Maddaloni, la città saluta Matteo Sforza dirigente ... · Eri forte e coraggioso come un leone, ma...

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Maddaloni, la città saluta Matteo Sforza dirigente comunista e cittadino attivo per il bene comune Scritto da Michele Schioppa Venerdì 12 Agosto 2016 11:13 MADDALONI (Caserta) – Nel pomeriggio di ieri 11 agosto 2016 nasce al cielo un altro maddalonese, uno di quelli che tanto nel suo piccolo, che poi alla fine piccolo proprio non è stato, ha cercato di dare un senso alla Città, sia sotto l’aspetto politico, sociale e di promozione in senso lato per le sue bellezze. Matteo Sforza, questo è il suo nome, un nome che resterà vivo e forte nel cuore della moglie Rosaria Pascarella e delle 3 figlie che lascia in Maddaloni confortate dall’affetto di familiari ed amici presso la casa di via San Francesco d’Assisi. Matteo, da sempre impegnato nella politica, dietro le quinte, sostenitore della sinistra e del Partito Comunista e sue evoluzioni aderendo oggi al Partito Democratico, tra i principali sostenitori dei fratelli Alessandro e Vincenzo per decenni consiglieri comunali ed in più occasioni assessori, nasce a Maddaloni circa 55 anni fa da Edoardo e da Clementina Grauso. Famiglia molto unita quella Sforza: 2 sorelle e 6 maschi lui compreso. Da piccolo imprenditore ha cercato ed ha vissuto una vita sempre dignitosamente da persona perbene, tra le altre cose aveva la passione della scoperta del patrimonio culturale, storico ed artistico di Maddaloni e quando gli capitava di scoprire dei beni, magari occultati dal tempo o individuare l’abbandono di questi non aveva tempo per se se non quello che dedicava a segnalare alle autorità o a chi preposto il bene da recuperare e si prodigava affinché se ne procedesse al recupero. Il suo impegno era perché il bene in quel luogo naturale potesse continuare a stare e valorizzato, una persona perbene. Ambientalista ha partecipato e favorito diversi movimenti ed attività locali, sempre disponibile e tra mille difficoltà, non chiedendo, non tenendo nulla per sé , anzi dando del suo, si è sempre 1 / 11

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MADDALONI (Caserta) – Nel pomeriggio di ieri 11 agosto 2016 nasce al cielo un altromaddalonese, uno di quelli che tanto nel suo piccolo, che poi alla fine piccolo proprio non èstato, ha cercato di dare un senso alla Città, sia sotto l’aspetto politico, sociale e di promozionein senso lato per le sue bellezze.

Matteo Sforza, questo è il suo nome, un nome che resterà vivo e forte nel cuore della moglieRosaria Pascarella e delle 3 figlie che lascia in Maddaloni confortate dall’affetto di familiari edamici presso la casa di via San Francesco d’Assisi.

Matteo, da sempre impegnato nella politica, dietro le quinte, sostenitore della sinistra e delPartito Comunista e sue evoluzioni aderendo oggi al Partito Democratico, tra i principalisostenitori dei fratelli Alessandro e Vincenzo per decenni consiglieri comunali ed in piùoccasioni assessori, nasce a Maddaloni circa 55 anni fa da Edoardo e da Clementina Grauso.Famiglia molto unita quella Sforza: 2 sorelle e 6 maschi lui compreso.

Da piccolo imprenditore ha cercato ed ha vissuto una vita sempre dignitosamente da personaperbene, tra le altre cose aveva la passione della scoperta del patrimonio culturale, storico edartistico di Maddaloni e quando gli capitava di scoprire dei beni, magari occultati dal tempo oindividuare l’abbandono di questi non aveva tempo per se se non quello che dedicava asegnalare alle autorità o a chi preposto il bene da recuperare e si prodigava affinché se neprocedesse al recupero. Il suo impegno era perché il bene in quel luogo naturale potessecontinuare a stare e valorizzato, una persona perbene.

Ambientalista ha partecipato e favorito diversi movimenti ed attività locali, sempre disponibile etra mille difficoltà, non chiedendo, non tenendo nulla per sé , anzi dando del suo, si è sempre

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prodigato per quanti a lui si rivolgevano.

