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Non credete a quanti dinanzi agli scandali si strappano i capelli e si indi- gnano! Operano sulla nostra sfera emotiva come hanno fatto nel 1992 , dandoci in pasto i De Lorenzo, i Citaristi, i Craxi, per non mettere in discussione il mondo in cui la corruzione nasce, cresce e si diffonde a macchia d’olio. I fatti della Regione Lazio aprono uno scenario solo in apparenza nuovo e sconfortante. In verità, è “l’eterno ritorno”. Non ci piacciono le mezze misure. Non si tratta di ridurre il contributo ai gruppi consilia- ri. Bisogna eliminarli, visto che gli eletti godono d’un grosso stipendio. E si inizi intanto con il cancellare la vergogna, anche linguistica, dei mono- gruppi. Una sola persona non può essere gruppo, cioè più persone. A meno che non si tratti del Padre Eterno: uno e trino. Ci sono padreterni in Consiglio regionale?

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Non credete a quanti dinanzi agliscandali si strappano i capelli e si indi-gnano!Operano sulla nostra sfera emotivacome hanno fatto nel 1992 , dandociin pasto i De Lorenzo, i Citaristi, iCraxi, per non mettere in discussioneil mondo in cui la corruzione nasce,cresce e si diffonde a macchia d’olio. Ifatti della Regione Lazio aprono unoscenario solo in apparenza nuovo esconfortante.In verità, è “l’eterno ritorno”.

Non ci piacciono le mezzemisure. Non si tratta di ridurreil contributo ai gruppi consilia-ri. Bisogna eliminarli, visto chegli eletti godono d’un grossostipendio. E si inizi intanto conil cancellare la vergogna,anche linguistica, dei mono-gruppi. Una sola persona nonpuò essere gruppo, cioè piùpersone. A meno che non sitratti del Padre Eterno: uno etrino. Ci sono padreterni inConsiglio regionale?

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 02

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 03

San Pietro, pur santo, invita non poche voltesfidava la pazienza del

Cristo e, nonostante letante prove della naturadivina del Maestro suo,nutriva dubbi profani. Fucosì che, in un tempo in cuiGesù e gli apostoli giravanoin terra di Locride, ilMaestro chiese ai suoidiscepoli di recare con séun sasso nella salita versol’Aspromonte. Pietro giu-dicò troppo faticoso patireoltre all’ascesa un peso inu-tile. Il sasso non lo prese. E,quando la stanchezza sgon-fiò i muscoli e la famesvuotò lo stomaco, la mar-cia si interruppe in riva a unfiume. L’acqua dissetò manon riempì e i discepoliguardarono il Maestro. Isassi nelle loro mani si tra-sformarono in pani, grandia seconda della dimensionedelle pietre che furono.Pietro che non portò ilsasso non ebbe il pane, e sirassegnò a guardar gli altrimangiare. Alla ripresa delcammino, il Maestro ridie-de il consiglio di munirsi diuna pietra. Pietro non videil sorriso sul volto del Dioin carne e ossa, si caricò lespalle di un macigno enor-me che gli piegò la schiena.Il futuro Papa camminò pertutto il giorno con quelpeso addosso. Alla tappasuccessiva, l’apostolo buttòa terra il masso. Lo guardòcon cupidigia. Vide le pie-tre degli altri trasformarsiin pane e bramò l’arrivo delsuo turno con l’acquolina inbocca. Il Cristo guardò lapietra enorme, trasportatadal primo dei suoi discepo-li. Sorrise nuovamente.Sotto la faccia incredula diPietro il masso iniziò a lievi-tare a dismisura. Ma pietraera e pietra rimase. Altafino a quel cielo che il dub-bio dell’apostolo aveva sfi-dato. Pietro comprese echiese perdono del suoerrore. Ma la pietra restògonfia, a monito eterno del-l’egoismo e dell’errareumano. Una KAPPA tra ilmonte Lucente e lo Jonio dismeraldo.

LE CHEVALIER

Salvate la deputataMaria Grazia Laganà

IL DITO NELL’OCCHIOIL DITO NELL’OCCHIOUNA STORIAUNA STORIA

Bagaladi

CCARARTOLINE PER LA PTOLINE PER LA PADADANIAANIA * di Antonio Calabrò

Le notizie più lette della settimana su larivieraonline.com1) MARINA DI GIOIOSA JONICA: ARRESTATO PER AVERSPERONATO AUTO CC

Dati larivieraonline.com

La placida vallata del Tuccio e gli ulivi saggi che nefanno corona. Circondato da colline, inteneritedal vento dello Jonio, il paesello sorride ai suoifiori colore dell’amore giovane, propagandoattorno una quieta sensazione di ricordicarezzevoli. La fiumara asciutta è un fondalemarino senza mare e dai ripidi pendii che lacosteggiano sembrano levarsi verso il cielo cantiatavici e musiche calabresi, e sono canti disperanze mai sopite. I fiori, spettinati ebaldanzosi, applaudono. Il Prefetto, invece, hasciolto il comune per mafia.

2)DELIRANTE LA RICHIESTA DI 17 PARLAMENTARI DEL PD

3) OMICIDIO A SORIANELLO. UCCISO DOMENICO CICONTE

4) PROTESTA OPERAI FORESTALI A REGGIO CALABRIA

5) CALABRIA ANTICOSTITUZIONALE. LO STATO CONDANNA IL KM ZERO

6) UN CENTINAIO DI IMMIGRATI SBARCANO NELLA LOCRIDE

7)MAMMOLA: SEQUESTRATI 6 KG DI CANAPA, DUE ARRESTI

RODERIGO DI CASTIGLIA

Passeranno alla storia i 17 parlamentari piddistiche, con il cuore nelle mani e una faccia tosta chefa rabbrividire persino gli studenti di legge al loroprimo anno, hanno chiesto al Tribunale di Locri ilrinvio ad altra data dell’udienza del processo chevede, tra altri, come imputata la deputata Laganà.Udienza fissata per il 3 ottobre. In questo stessogiorno la Cassazione si pronuncerà sul ricorso deidifensori dei condannati all’ergastolo per l’assassi-nio del vicepresidente del Consiglio regionale,Franco Fortugno. I due processi non hanno alcu-na relazione tra loro. Nel processo di Locri laSignora Deputata figura come imputata, e comeimputata giuridicamente non le è fatto obbligodella presenza. E questa sua presenza, ora invo-cata come il nostro pane quotidiano dal Padrenostro, a noi pare del tutto inutile ai fini d’un con-tributo all’accertamento della verità giudiziaria suidanni inferti all’Asl di Locri, essendosi avvalsadella facoltà di non rispondere la Dame sansmerci, la Signora spietata, giustamente spietatacontro ogni forma di illegalità, compresa quella leicontestata. Ma dal dì che furono istituiti i tribunalinessun imputato si riconosce colpevole. E allora:se a proposito del suo comportamento nel pro-cesso di Locri, ripensamenti non ci sono stati daparte della deputata, già componentedell’Antimafia, che senso dovrebbe avere la di leipresenza il 3 ottobre? Forse quello di mostrare, incaso di condanna, il volto della Giusta ingiusta-mente perseguitata?E che senso potrebbe avere la presenza sua aRoma di fronte alla Gran Corte di Cassazione nelcoincidente 3 ottobre? Quello di ringraziare, ovela sentenza fosse confermata, la Cassazione comeavenuto a Reggio per la Corte d’Appello? Ha detto con forza giuridica l’avv. PinoMammoliti, piddista come i 17 parlamentari ecome la signora deputata: “Nei processi non èprevista né la presenza dell’imputato al momentodella lettura della sentenza, né la presenza di fami-liari costituti parte civile in Cassazione”. Tali i codi-ci. Dura lex, sed lex. Ma i 17 parlamentari hannoil sangue dolce. Sarebbero dei perfetti salici pian-genti - soprattutto gli immancabili illuminantiLumia e De Sena - se sulla loro inconsueta e sgan-gherata richiesta al Presidente del collegio giudi-cante non avesse agito - suppongo - la riservamentale che alla vedova Laganà, vittima in secun-dis della mafia, debba essere riservato un tratta-mento speciale. Gli altri imputati possono esseretrascinati in tribunale anche nel giorno dellamorte della madre o del padre. La deputataLaganà, invece, può andarci quando le comoda oè lasciata libera da impedimenti di altorilievo isti-tuzionale, che tale appare o come tale è credutoanche se non ha incarichi di governo. Non siamotutti uguali, per la miseria. Non tutti possiamo tra-sformare i nostri morti in reliquie, come suggeri-sce il commercio sacro del Medioevo.Comunque, noi i quali dubitiamo delle buoneintenzioni dei 17 parlamentari della Croce Rossa,alziamo una preghiera a Padre Pio, che sembraritardare il miracolo. Il 3 ottobre doti la conturba-ta deputata del dono dell’ubiquità. Se ciò sarà, laDame sans merci potrà essere presente a Locricome imputata e a Roma come vedova. Chegioia!

PIETRA KAPPA

Auguri Mons. BregantiniAuguri Mons. BregantiniQuesto venerdì 28 settembre mons. Bregantini, checon la sua bontà evangelica ha lasciato fausto segnonella diocesi di Locri- Gerace, ha compiuto 64 anni.Poiché, dall’età dell ragione, tutti girati dalla partedell’amore per il prossimo, che egli ha considerato,con ecclesiastica eccezione, suo pari, gli vogliamo faregiungere da qui a Campobasso, dove continual’opera eccezionale di vero pastore, i nostri auguri.Come già parte della sua diocesi locridea esoprattutto come meridionalisti, a lui grati, per avereinnovato il meridionalismo cattolico, da anni, ormaimuto.

DIOCESI LOCRI-GERACE

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 04

Parlandodi...

Il sapore del manganello

NORDICI & SUDICIDI GIOACCHINO CRIACO

So che gli operai forestali non godono di buonafama. Ma che volete, sarò di parte, avendolo fattoper tutta l’adolescenza. Tifo per loro. Sono lavati-vi, prendono troppo, sono privilegiati. Questealcune delle accuse che vengono mosse. Beh, pro-vateci voi a passare la vita su e giù dai monti almare, a zappare, piantare, pulire. Poi ne riparlia-mo. Parlo, naturalmente, per quei padri di famigliaonesti che il pane se lo sono sudati e se lo sudano.Degli altri non mi importa. Le manganellate aiprimi non mi sono piaciute. Non sono state unospettacolo bello, per non dire altro. Non erano, glioperai, bimbi cattivi da rieducare. Hanno esagera-to con le proteste? Sarà. Ma provate, sempre voi,a trovarvi, a cinquant’anni, davanti, lo spettro delladisoccupazione. Nonostante quello che si dice, e aldilà delle inten-zioni della riforma, questo succede. La forestazio-ne viene depotenziata costantemente da parec-chio tempo. Il personale si riduce sempre più, e lerisorse non si trovano da nessuna parte. Non ècolpa di Scopelliti, o dell’attuale giunta, loro si tro-vano però la gatta da pelare. Le colpe vengono dalontano. Ce le hanno un po’ tutti. Ce le hannoanche gli operai, perché negli anni il posto di lavo-ro non se lo hanno saputo difendere, permettendouna serie di storture altrui che finiranno per paga-re solo loro. Discorso comunque lungo e delicato.Un solo appunto alla riforma. È vero, sarebbebello se il lavoro pubblico fosse produttivo e siautofinanziasse. Ma a volte si produce una ricchez-za indiretta, non immediatamente quantificabileche sempre soldoni dà. Solo per fare un esempio,quanto è costato, in soldi, il danno alluvionaledirettamente riconducibile al depotenziamentodelle strutture di bonifica montana? Quanto costain termini di danni ambientali la mancanza di unaforestazione dotata dei mezzi e degli uomininecessari per operare? Ridurre tutto a costi eintroiti diretti non sempre è un buon metodo divalutazione. E siccome l’ipocrisia mi manca, ilsapore del manganello è sempre disgustoso, lo èleggermente di più quando parliamo degli operaiperbene. Loro vanno difesi a qualunque costo.

FRANCO CRINÒ

Sono stato tra gli operai fore-stali che l’altro giorno hannoscioperato davanti al Palazzo

della Regione. Abbiamo parlatodi tanti aspetti. Di quando avevoun impegno più diretto in politicae al Senato insieme a Trematerrasenior e all’Assessore regionaleDionisio Gallo, “accampato” nel-l’ufficio del Presidente dellaCommissione Bilancio AntonioAzzolini, abbiamo trovato in aulai voti e garantito il passaggio a

tempo indeterminato degli operai(come si può leggere sui verbalidella seduta e su quelli dellaCamera, stampati in un manifestoche ho avuto cura di far affiggeredurante la sfortunata campagnaelettorale per le politiche succes-sive, a dimostrazione che i votifavorevoli sono stati quelli dellamaggioranza di Berlusconi).Abbiamo pronosticato, in capan-nelli di operai pervasi da rabbia epaura, e anche disinformazione,l’inconcludenza della giornata diriunione del Consiglio regionale.

Non credete a quanti dinanzi agli scandali sistrappano i capelli e si indignano!Operano sulla nostra sfera emotiva come hannofatto nel 1992 dandoci in pasto i De Lorenzo, iCitaristi, i Craxi, per non mettere in discussioneil mondo in cui la corruzione nasce, cresce e sidiffonde a macchia d’olio.I fatti della Regione Lazio aprono uno scenariosolo in apparenza nuovo e sconfortante.In verità, è “l’eterno ritorno”.La locuzione latina «O tempora o mores» fupronunciata da Cicerone per denunciare la per-fidia e la corruzione dei tempi oltre 2000 anni fa. La furia moralizzatrice di Girolamo Savonarolafinì bruciata sul rogo tra le preghiere di SantaRomana Chiesa. Vennero i Borgia.Lo so, fa senso sapere che abbiamo pagato unafesta ad una destra romana con persone vestiteda antichi greci o con una testa di maiale.

Appropriatissima.La corruzione non appartiene solo alla politica. La storia ieri, le cronache oggi, ci hanno parlatoe ci parlano di uno tsumani che porta con sé unamassa enorme di detriti strappati ad ogni attivitàumana, dallo sport alla finanza. Non ci sarebbestato Licio Gelli, potente capo della P2, seaccanto a Lui non ci fossero stati generali, magi-strati, banchieri, ministri ecc.Anche la contrapposizione tra “vecchi” e “gio-vani” è fittizia. Quasi tutti i coinvolti nello scan-dalo Lazio sono “giovani”.Il rischio è che la rabbia e l’indignazione ci fac-ciano girare a vuoto.Più giriamo, più affondiamo nella palude.L’onestà appartiene alla persona. Spesso la siraggiunge dopo aver attraversato il male. JeanValjean, protagonista de I miserabili aveva appe-na rubato i candelabri, ma già un uomo nuovo

REGGIO CALABRIA

L’AFFAIRE LAZIO E L’ORA PASCIUTA DEI MORALISTI

Si strappano i capelli, ma latesta rimane sempre la stessa

IN EVIDENZA

Abbiamo pronosticato,in capannelli di operaipervasi da rabbia epaura, e anchedisinformazione,l’inconcludenza dellagiornata di riunione delConsiglio regionale.

POLAROID

Online i rendiconti dei gruppi

Sul sito del Consiglio regionale della Calabria, sudisposizione del presidente Talarico, sono stati pubbli-cati, giovedì, i rendiconti dei Gruppi consiliari. Tutte lesomme percepite dagli stessi nel 2011. Sono detti “icosti della politica”: 4 milioni e 250 mila euro in totale.

Tra gli operai forestali

la Riviera

DIAVOLO NERO

Mons. Nunnari, assolveteSalvatore Magarò se...

stava per nascere in Lui. Con la stessa facilità,l’onestà si può perdere. Enver Hoxha fu l’ultimotiranno di Albania, aveva combattuto eroica-mente, e senza altro interesse che i propri idea-li, per la libertà della sua terra. Divenne un acca-parratore di ricchezze, un ladro di libertà, unoppressore della sua gente.Io sono convinto che il potere abbia una fortecapacità corrosiva delle coscienze. Certo ci sonouomini più resistenti e altri più permeabili. Noispesso ci mettiamo i paraocchi. Vogliamo nonvedere. Il furto vive accanto a noi, insieme a noi. Faccio solo qualche esempio. In venti anni inItalia sono stati trasferiti 250 miliardi dai salaridegli operai ai profitti. La legge lo consente, maè sempre un furto del lavoro altrui. Le specula-zioni finanziarie hanno consentito l’accumulo dipatrimoni immensi. Ci sono singole persone chepossiedono più di uno Stato. È legale, ma tutta-via questa libertà di illecito arricchimento lasciamigliaia di ragazzi senza lavoro, famiglie senzaassistenza, territori senza futuro. La responsabi-lità penale è personale. È giusto punire chi simacchia di un reato.Questo non basta. Noi dobbiamo intercettare la fonte della corru-zione e chiuderla nella misura in cui è possibile.La fonte della corruzione è il potere debordan-

te, la ricchezza irrazionale, l’umiliazione quoti-diana di coloro che non hanno né potere e nédenaro. Se niente hai, niente sei! Allora il pro-blema diventa serio e politico. Il nostroTommaso Campanella capì, più degli altri uomi-ni del suo tempo, che l’egoismo lacera la società.Propose una forma di comunismo ingenuo,utopistico, probabilmente irrealizzabile.Colpire un corrotto è cosa relativamente facile.Costruire una società senza corruzione, senzasfruttamento, senza l’esercizio arbitrario delpotere verso altri uomini è molto più arduo edifficile. Ecco perché la politica, questa politica,fa come lo Stato di De Andrè: « Si costerna, s’in-digna, s’impegna, poi getta la spugna con grandignità».Attenti: dall’indignazione contro gli errori diMarrazzo venne fuori Fiorito.Dall’indignazione verso la Prima Repubblicavennero fuori Berlusconi, la Lega di Belsito edel Trota, oltre ai tronfi strali tribunizi di DiPietro. Vi è stata in questi anni una regressioneveloce e paurosa dall’uomo verso l’individuo.Un individuo cannibale e predatorio che portaalle estreme conseguenze le riflessioni diHobbes sulle necessità di “azzannare” gli altriuomini. È questo che vogliamo?

Ilario Ammendolia

Abbiamo provato a ragionare sualcune “parole d’ordine” nient’af-fatto secondarie, ma non certo“preliminari” rispetto alle deter-minazioni sulle quali si stavadiscutendo. Quali?Privatizzazione: non c’è pericolo,ma non ignoriamo il referendumsull’acqua, «il settore va tuttomale, però non cambiamo nulla».Bilancio in pareggio: è una fac-cenda che interessa più il mana-gement, ma non ignoriamo che labuona amministrazione pretendecorrettezza e rigore cosa che fino-ra pochi manager hanno seguito.Bisogna fare proposte precise edefinitive, anzi attuarle, visto chele conosciamo tutti e da tempo: lapolitica usi i suoi racconti, legitti-mamente, al momento della cam-pagna elettorale. Magari pubblicando i “verbali”dei diversi passaggi che hannointeressato il settore. Trovi unalarga condivisione per garantire ladifesa dei posti di lavoro e unariforma convincente, che riqualifi-chi il settore e lo presenti come

un’opportunità per il futuro.L’impalcatura amministrativa lasmetta di promuovere iniziativesoffocanti e irrazionali che tengo-no fermo il settore, dove pure, inassoluta carenza di fondi, filtranoancora privilegi di varia naturaper i dirigenti. I forestali debbonoconservare la consapevolezza chela loro vertenza non può finiremale, in una regione che è giàdrammaticamente piena di disoc-cupati. Debbono immaginare che, dopoessersi tutelati, avranno la possibi-lità di dimostrare la piena utilitàdel loro lavoro richiesto per ladifesa del suolo, il rimboschimen-to e, finalmente, per alcune lineedi produzione. Potremmo fare una raccomanda-zione: la paura porti consiglio. Illavoro si difende con dignità, l’ar-roganza non può essere usata nédalla politica (che ha la funzionedi rispondere ai bisogni dei citta-dini e che prenderebbe, su questadelicata vicenda, un altro colpotremendo), né chi offre la propria

fatica per difendere e far crescerequesti territori. I forestali e la poli-tica sono entrati in collisione, per-ché i primi adesso stannorischiando persino il salario (oltreche la sottoutilizzazione) mentre isecondi si limitano a guardare laloro condizione con accondiscen-denza. Gli applausi di alcuni gruppi dioperai, quando si è visto l’exGovernatore Loiero, li abbiamointesi più come una contestazionealla politica, un dispetto a chigoverna oggi, che non un consen-so sincero. Comunque, collisione,abbiamo detto, non collusione.Sentita a una radio privata:«Causa la fitta nebbia, le due navierano entrate in rotta di collusio-ne [… ] e lo scontro fu inevitabile.Per fortuna, si lamentano soloalcuni feriti leggeri, ma lo spaven-to fu grande». Altrimenti conti-nueranno i discorsi sulla collusio-ne dei forestali con inerzia, favori-tismi, su chi debbano essere i ber-sagli dell’antimafia. Non è pro-prio cosa, adesso.

Mons. Salvatore Nunnari è un vescovoche merita il massimo rispetto non soloperché ha salda la dottrina, ma special-mente perché non ha cinquecenteschegesuitiche riserve. Pensa quel che dice, eciò attesta la sua serietà intellettuale.Dice quel che pensa, e ciò dimostra la

sua serietà morale. Credo che siano state queste sue qua-lità, rare anche in un vescovo, a spingere SalvatoreMagarò, Presidente della Commissione regionaleAntimafia, a volerlo ospite illustre e - suppongo - illumi-nante ai lavori della detta Commissione sul tema crucia-le, anche rituale, della ‘ndrangheta, della quale si può direche più se ne parla e più si ingrandisce.Mons Salvatore Nunnari ha parlato da vescovo, pensosodelle sorti della Calabria, e la sua parola non poteva noncalare come una clava sulle dure cervici dei mafiosi, defi-nendoli “non cristiani”. Mi auguro che i giornali abbianomal riassunto. Poiché un vescovo conoscitore dei testisacri, come lo è mons Salvatore Nunnari, sa meglio di mee di tutti che cristiani son tutti coloro che sono stati bat-tezzati, quindi tali anche i mafiosi, che da pargoli hannoricevuto il cancellante sacramento. Dunque, teologica-mente cristiani, moralmente sono cattivi cristiani.Ma non è questa la questione che mi allarma. Mi allarmache il Presidente Salvatore Magarò trovi il tempo perinchiodare cartelloni del tipo «Qui la mafia non entra»,per confezionare cioccolatini contro il cancro mafioso, enon lo trovi per mettere mano al radicale cambiamentodella legge regionale antimafia della Calabria, che è statacopiata interamente dalla Legge regionale antimafiadell’Assemblea regionale siciliana. Ora io vorrei sapere semafia siciliana e ‘ndrangheta calabrese siano nate dallostesso parto storico, se siano la stessa cosa. E, se così è,come si possa realisticamente e fruttuosamente combat-tere la ‘ndrangheta con i rimasugli della cucina dell’Isoladel Sole. E allora quale grazia domando al presule. SalvatoreMagarò appartiene alla diocesi di Cosenza di cui è vesco-vo mons. Salvatore Nunnari. È cattolico apostolico roma-no Salvatore Magarò. Va a messa e si confessa. Che ilvescovo Salvatore Nunnari gli neghi l’assoluzione fino aquando non doterà la Calabria d’una legge sua propriacontro la ‘ndrangheta. Non so se il plagio rientri tra i pec-cati mortali contro Dio. So di certo che è un peccato con-tro la lealtà, contro la verità, contro la Calabria, che nonha avuto mai bisogno di copiare da altri per sapere doveandava e dove bisogna andare.

