Sergio Di Macco I luoghi dei mercati quotidiani · Questa considerazione di Nikolaus Pevsner nella...
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L’edilizia annonariae le sue nuove regole(Ordinanza Ministeriale aprile 2002)
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Professionisti, tecnici e impreseGruppo Editoriale Esselibri - Simone
Sergio Di Macco
I luoghidei mercatiquotidiani
Sesistemi editoriali
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a Fulvia, mia figlia,
che frequenta i mercati spesso e,
al contrario della madre, volentieri.
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L’edilizia annonariae le sue nuove regole(Ordinanza Ministeriale aprile 2002)
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Sergio Di Macco
I luoghidei mercatiquotidiani
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Prima edizione: maggio 2002
E18 - I luoghi dei mercati quotidiani
ISBN 88-513-0048-8
Ristampe
8 7 6 5 4 3 2 1 2002 2003 2004
Questo volume è stato stampato presso:
Officina Grafica Iride
Via Prov.le Arzano-Casandrino, VII Traversa, 24 - 80022 Arzano (NA)
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Progetto grafico: Marco Agnisetta
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La figura 1(c) è una foto d’archivio del Museo della Civiltà Romana di
Roma; il grafico della figura 2 è degli architetti Delia Marino e Carmen
Terraciano; l’assonometria della figura 7 è dell’arch. Gianfilippo Biazzo; le
fotografie e i grafici delle figure 10, 11, 12 e 13 sono del comune di
Modena; il grafico della figura 16 è dell’arch. Stefania Nardangeli; i grafici
delle figure 17, 18 e 20(a) sono dell’arch. Gianfilippo Biazzo; le prospettive
delle figure 19 e 20(b) sono dell’arch. Roberto Zizza; i grafici e le fotografie
delle figure 21 e 22 sono del prof. arch. Aldo Capasso; la figura 25(a) è della
CIS Sud; tutti gli altri disegni e fotografie sono dell’Autore.
■ Autori delle figure
Si ringraziano: per il materiale reso disponibile e i relativi chiarimenti, gli
architetti Eden Ruosi e Roberto Bergamini del comune di Modena, l’arch.
Gianfilippo Biazzo, il prof. arch. Aldo Capasso e l’ing. Giuseppe Bernardini,
amministratore unico della CIS Sud; per le notizie fornite, l’arch. Luigi
Patacconi del comune di Roma; per le figure della loro tesi di laurea, gli
architetti Delia Marino, Carmen Terracino e Stefania Nardangeli; per il
sostegno tecnico sui rivestimenti FIANDRE, professionale e in questa pub-
blicazione, Gianfranco Sassi e Marco Ciucci.
■ Ringraziamenti
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1 INTRODUZIONE ALL’EDILIZIA ANNONARIA ................................................................................. 15
INSERTO: Una fonte di informazioni oggettive:
lo studio del CNR sui mercati .................................................................................................................... 17
2 LA NORMATIVA COMMERCIALE E
SULLA REALIZZAZIONE DEI LUOGHI .............................................................................................. 21
2.1 Le regole generali sul commercio ............................................................................................ 21
2.1.1 I principi propedeutici della legge 59/97 ..................................................................... 22
2.1.2 Le norme del decreto legislativo 114/98 ...................................................................... 22
2.1.3 L’eventuale iniziativa della Comunità Europea .......................................................... 23
2.1.4 Le regole operative dell’ordinanza della Sanità ........................................................ 24
2.1.5 Le prescrizioni specifiche delle normative regionali ................................................ 32
3 LE TIPOLOGIE EDILIZIE DEI LUOGHI DEL MERCATO QUOTIDIANO .................................... 37
INSERTO: Le grandezze qualificanti ............................................................................................................ 39
3.1 I mercati coperti .............................................................................................................................. 41
INSERTO: L’edilizia annonaria romana ..................................................................................................... 43
3.1.1 La ristrutturazione del mercato “Vittoria” ..................................................................... 45
3.1.2 La ristrutturazione del mercato “Monti” ........................................................................ 54
3.1.3 La ristrutturazione del mercato di via Albinelli .......................................................... 61
INSERTO .............................................................................................................................................................. 68
3.2 Il secondo modello di mercato quotidiano in sede propria .......................................... 71
INSERTO: L’evoluzione dei mercati romani ............................................................................................... 73
INSERTO: La vista diagonale ........................................................................................................................ 84
3.2.1 Il progetto del mercato “Gianicolense” .......................................................................... 86
3.3 I mercati quotidiani nei centri storici ..................................................................................... 92
3.3.1 Il mercato dei Vergini ........................................................................................................... 94
