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DOMENICA04 DICEMBRE 3www.rivieraweb.it CONTROCOPERTINA

I boss leggono, che scoperta!Non solo armi, denaro e santini: nei nascondigli deiboss si trovano anche romanzi e saggi. Marcello Pesce,il latitante arrestato questa settimana a Rosarno,ama leggere Sartre. Ma Pesce non è un’eccezione:anche gli altri boss sono lettori appassionati.MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Tutti a stupirsi che Marcello Pesce, il latitante arre-stato giovedì scorso a Rosarno, legesse Jean-PaulSartre. Questa settimana l’Italia ha scoperto,rimanendone addirittura sconvolta, che la ‘ndran-gheta non ha familiarità solo con armi, droga edenaro ma anche con i libri. Come se i boss fosse-ro gli ultimi della classe, non classificati e riman-dati a settembre. Ancora si è legati a quella visio-

ne agropastorale della ‘ndrangheta in cui esisterebbero dei capibastone che mandano i propri virgulti a pascolare le capre. Maè una visione che appartiene a quasi 50 anni fa, i nuovi boss sisono scrostati dei retaggi della veccha guardia. La ‘ndranghetaoggi è una holding del crimine, mica pizza e fichi secchi. La‘ndrangheta oggi legge, si informa, va all’università e frequentamaster, se è possibile all’estero. Più sai, più vali... e più coman-di.Pesce non è l’unico boss ad essere appassionato di lettura - ecomunque sia, qualcosa devono pur fare rintanati per anni inuna cella o nei loro nascondigli (ah, a proposito anche MarcelloPesce si nascondeva niente poco di meno che nella propria abi-tazione!). Pesce ama Sartre, Tolstoj, Proust, Garcia Marquez, quattro bri-scole della letteratura mondiale. Mentre Giuseppe Setola, delclan dei Casalesi, leggeva Wojtyla; gli agenti che hanno fattoirruzione nel suo covo, nel gennaio 2009, tra due lattine di cocacola e un panino smangiucchiato, hanno trovato il libro di

Giovanni Paolo II “Alzatevi, andiamo”. Michele Zagaria, suoconterraneo arrestato nel dicembre 2011, leggeva i libri diRaffaele Cantone, ex magistrato della Direzione DistrettualeAntimafia di Napoli. Meglio tenersi informati sugli studi che liriguardano, conoscere bene come agisce l’antimafia sulcampo... così da essere preparati ad attuare, di volta in volta,una strategia diversa. Il boss Luigi Cimmino, ritenuto capo dell’omonimo clancamorristico egemone a Napoli, adorava John Grishman, scrit-tore statunitense di gialli giudiziari; quando i carabinieri l’han-no scovato nella sua (!) abitazione hanno trovato una decina disuoi libri.Francesco Barbato, capo casalese di nuova generazione, legge-va libri di giornalisti anticamorra; i carabinieri trovarono nelsuo nascondiglio una copia di “Gomorra” di Roberto Savianoe “L’oro della camorra” di Rosaria Capacchione, la giornalistadel «Mattino» sotto scorta per le minacce dei clan. Così come leggeva Saviano El Chapo Guzman, il re del narco-traffico che i militari messicani hanno arrestato nel gennaioscorso, rinvenendo nel suo covo una copia di “ZeroZeroZero”.Persino Don Pablo Escobar, “El Patron”, nella lussuosa prigio-ne passata alla storia col nome di “La Catedral”, leggeva - loscrive lui stesso in una lettera - Stefan Zwueig, scrittore e poetaaustriaco naturalizzato britannico che, a cavallo tra gli anniVenti e Trenta del Novecento, è stato mediatore tra le nazioni,profondamente animato da sentimenti pacifisti e umanisti. Perciò risparmiatevi questo stupore da prima volta per quandovedrete arrivare Babbo Natale.

Lettera firmata da Pablo Escobar in cui informache è impegnato nella lettura di Stefan Zwueig

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DOMENICA04 DICEMBRE 4ATTUALITÀ www.rivieraweb.it

RIVIERA

GIUDIZIARIA

Il reato di associazione mafiosa, “appunti” Il delitto di associazione mafiosa è unreato “plurisoggettivo” e, come tutti ireati aventi questa natura, esige sulpiano oggettivo un numero minimo disoggetti agenti, che nel caso di specie èquello di tre, la commissione da partedi ciascun soggetto agente della con-dotta tipica prevista dalla norma diparte speciale ed alla quale consegue ilprodursi dell’evento (cioè nel caso dispecie la condotta di associarsi e l’even-to dell’esistenza di una struttura asso-ciativa). Sul piano soggettivo, poi, incapo a ciascun soggetto agente occorrela coscienza e volontà della condotta(cosiddetta suitas della condotta); lavolontà dell’evento; il dolo specifico, seprevisto, dalla norma di parte speciale,che nel caso di specie è costituito dallavolontà di perseguire la finalità di rea-lizzare il programma criminoso.Ovviamente qualunque soggetto, checoncorra nella commissione del reato,di cui all’art. 416-bis del codice penale,

ponendo in essere la condotta tipica edavendo il dolo sopra descritto, deveconsiderarsi a tutti gli effetti un sogget-to attivo del reato, cioè un partecipedell’associazione di tipo mafioso. Laprova del fatto che un certo soggetto siapartecipe dell’associazione può esseretratta: sia da elementi, che dimostrinodirettamente l’avvenuta affiliazione delsoggetto alla consorteria mafiosa (sipensi ad esempio ad una chiamata dicorreo plurima, che indichi un certosoggetto come affiliato), sia da elemen-ti, che dimostrino indirettamente taleintraneità nella consorteria, come adesempio l’accertata commissione daparte del soggetto di più reati-fine. In questa ultima direzione si è ritenutoche l’appartenenza all’organizzazionemafiosa possa essere provata sulla basedel costante collegamento e dei conti-nui rapporti del soggetto indagato conalcuni esponenti del sodalizio crimino-so, semprechè da tali rapporti possa

evincersi la “messa a disposizione” delsoggetto nei confronti dell’organizza-zione, destinata ed idonea a concretiz-zarsi in un qualsiasi settore specifico diattività o di interesse dell’organizzazio-ne mafiosa. Questa è l’impostazioneaccolta dalle Sezioni Unite della Cortedi Cassazione (Cass. S.U. 30.10.2002,Carnevale, CP, 2003, 3276, CED Cass.n. 224181) che, nel delineare le diffe-renza fra il reato di partecipazioneall’associazione mafiosa e quello diconcorso esterno nella stessa, hannoprecisato che l’espressione “fa parte”contenuta nella norma incriminatricecomporta che il soggetto si impegni, inqualsiasi modo, trattandosi di un reatoa forma libera, a prestare un contributoall’attività dell’organizzazione avvalen-dosi, o comunque con la consapevolez-za di potersi avvalere, della forza inti-midatrice del vincolo associativo e dellecondizioni di assoggettamento e diomertà che ne derivano, con la preci-

pua finalità di perseguire gli obbiettividell’organizzazione stessa. In sostanzanon basta, per far parte di un’associa-zione mafiosa, un atteggiamento psico-logico di mera adesione al programmacriminoso dell’organizzazione ed alleconcrete attività attraverso le quali essoè stato attuato; occorre, invece, comesopra si diceva, l’assunzione di un ruolomateriale all’interno dell’organizzazio-ne con conseguente assunzione diimpegni finalizzati al conseguimentodegli scopi del sodalizio. Questa inter-pretazione è stata ribadita anche conmaggiore chiarezza in una successivadecisione dove si afferma con esempla-re chiarezza:”In tema di associazione ditipo mafioso, la condotta di partecipa-zione è riferibile a colui che si trovi inrapporto di stabile e organica compe-netrazione con il tessuto organizzativodel sodalizio, tale da implicare, più cheuno status di appartenenza, un ruolodinamico e funzionale, in esplicazione

del quale l'interessato prende parte alfenomeno associativo, rimanendo adisposizione dell'ente per il persegui-mento dei comuni fini criminosi”(Cass. S.U. 12.7.2005, Mannino, RP,2005, 1169, CED Cass. n. 231670). Edal riguardo le Sezioni Unite hannoaggiunto che la prova della partecipa-zione potrà essere fornita attraversoelementi definiti come indicatori fat-tuali, cioè regole di esperienza attinen-ti al fenomeno mafioso sulla base dellequali possa evincersi la compenetrazio-ne del soggetto nell’organizzazione cri-minosa, quali ad esempio l’affiliazionerituale, la commissione di delitti-scopo,i comportamenti tenuti nelle pregressefasi di "osservazione" e "prova", oltre amolteplici, variegati e però significativifacta concludentia dai quali possa evin-cersi la costante permanenza del vinco-lo associativo (Cass.pen. 11.12.2007,Addante ed altri, CED Cass. n.238839).

