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Serenella Besio P ROGETTAZIONE PER L INTEGRAZIONE SOCIALE Università degli Studi di Bergamo Corso di Laurea Magistrale in «Scienze Pedagogiche»

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Serenella Besio

PROGETTAZIONE PER

L’INTEGRAZIONE SOCIALE

Università degli Studi di Bergamo

Corso di Laurea Magistrale in

«Scienze Pedagogiche»

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CONTINUIAMO DA DOVE AVEVAMO

INTERROTTO…

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Elemento1

• Si ipotizza di avviare un’azione educativa• Emergere bisogni educativi; modifica di attività iniziate; opportunità di acquisire

fondi per attuare interventi

Elemento 2

• Definizione dell’idea iniziale e ricognizione delle possibilità effettive

• Identificazione linea d’azione, destinatari, strategie di intervento, risorse disponibili, coinvolgimento di partners, …

Elemento 3

• Identificazione, programmazione, esplicitazione delle fasi dell’intervento e stesura del progetto

• Pianificazione: traguardi, attività, contenuti, strategie e strumenti, tempi, spazi, risorse interne ed esterni, costi, modalità di valutazione

Elemento 4

• Attuazione degli interventi progettati• Avvio delle attività, monitoraggio, attivazione di eventuali correttivi e

aggiustamenti

Elemento 5

• Identificazione di modalità e strumenti per la valutazione del progetto in tutti i suoi aspetti

• Valutazione dei diversi passaggi secondo i criteri opportuni (fattibilità, congruenza interna, cambiamento promosso nei destinatari, azioni degli operatori, ecc.)

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Elemento1

• Si ipotizza di avviare un’azione educativa• Emergere bisogni educativi; modifica di attività iniziate; opportunità di acquisire

fondi per attuare interventi

Elemento 2

• Definizione dell’idea iniziale e ricognizione delle possibilità effettive

• Identificazione linea d’azione, destinatari, strategie di intervento, risorse disponibili, coinvolgimento di partners, …

Elemento 3

• Identificazione, programmazione, esplicitazione delle fasi dell’intervento e stesura del progetto

• Pianificazione: traguardi, attività, contenuti, strategie e strumenti, tempi, spazi, risorse interne ed esterni, costi, modalità di valutazione

Elemento 4

• Attuazione degli interventi progettati• Avvio delle attività, monitoraggio, attivazione di eventuali correttivi e

aggiustamenti

Elemento 5

• Identificazione di modalità e strumenti per la valutazione del progetto in tutti i suoi aspetti

• Valutazione dei diversi passaggi secondo i criteri opportuni (fattibilità, congruenza interna, cambiamento promosso nei destinatari, azioni degli operatori, ecc.)

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STRUTTURAZIONE ED ATTUAZIONE

DELL’INTERVENTO

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ContestoMotivazioni (crisi, analisi dei bisogni, ecc.)

DestinatariPartner

ContenutiArticolazione delle attività

TempiRisorse umane e materiali

Le risorse economiche e i costiPiano di valutazione

Strutturazione dell’interventoObiettivi generali e specifici

Condivisione

Realizzazione dell’intervento

Struttura formale del progetto

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TIPOLOGIE DI INTERVENTI

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IN BASE ALLA FUNZIONE - 1 (TRAMMA, 2003; MACCARIO, 2005)

Interventi di tipo aggiuntivo

• Scopi: cercano di coprire carenze o

inadeguatezze nelle esperienze educative nel

soggetto

• Obiettivi: maturazione personale, inserimento

sociorelazionale, potenziamento cognitivo e

motivazionale in ambito scolastico, sviluppo

professionale

• Esempi: progetti di sostegno e recupero

scolastico, finalizzati all’integrazione lavorativa di

fasce deboli, per la promozione di autonomia e

vita indipendente nel caso di disabilità

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IN BASE ALLA FUNZIONE - 2 (TRAMMA, 2003; MACCARIO, 2005)

Interventi di tipo compensativo

• Scopi: contrastare ripercussioni negative di

condizioni che impediscono buone esperienze

educative

• Obiettivi: rispondere a bisogni che nascono dalla

prolungata e forzata permanenza in una

situazione sfavorevole, o dal diffondersi di

comportamenti a rischio

• Esempi: esperienze che si realizzano in contesti

come il carcere, l’ospedale per malattia grave e

prolungata; interventi per allontanare da

comportamenti dipendenti come etilismo, gioco

d’azzardo, ecc.

