Atlantide: sommersa dai debiti edalla vergogna, dalla politica e dalla mafia. Dopo il fallimentodel Modello Scopelliti, i veri boss sono pronti a varcare lasoglia della loro città per l’ennesimo gioco a perdere

La grande paurail ritorno dei boss

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ra alcuni modi per importare drogadal Sudamerica uno dei più ingegnosiè quello di inserirla nelle “pietre”.Con l’operazione “Decollo” la Ddaha scoperto che la cocaina veniva tra-sportata in blocchi di marmo, per un

valore di centinaia di migliaia di euro che hannoattraversato l’oceano Atlantico alla volta dei portiitaliani.Una delle ultime operazioni antidroga, eseguita daicarabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, coa-diuvati dai militari dei comandi Arma territorial-mente competenti, ha visto il coinvolgimento dipresunte cosche della ’ndrangheta della Locridecon riferimento alla presunta importazione dal SudAmerica di carichi di cocaina occultati all’internodei container utilizzati per lo stoccaggio e per il tra-sporto in Italia, a bordo di navi cargo, di pietrareperita in Nicaragua e utilizzata presso i cantieri diuna ditta compiacente del Lazio.Il presunto gruppo criminale era suddiviso, secon-do gli inquirenti, in quello “romano” con a capo unsoggetto che si proponeva sul mercato quale forni-tore di una piattaforma logistica e di servizi, capacedi garantire le importazioni di narcotico in favore dialtri gruppi criminali. La droga quindi, occultata neicontainer introdotti in Italia, talvolta tramite ilporto di Civitavecchia, talvolta tramite quello diSalerno, veniva portata nel cantiere del “romano”dove veniva estratta dalle pietre in cui era stata pre-cedentemente occultata in Nicaragua e venivaquindi consegnata alle organizzazioni criminalicommittenti che ne curavano il trasporto e lo smer-cio in altre località italiane.Nel corso dell’indagine è stato accertato che il grup-po “romano”, che comunque distribuiva in proprioquantitativi di narcotico nella zona dei castelli, for-niva il proprio servizio di importazione di cocaina adue gruppi criminali, uno operante in Puglia nellazona di Andria e Ruvo di Puglia, e uno operantenella Locride composto da soggetti collegati da vin-colo di parentela con elementi apicali di una dellepiù potenti ‘ndrine di Platì. Tra le importazioni con-testate agli indagati figurano 58 kg. di cocaina,sequestrati nel porto di Gioia Tauro nell’agosto2012, nonché numerose importazioni risultantidalle intercettazioni ambientali riferibili al periodo2010/2013.Nel frattempo, dopo le pietre, i narcos hanno utiliz-zato il legno per importare droga, che veniva estrat-ta con particolari tecniche in Italia, sempre sotto laregia della cosche della Locride. Negli ultimi periodi si è ritornati ai tentativi di supe-rare i controlli nei porti collocando la droga in con-tainer di frutta. Ma nulla hanno a che vedere con itentativi di far giungere in Italia la droga attraversodelle motonavi veloci, quali la fantomatica “MirageII”, protagonista dell’indagine “Igres”, sparita nelnulla con a bordo di presume ben 4 tonnellate dicocaina diretta in Italia. La nave, ancorata al largodi Panama, era stata acquistata tramite una presta-nome dall’armatore greco al fine di effettuare ilcolossale carico pianificato dalle cosche calabresi esiciliane, in collaborazione con i cartelli colombiani,nel corso di una riunione tenutasi in Grecia nel feb-braio del 2001. Da ultimo il presunto brokerDomenico Trimboli ha riferito dell’ipotesi di fargiungere lo stupefacente con un sommergibile.

RIVIERA

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GIUDIZIARIA

Il trasporto della cocaina dalSudamerica

Quando i “cravattari”sono le banche

embra il nome di una malattia, o di uncorso alla Facoltà di Medicina, ma è unapratica tanto vecchia da quando esiste ilprestito a interesse, tanto che il termineè di origine greca, e significa “sopra-usura”. Una specie di iper-usura, di

usura maggiorata, di usura al cubo, di usura all’en-nesima potenza. Solo che per l’usura si finisce inmanette (a volte), per l’anatocismo si prende unamulta (quasi mai). L’anatocismo è – in parole molto povere – quandola banca vi chiede gli interessi sugli interessi delvostro mutuo. Vi siete lasciati indietro un paio dirate? L’ente creditizio ci calcola sopra gli interessi eli ricapitalizza, cioè li somma alla cifra totale darestituire. Non solo, su quella cifra vi fa ancorapagare gli interessi. Una “capitalizzazione compo-sta”: così suona la terminolo-gia specializzata. La termino-logia comune è “cravattari”,“strozzini”, “sanguisughe”,“scortichini”. Attenti, perché quando ci simette sull’anatocismo lecose sono così confuse cheil calcolo della fisica quan-tistica vi sembrerà unoscherzo. Diciamo che in linea generalel’anatocismo è vietato in Italiadall’articolo 1283 del CodiceCivile, scritto nel 1942, l’anno incui Glenn Miller ha preso il suoprimo disco d’oro, per capirci. Tuttavia quest’articolo prevede treeccezioni: 1)in caso di una domandagiudiziale (non avete pagato un debitosu cui sono maturati interessi? La cifra che dovrete

pagare è il debito iniziale + gli interessi. Su questacifra, considerata capitale originario, vengono dinuovo calcolati gli interessi). 2)Rate scadute di unmutuo 3)mancanza di “usi contrari”. Questa in par-ticolare è la norma che ha dato la possibilità all’ABIdi ricapitalizzare ogni tre mesi (mentre al privato laricapitalizzazione degli interessi maturati su unasomma ceduta in prestito viene concessa soloannualmente). Insomma, l’articolo è confuso ed è sempre statoapplicato alla sinfasò. Nel 1999, nel famoso “decre-to salvabanche”, Massimino D’Alema, sedicentepolitico di sinistra, attraverso unanorma transitoria vieta l’a-n a t o c i smo ,

sanando però tutti i furti bancari precedenti. Ma la norma viene dichiarata illegittima, perciò sirende obbligatorio da parte del governo Amato nel2000, e poi quello Letta nel 2013, esplicitare megliol’illegalità dell’anatocismo in qualsiasi forma esso sipresenti. Ma nell’Italietta dei presidenti delConsiglio a raffica, a Letta subentra Renzi, cheripristina l’anatocismo. Tutti puntano il dito versogli altri, Bankitalia e ministra Guidi in primis. Sirichiede l’intervento del Cicr (Comitato intermini-steriale per il credito e il risparmio), ma sta di fattoche i membri del Cicr sono tutti esponenti dellebanche e dei ministeri nullafacenti. Il risultato è che l’anatocismo sarebbe vietato, sì, ma

non per le banche, che comunque conti-nuano ad applicarlo ogni tre mesi. Un giochetto che gli frutta 2 miliar-di di euro l’anno, che vengono drittidritti dalle nostre tasche. Il trend è fisso: dal 2001 al 2010 sono

conteggiati 18 miliardi, e setanto mi dà tanto, negli ulti-mi cinque anni ci sono altri10 miliardi. Perciò farebbe-ro 28 miliardi di euro, dal2001 al 2015, letteralmenteregalati alle banche. E ancora ci si chiede chi gover-na il mondo, o ci si illude cheesistano schieramenti politi-ci. Esiste un solo partito: quellodella pagnotta. Ma siccome lapagnotta è anche un po’ da

contadini, diremo che esiste ilpartito della frittura di gamberoni

freschi. Lidia Zitara

Dal 2001 al 2010sono18 i miliardifiniti nellecasse dellebanchegrazieall’anatocismo

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RIVIERA

Attualità

'Nu rre,'nu maggistrato,'nu grand'ommo,trasenno stu canciello ha fatt'o puntoc'ha perzo tutto,'a vita e pure 'o nomme:tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto? Perciò, stamme a ssenti...nun fa' 'o restivo,suppuorteme vicino-che te 'mporta?Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:nuje simmo serie... appartenimmo à morte!"

lecito proibire un funerale?Secondo me, quando non esi-stono pericoli alla pubblicaincolumità, assolutamente no! Non mi è piaciuto il corteofunebre di Vittorio

Casamonica ma decisamente più che ilfunerale, mi scandalizza l’indegna gazzarrache la schiuma dei moralisti e legalitari diogni risma ha scatenato sulla sua bara.C’è un antico adagio calabrese che riportoin forma ingentilita: “Chi ha soldi e amici-zia, se ne fotte della giustizia”. Il “re” dei sinti della “giustizia” se ne è fot-tuto alla grande per un’intera esistenza.Ha comprato protezioni e complicità. Èdiventato ricco in maniera sostanzialmen-

te indisturbata e, con la ricchezza, è diven-tato potente e rispettato. Un intoccabile!Ora i custodi della “legge”, dell’“ordine”,della “sicurezza”, della “pubblica Morale”,della “politica” devono gridare forte percoprire con la vuota violenza verbale laloro sostanziale complicità o la loro inca-pacità.Un’operazione sostanzialmente ben fatta.Dopo esser stati “compari” delCasamonica quando era vivo, o innocuiosservatori delle sue gesta, mettono incampo una strategia per “fottere” l’opinio-ne pubblica.Si dà in pasto una bara per far passaresotto silenzio il vero problema che nonpossono, né vogliono affrontare.

Lo “sdegno” così tanto ostentato non sitrasformerà mai in una seria legge sullatracciabilità dei patrimoni. Mai in unalegge sulla trasparenza dei depositi banca-ri.Non avremo mai una rigorosa, equa eseria patrimoniale sulle persone fisiche.Solo avanzare tali proposte sarebbe consi-derato un gesto provocatorio, una bestem-mia contro la sacralità della ricchezza e del“libero mercato”.Roba da comunisti, o peggio ancora,degna di monsignor Galantino o di PapaFrancesco.Allora dai! Rimuoviamo il parroco, ritiria-mo la licenza di volo all’elicotterista.Magari ammoniamo qualche vigile urba-

Casamonic siano Mafia CSITRATTADIROBETTADAFOLKLORECHESE

UNOSTATOSERIOLOVOLESSEDAVVERO,POTREBBESRADICAREINUNSOLGIORNO.

