SENATODELLA REPUBBIJICA · ge6agosto 1967,n.765,inordine all'appro- ... litica esO'cialedell'IsaIa...

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SENATO DELLA REPUBBIJICA V LEGISLATURA 120a SEDUTA RESOCONTO PUBBLICA STENOGRAFICO MERCOLEDÌ 16 APRILE 1969 ... Presidenza del PresidenteFANFANI, indi del Vice Presidente SPATARO INDICE CONGEDI ....... Pago6883 CORTE COSTITUZIONALE Trasmissione di sentenze . . . . . . . 6884 CORTE DEI CONTI Trasmissione di relazione sulla gestione fi~ nanziaria di Ente .......... 6884 DISEGNI DI LEGGE Annunzio di presentazione. . . . . . . 6883 Approvazione da parte di Commissioni per- manenti .............. 6884 Deferimento a Commissioni permanenti in sede referente. . . . . . Presentazione di relazione 6883 6883 Discussione: « Inchiesta parlamentare sui fenomeni del- la criminalità e della delinquenza in Sar- degna}} (119), d'iniziativa del senatore To- gni; «Istituzione di una Commissione par- lamentare di inchiesta sul fenomeno del banditismo in Sardegna in relazione alle condizioni economico~sociali dell'Isola}} (179), d'iniziativa del senatore Sotgiu e di altri senatori; «Istituzione di una Com- missione parlamentare di inchiesta sulla delinquenza in Sardegna}} (363), d'inizia- tiva del senatore Mannironi e di altri se- natori: CASTELLACCIO Cuccu . * J ANNUZZI Onofrio SOTGIU . TOGNI . TOMASSINI Pago 6908 6912 6885 6894 6904 6886 INTERPELLANZE E INTERROGAZIONI Annunzio di interpellanze . Annunzio di interrogazioni . 6928 6928 Per lo svolgimento di una interpellanza: PRESIDENTE 6928 SALATI 6928 N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del di. scorso non è stato restituito corretto dall'oratore, TIPOGRAFIA DEL SENATO (lISO)

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SENATO DELLA REPUBBIJICAV LEGISLATURA

120a SEDUTA

RESOCONTO

PUBBLICA

STENOGRAFICO

MERCOLEDÌ 16 APRILE 1969...

Presidenza del PresidenteFANFANI,

indi del Vice Presidente SPATARO

INDICE

CONGEDI . . . . . . . Pago6883

CORTE COSTITUZIONALE

Trasmissione di sentenze . . . . . . . 6884

CORTE DEI CONTI

Trasmissione di relazione sulla gestione fi~nanziaria di Ente . . . . . . . . . . 6884

DISEGNI DI LEGGE

Annunzio di presentazione. . . . . . . 6883Approvazione da parte di Commissioni per-manenti . . . . . . . . . . . . . . 6884Deferimento a Commissioni permanenti insede referente. . . . . .Presentazione di relazione

6883

6883

Discussione:

« Inchiesta parlamentare sui fenomeni del-la criminalità e della delinquenza in Sar-degna}} (119), d'iniziativa del senatore To-gni; «Istituzione di una Commissione par-lamentare di inchiesta sul fenomeno delbanditismo in Sardegna in relazione alle

condizioni economico~sociali dell'Isola}}(179), d'iniziativa del senatore Sotgiu e dialtri senatori; «Istituzione di una Com-missione parlamentare di inchiesta sulladelinquenza in Sardegna}} (363), d'inizia-tiva del senatore Mannironi e di altri se-natori:

CASTELLACCIO

Cuccu .* J ANNUZZI Onofrio

SOTGIU .TOGNI .TOMASSINI

Pago 690869126885689469046886

INTERPELLANZE E INTERROGAZIONI

Annunzio di interpellanze .Annunzio di interrogazioni .

6928

6928

Per lo svolgimento di una interpellanza:

PRESIDENTE 6928SALATI 6928

N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del di.scorso non è stato restituito corretto dall'oratore,

TIPOGRAFIA DEL SENATO (lISO)

Senato della Repubblica ~ 6883 ~ V Legislatura

120a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 16 APRILE 1969

Presidenza del Presidente FANFANI

P RES I D E N T E. La seduta è aper-ta (ore 17).

Si dia lettura del processo verbale.

T O R T O R A, Segretario, dà lettura delprocesso verbale della seduta precedente.

P RES I D E N T E. Non es,sendoviosservazioni, il processo verbale è appro-vato.

Congedi

P RES I D E N T E. Ha chiesto con-gedo il senatore Tessitori per giorni 4.

Non essendovi osservazioni, questo con-gedo è concesso.

Annunzio di presentazionedi disegni di legge

P RES I D E N T E. Comunico chesono stati presentati i seguenti disegni dilegge di iniziativa dei senatori:

DosI. ~

({ Denominazioni ed etichettaggiodei prodotti tessili» (608);

TRABUCCHI. ~

({ Coordinamento ed unifi-cazione della legislazione sulla imposta in-terna sui prodotti petrolici» (609).

Annunzio di deferimento di disegni di leggea Commissioni permanenti in sede refe-rente

P RES I D E N T E Comunico che iseguenti disegni di legge sono stati deferitiin sede referente:

alla sa Commissione permanente (Finanzee tesoro):

PIRASTU ed altri. ~ « Provvedimenti perla sistemazione a ruolo degli operai stagio-

nali delle saline» (588), previo parere della1a Commissione;

alla 6a Commissione permanente (Istru-zione pubblica e belle arti):

FORMICAed altri. ~ « Disposizioni a favo-re del personale non insegnante di ruolodelle scuole di istruzione secondaria diprimo grado e degli istituti di istruzioneclassica, scientifica e magistrale» (574), pre-vi pareri della la e della sa Commissione;

alla 7a Commissione permanente (Lavoripubblici, trasporti, poste e telecomunicazio-ni e marina mercantile):

PICCOLO. ~ ({ Integrazione dell'articolo 36della legge urbanistica 17 agosto 1942, nu-mero 1150, modificata ed integrata dalla leg-ge 6 agosto 1967, n. 765, in ordine all'appro-vazione dei regolamenti edilizi comunali»(50S), previo parere della la Commissione.

Annunzio di presentazione di relazione

P RES I D E N T E. Comunico che, anome della 7" Commissione permanente (La-vori pubblici, trasporti, poste e telecomuni-cazioni e marina mercantile), il senatorePiccolo ha presentato una relazione unicasui seguenti disegni di ,lege: ZUGNOed altri.

~

({ Estensione ai lavoratori agricoli auto-nomi delle provvidenze della legge 30 dicem-bre 1960, n. 1676, prorogata con la legge 12marzo 1968, n. 260, recante norme per lacostruzione di abitazioni per lavoratoriagricoli dipendenti» (40); POERIOed altri.

~

({ Estensione dei benefici previsti dellalegge 30 dicembre 1960, n. 1676, prorogatacon legge 12 marzo 1968, n. 260, recantenorme per la cDlstruzione di abitazioni perlavoratori agricoli dipendenti, ai lavoratoriagricoli autonomi» (368).

Senato della Repubblica ~ 6884 ~ V Legislatura

16 APRILE 1969120a SEDUTA ASSEMBLEA ~ REsacaNTa STENaGRAFICa

Annunzio di sentenzetrasmesse dalla Corte costituzionale

P RES I D E N T E. Comunico che, anorma dell'articolo 30 della legge 11 mar~zo 1953, n. 87, il Presidente della Corte costi~tuzionale, con lettere dell'11 aprile e del 14a,prile 1969, ha trasmessa copia delle sen~tenze, depositate nelle stesse date in Can~celleria, con le quali la Corte stessa ha di~chiarato:

~ l'illegittimità costituzionale del primo

comma dell'articola 48 e del primo commadell'articalo 49 della legge 5 marzo 1963,n. 246 (portante istituzione di una impostasugli incrementi di valore delle aree fabbri~cabili) nella parte in cui, attribuendo ai co~muni la facoltà di fissare la decorrenza del~!'imposta se più favorevole dalla data inizia~le già stabilita nella relativa deliberazione aifini della applicazione del contributo di mi~glioria generica, consentono l'applicazioneretroattiva dell'imposta anche nei confrontidi soggetti non sottoposti al contributo dimiglioria generica (Sentenza n. 75) (Doc. VII,n.48);

~ l'illegittimità costituzionale: a) dell'ar~

ticolo 577 del codice civile; b) dell'articolo467 del codice civile limitatamente alla par~ Ite in cui esclude dalla rappresentazione il fi~glio naturale di chi, figlio o fratello, del decuius, non potendo o non volendo, accettare,non lasci o nan abbia discendenti legittimi; I

c) dell' articalo 468 del cadice civile, a nor~ma dell'articolo 27 della legge 11 marzo 1953,n. 87, e negli stessi limiti di cui al predettoarticolo 467 del codice civile (Sentenza n. 79)(Doc. VII, n. 49);

~ l'illegittimità costituzionale della legge

della Regione siciliana 28 aprile 1951, n. 41,contenente «proroga del contratto di eser~cizio della miniera Cozzo Disi» (Sentenzan. 80);

~ l'illegittimità costituzionale dell'artico~

lo 149, comma primo, del codice di proce~dura penale, limitatamente all'inciso «sepassibile» (Sentenza n. 83) (Doc. VII, n. 50).

I predetti documenti saranno inviati alleCommissioni competenti.

Annunzio di relazione della Corte dei contisulla gestione finanziaria di ente

P RES I D E N T E. Camunico che ilPresidente della Corte dei conti, in adempi~mento al dispasto dell'articolo 7 della legge21 marzo 1958, n. 259, ha trasmesso la rela~ziane cancernente la gestiane finanziaria del~la Cassa nazionale di previdenza ed assisten~za a favare dei dattari commercialisti, pergli esercizi 1966 e 1967 (Doc. XV, n. 58).

Tale documento sarà inviato alla Com~missione competente.

Annunzio di approvazione di disegni di leggeda parte di Commissioni permanenti

P RES I D E N T E. Comunico che,nelle sedute di iStamane, le Commissionipermanenti hanno approvato i seguenti di~segni di legge:

9" Commissione permanente (Industria,commercio interno ed estero, turismo):

« Norme relative all'Ente per la zona in~dustriale di Trieste» (514);

11a Commissione permanente (Igiene esanità):

PERRINO,.~ «Autorizzazione al Ministerodella sanità a concedere, nei limiti del ventiper cento del fondo o~pedaliero istituito conl'articolo 33 della legge 12 febbraio 1968,n. 132, contributi in favore degH Enti osrpe~dalien per attrezzature e funzionamento discuole per la qualificazione professionalee corsi per l'addestramento del personale sa~nitario e tecnico» (270), con il seguente l1UO~va titolo: «Autorizzazione al Ministero del~la sanità a concedere fino ad un massimo delcinque per cento del fondo ospedaliero isti~tuito con l'articolo 33 della legge 12 feb~braio 1968, n. 132, contributi in favore de~gli En1:i ospedalieri per attrezzature e fun~zionamento di scuole rper la qualificazioneprofessionale e corsi per l'addestramento delpersonale sanitario ausiliario e tecnico »;

Senato della Repubblica ~ 6885 ~ V Legislatura

120" SEDUTA ASSEMBLEA. REsacaNTa STENaGRAFICa 16 APRILE 1969

Deputati STaRCHI ed altri. ~ «Callabo-

razione di enti oSipedalieri con i Paesi in viadi sviluppo» (543).

Discussione del disegni di legge: {{ Inchiestaparlamentare sui fenomeni della crimina-lità e della delinquenza in Sardegna»(119), d'iniziativa del senatore Togni;({ Istituzione di una Commissione parla-mentare di inchiesta sul fenomeno delbanditismo in Sardegna in relazione allecondizioni economico-sociali dell'Isola»(179), d~lniziativa del senatore Sotgiu edi altri senatori; « Istituzione di una Com-missione parlamentare di inchiesta sulladelinquenza in Sardegna» (363), d'ini-ziativa del senatore Mannironi e di altrisenatori

P RES I D E N T E. L'DI'dine del gior-no reca ,la discussione dei disegni di legge:«Inchiesta pa'damentare sui fenomeni del-la criminalità e della delinquenza Iin Sar.degna», di iniziativa del senatore Togni;« Istituzione di Ulna CDmmissiane parlamen-

tare di inchiesta sul fenDmenD del banditi-sma in Sardegna in relazione alle condizio.ni econDmica-sociali dell'Isola », di iniziati-va dei senatori Sotgiu, Pirastu, Cucou, Pe-trane, Tomassini e Gianquinto; «Istituzi.o--

ne di una CommissiDne parlamentare diinchiesta sulla delinquenza in Sardegna »]

di iniziativa dei senatori Manni.roni, Cor-

lrias Alfredo, Co~rias EfisiO', Deriu e Pala.

Dichi'aro aip,erta la discussione generale.

È iscrittO' a parlare il senatDre OnofriO'Jannuzzi. Ne ha rfaooltà.

* J A N N U Z Z IO N O F R I O . Non par-lo a titolo personale, ma per esprimere ilparere arale della Giunta consuhiva pelr ilMezzogioriUo sul testo unificata prDpostodalla CO'mmissione in relazione ai tre dise-gni di legge pmposti dagli anoreval,i sena-tori.

La Giunta esprime parere favorevO'le, peròdesidera fare qualche Dsservazione, ancheper ,ragioni di oompetenza, sul seoondo CDm-

ma dell'artioolO' 2 del disegnO' di legge, cioèsulla parte che rif1.ette ,la sicurezza sodalepiù che la sicurezza pubblica. La Giunta nonignora naturalmente che i fenomeni di cd.minaUtà sono collegati a cause economichee SO'ciali, e quindi pensa che le due indaginidebbano esser,e oondotte di pari passo: ciO'è!'indagine sullo stato della criminalità equella sulle cause della stessa in funziollçdelle condizioni economico-sO'ciali dell'Isola.

La Giunta, però, tiene a sottO'lineare que-sto punto: nel oomma secondo dell'a,rticalo2 del disegno di legge, si dà mandato allaCommissione parlamentare di propO'rre gliinterventi pubblici mganki e coordinati chi)si ravvisinO' neoessari al fine di superarel'attuale depressa situazione socio-economi-ca specie delle zone interne. Sembrerebbe,

a chi legge questo disegno di legge, che fi.nora interventi di ca'rattere coordinato edorgaJnico non ce ne sianO' stati, cioè che si

debba cominciare da zero. Invece io debbaricordare, a nome della Giunta, che !'inter-

vento straO'rdinario, ooO'rdinato con quello

ordinariO', opera nel Mezzogiorno da dataormai antica. Debbo ricordare ancora che.la Cassa per il MezzogiarnO' ha impiegatoin Sardegna il 14 per centO' delle sue risor.se dal 1950 in poi e che, cO'n la legge 11giugno 1962, n. 588, fu previsto il pia-

no di rinascita della Sardegna can unadisponibilità di 400 miliardi, una metà dei

quali è stata già impegnata perchè riferen-tesi ag.li esercizi finanziari già decorsi e unaaltra metà è ancora da impiegare entro il1975.

Debbo ricordare che, con una delibera.zione del Comitato dei ministri per H Mez-zog.iornO' dei febbraiO' 1968, è stato apprO'.vato un piano di interventi straordinari edaggiuntivi per la pastorizia per un importodi 7 miliardi e inoltre che, recentemente, ilConsiglio dei ministri ha appJ:1Ovato un pro-gramma straO'I1dinario di interventi per .le zo-ne interne per un tDtale di 80 miliardi.

Tutti questi interventi hannO' un caratte.re aggiuntiva rispetta al carattere aggiunti.va che già hannO' gli interventi straordinarinel Mezzogiorno e vannO' coordinati anche

V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 6886 ~

120a SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 16 APRILE 1969

con gli interventi dell'amministrazione ordi-naria.

Io qui ho dei dati molto precisi, 1n mate-ria di interventi in Sardegna, dalle ,originidella pohtica meridionalistica fino ad oggi.Si sono impiegati in Sardegna ben 525 mi-liardi, dei quali 290 in esecuzione della leg~ge sul piano di rinascita. Dei 525 miliardi234 sono stati impiegati per l'agricoltura,174 nell'industria, 51 negli acquedotti, 27neHa viabilità e così via.

Mi pare che buona nO'I1ma sia, quandoviene istituita una Commissione di inchi~.sta, non ent,rare nel merito di quello su cuiessa dovrà indagare e pertanto la Giuntanon può entrare nel merito di quello su cuila Commissione dovrà indagare e di quello'su cui la stessa riferirà. Ritengo che, quan-do si istituisce una Commissione d'inchiesta,il discorso debba interrompersi al momen-to in cui si autorizza la sua costituzione perpoi riprenderlo sulle basi dei dati che ven-gono forniti.

La Giunta però fa questa raccomandazio-ne alla Commissione d'inchiesta: .che sitenga conto non tanto delle cose da fare odelle cose da proporre quanto di quelloche è stato attuato, dei rpiaiIliorganici, dei fi-nanziamenti .che sono stati già fatti, con ri-ferimento al passato e alle attuazioni fu-ture.

A questo punto mi sia consentito fare an-che un'altra osservazione: a me sembrava Iche l'organo rpiù idoneo per svolgere questaindagine fosse proprio la Giunta oonsultivaper il Mezzogiorno. Se noi istituiamo unorganismo e poi, nel momento in .cui si deb-bono faI\e delle indagini che sarebberodi SUa competenza, ne nOmlllIamO unaltro, evidentemente creiamo dei doppio-ni che possono anche far perdere la uni-tarietà degli indirizzi e delle visuaH che de-ve essere invece propria di ogni nostraattività. Non insisterò su questo punto per-chè mi rendo conto di una difficoJtà: che doèla Camera dei deputati non ha una Giun-ta cO'llsultiva per il Mezzogiorno e quindil'azione non può essere coordinata tra dueCommissioni. Allora mi limito a fare una

raccomandazione che, a nome della Giunta,rivolgo al Presidente: .che cioè nella Com-missione d'inchiesta la Giunta del Mezzo-giorno sia largamente rappresentata, ap-punto per la difficoltà di deferire alla Giun-ta consultiva per il Mezzogiorno !'inchiestadato che alla Camera dei deputati non esisteuna Commissione parallela.

Con queste osservazioni che mi pare espri-mano succintamente ma .chiaramente il pen-siero della Giunta, si esprime il parere fa-vorevole all'approvazione del disegno Jjlegge. (Applausi dal centro).

P RES I D E N T E. È iscritto a par-la,re il senatOI\e Tomassini. Ne ha facoltà.

T O M ASS I N I. Signor Presidente,onorevoli colleghi, onorevoli rappI\esentantidel Governo, quando nella decorsa legisla-tura alla Camera e, in quella presente, alSenato, furono presentati i disegni di leggeper !'istituzione di una Commissione d'in-chiesta sul banditismo in Sardegna, mi chie-si: è ancora necessario indagare sul1e causedel banditismo? Non è esso un fenomenodi antÌ!Ca origine, del quale ci sono note lagenesi e le manifestazioni? Se ancora essoperdura in tutta la sua drammaticità, di-pende dal fatto che la nostra conoscenza èscarsa e imperfetta, o non piuttosto dallaassenza dei Governi nel rimuovere le causeche lo favoriscono? Che ,cosa deve saper dipiù il Governo, se tutto è noto?

Ricordo, infatti, che, nella seduta del 18dicembre 1953, il Senato approvò una mo-zione presentata dai senatori Lussu, Manni,Spano e Lamberti, con la quale, {{ ricono-sciuto che il brigantaggio in Sardegna nonè un fenomeno di criminalità temporanea,ma dipendente permanentemente dalle suezone spopolate e deserte e dalla sua depres-sione economi:ca e sociale », si chiedeva che{{ il Governo, col concorso della regione, di-sponga, come ne è fatto obbligo dallo sta-tuto speciale, un piano organico atto a fa-vorire la rinascita economica e sociale del-l'Isola, il quale, attuato in dieci anni, con-

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120a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 16 APRILE 1969

sacri nei fatti la salidarietà della Stata na~,zianale e apra a tutta l'Isala la via versaun'eTa di maderna viva civile ».

V,enne, poi, nel 1962 la legge n. 588, can~tenente un piana straO'rdinaria per favO'rirerIa rinascita ecanomica e sociale della Sar~degna; seguirana numerosi ardini del giar~nO' alla Camera, al SenatO' e al Cansigliaregionale, valti tutti a sallecitaI1e l'interven~

tO' del Gaverna per realizzare il piano di ri~nascita.

Dunque, mi chiedeva e mi chieda: se sanastati individuati i rimedi terapeutici e pra~filattici, vuO'I dire che le cause del male sa~nO' note. Se le case tuttavia nO'n sano cam:-biate, la ragiane è ben altra.

In tutti i discO'rsi e in tutti gli scritti sullaSardegna ricarre castantemente la stessamativo: la staria si è fermata in Sardegna,vi è ancara il deserto nelle campagne abban~danate a fO'rme colturali arcaiche, le unicheche l'attuale struttura fandiaria cansenta;la Stata è assente e, quandO' è presente, laè cO'n le forze di polizia e can il suo appa~rata autO'ritario e repressivO'. La staria pa~litica e sO'ciale dell'IsaIa ci mostra la can~tinuità nel modo di cancepire il fenamenae nel metadi di aziane di tutti i Gaverni,ieri del re e aggi della Repubblica, nei qualie dietro i quali apera una classe dirigentetradizionale, che si tramanda di generazionein generaziane le stesse idee, le stesse can~ceziani e gli stessi sistemi, can qualche va~riaziane esteriO're.

Se il Gaverna nan si decide a manteneregli impegni assunti, a prendere nella do~vuta e giusta cansideraziane i problemi fan~damentali dell'Isola e a realizzare quel pia~

nO' di rinascita che avrebbe davuto casti~tuire lo strumento per rO'mpere can tuttoun passato, che è ancora presente, la leggeistitutiva di una Cammissiane d'inchiestarappresenterà la fuga dal davere e il pre~testa per nan fare aggi quello che si sarebbedavuto fare ieri. Nan si tratta, perciò, dicanascere i mali storici che travagliana lepapO'laziani dell'Isola, anche se è sempreutile arricchire la nastra conascenza su un

fenamena saciale tanta camplesso, ma Siitratta di aperare seriamente per eliminarli.

Vi sana due mO'di di vedere il fenamenadel banditismo, che partanO' a due mO'didiversi di trattarla: quello dello stO'rica diquestiani sO'ciali, del saciolago, che penetranelle cause e ne indica i rimedi e quellapraprio dei gruppi dirigenti che trascuranO'le cause e calpiscO'no il fenamenO'.

Il Gaverno, fino ad ora, ha preferita ilsecondo, can l'effetto che il male si è aggra~vata ed è diventato epidemica. Il banditismaè un fatto antico, camune a malti Paesi, enasce in quelle sacietà che presentano strut~ture ecanamiche caratterizzate da stridentisquilibri sociali, dave la grande proprietàterriera praspera sulla sfruttamento dei can~tadini e l'ordinamento giuridico è struttu~rata in mO'da da garantire la stabilità delprivilegio. È un fenO'mena rurale e nan ur~bana che si è verificata nella maggiar partedelle società cantadine nei secali dicianno-vesimo e ventesima. In Calabria ed in Sar~degna, l'epoca più impartante per il brigan~taggia si verificò nei primi anni dapO' il 1890con l'avvento dell'ecanamia maderna, delladepressiane ecanamica e dellaemigraziane.Un sacialaga cantemparaneo, in uno studiodedicato al banditisma in Italia ed in altriPaesi, ha rilevata che « le sO'cietà cantadinein cui esso si manifesta hannO' 'ricchi e pa~veri, patenti e deboli, gavernanti e gaver.nati, ma rimanganO' prafandamente e tena-cemente tradizionali, a strutture pre.-capitali~stiche ».

Fin dal 1863 il deputata Massari nella re~lazione sul brigantaggia nelle provincie na.paletane presentata al Parlamento italiana,dapo aver indicato le cause predispO'nentinella cO'ndiziane saciale e nello stato eco~nO'mico dei cantadini, casì scrive: «Il bri.gantaggio diventa in tal guisa la pratestaselvaggia e brutale della miseria cantro an~tiche, secalari ingiustizie ».

Per malti aspetti, invero, essa ha rappre~sentato e rappresenta una farma primitivadi protesta saciale. Ciò spiega perchè i pa-

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16 APRILE 1969120a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

veri, nelle regioni dove il banditismo alli~gna, proteggono i banditi, li idealizzano e nefanno dei miti o H esaltano come eroi co~raggiosi, vendicatori della loro miseria in~giusta. Proprio perchè li vedono in questaluce trasfigurante le popolazioni non aiuta~no mai le a\ltorità a catturare il bandito con~tadino. Questo fatto è comune a tutti i Pae~si europei dove il banditismo è esistito enon è soltanto peculiare dei villaggi dellaSaIdegna.

Però è opportuno ricol1dare che la pro-tezione è accordata soltanto a colui che èdiventato delinquente criminale secondo laconsuetudine del luogo, cioè secondo leconsuetudini che si rifanno al codice dellecomunità, e non a colui che è divenuto de~linquente secondo « le loro leggi» e cioè leleggi dello Stato e dei ricchi. Ciò perchèsoltanto coloro che si trovano in contrastocon gli oppressori e con lo Stato sono con-siderate vittime.

In « Cristo si è fermato ad Eboli », CarloLevi nota che è ancora vivo tra le popola-zioni del Sud il ricordo del bandito eroe.Per quei contadini gli anni del brigantaggiosono tra le pagine vive di storia, poichè adifferenza delle guerre dei re, appartengonoa loro.

Si riscontra nel fondo del fenomeno, do-vunque esso sorga, un Isenso di ribellioneper l'organizzazione sociale che spesso si>impossessa delle zone agricole arretrate conil sopravvenire di moderni rapporti econo-mici e sociali; il che determina uno statod'animo di reazione, che spesso dà luogo amanifestazioni patologiche di violenza e diorudeltà. Carattere questo che si nota intutti i gruppi delle regioni sottosviluppa-te, che si abbandonano alle forme spon~t1anee di rivolta e di protesta contadinacontro la povertà e per vendicare i torti,individuali. E il fenomeno, come le inda-gini sociologiche hanno rilevato, diventadiffuso quando una società oontadina, chenon conosce mezzi migliori di autodifesa,si trova in condizioni di eccezionale tensio-ne e rottura.

Del resto, la sociologia criminale e i re-centi studi sulla psicologia di gruppo attri-buiscono notevole rilievo al rapporto tra ilfenomeno criminale e l'ambiente o la strut-tura sociale. Laddove le persone vivono conlimitatissime risorse, sull'orlo della carestia,esse sono piene di ostilità, di sospetto, di abi-tudini e sentimenti antisociali. Se l'esistenzadi una persona è minacciata, determinandouno stato di frustrazione, la persona diventacombattiva sotto la spinta di una aggressi-vità di rivendicazione.

Ebbene nella Sardegna, ed in particolarenelle zone della BaTbagia si riscontrano sianelle struttur,eeconomico-sociali, sia nellastruttura psichica individuale e collettiva,sia nelle concezioni etiche della vita e deirapporti con gli ({ altri », i caratteri tipici diquelle società nelle quali il banditismo haprosperato e prospera. La cornice economi-ca in cui quelle comunità vivono è dominatadalla pastorizia e dall'allevamento del he-stiame ovino o caprino, che è tuttora, perscarsezza di pascolo, transumante. L'agri~coltura è molto ridotta e rudimentale. Nellezone della Barbagia, dove maggiormente fio-risce il banditismo, l'arretratezza della eco~nomia è più marcata e più visibile. Scrive ilPagliaru: «La stessa terra che pare uscitadalla creazione e che ha tutta l'aria di esse-re, dopo millenni di storia e di vita, la stes-sa terra, la stessa vegetazione, gli stessi gra-niti, la stessa durezza di una natura indo-cile alle nude mani dell'uomo, la stessa ter-ra e per tanti versi la stessa economia, cheera già prima di millenni ».

L'arretratezza e il sottosviluppo sono laconseguenza di una situazione storica di an-ni, della mancanza di ogni iniziativa uma-na e del costante disinteresse di tutti i Go-verni che si sono succeduti nell'Isola, inuna società che non ha conosciuto 10 Sta~to se non attraverso i poliziotti, i soldati,le prigioni, l'esattoria, i pubblici funzionarie la coscrizione obbligatoria ,e che ha cono-sciuto e vive ancora nella differ,enza di clas~se e nello sfruttamento da parte dei pro-prietari terrieri.

Senato della Repubblica ~ 6889 ~ V Legislatura

120" SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 16 APRILE 1969

Presidenza del Vice Presidente SPATARO

(Segue T O M ASS I N I ). Per questo, I

sono ancora vivi e profondamente sentiti ivincoli di solidarietà tribale per la difesaprimaria dell'individuo contrO' la insicurezzadell'ambiente sociale. Situazione che produ~oe un sistema di vita, che potremo dire ar-caico, non penetrato dalla cultura modernae dalla esperienza storica della moderna so~cietà. Sopravvivono, perciò, alcuni princìpietici ed alcune regole di vita ridotte in mo-do dommatico in ,formule rigide e fisse, chedeterminano il comportamento della comu~nità e che spiegano la ragione di alcuni de~litti, i più ricorrenti ~ e non da oggi, madallo scorsO' secO'lo ~ oome la vendetta, lafalsa testimonianza, l'abigeato ed il ricatto.

Ogni gruppo umanO' ha la sua criminali~tà. Una componente Ipsicologica rilevante delfenomeno del bandHismo, che ha origini sto~rico~economiche e storico~morali, è la ven-detta. Essa è sentita come una fatalità cuil'individuo non può sottrarsi. Si spiega cosìperchè un bandito uccide altri uomini e poipiange sul cadavere per tornare ad uccide~re, pevchè tante madri l'aocettano come undestino ohe costringe i,l figlio ad uocidere eperchè molti uomini, non inclini per indolealla violenza, uccidono.

