CONTROCOPERTINA  · 2017-01-02 · CONTROCOPERTINA DOMENICA01 GENNAIO 3 Lutti della musica, feste...

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DOMENICA01 GENNAIO 3www.rivieraweb.it CONTROCOPERTINA

Lutti della musica, festedi paese e buon 2017!

In questo 2016 che troppi nomi dello spettacoloci ha strappato, persino il giorno di Natale saràricordato come quello che ci ha sottratto GeorgeMichael, voce pop anni ’80 che più volte è risuo-nata anche nelle piazze della nostra Locride. Inquesti giorni di festa, anche se con colpevoleritardo Christmas on the Square ha cominciatoad animare Piazza Portosalvo a Siderno, rilan-ciando l’immagine glamour della città mentre, apochi chilometri di distanza, la nuova imposta-zione del Locri on Ice sta rendendo questa edi-zione quella di maggior successo da quando l’e-vento è stato ideato. Certo, per essere belli biso-gna soffrire e i residenti che affacciano suPiazza Martiri, lamentano la musica a tutto volu-me che si protrae fino all’alba anche nei giornilavorativi proprio come, a Marina di Gioiosa,fanno coloro che risiedono nei pressi dei magaz-zini Alba, dove è stato eretto un simile “supergazebo". Aria più lounge si respira invece aRoccella, dove è in corso una rassegna jazz che

sta animando queste fredde giornate di fine anno. Vive una seconda giovinezza, poi, la PiazzaDante di Ardore, dove il gruppo Incanto sonoro e una pista di pattinaggio hanno reso la sera-ta di Santo Stefano indimenticabile per moltissimi residenti (e senza nemmeno generare pole-miche). Tra le serate di divertimento sfrenato c’è che invece si diverte a fare beneficenza conla buona musica: è quanto accaduto a Siderno Superiore con la serata organizzata dalRotaract. Vi lasciamo con il ben augurante paio di natiche di Andja Lorein, nuova musa delnudo made in Instagram. Che si riveli il modo migliore di iniziare questo 2017.Auguri!

Jacopo Giuca

DOMENICA01 GENNAIO 4ATTUALITÀ www.rivieraweb.it

I “reati fine” dell’associazione

mafiosa

GIUDIZIARIA

LIDIA ZITARA

Entra Paolo Gentiloni in una veste chea prima vista appare bianca, ma poi sirivela cangiante a seconda della luce edel punto di osservazione. I colori pas-sano dal bianco papalino al verdeUlivo, all’intenso rosso Mao, fino a unazzurro Forza Italia e finendo a un tri-colore PD. Gentiloni si siede su untrono dorato, e io lo intervisto sedutasu uno sgabello di paglia. - Dottor Gentiloni, grazie del tempoche ci dedica per questa intervista.- Ave Maria…- Grazie, troppo gentilone, mi chiamoLidia. - Non hai capito, era la mia preghieradel dopo pranzo, io prego sempredopo i pasti, se no mi viene il reflussogastroesofageo. - Ma questa cosa ce l’aveva anche daragazzo, quando faceva il catechismoai bambini? - No, mi è venuta dopo, quando homilitato da giovane nei circoli piùestremisti della sinistra del liceo“Tasso”. - E non le è passata neanche quandoha fatto l’assessore al Grande Giubileodel 2000, assieme al suo amiconeRutelli?- Quell’anno sì, ma prendevo il panto-prazolo da 40. - Senta, le faccio la prima domanda: losa che di lei si dice che era renzianoprima di Renzi e che il suo è un Renzibis, a parte il loden verde e il chiodo dipelle? - Cosa sarebbe questa storia del loden?Ancora con il mio loden verde? Ne

aveva uno anche Cossiga! Perché nonparlate del loden di Cossiga?- Cossiga è morto!- Ebbè, che significa, io coi morti ciparlo! Ad esempio parlo sempre con ilmio bisavolo Vincenzo Ottorino. - Ah, quello del “Patto Gentiloni”, cheportò i voti dei cattolici al PSI e a un“Giolitti per sempre”?- Esatto, cara. Quindi quando parli diun “Renzi bis”, in realtà stai parlandodi “Giolitti X, per X tendente a infini-to”. - Quindi non è cambiato niente, lagente che comanda è sempre la stessa?- Ma certo che cambia! Guarda la miaveste! Cambia il colore, il loden verde,il giubbotto di pelle o l’orologio soprail polsino. - Quindi lei è una sorta di arcobalenodi tutti questi colori?- Chiaro che sì! Nell’ambiente sononoto come il “Saruman della politica!”.- Intende il personaggio del “Signoredegli Anelli”? Lo stregone che si intral-lazzava con il capo dei cattivi?- Non sono sicuro che mi esprimereicosì a proposito di Saruman, lo defini-rei uno stratega. - Un po’ come il suo amico StanGreenberg, quello che ha costruito BillClinton, Tony Blair, Al Gore e JohnKerry? Con John Kerry, attuale segre-tario di Stato americano, lei è semprestato legato a doppio filo. - Ah, John, che temperamento! Mi hainsegnato un sacco di cose!- Ad esempio?- A pescare. Prendeva dei lucci enorminel Mekong.- E Greenberg, cosa le ha insegnato?

- A raccontare barzellette. - Come quella della Salerno- ReggioCalabria?- Ma quella non è una barzelletta: ètutto vero!- Dottore, mi scusi, ma se lo vediamouscendo da casa che in Calabria èancora a senso unico alternato!- È un’illusione ottica. Non è colpanostra se avete la Fata Morgana!- E il decreto salva-Monte dei Paschi diSiena, anche quello è un’illusione otti-ca? Perché non parliamo di come lostato dà soldi ai ricchi? - Ma no, parliamo della strage diBerlino e di quanto sono virili e audacii nostri poliziotti! - Le piacerebbe!- Diciamo che non mi dispiacerebbedire che vogliamo più soldi per il con-trollo dei flussi migratori che possonoessere veicolo di infiltrazioni terroristi-che. - Ci credo, visto che i soldi ve li mangia-te voi! Sui migranti avete costruitofinanze internazionali!- Bisogna arrangiarsi, cara, so’ tempide crisi. - Ma la coscienza, la coscienza, non lerimorde un pochino?- No, so’ annato dal dentista l’altro ieri,ho fatto igiene e devitalizzazione. Sto aposto, grazie cara. - Ah, ecco, beato lei. - Vero? Sento tutte le Grazie delSignore piovere su di me!- Già, ma perché su noi altri piovemerda?- Non lo so, cara, forse dovresti giraresu un altro canale di previsioni meteo!

Gli elementi che supporta-no i c.d. “reati-fine” diun’associazione perdelinquere di stampomafioso, quale la ’ndran-

gheta, mentre dimostrano, nellamaggior parte dei casi, la fondatez-za delle singole e specifiche impu-tazioni, forniscono al contempo laprova certa dell'esistenza dellaassociazione, della sua organizza-zione secondo le tipiche regole delsodalizio mafioso, della sua dedi-zione alla sistematica commissionedi gravissimi delitti che rappresen-tano l'attuazione di un programmacriminoso indeterminato, ideato emesso a punto allo scopo di domi-nare il territorio, di controllare lepiù rilevanti attività economiche edimprenditoriali, di creare, nelle vit-time inermi, una generale condizio-ne di assoggettamento e di omertà.Quanto appena detto è confermatodal consolidato orientamento giuri-sprudenziale secondo il quale l'au-tonomia del delitto di associazioneper delinquere rispetto ai reati finecommessi dagli associati non esclu-de, tuttavia, che, sul piano probato-rio, gli elementi idonei a dimostra-re la partecipazione di determinatisoggetti a vari reati fine concreta-mente realizzati, abbiano rilevanzaanche nel giudizio relativo all'esi-stenza del vincolo associativo edall'inserimento dei soggetti nelsodalizio, specie quando da tali ele-menti si ricavi la prova della dell'e-sistenza, della organizzazione edella operatività del gruppo secon-do le regole e i criteri tipici dellaastratta figura della "associazione adelinquere di stampo mafioso", cosìcome descritta e sanzionata nell'art.416 bis del codice penale.E invero, in tema di associazioneper delinquere di tipo mafioso, -dice la Suprema Corte- è consenti-to al giudice, pur nell'autonomiadel reato mezzo rispetto ai reatifine, dedurre la prova dell'esistenzadel sodalizio criminoso dalla com-missione dei delitti rientranti nelprogramma comune e dalle loromodalità esecutive, posto che attra-verso essi (i reati fine) si manifestain concreto l'operatività dell'asso-ciazione medesima (si veda: Cass.pen., Sez. Un., cent. n. 10de127.4.2001).Gli elementi che sorreggono la con-testazione dei delitti- fine, inoltre,non solo rilevano ai fini della dimo-strazione in generale della fonda-tezza della contestazione associati-va ma, al tempo stesso, sono chiara-mente indicativi della partecipazio-ne al medesimo sodalizio degliindagati raggiunti dalla stessa con-testazione in quanto ne rivelanol'organico e stabile inserimento neltessuto organizzativo dell'ente non-ché il contributo fornito alla vitadella associazione e al persegui-mento dei suoi fini.L’azzeramento della concorrenza èuno degli obiettivi che il sodalizio siprefigge di perseguire in manieratale da avere piena libertà d’azionee per il raggiungimento del quale siassiste ad un frequente ricorso adazioni intimidatorie e danneggia-menti la cui esecuzione mette ilsuggello al predominio della coscasul territorio.La pervasività del fenomeno mafio-so è tale che nemmeno le istituzio-ni locali riescono a liberarsi dalgiogo della cosca e la sottile linea didemarcazione tra affiliati ed ammi-nistratori pubblici conniventi divie-ne sempre più flebile: l’attività d’in-dagine esperita ha infatti dimostra-to come la cosca abbia collocato neipunti nevralgici delle amministra-zioni locali uomini di fiducia attra-verso i quali è stato possibile condi-zionare il regolare svolgimentodella vita politico/amministrativa,nonché stravolgere le regolari pro-cedure di assegnazione dei lavoripubblici diventati quindi appannag-gio di una ristretta cerchia diimprenditori affiliati e/o contiguialla cosca.

Riviera intervista

PaoloGentiloni

ESCLUSIVO

“Quando parli di un

Renzi bis, inrealtà stai parlando

di Giolitti X, per X

tendente ainfinito”.

Il Presidente del Consiglio Paolo Gentilonisi mette comodo su un trono dorato. Al suo cospetto, seduta su uno sgabello dipaglia, la nostra Lidia Zitara che, trepidante,inizia la sua intervista immaginaria...

PaoloGentiloni

Provate un misto di rabbia, imbarazzo e profonda tris-tezza quando vi chiedono "Cosa fai a Capodanno?".Quest'anno potrete rispondere a testa alta, senza laminima titubanza, e senza quella impudente ma tantoliberatoria voglia di mandere il vostro interlocutore aquel paese. Quest'anno, infatti, siete tutti invitati a"Christmas on the Square" per trascorrere la notte piùlunga e imprevedibile dell'an - no sotto le stelle ma... alcalduccio. Grazie alla tensostruttura che dalla Vigilia diNatale ha acceso la magia della festa a piazzaPortosalvo, sarà possibile salutare l'anno nuovoaccoccolati nel cuore di Siderno.Il Gran Veglione avrà inizio alle 00:59 con un concertolive, e poi a seguire tanta ottima musica dal vivo e djset fino al mattino. La mission della serata: divertirsi didi gusto. La scommessa da vincere: esserci tutti.L’obiettivo: trascorrere un inizio dell'anno e-splo-si-vo.

