SENATODELLAREPUBBLICA · 2011. 3. 15. · SENATODELLAREPUBBLICA VIII LEGISLATURA 581a SEDUTA...

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SENATO DELLA REPUBBLICA VIII LEGISLATURA 581 a SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO GIOVEDÌ 17 MARZO 1983 (Pomeridiana) Presidenza del vice presidente OSSICINI, indi del vice presidente COLOMBO INDICE CALENDARIO DEI LAVORI DELL'ASSEM- BLEA Variazioni: PRESIDENTE .... oli< PISTOLBSE (MSI-DN) . oli< SPADACCIA (Misto-PR) Pago 5, 8 6 6 CONGEDI E MISSIONI DISEGNI DI LEGGE AnnW1zio di presentazione.. . . . . . Approvazione da parte di Commissioni per- manenti .. .... Assegnazione ......... Coordinamento in Commissione . Nuova assegnazione .... Presentazione di relazioni . 4 .. 3, 47 4 4 47 Seguito della discussione: c Programmi di ricerca e sviluppo ~ AM.X EH.I01, CATRIN ~ in materia di costru. zioni aeronautiche e di telecomunicazioni» (1816): ANDERLINI(Sin. Ind.) CORALLO (PCl) . . . GATTI (PCI). . . . LAVALLE (Sin. Ind.) . VINAY (Sin. Ind.) . Pago 31 8 19 23 16 3 INTERROGAZIONI Annunzio 47 47 Da svolgere in Commissione . 3 ORDINE DEL GIORNO PER LE SEDUTE DI VENERD!' 18 MARZO 1983 . . . . .. 51 PETIZIONI Annunzio 4 SULL'ORDINE DEI LAVORI PRESIDENTE .... GoZZINI (Sin. Ind.) . ... SPADACCIA (Misto-PR) 42 e passim 46 42 e passim N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del di. scorso non è stato restituito corretto dall'oratore. TIPOGRAFIA DEL SENATO (1200) ~ 4

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SENATO DELLA REPUBBLICAVIII LEGISLATURA

581 a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

GIOVEDÌ 17 MARZO 1983(Pomeridiana)

Presidenza del vice presidente OSSICINI,indi del vice presidente COLOMBO

INDICE

CALENDARIO DEI LAVORI DELL'ASSEM-BLEA

Variazioni:

PRESIDENTE . . . .oli< PISTOLBSE (MSI-DN) .

oli< SPADACCIA (Misto-PR)

Pago 5, 866

CONGEDI E MISSIONI

DISEGNI DI LEGGE

AnnW1ziodi presentazione. . . . . . .Approvazione da parte di Commissioni per-manenti . . . . . .Assegnazione . . . . . . . . .Coordinamento in Commissione .Nuova assegnazione . . . .Presentazione di relazioni .

4

. . 3, 47

4

4

47

Seguito della discussione:

c Programmi di ricerca e sviluppo ~ AM.X

EH.I01, CATRIN ~ in materia di costru.

zioni aeronautiche e di telecomunicazioni»(1816):

ANDERLINI(Sin. Ind.)CORALLO(PCl) . . .GATTI(PCI). . . .LAVALLE(Sin. Ind.) .VINAY(Sin. Ind.) .

Pago 318

192316

3 INTERROGAZIONI

Annunzio 47

47Da svolgere in Commissione .3

ORDINE DEL GIORNO PER LE SEDUTE DIVENERD!' 18 MARZO 1983 . . . . .. 51

PETIZIONI

Annunzio 4

SULL'ORDINE DEI LAVORIPRESIDENTE . . . .GoZZINI (Sin. Ind.) .

...SPADACCIA(Misto-PR)

42 e passim46

42 e passim

N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del di.scorso non è stato restituito corretto dall'oratore.

TIPOGRAFIA DEL SENATO (1200) ~ 4

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Senato della Repubblica ~ 3 ~ VIII Legislatura~~~~~~~~~~~

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17 MARzo 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTBNOGRAFICO

Presidenza del vice presidente O S S I C I N I

P RES I D E N T E. La seduta è aper-ta (ore 16,30).

Si dia lettura del processo verbale.

M I T T E R D O R FER, segretario,dà lettura del processo verbale della sedutadel giorno precedente.

P RES I D E N T E. Non essendovi os-servazioni, il processo verbale è approvato.

Congedi e missioni

~ P RES I D E N T E. Sono in congedoi senatori: Baldi, Bevilacqua, Busseti, Cio-ce, De Giuseppe, Della Porta, Deriu, Fabbri,Ferrara Nicola, Fimognari, Fossa, Macario,Marchetti, Mariotti, Martoni, Miroglio, Na-poleoni, Pacini, Procacci, Recupero, Spinel-li, Tanga, Tavia<ni, Valiante e Vernaschi.

Disegni di legge, annunzio di presentazione

P RES I D E N T E. È stato presen-tato il seguente disegno di legge d'mi~ia,tivadei senatori:

LEPRE, BAR SACCHI e BOZZELLO VEROLE. ~

« ModifkazionIÌ alla legge 3 gennaio 1978,n. 3, concernente le norme per l'effettua-zione delle elezioni provinciali e comunali »(2210).

È stato presentato il seguente cli:segno dilegge d'iniziativa del:

CONSIGLIO REGTONALE DELLA LOMBARDIA.

« Modifiche allo Statuto della Regione Lom-bardia» (2211).

Disegni di legge, assegnazione

P RES I D E N T E. I seguenti d1segnidi legge s'Ùno stati deferiti

~ in sede deliberante:

alla la Commissione permanente (Affaricostituzionali, affar.i della Presidenza cLelConsiglio e delJ',intemo, ordinacrnento g~raIe dello Stato e del1a pubblica ammÌinli-strazione) :

« Provvidenze a f,avore dei superstiti didÌ!pendentd deLlo Stato caduti nell'adempi-mento del dovere» (2177), previo pareredella sa Oommissione;

alla sa Commissione permanente (LavoriRubbHci, comunicazioni):

« Protezione delle radiocomunicazioni re-lative all'as'S1stenza ed aHa sicurezza delvolo» (1813-B) (Approvato dalla 8a Com-missione permanente del Senato e modifi-cato dalla loa Commissione permanente del-la Camera dei deputati), previo paTere della2a Commi,sSlione.

I seguenti disegni ,di legge sono stati de-feriti

~ in sede referente:

alla la Commissione permanente (AffaricostdtuzionaLi, affari della P,residenza delConsiglio e dell'interno, ordinamento gene-mIe dello Stato e della pubblica ammini.stra:cione) :

BONIVER ed altri. ~ «Norme per preve-nire e combattere il randagismo dei cani»(2104), previ pareri della 2a, della sa e della6a Commissione;

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Senato della Repubblica ~ 4 ~ VIII Legislatura

17 MARZO 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTOSTENOGRAFICO

alla 2a Commissione permanente (Giu-stizia) :

ClOCE e BUSSETI. ~

{{ IstituziOiIle in Tnmidi una sezione distaccata della Corte diappello di Bari» (2186), previ pareri della1ae della sa Commilssione.

Disegni di legge, coordinamentoin Commissione

P RES I D E N T E. Nella Sieduta di ieri,la 2a Commis.sione permaJ:1lente (Giustizia),ha proceduto all'approvaZJione del testo ooor-dinato del disegno di legge: «AumeJI1oo del-l'indennità spettante agli esperti componen-ti delle sezioni specializzate agrarie» (1997)(.4pprovato dalla 4a Commissione permanen-te della Camera dei deputati).

Disegni di legge, approvazione da partedi Commissioni permanenti

P RES I D E N T E. Nella seduta di :ieri,l'sa CommisSiÌone perrn:anente (Lav.ori pub-blici, comunicazioni), ha approvato i s'eguentidisegni di legge:

SCHIA.~o ed alt-ri. ~

{( Di>s,pos:izioniper bzona mdustriale e portuale di P'adova»(2028) ;

{(Interpretazione autentica deLl'a~ticolo 1,comma secondo, del decreto-legge 12 novem-bre 1982, n. 829, convertito, con modificazio-ni, nella ,legge 23 dicembre 1982, n. 938, con-cernente interventi urgenti in favore delle po-polazioni colpite da calamità il1atur.ailiio evCil1-ti eccezionali» (2173).

Disegni di legge, nuova assegnazione

P RES I D E N T E. Su richiesta della8a Cammissione permanente (Lavori pub-blici, comunicazioni), è stato deferito in se-de deliberante alla Commissione stessa ilseguente disegno di legge, già assegnata adetta Cammissione in sede referente:

«Uso degli apparecchi per il valo da di-porto o sportivo» (2096).

Su richiesta della 6a Commissiane perma-nente (Finanze e tesoro), è stato deferito insede deliberante aHa Cammissione stessail seguente disegno di legge, già assegnato adetta Commissione in sede referente:

«Autorizzazione a vendere a trattativaprivata all'ospedale dei bambini «ViUaleBuzzi» di Milano il locale compendio pa.trimoniale castituita da un'area di metriquadrati 3.550 circa, in via Castelvetro, cansovrastante manufatto» (1913).

Petizioni, annunzio

P RES I D E N T E. Invìto il senatoresegretario a dare lettura del sunto dellepetizioni pervenute al Senato.

M I T T E R D OR FER, segretario:

II signal' Walter Buffarini, da Ancona,chiede l'emanazione di una legge la qualestabilisca che alle persone di età superioreai 60 anni spetti la precedenza nei servizinei lacali pubblici e nei pubblici esercizi (Pe-tizione n. 177).

Il signar Bruno Santi, Presidente delcamprensoria Alto Garda e Ledra, insiemecon numerosi sindaci di camuni del Tren-tina, esprime la comune necessità che il Go~verna presenti in tempi brevi alle Camereun disegno di legge di madifica della nor-mativa vigente in materia di soggiorno ob-bligato, nel senso indicato dalla relazionedella Commissiane antimafia, e che nellemare dell' iter legislativa il Governa stessaprenda gli opportuni pravvedimenti affin-chè soggetti indiziati di appar,te>nenza ad as-sociaziani mafiose non vengano inviati incomuni situati in pravince periferiche delterritorio nazionale, ma siano destinati peril saggiorna 'Obbligato a località isolate ecantemparaneamente assaggettati a misureatte ad impedirne la libertà di lacomazionee a limitarne la libertà di comunicazione.(Petizione n. 178).

P RES I D E N T E. A norma del Re-golamento, queste petizioni sono Istate 'tra-smesse alle Cammissiani campetenti.

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Senato della Repubblica ~ 5 ~ V II I Legislatura

581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTOSTENOGRAFICO 17 MARzo 1983

Calendario dei lavori dell'Assemblea, variazioni

P RES I D E N T E. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, riu-nitasi questa mattina, con la presenza dei Vice Presidenti del Senato e !'intervento delrappresentante del Governo, ha adottato a maggioranza alcune variazioni al calendariodei lavori dell'Assemblea dal 23 al 31 marzo 1983, che risulta determinato come segue,fermo restando quanto già stabilito nella precedente riunione per i giorni 18 e 22marzo:

Mercoledì 23 marzo (pomeridiana)(h. 16,30)

(la mattina è riservata allesedute delle Commissioni)

» » »

Giovedì 24 »

(la mattina è riservata alleriunioni dei Gruppi parla-mentari)

Venerdì 25 - »

» » »

Lunedì 28 »

Martedì 29 »

» » »

Mercoledì 30 »

» » »

Giovedì 31 »

(notturna)(h. 21)

(pomeridiana)(h. 16,30)

(antimeridiana)

(h. 9,30)

(pomeridiana)(h. 16,30)

(pomeridiana)(h. 17,30)

(antimeridiana)(h. 9,30)

(pomeridiana)(h. 17)

(antimeridiana)(h. 9,30)

(pomeridiana)(h. 16,30)

(antimeridiana)(h. 9,30)

~ Disegno di legge n. 2203. ~ Conversio-ne in legge, con modificazioni, del de-creto-Iegge recante misure per il conte-nimento del costo del lavoro e per fa-vorire l'occupazione (Approvato dalla Ca-mera dei deputati ~ scade il 30 marzo1983) .

~ Disegno di legge n. 2195. ~ Conversio-

ne in legge del decreto-legge recanteprovvedimenti urgenti per il settore del-la finanza locale per l'anno 1983 (Pre-sentato al Senato - scade il 1° maggio1983).

~ Seguito della discussione del disegno dilegge n. 1532 (ed altri connessi). ~ Mo-difiche ed integrazioni alla legge 10 apri-le 1981, n. 121, concernente nuovo ordi-namento dell'Amministrazione della pub-blica sicurezza.

~ Mozione n. 70 dei senatori De Giuseppeed altri sulle riforme istituzionali.

~ Disegno di legge n. 2194. ~ Conversione

in legge del decreto-legge concernentemisure urgenti per la prosecuzione del-!'intervento straordinario nel Mezzogior-no (Presentato al Senato - scade il 30aprile 1983).

~ Seguito della discussione del disegno dilegge n. 2093. ~ Interventi straordinarinel settore dello spettacolo (1).

~ Disegno di legge n. 1957. ~ Autorizzazio-

ne di spesa per il rifornimento idricodelle isole minori.

~ Seguito della discussione del disegno dilegge n. 958. ~ Nuove norme previden-ziali ed assistenziali per i lavoratori di-pendenti da imprese cooperative e non,che manipolano, trasformano, commer-cializzano i prodotti agricoli e zootec-nici.

(1) Il disegno di legge n. 2093, concernente interventi straordinari nel settore del-lo spettacolo, verrà discusso nella seduta notturna del 23 marzo 1983.

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Senato della Repubblica ~ 6 ~ VIII Legislatura

17 MARzo 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

PISTOLESElare.

Domando di par-

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

* P I S T O L E SE. Signor P1re&idente,signor Ministro, onorevoli colleghi, a normadell'articolo 55, secondo comma, del Rego-lamento chiedo una modifica del calenda-dio dei lavori approvato a maggioranza dallaConferenza dei Presidenti dei Gruppi.

La Conferenza ha stabilito che lo svolgi-mento delle interrogazioni e delle interpel-lanze sui gravi incidenti avvenuti in Libanocontro le Forze multinazionali debba avve-nire in Commissione. Signor Presidente, misembra che lei non abbia letto questo puntodel calendario che si riferisce allo svolgi-mento di tali interpellanze e interrogazioni.Noi chiediamo viceversa che esse venganosvolte in Aula; non desideriamo affatto chesia minimizzato tutto ciò che sta accaden-do: la pubblica opinione è fortemente scos-sa e bisogna che se ne parli in Aula. Dob-biamo rilevare, onorevole Ministro, che ellastamattina poteva ben rispondere in questaAssemblea; poichè infatti si discutevano leg-gi di sua competenza, poteva fornire rispo-sta alle interpellanze ed alle interrogazioniricordate, qui in Senato. Invece ha preferitofar continuare la discussione del disegnodi legge n. 1816 senza la sua presenza, perrecarsi alla Camera a rispondere alle inter-rogazioni sullo stesso argomento che pote-vano essere benissimo discusse in Senato.Sono sicuro che sotto la Presidenza Fanfa-ni questo non sarebbe accaduto, perchè èindlscutibile che il Senato ha la sua dignitàe non è ammissibile che si interrompa unadiscussione quando si poteva in questa sedeesaminare anche le interrogazioni e le in-terpellanze sui gravi fatti del Libano.

Una simile protesta è stata elevata questamattina anche dal senatore Spadaccia in al-tra sede c io la rinnovo qui in Aula chie-dendo specificamente, signor Presidente, semi consente, di inserire nella giornata digiovedì 24 marzo, all'inizio dei lavori, losvolgimento delle interrogazioni e delle in-terpellanze sugli incidenti in Libano.

P RES I D E N T E. Senatore Pisto-lese non ho potuto leggere quanto lei michiedeva perchè era impossibile: io possoleggere soltanto ciò che è stato deciso inmerito ai lavori dell'Assemblea. Per quantoriguarda quello che lei ha chiesto, sottopor-rò all'Assemblea la sua richiesta.

Ricordo che sulla proposta del senatorePisiolese può prendere la parola un oratoreper ciascun Gruppo e per non più di dieciminuti.

S P A D A C C I A. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

* S P A D A C C I A. Signor Presidetl1te,devo intanto osservare una cosa. Mi è capi-tato la settimana scorsa, dopo il terzo oquarto rinvio che veniva fatto in Commis-sione di provvedimenti di legge di cui erastato concluso il dibattito generale in Aula,di riscontrare che per tre settimane conse-cutive l'Assemblea del Senato aveva tenutoin media tre sedute o poco più, quattro,comprendendo la seduta del martedì, ri-servata normalmente alle interrogazioni einterpellanze. Ne traevo la convinzione, chenon era molto difficile da trarre in realtà,che questa mancata soluzione tempestiva at-traverso il coraggio del voto o attraversol'obbligo di chiarimenti rapidi da parte delGoverno, avrebbe determinato un ingolfa-mento successivo dei nostri lavori, ciò chepuntualmente si verifica. Devo dire che sonod'accordo con la proposta del senatore Pi-stolese, perchè ritengo che, proprio perchènell'altro ramo del Parlamento la discussio-ne è avvenuta in Commissione, il Senatodella Repubblica debba discutere in Auladei gravi fatti del Libano.

Dovrei aggiungere altri due rilievi: misembra strano che in questo scoordinamen-to complessivo, un po' scandaloso, dei la-vori del Senato si rinunci completamentea qualsiasi attività seria, di sindacato, di con-trollo sull'Esecutivo. Sulle prime pagine deigiornali vi sono gravi fatti nazionali, fattigravissimi. Mi riferisco ai fatti di Torino

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Senato della Repubblica ~ 7 ~ VIII Legislatura

17 MARzo 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

che richiedono una riflessione, non soltan-to la richiedono ma la impongono alla dire-zione dei partiti, perchè non debbono im-porIa al Parlamento della Repubblica? Ab-biamo questa strana serie di scorrerie cheappartengono ormai alla prassi delle guerreper bande e quando mi riferisco alle guerreper bande consentitemi di dire che il I1ife-rimento alla procura del,la Repubblica diRoma è naturale. Allora, il Senato della Re-pubblica di tali questioni, che hanno inte-ressato i massimi organi dello Stato ~ erisulta dai giornali che leggiamo anche noisenatori, che il Presidente della Repubbli-ca si è consultato con il Presidente del Se-nato, con il Presidente della Camera oltreche con il Presidente del Consiglio, primadi arrivare a certe decisioni ~ non deveoccuparsi? Mi sembra che il Senato dellaRepubblica sempre di più abdichi alle suefunzioni di sindacato e di controllo neiconfronti dell'Esecutivo. Propongo, quindi,che si trovi spazio, magari a scapito diqualche provvedimento legislativo minoreche come ha atteso tanto può continuaread attendere, per l'esame degli strumentiparlamentari posti in essere su queste duegravi questioni Esprimo inoltre il mio as-senso alla proposta del senatore Pistolese.

Devo poi lamentare che è scomparsa dalprogramma dei nostri lavori la discussionedei disegni di legge in materia di parchi eriserve naturali. Era prevista nel calendarioper la fine di questa settimana come decisodalla Conferenza dei Presidenti dei Gruppiparlamentari della scorsa settimana, è scom-parsa dal calendario di questa settimana,sempre per decisione della Conferenza deiPresidenti dei Gruppi parlamentari che siè svolta martedì, non viene reintrodotta nel-le prossime settimane dalla Conferenza deiPresidenti dei Gruppi parlamentari che si èsvolta oggi. Anche in altra occasione espres-si le mie perplessità e il mio disappuntoper il rinvio in Commissione. Visto che iprovvedimenti in questione erano all'ordi-ne del giorno dei lavori dell'Aula, 10 scontropolitico doveva avvenire sugli emendamentiche tutti, in quella sede, avevamo presen-tato. Un'Assemblea è fatta per esaminare,

valutare, accogliere o respingere gli emen-damenti, per tanti e quanti possano essere.Adesso è invalsa la prassi secondo cui nonappena vi è un certo numero di emenda-menti, l'esame del disegno di legge vienerinviato in Commissione, come se le Com-missioni potessero fare miracoli, cioè risol-vere i problemi che nella originaria sedereferente non sono riuscite a risolvere.

Questo significa ~ e visto che la decisio-ne è stata presa a maggioranza, voglio direoggi ciò che non ho potuto dire martedì,quando la decisione fu presa all'unanimità,affinchè risulti chiaro a tutti i colleghi ~

che una riforma discutibile, discussa e sullaquale ci dividiamo, ma sulla quale una Com-missione di questo Senato ha speso due annidel proprio lavoro, praticamente sarà vani-ficata dalle decisioni di questi giorni dellaConferenza dei Presidenti dei Gruppi parla-mentari. Sappiamo benissimo, infatti, cheil mese di aprile sarà totalmente assorbitodall'esame della legge finanziaria e del hi-lancio dello Stato, che saremo travolti daaltri decreti ~ lo siamo già, perchè trequarti del nostro lavoro ormai è assorbitodai decreti che ci piombano dal Governoe dall'altro ramo del Parlamento ~ e quin-di, nella migliore delle ipotesi, si parleràdei parchi naturali forse a giugno, a ridossodelle ferie estive. Il che significa, in pratica,visto che per questa riforma abbiamo im-piegato tre anni, che non se ne farà nullae che sarà una riforma destinata ad atten.dere un'altra legislatura.

Credo che ciò non sia serio. L'esame insede referente è stato svolto, per due voltela Commissione ha ultimato il proprio la-voro: discutiamo allora il disegno di leggein Aula! ~ impossibile che il Senato dellaRepubblica, di fronte ad una riforma cheha richiesto tanto lavoro, non trovi unagiornata e mezza di tempo per es.aminaJrlo,una volta all'ordine del giorno. Allora si di-ca che da parte di alcuni Gruppi politici,e non solo da parte del Gruppo comunista,che è notoriamente contrario a questa ri.forma, ma anche da parte di Gruppi dellamaggioranza, che pure l'hanno sottoscritta,questa riforma non è voluta. Ciascuno abbiail coraggio di assumere le proprie respon-

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Senato de.lla Repubblica ~ 8 ~ VII I Legislatura

17 MARZO 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTO STENOGRAFICO

sabilità e non di servirsi di questi marchin-gegni nei confronti dei quali la Presidenzadel Senato evidentemente finisce per assu-mere un atteggiamento di malleveria.

A questo punto, con gli strumenti rego-lamentari che un solo senatore possiede ~

perchè per proporre modi.f1che agli 'Ordini delgiorno bisogna essere almeno -in otto ~ hopresentato questa mattina una pregiudiziale.Non passo proporre la d1s<cussi:OiIledel prov-vedÌ'menta sui parchi natUlraH in cambio diquella sui decreti-legge, perchè c'è un vin-colo costituzionale; però il problema è po-llitioo e rimane ed ho voluto <cogliere que-sta occasione in questa sede per denuncia-re un avvenimento che, a mio avviso, è gra-vissimo. Ouando si discus'se il pmblema deiparchi naturali, tutti senza eccezione alcunasi impegnarono (ricardo i colleghi DellaBriotta e Modica, il ministro Mannino e icolleghi democristiani) a riportare entro15 giorni, massimo tre settimane, in Aulail problema. La Commissione ha svalta ipropri compiti, ha riesaminato il provvedi-mento, ma 1'1scrizione all'ordine del giornadell'Aula è slittata a tempa indefinita, sinedie: ciò significa che ci sano altre valantà(non dell'Assemblea, non dei Gruppi poli-tici che presero la parola in quel giorna)palitiche surrettizie non denunciate, di cuinan ci si assume la respansabilità., di nanfarne nulla. Mi limito a questo, anche per-chè nan abbiama purtroppa, come sarebbeappartuna saprattutto quand'O vengana de-cise queste case a maggioranza, il testaciclastilato dei provvedimenti. Ascaltiamoalcuni numed, sentiamo quello che lei, Pre-sidente, in fretta dice. Carreggere e interve-nire sul calendaria dei lavori diventa diffd-cile. In questa momenta perciò nan ha stru-menti nè possibilità di praparre inserimen-ti per il provvedimenta che mi sta a cuare,quella sui parchi naturali. Prapanga peròl'inserimento nel calendario dei lavari dellagiornata di giovedì (prevedenda altrimentiuna seduta ad hoc, anche natturna, comemercoledì sera) dell'argomenta prapasta dalsenatore Pistolese, cioè gli avvenrrmenti cheriguardano i militari dtaHani nel Libano,della questione del Cansiglia superiore del-la magistratura e della Procura della Repub-

blica di Roma, e dell'argomento riguardan-te i fatti di T'Orina.

P RES I D E N T E. Metta ai vati lapropasta del senatare Pistolese. Chi l'ap-prova è pregato di alzare la mano.

Nan è appravata.

Metto ai vati la ulteriare praposta del se-natore Spadaccia. Chi l'approva è pregatodi alzare la mano.

Nan è appravata.

Restano pertanta approvate l,e variazianial calendario dei lavori già camunicate.

Seguito della discussione del disegno dilegge:

«Programmi di ricerca e sviluppo ~ AM-X,

EH-lOt, CATRIN ~ in materia di c'Ostru-

ziani aeronautiche e di telecamunicazia-

ni» (1816)

P RES I D E N T E. L'ordine del gior-no reca il seguito della discussione del di-segno di legge n. 1816.

Riprendiama la discussione generale, ini-ziata nella seduta antimeridiana.

È iscritta a parlare il senatore Corallo.Ne ha facoltà.

C O R A L L O Onarevole Presidente,'Onorevole Ministra, onarevoli colleghi, ladecisione di iscrivere all'orcUne del giornadell'Aula il disegno di legge ora al nostraesame ci ha non poca sarpresi. Infatti, quan-do in Commissione abbiamo avuta accasia-ne di manifestare le ragioni della nostraoppasizione a questa pravvedimento, aveva-mo avuto moda anche di canstatare che allanostra opposiziane si aggiungeva la perples-sità di larghi settari della maggiaranza, senon altra in cansiderazione della inopportu-nità di affrantare questo tema, di intrapren-dere questa costosa avventura nel mamen-t'O in cui l'ecanomia del nostro paese destatanto allarme e preoccupazione. Poichè l'in-sistenza del Governo perchè si approvi su-

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Senato della Repubblica ~ 9 ~ VIII Legislatura

17 MARzo 1983581& SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

bito la legge e si dia il via alla spesa ciappare del tutto illogica e poco responsa-bile, abbiamo chiesto che il Ministro almenofacesse precedere l'esame del disegno di leg~ge da una più generale relazione sulla poli-tica militare. Speravamo di trovare così ilbandolo della matassa, di capire le ragionidi tanta urgenza e possibilmente anche diricrederci. Il Ministro, al quale diamo attodi avere cortesemente accolto il nostro in-vito, non ci ha fornito alcun elemento nuo-vo, neppure in relazione a problemi sui qua-li le novità non mancano. Non è in questasede, onorevole Ministro, che intendiamoriaprire il dibattito sul problema degli eu-romissili, anche se è nostra intenzione tor-nare a confrontarci con il Governo e congli altri Gruppi su tale questione che è vi-tale per il nostro paese. Tuttavia, poichèha accennato a questo tema stamane, vogliorilevare soltanto, signor Ministro, che leiforse è rimasto l'unico al mondo ad aggrap-parsi ostinatamente alla formula ormai logo-ra dell'« opzione zero ». QueHo che oi duole èche lei insista nel voler prospettare questaformula come la più avanzata sul piano deldisarmo, continuando a giocare sull'equivo-co e a tacere che quando si parla di « opzio-ne zero» non si considera l'armamento mis-silistico francese e britannico.