Dalla Locride alla Bocconi con una startup innovativaRINALDO NICITA,GASTROENTEROLOGO DI LOCRI, È UNO DEGLI OTTO IDEATORI E PROGETTISTI DI “ASSIEME” UNA STRATUP CHE HA A CUORE I DISABILI E GLI ANZIANIAncora una volta dobbiamo regi-strare, con orgoglio, che un nostroconterraneo si fa valere al Nord.Il 21 novembre, infatti, presso ilsalone dell’Università Bocconi divia Rontgen a Milano, si è svoltal’annuale presentazione dellemigliori startup italiane: quest’an-no solo 42 allo Startupday.Queste ultime rappresentano delleidee-progetti brillanti e originali daportare all’attenzione di investitori,quest’anno in maggioranza esteri(in particolari inglesi e americani). Per giungere al cospetto deglieventuali finanziatori, questi pro-getti subiscono un accurato eminuzioso passaggio ai raggi X daparte di esperti, con la supervisio-ne dei Professori della Bocconi,

che in atto rappresentano il top del-l’economia e finanza italiana nelmondo.I progetti ritenuti attuabili e con unpiano finanziario (business plan)convincente saranno scelti peressere finanziati e quindi attuati.Gli investitori valutano chiara-mente secondo il loro tornaconto,programmando di finanziare,eventualmente, la startup, riuscen-do a rientrare con il loro capitaleentro un tot di anni (3-5 anni), perpoi iniziare a realizzare utili neltempo.Delle 42 startup faceva parte“ASSieme” e uno degli otto idea-tori e progettisti è appunto un cala-brese: Rinaldo Nicita, gastroente-rologo di Locri già conosciuto per

il suo lavoro e le innovazioni inendoscopia digestiva portate nellanostra zona.In particolare, Rinaldo Nicita hapartecipato a un esperimento effet-tuato appunto dall’UniversitàBocconi che è riuscita, mettendoassieme due gruppi di professioni-sti appartenenti a generazioni con-tigue, a formare un gruppo che,esprimendo e pianificando le pro-prie idee innovative potesse attrar-re l’attenzione e i capitali degliinvestitori.La Startup consiste, per ora, secon-do un’approfondita indagine dimercato, nello strutturare l’assi-stenza delle “badanti” e sanitariadomiciliare privata, nel centro dialcune città (Venezia Genova, ecc)

dove il tenore di vita, relativamen-te alto, si accompagna ad una scar-sa possibilità di avere una efficien-te ed efficace presa in carico deidisabili o anziani e dove la badan-te non sia precaria.L’innovazione consiste anchenella formazione delle suddettefigure e nella creazione di un carenurse assistent che si occupi a360° del disabile temporaneo ocronico e degli eventuali loroamici a quattro zampe.La grande sfida per la Calabria eper il Sud, invece, consiste nel cer-care di trattenere i suoi figli crean-do loro un habitat favorevole allosviluppo dei loro progetti che fino-ra hanno fatto grande l’Italia e nonsolo.

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La copertina

www.rivieraweb.it DOMENICA 04 DICEMBRE 06

“Il 22 novembre, a due anni tondi tondi

dalle elezioni, è statadepositata in cancelle-

ria la sentenza dellaCorte Costituzionale

che ha dichiarato ille-gittimo escludere il

miglior perdente dalConsiglio regionale,

poichè la legge è statasfornata in regime di

prorogatio

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Wanda Ferro, medaglia d’argento allescorse elezioni regionali, potrà entrare inConsiglio. Sì perchè, nonostante le oltre188mila preferenze incassate, le era statasbattuta in faccia la porta di PalazzoCampanella, per via di una legge elettora-le che impedisce al miglior candidato per-dente di entrarci e ottenere un seggio, unalegge che viola palesemente il principiodemocratico che affida al leader della coa-lizione sconfitta la responsabilità di guida-re l’opposizione.Ma lo scorso 22 novembre, dopo due annitondi tondi da quelle elezioni, è statadepositata in cancelleria la sentenza dellaCorte Costituzionale che ha dichiarato l’il-legittimità dell’art. 1 della legge nella partein cui escludeva il miglior perdente dalConsiglio regionale, poichè la legge è statasfornata nel settembre 2014 in regime diprorogatio per le dimissioni di GiuseppeScopelliti, rassegnate il 29 aprile. A sfornarla, in una notte, una formazionedi centro destra che sedeva a palazzoCampanella, la quale probabilmenteaveva fiutato “la mucca nel corridoio”,come direbbe Bersani. Era nota, infatti, lasimpatia politica che Silvio Berlusconinutriva nei confronti della Ferro, tanto chepoi la ricevette un mese prima dalle elezio-ni nel “tempio” di Arcore, lanciandola allaconquista della presidenza con un “ce lapuoi fare: noi siamo tutti con te”. E quin-

di, riprendendo Bersani, la banda di fur-betti confezionò “un tortello a misura dibocca”.È chiaro che quella notte in quel “pastifi-cio” si è pasticciato troppo, compiendospudoratamente un’azione illegittima,legiferando quando non era consentitofarlo e in più inserendo una norma antide-mocratica che tappa la bocca al principalerappresentante dell’opposizione. Grazie a quella modifica poterono entrare

a Palazzo Campanella Ennio Morrone, diForza Italia, eletto nella circoscrizioneNord e Giuseppe Mangialavori, Casadelle Libertà, eletto nella circoscrizioneCentro. “Ci hanno levato la briscola esiamo rimasti col due in mano” commente-rebbe Pier Luigi.La Ferro, da vera signora, ha preferito “unpasserotto in mano piuttosto che un tacchi-no sul tetto” (è sempre una perla di Bersanitradotta con “meglio un uovo oggi che unagallina domani”), impugnando solo la

parte della legge che la riguardava “aven-do scelto - ha dichiarato - di non contesta-re l’intera norma per senso di responsabi-lità verso una Regione che ha bisogno diessere governata e per rispetto della chia-rissima volontà popolare di affidare que-sto compito a Mario Oliverio”. Quest’ultimo, per tutta risposta, si è costi-tuito contro la Ferro con i legali dellaRegione, per scongiurare il rischio di unoscioglimento anticipato del consiglio. Sì

perchè, essendo stata emanata in regimedi prorogatio, la legge elettorale è illegitti-ma dal primo all’ultimo rigo. A confermar-lo, tra l’altro, ci sarebbe una sentenza dellaCorte Costituzionale, depositata il 15 mag-gio 2015: tutte le leggi approvate in regimedi prorogatio, che esorbitano dai limitidell’“ordinaria amministrazione” o dallacategoria degli “atti urgenti dovuti”, sonoda ritenersi nulle poichè violano l’articolo123 della Costituzione, articolo che persi-no i sostenitori del SÌ hanno avuto la

decenza di sottrarre alle grinfie dellaRiforma. La Consulta, però, omette di invalidare leelezioni. La Consulta sorvola. Ma “sepiove, piove per tutti”, ci insegna il nostroPier Luigi. Per adesso pioverà solo perEnnio Morrone e Giuseppe Mangialavori:il 25 gennaio sarà discusso in un’udienzapubblica il ricorso elettorale e, prendendoin esame il verbale delle operazioni eletto-rali del 23 novembre 2014, si deciderà chi

tra i due dovrà cedere il posto alla Ferro.Quest’udienza, però, metterà in parte unapezza a questa assurda faccenda: “Se bevil’acqua non dimenticarti di chi ha scavato ilpozzo” - dice sempre lui. Il 25 gennaioprossimo uscirà da Palazzo Campanellasolo chi, in questi due anni, ha bevutoacqua illegittimamente, ma chi ha scavatoil pozzo resterà impunito. Perchè in fondo “è difficile rimettere il den-tifricio nel tubetto”!

Wanda Ferro, la mucca nel corridoio

Il 25 gennaio sarà discusso in un’udienza pubblica il ricorso eletto-rale e, prendendo in esame il verbale delle operazioni elettorali del23 novembre 2014, si deciderà chi tra Ennio Morrone eGiuseppe Mangialavori dovrà cedere il posto alla Ferro

Non vogliamo assolutamente buttarla in vacca, perchè il caso Wanda Ferro è unaquestione cruciale che va al di là della disputa elettorale e investe presente e futurodella democrazia in questo Paese. Abbiamo solo voluto divertirci immaginandocome Pier Luigi Bersani commenterebbe i vari passaggi di questa assurda vicenda

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www.rivieraweb.it REDAZIONALE DOMENICA 04 DICEMBRE 07

L’avventura gastronomica ha inizio non appena si varca la sogliadel negozio e, rapiti da una tale vastità di prelibatezze, ci siperde tra i reparti. Il viaggio si fa più interessante nel momen-to in cui ci si rivolge a chi da anni manda avanti con impegno e

passione la macelleria Giorgini, per scoprire dei professionisti con lavocazione del servizio, che vanno fieri della qualità dei prodotti chetrattano.La Macelleria Giorgini è ciò che si definisce negozio di fiducia: qui tro-verai un trionfo di sapori e di tentazioni, che vanno dai migliori tagli dicarne fresca, accuratamente selezionata fra le più alte referenze sulmercato nazionale, ai prodotti di superba pasticceria, dal reparto di tèe caffè - che ospita le migliori miscele di caffè sfuso e in lattina e tra lepiù pregiate selezioni di tè e infusi - alla ricca enoteca nell'elegantepiano superiore, dov'è possibile trovare le più importanti case vinicoleitaliane e internazionali. Vini rossi, bianchi, rosé, vini dolci, spumanti,champagne e distillati. Ogni scaffale custodisce gioielli dell’enologia

italiana ma non solo, tutti accu-ratamente selezionati: vini digrande livello, vini invecchiati,grandi e rari formati, distillatipreziosi. Nel reparto cioccolateria, in bellamostra il goloso ed eleganteassortimento di una delle piùgrandi firme del cioccolato italia-no: Andrea Slitti, oggi considera-to uno dei più esperti cioccolatie-ri artigianali al mondo, con un'in-vidiabile lista di medaglie d'oro,ricevute nei più prestigiosi con-

corsi internazionali.La cioccolateria Slitti vanta una linea di prodotti ampia e selezionatache inizia la lavorazione delle tavolette partendo dalle fave di cacao. Aqueste vengono miscelati con cura e passione ingredienti pregiati,facendo delle antiche tradizioni un'arte innamorata della qualità.Nello stesso reparto trovi gli inconfondibili panettoni Loison, unapasticceria di successo, il cui segreto sta nell'accurata selezione degli