Per un inizioE-SPLO-SI-VO

COPERTINA

CARLO DI CARMINE

Anche nel crimine la storia si ripete. 1990: in Australia viene ucciso PasqualeBarbaro, originario di Platì e la scelta di vivere di illecito. Nel 2016, a novem-bre, viene freddato a Sidney Pasquale Barbaro, nipote dell’uomo assassinatonel ’90, e anch’egli giovane rampollo di un business illegale colossale. Inmezzo, l’arresto e la condanna di un altro Pasquale, scampato a quella che

sembra una resa dei conti perché si trova in carcere dove sta scontando 30 anni per l'im-portazione nel 2009 della più imponente quantità di "pasticche" di ecstasy: 4,4 tonnella-te. Un quantitativo record di oltre 15 milioni di pasticche nascoste i 3.000 barattoli dipomodori pelati provenienti dal porto di Napoli. Per chiudere il poker dei “PasqualeBarbaro” in Australia bisogna ritornare al 2003, quando un Pasquale Barbaro, parentedei primi tre, venne ucciso a colpi di pistola sempre in Australia, a Melbourne. Insommasembra che nel continente dei canguri questo nome e questa dinastia discendentedall’Aspromonte non sia fortunata. Ma chi vuole far fuori i Barbaro dal crimine austra-liano? I giornali titolano sui propositi di lotta al crimine e in particolare di “contrasto alla‘ndrangheta” calabrese, questo mostro tentacolare che colonizza e divora ogni luogo delpianeta. Però in Australia non sembra essere così decisiva e determinante come in altriangoli del mondo. Infatti Pasquale “Pat” Barbaro, che qualcuno dice avesse iniziato a“parlottare” con gli investigatori ai quali avrebbe dato qualche dritta, non si sentiva piùsicuro. Appena si è avvicinato alla sua Mercedes almeno 2 killer hanno sparato sei colpidi pistola. “Pat” ha tentato di scappare, ma i due sicari lo hanno finito sul marciapiede diEarlwood, a Sydney. Il giorno dopo, in un processo per omicidio, in tribunale sarebbestata ascoltata un’intercettazione in cui Barbaro parlava con il boss di una banda libane-se, i “Brothers for Life”. Sullo sfondo dell’omicidio di Barbaro, secondo gli inquirenti,c’è il controllo del traffico di droga, ma anche il segno tangibile di una supremazia terri-toriale in tutti gli affari illeciti. Già, perché se la ‘ndrangheta è forte, unita e crudele, lealtre organizzazioni criminali non sono da meno, e non è escluso che in Australia si possaverificare una situazione unica e spartiacque: ovvero che più realtà criminali si uniscanocontro i clan calabresi per sopraffarli. Uniti si vince anche nel crimine, e se il nemico èforte e imbattibile come la ‘ndrangheta allora più bande insieme possono contrastarla.Sarà questo il senso di ciò che accade tra Sidney e Melbourne? L’imbattibile crimine cala-brese sta subendo l’attacco della criminalità del resto del mondo? Le altre bande si sonoribellate allo strapotere dei clan italiani? Uno strapotere dato anche dal rapporto stret-to con la politica e addirittura collegato ad una rete di informatori con le forze dell’ordi-ne. Per la Polizia australiana è solo l’inizio di una lotta tra legge e banditi, per qualcunol’inizio di una guerra tra bande che porterà ancora sangue e morti per strada.

www.rivieraweb.it DOMENICA 01 GENNAIO 07

ILARIO AMMENDOLIA

Che anno è stato il 2016?Leopardi avrebbe risposto che non ci sono buoneannate. Noi non siamo poeti e, nella misura in cuiagli uomini è consentito, viviamo la nostra vita cer-cando di non essere inutili. Operazione arduaquanto altre mai!L’orizzonte nel quale ci muoviamo è inquieto, evalori che sembravano acquisiti per sempre, ven-gono messi in seria discussione. Parlo della Pace,della democrazia, dell’uguaglianza. Persino laLibertà, più in Calabria che altrove, sembra vacil-lare e senza di Essa non ci può essere una vitadegna di essere vissuta.Non mi riferisco alla libertà di delinquere bensì aquella di vivere rettamente senza dover averepaura del domani.Nella Mosca di Stalin, durante la notte, delle auto-mobili si aggiravano tra le abitazioni di pacifici cit-tadini terrorizzati e non rientravano mai senzapreda: persone comuni, intellettuali, uomini digoverno, rifugiati antifascisti, ex rivoluzionari, cre-denti venivano imprigionati e di loro non si sareb-be saputo più nulla.Nella Germania di Hitler succedeva di peggio:ammalati mentali, portatori di handicap, ebrei,zingari, comunisti, democratici, omosessuali,oppositori al regime, venivano catturati in pienogiorno e tra l’indifferenza dei passanti.Era il periodo del Terrore, della morte della ragio-ne, del trionfo del cinismo e dell’indifferenza. Eppure la Germania era stata patria del“Romanticismo” mentre la Russia aveva appenaespresso la più affascinante letteratura d’Europa. Come si era giunti a tal punto?La Russia doveva difendere la “Rivoluzione bol-scevica”; la Germania la purezza della razza aria-na e la grandezza del Reich tedesco.Agli occhi di alcuni apparivano talmente grandi ifini da far sembrare persino meschino soffermarsisul destino di singoli cittadini. Potrebbero mai ritornare le macchine nere dellaceka o le croci uncinate? Non rispondete in fretta!

Trenta anni fa nessuno di noi sarebbe stato capacedi prevedere il martirio di Aleppo. Ben altro era ilclima e la partecipazione emotiva ai tempi dellaguerra del Vietnam. Allora, veramente la libertà èstata “partecipazione”!Potrebbe la giusta e nobile causa della lotta allemafie essere lo strumento per distruggere lo Statodi diritto e per ferire mortalmente la libertà diognuno di noi?La Calabria potrebbe rappresentare il terreno pri-vilegiato per un tale esperimento?Ponendo questa domanda io non penso a nessuncomplotto e nessuna malafede di singoli magistra-ti ma mi sembra scorgere con chiarezza un proces-so storico che va in una direzione sbagliata.Il 2016 si conclude con un senatore dellaRepubblica in carcere, il sindaco di Bova Marinaagli arresti domiciliari, gli ispettori antimafia indiversi comuni, altri esponenti “politici” in galera,numerosi ex ed attuali amministratori sotto pro-cesso.Se hanno commesso dei reati è giusto che paghi-no! Non sono “innocentista” verso alcuno, maprovo a difendere delle garanzie costituzionalirispetto a chiunque rappresenti una minaccia.Ad esempio, il senatore Caridi ancora non è statocondannato da alcun tribunale. Premetto di averlovisto una sola volta, da lontano e in una pubblicamanifestazione e certamente non lo avrei maivotato per ragioni squisitamente politiche.Come senatore è stato il “nulla” come quasi tutti iparlamentari calabresi. Compresi la Bindi,Scilipoti e D’Attorre che calabresi non sono!Come detenuto diventa un “caso” non solo giudi-ziario ma anche di coscienza e ci inquieta il fattoche Egli sia stato inghiottito in così tanto silenzio. So bene che ci sono migliaia di casi ben più gravi eche riguardano persone indifese, deboli ed emar-ginati, dimenticati in carcere o vittime di una giu-stizia palesemente ingiusta. E appunto guardandoa loro, a ogni cittadino di questa parte d’Italia, cheio pongo l’accento su questa inquietante vicendache evidenzia un rapporto patologico tra una fran-gia di magistrati e una certa “politica” sicuramen-

te scadente ma non per questo penalmenteresponsabile di reati.So altrettanto bene che la Calabria ha, quasi sem-pre, proiettato nelle Istituzioni la parte peggiore dise stessa. Ha espresso - ed esprime - una “casta”che andrebbe politicamente combattuta e severa-mente sconfitta. Altra cosa è la mattanza di sinda-ci, assessori, governatori, consiglieri regionali, diinteri consigli comunali, che a centinaia sono finitisotto processo (o in galera) con accuse gravissimee poi sono stati sistematicamente assolti. Quantoè successo e succede pone una questione politicadi prima grandezza.Il dubbio è che non si stia combattendo il “crimi-ne” nè la “corruzione” ma che sia in corso unalotta per stabilire il “primato” di una piccola avan-guardia rispetto alla “casta politica”.E più ancora del carcere e dei processi mi inquie-ta l’omertà che sconfina nel terrore di esprimereun qualsiasi dubbio sull’operato dei magistrati edei poteri forti.Paura non solo di protestare ma anche di sussurra-re! L’abiura del “reo” prima ancora che un Tribunalesi sia espresso. Il fatto che coloro che Caridi hannovotato, i suoi amici di partito, coloro che staziona-vano nella sua anticamera sino al giorno prima,restino in silenzio è sinonimo di terrore. Odora dipecorismo!Perché si dovrebbe aver paura della “legge” dalmomento che non siamo nella Russia stalinista onella Germania nazista?Il ruolo codino e subalterno di tanta parte dellastampa completa un quadro già fosco di suo. La detenzione in carcere diventa così uno “scalpo”che viene sapientemente agitato per terrorizzarecoloro che operano - e, molto spesso male - nelleistituzioni.C’è il pericolo di un corto circuito: politica scaden-te, protagonismo dei magistrati, silenzio dellastampa, paura tra i cittadini. Tutto ciò potrebbeindicarci una triste vigilia della fine della libertà!Non sono il venditore di Almanacchi e non preve-do il futuro, so però che almeno una parte di ciòche avverrà domani dipende da ognuno di noi.Per questo credo che sia necessaria una lotta dipopolo contro le caste e un serio impegno controil potere debordante dei magistrati e dei poteriforti e non elettivi. Due facce di una stessa meda-glia.Noi siamo impegnati a sconfiggere la politica sca-dente, paurosa, codarda, inutile, antimeridionale,che vive abbarbicata nelle Istituzioni. Nella stessaottica chiediamo la libertà e un giusto processo perCaridi e per tutti coloro che, pur non avendo maiusato la violenza, si trovano in carcere in attesa digiudizio. La fine del perenne stato di emergenza, ilrispetto delle garanzie costituzionali.Il fatto che Caridi sia un nostro avversario politiconon sposta di un millimetro la questione.Vogliamo che possa essere giudicato da uomo libe-ro e difendersi in un processo severo ma giusto.Vale per Lui, deve valere per qualsiasi cittadino,non violento, che si trova in carcere.Nel 1992 una classe politica certamente compro-messa e scadente è stata travolta da un discutibilee sospetto protagonismo della procura di Milano.Il risultato è stato il triste ventennio berlusconianoe leghista, la nascita del grillismo, Di Pietro mini-stro, la retrocessione dell’Italia, l’instabilità demo-cratica, la crisi permanente, la fine dei partiti comeorganizzazioni democratiche.In Calabria sta succedendo e potrebbe succederedi peggio!Un buon 2017 a tutti, nessuno escluso, con l’augu-rio che ognuno saprà trasformarsi in vigile senti-nella per proteggere i valori di libertà e giustizia, didemocrazia e uguaglianza!

Sindaci, assessori, governatori, consiglieri regionali, interi consigli comunali sono finitisotto processo (o in galera) con accuse gravissime e poi sono stati sistematicamenteassolti. Si sta combattendo il crimine e la corruzione o c'è in corso una lotta per

stabilire il primato della magistratura rispetto alla casta politica?

C’è il pericolo di un corto circuito: politica scadente,protagonismo dei magistrati, silenzio della stampa,paura tra i cittadini. Tutto ciò potrebbe indicarciuna triste vigilia della fine della libertà!

LA COPERTINA

La mattanza

DOMENICA 01 GENNAIO 08www.larivieraonline.com SIDERNO

Un cicerone Locrese peril responsabilenazionaleCFT Marchesini

L'AZIENDA LAVORATA, QUESTA SETTIMANA, ÈSTATA PROTAGONISTA DI UN BELLISSIMO SERVI-ZIO DELLA RUBRICA DEL TG3 BUONGIORNOITALIA. OSPITE D’ONORE, OLTRE ALLO SQUISITOVINO DELLA LOCRIDE, L’ESCLUSIVOPANETTONE AL BERGAMOTTO DE LA CASCINA

Il Centro Federale Territoriale (CFT) di Catanzaro, il19 dicembre, ha ricevuto la gradita visita delResponsabile tecnico nazionale CFT MaurizioMarchesini. Guidato dal Presidente regionale dellaFIGC-LND Calabria Saverio MIrarchi e dal responsa-bile organizzativo del CFT di Catanzaro, il LocreseGiuseppe Filastro, Marchesini ha potuto constatarecome crescono le nuove leve dei ragazzi calabresi.

Il campo sportivo diBovalino dedicatoalla memoria di duegiovani scomparsi

Presso il campo sportivo “Pozzo” di Bovalino, martedìscorso, è stata dedicata una targa alla memoria diGiovanni Lombardo e Vincenzo Califano due giovaniprematuramente scomparsi da circa un ventennio inseguito ad un incidente stradale.

Natale in PalatendaIn occasione del Natale è stata celebrata una SantaMessa nel Palatenda situato nella Piazza Stazionedi Brancaleone, con la presenza dei gruppi scoutdella Candelora e di S.Brunello di Reggio Calabria.