É

Davvero crediamo che i

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SETTIMANALE

onvinto che le parole, almeno inalcune circostanze, siano "pie-tre", non escludo che mettereall'ingresso degli Enti pubblicicartelli contro le mafie possaavere un valore. Il cartello può

divenire un simbolo di una volontà, di unascelta di campo, di un' azione amministrati-va corretta e tesa alla ricerca del benecomune; ma può anche essere un foglia difico: il gattopardismo italiota cambia tuttoper non cambiare nulla! Diverse inchiestegiudiziarie hanno messo in evidenza lacapacità delle cosche di indossare i pannidell'antimafia, proseguendo nei loro affari eaggirando inchieste, arresti, sequestri dibeni e cortei di condanna. Inoltre, la que-stione cartelli rischia di assumere aspettitipici dell'autoritarismo politico: devi mette-re il cartello altrimenti sei mafioso e deviessere commissariato. L'autoritarismo noncontempla dibattiti né punti di vista diversiné una vera ricerca di verità e giustizia: hal'obiettivo di imporre il suo potere, toglien-do possibilità di scelte, attraverso l'imposi-zione di idee e comportamenti. Siamo allesoglie di un governo autoritario con leforme della democrazia? Un governo cheusa la "lotta alla mafia", come altri fenome-ni, per mettere fuori gioco gli oppositori? Ilnuovo volto dell'autoritarismo sa anche di"razzismo" quando chiede, soprattutto aisindaci del Sud, sospetti mafiosi per viadella residenza, determinati passaggi?L'impressione che si ricava da questa vicen-da è la stessa che si ha quando si ragiona sucome si affrontano tutti gli altri problemiche segnano la vita dei cittadini italiani: nonsi cercano soluzioni, ma si accusa l'avversa-rio politico, si devia la discussione; sul pro-blema facciamo accademia, discutiamo,analizziamo, ma nell'obiettivo di usare ilproblema per colpire qualcuno, come se

non fossimo, o non volessimo essere, nellecondizioni di risolvere la questione, limitan-doci, al più, a contrastarlo. Prima di decide-re il valore e il senso di un cartello, dovrem-mo capire molte altre cose del fenomenoche stiamo considerando, cominciando afare qualche domanda che diventa tracciaper comprendere nella prospettiva di risol-vere. La vicenda dei funerali del "capoco-sca" dei romani Casamonica, con tuttoquello che ne è seguito, è l'icona di come val'Italia: è stato detto di tutto, tutta l'indigna-zione possibile, ma anche la difesa di unfunerale che, ci ha spiegato Alexian SantinoSpinelli, rom italiano, musicista e docenteuniversitario, è perfettamente "normale"per la loro etnia, anche se il defunto in que-stione non era rom, ma sinti. Ma la doman-da cruciale, a mio avviso, è: come è possibi-le che una famiglia di nomadi, senza parti-colari legami, sia riuscita a stabilirsi in unacittà e, nel giro di pochi anni, raggiungerelivelli di potere di tutto rispetto? Come èstato possibile che il processo di crescita cri-minale di un gruppo familiare, all'iniziopoco numeroso, possa essere avvenuto neltempo senza subire particolari contrasti?Come è possibile che ciò sia avvenuto nellacittà più presidiata d'Italia, sede dei verticidelle forze dell'ordine, nella Capitale di uno

Stato fondatore dell'Unione Europea? Aquanto raccontano i media, questi signorinon hanno mai avuto necessità di ucciderenessuno, è sempre bastata la minaccia,hanno costruito ville abusive senza che nes-suno si accorgesse di nulla, hanno sviluppa-to i loro affari, sono stati interlocutorianche per uomini delle istituzioni, nelrecente passato hanno ricevuto l'attenzionedei media senza che chi di dovere "vigilasse"in modo adeguato neanche in occasione deifunerali. Ma a Roma, e nel resto del Paese,alle mafie "tradizionali" si sono affiancatigruppi criminali di diverse etnie: albanesi,nigeriani, cinesi, latinoamericani, giusto percitare una rappresentanza per continente.Gli affari vanno bene, il territorio è marca-to, il confine tra legale e illegale è spessoincerto, anche l'indegno mercato della pro-stituzione, cioè la pratica della schiavitù, ètollerato anche se non sembra lontana unalegge che legalizzi persino questo commer-cio. È evidente che la responsabilità di tuttoquesto non è di singoli o di qualche partito:siamo davanti a un problema strutturaledello Stato. Un'altra domanda per conclu-dere: di recente anche il nostro governo hadeciso di considerare nel PIL, indicatoredella ricchezza prodotta che incide sugliinteressi che paghiamo quando finanziamoil debito pubblico, anche la "ricchezza" pro-dotta dalle mafie; i conti pubblici ne hannobeneficiato, rendendo più facile sbandiera-re una presunta ripresa economica. Ma puòuno Stato, peraltro in un momento così dif-ficile, combattere una realtà che contribui-sce alla ricchezza nazionale? Forse prima didecidere se ha un senso mettere un "cartel-lo antimafia", dovremmo rispondere a qual-che domanda, altrimenti andiamo a mette-re solo una foglia di fico.

Giuseppe Giarmoleo

ca Capitale?

SI DÀ IN PASTOUNABARA PER FARPASSARE SOTTOSILENZIO IL VEROPROBLEMA CHENON SI PUÒ, NÉ SIVUOLE AFFRONTARE.

Cno o qualche netturbino.Accumuliamo montagne di carta, fac-ciamo inchieste, relazioni, riunioni,dicendo di voler “punire” i responsa-bili di cotanto delitto. Si organizziqualche retata di uomini della bassamanovalanza del crimine con grandeclamore mediatico.Troviamo a essa un bel nome, magari“operazione re di Roma” per colpirela fantasia degli ingenui.Quindi, facciamo passare i giorni, poi imesi e poi gli anni e “tutto” resteràcome prima! Non si può punire l’accumulo di ric-chezza perché a “Roma”, (non mi rife-risco ovviamente alla Città) “così fantutti.”Le ricchezze e il potere vengono accu-mulati a piene mani da politici, que-stori, cardinali, magistrati, militari,giornalisti, alti burocrati oppure intor-no alla Cassazione, al Consiglio diStato, negli alti comandi, nelle vicinan-ze del Parlamento o di Palazzo Chigi.È questo il vero, grande scandalo!Solo gli sciocchi possono credere che“mafia capitale” possa essere ricon-dotta soltanto ai Buzzi, ai Carminati,ai Casamonica.Costoro sono i più esposti, certamentei più fragili, perché nel loro mondo laselezione è più difficile. Uno sbaglio,una debolezza può costare loro la vita.Una campagna di stampa: la libertà!I Casamonica hanno voluto i cavallineri perché così han visto fare alle case

regnanti, agli aristocratici.Hanno voluto le roll royce perché è lamacchina usata dai potenti. Lorohanno cercato solo di imitarli.Siamo sinceri, in fondo tra VittorioEmanuele di Savoia e VittorioCasamonica, non c’è alcun dubbio che- nei rispettivi ruoli - abbia più “meri-ti” il secondo.In verità, i Casamonica son poca cosa.Robetta da folklore che se uno Statoserio lo volesse davvero, potrebbe sra-dicare in un sol giorno.Dalle mie parti si diceva che nelmondo ci sono “berretti e cappelli”.Non li ha creati Dio. Sono il prodottodi questa società. Vittorio Casamonicaè nato tra i “berretti” e si è illuso dimorire tra i “cappelli”. Per i “cappelli”veri questo è inaccettabile, un’offesaalla “pubblica morale”. Un attentatoalla “sacra” immagine delle vere caste.Ecco perché indicano come colpagrave, come macchia indelebile, quelfunerale, sorvolando su come uno zin-garo, malgrado il più poderoso appa-rato repressivo dell’EuropaOccidentale, sia diventato un “re”diRoma.Posso anche capire l’onta. La Casta ècasta! Però…prendiamone atto senza acca-nirci su quella bara pacchiana ma chepur sempre porta dentro un poveromorto.

Ilario Ammendolia

Come è possibile che una famiglia di nomadi sia riuscita a stabilirsi nellacittà più presidiata d’Italia e raggiungere livelli di potere di tutto rispetto?

Il Cartello e la Foglia

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Ambiente

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Una Calabria bella e sostenibile. È questo ilsogno che ogni amante della nostra terra vor-rebbe vedere realizzato in un futuro immi-nente e questo è il sogno che, da ormai moltotempo, cercano di realizzare i nostri ammini-

stratori.L’idea di una Locride pulita, che viva di riciclaggio edenergie rinnovabili come auspicato da Pietro Fuda sullepagine del nostro giornale la scorsa settimana, è indub-biamente così allettante da pretendere che i progettirelativi a questa prospettiva possano essere avviati daqui alla fine dell’anno.Come tutti i grandi progetti, tuttavia, anche questorichiede di non tralasciare nemmeno i più minimi detta-gli, di dialogare con le istituzioni, avere pazienza e tantaforza di volontà.È quanto è emerso dall’incontro tenutosi domenicascorsa, a Roccella Jonica, nell’ambito della “Notteverde”. La serata promossa dall’AmministrazioneComunale su iniziativa dell’Assessorato all’Ambiante hainfatti dato spazio alle riflessioni di Pietro Fuda,Salvatore Fuda, Nicola Tucci, e Vittorio Zito, eviden-ziando che il conferimento, il riciclaggio e il riutilizzo deinostri scarti, necessitino di tanta pianificazione per assi-curarsi che vadano di pari passo con l’abbassamentodelle tariffe.Nello specifico, l’Assessore alle Politiche Ambientali diRoccella Jonica ha spiegato come, ignorando la neces-

sità che le nostre strutture di conferimento dei rifiutidiventino più efficienti, l’avvio della raccolta differenzia-ta in tutti i comuni della Locride, per quanto efficace,porterebbe al collasso dell’impianto di compostaggio cuiil territorio fa riferimento, a Vazzano.E la questione tariffe? Un’altra nota dolente. All’attuale

stato delle cose, lo smaltimento dell’umido costa ancorasensibilmente meno rispetto a quello degli altri materia-li, 90 euro a tonnellata contro i 120 di plastica, carta,vetro e alluminio, tariffe calcolate escludendo i prezzi ditrasporto.La soluzione allora sembra essere una politica che si

concentri su un’unica parola: sostenibilità. SecondoNicola Tucci, infatti, i nostri amministratori dovrebberopromuovere innanzitutto politiche che riducano il con-sumo dei rifiuti, che si concentrino sul riutilizzo pensan-do alla differenziata porta a porta solo dopo aver dialo-gato sulle sue possibili messe in pratica con la Regione.Dopo aver cercato di elevare la qualità del servizio giàpresente, infatti, ci si potrà permettere di lucrare suirifiuti, trasformandoli in quel compost, energia o biogasche possano far vivere di rendita la Locride e che, maga-ri, pur non abbattendo direttamente le tariffe della spaz-zatura, garantiscano comunque un sensibile risparmiosulle bollette.Come ottenere risultati così straordinari? Attraversouna pianificazione attenta, la partecipazione attiva diuna cittadinanza che si è dimostrata in più occasioni sen-sibile all’argomento e la messa in rete degli impianti anoi più vicini (Siderno, Reggio Calabria, Gioia Tauro)riuscendo a equilibrare gli impegni, a organizzarsi inmaniera flessibile e, perché no, a creare posti di lavoro.Se non si prenderanno provvedimento di questo gene-re, esperienze positive come quella di Roccella Jonicarimarranno casi a se stanti, in grado di migliorare la qua-lità della vita di un singolo centro urbano (o, peggioancora, di solo una minima parte di esso) limitandosicosì ad agire come un cane che si morde la coda.