POLAROID

“Io speriamo che me la cavo”

Il sindaco di Reggio, Demetrio Arena, in conferen-za stampa, si è scagliato contro i giornalisti. In par-ticolare, contro gli inviati di la Repubblica in riferi-mento all’articolo “Sprechi e mafia, caos Pdl inCalabria”. Ma, se si deve invocare il silenzio stam-pa, a che serve la conferenza-stampa?

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 05

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 06

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 07

Nel 2005 sottolineavamo come 26omicidi fossero rimasti senza colpevolenella Locride. Oggi, nel 2012, crediamoche qualcosa sia cambiato.Gli episodi dicronaca nera non mancano, purtroppo,ma le forze dell’ordine stannodimostrando un impegno che ci fa bensperare per il futuro. I delitti nonrimangono ignoti.

La nostra copertinadel 23 Ottobre 200.Subito dopo l’omicidioFortugno eravamorimasti colpiti dai tanticasi di omicidio irrisoltinella Locride. Ben 26.

Le forze dell’ordine non sono tutte egualiPASQUINO CRUPI

Si era nel 1985. Si parlava dipiù di terrorismo che dimafia. Comunque se ne par-lava e, se merito c’è, tutto ilmerito era del triangolo delleBermuda - Africo, San Luca,Platì – dove, per storica tem-pesta, scomparivano le vitti-me dell’illustre reato pasto-rale, il sequestro di persone.Giacomo Mancini, siccomeAfrico era una piaga, flagel-lata dalla stampa quotidianae persino, già nel 1979, dallibro di Corrado Stajano,Africo, volle che il Psi regginotenesse proprio colà un con-vegno sul crepuscolo deldiritto e l’aurora, ormai fattogiorno pieno, del pentitismo.Imperversava il caso donStilo e non fu scartato dalrelatore, che fui io, e daMancini, che concluse il

dibattito. Eravamo sospettinon so propriamente di che,ma certamente del reato dileso pentitismo. Non osam-mo sostenere che non sipoteva mandare nessuno ingalera, compreso don Stilo,sulla base delle confessionidei pentiti dalla cui boccacolava la prova regina dellacolpevolezza degli imputati?C’erano molti carabinieri,oltre che molta gente, adassistere ai lavori “proibiti”del Convegno - ora ai dibat-titi sulla criminalità organiz-zata ci sono molti carabiieri epoca gente.C’era il Capitano deiCarabinieri, del quale nonricordo esattamente il nome- forse Niglio - e al qualeGiacomo Mancini, a conclu-sione del Convegno,domandò: «Capitano, mapossibile che in Calabria,

anzi in questa zona, esistasolo il reato unico di seque-stro? Nessuno più ruba unacapra? Nessuno più rubaolio? Nessuno più uccide pergelosia? Per onore, come sidice? Reato unico e solo -ripeto e specifico - il reato dimafia?».Oddio, non furono precisa-mente queste le parole pro-nunciate dal leader socialista- Mancini era un leader - mail senso era questo. Siamo nel 2012. E mi è tor-nato in mente l’episodio cheho raccontato. C’è stato evi-dentemente, e contro natu-ra, un arresto di pensiero inmateria di reati calabresi. Lastagnazione, luogo adattoalle rane che ripetono il lorogre-gre. Insomma, come nel1985, così nel 2012 nella pro-vincia jonica non c’è che unreato unico, il reato di mafia.

L’unica evoluzione che siregistra è che le luci dellaribalta sono esclusivamentecentrate su di esso. E a ragio-ne. Sono i rei di mafia inmanette che promuovonomagistrati e colonnelli a loroapplicati, li alzano in carrie-ra, li catapultano nel campodella letteratura, ne fannodei divi televisivi e ci fannoscoprire la loro natura divinadi oracoli. Sono i rei di mafia,che hanno generato non solol’Antimafia dello Statonazionale e dello Stato regio-nale, ma anche l’Antimafiaprivata di don Ciotti e diAdriana Musella, e dei guar-diani dei musei dell ‘ndran-gheta. Non hanno questapotenza promotrice ed evo-catrice i reati comuni, e nonpossono avere storia e gloriale forze dell’ordine che nescoprono gli autori senza,

all’occorrenza, il bracciosostenitore di confidenti epentiti, e puntando sulle lorocapacità d’indagine, sullaloro intelligenza. I militi e iloro comandanti indagano,trovano, arrestano. Ma ècome se nulla fosse accadu-to. In fondo, il reato comuneè roba di infima qualità. Nonmerita l’orchestra. Orchestreper nessuno. Non si può suo-nare a festa nei lutti dellasocietà civile. Però, se pro-prio non si può fare a meno,che l’orchestra suoni inonore delle forze dell’ordine,che, sfollando i delinquenticomuni, rendono menodenso il brodo di colturadell’Onorata Società. Salvoche i templari non voglianodimostrare che tra crimina-lità comune e criminalitàorganizzata ci sia il muro diBerlino.

FERNANDO SAGADO

LA COPERTINA

ALL’ INTERNO

È omertà di Stato

La Calabria e il male antropologico

ANTONELLA ITALIANOCaffé? A te no ché sei mafioso!

ELEONORA ARAGONA

Un’estate violenta? “

IN EVIDENZA

Sono i rei di mafia, cadutinella rete giudiziaria, cheportano alle luci della ribalta,ai guizzi in carrieramagistrati e carabinieri dellaDDA. Ma non si trovano enon si scrivono parole per leforze dell’ordine che, conintelligenza, coraggio, arischio della vita, perseguonoe arrestano, ridando fiduciaalla Giustizia, gli autori direati comuni.

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 08

FERNANDO SAGADO

L’aver stimato il male quale eventolegato all’uomo più che alle condizio-ni sociali di contesto, ha recato nonpochi danni alla Calabria. Pensareche il male, insito in ogni uomo, sor-gesse spontaneamente al di là di fat-tori esterni a esso, ha portato in tantia una visione etica, o puramentemorale, dell’esistenza umana. L’uomosbaglia per inclinazione naturale enon per mancanza di accorgimentisociali che limitino la devianza. Da ciò ne discende che il male, qualefatto antropologico, è inestirpabile senon con l’eliminazione fisica della suafonte. Senza la messa in sicurezza del-l’uomo malvagio, il bene non puòtrionfare. A parole, in pochi ammetteranno di

essere seguaci di tale dottrina. Nellarealtà, la società calabrese è pervasada questa concezione, che anche senon appartiene ai più, è seguita daipiù forti, da quelli che hanno piùvoce, per ruolo, intelligenza o contin-genza. Il dato che è più importantesta nell’accettazione istituzionale ditale teoria. Vengo al punto. La Calabria è afflitta da numerosielementi di disturbo che bloccano lasua libera evoluzione, civile ed econo-mica. Ma chi più conta è convinto cheil male assoluto sia la ‘ndrangheta, e anulla vale l’obiezione che all’ombra diquesta hanno pullulato, in modopressoché indisturbato, una serie infi-nita di comportamenti sociali deviati. La corsa a combattere per decenniesclusivamente la mafia, ha fatto

dimenticare le furbizie di un’interasocietà. Quelle politiche, professionali, le vietraverse dei singoli e delle categorie. Si è inseguito il lupo e le migliaia divolpi sono state lasciate libere di raz-ziare nel pollaio Calabria. E, comun-que, questo sarebbe stato un maleche, se non minore, si poteva accetta-re, se almeno il lupo fosse stato abbat-tuto. Così non è stato, né mai sarà.Per un fatto semplice. Se la ‘ndran-gheta è un gene deviato di una partedei calabresi, non è possibile estirpar-lo senza l’eliminazione di chi lo portadentro.È un discorso razziale. Appunto. Maun discorso, che, seppur negato, esi-ste. Prova ne è l’investimento massic-cio e incessante nella creazione e nelmantenimento di un apparato

repressivo di dimensioni colossali. InCalabria c’è un complesso investigati-vo e giudiziario di capacità assoluta. Ilmeglio della polizia e della magistra-tura. Eppure non basta, e non basterà mai.Sapete perché? Perché si dimenticasempre che in realtà la mafia non ènata con i calabresi, ha anzi una datadi nascita precisa. È un innesto maligno dei regimi chehanno preceduto e accompagnatol’unità nazionale. I calabresi sonobuoni o cattivi come il resto dell’uma-nità, e magari i fattori antropologicihanno reso semplicemente più facilel’insediamento e la perpetuazione delmale. Se si fosse seguita la concezionedel male quale elemento che connotale società ingiuste, si sarebbe agitodiversamente.

Se si fosse operato sulla giustiziasociale, sul lavoro, sulla cultura, sullepari opportunità, nella stessa misurain cui si è investito sulla repressione. Se tutto ciò fosse stato messo incampo, forse si sarebbe scoperto chela mafia è battibile, anzi la si sarebbebattuta. Forse si sarebbe scoperto chei calabresi, a parità di condizioni,saprebbero essere civili quanto i tori-nesi. Si sarebbe scoperto quanto ègrave la corruzione politica, ammini-strativa, giudiziaria, sanitaria, lavora-tiva. Si sarebbe messo a nudo il re. E si sarebbe visto un esercito di picco-li e piccolissimi poteri, che non sonomafiosi in senso classico, e strangola-no la società calabrese e la tengono inun’epoca lontana che una volta sichiamava medioevo.

IN EVIDENZA

La corsa a combattereper decenniesclusivamente la mafia?Si è inseguito il lupo e lemigliaia di volpi sonostate lasciate libere dirazziare nel pollaioCalabria. E questosarebbe stato un maleche, se non minore, sipoteva accettare, sealmeno il lupo fosse statoabbattuto

Legalità

La Calabria e la convinzione del male come fatto antropologico

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 09

ANTONELLA ITALIANO

Si parlava di Agamennone quel gior-no, e della storia di Elettra, sua figlia,che chiese al fratello Oreste di vendi-care l’uccisione del padre. Si parlava diAgamennone e dei Greci, il popoloche visse tra il mar Ionio el’Aspromonte, la cui lingua è custodita,ancora, nel dialetto degli anziani. Machi ascoltava, forse, non ricordava lastoria, e diede altro senso a nomi eimmagini. Generò confusione. Settembre. Il vento spira lieve, e sonodolci i rumori della costa. La terra spri-giona profumi di muschi, e che doloresedersi per sbaglio sulla ginestra spino-sa! Ma siamo in paradiso, è un paradi-so questa Regione, amata e corteggia-ta nei secoli da decine di popoli. Si

parla, a cuore leggero, di così tanta ric-chezza, senza pensare che ogni respirovenga monitorato con attenzione. Accade spesso, qui in Calabria.Accade di trovarsi di colpo dinnanzi adun magistrato e dover rispondere diimprobabili conversazioni. E che Dioconservi una memoria di ferro ai cala-bresi, o ne avranno di belle da sbroglia-re. Poi insegnano la legalità a scuola, ese la scuola è primaria , meglio ancora.Si interviene prima che il germe mala-vitoso attecchisca. E si spiega, ai figli diCalabria, che il loro è un popolo catti-vo, e come dovranno dire no alla‘ndrangheta, e che se un giorno apri-ranno un’attività, sarà pensiero delloStato proteggerli. Poi, uno di questibambini, deciderà di fare un concorsopubblico, e scoprirà che esiste un uffi-

cio raccomandazioni. Rassegnato,magari deciderà di aprire un negozio,e scoprirà che esiste un tessuto econo-mico che tiene il Sud fuori dai circuitinazionali. E se la sua attività sarà diristorazione, o un bar, scoprirà chedovrà stare attento a chi entra, altri-menti a chiuderlo ci penserà lo Stato.Quante cose si devono conoscere!Conviene leggere, e leggere tanto.Meglio ancora è leggere i libri sfornati,di tanto in tanto, dai magistrati, connomi e volti dei nostri malavitosi, albe-ri genealogici, certificati penali, emedaglie d’oro al barista che allarichiesta: «Mi può fare un caffé?»,risponde: «A te no, ché sei mafioso!».Le medaglie non si risparmiano, ancheperché sono di latta. E come negarnequalcuna al politico importante, che

bussa al 73% di gente onesta per rac-cogliere voti in campagna elettorale,guardandosi bene dal 27% corrotto?E qui ci scappa una risata.Vogliamo proprio parlare di legalità?Parliamo allora del locrese Zaleuco edel suo corpo di leggi scritte, le primein assoluto. Parliamo dei calabresi,popolo dal nutrito bagaglio storico,accogliente, dignitoso, che non hanulla però da raccontare quando sta incamera da letto, a casa propria. E neisuoi negozi, scusate la precisazione,può accedere chiunque voglia compra-re qualcosa o bere un caffé, l’impor-tante è che paghi. E nelle sue festemondane, scusate ancora, si entra conil biglietto o con l’abbonamento. I cala-bresi non stanno alla porta per control-lare “tesserini”, neanche il sabato sera.

Caffé? A te no ché sei mafioso!

Si parlava di Agamennone quel giorno, e della storia di Elettra, sua figlia, che chiese alfratello Oreste di vendicare l’uccisione del padre. E se, invece, si trattasse perlinguaggio cifrato della commissione d’un delitto mafioso? Taci, l’Inquisitore ti ascolta.

ELEONORA ARAGONA

Scopriamo nuovamentel’America. La nostra è una terraappaltata con trattativa e senzatrattativa alla ‘ndrangheta. Cosìla stampa nazionale e, con qual-che eccezione, la stampa locale.I delitti non mancano. Ma sitratta solo di reati mafia?Poiché la generalizzazione è, senon proprio la negazione,almeno l’esagerazione dellaverità, andiamo a vedere checosa è successo in materia didelitti dal 19 al 31 agosto tra idue mari, tra mare Jonio e marTirreno, tra la Locride e laTirrenica. A Platì la cronacanera registra il caso di un asprolitigio familiare sfociato nell’uc-

cisione del 32enne AntonioGarreffa per mano del cognatoPasquale Perre, 41 anni.Accadde il 16 Agosto. I carabi-nieri indagano e arrestano ilpastore, che poi si dichiareràpentito del misfatto, il 24Agosto. Sempre a Platì, siccome non cisono terre da coltivare a grano,pare più redditizio coltivarecanapa. Ma non si può. Non èlecito. È proibito. I giovani eillegali coltivatori sono arrestatiil 27 agosto e le piantagionisequestrate. Scendiamo aLocri. Il 27 dello stesso mese inun raptus di follia L.A., un gio-vane locrese, vandalizza 40 autoper le strade di Siderno ed èstato arrestato grazie alle ripre-

se delle telecamere installatenella zona del raid. Il giornoseguente a Monasterace un18enne, Vincenzo Dimasi,spara in bocca al funzionariodella Regione CalabriaFerdinando Iellamo. Il ragazzoviene arrestato a poche ore dal-l’insano gesto. E infine il fattopiù cruento, avvenuto aRizziconi. Un padre, RemoBorgese, e i suoi due figli,Antonio e Francesco, sonouccisi in contrada Spina.L’assassino è già stato identifica-to il 31 agosto ed è arrestato aquattro giorni di distanza dal-l’efferato omicidio. FrancescoAscone, l’omicida, uccide padree figli per questione di donne.Il mese di settembre si apre con

un omicidio avvenuto aSeminara. Viene ucciso la seradel 31 agosto un panettiere di65 anni, Aldo Ciapina, vieneassassinato nella piazza delpaese. Anche in quest’ultimo caso la‘ndrangheta non c’entra. Ilmotivo che ha spinto il signorAntonino Ditto, 82 anni, a com-mettere questo omicidio sonostati dei turbolenti rapporti conil vicino. L’anziano assassino èstato arrestato il 1 settembre.Non c’è stata matrice mafiosanei casi che abbiamo passato inrassegna e che sono stati tuttirisolti in brevissimo volgere ditempo. Ciò che vuol dire che icarabinieri sanno indagare eche l’omertà non funziona.

Un’estate violenta?I casi di cronaca nera

hanno riempito inostri giornali nel

mese di agosto.L’aspetto che tutti

hanno censuratoè chei casi sono stati risoltidalle forse dell’ordine.Gli investimenti sulla

sicurezza danno frutti.

LEGALITÀ A BUON PREZZO Rassegna stampa

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 10

Parlandodi...

IN EVIDENZA

I dati diffusi dallaSvimez sonoallarmanti,particolarmentecrudeli, perché sifondano suelementi oggettivi.

Economia

A Rappoccio è subentrato nella carica di consigliere regionale Aurelio Chizzoniti, primodei non eletti nella lista Insieme per la Calabria e presentatore dell'esposto che ha dato ilvia all'inchiesta nell'ambito della quale è stato arrestato Rappoccio. Chizzoniti si èinsediato lunedì durante la seduta del Consiglio regionale che ha avuto al primo puntodell'ordine del giorno proprio la sostituzione di Rappoccio.

Chizzoniti sostituisce Rappoccio

NATALINA MISOGANO

Secondo la Svimez ci vorranno400 anni per superare l’handi-cap che ci separa dal resto

d’Italia. Per dare una idea è la stes-sa distanza di tempo che ci separadal secolo d’oro della Spagna, quan-do i galeoni attraversano l’Atlanticoe l’Italia era governata dai vicerè.Riguardo la Locride manca il datopreciso ma scomponendo investi-menti e reddito pro capite la situa-zione è molto più preoccupante edè lecito prevedere che, per quanto ciriguarda, i quattro secoli nonpotranno essere sufficienti.Dobbiamo rassegnarci a rimandareil riscatto all’anno del Signore 2600.Ovviamente noi non ci crediamo!Comunque ci batteremo affinchéquesta Terra abbia una speranza sindal prossimo futuro! Comunque idati diffusi dalla Svimez sono allar-manti, particolarmente crudeli, per-ché si fondano su elementi oggetti-vi. Nel Sud calano i consumi (-3,8%) e gli investimenti (-13,5%).Gli incentivi concessi alle imprese

meridionali sono passate dal bien-nio 2009-2010 rispetto al 2005-2006,da 6 miliardi a poco più di un miliar-do. Cifra che smentisce la vulgata diun Sud inondato da un fiume diincentivi. Va sottolineata una ridu-zione tra il 2007 e il 2011 dell’8,3%dei consumi alimentari.Inoltre, sempre secondo il rapporto

Svimez tra il 2008 e il 2011 si sonoperse nel nostro Paese 437 milaunità di lavoro, con una concentra-zione territoriale impressionante: -266 mila nel Mezzogiorno, quasi il60% di perdite in un’area in cuisono presenti meno del 30% deglioccupati italiani. Secondo laSvimez, dal 2000 al 2010, si sono tra-

sferiti dal Mezzogiorno circa 1.350mila persone. Nel saldo, la percen-tuale di popolazione con un’etàcompresa tra i 15-34 anni è intornoal 70%: si stima dunque che in diecianni circa 450 mila giovani hannodefinitivamente abbandonato ilSud.La spesa ordinaria al Sud è diminui-ta dagli 11,3 miliardi di euro del2010 ai 7 miliardi di euro del 2011. Infine l’agricoltura che registra unadrastica riduzione di investimentinel settore (-12%) al Sud negli ulti-mi dieci anniContinuando così le cose il Sudpotrebbe uscire dal tunnel tra quat-tro secoli!Perdere 450 mila giovani in diecianni non è cosa da poco e non sipuò considerare questa cifra comenormale mobilità interna di unanazione. Ribadiamo: noi non ci cre-diamo!Sappiamo che la questione è politi-ca e che potrebbe essere risolta nelgiro di una generazione.Ma non con questa classe dirigenteinutilmente e formalmente rissosa

quanto sostanzialmente dormiente.La contrapposizione non può esse-re territoriale ma sociale. I nemici del Sud non sono gli operailombardi o gli agricoltori emilianicosì come i nostri alleati non posso-no essere quanti, anche al Sud,antepongono la logica del profittoad ogni altra scelta.Dobbiamo trasformare l’attualeritirata in avanzata e uscire dallalogica delle continue emergenze.Bisogna rifuggire dalla violenza ver-bale e dalla rassegnazione e mette-re in campo un New Deal dal basso.L’India, la Cina, il Brasile oggi viag-giano su tassi di sviluppo altissimi.Venti anni fa lottavano con la fame.Ci vuole la riscossa di un popolocapace di recuperare la propriadignità e trasformare la crisi in risor-sa. È necessario cambiare la logicadello Stato italiano che ha sacrifica-to il popolo meridionale e romperela camicia di forza che ci hannoimposto!.È possibile? Dipende da noi, nonda coloro che vivranno in questeterre nel 2400! Solo da noi!

DIVARIO NORD/SUD

Se il gap economico appare incolmabile

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 11

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 12

Parlandodi...

SupercazzoleQualunque famiglia è meglio di nessuna famiglia, scrive Piero Schirripa sulcaso di bambini e adolescenti sottratti e sottraibili “dalla Legge” a famiglie,

cosiddette di mafia. Il sindaco di Milano Pisapia dichiara alla stampa nazionale: «Meglio bimbi adottati dagay che soli». Soli o gay? Questo il dilemma. L'equazione diviene elementare. Speriamo che i bambini egli adolescenti delle mafie vengano affidati a coppie gay. Una speranza è meglio di nessuna speranza. Ono?