Il consiglio Regionale della Calabria da strumenticoncreti alle associazioni dei giovani pazienti dia-betici: 150mila euro per tre anni, reperiti nelbilancio della Regione, per i campi scuola, in cui iragazzi socializzano e imparano a gestire la malat-tia. Un impegno assunto e rispettato su un temache sta a cuore all'intero direttivo regionale. Ilprossimo obiettivo è un progetto di legge regiona-le per istituzionalizzare i campi scuola. Sarà depo-sitato subito dopo l'Epifania. Prima sono state tro-vate le risorse, adesso si presenta l'articolato: unabest practice che pone la Regione agli antipodidelle “leggi manifesto”.

L’attenzione dellaRegione per i diabetici

Il presepe del maestroCarneri in mostra a Reggio Calabria

Il Museo Archeologico Nazionale diReggio Calabria omaggia la tradizionenapoletana del presepe. Domenica 18dicembre è stato inaugurato in PiazzaPaolo Orsi, la straordinaria opera delmaestro calabrese, Domenico Carteri,formatosi alla scuola dei "presepiari"napoletani. Il presepe, di alto pregio artistico, èstato eseguito con grande maestria ecura dei particolari e rappresenta lapiù autentica tradizione partenopea diun’arte che affonda le radici agli inizidel XVIII secolo e tra i cui maestrispicca il nome del più grande scultorenapoletano del '700, GiuseppeSanmartino.

Vere e proprie opere d'arte, i presepinapoletani sono realizzati solo conmateriali naturali come il sughero, illegno, la terracotta e la cera, comevuole la tradizione settecentesca.Questo genere artistico si collega allafigura del Re Carlo III di Borbone,uno dei più convinti sostenitori dell'ar-te presepiale.L'inaugurazione e l'esposizione delpezzo hanno dato inizio alle celebra-zioni in occasione dei trecento annidalla nascita del sovrano. L'opera delmaestro Carteri rimarrà esposta alpubblico fino al 7 gennaio.

Un buongiorno dalprofumo locrideo

DOMENICA 01 GENNAIO 10www.larivieraonline.com POLITICA

La guerra fredda è diventata bollenteLa scorsa settimana, al Comune di Siderno, ha tenuto banco la complicata questione della piscina di via Cerchietto, la cui gestione, da tempoviziata da complicate questioni burocratiche, deve diventare al più presto questione limpida e compresa da tutti i cittadini. Nel tentativo difornire questo servizio, riportiamo i comunicati di PD e Fattore Comune che espongono le perplessità e i sospetti alla base del contenzioso.

PARTITODEMOCRATICOFATTORECOMUNEE

Quando sapremo quali societàparteciperanno alle gare per la gestionedegli impianti avremo tante risposte

Proposta OriginariaLa proposta originaria non prevedeva esborsi da partedell’Ente: La società infatti si sarebbe accollata sia la cancel-lazione dell’ipoteca sia le somme anticipate alla Banca(BCC). In cambio avrebbe trattenuto in usufrutto (o incomodato), per 5 anni, la parte di struttura originariamentedestinata ad attività di medicina riabilitativa (che, bisognaprecisarlo, con la piscina e col servizio pubblico non c’entraassolutamente nulla). Tuttavia, questa soluzione non piace-va a Fattore Comune, ragion per cui, come ormai accedesistematicamente, la proposta transattiva è stata fatta salta-re. Proposta Attuale (accordo peggiorativo)L’Ente dovrà anticipare (per restituirli alla società) ben93.000,00 € (che è un’uscita certa) in cambio della disponi-bilità immediata della parte di struttura con gli impianti ria-bilitativi (la cui utilizzazione in senso produttivo è una cosaincerta). Quindi, un’uscita COSPICUA e CERTA, in cam-bio di una disponibilità immobiliare che non ha una finalitàpubblica e il cui impiego produttivo è DIFFICILE eINCERTO.Considerazioni Politiche A chi giova tutto questo?? Perché Fattore Comune si èaffannato a fare di tutto, mettendo in grave difficoltà l’Ente,fino al punto di farlo trascinare in giudizio dalla SidernoNuoto, e facendogli sborsare quasi 100.000,00 €., pur diavere da subito la disponibilità della parte di struttura con levasche per la riabilitazione??A chi interessa veramente questa parte di struttura?? Disicuro non alla popolazione di Siderno. Tutte le manifesta-zioni e i vari comitati sono stati fatti solo per la Piscina. E allora a chi interessa quest’altra attività?? Credo che la risposta la otterremo più avanti, non appena sifaranno i bandi per dare in gestione gli impianti.Nel frattempo ci sono però alcuni dati certi: - Il Comune si è premurato di far riammettere alle futuregare per la gestione degli impianti, le società che, nonpagando gli affitti, hanno provocato la situazione di crisi edhanno fatto chiudere la piscina.- Queste società sono state dichiarate morose con provvedi-menti del Tribunale di Locri, ma nonostante ciò l’Ente hafatto di tutto (e sottolineo di tutto) per affrettarsi a riabilita-re…. e non solo.- La Sporting Club Leon, società che gestisce la palestra, èmorosa verso la Siderno Nuoto (che però ha fatto sfratti e

pignoramenti) di circa 20.000,00, e poi ci sono altri100.000,00 di debito per affitti non pagati, maturati da quan-do il Comune è subentrato nel possesso della struttura. - Solo che il Comune ha incassato una sola rata e poi nien-te, non ha nemmeno chiesto alla società di pagare gli affitti.Considerazioni PoliticheE vi prego di risparmiarmi le difese d’ufficio, dicendo chel’Ente non è proprietario della struttura:INFATTI1°) L’Ente ha “scoperto” solo di recente, col parere dell’uf-ficio legale ed a seguito di diffide e del giudizio con laSiderno Nuoto, di non essere proprietario (tant’è che laprima rata di affitto dallo Sporting l’ha incassata).2°) Anche se non proprietario e indipendentemente daltitolo di proprietà, il codice civile ci dice che chi ha il poteredi fatto sulla cosa, ha anche un generale obbligo di custodiae vigilanza sulla stessa, al fine di evitare danni a terzi (c’èun’ampia rassegna di giurisprudenza sul punto che distin-gue la custodia di fatto (quella ex art. 2051 c.c.) da quellacontrattuale (ex art. 1117 c.c.)) Quindi il Comune, dopo laconsegna delle chiavi ed il cambio delle serrature, era pos-sessore di fatto, con la piena ed esclusiva (????) disponibi-lità del bene, ed era quindi tenuto a gestire la cosa, con laresponsabilità e i doveri del custode, compreso quello diincassare i canoni di locazione: (se poi la titolarità non eradel Comune si sarebbero restituiti, o utilizzati per pagare laBanca, o per la manutenzione) di certo, e su questo non cipossono essere dubbi, lo Sporting Club non poteva staregratis et amori dei in una struttura in possesso di un EntePubblico. Ma oltre a questo giuridico c’è l’aspetto Politico: Perché tutto questo riguardo, oltre ogni logica, verso alcunisoggetti??? Come PD, ad esempio, abbiamo fatto una specifica interro-gazione, che ancora aspetta risposta, per sapere perché, eda che titolo, un’associazione sportiva denominata SidernoSport, ha la sede sociale all’interno dei locali in della Piscinae sta, di fatto, e senza titolo alcuno, gestendo la palestra,ovviamente sempre gratis et amori dei.A questo, come ad altri interrogativi, forse avremo le rispo-ste quando sapremo quali società parteciperanno alle gareper la gestione degli impianti.Per ora prendiamo atto che a Siderno, certe società e certisoggetti, sono più uguali degli altri...

Mariateresa Fragomeni

I conti sottobanco del PDIl PD sidernese ha la faccia tosta e dop-pia delle pietre: non avverte pudore,non dà speranza. Nel NO espresso in consiglio comuna-le contro lo schema di transazioneriguardante la piscina coperta, c’èl’opportunismo spiccio, la picchiatafurba di chi sa farsi i conti sottobanco.Lì lì, come i rigattieri nei minuti conclu-sivi dell’asta al mercato del pesce diPalermo che, per vocazione, si compor-tano allo stesso modo nella Vucciria e apalazzo.I Sidernesi non devono sforzarsi di dareuna lettura politica a ciò che è successonel recente consiglio comunale, poichémoltissimi sidernesi, che stanno fuoridalla sala del consiglio, sanno bene,nella sostanza, qual è il partito politicovicino alla società privata che è statatitolare delle chiavi in Via Cerchietto. Isidernesi, però, dovrebbero domandar-si, per il bene della loro città, perché laFragomeni, dopo aver partecipato alladiscussione e dato ordini e contrordiniai suoi su come votare, ha abbandonatoi banchi del civico consesso durante unadelle votazioni più importanti dell’an-no. L’ha fatto per conflitto d’interessi ascoppio ritardato? Non c’è neppure unsidernese attento che disconosce il rap-porto di amicizia che lega la segretariadel Pd alla controparte privata, una vici-nanza così palese che, in un passaggiodella discussione consiliare, è diventataplateale: ÒOrbene, in base a questa tran-sazione la società rinuncia a ogni azio-ne legale contro il comune di Siderno elo stesso comune ritornerà proprietariopagando solo (Sic!) gli interessi delmutuo che ammontano a circa 92milaeuro e 20mila euro ai soci che hannoeffettuato pagamenti nel periododicembre 2015 e nel gennaio 2016….”ha affermato soddisfatta Maria TeresaFragomeni. A questo punto non basta-no i turpiloqui di Carlo Fuda, semprepiù convinto che la mala parola sia unarisorsa virile, né le “cambionate dibrecciolino” di Giorgio Ruso, per sco-perchiare pentole e servire salse.

E ancora, abbiamo notato decine divolte l’avvocato e coniuge della segre-taria del Pd, parlare dello schema ditransazione con i funzionari comunali.Ebbene sì, è stato proprio il marito diMaria Teresa Fragomeni a trattare loschema di transazione non votato dalPartito Democratico. Al contrario, Fattore Comune non haavuto ruoli nella stesura dello schema ditransazione, se non per sollevare dubbie perplessità e, soprattutto, per dire NOalla concessione gratuita per sei annidelle vasche sanitarie a soggetti privatiche, senza pagare l’affitto, avrebberorisparmiato, a danno del comune, circa40.000 euro l’anno (240.000 comples-sivi, senza che il comune avesse avutoneppure la titolarità della struttura divia Cerchietto, ma solo responsabilità espese di gestione). Sarebbe questo l’a-spetto peggiorativo per la Fragomenirispetto al precedente schema di transa-zione? Noi di Fattore Comune abbiamo persola pazienza. Il Pd ha oltrepassato i limi-ti della verità, della sacralità istituziona-le; è andato troppo in là; ha esagerato. Mariateresa Fragomeni & companynon hanno avuto la decenza di votare latransazione e darne immediata esecu-zione nei verbali del popolo e, approfit-tando della nostra lealtà verso il sinda-co, sono sfuggiti al senso di responsabi-lità, dissipandosi in un gorgoglio di ipo-crisia. Per noi non è stata una sorpresa, cono-sciamo bene chi sono, da dove vengo-no, a cosa mirano. Ma ormai la piscina è un capitolo chiu-so, pieno d’errori da parte delle ammi-nistrazione passate. Noi abbiamo con-tribuito a ridarla nuovamente alla nostracittà e siamo felici per questo. I sidernesi hanno apprezzato e condivi-so. Oggi, però, pretendono una gestioneresponsabile e seria: la piscina copertaha bisogno di acqua limpida per andareoltre la palude in cui l’hanno costretta.