ingredienti e nel tempo dedicato alla lavorazione. Gli ingredienti esal-tano la fraganza della pasticceria Loison e i sapori si incidono nellamemoria rievocando gusti antichi e genuini. Il panettone classico Loison è realizzato secondo la tradizionale ricet-ta milanese, "scarpato" ovvero tagliato in superficie a mano con ilcaratteristico taglio a croce; la pasta, profumata e morbida, è arricchi-ta con uvetta, scorze candite di arance di Sicilia e cedro di Diamante inCalabria. È possibile scegliere numerose varianti con gusti innovativied esclusivi: dal panettone impreziosito con il Fico di Calabria, a quel-lo con l'Uva Sultanina di Turchia. Anche il Pandoro, preparato conuova selezionate e burro di qualità, si trova tanto nella versione classi-ca quanto farcito con le più raffinate creme di pasticceria, realizzateutilizzando il più pregiato cacao del Sud America o l'aromatica e unicavaniglia Mananara del Madagascar. I processi di lievitazione naturalee di raffreddamento non forzato - ben 72 ore di paziente attesa - garan-tiscono freschezze e durata e... quei profumi che solo la natura sa dare.Accanto ai panettoni Loison, anche i panettoni Pepe, la casa del migliorpanettone d'Italia 2016, realizzato dall'eccellente maestria di AlfonsoPepe, insignito nel 2015 del premio "Re del panettone di Napoli".Oggi a partire dalle 16 presso la Macelleria Giorgini potrai assapora-re sia l'irresistibile cioccolata Slitti, in tutte le sue raffinate varianti, siai golosissimi panettoni Pepe, sia la linea Top dei panettoni Loison,ovvero l'eccellenza che si distingue per la scelta di ingredienti pregiatie di qualità superiore. Novità di quest'anno in casa Loison, dopo ilpanettone alla Camomilla del 2015, sarà il panettone alla Rosa. Perrealizzarlo è stato utilizzato un blend di rose tra cui la RosaDamascena, la regina delle rose, a cui è stato aggiunto il preziosoSciroppo di Rose Liguri, Presidio Slow Food, ricavato da un'antica erinomata tradizione della lavorazione dei petali di rosa che risale al1600.Ad accompagnare la degustazione di cioccolata e panettoni, le etichet-te delle più prestigiose case vitivinicole al mondo: Ca' del Bosco,Antinori, Grand Siècle... In più oggi potrai approfittare di uno sconto del 10% su tutti i tuoiacquisti. Cosa aspetti? Per questo Natale regalati e regala un'esperien-za gastronomica indimenticabile.

Maria Giovanna Cogliandro

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Siderno, Via Cesare Battistiinfo : 0964 380723

Macelleria Giorgini,regala al tuo palato il Natale che merita!

Oggi, a partire dalle 16:00, degustazione dei nuoviprodotti della pregiata Cioccolateria Slitti, della lineaTop dei panettoni Loison e di casa Pepe, dove vienesfornato il migliore panettone d'Italia.In più, solo per

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RIVIERA

DOMENICA04 DICEMBRE 08www.larivieraonline.com ATTUALITÀ

Ricordo ancora con immediatezza quando, nel 2010,eletto da alcune settimane, mi sono recato presso lasede dell’Anas di Reggio Calabria. Lì ho subito esor-dito dichiarando che se fossi stato Sindaco quando erasuccesso l’ultimo, ed ennesimo, incidente mortale sulponticello del torrente Isola, tra Bianco e Africo, misarei incatenato, in segno di protesta e di denuncia perl’estrema pericolosità di quel punto della S. S. 106.Contestualmente, da una parte sollecitavo con consa-pevole aggressività verbale l’allargamento di quellamaledetta strettoia, situata peraltro tra due dossi e inun tratto rettilineo di strada, dall’altra comunicavo aimiei interlocutori che già nei precedenti impegniamministrativi avevo posto quello stesso drammaticoproblema. Allora la risposta era stata genericamentepossibilista, strettamente condizionata dalle disponi-bilità finanziarie dell’Azienda, ma anche dalla man-canza di un progetto.In quest’ultima occasione, e nelle numerose altre suc-cessive, l’ing. Antonella Divece e il suo più stretto col-laboratore in questo specifico intervento, geom.Sirianni, sono stati più tranquillizzanti, garantendo-mi che l’allargamento del ponticello, anche dal puntodi vista progettuale, era all’ordine del giorno; si tratta-va solo di aspettare il verificarsi di alcune condizioni.

Intanto della questione si è cominciata a interessareanche la Riviera, con una serie di articoli ben docu-mentati e relative puntuali denunce del problema,sicuramente il più grave e pericoloso di tutta la partemeridionale della 106. Questo tiro incrociato,dell’Amministrazione comunale di Bianco e de laRiviera, ha prodotto un primo importante risultato,sebbene non risolutivo, con l’installazione di unasegnaletica particolarmente visibile e di una certa, siapur limitata, efficacia.Oggi, insieme con questo giornale, possiamo esseresoddisfatti del nostro costante lavorìo, che è stato sicu-ramente decisivo, unitamente all’impegno (mantenu-to) dell’ing. Divece e del geom. Sirianni (con i qualimi sono sentito in questi giorni, ringraziandoci vicen-devolmente, inclusa la Riviera), ma ultimamenteanche dell’ing. Marzi. Infatti, l’intervento di all’allar-gamento della micidiale strettoia sta per essere com-pletato e, in attesa (?) della nuova 106 a due carreg-giate, la situazione di maggior rischio di incidente inquesto tratto di strada sta per essere rimossa. Fermorestando l’obbligo di una guida attenta e responsabi-le, rispettosa della propria vita e di quella degli altri,sempre.

Antonio Scordino

Un pericolo in meno

Pietro Grasso:«Riace è un“gioiello” d’Italia»La proiezione di "Un paese di Calabria", il docufilm diShu Aiello e Catherine Catella su Riace, ha dato alpresidente del Senato, Pietro Grasso, l'occasione perdefinire il borgo della Locride un "gioiello" d'Italia.Secondo Grasso la preziosità di questo gioielli risiede-rebbe nella politica d’integrazione promossa daDomenico Lucano “esempio - ha affermato il presi-dente del Senato - di come occorrano uomini capaci disognare in grande e in grado coinvolgere altre perso-ne, giorno dopo giorno» per poter valorizzare la nostraterra e, ragionando più in grande, l’intero Paese.

STRADA STATALE IONICA 106 Referendum:Niente di nuovosotto il soleIl cuore della riforma costituzionale – il bicame-ralismo parlamentare – non è una novità. Moltisono i documenti di stampo politico e accademi-co che lo attestano. Uno di questi, assai ponde-roso, inserito in una ampia ricerca intorno aduna possibile riforma della Costituzione, appar-ve nel 1983, ad opera del c.d. “Gruppo diMilano”, costituito da importanti giuristi e intel-lettuali di diversa estrazione politica e culturale,tra i quali, Augusto Barbera, Franco Pizzetti,Domenico Fisichella, Giuliano Urbani (chesarebbe diventato uno dei fondatori di ForzaItalia), Gianfranco Miglio, col ruolo diCoordinatore (che sarebbe diventato l’ideologodella Lega) e Leo Valiani, senatore a vita. Laricerca fu pubblicata in due tomi all’interno diuna Collana di una importante Casa editricespecializzata in pubblicazioni giuridiche. Bene, a proposito del bicameralismo parlamen-tare, in sintesi, le proposte erano le seguenti: 1)al posto del bicameralismo paritario, un «bica-meralismo differenziato» (dopo avere preso inesame, e accantonata, l’ipotesi di un Parlamento«monocamerale», così strutturato: unaAssemblea Legislativa e una Camera delleRegioni o Senato «come meglio si preferiràchiamarla» chiosarono gli autori; 2) La Cameradelle Regioni, o Senato, composta da circa 100membri, «delegati» dai “Governi” delleRegioni; 3) Alla Assemblea Legislativa (o“Camera politica”) le seguenti funzioni: a) con-trollo politico sul Primo Ministro e sul Governo,capace di tradursi nel voto di sfiducia, con con-seguenti dimissioni del Primo Ministro e sciogli-mento automatico della Camera stessa, ed altroancora 4) La Camera delle Regioni, o Senato,concepita come una Assemblea permanete«destinata a realizzare una rappresentanza poli-tica indiretta, filtrata attraverso l’ottica dellerealtà regionali, e cioè collegata al quadro politi-co territoriale periferico», modello che esplicita-mente si ispirava a quello del Bundesrat, comefoggiato dalla Costituzione tedesca.Sulla riduzione del numero dei parlamentari,nella Relazione si legge: «poiché, in base alleanalisi diagnostiche condotte dal nostro gruppodi ricerca, uno dei vizi più gravi del nostro siste-ma politico è stato concordemente individuatonell’eccessiva dilatazione dell’area delle “renditepolitiche”, un disegno “razionalizzante” di rifor-ma degli organi del Sistema di Governo comequello che abbiamo elaborato non poteva nonproporsi il problema di un energico ridimensio-namento dell’organico parlamentare».La ricerca ricordava anche la proposta di LeggeCostituzionale presentata all’inizio della VIILegislatura (6 luglio 1976), dall’On. GerardoBianco, con la quale oltre a proporre una revi-sione degli artt. 70 e 74 Cost. (per uno snellimen-to del procedimento legislativo nel senso di attri-buire la deliberazione della legge solo allaCamera cui alternativamente il disegno di leggefosse presentato), veniva proposta una drasticariduzione del numero dei parlamentari, in 380 ilnumero dei Deputati e in 175 quello deiSenatori.Nella VIII Legislatura, da diversa sponda politi-ca (allora), la riduzione dei parlamentari fuautorevolmente e ripetutamente sostenuta inpubbliche dichiarazioni e interviste dall’on.Nilde Jotti, allora Presidente della Camera deiDeputati.Dunque, nulla di nuovo sotto il sole.