3.3.2 Il mercato di Campo de’ Fiori ............................................................................................101
4 I SUGGERIMENTI SULLA REALIZZAZIONE DEI LUOGHI DI MERCATO ...............................111
4.1 Le caratteristiche globali del mercato ...................................................................................112
4.2 I punti di vendita .............................................................................................................................114
INSERTO ..............................................................................................................................................................117
■ Indice
4.3 I servizi ................................................................................................................................................119
4.4 I materiali per la finitura delle superfici ...............................................................................120
4.5 L’uso e l’arredabilità dei punti di vendita ............................................................................122
4.4.1 Le caratteristiche del punto di vendita .........................................................................123
4.4.2 L’arredamento del punto di vendita e il suo uso ......................................................124
INSERTO ..............................................................................................................................................................125
APPENDICE LEGISLATIVA ...........................................................................................................................131
1. Dal decreto legislativo 114/98 ..................................................................................................131
2. L’allegato al decreto legislativo 155/97 ................................................................................136
3. L’ordinanza del Ministro della Sanità del marzo 2000 ...................................................137
4. L’ordinanza del Ministro della Salute del 3 aprile 2002 .................................................148
Bibliografia essenziale sull’edilizia annonaria ...............................................................................160
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Si ragiona, qui, di mercati quotidiani – luoghi, economici e fisici, dove tutti i giorni
(feriali) più rivenditori (prevalentemente gli stessi) offrono merci al dettaglio e a
volte servizi. Se ne ragiona alla vigilia di un’altra loro possibile evoluzione, spinta
pure da nuovi motivi commerciali e costruttivi, mostrando in particolare i luoghi
del “mercato in sede propria”, quello “che ha un suo luogo esclusivo, destinato a tale
uso nei documenti urbanistici, costruito appositamente per il commercio, con con-
figurazioni edilizie specifiche e materiali adatti”. L’opposto del “mercato su strada…
che occupa, per un certo tempo nell’arco della giornata, spazi aperti non predi-
sposti per accoglierlo, sui quali si alterna con altre attività cittadine”1.
Approfondiremo anche le potenzialità dell’edilizia annonaria – la specializzazione tecni-
ca che cura la corretta progettazione e realizzazione dei mercati in sede propria – dopo
che le nuove regole alle quali s’è accennato l’hanno resa,di fatto,attività obbligatoria per
le amministrazioni comunali. Arte antica – anche i romani costruivano mercati in sede
propria e molto bene – che però ha appena iniziato a definire le sue tipologie e metodi-
che moderne.
Nell’ordine, in questa pubblicazione: (1) si spiegano brevemente il contesto nel
quale agisce l’edilizia annonaria e le sue peculiarità; (2) s’analizzano le nuove rego-
le che governano il commercio nei mercati e la realizzazione dei suoi luoghi,
mostrandone in particolare le norme contenute in un’ordinanza specifica recente
della Sanità, assimilabili a quelle di standard almeno fintanto che saranno emana-
te quelle canoniche; (3) si mostrano le tipologie raggiunte dall’edilizia annonaria,
di ciascuna documentando alcune realizzazioni significative; (4) si suggeriscono le
regole per progettare e realizzare i nuovi mercati quotidiani e aggiornare quelli esi-
stenti, partendo da tali tipologie acquisite. Infine, fuori testo, si riportano in appen-
dice le normative fondamentali sui mercati, perché il lettore possa consultarne il
testo al di là delle nostre interpretazioni.
1 Sono definizioni ufficiali che rivedremo analizzando l’ordinanza del ministero della Sanità del marzo 2000
sulla vendita dei prodotti alimentari nelle aree pubbliche.
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Figura 1. L’edilizia annonaria degli antichi romani costruiva mercati che, almeno concettual-mente, sarebbero adeguati anche oggi: edifici costruiti, dove il commercio era contenuto deltutto, con le botteghe per le merci di maggior pregio e con il porticato, e forse il cortile, perquelle più usuali con allestimenti meno impegnativi. Un esempio tipologicamente significati-vo è il mercato di Timgad, città fondata da Traiano nel 100 d.C. nell’attuale Algeria: in alto, unaricostruzione (a) e la pianta (b). Probabilmente al centro del mercato si trovavano rivenditoricome la fruttivendola di Ostia Antica, riprodotta in un bassorilievo del I secolo (c), con il suobanco su cavalletti, le alzate per ampliare l’esposizione e, sotto, la cesta vuota con la qualeaveva portato le merci al mercato; sostanzialmente lo stesso banco d’ortofrutta montato nelmercato di Campo de’ Fiori nel 1992 (d). Vedremo però che i mercati in sede propria si sonolargamente evoluti.
