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SENATO DELLA REPUBBLICA VIII LEGISLATURA 3131\ SEDU'rA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO GIOVEDì 8 OTTOBRE 1981 (Antfmerldiana) Presidenza del presidente FANFANI indi del vice presidente MORLINO INDICE CALENDARIO DEI LAVORI DELL'ASSEM. BLEA PRESIDENTE .......... Pago16642 ESPOSIZIONE ECONOMICA E FINANZIA. RIA PRESIDENTE . . . . . . . . . . Pago16656 ANDREATTA, ministro del tesoro ..... 16645 ... LA MALFA, ministro del bilancio e della programmazione economica . . . . . .16656 COMMEMORAZIONE DEL SENATORE EU. GENIO MONTALE PRESIDENTE ............. 16643 ... SPADOLINI, presidente del Consiglio dei mi. nistri ............... 16644 PROGRAMMA DEI LAVORI DELL'ASSEM- BLEA Integrazioni . 16641 CONGEDI . 16641 N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del di- scorso non è stato restituito corretto dall'oratore. TIPOGRAFIA DEL SBNATO (1200) ~ 4

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SENATO DELLA REPUBBLICAVIII LEGISLATURA

3131\ SEDU'rA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

GIOVEDì 8 OTTOBRE 1981(Antfmerldiana)

Presidenza del presidente FANFANIindi del vice presidente MORLINO

INDICE

CALENDARIO DEI LAVORI DELL'ASSEM.BLEA

PRESIDENTE. . . . . . . . . . Pago16642

ESPOSIZIONE ECONOMICA E FINANZIA.RIA

PRESIDENTE. . . . . . . . . . Pago16656ANDREATTA,ministro del tesoro . . . . . 16645

... LA MALFA, ministro del bilancio e dellaprogrammazione economica . . . . . .16656

COMMEMORAZIONE DEL SENATORE EU.GENIO MONTALE

PRESIDENTE. . . . . . . . . . . . . 16643...SPADOLINI,presidente del Consiglio dei mi.

nistri . . . . . . . . . . . . . . . 16644

PROGRAMMA DEI LAVORI DELL'ASSEM-BLEA

Integrazioni . 16641

CONGEDI . 16641N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del di-scorso non è stato restituito corretto dall'oratore.

TIPOGRAFIA DEL SBNATO (1200) ~ 4

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Senato della Repubblica ~ 16641 ~ VIII Legislatura

8 OTTOBRE1981313a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

Presidenza del presidente F A N F A N I

P RES I D E N T E. La seduta è aperta(ore 10).

Si dia lettura del processo verbale.

P RES I D E N T E. Non essendovi os-servazioni, il processo verbale è approvato.

F I L E T T I, segretario, dà lettura delprocesso verbale della seduta del 25 set-tembre.

Congedi

Hanno chiesto congedo i senatori Ulianiche Vitale Antonio per giorni 1.

Programma dei lavori dell'Assemblea, integrazioni

P RES I D E N T E. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamootari,riunitasi ieri pomeriggio con Ja preseil1za dei V.ice Presidenti del Senato e con l'in-tervento del rappresentante del Governo, ha adot1tato all'unanimità ~ ai sensi dell'ar-ticolo 54 del Regolamento ~ le seguenti in tegrazioni al programma dei lavori del Se-nato per i mesi di ottobre e novembre 1981.

~ Disegno di legge n. 1578. ~ Conversione in ,legge del decreto-legge concernenteagevolazioni fiscali per le obbligazioni e titoli similari (Presentato al Senato - sca-de il 28 novembre 1981).

~ Disegno di legge n. 1588. ~ Conversione in legge del decreto-legge concernentemisure urgooti nel settore della produzione industriale e dell'artigianato (Presen-tato al Senato - scade il 2 dicembre 1981).

~ Disegno di legge n. 1589. ~ Conversione in legge del decreto-legge recante dispo-

sizioni in materia di imposte di bollo e sugli atti e formalità relativi ai trasferi-menti degli autoveicoli, di regime fiscale delle cambiali accettate da aziende edistituti di credito nonchè di adeguamen to della misura dei canoni demaniali (Pre-sentato al Senato - scade il 2 dicembre 1981).

~ Disegno di legge n. ... ~ Conversione in legge del decreto-legge concernente prov-

vedimenti urgenti in materia di assi,stenza sanitaria (Presentato alla Camera deideputati - scade il 27 novembre 1981).

~ Disegno di legge n. ... ~ Conversione in legge del decreto-legge concernente con-tenimento della spesa del birlancio stata,Je e di quel1i regionali (Presentato allaCamera dei deputati - scade il 28 novembre 1981).

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Senato della Repubblica ~ 16642 ~ VIII Legislatura

8 OTTOBRE 1981313a SEDUTI\. (antimerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTOSTENOGRAFICO

~ Disegno di legge n. ... ~ Conversione in legge del deoreto-legge reCaIlite proroga

della disciplina dell'intervento straordinario nel Mezzogiorno (Presentato alla Ca~mera dei deputati ~ scade il 28 novembre 1981).

~ Disegni di legge nn. 31, 1272 e 1281. ~ Modifi,ça delrle norme costituzionali e ordi~

narie sui procedimenti di accusa.

~ Disegni di legge nn. 848 e 1074. ~ Nomina dei segretari comunaLi nella qualifica

iniziale.

Non facendosi osservazioni, le suddette integrazioni al programma si consideranodefinitive ai sensi del succdtato articolo 54 del Regolamento.

Calendario dei lavori dell'Assemblea

P RES I D E N T E . Nel corso della stessa riunione, la Conferenza dei Presiden~ti dei Gruppi parlamentari, ha adottato all'unanimità ~ ai sensi del successivo arti~colo 55 del Regolamento ~ il seguente calendario dei lavori dell' Assemblea per il p~riodo dal 13 al 23 ottobre 1981.

Martedì 13 ottobre (pomeridiana)(h. 17)

Mercoledì (pomeridiana)(h. 17)

14 »

(la mattina è riservata allesedute delle Commissioni)

Giovedì (pomeridiana)(h. 17)

15 »

(la mattina è riservata alle riu-nioni dei Gruppi parlamentari)

Venerdì (antimeridiana)(h. 10)

16 »

»}} }} (pomeridiana)

(h. 17)(se necessaria)

~ Interpellanze e interrogazioni.

J~ Autorizzazioni a procedere in .giudizio

(Doc. IV, nn. 58, 59, 60, 61, 62, 63, 64, 67).

~ Disegno di legge n. 1433. ~ Conferimen~

to al fondo di dotazione dell'IRI per iltriennio 1981~83.

~ Disegno di legge n. 1564. ~ Conversione

in legge del decreto~legge concernente tra~I sferimento delle funzioni svolte dall'ENPI{

\ e dall' ANCC e disposizioni in materia dietichettatura di prodotti alimentari (Pre~sentato al Senato ~ scade il 18 novem~bre 1981).

~ Disegno di legge n. 1578. ~ Conversione

in legge del decreto~legge concernenteagevolazioni per le obbligazioni e titolisimilari (Presentato al Senato - scade il28 novembre 1981).

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Mercoledì 21 » (pomeridiana)(h. 17)

(la mattina è riservata allesedute delle Commissioni)

Giovedì 22 » (antimeridiana)(h. 10)

» » » (pomeridiana)(h. 17)

Venerdì 23 » (antimeridiana)(h. 10)

Senato della Repubblica-=======

~ 16643 ~ VIII Legislatura

313a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 8 OTTOBRE 19~1

Martedì 20 ottobre (pomeridiana)(h. 17)

~ Interpellanze ed interrogazioni.

~ Eventuale seguito della discussione deidisegni di legge che precedono.

~ Disegno di legge n. 1457. ~ Interventi per

i settori dell' economia di rilevanza na-zionale.

~ Disegno di legge n. 1588. ~ Conversionein legge del decreto~legge concernente mi~sure urgenti nel settore della produzioneindustriale e dell'artigianato (Presentatoal Senato - scade il 2 dicembre 1981).

Secondo quanto previsto dal sucdtato articolo 55 del Regolamento, detto calen-dario sarà distribuho.

Per quanto riguarda l'esame dclla leggefinanziaria e del bilancio dello Stato ~ pre~

so atto de1!lapuntuale presentazione da par-te del Governo dei documenti attinenti albilancio e del fatto che la Segreteria gene~rale ha prontamente provveduto alla stampadegli atti relativi, già da ieri in corso didistribuzione, assicurando inohre che le 'ta-belle (parte a stampa e parte in fotocopia)saranno distribuite entro il 13 ottobre ~

comunico che su mia proposta la COJ'~:;'dIl~za dei Presidenti dei Gruppi parlamentariha stabilito unanimemente le seguenti sca-denze:

~ ,la sa Commissione permanente e tuttele altre Commi,ssioni inizieranno l'esamedella legge finanziaria e del bilancio a par-tire dalla prossima settimana 12-17 ottobre.In particolare le Commissioni in sede con-sultiva trasmetteranno i pareri sulla leggefinanziaria e i rappollti sul bN.ancio possi-bilmente entro il 21 ottobre e, comunque,non oltre il 25 ottobre, alla sa Commissione;

~ ricevuti i pareri e i rapporti di cuisopra, la sa Commissione concluderà entroil 7 novembre l'esame della legge finanzia-ria e del bilancio, provvedendo altresì aredigere le relazioni scritte per l'Aula;

~ ciò consentirà !'iscrizione congiuntaall'ordine del giorno dell'Assemblea dellalegge finanziaria e del bilancio dello Statoa partire da uno dei giorni compresi nellasettimana 9-14 novembre.