Francesco Macrì

Questa settimana la televisione di Stato è tor-nata a parlare della nostra terra durante la tra-smissione di Domenico Iannone I DieciComandamenti. All’ordine del giorno, oltre aun profilo dettagliato della nostra regione ingenare e del nostro comprensorio in particola-re, l’eccellenza Musaba, della quale il nostrogiornale ha parlato la scorsa settimana, l’ele-zione di Francesco Bruzzaniti a sindaco diAfrico e i mali che dilaniano la nostra terra,affrontati come sempre con grande obiettivitàda Gioacchino Criaco, autore del successoAnime Nere.

Dieci Comandamenti per rivalutare la Locride

Dopo aver spiegato le ragioni del NO Fratoiannidimostra di tenere a SidernoDurante il suo intervento a Siderno del 24novembre scorso, oltre a spiegare i motivi per cui,a suo parere, la riforma costituzionale per la qualei cittadini dovranno votare nella giornata di oggisarebbe “pasticciata”, Nicola Fratoianni ha sor-preso l’uditorio locale affermando di avere moltoa cuore la delicata questione della fabbrica ex BPdivenuta di pressante attualità nell’ultimo perio-do. Il deputato di Sinistra Italiana, infatti, ha inquella sede promosso il proprio impegnomostrando un’interrogazione parlamentare nellaquale chiede urgenti interventi da parte di chi dicompetenza ma, a oggi, ancora non sappiamo sela sua iniziativa abbia avuto seguito.

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DOMENICA04 DICEMBRE 09www.larivieraonline.com ATTUALITÀ

A Natale a "La Cascina"

è tutto più buonoIl Natale arriva anche per deliziare i palati, per trasportarli in un mondo di irresistibile dolcezza e infi-nita bontà. A "La Cascina 1899" il Natale è particolarmente sentito e anche quest'anno sarà più dolceche mai. Qui trovi l'unico, l'originale, il primo Panettone Artigianale farcito con Crema alBergamotto secondo un'antica ricetta esclusiva. Rinomato per la sua fragranza e per il delicatoaroma al bergamotto, il panettone sfornato da "La Cascina 1899" è un prodotto esclusivo, di altapasticceria.Per i più golosi è possibile scegliere, invece, il panettone classico con un goloso ripieno di Gocce diCioccolato oppure il panettone farcito con avvolgente Crema al Pistacchio o, ancora, il panettonecon Crema al Passito, un'esclusiva de La Cascina, che ha scelto di impreziosire il panettone classi-co con una squisita Crema al Passito di Pantelleria, oggi esportato e apprezzato in tutto il mondo. A "La Cascina 1899" troverete anche i Torroni di pura mandorla ricoperti da un prelibatissimo cioc-

colato - sia bianco che nero - aromatizzato al Bergamotto, all'Arancia, al Mandarino, al Cedro e alPeperoncino. Tutti prodotti genuini, di alta qualità, realizzati con ingredienti selezionati con cura che

stuzzicano il palato, grazie alle combinazioni uniche di sapori e profumi.Ma sulla tavola delle vostre Feste non potranno mancare i deliziosi liquori artigianali de La Cascina, primi

tra tutti il delizioso liquore al bergamotto e il morbido e sensuale liquore alla crema al bergamotto, entrambi dall'aromainconfondibile e ottimi da gustare freddi a fine pasto, ma anche per guarnire gelati e preparare torte e dolci, così da con-cedere al vostro palato una suadente e prolungata carezza.La Cascina 1899 ha puntato tanto sul Bergamotto - un frutto straordinario che ha ormai travolto l'alta gastro-nomia - scegliendo di declinarlo in dolce: oltre ai panettoni, ai torroni e ai liquori, qui troverai altre

perle di gusto come i Babà al Bergamotto, i Bergamaretti e i Cioccolatini aromatizzati albergamotto La Cascina 1899 sceglie il gusto e il profumo impastati alla tradizio-

ne. C'è solo un rischio ad assaggiare questi gioielli di bontà:non poterne più fare a meno!

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DOMENICA04 DICEMBRE 10www.larivieraonline.com ATTUALITÀ

Caro Direttore editoriale,sei stato indicato con merito da Oliverio comecomponente del Comitato d'onore per le cele-brazioni Alvariane. Sei stato sindaco a lungo, saiche prescrivendo Cultura si scrive una ricetta chefa effetto e che dobbiamo osservare una curacompleta, sociale ed economica, per affrontarequest'epoca rovinosa, che è tale a partire dallecomunità locali: qui non possiamo cavarceladicendo che non riusciamoad aiutarle, perché la genteormai vive solo una rabbianascosta, perché il Sud èfuori dall'Agenda naziona-le (e lo è davvero), perché ibilanci dei municipi sonoprosciugati quando nonfalsati. Dobbiamo farciavanti tutti. Giorni faCesare Romiti ha fatto unosplendido ragionamentosul Corriere della Sera:"Manca il lavoro, quindimanca tutto, prospettive,dignità, fiducia. Non sarà ilJobs Act a creare lavoro, lalegge può creare le condi-zioni, ma poi servono investimenti pubblici e pri-vati. La svolta può venire dal basso, dai territori,dai paesi, ogni comunità deve darsi da fare. Lescuole cadono a pezzi? Allora coinvolgiamo lefamiglie. Se chiedi agli italiani uno sforzo per loStato, si chiamano fuori. Ma se chiedi uno sforzoper il loro ospedale, il loro parco, la loro strada,allora rispondono. Non è possibile che i fiuminon si riesca a regimentarli, che la terra frani.Prima ancora delle opere straordinarie è neces-saria la manutenzione del territorio. Così si indu-ce la gente a investire i risparmi, paghi salari, fairipartire la domanda interna. Si possono sospen-dere una serie di imposte, facciamo lavorare igiovani, i disoccupati, i cassintegrati. Dobbiamotrovare la forza del riscatto dentro di noi.Facciamo in tutt'Italia quel che hanno fatto alleCinque Terre, ricostruendo la via dell'Amore".Bovalino (e altri posti), venerdì 25 novembre: ifiumi esondano e sempre nelle stesse zone, arre-cano gravi danni ad abitazioni e cose, provocanopaura, i tombini sono intasati a causa dell'irrisol-to problema della raccolta dei rifiuti, si denuda-no le scelte scellerate di cementificazione, tuttiproblemi che nessun amministratore ha saputoaffrontare, ma non vanno neppure nascosti gliatti di vandalismo "urbano" che compromettonola "tenuta" del territorio. Il maltempo ci ha ricor-dato che spendere i soldi male, senza un'attentaindagine sulle cose da fare, produce sprechi econdanna alla devastazione il territorio.Bovalino prima e dopo del 25 novembre, istanta-nea dal Borgo, dove abito (ma potevamo sceglie-re un altro rione come esempio): tutto è progres-sivamente in rovina, un numero sempre crescen-te di abitazioni chiuse, non rientrano più neppu-re tanti emigranti in estate, catenacci ormaiarrugginiti alle loro porte, politica dell'accoglien-za per gli immigrati del tutto discutibile, tra fittiin nero e ambienti malsani, illuminazione pubbli-ca guasta (ancora oggi), buche dappertutto, isegni tremendi delle recenti intemperie. Oggi,Bovalino, il paese di Mario La Cava e del turi-smo ante litteram, appare come un comune"schiantato", privo di servizi. Non si può usare inquesti posti la ricetta di Romiti? Le famiglie sifanno sentire a scuola, chiedono, insieme allalavagna luminosa, la mensa. Chiedono tutela perla salute, usano la loro energia, puliscono davan-ti casa, ma anche gli spazi comuni, non buttano idetriti dal ponte, spendono un po' di soldi senzaaspettare che l'acqua entri in casa dalle persianesfatte. Si coinvolge la gente a lavorare, si chiededi rivedere le tasse e di perseguire gli evasori, sivalorizzano i momenti come la fenomenaleInfiorata di agosto, si demoliscono i ruderi, sibonificano gli spazi. Si scelgono amministratori(e non si fanno loro sconti) capaci, che riesconoa ottenere finanziamenti pubblici per fare leopere, si crea lavoro, si stimola il privato, insom-ma ci si impegna in un piano straordinario, comeindicava l'ex amministratore delegato della Fiat,che non ha dimenticato i suoi trascorsi di poverodurante e nell'immediato dopoguerra. Un climadi ricostruzione, un bisogno di ricostruzione. Noisiamo chiamati a rispondere di un impegnograndemente impopolare quanto ineludibile: chile deve fare queste cose, chi le deve organizzare?I partiti oggi sono delle "realtà contraffatte",impastati di affanni e incapacità, un motivo inpiù per rifarli e per dargli questo compito di por-tare nelle istituzioni i problemi reali. I partiti deb-bono avvicinare e avvicinarsi a quei tanti chehanno senso civico e non vogliono una tessera.

quasi profetica Corrado Alvaro. Eravamonel 1953 e la pioggia, ancora una volta, avevasconvolto la Calabria.Lo scrittore di San Luca scrive un editorialesul Corriere della Sera e dopo aver dimo-strato la storica disattenzione dello Stato neiconfronti della nostra regione avverte “ilpopolo calabrese ha virtù generose ridotteormai allo stretto mondo familiare e questa