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IN BASE ALLA FUNZIONE - 3 (TRAMMA, 2003; MACCARIO, 2005)

Interventi di tipo sostitutivo

• Scopi: rispondere a bisogni che non trovano

risposte adeguate nei contesti territoriali o

familiari, poiché non hanno risorse utili o sono

fonte essi stessi di disagio

• Obiettivi: accompagnare individui o gruppi verso

situazioni e contesti di vita nuovi e protetti

• Esempi: interventi che prevedono l’inserimento in

comunità per minori, in affidamento familiare, in

centri residenziali per persone con disabilità, in

case di cura per anziani

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IN BASE ALLA DURATA(TRAMMA, 2003; MACCARIO, 2005)

• A breve termine. Informazione sulla prevenzione di

comportamenti a rischio, o rispetto a temi specifici, sostegno

in momenti contingenti di crisi. Si tratta di solito di interventi

aggiuntivi

• A medio termine. Percorsi per far acquisire capacità ad un

individuo per fronteggiare determinate situazioni; attività per

promuovere cambiamenti per reinserirsi in un contesto. Si

tratta di interventi compensativi o sostitutivi.

• A lungo termine. Accompagnamento duraturo di un

individuo che presenta problematiche legate alla cronicità,

situazioni che non prevedono il reinserimento in contesti di

vita precedenti. Possono appartenere a tutte e tre le

tipologie.

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CONTENUTI E MEZZI/STRATEGIE

EDUCATIVI

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CONTENUTI

• Si definisce contenuto educativo, in senso ampio, tutto ciò

che appreso dal soggetto contribuisce al suo sviluppo e alla

produzione del cambiamento atteso (Gianola, 1997)

• Come declinare questa definizione nel caso di

destinatari più ampi, gruppi o società?

• Nel contesto scolastico i contenuti riguardano le conoscenze

e le competenze promosse dagli insegnanti, in funzione

della programmazione curricolare e delle indicazioni

ministeriali

• In ambito formativo, riguardano l’acquisizione di

competenze, di processi da padroneggiare, di modelli di

azione, di quadri teorici

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CONTENUTI EDUCATIVI IN

FUNZIONE DEI DESTINATARI

Destinatari Contenuti

Bambini di 2 anni in asilo nido

Imparare le prime regole sociali, le strategie di comunicazione di base per esprimere i bisogni primari, la formalizzazione di alcuni processi cognitivi, come il riconoscimento di forme

Persone con grave disabilitàintellettiva

Cura della propria persona, attività della vita quotidiana

Adolescenti in un centro di formazione professionale

Competenze professionali da sviluppare. Contenuti relativi alla dimensione sociale (es., condivisione e rispetto delle regole), contenuti connessi con il quadro dei valori attraverso cui leggere le proprie esperienze di vita e la realtà

Torre, 2014:113

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MEZZI/STRATEGIE

• Vengono individuati per la loro comprovata efficacia nel

promuovere gli obiettivi dell’intervento prescelto

• Dipendono da:

• Natura degli obiettivi

• Caratteristiche dei soggetti e del contenuto

• Competenze dell’educatore

• Rispetto alla letteratura esistente, devono essere sempre

adattati o ridefiniti, anche alle esigenze e alle caratteristiche

dell’utenza e del contesto

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MEZZI IN RELAZIONE A

DESTINATARI, COMPETENZE

OPERATORE, CONTENUTI E OBIETTIVI

Intervento Mezzi

Integrazione linguistica tra bambini italiani e stranieri (6-11) in un centro diurno territoriale; costruzione di un dizionario multilingue per immagini

Nuove tecnologie per cercare immagini,musiche, parole e pronuncia di queste. Powerpoint e CD-rom per la distribuzione dei risultati

Integrazione linguistica tra bambini italiani e stranieri (3-6) in una scuola dell’infanzia; costruzione di un dizionario multilingue per immagini