FATTORE COMUNE

FATTORECOM

UNE

PARTITO

DEMOCRATICO

ATTUALITÀ

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Sfiancato, anche quest'anno volge altermine. Prima di salutarlo definiti-vamente vorremmo ripercorrerecon voi i momenti più significatividel 2016 che, nel bene e nel male,hanno trovato spazio nelle pagine diquesto settimanale. Riviera si affac-cia al 2016 con una provocazione:creiamo un ufficio stampa per la

'ndrangheta. Si fa appello ai mafiosi di assumeredei nuovi giornalisti per smentire i crimini che nonle appartengono. Questo per non consentire alla"super 'ndrangheta", che giornalmente sforna eroi,di considerare i mafiosi burattini utili per i loro pri-vilegi e la loro carriera. Per tutto il mese di gennaio- e a più riprese durante l'anno - Riviera non hapotuto che constatare come si continui a soffiaresul "barbecue" dell'antimafia per alimentare unabrace che vorrebbe abbrustolirci. A febbraio la Locride si trova tra l'incudine e ilmartello: da un lato l'attentato alle autolineeFederico, dall'altro la revoca dei finanziamenti del

Progetto Locride, l'ennesimo atto di bullismo daparte dello Stato. Nel frattempo crolla in millepezzi l'operazione Metropolis, che nel marzo 2013ha investito la Calabria facendo terra bruciata sul-l'ennesimo sogno di sviluppo, perchè in fondo ècosì che funziona da noi: dove non arriva la 'ndran-gheta, arriva la repressione. Febbraio si chiude conl'intimidazione all'assessore Federica Roccisanouno dei tanti fatti delittuosi - scriverà il nostrodirettore editoriale Ilario Ammendolia - che l'esta-blishment utilizza per occultare la propria inade-guatezza e per alterare i rapporti di forza a dannodei soggetti più deboli. A marzo l'antica Kaulon viene affogata in mare daun boia, il burocrate che, assillato dai cavilli, non haa cuore neppure il mito.Aprile si apre con una scoppiettante notizia per laLocride: la rivista Fortune colloca Mimmo Lucanotra i 50 leader più influenti sulla terra. Qualunquealtro territorio al mondo l'avrebbe candidato agovernatore. Ci siamo chiesti allora se la politicacalabrese fosse matura per Mimmo Lucano. Oggi,alla luce degli ultimi "sviluppi", rispondiamo con unNO secco. Nel frattempo un pentito di 'ndranghe-

ta dichiara che la chiesa di Prisdarello, piccola fra-zione di Gioiosa Ionica, è stata costruita dallecosche. Durante la costruzione era poco più chebambino ma lo ha sentito dire e tanto è bastato percriminalizzare una comunità. A maggio Ilaria Mittiga decide di candidarsi aPlatì, da dieci anni senza un sindaco, mandandoall'aria i piani di Anna Rita Leopolda Leonardi.Alla fine i platiesi seglieranno Rosario Sergi, acer-rimo "disturbatore" della Leonardi e, a neancheuna settimana dall'elezione, il faro dell'antimafiasarà puntato su di lui.Sempre a maggio prende il via la nostra inchiesta"La mia banca è indifferente" con cui si indaga perquattro settimane sul rapporto che gli istituti di cre-dito instaurano con le aziende del territorio, con-statando come il mancato sostegno delle prime sistia trasformando in una terribile cancrena checostringe ad amputare le parti potenzialmente vita-li di un'economia già infetta.A fine maggio un misterioso serial killer di cani,gatti e galline si aggira per Siderno. Dalle segnala-zioni giunte in redazione si scopre che oltre al gustoatroce di seviziare le povere bestiole, l'uomo si

diverta in show a luci rosse all'interno di pollai,dove obbligherebbe le malcapitate pennute a subi-re rapporti sessuali. A giugno Riviera appurerà come ovunque inCalabria il PD si sia trasformato lentamente in unsistema di tribù correntizie che si ingegnano peraccumulare il potere. "PD una tribù che traballa"titoleremo, con a corredo un fotomontaggio raffi-gurante Ernesto Magorno dentro a un pentolone,attorniato da alcuni membri della tribù: FedericaRoccisano, Mario Oliverio e Sebi Romeo. Ma atraballare non è solo il Pd, la settimana successivaRiviera esce con "Virus" e a farne parte è la politi-ca di ogni colore, a causa della quale in dieci anniin Calabria si sono persi centomila posti di lavoro. A luglio la politica calabrese perde un grandeesempio di onestà, Sisinio Zito, il visionario diRoccella, una mente illuminata e straordinaria,sempre sul solco del fare e del fare bene. Riviera glidedicherà quasi un intero numero: in tanti vorran-no intervenire perchè l'Opera di Sisinio ha lasciatoun segno indelebile. A fine luglio con l'Operazione Mammasantissimasi riaffaccia sulla scena la giustizia spettacolo, gli

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strabismi investigativi e i teoremi spacciati perprove certe e inconfutabili. Un'operazione chepotremmo considerare - scriverà IlarioAmmendolia - come la rivisitazione della Storia diReggio e della Calabria ad opera di brigadieri emarescialli piuttosto che ricercatori e studiosi.All'interno dell'inchiesta emergeranno rivelazionirisalenti a quattordici anni fa. Ci chiederemo, per-tanto, se all'insaputa degli inquirenti, coperto dalletenebre, non ci sia qualcuno che faccia esplodere"bombe carta" traghettando il potere verso nuoviequilibri. Ad agosto, approfittando del clima goliardico, pertre settimane ci siamo divertiti a stilare delle classi-fiche che hanno avuto come protagonisti alcuniliberi professionisti del territorio. Siamo partiti conla top ten degli avvocati, abbinando ognuno alpesce che più lo rappresenta; poi è stata la volta del"fior fior" dei commercialisti e infine dei medici, incui dieci noti specialisti sono stati paragonati a unadiversa bestia. Nel frattempo, a ridosso della setti-mana di Ferragosto, Le Club, uno dei rari fasci diluce dell'estate della Locride, finisce sotto sigilli."Abuso di Coscienza" sarà la copertina di Riviera,

una coscienza, quella dei ragazzi di Le Club,imbrattata dalla legge. A settembre, dopo sei anni di cielo alla julienne,Cosimo Cherubino, coinvolto nell'inchiesta cheindicò Siderno come capitale della 'ndrangheta,torna a casa per decorrenza dei termini. Andrà aingrossare le fila interminabili dei colpevoli primadella condonna.A ottobre i cittadini di Siderno si ritrovano ancorauna volta a vedere messa a rischio la loro salute.Novecento tonnellate di rifiuti potrebbero scatena-re nel territorio un disastro ambientale senza pre-cedenti. Viene fuori, infatti, una "bomba ecologica"tenuta nascosta per 13 anni presso l'ex Bp diSiderno. La settimana successiva viene catturato a BovalinoAntonio Pelle, l'ennesimo boss che latita in casasua, l'ennesima pedina di riserva. Ci siamo chiestiallora e continuiamo a chiedercelo adesso a chisiano utili questi latitanti che, di tanto in tanto, ven-gono stanati come topi di fogna. Il 22 ottobre il sindaco di Locri GiovanniCalabrese, il sindaco di Siderno Pietro Fuda eNuccio Azzarà (UIL) organizzeranno una grande

pacifica e democratica manifestazione popolareper provare a tenere in piedi l'Ospedale dellaLocride. Sarà il Sanità Day, l'ultima spiaggia persalvare il salvabile. Gli effetti della manifestazioneprobabilmente ve li racconteremo nell'anno cheverrà. L'ultima settimana di ottobre a Reggio si sfila perdire NO alla violenza sulle donne, dopo la vicendadella ormai nota ragazzina di Melito. In occasionedella sfilata, Laura Boldrini pronuncia tre sacro-santi NO - alal violenza, alla 'ndrangheta e all'indif-ferenza - dimenticandosi, tuttavia, di dire NO alpoliziotto che avrebbe raccomandato al fratellostupratore di negare tutto.A novembre, dopo due anni e mezzo di commissa-riamento, Africo torna alle urne. I candidati a sin-daco sono Francesco Bruzzaniti e Francesco Talia.A guidare Africo per i prossimi 5 anni sarà il primo. Novembre si chiude con una bomba d'acqua chericaccia la Locride nell'incubo del disastro del 2015.E mentre eseguiamo la conta dei danni, la sensa-zione di abbandono da parte dello Stato si fa dinuovo prepotente. Il 4 dicembre si vota per il referendum costituzio-

nale. Nella città metropolitana e nella Locride inparticolare, in tutti i centri amministrati dal PD,vince il NO. A quanto pare i dirigenti del partito ei consiglieri regionali non hanno avvertito Renziche il popolo calabrese non l'avrebbe seguito nellasua avventura verso un falso riformismo. Il 12 dicembre il calabrese Marco Minniti vienenominato nuovo ministro dell'Interno, aggiungen-dosi alla schiera di giganti entrati nelle stanze ovat-tate del potere. Noi di Riviera ci siamo chiesti seMinniti riuscirà a forzare le porte del Palazzo osarà solo un'altra fugace ombra destinata a sparirenel nulla. Anche questo è un interrogativo che rice-verà risposta, speriamo, nel 2017.Il 2016 si conclude con il sorriso smunto di MimmoLucano. Il sindaco di Riace è oggi preda di torbidemanovre e dovrà fare molta attenzione non solo alboia ma anche ai suoi fedeli tirapiedi che si aggrap-pano con tutto il loro peso al suo corpo condanna-to al patibolo, così da renderne più rapida la morte. Con la speranza che il 2017 ci riservi tanti MimmoLucano che facciano fuori i Boia inviperiti, augu-riamo a tutti voi un Anno Nuovo all'insegna dellaMeraviglia.

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Un cittadino che non ha esperienza in mate-ria di pubblica amministrazione o di vitapolitica, dopo aver sentito parlare i Sindacidi alcuni Comuni della provincia di ReggioCalabria, è portato a credere che la “Cittàmetropolitana” sia una fonte inesauribile dipubblico denaro alla quale è possibile attin-gere finanziamenti per realizzare opere pub-bliche di qualsiasi genere.Un altro cittadino, che invece si ritieneesperto di vita politica e di pubblica ammini-strazione, dopo aver sentito il geologo CarloTanzi dire che gli interventi, autorizzati l’an-no passato per ripristinare i danni causatialle piogge del novembre 2015, sono statipagati soltanto a metà, avrebbe voglia dichiedere agli stessi Sindaci: “Perché non uti-lizzate parte delle risorse finanziarie dellaCittà metropolitana per devolverle allaProtezione Civile in modo che possano esse-re saldati i crediti delle imprese che hannoripristinato le strutture pubbliche danneg-giate dalle predette piogge del novembre2015?”. Gli stessi Sindaci, d’intesa con i diri-genti della pubblica amministrazione, pro-babilmente gli risponderebbero: “Non seiesperto per niente perché ciò che tu propo-ni è illegale in quanto la Città Metropolitananon ha le competenze per pagare opere chesono state realizzate dalla ProtezioneCivile”. L’esperto, che in caso di un’eventuale similerisposta continuerebbe a sentirsi più espertodi prima, replicherebbe: “La competenza traEnti Pubblici è solo un fatto formale, nonlegale; legale invece è che la pubblica ammi-nistrazione, alla quale fanno capo tutti gliEnti Pubblici, estingua i propri debiti,soprattutto quando si tratta di interventi ese-guiti a titolo di somma urgenza”.

