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ricerca sul Senegal, classe 3A, 2011/12

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Il Senegal è uno Stato dell'Africa occidentale, con capitale Dakar.

Il territorio è quasi completamente pianeggiante, ad esclusione dei rilievi montuosi di origine vulcanica che formano la penisola di Capo Verde. I fiumi più importanti sono il Senegal, che segna il confine settentrionale, il Gambia e il Casamance; tutti gli altri corsi d'acqua hanno carattere torrentizio. A nord le coste sono basse e a sud sono costellate di lagune.

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Il clima è caldo e tropicale, con una stagione secca e una umida; la zona nord-orientale confina però con il Sahel e rischia di seguire il suo destino di siccità: il Senegal è, infatti, uno degli stati più minacciati dalla desertificazione.

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In tutta la parte centrale e settentrionale del Senegal la flora è povera e stentata. Nel Nord prevalgono le aree desertiche e le steppe proprie del sahel, mentre più a sud si estende la savana; nella sezione meridionale invece compare la foresta tropicale sempreverde. Si hanno cioè nel territorio tutti gli ambienti vegetali che nell'Africa settentrionale segnano il trapasso dal deserto alla foresta.

L'albero nazionale del Senegal è il gigantesco baobab, diffuso non solo a sud ma anche nelle savane intorno a Thiès e del Sine Saloum e nella stessa zona di Capo Verde. Tra le altre piante del Senegal sono da ricordare l'Acacia, il gonakié, che fornisce una resina preziosa, il bambù, lepalme di varie specie e grandezze ed esemplari propri della flora locale . Anche nel Senegal il paesaggio vegetale appare degradato per effetto degli incendi stagionali provocati dagli indigeni secondo le regole dell'agricoltura tradizionale; nelle zone meridionali larghe aree sono state diboscate per far posto alle coltivazioni dell'arachide, turbando l'equilibrio naturale di tutta la regione.

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La fauna senegalese è molto impoverita rispetto alle altre regioni africane. Nelle zone interne tuttavia si trovano ancora leoni, leopardi, antilopi, e così pure iene e sciacalli; del tutto scomparsi gli elefanti un tempo numerosi; il bufalo selvatico vive ancora nel Casamance ma è anch'esso in fase di estinzione. In questa regione vivono anche numerose varietà di scimmieche trovano nella foresta l'habitat adatto. Nei fiumi maggiori abbondano i coccodrilli, che possono raggiungere anche i quattro metri di lunghezza. Tipici animali del Senegal sono una tartaruga carnivora e un «pesce saltatore» che vive nelle acque dei fiumi.

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Il Senegal ha una popolazione di 13,711,597 abitanti (luglio 2009) e una densità di 69,7 ab per km². Presenta un tasso d'incremento pari al 2,7% (2009), per via d'un tasso di natalità elevato (36,8 permille, nel 2009), e d'un tasso di mortalità relativamente contenuto (9,8 permille, nel 2009). La mortalità infantile, pari al 58,9 permille nel 2009, è piuttosto diffusa, ma inferiore a quella di molti altri stati africani.

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Secondo le statistiche ufficiali, la popolazione senegalese è composta da musulmani sunniti per il 92%, da cristiani per il 6% e da animisti per il restante 2%. Molti senegalesi si dichiarano musulmani o cristiani ma sono in realtà legati anche a forme di religione tradizionale. Un profondo processo di sincretismo ha reso possibile la coesistenza delle religioni tradizionali con quelle rivelate. Come sancito dalla nuova Costituzione (1971)

« La langue officielle de la République du Sénégal est le Français. Les langues nationales sont le Diola, le Malinké, le Pular, le Sérère, le Soninké, le Wolof et toute autre langue nationale qui sera codifiée »la lingua ufficiale del Senegal è il francese, a cui si affiancano 6 lingue nazionali:

il Wolof, che è la lingua più ampiamente usata; serere; Mandinka; Soninke. Il Wolof è collegato alla lingua Fula (Pulaar), che è anch'essa

parlata da una gran parte della popolazione. Oltre alle lingue succitate sono presenti diversi dialetti.