No competenze tecnologiche; immagini ritagliate da riviste, parole scritte da bambini. Dizionario finale cartaceo

Potenziamento cognitivo e motivazionale studenti primaria caratterizzati da deprivazione socio-culturale

In piccolo gruppo, con un tutor, hanno potenziato competenze disciplinari utilizzando software ludico-didattici inseriti in una programmazione

Potenziamento cognitivo e motivazionale studenti infanzia caratterizzati da deprivazione socio-culturale

In piccolo gruppo, con un tutor, hanno potenziale prerequisiti per sviluppo cognitivo attraverso giochi cartacei appositamente studiati e organizzati in programmazione

To

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CONTENUTI E CORRELATI

MEZZI/STRATEGIE VANNO SEMPRE

DESCRITTI IN MODO PRECISO

Chi legge il progetto deve riportare una

chiara idea di che cosa gli operatori

intendano attuare nel contesto

educativo, e come intendano farlo,

affinché i traguardi e gli obiettivi indicati

possano essere raggiunti

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ARTICOLAZIONE DEGLI INTERVENTI

Gli interventi non devono essere

presentati come un elenco di attività

giustapposte e senza una struttura

riconoscibile

I diversi interventi devono essere

sistematizzati in un quadro di senso: che

cosa si fa, chi lo fa, quando, per quanto

tempo

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ESEMPI DI PIANIFICAZIONE

NON SISTEMATIZZATA - 1

Attività nel territorio

• Esplorazione, osservazione, misurazione di ecosistemi

utilizzando diversi sistemi di indagine e le strutture offerte

dagli enti partner

• Attività di monitoraggio di ambienti per estrapolare variabili e

costanti

• Realizzazione di documentazione inerente alle condizioni

degli ecosistemi presi in considerazione

• Utilizzo di strutture e mezzi di spostamento esistenti su

territorio per esplorazione di ambienti acquatici e loro

modellizzazione mediante acquari e paludari da impiantare

nella scuola

To

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, 2

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ESEMPI DI PIANIFICAZIONE

NON SISTEMATIZZATA - 2

Attività in classe

• Progettazione delle attività laboratoriali e di esplorazione del

territorio

• Osservazioni continuative sui modelli

• Rielaborazione delle conoscenze acquisite in situazione

operativa sia in laboratorio che sul territorio

• Conoscenza della realtà del Sahel

• Preparazione di materiali da inviare alle scuole partner

africane e modalità di collaborazione per la realizzazione di

un piccolo progetto di sostegno: Acqua nella scuola

To

rre

, 2

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ESEMPIO DI PIANIFICAZIONE

SISTEMATIZZATA - A

Descrizione generale dell’attività

Attività che coinvolge classi seconde e terze (di un corso

professionale), da realizzarsi nel periodo precedente allo stage

delle classi seconde.

La proposta prevede la valutazione delle competenze pratiche

acquisite durante i due anni di scuola e la loro applicazione su

un lavoro pensato, strutturato e corretto dagli allievi delle classi

terze, che lo sottopongono ai loro colleghi delle seconde.

Questi ultimi lo realizzano in autonomia nei tempi stabiliti, si

autovalutano e poi confrontano questa valutazione con quella

assegnatagli dal loro coach di terza

To

rre

, 2

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ESEMPIO DI PIANIFICAZIONE

SISTEMATIZZATA - B

Descrizione delle fasi di realizzazione

1. Proposta alle classi seconde e terze con identificazione di ruoli e compiti

2. Nelle classi terze ogni allievo costruisce una proposta di lavoro e la

discute col docente. La proposta deve consentire al ragazzo di seconda

di calarsi in una situazione lavorativa «tipo» già sperimentata dal

ragazzo di terza

3. Ogni allievo di seconda incontra il suo coach di terza che gli spiega il

lavoro da svolgere

4. Concluso il lavoro, ogni coach corregge e valuta secondo una scala di

valutazione precedentemente condivisa con il docente di laboratorio non

solo il prodotto finito ma anche i comportamenti lavorativi dello studente,

inclusi quelli relazionali

5. Ogni allievo di seconda si autovaluta secondo gli stessi criteri

6. Coach e allievo si incontrano e condividono le valutazioni, in plenaria

elaborano punti di criticità

DURATA: 10 ORE

To

rre

, 2

01

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17-1

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SPAZIO

Anche lo spazio del progetto ha una sua

importanza,

non deve essere considerato solo per la sua

valenza fisica, architettonica e ambientale

ma anche come spazio delle relazioni

• che esistono nel gruppo progettuale

• che si vogliono creare

e lo spazio delle emozioni

• che si agiscono nel gruppo progettuale:

sogni, desideri, paure e preoccupazioni

• che abitano gli utenti e i loro sistemi di vita

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TEMPO

Il tempo è l’elemento cruciale di ogni progetto.