Antonio Signato

Colloquioimmaginario didue cittadini conla Cittàmetropolitana

non ascoltare. Allora il terzo Angelodisse: "Caro Gesù, non so se quest'annoti conviene nascere. Pensa che gli uomi-ni in questi giorni si siedono attorno aun tavolo e mangiano per ore, poi tra unbicchiere di vino e un dolce parlanodella fame nel mondo. Dicono chesarebbe bello vivere in un mondo diver-so e loro, come primo atto d'eguaglian-za, fanno regali a chi farà loro altri rega-li. Caro Gesù, questo non mi sembra unbel mondo in cui nascere!". Il BambinoGesù non sembrava, però, convinto di

Caro Babbo Natale, anche se inritardo, desidero anch’io unirmiai tanti che si rivolgono a Te, ulti-

ma speranza. L’altra sera ascoltavoBruno Vespa e, siccome in me produceun effetto soporifero, mi sono appisola-to. Dopo un po’ mi sono svegliato e hovisto il pacioccone Tremonti, mirabilependant con Vespa, che, come Alice nelpaese delle meraviglie, ripeteva l’anticoadagio: occorre produrre, perché con lacultura non si mangia. Tremonti, lam-pante ossimoro di un' Italia che, comepenisola, essendo bagnata da tre mari siè ritrovata ad essere governata da tremonti. Poiché la patetica mellifluità del-l'ex ministro mi produce più effetti di unatisana, mi sono riaddormentato. Ed hosognato, non so perché, il nostro mene-strello Otello Profazio che cantava “CCàsi campa d’aria“ (a proposito, quando laprivatizzazione?) al poliedrico Nolano,Giordano Bruno, che rispondeva con iversi: Quid est quod est? Ipsum quodfuit. Quid est quod fuit? Ipsum quod est.Nihil sub sole novum. - Annosa questio-ne meridionale (purtroppo è l’unica chenon va in prescrizione): nihil sub solenovum! - Fuga al Nord ed emigrazionedei nostri giovani cervelli. Nihil sub solenovum! - Viaggi della speranza. Nihil subsole novum! - Interessi bancari maggiorial Sud. Nihil sub sole novum! - Primatodel tasso crescente di disoccupazione.Nihil sub sole novum! - Spreco risorsecon fantasiosi ed inefficaci progetti. Nihilsub sole novum! - Costruzione o ammo-dernamento delle infrastrutture. Nihilsub sole novum! - Ferrovia dignitosa.Nihil sub sole novum! - Depuratori effi-cienti. Nihil sub sole novum! - Chiusuradelle già poche fabbriche o industrie.Nihil sub sole novum! - Acquedotti obso-leti, con copiose perdite del preziosoliquido. Nihil sub sole novum! - Continuepromesse non mantenute. Nihil sub solenovum! - Politici veri e non politicanti dimestiere. Nihil sub sole novum! CaroBabbo Natale, scusami se Ti importuno,ma desidererei che il prossimo anno nonsia costretto, e non vuole essere unaminaccia o una captatio benevolentiae, arivolgermi alla Befana, per cui Ti chiedodi esaudire, se non proprio tutte, almenoalcune delle richieste. Questo da cittadi-no della Locride. Da cittadino di questaItalia, Ti chiedo, e questo sarebbe già unbel passo in avanti: non permettere piùche ci siano White Christmas, BlackChristmas, Green Christmas (nel sensocromatico caro agli imbecilli della LegaNord), ma solamente, e più amorevoliMerry Christmas. Lo so, qualcunopotrebbe definire questa letterina popu-listica. Vorrei soltanto ricordare l’impor-tanza che ebbe agli inizi del secolo scorsoil movimento populista in Russia control’arroganza zarista. Nihil sub sole novum!All'amico Ilario Ammendolia, preciso,puntuale e arguto, ricordo questa storiel-la. In prossimità del Natale alcuni Angeli,particolarmente zelanti, andarono sullaTerra per vedere come gli uomini stesse-ro attrezzandosi per la grande ricorrenza.Al loro ritorno riferirono a Gesù nascen-te. Si fece avanti il primo: "Caro Gesù,non so se quest'anno ti conviene nasce-re!". "E perché mai?" "Perché gli uomini,per costruire la pace... continuano a fab-bricare armi, per promuovere il perdo-no... continuano a condannare e, perricordarsi che sono tutti uguali... conti-nuano a dividersi; questo non mi sembraun bel mondo in cui nascere!" Ma ilBambino Gesù non sembrò ascoltarlo. Sifece avanti, allora, il secondo Angelo:"Caro Gesù, non so se quest'anno ti con-viene nascere!". "E perché mai?". "Gliuomini hanno costruito delle statue digesso che ti assomigliano, ai loro piedidepongono centesimi di euro, accendo-no una candela, poi vanno alla Messa dimezzanotte, pensano d'aver vissuto tuttoil Natale ma continuano a fare del maleai loro fratelli; non mi sembra questo unbel mondo in cui nascere!". Anche dopoqueste parole, il Bambino Gesù sembrò

quello che sentiva. Allora l'ultimoAngelo disse: "Caro Gesù, non so sequest'anno ti conviene nascere, sonoquasi duemila anni che viene il Natale enulla è cambiato: gli uomini voglionorestare soli, non sono venuti a cercarti eTu smettila di rincorrerli". A questeparole, il Bambino Gesù guardò laMadre e disse: "Coraggio, Madre, ora,più che mai, è necessario che io nasca infretta nel mondo e per il mondo!".A sua Eccellenza il Vescovo che afferma“come cambierebbe il mondo se ci

lasciassimo guidare dalla logica dell'a-more”, trovandomi in perfetta sintonia,ricordo che Dante concluse La DivinaCommedia con “l'Amor che move ilsole e le altre stelle”, e a tutti voi vorrei,ricordando che in inglese SKy significacielo, che l'Uomo guardasse meno Sky epiù il cielo!Un sincero e cordiale buon anno.

Tonino Carneri

Lettera, in ritardo, a Babbo NataleSPERANZE

È STATO BELLO AVERTI TRA NOI, CIAO MARIA STELLAUna tristissima notizia ci è giunta questa settimana in reda-zione. Colpita da un ictus, è venuta a mancare una nostraex collaboratrice, Maria Stella Brancatisano (per Riviera“Brasimante”), una penna dallo stile elegante e raffinatotanto quanto la sua anima, una donna infinitamente dolcee premurosa. La redazione si stringe al dolore dei suoifamiliari, esprimendo sentite condoglianze.

IN RICORDODI FRANCESCO

RICORDIAMOFRANCESCOCIRIANNI,AFFEZIONATOLETTORE DI RIVIERAVENUTO AMANCARE QUESTASETTIMANAALL’AFFETTO DEISUOI CARI.

www.larivieraonline.com AMARCORD DOMENICA 01 GENNAIO 16

MIMMO PANETTA

Voglio raccontare questa storia, perchériguarda un uomo (che continuo achiamare Burraccia, ma sempre colrispetto che si deve usare nei confron-ti di ogni individuo), segnato dalledebolezze e dalle scelte e per il qualeho nutrito sempre una calda simpatia.L’idea di dare una mano a Peppe

“Burraccia” mi accompagnò ininterrottamente mesedopo mese. I tentativi fatti personalmente e con l’au-silio dei Vigili e dell’assistente sociale, non avevanosortito nulla di buono. Occorre rilevare che l'eccentri-cità del personaggio era disarmante, in quanto, permolti aspetti, la sua sfrenata voglia di vivere in libertà,lo rendeva indubbiamente simpatico e degno di rispet-to. Erano le sue condizioni di estremo disagio, di note-vole povertà materiale, oltre che di carenze sul pianoigienico sanitario, che mi preoccupavano, in speciedurante l’inverno, quando vivere all’addiaccio deveessere certamente difficile. Vederlo girovagare per le vie della nostra cittadinadurante le ore diurne poteva essere una confermadella sua presenza e in un certo modo anche del suo“stato di salute”.Le preoccupazioni mi assalivano quando la tempera-tura, durante le ore notturne, spesso si avvicinava allozero se non addirittura, come successe alcune volte,scendeva oltre. All'inizio del mese di dicembre del 1998 ci fu una set-timana di freddo intenso, pungente e insopportabileper la nostra zona, dove il clima mite caratterizzaanche il periodo invernale.Quell’anno, persino nelle ore centrali della giornata, latemperatura era vicino allo zero e questo mi poneval’assillante interrogativo di come dovesse sentirsiBurraccia (che viveva riparandosi solo con un sempli-ce cartone sotto un balcone di una traversa del corsoprincipale), dopo mezzanotte, quando il freddo sifaceva più pungente.Tentai più volte di convincerlo ad accettare qualcheospitalità, almeno soltanto per quel periodo abbastan-za rigido, ma il rifiuto era sempre così deciso che nonlasciava spazi ad alcuna consensuale decisione. Sapevo, peraltro, delle difficoltà giuridiche che unasoluzione d’imperio avrebbe comportato, pur essendoil "personaggio" solo e abbandonato. Contro la suavolontà c’era il rischio di fare più male che bene;insomma andare al di là delle nostre intenzioni.Un giorno chiamai i Vigili urbani invitandoli a cercar-lo con l’obiettivo di convincerlo a venire in Municipio.Dopo tante difficoltà si presentò, incurante dell’invitofattogli, più per chiedere la sua solita questua,che per

ascoltare la proposta del Sindaco. Mi chiese diecimilalire e io cercai di prendere tempo per poter prospetta-re alcune soluzioni. Gli offrimmo di andare a viverepresso la Casa di riposo, sul lungomare dove avrebbeavuto adeguata assistenza, un letto e un pasto caldo,nonché la disponibilità, pressoché totale, della sualibertà durante il giorno. Poteva continuare a girova-gare per le vie della città come al suo solito. Rispose“picche”, così come alla proposta di andare presso ilCentro d’accoglienza di Siderno Superiore gestito daDon Marinetto, per le difficoltà di scendere alla mari-na che, in un primo tempo, ci sembrava essere dispo-sto a superare, se gli avessimo fornito una bicicletta.Anche questa soluzione svanì per la paura che potes-sero rubargli la bicicletta “mentre dormiva”. Incameròle sue diecimila lire e uscì, allontanandosi mentre bal-bettava qualche imprecazione. Una mattina di buon’ora andai a trovarlo nel suo ulti-mo rifugio a due passi dalla Sede municipale provviso-ria di Piazza Giordano Bruno. Era riverso su di unfianco a terra, inzuppato per la pioggia caduta abbon-dante durante la notte. Un cartone macero aveva coperto invano il suo pove-ro giaciglio. C’era anche una bottiglia di vino, l’unicobene di proprietà del cittadino Giuseppe Pedullà. Lo salutai con voce tremante e commossa. Mi risposecol cenno della testa ascoltandomi con insolita calma.Percepii la novità dello stato d’animo, dunque nondovevo sbagliare l’approccio. Fui assalito da un misto di gioia e di paura, perchévedevo vicina una soluzione e nel contempo sapevo dicorrere sul filo di lana. Iniziai, evidenziando, che quan-to gli andavo a prospettare aveva carattere provviso-rio, in attesa che il clima divenisse più accettabile,meno rigido per poter riprendere la vita di sempre.Vidi che continuava ad ascoltare in silenzio, mentretutte le altre volte non mi aveva fatto ultimare alcunaproposta.Mi incoraggiai e andai avanti proponendogli di trasfe-rirci nella più accogliente e calda stanza del mio ufficioin Municipio.Un lungo silenzio fu smorzato da un flebile “andia-mo”.Arrivati, c'era Franco Muià intento a distribuire i caffègiornalmente ordinati dai dipendenti comunali (che intal maniera finalmente non uscivano come negli annipassati). Burraccia garbatamente rifiutò il caffè checercavo di offrirgli e ci dirigemmo in ufficio, doveattendeva l’assistente sociale, assieme ai Vigili e alresponsabile del settore assistenza, la dottoressaNunziatina Galluzzo.Avevo in precedenza avvisato il centro di Antonimina,che probabilmente avrei dovuto ricoverare un cittadi-no sidernese bisognoso d’attenzione e di cure. Feci

telefonare dalla mia segretaria per comunicare che dalì a poco avremmo raggiunto la sede di Bagni e par-timmo.In macchina, mentre la pioggia riprendeva incessantee il freddo si faceva pungente, la discussione riguardòle garanzie che dovevo offrire affinché la sua perma-nenza fosse effettivamente temporanea. Promisi che aNatale sarei andato a prenderlo per riportarlo aSiderno.Una volta arrivati, fummo accolti con allegria, essendola fama di Burraccia di dominio dei dipendenti di quelcentro; nel pomeriggio ritornai nuovamente per since-rarmi sulle condizioni del nuovo ospite, e gli portaianche degli abiti.Lo vidi già più sereno; aveva fatto una doccia e pran-zato, e stava tenendo in allegria gli infermieri con il suo“strano” modo di vedere la vita.Sorridente gli mostrai i vestiti che egli degnò solo diuno sguardo, intento com’era a cercare dentro unabusta qualcosa che non trovò.Mi guardò fisso negli occhi e perentorio disse: “E ilvino?”.