Vi è un principio in nome del quale vienepredicata l'azione vendicatrice, principioesrpresso in un noto detto pO'polare: «Il san~gue non si fa aoqua ». Se la vendetta, pra~ticata per il senso dell'onore e della dignitàpersonale e di gruppo, è sentita come undovere e non trova riprovazione nella co~scienza popolare, quella, invece, che non ri~sponde a quei princìpi provoca una reazionepopolare di disapprovazione e non riceve so~lidarietà e omertà.

Si rileva molto spesso una contraddizioneimpressionante fra la mitezza del carattere la determinazione del pastor,e offeso allaviolenza della vendetta.

Sotto altro profilo, più legato alla condi-zione economica che a princìrpi morali, nelmodo come questi princìpi sono intesi dal~l'oI1dimamento rigidO' della comunità, la cuivalidità viene accettata in contrapposizionealle leggi dello Stato, è l'abigeato. Esso noncostituisce offesa e viene praticato per tra~dizione momle. Secondo l'ordinamento diquelle comunità è furto quello che vienecommesso in casa. «È un modo di reagi~re ~ scrive il Pagliaru ~ alla strutturalemiseria del pastore, è un modo come un al-tro per difendere hl propria vita, in un r,e-gime di vita troppo povero, per consentire,spesso, altri modi di arricchimento ».

Un altro aspetto di nO'tevole riHevo riguar~dante l'atteggiamento delle popolazioni versola giustizia dello Stato e verso le leggi cheregolano la società è il mO'do di concepirela testimonianza. Un segno evidente dellasfiducia di quelle popolazioni verso la giusti~zia è il fatto che la falsa testimonianza è ac~cettata dalla comunità quando essa è resaa favore dell'imputato, anche se colpevole. Èsempre cosa buona ~ esse dicono ~ tirarfuori un uomo dal carcere. Tale modo dipensare è indubbiamente un retaggio del mo-do come la giustizia dello Stato e dei varigoverni dell'Isola si è presentata alle c0'-munità sarde. Il carcere è visto come unaspetto della giustizia dell'altro, e ciaè dichi comanda e fa legge. Il pastare nonvede in essa la tutela dell'ordine giuridico,ma uno strumento in mano di chi ha il po-tere e l'esercita per far valere se stesso; at~teggiamento, questo, che è il prodotto diuna organizzazione sociale piramidale, allacui base stanno i deboli e i diseredati, cheha determinato la incomunicabilità fra la so-cietà dei pastori e gli strati superiori dellasocietà.

Basterebbe ricordare alcuni detti popolariper comprendere come sia radicata e diffu-

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sa !'idea di una giustizia che in concreto èingiusta e che il pastore non comprende, per-chè appartiene ad altri ed ha un altro lin-guaggio. La prevenzione verso di essa si ma-nifesta spesso come una maledizione: «mi-sera la casa ove entra la giustizia» oppure« che vi si abbatta la giustizia ». Si compren-de, perciò, perchè il bandito preferisce mo-rire piuttosto che essere tradotto in carceree perchè un pastore anche se indiziato pre-f.erisce la latitanza e la macchia. La carrieradi un bandito ha origine spesso da un fattonon grave che lo spinge alla latitanza: un'ac-cusa persecutoria per abigeato, una falsa te-stimonianza, un errore o un intrigo giudi-ziario, una assegnazione ritenuta ingiusta alconfino di polizia. Questo atteggiamento psi-cologico è alimentato ed aggravato anchedalla lentezza con la quale oggi viene ammi-nistrata la giustizia e dalla inadeguatezza de-gli organici che non assicurano la rapiditànella definizione dei processi, per cui !'inno-oenza viene riconosciuta dopo alcuni annidi carcere. E basterebbero, a testimonianzadi quello che affermo, recenti episadi diaLcuni prooessati che sono stati scarcera-ti e riconosciuti innocenti dapo un annO'e mezzo o due anni di carcere preventivo.D'altra parte il latitante, date le condizio-ni geografiche desertiche di quelle zone,vive came il pastore. Disse il procurataregenerale della Corte d'appello di Cagliari:« È altresì noto che molti, anche se sempli-cemente indiziati e probabilmente innocenti,al semplice invHo di presentarsi in casermasi danno alla latitanza per la preoccupazio-ne di una lunga carcerazione preventiva ».

«La sola miseria ~ scriveva il Massarinella surricordata relazione sul brigantaggio

~ non sortirebbe effetti tanto perniciosi senon fosse congiunta ad altri mali: !'igno-ranza, la superstizione diffusa e accreditatae, segnatamente, la mancanza assoluta di fe-de nella giustizia. È cosa incontrastabile chela mancanza di fede nella giustizia è di persè sola la più efficace predisposizione chepossa immaginarsi alla vita .eslege della ven-tura e della rapina ».

Anche il ricatto trova la sua origine e lasua spiegaziane in fattari psicalogici, ecano-

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mici e sociali, che determinanO' un atteggia-mento ostile del pastore versa il ricco pra-pfi.etaria e che hanno creato una psicalagiadi ambiente anche in molti che nulla hannO'a che vedere can il banditisma e che sanoincapaci di rubare. Malti nan venganO' nep-pure turbati dal ricatta.

Per quali mativi il bandita ricatta e altrimostranO' noncuranza e indifferenza? Le ra-giani sona stariche, tradizianali e vannO' ri-cercate nella ricchezza della vittima, ricchez-za castituita da pascoli. L'agraria ha eredita-to la terra e vive in città ove esercita un'altraprafessiane. In campagna si reca soltanto peresigere i canoni d'affitto: 5.000-8.000 lire alcapO' /Su 13-15.000 lir,e lorde ohe rende unapecora e quindi gran parte del redditO' peril pascalo. Il pastare si sente defraudata esi ribella, perchè avverte che quella renditaè parassitaria e nega ad essa agni fanda-menta. Nan sola, ma egli sa che in altre epo-che le terre comunali eranO' malta estese etutte a libera pascala e che l'origine dellegrGlindi accumulaziani fondiarie sano stati!'intriga, l'usurpazione, l'imbroglia e l'usu-ra.Perciò nessun rispetto per la praprietà.Per altri delitti che non co1piscana il fan-da agraria la coscienza pO'polare dimo-stra indignaziane e ripravaziane e si augurala puniziane del calpevale.

Da questi lineamenti sacialogici del feno-menO' del banditisma; si vede chiaramenteche essa nan può essere assimilato ad un'as-saciaziane criminale a ad una banda armata,che nascanO' nelle sacietà ecanamicamentepragredite. La criminalità assaciata che siregistra in alcuni Paesi a sviluppa capitali-stico avanzata, dave la ricchezza assume unaimpartanza considerevale, trae la spinta dalculto del denaro, intimamente legata all'ideadi prestigiO' saciale e di successa nella vita.Da qui nasce, can la lusinga dell'egacentri-sma vanitasa, la spinta a raggiungere canmezzi illeciti i simbali e i segni della proprie-tà, carne la lussuasa autamabile, i giaielli,villeggiature, donne e così via. «L'avventu-ra criminasa ~ scrivonO' i socialaghi ~

corana spesso questa rapida ascensianecon .il denaro ». Nè, peraltro, il banditi-sma saI1da può essere assimilata alla ma-

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fia che, nella trasfarmaziane che ha subìtonella staria, è divenuta un'organizzaziane aserviziO' di singali a di gruppi di potenti, confini di sopraffazione e molto spesso a servi-zio di uomini politici. Ed è, altresì, un feno-meno lontano dal gangsterismo americano odalla ananima assassini. Vi è, sì, il banditi-sma tradizionale per vendetta di sangue, cherientra nella comune criminalità, ma il ca-rattere base, la personalità di gruppo, percosì dire, della maggior parte dei fuorileggeè il cansiderarsi tutti, collettivamente pove-ri, contrO' i ricchi proprietari di ten'e.

Una vasta letteratura erudita sul brigan-taggia ci fa comprendere bene la sua natu-ra e sono poohi quelli che candividono l'opi-nione della borghesia liberale, che vede inesso soltanto delinquenza di massa e bar~barie.

È UillfenomenO', dunque, prevalentemented'ambiente, prodotto di una sadetà che perragioni storiche ed economiche è costrettaa lottare contro la natura spesso avara econtro gli uomini che s,empre l'ha,nno delusae sfruttata. In questa società, fondamenta.!-mente di tipo arcaioa, vanno ora manife-standosi situazioni neUe quali esistono, comein contrasto, forme di vita molto rudimen-tali e forme di vita civilissime secondo unacultura e una civiltà non più contadine e pa-storali, ma urbam.e.

Con l'avv,ento dell'economia moderna,l'equilibrio famiHare può rompersi, trasfor-mando alcuni gruppi in famiglie ricche edaltri in famiglie povere, oppure distruggen-do il gruppo.

In questa situazione che è stata analizzata'per quanto concenne le iTegioni montagnosedella Sardegna si introduoono elementi dilotta di c1ass'e che nella loro evoluzione pos-sono portare ad espressiani piuttosto pri-mitive di rivolta contadina, dapa il conflit-to con 10 Stato o con 1a classe dominam.te,come ad esempio per il contratto con il pro-prietario del fondo..

Si registra, inaltre, uno scontro violentofra la civiltà dei consumi e questa societàarcaica, dove governano la rendita fondiariae parassitaria e il profitto i,ndustriale di ra-pina. Il pastore sardo è oalpito dall'aUratti-va della civiltà dei consumi e ne iI"Ìcevesal-

1ecitazioni vialent'e ad inserirsi, ma Ja socie-tà in cui vive non gliene affre i mezzi. Si la-scia sp.esso alle spalle la sua terra e se ne vaa'lfestero a al Nord, sagnanda la fabbrica,la grande città e i buoni guadagni. Ma spes-so l'ex pastare è costI1etto a capire, come no-ta il Fiari, che amche dentro la realtà ope-raia cantinua a dimensionarsi una sattoclas-s.e subaltema e il suo ruO'lo iniziale è di far-ne parte; sente di esser,e lo scalzato dell'Ita-lia del miracalo e allora c'è chi caparbio tiraaVaJnti e chi si arrende e torna.

Vi sono ancora i potenti, i Ticchi, i privi-legiati che in Uln'epoca di profonde trasfor-mazioni della società difendono e impon-gono una Sardegna arretrata e oonservatri-oe, astiLe al Continente.

I gaverni italiani nulla hannO' fatto percambiare le cose e mai hanno portata aiutoal pastore. Al contrario viene ancora pra-ticata una politica fiscale esosa nei suoioonfronti. Nessun pastare, pensa la Stato,può dedicaTsi a 120 pecore; se ne ha di più,vuoI dire che è aiutato da un serva-pastare.Perciò ci sia o non ci sia il servo-pastare,ogni pecora oltre le 120 rende aUo Stata unatassa speciale di lire 450.

Vi è, dunque, ancora un ordine, che senzaesitazione e senza ,retorica può essere defi-nito ilniquo, che garantisce la stabilizzazionedel privUegia e che si regge sulle spalle dimolti uomini che ,lavorano in misere condi-zioni, in zone deserte, lontani per gran partedell'anno dalle famiglie e che vivonO' insquallide capanne iln oompagnia delle lorO'pecore. Un ipast'O~e disse: «RoO 50 anni, maS0[1090 che ne lavoroO».

E si aggiunga la piaga dell'emigrazione.I sardi so.no costretti ad evadere dalla loroterra e l'esodo in massa tende ad aumen~talre. È una triste diaspora.

Si pensi che in Sicilia vivono dai 5 ai 6mHio01i di abitam.ti in una superficie di po-co superiore a quella della Sapdegna: laSardegna ha mena di un milione e mezzo diabitanti mentre seconda l'opinione di alcu-ni ecanomisti l'Isola, se orientata ad uncancreta sviluppo industriale, potrebbe re~gistrare non il fenamena dell'emigraziane maquello deHa immigrazione.

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Allo stato attua1e invece, secondo le pre~visioni di alcuni esperti, negli anni '70 1'Iso-la avrà un reddito rper abitante prossimoa quello naziona.le del 1961. La popalazianeche lavora è scesa nell'Isola al di sotto del30 per cento e, mentre aumenta la popola~ziane di vecchi e bambini, diminuisce quel~,la tra i 18 e i 65 anni. Si calcola che gliespulsi dall'Isola, per l'emigrazione, sonopOCO meno della metà della popalaziane.PesanO', dunque, ,sull'Isola un'eredità e un si-stema che hannO' 'Origini ,storkhe lontane: laeredità di una struttura ohe la classe canser~vatrice si 'Ostina a mantenere in vita, sullaquale ha forgiata e fiorgia le ricchezze persè e la miseria per gli altri, che sono malti.È nell'intr,eccio di tutti questi aspetti, ènella cantraddizione profanda, che diventaconflittO', t,ra due tipi di società e di cultu-va, che pO'rtano il :riflesso di epache diver-se, che il banditismo prospera, giacchèè un fenamena che ha radici ecanamiche,sociali e palitiche, radici psicolagiche ecl'ambiente, tutte ricollegantisi ad una stes~sa situaziane nella quale si il"iscontrano gli,effetti delle scelte ecanomica-saciali sbaglia~te e delle deficienze dei poteri della Statanell'Isola.

Si pane quindi a questa punta il proble-ma: come combattere il banditisma? COinimetodi e oon i mezzi finora seguiti, can 1'i[l~terventa della polizia, oon la r,epressione, onan piuttasto con un'apera di tmsformazionedi tutta l'ambiente, della natura e degliuomini? Disse il senatore Lussu in un di~scorso p.ranunciata al SenatO' nel 1953: «Do-ve cessa il deserto cessanO' i furti e cessanO'le ,rapine e oessa il brigantaggio )}.

L'esperi'enza ci ha insegnata quanto siasbagliata e dannosa H metodO' della rep.res~sione e della persecuzione. «Bastasse unafassa )}

~ disse il sindaco di un paese ~ « perseppellire can la salma di un bandita tuttii nastri vecchi prablemi! )}. Arrestata o uc-ciso un bandito, un altra ne nasce ed ognidelitto. causa altri delitti.

Si cerca di prendere il fuarilegge insiemecon altri camplici e favoreggiatori e si ri-corre al denarO'. Si ricarre anche alle spie,ma quest,e spessa sano delinquenti i quali,mostrandosi bene informati, riferiscono men-

zagne per venalità o per vendetta oantroun n,emica. Di qui arresti in massa e oQlndan~ne di persa ne molte ",alte innacenti.

Ma la regala rimane l' 'Omertà. Perchè?Tra la papolazione sarda e la polizia vi èuna muraglia che è tradizionale. I rapportitra la polizia e le camunità sarde ~ scriveil Fiari nella «Sadetà del malessere)} ~

sona l'effettO' di secali di autaritarisma e di!Depr:essioni indiscriminate. Mai le istituzionidella Stata hanmo oallabarato con le papo-laziani. La palizia agisce per canservare1'ordine, e cioè lo stata saciale basata sulledisuguaglianze, e per ,la difesa del privilegia.Si aggiunganO', pai, le persecuziani, gli arm-sti di sindacalisti e di sciaperanti, il canfinoe la discriminazione politica.

C'è chi identifica il pastore COnil bandito,a chi vede nel banditisma un mO'do anar~chica dei pastor:i, che can forme terraristi~che r:eagiscana allo sfruttamenta. È la con~cezione della barghesia canservatrice e ben-pensante che rifugge dallo scavare a fandaItlel passata e dall'analizzare se stessa perViedere carne e fino a qual punto è Ir'espansa~bUe del trist,e fenomeno; che preferisce re~primer,e nel subcasciente le sue calpe per di-ImenticaDle, Q preferisoe trovare le cause inaltri fattori per scaricarsi e liberarsi, ed in~cita il Gaverna a cantinuare nel tradizianalesistema Tepressiva piuttasta che sceglierela via, l'unica valida, della trasformazianedell' ambiente.

Dalla destra si sona sentite avanzare ~'epiù impudenti propaste: inviare spedizionipunitive, fare usa dei gas, incendiare le fa~reste, departare i harbaridni. E ci fu unM:iJnistro che disse: «sparar,e a vista ».

I mezzi finara praticati nan sona diversida quelli che i delegati regionali neU'Isalafin dal 1720 e poi nel secolo soorsa, fina al1848, suggerivanO' al Governo sabaudo perconseguire una pronta e più efficaoe azianedi J"epressione sia contro i banditi che controi favoDeggiatori, carne si -legge nei dacumen~ti conservati negli archivi di St~ata di Ca-gliari e delLa segreteria di Stata e affari cri~minali..

Il rimedia è un altro. Non si può eliminareun fenameno criminale se nan si eliminano,le cause saciali ed ambientali predispanenti.

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La prima serie di rimedi dev,e rivolgersi<tlla cura di dette cause; i rimedi, specienella Sardegna, vengono additati dalla iIla~tura stessa deUe cose. Nessuno può COiI1te~star,e che il mutamento delle condizioni so~ciali ed economiche dell'Isola attenua, senon distrugge, la predisposiziO'ne al delitto,che ha ,origini [)ielle condiziO'ni materiali &vita e che è un prO'dotto del sistema politico,sociale ed econO'mico.

Le situazioni socio~eco[lomiche, l'avvenireincerto delle classi povlere, della massa ope-;raia in certi paesi, dei aO'ntadini di altre :re~giani, con tendenze vendicatrici Tepresse, so-no spesso fattori condizionanti, se non deter~minanti, delle manifestazioni criminose.

Che cO'sa si deve fare in Sardegna per col-pire le cause ideI banditismo non credo sianecessario dire specie idopo quanto è statoscrittO' e detto e dO'po che, sia in sede na~zianale che :regionale, sono stati indicati iprovvedimenti necessari ed urgenti peT tra-sfmmare lo stato delle cos,e, per falre di unasocietà arcaica una società moderna e perrestituire il pastore alla dignità della vita.

Mi viene fatto di ricordare che nella Silacalabr,ese ~ come sorive l'Hobsbawm ~ il

hrigantaggio cessò in epoca anterio["e aHaprima guerra mondiale con l'avvento delmovimento socialista e delle leghe contadi-ne. Sopravvi1sse, con Musolino ed altri eroipopolari, nell'Aspromonte e in altre zone,dove le organizzazioni contadine erano menosviluppate.

,È significativo quello che il bandito Tan-deddu scrisse al Cagnetta, che conduceva unainchiesta a Orgosolo, dove H bandito eramO'lto popolare perchè, dicevano, a differenzadi Salvatore Giuliano, non aveva mai com-messo delitti cont:[~o i poveri e non avevamai volutQ diventare un servo dei padroni.TaDideddu scriveva nella lettera: « Le nostrecampagne chiedono bonifioa, tecnica e trat-tori, e non poliziotti, mitra e spie. L'unicomio desiderio è quello di vedere aboliti iloonfino, ,le taglie, la disoccupazione, lo sfrut~tamentO' dei lavoratori e vedere così il II10-stro martoriato Paese in via di pace serena ein via di civi,le progresso ». È un banditoche scrive ed è un monito per il GovernoitaHano.

Orbene, io cI1edo che sia legittimo per noidomandan~ e doverO'sO' per il Governo ri-spondere: perchè in tanti anni nulla si èfatto? A che cosa sono dovuti e i ritardi e leinadempienze negli interventi pubblici perlo sviluppo economico e sociale? Perchè ilpiano arpprovato nel 1962 n.on è anc.oira ope~,rante? Perchè la legislazione meridionalisti-ca app1icata alla Sardegna si è mostrata in~sufficiente? Perchè non è stata realizzata lariforma agraria, la riforma dei patti agrarie dei contratti di affitto-pascolo? Perchè nonsono state eseguite .opere per abbattere lasiccità, nemica implacabile dei pastori?

Quel piano di rinascita dell'Isola fece ri-nascere le speranze, e gli ottimisti vedevanogià i pascoli trasformati, i proprietari, assen-teisti e rapinatori, espropriati; la pastoriziacambiata e divenuta moderno allevamento;la Sardegna rivitalizzata e rinvigorita nellesue industrie e nelle sue città; le radici an-tiche della miseria e del banditismo per sem~pre estirpate. Fu una visione di sogno cheben presto è svanita.

Noi del PSIUP siamo favorevoli all'inchie-sta che riteniamo utile, anche se non neces-saria, al fine di penetrare ancora di più inquella realtà sociale e storica e comprende-re che cosa essa significhi. Desideriamo, chie-diamo e auspichiamo che la Commissione diinchiesta non rappresenti l'alibi per il Go-verno per non adempiere i suoi doveri neiconfronti dell'Isola.

Ecco perohè noi pensiamo che un annO'di tempo per presentare la relazione siaun termine molto lungo; pertanto propor-remo che il termine stesso sia improroga-bile per evitare che la Commissione di in~chiesta, come l'esperienza di altre Commis-sioni del genere ci ha dimostrato, protraggaoltre i,! termine previsto i suoi lavori. In talsenso presenteremo un emendamento.

Riteniamo che il lavoro della Commissioned'inchiesta rimarrà un documento sociologi~co, utile ad arricchire gli archivi storici ecriminologici, se non sarà seguito da un in-tervento legislativo che, cogliendo i mecca-nismi interni del fenomeno, li trasformi po-sitivamente. Avr,emo fatto allora soltanto let-

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ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO120" SEDUTA

teratura e non politica, e ancora una voltaavremo ingannato le popolazioni delnsola.(Vivi applausi dall'estrema smistra. Congra-tulazioni).

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P RES I D E N T E. È iscritt'O a par-hwe il senatme Sotgiu. Ne ha facoltà.

S O T G I U. Signor P~esidem.te, 'Onore-voli senatori, signor Ministro, la discussio-ne che H Senato è chiamato oggi ad affronta-,re per decidere sulla costituzione di unaCommissione parlamentare che indaghi sulfenomeno della criminalità in Sardegna in1fdazione alle condizioni economiche e so-ciali dell'Isola avviene in 'un momento chesembr,a essere particoJ'armente opportuno.

Infatti sono al centro del dibattito nelPaese e nel Parlamento due temi di rilevan-za ,ecceziona,le, tragkamente collegati l'unoall'altro, che mettono a nudo orientamentidi GO'verno che la ooscienza pubblica re-spinge e l,a lotta delle masse chiede che sia-no modificati e che rendono inevitabile chesi avvii un nuOvo corso della politica nazio,-naIe. Sono i morti di Avola, i mO'rti di Bat-tipaglia che fanno sentÌ!re come estraneo al-la volontà reale dei cittadini un Governoche non ,riesce mai a st,are al passo con iproblemi del ,Paese e che ogJpone alla mise-ria del Mezzogiorno i fucili dei suoi poli-ziotti; Avola, Battipaglia, con le lotte popo- '

laTi per illav'Ol'o e per una vita più umanae civile e con il loro epiLogo tragico e san-guinoso, hanno riproposto ancora una voltale soluzioni classiche con le quali sempre,da quando ntaHa è diventata Nazione, si s.o-no aff,r.ontati i problemi del Mezzogiorno:da par,te dei lavoOl'atod la lotta ferma, dura,tenace, che giunge spesso fino all'esaspera-zione perchè è in gioco ogni volta il panequotidiano; dall'altra parte, oltre i 'padroni,dietro ai padroni, lo Stato nella sua piùbrutale espressione del poliziotto armatoche non esita a sparare, ad uccidere, nel va-no tentativ:o di risolvere in tal modo pro-blemi che n'On possono essere portati a so.luzione se non oon diversi indirizzi di poli-tica generale e di politioa economica.

Non vi sembri, onorevoli colleghi, chequesta gJTemessa sia fuori Juogo o che siauna intempestiva polemica intorn'O a fatti

che saranno oggetto di dibattito in questasede venerdì prossimo; non vi sembrerà fuo-,ri luogo tale premessa se si terrà presenteche degli aHi legislativi dei quali ci faccia-mo promotori abbiamo l'obbligo soprat-tutto di individuare le motivazioni e i oon-tenuH politici e di coHocarli nel cOllltestodegli indirizzi generali che presiedono allavita politica del Paese.

Se quest'O facciamo, la Commissione diinchiesta che noi chiediamo per la Sardegnaci apparirà Inon come un atto che risultiavulso dal dibatti,to che invest,e oggi Parla-mento e Paese e che ha per oggetto la ri-chiesta di un nuav'Ù corso della polit>;anazionale, ma la vedremo str'ettamentecollegata alla richiesta di orientamenti edi indirizzi gJolitici nuovi perchè i fatti chela giustificano hanno una matrice che è lar-gamente comune agli episodi di Avala e diBattipaglia e riohiedono rÌtsposte che sonoin gran parte analoghe.

Certo il senat'ore Togni nel presentare )1suo disegno di legge è partito da s'Ollecita.ziani assai diverse da queste. Per il senator.~Togni esistono dei criminali che bisogruestirpare ed il problema è di vedere coer.quale apparato di polizia è possibile !rÌs,ta-bilire ,la sicurezza nelle campagne della Sar~degna e se è necessario...

T O G N I. Questa l'O dice lei.

S O T G I U. Questo l'O ha scritto lei,senatore Togni: ha scritto questo ed hascrhto oose di gran lunga peggiori.

T O G N I. Questa è Ja sua interpreta~zione; se conosce !'italiano, quello che hoscritto è diversa. ,siete abituati ad attribuiread altri intenzioni che avete voi o che vo~lete che altri abbiano.

C U C CU. Ma allora stia at.tento primadi scrivere.

P ERR I. Leggete quello che ha scritto.

T O G N I. Ma bisogna che leggano tut-to e che non prendano, come sOlno abi,tuatia fane, una sola frase. (Interruzioni dallaestrema sinistra).

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S O T G I U Allora, senatore Togni,non prenda la penna in mano e non scriva.Camunque le potrei anche leggere quelloche ha siOritto, pel'chè l'ho qui con me.

P RES I D E N T E. Senatore Sotgiru,la prego di prO'seguire nel suo intervento.

S O T G I U. Come dicevo, per il se~natore Togni il problema è di vedere conqurule apparato di pO'lizia è pos'sibile rista~bilire nelle campagne delLa Sardegna la si~curezza e, se è necessario, stahilire anchese nan si debba fare una selezione nellamagistratura, casì che sia passibile mandarein Sardegna magistrati eventualmente dispo~sti a mettersi rugli ondini della polizia affin~chè sia evitato lo ,scandrulo di un viceque-stare incriminato da un giudice.

Non manca nelle argomentazioni del se~nato're Tagni, per 10 meno in queUe che sisona asoaltate in Commissione, ed in alcuniarticoli che ha scnitto...

TOGNIcalo.

Non ha scritta nessun arti~

S O T G I U.'"

anche un pizzico di raz-zismo di data assai antica, alla Sergi e allaNiceforo, per essere più chia:ri.

T O G N I. Ma quale artioolo? Io nonho sor1tta nessun articolo.

S O T G I U. Lei ha presentato con-tro i magistrati di Sassa'ri un'inter,roga:;::ionedi tipo razzista.

T O G N I. Per carità! Lei vuole at-tribuirmi le intenziani che le fannO' camodo,come del resto è vostro sistema.

S O T G I U. È sull'interpretazione deifatti che non siamO' d'acoordo.

C U C CU. Leggeremo la sua interro-gazione!

P RES I D E N T E. Noi stiamo discu-tendo adessO' il disegno di legge.

S O T G I U. È esatto, signor Presidente.Ha qui !'interrogazione del senatox-e Tognima non la legga perchè discutiamO' la legge.COlme dioevo, non manca anche un pizzicodi razzismO' che sempre riaffiora quando adogni costo si vogliono difendex-e i più grettiinteressi di classe e quando si tenta di tro~vare una giustificazione all'arret'ratezza del

I Mezzogiorno che liberi dal peccato la classedir,igente; argomentaziane che abbiamo ri-trovato in forma ancora più esplicita in quel-!'invito del « Corriere della Sera» e di « Epo-ca» che proponeva l'usa dei ,lanciafiammee delle depO'rtaziani in massa per ripulirela Sardegna dai suoi criminali.

Anche il disegno di legge di iniziativa deisenatO'ri Mannironi ed alt!'i, sia pure conmotivazioni di gran lunga meno rozze ~ è

daveI10sa riconascerlo ~ di quelle espressedal senatore Tagni, non recepisce tuttaviale ,cause reali per le quali al Pa'rlamento del~<laRepubblica si chiede l'istituzione di unaCommissione d'inchiesta.

Certo la relazione del senatore AlfredoCOI1rias e il testo che la maggioranza dellaComIJ;lissione ha ooncordato vanno oltre!'impostazione O'riginaria, ma anche il pun~to di partenza del disegno di legge Manniro~ni era ancora una volta la oriminalità esplo~sa nelle campagne della Sardegna con idrammatici episodi di sequestri di persana.

E, partendO' da questa premessa, inevita~bHmente :il problema diventa ancora unavolta una questione di poliziotti, di leggieccezionali, di domicilio coatta ed eventual~mente di giudici compiacenti.

Il Senato deve respingere una Commis-

Isione d'inchiesta che prenda le mosse dasimili presupposti e per poter fare questodeve, io penso, partire pregiudizialmente dadue considerazioni.

La prima è che la storia della SaTdegna,da quando fu ,unita organicamente al Pie-monte nel 1847 ~ perchè prima, come scri~ve giustamente in una sua lettera dal car~cere GramscJ e come la storia puntualmen-te conferma, era niente più che un appan~naggio personale dei duchi di Savoia di-venuti Re dopo l'acquisto dell'Isola ~ po-

trebbe essere ricostruita o attraverso le in-chieste parLamentari delle quali è stata og-

V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 6896 ~

16 APRILE 1969120a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

getto l'lsola o attraverso i pravvedimentistraoI1dinari che nei suoi confronti sonostati adottati.