Jacopo Giuca

Nell’ambito della manifestazione “orti urbani”, si è tenuta mercoledì 19 ago-sto, una conferenza sulla possibilità di approvare, anche a Siderno, uno stru-mento di pianificazione piuttosto noto: il “Regolamento sul Verde Pubblicoe Privato” di cui quasi ogni comune d’Italia s’è da anni dotato. La Calabria registra un pericoloso ritardo e Siderno (come molte città vici-niori) non fa differenza. Senza cantar vittoria, si può dire che ci sono finalmente i presupposti perchéqualcosa cambi. Che poi il cambiamento ci sia, è tutto da vedere. Il Regolamento è uno strumento di pianificazione urbanistica che molte cittàhanno adottato, per completare le leggi attualmente in vigore e gli articolicostituzionali. L’agronomo Gian Carlo Fiorenza, membro del team che si staoccupando del Piano Strategico Comunale, nonché relatore alla conferenza,

ha dichiarato la sua totale disponibilità nel proporlo alla Giunta e ai colleghi. Nel suo excursus, Fiorenza ha messo in evidenza l’importanza del censimen-to delle alberature comunali, senza il quale procedere sarebbe come menarecolpi alla cieca. Bisogna non solo contare gli alberi e i grandi cespugli, mavalutarne le dimensioni, lo stato di salute, il pregio estetico e naturalistico,eventuali scorrettezze del tronco o delle branche, difetti o pericoli potenziali.Di seguito occorre decidere se e quali alberature eliminare, quali sottoporrea vincoli, quali rimpiazzare ed eseguire un’accurata scelta di generi adatti alclima e all’habitat cittadino. Si tratta di un insieme molto complesso da gesti-re, che richiederebbe molti mesi di studio. Il Regolamento non è solo efficace nel pianificare la spesa per il verde urba-no, anche sul lungo o lunghissimo periodo, ma soprattutto per evitare queibrutali tagli detti scalve o capitozzature a cui gli operai comunali ci hanno da

tempo abituati. L’interesse da parte della nuova amministrazione sembra esserci, ci dispiace-rebbe a questo punto venire delusi, viste le lotte e le battaglie che molti pri-vati hanno sostenuto nel corso di questi anni in cui gli alberi sono stati lascia-ti alla mercé di personale in maniera molto evidente non qualificato: il risul-tato lo abbiamo sotto gli occhi facendo una passeggiata per le vie del paese. Nei giorni successivi sono stati tenuti degli incontri-dibattito sulla fitodepura-zione con Diego Arcidiacono, sul sinergico con Riccardo Lamberto, e suisistemi di rinverdimento verticali con Pasquale Giurleo. Gli incontri sono tuttivolti a fornire alla neo amministrazione comunale delle valide indicazioni peravviare Siderno sulla strada della sostenibilità ecologica.

Lidia Zitara

L’incontro di domenica sera a Roccella Jonica, avente cometema la cura dell’ambiente e l’avvio della raccolta differenziatanella Locride ha messo in evidenza alcune criticità sulle qualisarà bene riflettere con la massima attenzione prima di agire.

RIVIERA

“Notte verde”:

Siderno verso un censimentodelle alberature comunali? Possibile l’approvazione del “Regolamento sul Verde Pubblico e Privato”

riciclare sì, ma non senza pensare

DOMENICA30 AGOSTO 10www.larivieraonline.com ATTUALITÀ

RIVIERA

È stata decretata la nomina dell’avvocatoUmberto Nucara a segretario titolare delComune di Siderno. Come stabilito dallaLegge, il sindaco Pietro Fuda ha scelto nonoltre i centoventi giorni dalla data del suoinsediamento l’avvocato Nucara, a seguitodella consultazione dei candidati tra gliiscritti all’Albo Nazionale dei SegretariComunali, previa richiesta dello stesso alMinistero dell’Intero, ex AgenziaAutonoma per la Gestione dell’Albo deiSegretari Comunali e Provinciali. Con lapubblicazione del decreto da partedell’Amministrazione Comunale, si comu-nica che Nucara, già incaricato dallaPrefettura di Catanzaro della supplenza diquesto Comune con decorrenza al 6 luglioscorso, ha già preso servizio de facto e cheformale dichiarazione dell’accettazionedella nomina verrà immediatamente tra-smessa al Ministero dell’Interno e allaPrefettura UTG di Catanzaro.

Roccella, successo per il convegno sul nuovo codice degli appalti organizzatodall'Ordine degli Architetti

Al telefono con Miss ScuntittizzaL’INTERVISTA IMMAGINARIA DI LIDIA ZITARA

L’ANGOLO DI PARRELLO

- Pronto, Maria?- Anna, che c’è? È morto qualcuno?- No, nessuno!- E perché mi chiami a quest’ora?- Devo andare dal medico, mi accompagni?- Ma perché, Ciccio non ti accompagna lui?- No, Ciccio dice che durante la Fiera di Portosalvo lamacchina non la prende!- Eh, tutti i torti non li ha. Ma se pure io ti vengo aprendere, poi troviamo parcheggio davanti al medico?- Sì, mi tiene il posto una signora amica mia, basta chele dico l’orario. Mamma mia, non vedo l’ora che que-sta festa sia finita, non la sopporto!- A chi lo dici! Vorrei addormentarmi e svegliarmi il 9settembre!- Ma hai visto quest’anno come hanno iniziato a met-tere i pali presto? E che faranno, ce la fanno arrivare

sotto casa!- Ma se tu abiti al Dromo!- Eh, non si sa mai! Si prenderanno tutte le stradeparallele al lungomare, e non si potrà camminare. Ilcorso di sopra sarà un incubo. Ma secondo te è maipossibile che durante questa ca*** di festa devonofunzionare solo due strade, e che la via Marina è l’uni-ca che porta a nord? - C’è anche la circonvallazione, veramente…- Sì, con tutte quelle buche! Le mie povere ossa! Già lanotte non si dorme con tutto questo casino che fannosul lungomare, che si sente in tutto il paese. Poi il caldo,le zanzare… Quando mi alzo sono già uno straccio. Ilcondizionatore si è rotto, e la manutenzione non hapezzi di ricambio. Volevo comprarne un altro ma sonofiniti, in paese non trovo neanche più un ventilatore.Sembra di vivere coi razionamenti, l’unica cosa che

abbonda sono le chiacchiere e i panini con salsiccia. - Ma vai a mare e riposati!- Sì, al mare! Sporco com’è, con tutta quest’orda dibambini selvaggi che tirano pallonate a destra e amanca, e di genitori indifferenti! E poi per arrivare almare devi sempre prendere l’auto, e non si trova maiparcheggio. E quando arrivi, non trovi neanche unadoccia pubblica. Tanto vale andare a Caulonia oBovalino, almeno lì un morzo di spiaggia libera c’è. Mala benzina che se ne va!- Ma la sera, qualche teatro all’aperto? - La sera sono così stanca e fiaccata che non ho propriola pazienza di sentire declamare stron**** . Odio que-sto periodo. - C’è qualcosa che ti farebbe contenta?- Sì, l’autunno.

Il nuovo codice degli appalti al centro del Convegnoorganizzato dall'Ordine degli Architetti, Pianificatori,Paesaggisti e Conservatori della Provincia di ReggioCalabria, giovedì scorso a Roccella Ionica.La normativa, in corso di approvazione al Parlamento,consentirà uno snellimento delle procedure con lequali oggi sono gestiti i lavori pubblici. All'ex Convento dei Minimi, uno dei primi appunta-menti di riflessione sul testo delegato, alla presenza diun parterre di eccezione. Iniziando da PierluigiMantini, docente di diritto al Politecnico di Milano emembro della Commissione di Studio del Governo sulrecepimento delle Direttive europee. «Il nuovo codicedegli appalti contiene elementi importanti per consen-tire maggiore trasparenza e partecipazione alla con-correnza nelle gare delle commesse pubbliche - hadichiarato. Consentendo l'accesso a un mercato aper-to e concorrenziale anche alle piccole e medie impre-se. In Italia c'è l'esigenza di una forte semplificazionenormativa, in un settore che è considerato un'enigmi-stica giuridica e rispetto al quale l'Italia deve adeguar-si, entro aprile 2016, all'Europa». Per il Presidente dell'ordine degli Architetti dellaProvincia di Reggio, Paolo Malara «la nuova leggesugli appalti è l’occasione per un’inversione di tenden-za per ridare alla realizzazione delle opere pubblicheuna visione strategica di trasformazioni di qualità dellacittà e del territorio. Il testo introduce il Concorso diprogettazione per le opere d’architettura, l’offerta piùvantaggiosa in sostituzione del massimo ribasso per lascelta dei professionisti ai quali affidare un incarico ela limitazione dell’appalto integrato ai soli casi neiquali la componente tecnologica ha una prevalenzasuperiore al 70%. Inoltre va ripristinato il fondo dirotazione per la progettazione, indispensabile allepubbliche amministrazioni per programmare la pro-pria attività».

Il Presidente del Consiglio Regionale della Calabria,Nicola Irto, non ha alcun dubbio: «La Calabria deveessere un modello di applicazione e di sperimentazio-ne, con incontri e dibattiti pubblici, della normativache a breve sarà varata dal Governo. Questo diRoccella è tra le prime occasioni di presentazionedella Legge delega e noi dobbiamo essere pronti,come assemblea regionale, ad adeguare la legge peressere da subito pronti con l'utilizzo del Codice. In unaregione in cui il malaffare impera e proprio nel setto-re dell'edilizia, segna le maggiori irregolarità. Senzacontare che siamo il territorio con le più numeroseopere infrastrutturali rimaste incompiute e rispettoalle quali serve una risposta tempestiva e certa ancheda parte della politica». Per il Procuratore Giuseppe Lombardo, da tempo allaguida di importanti indagini nel settore gli appalti pub-blici: «Le irregolarità riscontrate negli appalti si evi-

denziano più nella fase di esecuzione dei lavori e nonnella fase di gara. Tra gli aspetti positivi della nuovalegge la nomina pubblica del direttore dei lavori, oltrea una serie di criteri oggettivi che limiteranno la corru-zione». Ospite anche il relatore del testo al Parlamento, ilSenatore Paolo Esposito (PD) che ha ribadito le inef-ficienze, in termini di consegna dei lavori e di dispen-dio di denaro pubblico, inevitabili con l'attuale legisla-zione. Un problema che si è reso evidente per laMaddalena, l'Expo e la ricostruzione dell'Aquila.L'iniziativa, che ha riscontrato un enorme successo dipresenze, è stata salutata positivamente sia dalSindaco di Roccella, Certomà, che da GiorgioImperitura, presidente dell'Associazione Comunidella Locride che si sono fatti promotori di altre inizia-tive in grado di potenziare il turismo culturale del ter-ritorio.