Francia e Gran Bretagna non sono a Gi-nevra; i loro missili sono al di fuori dellatrattativa e pensare che l'Unione Sovieticapossa accettare di azzerare il proprio arma-mento missilistico mentre missili britannicie francesi restano puntati sul suo territo-rio e sulle sue città è una scorrettezza graveverso l'opinione pubblica del nostro paese,è obiettivamente un tentativo di confonder-Ia.Nonostante ciò lei continua a restare ag-grappato a questa formuletta, quando ormaiin ogni sede, in ogni dibattito si accenna anuove proposte, alla necessità di trovare unpunto di equilibrio reale e non fittizio.

Non a caso, onorevole Ministro, proprionoi abbiamo apprezzato quanto di nuovoemergeva dal discorso che il segretario delsuo pa<rtito ha pronunciato a MNano nelnostro congresso. ~ rimasto proprio sololei, onorevole Lagorio, ed è rimasto solo leia pretendere di rivendicare il diritto di

scoper.ta dell'« opzione zero », faoendo .d'Sa-lire questa infelice formula ad un atto delnostro Parlamento che, invece, noi abbiamoapprezzato, ossia !'inclusione della clausoladella dissolvenza. Ma la clausola della dis-solvenza non era 1'« opzione zero» e questovoler unificare due tesi diverse, due propo-ste diverse non serve ad altro che a renderepiù difficile la comprensione della sua realeposizione su tale problema.

Abbiamo apprezzato .~ ripeto ~ quelloche ha detto il segretamio del suo partitoal nostro congresso e condividiamo l'opi-nione che la trattativa di Ginevra debba an-dare avanti e che si debba dare ad essa iltempo necessario, il che significa che nonci possono essere meccanismi automatici eche non è possibile pensare che, nel mo-mento in cui ~ come auspichiamo e comeper molti versi appare possibile ~ la trat-tativa procede verso un accordo, non si pos-sa far scattare, solo per una questione didate e di scadenze prefissate, l'installazio-ne dei missili a Comiso. Ripeto questo, si-gnor Ministro, solo per rilevare la mancan-za di novità nel suo discorso. Torneremosull'argomento.

Poco fa si è discusso invece della sedenella quale dovremo trattare il problemadel Libano: si è deciso nelle Commissionicongiunte esteri e difesa. Mi consenta però,signor Ministro, di prospettare alcune gravipreoccupazioni che animano il nostro Grup-po. Siamo fortemente preoccupati e nonda oggi. Già un mese fa abbiamo presen-tato una interpellanza perchè si sentiva ar-rivare la tempesta, perchè si capiva che era-no mutate oerte condizioni, che qualcosadi nuovo, in senso negativo, qualche ele-mento di deterioramento andava emergendonella situazione libanese.

Ora, signor Ministro, non possiamo limi~tarci a decidere come abbiamo deciso tutti,responsabilmente, di aderire alla propostadi inviare...

S P A D A C C I A. Proprio tutti no.

C O R A L L O. Tutti meno uno... eli invia-re truppe italiane in quel paese come com-ponenti della Forza multinazioiJ1.a<le.Pe'l"Chè

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Senato della Repubblica

S8la SEDUTA (pomerid.)

~ 10 ~ VIII Legislatura.~.

17 MARZO 1983ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO

quello era un primo atto, signor Ministro;dopo aver mandato i soldati bisognava assi-stere questa operazione di pace con oppor-tune, adeguate, intelligenti, iniziative poli~tiche. Non ci si può disinteressare del pro-blema. Quando abbiamo deciso di inviare letruppe italiane, pensavamo ad un soggior-no limitato nel tempo; allora il nostro im-pegno era stato sollecitato da tutte le partiinteressate, tutti si erano dichiarati fav<rrevoli ad una presenza italiana.

Da allora è passato molto tempo e l'im-pegno alla trattativa di pace non è 'statomantenuto. Qual è il gioco di Israele in que-sto momento? Da quello che ci hanno rife-rito i col1eghi che sono stati. recentementein Libano risulta che Israele sta incorag-giando il maggiore Haddad ad occupare unanotevole porzione del territorio Hbanese. Sipunta praticamente, signor Ministro ~ que-

sto è lil nostro sospetto, i.1 nostX'o timore ~

ad incancrenire la situazIone, forse avendonell'intimo il progetto di una spartizione difatto del Libano, Ebbene, chiediamo al Go~'."erno oosa ha fatto e cosa intende fare; nonsi tratta, signor Ministro (non è per fare del~la facile .eDitica) soltanto di preoccuparsidelle attività ricreative; può essere statosimpatico mandare la squadra nazionale dicalcio, 'Può essere simpatico mandare attori,ma ai nostri soldati dobbiamo anche di.requando si potrà tOI'lnare a casa~ e cosa ,ilGoverno dtaliano intende fare per svelenilreuna situazione ohe rischia di diventare esplo-siva e di coinvolgere i nostri militari in unaavventura drammatica.

Si tratta di verificare con tutte le partii'nteressate, oon il Governo i,sraeliano, conquelJo siriano, con queLlo libanese e conil Governo degli Stati Uniti che ci ha pr<rposto di partecipare aHa Forza multinazio-nale, che cosa si intende faTe per giungererapidamente allo sgombero delle troppe stra-niere dal Libano e per 'restaurare la sovra-nità del Governo libanese sul suo terr.itorio.

Dobbiamo anche porre dei problemi alGoverno Hbanese perchè ~ ne ha pa:rlatoil senatore Gozzini, ne voglio parlare ancheio perchè anch'io sono stato a Beirut edho vi'ssuto questa esperienza angosdante deinostri miUtari ~ non si può continuare ad

assistere aHe retate ed agli arresti in massa,sotto gli occhi dei nostri militari, senza al~cuna g8!ram.:lJiasulla ,sorte dei cittadini chevengono sottratti alla protezione italiana.Vi sono campi! nei quali non è permessoacc~dere neanohe a1la Groce rossa e non viè alcuna possiNlità di controllare le can~dizioni di viita di questi prigionieri. Il Go~verno libanese ha chiesto H nostro aiutoe noi siamo stati felici di darlo, tuttavJa i.J

Governo gbanese ùeve anche comprendereche la bandiera italiana non può assisteread atti che prevarical1lo le fondamentali li-bertà dei cittadini.

Signor M1nistro, ci 'rivedremo quanto pri~ma ~ sembra mercoledì prossimo ~ nellaseduta congiunta ,delle Commissioni esterJe difesa: ci auguriamo che in quella sedeil Governo ci venga a dire che cosa intendefare, quali iniziative pol,itiche e cLiploma1.<icheintende adottare, qual è il suo giudizio sul-l'attuale situazione politica e militare in Li~bano. Ci attendiamo di sapere se a giudiziodel Governo i presupposti politici e mHitarisono ancora gli stessi o, se sono mutati, inche misura sono mutati e che casa si puòfare per arrivare rapidamente ad una solu-zione del problema Hbanese.

Altre l1isposte attendevamo, signor Mimi-sura: non ci sono venute. È in corso un di-battito sulla strategia della NATO, c'è unapolemica sulla risposta .flessibile e sul pri-mo colpo atomico a oui ormai sano interes~sati i comandi e i GovernL

Che cosa pensa il Governo ,italiano? Ètroppo pretendere di sapere qual è la posi-zione del Governo italiana? Ha delle opi-nioni o attende di conoscere le altrui deci~sioni? È per l'equilibrio atomico o per l'equi-librio convenzionale? L'incertezza è la peg-giore delle soluzioni perchè qui stiamo per-cGl'rendo l'una e l'altra strada, con un co-sto spaventoso ed una pericolosità crescen-te: da una parte Comiso e dall'altra un lie-vitare ormai sfrenato deLla spesa miHtareper l'armamento convenzionale.

Altri colleghi del mio Gruppo tornerammoclopo di me ,su questa argomenJto, ma in Ti-feI'IÌmento proprio al di,segno di legge oggial nostro esame posso domandarle, signorMinistro, a cosa servono le proteste deJ~

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Senato della Repubblica ~ 11 ~ VIII Legislatura

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l'Eurogruppo se poi si continua a far gra-vare tutto il peso del potenziato armamentoconvenzionale sui bihlillCÌ europei, esoneran-do pramcamente gli Stati Uniti da ogni ,im-pegno?

Oggi, signor M~nis.tro, noi non siamotaJIll0 spaventati dai 1.000 miliaJ:1di che conquesta legge si vogliono spendere, ma pen-siamo a quello che verrà dopo: 1.000 miliaT-di per arrivare ai prototipi, dopo si dovr3JI1l-no comprare gli aerei, gli elicotteri, il siste-ma <di comunicazioni. Noi siamo preoccu-patd, signor Ministro, e l'O siamo perchèabbiamo presente la situazione del paese,la sua realtà e le sue difficoltà, mentre lei,signor Mirnistro, sembra ,menare gran van-to dell'avvenuta tr1plicazione dei bi1a;nd delsuo Dicastero, quasi che la capacità di unministro si misurasse in base ai miHardiche riesce a spendere, indipendentemente daogni riferimento alla necessità e a},l'utiHtàdella spesa.

Questa delle spese militari è una que-stione della quale ,il Parlamento s~ è occu-pato in questi ultimi anni tentando inutil-mente ~ a ,partire daglri anni '70, anchesull'onda dell'emozione che susdtò la tristevicellida della Lockheed ~ di assumere unattivo ruolo di valutazione e di contmllodelle spese militari. Noi siamo stati i soste-nitori più convinti di questo tentativo, untentativo che portò aile famose leggi pro- ,

mozionali: quella per ~'Bserdto, quelila perIla Marina e quella per ,l'Aeronautica. Inquella occasione, per la prima volta, il Par-lamento pretese di. conoscere preventiva-merlte dagli stati maggiori quali erano leeS'igenze, i .programmi, le possibili alterna-tive, le pJ:1iorità -ed i costi: sembrò che co-minciasse una vita nuova. Iniziamo a di-scutere e a conf>rontard con le esigenzedi ammooernamel1to dei sj.stemi d'arma, esi-genze che ci sono e che nes-sullO nega, mache devono essere valutate dal Parlamentocon H dovuto distacco e conf>rontate con lealtre esigenze del paese e con le disponibi~Htà finanziarie. Con 'le tre leggi promozio-nali cominciò per la prima volta una rea-lizzazione di programmi definiti, sapendoda dove si doveva partire e ritenendo disapere dove si voleva arrivare. Che cosa è

,rimasto di quella volontà di programl1lalree di controllare che ci vide al,lora tutti con-cordi? Ben pooo, $lignaI' M1Il1Ìstlro.Il prete-sto per buttare tutto all'aria è stato l'iiIl-flazione; si è detto che !'inflazione vaIliifi-cava ogni possibilità di programmazione, siè detto che bisognava cambiare. A nostroavviso, -questo è stato soprattutto un pre-testo .j'I1Jquanto si trattava di 'riHnanniare,di modificare scaden~e; tei, signor Ministlro,questa mattina ba rivendicato il diritto acambiare e io le dieo che al limite 'Possooomprendere questa esigenza, anche se nonmi impJ:1es-siona favorevolmente l'incapacitàdi programmare, non per Uill seco.lo ~ capi-

sco che una programmazione a lunghisSlimascadenza comporti degli inevitabili adegua-menti ~ ma per pochi anIllÌ.

Si è cominciato a caa:nbiare, a modificare,a sost;.tuire senza che il Padamento potes-se più infLuire effiJcacemente sulle scelte.Oggi discutiamo deU'AM-X perchè noi 00-muIllÌsti ci siamo impuntati su tale questio-ne e abbiamo pretes'o che il Pa>rlamenro fos-se chiamato a valutare queste nuove sceltediscutendo Ulna legge; in sostanza abbiamopreteso lilla legge. Se non fosse stato pernoi comunisti, onoJ:1evoli colleghi, voi avre-ste appreso dai giomaH che l'Aeronauticamilitare è stata dotata di un nuovo aereosenza averne mai discusso in questa sede.

Oggi discutiamo di questo nelle stes'SIecondizioni 1n cui non molto tempo fa discu-temmo dell'MRCA, oostosissimo e sofistica-tissimo aereo mulbiruolo che avrebbe do-vuto dsohrere tutti li problemi aeronauticie che, almeno sotto :il profHo deLle molte-plicità dei ruoli, si è 'rivelato un fiasco. Sia-mo cioè chiamati a dIscutere nel momentoin cui i giochi son'O fatti. Per l'MRCA si par-tì con un programma ambizioso di coope-razione eumpea; ben presto questo pro-gramma si ridusse, dopo molte fughe, adun accoDdo a tre fra Italia, Repubblica fe-derale tedesca e Gran Bretagna. Si partì conl'idea di -creare un aereo soV1sticato ma dalpJ1ezzo contenuto, inseguendo un ambizio-so disegno rivelatosi poi folle: quello di unaereo capace di assolvere a qualunque com-pito. Si creò, però, il mostJ:1OdeHa sofisti-cazione, sballando i preventiV'i e costringe:n-

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Senato della Repubblica ~ 12 ~ VIII Legislatura

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do a modifiche radicali del progetto. Adesempio, un aereo che dove\'la essere mono-posto dovette diveI1ltare b1posto, perchè clsd aCCOI'se che neanche Superman avrebbepotuto pilotarto da solo.

A questo punto e soltanto a questo PUIl1:-to, si veame in Parlamento a chiedere il £i-nanziamento del progetto e nmpegno adacquistare 100 di questi velivoli. Si disse chenon si poteva tornare indietro perchè que-sto a\'lrebbe slignd£icato aver gettato dallafÌinestra centinaia di m1liaI'di per lo studlo,la ricerca, la progettazione esecutiva, datoche eravamo già arrivati alla progettazioneesecutiva. Non fummo i soli a dire allorache questi episodi non dovevano più verifi-carsi; ricordo, signor Ministro, che lo dissefermamente anche 1'onorevole Silvana La~briola che allora sedeva insieme a me suibanchi della Commissione difesa della Ca-mera.

Oggi si dice che il Tornado non è piùsufficiente ed occorre l'AM~X, il caccia tat~tieo e, bontà sua, sliglI10rMinistro, questavolta ci si avverte 1m.anticipo del fatto chepresto ocoo:t1rerà anche l'intercettore. Perl'AM~X i giochi sono lin gran parte fatti, laprogettazione è già molto avanti, molti sol-di sono stati già spesi e la cooperazione jn-ternazionale è già definita. Ci si assicuraperò che questo aereo oosterà poco e nonaccadrà quello che è accaduto per il Tor~nado. Questo aereo costerà poco per duerag101lli: pdma di tuttopeI'Chè non ha lasofisticazione del Tornado; poi perchè po-tranno es'sere uHlizzati studi ed espenienzegià 'acquisiti proprio oon il TomaJclo. Ci sidice che sarebbe un delitto non consentirela realizzazione di questo grosso affare enon spruttare ill oosto zero eLi esperienzegià fatte. E qui sorge una prima domanda:come mai allora non si è riprodotto lo stes-so consorzio di paesi che hantTIJOdato ,~itaal Tornado? Come mai Repubblica federaletedesca e Gran Bretagna non hanno ritenu-to di approfittare anche loro di questa enor-me occas1one?

L A G O R I O, ministro della difesa.H caccia tattico ce l'hanno già da annA.

C O R A L L O. HaI1JIlocompiuto U1l1'al-tra scelta, signor Ministro. Se fosse veroche il fatto di aver prodotto il Tornado per-mette oggi di r'Ìspar.mia['e un saoco ill .soldi,sarebbe henstrano...

L A G O R I O, ministro della difesa.Noi potevamo comperare ii velivoli già pron-ti in GeITIlaiIlÌa e in Gran B~etagna.

C O R A L L O. Sarebbe ben strano, di-

l cevo,che non ne avessero appro£ittato an-che tedeschi ed ,inglesi, ,almeno ,che lei, 'Si-gnor Millist'I'O, non ci voglia dire che tede-schi e ingleSii non hanm.o il senso degli af-fari che noi abbiamo.

È soprattutto stran!O che nOlll si sl]a ,riu-sciti a coinvolgere in questo progetto 1aGran Bretagna dalla quale acquistiamo imotori per l'AM~X. Ma abbiamo un nuovopartner: il Brasi.le. Esso si assumerà unterzo delle spese di progettazione, ci dite,anche se lei non lo ha confermato stamatti~na. Però debbo ritenere che quanto ci è statodetto in preoedeDIZa sia esatto e che il Bra-si,le acquisterà 79 velivoli contro ,i 187 del-1'Aereonautka ita1iana. Un bel partner, si-gnor Ministro! Nel momento in cui le ban-che di tutto il mondo vivono momenti diangosoia per la pratica linesjgibilità dei 'cre-diti concessi ad uno dei paesi :più indebitatidel mondo, noi lo scegliamo come partner:oj,} guercio ha dedso di farsi accompagnareda] cleeo. Una ddleragionidello sproposi-tato costo...

L A G O R I O, ministro della difesa.È una visione eurocentJIlica, questa di pen-sare che il Brasile sia un deco.

C O R A L L O. È Ulna visione realistica,si~or M1nistro.

L A G O R I O, ministro della difesa. Ilgiorno in cui ,j} Brasile avrà una levoluzionetipo la Spagna, gli effetti di questo aVVJelDli..mento saranno importantissimi sul pianopolitioo in tutt'a 1'Amenica Latina.

C O RA L L O. Allora siamo alla mega-lomania, signor Ministro.

Una delle ['agioni dello spropositato costodel Tornado è stata la ristrettezza del mer-

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":el'lato della Repubblica ~13~ VIII Legislatura

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cato. Tre paesi soltanto, perchè non 'l'~sultache ahre commesse si possano acquisire.Ebbene, .l'AM-X parte can una prospettirvadi mercato ancora più angusta: l'ItaHa eforse il Brasile. Un «forse» molto pesanteoggi. Signor Ministro, lei questa matti[}a aduna interruzione del oo1Jega BolcLrini ha ,ri-sposto eon furberia, quasi che il coHegaBolddni quando poneva la domanda « a chili vendiamo?» voles'se stimolarvi a fare imercanti d'arme, i mercanti di cannoni. Ilproblema che noi poniamo è un altro; peranni abbiamo sentito parlare della neces-sità della standardizzaziol1le. Per anni, a li:-vello di Unione eUJ10pea 'occidentale, a livel-lo di Eurogruppo, si è continuato a ripete-re che non sano sopportabi.Ii le spese miB.-Ì'alri se ogni paese non cerca di oooperarecon gli altri. Noi vi chiediamo: dov'è rl'Eu.rapa, dov'è ,la NATO? Predicate ,la iStaJllidar-dizzazione ma poi, in pmtica, il motto è« fatelo da :S'oli».

Ecco, signor Ministro, le ragioni della iI1IO-stra perplessità. Sì, è vero che gli F 104-G,i G 91-R presto dovranno essere sostituitie noi siamo i primi a chiedere che la vitadeti nostni piloti non sia messa in pericolo.Tuttavia, esistono ancora II1a!rgini di tempoper riconsiderare !'intera questione.

Innanzitutto le poniamo la seguente d~manda: è ancora necessario, neHe muoveoondizioni, che gH MRCA siano cento? Sequesto numero era stato fissato nel momen-to in cUlisi peill'sava di poter affidare a que-sto aereo una serie di ruoli, oggi che l'am-bizioso progetto risulta ridhTlC[}sionato haancora senso acquistare cento Tornado?Quando si fissò il numero di cento, si pen-sava al multiruolo che svolgeva numerosefunZJioni; e allora, o ci teniamo questi cen-to e rinunciamo all' AM-X, o diamo il via al-l'AM-X ma ridimensioniamo i cento. Nonsi può tenere l'una e l'altra cosa. State im-ponendo tagI.i dolorosi che colpisoono leesigenze' primarie del cittadino italiano; vo-lete considerare l'opportunità di compen-sare almeno in parte le nuO've spese ridimen~siO'nando altri programmi? E perchè nonrinviare di un anno ~ almeno solo di unanno ~ il nuovo programma per esaminarediverse possdbiHtà di cooperazione interna-zional'e, e per rifare i conti ai! lume dell'an-

cognita bmsili'alna, oggi brutalmente sotto-posta alla nost'ra attenzione dalle oI'Ollachefinanziarie mondiali?

Signor Ministro, vengo al secondo punrt:odel programma, oSSlia all'elicottero antisomprogettato questa volta avendo come part-ner la Gran Bretagna. Stamattina le ho ri-v'Olto alcune domande, con 1nterruzioni for-se .inopportune; ora vorrei pregar.la ~ èuna preghiera che le rivolgo con molto ri-spetto ~ di vedficare alcuni aspetti di talequestione. Infatti desidereremmo che in se-de di replica, signor Ministro, alcune om-bre fossero chiarite. Intanto le faccio rile-vare, per esempio, che stamattina lei ha a:f-fermato che gli eHcotteri della Gran Breta-gna saranno 36 come i nostni, in omaggioal pri,ncipio pa1ritario che ha isp.vrato l'ac-cordo a tutti li livelli. Per la verità l'ammi-raglio MOOiassi in Commissione ha parlatodi 50 elicot:teri per la Gran Bretagna, nondi 36 come per la Marina it.alHalna. Questieliootteri costeranno, secondo i calcolii at-tuali, 12 mdliardi e 400 milioni ciascuno: al-l'incirca dI 50 per cento riguarda il costodell'elicottero e l'altro 50 per cento quellodelle appalrecchiature. Ora, s<ignor Ministro,le dico con franchezza che vi sano alcuniaspetti inquietanti in questo accordo conl'Agusta. Le spese di progettazione, così c~me le desumiamo dai calcoLi fornitici dal-l'Agusta, sono di 240 miHardi per lo svilup-po dell' elicottero navale e di 72 miUar:diper l'integrazione dei sistemi operativi del-la Marina militare; in totaJle 312 miliardi.Una prima domanda è come mai ne stiamostanziando 330, andando ultra petita.

L'Agusta dice: badate, io affronterò poiun'altra spesa, quella di trasformare l'eli-cottero militare i,n elicotterO' civile; questoio farò io, avvalendomi di atltro tipo di 'Con~tributi statali, attingerò ai fondi deIJo Sta-to per altra via: la legge sulla Iìioerca scien-tifi ca e tecnologica. Questa spesa n'On ri-guarda il conto con il MinJÌ:stero della di-fesa, che è, come ho detto, di 312 miliardi.

Signor Ministro, c'è un altra aspetto eal riguardo mi permetto di oorreggel1e un'af-fermazione er,rata contenuta nella relazio-ne del senatore Giust, evidentemente un di-fetto di trascnizione perchè nella relazionein Commissione questo dato inesatto non

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Senato della Repubblica ~ 14 ~ VIII Legislatura

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c'era. Nella relazione si dice che c'è unaprospettiva di mercato da 350 a 600 elicot-teri sia per la versione mHi:taire che perquella civile. È .inesatto. L'Agusta dice: perqU3Jnto riguaI1da la vel'sione militare, in que-sto momento ci sono la commessa italiaJ1adi 36 mezzi e quella ,ingLese, che secondoMonassi è di 50, secondo 'il Ministro di 36.Si spera di ottenere altI1e commesse ma fi-nora sia la Prancia, sia la Germania illJOl1hanno ritenuto di aderke nè si vede comepossano farlo ;in nn tempo successivo. Que-sta è la dimensione del meroato militare.

Dice poi l'Agusta: la v:ersione civile chetrarrò dalla versione militare ha un grandemercato che va da 450 a 600 unità e io pen-so di accaparrarmene U!l1abuona fetta, cioèdi v0..":ùderealcune centinaia di elicatterinella v-ersione aivile. È possibile che un'in-dustria abbia fina!1.1ZJiatodaUo Stato, dallaDifesa il grosso .dena spesa di progettazio-ne e pO'ifaccia -laversione civile 'che è H cavai-110di battaglia dal punt.o di vi'sta industrialee commerciale, sopportando un 'OIllerepari

. quasi a zero per quanto :riguaroo progetta-zione e ricerca? Avremmo potuto allora ro-vesciare il discorso: l'Augusta faccia la ver-sione civile e nai flnanziamo la trasforma-zione -in versione miLitare.

C'è una frase, signor Mini,stro, che forsedà una spiegazione. Si dice nell'appuntoAgusta: {( I GOVJeI'ni benefkeranno di unainter-2ssante possibiLità di ritorno dell'inve-stimento attraverso le quote di recupero giàpreviste sulle vendite ». Le sarei grato seci spiegasse il significato di questa frase:ci sarà una percentuale per lo Stato ,italia-no a seconda delle vencLite che l'Agusta fa-rà nella ve:rs,ione civ.ile? Sono soci, Governoe Agus~a, ,in questa 'Operazione? Sincera-mente non l'ho capito. Certo è che nellarelazione al disegno di legge di una talepartedpazione nan si palI'la. Ma anche sefosse così ~ e ciò mi pate assaii diffiicile ~

chiedo, signor Miillistro, dOVle è il :rischioimprenditoriale. È possibile che si permet-ta ad un'azie:I1!da di addossare ano Statotutti j nl-schi e di assicurare a -se stessa tuttii profitti, tutti i vantaggi? Questo allora èil disee'no di legge per l'Agusta, non per .lal\hrina. Questi allora sono provvedimenti

~n cui, prima di tutto, Siiha riguardo per lee~igenze den'industria, non per le esigenzedelle forze armate.

Comprendiamo così certe affermaziOl11i,che feceI10 clamore a suo tempo, del gene-raloe Capuzzo il quale disse proprio questo:spe~'so si guarda più all'esigenza dell'indu-stria che all'es-igenza dene forze armate.

Vengo aid un secondo aspetto de.! «pro.-blema elicottero» sul quale chiedo chiari-menti. Lei, s~gnor Ministro, stamattina hadetto che tutto viene fatto fifty-fifty. Leggoda un appunto della Marina ma'lldato allaCommissione: «Per quanto niguarda il pIn-blerna dei costi, 'llon è stato possibile insede di prr.esentazione ri'spondere a due p-re-d se domande di alcuni componenti la Com-missione ». La prima domanda era questa:quale era il ris.parmio sulle spese di svilup-po a carico dell'Amministrazione de:Lla di-fesa per la connotazione integrata del pro..gramma? A questa doma[)lda non è stato pos-sdbile rispondere e si aggiunge che questopunto è attualmente oggetto di approfon-ditii e&3.mie trattative a cura degli organi-smi intern.azionali competenti.

Allora, signor Ministro, come fa a di>reche il progetto è fifty-fifty se ancora nan è5t8;1:0-demiI1Jitonulla? Vorrei capÌire una co-sa: se fosse fifty-fifty s.ignificherebbe chel'Italia s'Pende 330 miliat1di perLa ricerca,per la progettazione, per ar.rivare al proto-Hpo e la Gran Bretagna ne spende aItret-tanti; cioè, .per progettare questo elicottero,sairebbero necessavi 660 miliardi. SinceJ:1a~mente questa dITa non mi pare credibile.

kllora la domanda precisa che le pongo,signor Ministro, e alla quale la prego viva-mente di. dare nnapi,sposta è la seguente:quant'O stanzia il Gove~no inglese? Infattisu questo punto ho le mie idee, ossia pensoche la consociata dnglese della nostra Agu-sta pa-rteo1pi con prodotti già sperimentati,si.cchè ,la spesa di ricerca l'Ìoade completa-mente sul Governo italiano, mentre quelloinglese non ha nulla da finanziaJre. VOI1reisbagliarmi; cert'O è che da tutta la docu-mentaZlione che ho .letto, UiIla sola i'ndioa-zione per quanto ,riguarda l'onere che r.i-cade sulla Gran Bretagna non l'ho trovata.Quanto stanzia .il GOV0l1ll0inglese?

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Senato della Repubblica ~ 15 ~ VIII Legislatura

17 MARZO 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO

L'ultimo punto, si'gnor Mini,stro, riguardaH sistema CATRIN: 223 miliardi per laprogettazione più il res,ro, quello che veI'rà.Sinceramente ci pare un'aggiunta posticcia,un'agf9i'llnta fOl'zata. Nel difficile equilibriotra le tre forze annate non si poteva fareUlna legge in cUli non ci fosse anche qualco~sa per l'Esercito: dovendo illlventare quako~sa si è inlventato il sistema CATRIN che,almeno ha una utilità...