VINCENZOCARROZZA

Soli o Gay *

L'Associazione Hymnos ha presentato a Locri l'ini-ziativa “Laboratori Teatrali” rivolta a bambini, gio-vani e adulti. Da ieri, sabato 29 settembre, sonoaperte le iscrizioni ai corsi di teatro, che avranno ini-zio il 15 ottobre e si concluderanno il 15 giugno. Altermine delle lezioni sono previste delle rappresen-tazioni che avranno luogo in piazza Nassiriya aLocri. Sarà possibile iscriversi fino al 10 ottobre, esaranno attivati corsi divisi per fasce d'età e conte-nuti. Le lezioni si terranno presso l'Urban Center inPiazza Nassiriya. I bambini e ragazzi saranno segui-ti da Maria Antonietta Cristarella. Formatasi pro-

fessionalmente presso il “LaboratorioInternazionale dell'Attore” di Paolo Coccheri, haconcentrato il proprio lavoro sulla figura dellamaschera, con particolare interesse per il MetodoMimico di Orazio Costa. Nel corso degli anni hainoltre lavorato a numerose produzioni destinate alTeatro Ragazzi.I corsi per giovani e adulti saranno invece tenuti daMaria Pia Battaglia, insegnante che si ispira preva-lentemente all'approccio di Carl Rogers. Scrittrice eregista, la Battaglia fonda la sua pratica d'insegna-mento su due aspetti fondamentali: la creatività e ilduro lavoro.

GIOIA TAURO - Che sarà succes-so al caro e vecchio orologio dipalazzo Sant’Ippolito,emblema dipiazza Matteotti. Perché è fermo enon cammina più, si chiedono i citta-dini. Sta di fatto che,eccetto il perio-do che risale a qualche annofa,occorrente al restauro dello stessopalazzo nel quale è installato, questavecchia Patacca (come lo definiscequalcuno) ha sempre funzionato.Che sia una vecchia Patacca o no,erano e sono affezionati i gioiesi diuna certa età, perché ne ha scandito

il fluire del tempo,soprattutto neiperiodi in cui avere un orologio dapolso era un lusso che in pochi pote-vano permettersi e, per ciò ,a questomanufatto,installato più di ottant'an-ni fa,si da una certa importanza stor-ica oltre che simbolica.Certo,quando funzionava,tutti queirintocchi che faceva nella notte, nonerano agevoli per chi abitava neipressi, ma se dobbiamo essere sin-ceri,abbiamo tirato un sospiro di sol-lievo quando abbiamo visto il suoritorno dopo che per molto

tempo,per via dei lavori, era stato“incappucciato”.Per questo chiediamo a chi di com-petenza che faccia sapere ai cittadinia quando un rapido interventoaffinché le vecchie lancette tornino afunzionare.Non è solo per un fatto di fare scan-dire le ore, perché oggi non abbiamopiù bisogno,ma semplicemente peril fatto che un orologio funzionantedarebbe l'idea di un paese modernoe curato; e questo può bastare.

Pasquale Patamia

Patacca o no, perché non cammina l’orologio di piazza Matteotti

MARIA BOETI

In occasione della riu-nione tenutasi nelSalone delle Feste pres-so il Palazzo Municipale,nel dicembre scorso, cisiamo recati - chi vi scri-ve - da libera cittadinasenza neppure il taccui-no per prendere appun-ti, alla presentazione delP.S.C. che è un’innova-zione assoluta in quantosi propone di far parteci-pare, ascoltare e acco-gliere tutte le proposteche vengono dai cittadinidentro l’Urban Centerper ridisegnare le geo-metrie della nostra città.E, una delle prime frasiche un incaricato ha pro-nunciato nell' esposizio-ne al pubblico è stata«filosofia del P.S.C.» Mapare di scorgere che, ifatti e le parole non coin-cidano. Perché? Perché spul-ciando nel sito delComune alcuni articolisiano stati inseriti,riguardo la suddetta illu-strazione preliminare,altri censurati. Quellode “la Riviera” è stato

eliminato.Ai cittadini che parteci-peranno alla realizzazio-ne sicuramente piaceràsapere che tipo di case infuturo dovranno costrui-re, come le dovrannocostruire, dove andran-no ad abitare. Dove cicondurrà la nuova edili-zia che oggi stiamo pro-gettando? Quale esteticae quale funzionalitàavrà? Quale risparmioenergetico? Queste emille altre domande siporranno tutti coloro, esono in molti, che hannoun piccolo fazzoletto diterra da sfruttare.All' inizio è parsa unabella collaborazionequella voluta dall'attualeAmministrazione maquest'ultima, forse, va dauna parte e l’ufficio tec-nico dall' altra. Era parti-ta in modo sfavillante -l’amministrazione - illu-strando nell'incontroquesto nuovo e originaleassetto che la città neiprossimi venti anni vivrà,che si è perso però dietrola bugia della “filosofia”dell’ufficio tecnico.Perché eliminare un arti-

colo che non era l' ultimogossip ma dava lustro alPiano attribuendogliambizione e credibilità?Però, siccome alla fine ilvero valore di chi lo pos-siede viene fuori, cosìcome la verità, caso volleche - chi vi scrive -dovendo mandare cin-

quanta articoli all' ODG(Ordine dei Giornalisti)per il rilascio delTesserino, non escluse,pur potendolo fare, fra imolti a disposizione,quello dal titolo APolistena il PSC non èdogma datato “laRiviera” 24 dicembre

2011, facendolo rimane-re negli archividell’ODG di Catanzaro.Dunque, è stata esclusala pubblicazione dallaRassegna Stampa delComune dagli addetti ailavori, ma sarà ricordatonegli annali del capoluo-go della Regione.

Sentenziamo che tuttoquesto a noi sta bene e,il comportamento di chivuole passare per il gran-de filosofo del PianoStrutturale Comunale algiudizio dei cittadini,aspettando la comunica-zione ufficiale per ilprossimo incontro.

POLISTENA/ P.S.C.

Ufficio tecnico: Solo parole La diarchia dell’Asp

Sparta aveva la diarchia. Due re, uno guerriero e uno politico. Anche l'Asp di Reggio ha ladiarchia. Qual è il problema? Sono entrambi guerrieri. Ed anche molto arrabbiati. Uno sichiama Rosanna Squillacioti, espressione della giunta di centrodestra alla guida dellaCalabria dal 2010, l'altro è Renato Carullo, indicato dall'ex governatore Loiero. Da quando ilgiudice del lavoro ha nuovamente riabilitato Renato, Palazzo Alemanni ha rinnovato la fidu-cia a Rosanna. E nello stesso ufficio sono scintille! I due, spalla a spalla, proprio non ci pos-sono stare, e mentre si accende la diatriba interna, le pratiche all'Asp attendono invano. “Leporte di fuoco” non sono più quelle delle Termopili, bensì si trovano alla direzione generale.

REGGIO CALABRIA

LaboratoriTeatrali“

”Tutti a scuola diteatro con Hymnos

Al termine delle lezioni sono previste dellerappresentazioni che avranno luogo in piazzaNassiriya a Locri.

DOMENICA 23 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 13

Parlandodi... Polaroid

Dopo il successo dell’iniziativa“Adotta una buca a Siderno” lan-ciamo quella di questa settimana“Scegli il tuo cassonetto”. Anchestavolta con interventi di piccolamanutenzione, tra cui lo smalti-mento dei rifiuti e il lavaggiomanuale del cassonetto, sarà pos-sibile aiutare la cittadina jonicaad affrontare il problema dellediscariche a cielo aperto.

PolaroidMauro Ottobre, consigliere pro-vinciale di Trento, originariodella reggina Martone, organizzauna cenetta con gli amici sindacidella Locride. Si dice che GiorgioImperitura, da buon calabrese,abbiano reso onore alla tavolaportandosi dietro soppressata epeperoni ripieni, ma ora a Trentosi richiede lo scambio. E che siabello come Giorgio, o niente!

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 14

Locride

Ma allora è una deformante lentela vostra!Continuate a vedere ciò che non èvisibile.Prima il mare caraibico, ora la sta-tua della Madonna invece che diun Santo – San Nicodemo patronodi Mammola - in mezzo busto, dibronzo formato.Delle due l’una: o - non costatandodi presenza - vi fidate troppo dellevostre collaborazioni esterne oconfondete i siti e gli oggetti comeaffetti da allucinazioni o perdita dimemoria.Certo che freschi di polsiana parte-cipazione è pure possibile confon-dersi: del resto sempre terrad’Aspromonte è (o delle Serrecalabre?). Anche perché non pos-siamo non dirci mariani (pardon,polsiani!): vi abbiamo dedicato

pure un saggio monografico allaMadonna di Polsi (… nella lettera-tura calabrese).È comodo pensare che i sindaci,pur nell’esercizio delle lorofunzioni - rispettando le tradizionidelle ricorrenze patronali - sianodei figuranti perdigiorno a vari tito-lo.Ed è scontato pensare ai sindacidella nostra terra in eterna espia-zione: sono l’unico personaledisponibile sulla scena della politi-ca a farsi cecchinare dai poteriocculti o manifesti.Questa volta dismessi gli abiti diprofessore con matita e tanto di…sigaro scopriamo un aspirante giu-dice che assolve. Anzi ad absolven-dum in abito talare!Come sempre con simpatia,

Antonio Longo

MAMMOLA/ La risposta del sindaco Longo

Il professore in nigris

Un tempo c’era la cre-denza che processionidi decollati con il pollice

acceso girassero di notte per lestrade dei paesi.Una orrida immagine, metafo-ra di quanti sono costretti avagare senza testa e senza pace.Infatti, chi perde la testa solita-mente non trova pace!In questo momento ci sarebbetanto bisogno di teste verecapaci di pensare e di battersiper la nostra terra.I dati Svimez fanno chiarezza.La Locride non è in semplicerecessione. La Locride è avvol-ta in una spirale regressiva chemarca una distanza abissalecon il resto del Paese.Proprio in questo momentoavremmo bisogno di una gran-de unità e di un impegno com-plessivo ed adeguato dell’interaclasse dirigente, ammesso enon concesso che ne esistaveramente una.L’associazione dei comuni è“decollata” da questa primave-ra.Ci sembra singolare che unaassociazione, che dovrebbeesprimere una linea unitaria, sipresenti alle elezioni del “consi-glio regionale per le autonomielocali” con alcuni sindaci della

Locride concorrenti tra di loro.Tra questi lo stesso presidentedell’assemblea GiorgioImperitura, che concorre con ilsindaco di Stignano FrancoCandia, componente del diret-tivo dell’associazione e segreta-rio provinciale dell’UDC, parti-to a cui fa riferimento lo stessoImperitura.Ci sembra che ci sia un pò diconfusione sotto il sole dellaLocride!Non può essere un caso che ilpresidente del Comitato, dopo

le dimissioni di IlarioAmmendolia, non sia statoancora eletto.La domanda: non c’è bisognodi avere un Presidente?Oppure l’associazione è para-lizzata sino al punto da nonpoter esprimere il massimorappresentante dellaAssociazione?In entrambi i casi ci troviamodinanzi ad ipotesi inquietanti acui occorre dare subito unarisposta.

Vladimir

Giovedì 6 settembre 2012 è statacostituita l’Associazione CulturaleCentro Studi Padre Stefano DeFiores, con sede in San Luca viaTimpa s.n.c. Il sodalizio, costituito nelnome dell'insigne teologo e mariolo-go sanluchese, noto e stimato in tuttoil mondo cristiano (non solo cattoli-co), ha come scopo principale la pro-mozione e la diffusione del pensieromariologico del padre monfortano,presentando, attraverso una sistema-tica attività seminariale, espositiva ecomunicativa, il lungo ed intenso per-

corso di studioso e ricercatore, avvia-to sulla scia del Concilio Vaticano II.Il Centro Studi Padre Stefano DeFiores, pienamente consapevole dellapoliedricità della figura di P.StefanoDe Fiores, si prefigge, altresì, di valo-rizzare la ricerca storica, filosofica,letteraria ed artistica, specialmentecon riferimento alla RegioneCalabria. All'unanimità dei presenti èstato proclamato Presidente onorarioTito De Fiores, fratello del grandeteologo.

Fortunato Nocera

Con il progetto "Calabria Jones", promosso dall'Assessore allaCultura della Regione, Mario Caligiuri, e seguito da RobertoGiacobbo (conduttore del programma televisivo di RAI 2"Voyager") alla Villa Romana di Casignana arrivano studenti daogni angolo della Calabria. Nella foto i ragazzi dell'IstitutoComprensivo di Girifalco (CZ)

COMUNI DELLA LOCRIDE

SAN LUCA

IN EVIDENZA

La domanda: nonc’è bisogno di avereun Presidente?Oppurel’associazione èparalizzata sino alpunto da non poteresprimere il suomassimorappresentante?

L’associazione “decollata”!

Centro Studi PadreStefano De Fiores

CASIGNANA / Villa Romana

Il successo del progetto“Calabria Jones”

Pubblichiamo l’annuncio ricevuto da Paolo eSilvia riguardo lo smarrimento del cane Kenya. Ilcane è stato smarrito il giorno 18 settembre intor-no alle ore 23:00 nei pressi del ristoranteParaponzi (contrada Favaco, Stignano). Kenya èun esemplare femmina di husky siberiano di unanno, dal manto bianco e nero e dagli occhiazzurri. Il numero di microchip è380260020096339. Chiunque avesse informazio-ni, anche solo sul luogo d’avvistamento di Kenya,è pregato di contattare uno dei seguenti numeri:329/7294143 o 335/463135, o di recarsi presso ilristorante Paraponzi. È prevista una ricompensadi 200,00 euro per il ritrovamento di Kenya.

LAMEZIA TERME / Servizio autobus per l’aeroporto

STIGNANO/ 200,00 euro per chi riporta l’husky

Ritrovare Kenya

Appello ai politiciLa Calabria migliorerebbe, con un servi-zio di trasporti efficiente su tutto il terri-torio. La Locride è una delle poche zonedella regione non collegata all’aeroportodi Lamezia Terme. La popolazione faappello ai politici e alle istituzioni compe-tenti affinché venga realizzato un colle-gamento di autobus, con quattro corse diandata e quattro di ritorno, con partenzadalla Locride, con fermate in tutti i paesiinteressati dal tragitto. Percorrere così laSGC Jonio-Tirreno e proseguire sulla A3per raggiungere l’aeroporto di Lamezia.

Si potrebbe pensare ad alcune fermatenella Piana di Gioia Tauro (entrata/usci-ta svincolo Polistena, Cinquefrondi eMelicucco, stazione ferroviaria diRosarno), o fermate in prossimità deglisvincoli autostradali (Mileto, Serre, S.Onofrio, Vibo, Pizzo).Il collegamento Locride-Lamezia Termeè fondamentale per lo sviluppo del com-prensorio, perchè aiuterebbe lo sviluppodi una delle zone più povere d’Italia.

Gino Larosa

«L'ultimo mese di campagna era stato rovente, ravvivato anche da unintervento estremamente esplicito del superboss della 'ndrangheta cal-abrese Giuseppe Piromalli, detenuto a Palmi.Dalla gabbia aveva gridato: «Voteremo Berlusconi!». Era il 24 febbraio[1994].»

(Enrico Deaglio, Il raccolto rosso, pag. 213)Ogni peperoncino raccolto, ogni erbaccia strappata, ogni melanzanasbucciata da oggi mi dà ancora più soddisfazione.

Un trionfo voluto all’unanimità

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 15

la RivieraPolaroid

Il presidente Raffa incontra glistudenti. Nel 2012 è stato l’uo-mo più fotografato accanto acani e bambini. Se ora si facesseimmortalare con i lavoratoriforestali sarebbe l’eroe dell’an-no. Che stia attento alle manga-nellate però, il servizio d’ordinea difesa del Governatore nonammette prigionieri.

PolaroidMonasterace insorge contro ilsindaco Lanzetta per via dellacondizione precaria di alcunescuole. Il problema è statosegnalato all’inizio di giugno, mal’intervento è quello che vedetein foto. Scrivono i cittadini: “Èuna vergogna riaprire le struttu-re in queste condizioni. Sindacola legalità non vada a insegnarlasui palchi, entri nelle scuole”.

Eccovi, in due istantanee scattate a poche ora l’una dall’altra, il problema ela sua soluzione. È un atteggiamento tipico dei nostri paesi, purtroppo, sfo-derare facilmente l’accendino. Ma sono anche fastidi (quelli generati dal-l’accumulo dei rifiuti) che le istituzioni si ostinano a non risolvere, segue lanaturale esasperazioni dei cittadini, costretti a dare la precedenza per stra-da a ratti e blatte. Monasterace è solo esempio da tanti altri comuni.

LE DICHIARAZIONI DI PINO MAMMOLITI MONASTERACE / Il problema dei rifiuti

IN EVIDENZA

L’assemblea degliiscritti al partitodemocratico l’haeletto segretario con86 voti su 86votanti.Accanto alui, nella segreteria,sei giovani. Bova èstato già sindacodella città.

Mimmo Bova, figura sperimentatae stimata in tutta la Locride, hadeciso di impegnarsi di nuovo nellaattività politica. L’assemblea degliiscritti al partito democratico diRoccella Jonica l’ha eletto segreta-rio con 86 voti su 86 votanti.Accanto a lui, nella segreteria, seigiovani, tre donne e tre uomini:Lombardo Maria Teresa, CarellaFortunata, Iervasi Daniela,Condorelli Giuseppe, VigliaroloSalvatore, Iervasi Nicola.Bova è stato già sindaco della cittàe deputato della Repubblica nonnominato ma regolarmente elettonel nostro circondario.La sua decisione è stata largamen-te voluta da tutti i democratici diRoccella.Raggiunto da la Riviera ha dichia-rato:«Oggi la gente prova disgusto percome il ceto politico si sta compor-tando. La voglia di rivoltarsi controun sistema politico che non pare ingrado di affrontare i problemi postida una crisi economica gravissimaè grande. La crisi mette in discus-sione la capacità delle famiglie difar fronte ai problemi quotidiani.È necessario uno sforzo collettivoin cui tutti debbono impegnarsi perrisollevare l’Italia.

Deve essere chiaro a tutti che oggila nostra società vuole che si recu-peri quel senso di responsabilità,quella sobrietà e serietà che hacontraddistinto la vita dei partitipolitici nel dopoguerra in Italia.Bisogna riportarli alla originariafunzione che ad essi attribuisce laCostituzione della Repubblica».«In tale direzione - ha conclusoBova - impegnerò il circolo in unaserie di iniziative pubbliche diriflessioni interne per far crescerequesta esigenza. Dobbiamo ricuci-re il rapporto tra i cittadini e la poli-tica».

lr

L’altro giorno mi è capitato di legge-re sull’Ansa Calabria una notiziaflash che informava di un delittoavvenuto a Bivongi. Protagonistialcuni balordi, i quali hanno aggredi-to e derubato un anziano pasticciereche, all’una di notte, era andato alsuo bar-laboratorio per chiudere leserrande.Ho interpellato alcuni gior-nalisti della zona e ho appreso che lavittima era il signor Peppe Bova,novantaduenne artigiano rinomatonel campo della pasticceria e dellaproduzione della granita al limone.Mi sono recato a casa del malcapita-to e sono stato molto contento per-ché, in pochi giorni, era riuscito adassorbire l’effetto psicologico delgrave atto di violenza subìto. Hoinoltre appreso che lo stesso, duran-te la colluttazione non molto cruen-ta, ha riportato una tumefazione aun occhio, mentre il maggiore rischiolo ha incontrato quando i malviventi,fattolo sedere e legatolo con unarudimentale cordicella, gli hannotappato la bocca perché non chiedes-se aiuto. I tre uomini sono poi scap-pati e la vittima ha fatto intervenirela Guardia Medica e i Carabinieri, iquali hanno fatto i rilievi del casofinalizzati alla scoperta di questi vilibalordi.Fortunatamente, nessuna conse-guenza grave. Anche il bottino èstato misero: mille euro, che serviva-

no per il compenso delle badanti cheaccudiscono la Signora Costanza,più altri 150 euro prelevati dal mise-ro incasso nel cassetto del bar-pastic-ceria. Il Cavaliere ha approfittatodella mia visita per ripercorrere, conorgoglio ed emozione, il brillanteexcursus della sua attività pasticcera,datata anno 1953, assieme all’insepa-rabile e fedele fratello Francesco.Non si è fatta attendere la reazionedel Sindaco, Felice Valenti, della suaGiunta, dei consiglieri di minoran-za Ivan Leotta ed Emanuele Valenti,e dell’intera popolazione che, all’uni-sono, hanno condannato questoennesimo attentato alla serenità ealla pace violata a dispetto soprattut-to dei nostri vecchietti soli, indifesi einermi.Sono legato da una profonda amici-zia con il Maestro Bova e con la suafamiglia. Vado spesso a trovarlo nelsuo laboratorio e assisto con piacerealla realizzazione dei rinomati e pre-

libati amaretti, di cui conserva gelo-samente la ricetta, dell’incomparabi-le granita al limone e dei torroni allamandorla. Prima di andarmene l’a-mico Bova mi ha chiesto: «Mario,per favore, accompagnami nel miocampo di combattimento, il bar Lux,mi manca tanto, nonostante tutto».Non prima di andare a comprare lenuove serrature, vittime anch’essedell’agguato dell’altra notte.Dopo averlo riaccompagnato a casa,dove lo attendevano la SignoraCostanza e la calorosa assistenteMaria Assunta, ho abbracciato il miocaro “nonnino” con un «arrivederci,a presto» sulla breccia del suo labo-ratorio artigianale del Bar Lux cheper lui rappresenta sempre, oraancor di più, lo scopo più importan-te della sua vita fatta di grandi sacri-fici e, soprattutto, di grandi successi.Voi si, don Peppino, che siete “UNCAVALIERE ! ”

Mario Murdolo

ROCCELLA JONICA/ L’onorevole Bova eletto segretario del PD

Un trionfo voluto all’unanimitàBIVONGI/ Atti di delinquenza

Aggredito e derubato un anziano pasticcere

Delirante la richiesta dei 17 parlamentari del PD

GROTTERIA/ Emergenza acqua

A secco per 8 giorni

PRIMA

DOPO

Rimanere senza acqua per più diuna settimana. È quanto accadutoin questi giorni a MarcinàSuperiore, frazione del comune diGrotteria che, ormai da otto giorni,si trova a dover fare i conti con l’as-senza di acqua. Un fatto che halasciato perplessa la popolazionedella piccola frazione, costretta cosìa dover trovare una soluzione al“problema acqua”. Forte è stata laprotesta dei cittadini: «Non è possi-bile che nel 2012 non ci sia acquanonostante le tasse siano state rego-

larmente pagate». L’appello degliabitanti di Marcinà è stato dappri-ma rivolto al sindaco del comune diGrotteria, Salvatore Leoncini, e, inseguito, direttamente alla regioneCalabria. La speranza è che la que-stione possa essere risolta definiti-vamente nel minore tempo possibilema, come sottolineato dagli stessicittadini, «se non avremo notizie(dalla regione Calabria) ci rechere-mo in questura per denunciare lagrave negligenza».