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“Per descrivere uno stile architettonico è necessario rilevarne i caratteri
specifici. Ma i caratteri da soli non fanno lo stile. Occorre un’idea centra-
le che li vivifichi tutti. Per esempio, parecchi motivi essenziali del primo
romanico possono venire sceverati isolatamente nell’architettura caro-
lingia. Però la loro combinazione è nuova e determina il loro significato.
[…] Le ragioni funzionali erano, da un lato lo sviluppo del culto dei
santi, e dall’altro la diffusione dell’uso della messa quotidiana da parte
di ogni sacerdote. Quindi occorreva un maggior numero di altari e, per
contenerli, la soluzione ovvia era un numero crescente di cappelle nelle
parti orientali, cioè quelle riservate al clero. […] L’architetto del nuovo
periodo le raggruppa in coerente unità, o tracciando intorno all’abside
un ambulacro da cui si irradiano cappelle, o prolungando le navate late-
rali oltre transetto e concludendole con piccole absidi parallele o quasi
all’abside centrale; ed i più collocando una, due e persino tre absidi
lungo la parete orientale di ogni transetto.”
Questa considerazione di Nikolaus Pevsner nella sua Storia dell’architettura euro-
pea mi ha particolarmente colpito fin dai tempi dell’università: in sintesi, la chie-
sa romanica segue anche, se non soprattutto, le necessità della sua utenza, sacer-
doti e fedeli. È l’affermazione del valore essenziale della funzione di un edificio
che può aver condizionato addirittura il romanico, uno stile architettonico fonda-
mentale per la nostra civiltà.
L’esempio del romanico, però, appare solo più evidente di altri: l’assetto d’ogni
luogo costruito per qualunque attività umana cambia per il mutare delle necessi-
tà che lo caratterizzano. Generalizzando, il meccanismo è questo: (1) la trasforma-
zione è prima suggerita da comportamenti nuovi degli utenti dell’attività ed è poi
controllata da nuove norme vincolanti, esplicite o implicite, che la comunità pone
per garantirsi che quell’attività sia corretta, norme che la condizionano a loro
volta; (2) pressoché contemporaneamente, mutano anche i luoghi dell’attività
(l’abbiamo visto con il Pevsner per le chiese del romanico) e in genere vi sono
direttive tecniche per realizzarli, note come norme di standard.
Il divenire dei luoghi dell’attività-commercio ha almeno due ulteriori peculiarità
rispetto a quello, generalmente più discontinuo, delle altre: (a) non ha mai soste,
perché è incessante l’esigenza di adeguare l’offerta delle merci al variare della
domanda dei clienti; (b) può diventare molto rapido, se non subitaneo. I commer-
■ 1 Introduzione all’edilizia annonaria
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cianti reagiscono, infatti, con molta energia al mutare della domanda: non cerca-
no di assicurarsi un’utilità per quanto importante o addirittura un mero benesse-
re perché è in gioco il loro reddito, a volte la sopravvivenza economica.
Si deve accettare, allora, la necessità che s’aggiorni il modo d’essere dei mercati
che accolgono commercianti come gli altri con le stesse aspirazioni ed esigenze,
vi siano o meno norme vincolanti che l’impongono. In particolare, è inutile rim-
piangere i mercati quotidiani su strada apparecchiati all’aperto con i tradizionali
carrettini poi allontanati al termine della vendita: pure questi mercati si devono
realizzare per le potenzialità commerciali raggiunte, che non si possono limitare
artificiosamente per conservare determinati modelli; altrimenti, per assurdo, si
dovrebbero sollevare i loro rivenditori dalle ambasce economiche, finanziandoli1.
Si deve evitare, semmai, che mutandone i luoghi si snaturino i mercati; ma questo
è un altro discorso che ovviamente riprenderemo.