Ho già convocato ~ al termine di questa

seduta anti-meridiana ~ i Presidenti delle

Commissioni permanenti, per comunicareloro le anzi dette determinazioni dei CapiGruppo, affinchè provvedano ad organizza-re i propri lavori in modo da essere ingrado di rispettare i termini stabiliti, in pro-posito ricordando che in questo frangentesono sei i giorni della settimana che vannotenuti presenti come giorni liberi per prov-vedere a queste incombenze indilazionabili.

Commemorazione del senatoreEugenio Montale

P RES I D E N T E. (Si leva in piedie con lui tutta l'Assemblea).

Il 13 settembre all'annuncio deUa mortein Milano del senatore Eugenio Montale fecipervenire alla famiglia l'espressione delJa

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Senato della Repubblica ~ 16644 ~ VIII Legislatura

313a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 8 OTTOBRE 1981

profonda commozione del Senato e mia per-sonale per H grave lutto che la colpiva.

Oggi, qui riuniti, vogliamo rievocare ledate salienti di una esistenza che a noitutti fu cara.

Eugenio Montale nacque a Genova il 12ottobre 1896.

Giovanissimo partecipò alla prima guerramondiale quale ufficiale di fanteria.

A pace avvenuta avviò l'attività letterariache doveva vederlo ascendere a supremionori. Fondò con Solmi, De Benedetti eGromo a Torino, nel 1921, .la rivista « PrimoTempo ». Nel 1925 divenne collaboratoredella rivista « Il Baretti ». Nello stesso annofirmò il Manifesto degli intellettuali anti-fascisrti, promosso da Giovanni Amendola eredatto da Benedetto Croce.

Nel 1928 si trasferì a Firenze. Ivi lavoròpresso la casa editrice Bemporad e dive-nuto direttore deil Gabi!Detto Viesseux talerimase fino al 1938, quando fu costrettoda motivi politici ad abbandonare l'incarico.

Nel 1940-1942 partecipò alla seconda guer-ra mondiale. Durante la Resistenza fece par-te del Comitato per la cultura e per l'artedel CLN fiorentino, ed aderì al Partitod'Azione.

Con Bonsanti, Loria e Scaravelli, nel 1945,fondò « Il Mondo », rivista di lettere, scien-ze, arte e musica. L'anno dopo iniziò la col-laborazione al « Corriere della Sera», di cuinel 1948 divenne redattore, assumendo nel1955 le funzioni di critico musicale anchede « Il Corriere d'Informazione ».

Dal 1956 vengono a Montale ampi pubbli-ci riconoscimenti: il premio «Marzotto»ncHo steso anno 1956, le lauree ad honoremdalle Università di Cambridge e Milano nel1961, il premio internazionale « Feltrinelli »

dell'Accademia dei Lincei nel 1962, H premio« Isola d'Elba » nel 1969, la laurea ad hono-rem daH'UniversHà di Basilea nel 1974.

I molti versi, apprezzati con lode crescen-te nel mondo delle lettere, raccolti dal 1916in poi in numerose opere poetiche, merita-rono ad Eugenio Montale il premio Nobelper la letteratura, conferitogli nell'ottobredel 1975.

H 13 giugno 1967 dal presidente della Re-pubblica Giuseppe Saragat Eugenio Monta-

le fu nominato senatore a vita « per aver il-lustrato la patria con altissimi meriti nelcampo letterario ed artistico ».

Già ho avuto occasione al momento dellamorte di Eugenio Montale di ricordarlo anome di tutti i senatori, quale poeta sommodel nostro tempo. Ma specialmente in questasede è nostro dovere ricordarlo ~ ad esem-pio ~ maestro di tolleranza e di libertà.

Motivi di salute impedirono ad EugenioMontale di recare ai nostri ,lavori Ìil pienocontributo del suo acuto ingegno, del suoanimo aperto, della sua vasta es.perienza.Ma non possiamo noi tutti dimenticare l'ono-re e l'orgoglio di averlo potuto salutare inquest'Aula quale punta di diamante dellacultura italiana nel mondo.

Con commozione ripetiamo ai famiHaried ai colleghi del Gruppo repubblicano ilnostro cordoglio, trasferendoci reverenti inispirito presso la tomba di San Felice aEma dove Eugenio Montale scelse di ripo-sare accanto alla consorte, quasi 'Per ascol-tare da una voce amata la ru'sposta all'an-siosa domanda, spesso ripetuta ne,i suoi ver-si, circa il destino finale dell'uomo.

S P A D O L I N I, presidente del Consi-glio dei ministri. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

* S P A D O L I N I, presidente del Consi-glio dei ministri. Signor Presidente, onore-voli colleghi, mi associo con animo com-mosso a nome del Governo alle parole cosìaccorate, così ispirate del presidente Fan-fani.

Ebbi un compito più lieto sei anni e mez-zo or<;ono in questa Aula, nel maggio 1975,allorchè mi toccò, per incarico del presi-dente Moro ~ ero ministro per i beni cul-turali ~ di annunciare all'Aula il conferi-menta del premia Nobel a Montale, senato-re, doppiamente collega in giornalismo enello stesso Gruppo senatoriale.

Era la prima volta, dopo quasi 70 anni,che lo stesso riconoscimento veniva confe-rito ad un poeta senatore, dopo il preceden-te di Carducci; ma era un precedente che dasolo non diceva molto: diversissimi i prota-

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Senato della Repubblica 16645 ~ VIII Legislatura

313" SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTO STENOGRAFICO

gonisti ed opposti i tempi. Carducci pre-miato come pacta civile, come punto di in~contro tra le tradizioni democratiche e letradizioni nazionali sullo sfondo di un seco~]0 chiuso da pochi anni, ma inesorabilmen~te. Montale finalmente premiato dopo tantirinvii per aver interpretato, sullo scenariodi una umanità dissacrata dalle lacerazionidi due guerre, il dramma dell'uomo europeo,la sua solitudine, la sua disperazione, la suatotale rinuncia alle illusioni.

({ L'Europa vive ancora come un sapore»~ così il grande poeta aveva scritto nel 1949in una pagina indimenticabile ~ « saporeche ben conoscono i suoi esuli» ~ avevaaggiunto ~ « piÙ che come una sintesi uni~taria di caratteri ». Ma alla salvaguardia diquel sapore Montale apportò un contributosuperiore a queUo di tanti uomini di culturadel suo tempo, con la sua calma fede nellaragione, con il suo profondo e quasi pudicorispetto della dignità e del valore degli altri,come ha ricordato il presidente Fanfani,deJla tolleranza.

Dalla lontana edizione gobettiana degli« Ossi di seppia» del 1925, per oltre mezzosecolo Montale ha concorso con i suoi versie con le sue prose a rivendicare i valori pro~fondi della coscienza individuale e della stes-sa jdenlità esistenziale contro i miti supe-romisti, statolatri e dissacratori del nostrotempo. Credente nella religione del dubbio,nella laica religione dell'uomo attraverso lafedeltà profonda e sofferta verso i vivi everso i morti; avversario del superficialeavanguardismo ed attivismo, non meno che,molti anni piÙ tardi, della facile e somma-ria contestazione; fedele ad un certo passa-to civile. ad un certo paesaggio umano; maiconservatore nel senso accigliato e neghit-toso del termine; l'uomo che militò nel Par-tito d'azione, che condivise le speranze diGiustizia e Libertà, che unì nello stesso af-fetto Gobetti ed i fratelli Rosselli, che ali-mentò nella Firenze dell'immediato dopo-guerra la prima esperienza del « Mondo »

di Bonsanti, anticipatrice del « Mondo» ca-ro alla nostra generazione.

Poche parole Montale aborrì come quelladi « maestro ». Ricordiamo i suoi versi: « Hocontemplato dalla luna o quasi il modesto

8 OTTOBRE 1981

pianeta; dentro c'è anche l'uomo ed io traquesti ».

In Senato, in quel giorno del maggio 1975che ho ricordato, avevo chiuso l'omaggio alvecchio collega leggendo le parole che eglistesso aveva buttato giÙ dopo la comunica~zione dalla Svezia del piÙ alto premio dellaletteratura mondiale. A chi gli domandavache cosa avesse inteso con i sui 60 anni dipoesia, Montale aveva risposto: (' La miapoesia non può essere intesa come un mes~saggio, ma come un invito alla speranza »; uninvito che continua a risuonare, nonostantetutto, nei nostri cuori.

Esposizione economica e finanziaria

P RES I D E N T E. L'ordine del giornoreca: « Esposizione economica e finanzia-ri,a ».

Ha facoltà di parlare il Ministro del tesoro.

A N D R E A T T A, ministro del tesoro.Signor Presidente, onorevoli senatori, l'eco~nomia italiana, così come altre economie oc-cidentali, ha di fronte un carico di problemiirrisolti, di tensioni, di incertezze, ma ancheuna occasione di recuperare la stabilità eco-nomica, cominciando a riparare i danni fattidall'inflazione.

Non vogliamo che siano dispersi i pro-gressi realizzati negli ultimi tre anni sulfronte degli investimenti, della produzionee dell'occupazione. Vogliamo piuttosto por-re le premesse per uno svi,luppo non dro-gato e non ingiusto. Questa è la prova chele vicende ci impongono, una sfida che ab-biamo ereditato dal decennio passato, undecennio di inflazione e di recessione, d.istrappi e di sussulti, di certezze vecchie edi incertezze nuove.

Gli anni '70 hanno lasciato molte cicatricineL1a dottrina e nella prassi dell'economia,ma queste cicatrici sono ancora piaghe inmol'Ìi paesi dove disoccupazione ed i!l1fla~zione hanno ero so la carne viva della con-vivenza civile. In molti paesi, ho detto, enon solo nel nostro e non è inutile, nel mo-mento in cui guardiamo agli affari italiani,alzare un momento la testa al di sopra del-

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Senato della Repubblica VIII Legislatura~ 16646 ~

8 OTTOBRE 1981

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313a SEDUTA (antimerid.) A"SEMBLEA - R:r.SOCONTO 5T11N()GRA,TCO

la nostra attualità ed osservare la scenadella politica economica internazionale. Qua-li le vie seguite da altri paesi? Quale la viaita1:iana? Keynes scriveva, forse con unapunta di illuminismo, che in ultima analisisono le idee che muovono il mondo e chespesso i governanti, orgogliosi uomini dellaprassi, non fanno altro che distillare la loropazzia dalle opere di qualche accademicodi 50 anni prima. È forse un segno delleprofonde incertezze incise dagli anni '70 ne-gli animi e nelle idee, il fatto che in alcunigrandi paesi ,la politica economica si siamanifestata con asprezza in passato scono-sciuta e con toni messianici.