Designato il segretario titolare delComune diSiderno

Cammino, pensieroso come spesso mi capi-ta, quasi in riva al mare quando sento unavoce che mi chiama: mi volto, è la sabbia.“Ciao Franco, come stai?”- “Discretamente,

faccio le cure e vadoavanti, e tu?”- “ Ancheper me passano glianni; fino a qualchetempo fa i giovani e imeno giovani si sede-vano su di me e scrive-vano bellissime frasid’amore, anche se poicon la fine dell’estatespesso tutto venivadimenticato...”- “ Hai

ragione cara sabbia, per te tutto questo èquasi completamente finito, resta solo “undolce ricordo”…

Franco Parrello

Ho incontratola sabbia

È stata diffusa di recente unanota stampa, a firma diSebastiano Primerano, che sidomanda quale ruolo abbia ilmovimento politico - culturaleAgave che, dopo anni di silen-zio corrispondenti al periododi regolare amministrazione, aseguito del commissariamen-to si è fatto portavoce di pro-blematiche sociali a Bovalino.Secondo Primerano, la fumo-sità di movimenti di questogenere non è la risposta perrisolvere le problematiche delpaese, che necessita invecedell’impegno della politicavera.

Primerano e il dubbio su qualeruolo ricopra “Agave” a Bovalino Bianco: bilancio ed

eventi estiviinnescano una

polemica tra Canturie la giunta che lo ha

preceduto

La vecchia amministrazione di Bianco harisposto in settimana al manifesto diffusodi recente dal sindaco Aldo Canturi conuna lettera che ribatte, stando a quanto vi sitrova scritto, ad affermazioni discutibili delprimo cittadino. La polemica, vertente suuna questione delicatissima come solo ilbilancio di un paese del nostro comprenso-rio può essere, nasce dal presunto “gon-fiaggio” dei debiti del comune da parte delsindaco, che non terrebbe conto, secondola precedente Giunta Comunale, di undisavanzo tecnico che dovrebbe prestorientrare nelle casse cittadine. Come senon bastasse, il sindaco sarebbe stato reo diaver sottovalutato l’organizzazione di even-ti come la “Corribianco” e “Calici di stelle”,declassati da manifestazioni nazionali apopolari. L’intento della lettera, corredatadi cifre e date, è prevenire la possibilità chel’attuale amministrazione, in evidenteaffanno, secondo i suoi autori, possa attri-buire a chi l’ha preceduta le responsabilitàdi fallimenti già evidenti.

DOMENICA 30 AGOSTO 13www.larivieraonline.com SOCIETÀ

Protagonisti delle nostre estati non sonosolo le discoteche, il divertimento, la tinta-rella e le vacanze.Ebbene no. C'è qualcuno, anzi più di uno.Diciamo meglio, ci sono alcune personeche fanno un certo "lavoro", e quandocominciano a "lavorare", tutti noi possiamofinalmente affermare a gran voce che l'e-state è ufficialmente arrivata!Sono alti, di colore e si coprono tutto ilcorpo con pantalone lungo e camicia per-ché sotto i 40 gradi estivi rischiano davveroil collasso.Sono i tanto famosi venditori ambulanti,conosciuti anche con il nome di "vucum-prà"."Occhiali, occhiali! Bracciali belli! Borse,borse firmate! Collane, collane!"- vannocosì animando le spiagge della Locride,talvolta le percorrono tutte, più volte algiorno.Capita la giornata fortunata in cui riesconoa vendere qualcosa agli adolescenti o allasignorona in vacanza che è rimasta affasci-nata dal luccichio dei colori indiani. Capitaquel giorno in cui l'unica cosa che hannoguadagnato è una sauna gratis con effettodimagrante.Bisogna dire la verità, le nostre spiaggenon sarebbero le stesse senza di loro.Talvolta ci regalano anche dei momenti discambio culturale: si fermano a un ombrel-lone qualsiasi, perché magari qualcunodella combriccola gli ha ispirato simpatia, ecominciano a raccontare della loro vita,delle difficoltà nel loro paese. E allora sicrea un'empatia che culmina quasi semprenel donare una bottiglietta di acqua e unamerendina a chi nella vita è stato menofortunato di noi.Altre volte sono insistenti, tanto insistenti.Ma basta assumere un'espressione decisadicendo "no, grazie", e loro continuerannorassegnati la loro lunghissima passeggiata.Lo scorso anno, evidentemente, gli affarisono calati, quindi questi venditori ambu-lanti hanno capito che per "tirare a campa-re" avrebbero dovuto ingegnarsi e sorpren-dere i probabili acquirenti.In una delle spiagge calabresi, precisamen-te a Tropea, il giorno di Ferragosto, mentre

la spiaggia era stracolma di gente, un gio-vane indiano si preparava a uno spettacolodel tutto inusuale. Pensando di dover par-tecipare al Guinness World Record, si ècaricato sulle spalle un banco di legno contanto di ombrellone gigante per coprirsidal sole, e ha dato vita alla prima bancarel-la itinerante nella storia dei vucumprà.Cosa vendeva il campione indiano?Costumi da bagno, di ogni fantasia e perogni taglia, parei e quant'altro avesse a chefare con la spiaggia. E quante donne sonoaccorse! È stata una vera novità.Un altro ragazzo nigeriano andava per laspiaggia intonando una canzone rivisitata

da lui stesso, con cui invitava la gente inspiaggia a gustare il cocco fresco che avevanella borsa frigo. Se non altro, ha regalatosorrisi. E pure tanti.A Siderno, invece, domenica pomeriggio,un ragazzo africano si è avvicinato all'om-brellone di mia madre facendole vedere lamerce che aveva a disposizione. Eranolibri.Libri di favole, di cucina africana, romanzie gialli. E gli autori erano tutti rigorosa-mente africani. Insomma, tanto le è piaciu-ta questa innovazione, che mia madre unromanzo l'ha anche comprato.Però, bella come idea! Al posto delle soli-

te cose viste e straviste, anche i vucumpràhanno capito l'importanza della propriacultura.E quando, come ora, negli ultimi giorni diAgosto o di inizio Settembre, capita discendere in spiaggia e non vederli, si realiz-za che l'estate è davvero finita, e che loro...si stanno preparando per la fiera diPortosalvo!Chissà che quest'anno, accanto agli oggettietnici e alla bigiotteria, non vedremo unabancarella con i libri di autori indiani, sene-galesi, nigeriani, cinesi e marocchini!Sarebbe una bella cosa, non credete?

Sara Leone

Con settembre ormai alle porte e i turisti in partenza, il son-daggio di oggi è quantomeno doveroso. Abbiamo fatto lanostra solita passeggiata in spiaggia interrogando i turisti sucosa hanno apprezzato e su cosa, invece, cambierebbero diquesta estate trascorsa nella Locride. Il 70 % di loro rispon-de che il posto è molto bello e tranquillo, i luoghi suggestivi,ci sono locali notturni dove potersi divertire, persone moltoospitali e cordiali. Insomma tutto positivo ma con un difettoprofondo: le chiacchiere. Ebbene sì, sembrerebbe che noidella Locride avremmo una certa propensione al pettegolez-zo. E dai... diciamocelo... siamo tutti un po’ pettegoli, impic-cioni e allocchi! Quante volte abbiamo ascoltato delle "dice-rie", che molto spesso si sono rivelate leggende, ma cheabbiamo riportato come una catena di S. Antonio? Storiestranissime che, guarda caso, capitano sempre agli altri; peresempio, si dice che in una tal casa abbiano abitato dei fan-tasmi, noi non li abbiamo mai visti, ma proseguiamo la cate-na raccontando la favola ai nostri posteri. Ben diverso è ilpettegolezzo, una "chiacchiera sociale" con un fondo di veritànon sempre verificabile e che non lascia limiti alla fantasia.Nascendo da una chiacchiera sociale, il pettegolezzo è undubbio sull'immagine che una persona vuole dare di sé e rap-presenta dunque un rimprovero implicito. La lingua, lechiacchiere, il pettegolezzo sono armi che ogni giorno insi-diano la comunità umana, seminando invidia, gelosia e bra-mosia del potere. Perciò, miei cari conterranei, tiriamo ilfreno alla lingua e non roviniamo tutto con le chiacchiere!

Katia Candido

Vucumprà: Sovraccarichi,

vendono gliarticoli piùdisparati. A

Siderno persinolibri. Libri di

favole, di cucinaafricana,

romanzi e gialli.E gli autori tuttirigorosamente

africani.

SONDAGGIO SOTTO L’OMBRELLONE

RIVIERA

che spiagge sarebbero senza di loro?

Cosa ti è piaciuto e cosa

cambiereste dell'estate

appena trascorsa?

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Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDROEditorialista: ILARIOAMMENDOLIA

COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Cristina Caminiti, EleonoraAragona, Franco Parrello, Lidia Zitara,Domenico Spanò, Sara Leone, SaraJacopetta, Katia Candido.

GERENZA Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione dipreventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da

intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati allaredazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti.

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sono da ritenersi direttamente responsabili.

Bartolo Iamonte ha avuto giustiziaHa scritto di lui lo scorso marzo il nostro editori-alista Ilario Ammendolia. Bartolo Iamonte erastato arrestato nel 1993 con l'accusa di essere'ndranghetista. Ha scontato la sua pena ma alla

cooperativa "Rinascita",dove ha sempre lavorato,la sua presenza diventaingombrante. Si teme chela prefettura neghi il certifi-cato antimafia e così gli siintima il licenziamento.Qualche settimana fa laCorte d'Appello di ReggioCalabria ha dichiarato ille-

gittimo il lincenziamento a Bartolo Iamonte cheottiene finalmente giustizia della sua ingiustapersecuzione (discriminazione non riconosciu-ta) giudiziaria-lavorativa.

Errata corrigeNell'articolo apparso la scorsa settimanae relativo al Roccella Dance Festivalsono state erroneamente omesse alcunedelle scuole partecipanti. In totale hannopreso parte al Roccella Dance Festival12 scuole provenienti prevalentementedalla provincia di Reggio Calabria. DaRoccella Jonica Asd Tersicoree di LidiaStrangio, Asd Oriental Ballet ValentinaMontoro; da Marina di Gioiosa JonicaAsd Primo Passo di Anna Di Pane, BodyCenter di Silvana Calautti; da GioiosaJonica tre giovani realtà del ballo: AsdGioiosa Dance di Francesca Rigitano,Free Life con Katya Sotira, Asd NoteDanzanti di Marianna Agostino. Le duescuole di Siderno Asd Danza inMovimento di Stefano Infusini e AsdDionysos Ivana Sanci si sono alternatealla A.JO.D di Natale Nucera da Bianco,alla Kines Sporting club Mary Varacallida Ardore e all'unica realtà fuori provin-cia, la Compagnia Dance Vibo Dance diEnrica Candela da Vibo Valentia.