S P A D A C C I A. E infatti non hannospeso i soldi.

c O R A L L O ...quella di poter assi-curare i coHegamenti...

S P A D A C C I A. Infatti per questonon hanno speso 'U!I1alira.

C O R A L LO. ... IJJelpaese ~n caso diemergenm, in caso di calamità. Ma, r~peto,non ci pare proprio che sia questa la partepiù urgente del programma.

Detto questo, Slignor M1n1stro, voglio ar-rivare ad aff.l'antare gìli ultimi temi, chehanno costituito gli argomentti comuni asostegno di tutte 'e tre le scelte oontenutein questo disegno di legge. L'appel1o patriot-tico: produzione itaLiana. Mi viene in mOOl-te quel verso del TrJlussa sulla mosca cheera contenta di modre ucaisa daminsettiddaauta'rchico: «me ,farà più male ma perlome-no è produzione nostra».

Signor Miil11stro, questa mattina il colle-ga Lepre ha detto che questi apparecchibisogna compemrH e la scelta è tra com.-perarli in ItaLia o comperarM all'estero do-ve Ji pagheremmo di ,più. Credo che nOil1sia necessario, per sostenere la tesi che dob~hiamo fare di tutto per produrl:i in Italia,arrivare a dire delle assmdità. Infatti è di-mostrato, è 'l1ÌConosduto daHe di.chiarazio~ni dell'O stato maggiore della Marina che,per esem~io, se comprassimo l'elicottero al-l'estero spenderemmo molto mooo. Il pro--blema è un wtro: sii può anche cosciente.-mente decidere di spendere di 'Più per fa~vorire l',industria :italiana, certo, questo ègiusto, è dov.eroso, ma vi è anche ill sensodeJla misura; bisogna sapere, bisogna COiD:~

frontare. 1.0 l'osSia sp.endere 150 anzichè 100,però non posso spendere 1.000 anzichè 100.

È questo che noi aViremmo voluto poterfare discutend'O prima e non quando il pro-gramma s.i trova già in avanzata fase direalizzaZlÌone: fal1e i conti bene, da buonipadr.i di famiglia. Ci si ,dice: sviluppo tec-hologico, ricerca. Bene, 'signor Ministro, sec'è gente sensihile a questi 3Ippelli, agli m~vestimenti per la ricerca, questi siamo noi.Quante volte il Partito comunista ha postoil p.roblema del finallZJiamento della ricercapura e della ricerca applicata? Però è benstmno, sigrJJOrMinistr'O, è quasi provocato--rio, che il Governo ci 'parli della ricercasolo quando si tratta di r.icerca collegataarrli armamenti. E questo mentre nel no-

'"stro paese l'industda chimica, ad esempio,va a rotoli p.rop-nio per aver trascurato perdecen:..l1Ìla ,ricerca.

Non possiamo neanche accettare che l'u-nico metro sia quello della occupazione:non si può porre iil problema in termini ri~cattatori, perchè, se acoetta:ss.Ìmo Ja logicache produrre 'armi dà occupazione, ci do-vremmo veran:l00.te trasformare in mercan-ti di .cannoni (purtroppo qualcuna delle no-stre aziende non ha bisogno di incoraggia-menti in questo campo).

Signor Ministro, onorevoLi colleghi, perconcludere, ,il nostro è un ,invito a rifletteresu due questi:oni. La prima è quella dellanecessità del controHo parlamootare cheavevamo affermato e 'che è stato valIlificato.Il tema è: come a:'ipnist:inare l'autoJ1ità delParlamento garantendo ad es'so ~a poS'sibi~Htà di controllare la spesa mNitatre e le 'Scel-te che si fa[}Jlloin quest.o campo?

La s'ecOOJda mflessione deve riguardarel'O statD del paese. Il paese non può oapireche in questo momento il Parlamento diail via a un programma oosì oneroso, chenon si limita ai 1.000 miliardi, sd.gI1!orMi-nistro, nOil1 sono i 1.000 m:iHardi dd oggi,ma quell'O che verrà dopo. Il paese ha ildi'ritto di non capire peI1chè, S'e è il momen~to dei ,sacT.i£ici e delle rinulIlce, il ministrDLagoI1io 'non debba tenere conto di questarealtà. E allora dobbiamo discutere assie-me come contemperare le esi~eme dell~

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Senato della Repubblica ~ 16 ~~ VIII Legislatura

17 MARZO 19835818 SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

forze armate con le disponibilità e le pos-sibilità del paese.

Noi non siarrno tra coloro che chiedonodi tagliare illJl1lanzÌtutto le spese militari,ma non possiamo accettare che, mentretutte le altre S'i'l'iducODJo,qui non solo non siriducono ma si aumentano fino a giungerea quel'la triplicazione di cui lei mena gnanvanto. Per questa ragione, sigùJJOrMinistro,noi ,ancora una V'alta facciamo appello alsenso di responsabHità politica delTa mag-gioranza, chiediamo una pausa di riflessio-ne, chiediamo di poter approfondire la que-stione e di poter fare megLio i conti, chie-diamo di verificare le condizioni interna-zionali di meroato d.n cui ci muoviamo, chie-diamo, onorevoli colleghi, di tenere contodel fatto che anche un rinvio breve potreb-be essere di grande vantaggio senza pregiu-dizio per le esigenze militari.

Per questo ~ nipeto come ho ini7iato ~sono I1Ìmasto sorpreso della pretesa dclGoverno di discutere subito questo dise-gno di legge. Le perpless.ità erano in tuttii componenti la Commissione difesa delSenato: mel momento in cui 'si dava giu-stamente aLl'allarme per la situazione eoo-nomica del paese, non era pellisabile cheil Governo ins,istesse per approvare subitoquesta legge.

Comunque, al di là deHa nostra posizio--ne, signor Ministro, abbiamo posto delledomande e abbiamo chiesto dei chia~imen-ti. Ci auguriamo ,che im sede di replica ,leipossa almeno sciogliere alcuni dei dubbiche abbiamo sollevato, possa almeno tmn-quil1izzarci su alcuni aspetti inquietanti checertamente lei ha interesse a chiariTe nonmeno di noi. (Applausi dall'estrema sini-s tria. Congratulazioni).

P RES I D E N T E . È iscritto a par-lare il senatore Vinay. Ne ha facoltà.

V I N A Y . Onorevole Presidente, onore-vole Ministro, colleghi, normalmente sonobreve nei miei interventi, ma questa voltalo sarò forse ancora di più per due ragioni.La prima è che il senatore Gozzini ha espo-sto stamane molto bene, meglio certamentedi quanto possa fare io, alcune linee mae-

stre del nostro pensiero a proposito di que-sto disegno di legge. Abbiamo avuto un cer-to ecumenismo nei fatti. La seconda ragioneè quella che oredo si senta ,spesso echeggia-re qui: la vanità di disc()I1si che cadono nelvuoto perchè ci si trova di fronte a posizio-ni già prestabilite. Mi sosliiene solo [a ne-cessità di rendere testimonianza a un mon-do nuovo ~ a questa testimonianza ho sem-pre tenuto ~ che tenta di superare il vec-chiume degli schemi ormai sorpassati di unmondo che vive di violenza, schemi sorpas-sati dalla marea crescente dei movimentipopolari che si pronunziano in favore dellapace e contro gli armamenti. È sconcertantel'inizio della relazione: «L'ammodernamen-to ed il rinnovamento delle componenti ope-rative e addestrative delle tre forze armatecostituiscono in tutti i paesi più avanzati»

~ in che cosa siano avanzati non lo so ~

<, una consistente base di programmazioneindustriale che assicura positivi risultati intermini di occupazione, di sviluppo tecnolo-gico, di potenzialità di esportazione e di bi-lancia commerciale. Al riguardo non è super-fluo ribadire i concreti effetti che determi-narono sull'apparato produttivo ~ e quindisull'economia del paese ~ i programmi mi-litari, che costituiscono un indispensabileelemento di guida del processo di innovazio-ne tecnologica ». Più oltre si dice: «Risultaquindi necessario, e a volte determinante,il sostegno di questa forza di programmazio-ne industriale, volta alla ricerca e allo svi-luppo, che esprime la vera capacità di inve-stimento della Difesa. Tale attività coeren-temente si inserisce nel contesto della pro-grammazione economica promossa .dal Go-verno per l'incentivazione dei settori dell'in-dustria italiana che per le loro caratteri-stiche tecnologiche e innovative si collocanotra gli strumenti fondamentali di sviluppoe di recupero della difficile congiuntura eco-nomica nella quale versa j] nostro paese ».

Veramente sono perplesso, onorevole Mi-nistro, di fronte ad un tale ragionamento,tanto più che c'è l'aggiunta, in seguito, del-l'esultanza di chi ha coscienza di salvare lanostra economia traballante puntando sem-pre di più su una economia bellica. Per for-tuna, e l'ho già ringraziato direttamente, nel-

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Senato della Repubblica ~ 17 ~ VIII Legislatura

17 MARZO 1983581& SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

la relazione della Commissione il senatoreGiust sottolinea con forza che, se anche nn-dustria bellica, oggettivamente, è traente neiconfronti dell'economia del paese, questa fi-losofia non basta. E vorrei citare tutti i pas-si del lungo discorso contenuto nella rela-zione del senatore Giust, nel quale si rimet-te a posto la questione del volano nella no-stra economia esercitato dalla industria bel-Hca.

In più, parlando dei mezzi di sicurezza,si aggiunge che questa nostra industria sem-bra essere quasi indispensabile per lo svi-luppo di quella civile. Al contrario, è possi~bile, con le dichiarazioni del senatore Giuste con la sua apertura ad una speranza di unmondo nuovo di pace e di giustizia, ipotiz~zare una riconversione industriale, se è for-te la volontà politica di farlo. In questo ca~so certamente la collaborazione con i sinda-cati potrebbe essere più che mai efficace epositiva. Su questo argomento si è soffe:--mato a lungo il senatore Gozzini, e a mesembra che sia una base essenziale tantopiù che i sindacati che proteggono il lavora-tore non dovrebbero sopportare che il la-voratore italiano produca ciò che serve aduccidere i lavoratori di altre nazioni. E laesportazione, come è stato detto stamane, sidirige proprio verso i paesi più dittatoriali.Possiamo fare altre esportazioni con le stes~se industrie, inviando all'estero materialeper lo sviluppo dei paesi arretrati, fornendomezzi di vita e di sostentamento e non mez-zi di distruzione.

Sia chiaro che se il volano delle nostre in-dustrie è l'industria bellica, bisognerebbe,cadendo nell'assurdo, mantenerla anchequando non ci fosse più bisogno di armi.Sia chiaro anche che le armi convenziona-li, delle quali parliamo, non eliminano ilpericolo delle armi atomiche perchè non c'èsoluzione di continuità tra le armi conven-zionali ed i missili di teatro e tra questi ei missili strategici; quando la guerra è co-minciata non ci si può più fermare: si mi-ra al goal finale, che è quello della vittoria.

Il disegno di legge in esame rientra nel-l'ottica della guerra come mezzo di difesa,ed è su questo punto che vorrei sofferrnar~mi. La nostra Costituzione riconosce alle

forze armate la caratteristica di difesa; ilConcilio Vaticano II ha cancellato la dottri-na della guerra giusta ed ingiusta, che nonaveva più ragione di esistere dopo Hiroshi-ma, avallando la teoria della guerra comemezzo di difesa. Ma dalla nostra Costitu-zione e dal Concilio Vaticano II sono pas-sati molti decenni. Non è possibile ancoraconcepire la guerra come un mezzo di dife-<;aquando sapp~amo molto bene da tutte lestatistiche che i morti da una parte e dal-l'altra del confine sono in quantità enormesia tra i civili che tra i militari. Se una guer-ra di difesa porta al sacrificio di tante etante vite umane, se è prevedibile che inuna guerra vi siano centinaia di milioni dimorti, io mi domando se si può parlare an-cora di guerra oarne mezzo di difesa.

È indi'spensabile uscire da questa Jogica.Le armi sono indispensabili? Ma a causa diesse si muore di fame. Infatti le armi ucci-dono anche se non sono usate, perchè tol-gono il pane ai popoli che non hanno damangiare. Il professor Helmut Golwitzerdell'UIliÌver,sità 'libera di BerHilo ha Uisatouna frase caratteristica dicendo che « di ar-mamenti si muore già oggi ». Questa frase èprofondamente vera. Ripeto che è indispen-sabile uscire da questa logica. La situazionecrudamente realistica si rileva da una nota,che risale ormai a due decenni fa, dell' eco-nomista Sweezy nel «Capitale monopolisti-co », quando egli sottolinea che la maggiorespesa degli Stati Uniti ~ anche se non si

tratta soltanto degli Stati Uniti, ma di tuttigli Stati industrializzati ~ sta nel capitolodegli armamenti e quella che immediata~mente segue sta nella pubblicità.

Noi v.iviamo im.un mondo in cui Ja mag-gior ricchezza va impiegata nella distruzioneo nello spreco. Non possiamo continuare suquesta via. Anche di fronte al disegno dilegge che discutiamo, possiamo rilevare cheo si usano le armi, ed allora vi è distruzione,o non 'Si usano, e allora vi è :spreco, mentresi potrebbe produrre ciò che è veramentenecessario per la vita nostra e per quelladegli altri popoli.

Nei confronti di questo provvedimentonoi ci troviamo fra un programma già ini-ziato e in parte già finanziato e un'QP:p0s~-

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Senato della Repubblica ~ 18 ~ VIII Legislatura

581a SEDUTA (pomerid.) 17 MARZO 1983r~

ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

zione popolare contro gli armamenti e con-tro la guerra. Tale opposizione non si veri-fIca solo nel nostro paese. Ciò è stato giàampiamente sottolineato dal collega Gozzi-ni. Conosco bene la Germania e voglio cita-re questo fatto: in Germania il Sinodo del-la Chiesa riformata si è pronunciato per ildisarmo unilaterale. Voglio sottolineare co-sa significa il disarmo unilaterale per i cri-stiani. Il Parlamento deve scegliere tra que-ste due alternative: o questo programma oi movimenti popolari crescenti che si pro-nunciano per la pace. Non si può nasconde-re la scelta posta dal grande potenziale ato-mico: la morte di tutti o la vita di tutti.Per conto mio ho già scdto: meglio mortiche assassini. Riguardo a ciò vorrei citare unmio ricordo personale. Nell'anno 1952 adAgape vi è stato un dibattito sulla questione

Idegli armamenti. Io sostenevo la tesi del di-sarmo unilaterale; v'era prese.1lite il pastoreBechte, parente del pastore Bonhoefer, ilcui nome tutti conoscete, impiccato per averorganizzato un attentato al Fiihrer. Egli sipronunciò contro il disarmo unilaterale, mada allora è passato del tempo, sono cambia-te le situazioni; l'ho incontrato di nuovo loscorso anno durante un altro dibattito inoccasione del novantesimo anniversario del-la nascita del capo della resistenza tedescaed allora lo stesso pastore era favorevoleal disarmo unilaterale. Non possiamo rima-nere rigidi; le circostanze storiche determi-nano le nostre posizioni.

Si dice che gli armamenti possono esse-re un deterrente in quanto creano terrore;~lvero pericolo sta neLla paura, 'perchè, se undomani succede un incidente, questo puòessere provocato proprio dalla paura. Ai cri-stiani non ho che da citare San Giovanni:« l'amore caccia via la paura ». Noi non ab-biamo paura nella misura in cui abbiamocapacità di amare questa nostra umanità.Ma dove andiamo adesso? Queste sceltecontraddicono le nostre aspirazioni, senato-re Giust, contraddicono quella apertura disperanza presente nella sua esposizione! Al-lora cosa vuoI dire questo? O queste sceltecontraddicono le nostre aspirazioni alla pa-ce o queste scelte sono un biglietto di pre-sent'azione di quali eg'seri umani 'siamo ar-

rivati ad essere. Se è così abbiamo perso labussola della vita, abbiamo perso la busso-la della politica; non è più una vita verache viviamo, non c'è più una direttiva veradella politica. Non si può vivere della mortedegJi altri, altrimenti, in paradosso, io fareil'elogio dei cannibali, i quali vivono e si nu-trono della morte degli altri, ma almeno nonfanno i retorici discorsi che facciamo noiin quest'Aula e fuori di qui.

La legge che claWorigine ha governatol'umanità è stata la dura, crudele legge delmars tua vita mea, ma noi siamo arrivatiad una svolta storica nella quale si può usci-re finalmente proprio con i mezzi che ab-biamo a nostra disposizione e realizzare ilvita tua vita mea. Sono poi le nostre giusti-ficazioni che rendono insopportabile il di-scorso e rendono evidente la stortura dellanostra politica. Ma io vorrei, cari colleghi,farvi partecipi di quello che sento nel pro-fondo, cioè che noi siamo giunti ad un mo-mento storico particolare. È il momento del-la svolta per passare da un'economia di guer-ra ad un'economia di pace, da una vita chesi fonda sull' oppressione degli altri ad unavita che si esprime nella comunione con lavita di tutti.

Qui la parola delle chiese diventa vera-mente viva. Le chiese in questi due ultimisecoli sono state alla retroguardia della so-cietà civile. Ora sono all'avanguardia, indi-cano un cammino e la pressione deLle chiJesein America e in Europa è talmente grandeche dovremmo aprire gli occhi e pensareche veramente siamo in un momento sto-rico in cui potremmo .deciderei pelI' :sempreper la pace e per la convivenza civile, soltan-to che vi fosse una volontà politica adeguata.

Non credo di essere fuori tema, can col-leghi, e ringrazio chi mi ha preceduto svol-gendo un discorso tecnico che io non avreisvolto perchè qui tutto è contrario al miopensiero e devo dirlo. Non entro nei detta-gli delle armi proposte che si collocano inuna logica che rifiuto fin dal principio; quel-lo che voglio dire è che solo nella vita deglialtri può aver senso la nostra vita e solonella vita degli altri popoli può avere sensoe direzione una nuova politica vera.

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Senato della Repubblica ~ 19 ~ VIII Legislatura

17 MARzo 19835818 SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Mi domando se possa ancora servire direqueste cose; sono convinto che, come il verocristianesimo, anche il vero socialismo devedare priorità assoluta all'uomo. Ora, caricolleghi, pensate e dite di me quel che vole-te, ma io termino con un appello ai creden~ti dei vari partiti che sono in quest' Aula,senza escludere quelli che io chiamo i cri~stiani sine nomine. Vi sentite proprio in co~scienza di votare per ulteriori armamenti enon trovate in questa decisione la contraddi~zione più sconcertante della nostra confes-sione di fede cristiana? Vi sentite propriodi vivere sulla morte degli altri e di costrui-re e difendere su questa morte la nostraeconomia e la nostra civiltà?

Il colìega Gozzini stamani citava di Gal-braith «Il discorso sulla montagna di fer~ro}) 'e aggiungeva che questo piccolo Hhroè ol1Illai introvabile; tuttavlia quello che sipuò trovare a tutti gli angoli è « il discorsosulla montagna}) di Gesù che può costitui-re le tavole di un mondo nuovo, valide nonper i credenti soltanto ma anche per gli al-tri. Da esso liberamente sgorga un mondonuovo che dà respiro e desiderio di futuroe fantasia creativa in abbondanza per cam-biare questo mondo.

Onorevole senatore Giust, t'ho rimgliaziataanche privatamente per le osservazioni cosìvere che ha svolto nella sua relazione e an-che per la sua apertura verso un mondo nuo-vo di pace e di giustizia. Non so se è comuneche l'opposizione dia ragione a un esponen-te della maggioranza, ma così si è fatto oggiper ben due volte. Le voglio rivolgere, ono-revole relatore, un invito: portare negli at-ti, nella pratica, il suo ragionamento ed es-sere con noi contro questa legge, anche seè relatore, perchè quello che può dare vitaal mondo è una conversione di 180 gradidella nostra linea di condotta di oggi.

I crisitani non dovrebbero dimenticare diessere cristiani di fronte a decisioni di talepeso e di essere insieme a quanti, anche nonconfessando la fede cristiana, cristiani sinenomine, lavorano in vista di un mondo nuo-vo, diverso dal nostro, di pace e di libertà,nel quale non c'è più bisogno di armamen~ti. Questo è il cammino che dobbiamo ini-ziare. Mi pare che siamo ad una svolta sto~

rica in cui possiamo realizzare quella chepuò sembrare un'utopia oggi, ma che po-trà non esserlo nell'immediato futuro. (Ap~plausi dall' estrema sinistra. Congratula-zioni) .

P RES I D E N T E. È iscritto a parla-re il senatore Gatti. Ne ha facoltà.

G A T T I . Onorevole Presidente, onore-vole Ministro, il mio non sarà un interventodi carattere politico, perchè da un punto divista generale questo disegno di legge è sta-to ampiamente trattato nell'intervento delsenatore Corallo.

Voglio richiamare l'attenzione dei colleghisul fatto che i parlamentari comunisti, inoccasione della discussione della legge finan-ziaria per l'anno 1982 e più in particolaredel dibattito che si è sviluppato sulla ta-bella n. 12 del bilancio del Ministero delladifesa, hanno sostenuto la necessità che ilrifinanziamento indicizzato delle leggi pro-mozionali non doveva effettuarsi attraversoil rigonfiamento dei capitoli di spesa 4011,4031 e 4051 della tabella n. 12. Le leggi pro-mozionali e le linee di ammodernamentodei mezzi militari dovevano essere finanzia-te, secondo noi, con capitoli inseriti nellalegge finanziaria, previo il rispetto del crite~rio secondo cui l'assunzione di nuove spesedeve sempre fare riferimento a programmiapprovati con legge dello Stato o comunqueautorizzati dalle competenti Commissioniparlamentari.

Il programma, la fase di sviluppo del-l'aereo AM-X, la progettazione e le attivitàcontrattuali e protocollari sono ormai in at~to da oltre cinque anni senza che ciò abbiaavuto come punto di riferimento il Parla-mento e senza nessuna considerazione deicriteri di programmazione previsti dalle leg~gi promozionali, alle quali ha fatto riferi-mento anche questa mattina il ministro La-gorio. Il dibattito sul disegno di leggen. 1816 ci offre una nuova occasione per di-re che il problema dell'ammodernamentodei mezzi militari deve porsi sulla base diuna linea di programmazione tecnico~finan-ziaria che non abbiamo colto nell'esposizio-ne qui fatta dal ministro Lagorio e che con-

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Senato della Repubblica ~ 20 ~ VIII Legislatura

17 MARzo 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTO STENOGRAFICO

sideriamo punto essenziale per attuare unacorretta politica di ammodernamento delleforze armate che deve avvenire ~ su ciò

ha già insistito molto il senatore Corallo~ nel pieno rispetto del controllo parla-mentare.

La dimensione della spesa militare nazio-nale ha superato nel 1982 i 10.000 miliardicon un aumento rispetto al 1981 di circa2.500 miliardi, pari ad un aumento del 35per cento, di gran lunga superiore al tettoprogrammato dell'inflazione. Questo aumen-to va notevolmente al di là della richiestaNATO che prevede un incremento del 3 percento in termini reali. Anche per il 1983 ilMinistero della difesa punta ad un bilancioche dovrebbe superare questo 3 per cento.

Quello che non mi ha convinto è l'argo-mentazione usata questa mattina dal mini-stro Lagorio, secondo cui ciò è dovuto ad unalto tasso della spesa corrente e della spesaper il personale. Se questo è vero, si pOll1eun problema di coerenza con la linea gene-rale che è quella di contenere le spese, na-turalmente fermi restando gli obblighi conla NATO, anche per quanto riguarda il bi-lancio del Ministero della difesa, entro iltetto programmato deLl'inflazione. Quesitopuò e deve realizzarsi eliminando, 'aJl1Icheperquanto concerne le forze armate, gli sprechi

~ e sono molti ~ l'assistenzialismo ~ cheanche qui trova spazi notevoli ~ e le speseinutili che abbiamo denunciato in altre oc-casioni, quando ci siamo occupati delle spe-se del Ministero della difesa.

Pare a noi però più verosimile che l'au-mento della spesa militare sia finalizzato afinanziare un cosiddetto nuovo modello didifesa di cui da tanto tempo sentiamo par-lare e che per certi versi va al di là dei com-piti e degli obblighi che ci derivano dallanostra appartenenza all'AiLleanza atlantica.Voglio qui dire che una linea di questo tipola si scorge anche dalle cose dette dal mini-stro Lagorio circa il ruolo nuovo che l'Ita-ha dovrebbe avere per quanto riguarda ilMediterraneo, anche per il fatto che alcunemaggiori possibilità militari ~ così mi pare

di avere interpretato questa mattina le pa.role del Ministro ~ possono conferire al-

l'Italia anche un maggiore peso politico nelcontesto internazionale.

Vedo a questo proposito alcune tentaz;ionidi grandezza che sono, direi, in contrastocon gli interessi più generali del paese. Èbene ricordare che quando si è cercato diandare verso scelte che prevedessero unmaggiore impegno milita're per ['Itailia nesono derivate sempre conseguenze assai gra-vi e negative. Quindi mi pare di dover direche non di un nuovo modello di difesa l'Ita-lia ha bisogno, quanto di una riaffermazio-ne degli obiettivi di difesa dei caratteri de-mocratici e popolari unitamente ad una mag-giore efficienza e funzionalità delle forze ar-mate. L'introduzione dello strumento dellaprogrammazione della difesa, a cui ha fattoriferimento anche il senatore Corallo, inte-sa come recupero nelle mani del Parlamen-to della funzione di indirizzo e di controllo,può e deve rappresentare l'avvio eli una fa-se nuova della riforma militare così da giun-gere anche al superamento della separazionetra forze armate e società civile che, nono-stante i passi compiuti, permane ancora inlarga misura. Si tratta quindi di andare ver-&0 una programmaz;ione che modifichi certicontraddittori equilibri settoriali e corpo-rativi. Voglio anche qui sottolineare un da-to: anche nel caso della legge n. 1816 si so-no voluti accontentar.e COIl1i t're pI'ogrammie l'Aeronautica e la Marina e l'Esercito.

Ora il ministro Lagorio non si stanca maidi ricordarci che per la difesa spendiamomeno rispetto ad altri paesi europei. Io di-rei che in altri campi, ad esempio per lasanità, per l'assetto del territorio, per la ri-cerca scientifica, spendiamo ugualmentemeno 'rispetto ad altri paesi e'UJropeie, se incerti campi bisogna spendere di più (comein quelli riguardanti la ricerca scientificae la difesa del territorio), a noi non sem-bra giusto sostenere maggiori spese per leforze armate.

L'accento semmai va posto sul fatto chepiù che spendere poco anche per le forzearmate si s'Pende male, a volte molto male.Pertanto l'introduzione dello strumento del-la programmazione militare intesa come re-cupero delle funzioni di indirizzo e di con-trollo può rappresentare l'avvio di una nuo-

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Senato della Repubblica ~ 21 ~ VIII Legislatura

17 MARzo 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTO STENOGRAFICO

va fase della riforma militare verso il de-finitivo superamento del distacco che si re-gistra anche rispetto alla società civile.

A tale proposito ci sembra necessario de-finire in tempi brevi i criteri di program-mazione e ritornare ad affrontare questoproblema che è stato messo da parte, sot-toponendo alle Commissioni parlamentari ipiani 'attuativ'Ì il11correlazione alle possibi-lità di spesa del paese, superando una logi-ca frammentaria che esclude un rapportopiù corretto con il Parlamento.

Per quanto riguarda il merito del dise-gno di legge n. 1816, devo ribadire che perquanto riguarda l'aereo AM-X ci troviamodi fronte ad un fatto compiuto. Il program-ma, il progetto, la fase attuativa, per quan-to sappiamo, sono già in una fase di svilup-po avanzato e se oggi il Parlamento ne di-scute lo si deve alla battaglia, non semprefacile, che abbiamo dovuto condurre per

cercare di riportare questa discussione nel-la sua sede naturale.