Torniamo alle norme di standard, regole specifiche di garanzia poste dalla comu-
nità, e per essa dallo Stato, che indirizzano e controllano la correttezza del pro-
getto e della realizzazione di molte famiglie di luoghi2. Da molto tempo, si devono
seguire queste regole tecniche specifiche per realizzare scuole, alberghi, autori-
messe, impianti sportivi, ospedali, sale per spettacoli...3 Ma non ci sono ancora, e
non solo in Italia del resto, norme di standard per i luoghi del commercio. Quindi
mancano pure per i mercati: il progettista che abitualmente non se ne occupi si
stupisce che manchino, dopo averle cercate inutilmente4.
Posto l’argomento in modo generale, veniamo al nostro tema: l’obiettivo di que-
sta pubblicazione è offrire un contributo di conoscenze concreto a chi sia incaricato
di realizzare o di adeguare i luoghi per mercato quotidiano, mostrandogli le tipologie
edilizie e le tecnologie efficaci messe a punto dall’edilizia annonaria.
È proprio il momento di farlo: vedremo che sono cambiate da poco le ‘regole del gioco’
per i mercati quotidiani. Quindi verosimilmente vi sarà un’evoluzione del modo di com-
merciare nei mercati e, di conseguenza, dei loro luoghi per i quali d’ora in poi, per l’or-
dinanza della Sanità che vedremo nel dettaglio,è obbligatoria una forma di sede propria
se offrano i prodotti alimentari5. Allora quest’impegno recente costringerà i comuni ad
un’attività d’edilizia annonaria per la quale è poco probabile siano preparati; inoltre
altrettanto difficilmente troveranno esperti esterni con un curriculum affidabile.
Oltretutto, in questo caso, lo dovranno affrontare senza l’ausilio delle norme di standard.
Quindi è improbabile che la realizzazione d’un mercato possa essere qualificata con
l’aggettivo corretta, nel significato di prodotta da professionisti esperti (compreso
quello dell’edilizia annonaria, ovviamente); e non si può comunque aggiungere l’al-
tro attributo di controllata da normative vincolanti. Di contro, progettare e realizzare
mercati appare ingannevolmente facile per quelle conoscenze che i meno avvertiti
ritengono di avere per averli frequentati da utenti; e pure questo non aiuta molto.
Coerente, quindi, l’obiettivo dichiarato di questa pubblicazione.
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INSERTO:
Una fonte di informazioni oggettive: lo studio del CNR sui mercati
Sui mercati quotidiani in sede propria vi sono dati oggettivi, affidabili e relativamente
recenti, acquisiti dal CNR con uno studio specifico, completato nel 1994, che li ha ana-
lizzati tutti se: (1) costruiti o completamente ristrutturati dal 1971, l’anno della legge
426 che avrebbe potuto influenzare la realizzazione delle loro sedi; (2) nei comuni ita-
liani con più di 250.000 abitanti. Quest’ultima è una soglia arbitraria, è ovvio, ma s’è
ritenuto che solo comuni così popolosi avrebbero potuto avere un numero di merca-
ti quotidiani tale da esprimere modelli d’edilizia annonaria sufficientemente rappre-
sentativi, o averne istituiti una quantità limitata, o non averli costruiti in sede propria
(anche quelle negative sono risposte interessanti)1.
I dati grezzi e elaborati della ricerca, messi a disposizione dal CNR in due volumi citati
nella bibliografia2, consentono riflessioni generali interessanti.
Primo: nei 13 comuni dello studio si aprono complessivamente, in cifra tonda, 420
mercati quotidiani (in sede propria e non) con circa 20.400 rivenditori: questo com-
mercio è quindi quanto meno non minore degli altri, pure quantitativamente.
Secondo: con alcune ipotesi ragionevoli ed elaborando dati esistenti si può tentare un
confronto (v. tabella seguente) tra i mercati quotidiani (sempre in sede propria e non)
e i supermercati3, le due forme di distribuzione direttamente concorrenziali.
comuni mercati supermercati %
Roma 145 192 75,5
Milano 51 128 39,8
Napoli 56 45 124,4
Torino 40 70 57,1
Palermo 8 32 25,0
Genova 29 58 50,0
Firenze 31 28 110,7
Bologna 17 41 41,5
Catania 4 32 12,5
Bari 18 24 75,0
Venezia 9 40 22,5
Messina 7 15 46,7
Verona 1 36 (*) 2,8
Totali 416 732 56,8
(*) Dato anomalo: c’è un solo mercato quotidiano.