È morto il dottor Francesco Morgante!Molti lo ricorderanno come un eccellente chirurgo, un ottimo primario quan-do l’ospedale di Locri era diverso da come oggi è!Io l’ho conosciuto come “avversario” politico, entrambi eletti consiglieri pro-vinciali, lui nella DC e io nel PCI. Erano tempi di forte contrapposizione ideo-logica, ma ho imparato sin da subito ad apprezzare i suoi interventi in con-siglio sempre lucidi, argomentati, puntuali.Siamo diventati subito amici, ed è iniziata una frequentazione che è finitasolo con la sua morte.Era un uomo concreto.Lui è stato una vittima autentica della ‘ndrangheta, arrivando a subire unodioso sequestro della sua persona. Ma non si è mai atteggiato a tale!Ricordo le parole che ci disse appena lo liberarono: «Non si risolverà la que-stione criminale se non si affronterà la questione sociale».Erano parole profetiche ma non fu ascoltato neanche nel suo partito.La sua concretezza, in molte occasioni, lacerava la sciocca corazza ideolo-gica che avevo indossato in gioventù.Ricevetti da lui grandi lezioni di vita!Morgante fu un protagonista nella Locride dei tempi passati e allora, peressere protagonisti, si richiedevano delle qualità che oggi sono andatesmarrite.Personalmente, oggi perdo un fraterno amico.Credo però che a ogni semina segua un raccolto.Francesco Morgante ha seminato molto e intorno alla sua bara ci sonostate moltissime persone che gli hanno voluto bene e che non lo dimenti-cheranno!

Ilario Ammendolia

La poesiaTe ne sei andataTe ne sei andata…hai lasciato nei miei occhiil tuo sorrisoe il resto nei cuori di chi ti ha amato.Te ne sei andata,si sono spenti i tuoi occhiche hanno visto il sole e i suoi colorie hanno pianto,e hanno riso,di dolore e di gioiae come il ventosei volata via,lontana e sola, lasciando un ricordo nella mia memoriae un doloroso stuporedentro la mia vita. Ti sento nel silenzio della serami culli nel sogno della notte,ma sei aria,e come l’aria non ti posso più toccare.Te ne sei andata,e non hai potuto nulla per restaree al tuo postoc’è solo un vuotopieno di parole,rimaste lìbagnate di lacrime, piene di dolore, c’è solo il nero della notte,e il tuo sorrisoancorato per semprenel mio cuore.I tuoi figli Pepè e Rosetta(dedicata a Maria Carmela Ruggio, venuta amancare un mese fa)

Non cacciate il cacciatoreL’apertura della caccia è un momento tanto atteso che nullao nessuno dovrebbe poter rovinare con biasimevoli interven-ti, che poi così a beneficio degli animali certo non si mostra-no. È arrivata anche quest’apertura, ne ho fatte tante, e tuttesono rappresentate da metodiche costanti.Una diffusa insofferenza “venato-fobia”, cioè l’irrazionalepaura e avversione nei confronti dei cacciatori, che sgomentaletteralmente l’opinione pubblica, citando numeri e dati inmaniera “acritica”, ghigliottinando la verità con delirantiattacchi e populistici discorsi, senza un brandello di contrad-dittorio.La caccia da qualche tempo si crede essere una perversioneo un vizio da celare, pure a parenti e amici, anziché una pas-sione sana, autorevole, genuina. Non è un’innovazione,essendo l’odierna scala dei valori deformata, se non ribaltata,rispetto a poche decine d’anni fa. Un tempo raffigurata inopere d’arte o tratteggiata da sublimi scrittori, fu manifesta-zione popolare e cultura; ma ora c’è chi la vorrebbe ridurre a

rango di una semplice ricreazione per bruti o incolti sparato-ri, figli del disagio tipico di quei popoli che hanno smarrito lagiusta strada della civiltà e convivenza, sostando in una pau-rosa dicotomia dal mondo reale. E invece no, noi lo sappia-mo e ce lo raccontiamo spesso: “La caccia è ben altro!”.Cacciare è storia dei popoli, cerimoniale, letteratura, dipinto,arte della cucina, architettura, scultura e ogni nostra città osperduto borgo è rigurgitante di testimonianze che lo certifi-cano. Testimonianze vecchie però, se non antiche! A volte cisi sente a un passo dal cielo, con una corona di gemme pre-ziose, scorgendo negli occhi sgranati di qualche attempatocacciatore, la memore gioia di un tempo che fu. Eppure oggi,gli aridi conoscitori dell’effimero vorrebbero cacciarlo via.

Giuseppe LupisPres. F.I.D.C.

Agnana Calabra

"In questo primo anno ho avuto confermadella chiamata del Signore: tanti volti incrocia-ti sul cammino, in questa terra, che ho scoper-to nella sua bellezza. Ne conoscevo i misfatti,ma non la generosità e affettuosità, i riferimen-ti storici dell’antichità, ma non le sue sofferen-ze e povertà. Ho imparato in questo anno adamare questa chiesa. Mi sono chiesto tantevolte: ce la farò? Ho capito che la missione daportare avanti non era mia. E così lo scoraggia-mento non ha mai prevalso. Ho avuto concre-ta certezza che questa Chiesa mi era stata affi-data e sono andato avanti. Colui che mi haeletto, scelto e inviato, mi ha incoraggiato acontinuare. Ho avuto certezza che non miappartengo più, che la chiamata del Signoremi aveva espropriato e mi chiamava ogni gior-

no a rinunciare al mio egoismo, ad ogni ricer-ca di interesse personale o ad ogni altra dicompensazione affettiva. Ho avvertito, in alcu-ni momenti più che in altri, la preghiera delmio popolo, la vostra preghiera. Ho capito chesolo questo sostegno mi avrebbe dato la forzadi continuare. Qualche volta sembrava nonpotercela fare. Eppure Lui ha continuato afarmi sentire la sua vicinanza. Il legame quoti-diano col Signore e la vicinanza di tanti confra-telli mi hanno dato tanto coraggio. Sono statoaiutato a capire che insieme si può osare dipiù".

Silvana StaltariPer leggere la versione integrale dell'articolo,

fotografate con il vostro smartphone il QRcode qui accanto

Monsignor Oliva: "Ho imparato in questo anno cheinsieme si può osare di più"

Nella suggestivacattedrale di

Gerace, nel mesedi luglio c.a., Mons.

Francesco Olivacircondato dai

presbiteri, religiosie da numerosi

fedeli, ha celebratola Liturgia nel suo

primo anniversariodi servizio

episcopale. Diseguito uno

stralcio dell'omelia.

In ricordo del dottore Morgante

30Agosto 01

Settembre

03Settembre

04Settembre

05Settembre

Eventi in RivieraCaulonia:

Largo San Nicolello, ore22:00, RappresentazioneTeatrale: “Amore Ineffabile”

Gerace: ore 9:30, Escursione naturalisti-ca, Scialata, San Giovanni di Gerace

Gioiosa Jonica: Festa di San Rocco; ore21:00 Concerto dei Tiromancino

Siderno:Ymca Siderno ore 18:00, “Vavalaci per Siderno” quadrangolare a scopo

benefico

Caulonia:Largo San Nicolello, ore22:00, RappresentazioneTeatrale: “Amore Ineffabile”

Gerace: ore 9:30, Escursione naturalisti-ca, Scialata, San Giovanni di Gerace

Gioiosa Jonica: Festa di San Rocco; ore21:00 Concerto dei Tiromancino

Siderno:Ymca Siderno ore 18:00, “Vavalaci per Siderno” quadrangolare a scopo

benefico

San Luca:fino al 3 settembre, LocalitàPolsi, “Festa della Madonna

della Montagna”

Mammola: PiazzaFerrari, ore 18:00, 2ªEdizione Maratonina diFitwalking: “CamminiAMO per il bene Comune”

Gerace: ore 19:30,Laboratorio riciclo del cibo:

“Avanzi di Gusto”• Siderno: fino all’8 settem-bre, “Festa patronale Maria SS.di Portosalvo” e “Fiera di

Portosalvo”

Gerace:ore 19:30, Laboratorio

riciclo del cibo: “Avanzi diGusto”Siderno:

fino all’8 settembre, “Festapatronale Maria SS. diPortosalvo” e “Fiera di

Portosalvo”

È stato finalmente rilasciato dai componentiComitato Feste (GIUSEPPE BAGGETTA, ALDOCACCAMO, VINCENZO CARICARI, RAFFAELECASTAGNA, CARLO CHERUBINO, DOMENICOCOMMISSO, COSIMO LIZZI, LUIGI MARINI,DOMENICO MARITATO, LEONARDO PARISI,PLACIDO PASQUALONE, DAMIANO VERTER-AMO,) il programma dettagliato delle celebrazionipatronali per Maria SS. di Portosalvo.Anche quest’anno Siderno si unirà nei festeggia-menti religiosi e civili per la propria patrona con ilconsueto entusiasmo e una rinnovata speranza,come auspicato da Monsignor Cornelio Femia inun suo diffuso la scorsa settimana, e avrà la pos-sibilità di vivere momenti di sincera gioia graziealla grande festa che coinvolgerà tutta la comu-nità.Le celebrazioni liturgiche del Novenario sono giàcominciate ieri pomeriggio e culmineranno nelleprocessioni della Madonna a Mare di lunedì 7 set-tembre e in quelle che si svolgeranno nelle viedella città l’8 mattina e sera.Accanto alle celebrazioni religiose, come di con-sueto, ci sarà anche un ricco programma di mani-festazioni civili che, dopo lo spettacolo inauguraledi fuochi d’artificio svoltosi sabato 29 agosto, inconcomitanza con l’inizio della Novena, inizieràufficialmente con la Fiera di Portosalvo, che aprirài battenti al pubblico venerdì prossimo perrimanere aperta fino alla sera dell’8 settembre.Ampio anche il programma di spettacoli chefaranno da cornice all’evento principale: inaugur-eranno il “Portosalvo musicale” I Carboidrati, chesi impossesseranno del palco il 6 settembre, alleore 22:30. Doppio appuntamento, invece, il 7 seraquando, a partire dalle ore 21:30, si esibiranno gliattesissimi Shark & Groove e i Centonove TributeRino Gaetano. Chiusura in grande stile grazie alconcerto dell’ospite d’onore Antonio Maggio che,l’8 sera, a partire dalle 22:00, intratterrà il pubbli-co in attesa del consueto spettacolo di fuochid’artificio che chiuderà i festeggiamenti.

Siderno: pochi giorniall’inizio della grandefesta di Portosalvo

Anchequesta estatevolge ormai al

termine, ma qualchecomune riserva ancora

delle sorprese perquesto settembre.A Siderno, inoltre, è il momento diservire il piatto

forte!