Tuttavia la nostra critica non è solo for-male, ma è soprattutto sostanziale. Non èconvincente l'argomentazione secondo cuil'aereo AM-X come caccia tattico sia la solu-zione più confacente alle nostre necessità;consideriamo tutto ciò non giustificato, nonvalido, proprio perchè durante l'elaborazio-ne delle leggi promozionali l'aereo allora in-dividuato come idoneo doveva essere l'ae-reo MRCA TOTnado, a:l quale anche !il se-natore Corallo aveva fatto riferimento.L'aereo Tonnado è poi ,diventato uno stru-mento di offesa e di strumenti di offesa na-turalmente verranno dotate le nostre forzearmate; dobbiamo considerare con moltaattenzione questo dato. Oggi si dice che è ne-cessario l'aereo AM-X per rinnovare la lineadi volo degli attuali G-91 ed F-104 che stan-no per essere superati.

Presidenza del vice presidente C O L O M B O

(Segue G A T T I ). Se l'aereo AM-Xser-ve a tale scopo, con l'aereo Tornado di fatto(faccio una deduzione molto semplke) au-menterà la potenza militare dell'ItaJia, eoon ciò del,la NATO, anohe sul te:rwe:n.,odelconvenziOil1a'1e.

In più occasioni abbiamo chiesto, senzaperahro ricevere informazioni adeguate, diavere un quadro predso per C<IDoscerele fasidi avanzamento e di sviluppo dell'aTeo AM-X.Lo abbiamo chiesto e 10 chilediamoanche inrelazione all'esperienza fatta con il poc'OgettoMRCA. Si sa che UJnasempre più ,accentuart:asofisticazione dei velivoli e dei sistemi d'ar-ma può trasformare J'aereo in quakosa diben diverso dal semplice aereo da oaccia d'ap-poggio così come si vorrebbe realizzare cOInl'AM-X.

Si sa come ,le ,aziende p'roduttlrici, ancheper mgio!ni di profitto e di mercato, 'sonoindotte a una sempre maggiore soristicazÌOlnedel velivolo: quindi noi !non possiamo eSlse-

re tranquiUi anche per quanto 'l'iguarda l'ae-reo AM-X dopo l'esperienza amara fattacon il Tornado.

Per l'aereo AM-Xsi è detto che è stata 'sot-toscritta una diohiarazione di priiIJdpi £ra ilGoverno hrasiliano e quello italiano che noinon canoscia'mo, così come non conosciamoi termini del memorandum d'intesa ohe fissale linee guida dell'accoooo con iil. BrasÌ'le. Sidice che H fabbisogno braisHdamo è di 79 ve-livoli e quello HaHano di 187. Ma anche qui vipongo la domanda che è già srtata posta:quanto oQlS'teràquesto aereo AM-X? Si è det-to, ai cost~ attuali, 10, 15, 20 miHaTdi. E laspesa complessiva da qui al 1990, in ;r.iferi-mento al cambiamento deHa Hnea di volo,quanto inciderà sul bilancio più .in gemerale?

,Ne1la relazione del sematore Giust si dice chele motivaz:iorni che si pongono a sostegno delprovvedimento si collegano unicamente allenecessità del nostro paese. Ma io 'V'aglio quipor.tare U!tl elemento di rif.les,sione affinohè

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Senato della Repubblica ~ 22 ~ VII I Legislatura

17 MARzo 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

non arriviamo 'Oggia una conolusione di que-sto tipa: non si era detto da più par,ti chel'acquisizione dell'AM-X da parte delle forzearmate itaLiane avrebbe aperto rpos:slibilitàdi mercato per m,Leaereo? Noi abbiamo sem-pre ,respmto un'eventual,]tà di questa naturaperchè non vogliamo. che il nostro paese sidebba trasformare in mercato di call1noni.Del resto, sebbene qua e là, aa:1che da pavtedegli stati magg1oI'i della difesa, sia ,stataprospettata la possibilità di avere una fettadi mercato, a nastro parere tale ipotesi nonha vaHdi,tà proprio pel1chè sul mercato già'Oggi primeggiano al1Jri aerei similari come ilDouglas, il Jagua1r, l'FSE americano 'OrORAO,che è stata citato qui questa mattina claUostessa Ministro delLa difesa.

Si afferma nella relazione che il program-ma avrà una ,ricaduta positiva per l'~ppaTataproduttivo e 'teonolog1co as,sai importalllteper l'Italia. Ma è propria necessario seguirequesta strada per avere valThtaggidndust!J1ialie tecn.ologici o forse è vero il oontrario, checioè si vuole utiliz2Jare il dato produttivo etecnologico per giustificare e ,rendere menoamara la spesa militaTe? È un interrogativopiù che giustificato, SJUffmgato sopmttJuttodai fatti. E poi quali ,risultati tecnologici pos-siamo ottenere se è vero, came è vero, che Jeparti tecnologicamente più COill!si,stentidel-l'aereo, dai motori ai radar, alle parti avia-niche, alle componentistiche, se n:on tutte ,inuna misura non indifferente o vengona acqui-site all'estero o vengono. prodotte su licell2Ja?Ben altre ,scelte 'sono necessarie per 1.0svdl1.1p-po e la orescita deN'industria aeronauticaitaliana.

Voglio int'rodurre un ulteri'Ore elemento. diriflessione, giacohè siamo. in argomenta: anostro parere si tratta di assegnare alla Fin-avio un ruolo guida che 'Ogginon ha nel setto-re aeronautico, superando la fra:mmeoJi11azioneche divide le industrie aeronautiche soprat-tutto. per produzi'Oni di beni dvHi e che ool~l'Oca la produzi''One ad ala fissa, ,ad esempio.,dell'Aerita<1ia nella Pinmeccanica e ,la produ-zione 'ad ala mtante dell'Agusta nel gruppoEFIM, sempre in lotta e in c'Ontrasto tra loro,oreail1d'Oquindi delle difficaltà all'attivi,tà in-dustdale. E qui 'tacchiamo una degli impegnidel Ministro. delle partecipazioni srtataJH.che

costantemente viene disatteso: .queHo dian-dare ad una 'l'istrutturazi'One del 'settore in-dustriale del'l'aeronautica ,per oampetere sulterreno del civile 'anche con altre industriedi pari grado..

Certo, l'industria aeronautica italiaDJa co-mincia a manifestare ifIllch'essa segni di dif-ficaltà e ,di pesantezza, e !D'oidiciamo. che peraffrontare questo problema accorre acOOf-pare neU'IRl le industrie aeronautiche 'Oggiaffidate all'EFIM e dare alle industrie orgalllidi gestione basati 'su una reale e più adeguataprofessi'Onalità. Non .sa,ranno certo i 996 mi-liardi dati con <ilprovvedimento ail nostroesame a raddrizzare ilil,settore, che segna pun-ti di difficoltà e di orisi.

Desidero qui ,soltanto. accelllllare ad altrequestiani ed in p1rima luogo a quella degli,e:licatteri EH-101 che nella versione militaredovrebbero essere eliootteni antisammergibi-le. Sappifullo inolt,re che una 'mtesa di mas-sima è stata già sottascritta tra ~'Agusta delgruppo EFIM e la Westland inglese. I preven-tivi parlano di 36 esemplari che la maJPIDaita-liano davrebbe acquisire pielr sostituiTe lÌvec-chi elic'Otteri in d'Otazione. Altrettanti ~ maaJnche qui tuN:o è nel vaga ~ verrebbero co-

struiti e acquisi,ti dalla Marina inglese. Il co-sto unitario di questo elicottero dav'rebbe ag-giraTsi attorno ai 12 mi'Hardi e più. Si dice,inoltre, che questa elicottero può essere im-piegat'O per uso oivile, per !la ricema pet<rcJili-fera, per riforniTe piattafarme galleggianti eper salvataggio. a rifarnimento viamare [[}a-

turalmente .anche in caso di calamità 'l]él,tu-rali. Si afferma in altre che le p'Ossibilità diassorbimento del mercato in 20 emni ammon-tano a 500 unità.

Su tali questioni il senatore Oorallo ha po-sto molti intel1rogativi, che desidero ri~o-porre aH'attenzione del Ministro insieme laidun uJteriore elemento di dflessiOllle. ImaUi,ammesso che vi ,sia quesrta possibi:lità di mer-oata, mi domando come mai i 330 miliardiper la sviluppo del progetto debbano. rica-dere sul bilancio deHa Difesa e nan <invece,ad ,esempio., su quella dell'Indust'fia a deJlePartecipazione stata!1i o attravers'O H finan-ziamento 1M!. Forse le rkerohe e le possibi-lità di mercato non sonlOpoi così certe da <in-durre le Partecipazioni statail.i ad essere cau-

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Senato della Repubblica ~ 23 ~ VIII Legislatura

17 MARZO 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

te sullo stesso progetto? Tali interrogativihanno, a mio avviso, una loro validità.

Desidero aggiUillgere, concludendo, che perquanto ,riguarda il sistema di telecomunica~zione CATRIN, che potrebbe essere utilizzaJtoanche in .occasione di calamità lI1atocali, oc~corre introdurre .un altro elementa di rif.les~sione: noi sappiamo che l'Aerita1:ia, che ha laparte più consistente per quanto riguarda iaprogettazioOne dell'aereo AM-X, ha sottoscrit-to UiIl accordo indus,triale con la ditta Séleniae ha inoltre realizzato il consorzio SOTRINper realizzare il sistema di telecoffi'unicazio-ne miHtare CATRIN. A noi 'Sembra, anche difmnte a questo fatto, ohe l'Aeritalia, com que-sto accordo, voglia inserirsi per conto:'o1lareUlna consistente quota di finanziamelI1ti pre-vista dal provvedimento in discussioOne.

Detto questo desidero tornare, per con-cludere il mio interv,ento, a cOinsiderazionidi carattere politico genemle di difesa delpaese essenzia'lmente come scelta ohe deveessere volta ad attenua:re la corsa agli amma~ment'i. Su tali binari deve, essere imposrt:aJtala palitica del Minis.tero della dif,esa, Ì/nquan.to da tale impastazione potrà derivwre la iI1!0~stra sicurezza, una skurezza che ,sa.rà taJl1ltomaggiare 'e certa se poggerà su un allenta-menti. Su tali bina!Iìi deve essere impostatastmda percorribille, oioè quella dena oorsaagl,i armamenti, ci vedrebbe comUlll!que s'Oc-combenti e, oltre ad essere moLt'Opericolosa,parterebbe grosse difficoltà e i'l1'dUlI'rebbeaHarovina tutti i paesi ad economia debole. Il no~stro paese, nonostante i progressi compiuti,non può certo tener testa ai costi e ai rischidi una politica indirizza1:a verso M,riarmo.

Can ques.te consideraz,ioni concludo ed au-spica che il Ministro possa dare riSlpOsta al~meno ad alcuni degli interragativi che sonostati pos1:i. (Applausi dell'estrema sinistra).

P RES I D E N T E. È iscritto a pa,dareil senatore La VallIe. Ne ha facoltà.

L A V A L L E. Signor Presidente, lSignorMinistro, anorevoli calleghi, in primo IUlOgavorrei fare un'osservazione per es.primeresarpresa e sconcerto a proposÌJta del conte-nuto delle comunicaziani che H Governa ci

ha fatto questa mattina, peI'chè a me semhraohe nel discorso del Mimistro si sia venutimeno alle ragiOll1iper cui si em deside:rato in-cominciare questo dibattÌito con uma comu-nicazione del Governo. Nom valevamo un'ul-teriore iUustrazione del programma dene trearmi pevchè, se avessimo chiesto questo alMinistrro, awemmo mancato di :ci'guarda alrelatore, come se egli nan fosse 'stato capacedi illustrare il programma che viene propo-srto in questo disegno di legge. D'altra partenon chiedevamo neppure lail Governo unastanca ripetizione degli stereotipi governati~vi sull'equilibrio delle forze in Europa a sul-l'opzione zero,ohe pai ignora ancora i 162missili e le 386 testate nucleari anglo-france-si, perchè questi srtereotipigià li conosciamoe ogni volta che ve:ngornoripropOlSt,iappaiamopiù stinti.

Nai volevama invece sapere una COIsapxe-cisa e da questo pu.nto di vilsta eravamograti a1 Governo ed al Ministro di avereaderito alla richiesta. Volevamo sapere ,inohe modo ill Governo rit,iene di 'integrareuna spesa di diverse migliaia di miliardi inuna congiuntura ecanomica caI'atterizzatadan'incombere di te1:ti che vengano sempresfondati, tetti che presumibilme!r1te non ri-guardano solamoote la situaziome ecanomicadel paese di quest'anno, ma riguardano an-che la situazione del paese negli arrmi a veni-re, cioè per tutti gli anni a cui si es.tendela programmazione delle aifIl1i ohe con que-sta di'seg;no di legge ratifichiamo.

Volevaxno sapere in che modo è compati-bile cai!1i discorsi che si ,stanno facendo inquesto mamento alla Camera suHa 1egge H-nanziaria e sulla legge di bilancio questanuova spesa, perchè è proprio 'su questoscoglio ~ 'se vogliamo fare anche la stoll'iadella nostra piccola vicenda pada:mentare ~

della compatibilità con la sitIuaziane econo-mica generale del paese che quest'O disegn'Odi legge si è a lungo a;rena1:oin Commissionee poi improvvisamente, non si sa perchè,s,i è sbloccato senza che nessuno 'avesse datospiegazioni sugli intel1rogativi per i qualiunanimemente la Commissiane aveva deoisodi sospendere l'esame e l'approvazione delprovvedimento,

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Senato della Repubblica ~ 24 ~ VIII Legislatura

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Questi erano i probLemi e 'su di essi vole-V'amo sentiI1e il Governo, ma neanche oraquesti nodi vengano sciahi, farse pe:rchè ilGoverno li ritiene irrilevanti, Q perchè nonne vuoI pa:r1are, 'O perohè farse non ne puòparlare, dato che su quest'O ,tema il Governosi trova im.una situ:azrone 'Schizofrenica e dicontraddizrone con 'se stesso, valLea dire C()[lla sua impostazione di politica ecaTIlOmicagenerale, can la diagnosi e l'a1l1JalÌ'sifartte sul-la ,situazione econamica del paese e sullanecessità che le nu'Ove spese eI'agate nO!l1tengano c'Onta solamente del bHanda dincor-so, ma anche di queLli degLi 'anni futuri. Incaso cantrario l'artrcolo 81 delLa Oastituzio-ne, che stahilisce la cO!l1gruità delle spesecon le entrate, viene completamem.te Viani-Hcato.

Una seconda OIsservazione, che è stata giàfatta anche se sotto profili diversi da altricolleghi, riguarda il fatto ohe noi sti'amo fa-cendo un dibattito privo di 'Oggetto, in quarrl-to stiamo di'scutendo di ratN campiuti. .M-meno per qua'nto ,riguarda Ila parte più CO!l1-s,istente del pmgramma, cioè i 187 caccia-bombardieri AM-X, >civiene presen:tata allaratifica una decisione .già presa che :nor pas-siamo soltanto prendere e non possiamo la-sciare. Secondo ,H capo .di 'stato maggioredell'Aeronautica, che ha con molta iudcLitàriferito alla 4a Commissione permanente, glistudi relaJtiv'i a<ll'AM-Xsono ,stati avviati al-l'inizio degli 'anmi '70, quando era appena ve-nuta alla luce la ilegge pluriernrnale suH'am-modernamento dell'Aeronautica militare, lalegge n. 38, in cui non si faceva menzione diquest'arma, ment're veniva perfezionato nel-l'estate del 1977 H requis,ito mHitare 'Che do-veva presiedere aHa programmazione del-l'AM-X. Gli studi di fattibH1tà venivano fi-nanziati con fondi discreziornaJli per 21 miliar-di nel 1979-80. Ultimata nel giugno del 1980la fase di definiziane, la fase di sviluppo ve-niva avviata nel febbtra:io 1981 con fondi d,n-terfurze; neHosrtess'O tempo venivano con-trat<ti impegni 1nternaziona'H vincolanti at-traverso la f<irma di due memorandum diintesa con itlBrasitle.

Il programma AM-X è pertant'O <inatta daanni; non nasce cOInquesto disegnO' di legge,ha già impegnato largamente le risorse tinan-

ziarie del paese, ma c'è ,di pm: è un pro-gramma ir,reversibiile come tutte le spesepubbl<ÌChe,di questo cosiddetto Stato Slodaleche presenta urna irreversibilià di spesa pUb-blica, che è il fattore determinante deHa ari-si e del fallimento di quest'O modello di Statasociale nella sua funzione qualifioante ,chedov,rebbe avere di regO'latore del cic10 econo--mica. Infatti non si può, come più volte haspiegato il nostro collega Napoleoni, regolareil ciclo economico se.le speS'e pubbHohe sranorigide e non flessibiH e 'reversibili, oroè senon possono esser;e aumentrute 1mmomenti diristagno eco!l1omico e ra11entate m mO'mentidi espansiane. Quindi questa ]rrevers,ibilitàdella spesa pubblica fa veni:r meno l'obietti-vo dello Stato ,sociale di garante della stabi-lità sociale e della piena occupazitorne. Questaspesa che noi includiamo im questo disegrnodi legge ha tutte le caratteristiche del'la :i:r-rever,sibHità, esattamente come ,tutte le altrespese pubbliche dello Stat'o s'OciaJ.e. C'è dipiù: questa spesa è ta,lmente irreve:rsibileohe il genenale Meloni, <ÌnteI1I'Ogata.i.l 6 aprile1982 dalla Commissrone difesa del Senato, inqualità di esperto dell'-arma per irrprogram-ma AM-X, su cosa acorudrebbe se il p['esentedisegno di legge non venisse approvato dalParlamento (cioè se la battaglia che stiamasostenendo i'n questa sede 'avesse per avveTh-tura successo), ha dsposto che !nomcamhie-rebbe nulla perchè il programma AM-X an-d:rebbe avanti comunque e verrebbe fiman-ziato con fondi interfO'rze. Già ,in quella datainfat1i cr,ano stati stipulati .ed erano ape-mnti i contratti tI'elativi aHa ,studio di defi-nizione e aH'adattamento e omo~oI9az'io!l1edelmotare per 21,3 miliardi, aU'acquisto dallaGran Bretagna dei matari per i veli v'Oli pro-totipi per 32 mHiardi e alla fase di svilluppoper 470 miliardi. Questa macchina nO!l1puòessere fernaata.

Non c'è dunque nulla da fare: ,}'AM-Xsifa\t'à, anzi è c'Osa già fatta. Costerà 14,4 mi-Mardi a v,eliv'Oloper un totale di 2.702 miHar-di alle condizioni economiche at.tuali e saràpronto per la guerra del 1991. Questo misembra che spieghi ~ e nO!J1me ne VOII'J"à,da-

ta la cOI1d'ialità che diSlti'l1!guei !l1ostiri rrappor-ti, il senatare Giust ~ quella certa frnsttI'a-zione e quel certo fata:lismo che 'appare nella

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Senato della Repubblica ~ 25 ~ VIII Legislatura

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relaz,iO>Iledel Ire/latore di maggioramza, chedopo aver espresso tutte ,le riserve del C:alSOsull'intero disegno di legge, tenendo ones:ta~mente conto delle obiez'ioni e delle criticheavanzate in sede di Commissione, fin:iscepoi per proclamare una sorta di sno di ne-cessità raccomanda:ndoal Senato comUil1Jqueuna inev,itabiIe approvazione. Ciò vuole dÌ'reche ancora 'Ulnavolta 11ParlamentlO è espro~priato della ,sua f'l1Jllzione,che Je dooisi'O>Ilipiùimportanti si prendono fuori di qui, che !rr0!llesi'ste nes'suna centralità del P:arla:mento etanto meno esrrste in materira di pol<itica este-m e di difesa. VuoI dire che non 'Solo il po-polo nella sua sovranità è espropdato dellledecisioni che lI'iguardano il suo destino in te~ma di armamenti, di pace e di guerra, secon~do una linea storica <costante che ha semprefatto di questi temi materia getoS'amente ri-servata al principe e prerogativa regia, mavuoI dire anche che il furlamento stesso neè espro;p:riato per decisiOlD'iche 'SOlThOprese aldi fuori di lui e spesso fuori ,del paese, comeè dimostrato del resto clamorosamente dailladecisione suprema che abbiamo preso inquesti anni, in questa materia, quella dell'in.-staUazi'One dei missili nucleari a COmiSlO.Que-sta, dunque, è la seconda osserva:zJione. Nonabbiamo purtroppo n'iente da decidere per-C'hè tutto è già deciso.

La terza osservazione è che tutto l'lappa:ra~to di motiva:zJioni e di giustificaziOil1!Ìdel pro-gramma proposto è partito in un modo e ar~riva in wn ,altro. Vale a dire che la ragionepolitica di questo programma iappare cam-biata nel tempo anche grazie alla discussionesvoltasi in Commissione. Tu11tav:Ì<anon cam-bia il Tisu1tato~ Basta £are il OOiIJlDrontofra idue stampa,ti, 'il 1816 e i:1 1816~A,basta fareil confronto tra le ragioni addotte dalla rela~zione del Governo aH'atto deLla presentazio-ne del disegno di legge e le ragioni addottedal relatore aU'atto delTa presentazione inAula del di'segno di 'legge da parte deHamaggioranza per reniderso conto della dispa-rità.

CoiòvuoI dj,re però che gH esercizi intellet-tuali intrapresi 'Per giustificare ~e nuove ar-mi possono variare quanto si vuole, slOnofungibili, ma aHa fine trrilevallliti, perchè Jenuove armi e H riarmo IS011'O':iJnev1mbiLie,

come ha detto il minisltro Lagorio Istamaioti-na, insopprimibHi. Tutt'O l'apparato motiva-ziona1e del disegno di legge presentato il 10marzo 1982 dal Governo era inoautamentefO'ndatosuU'esalltaz1:one del1a .spesa mHita:recome volano dell'economia, come base di pro-grammazione industriale, ,come benefico fat-t'Ore di occupazione, di sviluppo teooologico,di potenziaHtà, di increment'O di esportazio-ne, di ossigeno per Ja bilancia commerciaJle,di ricaduta tecnologica e produttiva nei set-tori civili e, ins'Omma, di svi:luppo.

Tutta la filosofia della spesa mUitare erafondata non sui suoi fini primari, vaillea direla difesa, ma sui suoi fini secondari, assunticome principali, vale a dilf'e l'esrpansione eco-nomioa. Veniva esaltata la funzione !non mi-litare della spesa miLitare seOOlIldo quelloschema efficacemente descritto da Galbraithe ricordato ques.ta mattina daJ senat'Ore Goz-zini, nel 'r:apporto 'sulTa non desiderabHitàdella pace e suna desiderabiHtà e provvide.n-zialità della guer:ra e dei suoi surrogati. Se-condo quella scuola di pensiero, S'e non cifosse la guerra, bisognerebbe mventa:r1a, oalmeno sceneggiarla, e il nemico, se [l0'Il c'è,bisogna crearselo. Tutta la filosofia dell'Oc-cidente è di fatto fondata 'su questo aSlsioma;non c'è bisogno delle esercitaziond inteHet-tnali nemmeno di Galbraith: è una constata-zione di fatio.

Il problema è che sd tratta di un as'si'Omainconfessabile, che 'Offende ill comUllle ,sensodel pudme, e perciò si Dae non si dice; nonse ne parla nei sMotti .e nemmeno nei P.arla-menti. Solo il GoveTlJ1:oitaHano è così iÌIIlge-nuo e plateale da dichiarare questa filosofiadello sviluppo aHravers'O le armi come m'Oti~vazione fondamentale dei suoi programmi diriarmo; esso, infatti, menTIlietaglia gli m'Ve-stimenti e la spesa pubblica ,in tutti lÌ.settori,mentre non at'iua nemmeno H pia:no di am-modernamento tecnologico e opeI1ativo dellefeI'lrovie, mentire abbandona a S'e stessi i set-tori dell'infol'IDatica e dell'automazione,mentre toglie soldi ai cOlTIurd, ci dice che187 cacciabombardieri e 36 elicotteri S'onop,ropdo quello che ci vuole petI"J'eoonomia

'e per le sorti progressive del paese. Bastaleggere i primi capoversi deHa relazlÌ.one go-vernativa sul primo ,stampato n. 1816, del re.

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Senato della Repubblica ~ 26 ~ VIII Legislatura

S8P SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTO STENOGRAFICO 17 MARZO 1983

sto pU1l!tualmente e testualmente ri.chiamatie confermati questa mattina dal Ministro.

Devo dire che, mostrando più sobrietà, iresponsabHi delle tre Arrmi ohe s'OnlQvenutiad illustrare i programmi alla CommissiO!l1epermanente si sono guardati bene dall farepropria questa impostazione. Hssi si sono li~mitati a fare un discorso tecnico, sostenendola necessità, dal loro punto di v:ista, dellenuove ,armi. Desidero dare atto della foroserietà. Dato che sono militari, vogliono learmi, fanno il ~oro mestiere e ciò mi parenormarle. Vi è una ,dialettica dei ru'Oli che,aJmeno da parte dei militari, funziona.

Essi danno un giudizio professionaJle sullecaratteristiche delle arrmi 'Lichieste, suU'ac..cettabilità degli oneri, sune condiZJioni e irischi dei programmi proposti, senza 11IìiOlnfa~lismi e sen:zJaavere 'l'aria di proporre un affa~re e addirittura una nuova via di sviluppo.Questo è il mestiere dei responsabili delle aT-mi. Il mestiere del Gov:emo è '11il1altro e do-vrebbe spiegarci per quale guer.ra vuole co-struire queste armi, mvece di direi che, aprescindere dalla guerra, ipotesi remota e se-condaria, queste larmi servono allo svHuppo.

Del resto, l'impostazione «armi ugualesviluppo» ha avuto una robus,ta confutazio-ne nel dibattito in Commissione e dngrazioil relatore Giust di averne ,tenuto conto nellasua relazione all'Assemblea. In C'Ommissio-'ne abbiamo in molti respinto questa pretesaequazione tra riarmo e svd1uppo, ohe peraltroqui qualcuno ancora ha volutodproporre.Tutti vogHamo occupazione, 'sviluppo, pro-~resso, ma ci 'S'ono molti modi per farlo. Ilfatto è che, se considedamo il riarmo deside-rabile per l'occupaziQTI1ee 10 sviluppo, aLtrihanno tutto ,il diritto di oonsiderarlo ,deside-rabile per i profitti e per le tangenti. Le in-tenzioni saranno più o meno pregiate ma lalogica è esattamente la stessa. E se diciamoche per vendere i nostri incmciatori e i no-stri caccia 'aH'estero dobbiamo porima darli indotazi'One alle forze armate italiane perchèquesto è il migliore lancio promozionale, al-lora entriamo nella }ogica per cui H migliorelancio promozionale dell'Exocet è stato quel-lo di avere colato a picco lo Sheffield inglese.Entriamo nella logica per cui ~e armi, 'Unavolta costruite, è importante che Irapidamen-

te si distruggano altrimenti il mercato :r.ista-gna e la teonologia si addormenta. E le armisi distruggono 'Usandole. Se accettiamo :le ar-mi come una dura necessità in un mOlll!doancora aggressivamente immaturo, possiamoancora spemre di mantene:r'le nei limiti stret-tamente indispensabHi alla difesa. Ma se ac-cettiamo la fi<losofia dell'utiHtà delle spesemilitari, allora entriamo in un uni,veI1so COIl-cettuale in cui è perfino 'ÌmposS'ibHe immagi-nare qualunque politica rivolta 'alla riduzionedegli armamenti e aHa costlruzione di un -rap-porto 'internazionale pacifico. Questo discor-so non vale solo per ,l'Italia ma per tutto l'Oc-cidente che produce al1mi per tutte Je guerre,comprese quelle che si combattono cont,yodi lui.