Nel Regno Unito la politica economicasi è basata per intero sul conseguimento diobiettivi di crescita delle grandezze mone-tarie scelti in modo da determinare unaflessione della domanda nominale, nell'in-tento di abbassare per tale via il tasso diinflazione e nella <speranza di arrecare alcontempo il minimo pregiudizio alla quan-tità prodotta. L'elevato :livello dei tassi rea-li di interesse e la rivalutazione del 40 percento del cambio reale della sterlina chene sono conseguiti, hanno determinato unimponente spiazzamento della produzionemanifatturiera inglese sul mercato mondia-le. Così è svanita l'illusione che fosse pos-sibile una disinflazione per magia, come èstato detto da illustri economisti inglesi.La riduzione finora conseguita del tassodi inflazione è stata accompagnata da tremilioni di disoccupati e da un ciclo reces-sivo di dimensioni superiori a queLlo regi-strato negli anni '30.

Questa impostazione politica, che si ma-nifesta nell'obiettivo di ridurre l'inflazio-ne anche a costo di una profonda reces-sione, nel debellare l'inflazione attraversola umiliazione dell'economia e della socie-tà, non è la scelta italiana. Negli Stati Unitil'amministrazione Reagan ha abbracciato leinceI1te promesse dell'economia dell'offer-ta (riduzione di imposte), nella speranza cheesse determinino risposte dell' offerta in mo-do che le tasse create dal reddito addizio-nale non mettano in deficit il bilancio. Èuna cieca fiducia nella capacità della poli-tica monetaria di sconfiggere l'inflazione

attraverso la regolazione della quantità dimoneta ed i conseguenti alti tassi di inte-resse. Il risul,tato è stato all'interno unacrescente sfiducia nel mondo degli affarisulla coerenza di questo disegno, come in-dica il livello, in passato sconosciuto, rag-giunto dai tassi di interesse a lungo termi-ne. Ne è venuta all'esterno una destabiliz-zazione finanziaria nel mondo senza prece-denti in tempi di pace.

Molti guardano con simpatia alla Franciadi Mitterrand, ma in quella economia la prio-rità data all'espansione si spiega con l'evo-luzione marcatamente più contenuta mani-festata nel biennio decorso dall'attività pro-duttiva in Francia rispetto al resto d'Euro-pa. Tale andamento è la conseguenza di unapolitica fiscale restrittiva, talchè la prioritàdata dalla nuova amministrazione si manife-sta con un obiettivo di disavanzo delle pub-bliche amministrazioni in rapporto al pro-dotto interno lordo di circa il 2-2,50 per cen-to nel 1982, dell'l per cento del 1981. Maanche in relazione a questo obiettivo si an-nuncia oggi un ridimensionamento della spe-sa pubblica.

La politica economica italiana non vuoleessere nè magica nè messianica. La sua pie-tra mHiare resta la ricerca piena del con-senso per gestire con equità i sacrifici ne-cessari e porre insieme le premesse per ri-partire i frutti di un rinnovato sviluppo: ri-cerca questa spesso faticosa ma in ogni casonecessaria, data la grande diversità del tes-suto socio-economico del nostro paese. Mala politica economica italiana ~ è bene dir-lo chiaramente ~ non può neanche esseremitterrandiana e questo per due motivi: in-nanzitutto perchè lo è già stata ante litteram(negli ultimi tre anni l'attività economicaitaliana si è sviluppata con un ritmo di granlunga superiore a quello della Francia an-che sotto lo stimolo di una finanza pubblicaespansiva a partire dalla fine del 1978); insecondo luogo perchè l'Italia non ha allespalle una situazione strutturalmente sanadella finanza pubblica come la Francia ouna dipendenza energetica che come in Fran-cia va rapidamente riducendosi.

Queste considerazioni mi pol1tano a sotto-lineare quei tratti specifici della s.ituazione

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Senato della Repubblica ~ 16647 ~ VIII Legislatura

8 OTTOBRE 1981313a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBl.EA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

italiana da cui dobbiamo prendere le mosseper valutare la politica economica e la p0-litica di bilancio che il Governo persegue.La nostra economia è entrata negld anni '80con due ampi div.ari rispetto agli altri pae~si: un divario congiunturale collegato aduna crescita della domanda del 'reddito mol~to più forte (all'inizio di quest'anno la dif~ferenza nello sviluppo deLla domanda in-terna degli ultimi tre anni fra il nostro pae~se e gLi altri maggiori paesi industriali sicollocava sui 3-4 punti percentuali di mag~giore domanda interna in lta1:ia rispetto ainostri concorrenti); un divario strutturaleche emerge da un elevato squilibrio dei con-ti pubblici. L'indebitamento netto deUa pub-blica amministrazione, v:ilCinoquest'anno al10 per cento del prodotto ,interno lordo,non ha :riscontro negli altri paesi industria-li. La copertura di questo rindebitamentosi trova contabilmente nel surplus finanzia-rio delle fauliglie, ma pone l'equilibrio delsistema economico alla mercè della propen-sione al risparmio dei consumatorn. Questapropensione al risparmio in periodi infla~zionistici è estremamente volatile. Il li~vello di indebitamento, l'alto disavanzocorrente della bilancia dei pagamenti, i piùstringenti vincolri che di conseguenza si pon-gono alla gestione del credito tolgono spazioal sistema produttivo, restmlIlgono il cre-dito, ne alzano H costo, costJringono ad unagestione alla giornata della politica mone-taria e soprart:tutto, a causa della erraticitàche è connaturale alla formazione del fab-bisogno pubblico, sono fonti di instabiLitàdel sistema finanziario ed economico.

A tutto questo si aggiunge una soglia dipressioni inflazionistiche nettamente piùelevata con un conseguente continuo im~poverimento dei ceti meno difesi dall'infla~zione, un pericolo di improvvisi strappi suiprezzi ed un circolo vizioso tra inflazione,incertezza, ingiustizia, svalutazione ed anco'rainflazione.

Il divario congiunturale ha impedito al-l'economia italiana di assorbire il secondoshock petrolifero, così come il terzo shockderivante dalla rivalutazione del dollaro. Ilprezzo naturalmente è stato un ampio squi-librio nei conti eon l'estero e una accelerazio-

ne dell'inflazione dovuta alla forte domandainterna che ha esaltato ed amplificato la pres-sione sui prezzi derivante dalla perdita diragione di scambio. Questo divario congiun-turale è stato sostenuto nella seconda partedel 1980 e nella prima parte del 1981 dalladomanda pubblica. Il fabbisogno di cassa delsettore stataJe negli ultimi dodici mesi dalquarto trimestre 1980 al terzo trimestre 1981ha quasi raggiunto i 50.000 miliardi, a causaprincipalmente della generosa stagione dispesa 1979~80 che ha portato larghi aumentidegli stipendi dei dipendenti pubblici e dellepensioni, mentre l'aumento delle entrate, cheha oJtretutto risentito recentemente del ral~lentamento della domanda, veniva vanificatoda meccanismi automatici che collegavanogli esborsi per trasferimenti (oltre la metàdei pagamenti di bilancio) alla dinamica stes-sa delle entrate.

Si aggiungeva infine il circolo maligno del-la spesa per interessi che lo stock crescentedi titoli pubblici fa aumentare e che fannocrescere a loro volta il disavanzo e di nuovoil debito cumulato e gli interessi. Il disavan~zo struttuale del settore pubblico è venutoquindi a rafforzare ed aggravare il divariocongiunturale e lo stesso solco strutturale siè allargato. Mentre nel 1981 nella media deipaesi industriali l'indebitamento netto dellepubbliche amministrazioni è diminuito inquota del prodotto interno lordo, in Italia èstimato in aumento. Non solo la finanza pub-blica, tuttavia, ha contribuito al permanerenel nostro paese di una domanda più eleva~ta; in Italia i salari reali nel settore privatosono aumentati nella prima parte di que-st'anno considerevolmente di più che neglialtri paesi. J salari nominali nell'industriasono aumentati, nel gennaio-agosto 1981, ri~spetto allo stesso periodo dell'anno prece~dente, del 24,5 per cento: una percentualetroppo elevata in un anno senza rinnovi con-trattuali e dovuta alla diffusione di una men-talità inflazionistica nelle decisioni salarialidi produttori e di lavoratori.

In queste condizioni la difesa del cambioe il controllo della domànda sono stati affi-dati di necessità alla politica monetaria, men-tre si cercava di arginare il disavanzo pub~blico attraverso rigide autorizzazioni di cassa.

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Senato della Repubblica VIII Legislatura~ 16648 ~

8 OTTOBRE 1981313" SEDUTA (antirnerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Questa politica ha conseguito qualche suc~cesso: nel corso dell'anno il differenziale trail livel10 dell'attività in Italia e negli altripaesi si è ridotto, pur se si mantiene positivoin favore dell'Italia; i conti con l'estero sonomigliorati anche se parte di questo migliora~mento è da ascrivere all'introduzione del de~posito previa; l'inflazione ha rallentato, an~che se con il contributo della pausa estiva edel temporaneo blocco dell'equo canone.