Naturalmente non gli avevo portato alcuna bottiglia divino perché doveva iniziare una terapia disintossican-te, ma soltanto due pacchetti di sigarette alla cui vistasi tranquillizzò.Dopo aver chiacchierato sulla sua nuova situazione cisalutammo dandoci appuntamento per l’indomani.Andai a fargli visita dopo qualche giorno, per imprevi-sti che mi avevano costretto ad assentarmi da Sidernoregistrando un ulteriore miglioramento nel suo aspet-to complessivo. Ogni suo gesto o parola suscitava simpatia e facevascattare in me vere risate.Concordammo il suo ritorno, per qualche giorno,durante le festività natalizie e prima di salutarci miinvitò al bar e testardamente s’impuntò: voleva paga-re il conto. Non ci fu verso, tirò fuori i soldi contandola cifra richiesta e uscimmo. Allungai la mano per salu-tarlo, quando, con il suo fare simpatico disse: “Doveandate? Cinquemila ciascuno! Anzi tu, Sindaco, dieci-mila!”.Ridemmo a squarciagola mentre consegnavamoquanto richiesto e subito dopo ci allontanammo. Il ventitre di dicembre era tutto pronto per il ritorno diBurraccia a Siderno.La voce correva e persino la stampa s’interessò all’e-vento dando notevole rilievo, sia al suo ritorno sia allostato d’animo con cui i sidernesi lo attendevano. La“limousine” bianca si stava avvicinando mentre ilcorso della Repubblica era zeppo di gente che aspet-tava Burraccia.Fotografi e telecamere immortalarono l'uscita dall’au-to e il suo ingresso nel Bar “Tentazioni”, che in suoonore offrì un buffet.La sera, presso il Centro polifunzionale, venne orga-nizzata una cena, a cui furono invitati, in particolare, ipiù "bisognosi" e tutti coloro che avessero voluto mani-festargli affetto e solidarietà. La cena fu offerta daquasi tutti i ristoranti sidernesi, segno di come i valori,che contano e che caratterizzano positivamente unacomunità, sono presenti e vitali.Era l’una di notte quando i Vigili accompagnaronoBurraccia nella sua stanza d’albergo, anch’essa offertadall’hotel Efgal e il giorno successivo, dopo aver salu-tato tutti quelli che incontrava per strada e nei bar, furiaccompagnato presso il centro di Bagnid’Antonimina.Ero felice in quei giorni di Natale, perché sapevo diavere fatto una opera buona; stavo aiutando una per-sona veramente bisognosa. Non m’interessai assoluta-mente del ciarlatano di turno che scrisse, anche perquell’evento, le solite e rancide fesserie non dissimilida quelle che quotidianamente sciorinava sul suo gior-nale e che rappresentavano la sintesi di quanto la seraprima aveva discusso nel direttivo del suo Partito.

RIVIERA

ossia un “originale” siderneseBurraccia,

DOMENICA 01 GENNAIO 18www.larivieraonline.com CULTURA

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

C’è qualcosa di nobile - ma che si fa molta attenzione a nonlasciar sfociare nell'eroico - nella rappresentazione che PatriziaItri dà della vita del padre. Un uomo che, pur travolto e segna-to da una malattia, la displasia al midollo osseo, che si impos-sessa senza remissione alcuna del suo corpo, pur ferito da undolore per cui non ci sono (ma potrebbero esserci e questo lofa ben sperare) cure, pur - a volte - isolato nello stato confusio-nale in cui la malattia lo relega, conserva la sovrana dignità diun padre. "Io sto bene, stai tranquilla" - risponde Bruno allafiglia in preda a dolori lancinanti alle gambe che non gli con-sentono di muoversi. I figli vanno protetti e vanno loro infusicoraggio e serenità, anche se ti trovi sul letto di morte, e que-sto Bruno lo sa bene. Patrizia, pur essendogli grata per l'amo-re infinito con cui l'ha cresciuta e protetta, non riuscirà a direnemmeno una parola al suo funerale per raccontare, a chi eraandato lì a porgergli l'estremo saluto, quanto può essere mera-vigliosa l'anima di un padre.La morte di Bruno provoca in lei un tale turbamento che il suomondo, interiore ed esteriore, si fa appannato, perde consi-stenza. La lunga malattia del padre non l'ha aiutata ad accet-tarne la morte che sembra essere piombata di punto in bian-co, generando in Patrizia una gigantesca confusione, una mac-chia, l'ennesima macchia di dolore pronta a deturpare ancorauna volta la sua esistenza. Solo la scrittura di fronte alla fotodel padre che campeggia sul comodino l'aiuterà ad elaborareil lutto, le consentirà di sporsi sull’abisso senza più paura diesserne risucchiata. E così le frange di quella vita che via viaandava sfilacciandosi sotto i suoi occhi non saranno più per leifruste funeste: si trasformeranno in bacchette da direttored'orchestra con cui eseguire un inno alla gioia. La forza riconquistata spingerà Patrizia a recarsi a Siderno perraccogliere, tra chi lo aveva conosciuto, tutti i cocci dell'infan-zia e della fanciullezza del padre. Siderno è il paese che Brunoama a tal punto da aver trasmesso lo stesso amore anche aifigli, cresciuti invece a Messina, dove Bruno si trasferisce unavolta sposata la donna della sua vita, Rina. A Siderno Patriziae la sua famiglia hanno trascorso tutte le loro estati, in via VicoTorre, regno dei giochi all'aria aperta, perchè lì un tempo "nonpassavano macchine", e dove a inebriare gli animi c'era il pro-

fumo del basilico a foglia larga che cresceva negli scaldabagnitagliati a metà. Patrizia ricorda ancora le campane della chie-sa di Portosalvo che scandivano ogni momento della giornatae rinsaldavano la fede. Ad azionarle un piccolo sacrestano,Mario, con delle grosse funi che lo sollevavano da terra men-tre la madre lo afferrava dal piede per riportarlo giù. Tra i tanti"personaggi" di Siderno che Patrizia incontra durante il suo"ritorno alle origini", c'è anche lui, Mario, che ancora oggisuona le campane ma azionandole elettricamente. Nel suoviaggio a spasso nel passato, Patrizia rivive anche la suaMessina, quella dei banniaturi - primo tra tutti il giornalaio checon ritmo cantilenante invitava a comprare la "Gazzetta duSud" - e dei vicini di casa autori, invece, del "Gazzettino del cor-tile" frutto del più spassionato curtigghiu (pettegolezzo).Ripercorsa la vita del padre e la propria, Patrizia è pronta perconsegnare a Bruno il suo regalo di Natale, il primo senza dilui: è il libro della sua memoria che servirà a Patrizia per con-tinuare a ricevere dal padre ulteriori segnali della sua appro-vazione."Caro papà ti scrivo perché" è una sorta di romanzo epistolareche scorre lieve e a tratti sospeso, scandito dall’implacabile pul-sare dei ricordi. A dettarli, misteriosamente, è quella fotogra-fia di Bruno appollaiata sul comodino che, con inesorabilemisericordia, continua a ripetere alla figlia: "Coraggio!".

UMBERTO LANDI

Il prigioniero libero è una raccolta di pensieri, emozioni econsiderazioni edito nella collana L’evasione possibile.Parte di un progetto dell’Associazione Liberarsi realizzatograzie alla destinazione, da parte della Chiesa Valdese, dialcuni ricavati dell’8x1000 alla pubblicazione di titoli pro-venienti dal carcere, questo libro cerca di gettare un pontetra l’autore (carcerato) e la società esterna. SalvatoreRitorto, infatti, è stato privato dellalibertà il 21 marzo 2006 a causa di unacondanna all’ergastolo dettata dallasentenza dei magistrati che lo ricono-sce esecutore materiale dell’omici-dio dell’allora vicepresidente dellaRegione Calabria FrancescoFortugno. La sua lunga vicendaprocessuale, poggiata su basi “indi-ziarie” secondo il suo avvocatospesso viziate da testimonianzeincongruenti, è culminata nel tri-stemente noto regime di detenzio-ne “41 bis”, durante il qualeSalvatore ha cercato, per quantopossibile, di ingannare il tempocoltivando i propri interessi.Da sempre rammaricato di nonaver avuto la voglia di conclude-re gli studi come gli era statoconsigliato di fare dai genitori,Salvatore ha riscoperto in carce-re la passione per la lettura gra-zie al classico senza tempo dellaletteratura greca Le Storie, diErodoto. Rimanendo egli stes-so sorpreso di essere così tantoportato per quella cultura clas-sica che per un periodo l’aveva ammaliato inetà scolare, Salvatore ha approfondito la conoscenza diautori classici come Aristofane, Catullo, Eschilo,Euripide, Lucano e Plauto, esercitandosi al contempo inuna scrittura, sia poetica sia prosaica che con il trascorre-

re degli anni è andata affinandosi, fino a raggiungere quel“gradino al di sotto della mediocrità” (afferma lui) occu-pato dagli scritti di questa sua prima raccolta.Il prigioniero libero, stando alle parole che l’autore stessospende nei cenni biografici che troviamo ad attenderciall’apertura del libro, è il frutto delle speranze e dellapazienza dello stesso Salvatore, riuscite a mettere in atto ilcomplicato ossimoro che dà il titolo alla raccolta cheabbiamo tra le mani. Si tratta di un libro agevole, chepotremmo dividere in due macrosezioni: una costituita

dalla sezione dedicata alle Poesiee una com-posta invece dagli scritti in prosa,contenente le Asserzioni, le Epistolee le Riflessioni.Le poesie di Salvatore toccano gliargomenti più disparati e, graziealla loro metrica “libera” si rivelanospesso una sorta di moderno flussodi coscienza in grado di farci respira-re le angosce, le speranze o i ricordidel suo autore. Gli scritti in prosa,invece, si presentano più che altrocome considerazioni estemporaneenon solo sulla vita che Salvatore ècostretto a vivere in isolamento ma,grazie a un linguaggio spesso figurato,anche come considerazioni sociali chetrovano applicazione nel quotidiano diognuno di noi e che ci fanno compren-dere quanto semplice sarebbe vivere inun mondo più equo.Fluido e sempre convincente, Il prigio-niero libero è dunque l’affascinanteopera prima di una coscienza infelice, lapiù sincera messa a nudo dei sentimentidi un detenuto da leggere tutta d’un fiato(e la brevità del libro lo permette) che ciconduce per mano attraverso i mali delloStato contemporaneo fino alla puntuale

considerazione del giornalista Luigi Manconi sull’amora-lità della pena, perfettamente incastonata a conclusionedelle considerazioni di Salvatore.

Era di Siderno ed era una meraviglia di padre

Mercoledì pomeriggio è statopresentato presso laSala del Consiglio

comunale di Siderno"Caro papà ti scrivoperché", una sorta diromanzo epistolarecon cui la scrittricemessinese PatriziaItri spiega le ragioni

del suo silenzio al funerale del padre.

L’affascinante opera prima di una coscienza infeliceAccusato dell’omici-

dio Fortugno,Salvatore Ritorto èsottoposto al 41 bisda più di dieci anni.In carcere ha (ri)sco-perto la passione perla lettura e la scrittu-ra, producendo poe-sie e scritti in prosache descrivono per-fettamente il suostato d’animo e lasua angoscia per lalibertà perduta. Il pri-

gioniero liberoè lasua prima, raccolta dipensieri ed emozio-

ni dal carcere, ingrado di gettare unponte tra la sua soli-tudine e la nostra

libertà.

Gli interi proventi derivantidalla vendita del libro andran-no all'Airc (Associazione ital-iana per la ricerca sul cancro),di cui Bruno Itri era donatore.Patrizia desidera continuare aessere fedele alla sua volontà erinuncia a ogni guadagno nellasperanza che tramite la ricercanon si muoia più della malattiache le ha portato via il padre, ladisplasia al midollo osseo.

Nella Locride la cultura non si ferma nemme-no sotto le feste. Tra i vari eventi organizzatisul nostro territorio durante questo periodonatalizio, certamente degne di nota, questasettimana sono la proiezione di corti Rosa diVincenzo Caricari e Nel cuore delle rane diBernardo Migliaccio Spina che si terrà merco-ledì 4 gennaio, alle ore 18:00, presso laLibreria Calliope Mondadori di Siderno e lapresentazione del nuovo album di PaoloSofia, Il Navigante del 3000, che si terrà inveceil giorno successivo, giovedì 5 gennaio, alle ore18:30 presso il Caffè Letterario Mario LaCava di Bovalino.

La Locride inaugurail nuovo anno concinema e musica

Si è svolta mercoledì 7 Dicembre la XII Edizione dellamanifestazione -concorso "Il Dolce di Natale", organizzatadalla Fidapa di Siderno, Presidente Patrizia Pelle, in colla-borazione con la Proloco, presieduta da AgostinoSantacroce, e con l'Istituto Alberghiero "Dea Persefone" diLocri, diretto dalla Dirigente scolastica Maria RosariaRusso.Il concorso prevedeva la preparazione di dolci tradizionalirivisitati con gusto a cura di pasticcieri professionisti epasticciere casalinghe, con una novità: anche gli allievidell'Alberghiero sotto la guida esperta dei prof.ri RenatoOliveto e Giuseppe Pantaleo sono stati coinvolti nella pre-parazione e confezione di susumelle e di sammartine e dialtri dolci tipici, dalla prof.ssa e socia Fidapa, CinziaLascala, contribuendo al successo della serata.