Gianluca Papaluca

La spudorata richiesta fattada 17 parlamentari, tuttidel P.D., di rinviare la

decisione che il Tribunale diLocri dovrebbe adottare neiconfronti dell'On.le Laganà -indagata per truffa nei confron-ti dell'A.S. di Locri- pone i citta-dini comuni di fronte alla deli-rante arroganza di ciò che rima-ne della “Casta Politica”. Daparecchio tempo certa classedirigente non prova né vergo-gna né pudore, anzi con l'aggra-varsi del disagio sociale, provo-cato dai saccheggi politici e, conl'avvicinarsi delle elezioni, anco-ra di più mostra la parte peggio-re della tracotanza istituzionale.E' chiaro che come cittadino,chiedo che il Tribunale cestini larichiesta, sottolineando comecosì facendo a Locri l'art. 3 dellaCostituzione non diviene mate-ria appaltabile a favore di chi nechiede l'applicazione simulata.Come iscritto al P.D., invito

questi parlamentari a chiederescusa per la fantoziana strategiadi solidarietà verso una collegache -dolore a parte- è imputataper un grave reato commessonei confronti di una comunitàche, senza consenso, la stessarappresenta.Ma devono chiedere scusa atutti i parenti di morti ammaz-zati dalla malasanità, spesso ali-mentata dalle truffe dei solitifurbi. Nei processi non è previ-

sta né la presenza dell'imputatoal momento della letttura dellasentenza, né la presenza difamiliari costituiti parte civile inCassazione.I disonorevoli 17deputati hanno ancora unavolta offeso la dignità deiCalabresi, soprattutto di quelliche gli abusi della politica lisubiscono sulla loro pelle, conl'aggravente che gli stessi parla-mentari, di problemi social,economici e di sviluppo dellanostra terra non si sono maiinteressati. Cinici e sprezzanti,uniti dalla solidarietà d'accatto,chiedono un differimento dellasentenza in nome del dolore.Ed in nome del dolore per letruffe subite dai cittadini dellaLocride, perchè non invocanouna sentenza -che se di condan-na- imponga la restituzione deisoldi e con essi la speranza diuna Locride di giusti e di egua-li...... soprattutto di fronte allalegge?

PINO MAMMOLITI

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Parlandodi...

MIMMO GANGEMI

Io sono orgogliosamente rimasto inCalabria, me ne vanto a ogni presenta-zione di un mio libro. Pensandoci,

anche Carmine Abate è orgogliosamenterimasto, pur abitando nel Trentino. Perchénei suoi romanzi c’è sempre questa terracompressa tra due mari, perché qui harespirato l’aria che già fu fiato dei suoi cari.Perché qui è a casa – casa è per lui la colli-na del Rossarco, La collina del vento che gliè valso il Campiello. E qui ritorna. Al con-trario di altri, andati via sputando disprezzosulla madre che li ha forgiati, salvo poirivolgerle appelli accorati per esserne soc-corsi.Fu invece forzato e lacrimoso l’abbandonodi Carmine Abate, simile a quello di tantialtri, di troppi. Emigrante. In Germania,lui, in tempi in cui non volevano granchébene agli italiani traditori, quando costavacaro portare indosso i capelli crespi e neri eun colorito bruno. Sono stati anni checredo abbiano forgiato lo scrittore, arric-chendone la sensibilità, affilata dalla soffe-renza, dallo sradicamento dalle radici edagli affetti. Ora lo celebriamo. Se lo merita, eccome.

Ha dato lustro e onore alla Calabria. In molti si sono affrettati a salire sul carrodel vincitore, non è difficile, procedelento, il carro del vincitore, perché glitocca fendere la folla che si accalca al pas-saggio, come capita al ciclista che arrancain fuga solitaria nella tappa di salita, quel-la con la Cima Coppi, al Giro d’Italia.Carmine Abate ha vinto il Campiello?Allora, evviva Carmine Abate. È orgogliodella terra di Calabria strapazzata sullacronaca. È rivincita su certa Italia con ilnaso all’insù, un po’ razzista, a cui nonpare vero di poterci dare addosso, oltre idemeriti. Come succedeva ai nostri emi-granti agli inizi del ’900 nella Merica diMulberry Street, di Broccolino, delVatikins.Tra i tanti applausi scroscianti, anche imiei. Specialmente i miei. Lo leggo dagliinizi, gli riconosco da allora l’aureola delgrande scrittore, ho visto in lui l’apripistadel risveglio letterario in atto quaggiù e chesembra essere il preludio di un’aria final-mente schiarita. Carmine Abate è però lostesso Carmine Abate di prima delCampiello, uno dei maggiori narratori con-temporanei, fin dai suoi vagiti letterari. Mace ne accorgevamo in pochi in questa

regione cieca e ingrata, e ultima in tutte leclassifiche di civiltà, compresa quella sulnumero dei lettori, salvo scalare un paio diposizioni di recente, grazie alla rinascitaculturale che ha in Carmine il portabandie-ra. I più tra quelli che oggi lo sollevano sugliscudi erano talmente ciechi da non essersiaccorti del suo valore. Questo, perché con-tinuiamo a comportarci da colonia, non

importa di chi, purché in subordine. Lagrandezza di Abate ce l’hanno dovuta cala-re a forza con il cucchiaino Venezia e ilCampiello. E noi lo celebriamo solo dopo ilviaggio di andata senza clamore e quello diritorno in pompa magna, al suono dellagrancassa, solo dopo che il Nord ce lo resti-tuisce regale, cinto d’alloro. E se non fossearrivato primo? Beh, gli sarebbe toccata la

freddezza indifferente che fu quando giun-se terzo a un altro Campiello, qualche annoaddietro. Eppure, il romanzo, una saga bel-lissima, sarebbe stato sempre quello, e sem-pre quello l’autore. La verità e che ciimbeccano, altrimenti non sapremmo rico-noscere i talenti di casa nostra. E la vittoriaè stata più grande di quanto appaia: uncalabrese deve prima abbattere il precon-cetto, parte da un punteggio più basso, agliocchi dell’Italia ha l’handicap di essere,appunto, calabrese.È bello e speciale che a presentarloall’Assemblea regionale sia PasquinoCrupi, la punta intellettuale di questa terra,uno che non s’inventa estimatore a gloriagià acclamata, ma che ha fiutato il talento ela grandezza di Abate fin dal debutto,-eggete le pagine che gli dedica nel qartovolume della Storia della letteratura calabre-se (1997) come ha fiutato alcuni anni primame alcuni dopo Gioacchino Criaco..Comunque, salgano pure sul carro del vin-citore anche quanti erano distratti, o rivoltialtrove, o magari nulla hanno mai letto diCarmine Abate. È sopportabile, purchécontinuino a esserci carri nostri su cui dardi gomito per salire. Intanto, grazie, Carmine.

La grandezza di Abate, ce l’hanno dovuta calare a forza con il cucchiaino Venezia e ilCampiello. E noi lo celebriamo solo dopo il viaggio di andata senza clamore e quello diritorno in pompa magna, al suono della grancassa, solo dopo che il Nord ce lo restituisceregale, cinto d’alloro. Ma Pasquino Crupi di Carmine Abate come resuscitatore dellaletteratura calabrese aveva parlato fin dal 1997.

per Carmine Abate, ma va bene lo stessoChampagne veneziano

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la Riviera

1) Ab urbe condita. Insomma, voglioiniziare questa nostra conversazionein partenza da Il ballo tondo. Si era nel1991. Si parlava poco di letteraturacalabrese, e in giro c’era - c’è ancora -molta poltroneria intellettuale.2)Gli anni passano. La pigrizia è duraa morire. Nel profilo, spesso a matitacopiativa, che si fa di te, dopo le cam-pane a stormo del Campiello, trovodifficilmente richiami a Il ballo tondo.Ma è da lì che torna a smuoversi laruota della letteratura calabrese,ormai affondata nelle ceneri dei suoiMagni Spiriti.3) Il problema qual era per la narra-tiva d’impianto realistico, come è fon-damentalmente la narrativa meridio-nale e calabrese?- ma non escluderei

tanta parte della letteratura italiana. Ilproblema era – non lo fu più dopo Ilballo tondo- l’invenzione del perso-naggio. Attinto e non raggiunto dalVerga con Padron Ntoni, daFrancesco Perri con Rocco Bléfari, daSaverio Strati con il Diavolaro, e da teconquistato con nani (nono)Lissandro. O esagero? Tu, però, a tuavolta, non esagerare in falsa modestia. 4) La svolta epocale non è stata soloquesta. Il romanzo sociale- e questo èpacifico- è un romanzo chiuso: chiusodalla sconfitta o dalla vittoria del pro-tagonista. Il ballo tondo è, viceversa,un romanzo aperto, un romanzo, coé,che richiede un seguito a mezzo d’unpersonaggio, che appare minuscolo,essendo un bambino. Appunto,

Paolino…5) Bene, se si prescinde da tutto que-sto, la costatazione corale della tuanarrativa come ritorno alla Calabria,alle sue tradizioni, alla sua cuturarischia di diventare una giaculatoria.Tutto quello che hai raccontato dopoc’ è già in nuce ne Il ballo tondo. Misbaglio?6) Nelle tue prime dichiarazioni, dopola scalata vittoriosa al Campiello, haifatto più volte il nome di SaverioStrati, intendendolo, però, come l’u-nico narratore caabrese che ti ha pre-ceduto nel conseguimento del dettopremio.Vado oltre e ti chiedo: ma nonc’è qualcosa di più intrinseco che vi favicini? Per esempio, quella di Strati ètutta narrativa della fuga, e narrativadella fuga è la tua narrativa. Narrativadella fuga che, se non provoca, accele-ra l’impianto mafioso del territoriocalabrese è quella di Strati così comela tua. Che ne dici?7) A me sembra una concordia discor-de. La fuga di Strati è senza ritorno,l’andare dei tuoi personaggi è sempreun tornare. Come se tu mai avessiabbandonato l’ipotesi meridionalista

della costruzione d’un Mezzogiornocivile e avanzato nel Mezzogiorno.8)Vorrei annotare ancora. La lettera-tura meridionale potrebbe ben figura-re in una statuaria biblioteca deglisconfitti. Ma da Il ballo tondo a Tradue mari - per iniziativa di SaverioZavettieri fui io a presentarlo alSalone del Libro di Parigi - e, infine, aLa collina del vento questa letteraturameridionale della sconfitta è mutatain letteratura della resistenza moraleall’oppressione, della speranza. Nonapostoloca, non programmata. Inaltre parole, spira un vento nuovo.9)Il vento accompagna la vita dei tuoipersonaggi. È una metafora del cam-biamento. Così era ne Il vento nell’o-liveto di Fortunato Seminara. L’ hailetto questo romanzo?10)Tu ti domandi, ti sei domandatoperché La collina del vento ha suscita-to tanto entusiasmo. Se permetti, vor-rei rispondere io. Per la semplice ragione che è unromanzo vero, un romanzo che rac-conta storie, vicende, non atmosfere.Tu dimmi semplicemente se ho tortoo ragione.

Lo scrittore a Palazzo CampanellaCarmine Abate, scrittore calabrese, vincitore del premioCampiello 2012 con “La collina del vento”, presenterà il suolibro lunedì prossimo primo ottobre, alle ore 10.30,nell'auditorium “Nicola Calipari” di Palazzo Campanella. All'evento, voluto dal presidente del Consiglio regionale dellaCalabria, Francesco Talarico, parteciperanno lo storicoletterario, Pasquino Crupi e il dirigente dell'Ufficio scolasticoregionale, Francesco Mercurio.

SULLE TRACCE DE “ LA COLLINA DEL VENTO”

10 domande a Carmine Abate

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la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

RUBRICHENordici e sudici di Gioacchino CriacoBrizzolato di Ruggero Brizzi,Cronache dal nord di VincenzoCarrozza Loqui e sproloqui di Filomena Cataldo,COLLABORATORIAnna Laura Tringali, Mara Rechichi,Benjamin Boson, Nik Spatari, AngeloLetizia, Marilene Bonavita, FrancoCrinò, Isabella Galimi ,Maria TeresaD’Agostino.

Direttore responsabile: PASQUINO CRUPICoordinatrice di redazione: MARIAELENA FILIPPONEIn redazione: ANTONELLA ITALIANO, DOMENICOMACRÌ, ELEONORA ARAGONA, NINO SIGILLI, ILARIOAMMENDOLIA, ANTONIO TASSONE(SPORT)Editorialista: GIOACCHINO CRIACOArt Director: PAOLA D’ORSAImpaginazione: EUGENIO FIMOGNARI

RISPONDE il direttore

Illustrissimi,sono un imprenditore che opera e vive alSud e vorrei parlarvi di crescita, sviluppoe occupazione, in particolare parlando difatti concreti nella mia regione (laCalabria) e nel Sud.In questi giorni Governo e politica affer-mano che occorre puntare l’attenzionesul Pil, nel senso che dobbiamo pensarea produrre e a crescere, e non alle specu-lazioni finanziarie. Proprio a tale riguar-do mi preme evidenziare alcuni aspettiche contrastano con queste affermazio-ni:a) Ho presentato un prodotto da meinventato, una cellula di sicurezza che hauna rilevanza mondiale. La cellula cheho realizzato consente di mitigare i rischidei terremoti. Permette alle persone chesono all'interno delle case di salvarsi lavita. L’importanza di tale progetto (unicoal mondo) è stata confermata dal ricono-scimento tecnico da partedell’Università di Venezia. Inoltre ciòche renderebbe unica la mia iniziativa èla volontà di imporre un prezzo socialead un prodotto che risponde all’esigenzaprimaria di salvaguardare la vita umana.b) Dai dati della Banca d’Italia, nelnostro paese vi sono 31 milioni di unitàabitative, e si può tenere in considerazio-ne un numero di 25 milioni di abitazioniche possono costituire la base potenzia-le di installazione di tale sistema di pro-tezione. Considerando anche solo un25% di soggetti interessati, si avrà unpotenziale mercato di 6,25 milioni diprodotti. E, tenendo conto della versio-ne base il cui costo è minimo, si otterreb-be un potenziale fatturato di circa 14miliardi di Euro, ovvero circa un puntodi Pil. Inoltre va tenuto conto che il mer-cato mondiale è forse 100 volte più gran-de e che questo prodotto non è legato amode o “volubilità”. c) Ipotizziamo che un mercato che contianche solo la decima parte di quantodescritto ci porterebbe comunque anumeri impressionanti. Ipotizzare unaprima fase di start-up con una produzio-ne che guardi al mercato nazionale emondiale di soli 25 mila pezzi significafatturare 56 milioni di euro e crearealmeno 200/250 nuovi posti di lavoro.Questo progetto a regime (12/18 mesi)potrebbe rapidamente garantire circa1.000 posti di lavoro. Io vivo in una regio-ne molto complicata nella quale è diffici-le operare e dove lo Stato nei decennipassati si è girato dall’altra parte consen-tendo che questo territorio cadesse inmano alla criminalità. Oggi molte cosesembra stiano cambiando ma fare l’im-

prenditore è sempre più difficile in uncontesto di collusione e stranezze, nelquale le zone grigie sono spesso la nor-malità. Io ho sempre combattuto ciò.Dopo aver investito diverse centinaia dimigliaia di euro, e due anni di lavoro, perarrivare alla presentazione del prodotto,“armato” di business plan, scheda tecni-ca e breve lettera di presentazione, hochiesto a un primario Istituto un mode-sto e provocatorio finanziamento di 15mila euro (quindicimilaeuro), che mi èstato rifiutato. Rimasto senza parole emolto arrabbiato per l'accaduto, ho scrit-to dunque una lettera che ho trasmessoa tutte le banche operanti nella mia pro-vincia mettendo in risalto anche gli innu-merevoli procedimenti penali nei quali ilruolo delle banche è discusso e le inchie-ste in cui si afferma che le banche nellamia terra sono in mano alle cosche e peravere credito occorre a loro rivolgersi.Mi pongo quindi la domanda del perchéil mio progetto, che può creare imme-diatamente sviluppo e occupazione, nonè stato finanziato? Vivo in un Paese in cui esiste la libertà diespressione e per tale motivo io conti-nuo a scrivere facendo il mio dovere diinformare, certamente non di pietire,ma informare.Sono pronto a ogni critica sul progetto,la mia umiltà mi porta ad ascoltare econfrontarmi con tutti, ditemi che stotrattando argomenti che non hanno unabase concreta o sono irrealizzabili(anche se il prodotto è stato da me rea-lizzato); ditemi ciò, convincetemi o sem-plicemente fatemi capire che sto sempli-cemente sognando e, statene certi, nondisturberò più nessuno. Ma se, comepenso, le mie parole sono piene di fatticoncreti, nel nome della sicurezza ditanta gente, delle opportunità di lavorogenerate, e del futuro del mio Paese,forse ognuno di voi, essendo forse ancheun obbligo istituzionale e morale,dovrebbe fare e dire qualcosa. Io noncerco assistenzialismo, non chiedo aiuti,sovvenzioni o altro, chiedo solo quelloche in un Paese normale fatto da genteper bene dovrebbe essere fatto, ovverola seria valutazione del progetto e, seritenuto valido, la concessione di unfinanziamento per poterlo realizzare,creando occupazione, benessere e svi-luppo. Dopo tutto quanto ho fatto, daqualche parte produrrò tale prodotto,forse vendendo o svendendo una partedella mia azienda o dei miei brevetti, mastatene pur certi che da qualche partequesta iniziativa, che è unica al mondo,troverà luce.

Noi siamo il paese dell’idea unica(Come un progetto antisismico viene rinviato al mittente)

Beppe è stato accoltellato questa notte.Lo ha portato il 118. Ha 24 anni, alto, benpiantato, testa rasata, corpo pieno ditatuaggi. E' stato pestato e accoltellato datre coetanei per un amore andato a male.“E' successo”, mi dice, “che lei mi facevale corna. Me l'ha detto stasera mio fratello mentrefacevamo cena. Mi si è bloccato subito lostomaco, ho avuto nausea. Ho deciso di

andare sotto casa della morosa per dir-gliene quattro. Lei stava facendo festa, su,con tre tipi che sono scesi e mi hannoriempito di calci e pugni. Uno poi ha tira-to fuori il coltello e ci ha dato di brutto”. Beppe sbuffa come un treno da un bucoche il coltello ha fatto al torace, propriosotto l'occhio di un bel viso di donna tatua-to lungo tutto il lato sinistro del corpo. Ilbuco sembra un altro occhio. Ha un buco

anche al gluteo, e un altro alla coscia vici-no alla femorale. I parametri sono buoni, ma la ferita altorace è brutta. Gli dico la terapia e gliesami che intendo fare. Gli chiedo se hatanto male.” Si dottore” mi risponde “manon nel fisico, io sono un toro, me lacaverò. Ho male qui, al cuore.” E mi indica il petto. Dopo la TAC glimetto un tubo di drenaggio al torace echiamo il rianimatore, la pressione stascendendo e anche la saturazione, biso-gnerà intubarlo e portarlo subito in sala.Prima di essere addormentato chiede dime, mi affida un compito: “dottore, mifaccia un favore, se lei viene, gli dica chel'amo tanto. Che la colpa è mia, e non ho niente daperdonargli.” Chiude gli occhi pianopiano e ripete.. ”che l'amo. Gli dica…”

BELFAGOR

La notizia risale a un paio di settimane fa,ma vale la pena riprenderla. La notizia èquesta. Il dr. Francesco Talarico è stato rielettopresidente del Consiglio regionalecon i soli voti della maggioranzaPdl-Udc. Infatti, i consiglieriregionali del Pd gli hanno mostra-to il viso delle armi e non lo hannovotato. Hanno dato in questo mododimostrazione di essere faziosi, set-tari, smemorati. Poiché non c'èdubbio che il dr.FrancescoTalarico ha finqui presieduto ilConsiglio regionale congrande imparzialità, esenza mai ledere idiritti delle opposizio-ni . Ed è indubbioche i due componentipiddisti dell'Ufficio diPresidenza, Amato eSulla, in nessuna occa-sione hanno manifesta-to dissenso nei riguar-di delle decisioni delPresidente. Bene, a parte la fazio-sità, il settarismo, lasmemoratezza, fatto stache il PD consiliare ècaduto in un grave errore

politico: quello d'aver favorito il disegnodel Governatore il quale puntava alla rie-lezione di Talarico con una maggioranzarecintata, cioè limitata a Pdl e UDC, comeprova ulteriore che in Calabria l'asse tra il

partito di Alfano e il partito di Casininon viene e non verrà meno. Ed è,questa, del Governatore, purtrop-po, anche la nostra convinzione. L’opposizione non piace a nessuno,e non piace a Casini.

Dunque, impelagato inlotte intestine, guerreg-

giate dietro l'usbergodi rinnovamento o

rottamazione, ilPD con il suo

gran rifiutonon rinverdi-sce semplice-mente lamemoria manzonianadei capponidi Renzo,che, nonsapendo chefare, si bec-cavano tra diloro. Inaugurala stagionedegli stalloni

infecondi. Innumero cre-

scente, sempre

annitrenti alla corsa e alla vittoria.Non c'è pace e non c'è costrutto nel Pd.Non c'è pace nel Pd a Monasterace, aCaulonia, a Locri, Vibo e Cosenza, eReggio. Non c'è pace nel quadro dirigente regiona-le la cui guerra cotinua fa D'Attorre simi-le sempre più a un San Sebastiano, nono-stante finga il sorriso ieratico di SanFrancesco. L'ultimo assalto gli è stato rivol-to da Demetrio Naccari Carlizzi, che, spiri-to sottile, non ha fatto fatica a diventarealleato del Fiorentino, spirito bizzarro. S' èsvegliato il dormiente eurodeputato MarioPirillo e lancia strali. Si agita Guccione. E siagita Censore. Ci saranno le primarie, non la resa deiconti, che un dì si facevano nei congressi. Ei congressi tardano a venire nel Pd.Verranno dopo gli organigrami che conta-no. Son quelli che riguardano i candidatialle elezioni politiche. Per ora, la deputataLaganà è sotto naftalina. E fingono di non scalpitare per la chiama-ta al soglio le sindachesse dell'antimafia,che, tuttavia, legittimate-almeno a me cosìsembra- dalla loro vita ruschiata sentonodi poter dettare legge e condotta al segretario nazionale Pier Luigi Bersani.Che sarà a Lamezia nei giorni 29 e 30 set-tembre. Accompagnato o, forse, sorveglia-to da Rosy Bindi, Enrico Letta, GiuseppeFioroni. E da Alfredo Reichlin, vecchia gloria del-l'ex PCI nel quale non si riconosce più.Impegnativo il tema in discussione: “ Conil Sud ricostruiamo il Mezzogiorno”. Maallo stato - documenta la Svimez- ci voglio-no 400 anni per rendere pari il Sud alNord. Silvio Berlusconi diceva che avevvatrovato la ricetta per allungarci la vita finoa 100. Poiché non solo tra 400 anni, maprima, assai prima, non ci saremmo più,anzitempo d'andarcene vorremo vederequalcosa di concreto. Per esempio, seBersani riuscisse a dare concretezza al par-tito calabrese, che, essendo di cera, è facileche si squagli in questo autunno caldo.