Tali successi sono dovuti a temporaneirimedi, ma ci danno l'occasione per confer~mare e completare il processo di rientro del-l'economia italiana, consolidare i risultati sinqui ottenuti sull'inflazione e sul saldo ester-no, annullare quindi il divario congiunturaleattenuando allo stesso tempo il divario strut-turale della finanza pubblica.

Temporanei rimedi, si è detto, perchè lapolitica monetaria non può tirare la cordaoltre un certo limite pena il soffocamentodel sistema produttivo ed effetti financo con-troproducenti sull'inflazione. Il tasso di inte-resse in fondo è il prezzo d'uso del capitalee una sua elevazione oltre un certo limiterischia di innescare effetti perversi sulleaspettative e sui costi di produzione.

Temporanei rimedi perchè la manovra diriduzione delle autorizzazioni di cassa rap~presenta sostanzialmente un rinvio di spesagià impegnata che non può essere ripetutoindefinitamente.

Questa occasione che si presenta il Governointende coglierla. Il nostro disegno di politicaeconomica tende perciò a stringere le brigliedi bilancio e ad evitare ~ non è superfluodido ~ l'uso degli speroni. Una diminuzio-ne non effimera dello squilibrio tra spese edentrate potrà portare allora a un allenta-mento della politica monetaria e al possibi~le innesco di un circolo virtuoso tra ridu~zione del disavanzo e riduzione della spesaper interessi.

Due condizioni sono necessarie per confor-tare questo disegno: da un lato un'evoluzionedell' economia internazionale che non inflig-ga nuovi colpi ai prezzi interni, dall'altroun accordo sul costo del lavoro compatibilecon il graduale rientro del tasso di infla-zione.

Mentre la prima condizione sembra, nono-stante il recente mutamento della parità cen-trale della lira nello 8ME, doversi realizza-re come risulta dalle previsioni dei maggioriorganismi di ricerca interni e internaziona-li, la seconda condizione è attualmente og-get to di un serrato confronto tra il Governoe le parti sociali.

Ma la responsabilità della lotta all'iiIlfla~zione non è delegata all'incontro triangola-re. Questa responsabilità permane tutta in-tera sulle spaIJe del Governo e il disegnodi politica economica volto ad accompagna-re il rientro dall'inflazione sarà perseguitocon tanta maggiore cogenza nell'ipotesi, chemi auguro non si verifichi, in cui i I1Ìsultatidel confronto sul costo del lavoro saraniIlOdeludenti.

La pol:itica dei redditli rappresenta tut-tavia il metodo più civile e più razionaleper annullare gli squilibri interni ed esternidella nostra come di tutte le economie in-dustriali. Una politica di bilancio più stret-ta ora dà maggio1:'e efficacia agli effetti del-la politica dei redditi monetari sulla ridu-zione dell'inflazione e sul disavanzo ester-no. Una politica dei redditi monetari chenon fosse capace di convalidarsi eon gli ef-fetti di stabilizzazione del cambio da essaprodotti, sarebbe uno spreco di consensosociale.

Il controUo della domanda, di pari passocon la politica dei redditi monetari, nellafase recessiva in atto è l'unico modo pergiocare d'anticipo rispetto a un uLteriorepossibile crisi della lira che, se anche ritardata dal rallentamento della domanda il1~

terna di questi mesi, si manifesterebbe ap-pieno al momento della ripresa. All'uscitadi questa fase di moderazione non vi deveessere dunque, a differenza del 1976, unanuova esplosione di inflazione ed impJosio-ne del ciclo: si porranno così le basi peruno sviluppo più equHibrato. ~ neoessariorafforzare questa considerazione poichè sonoconvinto che l'insieme delle politiche indi~cate è l'unica via che permetta all'econo-mia italiana di giovarsi e di partecipare anaripresa ciclica internazionale allorchè que-sta, neLla prima o nella secOiIlda metà del1982, si manifesterà. L'alternativa a questa

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Senato della Repubblica VIII Legislatura~ 16649 ~

8 OTTOBRE 1981313" SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTOSTENOGRAFICO

politica di stabilizzazione è secca: saremmoobbligati, dalla crescente stringenza del vin-colo esterno, ad adottare più costose poli-tiche di stabilizzazione, al limite, a far abor-tire la ripresa ciclica.

Il billancio 1982 muove da una situazionedifficile della finanza pubblica nell'anno cor-rente. Il fabbisogno complessivo del settorestatale nel 1981 si attesterà su una cifra va-riante tra i 45.000 e i 47.000 miliardi di lire,stante le incertezze che ancora permangonoriguardo all'andamento delle entrate e alcompletamento della manovra di rientro deifondi di enti pubblici in tesoreria. Mentrequesta cifra rappresenta, in percentuale delprodotto interno lordo, una quota solo dipoco superiore a quella registrata nel 1980,l'ammontare assOlluto del fabbisogno, deter-

I

minato soprattutto dal peso, dall'inerzia del-le decisioni passate e dai meccanismi pre-senti, dà la misura drammatica dello statodella finanza pubblica: un bilancio in cui ilgettito dei tributi copre solo poco più del-la metà dei pagamenti, in cui le spese perinteressi sono maggiori delle spese in contocapitale.

La manovra di bilancio 1982 è ispirataall'obiettivo del conteTh]mento del disavanzoe a quello del recupero della governabilitàdella finanza pubblica. Vogliamo restituireal Governo e al Parlamento la conoscenza,il controllo, la sovranità dei flussi delle en-trate e delle spese di bilancio ma, prima di il-lustrare la filosofia e la pratica della poli-tica di bilancio che oggi il Parlamento è chia-mato a discutere, incombe al Ministro deltesoro di parlare chiaro e forte del succes-so o dell'insuccesso di questa politica.

Questo bilancio è un bilancio diverso,questo bilancio è un bilancio difficile: è unbilancio diverso perchè non ci sono ri-serve, non ci sono pieghe di sottostima trale entrate, al contrario, queste scontano ipo-tesi generose e coraggiose di successo nellalotta all'evasione; non ci sono sacche di so-vrastima neLle spese, al contrario, il profilodi spendibilità è stato mantenuto basso an-che se non irrealistico. È un bilancio senzarete di sicurezza; non c'è posto per i parti-colar,ismi, non c'è posto per il piccolo ca-botaggio che va daIJa nuova spesa senza co-

pertura allo stanziamento non utilizzato. bun bilancio che non può dare al di là di ciòche vi è scritto perchè non ha. b un bilan-cio difficile perchè la sua gestione si muovesu un terreno friabile e in molti punti sco-nosciuto: esso infatti prevede, da parte de-gli enti destinatari dei trasferimenti, com-portamenti in sintonia con le esigenze e lacogenza della politica di stabilizzazione se-guita dall'amministrazione centrale. Questobilancio non si tiene se l'amministrazione fi-nanziaria non saprà realizzare i suoi obiet-tivi di riduzione dell'evasione; non si tienese le condizioni internazionali non permette-ranno il previsto contenimento della spesaper interessi. Si ipotizza una riduzione degliinteressi sui buoni ordinari del tesoro dal20 per cento dell'ultimo trimestre del 1981al16 per cento dell'ultimo trimestre del 1982.Questo bilancio non si tiene se il Parlamen-to non approva e non mantiene i limiti e lenorme di chiusura poste dalla legge finanzia-ria a contenimento degli esborsi verso gHenti esterni all'amministrazione centrale, ov-vero se l'attività legislativa porta ad accele-razioni inconsuete dell'attività di spesa. Que-sto bilancio non si tiene se all'immagine diun Ministro del tesoro gretto guardiano deicordoni della borsa non si sostituisce la con-sapevolezza che il risanamento della finan-za pubblica è un dovere civico, è un attodovuto per il progresso civile del nostropaese.

Siamo tutti ministri del tesoro: questo èil messaggio che ho il diritto e il dovere didare ai miei collaboratori che lavorano conabnegazione alla gestione del bilancio delloStato, ai miei colleghi di Governo, ai mem-bri del Parlamento a cui ho l'onore di ap-partenere, ai nostri concittadini che fuoridi quest'Aula hanno anch'essi il diritto e ildovere di valutare i conti della casa co-mune.

La manovra di bilancio per il 1982 si basa,dicevo, sul contenimento del disavanzo e sulrecupero della sovranità di gestione dei contipubblici. Il contenimento del disavanzo ècondizionato da un fattore positivo e da fat-tori negativi. b positivo il fatto che sia lemisure necessarie per superare il divariocongiunturale che quelle volte a ridurre il

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Smato della Repubblica ~ 16650 ~

8 OTTOBRE 1981

VIII Legislatura

313a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

divario strutturale puntino oggi nella stessadirezione: un'attenuazione dello squilibriotra entrate ed uscite della finanza pubblica.È negativo invece il fatto che questo sforzodi contenimento venga reso più difficile daldispiegarsi delle componenti anticicliche pre~senti in tutti i bilanci degli Stati moderni:riduzione delle entrate e aumento automaticodi alcune voci di spesa in connessione alletendenze recessive in atto.

Un altro fattore negativo è rappresentatodal fatto che proprio l'azione di freno sulleautorizzazioni di cassa svolta nel 1981 cari-cherà sull'esercizio 1982 una grande mole diresidui passivi di elevata e rapida spendibi-lità. In queste condizioni l'argine deve esserecementato da un contenimento permanentedei conti pubblici agendo a monte e non avalle del processo di determinazione dellaspesa.