Nan vagHo tediaTe 'il Senato con riferi~menti starici, perciò nan mi saffermerò aparlare dell'inchiesta parlamentare che fupresieduta dal Depretis, di quella condattadal Salaris nel quadro della inchiesta Iaci~ni, di quella ordinata dal Crispi nel 1895,di quella del 1906 dopo gli eocidi di Caglia~ri, di Gannesa, di Bonorva, di Villasalto adi quelle, che sono ancora più vicine a nainel tempo, sulla miseria, su1la disoccupa-zione; nè voglia tediare il Senato elencandoi provvedimenti straordinad per la Sarde~gna: dalla legge del 1906, al miliardo delfascisma, alla legge n. 588 del 1962.

Vorrei soltanto che delle inchieste e dellal,egislazione speciale vedessima il significa topO'litico; vonei cioè che, lasciato agli stori~ci il compita che è lam proprio di rkostrui~re il sensa di una vicenda secobre che siè venuta evolvendo in questo mO'do, ci sof~fermassimo a considerare le cause pohti~che che hannO' determinato un simile corsoe che ci costringono ,oggi a proporre an~ I

cora una volta una CommissiO'ne d'inchie~sta. Se casì faremo ~ e questo è l'unico mo~da cO'rretto, iO' penso, per giustmcare unnuova intervento legislativo come quelloche proponiama ~ Avola e Battipaglia nonci sembreranno più riferimenti retorici o de~magogioi ma piuttosto aspetti di una real~tà che tragicamente si ripete anche in Sar~degna.

Onovevali colleghi, è impossibile non ave~re p'vesente quali sono state le conseguenzeper la Sardegna, come per il resto del Mez~zagiorno, del processa di unificazione cheportava, con la realizzazione del mercatounico nazionale, alla espansione capitalisti~ca su tutta l'area del Paese. È impossibilenon avere pr,esenti per la meno tre fatti, chesono la drammatica premessa delle gravisperequazioni che portano oggi alla prote~sta, alla rivolta e in certi casi agli eccidioÈ impossibile igno:r:are che l'unità nazio-nale, per i modi attraverso i quali è statarealizzata, ha signifioato per la Sardegnain primo luogo il drenaggio sistematicodelle sue dsarse da parte di capitalisti ita~

liani e stranieri, secondo un piana di sfrut-tamento coloniale che doveva servire arealizzaDe un processo di accumulazione inregioni più fortunate del nostro Paese.

Non oredo che vogliate da me la dimo-strazione di questi fatti che hanno la testi-monianza di una ricerca storica ineccepi~bile. Si è t'rattato delle miniere, delle ferro~vie, dei noli marittimi, delle tonnare, delleforeste, delle saline, dei caseifici, si è trat~tata di un saccheggio sistematico di quantol'isola produceva e del quale sarebbe facileportare aggi i conti economici dinanzi alPaese. La conseguenza non è stata soltan-to una ricohezza che è stata partata via,ma è stata anche ,la impossibilità di porrele basi per quella che aggi chiameremmoun deoolla industriale, la difficoltà cioè diavviare un processo di industrializzazianeche avrebbe senza dubbio modificato il val~to della Sardegna. Così è anche impassibileignorare che l'unità naziO'nale ha signifìca~t'O ~l passaggiO' da un regime comunitariodell'utilizzaziane deHe terre a un regimedi praprietà privata.

In n~altà, nella seoonda metà dell' attacen~to, dal 1850 all'incirca fina al 1890, oltre unmilione e mezzo di ettari di terra, i due ter-zi ciO'è di tutta la superficie agraria del-l'Isola, da terreni di uso comune sono di-ventati terreni di privata proprietà. Nellospazia ciaè di 35 a 40 anni è stata portataa termine una vera e prapria contrO'rifo:rmaagraria di proporzioni gigantesche che haavuto oonseguenze profonde e drammatichee tuttora operanti nella realtà deLl'l,sola,.conseguenze che sOIna valse a perpetuarnel'arretratezza. II passaggio dalla proprietàcomune alla proprietà privata ha signifi~cato, infarti, per le farme in cui è avvenuta,non l'avvio ad una trasformazione delleterre, ma il trionfo della proprietà assen-teistica, il persistere di una pastorizia bradala quale, quando non era gravata dai cananidi affitto, em in grado di essere redditizia,ma cessò di esserlo quando dovette pagareun pesante tributo alla rendita fondiaria.Così come veniva impedito da110 sfruttamen-to calO'niale delle risorse l'avvia di un pro-cesso di ,industrializzazione, veniva ancheimpedita una razionalizzaziane dell'agricol-

Senato della Repubblica ~ 6897 ~ V Legislatura

120a SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 16 APRILE 1969

tura, una trasformazione della pa:storizia euna evoluzione quindi deHa società civilenel suo complesso.

Non si può dimenticare neanche che ilprocesso unitario per le forme nelle qualiera avvenuto, per le forze che lo avevanoegemonizzato aveva significato una sclero-tizzazione del processo di sviluppo demo-cratioo.

È impOissibile, onorevoli colleghi, igno.ra-re questi fatti; è impossibile ignorare che laSardegna come il Mezzogiorno d'I taHa, daCavour prima, malgrado il suo Hberalismo, epoi da Depretis, da Crispi e da Giolittie così di seguito fino ad oggi, è stata il ter-reno sul quale le battaglie demOicratiche ve-nivano sosti'tuite daIle battaglie dei prefettiper ,imporre i candidati govermativi. Gio-litti che pensava di poter dare soddisfazIO-ne, entro certi limiti, agli ope~ai del Nordaveva prOinti i carabinieri e i soldati per icontadini del Mezzogiorno. È inevitabile per-ciò che la stOir,ia ddla Sardegna possa esse-re anche scri.tta attraverso i documenti del-le Commissioni d'inchiesta o dei provvedi-menti speciali. L'arretratezza econo.mica esociale, la miseria, la fame, l'abbrutimentodelle masse, nei mo.menti di crisi più pro-fonda, provocano esplosioni drammaticheaHe quali H GOivernOi risponde inevitabilmen-te secondo una prassi che è ormai consoli-data: per un verso, con la repressione piùbrutale e sanguinosa; per un altro. verso,quando la tensione è giunta a livelli diffi-cilmente contenibili, impegnando il Pada-mento ad indagare e a prapOl1re rimedi.

Che cosa poi ,Desti di queste indagini è dif-ficile dire.

Certo. i provvedimenti che sono stati adot-tati dopo Le inchieste parlamentari sullaSardegna sono. restati tutti ,lettera morta,cosicchè anche oggi 1'I'So.la si presenta nelquadro della società nazionale drammatica-mente sconvo.lta da fenomeni di involuzioneogni giorno. più grav;i.

Dirò che ogni volta il punto di partenzadelle inchieste parlamentari è stato il feno-meno delinquenziale.

L'inchiesta del Pais-Serra, ad esempio., co.n-do.tta nel 1895 avvenne dopo un fatto cla-moroso accaduto nel 1894: una banda di un

centinaio di uomini, riunita in modo che lamagistratura non riuscì mai ad accertare,investì il paese di Torto.lì, immobilizzò icarabinieri della locale stazione e mise poia ferro e fuoco. la casa di un ricco. possiden-te. Dopo l'assalto al villaggio la banda sidissolse senza lasciare nessuna traccia co-,skchè risultò impossibile qualsiasi incri-minazio.ne. L'inchiesta che il Isenatore To-gni, il senatore Mannironi ed altri propon-gono, è la conseguenza di una lunga seriedi sequestri di persona avvenuti nel cor-so degli anni 1966, 1967 e 1968, che ancheper la larga popolarizzazione che ad essi han-no dato gli organi di stampa e la televisione.hanno fortemente e giustamente turbatol'opinione pubblica la quale, per questo mo-tivo, ha appreso tutto sul bandito Mesina,ma ignora, per esempio, che la criminalitàrurale è diminuita in Sa~degna dal 1955 al1966 del 35 per cento, cioè in una misurache è la più alta fra tutte le regioni diItalia. così come ignora che è Iscomparsaquasi completamente quella forma di cri-minalità che è ,l'abigeato, che aveva semprecostitui,to l'aspetto fondamentale della cri-minalità nelle campagne sarde.

È indubbio che un'indagine sulle formedi criminalità che si sono. sviluppate nelcorso di questi ultimi anni sia cosa estrema-mente utile. VOirrei dire però che questaiilldagine viene condo.tta con rigore scienti-fico anche da istituti altamente qualificatiche o.perano presso l'università di Cagliaried è possibile conosceIille i risultati, se sivuo.le, consultandOi la <rivista di criminolo-gia che s,i pubblica in Sardegna o gli attidel terzo cO'nv,egno nazionale di criminolo-gia che si è svolto l'altr'amnOi, proprio a Ca~gliari; co.sì come è utile indubbiamente ren-dersi conto non solo. sul piano sociologico,ma anche su quello storico, di che cos'è e diche cosa è stata quello che viene chiamatoil banditismo sardO'.

Direi a questo praposito ~ i colleghi miconsentano di essere estremamente somma~l'io ~ ohe ogni epoca storica ha avuto la suacriminalità e i SU01 banditi, così come haavuto. ti suo'i metodi di repressione. Duran-te tutta il '700, il secolo in cui altri StatideUa Peni,sola rinnovavano per virtù di prin~

V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 6898 ~

16 APRILE 1969120a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

cipi e di ministri illuminati le IDro struttureinf;erne, la Sardegna, divenuta aHora sabau~da, è stata costellata invece di fDrche, allequali feroci 'vicerè, di cui il più famoso fuil Rivar.olD, facevano appendere in via am~ministrativa (oOlme si diceva per sottinten~dere ia mancanza di un giudizio legittimo)banditi altr'ettantD fe:rDci. Ma si trattava inr,ealtà ~ come la stDria ha messo iÌn luce ~

di una lunga e dura guerriglia che venivacondotta dalla pDpolazione contro domi[}a~tDri che eranD Ddrati perchè gretti, malde~stri, prevaricatori. Questo è H banditismDsardo del '700: una protesta di massa analo~ga, per molti aspetti, a quella che si svilup~pò in tutto il MezzogiDrno dOlpo J'unifica~zione e che fu ['epTessa con un esercito dicirca centomila soldati.

POli,quando rIa ribellione popolare 'DUdefi~nitivamente stroncata ,cOinun regime di per~manente oocupaziO'ne militare che meritòa Garlo Felke il titolo di Carlo ferOlce, lefigure dei banditi che emersero, isO'hte inaree sempr,e più ristrette, furono quelle dicolorOi oheesp:rimevano cDncezioni di unaantica società comunitaria, quale era statatrrudizionalmente la SaI1degna e che i tempinuovi r.endev:ano anacronistka.

Quando <l'arcivescovo di Sassari, monsi~gnDr Varesini, visitò OrgO'solo nel 1847 enel suo quaresimale infierì contro la popo-lazione di quel centro, peTchè notoriamentededita al furto delle greggi altrui, si sentìpoi rispondere in tutta umiltà, come racco[}~ta il gesuita padre Bresciani: ({ Monsignore,ins!Ìno ad ora noi non ci credemmD di in~fr,ange:re la ,legge di Dio pigliando pecore,vacche, pO'l'ci e montoni a sovvenimento dinostre necessità, imperoochè, essendo laprovvidenza del Signore Iddio pietosa atutte le sue c:reature, come vorrebbe essopatire che i pastori della Gallura avesseropossessione chi di 500 e chi di 800 e millepecore, laddove nO'i abbiamo una greggiuoladi lOO? Onde se noi, o per insidia o per va~lore, possiamo rapirne,loro alcune oenti-naia, soccorriamo almenD in par.te alla giu~stizia distnirhutiva ». La risposta dell'aldve~scovo fu naturalmente che quella era la lo~gica dei beduini d'Arabia e nO'n di cristianidella Sardegna.

Ma se quella era la logica di una societàIprecapÌJtalistka a sfondo eguaLitario, la re-sponsabilità che questa ilDgica potesse sus~sistere, mentre l'Europa e l'Italia intesse-vano ormai un disoO'rso del tutto diverso,non poteva oerto a:ttrihuirsi ai pastori di Or~gosOID.

AncO'ra una vDlta ,la J'esponsabilità delleforche ohe inevitabilmente si accompagna-vano al banditismo non può non farsi risa-Hre ad una classe dirigente miope ed in-capaoe, preoccupata solo di difendere grettied oscuri interessi di classe.

Poi ci fu la grande espilosione di crimi-nalità della fine dell secDID. Ormai la Sar~degna era stata investita in piOODdai modidi produzione capitalistici e pagaVla con unacrirsi drammatica la rottura tradizionale del~l'isolamento. della sua economia.

,:È,un dramma che nDn visse s.olo la Sar-degna, ma che con la Sardegna travagliòtutto il Mezzogiorno dove, come in Srarde~gna, la reazione fu analoga: da una partel'esplosione della collera popolare e l'insor~gere di fenomeni nuovi e più aouti di cri~minalità, dall'aIt<ro lato l'esercito a repri-mere la protesta e la collera.

Spunta così all'orizzDnte Ila criminalitànUO'\éa dell'epoca oapitalistica d~Ua qualeGramsci in una sua lettera dell'8 ottohredell 1928 da'l caa:-çe:redice che «mentre pri-ma in Sardegna c'era una delinquenza dicarattere prevalentemente Dccasionale epassiDnale, legata in mordo indubbiO' ai co'"stumi a'TTetrati e a punti di vilSta pDpollaTiche, se erano barbarici, c.onservavano :tutta~via IUn qualche tratto di generosità e digrandezza, ora invece si va sviluppando unadelinquenza teonieamente organizzata, pro~:EessiO'nale che segue piani prestabiliti dagruppi di mandanti che talvolta sono ric~chi, che hanno una certa posizione socialee che sono s'pinti a delinquere da unaperversiDne morale che non ha niente disimile a quella del olassico banditismosardo )}.

Dietro i banditi più celebri, come i Devi-cu, i Sanna Sanna, i De Rosas, per citarnesoltanto alcuni la cui fama e la cui ferocianon sonO' per nulla inferiori a quelle degliStocohino, dei Tandeddu, dei Mesina o dei

Senato della Repubblica ~ 6899 ~ V Legislatura

120a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 16 APRILE 1969

Campana che li hanno seguiti più tardi, cisÙ'na, came giustamente dice Gramsci, per~sane influenti: sindaci, parroci, gl10ssi pro~prietari; e, secondo la :mlazione di un pre~fetta della fine dell'a1tI1O secolo, la crimina~lità si pateva sviluppare impunita perchètutto faceva capo alla stesso deputata delcircondario. il primo, secondo il prefetto,che avrebbe dovuto essere propasto per ildomici.lio coatto.

1\1 A N N I R O N I . Voi non ci credeteai prefetti e adesso li valarizzate. (Richia~mi del Presidente).

S O T G I U. Veramente nÙ'n mi sembraquesta Ulna valodzzazione del prefetto: tra.l'altro quel deputata era stato eletto proprioper la sua azione. CÙ'munque, senatare Man~nironi, credo di eSise~e stato molto chiaro:non ho assolutamente magnificato nessunprefetto; ma ho sempHcemente riferitaquanto un prefettO' della fine del 1800 scrive~va in una sua relazione.

Se la criminalità dell'epaca capita1isti~ca che prende Il'avvio dalla crisi che travolgeil Mezzogiorno negli ultimi 15 anni del~l'ottocento ha orientamenti nuÙ'vi e nuavimetadi di O'rganizzaziane, anche IO' Stato perdifendersi ha Ù'rientamenti nuovi e nuovimetodi d'arganizzazione.

Certa, quanto avvenne nel 1899 nÙ'n è si~mile a quanto è avvenuto in periodO' fascista:per catturare Stacchino o a qua1nto è acca~duto e sta aocadendO' aggi. Ma. come la nuo-va criminalità si sviluppa secondo una co~stante, una amaloga costante troviamo neisistemi di repressiane; a questo punto va in~dividuarto il prablema palitico che giu~stjfica la richiesta di una Cammissione di in~chiesta e che la J'ende non solo necessariama indispensabile. Nel 1899, in quelrl'oscuroperiodo della storia italiana che ha vistomesse in forse le conquiste democratichedel RisorgimentO', fu spedito in Sardegna percatturare una quarantina di latÌitanti un V'eroe praprio corpo di spedizione ( un tenente,letterato, il Bechi, ce ne ha lasciata la sto~ria in un libro abbastanza sconcertante inti-tolato « Caocia grÙ'ssa» che vuoI dire, carneben si capisoe, caccia all'uamo), auspice

Pelloux, per ,recidere così si disse ~

in una sola nottata tutte le cannivenze eper conseguenza ~liminare il banditisma:furono arrestati nei cil1candari di Nuorae di Ozieri un migliaio di cittadini, violan-do apertamente la legge, gettando il pa-nico nell'intera IsÙ'la, determinandO' dannieconÙ'mici irrepambili e tutto ottenendo,fuorchè l' eliminazione ~ se non per un bre-vissimo periodO' ~ di quei fenomeni di cri~minalità che si volevanO' estirpare; quei fe-nameni infatti rifiodrono a distanza di po~chissimi anni ed in forme diverse si sonoperpetuati finO' ad oggi.

QuestO' avveniva in una Sardegna stravol~ .

'ta da una crisi economica senza precedentiche investiva i primi nuclei di classe ope-raia, mentre una politica doganale favoreva-,le soltanto alle prime forti cO'ncentrazionicaJpitalistiche colpiva soprattutto l'econo-mia agricola, ripercuotendosi anche sullecondizioni delle popolazioni cittadine giàsoonvolte da un ca,ravita in ascesa continua.AncÙ'~a una volta, ciaè, di un quadro cheera reso drammatico dalle canseguenze diuna crisi economica di portata eccezionaleil Govel1llo coglieva saltanto i fenameni de~linquenziali ad esso connessi e da esso Jar~gamente derivanti e la rispÙ'sta che riusci-va a dare era l'invio di un corlpo di spedi~ziane militare, la stato d'assedio, la sospen-siane delle garanzie statutarie.

Onarevoli senatori, nOln ci può essere nes-suno tra noi che non provi sdegno e preoc-cupaziO'ne per i fenomeni di criminalità chesi sono verificati in Sardegma in questi ul~timi anni e che, per la particolarità dell'am~biente, anzichè configurare come in altritempi il ,reato di abigeato o quello di rapinaa mano armata, hanno raffigurato e ra.ffi~gurano il reato assai più odioso del seque-stro di per,sO'na a scopo di estorsione. Chi tranoi, del l'eSito, nOll ha provato indignazionee sgÙ'mento nell'apprendere del sequestro epoi della morte di un infelice fanciul10 ra-pito nella terra del senatare Togni?

Ma, onorevoli -colleghi, lo sdegno, la com-mazione e l'indignazione dobbiamo ricona-scere che sono soltanto moti dell'animO' che,seppure assai apprezzabili, non possonoesaurire le nostre considerazioni di uomin!

V LegislaturaSenatO' della Repubblica ~ 6900 ~

16 APRILE 1969120a SEDUTA ASSEMBLEA. RESOCONTO STENOGRAFICO

politici. La verità è che il fatto politico checi deve indurre a meditare e quindi a leg;ferare, came ci accingiamo a fare, nan èdata saLtanto dai fenomeni di criminalitàche tendono a crescere e a diventare semprepiù nuO'vi e camplessi proprio con 10 svilupparsi della società a capitalismO' avan-zato; il fatto palitico che nan può non essereaggetto del dibattito e quindi alla base del.disegno di legge che ci accingiamo a vara-Te consiste da un ,lato nell'individua,re nperchè può svilupparsi in Sardegna un tipodi criminaJli,tà chetrO'va rarissimi risoontriin altre parti del Paese e dall'altro lata nelgiudicare la metodolagia che viene adottatada parte del MinisterO' dell'interno per :re.primerlo e per cambatterlo. Ed è a questopunto che il disoarsa nan riguarda più laSardegna ma investe invece .la politica gene.rale del Gaverna e si ricallega ai temi deldibattito politico che aggi impegnano ilPaese e il ParlamentO' e fanno emergere inmodo sempre più viva la necessità di darel'avvia a un nuova corsa della politica na-zionale.

Signar Ministro, il senatore Pirastu, cheparlerà dopo di me, affrirà un quadro estre-mamente esauriente della drammatica si-tuazione economica della Sardegna e que.sto mi consente di sO'rvolare sopra unO' de-gli aspetti palitici che è centrale al fine del.la motivazione della legge che ci accingiamaa varare. Creda 'tuttavia che sarebbe sba-gliata se io, non sottalineassi due aspetti diquesta situaziane, se non ricordassi, cioè,ohe noi ci troviamo, come nel resto delMezzogiorno, proprio per la palitica delGaverno, dinanzi a una prafonda contradd1-zione che è alla base di tutti gli squilibri cnepresenta aggi la sacietà meridionale.

La contraddizione consiste nel fatto che,proprio il processo di espansiane delle strut-ture praduttive nazionali, propria i modidi investimenta determinana nel Mezzagior-no forme nuove di squilibri e forme nuovedi arretratezza economica e sociale. E loesempio, della Sardegna è tipico in questosenso. È sorta una grande industria chimicae petrolchimica che tende a espandersi si-no, alla produzione delle :fibre ,tessili, indu-stria che si è affiancata a quella tradizionale

delle miniere; sono. sorti a1t.ri impoTtanticompJessi industriali, in particalare si èsviluppata un'industria turistica; in alcunezone ha preso l'avvia un prooessa di investi-menti nell'agricaltura; sono state ciDè spe-se centinaia di miliar,di, tuttavia, malgra-do. questo, anzi si sarebbe tentati di dire pro-prio per questo, per il mado ciaè come que-sto. denaro è stato Ispeso, oltre 150 mila sar-di sono. stati castretti ad emigrare, la popo-lazione attiva è diminuita nei confronti del-la popolaziO'ne complessiva, diminuito è ilinUmerD degli addetti alle attività indust,ria1i,l'esodO' dalle campagne ha assunta propar-ziO'ni impressionanti, il numero dei disoccu-pati e dei soVio-accupati ha raggiunta ver-tici che ci ripartano ai tempi dell'immediatodopoguerra e altre 100 mila danne sono inattesa di travare un lavora.

Le zone ,interne, quelle a prevalente uti-lizzazione pastarale, sono giunte a un talelivello di slpopoilamento e di degradazioneper cui v'eramente non può stupire se acca-dono pO'i gli epi'sodi criminosi che tantoimpressionano.

Allora, onarevoli colleghi, lo scandalo di-nanzi al quale noi ci troviamo e mtorno alquale dobbiamo indagare, IO' scandalo cheturba l'opinione pubblica è dato dagli epi-sodi, sia pure feroci e dolo,rosissimi, di cri-minalità a non invece dal fattO' che a quasi,25 anni dalla Liberazione nazionale la Sarde-gna si Itrava ancora in una condizione di ar~retratezza da fare vergogna a un Paese chesi colloca ira i primi dieci nel mondo per lasua produziane industriale?

Certo, la criminalità deve essere debella-ta, così come deve essere debeIlata ovunquesi manifesti; e certO' dabbiama indagare suimezzi più Idanei perchè passa essere distrut-ta; ma il prima compito che il Parlamentoha dinanzi a sè è quello di indagare per ve-dere qual è il mO'tivo per cui, malgrado la

.Costituzione repubblicana, in quasi 25 anninon abbiamo cambiato il volta di una regio~ne del nostro Paese, nan abbiamo dato pienadignità iUmana alle sue masse di operai, dibraccianti, di contad1ni, di pastori, non sia~ma riusciti a strapparle da un isolamentoohe senza dubbio le mortifica, ma mortifica

Senato della Repubblica ~ 6901 ~ V Legislatura

16 APRILE 1969120" SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

anche la demoorazia e gli istituti democra-tici deJ nostro ,Paese.

Questo mi porta all'altra conside'!:'azioneche non posso esimermi dal fare pe:rchè ri~tengo che il Senato, nel deliberare sull'isti-tuzione della Commis'sione d'inchiesta, deb-ba avere pienezza di elementi per giudicare;non posso cio,è esimeI1mi dal sottolinearel'altra contJraddizione profonda, che è emersanel corso di questi venti anni di vita demo-cratica, il distacco ciOlè ohe esiste tra unoStato democratico che si basa su una Costi-tuziDne che concepisce 101Stato articolatonelle regioni, e una poEtica di Governo chenon salOl ha impedi,to che questa articola-zione si realizza1sse a 1ivello nazionale, maladdove essa già esisteva, come appunto inSardegna, l'ha martificata, snaturata e CDr-rotta, e questo ha fatto proprio quandosembrava accordarle maggiOlri poteri, cosìcome è accaduto quando il Parlamento haapprDvato la legge n. 588 per l'attuazionedel~'a[1tioo,la 13 del,lo statuto regionale.

Farei un torto alla verità se non dicessiche par,te non secandaria della respDnsabi~lità per la marti,ficazione e la corruzione acui è giunto ,!'istituto regionale in Sardegnaricade anche sulla stessa classe dirigentesarda, sulla DemOlcrazia cristiana dell'Isola,sul centro-sini,stra che si è formato in Sar~degna, {responsabili l'una e l'altro di nonaver saputo con caraggio aff,rontare i pro-blemi di rinnovamento della Sardegna e diessersi perduti invece in basse e spesso ver~gognose operaziOlni di sDttogoverno; tantopiù farei un tDrto alla verità se non dicessiquesto prDpriO' nel momentO' in cui una par-te della DemDcrazia cristiana Isarda, quelladi NUDro, abbandona in segno di protestail Comitato regionale del quale fa parte chie-dendo che si ponga fine alle operazioni disottogoverno e che a decidere deJla paliticadella regione non siana più l'ente di sviluppoo il Credito industriale sar,do, ma le forzepolitiche in un libero gioco che non puòescludere, per essere democratico, anche,l'apporto delle oppDsizioni.

È assurdo quindi pensare che punto diipartenza di un'inchiesta parlamentare pos~sano essere episadi di criminalità, per gravie dolorosi che essi siano e sui quali la Ma-

gistratUlra sarda ~ alla quale deve andare,me lo consenta il senatore Togni, tutto il ri-spetto e la stima di quest'Assemblea ~ staindagando efficacemente con i pochi mezziche ha a dispasizione.

Lo scandalO' per il Paese non è dato da,l.l'esistenza di sequesnri di persona, ma dalfatto che esiste ancora una regione nella qua-le l'arretratezza non è stata vinta e alla qua-le vengono sottratti quei poteri e queUe fun~ziani che la Costituzione invece le ricono-sce, ciO'è dal persistere in una politica econo-mica nazianale, in una pdlitirca per il Mez.wgiorno che hanno accentuato ancar più la,secolare divisiane in due parti del nastroPaese; una politica alla quale non è pos-sibile non far risalire sia le tragiche esplo-sio,ni di coUera po,polare sia l'affio,rare difenomeni delinquenziali che solo pOSISonOmanifestarsi nel quadro di una struttura eco-nDmica e sociale che nDn è ancora riuscita avincere le contraddizioni che pOIìta con sèla mancata tmsformazione della pastoriziabrada in aHevamenta razionale e moderno.

LO' scandalo infine ~ ed ecca come il di-,scorso sulla CommissiDne d'inchiesta si ri-collega ai pl'Oblemi che sono oggi aperti di-nanzi al Paese e che investono i,l Ministrodell'interno e tutto il Governa ~ è dato,dal sistema di repressiane che è stato messoin atto per eliminare gli epilsodi di crimina-lli.tà rurale che tanto hanna calpito l'opinio-ne pubblica.

Se ho ,richiamato i fatti del 1899 è persattolineare una linea di cantinuità tra la!politica dei pelloux e quella dei vari Resti-vo che hannO' diretta il Ministero dell'inter-na nel CDrso di questi anni: la differenzatra costoro non è pl'Ofanda nel moda dicancepire la democrazia, lo sviluppo demo-cratico e l'avanzata delle masse popolaridel nostrO' Paese. Anzi se vogliamo andarea fondo nelle COlse,dobbiamo dire che è sta-ta so,lo la vigilanza popolare a impedire cheun De LO'renzo si tralSlforrnalsse aid un certamomento in un più maderno e più agguerri-ta Bava Be:ccaris.

La linea del Gov'erno, del Mini,stero del~l'interno, linea sO'stenuta dagli ambienti didestra e incDraggiata dalla stampa del grandepadronat,O', è stata infatti, per quanto si ri-

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16 APRILE 1969120a SEDUTA ASSEMBLEA -RESO'CO'NTO' STENO'GRAFICO'

ferisce aLla I1epressiane della oriminalità,ancora una vO'lta quella tradizianale: la re-pr,essiane di massa, appO'ggiata ad una baseidealO'gka che ha al suo' centra un razzismO'nemmeno ben camuffatO' ed una vocazioneautO'ritaria che a nulla rinuncia pur di pO'-tersi esercitare a dispetto delle leggi e dellaCO'stituzione della Repubblica.

Esiste su questi fatti ormai una ,intera let-teratura per cui non credo neoessario a talpraposito un lungO' discorsO'. Mi soffermeròperciò solamente su alcuni punti che mi sem-branO' rilevanti al fine di stabilire che se ilsequestrO' di persana è un reatO' rivoltante,ohe è neoessruriO' estirpave, altvettanta rival-tante è il fattO' che il Governo sospenda nel-la realtà tutte le garanzie costituzionali perun'intera :wna del Paese: la Sardegna; e perun'intera categoI1ia di cittadini: i pastori;e che altrettanto rivoltante è -che organi del-lo StatO' agiscanO' ilTI{Punemente violando leleggi in virtù di un'impunità che ad essi innessun modo può esser,e conferita e che nes-suno ad essi ha conferitO'.