Note e schermaglie

Gli stalloni del PD

STORIE DA PRONTO SOCCORSO di Vincenzo Carrozza

BEPPECaro De Masi, Lei dimostra d’essere persona di grande intelligen-za. E allora come si spiega che Le è sfuggito che l’Italia è il paesedell’idea unica? In religione, un solo Dio. Nel campo della cura delcancro, solo la chemioterapia. Nella poesia del Novecento, soloMontale e nella letteratura calabrese solo Alvaro. Da noi, qui inCalabria, inoltre, accadono cose turche. La matematica squadernai numeri primi, noi dobbiamo accontentarci dei numeri soli. E,come calabresi, bere fino all'ultimo il calice amaro delle banche,fatte sante da Monti, che prestano denaro a chi ce l’ha. Comunque,non defletta e vada avanti. Per quel che possa valere, “la Riviera”,resta a sua disposizione.

IN EVIDENZA

Arriva a Lamezia Pier Luigi Bersani, accompagnato o, forse,sorvegliato da Rosy Bindi, Enrico Letta, Giuseppe Fioroni.Impegnativo il tema in discussione: “ Con il Sud ricostruiamo ilMezzogiorno”. Ma allo stato - documenta la Svimez- ci vogliono400 anni per rendere pari il Sud al Nord. Poiché non solo tra 400anni, ma prima, assai prima, non ci saremo più, anzi tempo d'an-darcene, vorremo vedere qualcosa di concreto. Per esempio, seBersani riuscisse a dare concretezza al partito calabrese, che,essendo di cera, è facile che si squagli in questo autunno caldo.

la RivieraHANNO COLLABORATO

Francesco Laddarina,Giuseppe Patamia, ,BrunoGemelli, Carmelo Carabetta,Antonio Cormaci, GiulioRomeo, Sara Caccamo,Giuseppe Fiorenza, DanieleMangiola.

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DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 21

KAPPADUE di RUGGERO CALVANO

Questa settimana vi evito lemie rampogne aspromonta-ne che a volte, vi assicuro,tediano anche me. Viannoierò lo stesso, con lenostalgie vecchie, che allamia età, inevitabilmente, sihanno. Vado per i settanta-nove, numero senza risvoltigoderecci. Eppure, ardoancora di passioni giovanili.In tanti campi, anche in quel-lo sessuale. E qui siamo aldramma, che ho scoperto dapoco. Vengo da un'epoca incui l'amore si faceva neipagliai e nei fienili. E voi gio-vani non sapete il sapore chel'erba secca acquisisce sullecarni degli amanti. L'Aida di“com'eri bella” nelle paroledel grande Rino Gaetano, iol'ho conosciuta di persona.Ho sempre pensato che voiragazzi di oggi, e scusate laretorica, di amore e sessonon vi intendeste un gran-ché. Questo sulla base delle confi-denze di un mio amico spe-ziale, che ogni mese abbassal'età media delle persone cheusano il viagra.Contrariamente a quello chesi pensa, sono più i giovani aessere patiti della pillola blu,

rispetto ai vecchi. Io a questiracconti ho sempre gonfiatoil petto d'orgoglio, avendomi,sin qui, corrisposto il deside-rio mentale a una pronta eindefettibile risposta fisica.Ho riso di voi giovani per lamancanza di desiderio o perl'ansia da prestazione chealle mie generazioni non èmai appartenuta. Ho sotto-valutato però la serietà delpettegolo, chi sparla d'altri,sparla anche di te. Mal mene ha incolto. E non per unpettegolezzo, che se talefosse stato non mi avrebbedepresso più di tanto. Lospeziale, mentre a noi anzia-ni confidava i trucchi deiragazzi, ai giovani spifferava isegreti dei vecchi. Come sipuò immaginare, tutti a unacerta età perdiamo colpi colcuore, e a tutti i vecchi unacura cardiocircolatoria vienerifilata. Quello che ignoravo,come molti, è che i cardioto-nici hanno per principio atti-vo il sildenafil. Questopompa il sangue nei cuorianziani. Lo stesso principiocompone la pillola blu. Cosìvecchi e giovani nel fienoinsieme all'Aida ci finiamoallo stesso modo.

L’amore da fieno e viagra

Littiri e morza e pani ( Lettere e pezzi di pane)

I problemi della Jonica

Il Dottor Rocco Vasile ha lavoratoall'Ospedale Civile di Siderno permolti anni. Ha curato, con pazienza,sia i “nobili” che i “poveri”, anzi conquest'ultimi è stato sempre cordiale,sapendo bene che ciò gratificava sia gliammalati che i loro parenti. Ha sempretenuto alta la professione del medico,per specializzazione e umanità.Per tutto ciò, lo abbiamo apprezzato elo ricordiamo con affetto e riconoscen-za.

L’ANGOLO PARRELLO di Franco Parrello

Il dottor Rocco Vasile,un Principe del Bisturi

Portigliola invasadalle gazze ladre

L'Italia è un paese senza bandiera

Mi chiedo quando questa crisi toccherà anche i baroni della

casta, mentre il popolo patisce la fame e paga nuove tasse

per mettere nuova carne sul fuoco per le loro pance, loro

navigano sempre nel loro benessere e la loro corruzione e

Spett. Redazione “la Riviera”,vi scrivo a nome mio e di un gruppo diamici, accomunati tutti dalla stessa pas-sione: amore e protezione per gli uccel-li di tutte le specie abbiamo letto sullavostra rivista del 5 agosto un articolodel sig. Le Chevalier, riguarda(L'acalante locrideo). Questo ci hafatto capire che anche il sig. LeChevalier ha la stessa passione, e così inconsiderazione della vostra autorevo-lezza e il grande mezzo che avete adisposizione “La Stampa” vorremmochiedervi un intervento o un consiglioper risolvere un problema che ci stamolto a cuore.Abito nel comune di Portigliola (R.C.)la mia casa si affaccia su una vallataricca di vegetazione , l'ideale per unatranquilla permanenza per un grannumero di piccoli, colorati uccelli.Purtroppo da qualche anno, questaoasi di pace per questi piccoli uccelli: èstata occupata da un gran numero digazze ladre che stanno facendo strage.Ci siamo rivolti alla L.I.P.U. (Lega ita-liana protezione uccelli) sede della pro-vincia di Reggio Calabria la quale ci hariferito che non sapevano come inter-venire e ci indicavano di rivolgerci allapolizia provinciale, nel frattempoabbiamo letto il vostro articolo edabbiamo pensato di rivolgerci a voi.Fiducioso di un vostro intervento peraiutarci a risolvere il caso. Ringraziovoi . Cordiali saluti da me e dai mieiamici.

Carmelo Galluzzo e un gruppo di cittadini preoccupati

È rimasta come Dio l'ha creata,spogliata ma bella ancora per poco.Chi doveva vestirla come unasposa? Era chiamata costa deiGelsomini, mentre nella pianurapadana raccoglievano il riso, noi igelsomini, il profumo per gli italia-ni. Adesso è terra di patate… enemmeno! Ci hanno pensato inostri furbi politici, espressione diqualsiasi coalizione, pur di arric-chirsi sulle spalle della gente pove-ra! È sempre bella con le tante villeda mille e una notte da fare arros-sire Hollywood, con tutto il rispet-to. Di chi sono? Veniamo ai nostriproblemi. L’unico tratto ferroviarioda sempre senza fili, mai migliora-to anzi peggiorato, per colpa dichi? Ci passa un treno lungo cin-que metri. Tolta la cabina, cheresta? Si sono mangiati anche ilferro! Mi piange il cuore non vede-re più passare i treni per Milano,Torino, ecc. Le stazioni sono spor-chissime case d’appuntamento chedi notte mettono paura. Per anda-re al nord devi passare sulla tirreni-ca. A Rosarno, come arrivi neipressi della stazione, s’incontranoprostitute in ogni angolo cometante sentinelle. Ritorniamo sullaJonica: nelle poste a volte si fa apugni per le pensioni; nelle scuolefatiscenti e poco organizzate tutti sisentono direttori; stessa cosa neicomuni, dove si credono sindaci.

Chi li investe di questa autorità? Dove sono finiti i tanti miliardi chelo Stato assieme all’U.E. mandavaper migliorare i servizi? E ancorac’è chi “La Gazzetta del Sud”, pre-cisamente venti giorni fa, ha soste-nuto che avrebbe fatto bellaSiderno. Come se adesso non aves-se alcun potere politico. Per nonparlare dell’ambiente, del mare,con qualche bandiera blu regalata,anzi comprata, qua e là. Non erameglio quella nera dei pirati. La colpa è soprattutto nostra, ché liserviamo votandoli per qualchepromessa. Ci siamo piegati e asso-ciati per un posto di lavoro che nonc’è e che sarebbe diritto di ogni cit-tadino, invece di ribellarci e scen-dere nelle piazze per manifestarel’ingiustizia come fanno i lavoratoridelle miniere in Sardegna. Da noiquesto non accade, perché per rag-giungere la loro mentalità passe-ranno cento anni. Non siamo unpopolo unito e penso non lo sare-mo mai. Ci tolgono anche l’aria,

inquinata, che respiriamo. Lorosanno. Sono peggiori dei padronidi una volta, i cosidetti “gnuri”, cheespropriavano ai contadini analfa-beti le terre. Tuttavia, possiamoancora salvarla questa terra: abbia-mo il potenziale e l’intelligenza, masiamo pigri e menefreghisti. “Bastatirare a campà”. Vorrei lanciare unmessaggio per il futuro dei giovanidella Locride: siate più responsabi-li e battetevi per un futuro miglioree per i vostri diritti. Ai giovani diSiderno consiglio di rispettare lacittà, il verde del lungomare, lepalme sventrate. Ci vogliono anniperché ricrescano e voi, in un atti-mo, le avete distrutte. I lampionipresi a bersaglio e le panchinecapovolte, per ottenere cosa? Nonbasta calzare le Hogan ai piediquando il cervello è vuoto.Nessuno, politico o non, puòtoglierci la dignità, il pensiero e lalibertà.

Giuseppe Belligerante

PARTE TERZA

SienaAndiamo al sodo, poiché non è cosabuona e giusta indugiare su argo-menti poco succulenti dal punto divista della pancia. E ben si sa che sequalcosa non è ad essa inerente,rimane ultimo punto dell'agendapolitica. Il punto della scuola,dunque. A proposito di nonne preoccupate dicappuccetti, dicevamo, mi pare gius-to ricordare il pio tentativo del min-istro Misasi ( 1970 circa) di istituireun quinto anno di corso universitariocon valore abilitante. Perbacco, enon solo. Con tocco taumaturgo,inoltre, estese alle università lafacoltà di rilasciare alcune lauree convalore abilitante ( es. Lettere eLingue). Di questa facoltà, all'epoca,era dotata solo l'Università dellaCalabria. Dagli anni settanta in poi,dunque, inizia ad emergere in modoconsistente il dramma del precariato.A moltiplicarsi sono gli insegnanti discuola secondaria, molti dei qualinon di ruolo e neppure abilitati. Lodiventeranno, abilitati e pure diruolo, quelli con almeno due annid'insegnamento. Tanto poterono

solo leggi speciali, s'intende, quali lan. 603/66 e la n. 468/68. Siamo certiche non furono speciali solo perchéin quella massa vi era qualcuno spe-ciale. Non vogliamo cedere al vezzodel particulare! Comunque questicorsi abilitanti che tanti, tanti aspi-ranti docenti trasformarono indocenti di fatto, furono oggetto dicritiche severe e intestine. I tempi diaccesso al ruolo erano comunquelunghi e in soldoni crearono il pre-cariato di cui, anche io, faccioonorevolmente parte.La SSIS ( Scuola di Specializzazioneall'Insegnamento Secondario)

avrebbe dovuto rappresentare nel1998 la chiave di volta. Nei bandi si leggeva, tra le righe, del-l'agognato ruolo. Finalmente. Queste scuole di altaformazione avrebbero creato quasidei mostri dell'alta formazione,gente, come me e tanti altri, capacid'insegnare con tecniche strabilianti,entusiasmanti, travolgenti. Gente,questa, che avrebbe fatto camminareLazzaro tra i banchi, insomma. Diquesti solo pochi sono oggi di ruolo.Io non lo sono, ad esempio, dopoquasi 10 anni di contratti a tempodeterminato. La SSIS, poi, toccò

anche a coloro, piccinnini, che ave-vano fatto l'ultimo concorso del'99/2000. Pochi di quelli sono oggi diruolo. In questi giorni, invece, perpareggiare i conti, il MinistroProfumo ha deciso di ricondurre isissini al concorso ed anche quelliche fecero il concorso del '99 e poi lessis, quindi. Ma i conti non tornanocomunque, però. Perché gli unihanno la ssis e un concorso; gli altrihanno due concorsi e la ssis. Caroministro, ma come li fa iconti?Continuiamo a non esseretutti di ruolo e tutti uguali!I governiintercorsi tra il '99 ed oggi, compresala disgraziata gestione Gelmini,hanno vanificato ogni pur minimosforzo fatto ( o solo voluto) con ilblocco delle assunzioni nonostante ladisponibilità di posti vacanti. Ed oggi,2012, si scende in piazza perchéancora sottoposti ad ulteriori sforzieconomici e di tempo. Basta!Vorremmo dire BASTA, ma il min-istro appare sordo e come un trenoprosegue nella falcidia scolastica.Qui finisce la nostra storia, nellenotizie di questi giorni e nei fallimen-ti della politica scolastica. Stendiamoun velo pietoso e rassegniamoci adessere ancora pupini.

LO SPAZIO dei lettoriRICEVIAMO EPUBBLICHIAMO

LOQUI E SPROLOQUI di Filomena Cataldo

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 22

la Riviera

Sport / responsabile Antonio Tassone

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 23

5 gol: Edinson Cavani(Napoli)4 reti: Stevan Jovetic(Fiorentina)3 reti: Maxi López(Sampdoria), Hernanes(Lazio), AlbertoGilardino (Bologna) Miroslav Klose (Lazio)Antonio Cassano(Inter), GiampaoloPazzini (Milan),Stephan El Shaarawy(Milan)

SERIE A- QUARTA GIORNATA

PARMA- MILAN GIOCATA IERI

UDINESE-GENOA H.12,30JUVENTUS- ROMA GIOCATA IERI

BOLOGNA-CATANIA

LAZIO-SIENACAGLIARI-PESCARA

ATALANTA-TORINO

SAMPDORIA-NAPOLIINTER-FIORENTINA H.20,45

PALERMO-CHIEVO

PROSSIMO TURNO

CHIEVO-SAMPDORIA

ROMA-ATALANTAGENOA-PALERMO

FIORENTINA-BOLOGNACATANIA-PARMA

CLASSIFICA

JUVENTUS

SAMPDORIA -1 NAPOLI 13

13

10

LAZIO 9

ROMA 8 CHIEVO 3

BOLOGNA 4FIORENTINA 8 PESCARA 4

INTER 9

TORINO -1 5ATALANTA -2 5PARMA 5UDINESE 5

GENOA 7 PALERMO 1MILAN 6 SIENA -6 -1

CATANIA 8 CAGLIARI 2

06-10-2012

PESCARA-LAZIOSIENA-JUVENTUSTORINO-CAGLIARIMILAN-INTERNAPOLI-UDINESE

* UNA GARA IN PIÙ

Serie A

Il campionato entra nel vivoSebbene sia prematuro fare bilanci e

azzardare ipotesi su quello che puòoffrirci questo campionato, alcunicapisaldi però ce li porteremo fino a

maggio, salvo quei famosi incidenti di per-corso che sono variabili da tenere sempree comunque in considerazione. Compliceil turno infrasettimanale che si è giocatotra martedì e giovedì scorso, si stanno deli-neando le gerarchie. La Juventus resta la squadra da battere enonostante ai punti, conto la Fiorentina,avrebbe meritato di perdere, è tuttaviauna spanna sopra le altre. Sopra anche alNapoli con cui condivide il primoposto:saranno loro, ad ogni modo, a con-tendersi lo scudetto. Capitolo romane.Entrambe ultimamente fanno fatica a farepunti. I giallorossi in casa sono fin troppovulnerabili, la Lazio che ha perso le ultimedue, oggi contro il Siena ha l'obbligo deitre punti per restare agganciata alle pri-missime posizioni. Ancora tutta da deci-frare l'Inter di Stramaccioni. Gioca consufficienza contro il Siena a San Siro e nebecca due, si comporta da squadretta diperiferia fuori casa e arrivano sei punticontro Torino e Chievo. Ne consegue, che Inter vedremo staseranel posticipo contro la bella Fiorentina diMontella? Nei nerazzurri sicuro forfait diSneijder - a rischio anche il prossimo derby- in preallarme Coutinho e Alvarez, oppu-re stesso modulo di Verona con Cassanodietro all'unica punta Milito. Se laFiorentina gioca con la stessa intensità concui ha messo sotto i campioni d'Italia esarà più precisa nelle conclusioni, può farrisultato a San Siro. Per gli amanti dellacabala, sfatato il tabù San Siro grazie allavittoria del Milan contro il Cagliari. E

restando in tema Cagliari, i rossoblu chehanno una classifica deficitaria, ospitano ilPescara. È già scontro salvezza, con gliabruzzesi che, nel turno precedente,hanno avuto la meglio su un Palermo incrisi d'identità e risultati. Finora il cambiodi allenatore non ha detto bene aZamparini. Due panchine per Gasperini edue sconfitte, maturate nei minuti finalicontro Atalanta e Pescara per l'appunto.Dire che la vittoria contro il Chievo oggi èd'obbligo è un eufemismo. Se non dovessearrivare, non mi meraviglierei di un ulte-riore avvicendamento alla guida tecnica. Il Chievo dopo il terribile trittico (Lazio,Juventus e Inter), può rialzare la testa. DiCarlo è tentato dallo schierare lo stessoundici visto contro la Beneamata, col dub-bio Cruzado al posto di Di Michele. Lagiornata verrà battezzata da Udinese -Genoa. I friulani dopo l'avvio stentatostanno pian pianino risalendo la china.Torna al centro dell'attacco Di Natale cheha osservato un turno di riposo contro ilTorino. Il Genoa che ha due punti in più confidadi continuare la striscia positiva nonostan-te il pareggio acciuffato per i capelli controil Parma. De Canio conferma l'attaccopartenopeo formato da Borriello eImmobile. Appaiate a cinque puntiAtalanta e Torino che si contendano laposta in palio allo stadio Azzurri d'Italia. Igranata insieme alle due capolista e allaSampdoria, è l'unica squadra a non averancora perso. Mantenere l'imbattibilitàanche oggi significherebbe arrivare ancorapiù galvanizzati all'appuntamento derby didomenica prossima. Volendo dare una chiave di lettura, siscontrano l'esuberanza dell'Atalanta con-

tro la concretezza degli uomini di Ventura.Verso chi penderà l'ago della bilancia? IlCatania che è una delle note liete di que-sto avvio di stagione, va di scena alDall'Ara. Maran, che sta continuando l'ot-timo lavoro iniziato lo scorso anno daMontella, se trova continuità di risultatifuori casa si toglierà parecchie soddisfazio-ni. Scontro al vertice tra Sampdoria eNapoli. È una sfida dai destini incrociati:Mazzarri contro un passato non troppolontano, Ferrara contro il suo Napoli.

Schieramenti speculari per le due forma-zioni, 3-5-2 per gli azzurri, 4-3-3 per i blu-cerchiati. Occhi puntati su Cavani chedopo la tripletta inflitta alla Lazio non havoglia di fermarsi proprio oggi. Nessunagabbia particolare per El Matador, mapronti i raddoppi in marcatura e riparten-ze veloci per annullare gli avversari con laloro stessa arma. E dopo un mese di rodaggio, possiamodire di essere entrati nel vivo.

Massimo Petrungaro

Dopo quattro giornate, il cam-pionato di Serie A cominciaa delineare le prime gerar-

chie stagionali, tra conferme, sorpre-se e qualche delusione. In generale,questo scorcio iniziale ha testimo-niato un maggiore livellamento deivalori in campo, espresso non solodalla classifica molto corta, maancor più dall’andamento di moltegare: ormai non esistono nella mas-sima serie squadre rinunciatarie eche puntino al sodo a prescinderedal gioco, la strada percorsa è quelladella ricerca del risultato attraversouna condotta di gara a volte si atten-ta e meticolosa però mai pococoraggiosa e comunque spesso pro-positiva. In questo contesto è chiaro poi che,nonostante l’equilibrio, la qualitàsuperiore di alcuni interpreti finiscaper fare la differenza, ma la sensa-zione netta è quella di un campiona-to in cui ogni pronostico può essere

sovvertito e messo in discussione.Al comando c’è il duo di testa com-posto da Juventus e Napoli: bianco-neri e azzurri avanzano a braccetto,stessi punti, stesso ruolino di marcia(tre vittorie casalinghe, un pareggioe una vittoria in trasferta), stessonumero di reti fatte e subite (11 e 2),stesse determinazione e concretezzanella gestione delle gare. Catania eFiorentina hanno però mostrato chesi possono fermare e, a sprazzi, met-tere seriamente alla corda: ilCatania col Napoli c’è riuscito addi-rittura in dieci contro 11, scatenandole ire di un Walter Mazzari davveropoco soddisfatto dell’atteggiamentodei suoi al cospetto di un avversarioche non solo ha annullato l’inferio-rità numerica correndo il doppio econ più raziocinio, ma che nel finaleha pure sfiorato il clamoroso risulta-to pieno; così come molta vicina allavittoria è andata pure la Fiorentinache ha ospitato la Juve nell’ultimo

turno, attraverso 90 minuti sostenutia gran ritmo ma soprattutto grazie auna manovra corale composta dauna fitta rete di passaggi e di conti-nui inserimenti che hanno mandatosovente in tilt i meccanismi difensivibianconeri. In precedenza, a impen-sierire i campioni d’Italia c’era riu-scito anche il Genoa, in quella occa-sione però la gran vena tra i pali diGigi Buffon e i marchiani errori dimira dei rossoblù avevano tenuto agalla la Vecchia Signora poi in gradodi dilagare e portare i tre punti acasa, a Firenze ci si è dovuti accon-tentare solo del pareggio e adAntonio Conte & Co sono soddi-sfatti così.Molta meno soddisfazione accom-pagna invece lo stato d’animo dialtre big del campionato, Milan eInter in primis, Roma e Lazio inseconda battuta. Se infatti a Milano si piange, aRoma certo non si ride: Inter e

Lazio hanno fatto finora leggermen-te meglio dei rivali cittadini, sia intermini di punti che nel complessodi squadra, tuttavia c’è poco di cuiritenersi del tutto contenti. La Lazio, dopo un’ottima partenzaculminata con tre vittorie su treall’avvio, si è “sgonfiata” perdendoprima col Genoa in casa e poi tor-nando con le ossa rotte da Napoli,dove Cavani in campo ha fatto ilbello e il cattivo tempo con triplettae un rigore spedito alle stelle; Roma,Inter e Milan invece sin dall’iniziosono avanzate a strappi, alternandoqualche buon risultato a dei clamo-rosi ruzzoloni. Ad accomunare in negativo questetre protagoniste, è sostanzialmentela sterilità casalinga dei risultati:Inter e Milan hanno già perso duegare interne (il Milan 2 su tre, l’Inter2 su 2), poco meno peggio ha fatto laRoma che all’Olimpico ha rimedia-to una sconfitta e due pareggi stirac-chiati. Con questi numeri è difficileandare lontano, prima di stilare ver-detti stentorei sarebbe però il caso diconcedere ulteriore tempo aStramaccioni, Allegri, Petkovic eZeman, tutti alle prese con squadrenuove e profondamente rivoluzio-nate, quindi con meccanismi e siste-mi di gioco ancora profondamente

da perfezionare ed equilibrare. Chi meglio riuscirà a gestire la situa-zione, potrà col tempo tentare diimpensierire Juve e Napoli, che pervalori assoluti e ampiezza della rosarestano comunque un passo avanti atutti quanto a credenziali di vittoriafinale.Tra le squadre protagoniste in positi-vo, vanno di sicuro annoverateSampdoria, Fiorentina e Catania,con una menzione particolare perblucerchiati e siciliani, per via diorganici meno ricchi sia in terminiqualitativi che numerici rispetto algruppo gigliato, per il quale DellaValle questa estate non ha lesinatospese, rinforzandolo in ogni repartocon uomini di esperienza e di ottimacaratura tecnica e tempra agonistica(Borja Valero, Pizzarro e Roncaglia,tanto per citarne alcuni).Per il resto, benino Genoa, Torino eAtalanta, da rivedere invece tutte lealtre, a partire dall’Udinese che, col-pita a freddo dall’eliminazione neipreliminari di Champions, sta facen-do fatica a ritrovarsi, ma che haancora dalla sua le risorse per risali-re e impensierire chiunque, comeconstatato in prima persona dalMilan, uscito dal Friuli con zeropunti e tanto amaro bocca.