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Il Senegal è un paese in via di sviluppo, ma data anche la maggior stabilità politica e sociale, la sua economia è più sviluppata rispetto a quella dei paesi vicini. Numerosi sono gli investimenti di capitali stranieri, soprattutto francesi. In passato, fino a una ventina d'anni fa, la coltura principale era quella delle arachidi; adesso si sono sviluppate altre coltivazioni alimentari e la pesca, che hanno dato impulso allo sviluppo recente dell'industria: oleifici, impianti per la lavorazione del pesce, dello zucchero e della birra. Particolarmente importanti sono le piantagioni di cotone e di canna da zucchero. L'agricoltura di sussistenza fornisce miglio, mais e manioca ma non è sufficiente a sfamare una popolazione in rapida crescita. Consistente è l'allevamento di bovini, caprini e ovini. Il sottosuolo fornisce fosfati minerali di titanio e recentemente sono stati trovati importanti giacimenti petroliferi. Le industrie principali sono quelle alimentare e tessili; in crescita l'industria chimica, meccanica e delle calzature. Discrete sono le reti stradale e ferroviaria. In progressivo sviluppo è anche il turismo, soprattutto balneare. Dal 2000 un cavo a fibra ottica collega il Senegal con il sudamerica e l'Europa.

Power point

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Il Senegal è ordinato come Repubblica democratica semipresidenziale, laica e sociale, multipartitica. La sua costituzione tutela l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, senza distinzione d'origine, di razza, di sesso, di religione. La sovranità nazionale appartiene al popolo senegalese che la esercita attraverso i suoi rappresentanti o per via referendaria.

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La lotta con i pugni è una disciplina sportiva tipicamente senegalese, praticata soprattutto dai giovani dei villaggi, sia nelle regioni del sud (la Casamance), che del centro (la Petite côte) e del nord (il Walo). Ma anche la città di Dakar rappresenta un buon serbatoio di lottatori. Appartengono per lo più all'etnia lebou, che fu la prima a installarsi nella capitale. La lotta senegalese è una lotta tradizionale africana tra le più antiche e strutturate. È un misto tra rito, spettacolo e competizione. Nel suo paese d'origine, il Senegal, viene vissuta alla pari di un rito sacro e seguita come un vero sport agonistico. La lotta è oggi lo sport più seguito in Senegal, al punto da subissare persino il football. I lottatori sono giovanissimi e su di loro si favoleggia: per i presunti poteri mistici e, molto di più, per i loro cachet miliardari. La lotta in se è molto tecnica, è immediatamente comprensibile da tutti, ma occorre un occhio esperto per apprezzarne le sfumature. Fondamentalmente si tratta di una sorta di lotta libera, si combatte a mani nude, all'interno di un cerchio molto ampio disegnato sulla sabbia. La stagione dei combattimenti inizia a ottobre e finisce a maggio. Gli incontri durano 3 tempi da 15 minuti l'uno intervallati da pause di 5 minuti. Per vincere bisogna portare la testa, la schiena o i glutei dell'avversario a terra. Uno specie di Sumo giapponese. L'incontro è preceduto da una cerimonia folcloristica. I lottatori sono accompagnati da griot (poeti e cantanti) che suonano i tamburi, dal marabout che li benedice, e da donne che cantano per incoraggiamento. Si sussurra che la lotta sia praticata da persone dotate di particolari poteri mistici... in effetti i lottatori si cingono il corpo con numerosi amuleti e, al momento di entrare in campo, si spalmano spesso con liquidi dai colori simbolici. Tale festa rituale ha una durata media di sei ore, riguarda diversi incontri di lotta ed è accompagnata dalla musica.

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