In primo luogo vogLiamo sapere dal Mini-stro dell'interno in base a quali criteri è sta-ta riarganizzato il Corpo dei carabinieri.-DO'bbiamO'sapere perchè ai tempi di De Lo-renzo è stata data l'autorizzaZJione ad unanuova struttmaziOlne dell'Arma in battaglia-ni mobi.li che hannO' lasciato senza sicurezzae prO'tezione i piccO'li centri delle zone inter-ne contadine e pastorali per avere forze dipJ1onto impiegO' non per reprimere a preve-nire epi,sodi di oriminalità, ma per interve-nive inveoe in occasione deUe grandi lotte dicarattere sociale delle qrualli l'Isola è stataprO'tagO'nista.

Ecco emergere in quest' O'pera di rristruttu-ra2'Jione deLl'Arma dei carabini,eri un primoindicativo OIfientamentO'. Il Ministro dell'in-ternO' tende in questo modo a trasformare lefarze che ha a prapria disposizione in stru-menti il cui campitO' non è quello di gaTan-tir,e l'ordine pubblico che la .criminaMtà puòturbave, ma queLla invece di usare la fO'rzanel tentativo di risalvere i cO'nflitti sOlcialia vantaggio del IpadrO'natO' e contro i lavo.ratori.

In secO'ndo Luogo il Ministro dell'internoci deve spiegare in base a quali criteri è sta-

toOtraspartato nell'l,sola un carpo di «ba-schi bLu» speciailmente ruddestrato aHa guer-riglia antipartigiana; e deve anche farci sa-pere sulla base di quale dispasiziane di leg-ge i «baschi blu» sano stati autarizzati adO'perare nei mO'di nei quali hanno opera to.Chi ha autO'rizzato i rastrellamenti continuidi interi paesi, le perquisizioni senza man-dato, gli anresti giustificati s.olo dal fatto chechi veniva anestato portava una giacca divelluto o un paia di gambali, come portanO'é1\ppunta i pastO'ri? Chi ha autO'rizzata ca-stDro a fermaI1e una vDlta il v'esc.ovo di Nuo-rO' per chiedergilti i documenti d'identità ea ohiedere i docUimenti di riconoscimento adun gruppo di cansiglieri camunali di Nuoroche, con il sindaco in testa, usciva dall'aulaconsilia,re? Chi li ha aut.orizzati a fermare lemacchine, a farue scendere i passeggeri, te-nendO' il mitra spianato, per perquisirli,mO'lte volte nel cuore della nottoe? FO'rse nonsa il MinistrO' dell'interno che nel corso diuna di queste O'perazioni un nostra collegadel:la Camera è stata Isfiorato daHa patlattaladi un mitra accidentalmente sparata? O for-se ignora il MinistrO' i giovani pastori ucci-si, innO'centi di qualsiasi reatO' e colpevO'lisolo di non essersi fermati aJla prima inti-mazione o di aver ceroaIto di nascondersi perevitare molestie, umiliaZiioni e spessO' anchedolorO'se per,seauzioni?

Il Ministro ci dev,e spiegare se al suo Di-castero, neUe alte sfere della polizia o alSIFAR ~ per,chè anche il SIFAR è implicatonel complesso delle operaziO'ni ~ siiè ritenu-to che i sequesti di persona fossero espres-sione di una guerriglia in atto a sfondo se-paratista, che richiedeva appunto da un latola schedatura, che infatti c'è stata, dei casid-detti separatisti, e dall'altro !'inviO' di uncorpO' addestrato in modo appO'sitO'alla guer-ra antipartigiana. E ancO'ra il Ministro cideve spi,egare perchè ha tolleratO', direi anziha incoraggiato, metodi di indagine e di ire-pressione che \Sono pai esplosi in mado cla-moroso nei fatti che hanno visto per prota-gonisti i più importanti esponenti dellaquestura di Sas.saI1i; ci deve spiegare per-chè ha tallerata o farsie incoraggiato il mO'-do di pracedere nelle indagini che ha pra-fondamente diviso l,e forze dell'O'rdine cara-,

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120a SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 16 APRILE 1969

binieri da un lato e forZie di polizia dall'al~tra, e ha fatto sì che di ,£atto la magilstratu-ra inquirente, la sola castituzionalmente re-sIPons~bile, venisse tagliata fuori dalle inda-gini e spessa, come negli episadi che sonaemersi a Sassari, veni,sse messa dinnanzi adacumentazioni false a manipolate così dasviarne le ricerche e le indagini. Infine ilMinistro ci deve .spiegare come ritiene chesi accordi con un regime di rispetto dellaCastituzione quanto è accaduto e quantoancora accade in materia di rispetto dellapersonalità Ullmvna, continuamente concul-cata per quelle categorie costrette, per illo.ro lavoro, a vivel'e nelle campagne o a se~guire le pecare nella l.oro continua transu~manza.

Certo, onorevoli colleghi, sui fenomeni dicI1iminalità si deve, ed è necessario, indaga-re così che sia possibile individuare UIllagiusta metodologia per giungere rapidamen~te ad un'attenuazione e ad una estinzianedel fenomeno, ma oggi come aggi la primacosa da eliminar.e è il regime di polizia chedi fatto si è realizzato in buona parte dellaSardegna, regime che è in aperto cantrastocan la Costituzione della Repubblica e lecui cons.eguenze anche sul piano economicosono di portata notevolissima.

L'idea della Commissione d'inchiesta fuavanzata per la prima volta dal Ministro perl'internO' Taviani subita dopo i c.lamarosifatti di Sassari. Si trattava da un latO' di unevidente diversivo per distra'I1De l'attenzionedell'opinione pubblica dalle imprese del com-missario Grappone, per un altro verso sitraHava di dare una qualche soddisfazianead una opinione pubblica turbata ormai nonsoltanto dai sequestI1i di persona ma soprat~tutta dal modo di agire della stessa polizia.

A distanza di un anno circa l'imposta-ziane dell'inchiesta nei termini nei quali ve-niva propasta allara appare, onorevoLi col-leghi, chiaramente superata perchè il Consi-glia regionale della Sardegna, con una suaspecifica Commissione, ha indagato profi-cuamente giungenda a conclusioni secondole quali i fenomeni di oI1iminalità rurale so-no una delle risultanti di una condizione eco-no.mica e sociale sulla quale è necessariaagire se si vuale che il fenomeno possa esse~

re definitivamente eliminato, e pa:-oiponendoperciò non tanta misure eli prevenzione o direpressione quanta inv.ece misure di caratte-re econDmico che conducana ad uno svilup-po deHe zone irrrterne deH'Ilsola, soprattuttomediante i,l processo di eliminazione dellarendita £ondiaria parassitaria e la trasfor-mazione della pastorizia brada in madernoallevamento.

Ma qudla impostaziane è superata anchedai fatti che investono la palitica generaledel Gaverno. Avala e Battipaglia hanna di-mastrato che è in crisi la palitica del Mezzo-giorno e che è in crisi la concezione generaleche ha presieduto fina ad aggi agli indirizzidel Ministro dell'interno. Nei canflitti di la~varo è risultata evidente ,la necessità che lapolizia, se deve intervenire, intervenga disar-mata. Per quanto si riferisce alle repressio-ni deHa criminalità in Sardegna è risultatoaltrettanta evidente che altri sana i metodiche debbona essere ~dottati, anche salosul terreno deHa prevenzione e della repres~siane, se si vuale ottenere un qualche risul-tato.

Perciò l'inchiesta che aggi si impone nonpuò essere più quella che indicava l'onore-vole Taviani e che travò una formulazianelegislativa nel disegna di legge che fu appro-vato alla Camera al termine della scorsa le-gislatura. Noi abbiamo bisogno di una inda-gine parlamentare che, partenda dalla con-creta realtà di una regione meridianale qualè la Sardegna, dai suoi drammatici prabbmi, tra i quali ha disgraziatamente un rilie-vo anche lla criminalità rurale, indichi le li-nee deHa nuova politioa di rinnovamenta peril Mezzogiorno e per la Sardegna. È facilepronostkare, onarevoli senatori, che una del-

I le componenti decisive di questa linea di rin-novamento non patrà che essere il rispettadelle libertà dei cittadini, il rispetto dellaCostituziane e quindi la fine di un regime po-liziesco che pesa sulla Sardegna in modo in~soppartabile e rende impossibile la svi~,luppo econamico, sociale e culturale al qua-le la Sardegna ha diritto e che il Senato, so-no sicuro, le vorrà riconoscere approvandal'istituziane della Commissione di inchiesta.

Per concludere, onorevali colleghi, il no-stro Gruppo si farà presentatare di akuni

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emendamenti al testo concordato dalla mag-gioranza della Commissione e condizioneràil suo voto alla portata delle modifiche chesarà possibile introdurre nel testo che ab-biamo ora in discussione. (Vivi applausi dal-l'estrema sinistra. Molte congratulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a parla-re il senatore Togni. Ne ha facoltà.

T O G N I. Signor Presidente, onorevolisena~ori, signor Ministro, prima di dare ini-zio al mio discorso che sarà breve e sereno,così come richiede la materia triste e preoc-cupante della nostra proposta d'inchiestache non ammette nè demagogia nè scandali-smo, consentitemi ~ dicevo ~ che protesti

per le iNazioni e le capziose interpretazioniche l'oratore che mi ha preceduto ha intesodare, in tono di vera e propria falsità, allineare, preciso e corretto atteggiamento cheio non da oggi, ma dal 1967 ho avuto e homanifestato nei confronti di questa dolorosanecessità.

Evidentemente questo atteggiamento ri-sponde a un sistema della parte politica allaquale appartiene il senatore Sotgiu. Egli, evi-dentemente, non ha letto nè il testo deillaproposta di legge da me presentata nel 1967alla Camera, nè la relativa relazione; nè egliè al corrente che la sua parte politica accet-tò il testo da me proposto, salvo un paio dipiccole modifiche di termini che non aveva-no niente a che fare nè con lo spiJ:1itonè conla llettera del provvedimento stesso. Il sena-tore Sotgiu e coloro che la pensano comelui, in relazione sempre al sistema che è pro-prio della parte politica alla quale egli ap-partiene, non hanno evidentemente ,letto nep-pure il testo da me proposto qui di nuovoal Senato nè la relativa relazione, perchè selo avessero letto certe Hlazionie certe fan-donie non le avr,ebbero dette. (Commenti dal-l'estrema sinistra).

D'altra parte, devo dire all'onorevole Sot-giu che il testo da me proposto è quello cheneHa ristretta Commissione di redazione fuda lui approrvato integralmente salvo, all'ul-timo momento, un ripensamento circa l'ac-cettazione formale da parte del suo Gruppo

politico. Il Iche vuoI dire che quelle interpre-tazioni che egH, per amar di polemica, hainteso dare in questa sede sono ben lontanedailla realtà.

Ma parliamo piuttosto di cose serie e ab-bandoniamo questo terreno che altri consi-derano come proprio perchè è il terreno del-lo scandalo nel quale fruttifica una certa for-ma di opposizione; guardiamo piuttosto conmolta serietà a quella che è la parte costrut-tiva della discussione che noi abbiamo incorso in quest'Aula.

Potrei iniziare questo mio breve interventocO'n il cO'nsolante UJso dell'amaro adagio:« meglio tardi che mai ». Ma davanti alla ri-pristinata, anche se ritardata attualità diquesta « inchiesta parlamentare sui fenome-ni della criminalità e della delinquenza inSardegna », mi consentirete innanzitutto dirallegrarmi per il fatto che H tanto dibattutoproblema sia finalmente giunto all'attentoesame di questa Assemblea che sembra, mag-gioritariamente se non proprio plebiscita-riamente (come dimostrava l'ultimo inter~vento, quello del senatore Sotgiu, chesmen-tiva quanto a suo tempo affermato nellaCommissione ristretta, dove aveva acoetta-to il testo integrale, così come era stato ac-cettato dalla Commissione, anche se poi c'èstato un ripensamento e ne prendiamo atto),riaffermare l',esigenza e l'urgenza di quanto,sia pure in mO'di e forme diverse, era statoripetutamente solleoitato ad iniziativa delsottoscritto oltre che di molti autorevoli col-leghi anche di altre parti politiche.

Si tratta di un personale compiacimentoper il varo di una iniziatliva che cerca di ri-dare prontamente ,fiducia aid I\..1Jnapopolazio-ne che in vari e solenni momenti della no-stra storia nazionale, si è resa particolarmen-te benemerita della causa indiViisibile del-l'unità e dello sviluppo democratico del no-stro Paese.

Il drammati:co succedersi di fatti del in-quenziali in Sardegna ha finito per allarmarevasti strati della pubblica opinione immer-gendoH a volte in un'atmosfera di fatalisticarassegnaZlione e a volte :Unun profondo spi-rito di rancorosa incertezza nei confrontidella efficienza e deltla tempestività delnin-

Senato della Repubblica ~ 6905 ~ V Legislatura

120a SEDUTA ASSEMBLEA - REsacaNTO STENaGRAFICa 16 APRILE 1969

terventa dei pateri dello Stato chiamati per-ciò, a torto o a ragione, ad un giudiziO' moltospesso nan trappa edificante.

Bisagna subita premettere che, al di làdelle facili promesse demagagiche e dei ri-carrenti quanto estemparanei interventi ara-tari, la diagnasi approfandita del fenamenanan pateva e non può prestarsi, tuttara, adinterpretazioni cantmddittarie a camunquestrumentalizzabiH lin funziane di questa aquella tesi.

Benvenuta è perciò questa inchiesta par~lamentare che, con i pateri savrani iChe l(j'vengano conferiti, patrà essere in gradO' direalizzare una sintesi e di indicare un meta-do che valga ad avviare, can rimedi prontied efficaci, all'armai insastenibile deteriara-mento della situazione.

Perchè questa è saprattutto augurabile,anarevaH calleghi: che, al di sapra e al difuari del libero divario di apiniani interpre-tative, sgarghi una amagenea indicazianepratica dei rimedi da adattaI1e. Perchè se èvera che il problema affanda le sue aI1igininelle lontananze del tempO', nan è mena esat-to che, nanostante !'impegno sin qui profu-so per rinnavare ataviche situaziani e ram~pere stratificate anamalie, l'attuale realtàsarda ~ nel suo camplessa di candiziani eca~namica-saciali ~ l1isente ancara di una ar-retratezza e di una inadeguatezza di inter-venti che certamente nan agevalana la purfiera valantà e ,le pur vive cancrete passibi-lità di rinascita di questa pO'palo forte e ge~neroso.

Mi rendo conta che la camplessità è la in-consueta delicatezza del problema abbianocausato, sia pure invo:lontariamente, certi ri-tardi e certe esita:zJioni che hannO' finito percreare, intorno alla propasta di una commis-sione di inchiesta, una vera e prGpria im-passe legislativa (secondo molti di nai in~giustificatamente) trasformando in norma,lee sensibilmente lento i,1passo di un iter che~ in altra sede ed in altro mO'mento ~ erastato giudicato degno della procedura d'ur-genza.

Ma l'esitazione e le incertezze devono aggicedere il campo alla ,irrefutabile canstatazio-ne che qui si tratta di un problema estrema-

mente grave ed attuale, anche se non semp:reaccompagnato da episodi di estemporaneadrammaticità, in quanto il rischia che questiepisodi deprecabili possano ripetersi, se nonaddirittura intensificarsi, resta altissima etale, comunque, da dover essere a,l più pre~sto eliminato. Mi corre qui l'abbliga di ri-cardare che nella passata legislatura una miaanaLaga prapasta presentata alla CamelI'a ve~niva in sali due mesi appravata appunta COinprocedura d'urgenza, can unanime cansensodei gruppi politici compreso il gruppo delsenatare che ha parlato prima, senza deter-minare alcun sastanziale contrasto d'opinia-ne, anzi facendo convergere (casa abbastan-za incansueta) sulla stesso abiettivo i parerifavorevoli del Gaverno, dei partiti, della re-gione, degli enti locali e di tutti quei settarIdella pubblica apiniane che nella tempestivainiziativa ebberO' mO'do di individuare unmezzo efficace e castituzianalmente correttoper affrontare il grave e nan più pracrastina-bile esame delle cause remate ed attuali delbanditismo ,in Sardegna.

È mativo di confarta il canstatare e il ri-tenere che a questa stessa canvergenza diindirizzi sia aggi finalmente perVienuta il Se-nato, anche e saprattutta per il pravvida edeterminante incaraggiamenta deHa P,resi-denza, dapa che in sede di Commissiane siè giunti, a seguita di un approfandita ed ar-ticolato dibattitO', alla formulaziane di untesto camune <così dfica!cemente presentata

I dal mlatare, H callega senatore Alfredo Cor-rias.

In realtà si può ben dire che la causalepiù appariscente del dalarasa fenamena siaderivabile anche da una abnarme candizianeecanomico-sociale. Ma questa candizione dievidente arretratezza nan può cansentire larinuncia ad un esame severa ed abiettivadel funzionamentO' di tutti i pateri <castituiti,da quelli 'centrali a queHi lacali, per vederenon solo e non tanto se essi sianG in armo-nia can le obiettive esigenze degli strati piùdiseredati della papalaziane sarda, ma anchee soprattuttO' se essi siano adeguati per at-trezzatura, efficienza e funzianamento alladinamica delle saluzioni di un tempo casìtumultuaso e complessa carne ,l'attuale che

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non ammette ecces.sive quanto defatigantitrafile burocratiche e non giustifica volontàpolitiche che non siano estremamente rea~lizzatrici e responsabi,lmente impegnate.

Abbiamo tutti convenuto sulla necessitàche lo Stato intervenga a tutela dell'inalie~nabile diritto della gente sarda alla propriaincolumità materiale e morale anche e so~prattutto attraverso la coraggiosa e organicaeliminazione di queUe complesse remoreambientali che turbano così gravemente ilprocesso di sviluppo della regione onde mo~bilitare ed impegnare, in una vera e propria

emulazione competitiva, la diretta collabora-zione di ogni categoria, di ogni ceto e di ogniindividuo.

La diagnosi delle origini del male non puòessere perciò soltanto di carattere storicocon finalità intellettualistiche o pseudo ideo-logiche, ma deve confiocare le sue lenti diosservazione nelle caratteristiche ambientaliche devono essere rinnovate dopo una indi-spensabHe e analitica, anche se tutt'altro chefacile, accurata ricerca di tutti gli elementisocio-economici che le hanno favorite.

Questa diagnosi dovrà essere condotta conqualificata e specifica competenza, impegna~ta politicamente a rimuovere gli ostacoli cherallentano o pregiudicano la realizzazione elo sviluppo di un progresso veramente con-creto.

Si tratta di una diagnosi resa difficile dal-la anormalità della espressione conseguen~ziale sfociante quasi sempre in drammaticiatti di oriminalità che, se si possono far ri~salire non di rado a tradizionali concatena~zioni sociologiche con il passato, hanno as~sunto di recente caratteristiche di pressionee di organizzazione così moderne da far pen- 'sare a suggerimenti del tutto estranei allecomponenti tipiche della malavita dell'iso~la o ad un incoraggiamento di tipo partico-lare e difforme verso una omertà che non èsoltanto più queLla secolare del silenzio, maanche quella di una pericolosa indiretta cor~responsabilità e solidarietà con chidelin-que o per segreta simpatia con costui o perprogrediente sfiducia verso chi dovrebbe'Contrastare, preveni're e reprimeve i delitti.

Analizzando il fenomeno, non si potrà nonriconosceve che l'organizzazione e l'as,socia-

zione di certe espressioni delinquenziali trag-gono purtroppo vigoroso alimento da unnuovo disordinato clima caratterizzato dauna violenta e contraddittoria crisi di cre-scenza in cui prendono non sempre positivoriHevo la corsa ai guadagni facili, tipica con-seguenza di una disordinata interpretazionedei vantaggi della «civiltà dei consumi »,nonchè la sete sfrenata e senza limiti di queigodimenti che sono inversamente proporzio-nali ai valori dello Slpirito, dell'educazionecivica e della responsabilità sociale.

Davanti ad esempi straordinariamentedannosi di egoismi secolari e di privilegiinaccettabili, è chiaro che il problema dellavolontà politica di facilitare il recupero e ill'iadattamento di determinate categorieescluse da un livello di vita accettabile, de-ve diventare estremamente più categoricoanche s'e non deve essere ancorato come,è ovvio, a iHusorie quanto inattuabili pro-messe di demagQlgica inconsistenza.

Solo dopo aver delineato, perciò, le ma~nifestazioni di questa criminalità si porràil problema dello studio delle determinantidi carattere generale che sii possono facil-mente individuare in un cQllposo o colpevolesenso di lontananza dello Stato o di unasua supposta inadeguatezza ed inefficienza,quanto meno in taluni settori nev:r~algici,perla diffusione di questa piaga.

Bisogna però av'ere il coraggio di dire chesi avverte in molti cittadini sardi, forse per-chè artatamente creata, una troppo diffusasfiducia in tutto ciò che attiene o si fari~salire allo Stato. Il problema dei rapporticon le pubbliche amministrazioni, con leautorità cQlstituite in geneve, con gli organiresponsabili dell'economia, con le istituzio~ni cui spetta il cQlmpito di promuovere laistruzione e di secondare le finalità promo-zionali del fattore umano, deve essere co-raggiosamente e incisivamente messo a fuo-co in uno spirito di ampia comprensione,ma anche di severa autQlcritica.

Un esempio tipico di queste inoertezze in-terpretative è rappresentato dal modo in cuital uni ambienti sardi giudicano i rapporticon la magi,stratura ohe con la sua inade~guatezza numerica, ancorata, magari controsua voglda, ad una troppo statica rigidezza di

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120a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

forme, è costretta a prolungare il corso del~le procedure e scoraggia coloro che chiedo~no una pronta giustizia riparatrice.

In realtà bisogna rendersi conto anchedella obiettiva serie di difficoltà nelle qualiè costr~;tta ad operare la magistratura stes~sa con i suoi organi ausiliari e quelli pre~posti al mantenimento dell'ordine in unasituazione organica deficitaria e in una con~dizione ambientale tra le meno favorevoli,

Desidero, al riguardo, associarmri conquanti hanno r,eso omaggio all'impegno ge.neroso profuso dalle forze dell' ordine nel~l'adempimento del proprio dovere in Sarde~gna, tanto spesso a prezzo del supremo sa~crificio.

Mi è gradito inoltre condividere il pensie~ro del rdatore Corrias in particolar,e dove,in riferimento al noto episodIo dell'arrestodi akUilli ag,enti e funzionari dclLa questuradi Sassari, disposto nei primi di ottobre del1967 su mandato di cattura emesso dallaprooura dellla Repubblica di quella città, eglirileva testualmente: «l'avvenimento ohe de~,nunciava un aperto contrasto, già in prece~denza avvertito, tra due e poteri deUo Statoseveramente impegnati nella ,lotta contro lemanifestazioni della delinquenza e del ban~ditismo in Sardegna ed ai margini della stes~sa, suscitava il più profondo turbamento nel~la opinione pubblica dell'intero Paese, cheangosciata e disorientata si chiedeva che co~sa accadesse in ,Sardegna ».

Signor Presidente, onorevoli senatori, sit'ratta, in breve, di vOlIere individuare, pertrarne opportune conseguen~e di praticareaI.izzazione attraverso la Commissione par~lamentare che viene proposta, i provvedimen~ti più adatti ad ovviare ad una situazioneormai più cristalizzata di quanto non sem~brio Si tratta di una situazione che la dram-maticità di tal uni fatti episodici esaspera,ma non modifica e che occorre quindi esami-nare nel contesto di tutte le componenti peruna meditata rioerca della causa da cui ilfenomeno trae origine, studiando al contem-po quei mezzi e quelle iniziative che posso~no essere adottati per trasformare l'ambienteIII virtù di pronti, adeguati, ma soprattuttoomogenei interventi da parte dell'esecutivo.

16 APRILE 1969

Dai diligenti lavori di questa Commissio-ne non potranno non scaturire sugg,erimen-ti tali da oonsentire il potenziamento degliinterventi dello Stato in virtù di una azioneben concentrata, razionalmente concepita econvenientemente stimolata dalla convergen~za di tutti i poteri pubblici dell'Iiso'la, mO'bili~tati per una bonifica soprattutto psicologicache deve essere pr,egiudiziale per il buon fi-ne delle riforme di struttura e di funzionesulle quaili si incentra lo sviluppo sociale edeconomioo della Sardegna che si deve asso-lutamente incoraggiare proprio per rispon~dere, ancor prima, alle obiettive istanze diuna popolazione sana e laboriosa.

Il popolo sardo ~ appare persino super~£luo il ribadirlo ~ ha ampiamente dimostra~to i suoi saldi propositi di volere avanzaresulla via del progresso, provando di averetutte le credenziali per conseguklo e perciònon vuole vedere ritardata la realizzazionedei suoi legi'ttimi sacrosanti intendimenti.

Non sono d'accordo con coloro che perstrani complessi di in£eriorità polemica o permale intesi pudori politici o magari per di-fendere reconditi inter,essi, si ostinano ad af-fermar'e che la Sardegna respinge questa in-chiesta. Non è assolutamente vero: la Sar-degna è ed è stata sensibile ai fini sociali epolitici di questa iniziativa parlamentare, co-sì come del resto lo è stata nelllontano 1867quando il doloroso travaglio di una analogacrisi la colpiva ingiustamente nel 'suo fieroansito di dignità civile.

In questo 1969 !'iniziativa acquista ancoramaggiore riHevo -e sostanza in quanto si in-serisce nella realtà di un programma di svi-luppo che non può non abbracciare tutte lecomponenti della vita sociale ed economicadella Sardegna, componenti il cui rafforza-mento non può essere condizionato da bat-tute d'arresto dovute a manifestazioni aso-ciali di trascurabili, pur se temibili, mino-ranze.

Si può perciò meditatamente e f,ermamen-te respingere la speciosa affermazione secon-do cui l'inchiesta che la nostra iniziativa èrivolta ad organizzare se la sovranità delSenato ne darà il consenso, come è altamenteauspicabile, possa esser,e considerata, in

V LegislaturaSenato della Repubblict.i ~ 6908 ~

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qualche modo, come un'indagine anche invia indiretta punitiva.

Al contrario: questa inchiesta deve esserevista unicamente come una spontanea macosciente manifestazione di solidarietà daparte degli organi depositari della sovranitànazionale verso una popolazione che non me~rita un fenomeno troppo a lungo lasciato dif~fondersi e svilupparsi.

È una spontanea manifestazione di solida-rietàche considera questo problema vitalenon soltanto per le sorti della Sardegna maper quelle del pr,estigioe della dignità del-l'Italia intera.

Coloro che saranno chiamati a questo ar-duo lavoro di verifica e di diagnosi compiran-no un'opera veramente meritoria se avvian~dosi, con alto senso di responsabilità, allaanalitica comprensione delle cause recenti eremote del fenomeno del banditismo in Sar~degna, sapraJIlno, oonfortati dall'essere diret~ti ed obiettivi rappresentanti del popolo, in-£rangere coraggiasamente ogni sohermo eogni diaframma versa quelle verità che lapubblica opinione ha il diritta di conosceree nOli tutti in Par,lamento abbiama il daveredi riveLare.

Si tratta di un impegno di alta tensionespirituale e morale, oltre che semplioementepolitioa. Una vera occasione storka per daregiustizia a chi la merita e, soprattutto, perdimostrare che il Parlamento nazionale è ve-ramente in grado di rispondere all'appellodei cittadini in Sardegna impegnati su unavia di progresso e di respons.abilità e non se-condi a nessuno nel difendere ed esaltare lafunzione e il pvestigio della viera democra-zia. (Applausi dal centro. Congratulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritta a parlareil senatore Castellaccia. Ne ha facaltà.

C A S T E L L A C C I O . Mi sembra chel'aspetta positivo di questo disegna di leggestia nel fatto che assegna dei compiti di dia~gnasi e di terapia alla Cammissiane di in-chiesta. Tali campiti sono espressi saprattut~ta dall'articalo 2 che recita: «La Commis-siane parlamentare d'inchiesta, esaminate lagenesi e le caratteristiche dei fenomeni del-

la criminalità e della delinquenza in Sarde~gna, praporrà le misure necessarie atte aprevenirne le cause e a reprimerne le mani~festazioni. La Commissiane inoltre ha il com~pita di proporre tutti quegli interventi pub-blici organici e coordinati, che si ravvise~ranno ancara necessari anche al fine di supe~rare l'attuale depressa situazione socio~eco~nomica, specie nelle zone interne, in armo~nia con i criteri e gli obiettivi del pianodi rinascita della Sardegna)}.

la creda che la discussione su tale disegnodi legge debba risalversi soprattutto in uncantributo sincero a chiarire i campiti chela Commissiane d'inchiesta davrebbe avere.Che il banditisma abbia una staria lungain Sardegna lo sappiama tutti, la ha ricor~data anche il senatore Tomassini: è difficiletarnare indietra nella staria della Sardegnasenza ritrovare parallelamente la staria delbanditisma. Dopa la guerra abbiama assisti~ta ad un fenomena di trasfarmazione delbanditisma sardo: prima il tipo di delin-quenza era soprattutta legato al bestiame,al furta di capi di bestiame, alla falsificazio~ne delle bollette anagrafiche del bestiame,allo sgarrettamento, all'uccisione delle be~stie; dapo la guerra l' oggetta del crimine siè spostato e si è incentrato in ma do parti~colare sul sequestro di persana a scopo diestorsione e sugli assalti a quakhe bancadi paese a agli uffici postali.

Insieme a questa trasfarmazione del tipadi crimine si è avuta quella dei protagonistidei fatti criminosi: ciaè, quando la delin-quenza trovava sfogo intorna al bestiamee su di essa, era sempre o quasi sempre ilpastare il protagonista dell'atto di delin-quenza; con la trasformaziane della tipolo-gia del crimine sono cambiati i pratagoni~sti e negli ultimi anni abbiamo vista finirein galera ed essere incriminati professioni-sti, artigiani, commercianti, aperai e per~fino avvocati; abbiamo cioè assistito ad untipo di alleanza, quasi ad una formazionedi società tra i pastari ed i cittadini nelcrimine.