RIVIERA

ATTUALITÀ

Con gli applauditissimi concerti di WadadaLeo Smith e Marokin Brass Brand si è chiu-sa la trentacinquesima edizione di RumoriMediterranei Jazz, una fra le più riuscite fraquelle recenti grazie alla consapevolezza

dei direttori artistici Paola Pinchera e VincenzoStaiano, che hanno scelto di puntare la loro ricercasul jazz afro-europeo, una forma espressiva nonancora ben delineata nel nostro paese, ma ben svi-luppata in altre aree d’Europa, oltre a rappresenta-re un elemento di continuità nella tradizione delfestival. Smith è stato autore dell’ennesima provamaiuscola di questa rassegna: temi ben definiti, lar-ghi spazi per le improvvisazioni distribuite con gene-rosità tra tutti i membri del quartetto che hanno tro-vato in Davis, Lindberg ed Aklaff un apporto perfet-to, atmosfere libere ma non caotiche, prevalenza di"moods" meditativi irrorati dalla visionarietà collet-tiva di una formazione interessantissima, fra lemigliori mai ascoltate al festival. Smith, che sta pre-parando un ambizioso progetto per tromba solaintorno a Thelonious Monk, sul palco è ieraticoquanto efficace. Lo stesso termine che può facil-mente estendersi alla Marockin’ Brass (al lorodebutto assoluto in Italia), ovvero la sezione di otto-ni dell’Orchestra Filarmonica Belga, che ha moltoben sublimato l’ardente commistione fra la gnawaafricana e il jazz più aperto di tipo avanguardista. Ilsuo organico, fatto di musicisti di nazionalità diver-sa, è stato molto ben condotto dal sopranista LucMishall che ha riservato ampi spazi ai furenti guizzidel trombettista inglese Byron Wallen, con una pla-tea molto attenta e partecipativa. Altri bagliorierano provenuti nel pomeriggio dal concerto dedi-cato a Totò da parte del sassofonista e compositorenapoletano Daniele Sepe che ha chiuso la sua esibi-zione con un irresistibile medley che ha abbinatoCharlie Mingus a Tom Jobim, mentre in precedenzaaveva suscitato grande attenzione anche il quintettodel contrabbassista Francesco Marcocci, anche gra-zie all’ottimo equilibrio dei suoi musicisti, fra i qualiulteriore menzione meritano il pianista LeoGenovese e l’obliquo per quanto abrasivo talento diGodwin Louis ai fiati. Legittima la soddisfazione diPinchera e Staiano, che rimarcando l’originalitàdelle loro scelte, confermano l’appuntamento per la

fine dell’anno, con la seconda edizione di JazzyChristmas, sempre a Roccella Jonica: “Contenti ditutto, a partire da African Noises, il tema principalemolto bene interpretato dai musicisti che abbiamoinvitato. Siamo già al lavoro per l’appendice inver-nale, che contrariamente alo scorso anno per i notiproblemi non dipendenti dalla nostra volontà, rap-presenterà il risultato di una scelta programmaticache qualificherà il programma dei concerti anchecon seminari, mostre, convegni e lezioni-concertonelle scuole. Un ringraziamento particolare alComune di Roccella, per tutti gli sforzi realizzati peril corretto svolgimento di questa edizione estiva”.

L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SIDERNO E L’ASSOCIAZIONE CULTURALE JONICA VOGLIONORINGRAZIARE I GESTORI DEI LOCALI (MANHATTAN, KUKUMERLA, L’ANGOLETTO E LO SPUNTINO)

CHE HANNO AIUTATO A RENDERE MIGLIORE L’OSPITALITÀ AGLI ARTISTI DEL FESTIVAL JAZZ.

Per la XXXVedizione di

RumoriMediterranei

trionfo finale perDaniele SepeWadada Leo

Smith eMarockin’BrassBrand. Bravi

anche Marcocci,Genovese e

Murgia.

DOMENICA30 AGOSTO 17www.larivieraonline.com

SETTIMANALE

Dal 18 al 22 agosto si è svol-to nel borgo medioevale diCaulonia il KauloniaTarantella Festival, giuntoquest’anno alla XVII edi-

zione, dal titolo “Il ballo magico”. Quello che stupisce maggiormentedel Kaulonia Tarantella Festival 2015è il successo della manifestazione, ilcui cast era stato annunciato solo duesettimane prima. Come scriveiCompany – The Music System, orga-nizzatore dell’evento, sulla propriafan page facebook: “Organizzare unfestival in due settimane è una sfidache richiede una concentrazione

altissima. Organizzare il Kaulonia èun'impresa che richiede granderesponsabilità perché di fronte c'èuna "Piazza" esigente, che si aspettadi avere, come sempre, il massimo.” L’impegno profuso dall’organizzazio-ne e dall’amministrazione delComune di Caulonia, ente promoto-re dell’evento, è stato, infatti, ripaga-to dal consenso del pubblico che haanimato la suggestiva piazza Mese ele vie del centro. Sono stati, infatti,cinque giorni in cui la musica e i ballitradizionali hanno animato le stradi-ne e le piazze del borgo, richiamandocome sempre numerosi appassionati,

semplici curiosi e turisti. La serata del 18 agosto è iniziata conHosteria di Giò, gruppo vincitore delcontest Kaulonia Tarantella Future,ed è proseguita con i ritmi indiani diRashmi V.Bhatt� e MimmoCavallaro, che hanno portato sulpalco un interessante progetto chevede la musica calabrese contaminatacon quella indiana. La serata è stataconclusa dai Rione Junno, gruppocomposto da giovani musicisti, cheinnova nell’ambito della tradizionepugliese, e da Antonio Infantino, sto-rico esponente della musica popolarelucana, accompagnato dai TarantatiRotanti, che con la loro musica ipno-tica sono riusciti ad incantare e coin-volgere la piazza. Il 19 agosto sonosaliti sul palco Villa Zuk e i Musicantidel Vento, entrambe due realtàcosentine, che appartengono allacategoria del cantautorato popolare eche spaziano dalla tradizione al pop,e la Med Free Orkestra, ensemblemulti-etnico tra i più rappresentatividella world music oggi in Italia.L’orchestra ha realizzato durante ilfestival uno spettacolo pieno di ritmie colori, che spaziava dalla musicaafricana a quella mediterranea con lesonorità del Sud-Italia, dei Balcani edella Grecia, insieme a MarinaMulopulos.La serata del 20 è stata caratterizzatadal grande cantautorato dialettale diPeppe Voltarelli, artista calabrese,apprezzato anche all’estero, e delleMalmaritate, gruppo siciliano, com-posto da sole donne, che affrontanoimportanti tematiche sociali, il cui

ultimo disco è stato prodotto dalla“Cantantessa” Carmen Consoli. Laserata è stata conclusa dal gruppoOfficina Kalabra. L’esibizione di Peppe Voltarelli harichiamato a Caulonia un pubblicomolto eterogeno, composto sia daamanti della tradizione sia da chiapprezza la canzone d’autore italia-na. L’artista ha eseguito brani trattidal suo ultimo disco “Lamentarsicome ipotesi”, Marinai, pezzo trattodall’album “Ultima notte a MalàStrana” con il quale ha vinto il premioTenco nel 2010 come miglior albumin dialetto, e quelli storici come OndaCalabra.Le ultime due serate hanno registra-to la maggiore presenza di pubblico.Sul palco due grandi della musicaworld italiana e importanti presenzedel panorama musicale del sud:Eugenio Bennato e il direttore artisti-co Mimmo Cavallaro con iTaranproject e Cosimo Papandrea,che hanno fatto ballare la piazza finoa notte fonda. Nella serata del 21 sisono esibiti anche i Taranta Nova,mentre il 22 i Re Niliu e i SabatumQuartet. Il Kaulonia TarantellaFestival non è solo composto dai con-certi in Piazza Mese, ma anche daicorsi di ballo e strumenti tradizionali,tenuti da giovani e talentuosi Maestricalabresi e pugliesi, e dai seminari diRashmi V. Batt sulla musica indiana e“L’Agorà del Cantastorie”, progettodi Fulvio Cama, che raccontava lestorie e le leggende della nostraCalabria in musica.

Carmen Sergi

KauloniaTarantella TestivalSono stati cinque

giorni in cui la musicae i balli tradizionalihanno animato lestradine e le piazze

del borgo,richiamando comesempre numerosi

appassionati, semplicicuriosi e turisti.

Il ballo magico del Il ballo magico del

CULTURA E SOCIETA’

RIVIERA

Ilprofumo degli ulivi penetra nellenarici in maniera insistente madelicata. La notte rischiarata dallaluna crescente e da decine di fiac-cole che segnano il perimetro del

teatro di Portigliola simboleggiando ilgreco pubblico dei tempi che furono creaun’atmosfera unica e sensazionale.Rocco Luglio ce l’ha fatta. Dopo laRassegna del Cinema Archeologico delmese scorso, il sindaco aveva affermatodalle pagine del nostro giornale che ilrecupero del Teatro Greco Romanosarebbe passato attraverso l’inserimentodello stesso nel Circuito Nazionale deiTeatri di Pietra e che l’amministrazioneavrebbe cominciato immediatamente alavorare per portare in loco compagnieteatrali che potessero mettere in scena

opere classiche.A meno di un mese di distanza, il sogno siè realizzato.Certo, il programma, costituito da duesole serate, potrebbe apparire scarno el’organizzazione, comunque ottima,avrebbe bisogno di qualche aggiustatura,ma la qualità indiscutibile degli spettacoliportati in scena, unitamente al panoramaevocativo e mozzafiato, possono solo fareattendere con ansia una seconda edizione,più ricca e pianificata.Il teatro è stato dunque inaugurato lunedìsera dal bello e spassoso Odi et Amo -L’amore al tempo degli dei, uno spettaco-lo che prevedeva la lettura di celebri branidi Euripide, Aristofane, Virgilio, Catullo eMarziale, grazie alla presenza e alle super-be voci di Edoardo Siravo, Antonio

Tallura, Gabriella Casali e SilvanaLuppino. La lettura dei brani, recitati dagliattori con arguzia e sapiente sarcasmo,non ha avuto alcun tempo morto né èrisultata pesante come sarebbe potutoapparire in un primo momento. Gli inter-valli di ironica attualità del maestro Siravohanno saputo come intrattenere il pubbli-co e le note dolci del piano di PinoProcopio hanno costituito il sottofondoperfetto per completare un’atmosferaunica.Giovedì è stata invece la volta diClitennestra o del Crimine, una pièce libe-ramente ispirata a un testo di MargueriteYourcenar di e con Paolo Cutili, messa inscena da quella stessa CompagniaDracma che ha meritato il “PremioParodos” 2014 per miglior spettacolo e

miglior interprete al Tindari TeatroFestival.La bravura impressionante di questo gio-vanissimo ragazzo di Polistena, ha garanti-to al pubblico di assistere a uno spettacolodavvero unico nel suo genere: imperso-nando in modo anticonvenzionale unaClitennestra a giudizio presso il tribunale,Cutili ha recitato con il solo ausilio di tretrolley che rappresentavano Egisto,Agamennone e l’amante del condottierodi ritorno da Troia, mettendo in scena ildisagio fisico e mentale di una donna gelo-sa del suo uomo fino alla pazzia.La gioia e l’emozione del sindaco nel sali-re sul palco al termine degli spettacolisono state un segnale ulteriore dellabuona riuscita di due serate perfette, ingrado di emozionare persino gli attori,

esperti e di sicuro abituati a spettacoli dimaggior prestigio e partecipazione.«Ho recitato, anni fa, al teatro greco diSiracusa - ha affermato Siravo prima dicongedarsi - e anche da lì, come da qui, sivedeva il mare. Oggi, dal teatro diSiracusa, il mare non si vede più, voi fatein modo di continuare a vederlo, di conti-nuare ad assistere a questi spettacolicome, a suo tempo, avranno fattoEuripide, Aristofane o Marziale.«Avete una storia straordinaria.Celebratela!»Il veliero del Teatro Greco Romano diPortigliola ha levato l’ancora e sta navigan-do a gonfie vele verso una notorietà chevorremmo vedere ampliarsi anno dopoanno.