è la sola leva delle sueconquiste”. Il punto diarrivo potrebbe esserescontato: “…può finire informe di disgregazionisociali dopo aver tenutoduro per oltre un secolonelle sue virtù fonda-mentali...” Ci siamo den-tro. E non l’avremmomeritato! Infatti Alvarochiude il suo editorialecon queste parole: "...aquesti uomini è tempo dioffrire un compito e unasperanza, perché diano irisultati che conoscebene chi li ha veduti in

guerra e ai lavori sotto tutti i cieli”.Invece ci hanno dato repressione, galera,emigrazione ai limiti della deportazione,assistenzialismo teso a corromperci, unaburocrazia generalmente incapace e ottusa,una classe dirigente subordinata.Hanno stravolto la nostra storia e oggi gliunici calabresi a cui vengono tributati onori,gloria, privilegi e fama sono quelli che deni-grano sistematicamente la Calabria.Che fare?Intanto assumere una autonomia di pensie-ro e non ballare quando qualcuno muove labacchetta di comando.In questi giorni ho visto intorno a noi centi-naia di iniziative sul quesito referendarioche di colpo è diventato l’alfa e l’omega diogni nostra discussione.In questa nostra terra, caro Franco, laCostituzione viene ogni giorno ferita. Feritanegli ospedali, nei giovani disoccupati, nellecarceri, nei tribunali, nelle scuole soppresse,nella mancanza di prevenzione. Nei centristorici abbandonati e nelle campagne incol-te.Noi muti, supini e silenti.A un certo punto, e improvvisamente, comeattori in una folle scena da teatro dell’assur-do, la “classe dirigente” si mobilita e recitauna parte utilizzando un copione scritto daaltri e per altri.Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da pian-gere.“Sì” e “NO” ma nessun riferimento concre-to ai problemi della Calabria e noi danzato-ri folli sull’orlo del baratro.Tu proponi di ripartire da noi stessi, riaggre-gare il nostro “io” devastato, chiamare a rac-colta la gente sui problemi concreti!Un piano straordinario di Rinascita parten-do da noi stessi, dalle forze che abbiamo, daquel che realmente siamo.Concordo... ma non è facile.Siamo stesi al tappeto come un pugile lega-to che ha ricevuto troppo colpi in piena fac-cia.Mi consola un dato storico: il nostro popoloè riuscito a superare momenti difficili. Pensoalla lunga dominazione bizantina, alle incur-sioni turche, alla conquista spagnola, aldrammatico decennio francese. Ha superatoil 1783 e il 1908. Le alluvioni del 1951 e del1953. Le terribili guerre del secolo scorso,l’esodo biblico degli anni Cinquanta.Oggi è la prova più difficile soprattutto “per-ché non siam popolo, perché siam divisi”!Ed è questa logica che dobbiamo capovolge-re.Non sprechiamo le nostre energie in millepiccoli rivoli.Il 5 dicembre, qualunque sarà l’esito delreferendum, ripartiamo dalla Costituzioneche in Calabria non è mai stata attuata.Penso a una lotta non violenta ma sicura-mente difficile e aspra a cui ognuno è chia-mato a contribuire, nessuno escluso.Caro Senatore,Non sono un estremista. Alla mia età si ènaturalmente “moderati” ma è la situazionea chiederci di essere fermi e determinati indifesa di un popolo che non s’è mai sentitoStato perché lo Stato - questo Stato - nonl’ha mai riconosciuto come popolo.

Ilario Ammendolia

Caro Franco,per anni, nessuno ha ascoltato quel grido didolore proveniente dalle viscere dellaCalabria e oggi l’Istat classifica le provincecalabresi agli ultimi posti come qualità dellavita. Parma, Belluno e Trento ai primi posti,Reggio Calabria e Crotone nel gruppo dicoda. Tanti anni fa quando ho deciso direstare nella Locride mi sono guardatoattorno e ho trovato tuttofatalmente bello: la lin-gua, la musica, il mare, ilfascino arcano dellenostre leggende, i coloridelle nostre vallate, lanatura selvaggia e super-ba. Tuttavia la cosa chemi sembrava più bellaerano le persone: ledonne e gli uomini diquesta nostra terra. Eroattratto dalla loro fierez-za, della loro tenacia,della loro dignità, dal lorocarattere saggio e ribelle.Ho l’immagine di miopadre con una scala dilegno in spalla nel momento in cui venivaingoiato nel buio per recarsi al lavoro sulledisastrate linee elettriche di allora. Per pochisoldi e senza mai lamentarsi. E mio padrenon era affatto un’eccezione!Quei calabresi non esistono più (o quasi) edovremmo capirne la ragione.Intanto, lo aveva previsto, con una lucidità

Ma dobbiamo avere qualcosa di identificato e diidentificabile, di qualificato e maturo nel "senti-re" delle amministrazioni e dei cittadini. Lo Statocentrale non ci ascolta, e non è una novità, il mal-tempo e gli enormi danni registrati sul territorioin questi giorni hanno trovato poco spazio sul-l'informazione nazionale, e neppure questa èuna novità! È un fatto intriso di squilibrio e disqallore. Ma noi stiamo facendo una "chiamata a

noi stessi". E dobbiamo farlapari pari con il paradigmache ci ha indicato Vito Teti:orgogliosi di essere Italianidel Sud, non siamo oziosi elenti, non siamo sudici, nonsiamo maledetti, non ci per-diamo nella malinconia, nonsiamo 'ndranghetisti, se cidefiniscono pittoreschirispondiamo “Spiegateci chevolete dire...”, non vogliamocome Sud essere un'ombrascomoda ma una realtà chefunziona. Ora, non so quan-to somigli l'idea di "rivolta"che ho tentato di tratteggiarecon quella che tu "invochi"

spesso, posto che mi è capitato di dirti che talvol-ta arrivi a estremizzare le analisi. Ma ho purechiaro che un presidente americano disse chequando si è chiamati "estremisti" in difesa deidiritti... quella non è una brutta parola.

Franco Crinò

Non è stata ostile solo la naturaa Bovalino e in altri posti

BOTTA&RISPOSTA

La riflessione del senatore Franco Crinò sull’alluvione che ha colpito la Locride la scorsa settimanaè la base di alcune considerazioni sul ruolo sociale e politico che la Locride ricopre agli occhi delloStato. Risponde il nostro direttore editoriale Ilario Ammendolia, “estremista moderato” chechiede di schierarsi a difesa del popolo della Locride, mai tutelato dalle istituzioni centrali.

Il maltempo ciha ricordato

che spenderei soldi male,senza una

attenta indagine sullecose da fare,

produce sprechi e

condanna alladevastazione

il territorio.

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Non è stata ostile solo la naturaa Bovalino e in altri posti

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Il Sud d’Italia per la verità, come tutto ilPaese del resto, non gode di ottima famaper l’assistenza sanitaria e più in generaleper l’assistenza alla persona.Senza voler scomodare l’invalso sensocomune del pianto magno greco che qui inCalabria ha radici millenarie, vivere - eancora più morire - nella nostra terra, fuoridalla famiglia in situazioni di lunga decen-za, è più difficile che altrove. È un dato difatto.Di certo, tra le più svariate analisi possibi-li, trova spazio anche la carenza di struttu-re adeguate e più ancora molto spesso lascorretta (per non dire mala o fraudolenta)gestione delle stesse.Eppure, in uno dei territori più tristemen-te famosi che periodicamente assurgonoagli onori delle cronache per eventi nonproprio edificanti, ha sede una strutturache, a dir poco, sfata miti, giudizi e pre-giu-dizi, ridando senso e dignità al vivere l’au-tunno della vita e al partire accompagnati.Parlo e scrivo della struttura sanitaria alunga degenza Universo che si trova nelcomune di Africo, in provincia di ReggioCalabria. Si tratta di una ResidenzaSanitaria Assistenziale convenzionata conil SSN.E ne parlo da due prospettive: da oriundatrapiantata da oltre vent’anni nella capita-le d’Italia, che ha avuto modo di conosceree impattare con strutture adibite ad analo-

go scopo e da testimone diretta per avervissuto – recentemente – la condizione diparente di una persona costretta a viveregli ultimi momenti della sua vita lontana dacasa e ricoverata presso il centro Universo.Una testimonianza personale è sempreuna cosa seria perché racconta un’espe-rienza di vita vissuta e come tale ha valoreintrinseco e non opinabile.Costretta dal sopraggiungere di un ictusischemico grave che l’ha totalmente para-lizzata e dopo una degenza ospedaliera diuna ventina di giorni, la mia famiglia hadovuto ricoverare la nonna presso unastruttura a lunga degenza, non essendo piùpossibile offrirle cure adeguate a casa. Unalunga, estenuante ricerca di una locationdignitosa e attrezzata, ci ha condotti al cen-tro Universo di Africo.Nella settimana di ricovero della nonnaultracentenaria, abbiamo potuto constata-re una competenza professionale e unostandard igienico senza alcun confronto,non solo con altre strutture simili o noso-comi del territorio, ma posso affermare,senza alcuna tema di smentita, anche conmolte strutture di tutto il Paese.Se già questo potrebbe essere più che suf-ficiente per definire la struttura di Africoquasi un miraggio nel deserto, vi è in realtàun ulteriore fattore sorprendente a rende-re tale centro una location più unica cherara.