Quali sono le cause di questo nuovo tipodi delinquenza? In Sardegna si tengono di.scussiani, dibattiti cui si invitano giarnali-sti del continente, uomini politici, sociologi

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e tutti sono d'accordo nel riconoscere che lacausa principale del nuovo banditismo tro-va spiegazione nel tipo di civiltà nuova chesi è creato in questo ultimo decennio, lacosiddetta società consumistica.

Io ho letto poco tempo fa «Mitra e Sar-degna» di Gigi Ghirotti, un giornalista della« Stampa ». Non so se le testimonianze cheegli ha raccolto siano del tutto fedeli, mavi è una pagina in cui Gigi Ghirotti dice cheMesina fu visto spesse volte attraversareOrgosolo su una «sprint» potentissima.Questo vuoI dire che perfino i pastori han-no subìto una trasformazione nella menta-lità, che anche i pastori hanno subìto gliinflussi, l'irruenza, l'azione e le conseguenzedella società consumistica. Del resto bastaandare nei paesi dell'interno, anche nei pae-si di montagna, dove gli abitanti sono in pre-valenza pastori, per trovare in molte caseil televisore, il frigorifero e molto spessoanche la lavatrice.

Vi è ora da chiedersi se questa nuova for-ma di banditismo, di delinquenza, che trovasbocco nel sequestro di persona a scO'po diestorsione, sia ancora legata alla strutturafisica dell'ambiente sardo, soprattutto del-l'interno, e alla struttura socio-economicadell'interno della Sardegna. Tutti i sardi so-no convinti che le ragioni siano sempre lestesse, cioè le grandi distese deserte, i boschifitti ed impenetrabili, le montagne rocciose,ma soprattutto il fatto che vastissime zonesiano ancora spopolate, cioè che i delinquen-ti possano circolare tranquilli per chilo me-tri e chilometri senza trovare ostacoli e che,se trovano dei cittadini o dei pastori, questisono indifesi, lontanissimi dallo Stato e dal-la polizia; e dovrebbero essere degli eroi perdenunciare ciò che hanno visto!

E le conseguenze sono sempre le stesse.Duemila anni fa, quando i romani occupa-rono la Sardegna, dal centro dell'Isola siscendeva nel Campidano, nelle zone di pia-nura per rapire bestiame e frumento. Nelsecolo scorso, fino al vicinO' anteguerra, siscendeva a valle per razziare il bestiame.Oggi ci si avvicina ai nuclei di industrializ-zazione, alle fabbriche ed ai centri turistici,non più per rapire bestiame, ma uomini. Sidice che bisogna essere più decisi nelle for-

me di repressione. Un sardo di un certovalore è stato invitato l'anno scorso a Mi-lano per partecipare ad un dibattito sulbanditismo in Sardegna. Professore e uomopolitico, ha fatto delle osservazioni, che ame sembrano giuste. sul tipo di lotta chela polizia conduce nei confronti dei latitanti.Ha rilevato che è vero che i giovani che ar-rivano dal continente, i « baschi blu », sonopreparati atleticamente e forse sonO' anchedei giovani coraggiosi, ma sono educati edallenati in palestra ed in caserma e soprat-tutto sono nutriti in caserma. Si sostenevain quél dihattitO' che per combattere il lati-tante bisogna vivere come lui, cioè bisognaresistere almeno tre o quattro giorni all'ad-diacdo, mangiando non al tavolo deNa ca-serma ma in mezzo ai boschi e sulle mon-tagne e soprattutto marciando di notte.

In un ultimo dibattito al quale ho assistitoa Sassari un giornalista sardo ricordava unepisodio del quale egli fu testimone ad Ozie-ri, quando fu sequestrato il figlio del diri-gente della Fiat di quel paese. Decine e de-cine di cittadini si offrirono volontari per in-seguire e rintracciare i banditi che avevanorapito il Petretta. Ebbene, diceva il giorna-lista, per testimonianze che aveva raccolto,che alla fine della giornata, arrivati alle 7 disera, i « baschi blu» rientravano a Ozieritperchè quella era l'O'ra della cena; ma eraproprio l'ora in cui sarebbe stato più neces-sario inseguire i latitanti per non dare lorotregua. Evidentemente, anche nel tipo di re-pressione, vi sono delle manchevolezze, chebisogna coprire soprattutto attraverso laesperienza che in questi anni è stata fattain Sardegna. Senza considerare le storture,gli arbitrii, le sopraff~zioni da parte dellapolizia, come si rileva dai fatti che sono statidenunciati non soltanto da uomini politicidi sinistra, ma di altre parti politiche.

Quali sono i rimedi che il disegno di leggeaffida alla Commissione d'inchiesta di ricer-care? Non credo che ci sia sardo che nondica che si debba modificare la strutturasocio-economica dell'intera Sardegna. Si trat-ta di modificare le terre, di renderle più fer-tili con provvedimenti opportuni, soprattut-to di ripopolare con interventi massicci le

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zone di montagna e dell'interno della Sar-degna.

Qualcuno nel continente ha scritto che pereliminare il banditismo in Sardegna bisognaeliminare 50.000 pastori. Ora non c'è nessunsardo, come non c'è alcun economista ouomo politico di buon senso che pensi dieliminare 50.000 pastori, perchè non vale laequazione che tutti i pastori siano banditi,anche se quasi sempre i banditi sono pasto-ri. Se 10, 20, 30, 100 pastori sono banditi, glialtri non lo sono. Ricordo di aver letto inun articolo scritto da un uomo politico sardoche eliminare 50.000 pastori in Sardegna sa-rebbe la stessa cosa che bombardare la cittàdi Milano perchè a Milano si rapina qualchebanca osi rapinano i distributori di benzina.Non si può punire un intero ceto sociale, unaintera classe perchè lo 0,5 per cento di quel-la classe è fatto di delinquenti.

Ora, nella diagnosi generalmente uominipolitici e sociologi di diversa provenienza sitrovano d'accordo nel concludere che il se-questro di persona e il banditismo, se nontrovano proprio la causa nella pastorizia,almeno nascono in essa. Ma non si è d'ac-cordo nella terapia. Quando si fanno con~vegni di pastori si sente incolpare soprattut-to la proprietà assenteista, i proprietari diterre che affittano i terreni al prezzo più altopossibile e non intervengono per bonificare,migliorare i loro fondi. Si dà la colpa ai com-mercianti, agli industriali che cercano ditrarre il maggiore profitto possibile dallarete commerciale o dalla rete di distribuzio-ne dei prodotti della lavorazione del lattema evidentemente i commercianti e gli in~dustriali fanno i loro interessi. Qui perciò de~ve intervenire l'azione pubblica.

Si è detto da parte di quasi tutti gli inter-venuti nella discussione che il problema del-la Sardegna è un problema nazionale, chenon deve essere il problema di una isola, diun lembo di Italia. Ciò che succede in Sar-degna deve interessare tutta l'Italia. E nonè con molto conforto che qui stastera parte-cipiamo a questo dibattito con uno scarsonumero di presenti; sembra quasi che il nu-mero dei presenti voglia ricordare la negli-genza, la mancanza di sensibilità quasi seco-lare che lo Stato italiano ha dimostrato neiconfron ti della Sardegna e dei sardi.

La regione e lo Stato devono inte['venireper modjjficare le strutture interne. Si trat~ta di rompere !'isolamento strutturale dellezone interne, che è anche un isolamento dicostume, perchè è legato alle strutture eco"nomiche e sociali ,radicate in quelle mneOIrmai da miUeni.

Il s,enatore Tomassini e il senatore Sotgiuhanno fatto rife1riment'o al valore della per-SOlna,<'tIvalore che può ess.er dato alla per-sona umana da parte dei pastori. C'è unconcetto moderno di pedagogia e di sodolo-gia 'Che dà valore alla persona dell'uomo aseconda del tessuto, della rete dei rapportiche riusciamo a stabHir,e con gli altri uomi-ni; cioè noi valutiamo Uln altro uomo e nel-lo stesso tempo la persona umana tanto piùquanto più ci sentiamo legati agli ahri equanto più sentiamo che gli a'ltri sono legatia nOli. Nell'interno della Sardegna si viveda soli per giorni, per s.ettimane, per mesi,a cOlntatto soltanto con il bestiame. Eccoperchè il concetto del valOlre della personaumana è del tutto insufficiente. Io vorrelÌ chei colleghi visi,tassero i centri industriali chesono nati in Sarrdegna in quest'ultimo pe-riodo. A Porto Torres è nata una zona indu-striale dove sono affluiti miglia'ia di pastori,di contadini dal!'intemo della Sardegna. Eb-bene, questa gente va lentamente trasfor-mandosi. Le lotte sindaoaH, gli interessi,che non sono più del singolo ma che diven-'tana gli iluteressi di centinaia, di migliaia dipersone, hanno fatto di questi operai degliess.eri nuovi. E se violenza qualche voltasi fa, se qualche volta prepotenza si fa, è unaprepotenza che ha scopi, compiti nuovi; è lariv.endioazione dell'aumento di salario, è laDivendicazione del'l'abolizione deUe zone sa-lariali, di un miglior trattamento nei rap-porti di lavo:ro all'inteJ1llo delle fabbriche.Si tratta di impulsi che trovano scopo invalori nuovi e dvHi che vengono a ques.tisardi ar1rivati dall'inteJ1uo dal tipo di vitanuovo che ad essi è stato dato.

Ecco perchè, per queste esperienze, noiVQnemmo che !'intervento dello Stato fossepiù massiccio, più responsabile. Il piano dirinascita prevedeva, d'accordo col Governodel110 Stato i,tali<ano, un intervento massic-cio delle Partecipazioni statali in Sardegna.Ehbene, questo int,ervento 3!ncora oggi è li-

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mitatissimo. La classe dirigente sarda, sen~za differenze, dalla sinistra alla destra, hachiesto ripetutamente l'tintervento dello Sta~to in questo senso, affinchè si facesse nascerenel oentro delIra Sardegna una industlria pe~sante, un'industria di base che rompessecerti schemi tradizionali di economia agro~paMOIrale. Ma questo ancora non si è avuto.

Un altro aspetto del quale ci lamentiamoè que'llo dell'aggiuntività; ne ha parlato, mipare, il senatore Sotgiu. Il piano di rinascita,che una volta Nenni a Sassari, tanti anni fa,chiamava la « pioggia d'oro}}, prr,evedeva de~gli stanziamenti straordinari aggiunt,ivi neiconfmnti del bilancio ordinario della re~gione e sopraHuM'O nei confronti dei fondiche regolarmente, ordinariamente, lo Statodevolveva a vantaggio delle zone mer,idiona-li. Ebbene, con l'approvazione del piano dilTinascita sOlnoV'enuti a mancare, o almeno adiminuire, OOinuna percentuale assai note-vole, quelli che ,erano gli interventi, gli aiutiche lo Stato davla alla Sardegna. Ora, pertintelrvenir'e con efficacia perchè certe s,trut-tuve arcaiche possano essere rimosse, oc-corrono interventi di emergenza, non inter~venti economistki; occorrono interventistmordinari perchè s'tlraordinaJ1ia è la si-tuazione nella quale noi in Sardegna ci tro~viamo. Criteri di emerg'enz'a quindi per si~tuazioni di emergenza: uno sviluppo indu~stI1iale che, con tuMe le difficoltà obiettiveche si possono rkonoscere per l'isolamentodella Sardegna, può oertamente sollevareil r,eddito dei sardi ma soprattutto modifi~carne il costume, l'educazione, la mentalità;un'educazione professionale condotta piùrazionalmente, che dia veramente una pre~parazione di base seria, profonda ai cit~tadini e anche ai pastoI1i dell'interno, per-chè possano essere timmessi più consapevol-mente nellavoI1o.

Un'al,tra critica, un'altra lamentela, un'al~tra esigenza che viene sempre espressa daisandi riguarda il funzionamento della giu"stizia. Sappiamo tutti che vi sono oitta~dini che in Sardegna vengono incarceratiper due, tre, quattro anni prima del ipro~cesso. ara, che fiducia si può avere in unoStato che chiede ai latitanti di costituirsi epoi li costringe a restar,e tire, quattro anni

lontani dalla famiglia, in carcere, pr,ima an~oora che si accertilno ,le loro responsabilità?Che fiducia si può avere ,in uno Stato cheabbandona le famiglie dei carcerati e nondà loro nessuna assistenza? Che fiducia sipuò avere in questo Stato che, quando ri~mette in libertà i carcerati, dopo che la penaè stata scontata, non dà loro nessun aiuto?

Per la brevissima esperienza parlamenta~,lie che ho fatto, debbo dire che molti sonogli ex carcerati che chiedono lavoro, siste-mazione, aiuto, perchè nessuno conclTeta-mente, solidalmente li assiste nel reinseri-mento nelia società. Vi sono altri aspettidi cui forse è ['esponsabile anche la classedir1igente sarda. Dioo, per esempio, che so~Iprattutto i partiti democratici non hannoassolto del tutto il loro compito dal momen-to che ancora oggi in Sardegna è difficilis-simo convincere i pastori, i contadini a la~vorare insiem,e, in cooperazione; è una ca~renza di oui tutt<i i sindacalisti, tutti i diTi~genti di coopera,tive si lamentano. È veroche il sardo è legato a veccMe tradizioni, èvero che è individualista, ma evidentementein questi vent'anni di democrazia l'azioneeducatrice della classe politica di,rigent'e nonha del tutt'O assolto i suoi compiti.

Ci potr1ebbero essere altr:e soluzioni chesono state indicate anche in trattative regio-nali cui mi è oapitato di pa'rtecipa'r,e; soper esempio che le compagnie baraoellari,che sono fatte di volontari che si riunisconoper combattere l'abigeato, fino a poco tem-po fa lamentavano di non goden~ di un'as~sicurazione: erano for,se i soli rappresen-tanti dell'ordine, anche se volontari, che nonavevano il di'fitto di essere assicurati, cheandavano incontro al rischio, che potevanoanche correre pericolo di vita senza avereil minimo di assicurazione.

Per finire vorrei fare un discorso brevissi-mo sui giovani. In questi ultimi anni i gio~vani sono sbat'i protagonisN nei fenomenidi delinquenza in Sardegna, anzi i delittidi cui si sono macchiati sono stati forse piùrisoluti, più decisi, più efferati, più crudeli.Ci sono valori negativi ai quali i giovani siappellano; si dice che nelle zone interne igiovani si rifanno al mito del «balente »,del co:raggioso pastore ,che abbandona il

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suo paese e si dà alla latitanza, sfida le for-ze dell'ordine, sfugge agli accerchiamenL,uccide persino Irappresentanti delle forzedell'ordine. In un'inchiesta fatta anni fa adOrgosolo diversi mgazzi delle scuole elemen~tari e delle scuole medie, quando si chiede-va loro che cosa avrebbero voluto fare dagrandi (almeno così dicono certi giornalistiche hanno condotto l,e inchieste), esprime-vano il desiderio di diventare famos,i comeMesina. Certamente non era giudizio !razio-nale di persone consapevoli; erano ['agazzi,ma questo dimÒstra quanto il mito del ban-dito sia ancora vivo rnelle zone delnnternodella Sardegna. Nelle zone cittadine, comeSassari o Cagliari, o nei paesi di una certaevolu~ione intorno a queste grosse città c'èil mito del gangster, ,seguito da quei giovaniche vanno in « sprint» a rapinare botteghe,negozi e bar e molto spesso ad uccidere, co~me è successo diverse volte in questi ul,timianni.

Si tratta di dare a quesri giovani una com-pensazione di valori; si tratta di sostituireqruesti valori negativi oon dei valori che pos-sono venire dalla cultum, dano sport, dal-l'assistenza seria, organizZ!ata che la classedirigente, intellettuale può dare ad essi.Soprattutto si tratta di dare a questi giovaniuna prospettiVia sioura nel lavoro e nellavita.

Il senatore Sotgiu ha ricordato che in Sar-degna vi sono 100 mila donne senza lavoro;io voglio sottolineare che c'è un aspet,tomoho più grave oltl'e quello del lavoro. Sesi va nell'interno della Sarrdegna, anche neipaesi non lontani da Sassari, si trovanosoltanto gruppi di vecchi (i giovani sonoemigrati) che stazionano sui marciapiedi,aspettando che arrivi qualche proprietarionon troppo grosso, dal momento cbe grossinon ve ne sono, ad offrire una misera gior-nata di poche oentinaIa di lil'e. Oltre ai pro"blemi della disoccupazione delle donne visono anche problemi morali. Ho avuto occa-sione a questo proposito di parlare con sa-oerdoti che denunciano un fatto gravissimo:le donne giovanissime de'll'intemo della Sar-degna non riescono a sposarsi. :È questoun problema di una gravità eccezionale chetutti comprendiamo e sul quale vorrei chetutti \riflettessimo.

Queste obiettivament,e ci sembrano le con-dizioni e le necessità della Sardegna e deisardi. Per queste ragioni, che sono ragionistoriche, sociali ed eçonomiche, chiediamocomprensione, ma anche e soprattutto chie-diamo di essere giustamente aiutati; chiedia-mo che i risultati, le indicazioni alle qualiarriverà la Commissione di incMesta non silimitino ad essere soltanto risultati ed in-dicazioni ed i ,rimedi che veril'anno trovatie studiati diventino veramente rimedi con-creti e solidi, altrimenti la Commissioned'inchiesta perde il signÌlficato d'azione seriadello Stato nei confronti dei sardi.

Con questi sentimenti noi daremo il votofavorevole del Gruppo socialista al disegnodi legge che propone l"inchiesta parlamenta-re Isui fenomeni della criminalità e della de~linquenza in Sardegna. (Applausi dalla si-nistra. Congratulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a parlareil senatore Cuccu. Ne ha facoltà.

C U C CU. Signor Presidente, onorevolicolleghi, signor Ministro, il Gruppo del Par-tito socialista italiano di unità proletaria nonha ragioni particolari, nè di principio nè po-litiche, contro !'istituzione di Commissioniparlamentari d'inchiesta su problemi che ri-sultino per qualche verso di eccezionale gra-vità ed interesse per la collettività nazionale.

Non ne ha molte neppure a favore, per laverità, dopo i molti esempi, a dir poco delu-denti, delle diverse Commissioni d'inchiestache sono o non sono state costituite, nel pas-sato anche recente, e che una volta costituitehanno più o meno pacificamente iniziato illoro lavoro, ma lo hanno poi sempre condot-to a termine nel disarmo più o meno totale,non solo delle premesse istitutive della Com-missione e della volontà inquirente dei com-missari, ma dello stesso interesse dell'opinio-ne pubblica che era stato alla base di quellepremesse. Pensiamo, tanto per fare qualcheesempio, alla più innocente delle Commis-sioni di inohiesta, alla Commissione di inda-gine sulla scuola, che si costituì fondandosisu tante attese, non solo del mondo dellascuola, e si insediò con propositi generosi esolenni e certamente autorevoli per l'altascienza e coscienza degli uomini, parlamen-

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tari e non parlamentari, che la componeva-no. Qrhene si sa che poi, lungo la strada, siperse un po' il filo di quei propositi, e suquanto di essi era rimasto nella relazioneconclusiva ~ documento di indiscussa pro~bità, per quanto cauto e limitato negli assun~ti politici ~ si abbattè alla fine la censuradel ministro Gui, che ritenne di tenerla persè nella stesura integrale, e di divulgarla so~110in una sintesi pUI1gata che gettò prima nelsospetto e lasciò poi nell'indifferenza tuttiquanti ~ uomini della scuola, sindacati edopinione pubblica ~ intorno ad un proble~

ma che era certo di eccezionale importanza,certo non meno del banditismo sardo, e checertamente più di questo si trovava al centrodella vita nazionale. È toccato poi a ben altroche ad una Commissione di indagine di ri-proporlo all'attenzione drammatica del Pae~se, come tutti sanno, abbondantemente, den~tro e fuori di quest'Aula.

Pensiamo però anche ad altre Commissio-ni, più politiche che conoscitive, formate disoli parlamentari: a quella sulla mafia sici~liana, per esempio, che pare non esista piùe non sia mai esistita dacchè se ne è occupatala Commissione parlamentare di inchiestae specie in questa fase conclusiva dei suoilavori; e ciò in contrasto stridente, ben siintende, con quanto della mafia pensano esanno i siciliani, la stragrande maggioranzadel popolo siciliano, i lavoratori della Sici~lia, che la mafia debbono sopportarla sulleproprie carni, nella loro vita quotidiana.

E pensiamo anche alle Commissioni chenon si sono fatte quando ci volevano, chesi è impedito di fare quando l'opinione pub-blica le reclamava a piena voce: a quella sulgrosso scandalo di Fiumicino, per esempio,che da solo si è portato via in pochi anniassai più miliardi di quanti ne abbiano som-mati in un secolo tutti i sequestri di personaeffettuati in Sardegna; o a quella che non siè fatta sui mille miliardi dei quali la Feder~consorzi non vuoI rendere conto; o a quellache si reclamò a suo tempo in termini dram-matici sulle centinaia di miliardi dell'affa-re dei tabacchi o su altri grossi fatti e per~sonaggi del prepotere democristiano in que~sti ultimi vent/anni. Io, poichè sono sardo,

penso anche alla Commissione parlamentaredi inchiesta nominata l'anno scorso dal con~siglio regionale sardo sull'operato del-l'ETFA6, ente di riforma agraria operantein Sardegna dal 1952, diventato ora nientemeno che ente di sviluppo agricolo in Sar-degna senza cambiare nulla della sua strut~tura organizzativa e dei suoi massimi e mini-mi dirigenti, che sono molti. È un ente checostìtuisce un esempio, forse non unico macertamente scandaloso, per un verso di in~concludenza tecnica e organizzativa in mate~ria di riforma agraria e di sviluppo agricolo,e per l'altro verso di interferenza illecita nel-la vicenda politica regionale, nella quale essoha gettato i suoi oonsiglieri e assessori re-gionali, ed anche i suoi deputati e i suoi se~natori, fabbricandoli con perfetta tecnica bo-nomiana ed alterando in termini estrema~mente negativi e pericolosi l'equilibrio dellastessa programmazione eoonomica regionalee perfino il rapporto delle rappresentanzepolitiche sarde anche alI/interno della stessaDemocrazia cristiana, se è vero quel che inproposito denunciano ormai non solo le si-nistre ma la stessa rappresentanza ufficialedella Democrazia cristiana nuorese, da alme-no due anni.

Ebbene, questa Commissione, nominata daun'assemblea regionale in cui la maggioran-za relativa è democristiana ed il Governo è dicentro~sinistra, questa Commissione d'in~chiesta sugli illeciti dell'ETFAS (96 miliardisperperati in 10-12 anni ~ attuale stato fal-limentare) è stata recentemente sciolta di au-torità e con molta sollecitudine in seguitoa un rioorso del Governo nazionale davan-ti alla Corte costituzionale, che si è espressafavorevolmente in ordine alle ragioni di com-petenza, quindi del tutto formali, in basealle quali il Governo nazionale aveva impu-gnato la validità del,la legge istitutiva regio-nale.

Cosicchè, di fronte a questa proposta cheabbiamo sotto esame per la costituzione diuna Commissione d'inchiesta sul vistosoquanto sciagurato e falso problema del ban-ditismo sardo, il primo nostro pensiero correa che cosa si vuole nascondere, a che cosa sivuole insabbiare di questo triste capitolo

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della nostra vita nazionale, specialmente secansideriamo che il primo a presentare que-sta proposta di legge è stato stranamenteil senatare Togni, sia nella passata che nellacorrente legislatura.

Credo infatti che la sollecitudine ostinatadel senatore Togni costituisca un'aggravan-te indubitabile a sostegno delle nostre per-plessità. Io creda che, sardi o non sardi, sialbbia un pO" tutti il dovere per la mena disaspendere il giudizio sull'autenticità del tra-vaglio spirituale del senatore Togni in ma-teria di scandali e di inchieste parlamentari.E di1rò, da saI"do stavolta, al senatore To-gni che sarebbe stato oGJportuno e legittimoda parte sua usare maggiore prudenza e di-screziane, giacchè anohe per le inchieste delParlamento sarebbe bene che ciascuno pen-saSSe prima alle inchieste di casa sua.

Tutta ciò premesso per necessità e daveredi chiarezza, teniamo a ripetere che non sia-mo contrari alla costituzione di una Com.missione d'inchiesta sui fenomeni di crimi-nalità in Sardegna. SiamO' anzi anche noifirmatari di una delle tre proposte di leggepresentate in Senato su tale argomento per-chè, per quanta scettici e perplessi, nan ab.biama alcun motivo per intralciare l'azionedel Parlamento intesa a far luce su uno deiproblemi più oscuri e discussi della vita ci.vile della Nazione nell'ultimo ventennio.

Siamo favorevoli ad una Commissione diinchiesta seriamente definita ~ella natura,nei compiti e nelle modalità operative e per-ciò cominciamo con il dissentire dal testodella Commissione modificato rispetto alletre proposte ariginarie ed unificato a colpidi maggioranza.

Dissentiamo dalla stessa definizione dellaCommissione, che si legge nell'articO'lo 1;e non ci soddisfano nemmeno i compiti adessa affidati ohe sono contenuti nell'artico-lo 2, per quanto apparentemente intesi a ve-nire incontro ai contenuti generali della no-stra proposta e dell'altra praposta democri-stiana.

Perohè dissentiamO' dalla definiziane chesi vuole dare della Commissione? Che cosavuoI dire o che cosa può essere nel concretoun'inchiesta sui fenomeni della criminalità

e della delinquenza in Sardegna? Che cosasi vuole chiedere sui criminali e sui delin-quenti? Mi pare che questo sia un compitodella polizia e di nessun altro. Può una Com-missione di trenta parlamentari trasfarmarsidi colpo in un corpo speciale di trenta super-poliziotti? È un'ipotesi per 10 meno proble-matica. Ed in che cosa differisce la crimina-lità dalla delinquenza? Quale concetto unaparola aggiunge all'altra? Ed a chi farannole domande i trenta parlamentari? Ai ban-diti che andrannO' a scavare, essi con la laraspeciale autorità, per le grotte e i sentieri im-penetrabili del SO'pramonte di Orgasolo? Ointerrogheranno ancora i prefetti, i questari,i magistrati, i sindaci, gli uamini politici ei rappresentanti degli organismi economici edelle organizzazioni sindacali? E che cosachiederannO' a castaro che non sia già statochiesto decine di volte in sede giudiziaria, onelle sedi politiche, o non sia stato scrittocentinaia di valte su libri e giornali?

Senatare Togni, prima dei proponenti diparte governativa, giacchè nel testo unificatoè prevalsa la formulazione della sua proGJo.sta, potrebbe darci risposte esaurienti a que-ste legittime damande che io le pongo? Ilmio pensiero è che dietro queste indicazio-ni ridondanti e tmculente di criminali e didelinquenti non ci sono nè criminali nè de-linquenti, ma tutt'altra cosa ed anzi il con.trario dei delinquenti e dei criminali, che ilsenatore Tagni non ha il coraggio di indi-care con i nomi veri, celati nelle sue inten-zioni, neppure trappo segrete.

RifacciamO' un po' di strada assieme e ve-diamo la genesi e la natura vera di questoimpulso moralizzatore del senatore Togni.Non c'è bisogno di tornare ai secoli andati.Mi basta dare una risposta a questa doman-da: ci sono stati prima dellO attobre 1967~ data di presentazione alla Camera dei de-putati della prima proposta di legge del se-natore Togni ~ fatti luttuosi di criminalitào pretesti di altra natura che comunque giu-

stificassero una iniziativa parlamentare delgenere? C'è una ragione precisa a sostegnodi questa data starica, cara al senatore To-gni? la creda che fatti luttuosi ce ne sianostati molti in Sardegna in quest'ultimo ven-

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ticinquennio di democrazia repubblicanameritevoli di interesse parlamentare anchea livello dell'istituto della Commissione par-lamentare d'inchiesta, e non voglio rianda-re ~ come dicevo ~ nè a secoli passati, nè

al ventenni o o al decennio trascorso: mi ba-sta rifarmi a tempi molto recenti, a unasola parte di quelli contrassegnati dall'im-piego colonialistico di forze speciali di re-pressione nell'Isola. Nel solo 1967 c'era stato iil massacro di un'intera famiglia ad Ollolaida parte di banditi rimasti tuttora ignoti edimpuniti; dal maggio all'agosto vi erano sta-ti otto clamorosi sequestri di persona e dueferoci assassini, uno a Cagliari in /piena cittàe l'altro a Villanovatulo, nel centro dell'Iso-la; nello stesso periodo c'erano stati nume-rosi conflitti a fuoco tra banditi e forze del-l'ordine e in uno di essi, il 18 giugno, ave-vano trovato la morte due {( basohi blu »,Pietro Ciàvola e Antonio Grassìa, entrambisiciliani, di 22 anni, nella zona di Sa Feru-la, tristemente famosa per i fatti di san-gue che da sempre vi sono stati consumati.

Il bandito numero uno, Graziano Mesina,era stato almeno due volte accerchiato e da-to per preso, riuscendo peraltro entrambele volte a sfuggire senza lasciar traccia di sèe scrivendo poi tranquillamente lunghe let-tere ai giornali per scolparsi da accuse di se-questri che egli diohiarava infondate e con-cedendo interviste mondane agli inviati spe-ciali dei giornali della Penisola e dell'estero.Il 10 settembre era avvenuto un fatto abba-stanza clamoroso per un uomo di sensibilitànormale, non solo di quella particolare delsenatore Togni: un oscuro latitante, accusatodi aver provocato uno scontro a fuoco conla polizia alle porte di Sassari, il 13 agosto,riuscendo a sfuggire alla cattura, si era costi-tuito non alla polizia nè ai carabinieri nè allamagistratura, bensì alla redazione di un no-to quotidiano di Sassari, rilasciando dichia-razioni, incise su nastro magnetico, alle qua-li il giornale naturalmente diede il massimodi pubblicità e di diffusione e delle quali mibasta citare questa: {( Voglio parlare primacon i giornalisti e poi consegnarmi al colon-nello dei carabinieri» e quest'altra: {(Nonvoglio avere a che fare con la polizia ».