Nel contempo la struttura della finanzapubblica deve portarsi su livelli europei.La parte di risorse che destiniamo alla spesapubblica è comparabile a quella dei paesieuropei più avanzati, ma la quota delle en-trate è considerevolmente più bassa. Questoè ancora più vero per le tariffe dei servizipubblici: le tariffe ferroviarie, postali, deitrasporti urbani, telefoniche sono nel com-plesso nettamente più basse in Italia ri-spetto agli altri paesi anche tenendo contodel nostro più basso livello di reddito procapite. Un esempio per tutti: tutti i pro-venti del traffico delle ferrovie italiane ba-stano solo a pagare lo stipendio dei ferro-vieri da gennaio a maggio; il resto dellespese di personale, più tutte le spese di fun-zionamento, oltre naturalmente agli investi-menti, è pagato da varie sovvenzioni esussidi correnti, in conto capitale e aripiano del bilancio. Anche se nel 1982le tariffe pubbliche in quanto rappresentatenel bilancio dagli introiti propri delle azien~de autonome sono stimate aumentare in li~nea con l'obiettivo di crescita dei prezzi de-finito nella relazione previsionale e program-matica, lo squilibrio attuale tra costi e rica-vi rappresenta un grosso vincolo ad ogniulteriore sforzo di risanamento della finanzapubblica.

Coerentemente all'impostazione che miraa contenere la capacità permanente di spe-sa, la manovra del bilancio 1982 si è incen-trata sul massimo contenimento delle spesedi competenza. Abbiamo rovesciato la ge-stione del bilancio rispetto al 1981 dove,di fronte a generose autorizzazioni di com-petenza, si è lavorato soprattutto sul con-tenimento delle autorizzazioni di cassa. Nel] 982 aggrediamo la competenza. Al netto dialcune partite di giro (risorse proprie CEE,oneri fiscalizzati, alcune poste correttive del-le entrate) e al netto delle spese per inte-ressi, le altre spese di competenza sonoproiettate nel 1982 in aumento di solo il2,4 per cento. In termini di autorizzazionidi cassa ]e stesse spese sono stimate aumen-tare del 14,9 per cento, data l'elevata moledi residui che, come ho detto, sono trasci-nati dal 1981 al 1982 dalla politica di con-tenimento delle autorizzazioni di cassa se-guita quest'anno.

La legge finanziaria non dà spazio a. nuoveiniziative legislative, eccettuate le disposi-zioni relative al fondo per gli investimenti e1'occupazione.

Vi è stata in tutta questa impostazionedi bilancio la volontà di salvare i mezzi adisposizione del sostegno delle attività pro-duttive del paese e dello sviluppo del Mez-zogiorno, mentre abbiamo avuto molta de-cisione nel tagliare le altre spese.

Il saldo netto da finanziare in conto com-petenza, che è calcolato in circa 68.700 mi-liardi di lire per il 1981, diminuirà nettamen-te: le stime del bilancio e della legge finan~ziaria proposta dal Governo danno per il1982 una cifra di poco più di 63.000 miliardi.Questo saldo verrà poi ridotto con la presain conto di 1.200 miliardi di maggiori entratedecise nell'ultimo Consiglio dei ministri, percui il saldo netto da finanziare del bilanciodi competenza verrà ad attestarsi su circa62.000 miliardi. La stessa grandezza in termi-ni di autorizzazioni di cassa ~ e semprescontando i 1.200 miliardi di maggiori en~trate ~ si ridurr[{ a circa 56.600 miliardie a 49.000 miliardi in termini di stime dicassa. Il rapporto tra stime di cassa e mas-sa spendibile, competenza più residui deglianni passati, si pone per il 1982 a circa 0,78,

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~enato della Repubblica VIII Legislatura~ 16651 ~

8 OTTOBRE 1981313" SEDUTA (alltin:uid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

un livello non basso in base all'esperienzastorica ma di delicata gestione data la mo~le, circa 49.000 miliardi, dei residui chel'esercizio 1981 trasferirà sull'esercizio 1982.

Un leggero contributo positivo atteso dal-la gestione di tesoreria potrà portare ilfabbisogno complessivo del settore statalea circa 48.000 miliardi. Il fabbisogno aggiun-tivo degli enti esterni al settore statale, è sti~mato in circa 2.000 miliardi al netto dell'ap-porto di 1.000 miliardi dal bilancio stataleall'EneI. La grandezza che ne deriva in 50.000miliardi per il fabbisogno complessivo delsettore pubblico allargato per il 1982 è inlinea con le indicazioni della Banca d'I ta~lia sulla creazione di credito totale internoe con la necessità di riservarne una congruaparte al settore produttivo. In termini diquota sul prodotto interno lordo alcune cifrefanno risaltare lo sforzo di contenimentodelle spese correnti: mi riferisco alla tabellache è stata distribuita in Aula. Al netto dipartite di giro la quota delle spese correntisul reddito in competenza è stimata dimi-nuire di due punti nel 1982 rispetto al 1981e di mezzo punto in termini di cassa.

Al netto degli interessi la caduta dellequote delle spese correnti rispetto al red-dito è di tre punti e mezzo in termini dicompetenza e sempre di mezzo punto in ter~mini di cassa.

Questo divario ~ maggiore caduta per lacompetenza, minore caduta per la cassa ~

è normale all'inizio di un'azione di risana~mento che si deve necessariamente svolgeresu un arco pluriennale. La cassa riflette leobbligazioni pregresse cioè la competenzadel passato, e quando i nodi della compe~tenza del 1982 verranno al pettine della cas-sa degli anni seguenti, i riflessi sul fabbis~gno di cassa del faticoso contenimoolto delleerogazioni di competenza oggi impostato di-verranno ancora più evidenti. Il disavanzocorrente diminuisce di quasi quattro puntidel prodotto interno lordo in termini di com-petenza e di due punti in termini di cassa.Al netto delle spese per interessi ~ faccioquesta deduzione perchè le spese per inte~ressi hanno la natura di una restituzionedei valori patrimonialì mangiati dall'infla-zione, hanno una presumibile spendibilità

in mano al pubblico dei risparmiatori mi-nore di altre spese di bilancio ~ il migliora-mento del saldo corrente è ancora più netto.Da un disavanzo di 2,3 punti di prodottointerno lordo nel 1981 si passa ad un avan-zo di 3,1 punti nel 1982 in termini di com-petenza; per la cassa da un surplus di0,8 punti ad uno pari al 3 per cento del pro-dotto interno lordo.

Le spese in conto capitale aumentano nelbilancio di competenza del 15,5 per centonel 1982 che segue però ad un aumento dioltre il 60 per cento nel 1981. In termini dicassa queste spese aumentano del 21,7 percento, nettamente più delle spese correnti,confermando quindi lo sforzo di riqualifi-cazione della spesa pubblica. Sul reddito na-zionale le spese per investimenti del settorestatale ammontano al 7 per cento.

Tra le spese correnti quelle per il perso-nale in servizio non contengono per il 1982spazio per miglioramenti contrattuali e au-mentano solo per effetto della indicizzazio-ne e dei meccanismi normativi introdotticon i contratti precedenti. Ciò nonostante,gli stanziamenti per il personale in bilancioaumentano tra il 17 e il 18 per cento. Lespese per il personale in quiescenza sonosostenute dai miglioramenti approvati que-st'anno dal Parlamento. Tra le spese perl'acquisto di beni e servizi, quelle per ladifesa presentano un aumento superiorealla media, per via di impegni già assuntie di pagamenti in valuta di forniture chehanno subìto gli effetti dell'enorme apprez-zamento del dollaro.

La strategia di bilancio descritta, che haportato alla più severa limitazione delle spe-se di competenza in termini forse mai adot-tata in Italia, si caratterizza per la natu-ra in gran parte permanente dei conteni-menti attuati; non solo di tagli di spesasi è trattato, ma di modifica dei meccani-smi di determinazione della spesa. La leg-ge finanziaria contiene numerose innova-zioni a questo proposito. Sono stati pro~posti limiti al ricorso finora illimitatodell'INPS alle anticipazioni di tesoreria, percui di fatto, tramite il meccanismo di finan~ziamento dell'INPS, si operava un finanzia-mento fuori bilancio di dimensioni di

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Scnato della Repubblica ~ 16652 ~ VIII Legislatura

8 OTTOBRE1981313a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

migliaia di miliardi. Altri limiti per quel-lo che riguarda gli apporti dello Statosono stati fissati ai trasferimenti per la spe-sa sanitaria ed al sistema delle autonomielocali. Queste innovazioni rispondono aduna filosofia di decentramento finanziarioche vuole dare maggiore responsabilità fi-scale ai centri di spesa diversi dall'ammini-strazione centrale. Mentre infatti il sistemadi finanziamento degli enti locali degli ul~timi anni ha restituito certezza e tempesti-vità di finanziamento al sistema delle auto-nomie locali, i relativi provvedimenti pergli anni 1978 e seguenti hanno però resoduraturo un tipo di interventi che avreb-bero dovuto essere di carattere puramentetransitorio. Essi hanno avuto contempora-neamente l'inconveniente di introdurre unmeccanismo formale di alta centralizzazio-ne nel controllo della spesa, ma anche ilrisultato che di fatto la spesa degli entilocali si è sviluppata con tassi di crescitasuperiori ai tassi di crescita del reddito na-zionale. Inoltre, con il sistema attuale, glioneri gravanti sul bilancio dello Stato peril finanziamento della spesa corrente deglienti locali non sono mai determinabili conesattezza, in quanto essi derivano dalla som-matoria di decisioni di spesa prese da sin~goli enti, sui quali il controllo effettivo delGoyerno centrale e dello stesso Parlamentoè assai limitato.

La manovra di bilancio intende modifi-care la situazione in atto, secondo la qualeil bilancio dello Stato è chiamato a pagarea pie' di lista le decisioni di un insieme dienti. Il sistema di deresponsabilizzazionefinanziaria non può essere ulteriormenteprolungato, pena lo svuotamento del prin-cipio stesso di autonomia che la Carta costi~tuzionale attribuisce agli enti locali. Vienequindi fissato con la legge finanziaria l'im-porto massimo dei trasferimenti dallo Statoagli enti locali, affidando agli stessi, attra-verso nuove e vecchie fonti di entrata, laresponsabilità di finanziare l'aumento dellaspesa rispetto a quanto consentito dall'en-tità dei trasferimenti statali.