Angelo Letizia

IN EVIDENZA

Al comando c’è il duodi testa composto daJuventus e Napoli:.Stessi punti, stessoruolino di marcia (trevittorie casalinghe, unpareggio e una vittoriain trasferta), stessonumero di reti fatte esubite (11 e 2), stessedeterminazione econcretezza nellagestione delle gare.

Inter-Fiorentina match-clouSerie A

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 24

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Sport

Eccellenza

Siderno: a Bocale per il risultato pieno

Eccellenza

Il Siderno, dopo la prima vittoria stagionale ottenutadomenica scorsa contro l’Isola Capo Rizzuto, si è prepa-rato con la giusta attenzione per la delicata trasferta

odierna di Bocale. Allo stadio “Campoli” della cittadina reg-gina, dotato di un manto in erba sintetica di nuova genera-zione e di due tribune separate, si affronteranno due squa-dre vogliose di ottenere l’intera posta in palio. Il team dimister Carella vorrà rimediare alla sconfitta di San Giovanniin Fiore mentre il Siderno vorrà dare continuità di risultatidopo aver ottenuto i primi tre punti stagionali. Pippo LaFace ha “catechizzato” a dovere la sua compagine esortan-dola a tenere sempre alta la concentrazione ben sapendoche la matricola dei fratelli Cogliandro è una squadra benassortita capace di trovare la rete in qualsiasi momento.Aniello Savino, che aveva iniziato la stagione con la magliadel Siderno, ma che ad inizio mese ha abbandonao Siderno,sarà il “sorvegliato speciale” dei difensori Mascaro ePettinato che ovviamente non dovranno farsi sorprenderedall’attaccante campano che però, a dire il vero, non sembraal meglio in quanto reduce da una fastidiosa “tallonite” chel’ha bloccato pesantemente in questa fase iniziale del tor-neo. I bianco-azzurri, per la delicata sfida odierna, recupera-no l’attaccante Leone, assente domenica scorsa per squalifi-ca, che farà coppia insieme a Rametta. Recuperati anche ildifensore Giuffrida che ha scontato le due giornate di squa-lifica ed i giovani fuoriquota Romeo e Rumbo che si eranoinfortunati la scorsa settimana e che sembra abbiano smalti-to i postuni. Mancherà ancora il portiere Francesco Macrìche è stato sottoposto ad intervento chirurgico e che saràpronto tra qualche settimana. In porta, è evidente, ci andràil giovane Marra. Abbozzare una probabile formazioneappare quantomani difficile considerando che finalmenteLa Face sta gradualmente recuperando tutti i componentidella “rosa”. Lasciato alle spalle il periodo “nefasto” ilSiderno sembra aver ritrovato la giusta carica agonistica e lavoglia di ottenere quei risultati importanti che la piazza cal-cistica richiede. La società ha sempre detto di voler centrareuna salvezza anticipata per poi pensare a qualcosa di piùimportante. Mobilitati anche i tifosi che hanno promesso diseguire la squadra per dare un’importante mano d’aiuto eper cercare di trascinare i loro beniamini ad un successo chesarebbe fondamentale per il futuro. Il Siderno , infatti, avrà

una gara casalinga in più nel girone d’andata e se riuscisse asfuttare al meglio questa sfida potrebbe guardare verso l’al-to della classifica. Staremo a vedere, anche perchè il Bocale,battendo il Roccella appena 15 giorni fa, ha dimostrato chesul proprio campo, sarà difficile per tutti riuscire a fare risul-tato pieno. L’ estro e l’imprevedibilità di Candido, Rametta eLeone, però, sono dalla parte del Siderno. Antonio Tassone

Dalla partita odierna diCastrovillari dovrebbero emergereindicazioni importanti sul futuro delRoccella. La squadra, a differenzadella passata stagione, dopo tre garedi campionato ha dimostrato di gio-care meglio in casa contro IsolaCapo Rizzuto e Nuova Gioiesementre ha deluso a Bocale nell’uni-ca trasferta stagionale sinora dispu-tata in campionato. Ecco perchè lalontana trasferta odierna suona giàcome un severo esame stagionaleper la truppa di Tonino Figliomeni.Il Roccella è atteso all’ennesimaprova di maturità su un campo osti-co e contro una formazione “esper-ta” allenata dal reggino GrazianoNocera che, memore dello scorsocampionato del “Castro” cherischiò i play-out, ha espressamenterichiesto alcuni calciatori allasocietà. Si dice che questi giocatorisiano un pochino “attempati”, manel calcio avere giocatori d’espe-rienza non è stato mai consideratoun “peccato” anzi tutt’altro. Ed èper questo che gli amaranto, oggi,

dovranno sfoderare una gara per-fetta, fatta di coraggio, di dinamiscoe di applicazione tattica. Solamentecosì si può pensare di uscire indennida questa partita che GrazianoNocera avrà preparato alla perfe-zione ben sapendo i risvolti positiviche potrebbero scaturire per il suofuturo sulla panchina rossonera incaso di vittoria. Dal canto suo misterTonino Figliomeni, nel corso dellasettimana passata, avrà provato lasquadra migliore e gli schemi daopporre agli avversari . Con ogniprobabilità darà nuovamente fidu-cia allo stesso undici di domenicascorsa che ha messo in seria diffi-coltà la Nuova Gioiese riuscendopiù volte ad arrivare davanti allaporta avversaria senza peraltro con-cretizzare. Il Roccella, spesso , pro-prio fuori casa riesce a produrregioco ed anche in passato si è avutadimostrazione che questa compagi-ne può riuscire a fare risultato suqualsiasi campo. Molta attenzionesarà concentrata sulle scelte inizialidel mister soprattutto per quanto

concerne le scelte dei fuoriquota damandare in campo. Al Roccellaserve una prestazione autoritariaper prendere quella consapevolezzanecessaria per disputare un torneodi vertice. Non bisognerà esseretimorosi, come nella fase d’avvio delmatch con la Gioiese di domenicascorsa, ma macinare gioco sin daiprimi minuti di gara e soprattuttoimporre il proprio gioco tenendosempre presente, però, che di fron-te ci sarà una buona squadra checercherà di colpire prevalentemen-te di rimessa potendo contare sullavelocità di Corigliano e Di Sabato.L’ambiente di casa è deluso dallasconfitta nel derby contro il Rendedi domenica scorsa. Scarlato e com-pagni hanno promesso un imme-diato riscatto ma il Roccella non èdisposto a recitare la parte della vit-tima “sacrificale”. C’è da ottenereun risultato finale che sono i play-offquindi bisognerà fare di tutto percentrarli e per raggiungerli servonopiù punti possibili.

A.T.

Catona

Il Commento

Catona calcio: “con Barillà rapporto ancorapiù solido”

SALTA LA DIRETTATELEVISIVA

Arriva a stretto giro di posta la smentita da parte delCatona Calcio in merito a presunte dimissioni daparte di Mister Barillà. E' il dg Misiti a contattare laredazione "in merito a quanto apparso sul vostro por-tale smentisco categoricamente una possibile rotturacon il tecnico Barillà, il rapporto con il tecnico è direciproca fiducia e stima, ed ogni sua richiesta è stataaccolta come dimostrano gli arrivi di Cristaldi attac-cante ex Carrarese e Rossanese, e l'esterno exHinterreggio Postorino. Con Barilla se vogliamo rap-porto ancor più solido nonostante i tentavivi di qual-cuno di minare l'equilibrio e la serenità che c'è nellanostra società Catona calcio".Il tecnico Barillà dal canto suo ci ha riferito "sincera-mente non nascondo che qualche problemino almomento ci sia, ma questo non mi ha portato ad unadecisione così drastica come le dimissioni, per quan-to riguarda le voci che circolano, posso dire che daanni a Catona si continua a fare bene e questo evi-dentemente sta dando fastidio a qualcuno".

Fonte stadioradio

E’ saltata per problemi tecnici la diretta televisi-va del match cri-Sersale e quindi tutte le squa-dre dell’Eccellenza calabrese si presenteranno

regolarmente in campo oggi alle 15,30. In settimanail giudice sportivo ha assegnato tre punti a tavolinoall’Isola Capo Rizzuto togliendoli alla Silana cheaveva vinto sul campo. Ora i crotonesi sono saliti aquota tre mentre la Silana ha perso il primo posto,seppure in coabitazione, scivolando al centro del plo-tone a quota quattro. Oggi i sangiovannesi saranno discena a Gioia Tauro, dove l’undici locale di MarioDal Torrione finalmente ritroverà l’affetto dei propritifosi. Una partita che i viola dovranno vincere peralimentare il sogno promozione. Il Guardavalle rice-ve al “N.Coscia” il San Lucido ancora a quota 0 mache ha sempre dimostrato di essere una buona squa-dra. L’Isola Capo Rizzuto ospita il “redivivo”Soverato che tra alti e bassi è sempre in alta quota edanche il Catona avrà vita difficile sull’ostico campodella Paolana. Interesse anche verso Brancaleonedove il team di Rocco Brando, ringalluzzito dopo labella vittoria esterna, troverà sulla sua strada il “bla-sonato” Rende che non lascerà nulla d’intentato purdi uscire con l’intera posta in palio dal “P.Borrello”.Ma con un Galletta Giovanni in “grande spolvero”in questo periodo sarà difficile per i cosentini pensa-re di poter ottenere l’intera posta in palio anche se, èbene ribadirlo, ogni partita ha la sua storia. A.T.

QUARTA GIORNATA H.15,30ACRI-SERSALE

BRANCALEONE-RENDEBOCALE-SIDERNO

GUARDAVALLE-SAN LUCIDO

N.GIOIESE-SILANAISOLA C.R.-SOVERATO

CASTROVILLARI-ROCCELLA

PAOLANA-CATONA

CLASSIFICA

CATONA 7

N. GIOIESE 7 BRANCALEONE 3

SIDERNO 3SERSALE 7 CASTROVILLARI 3

RENDE 6

SILANA 4 SAN LUCIDO 0

ISOLA C.R. 3SOVERATO 6 PAOLANA 1

GUARD. 7 BOCALE 3

ROCCELLA 4ACRI 4

Leonardi

CreaCogliandroSinicropiChirico

Scordo

Rametta

Saviano

Leone

GaetanoCaricatoLaurendi

Tringali

De LeoLucianoCandido

Autolitano

PettinatoMascaroAfflitto

Marra

BocaleAll.Carella

SidernoAll.Laface

Lentini

Barillaro

De MasiDe LucaScarlatoStorino

Rizzo

Di Maggio

Di Sabato

Sorgiovanni Mar

CavatortiVanacoreCorigliano

Oliva

LaaribiCalabreseCarrato

El Aoudi

Sorgiovanni M.VarràIenco

Occhiuzzi

CastrovillariAll.Nocera

Roccella All.Figliomeni

Lombardo

Il Roccella “punta” il Castrovillari

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 25

la Rivieradi...

QUARTA GIORNATA

GALLICESE-RIZZICONI IERI

GIMIGLIANO-PALMESEDAVOLI-BOVALINESE IERI

MONTEPAONE-R.CATANZARO

TAURIANOVESE-SAN CALOGEROPOLISTENA-GIOIOSA J.

M.GIOIOSA-REGGIOMED.

V.VILLESE-BIANCO

CLASSIFICA

TAURIANOVA 7

BIANCO 7 BOVALINESE 3

POLISTENA 3GALLICESE 7 GIOIOSA J. 3

REGGIOMED. 6

RIZZICONI 5 R. CATANZARO 0

DAVOLI 1M.GIOIOSA 5 VILLESE 1

S.CALOGERO 6 PALMESE 2

GIMIGLIANO 4MONTEPAONE 4

PROMOZIONE

Continua la striscia positiva delMarina di Gioiosa , che rimaneimbattuta dopo tre giornate

pareggiando nel derby contro ilGioiosa Jonica dopo aver giocato unagara perfetta. Per tutta la settimana lasquadra ha lavorato intensamente econ il morale alle stelle per la bellaprova disputata nel derby che haconfermato il buono stato di salutedei ragazzi giallorossi. Le considera-zioni di Gianni Scigliano, sul risulta-to dell'incontro di domenica nel derby:"Arrabbiato? Si sei minuti di recupe-ro sono troppi avremmo meritato divincere sono arrabbiato con il diretto-re di gara. Fermo restando che incampo ci sono anche gli altri, edhanno fatto una buona partita. Noi, inquesto momento, siamo una squadrache stiamo giocando un buon calciosono molto soddisfatto e non dimen-tichiamoci che abbiamo qualche gio-catore ancora a i box. Domenica aGioiosa Jonica potevamo vinceresfruttando meglio le diverse occasioniche ci sono capitate un bravo aDulciano che si è dimostrato attento .Ancora ci manca la continuità fisica

per giocare in velocità, come sappia-mo. Noi abbiamo fatto una buonapartita, vincerla sarebbe stato utile,anche perché fino a tre minuti dallafine era fatta, ma il calcio è anche que-sto. Sono contento che domenica èstata una gara corretta in campo esugli spalti un vero spettacolo chesicuramente ha permesso al pubblicopresente di vivere un bel pomeriggiodi sport”. Il Presidente Vincenzo Tavernese èfelice della prova dei suoi ragazzi: “Un vero peccato subire la rete neiminuti di recupero però abbiamodimostrato di essere una buona squa-dra e spesso abbiamo messo in diffi-coltà i nostri avversari dimostrandocisuperiori . Peccato per i sei minuti direcupero. Faccio i complimenti aimiei ragazzi e li invito a continuarecosì sono convinto che faremo megliodello scorso anno” . Il Marina diGioiosa in vista del big match di oggipomeriggio con il ReggioMediterraneo potrebbe recuperarePasquale Patrizio che non vede l'oradi ritornare in campo. Intanto le notepiù liete arrivano dai tanti Under con

Raso e Commiso che si sono inseritialla grande negli schemi che staattuando Gianni Scigliano ma soprat-tutto la nota lieta Peppe Vallellongarecuperato in pieno che ha preso inmano il centrocampo giallorossoinsieme a Vincenzo Carboneentrambi, insieme a tutto al gruppostorico, potrebbero essere determi-nanti in questa stagione. Peccato perla squalifica di Mesiti. Sulla cessionedi Giuseppe Denaro al GioiosaJonica la società chiarisce:” Denaroera finito fuori rosa all'inizio della pre-parazione estiva e da tempo si allena-va a parte in quanto aveva espresso lavolontà di cambiare area.Successivamente c'era stata unaschiarita tra il centrocampista e lanostra società al punto di aver rag-giunto l' accordo economico pervestire ancora i colori giallorossi delMarina . Invece il calciatore dopoessersi accordato con la nostra diri-genza ha preferito lasciare ugual-mente il Marina di Gioiosa per acca-sarsi al Gioiosa Jonica trovando unnuovo accordo economico”.

Nicodemo Barillaro

GALLICESE

Nicolò: “Qui per vincere“Loris Nicolò, centrocampista offensivo ex Aurora, è l’ultimoarrivato in casa biancorossa, già protagonista nella suaprima gara con la maglia della Gallicese. E’ sua infatti la retesiglata nella ripresa che ha chiuso definitivamente il matchcontro la Bovalinese in favore dei biancorossi, regalandouna grande gioia ai propri tifosi. Ai microfoni di Rnp, il cen-trocampista esprime tutta la sua gioia per il primo gol inbiancorosso e per questa nuova importante avventura. VITTORIA SOFFERTA – "Domenica contro la Bovalineseè stata una gara abbastanza difficile, nonostante il risultatofinale, ampiamente anostro favore, sembradire tutt’altro. Come lascorsa settimana aDavoli, anche a Bovalinoabbiamo rischiato trop-po, soprattutto nei minu-ti finali. Il nostro giovaneBarillà è stato bravissimoa salvare il risultatoparando un rigore con-cesso dal direttore di gara agli avversari. Un minuto piùtardi, grazie ad un’azione di contropiede guidata dal solitoPippo Fontana, è arrivato il nostro raddoppio, che porta lamia firma, a chiudere definitivamente la gara. In quell’azio-ne ci tengo a sottolineare il grande merito di Fontana, chemi ha regalato una bellissima palla facilitando la mia rete. E'una vittoria importante per questo gruppo fantastico: stia-mo lavorando tantissimo per il raggiungimento di un soloobiettivo che tutti ormai conosciamo". PROSSIMOMATCH – "Oggi saremo chiamati ad un’importante partitacontro il Rizziconi, avversario davvero ostico. In allenamen-to abbiamo lavorato con tanto impegno ed il mister ci hafornito come sempre diverse indicazioni tattiche che ci aiu-teranno ad affrontare la gara nel migliore dei modi.Sicuramente una vittoria contribuirebbe ad aumentare innoi la convinzione che questo gruppo può davvero faregrandi cose".

Daniela Marino – reggionelpallone.it

E' tempo di trovare la prima vittoria in cam-pionato. Tre pareggi consecutivi per unGioiosa Jonica che ha carattere da vende-

re ma che deve amalgamarsi meglio in tutti ireparti visto i tanti nuovi innesti tutti importantiper un progetto che può e deve solo migliorare.Del resto le squadre diCosimo Silvano iniziano sem-pre a carburare in granderitardo ma quando lo fannopoi diventano inarrestabili.L'arrivo di Denaro ha datopiù ordine al centrocampomentre la difesa da grandicertezze con Cosenza eRomeo mentre Giovinazzo inavanti in attesa che si sblocchiattende la spalla ideale vistoche in queste prime gare èsembrato troppo isolato nel-l'area piccola. Il derby è ormaidimenticato si pensa alla sfidain terra pianigiana contro ilPolistena che sta dando già segnali di ripresadopo una partenza difficile , ma il Gioiosa oggipomeriggio non vuole sfigurare vuole continuarela striscia positiva e cercare di trovare il primoacuto esterno stagionale per rilanciarsi in classi-fica . L'allenatore ha fatto lavorare tanto i suoi insettimana e la sfida di oggi a Polistena sarà un

banco di prova importante per una compagineche può e deve fare di più come vuole il suo alle-natore che nella gara del derby contro il Marinadi Gioiosa ha dimostrato qualche limite ancoranei meccanismi che vanno oleati meglio ma cheil buon Cosimo ne siamo convinti saprà sicura-

mente lubrificare prestodando un assetto definivoalla squadra ( Non dimenti-chiamoci siamo solo all'ini-zio del torneo) . Nulla sipuò rimproverare al GioiosaJonica nel derby per quantoriguarda l'impegno e ilcarattere due componentiimportanti che hanno per-messo ai biancorossi di tro-vare il pareggio nel minutidi recupero quando nessunoormai ci credeva più.Giovanni Libri , DiegoGiovinazzo , DomenicoLibri oggi potrebbero esse-

re determinanti ma devono ancora crescere daloro e dai tanti pezzi pregiati in rosa tutti siaspettano grandi cose, questi sono giocatori cheuna volta che entreranno in forma potrannosicuramente dare la svolta al campionato epotranno far gioire tecnico tifosi e società.

N.B.

D’Agostino

SaponeDigiacomoantonioD’AscolaRipepi

Chilà M.

Carbone M.

Marta

Raso

Chilà G.PinoVazzana

Ieraci

CommissoCarbone VVallellonga

Patrizio

Aquino VAquino F.Scattarreggia

Frascà

Reggiomed.All.Rotondo

M.GioiosaAll.Scigliano

Marino

Sinopoli

InsanàCambareriCalcopietroTramontana

Cutano

Giovinazzo

Monteverdi

Siclari

PolitanòVitettaBruzzese

Macri

LibriSattaDenaro

Albanese M.

RomeoCosenzaCortale

Dulcianu

PolistenaAll.Multari

Gioiosa J.All.Silvano

Ursu

M.di Gioiosa non fermarti

Gioiosa J.: serve la prima vittoria,ci sara oggi a Polistena?

DOMENICA 23 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 26

Sport

CALCIO FEMMINILE

Presentazione Sporting Locri: il progetto serie ASarà presentata questa sera alle ore 19,00 presso lastruttura Kampus Siderno, SS106 tra Locri e Siderno,la squadra di calcio a 5 femminile dello Sporting Locri,neo promossa nella massima serie del campionatoFigc, serie A nazionale.Ad inaugurare la nuova stagione ci sarà Tonino Raffa,giornalista Rai e noto cronista della trasmissione“Tutto il calcio minuto per minuto”, che modererà l'e-vento. Durante la cerimonia, in presenza di autorità, associa-zioni sportive, imprenditori, tifosi e famiglie, il presi-dente Domenico Stilo e la dirigenza amaranto presen-teranno la nuova rosa che quest'anno affronterà la sta-

gione e l'inserimento di nuovi soci. Verranno, inoltre,illustrati i progetti che la società porterà avanti incampo non solo sportivo (con la presentazione delcalendario del campionato che partirà il 7 ottobre) maanche sociale-aggregativo e commerciale.Sarà dato spazio a tutte le novità, alla proiezione delvideo “Emotion Sporting Locri. Un sogno chiamato serie A” produzione AsimmetriciVideo di Bernardo Migliaccio Spina. Attenzione verràriservata, anche, a tutte le iniziative che verranno intra-prese grazie al partenariato con Enti ed Aziende chesupporteranno il progetto “Sporting Locri & Friends.Donne con il cuore amaranto”.