Dobbiamo respingere la tesi roe fa detllearmi un nuovo modello di sviluppo e Ill!onso-lo perchè si tmtta di una Itesi perversa, maanche perchè si tratta di una tesi 'erronea. Sitratta di una tesi confutabHe con fortissimiargomenti. Ho già f:atto riferimento in Com-missione, e lo faccio qui molto brevementeperchè non vogli'O trottenere troppo a lungo

I i coHeghi (ma mi pare importante che que-sto acceI1!l1Opassi agli atti dell'Assemblea),ad un rapporto deHe Nazioni Unite, redattotra H luglio 1976 e il luglio 1977, sulle cQII1se-guenze economiche e ,sodali della corsa agli;rmamenti. È un rapporto molto dettagHatoe articolato e in vari pUilltiprel1Jdeva illlesamei vari arg'Omenti che 'son'O addotti ;per 'Soste-nere l'utHità in termini pacifici e di sviluppodelle spese militari.

Una delle cose che prendeva in considera-zione era se fosse vera la tesi secondo cuile spese e l'industria milit'are producono unagrande ricaduta tecnologica sulle funzionicivili. Il rapporto rispondeva: «Nel campodeIJe innovazioni tecniche, come in quellodella manodopera e della disoccupazi'One, lareale influenza delle alte spese militari èstata in parte mascherata da idee sbagliatE' ».Cito solo un punto di quest'O lungo para-grafo. «I riflessi militari della ricerca civi-le sono stati incomparabilmente più impor-tanti rispetto ai riflessi civili della ricercamilitare. Fa meraviglia constatare quantolimitate siano le conseguenze i:nnovatrici del-

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la ricerca e dello sviluppo militare sul set-tore civile. Il perfezionamento dei prodotti,il miglioramento ma.rginale dei materiali,della miniaturizzazione, della tecnica di rea.lizzazione, dell'affidabilità è stato a voltesostenuto dal settore militare semplicemen-te perchè questo settore non aveva alcunadifficoltà a procurarsi i fondi per la ricer-ca-sviluppo ». Per quanto riguarda il prete-so rimedio alla disoccupazione, il rapportodelle Nazioni Unite lo definisce un mito.« Attualmente ~ diceva ~ vi sono provesempre più numerose che gli alti bilanci mi-litari contribuiscono in larga parte ad aggra-vare la disoccupazione globale invece di ri-durla. Secondo i calcoli del Governo dediStati Uniti, un miliardo di dollari per s;e.se militari comporta la creazione di 76.000posti di lavoro, ma se la stessa somma ve-nisse destinata a programmi civili realizza-ti dal Governo federale essa comporterebbein media la creazione di più di 100.000 postidi lavoro e ancora più se venisse destinataa settori con forte intensità di lavoro. I cal-coli indicano ancora che, se lo stesso miliar-do di dollari fosse impiegato in consumi pri-vati con riduzione delle imposte, esso com-porterebbe la creazione di 112.000 nuovi po-sti di lavoro. In altd termini, una riduzionedel 10 per cento del bilancio militare, insie-me ad una riduzione delle imposte, permette-rebbe di dare lavoro a 300.000 disoccupati ead un numero ancora più alto se le riduzionie i programmi fossero scelti in modo da eser-citare un effetto ottimale sull'occupazione }}.

Infine, per quanto riguarda il preteso mi-gJiore impiego delle risorse che avverrebbenel settore militare, diceva il nmporto d~neNazioni Unite: « Le forze armate di tutti ipaesi consumano in quantità rilevante mol-teplici risorse non recuperabili, per esempioriserve energetiche o materie prime. Un so-lo esempio: se si estrapolano le cifre degliStati Uniti, il consumo mondiale di idrocar-buri liquidi a scopi militari sarebbe da 700a 750 milioni di barili all'anno, cioè il dop-pio del consumo annuale di tutta l'Africa o,approssimativamente, il 3,5 per cento delconsumo mondiale. Per quanto riguarda inparticolare il carburante, il consumo a scopimilitari in tempo di pace rappresenterebbe

un terzo del consumo totale degli Stati Uni-ti. Benchè manchino spesso le informazioni,è evidente che in molti casi il settore milita-re contribuisce largamente all'esauriment0delle risorse naturali }).

Il dibattito in Commissione non è statoinutile, signor Presidente, se ancora si tro-vano tracce di esso nella relazione presentataa questa Assemblea.

Il relatore riconosce che non si può parla-re di una funzione traente dell'industria bel-lica, anche se la ammette almeno per ilbreve periodo. Tuttavia questo riconoscimen-to è importante, perchè allora ci troviamo difronte ad un disegno di legge che ormai siaffida, in questa Assemblea, prevalentementese non esclusivamente, alle sue giustificazio-ne tecnico-militari e non alle giustificazioniderivanti da un preteso rilancio economico.

Dobbiamo allora discutere su questo, dob-biamo discutere i motivi residui, vale a direquelli che presiedono, da un punto di vistatecnico-militare, alla scelta di queste armi,essendo caduti, per larga parte dell'Assem-blea, quei motivi che erano legati a presun-te funzioni di sostegno economico. Infatii èchiaro che, se iÌ potenziamenlo dei mezzi mi-litari non si giustifica in funzione di ragIO-ni non militari, bisogna dlscuterne le ragIO-ni militari, ed il Ministro della difesa è quiper questo.

Ma allora la domanda, signor Ministro, èquesta: per quale guerra costruiamo questearmi? E dato che queste armi saranno inlinea dopo il 1990, qual è la guerra che noipronostichiawo pe!" l'Italia negli anni '90?Non si dica che queste armi sono deterrenti)che servono ad evitare la guerra, perchè nonsono certo i 36 elicotteri di marina, i 187cacda tattici leggeri che pOSSODOfunzionareda deterrenti.

Non basta neanche giustificare tutto, co-me al solito, dietro il passepartout dell'equi-librio delle forze perchè neanche questo ba.sta a qualificare tecnicamente la neces3Ìtil dicerti programmi e non di altri. Se ogni co-sa, come deve essere, viene commisurata alsuo fine, bisognerebbe pensare che questearmi sono commisurate alle guerre che sipensa effettivamente di dover combatter~,altrimenti potremmo fare dei simulati e non

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Senato della Repubblica~

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ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 17 MARZO 1983

ci sarebbe bisogno di installare su ogni eli.cottero 6.000 milioni di apparecchiature elet~troniche e di armamenti.

Si può sostenere che la scelta di queste ar~mi è determinata dalla ipotesi del fine peril quale dovrebbero essere impiegate, cioèdella guerra che eventualmente dovrebberocombattere? A me sembra che ciò non sievinca da tutta la discussione che si è fattafinora su questi programmi. Secondo quan-to ha riferito il generale Meloni l'AM-X hapreso corpo in base ad una serie complessadi valutazioni, in cui lo scenario della minac-cia prevedibile e della guerra eventualmenteda combattere aveva un'influenza solo inci~dentale. Ha detto il generale Meloni: «Sonostati necessari circa 7 anni, molti chili dicarta, l'impiego intensivo di elaboratori, losviluppo di idonei modelli matematici, l'in-tegrazione di tutti i dati analitici oggettivicon altri parametri non ugualmente oggetti-vabili (minaccia prevedibile, effettivo livel-lo dello stato dell'arte, concezione di impie-go di mezzi eccetera) per capire nella misu-ra migliore possibile quale strumento aereoconferire al paese nell'ipotesi di un determi-nato livello di disponibilità di risorse ».

Si è rivolta un'equazione, non si è risoltoun problema di preparazione militare. Datauna certa quantità di risorse e mettendo nel-l'Qrdinatore tutte queste informazioni, cosaviene fuori? Viene fuori l'AM-X.

Allora è vero che l'AM-X nasce attraversoun processo logico anche se è una logica ingran parte affidata ai computers. Il proble-ma è però che a questo processo logico man-cava il punto di partenza, vale a dire il fon-damento, vale a dire l'individuazione del fi-ne, l'ipotesi della guerra prevedibile per laquale q~esta arma deve essere impiegata.Allora .bIsogna domandarsi se è per caso,come nsultato appunto di queste elaborazio-ni, Oppure se è per scelta che si è deciso direalizzare un aereo di appoggio ai combatti~menti di superficie, di attacco ad obiettivi avista (quindi non attacco cieco attraverso imezzi elettronici), un aereo che sembra pen-sato apposta per operazioni antiguerriglia.

'£!n.a~r~o che, di fronte ad obiettivi più so-fIstICatI, ad un avversario tecnologicamenteavanzato, dovrebbe cedere il posto al più

costoso e sofisticato MRCA Tornado. Nean-che nella guerra del Libano si sarebbe po~tuto impiegare l'AM~Xperchè la sofisticazio-ne degli armamenti che si sono scontrati inLibano era molto più alta di quella del~l'AM~X.

La domanda è allora questa: quale guer-ra di superficie noi pensiamo di dover com-battere? Su quale territorio? Sul nostro? Suquello altrui? Su quale mare? E soprattut~to contro quale guerriglia noi pensiamo didover combattere? Qual è questa famosa mi-naccia che dobbiamo fronteggiare, questaminaccia che è stata messa nei computerscome uno degli elementi, pur secondari, del-l'equazione da risolvere?

La domanda può sembrare ingenua per-chè la minaccia contro di noi è per defini-zione e per diritto divino, come è stato ri-petuto ancora questa mattina, la minacciasovietica, anche se mai questa minaccia ciè stata fatta, anche se allq stato delle cose

~ potranno cambiare ~ non appare nessu-

na ragione che l'Unione Sovietica potrebbeavere per attaccare l'Italia, anche se tuttolascia pensare ~ e lo pensano autorevolissi-

mi esponenti della leadership americana co-me l'ex ambasciatore Kennan ~ che ci tro-viamo di fronte ad una potenza, prepotenteforse sì, ma illogica, irrealistica, insana esoprattutto suicida no.

Noi non ci troviamo di fronte una poten~za suicida pronta a distruggere se stessa perl'insano e irragionevole disegno di invaderel'Europa; tuttavia la minaccia sovietica èquella che determina tutti i nostri piani diriarmo, dai Cruise agli elicotteri EH-lOl. Emeno male che si può addurre quésta mi-naccia, altrimenti come faremmo a riarmar-ci? Ma qui allora va decodificata e scopertauna legge generale del riarmo dell'Occiden-te: è la legge per cui le armi che vengonoprogrammate, finanziate e schierate in fun-zione del conflitto Est-Ovest vengono poi difatto impiegate nel Sud e contro il Sud. Cer-to per esigenze di «difesa». Ma di difesadi che cosa? Di difesa di quelli che vengonodefiniti gli interessi vitali dell'Occidente, chenon sono più però solo quelli della difesadel territorio e della sovranità, ma sono quel-li della difesa del suo p,rivilegio rispetto a

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Senato della Repubblica ~ 29 ~ VIII Legislatura

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tutto il resto del mondo, del suo ritmo disviluppo, dei suoi approvvigionamenti dipetrolio e di materie prime e perfino dellasua imperturbabilità contro ogni, sia purremoto, fastidio che gli potrebbe derivareda un prevalere di democrazia e di autode-terminazione in questo o quel paese del Ter-zo mondo, che si tratti del Salvador, delGuatemala o della Namibia.

Ì! per questa eterogenesi di fini che noiabbiamo assistito al fatto singolare di anniche sono prodotte per il conflitto Est-Oveste sono state e sono usate nel Sud: i B 52americani si sono usati nel Vietnam; laportaerei Nimitz si è usata nel Golfo dellaSirte per mostrare i muscoli alla Libia e ab-battere i caccia di Gheddafi; gli elicotteriartigliati dell'ultima generazione americanasi usano contro gli indigeni del Guatemala;la flotta di Sua Maestà britannica, attrezza-ta per combattere nei mari freddi del Norda un certo punto ha girato le prue ed è an~data a combattere nei mari freddi del Sudalle Malvine; i Phantoms americani assegna~ti ad Israele hanno comba1tuto nella Bekaahanno bombardato Tiro e Sidone e tutta ];nuova tecnologia elettronica americana è stata sperimentata contro i siriani nell'invasio.ne del Libano che si è conclusa con le stra'gi dei palestinesi a Sabra e a Chatila. E lìadesso noi andiamo, dopo che con questearmi ciò è avvenuto, a tentare inutilmen~te di mettere pace, inserendoci ed accet~tando una logica, quella del ristabilimentodella autorità di Governo della destra liba-nese, che, essendo fondata sulla espulsionedal Libano dei palestinesi senza che questiancora abbiano avuto uno Stato, è una logi-ca inevitabilmente di guerra, di esclusionc,di confronto armato.

Mi dispiace di doverlo dire perchè iotengo molto alla incolumità dei nostri sol-dati in Libano, ma questa logica non puòche portare la Forza di pace a pagare CODi ferimenti se non con la vita una pace cheessa non può dare, perchè si è inserita inuna logica che non può portare la pace.

Ma non basta: nel Sud del mondo è di-slocata attualmente la più grande armata cheoggi sia operante al di fuori dei confini delproprio paese: si tratta delle fo,rze america-

ne assegnate al comando militare del Pacifi~co che, secondo i dati forniti dal suo coman-dante ammiraglio Long, ha a sua disposi-zione 322.000 uomini, il 40 per cento deiquali dislocati all'estero su quasi metà del-la superficie terrestre, dalla costa occiden-tale dell'America al Mar Rosso, con 7 portae-rei, 87 navi di superficie, 44 sommergibili eun adeguato corredo di aerei, forze anfibie emissili nucleari, e con basi di appoggio inGiappone, Corea, Filippine, Thailandia, Sin-gapore, Indonesia, Malaysia, Australia, Nuo-va Zelanda, Africa orientale, e nella piazza-forte dell'isola di Diego Garcia, senza parla-re poi della nuova forza di intervento rapidoper il Medio Oriente, che raccoglie 230 milauomini delle tre armi.

Dunque le a.rmi convenzionali che noi co-struiamo e giustifichiamo in funzione delconflitto Est-Ovest combattono già ora leguerre convenzionali del Nord contro il Sud.

Ma che dire dell'arma nucleare? Anch'es-sa, di fatto, appartiene a questo sistema, UIlsistema unitario che vede congiunti arma-menti convenzionali ed armamenti nucleari.E questa è la logica inevitabile nella qual~si inserisce anche il riarmo italiano, e non

c'è bisogno di supporlo, in quanto è chiaroche queste armi non hanno a che fare conuna guerra contro l'Unione Sovietica, mainvece con una estensione della competenzadella NATO oltre i suoi antichi confini geo-grafici, oltre un Mediterraneo che non ~più nostrum, non è più, come ha detto ilministro Lagorio questa mattina, un mareesclusivamente occidentale. Ebbene, questaestensione della competeflZa della NATO èstata di fatto affermata nella comunicazio-ne del Ministro. Il ministro Lagorio ha la-mentato questa mattina che il 25 per centodel traffico navale ~ si deve intendere anchecivile ~ nel Mediterraneo si svolga oggi sot-to bandiera sovietica. Ebbene, che male c'è?Non c'è forse libertà di navigazione? Forsequalcuno ha messo in discussione la liber-tà di navigazione nel Mediterraneo? E dovedovrebbero andaTe, second.o il Ministro, lenavi civili o militari sovietiche provenientio dirette ai porti del Mal' Nero? Non dovreb-bero passare per il Mediterraneo? E alloraperchè l'Italia non propone la chiusura delBosforo o dei Dardanelli? Perchè non fac-

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ciamo la guerra degli stretti? Ma è chiaroche anche qui il problema non è l'UnioneSovietica, ma è che qualcuno si possa muo-vere in Mrica e nel Medio Oriente; il pro-blema è che n vi sono dei tremendi proble-mi iITisolti, che lì c'è « instabilità politica »,come ci è stato ricordato, e noi a tutto ciòrispondiamo innalzando la cortina delle ar-mi. Questo discorso appartiene ormai allafilosofia ufficiale della Alleanza atlantica. Ilgenerale Rogers, comandante dell'Alleanzaatlantica, nella deposizione del 19 febbraio1982 alla Commissione della Camera degliStati Uniti per le forze armate ha dichiara-to: «La NATO, mentre continua a trovarsidi fronte ad un crescente squilibrio sul suofronte centro-europeo, deve ora affrontareulteriori sfide fuori dei confini geograficidell'alleanza. Le nazioni occidentali rischia-no di vedere strozzate o recise le linee dirifornimento vitali delle materie prime stra-tegiche. Esse co:r;rono inoltre il rischio divedere travolte nella instabilità politica e nel-le lotte interne del Terzo mondo, aree di im-portanza critica per la loro economia e peril loro modo di vivere ». Ma cosa c'entranocon l'instabilità politica e le lotte interne delTerzo mondo i fini istituzionali dell'Allean-za atlantica in funzione di difesa nei con-fronti del blocco sovietico e del Patto diVarsavia? Diceva ancora il generale Rogersche « dobbiamo mantenere insieme ai nostrialleati la capacità di rispondere a minaccepotenziali o reali, prescindendo dal gradodi ostilità. E bisogna che si capisca bene chela NATO possiede la volontà collettiva di ri-correre all'uso della forza quando i suoi in-teressi vitali vengono messi a repentaglio. Sulperimetro meridionale (Turchia, Grecia, Ita-lia) ci troviamo di fronte a considerevoli dif-ficoltà politiche ed economiche; il rafforza-mento della zona meridionale della NATOdeve rimanere un obiettivo di assoluta priori.tà in quanto tale regione confina con il Me-dio Oriente, i cui sviluppi politici sono deltutto imprevedibili ». Perciò qui abbiamo acloe fare con i problemi de} Medio Orientedel Te.rzo mondo, non con la minaccia so:vietica.

Questa è dunque la logica che presie-de al riarmo dell'Occidente ed al nostro.Diciamo pure, per salvare l'immagine della

nostra politica, che è una logica difensiva;ma per difendere che cosa? Che cosa sta di-fendendo oggi l'America in Salvador o inGuatemala? Che cosa sta difendendo, quandocerca di rovesciare il Governo popolare delNicaragua? Chi conosce l'America centraleè scandalizzato di questo. Ha scritto GuntherGras~, cito a memoria: «In Americacentrale, come tedesco, ho visto quale siail volto del nostro principale alleato ». Con-tro chi sono rivolte, allora, le armi che ven-gono fornite ai regimi dittatoriali dell'Ame-rica centrale se non contro gli indigeni, icontadini, gli intellettuali? Quelle armi so-no state usate in Salvador domenica scor-sa per uccidere Marianella Garcia. La voglioricordare, tanto più perchè non era unaguerrigliera, non era una « radicale palestine-se», non era una « sorella musulmana », nonera una negra sudafricana, non era nessunodi quelli che alla nostra cultura esclusiva-sta sembrano persone tanto singolari e lon-tane, sembrano strani personaggi che, chis-sà perchè, pretendono qualcosa che noi nonpossiamo dargli, quasi fossero degli ET cheturbano i nostri sogni atlantici e infantili.Marianella non era una straniera, era unadi noi. Aveva padre spagnolo, aveva studia-to in un collegio di suore in Spagna, era av-vocato, aveva lavorato, codici alla mano, perstrappare la gente alle prigioni, aveva mili-tato nella Democrazia cJ:l1stian'a, aveva col-laborato con H vescovo, aveva esercitato coni poveri, i feriti, gli scomparsi, i torturatied i morti le sette opere di misericordia cor-porale ed infine aveva fondato una istituzio.ne i cui fini sono al culmine ed al cen iradi tutti i nostri discorsi sulla civiltà e lademocrazia ed anche sulla difesa del nostrosistema, aveva fo.dato e presiedeva la cell1-missione per i diritti umani. Ebbene, l'han-no ammazzata selvaggiamente con le nosirearmi, con le armi che servono alla difesadella civiltà occidentale e con il viatica delnostro maggior alleato. E non solo uccisa,ma spezzata, torturata, l'hanno trovata conle gambe e le braccia spezzate, e hanno an-che cercato di mistificarne la morte, dicendoche era morta in combattimento con i guer-riglieri, ma questo non è vero. Stava nellazona .di Suchitoto per fare un'inchiesta sul~

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Senato della Repubblica ~ 31 ~ VIII Legislatw'a

17 MARzo 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

l'uso delle armi chimiche, e in particolare delfosforo, nella guerra repressiva contro la po-polazione civile. Il Parlamento la conoscevaperchè era venuta più volte in Italia e moltidi noi parlamentari, di questa e dell'altraCamera, l'avevamo proposta ad Oslo per ilpremio Nobel per la pace. Era venuta qui achiedere per l'appunto « difesa » per il SUI)popolo; era venuta a chiedere mediazioniche forse le sono state promesse ma che nonci sono state. Come ha scritto stamattina il« Corriere della Sera », l'abbiamo lasciata so-la, così come abbiamo lasciato solo il suopopolo.

L'abbiamo lasciato talmente solo che nonriconosciamo neppure i suoi martiri, a cuitogliamo anche il significato della vita chehanno offerto, dicendo che hanno dato vita« per una opzione di parte». E se anche unolo chiamano per nome, monsignor Romero,gli altri sacerdoti che pure sono stati uccisicon queste armi che difendono l'Occidentenon li ricordiamo, anche se sono caduti nelpieno della loro funzione sacerdotale, tra Iltempio e l'altare. Voglio ricordare questi no~mi: il gesuita Rutilio Grande, il prete ope-raio Alfonso Navarro, Ernesto Barrera Mot-to, Octavia Ortiz Luna, Rafael Palacios, ilparroco contadino Alirio Napoleon Macias,il francescano italiano Cosme Spezzato, Ma-nuel Antonio Rejes Monica e tanti altri.

Tenendo conto di questa situazione delmondo in cui viviamo e di come le parolevengono maltrattate ed usate per fini e si-gnificati diversi da quelli che hanno, e cheanche la parola «difesa» viene tirata a si-gnificati che non sono suoi; pensando allasituazione complessiva del mondo in cui vi~viamo, alla situazione politica concreta, ma-teriale, non alla situazione descritta in estra-polazioni ideologiche o ideali, ma alla situa-zione concreta del mondo in cui viviamo edei rapporti internazionali pensando, a unmondo che sta in piedi unicamente sui tram-poli delle armi, e delle ~rmi nucleari, noi nonchiediamo solo un ripensamento su questinuovi programmi di armamenti, chiediamodi più: chiediamo che l'Italia rimediti lapropria funzione, il proprio ruolo, il contri-buto ch~ può dare facendo veramente ap-pello a tutte le risorse della sua storia, del-

la sua cultura, della sua tradizione, dellasua civiltà, il contributo che può dare allavita internazionale, ma non a questa, bensìad una vita internazionale rinnovata, ad unnuovo rapporto tra i popoli e ad un nuovoordine di rapporti umani.

Noi non crediamo che la storia sia cosìpovera di potenzialità che non si possa im-maginare un altro ordine, un altro modulodel rapporto internazionale, un altro lessico,un altro linguaggio nei rapporti tra i popoliche non il linguaggio delle armi. Crediamoche la storia sopporti anch~ altri linguaggied altre prospettive, altre speranze, altrefrontiere, quelle frontiere che le innume-revoli Marianella Garcia, che per questohanno dato la vita, ci incoraggiano a var-care. (Applausi dall'estrema sinistra).

P RES I D E N T E. È iscritto a parla-re il senatore Anderlini. Ne ha facoltà.

A N D E R L I N I. Signor Presidente,onorevoli colleghi c'è un impegno personaleche io ho asSW1Itoil giorno in cui, insieme adun gruppo di giovani ricercatori, ho dato vi-ta ad una organizzazione nota sotto la sigla« Archivio disarmo ». C'è dunque un mio im-pegno personale al quale il Senato mi con-sentirà anche in questa sede di mantenerefede. L'impegno è di non lasciar cadere nes~suna delle occasioni che si presenterannonel corso degli anni a venire, senza richiama-re l'attenzione dei miei interlocutori sui te-mi generali del disarmo e della situazione incui il pianeta nel suo insieme si è venuto atrovare da qualche decennio a questa parte.

Le cifre di cui vi parlerò sono già note, masono cifre che filtrano così raramente, cosìdifficilmente nell'opinione pubblica che valeappunto la pena che qualcuno ogni tantotorni ostinatamente a ripresentarle. In real-tà, il fatto che i nostri mezzi di comunica-zione ~ ma non solo quelli italiani ~ dianocosì scarso spazio ad alcuni dei dati fonda-mentali di fronte ai quali si trova l'umani-tà nel suo complesso, non è affatto casua-le. Nè si può pensare che tutto questo siadovuto alla sola indifferenza, indifferenzaper la quale ~ ad esempio ~ una parte no-tevole del Senato non mi sembra che stia

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Senato della Repubblica ~ 32 ~ V!lI Legislatura~

581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTO STENOGRAFICO 17 MARZO 1983

prestando eccessiva attenzione al nostro di-battito. Non mi riferisco certo ai presenti.

Non si tratta solo di indifferenza, non sitratta solo del fatto che qualcuno considerio continui a considerare marginale questoinsieme di problemi: c'è di più a mio avviso.C'è una sorta di rimozione freudiana, c'è ilnon voler sapere, il tentare di ignorare larealtà di fronte alla quale l'umanità nel suocomplesso 'si trova. Ed -al].[ol1aper tener fedeal mio impegno ed anche perchè consideroche i problemi che stiamo discutendo, quellidell'AM-X, quelli dell'EH-Wl e del CATRIN,sono sostanzialmente connessi con la situa-zione generale nel mondo, in fatto di armi edi armamenti e del loro controllo, permette-temi che io appunto vi richiami a questoprimo livello di considerazioni. Se c'è unacosa nella relazione del Ministro che noncondivido è proprio la asetticità con la qua-le ha tentato stamattina di presentarci !'in-sieme dei problemi -alnostro esame. Chiama~to come era a fare Ulna1relazione di caratteregenerale sulla nostra politica militare, nonpoteva prescindere dal quadro nel quale lalegge speciale che stiamo esaminando va adiscrivers.i e lui questo quadro l'ha ignorato.

Per la prima volta ~ bisognerà ripeterlofino alla noia ~ nella storia del mondo l'u-

manità si trova di fronte al rischio dell'olo.causto. Olocausto è parola che viene dal gre-co e significa abbruciamento totale, lascia-temelo tradurre con due parole di uso piùo meno corrente: significa fine della razzaumana, significa mettere un punto fermoalla 'storia della civiliz:zJa2JÌonedeLl'uomo. Seguardiamo al potenziale atomico esistentenegli arseIllalliidelle grandi potenze, dobbia-mo constatare che siamo vicini ai 22.000megatoni di potenza esplosiva.

Tenete conto che la bomba di Hiroshima~ 4 agosto 1945 ~ che ha inaugurato una

nuova fase nella storia della civiltà umana,è una bomba rudimentale che gli esperti con-siderano di un potenziale di circa 15 o 20chilotoni. Siamo quindi a più di un milionedi volte la bomba di Hiroshima che fece,all'istante, 75-80.000 morti. So che il calcolopuò apparire rudimentale, e forse lo è, maoccorre dire che 80.000 morti per un milione

fa 80 miliardi; sul pianeta vivono, come ènoto, meno di 4 miLiardi di esselI'i umaci, il.che sigruifica che siamo in condiziorui. di di-struggere per lo meno una ventina di volteogni forma di vita sul pianeta, senza tenerconto delle ricadute radioattive. Ho parlato,infatti, di 80.000 morti ailil'ffitante.