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Anche da piccolo imprenditore, tra mille e più difficoltà, ha sempre condotto una vita ligia,spostandosi anche in Toscana per lavoro, tra tanti sacrifici.

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Una persona dignitosa che ha affrontato la malattia a testa alta da un anno a questa parte,ovvero dal suo comparire, lasciandosi operare in una struttura ospedaliera del casertano senzamancare il viatico negli ospedali napoletani come il Cardarelli ed il Pascale. In verità poco ho frequentato Matteo e la mia conoscenza della sua persona è pressochérelativa ma ricordo con piacere l’impegno nel sostenere le iniziative promosse dal MaestroAntonio Barchetta, nel corso del ciclo di eventi “Tu Donna” o altri appuntamentidell’Associazione Musicale Culturale ONLUS “Aniello Barchetta” nella valorizzazione e recuperodei beni storici, architettonici ed artisti maddalonesi ed in particolare del quartiere “SanGiovanni”. In particolare si segnale l'impegno per il ripristino della cantina "Cuppolo" ed ancorala pulizia e la collocazione di reti anti colombi nel campanile della congrega di San Giovanni e ditutto ciò che ha riguardato la stessa chiesa.

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Voglio ricordarlo con i pensieri che hanno lasciato innanzitutto il fratello Alessandro e poi altrisuoi amici: Alessandro Sforza: «È stato bello averti avuto come fratello. Perdonaci se non siamo riusciti avincere. Che il Signore abbi cura di te. Ciao Matteo » ed ancora «Lentamente.....e con lo scorrere, esso porta via la tua vita, attimo dopo attimo, battito dopo battito.Respiro dopo respiro. Inesorabilmente consuma i residui di una vita; la fierezza, la dignita' e lavoglia di vivere fanno da argine, da scoglio, ma niente potra' mai fermare, arrestare cio' che e'gia' determinato. Lentamente, tristemente, gelosi, assieme, accogliamo in cuor nostro labellezza di una amore che ci ha sempre tenuti uniti, senza parole ma con l'intensita' deglisguardi ci siamo scambiati amore ed affetto. Lentamente......e con esso una parte della mia vita» (fonte).

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Carlo Scalera: «Carissimo Matteo ti voglio ricordare così. C’è un tempo nella vita di ognuno di noi nel quale iricordi dei momenti belli, che hanno inciso, con maggior forza, le fibre più intime dell’anima,riaffiorano, vividi e lucidi, con il loro enorme carico di memorie, dolori, speranze, paure,illusioni…attimi di gioia, prove d’amicizia e d’affetto. E’ successo al sottoscritto. Stavo consultando, nel mio perdere tempo quotidiano facebook, quando, come un fulmine a cielsereno, mi appare una notizia: è morto Matteo Sforza. Resto pietrificato. Il cervello non invia piùimpulsi, il cuore si ferma e non ossigena più i miei muscoli, sembra che tutta la mia personaaffoghi nel lago del nulla. Quasi ad accusare e condannare il mio computer, ambasciatore di cattiva notizia, abbandono lamia postazione, mi metto alla ricerca spasmodica di una foto che mi ritrae con te Matteo: ADDIO, MATTEO… Non si dice così quando si perde un amico? Addio è sempre una parola difficile da pronunciare,specie quando in ballo ci sono gli affetti che tracimano dalle persone e invadono gli animi. E noiresteremo increduli, quasi impigliati in quella parola così definitiva, perché ogni volta che la sipronuncia, una persona, un sentimento profondo, muoiono una volta di più… Addio, MATTEO…la tua eredità non farà litigare nessuno, perché appartiene a tutti ed èracchiusa in quattro parole, uno stile di vita: bontà, morale, entusiasmo, impegno. Purtroppo,non ho fatto parte di quella folta schiera che ti ha accompagnato verso l’ultima dimora, mavoglio comunque far parte di quella avanguardia che reclama un pezzetto dei tuoi RICORDI,farciti di etica e di altruismo. Ai fratelli, alla sua famiglia, ai parenti tutti vi sono vicino, so checosa significa il dolore che state provando» ( fonte ).