Jacopo Giuca

Sono trascorsi già tre annidalla scomparsa diGiuseppe Correale, lo scul-tore di Siderno che ha fattodell’arte religiosa e figurati-

va il suo marchio di fabbrica.Autodidatta, e proprio per questo diuna bravura indiscutibile, Correaleha vissuto una vita riservata, lontanadagli onori della cronaca e da unaricerca della celebrità che non sisarebbe sposata con il suo carattereschivo. Anche a causa di questo, purricevendo gli elogi della critica non èstato certo un artista conosciutocome avrebbe meritato, ragione perla quale ricordarlo in una mostrache esponesse le sue opere al pub-blico nei luoghi in cui è vissuto èsembrato il modo migliore per con-segnare alla sua memoria un po’della fama che merita. È con questaidea che l’Associazione Culturale

Giuseppe Correale ha organizzato,all’interno della Chiesta di SanFrancesco di Assisi, a Gerace, unamostra svoltasi tra il 13 e il 22 ago-sto. Interamente dedicata al rappor-to che Correale aveva con la figurafemminile, la mostra, dall’evocativotitolo “Forme di donna”, è statacaratterizzata dall’esposizione disculture e quadri ben presentati alpubblico da pannelli esplicativi ebrochure. Correale ha certamentesegnato un capitolo importante espesso dimenticato della nostra sto-ria. Mostre come questa non possonoche essere un toccasana per la suamemoria e per la Locride tutta. Diquesta mostra non possiamo chesperare di poter presto vedere unanuova edizione, magari nellaSiderno che ha dato al maestro inatali.

Profumo di ulivi e chiaro di luna: il Teatro Greco Romano di Portigliolaconsegnato a nuova vita

ARTISTISUPERBIINCASELLATINELLAPERFETTACORNICEDELLALOCRIDEESTIVA: ÈQUESTALASEMPLICERICETTADELLAPRIMAEDIZIONEDELTEATROCLASSICOAPORTIGLIOLA, UNAPROMESSACHEROCCOLUGLIOCIAVEVAFATTO, MAALLAQUALENONAVEVAMOCREDUTOFINOINFONDO

Ci sono modi, sensazioni, sentimenti e percezioni. Ci sono luoghi, viaggi, perso-ne. Essere dappertutto e in nessun luogo, sentire fisicamente o metaforicamentequanto di bello o brutto, di vero, c'è nel mondo. Un invito a restare vigili, vivi nell'u-niverso, perché il non sentire rende ottusi. Il mezzo è l'orecchio, un orecchio destroche altro non è che il calco dell'artista. Hearsharing, il nuovo progetto di Francesco Misuraca, racchiude la volontà disuperare i confini, i limiti che la fisicità impone. Oltrepassare gli schermi in cui lamoderna società è intrappolata, attraversare le città, i luoghi più remoti come quel-li più caotici, fare un giro negli animi delle persone, uscire dalle ansie. Da RoccellaJonica a Milano, da Buenos Aires ad Amsterdam, l'orecchio sente ma non ascol-ta, perché il sentire presuppone la volontà di percepire attivamente le vibrazioni enon recepirle in forma passiva. Abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza cheabbiamo intorno e dentro di noi, di soffermarci a sentire la Poesia, emozionarcisotto un cielo stellato, sentire i silenzi, ritornare ad essere un po' più originali emeno conformati. Questo progetto insegue proprio questa necessità. Sentirsi vivi,oltre la pelle.

Una mostra per ricordare Giuseppe Correale

Oltre la pelle sono parte di tutto,"Hearsharing" un progetto diFrancesco Misuraca

www.larivieraonline.com DOMENICA30 AGOSTO 19

RIVIERA

Sapete chi sperimentò prima di ogni altro il vaccino contro il vaiolo? Lady Montagu, una femminista del 700!

Certo è che noi donne non finiamo mai di stupire: siamo davvero geniali!Ebbene, ben trentadue anni prima di Edoardo Jenner, cui si deve la scoperta del vaccino vero e proprio

contro il vaiolo, una nobildonna inglese azzardò a inoculare il germe di questa tremenda malattia addi-

rittura sui propri figli. Chi era questa Lady? Era la moglie dell’am-basciatore inglese in Turchia, Edward Wortley. Fu anche poetessae scrittrice oltre a essere molto bella. Da femminista ha precorso itempi. La differenza tra Mary e Jenner consiste nel fatto che men-tre lui usava germi da vacche infette, lei li prelevava da un malatoinfetto. Ed eravamo in Turchia, dove le donne usavano già questa

“terapia” con successo. Lady Montagu viaggiò molto e amava in modo particolare l’Italia. Nel nostro BelPaese soggiornò per circa tre anni. La sua vita fu, a dir poco tumultuosa e anche molto sfortunata. Era

nata nel 1689 e morì in Inghilterra nel 1762 sola e in miseria, colpita da un tumore maligno. In suamemoria si trova un monumento sepolcrale nella cattedrale di Lichfield ed è ricordata come la prima

donna che introdusse in Inghilterra la cura del vaiolo.

LA ROSA DEI VENTI

Hanno realizzato qualcosa di veramente grande iragazzi dell'associazione Carpe Diem. La meraviglia ela disciplina, il senso di pace e lo stupore, la tradizionee l'universale hanno girato dolcemente nel turbiniodella perfezione. "Gustando il borgo" è opera di queiragazzi con le magliette fucsia che come trottole simuovevano da cima a fondo per assicurarsi che tuttofilasse liscio. A presiedere sul buio indorato del borgodi Gioiosa un trionfo di ventagli colorati, in fila unoaccanto all'altro, per lanciare un messaggio: il vento delcambiamento non può spirare dal nulla, i ventaglihanno bisogno di mani che li agitino e ne guidino ladirezione. Con "Gustando il borgo" i ragazzi di CarpeDiem hanno rispolverato un passato di sapori, sensa-zioni e squisita accoglienza. I prodotti tipici eranoschierati come tanti soldatini: il miele reggeva lo scudo,le melenzane sott'olio impugnavano il fucile, una riccavarietà di sottaceti sfoderava la spada, il tutto sovrasta-to dai peperoncini lanciabombe. C'erano i formaggi e isalumi più genuini che mai, i liquori e le marmellateconfezionati seguendo le antiche ricette, la salsiccia e lapancetta trionfanti di gusto, i fichi secchi con le man-dorle e il vino che sa di Calabria. E ancora le scalpitan-ti bancarelle di artigianato a cui era impossibile resiste-re e la straordinaria creatività dei "madonnari" che hadato vita a uno spettacolo d'arte di rara bellezza. E poigli artisti di strada in un recinto umano che li avvolge-va inghiottendoli per poter far propria quella magia. Èlì che vedevi centrifugare presente e passato lieti direstituire i panni di un futuro pulito. C'erano i mangia-fuoco, le ballerine del ventre, gli equilibristi, i giocolie-ri e i rapper; i loro spettacoli erano dislocati in diversiangoli del borgo, e non appena finiva uno ne iniziavasubito un altro, tutto ben coordinato perchè non siaccavallassero tra loro. E mentre ti tuffavi in quelfiume di gente sentivi il richiamo all'ordine dei tambu-ri, quel battito che di anno in anno bussa, scava, risve-glia. I ragazzi di Carpe Diem hanno spennellato ilborgo di Gioiosa di festa. La festa, quella vera, dove lacomunità si muove a briglia sciolte, si ri-crea. La festaintesa come livella, dove non ci sono avvocati e operai,professori e contadini perchè nel divertimento non esi-stono ruoli. Nello scalpitio e nella polvere alzata dal-l'euforia rivivono i ricordi di tutti e la comunità si rin-salda. Nella festa, quella vera, la vita è messa a mace-rare per farle perdere durezza ed estrarne l'essenziale.Questo è quello che i ragazzi di Carpe Diem sono riu-sciti a realizzare per due magiche sere nell'incantevoleborgo di Gioiosa Jonica.

Maria Giovanna Cogliandro

“La settimana di San Rocco entra nel vivo, con un convegno di estremaimportanza poiché ci troviamo in un momento in cui si riflette poco e sicorre moltissimo” queste sono state le prime parole del giornalistaDomenico Logozzo che ha introdotto a una tematica importante ovverol’origine di questa festa e del peculiare ballo che la caratterizza. Alla con-ferenza "Il suono di san Rocco" erano presenti oltre il sindaco SalvatoreFuda e Monsignor Francesco Oliva, vari personaggi illustri tra cui l’an-tropologo Vito Teti, due psicologi Francesco Rosa ed Eleonora Bilotta edue maestri della musica, Pierpaolo De Giorgi e Francesco Loccisano.Dopo i saluti del Sindaco, è intervenuto Vito Teti che ha condiviso con ipresenti la sua approfondita ricerca sul ballo votivo. Ha specificato, inol-tre, che da sempre la festa viene vissuta come un momento di convivia-lità riuscendo a rafforzare la dimensione comunitaria e facendo rivivere

le relazioni e le tradizioni in modo significativo. Festa era ed è sinonimodi rinnovamento e rinascita. I docenti universitari Eleonora Bilotta eFrancesco Rosa, invece, hanno delineato a ritroso la vita di San Roccogiunto a Gioiosa Ionica intorno al 1583 liberando il popolo dalla peste edivenendo Patrono del luogo nel 1743. Hanno analizzato il linguaggio verbale e non verbale del ballo votivocaratterizzato da intense emozioni e da una forte passione strettamentelegata alla Fede. Ha concluso la serata Monsignor Francesco Oliva il quale ha affermatoche sebbene i tempi siano in continua evoluzione bisogna difendere l'hu-mus, la tradizione popolare più profonda adeguando il linguaggio alletrasformazioni in atto.

Katia Candido

Un borgo spennelato di festaGIOIOSA JONICA

Con "Gustando il borgo"i ragazzi dell'associazioneCarpe Diem di Gioiosa

Jonica hanno dato vita auna manifestazione

impeccabilerispolverando unpassato di sapori,

sensazioni e squisitaaccoglienza.