Questa nuova impostazione della politicadei tra~ferimenti statali agli enti locali ponefine al processo di accentramento nelle de-

cisioni di spesa degli enti locali, valorizzale autonomie per quanto riguarda la ricercadelle fonti di finanziamento e trasferiscesulle collettività interessate la responsabilitàultima delle decisioni in materia di volumidi spesa corrente, della loro composizione,del loro finanziamento. La manovra di bi-lancio restituisce anche certezza all'onereche graverà sul bilancio dello Stato e metteil Parlamento nel1e condizioni di non doverdecidere su deliberazioni di spesa a stanzia-mento illimitato o indeterminato nell'im-porto complessivo.

Il problema de11a governabilità dei flussidi finanza pubbHca ha anzitutto la dimen-sione del1a conoscenza, prima ancora chedel controllo. È questa una dimensione cheforse il Parlamento ed i[ pubblico non han-no potuto compirutamente apprezzare, mache deve essere portata fuori dalla ristrettacercbia degli addetti ai lavori, se giudizi erimedi devono essere meditati ed appropria-ti. La composizione della spesa d~l bilanciodello Stato mette dillevidenza che una cau-sa rilevante di incontrollabilità del fabbi-sogno del settore statale risiede nel compor-tamento di tutti gli enti che hanno ampiadi1>crezionalità di prelevare nei tempi e nel-l'ammontare dalla tesorel'ia s,tatale sud fon-di loro accreditati dall bilancio stesso.

Come è noto, infatti, nel bilancio stataleprevalgono i trasferimenti ad altri enti cheadotteranno le decisioni finali di spesa. Nel-la media degli ultimi anni lo Stato spendedirettamente non più del 44-46 per centodel totale delle usoite del suo bilancio. Re-gioni, province, comuni ed enti di previden-za hanno assorbito una quota pari a circail 40 per cento. Le aziende autonome, laCassa per il Mezzogiorno, la Cassa deposhie prestiti pesano per circa il 9-10 per cento;mentre il rimanente affluilsce a famiglie edimprese.

Se daJila quota dello Stato si sottraggonoi pagamenti per interessi passivi, quasi il 15per cento della spesa complessiva, la spesasu cui lo Stato può intervenire direttamentesi riduce a poco più del 30 per cento deltotale della spesa pubblffica. Questa, a suavolta, è assorbita quasi integralmente dalle

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Senato della Repubblica VII I Legislatura~ 16653 ~

8 OTTOBRE 1981313" SEDUTA (al1timerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

spese per il personale in servizio ed in quie~scenza e dall'acquisto di beni e servizi.

li1 complicato reticolo di relazioni finan~ziarie che con il centro nella tesoreria sta~tale si irradia verso regiollli, province, comu~ni, enti pubblici, aziende autonome, convo~glia una enorme quantità di fOlndi a creditoo a debito dei diversoi enti, la cui sommato~ria, di segno positivo o negativo, è percepi~bile solo nel saldo complessivo dei conticorrenti che la tesoreria statale mantienecon tutti gli enti ricordati.

È ovvio che per la dimensione dei movi-memi finanziari in oggetto iil saldo è larga~mente imprevedibile. Se a ciò si ag~unge cheil sistema informativo che dovrebbe costi~tuire l'indi,spensabile supporto per la gestio~ne della tesoreria è sottodimensionato ri-spetto alle esigenze e pertanto capace dimandare messaggi che poi, ex post, si po-tranno rivelare imprecisi o erram, ma chesul momento debbono essere considerati co~me validi, ben si comprende come la ge~stione complessiva del bilancio, integratacon quella della tesoreria, viva sotto l'in-cubo della dipendenza del fabbisogno dalledecisioni degli in'llumerevoU agenti termina~li di spesa, esterni al settore dell'ammini-strazione centrale.

In passato questa dipendenza era aggrava~ta dal fatto che oltre che dalle decisioni dispesa degli enti, essa era legata alle decisio~ni di trasformare i trasferimenti ricevuti dal~lo Stato in depositi bancari e altre forme diattività finanziarie.

L'articolo 40 della legge finanziaria del~l'anno 1981 ha consentito di porre un li~mite a tale comportamento, riconducendo idepositi bancari degli enti pubBlici all'esclu~siva funzione di riserva di mezzi di paga~mento.

Tuttavia ciò in qualche misura aggrava ilrischio che comportamenti degli enti stessinon coerenti con l'obiettivo di contenere almassimo la spesa in termini di cassa, possa~no tradursi in prelievi dalla tesoreria sta~tale, esauriti i margini oggi esistenti nel si~sterna bancario.

In queste condizioni di operativi tà, il Mi-nistro del tesoro può trovarsi forzatamenteobbligato ad una gestione puramente am-

mi'llistrativa del bi'lancio. Con ciò si intendeche a fronte della formazione di improvvi-si, quanto imprevedibili disavanzi nella ge-stione di cassa, non potendo il Ministro in-tervenire sulle spese obbligatorie, pensioni,stipendi, interessi, trasferimenti ad enti de-centrati che a loro volta corrispondono pre~valeI1temente salari e stipendi, egH possavenire forzato a rinware le spese su cui puòesercitare maggiore discrezionalità e che dinorma riguardano il campo delle riformedi struttura. In questo modo si contribui-sce a rinviare le spese che potrebbero mag~giormente inoidere sulle condizioni dell'of~ferta per preservare quelle di puro manteni~mento della struttura esistente.

Alcune delle innovazioni presentate nelllakgge finanziaria mirano a rimuovere qualcheostacolo ad una migliore conoscenza deiflussi; ma molto per questo Ministro del te~sora e per quelli che verranno resta ancorada fare.

Più in generale deve dirsi che via via che leamministrazioni affineranno le proprie tec-niche di previsione della spesa in fase dicassa ed anche grazie all'introduzione di pro-cedure contabHi che consentano qualchemargine di correzione all'interno di alcuniraggruppamenti di spesa, si dovrà cercaredi dare sempre maggiore s,tringenza aUe au~torizzazioni di pagamenti che s~ presetl1te~rebbero allora come manifes,tazdone della ve-ra volontà di spesa tO'non come riparo prov-visorio di fronte alla ailluviorn.edella compe~tenza.

La governabilità della finanza pubblicaha anche una dimensione documentale eprocedura'le. Si tratta di forma, ma anchedi sostanza nella misura in cui i documentie le procedure veicolano Ja pressdone di spe-sa e descrivono le conseguenze nelle politi-che di bilancio.

Vorrei lasciare alcune pagine relative aproblemi procedurali alla lettura dei colleghie venire alle conclusioni.

n senso e la direzione della politica di bi~Jancio devono essere ancora valutati in rela-7iO'ne agli eventi recenti che hanno modifica~to il valore esterno della nostra moneta. TIrecente riallineamento della lira nel sistemamonetanio europeo, se è intervenuto in antI-

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Senato della Repubblica ~ 16654 ~ VIII Legislatura

8 OTTOBRE1981313a SEDUTA (antimei id.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

cipo rispetto ai nostri desideri, ha peraltroconsentito una ripresa del marco necessariaper evitare distorsioni competitive e squili~bri eccesstÌvi bilaterali. Dal marzo 1979, quan~do il sistema monetario europeo prese vita,al settembre di quest'anno il cambio realedella lira aveva infatti subìto un apprezza~mento di circa il 12 per cento rispetto almarco e quindi una perdita di competitivitàdelle nostre produzioni rispetto al marco del~la stessa dimensione.

I tassi di mercato, dopo il riallineamento,indicano che la lira si è svalutata di circail 4 per cento sul marco, facendo quindi ri~durre la perdita di competitività a circa 1'8per cento. Per quanto riguarda la Comunitàeuropea nel suo insieme, l'apprezzamentoreale della lira, che era di circa 1'8 per centoalla vigilia del riallineamento rispetto alladata di inizio del sistema monetario europeo,è sceso oggi a circa il 6 per cento, stanteuna svalutazione media della lira di circa il2 per cento negli ultimi giorni. La veraincognita di questo riallineamento non statanto nella revisione di alcune parità all'in-terno della CEE, rese ormai obsolete dai di~vergenti andamenti dei costi e dei prezzi trai paesi della Comunità, quanto nella evolu-zione prevedibile del marco Ilispetto al dolla~1'0.Anche se fattori tecnici e Ja s,tes,sa rivalu-tazione asimmetrica che abbiamo propugna-to possono favorire un rafforzamento delmarco rispetto al dollaro nei prossimi gior-ni, l'evolUZlione nel periodo non breve restaincerta. Non possiamo contare con certezzasu uno scenario virtuoso in cui la nostra fles~sione sul marco sarebbe compensata dalcontemporaneo apprezzamento sul dollaro.

Le vicende e le turbolenze di questi gior~ni sui mercati dei cambi ci danno allo stes-w tempo una misura di fragtlità ed una di~rezione di marcia. C'è un unico modo in cuiun'economia come la nostra, altamente re-ticolata negli scambi internazionali, può iso-larsi dall'inflazione tÌ!ITIportata e difendereJ'occupazione. Questo modo è il raddrizza~mento dei conti con l'estero attraverso il con~trollo della domanda interna ed il miglion!~mento della competitività negLi elementi di

prezzo e negli elementi di produttività, in~novazione e qualità.

La corrupetitività di prezzo è stata aiutatadai recenti mutamenti di parità; la oompeti-tività diversa dal prezzo è stata promossasecondo una linea che il Governo segue or~mai da tempo, rifiutando variazioni del canl~bio che riconoscessero tutta la differenza trail tasso d'infla2JÌone italiana e quello dei paeSIconcorrenti. Il settore manifatturiero sa chenon può e non potrà contare su una indiciz-zazione automatica del cambio. Ho appen~detto che nei giorni seguenti al recente riaI.lineamento la situazione del cambio reale ri~mane in Italia, rispetto agli altri paesi euro-pei, quella di un cambio fOllte, cioè di unacompetitività che non è basata sull'andamen~to del cambio ma che deve conquistarsi at~traverso miglioramenti della produttività edel prodotto.