Si tratta di fatti delinquenziali abbastan-za cospicui che provocarono molte iniziativeparlamentari della destra, del centro e del-la sinistra, tutte interessate alla tutela del-l'ordine pubblico in Sardegna. Basta rileg-gere le interrogazioni e le interpellanze pre-sentate in quel periodo: ci fu anche una let-tera aperta al ministro Taviani del compian-to deputato liberale onorevole Cocco Ortu,che cito perchè era una voce di destra e diun galantuomo, che denunciava «il totalepratico fallimento dei grandi ed onerosissi-mi slpiegamenti di mezzi ». E cito il noto ap-pello del Capo dello Stato che nel maggiodel 1967 invitava tutti, sardi e non sardi, re-sidenti nell'Isola, a qualunque attività eco-nomica o condizione socia:le appartenessero,qualunque fosse il grado di responsabilitàcivile ricoperto da ciascuno, ad un « esamedi coscienza» per affrontare in modo effica-ce il triste fenomeno di così frequenti e cru-deli forme di delinquenza e risolvere nel mi~gliore e più sollecito dei modi il difficile pro-blema non solo di repressione poliziesca chevi era connesso. Direi che era un invito ab-bastanza chiaro, più o meno esplicito, all'in-chiesta parlamentare. E 10 raccolsero le rap-presentanze politiche più direttamente inte-ressate: il consiglio comunale di Nuorae il consiglio regionale sardo oltre che le di-rezioni locali di tutti i partiti politici in Sar-degna.

Il consiglio comunale di Nuora, nel qualei democristiani siedono in maggioranza qua-si assoluta, votò il 23 maggio 1967 all'unani-mità un ordine del giorno in cui tra l'altroè detto: {( È legittimo attendersi, mentre siinvita ad un esame di coscienza in nome del-lo Stato, che esso Stato sia presente non so-

lo con il volto della repressione e del fisco ».E più avanti: {(A causa delle mancate rifor-me ancora oggi permane nelle nostre cam-pagne un istituto feudale, qual è quello dellarendita parassitaria della proprietà fondiariaassenteista, la cui influenza ed incidenza nelpermanere e nell'aggravarsi dei fenomeni didisagio sociale costituisce da sempre un sot-tofondo di stimolo attivo alle manifestazio-ni criminose, dall'abigeato al danneggiamen-to, dalle estorsioni alle rapine, dal sequestro

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di persona all'omicidio ». E concludeva: «Ilconsiglio comunale, mentre respinge consdegno assurde ipotesi giornalistiche e som~mari giudizi di condanna di ispiraziane raz~ziale, esorta i cittadini ad avere fiducia nelloStato democratico... e chiede intanto che sipromuova un più organico e razionale impie-go delle forze dell'ordine ».

Il cansiglio regionale sardo nominò nelmaggio stesso la commissione consiliare diindagine, testualmente definita come « inda-gine sulla situazione econamica e sociale del.le zone interne a prevalente economia pasto-rale e sui fenomeni di criminalità ad essa inqualche mado connessi ». Definizione corret-ta e responsabile sulla quale nessuno ebbe afare alcun rilievo nè in Sardegna nè sul pianonazionale. Eppure tutti sappiamo quali stret-ti legami abbiano la Democrazia cristiananazionale ed il Partito socialista unificatonazionale con le rispettive rappresentanze inSardegna. Nonostante ciò non si registrònessun onorevole Togni nè alcun onorevoleVizzini ohe avessero avuto da ridire su quel-la formulazione. La Commissione lavorò tut-ta l'estate e concluse i suai lavari nel settem-bre. Ci furono tre relazioni: una di maggio-ranza, sottoscritta da demacristiani, sociali-sti unificati, sardisti, socialproletari e comu-nisti, e due di minoranza, rispettivamenteredatte dai missini e dai liberali, che cosìvollero, caratterizzarsi sia dalla maggioranzasia fra di laro.

Non posso qui neppure riassumere queldocumento, ma sarà utile dire che a parteil taglio dei giudizi di premessa tutte e trele relazioni concardano nel denunciare datidi ambiente di eccezionale caratterizzazionee rispetto ad esso un servizio, di polizia ecce-zionalmente sfasato, non salo quello facentecapo alla forza pubblica ed ai reparti specia-li dei « baschi blu », ma anche quello lacale,come il barracellata e le mutue agrarie, untempo abbastanza efficaci ma ormai supera-te dal nuovo assetto dell'economia e dellasocietà dell'Isola. E tutte sono anche con-cardi o nel rifiutare recisamente o nell'ac-cettare con molte perplessità l'adozione dipravvedimenti speciali come il confino; etutte sano concordi nel ricercare le cause

del triste fenomeno nei livelli di vita econo-mica e di assetto civile delle popalazioni ru-rali, nel peso eccessivo ed ormai anacroni-stico della rendita fondiaria e nei rapportiabnormi tra proprietà e impresa pastorale(ripeto le parole del testo della relazione deiliberali, badate), nella carenza spaventosadeLla organizzazione deHa istruzione pubbli-ca, ma anche nelle respansabilità precise del-lo Stato che secondo tutte e tre le relazioniavrebbe ormai dimenticato i suoi obblighidi intervento, sia ordinario che straordina-rio, e di azione pubblica nell'Isola, fatta ec-ceziane dello stanziamenta straol'dinario di400 miliardi previsto con la legge n. 588del 1962, che rappresenta non 'Più del17 percento del £abbisagno accertato per l'attua-ziane del piano di rinascita, che quella }reg-ge vuole a pretende di attuare.

Si dirà da qualcuno, spero non in questaAula, che quella Commissione era formataprevalentemente di sardi e perciò sarebbestata portata ad attenuare gli aspetti piùspiacevoli del prablema per riguardo ad unpresupposto spirito di patriattismo regionaleed a respingere i provvedimenti più ostili aquella malintesa sardità.

Un giudizio razzistico di questa natura nonsolo va respinto sul piana morale e politicoperchè indegno di uomini facenti parte del~la camunità nazionale, ma non ha valore sulpiano della pura e semplice intelligenza, giac-chè i fondamenti aprioristici di ogni giudiziodi merito sona più dell'istinto, che della ra-gione, più suggeriti dal fondo primitiva edanimale della natura umana che dall'operadi educazione e di una normale evoluzionecivile.

Fra le assunziani di responsabilità resepubbliche in quel periodo non posso lascia-re da parte i documenti delle direzioni 10.cali di tutti i partiti politici e dei circoliculturali, tra i quali vennero argamenti di-battuti e canvegni di studi che si conclu-sero, anche con la aJppravazione di dacumen-ti e di qualche schema di piano per lalotta contro la criminalità in Sardegna.Sempre per restare nel campo della mag-gioranza governativa, dacchè nan parteròa citazi'one nessun esempio della sinistra,citerò soltanto il dibattito sul banditismo

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organizzato dal circolo degli « Amici del li-bra» di Cagliari, pubblicato nel gennaio del1967, e il convegno della federazione di Nuo-ra del Partito socialista unificato che si ten-ne nel giugno del 1967 e si concluse appun-to con un piano di lotta cui sopra ho fattocenno.

C'erano stati dunque fatti luttuosi e pre-testi di natura politica, nel solo 1967, pergiustificare una proposta di Commissioneparlamentare di inchiesta sulla criminalitàin Sardegna? Io credo di sì. Mi pare di averdimostrato che non solo ci sono stati fattie pretesti nel 1967, ma che c'è stata ancheuna indagine parlamentare, sia pure a livel-lo di consiglio regionale, con dei risultati re-si di pubblico dominio, e persino una ge-nerale attività dei partiti che sul problemasi sono tutti pronunciati in termini chenon possono dare luogo ad equivoci.

Si dirà allora che tutto questo movimentodi opinioni è rimasto nell'ombra, sconosciu-to alla maggioranza del popolo italiano? Nonsi può dire neppure questo. C'erano statifilms e documentari televisivi di grande ri-chiamo. C'era già stato il film « Banditi aOrgO'solo» di Della Seta, che ha riscossO' no-tevole sucoesso di critica e di pubblico, incui i motivi sovrastanti, colore e cronaca ,erano stati sufficIentemente seppure non ot-timamente rappresentati: un'opera che pursempre è una testimonianza seria e di cuiconsiderando le limitate pO'ssibilità nar~rative ed eSlpressive di un lavoro cinemato-graficO' a destinazione cO'mmerciale non,possiamo nO'n tener conto. E c'è stata lastampa, sarda, nazionale ed anche <;tranieraohe nel 1967 iha ampiamente commentat~gli avvenimenti delittuosi, più o meno sco-ipertamente sollecitando una iniziativa par-lamentare di inchiesta, con toni diversi matalvolta espliciti, sia pure affidandosi spessoalla tecnica del colpo giornalistico di colore,che è una caratteristica non sempre piace-vole della comunicazione culturale di mas-sa del nostro tempo. Comprendo, perciò, econdivido anch'io, almeno in parte, lo sde-gno, espresso all'unanimità con 1'ordine de]giornO' che ho già ricO'rdato, de] consigliocomunale di Nuora nei confronti dellastampa sarda e nazionale ed il suo rifiu-

to delle « assurde ipotesi» e dei « giudizisommari giornalistici »; ma bisogna rico-noscere che non tutta la stampa si è baloc-cata con assurde ipotesi o ha avanzato sol-tanto giudizi sommari: sarà comunque op-pO'rtunO' dleggerla, a distanza di tempo, perricavarne quel clima da inchiesta parlamen-tare, al quale io mi sono riferito.

Farò dunque alcune citazioni. Scrive sul,« Messaggero» del 15 giugnO' 1967 Nino Lon-gobardi, intitolando il suo articolo « La nuo-va tecnica della polizia per catturare perico-losi fuorilegge »: « Essere inviati in Sarde-gna » ~ per gli agenti della pO'lizia, s'intende~ « è oggi un motivo di implicitO' riconosci-mento di buone o ottime qualità »; e defini-sce i protagonisti della nuova tecnica: il dot-tor Gmppone, vice questore di Sassari, detto« occhi di gatto », nomignolo affibbiatogli dal-la mal~lVita milanese, « investigatore nato »,« specialista in travestimenti » ~ si travesti-

va anche da dO'nna! ~ « padrone dei vari dia-

letti isolani» (cosa incredibile, ovviamente,e che farà sorridere chi possiede nozioni mi-nime di scienza linguistica, perchè il fondocomune dei vari dialetti sardi non è di origineindoeuropea ed è perciò difficilissimo nondko parlarli ma solo tentarne la pronunciaper ohi non sia sardo); il dottor Mangano,vice questore di Nuoro, detto « Barbetta ne-ra «, «gigante dagli ocohi dolci », « uomodelle azioni frontali »; il dottor Guarino, que-store di Cagliari, dettO' « testa di ferro »,

«che obbedisce direttamente al dottor Di Ste-bno, il numero una della lotta contro i ban-diti ». Il questore Guarino, « uno dei poli-ziotti più duri e tenaci », ha studiato un nuo-vo piano, dice sempre Nino Longobardi,che potrebbe ridursi a tre punti: primo, sicu-rezza a chi viaggia, reparti addestrati, solidi,spericolati, e « i baschi blu hanno questi re-quisiti »; «j baschi blu non scherzano »; se-

condo, isolare i banditi « premendo sulle re-trovie» (e questo vuoI dire sospendere ilporto d'armi in tutta la provincia di Nuora,perchè chi è trovato con un'arma è un ban-dito o un suo complice; togliere la licenzaalle botteghe sospettate di fornire i banditi,dal pane al tabacco; pedinare le famiglie deilatitanti, colpire favoreggiatori presunti conil domicilio coatto e con il confino); terzo,

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taglie vistose sia « pubblicizzate » sia « sotto~banco ». «Mesina morto vale in peso quan~to l'Aga Khan vivo ». « Ciò che il ~iomibo nonriesce a dare lo darà 1'oro » conclude questogiornalista, entusiasta e spassoso, come sivede. Ma soggiunge poi lo stesso Nino Lon~gohardi, nel «Messaggero}} del 22 giugnosuocessivo, con maggiore compostezza criti~ca, che in Sardegna c'è assenza dello Stato euna carenza di potere a tutti i livelli, che haprovocato «una condizione di rivolta» cheha partorito il bandito sardo, che ne ha fattoun « nemico dello Stato» e della legge ohe loStato vuole imporgli e fargli rispettar,e; cheprovvedimenti seri non ne sono mai statipresi e che l'idea dello Stato assente favori~sce i fuori legge, giacchè !'isolato pastoreche per mesi e mesi non vede che cielo so~pra le sue pecore, con chi ~ si chiede il Lon~goibardi ~ deve allearsi? E risponde: «Èchiaro che egli è il naturale alleato delbandito ». E continua a ohiedersi, piùavanti, se ipossa considerarsi alleato deibanditi anche il vescovo di Nuora, monsignorMelas, il quale non volle pronunciare alcundiscorso ma partecipare soltanto con la suapresenza alla cerimonia funebre dei due« baschi blu uccisi in un'imboscata dei ban~diti sul Supramonte di Orgosolo alcuni gior~ni prima. « Che cosa devo dire? ,}

~ avrebbeesclamato monsignor Melas ~ « Devo sem~pre ripetermi in occasioni tanto dolO'fose eluttuose. Se non cambia qualcosa qui non siverrà mai a capo di niente. Noi chiediamorispettosamente alle autorità di fare qualco~sa di diverso e di nuovo per liberarci da que~sto male che non possiamo più tollerare ».Nino Longobardi è umanitario oltre cheumanista, evi,dentemente, se leggiamo quel~lo che scrive un sardo, il colonnello Tedde,su « La Nuova Sardegna}} nel giugno 1967:« Occorre J'itornare all'impiego dell'esercito.L'addestramento tattico, anzichè in Alto Adi~ge, dovrebbe svolgersi sulle Bal'bagie. Unitàda impiegare: quattro brigate di fanteria dadislocare una a Macomer, una a Nuora, unatra Bitti e Buddusò. Ogni brigata dovrebbedisporre di 8~1O autoblinde. Bastano com~plessivamente da 15 a 20 mila soldati... ».« La Grecia » ~ concludeva questo fulgidoesempio di intelligenza e di democrazia ~

« ha sistemato le sue faccende senza lo spar~gimento di una goccia di sangue. Noi vedia~ma che il colpo di Stato è nient'altro che uncolpo di scopa contro il marciume politicoche in nome della democrazia appesta i po~poli }}.Questo effettivamente è un insiemedi giudizi sommari, persino ridicoli. Ma nonsi può certo negare ohe sia esplicita in essila richiesta di provvedimenti di governo. Nonmancano però le note meno ridicole e dibuon senso, persino umoristiche. Leggo nel« Bollettino della stampa estera ~ Serviziodi informazioni della Presidenza del Consi~glio» un estratto di quel che Jacques Pa~lente scrive nell'« Aurore» del 6 agosto del1967: «Attraversando la Sardegna si com~prende che il vero padrone dell'Isola non èRoma nè il Governo semiautonomo di Ca~gliari. I veri padroni della Sardegna sono:un bandito di 25 anni che tiene testa a 5.000carabinieri, Graziano Mesina; il secondo è ilprincipe Karim Aga Khan, che è in procintodi costruire nella parte nord~est dell'Isolaun Eldorado turistico, un super paradiso divacanze, ossia la ormai famosa Costa Sme~ralda }}.Mi pare anche utile riferire una cor~rispondenza dell'inviato speciale di « Le Fi~gara }}, Henry Néel, pubblicata 1'8 agosto del1967: Les bandits sardes? Est un produit dela concurrence! Un iprodotto della concor~renza! E riproduce con vivacità tutta fran~cese, direi voltairiana, un suo colloquio al~l'ufficio del turismo di Cagliari, dove c'è unfunzionario che fornisce tutte le notizie sugliitinerari più belli dell'Isola, salvo che sulrifugio dei banditi ovviamente, e che trat~terebbe il problema dei banditi press'a poco'in questo modo: «Banditi? È una favola.Senza dubbio c'è stata qualche aggressione,come a Parigi. Si è tmttato di qualche re~golamento di conti, come a Marsiglia. Manon è avvenuto in Sardegna che una bandaabbia attaccato un treno postale, come aLondra. Sequestri? Sì, certamente. Un in~dustriale e un marcellaio sono stati seque~strati e poi rilasciati dietro cauzione. Hodetto un industriale e un macellaio: nonun bambino come il povero piccolo Peu~gelOt}}. Il giornalista Néel va alla CostaSmeralda, poi si addentra nel cuore della

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Isola, a Nuora, dove una giornalaia si di~spera di non avere più nessuna copia di« Le Figaro ». « Co.me, dice il giornalista,avete "Le Figaro"? Ci sono tanti francesiqui, malgrado i banditi?». La gio.rnalaiarisponde: « I banditi? I banditi sardi sonoun'invenzione della concorrenza. Da quandoabbiamo belle strade, eccellenti alberghi, laresidenza di un prindpe, si cerca in tutti imodi di terrorizzare i nostri clienti; ma,per la santa madre di Dio, non ci riusci-ranno! . . . ».

Il giornalista francese scherza, si intende,ma è il suo modo di dir cose serie, non di-verse da quelle che scrive la stampa italia~na. Scrive Gigi Ghirotti neHa « Stampa» del19 agosto 1967: « Il banditismo no.n sco-raggia i turisti! » e continua: « Per ora bastidire che l'Isola, dopo essersi arrovellata pertanti anni e aver speso centinaia di miliardisognando una rapida trasformazione indu-striale, scopre nel turismo la sua pepita dioro, la sua vocazione più autentica! Ci vo-leva un ferragosto così, colmo di spari e '

affollatissimo. » ~ si riferisce al colpo dellabanda di ferrago.sto, una clamorosa rapinaorganizzata e attuata a Sassari ~« per darnela prorva }}. « Per il prossimo dicembre }}

~

egli conclude, abbandonando le faoezie ~ « èstato indetto a Cagliari un congresso per di- r

scutere della criminalità nell'ambiente silvo~pastorale. Sino a qualche anno fa i sardi cisoffrivano a sentir parlare di briganti, finoad accusaI1ci di voler denigrare la nobileIsola; ora è la nobile Isola che invita glistudiosi all'esame critico del fenomeno }}.

Gigi Ghirotti ha scritto anche un libro,pubblicato da Longanesi nel '68, che s'intitola« Mitra e Sardegna}} e reca un sottotitolo,chiaramente provocatorio nei confronti del-le responsabilità di Governo, che suona co-sì: « Guida documentata per continuare im-puniti il sequestro di persona }}. È un librobrillante, Game si suoI dire, che co.rrea briglia sciolta per amenità fantasiose intutte le direzioni: sulla superiore astuzia deibanditi come sulla impenetrabilità dell'am-biente, sulla tenacia delle forze dell'ordineinutilmente profusa e sulla sconfitta delloStato, in definitiva, da parte della legge bar-

baricina della vendetta e della rapina. Unatto d'accusa insomma, sommario quanto si'vuole nelle motivazioni, ma un atto d'accusain piena r,egola contro !'inerzia dello Statoe del Parlamento.

Nicola Adelfi, che non è certo uo.mo di si~nistra, scrive sulla « Stampa)} del 27 ago-sto 1967 (cito solo fonti che non vengo-no da sinistra, come si vede: me lo sonoproposto fin dall'inizio e manterrò !'impe-gno, appunto per dimostrare il mio assunto,che cioè i colleghi di parte governativa ave-vano abbondanza di materia e di sollecita-zioni, nel loro stesso ambiente, per 'pro-muovere una inchiesta parlamentare sen~za attendere il 10 ottobre famoso): « Bandi-ti in Sardegna: che si può fare? Bisognadecidersi ad imboccare con coraggio edintelligenza la via delle riforme sociali. Dadiverse parti si alzano voci eccitate che esi-

.gonO' dal Governo misure eccezionalmen-te drastiche. Per parte nostra noi pensia-mo che il co.prifuo.co., 10 stato d'assedio,il rastrellamento indiscriminato, la depor-tazione dall'isola, il confino in luoghi v; gi-lati di quanti diano luogo a sospetto e tut-te le altre misure di analoga severità 50;-tirebbero l'effetto contmrio: sarebbero unaoffensiva di tipo coloniale, un affronto :ìtutti i nostri princìpi democratici, che pro-vocherebbero il giusto. risentimento di tuttii sardi, indistintamente. Soluzioni spicce f:miracolistiche}} ~ egli co.nclude ~ « nor

ne esistono. Bisogna imboocare la via delleriforme sociali }}.

Ancora sulla « Stampa» del 28 agosto1967 scrive Peppino Fiori, l'autore de « Lasocietà del malessere }}, un libro che moltidovrebbero leggere: « Sbarcarono i "baschiblu" e il Nuorese divenne teatro di guerra;le operazioni investivano però intere popo-lazioni, oltre ai banditi. È servito a qualco-sa? Troviamo una risposta nelle cronache:otto sequestri e quattro omicidi in pochimesi. Ma ora i banditi non appostano piùle vittime nelle strade di aperta campagna:

Ol'a entrano nelle ville, e prima di allonta-narsi con l'ostaggio, sorseggiano persino unpo' di vino, e poi vanno tranquilli senza es~sere mai disturbati }}. « Il nuovo criterioche i più suggeriscono è l'abbandono delle

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inutili parate » ~ conclude il Fiori ~ « e ilpotenziamento delle caserme dei carabinieri;con più uomini, con più mezzi e, qualcunoaggiunge, con ipiù sardi: e non perchè gli al-tri non siano bravi, ma perchè in una realtàcome quella sarda prima condizione del suc-cesso è la conoscenza dell'ambiente ».

Analoghe sono le considerazioni che faPaolo Bugialli, sul « Corriere della Sera» del26 agosto: «L'audacia dei criminali aumen-ta di pari passo alle forze che li combatto-no (siamo arrivati a sette, ad ottomila, fracarabinieri e agenti di polizia). Tale audaciaassume l'aspetto di una sfida: finora, pur-troppo vittoriosa ». E dopo avere molto di-scutibilmente sostenuto che una unica ban-da di non più di cinque-sei banditi avrebbecompiuto tutti i reati dell'anno, e che ap-punto « ciò costituisce attenuante per la po-lizia », egli asserisce: « I poliziotti sono mol-ti. Ma le siepi, gli alberi, gli anfratti dellazona montagnosa attorno a Nuoro sonopiù dei poliziotti, e ogni siepe, ogni albero,ogni anfratto può essere il nascondiglio diun bandito, che gode della conoscenza delterreno e della abitudine a percorrerlo. Illatitante nuorese può stare un giorno interodietro una macchia, con un poliziotto a cin.que metri, senza fare niente per tradirsi,mentre è capace di riconoscere a chilometridi distanza se un pastore è un vero pastoreo un poliziotto travestito, semplicemente daCOlne cammina. . . ».

Cose analoghe scrive Luigi Locatelli, del« Giorno», a proposito della freddezza deimalviventi in azione e dell'angoscia dei pa-renti dei sequestrati, freddi anch' essi nellaricerca dei contatti diretti con i banditi, perpagare e riavere i loro cari.

E tutto questo accade nel Nuorese, dicepress'a ipoco Paolo Pernici, nell'« Espresso }}del 17 settembre 1967, al di fuori di ognilogica tradizionale del delitto di tale entità.« Non c'è mafia nel Nuorese }}

~ egli afferma~ « ma soltanto alcune famiglie forti di unipotere agrioolo nato male }} e fa a tenta di ri-costruire la storia di queste famiglie «for-ti », perdendosi presto nel buio fitto dellepure ipotesi e delle domande senza riMsposta.

Potrei continuare pressochè all'infinitocon la citazione di queste fonti giornalisti-che. Ne ho a disposizione una raccolta ab-bondante. Ma voglio concluderla citando lointervento tenuto dall'0'norevole GiovanniDel Rio, presidente della regione sarda, de-mocristiano ovviamente (interruzioni dalcentro), nel settembre del 1967 in un conve-gno organizzato dalla Democrazia cristianaa Napoli sui pr0'blemi del Mezzogiorno, pre-sente l'onorevole Moro, allora Presidente delConsiglio. Dichiarava l'onorevole Del Rio,in poche parole, ai suoi amici di partito:« State sbagliando tutto, specie per la Sar-degna e specie per il cosiddetto banditi-sma }}. E concedeva poi un'intervista al set-timanale « Gente }} in cui diceva: «Lo Statofaccia pure il suo mestiere con i suoi inter-venti di prevenzione e repressione che ap-paiono le vie più brevi e risolutive. Per noiil problema consiste in primo luogo nel mi-glioramento dei servizi civili nelle zone in-terne (opere igienico-sanitarie, attrezzaturescolastiche, infrastrutture stradali e cosìvia); in secondo luogo nella trasformazionedelle economie pastorali nei suoi aspetti con-trattuali, aziendali, economici e di organiz-zazione produttiva; ed infine nell'industria-lizzazione delle zone interne, come interven-to decisivo capace di sconvolgere schemicomportamentali propri di una società agro-pastorale superata ».

C'erano dunque fatti e motivi per una ini-ziativa d'inchiesta parlamentare, a disposi-zione dei colleghi volenterosi che credono inquesta forma di azione politica, sulla scia-gurata situazione del cosiddetto ordine pub-blico in Sardegna, prima del 10 ottobre1967? Credo di aver dimostrato che c'eranofatti e motivi, di enorme varietà e quantitàed interesse.

Perchè allora la proposta di legge dell' ono-revole Togni cade proprio in quella data?Cosa avvenne di determinante in quei gior-ni, per muoverlo al suo gesto? La verità èche il 6 ottobre precedente era di pubblico.dominio la notizia che contro un commis-sario, un vice commissario, un brigadiere eDue agenti di pubblica sicurezza era statospiccato dalla procura genemle di Sassari

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un mandata di cattura satta le imputazianidi lesiane aggravata, di calunnia, di vialen-za privata e di falsa idealagica; e c'era stataIl giarna dapa una dichiaraziane del mini-strO' dell'interna Taviani, pubblicata can par-ticalare rilievO' dal «PO'pala », quatidianaufficiale della Demacrazia cristiana, il giarna8 attobre, can la quale veniva apertamentesallecitata la castituziane di una Cammissia- !

ne parlamentare d'inchiesta. Tutta qui la icausa della sdegna dell'anarevale Tagni e I

dei suai colleghi demacristiani della Came-

I

l

ra e del Senato, che facevanO' pervenire alMinistro dell'interno una pioggia di inter- !rogazioni tutte stranamente improntate adifesa viscerale dell' operato in difendibile, eche per giunta ancora essi non conoscevanO',dei funzionari di pubblica sicurezza incrimi-nati. Vale la pena di ricordarle, queste in-terrogazioni di parte demacristiana, per ca-pire la natura politica e la finalità politicadi casì massiccio sohieramenta.

Il ministro Togni interrogava il Mimstrodell'interno per sapere «se i magistrati diSassari prima di prendere i provvedimenticamunicati alla stampa avesserO' data noti-zia delle eventuali deficienze a mancanze ri-scontrate» a ohi? NientemenO' che al pre-fetto di Sassari, « almeno al prefettO' di Sas-sari », egli dice testualmente, « che sarebbeil respansabile dell'ardine pubblica in laca }>,came se la magistratura nella sua azianedipendesse in ultima analisi dalle prefettu-re. E così il senatare Giargia Marandi fa-ceva anch' egli rilevare al MinistrO' dell'in-terna la « grave imprudenza» dei magistratidi Sassari nel diffandere ampie natizie deipravvedimenti adattati. Un cancetta questache è chiarita megliO' dall'anarevale D'Ama-ta, il quale chiedeva al MinistrO' « se la na-tizia del mandata di cattura spiccata neicanfranti dei due funzianari di pubblicasicurezza impegnati nella durissima .,. im-pari latta per la prevenziane e la repressia-ne del banditisma in Sardegna ~ protetta

da trappa amertà e incaraggiata da troppademagagia (egli sente il bisagna di preci-sare!) ~ sia stata appartunamente e tem-pestivamente partata a canascenza del Mi-

nistrO' di grazia e giustizia, nanchè del pre-

fetto e del questare (sic!) di Sassari, primache diventasse di da mini a pubblica... ».Gli anarevali Breganze, Lucifredi e Banaiti,« prafandamente turbati », chiedevanO' « piùprecisi chiarimenti, atti a tranquillizzare laapiniane pubblica, circa l'asservanza di tut-te le cautele che la legge fissa a tutela delsegreta istruttaria, eocetera ».

Questa era il tana della schieramentO' de-mocratica cristiana, unita came nan mai.È chiara che per essa era in giaca un car-dine della Stata, la palizia, il prestigiO' dellapalizia, l'autarità della Stata di palizia, pa-zientemente castruita, dall'anarevale Scelbain pO'i, nei vent'anni di prepatere demacri-stianO'. Chiara era quindi che nan ci fasseravaci discardi, neppure di lingua sarda, nelcampa della Demacrazia cristiana.

Di tutt'altra tana eranO' le interragazianie le interpellanze di tutte le altre parti pa-litiche, campresa quella dei sacialisti uni-ficati, che pure stavanO' al Gaverno con idemacristiani. L'anarevale Maria Berlinguerchiedeva al MinistrO' dell'interna se rispan-deva a verità « la vO'ceinsistente sulle pres-siani esercitate nei canfronti della magistra-tura dai massimi dirigenti della polizia, Vi-cari e Di StefanO', recati si appasitamente aSassari per bloccare il narmale iter dellapratica prima e dapa l'emissiane dei man-dati di cattura »; se fasse stata « il Ministmad autarizzare simili interferenze e pressia-ni »; se rispandesse a verità « il ritarda nancerta casuale can cui il camandante dellacampagnia dei carabinieri di Sassari avevaeseguita i mandati di cattura e di campari-ziane », e « se i bestiali e vergagnasi metO'didi sevizie e di tartura in usa pressa la pa-lizia in Sardegna» fassero « autarizzati dalMinistrO' » e se i funzianari che li mettevanO'in atta rientrasserO' «tra calara, inviati inSardegna, che la stessa MinistrO' aveva defi-nito il megliO' che la palizia italiana avessesaputa esprimere ».