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NOTE
1 Chi ritenga ancora attuali quei mercati, ignora
del tutto l’evoluzione recente che ha fatto muta-
re il loro modo d’essere; oppure, peggio, li con-
fonde con quelli settimanali allestiti logicamente
con i banchi mobili.2 Queste norme agiscono sulla configurazione
architettonica e sugli impianti, fissando: (1) la
definizione e il dimensionamento sia degli spazi
utili per l’attività sia di quelli accessori necessa-
ri per il suo funzionamento; (2) la tecnologia
aggiuntiva indispensabile per quella determi-
nata famiglia di luoghi. Possono, inoltre, discipli-
nare anche: (3) il rapporto tra luogo e utenza
potenziale; (4) le caratteristiche delle aree d’in-
sediamento. E se sono ben fatte, non riducono
la giusta libertà nell’invenzione architettonica,
ma si limitano ad assicurare alla comunità che
uno spazio costruito appositamente per una
certa attività dell’uomo l’accolga, appunto, in
modo corretto.3 Non tutti giudicano positivamente l’esistenza di
norme di standard, pur se è professionalmente
consolidato che ci siano. Appena laureato, ho
avuto la straordinaria fortuna di lavorare nello
studio d’uno dei più importanti architetti del
Novecento, Mario Ridolfi, che non le amava molto.
Il confronto conferma l’importanza dei mercati quotidiani nella distribuzione dei pro-
dotti alimentari: a Napoli e Firenze sono addirittura di più dei supermercati; a Roma e
Bari poco meno (circa il 75%); a Torino e Genova sono ancora molti (tra il 60 e il 50%);
a Milano, Bologna e Messina non sono certo pochi (circa il 40%).
Terzo: altri dati del CNR fanno scoprire un impegno forse inaspettato dei comuni nell’al-
lestire i mercati quotidiani in sede propria: nel ’94 erano già 168, il 40% dei 416 totali; e
62, il 37% dei 168, erano recenti, cioè costruiti o ristrutturati dopo il ’71. Rivelazione
importante: per l’ordinanza della Sanità del 2000, d’ora in poi tutti i mercati quotidiani
devono avere una forma di sede propria.
NOTE
1 Per i numeri dell’ISTAT, all’inizio dello studio questi comuni erano 13: in ordine decrescente per
numerosità della popolazione, Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova, Palermo, Bologna, Firenze,
Catania, Bari, Venezia, Messina e Verona.2 D’ogni mercato – 62 in totale dei quali 43 romani: il 70% – sono riuniti in una scheda: i dati
metrici generali (superficie totale e specifica); le informazioni, anche numeriche, sui servizi e gli
impianti comuni; le caratteristiche principali dei punti di vendita (numero dei punti di vendita
divisi per merceologie, superfici, lunghezze del fronte di vendita, impianti esistenti). Quasi tutte
le schede sono accompagnate dalle planimetrie del mercato. Il merito essenziale di questo stu-
dio è l’aver messo a disposizione i dati di base che si possono quindi utilizzare direttamente
secondo le proprie esigenze, a prescindere da alcune elaborazioni proposte dallo stesso CNR.3 Dati estratti dalla pubblicazione del Ministero dell’Industria, commercio ed artigianato “carat-
teri strutturali del sistema distributivo in Italia al 1° gennaio 1998”; Roma, settembre 1998.
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Ricordo ancora uno dei suoi esempi contro que-
ste norme: con le attuali distanze minime dai con-
fini, non ci sarebbe l’architettura veneziana della
caratteristica dilatazione delle finestre. Ma era lui
che ne poteva fare a meno, non tutti gli altri abili-
tati a progettare; ed è proprio dell’architetto
Ridolfi il noto manuale dell’architetto del ’53, che
con le sue standardizzazioni ha fatto scuola nella
ricostruzione del dopoguerra.4 Ciononostante, sono tante le regole da osserva-
re quando si realizza un luogo del commercio e in
particolare un mercato in sede propria; ma
riguardano tutte l’edilizia e gli impianti in genere,
non specifiche di questi luoghi; per intenderci,
come quelle sulla sicurezza degli impianti, sull’ac-
cessibilità dei disabili, sulla prevenzione delle
eventuali conseguenze del panico…5 Ci occupiamo qui solo dei mercati quotidiani, e
non dei settimanali e delle fiere, perché almeno
finora sono i soli ad avere sede propria (defini-
zione formale), anche se finora per scelta delle
amministrazioni comunali. In realtà, ciò è quasi
vero: di recente, il comune di Castelnuovo
Cilento, in provincia di Salerno, ha realizzato un
luogo costruito per il suo mercato settimanale,
ma la sistematica relativa è ancora agli albori.