Ogni intervento socio-educativo ha bisogno

della dimensione del tempo

• entro la quale deve essere collocato

previsionalmente

• entro la quale si realizza

• entro la quale andranno valutati i risultati

• inoltre, l’efficacia del rispetto dei tempi è un

ulteriore elemento di valutazione dei risultati

del progetto

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI

I tempi devono essere sempre esplicitati:

• Durata complessiva dell’intervento

• Durata delle singole attività o segmenti di intervento

• Collocazione temporale delle singole attività

I tempi devono essere adeguati al tipo di cambiamento

che si intende ottenere

La definizione dei tempi non è solo legata agli obiettivi e

modalità del progetto, ma anche a possibili vincoli

contestuali (per es., dell’ente), o legati a risorse, ecc.

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RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEL

PROGETTO: IL DIAGRAMMA DI GANTT

Lo strumento più tipicamente utilizzato per

l’impostazione di una visualizzazione

complessiva dei progetti è il diagramma di

Gantt

Riporta su un asse verticale le attività che

compongono un progetto, sull’asse

orizzontale la durata temporale dell’intero

progetto che scandisce le attività per l’unità di

misura prescelta (settimane, mesi, ecc.)

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ANALISI DI UN ESEMPIO

Dal punto di vista progettuale il diagramma di Gantt

costituisce un utile feedback previsionale e

programmatico

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RISORSE

Umane, materiali, economiche, ma

anche:

• Simboliche

• Politiche

• Sociali

• Normative

Sono un insieme di supporti disponibili

all’azione

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RISORSE

• Umane• Operatori coinvolti e partner

• Competenze ed esperienze pregresse di cui sono portatori

• Importante definire i ruoli e i momenti di intervento di ciascuno,

nonché quelli di condivisione

• Materiali • Strumenti, mezzi tecnici, tecnologici, spazi

• Importante verificarne la disponibilità, l’efficienza, la sicurezza,

l’adeguatezza, la collocazione logistica

• Economiche• I fondi necessari per il personale, l’uso degli spazi, i materiali, gli

spostamenti, le spese generali di funzionamento

• L’operazione di previsione delle spese è fondamentale per

decidere la fattibilità del progetto o la necessità di acquisire

ulteriori finanziamenti

• Permette inoltre una valutazione costi-benefici

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STESURA FORMALE DEL PROGETTO

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TIPOLOGIE DI

STRUTTURE DI PROGETTI

• Progetti inviati a valutazione in seguito a bando pubblico (CARIPLO,

Regione Lombardia, UE, ecc.)

• Fondamentale per ottenere il consenso e l’approvazione da parte

dell’ente finanziatore

• Di solito già prestrutturata ed articolata in aree, da quella di

sfondo teorico e programmatico a quella più propriamente

progettuale, che include sempre i vari ambiti che abbiamo

trattato (più le modalità di valutazione) e la strutturazione del

budget

• Progetti interni ad una istituzione per focalizzare ed affrontare una

problematica o per strutturare un progetto educativo individuale

• Aiutano a strutturare l’attività, a focalizzare obiettivi, tempistiche,

contenuti e modalità/tempi di monitoraggio, facilitando il lavoro di

monitoraggio

• Necessario individuare un modello di riferimento (spesso le

strutture ne creano uno ad hoc)

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IL QUADRO LOGICO

(PROJECT CYCLE MANAGEMENT)

Logica di intervento

Indicatori Fonti di verifica

Ipotesi

Obiettivo generale

Obiettivo specifico

Risultati

Attività

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Obiettivi Generali. Essi sono i benefici sociali e/o economicidi lungo termine per la società in generale (non solo e nontanto quindi per i beneficiari del progetto) ai quali il progettocontribuirà