La ricca tavolata imbandita di torte, pasticcine, nacatole,pignolata, e decorata con zucche laboriosamente intagliatedal prof. Giuseppe Serafino, è stata allestita dal prof.Francesco Lizzi, docente di enogastronomia-sala, che conprofessionalità assieme ai suoi alunni ha curato l'accoglien-za dei partecipanti e degli ospiti intervenuti durante la sera-ta.La finalità della manifestazione è sempre la beneficienza,destinata quest'anno all'Adisco che si occupa della sensibi-lizzazione e raccolta del cordone ombelicale.La giuria, composta da membri della Fidapa e dellaProloco, era presieduta dal pasticciere, sig. GiuseppeStalteri, membro dell'Associazione Pasticcieri.Ai vincitori sono state donate delle artistiche targhe.Per i dolci professionali, il 1° premio è stato assegnato allatorta natalizia del Bar Riviera di Locri, il 2° alla PasticcieriaBar Canturi di Bianco e il 3° al panettone della PasticcieriaTesori di Sicilia, mentre per i dolci casalinghi sono statepremiate le sig.re Annamaria Ferraro, Angela Catanoso eSivana Ferraro.Anche l'Istituto Alberghiero è stato insignito di una targa"Con sincera gratitudine per la professionalità, l'impegno ela generosità profusi", consegnata alla Collaboratrice dellaDirigenza, prof.ssa Maria Amelia Carella dall'Assessorealla Cultura del comune di Siderno, Ercole Macrì.

Il Dolce di Natale 2016

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nostri uffici: Centro di informazione dell’UE - Europe Direct “Calabria&Europa”

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“ CALABRIA & Europa”“ CALABRIA & Europa”

Nel decidere a quale argomento dedi-care l’ultima uscita annuale dellanostra Pagina tematica mi sonoimbattuta nel pezzo entusiasmante,che avevo chiesto per il numero dinovembre della “News dall’Europadelle Opportunità” ad una giovaneuniversitaria oggi in Belgio per vivereil suo avvincente Erasmus. Non hoavuto dubbi. Federica con il suo pezzosempre più calzante mi ha illuminatola strada, proprio nel momento in cuitutti gli euroscettici sembrano uscitifuori dall’ombra ed anche gli europei-sti appaiono frastornati e senza unchiaro senso della loro missione. Ecco,avevo in mano le parole che al megliosintetizzavano la grandezza del sognoeuropeo: Unità, avventura, conoscen-za reciproca, rispetto per le diversità,crescita, futuro, melting pot, cultura,innovazione, superamento delle bar-riere … tutto questo è per mel’Europa e tutto questo in sintesi è ilpatrimonio dell’Erasmus per coloro,giovani e non, che lo abbiano incontra-to sulla propria strada. Un sogno,appena qualche decennio orsono,impensabile in un mondo pieno di bar-riere, visti, blocchi e muri. Un sogno,cui noi universitari dei primi anni ‘90,neppure potevamo aspirare. Noi, che uscendo dalle nostre aule distudio, al massimo potevamo pensaredi acquistare qualche giornale in lin-gua straniera per confrontarci conaltre lingue e culture… e giusto se ave-vamo la fortuna di studiare in qualche

grande città del centro nord Italia.Noi, che oggi a stento riusciamo astare dietro alle novità, non potevamocerto pensare che più di tre milioni distudenti, da lì a qualche anno, avreb-bero conosciuto il mondo edun’Europa con oltre 500 milioni di cit-tadini grazie al programma Erasmus. Per questo, proprio per dare il benve-nuto all’anno che segna ai trent’annidi Erasmus, il programma che è tra imaggiori successi dell’Europa, hodeciso di dedicare il nostro spazio suLa Riviera al sogno della generazioneErasmus. Un sogno possibile graziead uno dei meglio riusciti tra i pro-grammi europei nato per creare i cit-tadini dell’Europa unita nelle diver-sità ma anche i cittadini di un mondoglobale in continua evoluzione in cuile frontiere sono e saranno semprepiù il retaggio di un passato restio amorire. Erasmus con le sue misurededicate agli studenti universitariprima e poi ai giovani delle scuolesuperiori dai 14 anni in su ed ancheagli aspiranti lavoratori, agli insegnan-ti, ai formatori e al terzo settore èsenza dubbio l’esperienza che piùparla di Europa e su cui l’Europa devecontinuare a scommettere per avereun futuro ... Con la convinzione chenon sarà più comunque possibile tor-nare a vivere dentro gli steccati nazio-nali buon anno alla generazioneErasmus!

Alessandra Tuzza

DI FEDERICA CUSATO

Era un normalissimo giorno di settembre quando cominciaiquesta avventura straordinaria Sono trascorsi solamentedue mesi dall’inizio di tutto ciò, ma le sensazioni che ho pro-vato le ricordo ancora con stupore. L’attesa è stata lungaSapevo di essere vincitrice del programma di studiErasmus+ da fine marzo, finalmente dopo le ultime nottiinsonni, sono partita e mi sono trasferita in Belgio per tra-scorrere 5 mesi della mia vita nella città di Liegi.Inaspettatamente, considerando il clima atlantico, era unagiornata di sole, il cielo era terso; la pelle d’oca mi attraver-sava appena uscita dalla stazione, la posso percepire ancora.Non succede tutti i giorni di essere felici, così felici! Da quan-do ho emesso il primo respiro in questa città, ho sentito unanuova me, pronta e sicura ad affrontare questa nuova sfidache mi si presentava. Il mio entusiasmo insieme al mio spi-rito di adattamento mi accompagnano quotidianamente,non c’è stato un giorno in cui abbia avuto dei dubbi su quel-lo che stavo vivendo. Vedo i miei giorni scivolare via ad unavelocità pazzesca. Vedo una me iperattiva, che ha riscoper-to la bellezza dell’arte, della cultura, delle lingue straniere,dello sport. Vivendo nel cuore d’Europa viaggio moltissimo,uno dei miei punti “deboli” preferiti: confondermi tra lagente, visitare un museo, osservare un quadro che primaavevo soltanto studiato tra le pagine di un libro di storia del-l’arte, scattare una foto, essere felice per così poco.L’Erasmus è la realizzazione concreta della vera cultura, per-ché la si tocca con mano. Perché puoi dire sì, io ci sono stato,l’ho visto con i miei occhi. L’Erasmus ha riacceso l’entusia-smo che avevo perso, dopo tre anni di studio intenso e stati-co. È stata la scintilla che ha ravvivato il fuoco delle passio-ni, emozioni, sensazioni. Mi sento viva. L’Erasmus è anchecondivisione, amicizia, legami con sconosciuti che si rivelanocompagni straordinari di questo magnifico viaggio; è comese facessimo parte di una grande famiglia. Volente o nolen-te ci si ritrova circondati da studenti provenienti da tutto ilmondo, con i quali condividi qualche evento, l’università, losport o una birra… e con altri la vita. Non posso non pensa-re alla mia coinquilina messicana, una cultura completa-mente differente da quella italiana; siamo diverse, ma lega-te da una complicità che solo l’Erasmus può creare. Stovivendo momenti indimenticabili, esperienze che fino aqualche mese fa non pensavo di vivere, eventi che non avreimai immaginato mi segnassero e viaggi che restano nel

cuore. Non tutti comprenderanno le mie emozioni nascostetra le righe, perché solo chi ha vissuto un’esperienza delgenere può capire, altri potranno percepirle come esortazio-ne per partire. È un incentivo costante sotto ogni punto divista, la voglia di imparare è troppa, la voglia di conoscere èinarrestabile. Anche la notte quando dormo, a volte sognoin francese. Pur non avendo un’ottima padronanza della lin-gua percepisco ogni giorno un miglioramento, una frasecostruita diversamente, più dettagliata, complessa, questomi stimola ad apprendere il più possibile. Dopo tre anni diuniversità, venti esami sostenuti, dopo tutta la stanchezza ela voglia di finire questo percorso, paradossalmente trovoentusiasmante frequentare una lezione di diritto pubblicobelga! Applicando le mie conoscenze di base ed effettuandouno studio comparato, studiando nuovi sistemi, mi accorgodella singolarità di questo Stato, che oltre tutto è centronevralgico delle istituzioni dell’Unione Europea. La diver-sità è simbolo di sviluppo, di crescita, di uno scopo comune:un’Europa migliore. Prima lo davo per scontato, ora sonostupita dell’iter complesso e controverso che sta dietro allaconclusione di un accordo, anche il più futile. Il corso di dirit-to UE è stata la base per comprendere tutte le informazio-ni acquisite da quando mi sono trasferita: funzioni, attività,responsabilità che ruotano intorno a questa ampia macchi-na ricca di iniziative, progetti, obiettivi. È il fulcro del multi-culturalismo e delle prospettive di vita, è il crescere insieme.Solo adesso sono cosciente dell’opportunità offertami, del-l’investimento per una maggiore istruzione, che dà modo amilioni di studenti di confrontarsi, crescere, cambiare, sen-tirsi effettivamente cittadini d’Europa. Perché l’Europacrede in noi giovani, crede in un futuro migliore. Per questimotivi spero di dare un contributo nel mio piccolo.L’Erasmus è una opportunità preziosa, io ne farò tesoro. Hocominciato ad avere più fiducia ed a credere in me stessa, amettermi in gioco in qualsiasi situazione mi si presentidavanti senza esitare nemmeno per un istante. A volte hocommesso degli errori, a volte ho riscontrato degli ottimirisultati. Ho cominciato a capire che forse anche io possopuntare in alto, mettendomi costantemente alla prova.Sento che questo è il mio trampolino di lancio per il futuro.Anche se sono trascorsi non più di 60 giorni dall’inizio delmio Erasmus, mi sono fatta una promessa, alcuni la riterran-no prematura, altri, come me, la considereranno coscienzapuntuale: non voglio che resti soltanto un ricordo, voglio chesia la base per il raggiungimento di un obiettivo!

ERASMUS: UNA PAROLA, MILLE EMOZIONI...

Il sogno della Generazione Erasmus

Bandi e programmiin scadenza Diritti di cittadinanza europea con-tro la discriminazione, la prevenzio-ne e la lotta contro l’intolleranza

Scadrà il 5 Gennaio 2017 l’Invito apresentare proposte reso pubbliconell’ambito del Programma Diritti,Uguaglianza e Cittadinanza per sov-venzioni di azioni 2016: “Diritti dicittadinanza europea contro ladiscriminazione, la prevenzione e lalotta contro l’intolleranza”.Compitodello stesso è quello di sostenere ildialogo e lo scambio delle miglioripratiche nella promozione della tol-leranza e del rispetto reciproco, conle seguenti priorità inerenti a:Progetti per migliorare la compren-sione tra le comunità, incluse lecomunità religiose e prevenire ecombattere il razzismo e la xenofobiaattraverso attività interreligiose einterculturali;Progetti di prevenzione e lotta all’o-mofobia e alla transfobia;Progetti di base sulla prevenzione ela lotta contro l’antisemitismo e odioanti - musulmano e l’intolleranza;Progetti che promuovano lo sviluppodi strumenti e pratiche per prevenire,monitorare e combattere espressionidi odio online, incluso ma non limita-to ai mezzi di diritto penale.L i n khttp://ec.europa.eu/research/partici-pants/portal/desktop/en/opportuni-ties/rec/topics/rec-rrac-raci-ag-2016.html

Action Grants to Foster theSuccessful Inclusion and

Participation of European Citizensin their Host EU Country’s Civic

and Political Life’

Scadrà il 17 Gennaio 2017 l’Invito apresentare proposte per il bando‘Action Grants to Foster theSuccessful Inclusion andParticipation of European Citizensin their Host EU Country’s Civic andPolitical Life’, reso pubblico nell’am-bito del Programma Diritti,Uguaglianza e Cittadinanzadell’Unione europea. Compito dellostesso è di rafforzare l’uguaglianza digenere, combattere tutte le forme didiscriminazione e il razzismo, con l’o-biettivo di:Sostenere i diritti del bambino;Garantire la protezione dei dati per-sonali nell’Ue;Promuovere i diritti di cittadinanzadell’Ue;Promuovere la non discriminazione;Combattere il razzismo, la xenofo-bia, l’omofobia e altre forme di intol-leranza;Applicare i diritti dei consumatori;Promuovere i diritti delle personedisabili;Favorire l’uguaglianza di genere el’integrazione di genere;Prevenire la violenza contro i bambi-ni, i giovani, le donne e altri gruppi arischio.L i n khttp://ec.europa.eu/research/partici-pants/portal/desktop/en/opportuni-ties/rec/topics/19087-rec-rcit-citi-ag-2016.html