Vi è Uil1altro dato ohe vOITei ricordare,onorevoli colleghi, anche se so che queste co~se fanno male. GLipsicologi, e in particolareil mio amico Musatti, lo spiegano con unachiarezza esemplare: il nostro spirito e lanostra volontà di vita rifiutano di conoscereche c'è un rischio di morte per tutti e da quinasce la rimozione e i fenomeni di cui parla-vo poco fa. So anche che sfidare questa ten-denza alla rimozione può essere addiritturapericoloso, nel senso di non trovare la vo-stra adesione e il vostro consenso, tuttaviaho un impegno e lo voglio mantenere. Un no-stro scienziato, una persona seria, il profes-sar Buzzati Traverso ha stampato recente-mente un libro: «La morte nucleare in Ita-lia ». Si esamina il caso che 1'1talia sia sceltaa bersaglio atomico da una potenza dell'Este che sui 40 maggiori centri della Penisolaarrivino bombe da uno o da due megatoni(sono due casi distinti) ;una bomba da duemegatoni è una grossa bomba, molto più po-tente di quella eli Hiroshima, ma non è tra lepiù potenti che esistono. Non si hanno datiprecisi in materia, ma c'è chi ha parlato dibombe di 100 megatoni. Le bombe da duemegatoni sganciate sui 40 centri principa-li della Penisola ~ ed è interessante vede-re quali siano tali centri e cosa si produ-ce in ciascuno di essi ~ porterebbero allosterminio tra 70 e 80 milioni dil italiani.

Come è noto, sul territorio della Repubbli-ca vi è un numero minore di abitanti.

C O R A L L O. Non bastiamo.

A N D E R L I N I. Si tratta di una voltae un terzo il numero degli abitanti della no-stra Penisola. Bisognerà pur ricordarle que-ste cose e dirle ogni volta che ce ne capital'occasione. E ancora (lasciatemi completareil quadro, altrimenti rischio di dimenticarequalche particolare interessante): l'ammon-tare delle spese per il riarmo nel mondo, sti-

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VIII LegislaturaSenato de.lla Repubblica ~ 33 ~

581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTO STENOGRAFICO 17 MARZO 1983

mato dagli istituti di Stoccolma e di LondTa,che seguono abbastanza da vicino questa ma~teria, sarà per il1982 ~ la stima non è defi-nitiva ~ vicino ai 600 miliardi di dollari,più di 600.000 miliardi di lire; facendo unpo' di conti, un miliardo e mezzo al minuto.Con tale somma si potrebbe costruire uncentinaio, forse più, di scuole al giorno, unadozzina di ospedali al giorno, oppure risol~vere, certo non automaticamente nè mecca-nicamente, il problema della fame per quelmiliardo circa di esseri umani che vivonoin regime di sottoalimentazione.

Già oggi dunque, senza che queste IGlPIllis.ia-no adoperate, distruggiamo un'enorme quan~tità di risorse e dobbialIIlo aug;urarci che essenon siano adoperate, altrimenti il traguardoè l'olocausto. A me viene voglia di ricordarela frase di un personaggio che tutti, al di làdelle posizioni politiche, abbiamo amato estimato, un fiorentino come lei, onorevoleMinistro, Gi'Orgio La Pira, che ÌIIlanni lontani(bisogna riconoscergli una certa capacità diprevedere il futuro) diceva che alla pace nonc'è alternativa, nel senso che dobbiamo farela pace perchè con la guerra non troviamola soluzione dei problemi. Il che significa chela vecchia concezione di Klausewitz, «laguerra è la continuazione della politica conaltri mezzi » ~ per quanto cinica, questa fra-se ha avuto un suo peso: le guerre che cistanno dietro le spalle in qualche modo han-no risolto conflitti tra Stati e hanno prodot~to una serie di diverse sistemazioni nei rap~porti di forza, nei confini tra gli Stati nelmondo ~ deve essere messa fuori gioco.

La guerra non risolV1e nessun problema:non i problemi di frontiera o delle nuoveconvivenze, non i problemi di un nuovo as~setto politico mondiale. La guerra, quando ètotale, è olocausto, è distruzione. Alla pacenon c'è alternativa.

Ho voluto richiamare questi punti perchèmi sembrava che il nostro dibattito, se nonva ad inscriversi in una serie di considera-zioni di questo genere, rischia di restaremonco, oppure di apparire, come a me è ap~parsa !'introduzione del Ministro, asettico.In tutto quello che dirò in seguito c'è unacritica all'operato del Governo all'internodell'Alleanza atlantica, ma non avanzo nes-

suna richiesta ohe possa essere considerataritiro dell'Italia dall'Alleanza, anzi ritengoche proporre di far uscire l'Italia dall'Allean-za sarebbe rischioso per l'equilibrio di far-ze che c'è 'Oggiin Europa e nel monda. Quin-di ogni richiesta in queLla direzione va 0011-trastata e respinta, nè dimentico di avere fat-to parte qualche anno fa di un Governoatlantico, presieduto dall'onorevole Mora eche aveva come suo vice presidente l'ono-revole Pietro Nenni. Non mi sono mai pen~tito di avere fatto parte di quel Governo, nèho mai rinnegato in qualche m'Odo la iLineache può VJenire fuori dal mio impegna di al-lora.

In Italia 'Ogginon è in discussione ~ i~perlomeno non la metto in drscu\5sione ~ lanostra appartenemJa aH'AUeanm at1a1I1tica,tuttavia metto in di'scussione ~ e deve esserepermesso a tuHi eLifarlo ~ il Il1OStro modo

di stare nell' Alleanza, le decisioni che abbia-mo condiviso o abbiamo in alcuni casi subì-to all'interno dell'Alleanza, soprattutto leprospettive che riguardano il prossimo fu-tura.

Vengo ora a quello che vorrei considerareil secondo livello del nostro dibattito, nelquale si inseriscono gli argomenti contenutinella legge speciale: la questione degli eu-romissili, la trattativa di Ginevra, la decisio-ne italiana di installare missili a Comisa.

So che il Governo italiano, la maggioran-za, ,il Telatore sono fautori de}1a cosiddetta« opzione zera », la quale ~ lasciatemelo di-re ~ sta uscendo da un pa' di tempo a questaparte dalle nebulose in cui in un primo tem-po mi sembrava fosse avvolta. Tut1JaV:Ìamanmano che esce e che se ne precisano semprepiù i contorni, trovo ragioni per dire che nonmi pare quel,la 1a SIOluzionemigliore.

« Opzione zero» significa togliere dall'Este daU'Ovest dell'Europa tutti i m:Ì'ssil:ia me-dia gittata. Questa richiesta non tiene contodel fatto che l'Unione Sovietica, prima anco~ra di installare gli SS -20, aveva schieratoi missili a medio raggia SS -4 e SS ~ 5, neiconfronti dei quali l'America, all'epoca dellafirma del Salt 1, non 'aveva masoo obiJezionidi sorta, nè tanto meno lo avevamo fatto noi.Questa « opzione zero» non tiene sufficien-temente canto della situazione asimmetrica

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Senato della Repubblica ~ 34 ~ VI II Legislatura

17 MARzo 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

in cui si trova il rapporto tra NATO e Pattodi Varsavia; in realtà piazzare Pershing eCruise a Berlino significa collocare degliordigni di distruzione totale a sette minutida Mosca, come se i sovietici volessero piaz-zare (provarono a farlo, commettendo, se-condo me, uno degli errori colossali della lo-ro storia politica moderna) i loro missili aCuba o nei pressi dell'isola. È necessario te-ner conto di tutto questo, signor Ministro, espingere le trattative di Ginevra verso unasoluzione che consideri le preoccupazioni no-stre e dell'Est.

Non credo che siamo irragionevoli a Mo-sca; anche là vi sono certamente i falchi e lecolombe. L'apparato militare e industrialeprobabilmente agisce anche in un regime diquel tipo e spinge in certe direzioni, come èaccaduto, per esempio, per l'Afghanistan. Atale proposito i falchi, i generali, gli uominiche rispecchiano un certo ambito di interes-si in quel tipo di società hanno spinto i poli-tici ad un gesto di cui molti di essi, proba-bilmente, non condividevano la portata edil significato.

Dobbiamo cercare di agire a Ginevra af-finchè si concludano le trattative e affinchèci venga data la possibilità di evitare !'in-staUazione di miSisili a Comi'So. Non so, si-gnor Ministro, se il Governo si rende suffi-cientemente conto di quello che succederà inquesto paese il giorno in cui comilncerammoad arrivare i missili da installare a Comiso.Onorevoli colleghi della maggioranza, comin-ciateci a pensare pure voi. Senatore GiustI,lei che è così sensibile ~ lo ha detto conparo}.e degne di vera cQDJsiderazilOne lIleMa pri-ma parte della sua relazione ~ ai problemideHa pace e deHa di'Sitensione, deve comincia-re a pensare insieme a me a quello che suc-oederà in questo paese quando inizierà nn-stallazione dei missili in Sicilia.

OnoreV'ole Mini1stro, ,di fronte all'{( opZJionezero », di cui non sottovaluto la portata, mache mi permetto di criticare, prendo in con-siderazione anche l'altra proposta che ci vie-ne dall'America; non l'hanno inventata i so-vietici, non l'hanno inventata i pacifisti del-l'Europa, l'hanno inventata gli americani,l'ha inventata Kennedy con i suoi collabora-tori ed è oondi'Visa ~ io oredo ~ da una

parte notevole dell'opinione pubblica ame-ricana. Essa è l'{(opzione della moratoria ».Alt, fermiamoci un momento. Di fronte aquesta folle corsa al riarmo nel mondo, col-lega Giust, fermiamoci, vediamo se è possi-bile fissare un tetto e da quello cominciarea discendere lungo la strada del disarmo bi-lanciato e controllato, che è l'unica che puòportare, nella sicurezza, ad un abbassamen-to della tensione, alla riduzione delle spesemilitari, ad invertire sostanzialmente la ten-denza e a dare all'umamtà la possibitlttà diguardare con relativa serenità al suo futuro.

Come possiamo fare per premere ,su Gime-vra? A mio avviso, le strade sono molte edio non ne r1fiuto ness'UlIla, abitUJato comesono ad avere rapporti frequenti con d mQ/Vi-menti pacifisti, anche quelli molto lontanidalle mie posizioni, perchè ritengo che chi sibatte per la pace vada pea:ilomeno preso inconsiderazione; non sempre ne condivido leopinioni e le tendenze, ma un minimo diconsiderazione a chi fa battlaglie pacifiste SQ-no sempre disposto ad accordarlo. Ci sonoalcuni pacifisti olandesi ~ ho avuto scambimolto frequenti con loro ~ che dicono di fareattenzione poichè GÌ1lleV'l'a,invece di frena-re la corsa agli armamenti, può frenare laspinta dei movimenti pacifisti. Forse un po'di verità c'è anche in questo, nel senso chesi tratta di un cuscinetto che tende ad am-mortizzare effettivamente le spinte dei mo-vimenti pacifisti.

Tuttavia non credo sia giusta la posizio-ne di chi sostiene questa linea e credo dob-biamo fare tutto il possibile perchè si inter-venga a Ginevra con n massimo di forza di-sponibile proprio per spingere verso un ac-cordo, senza limiti di tempo. Questa è la no-vità che Craxi ha introdotto nel suo discorsoal congresso del Partito comunista di Milanoe che io voglio sottolineare positivamentein quanto si tratta di un fatto di notevolerilievo. E questo senZ!a essere premuti da:!tempo, perchè rispetto al tempo ha più im-portanza la possibilità di raggiungere effet-tivamente un accordo.

Si è mosso in questa d'Ì<reziOlIleil nostroMinistro degli esteri nel suo ultimo viaggioa Washington? Non mi sento di negare deltutto che il viaggio del ministro Colombo,

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Senato della Repubblica ~ 35 ~ VII l Legislatura

17 MARZO 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSE~1BLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO

che pure è Ministro di un Governo nei cuiconfronti mi trovo all/opposizione, possaaver ottenuto qualche risultato positivo. L'a-nimo che lo ha mosso, che probabilmenteha mosso anche il Presidente del Consiglio,non va giudicato aprioristicamente, staremoa vedere i risultati; possiamo però fare del-l'altro, onorevoli colleghi, onorevole Mini-stro.

Per esempio, ho proposto, con una letteraindirizzata al presidente del Consiglio deiministri e ai Ministri competenti, lettera cheporta anche la firma del coUega GmneIH,che il Governo si faccia promotore eli unaconferenza nazionale per il disarmo entro il1983. Signor Ministro, anche per lei questasarebbe un'ottima occasione. Nella 'sua rela-zione lei ha detto che ntaJia è impegmta jjn-torno a quattro tavoli di dibattito sul disar-mo: a Vienna, per il disarmo nel settore del-le armi convenzionali e chimiche; a Ginevraper le trattative Salt e le trattative sui mis-sili a medio raggio (non siamo direttamenteimpegnati, ma siamo certamente interessatialI buon esito di tali tntttative); alla Oode-renza di Madrid sui,la sicurezza e la coopero-zione in Europa; infine all'ONU. Anche sel'ONU per due volte di seguito ha program-mato il decennio del disarmo, dobbiamo pur-troppo constatare che j risultati ~Ql-:Opiut-tosto insoddisfacenti. Anche in questa sedecomunque si discute di disarmo e forse gliitaliani non sanno che all'ONU ci sono capi-tate a:kune vicende abbastanza singokl!ri.L'aNU ci ha condannato ben due volte per illtraffico di armi che abbiamo avuto con ilSud Mrica. Quanti italiani sanno questo?Credo che neanche tutti i ser.atori siano aconoscenza di questo fatto, in quanto la no-stra stampa ha pudicamente taciuto sulle duecondanne che ci sono state mosse dall'ONUe questo, signor Ministro, è in relazione conl'AM-X e con l'EH-Wl.

Pochi sanno, d'altra parte, che c'è un ita-liano a capo del di'Partimoolto drsa.rmo del-raND, un'ottima persona che ho avuto oc-casione di incontrare più volte, noto come« mister disarmo », che ha un ruolo signifi-cativo nella più importante organizzazioneinternazionale.

Nella conferenza nazionale per il disarmoil Governo dovrebbe dare informazioni su

quel che succede a Viem.na, sugli atteggiJamen-ti che il nostro Governo ha assunto nel cor-so di queUe trattative, sul punto al qualesiamo arrivati con ,il dilS'armo nelle aJJ:1IDiconvenzionali. Dobbi'amo limitaI1ci a dire ,chele trattative procedono stancamente e nonsi vede quando se ne potrà uscire? È questala litania che dobbiamo dpetere oppure c'èdell'altro? Io credo che ci sia dell'altro; idiplomatici impegnati in quella trattativahanno probabilmente molte cose serie e po-sitive ~ non rivelo segreti di Stato ~ daraccontare al popolo ita.liano.

A che punto siamo a Ginevra? Fino a chepunto siete informati di quello che succede aGinevra? CoS'a fa ntalia per i,nfluire su Gi-nevra? Cosa succede a Madrid? Questa codadeHa conferenza cbe è partita da Hels1nki, èpassata attraverso Belgrado ed è approdataa Madrid quali risultati ha avuto? Si va ver-so una cOi11ferenzaeuropea per il di:sarmo, co-me è nei voti di alcuni, oppure no? Per qualiragioni? Cosa succede all'aNU?

Signor Mini'stro, in queSito paese si sonoconvocate conferenze nazionali per la coope-razione, per il turismo, con esiti che giudicopositivi; ho sentito l'altro giorno che Signori-le sta convocando una conferenza nazionalesul Mezzogiorno. Non capisco perchè nondobbiamo abituarci anche a convocazioni diconferenze nazionali sul grande tema del con-trollo degli armamenti.

Riteniamo ancora una volta, per una rimo-zione ancbe qui di tipo freudiano, che que-sto sia argomento da non discutere con ilpopolo, di cui è meglio che si occupi il Pa-lazzo e solo il Palazzo, magari ,il Senato inuna seduta piuttosto deserta, quanto più di-straUamente è posS'ibiJle, o riteniamo inveceche questo sia un problema centrale, vitale,fondamentale nella vita di tutti i popoli equindi anche del nostro?

Sempre insieme al collega Granelli, mi so-no permesso, signor Presidente dell'Assem-blea, di rivolgere un invito al Presidente delSenato e al Presidente della Camera dei de-putati perchè si trovi la maniera, anche sul-la base dei Regolamenti esistefflti, di istiltuirenel nostro Parlamento ~ in forma congiuntao disgiunta: è da vedere ~ un comitato odue comitati parlamentari per il disarmo.È vero che oggi del disaTlTIo si può discutere

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Senato della Repubblica ~ 36 ~ VIII Legislatura

17 MARzo 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

in sede di 3a Commi'S's'ione atfari esteri e insede di 4a Commissione difesa, tuttavia ilproblema del disarmo inerisce alle compe-tenze di entrambe le Commissioni e non sa-rebbe male che ci fosse un comitato perma-nente, una qualche sede che, secondo noi,può essere istituita anche sulla base dei Re-golamenti vigenti, dove si discuta in manie-ra particolare dei problemi del controllo de-gli armamenti. Un organismo del genere esi-ste in molti altri Parlamenti del mondo, men-tre da noi non c'è. E badate che la propostache io ho 'avan~ato per lettera ai P,ooside:ntidei due rami del Parlamento assieme al col-lega Granelli non è solo nostra, perchè pri-ma di noi è stata autorevolmente avanzatain quest'Aula dal senatore Malagodi il qua-le, anche recentemente, ha avuto occasionedi ribadire la sua intenzione e di insisterein quest'a direzione.

E vengo più specificatamente a quello chepossiamo considerare il terzo livello: il li-vello del disegno di legge speciale che stia-mo esaminando. Se è vero che l'Italia in fat-to di missili intercontinentali può avere unainfluenza solo immediata, se è vero che a li-vello di euromi!SsiH o mi:ssiH a medi:a por-tata la n'Ostra capacità .di intervento è piùsjjgnificativa, ma certo non implica una re-spoll'sabi.Iità di,retta, è anche vero che, alterzo livello, H Ilivello delle a.rmi convenzio-nali, il nostro ruolo man è privo di peso nèdi significato. Ed è Isul peso e sul signifi-cato di questo nostro ruolo che è iIl~to ilcontralsto tra le posizioni .del Ministro equelle di gran parte de.ll'opposizione.

Lei ha detto, signor Ministro, che l'Italiasi è attenuta ad una politica rigorosamentedifensiva e geograficamente delimitata. Ame sono venute in mente le parole che P,ie-tra Nenni, negli anni che ricordavo poc'an~zi, 1963-64, ha pronunciato a questo propo-sito e che sono le stesse che lei ha adopera-to. Ma vent'anni fa forse si poteva parlarein Jllaniera seria di una concezione della po~litica NATO rigorosamente difen:siva e geo-graficamente delimitata. Le cose che lei ciè venuto a dire .invece spostano l'area:NATO, nolO.NATO, l'Italia che agisce autono-mamente, ma come partner detla NATO, do-po essersi consultata con i suoi alleati nellaNATO. Poi, come si fa a dire che la no-

stra è una visione puramente difensiva quan-do abbiamo sul nostro territorio non si sabene se 1.000 o 1.500 testate atomiche?Perchè di questo si tratta: un altro datoche i colleghi conoscono poco e che l'opi-nione pubblica avverte come un rumore difondo ma non come un dato presente è checi sono sul territorio della Repubblica cer-tamente 1.000, ma secondo alcuni 1.500 te-state atomiche tra mine piccole, bombeatomiche tattiche piccole e medie.

Come può essere difensiva la nostra in-terpretazione della politica NATO se abbia-mo già queste 1.500 testate? E come possia-mo considerare difensiva e solamente difen-siva la nostra politica militare quando de-cidiamo, primi tra i 15 membri della NATO,di pronunciare il nome della località doveandremo ad installare i missili, cioè Co-miso?

L AGO RIO, ministro della difesa. Perla verità secondi perchè j primi sono statigli inglesi.

A N D E R L I N I. Signor Ministro, puòdarsi che ci sia stato uno sfasamento. Tral'altro, fu molto infelice anche la scelta delgiorno in cui ~ si trattava del 7 agosto,se non vado errato ~ si è fatta la dichia-razione relativa a Comiso: il 5 si era cele-brato l'anniversario della tragedia di Hiro-shima, il 9 è il giorno di Nagasaki.

Questa decisione ci ha esposto a tutte lecritiche ed ha reso forte il movimento paci-fista in Italia. Su 15 siamo secondi. Nondico, signor Ministro, che sia un modo direcitare l'eterno ruolo dei primi della clas-se, ma quello dei secondi della classe.

L AGO R I O , ministro della difesa. Seè per questo siamo gli ultimi. I soli tre pae-si che secondo i programmi dovrebberoschierare i missili sono la Germania, l'Italiae la Gran Bretagna. La Germania ha già deci-so tre anni fa, perchè li mette dove già cisono; l'Inghilterra ha deciso per Cambridgee Oxford e l'Italia un anno più tardi ha de-ciso per Comiso.

L A V A L L E. L'Olanda e il Belgiosono già spariti?

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Senato della Repubblica ~ 37 ~ VIII Legislatura

17 MARzo 1983S8P SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

L A G O R I O, ministro della difesa.L'Olanda e il Belgio non hanno preso la de-terminazione di schierare i missili. Però in-ternamente il Belgio ha già scelto dove met-tere i suoi missili e gliela dico: è Floren;l'Olanda ha scelto dove mettere i suoi missi-li e gliela posso dire: è l'aeroparto militaredi Amsterdam.

A N D E R L I N I. Siamo in chiaro sullalocalizzazione... (Interruzione del Ministrodella difesa). Signor Ministro non è disin-formaziane.

P RES I D E N T E. Ringrazio l'onore-vale Ministro. per questa supplemento di ~n-formazione e prego l'onorevole Anderlini dicontinuare il suo intervento.

A N D E R L I N I. Ne terrò largamentecanto ma vede, onorevole Presidente, sta difatto che il nome di Comiso è sui giornali,sugli stdsdani, sulle parole d'aI1dilne di tu.ttail movimento pacifista d'Eurapa e che gli al-tri nami che il Ministro. ha ricoJ1dato sonoscarsamente nati.

L A G O R I O, ministro della difesa.Strano perchè Cambridge e OxfoI1d per l'In-ghil terra...

A N D E R L I N I. Debbo dire che co-munque !'interruzione del Ministro confermaalmeno una cosa: su 15 paesi della NATOnoi siamo tra i tre che hanno scelto di in-stallare i missili ~ su questa mi pare, signorMinistro, che siamo. d'accordo ~ e che quin-

di l'appartenenza alla NATO non necessar.Ìa-mente comporta accettare l'installam.one deimissHi perchè a'l,tri paesi, come l'Olanda, ilBelgio, la Danimarca e la Norvegia che fan-no parte della NATO, nan si sano auto-obbli-gati ad installare dei missili. L'altro elemen-to che rende molto prablematico affermareche siamo in una concezione delimitata dal-la NATO, è la presenza italiana negli scac-chieri del Mediterraneo che sappiamo; diquesto ha parlato a lungo il collega La Val-le e io non voglio insistere sull'argomento.

Mi preme però riprendere Ulna deHe affer-mazioni che il Ministro. ha fatto quando, cer-

cando di spiegarci il significato di questa di-versa dislocazione delle nastre farze, versosud e nan più sulla sola soglia orientale diGarizia, ha parlato di un accentuarsi dellapressione che viene dall'area sud e del Pattodi Varsavia. Non so se queste siano le sueprecise parole, ma il significato di quanto hadetta è certamente questo. Vorrei che il Mi-nistro chiarisse meglio tale questiane, perchènan so cosa si può pensare partendo dallasua affermazione. Casa significa che dobbia-mo guardarci dal sud? Forse che dobbiamoguardarci da Gheddafi? Gheddafi è larga-mente rifornit'O di 'armi dall'Italia; vi è perlo meno una decina di contratti di fornituredi armamenti che Ghedda£i ha con l'Imlia ein cui, del resto, il Gaverno è compar.tecipe.Non mi pare che ,sia nell'intenzione de'l Go-verno nè dei res'Pans.ab~li dena nostra politi-ca es.tera affermare che dobbiamo guaroorc:ida Gheddafi. Dobbiamo fo.rse guaI1darci .dallapresenza della flotta sovietica nel Mediterra-neo, presenza che si è accentuata negli ulti-mi tempi? Temiamo forse uno sbarca sovie-tico in qualcuna delle regioni del sud? Nonè vero, s~gnor Ministro, che oggi l'equilibriodel Mediterraneo è più favorevale all'UnioneSovietica di quanto non lo fosse anni fa; al-l'epoca di Nasser e dell'Egitto collegata coni sovietici, della Siria schierata apertamentedalla parte sovietica, l'equilibrio del Medi-terraneo era in un certo modo diverso, nonesisteva l'enclave di Israele cosÌ direttamen-te collegata con la forza militare america-na. Quindi andrei cauto nello spiegare chequesta dislocamento verso sud può esseregiustificato con una maggiore pressione cheviene dall'interno del Patto di Varsavia ocon la presenza della flotta sovietica nelMediterraneo.

Secondo me, c'è il rischio, signal' Ministro,che tutto questo venga interpretato male daipapoli rivieraschi del Mediterranea; non sose questo è nelle sue intenzioni, non ho malfatto processi alle intenzioni. Questo ge-sto. può essere interpretato dai popali rivie-raschi del Mediterraneo e dal monda 3/mbonel sua complesso come un gesto di poHtioamilitare ed estera itaJiana nei ,loro camrOl11ti.Non dabbiamo farci illusioni; alcuni popoliarabi cO'IJIsiderano la base di Oomisa non so-,l'O diretta contro. gli abiettivi dell'Unione

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Senato de.lla Repubblica

581a SEDUTA (pomerid.)

~ 38 ~ VIII Legislatura

17 MARzo 1983f~3SE.MBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO

Sovietica, ma come un elemento di control-lo dell'area mediterranea orientale. Del re-sto, la politica che lei ci è venuto a spiegare,la richiesta di questa legge speciale e la vo-lontà così tenacemente portata avanti di ar-rivare all'AM-X e all'EH-lOl, ci dicono ch~noi stiamo inventando una sorta di picco-lo subimperialismo nel tentativo di assi-curarci una presenza, se non un control-lo, su alcuni punti chiave del Mediterrz.-neo, fatto che, secondo me, contrasta chia-ramente con tutte le interpretazioni geogra-ficamente delimitate e ,rigorosamente difen-sive deJl'Alleanza. Ri,schÌ'amo di metterei incontrasto con gli interessi generali del paese.

Non voglio predicare qui la politica chefece la sinistra storica alla fine del secoloscorso, la cosiddetta politica del «piede dicasa »: restiamo 'a ca'Sa 11'0st'l'a,cel1ahiamo dinon mettere il naso fuori dalla finestra, per-chè ci sono degli spifferi molto forti. Nonvoglio predicare questo, ma lei ha predicatoqualcosa di ben diverso e di senso del tuttoopposto. Ci rendiamo conto di che cosa si-gnifica questa storia dell' AM-X d'intesa conil Brasile? Se fossi il Ministro degli esteridi questa Repubblica o se dovessi suggerireal Ministro degli esteri una linea di condotta,sarei in dubbio se vendere al Brasile le no-stre armi, cioè se sia il caso che 1'1talia vadaa vendere delle armi ad una dittatura co-me quella brasiliana, che rappresenta intutta l'Amenica latina qualcosa di ben defini-to e di assolutamente negativo. Ma noi nonci limitiamo a vendere deJ1e armi, noi faccia-mo qualcosa di più: andiamo a cooperarenella progettazione e nella costruzione di unaerleo da caccia tattico con il Brasile, e mipare che il senata>re La VaNe abbi,a ,dimostra-to in maniera inequivocabile come questoaereo possa serviTe anche aNa 'repl'essioncantiguerriglia. Altro che accaparrarci attra-verso questo le simpatie dei popoH latini!Altro che veder sviluppate, come lei ha detto,le nostre relazioni con .tutto quel mondo ,cheguarda certamente con grande interesse al-l'Italia, ma all'Italia pacifka, non all'Italiache fornisce caccia tattici per reprimere laguerriglia e per consolidare il potere dei mi-litari e delle dittature miJitani in quei paesi!Vendendo armi e collaborando alla costru-

zione e alla progettazione di armi con il Bra-sile noi speriamo di democratizzare questopaese? O speriamo di acquisire influenza nelmondo dell' America latina? Io vorrei chequel passo del suo discorso fosse portato al-l'attenzione del presidente del Consiglio Fan-fani, che sui problemi dell'America latinaha le sue convinzioni, abbastanza note delresto ~ è lui il fondatore dell'Istituto italo-Jatino-americano, è lui che ha aperto unacerta fase dei nostri rapporti con tutto quelmondo ~ per vedere se effettivamente eglicondivÌide l'affermazione che lei ha fatto.