Il suono di San Rocco analizzato dagli esperti

L’andamento dei mercatiinternazionali e l’interventodei commissari hanno costi-tuito il freno sociale e intel-lettuale per la locomotiva

della Locride e spinto Siderno dall'or-lo del baratro sul quale si mantenevain precario equilibrio.Il ritorno alle urne dello scorso 31maggio è stato acclamato, non senzaesagerazione, come la vera e propriarinascita della città, una definizioneche non appare per nulla esagerataanche solo paragonando le manifes-tazioni organizzate quest’estate conquelle dello scorso anno.Un’amministrazione volenterosa, uni-tamente al senso civico e organizzativodelle associazioni, delle scuole dimusica e danza e, più in generale, ditutta la cittadinanza, ha permesso losvolgersi di manifestazioni interessan-ti, con un programma ricco e dedicatoai cittadini di ogni genere ed età.Tra esse certo non poteva fareeccezione la “Shopping Night” di mer-coledì 19 agosto, un evento davverounico nel suo genere, grazie al qualetutte le attività commerciali di corsodella Repubblica hanno avuto la possi-bilità di aprire le proprie porte ai citta-dini in cerca di un affare, presentandoloro offerte esclusive per l’intera sera-ta.Claudio Vitetta, uno dei nomi ai qualidire grazie per la manifestazioneassieme a quelli di Agostino

Santacroce ed Ercole Macrì, ci ha par-lato di un’organizzazione dell’ultimominuto che, fortunatamente, non hapregiudicato la buona riuscita di unaserata della quale si è tuttavia notataqualche pecca.Forse non adeguatamente informati opreparati all’evento, infatti, non tutti icommercianti hanno deciso di aderireall’iniziativa e sicuramente non tutta laclientela che avrebbe voluto prenderviparte l’ha fatto. La serata del 19 agos-to, tuttavia, ha dimostrato senzaombra di dubbio che il potenziale del-l’iniziativa c’è e che, con una pianifi-cazione più attenta, potrebbe rappre-sentare un successo impressionante.Non resta che sperare nella convo-cazione, ove possibile, di qualcheartista più conosciuto, far capire aicommercianti che quella dellaShopping Night costituisce un’occa-sione davvero unica per i loro affari eavvisare con maggiore anticipo la cit-tadinanza e gli organi di stampaaffinché il pienone sia assicurato.Intanto si attende con ansia la confer-ma che questo sia stato solo il primo diuna serie di eventi simili che, comeannunciato dal Comune di Siderno,dovrebbero svolgersi in altre contradee quartieri.Perché una città a vocazione commer-ciale come Siderno ha bisogno diiniziative dedicate per uscire dallacrisi.

Jacopo Giuca

DOMENICA 30 AGOSTO 21www.larivieraonline.com CULTURA

RIVIERA

Siderno cura la crisi con la

Siderno, comunità e integrazione: il successo della Festa dell’emigrante

“Shopping Night”Far ripartirel’economia del

centrocommerciale dellaLocride grazie a

una nottatadedicata allo

shopping: conquesto intento inegozi di corso

della Repubblicahanno aperto le

porte per unevento di

successo, ma ilcui potenziale è

ancora dascoprire.

Grazie all’impegno della Pro Loco di Siderno e in collaborazione con il Comitato per Donisi, il Club SidernesiThunder Bay e la Comunità di Toronto, il 22 agosto 2015 il rione Donisi di Siderno ha ospitato la Festadell’Emigrante, un’occasione di festa e socializzazione che si è sviluppata attraverso un programma ricco dieventi. Oltre alla degustazione di prodotti tipici di culture diverse dalla nostra, che ha avuto inizio alle ore 20:00,in Piazza dell’Emigrante, c’è stato un breve intervento di saluto da parte dell’Amministrazione Comunale prima dilasciare spazio alla rappresentazione “Il Cantastorie: La storia di Turi Giuliano” e al concerto dei Suddanza. Alle23:30, dunque, il gran finale di serata con l’Estrazione Riffa e la Premiazione del Tornei di Briscola e di Tressette,che si sono svolti, in qualità di vero e proprio preludio alla festa, sempre in Piazza dell’Emigrante, alle ore 20:00,nelle serate del 20 e del 21 agosto.

L’altra sera a Mammola, mercoledì 19 agosto, è stato presentato il libro di Domenico Angilletta, IlProfumo dei tigli. Per rispettare tale evento, il sindaco in carica Antonio Longo, si dice al suo ultimomandato, ha dovuto anticipare il consiglio comunale, poiché su richiesta straordinaria il Prefettoaveva ordinato una riunione straordinaria e proprio a quell’ora. Il programma è stato comunquerispettato e alle 19 in punto il relatore G. Pittari, dopo i saluti del Sindaco ha parlato dei contenutidel romanzo di Angilletta: il tempo, la felicità, l’amore. Ottima presentazione se il relatore a voltenon fosse stato prolisso. A leggere alcune pagine del romanzo è stata invece Chiara Femia e come alsolito questa attrice non si smentisce mai: bravissima La platea era piena, prevalentemente ex-com-pagni di scuola, amici con cui l’autore ha condiviso tanti momenti della sua adolescenza, ex-alunni

ormai divenuti apprezzati professionisti e anche conoscenti di lunga data e mentre chiedevano ladedica e si accingevano a pagare il libro - una sciocchezza ad onor del vero (10 euro) - l’autore hadetto che il libro era omaggio all’Amministrazione spiegandone le ragioni. La prima era quella chetrattandosi di ex-alunni non poteva farlo, perché lui sino ad oggi ha sempre vissuto di insegnamen-to. La seconda era che l’amministrazione Longo, già a suo tempo era stata molto generosa con luiacquistando diversi volumi del libro, Castelli Chiese ed Abbazie, libro tra l’altro finalista al premio “A.La Torre” nell’edizione del 2009, proprio nella nostra città, Siderno, mentre la sua città di originenon ne ha comperata una e l’altra cittadina che si fregia di essere uno dei borghi più belli d’Italia gliha addirittura, nella figura del primo cittadino dell’epoca, non pagato, trenta copie (il libro notoria-mente costa 24 euro). Va ribadito, pur tuttavia, che non per questo l’autore ha perso l’amore per quelborgo e non per questo egli si risparmia di visitarlo ogni volta che se ne presenti l’occasione, e nonper questo a smesso di stimare delle belle dignitose persone che ne hanno dato e ancora dànnolustro, come il Sen. G. Fimognari e gli Scaglione, anzi. La terza e la più valida era la nonna paternadell’autore, Maria Concetta Ferraro, moglie di suo nonno Rocco Raffaele, era nata e cresciuta aMammola e apparteneva a un nobile casato di antica data: i Capitanello, l’autore di quel côtè ne èmolto orgoglioso. È proprio il caso di dire: noblesse oblige.

Romualdo Salerno

NOBLESSE OBLIGE

RIVIERA

Daniela ed Elideindicano con disgu-stato stupore lescarpe uniche delfamoso attoreA l e s s a n d r oLombardo, chetrova un modonuovo di far parlaredi sé!

Orizzonte evocativoRocco Luglio guarda rapito l’orizzonte incompagnia dell’ex sindaco di PalizziSandro Autolitano. Non sappiamo ancorase guardano al futuro o ricordino il passato.

Stanchi ma feliciEstate tempo di eventi e di sorrisi, dilavoro duro e pure di spensieratezza. Eccodunque la stanca felicità di due propri-etari di un famoso bar di Caulonia.

Un Bata dalla vita sempliceClaudio Reitano, detto “Bata”, si fa ritrarre conun misterioso amico dallo splendido cappel-lo e dagli ipnotici occhiali in quel di Le Club.Come recita la maglietta che indossa, lui sìche sa come non complicarsi la vita!

Antonella e l’asinoAntonella Bombardieri abbraccia questobellissimo asinello in uno scatto d’autore diCaterina Niutta.

Mescolanza etnica e di suoniLa nostra cara amica Laura si fa ritrarre alRoccella Jazz Festival in compagnia di unodegli artisti (inglese, a discapito del coloredella pelle) che hanno incantato la Locride!

Fratelli diversiI fratelli Crupi, Michele eAlberto, colti in un momentodi svago all’aria aperta.Essendo uno dentista l’altroproprietario di una palestra,questo è uno dei rari momentiin cui si riesce a pizzicarliinsieme!

Un lavoro ben fattoL’architetto Pasquale Giurleo valu-ta il posizionamento delle deco-razioni utilizzate per la manifes-tazione Orti Urbani.

I primi 50 anni diArgentinoArgentino Cappelleriha festeggiato ingrande stile il suocompleanno in spiag-gia. Per chi volessesapere quanti anni hacompiuto, bastaguardarlo.

Una famiglia che sa d’estateEcco la bellissima famiglia Migliaccio Spina,che sorride radiosa alla fotocameramostrandoci la gioia semplice di una giorna-ta estiva.

E' calato il sipario su "Favuriti Poeti - 2015" , il recital annuale organizzato dal poeta dialettale Mimmo Fabiano nella sua SanNicola d'Ardore, nella mitica Piazzetta del borgo incantato per una notte e immerso sotto una coltre di stelle lucenti. La cremadella poesia in vernacolo calabrese si è data appuntamento nel paese che fu di Mario Careri, dopo la parentesi commnissarialeal Comune, che ne aveva abolito l'edizione dell'anno scorso. Con le musiche del mitico complesso "Argagnari" di Gerace diFranco Stefanelli, il folto e attento pubblico ha avuto modo di riscoprire le proprie radici squisitamente contadine.Un grazie,dunque a Mimmo Fabiano, che, con questa edizione da lui curata nei minimi particolari, ha detto a chiare lettere che la Locrideha bisogno di riscoprire la propria identità per programmare il suo futuro, che la classe politica centrale e periferica, da alcuni anni,ha ormai perso di vista. Alla fine della serata non c'era alcuna fascia per la Miss, ma una caldaia di pasta 'i casa col sugo dipancetta e pomodoro, pepata quanto basti per tracannare più di due o tre bicchieri di vino fatto in casa.

GRAZIE, MIMMO!

SETTIMANALE

DOMENICA30AGOSTO 23www.larivieraonline.com

Un battesimo meraviglioso“Caro Piccolo Marco, ti auguriamo che ilSignore ti protegga sempre! Auguridalla madrina (Zia Concetta) e nonnaMaria per il tuo battesimo!”

Incontriamoci all’OsteriaNon c’è niente di meglio dicoronare una bella giornata dilavoro con una cena tra amici.Dopo aver servito i clienti, lo staffdella Vecchia Osteria brinda allasalute del locale!

Una cena di stile chiude il RJFChiusura del Roccella Jazz Festival ingrande stile con lo spettacolo di PaoloHendel e Sergio Staino ma, soprattut-to, cena in grande stile per Rosario coni due grandi artisti!

Suoni ipnoticiLo straordinario Peppe Voltarellisuona all’ingresso del salone diCiccio il barbiere. Intrattiene unamico, incanta un rione!

In libera uscitaStefano Zirilli e Gesualdo Bova sigodono l’aria aperta e sorridono alnostro fotografo pronti a giurare diaver vissuto un’altra bella giornata.

Soul per la Villa ComunaleFoto di gruppo per gli straordi-nari Camera Soul, che hannoattirato il pubblico delle grandioccasioni alla Villa Comunale diSiderno.

I FedelissimiLavaggio e tosatura per i nostriamici a 4 zampe a Siderno, incorso Garibaldi 11, prima delCentro Commerciale i Portici.

Ma parliamo di Assocomuni…Pietro Fuda, Giuseppe Imperitura e DomenicoVestito discutono animatamente del futurodell’Assocomuni. Dalla stessa altezza, uno affrontal’argomento con verve, gli altri con spensieratez-

Siderno neraLo scrittore Gioacchino Criaco nonha saputo resistere al fascino dellabella estate sidernese. Eccolo men-tre posa per noi in compagnia diSalvatore Ferraro!

Auguri, Joe!“Buon complean-no a Joe Terranova!I tuoi zii, cugini etutti i tuoi amici diSiderno”.