Se è vero, come scrisse Foscolo ne “ISepolcri”, che una civiltà che non rispetta imorti non merita di sopravvivere, di certouna civiltà matura e progredita si misurada come cura e rispetta i moribondi. Avolte la dignità delle persone morenti soc-combe cedendo il passo alla (o – nellamigliore delle ipotesi – è messa in ombradalla) mera professionalità sanitaria, quan-do presente. A volte, professionalità ecompetenza poco si conciliano con uma-nità e compassione. Al dolore del distacco da una persona caramalata o che non può più vivere in fami-glia, spesso si accompagna la frustrazione eil senso di impotenza di non poterle offrireun luogo e una qualità di vita analoghi aquelli familiari. Diceva San Camillo de Lellis, fondatoredell'Ordine dei Chierici Regolari Ministridegli Infermi (Camilliani), istruendo i con-fratelli su come andassero trattati gliammalati: "Quando vi dedicate agli amma-lati, mettete più cuore in quelle mani!".Ecco, nelle mani della dirigenza, del perso-nale medico, infermieristico, degli opera-tori sanitari, dei dipendenti e del persona-le tutto della struttura sanitaria Universo,vi è sì competenza, ma soprattutto cuore,umanità, rispetto della dignità e attenzionealla persona. Vi è soprattutto empatia,compassione, condivisione. A quelle maniche hanno accompagnato, coccolato,

rispettato gli ultimi giorni della nonna eche abbiamo constatato continuano adaccompagnare, coccolare, rispettare tuttigli ospiti della struttura, è possibile affidar-si, certi di trovare per sé o per i propri cariun tocco umano che – per certi versi e inparticolari condizioni di vita – vale più diuna cura sanitaria adeguata. Qui la profes-sione assume il ruolo prioritario di missio-ne. In tutti.Tutto ciò rende più lieve e sopportabileaccompagnare un caro nel transito dallavita alla Vita, o almeno questo è quanto èaccaduto a noi.Non è comune. Non è usuale.Quanto abbiamo vissuto con la mia fami-glia e gli ultimi momenti donati alla nonna,mi fanno dire che c’è ancora una speranzaper la nostra terra perchè esempi comequello della struttura Universo che coniu-gano competenza, umanità e rispetto perla dignità della persona nel passaggio piùdelicato e fragile della vita, rendono anco-ra oggi vero e attuale il giuramento diIppocrate. Prestato da medici e chirurghi,nella struttura Universo il giuramentoviene assunto come stile di vita da tutti ediventa cifra professionale, attraversoquella misericors latina che rende la com-passione umana virtù declinata quotidia-namente. Grazie

Maria Teresa Marzano

Proponiamo di seguito il giudizio più che positivo di una nostra lettrice sulla struttura sanitaria Universo di Africo

Vivere l’autunno della vita e partire accompagnati nel profondo Sud"Una

competenzaprofessionale euno standardigienico senza

alcunconfronto, nonsolo con altrestrutture simili onosocomi delterritorio, macon molte

strutture di tuttaItalia".

ACCHIAPPA L’ATTIMO Adesso non c’è più, era un istante fa!Potevo sentirmi nel presente,ora è già passato!Ma come potrò agire? Tornando indietro?No! Mi sento in mezzo a quella nuvola d’oroche appare ad oriente quando, inchinandosi la terra,di fronte al sole, preannuncia il giorno.Il giorno che arriva è già trascorso. Le mie parole,il mio pensiero, seguono questo andamento temporale,proiettandosi nel futuro.

Braun Giò

Non è una latrina, ma solo la stazione di SidernoCondizioni disumane. È questa l’espressione più efficace per descrivere lo stato in cuiversa la stazione ferroviaria di Siderno nelle ultime settimane. Con l’invio di queste fotoin redazione, un nostro lettore ci prega di portare agli onori della cronaca questa con-dizione ai limiti del credibile, chiedendo al contempo agli organi di competenza chevengano presi quanto prima dei provvedimenti utili a ridare un volto civile al nostro (purnon trafficatissimo) casello FS.

La libertà di giudicare Fidel di Carlo Carmelo TropianoDomenica 25 novembre 2016, alla veneranda età di 90 anni, muoreFidel Castro. La notizia viene data al mondo dal fratello Raul, conun discorso per molti commovente, non tanto perché a farlo è statoun parente quasi in lacrime, ma soprattutto perché le parole utiliz-zate dall’attuale leader cubano sono state quelle che, per anni,hanno caratterizzato tutta la storia rivoluzionaria dell’isola caraibi-ca. Parole d’altri tempi, dette con vigore e passione da un vecchioottantenne che, forse, hanno risvegliato, nelle menti e nei cuori dimolti, le idee e le emozioni di quella gioventù socialista che il tempoha ormai sopito. […]Per leggere l’articolo completo inquadra il QR Code con il tuo smartphone e accedi direttamente alcontenuto sul nostro sito!

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ATTUALITÀ

L’ALLUVIONE

JACOPO GIUCA

Acqua, acqua, acqua e ancora acqua. È stata una vera e propria valanga quella che si è abbattutasulla Locride lo scorso fine settimana, un nubifra-gio eterno che ha assunto, anche questa volta, iconnotati dell’apocalisse.Ancora provati dall’alluvione che ci ha colpito l’1novembre del 2015, abbiamo guardato al cielo conterrore, temendo che questa volta avrebbe potutoandarci decisamente peggio.Se peggio non è andata, il bilancio dell’alluvione2016 non si è comunque discostato molto da quel-lo dello scorso anno. Alla cancellazione della fer-rovia e della Statale all’altezza di Ferruzzanohanno fatto da contraltare le frane che hanno col-pito Sant’Agata, al crollo del soffitto della chiesa diBovalino i cedimenti delle arterie di comunicazio-ne di Platì, agli allagamenti di Africo quelli (inordine di gravità) di Bianco, Caulonia, Africo,Marina di Gioiosa, Siderno e Locri. Un agghiac-ciante parallelismo che rende nuovamente attualeil problema del dissesto idrogeologico soffertodalla nostra terra e sottolinea la disperata neces-sità che hanno le nostre infrastrutture di esserecontrollate e messe in sicurezza.Strade chiuse fin dalla tarda mattinata aSant’Agata del Bianco, quando il peggio dovevaancora venire. Via Arenella, via Faccioli-Runcatina, Via Aranghea e Strada Rodinì eranostate sepolte da colate di fango di proporzionibibliche già durante la notte, mentre più a montesi aprivano voragini che sembrava potessero con-durre direttamente all’Inferno. Una vera e propriacatastrofe, quella che ha dovuto affrontare arma-to solo di freddezza e buona volontà il sindacoDomenico Stranieri, impegnato in prima personaa coordinare i lavori di Vigili del Fuoco eProtezione Civile, di tecnici e ingegneri che con-statavano impotenti i danni strutturali riportati dalponte di collegamento tra Sant’Agata e Samo.L’arrivo di Tansi, quiete dopo una tempesta didisperazione, ha in qualche modo rassicuratoprimo cittadino e residenti, consapevoli tuttavia,che i disagi provocati da questa tempesta perfettacontinueranno per tutto l’inverno perché, ha affer-mato lo stesso Stranieri in un’intervista, al posto dimolte strade di collegamento, adesso, “c’è solo unvuoto che non è soltanto della terra, ma anchedello Stato”.Anche a Bianco cedimenti e frane si sono registra-ti con la stessa frequenza delle gocce di pioggia.Quelle nuvole che hanno fatto precipitare al suolola stessa acqua che sarebbe dovuta cadere in seimesi sono state ree di aver provocato allagamentiin tutta la città, di aver isolato le frazioni e di averpersino fatto sbriciolare un muro di contenimentodella ferrovia jonica, anche quest’anno azzoppatadalle piogge. Se nel centro di Platì la preoccupa-zione provocata dallo scorrere impetuoso del tor-rente Ciancio non si è trasformata in danni allestrutture e alle strade, lo stesso non si può diredelle frazioni che si affacciano su quegli argini invi-sibili del torrente. La mancanza di un muro di con-tenimento ha fatto andare giù strade, alberi, muri

Una pioggia di sil In meno di ventiquattro ore è caduta tanta pioggia quanta generalmente ne cade in seimesi. Nemmeno questa frase riesce a rendere se non lontanamente l’idea di quale sia statala portata della bomba d’acqua che ha colpito la Locride la scorsa settimana, ricacciandoladi forza nell’incubo del disastro del 2015. E mentre eseguiamo una sconfortante contadei danni, la sensazione di abbandono da parte delle Stato si fa di nuovo prepotentee ci convince che dovremo continuare a cavarcela da soli.

Sant’Agata del Bianco èrimasta isolata per ore,

cedimenti e frane hannointeressato Bianco, Platì,Caraffa e Casignana. A

Marina di Gioiosa,Caulonia Siderno e Locri adestare preoccupazionesono stati invece gli alla-gamenti e a Roccella ilrientro a scuola è statoritardato di un paio digiorni: uno scenario da

fine del mondo.