Scopo del progetto. (Anche definito come obiettivospecifico). Indica i benefici o il beneficio tangibile che ibeneficiari otterranno mettendo a frutto i servizi chericeveranno nell’ambito del progetto. In particolare, lo scopodel progetto definisce l’aspetto o condizione della vita deibeneficiari che registrerà un miglioramento a seguitodell’utilizzo dei servizi forniti nell’ambito del progetto

Risultati. Si riferiscono ai servizi che i beneficiari, o altri soggetti facenti parte del contesto specifico, otterranno a seguito delle attività realizzate nell’ambito del progetto

Attività. Indica le azioni che saranno realizzate nell’ambito del progetto per fornire i servizi necessari ai beneficiari o ad altri soggetti.

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COMPILAZIONE PRIMA COLONNA

(LOGICA DI INTERVENTO):

OBIETTIVO GENERALE

L’obiettivo/i generale/i deve/ono esprimere l’impatto allosviluppo al quale il progetto contribuisce a livello nazionale olocale

Rappresenta/no pertanto il contributo che il raggiungimentodell’obiettivo specifico offre al raggiungimento di obiettivi dipiù ampio respiro, che non dipendono solo dal progetto inquestione.

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L’obiettivo specifico deve esprimere il risultato fondamentaleche si ottiene con il progetto e, più specificatamente, ibenefici che il progetto si propone di apportare ai beneficiaridiretti.

Rappresenta la risposta al problema centrale

COMPILAZIONE PRIMA COLONNA

(LOGICA DI INTERVENTO):

OBIETTIVO SPECIFICO

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I risultati sono i beni, i servizi tangibili che il progetto apportae devono essere controllabili/verificabili e gestibili

Le attività sono i compiti (il programma di lavoro) che devonoessere svolti per raggiungere i risultati.

COMPILAZIONE PRIMA COLONNA

(LOGICA DI INTERVENTO):

RISULTATI ATTESI E ATTIVITÀ

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SINTESI

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Sono la descrizione dettagliata di: OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVO SPECIFICO RISULTATI AZIONI

Nelle prime tre caselle, una definizione qualitativa e una specificazione quantitativa tramite opportuni indicatori

Nella quarta casella, una stima delle Risorse fisiche e non fisiche necessarie per eseguire ciascuna attività

COMPILAZIONE SECONDA

COLONNA (INDICATORI)

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Nelle prime tre caselle si indica dove e in quale forma saranno reperite le informazioni per assegnare dei valori agli indicatori della colonna precedente

Nella quarta casella, i costi stimati e la fonte di finanziamento per la mobilitazione delle risorse stimate come necessarie

COMPILAZIONE TERZA COLONNA

(FONTI DI VERIFICA)

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Per ipotesi si intendono le ipotesi sfavorevoli il cui verificarsi può impedire il corretto svolgersi dell’intervento o inficiare il conseguimento di Risultati e Obiettivi.

Potrebbero essere:

I fattori esterni (fuori dal controllo diretto dell’intervento), essenziali per il raggiungimento di: Obiettivo specifico, Risultati attesi, Attività (rispettivamente)

Spesso, in una colonna (ulteriore) sotto vengono indicate le Precondizioni che devono essere soddisfatte prima che abbia inizio la realizzazione del progetto

COMPILAZIONE QUARTA

COLONNA (IPOTESI)

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ES. QUADRO LOGICO

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STILARE UN PROGETTO

• Permette di chiarire al gruppo di lavoro gli elementi portanti

del progetto stesso (la «logica di intervento»)

• Permette di evidenziare rischi, criticità, ipotesi (nel senso di

elementi esterni di influenza)

• Permette di definire tempistiche, e adottare strumenti per la

valutazione dei risultati che rendono la progettualità

efficace

• Offre un canovaccio per la futura realizzazione che non

sarà mai mera meccanica applicazione: ogni progetto deve

prevedere un grado di flessibilità al cambiamento per

aggiustarlo rispetto a modifiche di contesto cui occorre

saper rispondere. È necessario infatti saper variare strada

senza modificare i traguardi