Il controllo della domanda interna vieneassicurato dalla manovra di politica di bi~lancio impostata dal Governo, ma questa ma-novra ha bisogno di coerenti decisioni sala-riali dei produttori e dei lavoratori e di unconvinto sostegno parlamentare. Se la nuo-va parità della lira dovesse accompagnarsiad una ripresa eccessiva della domanda in-terna alimentata da maggiori spese o da mi~nori entrate oggi non previste o da rinnovisalariali superiori all'obiettivo del,J'inflazioneposto dal Governo, prima che gli effetti dellariduzione di spesa si manifestino, allora iprospettati miglioramenti della bilancia deipagamenti difficilmente interverrebbero, co~stringendo l'autorità monetaria ad affronta-re di nuovo da sola la situa2'JÌone. Ma il go~verno della moneta sta diventando via viapiù difficile se perdura il clima inflazionistI~co. Ne abbiamo avuto esempio dalle vicendepiù recenti. La massa monetaria è andata ri-ducendosi in termini reali da ormai unanno a questa parte. Ma, mentre negli al~tri paesi ciò ha dato luogo immediatamentea tassi di interesse reali positivi, nel nostropaese i tassi sono rimasti per lungo temponegativi in termini reali e solo negli ultimimesi si sono avvicinati ai tassi positivi pre-valenti nelle altre economie industriali. Ciò

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Senato della Repubblica VIII Legislatura~ 16655 ~

8 OTTOBRE 1981313" SEDUTA (antimcl id.) ASSEMBLEA - RESOCONTOSTENCGRAFICO

è il risultato di due importanti fattori: da unlato il pubblico ha cercato di economizzareal massimo l'uso della moneta e di trattener-la il meno possibile presso di sè, impedendoquindi che la sua scarsità si manifestasse sUltassi reali di interesse (e questo è un compor-tamento tipico della domanda di moneta inclima inflazionistico), dall'altro lato le auto.rità monetarie hanno proceduto con cautelanel forzare verso l'alto i tassi anche per nonaggravare il bilancio pubblico, di oneri peresso insopportabili.

In questa situazione, se la politica di bi-lancio non determina le condizioni per unm~glioramento sostanzilale della bilancia deipagamenti, che costituisca la garanzia cheil tasso di inflazione non si accrescerà ulte-riormente, qualsias.i manovra monetaria a-vrà sempre meno efficacia. Politica di hilan-cio e politica monetaria devono cooperareal ristabilimento dell'equilibrio dei conti CODl'estero. La variazione della parità dellalira rende ancora piìl importanti i tempi del-la manovra di bilancio. È necessario che lapolitica di bilancio manifesti i suoi effettirestrittivi suIlla spesa pubblica nel modo piùtempestivo possdbile (di qui i tempi del la-voro parlamentare) senza attendere l'annoprossimo proprio per non sprecare i vantag-gi che si possono trarre da queSito aggiusta-mento, cercando di lasciare spazio alla pro-duzione per l'esportazione.

Gli effetti della politica di aggiustamentodei conti con ]'estero potranno essere com-pensati dalla conclusione di un accordo sin-dacale concernente il contenimento della creoscita dei redditi monetari nel corso del pros-simo anno. Soltanto con una politica concor-data di crescita dei salari si può rilanciarel'attività interna e l'occupazione in un conte-sto di stabilità. Se il tasso di crescita delreddito nominale si attesterà l'anno prossi-mo interno al 16 per cento, allora i vantag-gi di competitività si consolideranno. Il pro-cesso di sostituzione della produzione inter-na a quella esterna e di domanda estera aquella interna potrà proseguire e l'attivitàeconomica compatibile con l'equilibrio deiconti con l'estero sarà più elevata e quindianche l'occupazione sarà più elevata.

Simulazioni effettuate sull'andamento del-l'economia italiana nei prossimi 24 mesi for-niscono queste conclusioni: con politichefiscali e monetarie ancora più restrittive diquelle applicate dal Governo e con un anda-mento salariale che continui la tendenzapassata di aumenti del 20-22 per cento al-l'anno, abbiamo per effetto della restrizionenel primo anno un risanamento della bilan-cia dei pagamenti, ma appena il ciclo inter-nazionale riprende questo risanamento dàluogo a deficit ancora superiori a quelli spe-rimentati nell'80-81. Se alla politica moneta-ria di bilancio si associano politiche di con-tenimento dell'andamento dei redditi mone-tari nell'ordine appunto del 15-16 per centonel primo anno per poi declinare, il miglio-ramento della bilancia dei pagamenti divienepermanente, !'inflazione scende, il ritmo dicrescita non viene interrotto. Dopo la varia-zione della parità della lira il rientro dal-!'inflazione ed il rilancio dell'occupazionesono quindi ancor di più nelle mani delleparti sociali: se queste ultime non gover-neranno la crescita globale dei salari e deiprezzi, i miglioramenti dell'inflazione acqui-siti in questi mesi non potranno essere man-tenuti e si ridurrà 10 spazio per l'espansio-ne delle attività produttive. Il rientro saràallora molto prolungato ed al permanere diun elevato tasso di inflazione si accompa-gnerà un più elevato tasso di disoccupazioneed un grado di vulnerabilità maggiore dellanostra economia.

L'effetto sinergico prodotto dalla politicadi bilancio e dalla politica dei redditi è l'uni-co che può riportare l'economia italiana ver-~o tassi di inflazione minori e tassi di cre-scita più alti e stabili.

Fino ad ora il prezzo dell'inflazione è sta-to pagato soprattutto dai risparmiatori chehanno investito in attività monetarie e daigiovani in cerca di lavoro e di abitazione.Il disegno di politica economica che il Go-verno propone ed il contenimento della cre-~cita dei redditi entro il 16 per cento costi~Iuiscono un insieme la cui realizzazione evi~tej'à che tutto l'onere dell'aggiustamento siscarichi per intero sui disoccupati. Tale in-

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Senato della Repubblica ~ 16656 ~ VIII Legislatura

8 OTTOBRE1981313" SEDUTA (antimericl.) ASSEMBLEA - RESOCONTOSTENOGRAFICO

sieme rifiuta una fiducia cieca nel moneta-risma, nè intende affidare il risanamentodell' economia italiana all' incerta speranzadell'economia dell'offerta. La guardia fiscalenon potrà essere abbassata in una situa-zione così delicata. Il disegno di politicaeconomica del Governo riconosce con rea-lismo che il livello dell' occupazione in unapiccola economia fortemente integrata negliscambi internazionali non può essere disgiun-to dall' equilibrio dei conti con l'estero e dal-l'andamento dei prezzi relativi interni e in-ternazionali, e propone la politica dei reddi-ti come strumento che concilia la dura ne-cessità dell'aggiustamento esterno con l'esi-genza sociale e politica della crescita del-l'attività e dell'occupazione.

Il bilancio si è caricato in questi anni diuna serie di oneri imposti dall'inflazione evolti ad attutire le conseguenze dell'inflazio-ne per i più diversi gruppi sociali. Tariffepubbliche al di sotto dei costi, prezzi poli-tici, oneri di fiscalizzazione, indicizzazionedi fatto degli scaglioni dell'imposta sui red-diti hanno fatto del bilancio il crocevia dellefrustrazioni e delle aspettative del nostropaese e delle sue erogazioni hanno fatto unrito liberatorio che dà ad ognuno un respirocorto e prolunga l'illusione di poter con-ciliare le risorse consumate e le risorse pro-dotte.

Al fondo del problema del bilancio vi èun problema di scelta della società italiana.I termini alla Galbraith, lo squallore pub-blico e l'opulenza privata sono forse tropposemplicistici per la realtà italiana, ma ren-dono il senso di una scelta tra la rivendica-zione di beni di consumo privati da unlato e dall'altro la politica di espandere iconsurai pubblici e di compensare almenoparz;almente i gruppi sociali più indifesi peri costÌ dell'inflazione.

Se le decisioni delle parti sociali che in-combono det.ermineranno una scelta, in fa-vore dei consami privati, incompatibile coni vincoli cui soggiace la nostra economia, laforza delle cose costringerà il bilancio delloStato a rinunciare al suo ruolo di ammortiz-zatore delle !ensioni di una società difficile

per ricercare più ardui equilibri della finan-za pubblica.

Il Ministro del tesoro e il Governo impe-gnano le loro forze perchè questo non deb-ba succedere.

Onorevoli colleghi, conoscete come mequanto stretta e difficile sia la strada chesta davanti al nostro paese. Come me sa-pete che c'è oggi la possibiHtà di raddriz-7arne il futuro. Il Governo conta sui vostrisuggerimenti e sul vostro fermo sostegnoper un lavoro di cui insieme potremo sen-tire la dignità. (Applausi dal centro, dallasinistra e dal centro-sinistra).

P RES I D E N T E. Onorevole ministroAndreatta, con riferimento ad un aCCe:nJ1O,contenuto nel suo discorso, di pagine che la-sciava alla lettura dei colleghi, debbo farIepresente che, ai sensi dell'articolo 89 del Re-golamento, non è consentita la pubblicazio-ne nei resoconti del Senato di allegati diffe-renti da tabelle ed elenchi di dati. Ella potràpertanto riferire, suIJa parte che ha ritenutodi omettere nell'esposizione all'Assemblea,in sede di Commissione.

Ha facoltà di parlare il Ministro del bi-lancio e deIJa programmazione economica.

;,L A M A L FA, ministro del bilancio

e della programmazione economica. SignorPresidente, onorevoli senatori, b relazioneprevisionale e programmatica che con il Mi-nistro del tesoro ho avuto l'onore di presen-tare alle Camere nei giorni scorsi ha resonote le prime valutazioni circa l'andamentoeconomico italiano nel 1981.