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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE SULL’EDILIZIA ANNONARIA
SERGIO DI MACCO,“L’evoluzione recente dell’edilizia annonaria”.“Indicazioni sull’assetto dei mer-
cati rionali coperti”. Il mercato Vittoria: un esempio notevole di ristrutturazione di un edificio
polifunzionale che comprenda un mercato rionale coperto”, in L’evoluzione recente dell’edilizia
annonaria, Comune di Roma, Roma, 1988.
EZIO CATALANO, ALBERIGO CROCE, SERGIO DI MACCO, ENRICO ELISEO, MASSIMO LUZZATTO, CARMELO NESTOLA, Il
riordino di Porta Portese, Comune di Roma, Roma, 1988.
CNR/ICITE E COMUNE DI ROMA – LAVORI PUBBLICI (testi di Sergio Di Macco e Annalisa Morini),
L’edilizia annonaria in Italia – Prima parte – Roma, Fratelli Palombi Editori, Roma, 1991.
SERGIO DI MACCO, L’architettura dei mercati – Tecniche dell’edilizia annonaria, Edizioni Kappa,
Roma, 1993.
ALDO CAPASSO (a cura di), Commercio e città, Camera di Commercio, Industria, Artigianato e
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CNR/ICITE E COMUNE DI ROMA – LAVORI PUBBLICI (testi di Stefano Bardzki, Sergio Di Macco e Annalisa
Morini), L’edilizia annonaria in Italia – Seconda parte, Fratelli Palombi Editori, Roma, 1994.
SERGIO DI MACCO, Verso nuovi luoghi dei mercati al dettaglio, Edizioni di legislazione tecnica,
Roma, 1995.
SERGIO DI MACCO, Riforma disciplina del commercio su aree pubbliche, cambiamento delle regole
per i luoghi di mercato, modificazioni al “piano mercati”, Bollettino di legislazione tecnica, Roma,
luglio 1998.
SERGIO DI MACCO, Requisiti igienico-sanitari per il commercio dei prodotti alimentari sulle aree pub-
bliche, Bollettino di legislazione tecnica, Roma, marzo 2000.
ALDO CAPASSO,“Il Borgo dei Vergini”, Delia Marino,“Le aree di mercato in rapporto alla riqualifi-
cazione urbana”, in Le aree di margine della città consolidata, Bollettino del Dipartimento di
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ALDO CAPASSO, DELIA MARINO (a cura di), Chioschi e città, Camera di Commercio, Industria,
Artigianato e Agricoltura, Napoli, 2001.
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I mercati quotidiani sono i luoghi, economici e fisici, dove ogni giorno si offrono mercial dettaglio e servizi. Se ne ragiona nel volume alla vigilia di un’altra loro possibileevoluzione, anche sulla spinta dei nuovi motivi commerciali e costruttivi, mostrandoin particolare i luoghi del mercato in sede propria e quelli dell’opposto mercato sustrada. L’analisi verte principalmente sulle potenzialità dell’edilizia annonaria e sullenuove regole che governano il commercio nei mercati e la realizzazione dei suoi luoghi,avendo sempre come punto di riferimento la normativa che governa il settore (D.Lgs.114/98 e Ordinanza del Ministero della Salute 3 aprile 2002).Il testo è diretto ai progettisti ed ai gestori pubblici dei mercati oltre che ai soggettiinteressati ad offrire commercio e servizi in aree dedicate.
Indice: la normativa, le tipologie attuali (le realizzazioni leggere, il mercato all’aperto in sedepropria, il modello classico di mercato coperto, i mercati nei centri storici), principi diprogettazione, i materiali, l’uso, l’arredabilità dei punti vendita, appendici legislative.
Sergio Di Macco, ingegnere civile edile, ha sviluppato i metodi dell’edilizia annonaria nell’omonimo gruppo ditecnici del Comune di Roma. Ha prestato la sua consulenza in materia per enti locali e per il ministero della Sanità(collaborando alla stesura dell’ordinanza del marzo 2000 sui "requisiti igienico-sanitari per il commercio dei prodottialimentari sulle aree pubbliche").
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