PersinO' in una interragaziane del Partitaliberale italiano (giacchè vaglia mantenere ilprapasita di nan utilizzare nessuna fante disinistra) gli anarevali Cacca Drtu e Malaga-di chiedevanO' « se le misure di prevenzianee repressiane della criminalità in Sardegna

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(la ricostituzione delle stazioni dei carabi-nieri, il potenziamento delle stesse in uo-mini e mezzi, l'assegnazione di squadroni acavallo e di duecento agenti di polizia stra-dale) fossero a carattere temporaneo oppu-re pe:vmanente », giacchè nan si era fattomistero che si trattava di spedizioni a ca-rattere temporanea, e chiedevanO' ancora « seattraverso i risultati conseguiti con !'impie-go del secando reparto celere di Padava»i Ministri dell'interno e di grazia e giustiziasi fossero canvinti o meno « della tatale er-roneità e inutilità di una latta contro la cri-minalità in Sardegna impostata can !'impie-go di reparti armati improvvisamente inse-riti in un ambiente umano e geagrafica adessi totaLmente sconosciuto ed usati comein azioni di antiguerriglia e cioè col pre-supposto di una situazione di fatto del tuttodiversa da quella reale ».

Fu un'accasione di sdegno istintivo, quin-di, per l'onorevole Togni: il quale eviden-temente nan vede di buon occhio la nostravecchia magistratura e non può quindi esrpr~-mere pieno gradimento sul suo aperato, do-vunque e camunque si esplichi. Ma il suosdegno sarebbe rimasto forse nella formaplatonica della interrogazione se non fosseintervenuta la già ricardata prapasta fattadal ministro Taviani 1'8 ottobre, per un'in-chiesta parlamentare sul banditismo sardo:e se non fasse stato « Il Popolo », il quoti-diano ufficiale della Democrazia cristiana,a dare a quella proposta tutto il peso dellasua autarità. Due giorni dopo era pubbli-cata la proposta di legge Togni, e la Demo-crazia cristiana non era più isolata; giaochèsubito apparivano sulla stampa i larghi con-sensi di tutti i settari parlamentari di cen-tro-sinistra e di destra. L'anarevole Brodo-lini esprimeva il suo « più convinta consen-sO'»; l'anorevale La Malfa diceva che «bi-sagna operare senza guardare in faccia nes-suno »; l'anarevale Magrì diceva che era« ne-cessaria la parala del Parlamento »; l'ono-revale Malagadi che accorrevanO' «mezziadeguati »; ed anche l'anarevale Turchi delMavimenta sociale diceva che era « d'accor-da per !'inchiesta» e che bisagnava « agiresubita per impedire che il male si allargas-

se ». La sinistra non respingeva !'inchiesta,ovviamente: «MegliO' tardi che mai! » escla-mava l'onorevol,e Anderlini del Mavimentasacialista autanomo; e i parlamentari delPCI e del PSIUP, gli anorevali Barca e San-na, si auguravanO' che « la piattaforma del-!'inchiesta fasse la più larga possibile ».

EccO', onorevoli colleghi, le arigini stori-che della proposta di legge del -senatOlre To-gni per un'inchiesta parlamentare sulla cri-minalità in Sardegna: la difesa di alcuni,poliziotti incauti cantra l'azione legi,t,tima,coraggiosa e altamente meritoria della Magi-st'ratura. In pO'che parole una inchiesta con-tro la Magistratura. Se nan fosse già chia-iI'a, per altre vie, !'intenzione deU'O'uOiI'evoleTogni, ci pensa l'O'norevale Vizzini, che è ilsecondo fiIimatario della proposta di inchie-sta, a ,renderla trasparente con la sua inter-rogaziane del 7 ottobre, con la quale eglichiedeva di sapere «quali provvedimenti ilMinis,tro di grazia e giustizia intendeva adot-tare contro i magistrati di Sass'ari» cheaveva'no preso quelle misure nei confrontidella polizia sassarese.

Oggi sGIIPpiamo tutti come si è svalto ilpracesso per quelli che sono stati definitii «fatti di Sassari », e su di essi possiamodare un giudiziO' più seIìena e documentato,per quanto non ancora derfinit'iva, in quanto tutte le parti hanno interposto appello,compreso il pubblico ministerO'. Sappiamoinnanzitutto che la celebraziO'ne del processaè stata trasferita a Perugia «per legittimasuspiciane» e la «suspiciane» riguaTdavaovviament,e i magistrati di Sassari, che evi-dentemente il Governo non considerava aldi sopra di ogni saspetta. Sappiamo dellosquilibrio numerico dei difensori: che pergli uamini della polizia c'erano a difenderliuna ventina di grandi toghe (gli avvO'catiUngaro, Messina, Cantieri, D'Ajel1la, Ore-fioe, Bagnulla, Concas, eccetera, per farequalche name), due a tre per ciascuna degliinoJ1imina,ti, nessuno dei quali, a quanto miconsta, si era p:recipitatlO ad affrire il patro-cinio gratuita, mentre per tutti e atta gliimput'ati sa'Ddi c'erano all'inizio complessi-vamente tre avvocati, due di Sassari ed unodi Perugia. Uno di questi imputati diceva:«io non ha nessun avvocato perchè non

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ha quatu-ini », e gli eff,etti si videro subitoal suo prima pressochè disastroso interro-gatario; dò men1Jre i familiari di uno dei ,con-fidenti della polizia sono stati per settima-ne e mesi interi a Perugia, can due avvocatia dispasizione e malti sano stati a chiedersichi pagasse per loro. E sappiamO' anche co-me è andata a finir,e quel pracesso: duris-sime condanne per alauni imputati sardi(12 anni a Pasqualino Coccone, 7 anni e 8mesi a Maria Pisano, 7 anni e 6 mesi a Ga-vino Manne, 3 anni e 4 mesi all'O studenteAntomo Setzi), Wla condanna dura ancheper il canfidente Biagio MéllruUo (tre anni),ma una messe di assoluzioni per gli uominidella polizia, per il vice questor,e Grapponee il commiss,aria Ba,lsamo, per l'agente Ma-rea e il confidente Rovani; c'è stata ovvia-mente qualche candanna anche per l'Oro: ilcommissario JuHano è stato condannato a8 mesi per violenza privata e a 4 mesi perlesioni, ad un annO' camplessivamente, ilbrigadiere Gigliotti a 3 mesi pelr ciasoun irea-to, ciaè a sei mesi, e così anche l'agenteCinellu. A tutti e '13r,eè stata comminata l'in-terdizione dai pubblici uffici per un anno, 01tre al risardmento in solida (1.800.000 lire)alla parte lesa, oggetto delle laro violenze elesioni, ma queste oandanne sono state pra-ticamente sospese in via condizionale.

Quali conclusioni dobbiamo trarne? Pernoi è 'risultata che sono vere alcune cosemolto gravi. È vero che alcuni poliziottihannO' organizzato in Sardegna l'effettuazio-ne di una serie di reati, fra cui rapine edestarsioni: l'-industriale Nulli a Perugia haaccu~sato di estorsiane, in aula ed a pienavoce, il commissario Juliano ed il brigadie-re Gigliotti. ,Ed è vero che i poliziotti effet.tuarono queste imprese ~ a nn di bene,dir,ebbe qualcuno ~ servendosi di confiden-

ti arrrualati nella malavita milanese e napo-letana, a esercitando pr:essiO'ni illecite neiconfronti di pastori sardi per qualche versosospet,tati a caduti prima nelle maglie del-la g1ustizia.

Contemparaneamente al praoesso di Peru-gia si celebrava infatti a Nuora un altro pro-cesso contrO' Giovanni Verachi ed IgnazioTolu per il sequesto di persona dell'i,ngegnerTandi; ebbene, in una drammatica deposizio-

ne del Verachi, il 3 dicembre 1967, apparveohiara e tonda che il sequestro stesso erastato arganizzato dal vice questore di Nuoroclottoy Mangano, e fu lo stesso questore diNuaro dotwr Anania a testimoniare in aulache a tale scopo aveva dato due milioni alVerachl, per fingere appunto il sequestrodell'mgegner Tondi, che fu tentata sul seriodal Veracbi, il quale si prese una scarica dimitra dalla palizia appastata e oltre tre annidI 'recLusione: non per sequestra di persana,giacchè l'imputazione fu deIubricata ~ do-

po le testimonianze della polizia ~, ma pertentata rapina! È vero che le forze dell'or-dine Siano regolarmente in passesso di ar-mi fuo,ri ordinanza e che ne fanno uso. Du-rante Il processo di Perugia è appa'rsa conevidenza che il commissariO' Juliano posse-deva almeno un mitrla e due pistole fuoriardinanza, caskchè il presidente del tribu-nale, dottor Mastromatteo, ad un certo Ipun-to ebbe ad osservare:« Ma lei, scusi, comeaveva tutte queste armi? Neppure un ar-maiuolo è così rifornito come lei »! Ed è ve-ro infine che la palizia ricaI1I1ealla vialenzaprivata per estorcer,e la confessione di col-pe o addirittura di reati inesistenti. Com-mentando il tipo di sevizie che si perpe-travano nella questura di Sassari, vogliodire nei locali appasiti della questura diSassari (e si sa ormai come avvenivano que-ste sevizie: agli imputati, stesi nudi su untavolo e legati alle braccia e alle gambe, sidava da ber,e dell'aoqua salata, con un tubodi gomma introdatta a forza in bacca, finoa che essi, nan potendo resistere alla nau-sea, contfessavano tutto), il dottor Mastro-matteo chiese ad un oe~to punto, sempre alcommissariO' JuHano: «Mi scusi, dottare,ma da dave prendeva tutto quel sale? ». E siè saputo a Perugia che il commissario Julia-no non era nuovo a quelle imprese giacchèaveva subìto un altro praoesso, a Napali,qualche anno prima, per le stesse sevizie.

Insomma, è Ifisultato a Perugia che ilprocesso ad alcuni poliziatti è diventa'ta unprocesso alla palizia, per colpa della stessapolizia, per eccesso di indulgenza e di disin~valta famili:arità in fatto di disciplina inter-na e per eccesso di zelo difensiva nei con-fronti dell'opinione pubblica. Ed è risultato

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anche che al processo di Perugia c'era qual-che imputato in meno, iPerchrè non è anco-ra apparso chi ha pagato le spese per gliavvocati di questi imputati della polizia echi pagava le spese per il mantenimento deifamiliari, a Perugia, sia degli imputati dellapolizia che dei confidenti MaruHo e Rovani.

Onorevoli colleghi, le nost're conclusionisu questo problema della criminal1tà in Sar-degna non possono dunque alstrame nè daifatti, criminosi e non ariminosi, nè dall'oc~casione politica della pl1Oposta Togni e dalsuo seguito giudiziario. Come dichiG\iravoaH'inizio, noi non ,siamo contrari alla Com-missione d'inchiesta. Si tratta di sapere qua-le Commissione vogl,iamo, e tutto poi diven-ta chiaro. Si tratta di ammettere intantoche il problema del banditismo sar,do nonriguG\ifda sol'O i banditi e solo i sardi, mariguarda anche la polizia e l'esercizio di tut-ti i poteri pubblici in Sardegna. N'On voglia-mo una Commissione d'inchiesta contro ilpopolo sardo, non vogliamo una Commis-sione d'inchiesta oontro la regione sarda,non vogliamo una Commissione d'inchiestadi mal1ca ,razzista nata e condotta al seguitodel1a mitomania di mO'da contro le popola-zioni anr'etrate del Meridione d'Italia!

Noi vogliamo una Commissione d'inchie-sta innanzitutto sul comportamento e sullastessa dislocazione delle forze dell' ordinein Sardegna. Nel sO'lo 1968 cinque giovani,dai 17 ai 23 anni, sono stati uccisi dalle forzedell'orrdine, per altrettanti errori che dove-vano essel1e evitati; e non paria delle per-quisIzioni negli ovUi, del fiscalismo bor-bonico e anche ,ridicolo nel controllo delbestiame, del sequestro dei fucili regolar-mente denunciati, unica arma di difesa pergli ovili, del contegno sprezzante degli uo-mini della legge verso tutti i pastori, consi-derati indisoriminat,amente dei possibilifuorilegge, anzi dei fuorilegge in atto! Evogliamo che si chiarisca questo triste aspet-to pLrOprio perchè vogliamo che attorno al-le forze dell' ol1dine non ci sia più in Sarde-gna il vuoto che oggi si registra, che non è« omertà» nel senso comune del term'ine,perchè il pO'polo sardo non è dalla parte deidelinquenti, ma che è puro e semplice istin-to di non cO'llaborazione e di autodifesa, di

paura di rappiI'esaglie e di vendeUe, istintoe paura che hanno purtroppo il loro fonda-mento nella generale mancanza di fiduoianelle forze pLreposte alla prevenzione e allarepressione dei reati. Questa 'sfiduJOianon ècerto di origine 'recente, ma è immensamentepiù diffusa e profonda da quando, nell'ul-timo decennio, è stato praticamente sman-tellat'O il sistema mganizzativo delle forzedell'ordine a carattere stanziale, fondatosulle stazioni di carabinieri in ogni villag-gio, che avevano certamente la capacità diseguire da vicino la vita delle nostr'e popo-lazioni, il movimento degli stessi fuorileg-ge, e le loro stesse intenzioni criminose. Èchia,ro, almeno per me, che una delle ragio-ni dell'estendersi di aloune forme di reato,la faciHtà ~rrisO'ria con cui vengono attuati

I i sequestri di persO'na, sta appunvo in que.sto organico sguarnimento dei nostri vil-laggi deUe loro tradizionali dif.ese. Bid è inu~tile concentrare al loro posto ingent,i forzedi polizia, reparti mobili speciali addestratied attrezzati per la guerriglia. In SaI1de-gna tutto questo non serve a nulla! Può ser-vil:re alla polizia, a quanto si sussurra daqualche parte, per vantaggi economici e dicarriera, ma non serve certo all' 'Ordine pub~blico ed al prestigio dellO' Stato in Sar-degna!

E sarebbe utile anohe che la Commissio-ne d'inchiesta si occupasse delle rovinosecanseguenze della Tivalità tra carabinieri epoHzia che viene sempre più chiaramentealla superficie, e che tutti armai poss'OnoconstataJI1e, in occasione di delitti particolar-mente clamorosi. È un fatto che rigua,rdatutta l'Italia, lo so, ma se questa nostra Com-missione d'inchiesta mettesse in luce le as-surdità e i danni gravi:ssimi che ne deriva-no in Sardegna, ebbene, 'essa sarebbe utilev'eramente a tutta la Nazione.

Noi non ci opponiamo neppure a quellache appare l'intenzione più chiara della mag-giarranza, e cioè ad un'inchiesta sulla magi-stratura sairda. ,È un'intenzione che l'ono-'l'evole Sullo espI1ime con maggiore eleganzadell'onmevole Togni, nel suo a'rtic'Ola ches'intitola « Lo Stato scricchiola », pubbli-cato su « La Discussiane» del 21 ottobre1967, quando dice di essere d'accorda sul-

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l'indipendenza della magistratura e dei ma-gistrati, ma che il potere giudiziario non de-v'essere avulso dagli altri poteri, e che « ilParlamento dovrà dire una pa'roJa chiaraaffinchè nessun potere divenga "poterechiuso" e ciascun potere risponda sempre,in ultima analisi, al popolo sovrano ». Ilproblema noOnè di poteri chiusi o aper,ti, i]problema è di poteri efficienti, specie quan-do è in questione ,la magistratura, la qualeè indipendente sempre ma può fa,r giun-geDe gli effetti della sua indipendenza a tut-ti gli strati della società solo se sia efficiente.Ed allora sarà bene rileggere le statistichecomunicate dal dottor Giovanni Stile, pro-curatore genemle della corte d'appello diCagliari, all'in3!ugurazione dell'annoO giudi-ziario 1968: non solo le statistiche dei reatima anche quelle dell'organico relativo allaamministrazione della giustizia in Sarde-gna. A<l30 giugno 1957, dice il dottor Stile,nel distretto della corte d',appello di Caglia-ri mancavano 38 magistrati, 31 funzionari,17 dattilagrafi, 10 uscieri, 32 ufficiali giudi-ziari; ed al 30 giugnO' 1967, dopO' 10 anni,non c'era stata nessuna variazione in me-glio: anzi, nel tribunale di Nuora erano statisoppressi un ,posto di presidente di seziO'ne,un posto di giudice e un posto di sO'stitutoproouratore. Altro che «basohi blu» in as-setto di guerra! Sarebbe certamente più uti-le in S3!rdegna qualche JulianO' in meno equalche magistrato non dioo in più, ma incorrispondenza dei posti in organico!

E noi vogliamo anche la Commissioned'inchiesta sui criminali, sulle forme e sullecause, soprattutto, delle anomalie compor-tamentali di una minoranza disgraziata delpopalo sardo. Malti parlanoO di banditismosardo, e non si sano mai chiesti quale vitaconduca il bandito sardoO nei suoi covi dimontagna, quale vita di angoscia, di misea:-iae d'isolamento conducano i suoi familiari,quale inferno sia la vita dei banditi, chespessa sonO' dei semplici latitanti, e delle100ro famiglie durante e dopo ,la loro scia.gurata esistenza. Bisogna t'rovare le ragionidi questo sciagurato fenomeno, e non sa,ràcerto la nastra civiltà dei consumi a saliresulla cattedra del giudice, in fatto di mma-lità e di esemplarità civHe. Ben altro avvie-

ne, dovunque, anche in Italia. Bisogna tro-vare le cause del fenomeno. Ma dove tro-varIe? Il senatore Corrias altra volta ebbecoraggio, quando si dimise da P,residentedella Iregiane sarda, in segno di rprotestacontro le inadernrpienze del Governo nazio-nale, perchè secondo lui non si pateva am-rninist,rare una regione oome la Sardegnacon un Governo nazionale che aveva man-cato e mancava non solo a tutte le sue pro-messe, ma ai suoi normali adempimenti. Ec-co, senatore Corrias, che aggi è il relatoredi questo disegno di legge, oggi bisognaavere quel coraggio, per travare e dire lecause di quello sciagurato malessea:e dellanastra IsaIa.

Bisogna avere coraggio, perchè se è veroche non può esservi connessione tra pover-tà e delinquenza ~ e nOon ce n'è neppure inSaDdegna, peDchè in Italia non c'è regionestatisticamente più pov,era e dove sia piùbasso il numero camplessivo dei delitti ~

è vero anche che la cO'ndizione ambientale,dal reddito 1ndividuale alla disponibilità ge-nerale di apere pubbliche e di servizi civili,è determinante per la formazione della ten-denza delinquen:z:iale. Orbene, si faocia purel'inchiesta su questi aspetti del problemasardO'.

Giacchè in SaDdegna non Isano ,aocadutisolo dei 'reati nel 1967 e nel 1968, per nonp3!rlare degli anni e decenni precedenti.A fine giugno 1967 a Oabras, uln paese di8.000 abitanti, a pO'ohi ohilometri da Ori-stano, fUlrono ricoverati all"improvviso tren-tatto bamb1ni ~ e ben nove morirono ~per un male misterioso. « L'Aurore» del5-6 agosto, ohe ho già citato, ironizzavaasserendo che la Iloro malattia non avevaniente di strano, giaochè essi erano mor-ti IsempHoemente di fame. Ma si trattòmolto verosimilmente di una epidemia ditifo, peDchè il paese è senza fognature,senz'acqua potabile, circondato da centoilmmondezzai dove vengono gettati a mar-cire i pesci inveniduti, con le bestie chevivono in mezzo agli uomini, nei cortili dellecase. Orbene, quanti oentri abita.ti si trovanoin Sardegna nelle condizioni di Cabras? AGaltelli nel settembre 1967 è scoppiata un'al-tra epidemia, con 1Jrentatrè bambini coLpiti

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da tubercolosi. APloaghe, a 16 chilometri daSassari, si distribuisce un'ora d'.acqua ognidue giarni! In Sardegna, insomma, alla finedeI 1967 quaranta paesi erano prirvi d'ener~gia elettrica; H 68 per cento dei centriabitati non conosceva il servizio di nettezzaurbana; oltre 100 paesi emno privi dicimitero conforme 'aLle norme sanitarie spe~dfiche; nessuno dei paesi aveva più lecaserme dei carabinieri in normale effi~cienza; 60 comuni erano privi di aoque~dotto, 130 lo GUVevanoincompleto e 120insufficiente; 215 comuni erano privi di fo-gnature, .cioè il 75 per Icento, e 38 le ave-vano antiquate e insufficienti; tutti i comu-ni mancavano (e mancano) di ca:mpo 'sporti~va e di biblioteche, salvo i capoluaghi di,pravincia e i sette~atto oentri maggiori; icaseggiati scalastici funzionali mancavanoper 1'82 per cento ,del ,£abbisogna. Frra i 43comuni Ipiù interni delnsola ben 25 manca-vano di f,armacia. Potrei continuare, ma mipare che basti.

Il problema è che tutte le attività delloStato sono carenti; e !'inchiesta bisognereb-be caminciarla qui a Rama, in tutti i Mini-steri. Al MinisterO' dei trasporti ricordereigli spettacoli che sotto ogni festività si ri-petano a Genova e a Civitaveochia, spettacoliselvlaggi per la conquista di un posto su unanave di linea da parte dei tanti emigratiche vengono in Sa~degna dall'ItatHa e dal-l'estero; oppure i danni per la mancanzadei mezzi di tras.parto dei nostri prodottiortofrutticoH verso la P.enisola. Ai Ministridell'aglricaItum e dei lavori ,pubbhci ricorde-rei le opere di infrastruttura irrigua man-canti o non campiute, gli invasi che nonvengono costruiti o quelli che vengono VUO'-tati perchè l,e opere non tengono, il funziona-mento dei consorzi di bonifica che succhia-no contributi senza attuare apere di sensocompiuto. Ai Ministri deIle finanze e del te-soro 'ricorderei ohe la Sardegna registra ognianno sensibili aumenti nei depositi ba.ncarie postali, tra il 15 e il 20 per cento, ma re-gistr,a anche oltre due miliC\!rdi e mezzo diprotesti cambiari al mese, ed è l'unica re-gione italiana a non aver.e neppure uno spor-tello di cassa rurale ed artigiana, per cui!'impiego dei suoi risparmi è deciso per il

90 per cento dagl'interessi del capitale in-dustriale o finanziaria di altre regioni dellaPenisola. E ricorderei al Ministro della di-fesa ,le basi NATO e i re:tkalati dellla mari~na militare che chiudono buona parte dellespiagge sarde, salvo che al turismo dei mi-liardari. E al Ministro della Cassa per ilMezzogiorno <ricorderei quali conseguenzenefaste può aver determinato in Sardegnala politica dei oontributi « al capitale », cioèa fando perduto, il clima discriminatorioche essa ha creato in tutti i villaggi sardi,lo stato d'incertezza per le int'rap<rese inogni settore economico, il disarmo morraleche essa ha finito per ,diffondere in tutti icentri rurali dell'Isola ed il conseguentesbocco disperato v.erso l'emigrazione e l'ab-bandono di ogni interesse, economico o cul-turale, che fosse collegato all'Isola dei pa-dri. E ricol1derei infine al1a Presidenzadel Consiglio il rifiuto incivile opposto dalladirezione sarda daUa RAI-TV al P,residentedella regione Isarda, onorevole Giovanni DelRio, democristiano, il 16 Iluglio 1967, quan-do era stata decisa 'all'unanimità, dal con~siglio regiona:le sa~do, una giornata di pro-testa contro le inadempienze del GovernocentraJle, appunto per il 17 'luglio 1967, edegli, in quella ,solenne oocasione, si eradis1posto a leggere un messaggio al popolosardo: un messaggio di contestazione, cer-to, ma 'legittiJmo e dvile assai più che ilrifiuto dd dirigente della RAI-TV e di chilo aveva autorizzato.

Credo che i colleghi mi onoremnno dellaloro fiducia, circa i dati che ha riferito, giac-chè nè me li sono inventati, nè li ho trattida fonti in qualche modo provenienti dallasinistra.

Ma, onorevali colLeghi, il problema dellecause si affronta guardando non soJa all'as-senza dello Stato, ma anche e di più allapresenza avv'ersa o incontrollata di esso.Io mi san dovuto accupare in questi giornidi alouni fatti, che in propasito sono moltasignificativi. Mi sono occupato, per esempio,del dispendio eccessivo che si fa in Sarde~gna di denaro pubblico negli investimentiindustriali del settore petr01chimiJco, dovei miliardi vengono profusi a decine e a cen-tinaia, mentre per l'agriooltura, che racco-

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glie in sè la tradiziane culturale e la civiltàstessa delnsola, oltre che le sue più certelrisorse reali, si risparmiano anche le centi~naia di migliaia di lire. Sia chiaro che nonmi preaccupa il fatto che si spenda nell'in-dustria, petrolchimica o no. Non sono con~tra l'attività industriale. È anzi il contrrario.Mi preocoupana le spese superflue, i dupli~cati di spesa. È di questi giorni la decisionedell'istituzione di una [società rpiambo~zinchi-fera, costituita dall'Ente minerario sardo,che ha per scopo quello di :rilevare le passi~vità deHa società Pertusala, della qualeè p.roprietario, in ultima analisi, niente meno che il supermiliardiario Rothschild. La so~cietà PertusO'la ha Is~ruttata per altre mez-zo secolo le miniere ,dell'Iglesiente, ed oraè passiva per l'attività estrattiva, mentre èattiva petr'le attività di prima trasformazianedel minerale (le trasfarmazioni successive, sisa, la Sardegna nerppure le vede). Orbooe,l'Ente minerario saTdo., l'indomani stessodalla sua istituzione, prima ancora che sia-no costituiti gli argani amministrativi sta-tutari, quando cioè è in carica il solo com-missario. speciale pravvisoTio, si dispone aspendere quindici miliardi per rilevarre le at~tività e gli impianti di estrazione dellaPertusola al 75 per cento, iSi dice, compre-si gli oneri derivanti dai necessari licenzia~menti e dall'inevitabHe liquidazione di buo-na parte del personale!

Orbene, questo è un fatto apparentementetecnico-politico, difficile da comprendeTsi,di limitata diffusiane, ma esso è invece di do-minio. universale, e tutti ne parlano, speciea livello delle migliaia di minatori licenziatiin ques.ti ultimi anni, ed esso non può nonsconvolgere il sentimento di tutti i sarrdi enon turbare profondamente la loro volontàdi collabarare all'equilibrio della conviven-za civile nell'Isola. E così non aiuta certoquesto sentimento di giustizia e di uguaglian-za l'altra recente notizia di un impianta diidrocarburi aromatici che l'ENI dov,l'ebbeimpiantare insieme alla SARAS a Sarroch,in provincia di Cagliari, quando si sa che èstato già finanziata in Sardegna un altroimpianta di idrocarburi aromatici a favorredi un'ahra società industriale petro1chimi~ca, s.empre a Cagliari. Orbene, questo nuovo

impianto costa intorno ai 40 miliardi, chein parte vengono attinti, per la parte privata,dai fondi del credito industriale sardo e delpiano di r1nascita, e la ,sua economidtà èmolta discussa, trattandosi prevalentementedi un fatto conoor,renziale all'interno delsettorre petrolifero sardo, che ha due « polli »,

come ognuno sa. Io non ho :ragi'Oni di parti~colare astHità nei confronti dei petrolchimi~ci, ma la verità è che io conosco delle coope-Irative agricole che hann'O chiesto il finan-ZJiamento di poche centinaia di milioni per

\ la castruzione di impianti oooperativi di tra-

sformazione dei prodotti mtofrutticoli enon l'hanno. ottenuto. E mentre gl'impiantiaromatici costano 200 miLioni per addetto,giacchè questo. dell'ENI~SARAS pare cheoccuperà non più di 200 operai, l'impiantoconserviero occuperebbe altre 200 operai

c'On due miliardi di spesa, ed impegnerebbe1500 ettari irrrigui, cioè almeno altre 500unità 'lavorative pe:r1Jutto l'anno. E cosìtutta la cooperazione sarda ~ quella oJivi~

cola, quella lattiel'o~casearia, quella orto-frutticala, specie quella indus1Jriale (bietole,po.mo.dori, carci'Ofi) ~ viene blocca'ta per

mancanza dei fondi occo.rrenti, mentre forrseil danarO' si sperper,a per queste duplicazianicomunque non necessarie di iniziative indu-striali già ampiamente finanziate col pub-blico danaro.