LE CONDIZIONI DISPERATE DI SANT’AGATA DEL BIANCO

IL CEDIMENTO DELLA FERROVIA A

CAULONIA SOMMERSA

I SINDACI IN RIUNIONE D’EMERGEN

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e persino qualche auto, facendo gridare al miraco-lo chi, allo spuntare del sole, si è reso conto di esse-re ancora vivo. Anche tra Caraffa e Casignanastrade interrotte a causa di frane consecutive; aMarina di Gioiosa Jonica lungomare irraggiungi-bile a causa dell’allagamento dei sottopassi; aCaulonia scantinati allagati e viabilità paralizzata.Anche Siderno e Locri non hanno superatoindenni le secchiate del primo pomeriggio.Mentre a Locri la 106 si allagava congestionandoil traffico, a Siderno, con la via Marina trasforma-ta in un torrente in piena e Sbarre che sembravaVenezia nel periodo dell’acqua alta, l’ingresso èrimasto chiuso per ore, mentre i Vigili, Urbani edel Fuoco, avvolti nelle loro leggere mantelleimpermeabili, cercavano di deviare il traffico pernon lasciare bloccato in macchina chi stava cer-cando di raggiungere il caldo della propria abita-zione. Anche quando ormai tutto sembrava finito,al ritorno alla normalità dettato dall’arrivo dellunedì, si sono registrati disagi. A Roccella Jonicae Caulonia, infatti, il rientro a scuola si è rivelatoassai più complicato di quanto si potesse immagi-nare. Presso il plesso Carrera di Roccella, comealla scuola dell’infanzia di Caulonia, al propriorientro in aula il personale scolastico ha scopertoche la controsoffittatura in cartongesso, inzuppatadai nubifragi che hanno flagellato costa, era crol-lata in più punti. L’incidente, fortunatamente avve-nuto in entrambi i casi quanto nelle aule non si tro-vava nessuno, ha immediatamente fatto prenderegli opportuni provvedimenti alle amministrazioniguidate da Giuseppe Certomà e Ninni Riccio, chehanno impedito l’ingresso ai giovani studenti efatto controllare la solidità delle strutture a chi dicompetenza. Nel caso di Roccella poi, questa pic-cola disavventura ha avuto come conseguenzadiretta l’accelerazione delle pratiche di sposta-mento degli studenti delle scuole medie nei localidi via Trastevere, presso i quali hanno ripresoregolarmente le lezioni mercoledì mattina sancen-do di fatto la fine di una condizione precaria cheperdurava dall’inizio delle lezioni e che era prose-guita a causa dell’alluvione stessa. Resta il fattoche l’apprensione dei genitori si sia rivelata l’ulti-mo strascico di un maltempo che ha generato nonpochi timori un tutta la cittadinanza locridea.Il dato più sconcertante di questa ondata di mal-tempo, tuttavia, rimane il totale disinteresse dimo-strato, nemmeno troppo velatamente, dai giornalinazionali. All’enorme copertura mediatica che èstata data, infatti, all’alluvione che ha colpito dura-mente il nord Italia e la Sicilia ha fatto da contral-tare il totale disinteresse delle testate nazionali(cartacee, digitali e televisive) dimostrato nei con-fronti del nostro comprensorio. Non è stata spesauna sola parola per tutte quelle frazioni isolate cheancora oggi versano in uno stato di difficoltà, nonè stato prodotto un solo minuto di servizio per lenostre strade di collegamento franate e per gli alla-gamenti ai quali abbiamo dovuto fare fronte neinostri paesi.Un atteggiamento che, sommato a quello delloStato già denunciato da Stranieri, dimostra unavolta di più quale posto ci viene riservato dai nostriconnazionali…

lenzi e solitudine“Non si ha idea di che cosa sia un’alluvione in Calabria. Non è la tragedia delle potenti dighe che crollano,del mare che irrompe; fatti che muovono alla solidarietà e al soccorso popoli e nazioni. No. È qualcosa ditragicamente povero come è povero il paese... Per vivere, per alimentare un’industria che dà lavoro, i Calabresispiantano i boschi. Di conseguenza le loro montagne crollano, si spianano le valli, orti e paesi sono cancellati dallasabbia che le alluvioni passano allo staccio”.

(Corrado Alvaro, Alluvione in Calabria)

Domenico Stranieri haaffermato che, ora che ètornato a splendere il sole,resta un vuoto non solodella terra, ma anchedello Stato. E a crearequesto vuoto contribui-scono anche i nostri colle-ghi delle testate nazionaliche, prodotte ore di servi-zi sull’alluvione diPiemonte e Liguria, nonhanno speso una parolaper noi.

BIANCO

LA SS 106

FRANA A LOCRI

NZA CON TANSI

ALLAGAMENTI A BOVALINO

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DOMENICA04 DICEMBRE 18www.larivieraonline.com CULTURA

dell’Accademia Concettina Audino, ha riscosso grandiconsensi, al di là delle più rosee previsioni degli orga-nizzatori. Il pubblico ha potuto assistere a un evento dielevato spessore culturale, nel corso del quale sonostati affrontati temi di grande attualità inerenti all'affa-scinante mondo dell'informazione. L’apertura dei lavo-ri è stata affidata alla Presidente Concettina Audinoche ha spiegato le motivazioni per cui l’accademia hadeciso di conferire i premi d’eccellenza a sei giornalisticalabresi, “personalità versatili che hanno creato ecreano interessanti, encomiabili e lodevoli presuppostiper il bene comune.” I personaggi insigniti di tali rico-noscimenti sono stati: la nostra direttrice responsabileMaria Giovanna Cogliandro; Giuseppina LauraDominici, giornalista emergente di Fimmina Tv non-chè Presidente dell'associazione culturale L'Ariete;Agostino Belcastro, giornalista del Quotidiano delSud; Pino Gagliano, giornalista di Telemia; DomenicoLogozzo, giornalista ed ex caporedattore Rai;Fortunato Aloi, giornalista già sottosegretrio allaPubblica Istruzione. All'introduzione della presidente,hanno fatto seguito i saluti del padrone di casa, il pre-side Francesco Sacco e i brillanti interventi di BrunaFilippone, poetessa e scrittrice nonchè componentenazionale delle Pari Opportunità del Miur, di GiulianoZucco ex professore di Discipline Pittoriche presso ilLiceo Artistico di Siderno, di Maria Rosaria Pini, diri-

gente scolastico in pensione,del Sindaco del comune diFerruzzano, Marisa Romeo,che ha patrocinato l'evento.Madrina della kermesse èstata la scrittrice e pittriceAnna Manna, che ha valevol-mente introdotto le premia-zioni con una breve biografiadei sei giornalisti. A moderarela serata, con grande bravura edinamicità, l'artista BrunoPanuzzo.

L’accademia interna-zionale “Città diRoma” –Compartimentoper la Calabria habissato il successo dello scorso annoorganizzando, sabato 26 novembre, pres-

so l'aula magna dei Licei "Mazzini" di Locri, la“Seconda rassegna – Premio delle eccellenze alla pro-fessionalità”. La kermesse è stata istituita con l'intentodi omaggiare il lungimirante e proficuo lavoro dellefigure professionali del nostro territorio. La manifesta-zione, fortemente voluta dalla Presidente

Il "Premio delle eccellenzealla professionalità" bissa il suo successo

Siderno, Ciak si gira! La Bird Production inizia le riprese di “Maramandra”,regia di Lele NuceraInizia domani lavera esperienza

cinematograficaper gli allievi della

prima Scuola diCinematografia

della Locride“BirdLand

Studios”

Domani, lunedì 5 Dicembre 2016, iniziano aSiderno le riprese del cortometraggio“Maramandra” opera prima di Lele Nucera, pro-dotto dalla Bird Production.Nell’ambito del progetto “Bridge BeetweenCultures”, che vede coinvolti nel partenariato stra-tegico Ka2, la Conselleria d’Education spagnoladella regione Valenciana, il distretto educativoturco di Konan, l’ispettorato rumeno dei professoridi Alba Iulia, il comune bulgaro di Tuzca e per quel-lo italiano il Comune di Siderno, è prevista la pro-duzione di un cortometraggio. Dopo aver riscontra-to che sul territorio la Bird Production può garanti-re, con qualità e professionalità, la realizzazione delprodotto cinematografico da presentare al Meetingtransazionale di Valentia nell’aprile 2017, si è deci-so di commissionarle il progetto.Sceneggiatura e regia di Lele Nucera, aiuto regiaFabio Bellamina, fotografia di Roberto Stranges,

musica di FrancescoLoccisano per Filmuzik,costumi di PaolaD’Orsa, operatore dimacchina AldoAlbanese, fonico dipresa diretta AntonioCasella, e montaggio diAlberto Gatto, il corto-metraggio affronterà iltema dell’inclusionesociale della comunitàrom attraverso l’educa-zione scolastica. “Rocco è uno zingaro, unragazzino di 14 anni dietnia Rom, costretto a cre-scere troppo in fretta. Vivecon la famiglia in un

paese della costa jonica reggina della Calabria e, sia acausa delle condizioni economiche sia per i retaggidella sua etnia, non va a scuola e aiuta il padre nellavoro di sfasciacarrozze. Nonostante cresca in unambiente fortemente radicato alle proprie tradizioni,Rocco è un ragazzino sveglio, ama la musica, si cimen-ta a percuotere qualsiasi oggetto possa riprodurre unsuono ritmato. Nei pochi momenti di fuga dalla realtàdi adulti in cui vive la sua quotidianità, si rifugia inuna macchina dismessa, una sorta di piccolo laborato-rio nel quale suona, immagina, crea. Qui costruisceuno strano strumento, la lira calabrese, osservando insilenzio il lavoro meticoloso di un artigiano del paese.Conosce Emma Libera, la quale con la freschezza el’ingenuità della sua età, lo incita a frequentare la scuo-la, dopo averlo sorpreso più volte a sbirciare dalla fine-stra le lezioni. L’unico a volere che Rocco non smetta dilavorare è il padre; quando però lo sente suonare,anche lui si convince che Rocco meriti un futuro diver-so”.Per la realizzazione di tale progetto la BirdProduction si avvarrà, per la parte tecnica e artisti-ca, oltre a professionisti del settore, di tutti gli allie-vi che oggi frequentano la prima Scuola diCinematografia “BirdLand Studios” di Siderno,dove ognuno di essi sarà chiamato a ricoprire unruolo ben preciso all’interno del progetto.

Concludiamo questa settimana lapasseggiata intrapresa al fianco diDuccio Mallamaci, passando inrassegna due glorie calabresi che,come quelle incontrate finora,hanno saputo dire e dare tanto almondo.