Zidane-Materazzi, la celebretestata esposta a Parigi.Molti passanti, tra cuinumerosi turisti italiani, sisono fatti ritrarre davantiall'opera. Cosa ne pensate?

Zidane-Materazzi, latestata diventaun’opera

GRATUITO per Bambini e RagazziSe c’è un personaggio del passato chenon viene affatto condiviso dalle genera-zioni di oggi, questi è senza dubbio ilpedagogo francese Pierre DeCoubertin, inventore delle Olimpiadinel lontano 1896, che, ai suoi tempi,ebbe a sentenziare “l’importate è parte-cipare”, in merito al modo di coinvolger-si in una qualsiasi competizione sportiva.Purtroppo, lo spirito di partecipazione ènotevolmente cambiato poiché si tienesolo ed esclusivamente alla vittoria, alvoler prevalere sull’avversario ad ognicosto, arrivando ad esasperare in ultimaanalisi l’aspetto prettamente competiti-vo. Di tento in tanto, però, si assiste adelle realtà che, fortunatamente, consi-derano primario il lato puramente spor-tivo, come nel caso del CENTROSTUDI KARATE diretto dal D.T.Vincenzo URSINO, che da oltre ventianni opera a livello internazionale conrisultati egregi e che anche quest’annoproporrà nel mese di Ottobre il Progetto“KARATE GIOCANDO. Tale proget-to è sostenuto da due Partner Ufficiali:OTTICA FRASCA’ e ELEGANTIACalzature aziende leader calabresi edallo Sponsor Tecnico l’HotelRistorante Casa del Gourmet”, chehanno sposato in pieno il progetto per lospirito aggregativo con il quale si propo-

ne e per la funzione sociale che esercitafornendo GRATUITAMENTE l’accessoai corsi a tutti gli appassionati di ArtiMarziali. il Progetto ha come titolo“KARATE GIOCANDO: La scopertadel proprio corpo attraverso il karate”,incentrato sulla disciplina delle ArtiMarziali ma partendo dai principi for-mativi di base, fortemente sostenuti daun forte coinvolgimento sportivo, senzatenere in considerazione se si vince o sesi perde. Abbiamo incontrato in D.T. delCentro Studi Karate, cintura nera 4° daned Insegnante Tecnico dellaFederazione Italiana Judo Lotta Karatee Arti Marziali, Vincenzo Ursino,

accompagnato dal Direttore dell’Hotel“Casa del Gourmet” di Siderno,Mimmo Figliomeni, che sponsorizzerà ilprogetto mettendo a disposizione i pro-pri locali e l’abbigliamento ufficiale per il“Team Agonistico”, a dimostrazione delfatto che ancora una volta, sport e turi-smo si coniugano a meraviglia produ-cendo degli ottimi risultati. Il Progetto –esordisce il D.T. Ursino – si rivolge abambini e ragazzi compresi nella fasciad’età tra i 6 e i 13 anni ed è offerto informa Gratuita.Quali sono le finalità del Progetto“Karate Giocando” ?Fondamentalmente, il voler offrire ai

ragazzi una proposta operativa, relativaad una pratica sportiva ben radicata nelterritorio, che ha le caratteristiche delgioco sportivo educativo e formativo.Tale attività motoria è realizzata con lapartecipazione attiva di tutti ragazzi/e,senza discriminazione alcuna, nel rispet-to delle regole e delle potenzialità diognuno. Peraltro – continua VincenzoUrsino – nei programmi ministerialidella Scuola, il movimento viene defini-to “linguaggio totalmente integrato nelprocesso di maturazione dell’autonomiapersonale che tiene presente gli obiettiviformativi da perseguire in rapporto atutte le dimensioni della personalità”; inquest’ottica, il karate si presenta comepratica sportiva che armonizza in modocompleto l’area morfologico-funzionale,l’area intellettivo-cognitiva, l’area affetti-vo-morale e l’area sociale per lo sviluppodella personalità”. Per concludere cosa vogliamo aggiunge-re?Che, comunque, terremo conto dei piùpiccoli senza tralasciare gli adulti. Infattisi svolgeranno corsi per attivitàAgonistiche, Amatoriali, di Avviamentoallo Sport e di Difesa Personale con lapossibilità di un Personal Trainer.Insomma, ce ne sarà per tutti, all’insegnadello sport.

PARTIRÀIN OTTOBRE A SIDERNO “KARATE GIOCANDO”

Prenderanno il via a ottobre i corsi di avvia-mento allo sport del karate e delle arti marzia-li. L'idea è stata portata avanti dal CentroStudi Karate e, nello specifico, dal DirettoreTecnico Vincenzo Ursino, cintura nera 4 dan.Un progetto fortemente voluto dal maestro,che da anni rappresenta un punto di riferi-mento all'interno del panorama regionale perquanto riguarda il karate. Una disciplina che

è oggi in forte crescita ed è molto apprezzataper via della sua notevole completezza, capa-ce di fortificare il fisico e di rafforzare lamente. I corsi saranno tenuti dal D.T. Ursino, istrut-tore riconosciuto dalla FederazioneFIJLKAM, presso il Kines Sporting Club diArdore. Il centro offre una grande varietà dicorsi sia in piscina (Acqua-gym, nuoto agoni-

stico, idrochinesiterapia, ginnastica posturalee medica, riabilitazione post-chirurgica e trau-matica, preparazione atletica e sportiva inacqua, circuito isotonico e cardiovascolare)che in palestra (bodybuilding, step, aerobica,G.A.G, corsi di danza, military-fitness, fit-boxe, ginnastica a corpo libero), oltre ad unasala dotata delle migliori attrezzature di ulti-ma generazione. L'alta qualità della struttura

unita alla grande esperienza e competenzadello staff rappresenta un elemento di note-vole successo. Il personale seguirà il clientedurante l'intero percorso sportivo, aiutandolonelle singole fasi dell'attività fisica. Questa,infatti, non deve essere intesa come un sacri-ficio o un dovere, ma come una forma didivertimento e di socializzazione che conduceal benessere psico-fisico. Questa volontà è

confermata dallo stesso personale del KinesSporting Club: «Il nostro desiderio è quello difar vivere l'attività fisica come una filosofia divita. Non è necessario avere un fisico sculto-reo per poter stare bene, bisogna aver vogliadi fare, al di fuori degli schemi».Per ulteriori informazioni andate sul sitowww.kinespiscinapalestraardore.com otelefonate al numero 0964/629040.

Ardore: al via i corsi di avviamento al karate e alle arti marziale presso il Kines Sporting Club

la Riviera

È il fantasma di TommasoCampanella, che spinge AlbertoSavinio a effettuare un viaggio inCalabria, filosofo da lui definitoverticale, piramidale e tolemaico.È quanto viene fuori da unaintervista rilasciata dallo scrittorea Giuseppe Selvaggi nel 1947.Alberto Savinio - ricordo - avevascritto una introduzione a LaCittà del Sole (1942), nella qualeil fascino del grande calabrese,lampeggiante e roccioso, non gliimpediva di affermare con stre-pitosa insolenza che la Città delSole come modello di repubblicaera un modello da non imitare econtro di quel modello offrivacome antidoto la grecità menta-le, scrivendo con forza che «lalibertà di pensare col propriocervello [...] si accende per laprima volta in Grecia e la illumi-na, e non torna a riaccendersi nelmondo se non conl’Umanesimo».E, calcando la mano: «La Cittàdel Sole non è un’utopia. Lemanca il primo requisito di ogniutopia: la qualità ateistica.Lavorando in quest’aura utopi-ca, ho finito per credere utopica-mente che i miei lettori hannotutti superato il pregiudizio dellaserietà, che tanto buio spandesulle cose della cultura e comun-que della vita, e sanno ormai chela serietà è un ostacolo e unalimitatezza, e dunque una formadi inintelligenza».Su Campanella ritorna AlbertoSavinio nel Diario calabrese, inVittorio Maria Cappelli, AlbertoSavinio, Partita rimandata. Diariocalabrese. 1948 ( Giunti, Firenze1996). Il Diario calabrese fu scrit-to da Savinio nel 1948 a seguitodel viaggio elettorale in terranostra assieme al ministro social-democratico RobertoTremelloni. L’approccio eccentri-co e straniato rispetto all’eventopolitico (le elezioni “apocalitti-che” del 1948) e la percezionedell’universo antropologico cala-brese (che richiama la Tessaglia

dell’infanzia saviniana) sono fusiin un “pastiche” che riconfermal’intelligenza e lo stile dell’auto-re. Questi testi (scopertinell’Archivio Carte Savinio diFirenze e curati e annotati dallostorico Vittorio Maria Cappelli)furono disseminati in un periodoabbastanza lungo, su riviste

(«Illustrazione italiana» e«Corriere d’informazione»), colrisultato di renderne difficilmen-te riconoscibile l’unitarietà.A Crotone, 1948, lo scrittorenota la gravità dell’uomo cala-bro, al contrario dei greci, chehanno una condizione di levità,leggerezza che li fanno stare sullecose piuttosto che dentro le cose: Si dice che questi italiani quaggiùsono greci. È vero. Ma con unacerta quale differenza. Il greco,anche il pastore che non colloquiasui monti se non coi capi del pro-prio gregge, non sta chiuso dentrole cose ma vive di là dalle cose, conleggerezza. Anche stanco, anchevecchio, il greco ha nel passo unaspecie di danza.

A Stilo 1948 nota la costruzionedel modello teorico della Cittàdel Sole nella cittadina stessa,anche se il luogo dell’opera noto-riamente Tabropana, è un’isolaorientale. In sostanza, crediamoche Savinio lo collochi laddoveCampanella parla del postodove “Sorge nell’alta campagna

un colle, sopra il quale sta lamaggior parte della città; maarrivano i suoi giri molto spaziofuor delle radici del monte […]dentro vi sono tutte l’arti, e l’in-ventori loro, e li diversi modi,come s’usano in diverse regionidel mondo”. (da La Città del Sole1602)In effetti, per chi guarda la citta-dina, sovrastata dal “panettone”(Savinio lo chiama pan di zucche-ro) rappresentato dal masso delMonte Consolino, sulla cui pan-cia sta “incollata” Stilo, non puòfare a a meno di pensare che ilmodello del filosofo sia statoquello:Stilo è per me il luogo più illustredella Calabria. Non tanto per ilsuo Duomo né per la vicinaCattolica, quanto perché questacittà rupestre e a pan di zucchero èil modello vivo della Città del Sole.Diremmo che Savinio si strasci-na appresso, nel suo viaggio inCalabria, TommasoCampanella, l’idea diCampanella, di cui parlandodella sua visita a Telesio mortopoco prima, scrive di ciò chedeve aver provato Campanella,di quello che lui possa aver dettoa Telesio. Ecco, questo è il suorovello per tutto il tempo chedura il viaggio in Calabria.Sapere ciò che non potrà maisapere!Annota, Cosenza 1948:Siamo per arrivare a Cosenza.Nella cattedrale di Cosenza,Tommaso Campanella passò unanotte intera a colloquio col cada-vere di Bernardino Telesio. Questocolloquio notturno, nella tenebro-sa vastità della chiesa, tra un filo-sofo vivo e un filosofo morto, èuno degli episodi più drammatici eassieme più commoventi che iomi conosca. No morto, entrò nellacattedrale ove la salma era stataportata e deposta sul catafalco,eluse la vigilanza dei guardiani,passò la notte presso la bara. L’accenno al brigantaggio lolascia meditabondo sull’equivo-

co della storia ufficiale nei con-fronti di chi difese la patria comei partigiani e appunto i briganti,assetati di giustizia.Annota, Catanzaro 1948:Il brigantaggio della Calabria erauna forma di patriottismo, affineai kleftes (i ladri) che combatteva-no per la liberazione della Grecia eai nostri Partigiani: la sola formadi patriottismo, la sola forma diliberalismo, la sola forma di giusti-zia, la sola forma di umana vita, inmezzo alla legale iniquità di queltempo, in mezzo alla legale cru-deltà, in mezzo alla legale inuma-nità. O equivoco bestiale! Alla fine, nei pensieri dello scrit-tore ritorna il filosofo e il rovellodi cui dicevamo sopra:Intanto penso a cose lontanissime.Penso che sono io stessoTommaso Campanella, a collo-quio di notte nella cattedrale diCosenza col cadavere diBernardino Telesio.Parafrasando, ed esagerando,potremmo dire che l’identifica-zione nel Filosofo, che si con-fronta con Telesio, è l’identifica-zione dello scrittore che si mettea confronto con la Calabria e lasua storia?

CHI ÈALBERTO SAVINIO, aliasAndrea De Chirico (Atene1891-Roma 1952), fu pittore,scrittore, musicista, scenografo eregista. Tra le sue numroseopere: Hermaphrodito (1918);La casa ispirata (1925); Angelicao la notte di maggio (1927);Tragedia dell’infanzia (1937);Infanzia di Nivasio Dolcemare(1941); Narrate, uomini, la vostrastoria (1942); Ascolto il tuocuore, città (1944); Scatola sono-ra (1955); Vita dei fantasmi(1962); Nuova enciclopedia(1977); Il signor Dido (1978); Lanascita di Venere (2007).

Biblioteca meridionalista

Una (croni)storia della Calabria attraverso i “forestieri” di Giuseppe Fiorenza

Un greco in Magna Grecia

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 27

IN EVIDENZA

I “forestieri”, ossia gliintellettuali del nord, nonsempre scesero inCalabria, carichi distrampalati pregiudizi, enon risalirono il dorsodella penisola, mante-nendoli e consacrandolicon il peso della lororiconosciuta autorità cul-turale. La lezione diAlberto Savinio è dicogente attualità per tuttigli untori, vestiti da catte-dratici, che vanno appe-stando la Calabria.

Una sagoma snella mavigorosamente deli-neata, protesa tra la

terra e il cielo in perenne,voluttuoso slancio… È la sta-tua forgiata nel 2008 dalle abilimani dell’artista ToniCustureri in ricordo della poe-tessa locrese Nosside (IV-IIIsec. A. Cr.) che adesso, dall’al-to del basamento in marmosito sull’omonima piazza dellungomare di Locri, accoglie ilvisitatore ancora stupendoloed ammaliandolo all’interno direcondite, vibranti sensazioni.“O straniero, se navigando tirecherai a Mitilene dai bei cori[…] dì che fui cara alle Muse eche la terra locrese migenerò…”. Nobile di famigliae passionalmente legata allasua città, fu testimone della suagrandezza e della fecondaespansione. “Via dalle gramespalle questi scudi gettarono iBruzzi, percossi nella mischiadai Locresi veloci nellalotta…”. Ma fu anche creaturasensuale dall’animo ardente epalpitante, emulatrice e rivale,assieme, di Saffo, che cantò laleggiadria e la potenzadell’Amore quale gioia supre-ma, superiore a qualsiasi altro

bene dai mortali fruibile.“Nulla è più dolce dell’Amoreed ogni altra gioia viene dopodi lui; dalla mia bocca io sputopure il miele…”.Sulle orme di Nosside, un miodovuto omaggio.

GIOCO D’AMORESolo una gocciadel mare dei tuoi occhivorrei bere, stasera.Tu stilla pianodalle concavi mania molli labbra.

Solo una gocciafa straripare oceaniebbri di spuma,solo una gocciail fiore nutre e conforta.

- È ferma l’ariae d’un battito ascososono i secondi -

Tu stilla piano…

Alle vene anelantidivino è il giocoe voluttà profonda.

MESSAGGI NEL TEMPOdi Daniela Ferraro

Sulle normedi Nosside

Cara Silvanate ne sei andata così in silenzio che quasinon ci sembra vero, vorremmo dirti tantecose, noi che ti abbiamo avuta eccelsacollega all’Ipsia di Siderno. Ma non cisono parole che possono esprimere ilnostro dolore, esse sono trattenute nelnostro cuore così come le lacrime eranotrattenute nei nostri occhi ogni volta cheti incontravamo e ti vedevamo semprepiù piccola e più sofferente. Adesso non

potremo più vederti né sentire la tuavoce, ma la morte non ti ha portata viacompletamente, rimarrà sempre dentrodi noi la tua dolcezza, la tua disponibilitànel risolvere i piccoli o grandi problemiche ognuno di noi quotidianamente tipresentava, la dignità con cui hai affron-tato la malattia ed il tuo attaccamentoalla vita ed al lavoro che nonostante tuttonon hai mai trascurato. Cara Silvana, negli ultimi mesi, è stato

difficile per noi starti vicino nel modo piùdiscreto possibile, cercando di farti senti-re che non eri sola, ti chiediamo scusa sespesso non abbiamo capito i tuoi bisogni,se ti abbiamo fatto carico di problemi nontuoi e se adesso non siamo in grado diesprimere ciò che sentiamo. Vorremmo,Silvana, che queste nostre lacrime ti pos-sano raggiungere come segno di veraamicizia. Grazie per averci permesso diconoscerti.

CERIMONIADEGLIADDII

Per Silvana Mantitrapassata il 3 settembre

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 28

Parlandodi...

foto NOTIZIE

Si terrà martedì 23 ottobre, alle ore21.30, il concerto di Biagio Antonacci,tappa del tour 2012. Ad ospitarlo lasplendida piazza Castello di ReggioCalabria. Uno spettacolo organizzatocol patrocinio del Comune e dellaRegione. Sapessi dire no, a venti setti-mane dall’uscita, è stabile ai verticidelle più importanti classifiche italia-ne, diventando così il maggior successodiscografico del 2012. Dal 27 settem-bre il video di Insieme Finire è in rota-zione, in anteprima, su deejay.it, men-tre dal 2 ottobre sarà online anche sulcanale ufficiale YouTube di Biagio.Compagni di viaggio dell’artista saran-no alcuni album “storici” – in formatovinile – dei più importanti cantautoridella musica italiana, a voler significa-re che la buona musica e la creativitàpossono arrivare ovunque, superandoqualsiasi limite o confine.

La Pro-loco di Bovalino e l’Istituto diistruzione superiore “F. La Cava” pre-sentano: “2 ottobre 1847 - 2 ottobre2012 Bovalino, da Gaetano a ElioRuffo”. Il convegno, che si terràall’Auditorium del liceo il 2 ottobrealle ore 21.00, prevede una conferenza-dibattito sul tema “Gaetano Ruffo e iMartiri di Gerace, precursori delRisorgimento Italiano”, relatore saràPino Macrì socio dep. di Storia Patriaper la Calabria. A seguire la proiezionein anteprima dei documentari di ElioRuffo ritenuti persi e recuperati direcente: Gerace (1950), Il Monte diPietà (1952), Il bosco dei cavalli selvag-gi (1958). Grande amico di Mario LaCava condivise molti aspetti dell’ideo-logia di sinistra e dell’impegno demo-cratico, conducendo le sue battaglieattraverso il cinema.

Bovalino Pino Macrì ripercorre la storia dei Ruffo

Reggio Calabria: Antonaccifatappa a piazza Castello

ANTONELLA ITALIANO

Testa dura di una capra! Ad Antonio a volte sembraproprio di impazzire. Alla guida di un gregge alle-gro e irriverente, lascia la cima del Drago, di buonmattino, per raggiungere la sorgente del Vecchio,giù nella valle. Qualche attimo per recuperare i capiribelli, poi procede sereno verso il fiume. Nei pressidel puntone Galera, l’insolita comitiva, imbocca unsentiero scavato tra le rocce. Antonio è solosull’Aspromonte, e a parte l’eco della sua voce e ilbelare confuso delle bestie, sono solo i ricordi atenergli compagnia. Tra le rocce color d’argento e ferro, ci giocavaquand’era bambino. - Ntò - urlava suo padre, temendo che, più disubbi-diente delle capre stesse, si facesse male. - Ntò - ripeteva minaccioso per l’ultima volta, ed unbimbo sudato e raggiante gli correva incontro, agi-tando un bastone più grande di lui: - Pà stai tranquillo, da qua le guardo io - e massaruSaverio sorrideva.Quando il sole si alza dall’est raggiungiamo la cimadel Drago. È una bella mattina di settembre e ilpensiero di visitare l’Aspromonte ci rende già friz-zanti. Dai finestrini del fuoristrada l’aria entra fre-sca, le case lasciano il posto a boschi di querce epini, si rincorrono e si fondono tonalità di verde e dimarrone e persino l’azzurro del cielo sparisce, divo-rato da una luce troppo intensa. Ad aspettarci, alrifugio estivo, c’è Antonio, uno degli ultimi pastori,ed una capra impaziente che bolle già nel pentolo-ne. Persino la tavola è pronta per l’antipasto: ottimovino rosso, formaggio di pecora, zucchine sott’oliotagliate a listelle, pane di casa. Davanti a quel ben diDio, onestamente, ci arrendiamo, scordando cheuna parte del nostro gruppo è ancora per strada.