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‎Domenico Maccarone: «Caro Matteo, ho appena intrapresa da tuo fratello Alessandro della tua morte, mentre scrivo,le lacrime scendano dal mio viso e la mente mi riporta indietro nel tempo, a 40 anni fa quando cisiamo conosciuti nella locale sezione della F.G.C.I. , quante battaglie insieme he Matteo,momenti belli e meno belli, ma sempre insieme uniti come fratelli, le nostre lotte in piazza, iomoderato tu un po' meno. Eri forte e coraggioso come un leone, ma nulla hai potuto contro unmaledetto alieno, che ti ha strappato all'effetto della tua famiglia degli amici e compagni di unavita. Maledetto alieno, ti sei portato via il corpo dell'amico e Compagno Matteo, ma non i suoiideali, quelli resteranno per sempre scolpiti nel mio cuore. Ciao Matteo, amico e compagno dasempre, che la terra ti sia lieve. Ti voglio tanto beneeeee. Maledizione » ( fonte ). Franco Capobianco: «Conosco tutti voi Alessandro, conosco Matteo persona buona e sensibile(la caratteristica più elevata è la disponibilità e la bontà fatta persona). Ho vissuto con lui 45 giorni di campagna elettorale alle ultime amministrative di Maddaloni.Quando arrivò quel camper allestito dalla mia struttura mi abbracciò e disse: bravo ottimolavoro, preciso e diretto, i maddalonesi non hanno mai visto una cosa simile. Ha accompagnato mia figlia in tutti i luoghi d'arte di Maddaloni spiegando con cognizione dicausa i siti e la loro storia. Una cosa che Matteo non merita caro Alessandro è la sofferenza quella barbara sofferenza chestate combattendo con tutte le vostre forze. Anche questo tuo post è un esempio della vostra forza e del vostro combattimento. Un abbraccio» ( fonte ).

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Statia Papadimitra: «Scriviamo di urla lasciate cadere nel silenzio, parliamo degli oltre 3000 morti nel mediterraneo,oltre 10.000 torturati in Turchia, i no border, Libia, Mali, Mozambico, Palestina, Cecenia. Dimassimi sistemi, di capitalismo scellerato, crollo dei sistemi e teorie rivoluzionarie, a voltetroppo coinvolti altre distaccate. Poi arriva una telefonata che ti gela, riesci a cogliere il tempoche in quell’attimo si ferma, ne senti il dolore, vivi l’irrealtà surreale e qui cazzo se ti senti dentroanche nel vuoto. Quante volte ne abbiamo parlato, quante discussioni accese a volte violente,le risate, la tua irriverenza, il tuo affacciarti ovunque con curiosità e senso di appartenenza, letue continue cazziate ed il mio continuo oppormi, porterò con me la solita frase “si semp tu a faburdell”. Sono gli uomini che fanno la storia, quelli di cui non si leggeranno i nomi sui libri, quelliche nonostante lacerati dal dolore decidono di combattere, di esserci, di non voler morire, quelliche ti rimangono dentro….Buon viaggio compagno Matteo Sforza. “era rossa la sua bandiera come il sangue che versò”» ( fonte ). Antonietta Sforza è triste: «Il signore ha voluto con sé te una persona forte che ha soprattutto in questi mesi la malattiacon coraggio e voglia di vivere invece oggi hai smesso di lottare eri circondato da persone che tiamavano tanto e ogni giorno ti stavano accanto tu un guerriero in tutti i sensi ti ho ammiratomolto quante quelle poche volte che abbiamo parlato e ci siamo dati conforto perché noiabbiamo conosciuto quel brutto male avrei solo voluto che anche tu come me lo avessi sconfittonon ti dimenticherò mai cugino caro ora che sei lassù salutami tutti ciao Matteo Sforza » ( fonte ). I funerali si svolgeranno quest'oggi alle ore 15 nella chiesa di San Francesco di Maddaloni. Tanto altro andrebbe aggiunto, e tanto sicuramente non mi sovviene in questo momento daricordare, di ciò che so, ma chi ti ha conosciuto e ti conosce sà quanto hai fatto. Ciao Matteo!

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