“Sul finire del 1800, la piccolaArdore partorisce FrancescoMisiano, deus ex machina dellacinematografia sovietica. Fu il piùgrande produttore cinematograficonella Russia degli anni ’20 e ’30.Senza di lui capolavori come “LaCorazzata Potëmkin” non sarebbepotuta esistere. Francesco Misianofu, inoltre, tra i fondatori del parti-to comunista in Italia, sodale diAntonio Gramsci. Infine una delle ultime glorie dellaCalabria, e in particolare dellaLocride, è l’ingegnere VincenzoBruzzese di Grotteria, il quale nel1924 fonda a Gerace Marina, l’o-dierna Locri, l’industria OfficineMeccaniche Calabresi. La fabbricas'ingrandì rapidamente e nel 1930contava 200 dipendenti. La conce-zione moderna e sociale del lavorodi Bruzzese lo portò a costruire unospazio dedicato al dopolavoro,dove gli operai potessero svagarsi ededicarsi alla lettura e al riposo. Lacosa generò grave scandalo nella zona, così come scandalizzò la novità che tra le "tute blu" della OMC sicontassero anche una quarantina di donne, circostanza impensabile in quei luoghi e in quel periodo. Nellostesso anno, le officine ricevettero la visita ispettiva di una commissione del Genio militare che dichiaròla OMC “Azienda ausiliaria dello Stato”.Le motociclette di Bruzzese erano talmente all’avanguardia che aprirono la sfilata ai Fori Imperiali inoccasione della decennale della marcia su Roma. Ma nel pieno della sua espansione proprio quando ilGoverno stava per concedere un finanziamento milionario per la realizzazione di un motore d’aereo mili-tare, le OMC vengono dichiarate fallite e Bruzzese incarcerato. Questo perché, come dichiarò nel 1882 ilsegretario generale al ministero delle Finanze, Carlo Bombrini, “i meridionali non dovranno mai più esse-re in grado di intraprendere”.I meridionali sono sempre stati sulle scatole a tutti. Lombroso mette al centro del suo museo la testa diun brigante calabrese Giuseppe Villella, sul cui cadavere fece il suo primo esperimento che lo portò a indi-viduare un’anomalia nella struttura cranica, la cosiddetta fossetta occipitale, presente secondo lui solo nelcranio di criminali e pazzi. Perché lo fece? Perché i calabresi nel corso della storia hanno dato filo da tor-cere a tutti, massoneria in primis”.

Sono calabresee me ne vanto

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DOMENICA04 DICEMBRE 21www.rivieraweb.it

I FRUTTI DIMENTICATIA CURA DI ORLANDO SCULLI E ANTONINO SIGILLI

CULTURA E SOCIETÀ

Sono già iniziati i preparativi per lo Stage di lira e danza che si terràa Siderno Superiore dal 25 al 27 febbraio 2017. Il corso, inserito nelprogramma dell’VIII edizione di Tradizione e Improvvisazione, siterrà nel suggestivo borgo antico grazie al patrocinio del Comunedi Siderno tra il sabato e il lunedì di Carnevale e sarà tenuto daEttore Castagna, Mico Corapi, Pino Rubino, Stefano Fraschetti eGabriele Trimboli. Lo stage si rivolge sia a musicisti che a danzato-ri e prosegue il discorso intrapreso sull’improvvisazione per liradedicata sia ai principianti che agli esperti che tanto successo hariscosso negli scorsi anni e che ha permesso di sperimentare per-corsi didattici in grado di dare nuova linfa vitale ai suoni e agli stru-menti della tradizione popolare ionica.Il programma dettagliato del corso sarà reso noto in gennaio.

Siderno Superiore: fervono i preparativi perlo Stage di Lira e Danza

Ormai le melagrane sono considerate frut-ti preziosissimi per la salute e di conse-guenza si va alla ricerca delle piante cheproducono i frutti migliori ed è diventatoun affare impiantare melograni; richiestis-sime sono le melagrane a Londra dove unapuò costare anche tre sterline.Alcuni imprenditori, anche stranieri, pervia del clima particolarmente adatto a talepianta, hanno impiantato diverse centinaiadi ettari in Sardegna e in Puglia.Il frutto del melograno è consideratoormai il frutto della salute, come era rite-nuto anche nell’antichità, e ciò è ribaditodalla ricerca scientifica attuale in quantoesso è ricco di acido ellagico che è conside-rato un anti tumorale, mentre non mancadi flavanoidi, sostanze antiossidanti cheritardano l’invecchiamento delle cellule edè ricco di molte vitamine.In riferimento al melograno di cui stiamoparlando, esso ha una storia molto partico-lare legata al padre Kosmas, giunto aBivongi nel 1994 dal monte Athos in segui-to alla visione di un egumeno morente,secondo cui bisognava ritornare nellaTerra Santa, come è considerata dalla chie-sa greco-ortodossa la Calabria, che ha datoi natali a tanti santi italo-greci.Essa nella sua visione era immersa nelletenebre e aveva bisogno di esserne libera-ta e ritornare al fulgore del passato, siaellenico che bizantino quando i monacibasiliani avevano illuminato con la lorocultura ogni suo angolo.Andò alla ricerca dei ruderi di un mona-stero basiliano e lo ritrovò a Bivongi, ilmonastero di San Giovanni Therestis, cheera stato il centro di attrazione religiosaper l’area dello Stilaro e le zone attorno.Attaccato dai corsari turchi, decaduto edefinitamente abbandonato nel XVI sec.,alla fine degli anni ’90 del ‘900, ritornò anuova vita grazie a Padre Kosmas, che perconto della chiesa greca ebbe in concessio-ne per 99 anni i ruderi del monastero.Come simbolo di rinascita Kosmas piantòun melograno del territorio, regalatogli daun contadino di Bivongi , a est delle celledei monaci.Nacque allora un movimento di sensibiliz-zazione e con il concorso di tante forze ilmonastero venne restaurato e ritornaronodall’oriente gli eredi dei monaci basiliani, imonaci di Monte Athos e il monasteroritornò a nuova vita.Fu costituita una biblioteca e dopo pochi

anni fu ricca di circa 5000 volumi, in sosti-tuzione dei preziosi manoscritti depredatidopo il 1457, presenti ora in bibliotechestraniere, e decine di torpedoni ogni annoarrivavano dalla madrepatria ellenica avisitare un posto simbolo della spiritualitàbizantina in Calabria.Nei primi anni del 2000, nacque un con-tenzioso tra Kosmas ed il metropolitagreco-ortodosso di Venezia, che portò altrasferimento di Kosmas stesso nella chie-sa del silenzio in Anatolia, tra le comunitàgreco-ortodosse perseguitate dal governoturco.In conseguenza di ciò i monaci greci anda-rono via e al suo posto vennero dallaRomania nel 2008 alcuni monaci greco-ortodossi della chiesa rumena, per l’impe-gno di Padre Nilo, al secolo GiorgioBarone Adesi, di Reggio Calabria, prof.Universitario di diritto romano.Passarono alcuni anni e Padre Kosmasritornò ad Athos e stava riorganizzando ilsuo ritorno a San Giovanni Therestis,quando una notte morì misteriosamentenella sua cella di Monte Athos.Intanto il melograno piantato da lui cre-sceva lentamente e nell’ottobre di quattroanni addietro il prof. Domenico Marino diMotticella di Bruzzano, espertissimo dimelograni, residente ad Imperia ,ritornò avisitare il monastero di San GiovanniTherestis, dipinto da lui nel 1981, quandoera in stato ruderale.Con il consenso di un monaco rumenocolse due frutti da due melograni di diver-sa qualità; aprì uno e gli sembrò buono nelgusto, con gli arilli rosso rubino, ma i semigli sembrarono eccessivamente legnosi.Aprì il secondo, quello colto dal melogra-no piantato da Padre Kosmas e restòincantato già osservando i grani di unrosso smagliante, ma con una particolaritàin più: i semi dentro gli arilli gli apparveroin trasparenza.Quasi in modo reverenziale cominciò amangiare i grani che gli apparvero soavinel gusto, con i semi inconsistenti, perniente legnosi.Qualcosa di analogo l’aveva avvertitomangiando un frutto della spagnolaMollar, ritenuta la regina dei melograni.Il melograno di Bivongi però gli offrì qual-cosa in più alla vista: il colore di un rossosplendido dei suoi arilli, superiori di moltoa quelli di un rosso più sbiadito dellaMollar.

Il melograno di San GiovanniTherestis di BivongiPunicum granatum L. / Fam. Punicacee

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SABATO27 NOVEMBRE 22www.larivieraonline.com

Rettori di culturaIl rettore dell’Università di MessinaPasquale Catanoso posa con la suacontroparte dell’Istituto Tecnico delTurismo Guido Laganà al termine diun convegno a Locri.

Messaggi subliminaliRocco Luglio cerca dimangiarsi di nascostouna pasta durante unconvegno. Beccato dalnostro fotografo, per uncurioso gioco di prospet-tive le sue mani nascon-dono un messaggio percolui che ha effettuato loscatto!

Ma WhatsApp!Durante un peri-coloso raptus difollia, GiovanniSfara ha diffuso ilterrore tra i corri-doi del tribunaledi Locri cercandodi comunicarecon la gente conuna versionetroppo rudimen-tale di una notaapp di messaggi-stica!

Stanchi di parlareIl Consigliere Metropolitano KatyBelcastro si lascia immortalareaccanto a uno sconsolato sindacoDomenico Vestito durante l’ultimariunione svoltasi a Siderno perdiscutere di Statuto. Sarà stata lavolta buona?

Unioni calabresiGiuseppe DiBianco, diRoccella, e BrunoPelle, di Siderno,si incontrano percaso alla fieradella scuola.Galeotta fu unacopia di Riviera:quel giorno piùnon vi lesseroavante…

Generazioni a confrontoPapà Bruno Chinè posa orgo-glioso con il suo elegante figlioGiuseppe appena prima di par-tecipare al convegno dei Lionsche si è svolto sul territorio que-sta settimana.

Ironia da calcio di rigoreDurante il derby Locri-Siderno, la rivalitàtra le due tifoserie ha assunto le forme diquesto coloratissimo palloncino, che ritraecon maliziosa sagacia i tifosi ospiti.

RIVIERA

Un compleannoper treSalvatore, Martina eLoredana, posano felicidinanzi alle loro bellissi-me torte. Giusta la scel-ta di brindare assieme,perché, diciamolo, chinon festeggia in com-pagnia…

In una botte di ferroLorenza Crupi posa incompagnia di Ercole

Macrì, GiuseppeBombino e Anna MariaCrupi. L’impegno per ilfuturo del nostro com-

prensorio unisce.

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