In realtà questo dell' AM-X è un problemache non ha niente a che vedere con la dife-sa del nostro paese, con la difesa della no-stra indipendenza; è solo un affare ~ unosporco affare, mi consenta di dirlo ~ [atto

con una dittatura militare sudamericanache corrisponde solamente agli interessi dialcuni militari italiani, di alcune grosse in-dustrie di Stato esistenti in questo paese incollaborazione forse con alcuni militari bra.siliani. Che le cose stiano così, signor Mini-stro, è provato tra l'altro da una serie di al-tri fatti. Il motore dell'AM-X è un motoreRolls Royce; quali interessi ha il"indUist'riaitaliana se avete rifiutato di adoperare il mo~tore del Tornado o di apportare le modifi-che possibili a questo stesso motore dalquale si poteva pur sperare una ricadutatecnologica di questo genere? Quali interessidell'Italia se in soli otto mesi il costo uffi-ciale dell'AM~X è salito del 30 per cento? So-no andato a spulciare i documenti: nel no-vembre del 1980 l'intero progetto costava,9t1 milial'di, al giugno del 1981 :iloosto emdi 470 miliardi. Se in otto mesi l'aumento èstato del 30 per cento, di quanto sarà di quia dieci anni quando arriveremo alla fine delprogramma? Per il Tornado si era partiti ~

se non ricordo male ~ con 7 miliardi di co-sto per velivolo; adesso ufficialmente siamoa 30. Secondo i calcoli che fanno alcuniesperti di cui io mi fido siamo invece moltovicino ai 50 m1Havdi, illche lSignifiloamoltipli-care il tutto per 7. Forse dovremmo molti-plicare per 7 anche queste cifre? Forse do-vremmo pensare che nei prossimi anni arrive-remo a spendere, senatore Giust, le molte mi.gliaia di miliardi di cui lei parla nella sua re~lazione, i 5 mila miliardi che si possono ipo-

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581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO

VIII Legislatura

17 MARZO 1983

tizzare oggi per il solo progetto AM~X.Se poia questo si aggiungono gli impegni di spesaper gli elicotteri e per il CATRIN, non èfuori posto affermare che partiamo da unimpegno di spesa per i prototipi dell'ordinedei mille miliardi e probabilmente ci trove-remo alla fine (io spero di essere ancora vi~vo e in condizioni di potere far valere an~cara la mia opinione anche se fuori dalleAule del Parlamento) con una spesa del~l'ordine dei 10.000 miliardi.

La domanda alla quale lei avrebbe dovu-to rispondere (invano il collega La Valle hacercato di insistere su questo punto) è se tut~to questo sia compatibile con i problemidella nostra economia. La risposta ~~ il col~lega La Valle invano l'ha aspettata, io eroconvinto che molto probabilmente non sa-rebbe venuta ~ è elementare: lei chiede unaumento annuo in termini reali del 3 percento della spesa per la difesa, che è un im~pegno che la NATO nel suo complesso haassunto e al quale l'Italia ha detto sì (se-condo me sbagliando), in un paese in cuiil prodotto int~rno lordo, se le cose vannobene, 'aumenterà deLlo 0,5 o dell'l 'per cento,se le cose vanno così così, saremo a cresci-ta z~ro (ma c'è anche il rischio che si pos-sa arrivare ad una crescita negativa).

Ciò non è compatibile con la nostra strut~tura produttiva, con le leggii economiche,con la situazione economica generale delpaese perchè, se la difesa cresce del tre percento, è segno che qualcun altro, nell'elen.co degli impegni sociali che assume lo Sta-to, deve pagare la differenza e il vostro au-mento andrà a carico di altri settori vitaliper la nostra economia: degli investimenti,dell'istruzione o della sanità.

Anche sull'AM<X ho detto le cosc che mipreme,;;) dire. Non riprendo evidentementegli argomenti che già altri hanno sviluppatoe cioè che siamo i ,;oli e'-lropei che fannoquesta operaziorH~ con un paese sudamerica-no del t~po che ho desc':"itw, che si è abban-donata la pianificazione e la standardizza-zione iT!Europa, che si t ,-'zltta di una malde-stra, sciagurata operazione cbe sa fia!to dirapina e anch~ di subimperialismo, che nonha nic':lte a che vedere con gli interessi delladifesa del nostro paese. La st~ssa crescita

dei costi sta a dimostrare come, signor Mini-stro, attorno a tali questioni si muovano in-teressi corposi ben presenti nel nostro pae-se, tendenti a gonfiare queste cifre e a farein maniera che fette cospicue degli stanzia-menti finiscano in direzioni che non voglioqualificare ma che lascio immaginare ai col~leghi.

Veniamo per un momento alla questionedell'elicottero. Qui siamo in collaborazionecon gli inglesi, una collaborazione che si col-loca al giusto livello, anche se c'è da direche una collaborazione di questo tipo coni soli inglesi, mentre i franco-tedeschi lavo-rano per conto loro, non è certamente la co-sa migliore che l'Europa possa fare. Tutta~via, la domanda alla quale vorrei che lei for-nisse una risposta ~ perchè altrimenti an-che qui il giudizio non può che essere drasti~camente negativo, anche sul piano specificodel merito e non solo sulle questioni di ca-rattere generale che richiamavo poco fa ~

è in che misura il Governo inglese, che nonrappresenta la consodata inglese della no-stra Agusta, partecipa allo sviluppo e all'at~tuazione del progetto e quanto stanzia a que-sto fine. Non vorrei infatti che dietro tuttaquesta storia dei 36 elicotteri che servonoa noi c dei 50 o 36 che servono agli inglesi,il ruolo della consociata inglese della nostraAgusta fosse in realtà quello di una sorta didisimpegno degli inglesi i quali, probabil-mente, si limiteranno a mettere a nostra di-sposizione una tecnologia già in gran partein loro possesso e si esimeranno dal fare al~cun esborso diretto e preciso.

Anche questa rischia di essere una gros-sa avventura. Mi auguro che non vada a fi-nire male ma ho l'impressione che anchein questo caso gli interessi dei costruttoridel complesso militare industriale finiscanocol prevalere sugli interessi generali del pae-se. A tale proposito, dirò la mia personaleconvinzione: se il Governo si fosse presen-tato al Senato dicendo che sospendeva tem~poraneamente i primi due progetti e aves-se chiesto di approvare il CATRIN, sia purmalvolentieri, avrei finito per votare a fa-vore. In realtà fate il contrario, mettendosulla carta il CATRIN che è l'unico dei tresistemi per il quale mi pare che non vi siano

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17 MARZO1983S8P SEDtì'!':. (pol11erid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

nè impegni di spesa, nè impegni di interven~to. Probabilmente costa un po' troppo, si~gnor Ministro; per avere un sistema di co~municazione d'armata 270 miliardi sono mol~ti, sono una cifra enorme. A che livello disofisticazione siamo arrivati? O è solo ungiocattolo che vogliamo dare anche ai ge~nerali dell'Esercito dopo aver fatto un re~gala ai generali dell'Aviazione e della Ma~rina?

È vero quello che ha detw un autorevo~le esponente delle nostre forze armate, se~condo il quale vogliamo arrivare a un puntodi sofisticazione tale per cui è importanteconoscere il colore del vestito della mogliedel generale avversario prima di poier in~gaggiare la battaglia. Un sistema di oomu.I11i-cazioni che potesse servire, anche nel casodi calamità civili, di dimensioni adeguateallo scopo, e non maggiori, poteva trovareanche il mio personale consenso. Tuttavia,signor Ministro, la realtà è che (l'ho già ac~cennato in 'a'lcune delle cose che ho ootto)ci troviamo di fronte ad un complesso mi~litare industriale che in questo paese co~mincia ad avere un peso significativo. Nondico che abbia lo stesso peso che ha l'ana~lago complesso industriale militare negliUSA, dove le grandi industrie, collegate conla produzione degli armamenti, impongonomoho spesso al Presidente, alla Camera deirappresentanti e al Senato la loro volontà osi danno battaglia scopertamente, chiara-mente, esplicitamente nelle Aule del Parla~mento e nei ministeri di Washington. Il cal~colo che hanno fatto alcuni giovani studiosimiei amici è che nel 1982 !'insieme del fat-turato di questo complesso miliiare indu~striale è stato di 5.000 miliardi. Non è cosada poco. Ci sono alcune decine di migliaia diaddetti. La ragione per la quale questi si~gnori fanno valere le loro opinioni è nota.Dicono: questo è l'unico settore che tira,che va bene, che esporta, che raddoppia leesportazioni; dobbiamo rassegnarci a que~sta logica. Eh no, signor Ministro! Anchela droga porta in Italia migliaia di miliardi,che sono investiti in alcuni casi in manieraproduttva, legittimata se non legittima, cheproducono probabilmente anch'essi occupa-zione e reddito, ma per questo diciamo che

la droga va bene? Non possiamo dirlo, co~me non possiamo non dire che affidare aquesto settore il compito di essere uno deivolani di sviluppo del nostro sistema potreb~be essere fatale.

Vengo da una città dove funzionano glialtjforni. L'altoforno non si può spegnere,altrimenti va fuori uso per un lunghissimoperiodo. Così non si può {{ spegnere» il vola~no che si va a creare nel rapporto tra ge-nerali, alti gradi delle forze armate e alcu-ni settori industriali: una volta messo inmoto, esso è capace di autoalimentarsi e ladimostrazione è sotto i nostri occhi. Perchèlei ha messo il Parlamento di fronteal fatto compiuto dei 150 miliardi già spe-si per una legge che uno dei due rami delParlamento deve ancora approvare? La pres~sione di questo gruppo è staia tale che leinon è stato in grado di resistere e probabil~mente altri ministri della difesa non saran~no in grado di resistere se non restituiremoal Parlamento tutta la sua capacità di sce~gliere e di essere il centro delle decisionifondamentali della vita del paese.

C'è un giovane studioso di eoonomila mar-xista (siamo nel centenario di Marx e sonotra quelli che non si vergognano di pronun-ciare la parola ({ marxista ») che ha teoriz~zato, in questi ultimi tempi, come in unasocietà a capitalismo avanzato, quale quel~la in cui viviamo, vale ancora il vecchio mot-to di Jean Jaurès ~ uno dei padri del socia.lismo francese tra la fine del secolo scor~so e i primi decenni di questo ~ secondocui il capitalismo porta in sè la guerra e lacorsa agJi armamenti, così come la nubeporta in sè la pioggia. Cioè è fatale che inun mondo capitalistico si sviluppi un com-plesso di questo tipo. Mi permetto dicontraddire sia Pivetti sia Jaurès: questonon è vero. Era vero nell'Europa della finedel secolo scorso, ma, forse anche ad operadi Marx, per quello che il marxismo ha pro-dotto nella storia europea di questi ultimidecenni, l'affermazione non è più vera, nelsenso che abbiamo forze sufficienti per im~pedire che questo accada. Oggi la forza po~litica e la rappresentatività delle istituzionidemocratiche, anche in forza di quello cheMarx ha predicato ai proletari di tutto il

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',ellato della Repubblica

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17 MARZO 1983i\S3LMI3LEA ~ RESOCONTO S'fE>~OGRAFICO

mondo, è sufficiente per invertire la tenden~za, per impedire che sia il complesso m.ili~tare~industriale a dettare la legge dello svi~luppo.

SPADACCIAsava diversamente.

Eisenhower la pen~

A N D E R L I N I. Eisenhower fu il pri~mo a giudicare quelli che erano più forti dilui nella GeneraI Motors e nella GeneraIElectrics. Dico che senz'altro si può invertire la tendenza, ma ci vuole una decisa vo~lontà politica. L'industria delle armi nonpuò essere uno dei volani di sviluppo del no~s1ro sistema industriale. Questa decisionesarebbe abbastanza semplice da prendereanche sul piano operativo se destinassimoi fondi stanziati in questo disegno di leggee quelli che verranno negli anni a venire ~

i 1.000 miliardi e i 10.000 miliardi di cuiparlavamo poc'anzi ~ al fondo investimen~ti e occupazione che già esiste nel nostrobilancio, a fronte del quale esistono richie~ste di intervento da parte di comuni, indu~strie, privati, molto superiori ana capacitàdello Stato di farvi fronte. Selezionando ade~guatamente i progetti, saremmo in gradoprobabilmente di fare investimenti produt~tivi e n011 nel settore delle armi, di dare unimpulso al nostro sistema nel suo insiemee probabilmente di creare livelli di occupa~zione più ampi e senza nulla cedere sul pia-no del progresso tecnologico. Infatti, anchequi bisognerà sfatare questa presunta yeri-tà, ossia che le armi producono una « rica~duta» tecnologica di altissimo livello. Lodice il senatore Giust nella sua rela7ione enon voglio ripetere le cose che ha detto eche mi trovano sostanzialmente à'acc0rdo.

Interessiamoci seriamente di ricerca scien~tifica e non ci sarà solo ricaduta, ma pro~duzione diretta di nuova tecnologia, di mo-menti più avanzati, vi sarà la possibilità diraggiungere livelli qualificati sul piano mon~diale in molti dei settori in espansione e invia di sviluppo.

In realtà l'analisi di Pivetti (torno per unmomento su tale questione perchè vorreiconcludere proprio con questo argomento,signor Ministro) dice che nel settore milita~

re ci si trova di fronte ad un mercato suigeneris che favorisce, esso sì, il complessomilitare e industriale, un progresso tecnicoche non conosce limiti di mercato, mentrenel mercato corrente il progresso tecnico hadei limiti, perchè nessuno degli industrialiche ha impegnato risorse notevoli nella ri-cerca è disposto a buttarla a mare quandoessa sia obsoleta, anzi tenta di portarla avan-ti iJ più a lungo possibile perchè resista nelmercato, magari frenando altri progressi tee-nc,logici. Ciò non capiterebbe nel settore de-gli a~'mamcn1i. Questo argomento è vero so-lo sotto certi aspetti, anche perchè, per esem-pio, la ricerca di base non trova limiti dinessun genere nemmeno nel mercato capita-listico e perchè non è vero che anche nelseitore delle armi non vi siano problemi diconcorrenza. Come sostiene Pivetti, ve nesono anche lì, perchè il mercato ormai è alivello mondiale.

Quello che manca in realtà nella sua espo-sizione e nella politica generale del Gover-no è la volontà di invertire la tendenza, dicambiare linea di movimento, in manierache si affrontino sul serio i problemi delnostro sviJuppo e della crescita del nostrosistema economico. Quello che lei ci ha pre-sentato e il disegno di legge al nostro esamehanno ben poco a che fare con la difesa delpaese e con la difesa della nostra indipen-denza, ma molto a che fare con l'interessedi alcuni settori industriali e di alcuni altigradi militari.

Mi è capitato ~ e mi avvio, signor Presi-

dente, alla conclusione ~~ in questi ultimitempi di avere rapporti abbastanza frequen-ti con un esperto di problemi militari, il pro-fessor Galtung che insegna ad Oslo e che èl'elaboratore di alcune nuove teorie in fattodi difesa. Egli dice che tra la catastrofe ato-mica, il potenziale distruttivo che è nelle

mani deHe grandi potenze e ,1a 'realtà dellavita dei popoli, non c'è la via di mezzo delle

armi convenzionali, anche le più sofisticate.se nail per guerre locali. Nella nostra pro~spettiva non ci dovrebbero essere guerre lo~

cali e, signor Ministro, non ce ne sono. C'èsoltanto, purtroppo, la prospettiva tragica

dell' olocausto.

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Senato della Repubblica ~ 42 ~ VIII Legislatura

17 MARZO 1983581a SEDUTA (pcmerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

L'elemento che bisogna valorizzare nel ca~so ci si affidi ad una difesa di quel ger;;:re,secondo Galtung e secondo l'opinione di ungenerale che ha un ruolo importante neglialti gradi militari, il generale Capuzzo, èquello del consenso. Senza il consenso si ~'i~schia la débacle, si rischia il vuoto immedia~to, le tecnologie si vanifieaEo, le sofistkazioni non servono.

C'è allora consenso intorno aJ!a polilkache lei è venuto ad illustrarci? Se essa fossenota nei suoi dettagli, se questo dibatlitoinvece di svolgersi qui si fosse potute svol~gere dinnanzi ad una platea piÙ vasta, mp~presentativa del popolo italiano (oggi i mez-zi di comunicazione lo corJsentono), di fron-te ad una platea di milioni di telespettato:-i,molto probabilmente non trovereste il con~senso della maggioranza del popolo itaUano.E camminando lungo questa strad2. trovel'e~te sempre meno questo consenso, il che facorrere dei pericoli seri ad un paese comeil nostro che pure qualche rischio può cor-rerlo.

Galtung e Oapuzzo ,sono tra coloro ohepensano ad unità militari di tipo divenso daquelle che abbiama; invece deUe brigare odelle divisdoni probabilme!rlte pellisano adunità di dimensiond molto più modeste, cal-legate direttamente coo il te:rdtorio, armatein misura adeguata da resistere all'attaccodelle armi convenzionali e saprattutto >arma-te della volontà di difoodere H pmprio paese.

Mi rendo canto che queste sono ,idee checrescono ed hanno rilievo in paesi che perse-guono una politica di tipo neutrale. In Sviz-zera, in Austria si sente parlare di questecose, certamente anche in Svezia, ma noi nonsdamo neutrali nè sono qui a propOII'vi chel'Italia diventi UIIl paese neutra<le. Tuttavia sideve sempre te\Iler presente H problema delconsenso, perchè senza H COO1sensonoo c'è di~fesa che tenga.

Voi vi state muovendo ~n una direzionesbagliata che non trova consensi nel paese,anche se lei ha messo il Senato di fronte alfatto compiuto e probabHmente ne riscuote-rà il consenso. Mi auguro però che in qual-ohe modo queste cose filtrino e ohe il popoloUaHano faccia pagare a chi è IreSlponisa:bi1le

di questa conduZ1io.nepolitica rilprezzo po1:irti-co elettorale che va, a mio giudizio, pagail:o.(Applausi dall'estrema sinistra).

Sull'ordine dei lavori

P RES I D E N T E. Vorrei fare il pun-to della situazione. L'accordo fra i Presi-denti dei Gruppi parlamentari, confermatoanche nella riunione di quest'oggi, prevedeche la discussione generale di questo dise-gno di legge si concluda entro questa sera.

Poichè vi sono ancora quattro iscritti aparlare, qualche collega ha chiesto una so-spensione tecnica di mezz'ora. La Presiden-za è disponibile a questa soluzione; vorreisapere se c'è qualche collega che intendeparlare a tale proposito.

S P A D A C C I A. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

* S P A D A C C I A . Signor Presidente,non so in che termini i Capigruppo abbia-no manifestato l'accordo e mi dispiace chenon siano presenti. Posso ricavare i termi-ni di quell'accordo dal foglio che il Presi-dente di turno legge dopo ogni Conferenza.In esso per il disegno di legge n. 1816 c'èscritto: «seduta antimeridiana e seduta po-meridiana ». Poi sono previste altre due se-dute, una antimeridiana e una pomeridiana,nella giornata di martedì.

Signor Presidente, vorrei allora sapere,non essendo stata convocata una seduta not-turna, come una seduta pomeridiana possatrasformarsi in seduta notturna. Ho volutoprendere la parola ~ l'avrei chiesta ad al-tro titolo per l',intervento che mi vede impe-gnato subito dopo quello del collega Ander-lini in questo dibattito ~ proprio perchènon voglio irrigidire la mia polemica conla Presidenza che è già stata troppo accen~iuata in questi giorni. Sono stato abituatoin questi quattro anni, anche nei momentipiù duri di polemica, a considerare la Presi-denza del Senato come un momento di ga-ranzia per tutti i senatori, starei per diresoprattutto per i senatori di minoranza.

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Senato della Repubblica ~ 43 ~ VI II Legislatura

17 MARzo 1983581a SEDuTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTO STENOGRAFICO

Per questo, signor Presidente, io la invitoa rientrare nel rispetto del Regolamento edell'ordine dei lavori che la Conferenza deiCapigruppo e la Presidenza del Senato cihanno dato. Per garantirle che non faccioquestioni personali, se lei dirà che sospen-de la seduta subito dopo il mio intervento,io svolgerò il mio intervento. Però le chie-do due cose. La prima è di dire quanto me-no che sospende dopo il mio intervento,perchè quello che non può dire, signor Pre-sidente, è che una seduta pomeridiana si tra-sformi in seduta notturna senza che sia sta-ta prevista. A questo argomento sono de-dicate altre due sedute: martedì mattinapossiamo concludere il dibattito con le re-pliche del relatore e del Ministro che co-munque devono e~sere svolte e sviluppate.

Credo che questa sia una soluzione corret-ta. Non possiamo cambiare le carte in tavola.soprattutto nell'assenza dei Capigruppo. Do-ve stanno? L'unico deliberato dei Capi-gruppo che ho è l'ordine dei lavori che mihanno dato e a quello mi devo attenere. Vo-glio però che altri colleghi non si trovinodi fronte al fatto di dover parlare alle diecie mezza, aIJe undici o a mezzanotte: devonosapere stasera che parlano martedì. Quindila mia questione non è personale. A que-sto punto mi rassegno, signor Presidente:se devo parlare alle nove di sera, mi dispia-ce per il Ministro, che spero, anzi ritengodebba essere presente, ma comunque faròil mio intervento; però non si vada oltre ilmio intervento.

Quindi lei può sospendere adesso, comesi fa normalmente, alle 20,30, anche perchèci sono Commissioni convocate questa sera,che non sono state riunite nel pomeriggioperchè eravamo impegnati in questi lavori.E lei ci ha visto impegnati: alcuni di noinon si sono mai mossi dall'Aula durantequesto dibattito; abbiamo seguito gli inter-venti l'uno dell'altro.

La seconda cosa che le chiedo è che co-munque fino a quando non termineranno ilavori di questa seduta pomeridiana ~ insi-

sto: pomeridiana ~ non si riuniscano le

Commissioni di cui facciamo parte.

P RES I D E N T E. Qui noi abbiamole nostre decisioni che dobbiamo rispettaretutti proprio per garanzia di tutti i compo-nenti dell'Assemblea. Nelle decisioni adotta-te all'unanimità nella riunione dei Capigrup-po, che valgono per tutti, si dice che nelledue sedute di quest'oggi si deve conclude-re la discussione generale ~ leggo il docu-mento cui lei fa riferimento ~ precedutada una esposizione del Ministro della dife-sa: questo è il dato oggettivo che dobbiamorispettare. Quindi non si tratta di fare unaseduta notturna, si tratta della continuazio-ne di questa seduta pomeridiana per rag-giungere all'obiettivo.

Il problema è se fare o no una sospensio-ne tecnica: mi ero permesso di prendere inconsiderazione questa ipotesi perchè qual-che collega l'aveva avanzata. Si può benis-simo andare avanti: ci sono quattro colle-ghi che devono ancora parlare e quindi, ri-nunciando alla sospensione, finiremo in unaora forse un pochettino più decente.

Per quanto riguarda l'altra sua osserva-zione, quella cioè delle Commissioni dasconvocare, il Regolamento dice che, quan-do lavora l'Assemblea, le Commisisoni insede deliberante e redigente sono tenute asospendere la seduta. Se invece ci sono del-le Commissioni convocate soltanto in sedereferente, la sospensione non è prevista dalRegolamento. Ora quella a cui lei fa rife-rimento è una Commissione convocata insede referente, per cui non dobbiamo scon-vocarla. Quindi lei può optare in un sensoo nell'altro, o farsi sostituire nen'una o nel-l'altra sede. Dico questo proprio per il ri-spetto delle garanzie di tutti noi, che sonorispecchiate dal Regolamento.

Ciò detto, non mi sembrano accoglibilieventuali ipotesi di una sospensione tecni-ca, per cui continuiamo la nostra discus-sione.

S P A D A C C I A Signor Presidente,riferendomi ancora al Regolamento, vorreiricordare che in base ad esso, quando sistabilisce che una certa discussione debbaconcludersi entro due sedute, antimeridia-na e pomeridiana ~ perchè di questo si

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~I!.nato della Repubblica ~ 44 ~ VIII L~gislaUtra

17 MARZO 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEM13LEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

irattava, altrimenti sarebbe stata previstauna seduta notturna ~ la Presidenza delSenato ha dei precisi strumenti regolamen-tari che possono prevaricare in qualche mi-sura le minoranze, ma che comunque val-gono a garanzia di tutti i s,enatori. Uno diquesti strumenti è il contingentamento deitempi. Ora, è accaduto che, stabilite una se-duta antimeridiana e una seduta pomeridia-na, alcuni senatori, quelli iscritti per ulti-mi, sono stati sacrificati. Che ciò sia avve-nuto non è responsabilità nostra, ma è re-sponsabilità della Presidenza o dei Presi-denti dei Gruppi; ma il Presidente del Se-nato ha la possibilità, quando i Presidentidei Gruppi non provvedono al contingenta-mento dei tempi, di programmarli egli stes-so. Ciò non è stato fatto, e a questo puntoio ritengo che sia sbagliato trasformare unaseduta pomeridiana in una seduta notturna.

Devo ricordare che esistono dei preceden-ti e che quando in una situazione analogafeci presenti le mie osservazioni in propo-sito alcuni mesi fa ~ non ricordo in qualedibattito ~ si sospese, per decisione del

presidente Fanfani, la seduta pomeridianaintomo alle ore 20,30-21. Nonostante taleprecedente, mi sembra che qui si voglia ir-rigidire la polemica ben oltre il necessario.Quanto poi alla questione delle Commissio-ni, signor Presidente, dovete tener contoche esistono delle persone che non si posso-no sdoppiare. In quanto membro della Com-missione finanze e tesoro, non posso inter-venire ad un dibattito che si svolge qui inAula e, contemporaneamente, parteciparealle sedute in sede referente di tale Com-missione. È vero che il Regolamento stabi-lise": che non si possono tenere sedute diCommissione in sede deliberante e redigen-te coniemporaneamente al lavoro dell'Aula,m:>.questo non significa che su richiesta di11n senatore, che si trova nello stesso mo-mento a dover partecipare ad un dibattitoparlamentare in Aula e ad una seduta diCommissione ~ nel mio caso particolare aquella della Commissione finanze e tesorodi cui faccio parte ~ la Presidenza non pos-sa decidere una sospensione della seduta.Anche questo mi sembra un fatto estrema-mente grave che non so come commentare.

Mi dispiace, signor Presidente, dover prende-re atto del fatto che la Presidenza aveva de-gli strumenti per garantire che il dibattito siconcludesse nelle due sedute e non li ha usa-ti; quindi il dibattito slitta a martedì. Inquella circostanza ierremo tutti conto, com-presa la Presidenza, degli impegni che ab-biamo assunto e conterremo il nostro dibat-tito in quella sede; ma non comprendo per-chè, se le repliche del relatore e del Mini-stro possono avvenire martedì, non possa-no allo stesso modo programmarsi per mar-tedì mattina i nostri interventi per poi pas-sare martedì pomeriggio, ed eventualmentemartedì sera, all'esame dell'articolato.

P RES I D E N T E. Senatore Spadac-cia, desidero sottolineare anch'io il fatto chela Presidenza deve garantire il diritto ditu tti.

S P A D A C C I A. Ma in questo modonon garantite niente.