Pietro controlla il fuoco, Pasquale offre assaggi dicarne tenera già pronta, Antonio si affaccia sullavalle. Ancora è presto per il rientro del gregge; lecapre, si sa, godono di un ottimo senso dell’orienta-mento e, al tramonto, ripercorrono da sole il sentie-ro che, dalla fonte, le riporta all’ovile. Fu suo padread insegnarglielo, quando, ancora studente,Antonio divideva le giornate tra l’impegno dellascuola e il gioco del pastore. Poi i giorni divenneromesi, e i mesi anni, e il gioco divenne la vita, e la vitatolse alle cose il gusto della leggerezza. Fu allora cheAntonio non volle fare più il pastore. Fu allora chevolle andare via, lontano dagli alberi e dagli anima-li, lontano dai monti e dal paese. Lontano, a sfidarei vent’anni. Ma, nella nuova città, si accorse che l’a-ria odorava di nepetella e pino, percepì nei cibi ilsapore di ricotta calda e siero, e il frastuono delleauto per strada non riuscì a coprire l’eco delle vocinella valle, che dal cuore gli rimbombavano nelleorecchie. Continuamente. Era un angelodell’Aspromonte ormai. Quando lo capì, tornò acasa. Massaru Saverio, felice come pochi, gli insegnò

Ogni anno dalla tarda sera del 24 settem-bre, durante tutta la notte, la mattinata ela giornata seguente, lungo le vie del lito-rale ionico, nord e a sud di Riace, e per lestrade secondarie dell'agro dell'altaLocride, un esercito disordinato muovesalmodiando in pellegrinaggio. Sono idevoti dei Santi Medici, Cosma eDamiano, che si portano al santuariopresso Riace, per sciogliere un voto oanche per sola venerazione. Alcuni pelle-grini, a piedi, tante volte anche scalzi,penitenti in cammino, praticano il digiu-no. Una configurazione di pellegrinaggioche riproduce una opaca rimanenza diuna usanza arcaica, un'eredità radiosadella feconda epoca bizantina. La memo-ria vuole che i due Eroi della fede sianostai fratelli, tutti e due medici e che pre-

stassero l'opera loro gratuitamente. Èappunto il loro altruismo che spiega, inparte almeno, l'immensa ed unanimedevozione che un popolo, che conservaancora tanto delle forme pagane, assegnaloro con tanto entusiasmo. Dottori, tau-maturghi, guaritori senza compenso: que-ste sono le singolari doti che hanno fattodi Cosimo e Damiano, gli ufficiali santioperatori di miracoli e di dispensatori digrazie. A Riace, il giorno della festa lafolla è stata, come di consueto, incom-mensurabile; gli Eletti durante la giornatae soprattutto durante la processione del26 mattina sono stati immersi nei doni deipellegrini. Al termine della veglia, i devo-ti Zingari, Rom e Sinti sono partiti comeda tradizione dal Santuario a sud delpaese, suonando e danzando, per rag-

PROGETTO “SCRIVERE IN ASPROMONTE”

Cultura e società

L’ultimo pastore

Riace e la festa dei SantiMedici Cosma e Damiano

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 29

la Riviera

foto NOTIZIE

Peregrinatio, antica processionedel quadro della Madonna dellaConsolazione. La foto storica è statascattata a Nasidi. Il tempo hacambiato i metodi del trasporto, leistituzioni, ma ha lasciato immutatala devozione del popolo calabrese.

Orchestra Provinciale nellacentralissima Piazza del Tocco diGerace, per il concerto dell’Evento“Muti”. 140 giovani musicisti, direttidai maestri P. Lucà, M. Managò, V.Panuccio, R. Caridi, G. Pisano e C.Nicolosi, si sono esibiti per l’Anci.

Onda Calabra scende in campoper “una giustizia giusta”. Lademocrazia si raggiunge con ilcontributo diretto dei cittadini e la Calabria è ormai pronta: l’8ottobre 2012 inizia la rivoluzionecontro il governo delle banche!

Arangara, gruppo di musica etno-rock calabrese, si fa accompagnareda un artista di tutto rispetto.Neanche Francesco Guccini resistealla tentazione della nostra musicapopolare, e si esibisce alla chitarrabattente. Attimi senza prezzo!

giungere la Matrice da dove le statue deisanti sono partire per la effervescente pro-cessione. I due cortei si sono unificatisotto i simulacri di Cosma e Damiano. Èstato questo uno dei momenti più lanci-nanti della solennità: la folla urla, acclamae tutti insieme i fedeli di ogni parte dellaCalabria hanno “scortato” i loro protetto-ri al Santuario, danzando al suono degliorganetti e tamburelli. Durante la proces-sione, presieduta dal canonico e presiden-te della festa don Pino Strangio, unita-mente al rettore del santuario donGiovanni Coniglio ed al canonico delcapitolo della cattedrale don AntonioFinocchiaro, i Martiti hanno ricevuto dicontinuo offerte e voti, i bambini sonostati protesi a toccare le statue per essereallegoricamente affidati alla loro potenteprotezione. Gli Zingari, coperti da millecolori, con i loro costumi sfavillanti, hannoaperto il corteo ballando, e gridando invo-cazioni. Il culmine della festa è stato sanci-to dall'arrivo al piazzale del Santuariodove il vescovo Mons. Giuseppe FioriniMorosini ha celebrato l'Eucarestia. Il 27settembre, in conclusione, ha avuto iniziouna nuova veglia, che stavolta si è svolta alsantuario nel quale i devoti hanno trascor-so la notte in preghiera interrotta da musi-ca, canti e danze dei numerosi pellegrini

accorsi per rendere omaggio ai dueFratelli d'Oriente. Questa atmosfera divitalità, gioia e spiritualità si è protrattafino al pomeriggio quando i preziosi simu-lacri sono stati riportati in processionenuovamente alla Matrice per rimanere làin attesa della prossima festa del prossimoanno. Tutto, a Riace, si è fatto in grandestile, tutto è stato predisposto con metico-losità e con fede, perché i Santi devono

essere onorati, e, poiché siamo in Calabriaè utile rammentare una delle tante massi-me di Pitagora, filosofo calabrese del Vsecolo a.C. “in qualunque centro o città tuvai, rispetta le sue tradizioni”. Così aRiace, in ossequio ai motti di questo“gigante greco” si continua ad osservare latradizione religiosa tra fede e folclore, trapreghiera e spettacolo, tra cultura e culto.La festa dei Santi Anàrgiri, ha dato il viaalla macellazione dei primi maiali e allapreparazione delle prime salsicce. Lungola strada, attorno alle piazze, macellerie esalumerie improvvisate e banchi di vendi-ta con quattro pali, quattro tavole e unqualche telone per fare il tetto. Le carnirosse e rosee trasudavano al sole le ultimegocce di umore che la morte ha conserva-to. E la gente ha mangiato, bevuto e qual-che volta qualcuno si è addormentato suquelle tavole costruite alla buona per l'oc-casione. I vescovi, nella storia, non sonostati insensibili ed indifferenti di fronte acerte usanze ancora pagane, soprattutto inoccasione delle feste dei santi, ma il popo-lo ha sempre resistito ostinatamente. Lafesta nel Santuario di Riace (ReggioCalabria) si fa risalire al 1669, tuttaviaCosimo e Damiano furono nominatiSanti Patroni di Riace solo nel 1734.

Elia Fiorenza

L’agenzia editoriale Disversi organizza unworkshop di scrittura creativa, destinato achiunque voglia cimentarsi con la scritturanei suoi differenti ambiti (racconto,romanzo, poesia, scrittura giornalistica). Ilcorso è articolato in lezioni collettive teori-che e pratiche, tramite le quali sarà possi-bile apprendere le basi della scrittura crea-tiva e giornalistica e le principali regole distile e composizione.I corsi saranno tenuti dalla scrittrice EvaClesis, dalla scrittrice/giornalista KatiaCollica e dallo scrittore Ivan Arillotta perla sezione fiction/poetry, e dal giornalistaAntonio Aprile per la sezione nonfiction/giornalismo. A fine corso ogni iscrit-to potrà presentare un elaborato. I migliorisaranno pubblicati sulla rivista onlineUnonove. Per ulteriori informazioni invia-te una e-mail a [email protected] ochiamate ai numeri 3299815211 o3931658711

come costruire un rifugio estivo per il bestiame.Padre e figlio scelsero un posto areato e alto, più di1100 metri, e lo attrezzarono per restarci nei mesidella primavera e dell’autunno. Da aprile ad agosto,così, si dedicarono alla cura delle mucche, che anda-vano munte ogni giorno per ricavarci ricotta e for-maggi, ma senza privare del latte i vitellini. Con lacomparsa della prima neve il gregge fu spostato alrifugio invernale, posto a circa 600 metri, propriosotto il monte Giove, al riparo dalla gelidaTramontana. Antonio imparò a riconoscere la pistadel lupo sulla neve, che spesso si accompagnava aquella della vittima di turno, trascinata ancora vivafino al branco. Il pastore non può mancare maiall’appuntamento con il gregge, anche per questomotivo. Il viso del ragazzo è triste ora. Sono tanti icapi uccisi dai lupi in questi mesi. Troppi in rapportoalla fatica e al tempo da dedicare alle mandrie, allerinunce che è necessario fare. D’improvviso il motore di un’auto. Finalmente ilresto della redazione ci ha raggiunti, chiassosa e alle-gra, e prende posto a tavola. Anche la capra prendeposto, in ampi contenitori fumanti. Condita con olioe cipolla, inebria la vista e il palato. Brindiamo dun-que ai nostri benefattori. - Cos’è? Cos’è? – grida ad un tratto il piccoloVirgilio. Più di 700 capi risalgono dal fiume, è il greg-ge di Antonio che torna per la notte. Al richiamo delpastore cambia rotta, puntando dritto dritto su dinoi. Sembra un miracolo quel quadro cangiante,fatto da centinaia di colori. Ed è una musica quellaloro conversazione; è la danza dei cani e del bastone.Di chi non ha paura del buio che incombe. Di ange-li che in Aspromonte dormono… con le stelle.

sono le attuali dimensioni del Parco Nazionaledell’Aspromonte. Con il DPR 10 luglio 2008(GU 231) gli furono tolti circa 10.500 ettari.

64.153 ettari di territorio

circa, sono i capi attaccati dai lupi nel 2011 erisarciti dall’Ente Parco Aspromonte. Circa 20quelli stimati, ma non documentati, nel 2012.

50 tra ovini e caprini

è quanto spende il Parco del Pollino, ognianno, per risarcire i danni arrecati ai pastoridalla fauna selvatica (compresi i cinghiali).

1 milione di euro

I NUMERI DEL 2012

Decine di branchi

REGGIO CALABRIA

di lupi sono stati avvistati in Aspromonte. Nonesiste una stima precisa sul loro numero, e ildanno ufficioso arrecato ai pastori è considere-vole.

Al via i corsi di scrittura creativa egiornalistica

Parlandodi...

La verità dell’Iride Il brizzolatodi Benjamin Bowson di Ruggero Brizzi

Non mi hanno pagato per fare pubblicità.Né la Apple ne ha bisogno. Siete al cor-rente di tutto ciò che è tecnologia di ulti-ma generazione. IPod, iPhone, iTouch,iPadmini. Sapete tutto su pc e mc. Avestela stessa cultura in altri campi sareste deigeni. Giustamente, state al passo coitempi. Siete figli della vostra epoca. Noici intendevamo d’altro, soprattutto dicose che servivano a produrre altre cosedi utilizzo pratico. Certo, anche la tecno-logia può dare un futuro. Ma un lavoronon lo dà a tutti. Anzi la maggioranza diquelli in fila davanti agli Applestore nonmangia con l’elettronica, piuttosto vive dilavori duri, che portano a stento alla finedel mese. Eppure siete tutti lì, riempitefino all'inverosimile gli unici negozi alle-gri, lontani dalla tristezza di tantissimishop vuoti. Siete sorridenti, coccolati damiriadi di commessi gentili, così tanti ecosì tanto gentili da pensare che i colossidel software li paghino cifre esorbitanti enon siano precari a basso costo come lamaggior parte dei loro clienti. Ma si, chediamine, una botta di vita e l’ultimo natoin casa Apple sarà vostro. E chi se nefrega se allo stesso prezzo vi potreste fareun’indimenticabile vacanza a Istanbul,insieme al vostro partner. I fidanzati pas-sano, telefoni e touch screen restano,anche se a dire il vero diventano obsoletiin un lampo e non finisci di estinguere unprestito che ne devi riaccendere un altro.E che caspita mica siete teste calde comeme o quelli della mia generazione, checon quei soldi si sarebbero comperati unpaio di panetti di cioccolato libanese e sisarebbero sballati per un bel po’ di mesi.Meglio voi, in fondo siete meno nocivi diquello che eravamo noi. Vi rifilate in casaa farvi di pixel e non date fastidio a nes-suno. Per questo sono certo, e vi do labuona novella. Quando non riuscirete apagarveli, ve li regaleranno gli iPad. Anzila creatura numero 15 vi verrà recapitatadirettamente a casa, senza costringervi afile faticose.

A Pedace, comune di 2000 abitan-ti nel cosentino, 11 dipendenticomunali, tra cui cinque donne,finiscono agli arresti per assentei-smo con l’accusa di truffa aggra-vata e continuata ai danni delComune. Nella cittadina silana,gli uomini delle forze dell’ordine,per mesi, hanno assistito a unfenomeno particolare: i dipen-denti comunali si sono accorti che11 di loro (a tempo indeterminatoe LSU) si recavano al lavoro unoper volta a timbrare per tutti glialtri 10 che per la giornata resta-vano assenti. Non solo. Lo “sfor-tunato” di turno si preoccupava disegnare per gli altri gli straordina-ri. L’ennesimo strappo tra istitu-zioni e cittadini, tra retribuiti nul-lafacenti e disoccupati impegnatia cercar qualcosa. In tempi in cui,pur di lavorare, la gente si inventadi tutto e il disinnamoramentoverso le istituzioni è ormai tradi-mento da parte di entrambi, ai cit-tadini son girate, finalmente, lescatole. Le indagini sono partitenon dall’Amministrazione comu-nale (ovviamente al corrente ditutto) ma dalla gente che datempo lamentava file agli sportel-li e tempi infiniti di gestione dellepratiche. Pedace è un pò il simbo-lo della nostra Calabria. Genteche fa audience per le truffe,amministrazioni immobili, svo-gliate e finte tonte e popolo silen-te e fuori dagli schermi che conti-nua con coraggio a denunciarequelli che un tempo erano amici acui si era perdonato tutto. Ma ci voleva la crisi?

A partire dal Trattato di Maastricht e poi, a seguire,con l’ingresso dell’Italia nell’Eurozona, e con la con-seguente trasformazione della funzione di emissionedi moneta sovrana (la Lira) da parte del nostro Statonel sistema facente capo alla Banca CentraleEuropea e al Sistema Europeo delle Banche Centrali(l’Euro), è stato imposto di consegnare le sue prima-rie sovranità nelle mani di organismi esterni allaRepubblica e non eletti dagli italiani e ciò ha compor-tato danni immensi alla democrazia e ai nostri diritti.Tutto ciò è avvenuto senza che i popoli europei, néquello italiano, abbiano mai manifestato il loroespresso e formale consenso.Facciamoci sentire ora! Firmiamo e consegniamo allacaserma più vicina la “maxi protesta del popolo”.Sarà possibile scaricare la denuncia su:www.maxiprotestadelpopolo.jimdo.com

Arriva l’ IPAD5 Pedacedenuncia

Denuncia il governoMonti. Oggi si può

Arriva un momento della tua vitain cui hai paura di inseguire i bam-bini e rotolarti con loro nell’erbaper non sporcarti i pantaloni e ilgiubbotto. Arriva, ugualmente, ilmomento in cui cominci a guar-darti intorno prima di sceglierecosa ne sarà di te, valutando tuttele possibilità e osservando con reli-gioso stupore le sicurezze che siallontanano.Ci penserai prima di chiedere unfavore a un uomo di colore, o no.Perché penserai che di diverso date non può avere solo il coloredella pelle. E sicuramente, primao poi, non vedrai l’ora di abbando-nare un ritrovo tra amici, o dete-sterai il pensiero di casa per ilNatale. Penserai a quanto sarà dif-ficile tornare a quelle scale o

addormentarsi prima dell’una dinotte. Ci penserai prima di rac-contare ancora quella barzelletta,e non la racconterai a tuo padre.Non vorrai più uscire nel week-end. Non metterai più la testasotto il cuscino al suono della sve-glia. Non sarai più metereopatico.Sarai solo apatico. Forse psicopa-tico. Non ti piacerà più andare alcinema perché il bigliettaio che tifaceva entrare gratis è morto, eperché non avrai più voglia di‘bocche in prestito per urlare quel-lo che hai dentro’. Non farai più foto. Non regaleraipiù fiori a tua moglie. Sarai invi-dioso dei figli e di tutta la loro vita,ancora così piena di illusioni. Nonti stupirai più dei tramonti. Noninseguirai più gli uccelli sul lungo-

mare. Non penserai più a farti ilbagno in una notte di aprile in unmare ancora troppo freddo e soli-tario. Non ci metterai più tre ore ascegliere i due gusti per il gelato.Ti diranno che cioccolato e limonenon è un accoppiamento corretto,e lo convertirai in fragola e pistac-chio. Non ti piacerà più fare a garacon il tuo migliore amico sullecapitali del mondo. Non ti preoc-cuperai di fare la raccolta differen-ziata. Non cercherai più di impa-rare altre lingue. Non sarai piùcapace di abbracciare un altroessere umano, né di sorridere conil cuore. Non crederai nella risur-rezione dei morti, né nella vita delmondo che verrà, amen. Penseraiallo sbattere della spuma venereasul bagnasciuga, all’insaziabilitàdelle onde che non smettono maidi muoversi. Ricorderai delle lottee dei timori di una terra cruda,falsa. Piangerai al ricordo dell’in-nocenza, vorrai solo tornare.Forse vivrai di sogni. O forse mori-rai di sogni.

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 30

L’atmosfera dove veleggiano i sentimen-ti è resa calda e sensuale dalla presenzadi Venere nel segno amico e armonicodel Leone. Le stelle sono avare, almenoin fatto di soldi. Vi lascerete tentare dalprogetto di un viaggio decisamente trop-po dispendioso. Vi sentirete bene vestitidi rosso, con un rubino al dito e avvolti inuna nuvola di essenze amare come il san-dalo e il tabacco.

ARIETE

Se lascerete troppo qualcuno fare da soli,vi ritroverete per forza di cose con un lavo-ro fatto male, soprattutto se non dareteloro una guida e non sarete abbastanzaautoritari da imporvi. Non potete farefinta che non vi interessi nulla di questoprogetto in quanto anche voi ne otterretequalcosa, quindi tentate di dare il meglioanche quando non ne avete affatto voglia.

TORO

Con tante stelle a favore è facile essere dibuonumore. Il clima amoroso è caldo,caratterizzato da eventi che appassiona-no gli innamorati e tutti i nati in Gemelliche hanno voglia di provare emozioniintense. Non potete che dare ascolto aisuggerimenti del cuore. Concentrazionee ottimismo aiutano in campo pratico,specie negli studi. Successi in tutti icampi. Cogliete l'attimo!

GEMELLI

Cercate di essere più duttili ed evitatedi irrigidirvi su posizioni scontate:potreste diventare noiosi e ripetitivi.Occhio a come parlate e vi comportatecon i colleghi: siete piuttosto esposti alrischio di commettere qualche micidia-le gaffe. Bene per agilità a livello fisicoe ciò che è connesso alla muscolatura.

CANCRO

In questa giornata qualsiasi siano lequestioni da risolvere di certo sarannoun ottimo esercizio per la vostra mentee per la vostra intelligenza che ultima-mente stava un po' scadendo nell'abitu-dine. Se siete seriamente interessati amettervi in luce di fronte ai vostri supe-riori allora tentate il tutto per tutto enon lasciate che altri possano rubarvi loscettro.

LEONE

Cercate di realizzare i progetti che vistanno a cuore e sollecitate i contattiche vi interessano perché in questoperiodo vedrete soddisfatte moltevostre ambizioni e valorizzate le vostrecapacità. Per mantenervi in forma iscri-vetevi a una palestra ben frequentata,magari in compagnia di un amico.Unirete l'utile al dilettevole

VERGINE

Una nuova conoscenza avrà effetti ful-minanti. Ne ricaverete vantaggi nel pri-vato dei sentimenti e anche nel lavoro.Potrete godervi il caldo espandersi di unaserena affettività, giocata sia sul pianodell'amicizia che su quello della sensua-lità. È necessario un processo di purifica-zione a partire dalla dieta. Fate il pieno divitamine! E eliminate i cibi troppo grassi.

BILANCIA

Se vi scontrerete faccia a faccia con ilvostro capo o con i vostri colleghi in que-sta settimana è ben possibile che alla fineinvece di arrivare ad una rottura totalearriviate ad un punto in comune!Proseguirete pertanto questa combo diprogetti in modo tale da ottenere deirisultati convincenti ed essere alla finetutti molto felici e sereni!

SCORPIONE

La vostra agenda si infoltisce di nuoviamici o semplici ma interessanti cono-scenze. Proprio da loro vi arrivano glistimoli che consentono di arricchire ilvostro bagaglio di cultura ed esperien-ze. Trasferite in campo lavorativo, que-ste energie faranno di voi un collabora-tore prezioso. Mentre nel settore senti-mentale il caldo vi renderà un partnereccellente.

SAGITTARIO

Si pone, tra voi e il raggiungimento deivostri desideri, una persona arroganteche con la sua presenza raggela untenero slancio. Evitate di mettere arepentaglio i vostri soldi. Cercate dinon fare la prima colazione dopo lenove di mattina e limitate gli zuccheri.Sarebbe uno stress per il vostro stoma-co.

CAPRICORNO

Se articolerete nel modo migliore levostre argomentazioni in questa setti-mana verrete senza dubbio creduti e viverranno concesse più possibilità perportare a termine i vostri piani nono-stante i continui ritardi. Al contrario sepunterete troppo sugli altri e sul possi-bile loro coinvolgimento, allora vidovrete affidare a mani inesperte epoco rassicuranti.

ACQUARIO

Un nativo Pesci ha sempre bisogno diconferme e di incoraggiamenti permuoversi e liberare le emozioni: forza!Oggi le stelle vi appoggiano. Se sieteconfusi e dubbiosi, la Luna vi aiuterà afare chiarezza e a scoprire che nessunovuole farvi del male.

PESCI

L’OROSCOPO

B R I G A N T I

Arriva un momento...Suerte di Mario Leo Bruzzaniti

la Riviera

DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 31

Blob of the week

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Tanti auguri al piccolo Mattia per il suo 1° compleanno.

I nonni Paolo e Carmelina ed i cugini fran-cesca, Giuseppe e Michela

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1 “Ritorno al Futuro” per Pietro Naso 2 Bovalinesi illustri in Consiglio provinciale3 Lillo il bagnino, in una posa che ricorda un noto per-sonaggio dei film da “incubo” 4 Davide, il nuovo giu-dice di forum, sarà presto sugli schermi di canale 5 5Brigante Sigilli al lavoro 6 Masino Mittiga e Salvatore Galluzzo in duello peroffrire il caffè al Sindaco di Canolo 7 Il forestale Imperitura protesta alla regione 8 Morosini legge l’articolo di Pasquino9 Grotteria in missione a Reggio 10 PeppinielloManto, il Bruce Lee del Kurupai 11 Aspettando LaCava 12 Anvedi che fusti 13 Manuela Cricelli in ver-sione Na'vi 14 Tommaso e Paolo, ricordi di un’estatemagnifica 15 Salvo come un tronista di U&D 16Gianni Nucera si avvicina (troppo?) a Pietro Melia 17Il Gruppo Ass. Maria SS. Addolorata di Roccella e ilnostro Pino Ravel 18 Il sidernese Luigi Nesci ognimattina al TGR 19 Il Bombo come Rocky IV.Preparativi per l’estate 2013 18

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