DOMENICA 01 GENNAIO 21www.rivieraweb.it CULTURA E SOCIETÀ

I FRUTTI DIMENTICATIA CURA DI ORLANDO SCULLI E ANTONINO SIGILLI

Dolico egizianoLablab purpureus ( L. ) Sweet di Palizzi Fam. Papilionacee

La presenza del dolico egiziano o lablab pur-pureo a Palizzi è indicativo di come i fagioli,non quelli di origine americana, arrivati inEuropa dopo la scoperta dell’America, cir-colassero nei paesi del Mediterraneo damigliaia di anni prima dell’impresa diCristofaro Colombo.Il termine lablab è di tipo onomatopeico inquanto i fagioli di questo tipo, rampicanti,quando seccavano e i raccoglitori si appre-stavano a raccogliere i baccelli secchi peressere snocciolati essi emettevano un suonoche veniva identificato per lablab.Colui che fornì allo scrivente i semi che poiseminò, Gigi Saccà di Palizzi, raccontò chegliel’aveva donati una persona anziana che liperpetuava da decenni, come aveva fatto suopadre in precedenza e non sapeva da doveprovenissero, forse qualcuno nel passato,agli inizi del novecento, raccontava, avrà por-tato i semi da qualche area di emigrazione,che poteva essere qualche paesedell’America del Sud, come l’Argentina odall’Africa Orientale quando appartenevaall’Italia (Abissinia, Eritrea, Somalia).Probabilmente ciò non corrisponde a veritàin quanto nel passato la circolazione dei semie delle merci , nonché delle persone all’inter-no del Mediterraneo avveniva più facilmen-te di quanto non avvenga adesso , in quantotale mare rappresentava il bacino di comuni-cazione più importante del mondo e puòdarsi che tale varietà di semi fosse arrivatanell’area di Palizzi molto tempo addietro esia stata tramandata di generazione in gene-razione in qualche contrada particolare enello stesso tempo molto isolata.Ricordiamo a tal proposito che al comune di

Palizzi appartiene la frazione diPietrapennata, ora quasi completamentedisabitata, ma che fino alla metà degli anni50 del 900 contava quasi mille abitanti ed erastata fondata agli inizi del IX sec. d.C. dacoloni di Malta che erano fuggiti dalla loropatria in seguito alla conquista araba, por-tandosi dietro le essenze più particolari dellaloro terra, costituite da viti che sono dissimi-li addirittura da quelle di Palizzi stessa e può

darsi che tale varietà di fagioli sia provenien-te da Malta in quanto colui che ha fornito isemi a Gigi Saccà vive nella contrada Gruda,ripopolata da gente originaria diPietrapennata.Del resto a Palizzi stessa ci sono almeno trevarietà di fagioli diverse da quelli dellecomunità vicine e ciò rappresenta unacostante fissa per buona parte delle comu-nità della provincia di Reggio che ostentava-no in maniera totemica anche una varietàparticolare di fagioli , distintivi delle comu-nità stesse.Intanto nel passato più remoto, essa venivacoltivata in Egitto e sicuramente essa vi èancora coltivata , anche se attualmente èmolto presente in Asia e forse in Americalatina.È molto produttiva e produce un baccellopiatto, leggermente irregolare e talvolta grin-zoso, un po' arcuato soffuso di un coloreviolaceo molto intenso, che perde il suo colo-re quando esso è immerso in acqua bollen-te; è preferibile cogliere e cucinare i baccelliquando essi non sono a piena maturazione,senza essere sbucciati, quando poi i semisono secchi, non sono omogenei e posseggo-no l’ilo che avvolge con leggero filamento unlato lungo del seme stesso.La preferenza per il caldo di tale varietà,indica la sua origine tropicale; infatti bisognamettere a dimora i suoi semi non prima dimaggio, quando già il caldo è notevole, percui allora cresce velocemente e comincia aprodurre abbondantemente.Quando poi la temperatura comincia a dimi-nuire, specie di notte, a partire dalla metà disettembre, la sua vegetazione comincia ad

arrestarsi, al pari della sua produzione, chediviene stentata, ma che perdura per tutto ilmese di settembre.Esso ha bisogna di essere sorretto da unacanna o da un palo in quanto supera abbon-dantemente i due metri di altezza e natural-mente ha bisogno di essere irrigato, ma noncon eccessiva abbondanza d’acqua e riesce aresistere bene anche nei terreni ad alto teno-

re di argilla, che trattengono meglio l’umi-dità rispetto ai terreni sciolti.I baccelli talvolta nascono a distanza ravvici-nata in quanto i fiori stessi nascono raggrup-pati, pervasi di un colore che va da un rosaintenso ad un violetto sbiadito, capaci diabbellire elegantemente persino un giardinopretenzioso.

Gigi Saccà di Palizzi raccontò che i semi gliel’aveva donati una personaanziana che li perpetuava da decenni, come aveva fatto suo padre inprecedenza, e non sapeva da dove provenissero; forse qualcuno nelpassato, avrà portato i semi dall’Argentina o dall’Africa Orientale quandoapparteneva all’Italia.

“Abitare una casa con solo 10oggetti significa provare l’ebbrezzadell’abitare nel vuoto e costringe avivere a cospetto del proprioautoritratto”

PASQUALE GIURLEO probabilmente architetto

Ci sono case molto,molto piene di roba ecase piene di roba e poici sono case vuote ecase molto, moltovuote e naturalmente un

benestante, un signore, unprotetto dalla storia e dalla

società è portato a pensare che le casevuote e quelle molto vuote siano le casedei poveri e dei molto poveri, di quelli che“non hanno”. Ma si sbaglia, non è così. Lecase dei poveri e dei molto poveri di solitosono così piccole, lo spazio è così corto,che la roba, il tavolo, le sedie, i mobiletti,le scatole, gli scatoloni, la bicicletta, labambola non ci sta mai: si accatasta, siammucchia in ogni angolo, come i resti delfiume contro la curva dell’acqua. Questa è la ragione per la quale la casa deipoveri è comunque sempre affollata eansiosa. Poi può anche darsi che i poveri,per questa loro molto faticosa condizione,siano presi da una paranoia speciale, daquella speciale paura di avere ancorameno che li costringe, tutte le volte chepossono, a comperare roba per immagaz-zinarla, per sentirsela addosso ad ognicosto. Questa è un’altra ragione per laquale le loro case, strette e senz’aria,diventano sempre più affollate, sempremeno percorribili, sempre più disastrose.Allora se è vero che le case vuote e quellemolto vuote non sono le case dei poveri edei molto poveri, di chi sono le case vuote?

Questo è molto difficile da decidere. Ingenerale uno potrebbe pensare, per esem-pio, che le case vuote siano semplicemen-te le case di quelli che aspettano di poter-le riempire; ma anche questo pensierorisulta presto insostenibile, dato il fattonoto che le case dei giovani, voglio dire lecase dei giovani signori che sono rimastitali, sono subito piene (prima ancora diesistere e di essere abitate) di tutti i segni,simboli, chiavi, chiavistelli, grimaldelli, cer-niere e motorini vari, sussidiari o no, cheservono a ben disporsi, dilatarsi e averesuccesso nella società civile (così si chia-ma).Resta dunque soltanto un terzo pensieropossibile. Quello che attribuisce le casevuote a gente tanto privilegiata, tantopadrona delle condizioni esterne da sé, dapoter essere (o sembrare) povera perautodecisione, cioè gente tanto privilegia-ta o fortunata o coraggiosa da poter autodecidere quando, quanto come sottrarsi algenerale festival della competizione al qualenormalmente l’istinto della sopravvivenzaspinge e costringe più o meno ogni perso-na normale.Di questi privilegiati per - definizione -non ce ne sono molti. Ci si potrebbe collo-care qualche raro ricco, qualche ricchissi-mo che abbia superato i complessi, leparanoie del ricco; oltre che la solitudine,il consueto, melanconico, kitsch “blue-print” della condizione del ricco. Ma cer-tamente non è una visione consueta.Per quanto ne so, un ricco così è qualchecosa come un uomo magro, molto magro,sui sessanta anni con la barba bianca e gli

occhi celesti, che naviga da sempre, insilenzio, sotto grandi vele, lungo rottepoco, pochissimo a sud della linea deigrandi iceberg, amico di orsi, di licheni;probabilmente uno che poi nei mesi di pri-mavera, scende giù, in rotte note soltantoa lui, verso il mediterraneo, per scambiarebarattoli di conserve ignote. Questo è quello che so, ma uno così, che sisia concesso di mantenere l’identità - quel-la che una volta i borghesi chiamavano consufficiente cinismo la misura umana -senza subire aggressioni dall’’esterno esenza neanche doversi confrontare con l’e-sterno, è così ricco che non ha neancheuna casa. Forse tra i privilegiati di questo tipo ci sipotrebbero mettere i rivoluzionari casomai (altra visione inconsueta), cospiratori,utopisti, gente del sogno, sofferenti dell’in-giustizia, anche loro, in ben altra maniera,senza casa.Se la casa ce l’hanno, se frequentano case,allora davvero quelle sono case vuote,molto, molto vuote, visto che sulle pareti,negli angoli del bagno, nei cassetti, negliarmadi, sopra e sotto, sui pavimenti, inogni qualsiasi parte della casa, l’ombradell’abitante non dico può restare segnatama neanche può sostare un momento; népuò restare traccia di persona, né identità,neanche di voce, neanche di mano, nean-che di sguardo, neanche può restare trac-cia di memorie, di abitudini, nessuna trac-cia del puzzle di una vita.La casa di questo tipo “deve” restaremolto, molto vuota: non deve contenereniente più dei termosifoni (sotto le fine-

stre), niente più delle cinghie per sollevaretapparelle, niente più del lucido plastico dimobili senza destino, niente più delle sca-tole di detersivo, della carta igienica, del-l’odore di gas, dello scaldabagno goccio-lante, del suono ossuto di magri pilastri,niente più di niente. Tenuto poi conto chemitra, pistole, bombe a mano, droni bom-bardieri, untuose scatolette di proiettili equeste cose che si vedono fotografate suigiornali - come si sa - non sono normal-mente oggetti per riempire le case.Infine, tra la gente privilegiata del tipo delquale parliamo, ci si potrebbero metteregli artisti, forse gli architetti designer, forsegli intellettuali in genere, se è vero che neinostri paesi, per consuetudine antica e tut-tora resistente, è stata consegnata agli arti-

sti e agli intellettuali – e forse agli architet-ti, pare, la gestione di quei buchi neri chesi ritrovano qua e là nel grande cielo dellecertezze, voglio dire la gestione di quellezone che nel procedere presuntuoso emeccanico della “civiltà” non si riescono apercorrere se non usando i trucchi, i sala-melecchi, i capricci, le capriole propriedella magia, cioè dell’arte. E si sa che alla magia, ai maghi, agli artisti,agli architetti, da tempi antichi vengonoconcessi privilegi (ben controllati), palco-scenici speciali, speciali spazi e specialitempi, speciali silenzi, speciali distanze especiali vuoti. Questo si sa. Per questo unopotrebbe pensare di mettere artisti e affinitra i privilegiati. Se non fosse che agli arti-sti i privilegi vengono concessi e non sonocertamente autodecisi e la condizione pri-vilegiata certamente non è una autosceltama è consegnata come compenso di pre-stazioni che “qualcun altro” misura, pesa,giudica e ratifica. Questa è la ragione per la quale le casedegli artisti, di pittori, letterati, cantanti,grafici e architetti, a guardar bene nonsono affatto case di privilegiati, non sonovuote, ne tanto meno molto, molto vuote.Le case dei maghi sono piene, molto pienedi lance, scudi, paraventi e allettamenti,trofei, coppe, medaglie, diplomi, giochi,furbizie, gomitate e nascondini, altarini,memorie, tombe e mausolei; sono castelli,ville, appartamenti, cascine, palazzi; nonsono case di privilegiati ma fortini dellastriscia di Gaza, reticoli da combattimen-to… E allora? Di chi sono le case vuote? Equelle molto, molto vuote?

È la prima volta nella storia dell’umanità che le case dei ricchi possiedono meno oggetti rispetto alle case dei poveri

Casa Vuota

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