Voi credete che queste storture nel go-verno della cosa pubblica non generino nes-suna influenza non dico sul teno.re di vitadelle popolazioni sarde, giacchè la cosa è ov-via e ben conosciuta, ma sul loro stesso at-teggiamento nei confronti delle leggi delloStato? Io credo che la sfiducia dei sardi neiconfronti dei pubblici poteri sia causata pro-pri'O, in misura larga e determinante, da que-ste operazioni di eccessiva prodigalità in unsenso e di aut,entica avarizia nell'altro, dicui la cronaca quotidiana è piena, tutti i gior~ni. Davvero non ci si può sorprendere se isardi, ovviamente, non credono più a nullaed abbandonano la Sardegna, se 250 milasardi in questi ultimi 20 anni sono dispera-tamente fuggiti dalla Sardegna. Questi 250mila emigrati significano lo spopolamentodelle campagne sarde, e perciò anche la man-canza di difesa biologica della regione sarda

Senato della Repubblica ~ 6928 ~ V Legislatura

16 APRILE 1969120a SEDUTA ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO

nei confronti del banditismo. Giacchè allafine e a conclusione di ogni nostro discorsoin proposito non pOlsisiamo scordare che nes-suna difesa è attiva quanto quella naturale,in un centro abitato, quella che è data dagliuomini che in quel centro vivono e cresconoe formano civiltà. Se in Sardegna oggi cifossero tutti i giovani che sono all'estero onel Settentrione d'Italia, e se questi giovaniavessero un lavoro, un reddito, un equili-brio sociale da difendere in Sardegna, io cre-do che le imprese banditesche che abbiamoJ:1egistrato in questi ultimi anni non si sa-rebbero registrate, perchè i banditi hannocoraggio quando e dove gli altri hanno pau-ra, ed essi avrebbero certamente avuto moltopiù ritegno ad entrare nei paesi ed a consu-marvi le bravate che vi hanno consumato.Comunque le popolazioni avrebbero avuto imezzi naturali per difendersi, -per vendicar-si ~ oso dire ~ in misura adeguata ed intempi immediati nei confronti dei delinquen-

ti che tutti disprezziamo, e che nessuno hainteresse di favorire!

Ed allora, onorevoli colleghi, la mia con-clusione è la seguente: questa proposta dilegge sulla criminalità in Sardegna non èuna proposta di legge che in quest-i terminipossa essere apprO\iata. Noi siamo d'accordoper una altra formulazione che ponga l'ac-oento innanzitutto sulle cause economiche esociali che determinano in Sardegna !'impu-nità dei fatti delinquenziali, che noi certa-mente non neghiamo e che siamo i primi avolere eliminare. C'è differenza, senatore Cor-rias, tra una formulazione e l'altra. Tra lepieghe formali ci sono differenze di sostan-za alle quali dobbiamo guardare con atten-zione, se vogliamo le stesse cose. Guardiamoprima come i sardi vivono, e -poi perchè inSardegna sucoedono i faUi che vi succedono.

Noi vogliamo affermare 'Con questo chesolo nell'apertura verso un avvenire di la-voro per tutto il popolo sardo, nella pienaoccupazione di tutti i lavoratori sardi, nellatranquilla operosità di tutti i sardi nelle lo-ro città e nei loro villaggi, solo in un avve-nire di progresso può nascere la pacifica-zione della società sarda e può sussistere ungiudizio motivato e dignitoso, su di essa,

della società nazionale. (Vivi applausi dal-l'estrema sinistra. Congratulazioni).

P RES I D E N T E . Rinvio il seguitodella discussione alla prossima seduta.

Per lo svolgimento di una interpellanza

S A L A T I . Domando di parlare.

P RES I D E N T E . Ne ha facoltà.

S A L A T I . Signor Presidente, io vor-rei sollecitare, così come ha fatto il colle-ga Fermariello già prima delle vacanze pa-squali, il Governo a rispondere alla interpel-lanza che abbiamo presentato sugli avveni-menti e sulla situazione neHa RAI-TV (123).Poichè il Governo, nonostante la indubitabilesollecitazione della Presidenza, non ha datosegni di vita, nemmeno un cenno di volontàdi risponder_e, io vorrei ip'regarla, signor Pre-sidente, di sollecitare nuovamente il Governoaffinchè, data la situazione che si è verifi-cata e che ha interessato tutta la stampae l'opinione prubbHca, il Parlamento vengainformato al più presto.

P RES I D E N T E . Asskuro il senatoreSalati che la Presidenza si farà interpretedella sua richiesta presso il Ministro com-petente.

Annunzio di interpellanze

P RES I D E N T E. Si dia lettura del-l'interpellanza pervenuta alla Presidenza.

Z A N N I N I , Segretario:

MAMMUCARI, MADERCHI, CINCIt\RIRODANO Maria Lisa. ~ Al Presidente delConsiglio dei ministri. ~ Per conoscere:

quali sono gli orientamenti relativi al-la ristrutturazione dell'Istituto poligraficodello Stato a seguito dell'acquisto, a suotempo realizzato, dell'azienda «Bowater »,sita sulla via Salaria, e degli inv-estimentionerosi in detta azienda attuati;

Senato della Repubblica ~ 6929 ~ V Legislatura

120a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 16 APRILE 1969

quale funzione pubblica nel campa del~la editaria si intende far svalgere a,u'IPS,altre a quella strettamente determinata daisuoi compiti istituzianali;

quali prospettive si apranO' illel campadell'occupazione per le attuali maestranze,che operanO' negli stabilimenti di via GinaCappani e di Piazza Verdi, a seguito del pa~tenziamento strutturale della ex «Bawa~ter »;

in quale modo si intende risalvere iJprablema del rapparto cantrattuale di lavo~ra per le attuali e per eventuali nuove mae~stranze;

quando si intende presentare il regala~menta interna, tassativamente dispasta dal~la legge;

a quanta ammanta l'anere campl,essivadella ristrutturaziane dell'IPS. (interp. ~ 144)

Annunzio di interrogazioni

P RES I D E N T E . Si dia lettura delleinterragaziani pervenute alla Presidenza.

Z A N N I N I , Segretario:

PEGORARO. ~ Al Ministro dei lavori pub~blici. ~ Per sapere Ise è a conoscenza delgrande malcantenta e del diffuso stato diagitaziane esistenti tra le popolazioni rivie~rasche del fiume Brenta e tra gli stessi lavo~ratori delle locali industrie legate all'attivitàestrattiva a causa della situazione venutasia creare in seguito ad un irrazionale e disor-dinato sfruttamentO' del fiume Brenta e deiterritari circostanti con l'estraziane di ma~teriali inerti.

La disordinata estrazione di ghiaia e sab~bia dal fiume Brenta ha arrecato evidentis~simi danni alle strutture irrigue can gravipericoli anche per i panti e le arginature delfiume; lo stesso irrazionale sfruttamentO' siè ora spastato in terreni golenali del fiumee anche in terreni privati assai lantani, cameè il caso delle cave aperte a Laghi di Citta-della (provincia di Padava), creando gravipreoccupazioni tra le popalazioni del pasto.

Tutto ciò preaccupa anche i lavoratori del~

le numerose fabbriche di manufatti in ce-mento della zana e i trasportatori i quali sirendano canto che una tale politica di rapinanon può che arrecare gravi pregiudizi e com-pramettere altresì il normale rifornimentO'delle industrie, del settore che negli ultimianni hanno acquistato una grande rinoman-za anche in sede nazionale per la particalarebontà dei prodotti.

Tutto ciò premessa, per sapere se non ri~tenga opportuno intervenire, can grandetempestività, can i seguenti provvedimenti:

1) disparre affinchè l'escavaziane di ma-teriali inerti dal fiume Brenta venga rigida-mente regalamentata secondo un precisoprogramma in mO'do da difendere le papa-lazioni rivierasche e, nello stessa tempo, perconsentire il rifarnimento di materia primaalle lacali industrie;

2) regalare gli arari di escavazione ed imezzi cansentiti per l'escavazione stessa,sia nel letto del fiume, sia nei terreni gole~nali;

3) dare immediate disposizioni al Geniocivile di Padova affinchè sia rigidamente sta~bilita la profandità di escavaziane cansenti~ta, regalando la stessa anche sui terreni pri-vati;

4) sallecitare la definizione del pragettadi sistemaziane dell'alvea del fiume Brentain modo da consentire le escavazioni soltan~tO' in zone stabilite;

5) accertare se risponde a verità la pre~cisa accusa di favareggiamento verso legrandi imprese di escavazione rivolta al Ge-nio civile di Padava da parte del dirigentedell'Associazione per la tutela delle famiglierivierasche del Brenta;

6) saspendere l'escavaziane di ghiaia esabbia a scopo industriale che una ditta in~tende effettuare a Laghi di Cittadella, in unazona intensamente abitata e coltivata. (int.or. ~ 722)

ANDERLINI, PARRI. ~ Al Presidente del

Consiglio dei ministri ~ Per sapere se nancansideri gravemente pericalase per le isti-tuziani, e quindi apertamente censurabili,con tutte le canseguenze che ne derivanO', Le

V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 6930 ~

16 APRILE 1969120a SEDUTA ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO

parole pronunciate dal generale Vedovato,Capo di Stato maggiore della Difesa, in unaniunione t,enutasi a Roma sul tema della di-fesa civile in casi di emergenza, così ripor-tate dal quotidiano « Il Popolo» del 16 apri-le 1969: « Spetta alla difesa civile assicurare,nel momento della emergenza, qualunque nesia la causa, la continuità dell'azione politicae di Governo, !'integrità morale e fisica del~la popolazione, la possibilità di ripartire edi lindirizzare ai fini voluti la produzionestessa ».

Par,e agli int,erroganti che, dietro il tra-sparente velo dei problemi della difesa civi-le, il Capo di Stato maggiore abbia con le sueparole fornito una prova dell'animus con cuitaluni settori della gerarchia militar,e si ar-rogano una indebita funzione politica che vaben al di là dei limiti fissati chiaramente inmateria dalla Costituzione. (int. or. - 723)

ABENANTE. ~ Al Ministro delle parteci-pazioni statali. ~ Per conoscere a quali con-clusioni sono giunte le commissioni istituiteper l'esame delle iniziative industriali da svi-luppare in settori tecnologicamente avanza-ti, soprattutto in quelli dell'elettronica e del-l'aeronautica.

In particolare l'interrogante chiede di co-noscere quali massicci investimenti intendeeffettuare l'IRI nelle aziende «Dalmine» e« Deriver}) di Torre Annunziata e quali nuo-ve iniziative industriali intende ubicare nellazona per dare così una concreta risposta allegiuste richieste dei disoccupati locali. (int.or. - 724)

INDELLI, TESAURO, COLELLA. ~ AlPresidente del Consiglio dei ministri. ~ Perconoscere:

a) quali responsabilità siano emerSe equali provvedimenti il Governo intenda adot-tare in relazione ai luttuosi avvenimenti ve-rificatisi nei giorni scorsi nel comune diBattipaglia;

b) come abbia seguito finora la dram-matica situazione economica della Piana delSele e dell'intera provincia di Salerno, in re-lazione ai preoccupanti ritardi nell'attuazio-

ne degli interventi ordinari e straordinaridelle Amministrazioni statali;

c) le determinazioni del Governo in or-dine alla necessità di un rapido e concretoimpegno in direzione di un accentuato pro-cesso di industrializzazione, con particolareriferimento alla politica delle partecipazionistatali, al potenziamento degli interventistraordinari della politica meridionalistica,soprattutto in favore delle zone povere, allosviluppo redditivo dell'agricoltura ed allavalorizzazione dell'eccezionale potenziale tu-ristico della provincia di Salerno;

d) le ragioni degli incomprensibili ritar-di nell'adozione delle provvidenze che sonostate disposte per evitare la chiusura dellozuccherificio ed il ridimensionamento del-l'attività del tabacchificio, in accoglimentodelle unanimi e legittime richieste dei sinda-cati dei lavoratori, della deputazione politi-ca, degli amministratori comunali. (int. or.

- 725)

PINTO. ~ Al Presidente del Consiglio deiministri. ~ Per conoscere se, in conseguenzadei luttuosi fatti di Battipaglia, determinatida una diminuzione dell'occupazione in attoda qualche anno e che ha assunto proporzio-ni not,evoli con la chiusura dello zuccherifi-cio e delle manifatture tabacchi, non :inten-da predisporre provvedimenti idonei:

1) ad accertar,e l<eresponsabilità dei fat-ti ed a predisporre strumenti capaci di evi-tare per l'avvenire che si verifichino atti diviolenza;

2) ad incrementare, stante la resistenzadegli operatori ,economici del Nord per in-sediamenti industriali nel Mezzogiorno, mal-grado le incentivazioni messe in atto, gli in-v,estimenti pubblici attraverso l'IRI;

3) a predisporre un interv,ento immedia-to con l',estensione, alle zone che fanno capoal polo di sviluppo di BattipagHa, delle prov-v;idenze disposte per sanare la crisi dell' oc-cupazione nell'industria tessile in atto nellezone tradizionali della Lombardia e del Biel-lese;

4) ad interessare il Ministero dell'agri-coltura e delle foreste perchè dia disposjzioni

Senato della Repubblica ~ 6931 ~ V Legislatura

16 APRILE 1969120a SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

al fine di predisporre un piano di riconver-sione programmata nel campo della coltiva-zione del tabacco, in modo da produrre qua-lità diverse a costi inferiori. (int. or. - 726)

Interrogazionicon richiesta di risposta scritta

FUSI. ~ Al Ministro del lavoro e dellaprevidenza sociale. ~ Per conoscere i motiviche hanno impedito ed impediscono la no-mina del presidente nazionale dell'ANMILessendo da tempo scaduto il mandato del~l'attuale commissario straordinario.

Per sapere, inoltre, se è a canoscenza del-la stato di profondo malcontento esistentetra i mutilati ed invalidi del lavoro, che simanifesta attraverso ordini del giorno emozioni eS[Jressi dal,le varie associazioniprovinciali per richiedere il ritorno allanormalità degli organi centrali dell'Associa-zione dopa tre anni ininterrotti di gestionecommissariale. (int. SCI'.- 1574)

BONATTI, DI PRISCO. ~ Al Ministro del-

l'interno. ~ Per conoscere i provvedimenti

che intende prendere allo scopo di porre fi-ne agH attentati fascisti contro sedi di par-titi politici, organizzazioni sindacali ed asso-ciazioni ant~fasciste.

A Rovigo, per la seconda volta nel peria-do febbraio-aprile 1969, sono stati compiutidue atti terroristici contro la sede della Fe-derazione del Partito comunista italiano edun terzo contro la sede del Partito socialistaitaliano di unità proletaria.

n metodo usato è quello inconfondibiledella teppaglia fascista che tutte e due levolte ha tentato di incendiare la sede cospar-gendo Hquido infiammabile, ma l'incendionon ha potuto propagarsi grazie aHa coinci-denza del maltempo: una forte nevicata laprima volta e la pioggia abbondante la secon-da hanno impedito la distruzione della sedestessa con il grave pericolo di coinvolgere lefamiglie che occupano le abitazioni circo-stanti. Invece, alla sede del Partito socialistaitaliano di unità proletaria si è limitata adun gesto odioso, asportando l'insegna collo-cata all'ingresso.

Tali fatti hanno suscitato rrndignazione ecol1era nei cittadini che avvertono in essi Htenta'tivo di accrescere ed esasperar,e il di-ma di violenza in atto nel Paese.

Gli interroganti ritengono, pertanto, chesia preciso dov,ere del Ministro impartire di-sposizioni alle autodtà competenti, con laurgenza che il caso richiede, allo scopo digiungere alla rapida individuazione dei re-sponsabili materiali e dei mand3!nti per assi-curarli alla giustizia e per evitare al popoloitaHano, mentre si appresta a cel~brare laricorrenza del 25 aprile, di trovarsi di fron-te ad episodi analoghi che offendono la co-scienza nazionale e la memoria di chi hapagato con la vita pel'chè l'Italia divenisseun Paese libero e democratico. (int. SCI'. -1575)

MINNOCCI. ~ Ai Ministri della difesae del tesoro. ~ Per conoscere quali provve-dimenti intendono adottare per consentirea numerosi combattenti della guerra 1915-1918, tra i quali molti in tardissima età, be-neficiari delle disposizioni di cui alla legge18 marzo 1968, n. 263, di paterne finalmenteusufruire. (int. SCI'. - 1576)

ALBARELLO. ~ Al Ministro dei trasportl

e dell' aviazione civile. ~ Per sapere se, in

analogia con quanto disposto dal decreto-legge 16 febbraio 1967, n. 14, che ha datoanche ai dipendenti dell'Ispettorato dellamotorizzazione civile della carriera esecuti-va, di cui molti sono appena muniti di licen-za di scuola media inferiore, la possibilità diessere nominati, sia pure attraverso un rego-lare corso e conseguente esame, « funzionariesaminatori », non intenda concedere ugualebeneficio anche a molti aspiranti insegnantiistruttori, già abilitati, realmente capaci nel-l'insegnamento, ma che non possono eserci-tarlo nelle autoscuole, per il conseguimentodella patente automobilistica, perchè sfornitidel titolo di studio prescritto.

Pare all'interrogante, infatti, che debba es~sere sanata la palese in congruenza per laquale un esaminatore può essere anchesprovvisto del titolo di studio che si richiedeall'insegnante che prepara l'allievo all'esa-

V Legislatura:;enato della Repubblica ~ 6932 ~

16 APRILE 1969120a SEDUTA ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO

me. All'occorrenza, si potrebbe pretenderela frequenza di un carso particolare e il su-peramento di una prova di carattere teoricoper gli insegnanti di guida muniti del titolodi scuola media inferiore. (int. scr. - 1577)

ALBARELLO. ~ Ai Ministri della difesa edell'interno. ~ Per sapere se sana a cono-scenza delle generali proteste e lagnanze in-generate fra le popolazioni dei comuni diButtria, Pradamana, Pavia e Remanzacca,in pravincia di Udine, gravati recentemen~te da nuave e pesanti servitù militari che sisana aggiunte a quelle già esistenti e per lequali si era promesso di studiare saluzionipiù ragionevoli e meno dannose satta il pro~filo sacio--ecanomico.

L'interrogante chiede se non si intenda da~re disposizioni perchè siano iniziati dei col~laqui con le Amministrazioni comunali e congli interessati che hanno subìto i danni perrimuovere le servitù a quanto meno perricercare soluzioni di compromesso. (int.scr. - 1578)

ALBA&EiLLO. ~ Ai Ministri della difesae dell'inte:rno. ~ Per sapere se intendonodare disposizioni perchè venga ripresa e de-finita la pratica per la dismissione da ca-serma del compendio immobiliare « ex Laz-zaretto» in comune di Muggia, dislocandoin altra parte del presidia di Trieste il re-parto militare ivi di stanza.

L'mterrogante ricorda che è imminentel'emanaziane del decreto regionale di costi-tuzione dell'Azienda autonoma di soggior-no e turismo, avendO' i competenti organie comitati ricanosciuto al territorio mug-gesano le caratteristiche previste dalle vi-genti norme giuridiche, e che l'area « ex Laz-zaretta », per la sua felice ubicazione, èparticolarmente adatta ad iniziative turisti-co-balneari di primaria rilevanza. (int. scr.- 1579)

VERRASTRO. ~ Al Ministro della pub-blica istruzione. ~ Per sapere se è a cono-scenza che in parecchie provincie d'Italianon sono state ancora liquidat,e le indenni-tà relative agli esami di Stato della sessioneautunnale dell'anno scolastico 1967-68.

L'interrogante chiede di conoscere qualiprovvedimenti il Ministro ritiene di adotta-re per venire incontro al disagio che il man-cato pagamento ha procurato agli interes-sati. (int. scr. - 1580)

ABENANTE. ~ Al Ministro della marina

mercantile. ~ Per conoscere quali ulterioriprovvedimenti intende adottare, anche perdare positivo corso all'ordine del giorno ap-provato in sede di dibattito sul bilancio delsua Ministero, onde porre fine alla vergogno-sa privatizzazione degli arenili destinati aduso pubblico.

In particolare l'interrogante chiede di co-noscere quali disposizioni sono state ema-nate per far rispettaI1e la legge ai «pirati del-le spiagge » ed alle autorità marittime che lihanno assecondati.

Infine, !'interrogante sottolinea la neces-sità di un sollecito intervento per ristabilirela legalità nella fascia costiera napoletana,ed in parti:colaI'e neHe città di Torre del Gre-co e Portici ove generosa è stata la compia-cenza delle Capitanerie di pO'rto verso i « pi-rati », per restituire gli arenili alla colletti-vità e destinarli ad uso pubblica gratuito.(int. scr. ~ 1581)

CORRAO. ~ Al Ministro della pubblic4istruzione. ~ ,Per sapere se sia a conoscen-za che l'Istituto statale per i sordomuti diSicilia è da 15 anni retto da un commissa-no straordinario e se non ritenga opportu-no intervenire affinchè sia posta fine a talestato di cose protratto si molto più a lungodel necessario e comunque in pieno contra-stro con quanto disposto dal regolamentogenerale del 26 aprile 1928, n. 1297, sullaamministrazione degli istituti statali di Pa-lermo, Roma e Milano. (int. SCI'. ~ 1582)

MURMURA. ~ Al Ministro dei trasporti

e dell' aviazione civile. ~ Per sapere se ri-

spondono al vero le notizie che circolanotra i cittadini di Paola in ordine a missionicompiute da ben sessanta funzionari per ac-certare i danni causati da una scarica all'im-pianto elettrico di quella importante stazio-ne ferroviaria e per controllare le opere di

V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 6933 ~

16 APRILE 1969120a SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

riparazione, nonostante si trovi in loco unvalido ingegnere del servizio IES, e se nonritenga necessario disporre una più seria uti-lizzazione del pubblico danaro. (int. scr. -1583)

MURMURA. ~ Al Ministro dei trasporti e

dell' aviazione civile. ~ Per sapere quanti

funzionari e dipendenti del suo Ministero, eda quanto tempo, si trovano «in assegnofisso}} presso le varie stazioni ferroviarie

italiane. (int. scr. - 1584)

MONTINI. ~ Al Ministro dei trasporti t::dell' aviazione civile. ~ Per conoscere se cor-risponde al vero che la linea ferroviaria Ca-sarsa-San Vita al Tagliamento~Portogruarodovrebbe venire soppressa, secondo un pianodi riordino della rete ferroviaria attualmen-te allo studio presso la Direzione comparti-mentale delle Ferrovie dello Stato.

Si riterrebbe, infatti, del tutto ingiustifi-cato un provvedimento di soppressione perle seguenti considerazioni:

a) che la linea è stata di recente ram-modernata;

b) che verrebbe sensibilmente aggrava-1a la già precaria situazione economica delcomune di San Vita al Tagliamento e pri-vata !'intera zona dell'unica arteria ferro-viaria rimasta dopo la chiusura della lineaSan Vita al Tagliamento~Motta di Livenza;

c) che i comuni della provincia interes-sah all'arteria sono stati classificati comu-ni depressi ai sensi della legge 22 luglio 1966,n. 614, e che pertanto la zona ha necessitàdi ulteriori strutture vi arie per garantire ilproprio decollo economico;

d) che la notizia ha già suscitato vivapreoccupazione e generale malcontento frale popolazioni interessate, in quanto costi-tuisce una remora, non solo sul piano psi-cologico, ma anche su quello effettivo, perl'espansione degli esistenti complessi indu-striaJi, nonchè per nuovi certi insediamentinella zona;

e) che, nei momenti di emergenza, comeè s1ato dimostrato dalle recenti alluvioni,detta linea costituisce l'unico raccordo fer-

rovi aria con quelli di Venezia-Trieste e Ve-nezia-Udine, ed è quindi assolutamente in-dispensabile. (int. scr. - 1585)

PREZIOSI. ~ Al Ministro del lavoro edella previdenza sociale. ~ Per conoscerequali provvedimenti intenda adottare a fa-vore del corpo insegnante dell'ENALC, tan-to benemerito nell'adempimento del suo do-vere"

Attualmente gli insegnanti dell'ENALC so-no reclutati con contratto a tempo determi-nato dai direttori locali, sono retribuiti console lire 1.000 lorde ad ora e non hanno di~ritto alla remunerazione nei mesi estivi, unavolta terminati i corsi, come nel periodo diassenza per malattia, motivo, questo, rite-nuto valido per sollevare dall'incarico il mal-capitato insegnante.

Inoltre, gli insegnanti sono soggetti, peril reincarico, alle determinazioni dei diret-tori locali, arbitri assoluti delle nomine, perle quali non è prevista alcuna graduatoria.

L'interrogante desidera conoscere se, perquanto sopra esposto, non sia il caso di adot-tare alcune specifiche disposizioni per il cor-po insegnante, come:

1) dodecimalizzazione delle re tribuzioniin proporzione alle ore assegnate, medianteregolari graduatorie, e fissazione di una re-tribuzione minima mensile;

2) collegamento del rapporto di lavorodegli insegnanti al ciclo didattico (bienna-le-annuale~ triennale) in base al quale ven-gono svolti i corsi;

3) abolizione dei contratti a termine eistituzione di un ruolo organico;

4) considerazione della possibilità diuna valutazione del servizio già prestatonei punteggi per i concorsi pubblici alle cat-tedre di tutte le scuole statali (elementari,medie, tecniche e professionali). (int. scr. -1586)

MARULLO. ~ Al Ministro dei lavori pub-blici. ~ Per conoscere se, in J1elazione aigravi probl,emi denunziati dal sindaco diFondachelli Fantina, con circolare del 6 gen-naio 1969, non intenda prendeI1e deLle dove-

Senato della Repubblica ~ 6934 ~ V Legislatura

120a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 16 APRILE 1969

rose iniziative in favore di quel comune. (int.SCI'. ~ 1587)

BRUSASCA. ~ Ai Ministri della sanità edella pubblica istruzione. ~ Per sapere, inrelazione alla grande neoessità di infermie-IIi per l'attuazione della riforma ospedalie~

l'a, quali corsi di studi possono frequentarei giovani diplomati dalla scuola media cheintendano prepararsi per la sucoessiva fre~quenza dei corsi specializzati per l'eserciziodella professione di infermiere. (int. scr. ~1588)

FARNETI Ariella. ~ Al Ministro dell'agri-coltura e delle foreste. ~ Per sapere qualiprovvedimenti intende adottare nei con~fronti del Consorzio agrario provinciale diForlì, da tempo in crisi, e particolarmenteper:

1) allargare la base sooiale del Consor~zio accogliendo le numerose domande dimezzadri e coltivatori diretti, da tempo pre-sentate e sempre respinte dal consiglio diamministrazione dimissionario ed ora an~che dal commissaIlio straordinario;

2) impedire che, per risolvere la situa-zione deficitaria, frutto della cattiva ammi~nistrazione dei dirigenti del Consorzio, an-cora oggi in una posizione di direzione, sìassumano gravi provvedimenti ai danni deilavoratori, quali la liquidazione del settoreavicolo e il ridimensionamento dell'organicodel personale 1impiegatizio.

Le forze politiche e sindacali di Forlì, inmodo unitario, si sono più volte pronuncia~te per provvedimenti che, colpendo i re~sponsabili dell'attuale crisi, aumentino ilnumero dei soci, creino le condizioni peruna gestione democratica, trasformino ilConsorzio in strumento non speculativo, maal servizio dei coltivatori e dello sviluppodell'agricoltura, ed evitino il ricorso ai li~cen:zJiamenti. (int. SCI'. ~ 1589)

FARNETI Ariella. ~ Al Ministro dellapubblica istruzione. ~ P.er sapere quali prov~vedimenti intende adottare per impedire che,in contrasto con l'articolo 1 della legge 18

marzo 1968, n. 444, e precisamente con l'ul~timo oomma che redta testualmente: «Laiscrizione è facoltativa, la frequenza gratui-ta. », si pretenda il pagamento di rette gior~naHere ai frequentanti le scuole maternestatali.

RisUllta, infatti, all'interrogante che, nelletre sezioni di scuola materna statale istitui~te nel comune di Cesena, ai genitori dei bam-bini iscritti è richiesto il pagamento di lirecento giornaliere. (int. SCI'. - 1590)

Ordine del giornoper le sedute di giovedì 17 aprile 1969

P RES I D E N T E . Il Senato torneràa riunirsi domani, giovedì 17 aprHe, in duesedute pubbliche, la prima alle ore 10 e laseconda alle ore 17, con il seguente ordinedel giorno:

I. Seguito della discussione dei disegni dilegge:

TOGNI. ~ Inchiesta parlamentare suifenomeni della criminalità e della delin~quenza in Sardegna (119).

SOTGIU ed altri. ~ Istituzione di unaCommissione parlamentare di inchiestasul fenomeno del banditismo in Sardegnain relazione alle condizioni economico-sociali dell'Isola (179).

MANNIRONI ed altri. ~ Istituzionedi una Commissione parlamentare di in-chiesta sulla delinquenza in Sardegna(363).

Il. Discussione dei disegni di legge:

1. DE ZAN ed altri. ~ Nuove disposi~

zioni sulla pubblicità dei film vietati aiminori (272). (I scritto all' ordine del gior~no ai sensi dell' articolo 32, secondo com-ma, del Regolamento).

2. TERRACINI ed altri. ~ Norme perla tutela della libertà e della dignità deilavoratori nei luoghi di lavoro e perl'eserlCÌzio dei loro diritti costituziona-li (8).

Senato della RepubbÌica 6935 ti Legislatura

16 APRILE 1969120" SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

DI PRISCO ed altri. ~ Norme per la tu-tela della sicurezza, della libertà e delladignità dei lavoratori (56).

ZUCCALA' ed altri. ~ Disciplina deidiritti dei lavoratori nelle aziende pub-bliche e private (240) (Iscritti all'ordinedel giorno ai sensi dell' articolo 32, secon-do comma, del Regolamento).

3. Finanziamenti per l'acquisto all'este-ro di strumenti scientifici e beni stru-mentali di tecnologia avanzata (298).

4. Ratifica ed esecuzione del Protocolloper una nuova proroga dell' Accordo in-ternazionale sullo zucchero del 1958, adot-tato a Londra il 14 novembre 1966 (315).

5. Approvazione ed esecuzione dell'Ac-cordo tra il Governo italiano e l'Istitutointernazionale per l'unificazione del di.ritto privato, sui privilegi e le immunitàdell'Istituto, concluso a Roma il 20 luglio1967 (332).

III. Votazione del disegno di legge:

Norme perla disciplina delle opere diconglomerato cementizio armato, norma-le e precompresso (304).

La seduta è tolta (ore 20,45).

Dott. ALBERTO ALBERTI

Direttore generale dell'Ufficio dei resoconti parlamentari