P RES I D E N T E. Senatore Spadac-cia, mi permetta di continuare; sono rima-sto in religioso silenzio per ascoltarla. (In-terruzione del senatore Spaaaccia). Sono lie-to di cedere il posto al Presidente, in quan-to il Vicepresidente è sempre il secondo,però in questo momento io rappresento laPresidenza, che è un istituto che tutti ab-biamo riconosciuto. Nella riunione odiernadei Presidenii dei Gruppi parlamentari, siè siabilito un certo calendario e questo ca-lendario è proprio la garanzia maggiore delrispetto di questi determinati diritti. È sta-io deciso, all'unanimità, che questa sera siiermini la discussione generale, per cui que-sta sera tale discussione deve essere com-pletata. Non è possibile accogliere una ri-chiesta di sospensione in quanto una so-spensione, anzichè aiutare, mortificherebbeil raggiungimento di tale obiettivo. Per talerY1otivo continuiamo la nost.ra discuss.ione.Forse, se .lei avesse fatto prima presenti lesue difficoltà, avremmo potuto magari spo-stare il suo intervento, facendola parlareprima di altri colleghi, in modo da evitareper lei la concomitanza dei suoi impegni in

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Senato della Repubblica ~ 45 ~ VIII Legislatura. ~~~~.~.~~~~. ~ ~~~.~.~.~~~~~. ~..~.~~~ ~~~~~...~~...~ ~u ~ ~~ ~~ .~~~~..~.~~ ~~ .~~

17 MARzo 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Commissione finanze e tesoro ed in questodibattito.

S P A D A C C I A. Ma io non ho micaproblemi. Non le sto chiedendo un favorepersonale.

P RES I D E N T E. Ci mancherebbealtro. Quella posta è una questione di prin-cipio; noi rispondiamo in termini di princi-pio ed è un fatto di natura sostanziale (cheè la conferma del principio) quello di trova~re se possibile una soluzione. Ma, poichè or~mai siamo di fronte ad una soluzione obbli-gata, continuiamo i nostri lavori raccoman-dando ai colleghi di sviluppare gli interven-ti con l'ampiezza che ritengono opportuna,tenendo presente il quadro generale. Non c'èaltra soluzione.

S P A D A C C l A Se ne ricorda soloalle 20,40 di fare questa raccomandazione aicolleghi? Non se ne poteva ricordare 2 o 3ore fa?

P RES I D E N T E. Mi permetto di di-re che questa è una interpretazione tacitache si è data. Per quanto riguarda il proble~ma da lei sollevato, devo dire che ci sonodei precedenti nei quali la seduta è stata adun certo punto sospesa e poi ripresa ed altri,altrettanto validi, nei quali, come lei ha ri~cordata, la seduta pomeridiana è continua-ta fino alle ore 19,20 o 21.

Non dc.bbiamo però consumare del tempoprezioso per i nostri lavori; quindi conti-nuiamo la nostra discussione. Prego quei col-leghi che hanno fatto presente l'opportunitàdi ena interruzione tecnica di rinunciare allasuddetta richiesta.

S P A D A C C I A. Devo .ribadire, signorPresidente, e mi scuso con lei perchè perso-nalmente non ho nulla contro di lei, chetrovo estremamente disinvolto, un po' daimbroglioni, questo modo di condurre le co-se. Mi dispiace perchè questa è la prima vol-ta che si verifica in quest'Aula parlamen-tare un fatto di tale genere. Le parole sonogravi, ed io sono abituato a pesarle. Ifatti che, nel volgere di pochi mesi, 'si sono

sU'cceduti mi fanno gh.1iDgerea questi gravigiudizi e ne trarrò, per queLlo che paS/so, sodi non essere velleitar10, le conseguenze, maLaprima conseguenza è nel giudizio. È certo,per quanto mi riguarda, che ,S'iè infldJtta unalacerazione ~ e questo mi dispiace perchè di

questa Presidenza bnno parte colleghi sti-mati ed amid come il 'senatore CipeLHni, co-me lei, sena,tore Colombo, con cui ho sempreavuto rapporti ottimi ~ sulla convinzione

che ho sempre avuto che, anche nella durez-za degli scontri politici e nel rigoroso :rispet-to del Regolamento, la Presidenza sapesserappresentare un momento di garanzia chevalesse per tutti. Lei ha detto che proprioquesta garanzia voleva far rispettare; maquesto non può accadere mutando sedutepomeridiane in sedutte notturne, fuori daogni ordine dei lavori, e ricordandosi di invi-tare alla brevità degli interventi alle ore20,40 di sera, quando lo si poteva fare alleore 17,30, visto che si sapeva quale sarebbestata la lunghezza di tali interventi. Tut-to questo, signor Presidente, mi sem-bra il giochetto dene tre carte non degno del-

, la Presidenza di un'Assemblea e di un'Aissem-blea così 'importante e ,seria come ha saputoessere, nelle sue compol11enti di maggi'Oranzae di minoran~a, anche nei moment'i di piÙduro scontro politico, questa di Pa,lazzo Ma-dama. Me ne rammarico profonoomenJ1:e. Sic-come, però, il mio dovere è di esercitare ilmio diritto di oppositore, nan sanll11noquestimetodi a fermarmi, metodi che purtroppo ve-do confermati con volontà sempre più pre-cisa da questa Presidenza ed anche ,dia}llaCon-ferenza dei Presidenti dei Gruppi. Ci è statopraticamente chiesto di soprassedere IaJdUiDJanorma del Regolamento che prevede 48 oredi anticipo per la presentazione della mla-ziol1e; diseg.ni di ,legge su cui si 'sa che c'è fasola opposizione del .mdi<cale Spadaccia ven-gono assegnati in Commissione iiD sede ~egi-slativa o redigente. Vi sono una sede di esem-pi di cui prendo atto e se sarà ll1ecessoa'I1Ìo

~ non mi sposterò un minuto da quest'Auladurante i lavaTi dell'Assemblea, dnunoiandoad altre prerogative 'ail,lequali ev1dentemen-'te mi si vuole far rim.l11CÌ'are,come, per esem-pio, la partedpazione questa scm ,alLa 'J:1iu-nione della Commissione finanze e tesoro ~

ne trarrò le conseguenze, per difendere le

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Senato della Repubblica ~ 46 ~ VIII Legislatura

17 MARZO 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTO STENOGRAFICO

mie prerogative di senatore della Repubbli.ca, di membro e componente di questa As.semblea, a cui nessuna Presidenza e nessunsistema di questo genere può farmi rinun.ciare. Tra queste mie prerogative c'è sicura-mente anche queHa della presenza del Mini.stro in Aula; quindi la pregherei, signor Pre-sidente, di esercitare le sue funzioni richia-mando il rappresentante del Governo al suodovere.

P RES I D E N T E . Approf,itto per dide,5enatore Spa:daccia, che lei ha espresso conmal ta fermezza il suo giudizio e questo è unsuo preciso diditto. Voglio però confermareche anche la Presidenza è animata daHa stes-sa buona volontà.

S P A D A C C I A. La Presidenza si sareb-be dovuta comportare, allora, in maniera dif.ferente.

P RES I D E N T E. Qui entra in giocoil discorso della demoorazia per cui le valuta-zioni e le conclusioni possono essere diverse;però certamente la volontà in quesito sensodella Presidenza è uguale a quella espressada lei, che è nobile componente di questaAssemblea.

S P A D A C C I A. Signor Presidente,desidero ricordade che sOlno venuto da leidue ore e mezzo fa proprio vicino a quelloscranno, per chiedel'le wn comportamento edelle dedsioni che potevano essere prese dueore e mezzo fa, quando av,rebberro avuto uns'ignificato diverso perchè 'avremmo giocatoa regole del gioco definite e non a ,regole delgioco stabilite all'ora in cui avrebbe dovutoessere chiusa la seduta pomeridiana. Ma sic-come lei ha voluto introdurre quesÙurgomen-to, debbo dirle che io due ore e mezzo fa, conestrema correttezza, attenendomi al fair playa cui, come senatore, mi sono sempre attenu-to nei rapporti con la P,residooZJa ed anchenei rapporti con gli uffici, ,sono venuto da leividno a quello scranno e le ho posto i~ pro-blema. Se ,lei due ore e mezza fa, dopo esser.si consultato con il Presidente del Senato ocon i suoi colleghi, avesse preso una decisio-ne, sarebbe stata una decisione di maggioregaranzia, l'avTei contestata ma avremmo sa-

puto tutti quanti, i cinque senatori che deb.bono ancora parlare, con che ,regole si gio-cava e non si sarebbero vi,ste determinate leregole aUe 21 di sera.

P RES J D E N T E. Senatore Spadaccia,le torno a ripetere che io due ore e mezzo fa,a lei e a tutti i colleghi che hanno chiestocome la Presidenza pensava d'interpretarel'ordine del giorno, ho risposto come ho ri-sposto in sede di Assemblea e non ho nienteda cambiare, come le ho detto e ripetuto cin-que minuti fa.

S P A D A C C I A. Ma io avrei detto conquali argomenti l'avrei contestata; quindi sene 'avessimo discusso due ore e mezzo fa sa-rebbe stata per tutti una decisione. . .

P RES I D E N T E. Lei lo ha fa:lttoadempiendo ad un -suo preC'Ì-sodovere.

Vm'rei piuttosto ohe H rappreseTIJtante delGoverno fosse presente in Aula, e questo, sÌ,è un argomento importante per. . .

P E R N A. Però non era previs1ta unaseduta nottwrna.

O R I A N A. Era sta'ta presa una decisionee non si può ricominciare a discutere ad ogniosservazione.

G O Z Z I N I. SigmaI' P,residente, vonrciaggiungere che alla Conferenza dei Presiden-ti dei Gruppi padamentari questa ma:lt:tilIlaèstato detto con estrema chi>arezza: «il Mini-stro}} e non «il Tappresentante del Gover-no ». La presen:z;a del Ministro è ,tassativa perH proseguimento deHa discussione.

P RES I D E N T E. Senatore Gozzini,lei ha perfettamente lTagÌrolIle.

Sospendo pertanto .la seduta fino al if'itor-no del Mini'stro.

(La seduta, sospesa alle ore 20,50, è ripresaalle ore 21,50).

Onorevoli colleghi, data l'ora taI'da, il se-guito della discussione del disegno di leggen. 1816 è rinviato ad aLtra seduta.

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Senato della Repubblica ~ 47 ~ VIII Legislatura

17 MARZO 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Disegni di legge, presentazione di relazioni

P RES I D E N T E. A nome della 6aCommissione permanente (Finanze e teso-ro), il senatore Visentini ha presentato larelazione sul disegno di legge: «Rivaluta-zione monetaria dei beni e del capitale del-le imprese; disposizioni in materia di impo-sta locale sui redditi concernenti le picco-le imprese; norme relative alle banche popo-lari, alle società per azioni ed alle coopera-tive, nonchè disposizioni in materia di trat-tamento tributario dei conti interbancari}}(389-1247-1645-B) (Testo risultante dall'uni-ficazione dei disegni di legge d'iniziativadei senatori Malagodi e Fassino; Visentini;di un disegno di legge governativo) (Approva-to dal Senato e modificato dalla 6a Com.-missione perw:cnente della Camera dei de-putati).

Diseg!"!i di legge, assegnazione

P RES I D E N T E. Il seguente dise-gr,o di legge è stato deferito

~ in sede referente:

alla 12" Commissione permanente (Igie-ne e sanità):

« Jstituzione del ruolo medico» (2206),previ pareri della 1a e della Il a Commis-sione.

InterrogazIoni, annunzio

P RES I D E N T E. 1nv.ito ,il senatoresegretario a dare annunzio deHe interroga-zioni pervenute alla Presidenza.

P A L A, segretario:

GUERRINI, BENEDETTI, CAPRARI, DESABBATA. ~ Ai Ministri delle partecipazionistatali c dell'industria, del commercio e del-l'artigianato. ~ SuHa gravissima s'ÌtuaZ'Ìone

del settore industriale interess'ato alla pro-

duzione di tuhi di acciJaio, nel quale 'SIQlllOoc-cupati 28.000 }a'Voratori.

In particolare, si domanda:se i MilThistr.icompetenIti hanno elaborato

un piano di settore che .riguardi tutte le azien-de pubbliche e private;

se ritengono giusto che UJIl"azienda, laDalmillle, presenti un progetto aziendaile chesi fonda sullo smantellamento di altre azien-de (Ferrotubi di Corbetta, Italo Pietra diBrescia, Maraldi di Ravenna e Ancona),che andrebbe comunque valutato sl\lIl1abasedi i'nteressi generali e nel quadro di una pro-grammazione di settore;

se j,ntendo!I1o intervenire affinchè non s,icùmprometta, attraverso una serie di fatticompiuti, la possibilità di un intervento pub-blico organico ed efficace, sulla base di unapprofondito confronto che, oltre ai due Mi-nisteri, coinvolga anche le forze SQCIiaJi,i sin-dacati, tutte le Regioni interessate e i Gruppiparlamentari, seoondo le procedUiI'e previ,stedalle leggi vigenti.

(3 -02404)

PIERALLI, VALORI. ~ Ai Ministri degliaffari esteri e della difesa. ~ Gli interrogan-ti, dopo gli attentati di cui sono stati ogget-to i militari del contingente italiano ed al-tri reparti della Forza multinazionale di pa-ce in Libano, chiedono di conoscere:

a) le valutazioni del Governo sui fattiaccaduti;

b) le misure che si intendono prendereper una efficace protezione dei nostri mi-litari;

c) le iniziative di politica estera che siintendono sviluppare allo scopo di crearele condizioni, prima di tutto con il ritiro ditutte le truppe straniere, di una rapida con-clusione della missione di pace del contin-gente militare italiano in Libano.

(3 . 02405)

POZZO, CROLLALANZA, FINESTRA, FI-LETTI, FRANCO, LA RUSSA Antonino, MAR-CHIO, MITROTTI, MONACO, PISANÙ, PI-STOLESE, RASTRELLI. ~ Al Presidente delConsiglio dei ministri ed ai Ministri degliaffari esteri e della difesa. ~ (Già 2 -00510)

(3 -02406)

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Senato della Repubblica ~ 48 ~ VIII Legislatura

17 MARZO 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

CORALLO, PIERALLI, TOLOMELLI, MI-LANI Armelino. ~ Ai Ministri degli affariesteri e della difesa. ~ (Già 2 - 00608)

(3 - 02407)

PASTI. ~ Al Ministro della difesa. ~ Perconoscere come si sono svolti i gravi fattidel Libano che hanno determinato perico-lose ferite e menomazioni permanenti a gio-vani italiani inviati in Paesi stranieri in di-spregio del dettato costituzionale che proi-bisce esplicitamente ogni guerra « comemezzo di risoluzione delle controversie in-ternazionali ».

Mentre a nome del movimento « Lotta perla pace» esprime la più piena, completa epietosa solidarietà per tutti i colpiti, italianie non italiani, l'interrogante chiede che ven-gano subito ritirati i contingenti italiani in-viati nel Libano e nel Mal' Rosso a seguitodi precisi ordini americani intesi a sostene-l'è il furore bellicistico di Israele, e non de-gli ebrei che hanno condannato in massaquesto furore, promosso e sostenuto dall'im-perìalismo militare americano al quale ilGoverno italiano è sottomesso.

(3 - 02408)

FALLUCCHI, GIUST, ORIANA. ~ Al Pre-

sidente del Consiglio dei ministri ed al Mi-nistro della difesa. ~ In relazione all'atten-tato subìto dalle forze militari italiane aBeirut, che ha causato feriti e che potevaprovocare più gravi conseguenze;

rilevato che li nostri militari sono im-pegnati ,111un diffioile compito inteso a pre-servare la pace in queI,l'area oosì delicatadel Mediterraneo;

constatato che la situazione esplosivain quell'area può ancora protrarsi nel tem-po senza che si 1ntravveda Ulna soluzione atempi ravvicinati;

.evidenziando l'eSiigenza di efficienza edi prontezza operativa al fine di prevenireogni possibile attentato terroristico,

gli jnteIìI'oganti chiedono di conoscerequali provvedimenti Sii intendono prendereper garantire che i,l compito aSisegnato alleforze itailÌane nel Libano sia assolto eon

la massima sicurezza per le forze stesse eper le popolazioni che vi~ono in quell' area.

(3 - 02409)

Interrogazionicon richiesta di risposta scritta

GILIBERTI, SICA. ~ Al Ministro dei be-ni culturali e ambientati. ~ Premesso:

che in data 9 settembre 1970 il Ministrodella pubblica istruzione impose un prov-videnziale vincolo, ai sensi della legge 10giugno 1939, n. 89 (articoli 1 e 21), sul famo-so « Giannoneo» e sul parco circostanteubicato in Napoli al largo Petrone e DuePorte, all' Arenella;

che tale vincolo difende un importantemonumento legato alla storia e alle vicendeilluministiche della Repubblica napoletanae difende, soprattutto, l'ultima oasi verdedella zona, letteralmente congestionata dauna urbanizzazione selvaggia;

che è di estrema importanza che la tu-tela determinata da detto vincolo sia atten-tamente e integralmente mantenuta, men-tre sarebbe intollerabile se essa venisse me-no, anche solo parzialmente, in virtù di fat-tI formali;

che, in ogni caso, a tanto può opporsifacile rimedio provvedendo a notificarenuovamente il consolidato vincolo di cuisopra,

gli interroganti precisano di essere venutia conoscenza che il citato decreto ministe-riale del 9 settembre 1970 è stato ogget-to di un ricorso al Consiglio di Stato, ilquale, all'inizio del 1981, ha emesso unasentenza che riduce l'area protetta dal dettovincolo in quanto alcuni proprietari dellazona sarebbero riusciti a provare un difettodi notifica del vincolo in questione.

Tale tesi risulta sorprendente perchè ilvincolo era stato a suo tempo debitamentetrascritto presso la Conservatoria dei regi-stri immobiliari di Napoli in data 2 febbraio1971, n. 6015/4763, e gli attuali proprietarihanno acquistato !'immobile in epoca suc-cessiva a tale trascrizione.

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Senato della Repubblica ~ 49 ~ VIII Legislatura

17 MARZO 1983581 a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Tanto premesso e considerato, si chiededi conoscere:

1) se nel giudizio al Consiglio di Statosia intervenuta l'Avvocatura dello Stato indifesa del vincolo di cui al decreto del Mini-stero della pubblica istruzione del 9 settem-bre 1970;

2) quale sia stata la tesi difensiva adot-tata;

3) se la Soprintendenza ai beni ambien-tali di Napoli abbia tempestivamente prov-veduto a rinotificare ai nuovi proprietari Ilconsolidato vincolo di cui sopra nei modidi legge.

Nell'eventualità in cui detto ufficio nonabbia ancora provveduto a tanto, gli inter-roganti chiedono che vi provveda immedia-tamente tenuto conto che, nei ben noti giudi-zi definiti con condanne in sede di Preturae di Tribunale di Napoli, sull'area vincolataincombe grave pericolo, come peraltro am-piamente riportato dalla stampa locale, edin parlicolare dal settimanale « Napoli-Oggi»nei numeri del 5 novembre 1980, del 13 di-cembre 1980, del 19-25 marzo 1981 e del 10aprile 1981.

(4 -03640)

FERMARIELLO. ~ Al Ministro dei benicuLturali e ambientali. ~ Per sapere qualimisure, anche straordinarie, si intendonoadottare per salvare Capri da una nuovaondata speculativa che rischia di alterarnegli ir!cguagliabih valori artistici, storici, cul-turali, ambientali e paesaggistici.

(4 -03641)

FERMARIELLO. ~ il1 Ministro dei lavo-ri pubblici. ~ Pei' sapere perchè sono statisospesi i lavori di costruzione della varian-te che deve collegaTe il casello autostradaledi Castellammare di SLabia alla strada sta-tale n. 143 per Sorrento.

(4 - 03642)

BONAZZI. ~ Al Ministro dei lavori pub-blici. ~ Premesso:

che i lavori per la realizzazione del pri-mo lotto della tangenziale di Reggia Emiliasono stati interrotti per la rinuncia dell'im-presa appaltatrice Merolla;

che, frattanto, la situazione del traffico,in continuo aumento, si aggrava al limitedella paralisi; diverse imprese di trasportodella zona, fornitrici di materiali, interessa-te alla realizzazione dell'opera sono in dif-ficoltà a causa dell'interruzione dei lavori;si accrescono le difficoltà dei proprietari diterreni e di immobili (diverse decine) occu-pati con procedura d'urgenza per pubblicautilità ai fini della reaHzzazione della stra-da, che rappresenta l'asse portante decisivoper la viabilità di Reggia e della zona,

l'interrogante chiede di sapere se non ri-tenga di adottare quei provvedimenti (comel'aggiornamento del progetto e dei prezzie una rapida trattativa per l'assegnazionedei lavori), sui quali l'ANAS ha già espressoparere favorevole, che sono necessari per laripresa e il completamento dei lavori dellot-to della tangenziale in corso.

(4 -03643)

BONAZZI. ~ Al Ministro dei lavori pub-blici. ~ Premesso:

che <l'incrocio nel comune di GUiahieri(Reggia Emilia) con la strada statale n. 62,solo parzialmente realizzata, costituisce datempo un grave pericolo per la circolazionedegli automezzi ed ha causato una lunga se-6e di dncidenti gravi, di cui parecchi mor-tali;

che nel corso di un sopra1luogo effet-tuato .il 15 dicembre 1982 con la partecipa-zione di un rappresentante dell'ANAS si èconvenuto che per rendere meno pericolo-so l'incrocio sono opportune la creazione diuna aiuola spartitraffico sulla carreggiatadella variante della strada statale n. 62 ela posa di una barriera zebrata all'iniziodel tratto che dalla strada statale n. 63 vaverso ovest;

che dopo tale r,iunione s.i sono verifi-cati altri gravi incidenti e, nonos'tante il te.legramma inviato dal sindaco in data 8 feb.braio 1983 al capo compartimentale del-l'ANAS, non si è ancora provveduto,

!'interrogante chiede di sapere se il M.i-nistro non dtenga necessario disporre l'im-mediata esecuzione delle opere ooncordatenel sopralluogo del 15 dicembre 1982.

(4 -03644)

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n. 3 - 02183, del senatore La Valle;

n. 3 -02186, del senatore Vinay;

n. 3 - 02188, dei senatori Vecchietti edaltri;

VII I LegislaturaSenato della Repubblica ~ 50 ~

581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTOSTENOGRAFICO 17 MARZO 1983

BONAZZI. ~ Ai Ministri dell'interno edi grazia e giustizia. ~ Premess'O:

che in data 21 febbrarro 1983 il sastitu-to. procuratore ddla Repubblica di ReggiaEmilia ha emesso comunicazione giudizi a-ria nei confranti del direttore della «Gaz-zetta di Reggio}) «per i -reati di cui agLiarticoli 656 del cadice penale e 21 deHa leg-ge 8 febbraio 1948}), che puniscano la dif-fusione, col mezzo della stampa, di notiziefalse, esagerate e tendenziase atte a tur-bare l'ordine pubblico;

che il reato. cui fa riferimento la sud-detta comunicazione giudizi aria sarebbe sta-to oonsumato il 20 febbraio., presumibiJl-mente con la pubblicazione di un articolodal titolo « Rognoni e Lama sanno. quel cheaccade a Reggia?}), articola nel quale sicammentavano due rilevanti vicende citta-dine;

che una di esse riguardava i rapportitra la Procura deUa Repubblica e la Que-stura e la s.ituazione di turbativa esistenteall'interno della medesima Questura, tant'èche n sindacata dei lavaratori della poLiziadi Stata (SIULP), che raccogl,ie il consen-so di circa 1'80 per cento. dei medesimi, ècritica versa la massima di-rigeIliZa;

che proprio muovendo da ciò n diret-tore del giol1l1ale, estensore dell'artico.lo ID-crim1nato, sollevava l'interrogativo sull'op-portunità di un avvicendamento del que-store;

che tutt'O questo difficilmente può tur-bare la pad£ica canvivenza dei reggiani poi-chè è ben noto e corrisponde all' opinionedi larga parte di essi;

che l'articolo incrimimato prendevas>punto da un comportamento veriHcatosidopo il suiaidio del profess'Or Scolari, al-I.orchè diverse lettere indirizzate alla Pro-cura di Reggio risultarano aperte e foto-copiate in Questura prima di essere conse-gnate aJ procuratore, per cui pa:esso il me-desimo uffioia è pendente un altro proce-dimento penale;

che l'interrogante ritiene che il proce-dimento penale in relaziane al quale è sta-ta inviata la comunicaziane giudiziaria aldirett'Ore della « Gazzetta di Reggio}) siastata iniziata su richiesta, a denuncia, diorgani del Ministero delnntemo,

si chiede di sapere:quald milsure abbiano. adottato in rela-

~ione al procedimento penale aperto pressoil Tribunale di Reggia Emdtlia nei confrontidi chi ha aperto e fotocopiato le letteretI'Ovate neLla casa del professor Scolari do-po il suo suicidio;

se vi sia stata una l1ichiesta di organidel Ministero dell'inrterno, rivolta aHa Pro..cura della Repubblica di Reggio Emilia, per~chè fosse iniz'iato un pracedimento penalein relazione all'articolo «Ragnoni. e Lamasanno quel che accade a Reggio? », pubbli-cato suLla « Gazzetta di Reggio» del 20 feb-braio 1983, e, in casa affeffilativo, chi ab-bia fOffilulata tale richiesta e da chi siastato autarizzato;

che casa, i.nfine, intendano. fare per ga-rantire la più efficace e cOlllCOrdetutela del-l'ordine pubblica da parte degLi organi dipolizia e giudiziari nella provincia di Reg-gia EmiHa.

(4 - 03645)

Interrogazioni, da svolgere in Commissione

P RES I D E N T E. A norma dell'arti-cola 147 del Regolamento, le seguenti inter-ragaziani, cancernenti la situazione in Liba-no, con particolare riferimento all'attentatacontro. il contingente italiano della Forzamultinazianale di pace, saranno svolte pres-so le Commissioni permanenti riunite 3a (Af-fari esteri) e 4a (Difesa):

n. 3 - 02306, dei senatori Pecchiali edaltri;

n. 3 -02401, dei senatori Saporito ed al-tri;

n. 3 - 02403, dei senatori Lepre ed altri;n. 3 ~ 02405, dei senatori Pieralli e Va-

lori;

n. 3 - 02406, dei senatori Pozzo ed altri;n. 3 -02407, dei senatori Corallo. ed al-

tri;

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Senato della Repubblica ~ 51 ~ VIII Legislatura

17 MARzo 1983581a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

n. 3.02408, del senatore Pasti;

n. 3.02409, dei senatori Fallucchi edaltri.

Ordine del giornoper le sedute di venerdì 18 marzo 1983

P RES I D E N T E. Il Senato tornerà ariunirsi domani, venerdì 18 marzo,!in due se-dute pubbliche, la prima alle ore 9,30 e laseconda a>lleore 16,30, con il seguellJte oroinedel giorno:

J. VotaziOl1le finale del di,segno di Jegge:

Istituzione e disciplina dei fondi C'OmUlllid'investimento mobiHare (1690-B) (Appro-vato dal Senato e modificato dalla Cameradei deputati).

II. Discussione del disegno di [egge:

Rirvalutazione monetaJri.a. dei. bend e delcapitale delile imprese; disposizioni Ii'llma-teria dd imposta looaJle sui redditi ooncer-nente le piccQlle imprese; nOO1IIlerelativeaHe banche popolari, alle società pier azionied alle cooperative, '11onohè<e1:is.posizioniinmateria di trattamento tributario dei C011Jtiinterbamoari (389-1427-1635-B) (Risultantedall'unificazione di disegni di legge d'inizia-tiva dei senatori Malagodi e Fassino, Vi-sentini e di disegno di legge d'iniziativagovernativa) (Approvato dal Senato e mo-dificato dalla Camera dei deputati).

La seduta è tolta (ore 21,50).

Dott. FRANCESCO CASABlANCA

Consigliere preposto alla direzione delServizio dei resoconti parlamentari