Vorrei richiamare all'attenzione dei colle~ghi alcuni di questi dati. Il reddito nazio-nale nel corso del 1981 si stima possa rag-giungere la cifra di 397.000 miliardi, circa il18 per cento in più del valore del redditonazionale nel corso del 1980.

Questo aumento del 18 per cento può es-sere scomposto in una componente in vo-lume e in un andamento dei prezzi. Le stimecui ho fatto riferimento indicano che nel1981 l'aumento del reddito nazionale è do-vuto esclusivamente all'incremento dei prez-

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Senato della Repubblica VIII Legls!atura~ 16657 ~

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zi, risultando sostanzialmente estraniante illivello dell'attività produttiva.

In riferimento alla condizione del 1980,quando si registrò un'espansione di carat~tere reale del 4 per cento, la situazione del1981 si caratterizza in primo luogo per que~sto andamento assai più negativo di quantoregistrato si nell'anno precedente.

Per ciò che riguarda l'andamento dell'in-flazione, !'indice più significativo che si puòtrarre dai conti economici nazionali, cioè ildeflattore dei prezzi impliciti nei consumifinali interni, è stimato, per il 1981, nell'or~dine del 20 per cento, anche se dobbiamoregistrare con soddisfazione il fatto che idati relativi all'andamento dei prezzi al con~sumo nel mese di settembre sembrano con~fermare che siamo di fronte ad un processodi attenuazione della dinamica inflazionisti~ca che ha caratterizzato l'economia italiananel corso dell'ultimo biennio. Le importa~zioni hanno raggiunto la cifra di circa 114mila miliardi, con una diminuzione in vo~lume rispetto al 1980 del 7 per cento, macon un aumento in relazione all'aumentodei prezzi unitari dell'ordine del 23 per cen~to rispetto all'anno precedente. Le esporta~zioni, pari ad una cifra di circa 98.000 mi-liardi, hanno segnato una ripresa: laddove,nel 1980, esse erano diminuite del 4 percento in termini reali, si stima stiano aU~mentando nell' ordine del 3 per cento nelcorso di quest'anno. Il saldo della bilanciadei pagamenti commerciali che, nello scorsoanno 1980, era stato negativo per 15.000 mi-liardi e che quest'anno (anno di relativa sta~gnazione dell'attività produttiva) avrebbedovuto subire un miglioramento, si prevedechiuda alla fine del 1981 con almeno 16.000miliardi di disavanzo della parte commer-ciale.

Il rallentamento dell'economia italiana,se ha consentito di ridurre il volume delleimportazioni, se ha consentito di spingerele imprese produttrici a cercare nelle espor-tazioni un sostegno ai loro livelli di attività,ha tuttavia determinato un peggioramentodella bilancia commerciale e un peggiora-mento conseguente nen'andamento della bi~lancia dei pagamenti correnti, per i quali

le stime attuali indicano un disavanzo chesarà dell'ordine di 11.000 miliardi nel corsodel 1981.

Ancora più preoccupante è la situazionedel mercato del lavoro, in cui si registra unaumento della disoccupazione ufficialmenterilevata, un aumento estremamente preoc-cupante della Cassa integrazione guadagni,passata per l'industria da circa 70 milionidi ore nei primi cinque mesi del 1980 acirca 180 milioni di ore di quest'anno, ossiaassai più che raddoppiata si nel corso di unanno. In realtà, l'andamento della Cassa in-tegrazione e le situazioni dell' occupazioneriflettono l'assommarsi in questo momentodi problemi di carattere congiunturale checaratterizzano l'economia italiana, connessia quella stagnazione dell'attività produttivache risulta con chiarezza dai dati della con-tabilità nazionale, e di problemi di strutturadi alcuni settori industriali (la chimica, lasiderurgia) e della situazione di grave crisiche attraversano numerose imprese, soprat~tutto' di grandi dimensioni, appartenenti inspecie al settore sotto il controno pubblico.

La situazione neJl 1981, come scrive la re~lazione prcvi:sionale programmatica, a giu~dizio del Governo, nan può essere ritenutasoddisfacente nè sotto il profilo dell'anda-mento del reddito nè sotto quella dell'infla-zione, nè sotto queUo deHe ri'Su1tanze dellabilancia dei pagamenti. E 'Sipone :in relazionea questo giudizio assai preocoupato CÌlI'Cal'andamento attuale dell'economia italiana Hproblema di quali impos'tazioni di pOiliticaeconomica e di quali traguard:i di politica eco~nomica noi vogliamo assegnare per il 1982.Nel corso del 1981 gli strumenti deHa poli-tica economica hanno ,in parte, ma so-Ja in parte, concorso al rallen1tamento del-l'inflazione. In particolare risulta dalle ri-levaziani a tutt'oggi disponrbili come l'an-damento del fabbisogno del 'settore pub~blico statale e del settore pubbLico nelsuo complesso nel corso del~'anno si sia di-scostato da quelle che eraalO state le indica-zioni e le decisi'Oni ,di politica economicaespHcitate nella relazione previsionale e pro-grammatica dello scorso anno. In particola-re daUe stime attuali risulta che il fabbiso-gno del settore statale possa raggiungere a

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Senato della Repubblica VII I Legislatura~

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fine 1981 la cifra di 48.000 miliardi e il fab~bisogna del settare pubblico allargato lacifra di 50.000 miliardi, ciaè una cifra di8-10.000 mtliardi superiore a quella che erastata prefigurata nel settembre delllo scarsoanno nella relaziane previsionale e program-matiea e a cui si è fatto riferimentO' maltevalte nel corsa degli ultimi dadici mesi.

Questo andamento assai preoccupante deldisavanzo del settore pubblico e del suafabbisogno riflet!te sia }a tendenza di fondoche gli sviluppi dell'econamia in quest'anno:il più elevato andamento dell'inflazione ri~spetto a queHa che si ern progettato ~ che hatrascinato con sè la dinamica della spesapubblica ~ il ristagno dell'attività produttivache ha rallentato la crescita delle entratefiscali ed anche gli effetti di legrislaziani ag-giuntive di spesa che si sono determinatefin dall'approvaziane della legge di finanzaper il 1981.

Questo andameI1Jto della politica di bilan-oio, che si è discostato in maniera sensibi.leda quella che era stata la progettazione ditale pOlitica alla Hne delo scorsa anna, èstato accompagnata altresì da U[l'espansio~ne del credito totale interno superiore nansala ai 63.000 miliardi che furail.1o indicatinellla relazione previJsionale e programmati~ca dello scorso anno ma altresì ai 64.500miliardi che le autarità monetarie deciserO'di stabilire come flussi finaziari per il 1981a partire dal gennaiO' di questa stessa anno.Si oalcala che ave LI disavanzO' del settorestatale ed il fabbisagno complessivo del set~tore pubbHco allargata dovessero cO'Llocarsiai livelli che ho detto, or è qualche minuto,il credito totale interno avrebbe un'espan-sione nan inferiore ai 70.000 mHiardi di lire,forse non inferiore ai 72.000-73.000 miliardidi Mre, rispetto, come ha detto, ai 64.500miliardi che erano stati indicati all'iniziodell'anno.

Il deposito obbligatorio sulle importazia-ni ha certamente cansenti1a di steriHzzarrein parte gli effetti di liquidità di tale mag-giore creazione di eredita. Ma si può consi.derare nel suo camplesso che nel corso del1981 la poHtica manetaria abbia, almeno fionara, esercitato un rualo di cantenimenta

dei processi inf]az~onistici sJa attraversa ilcontrolla complessivo delle disponibil:itàma~netarie sia attraverso i.l livello dei tassi del-!'interesse; ciò pure in presenza di una si-tuaziane della finanza pubbLioa estremamen~te squilibrata tra le entrate e le uscite, quali~tativamente tale da nan contribuire al so-stegno deHa praduttività globale del siste-ma; ciaè ill certa miglioramentO' nelle con~dizioni deH'inflamane e LIsua rallentamentopossanO' essere attribuiti in linea prevalenteagli effetti di una palitica monetaria piut~tasta cantenuta più che ad una carrezionedelle candizioni dei conti della vÌil.1anzapub~blica per i quali permane, e per certi aspettisi è aggravata 001 corso del 1981, una situa-zione di squi1:ibria che ha caratterizzaIto laeconomia italda:na nel carso degl:i ultimianni.

Ma certo, carne del resta ha già sott'Olinea-

tO'il callega Minrl.'stra del tes'Ora, questa com~binaziane fra gli strumenti della palitica eca-namica, nella quale il peso della carrezionedegli squilibri inrflazianistioi e deHa bilanciadei pagamenti venga affidata soprattuttO'ana campanente del/la polÌitica monetaria,nan è la combinaziane ideale fra gli stru~menti della palitica ecanamica dal punt'Odi vista delle candizioni del paese e dei suoiprablemi.

Prima di passare all'esame delle prospetti-ve econamiche del 1982 ed -agli abiettivi dipO'litica ecanomica che il Governo ha stabi-lita e che sono al fando dei dc-..cumenti cheil Parlamento è ora chiamato ad esaminare,

iO' vorrei saffermarmi brevemente su unanuova problemati:ca che sta nascendO' ncl~l'ambita della palitica economica del nostropaese ma non sola di esso, perchè ~ in certamisura ~ in tutti i paesi occidentali si regi-

strano discussiand relative a questa aspetta.Tradizianalmente vi è stata una discussio-

ne nell'ambito della poHtica econamica intutti i paesi occidentali neg.li anni del do-poguerra fra calora i quali ritenevano cheabiettivo prevalente deHa politica econa-mica potesse e davesse essere quello delladifesa del,le possibilità di sviluppa e di soste~gno dell'occupaziane, e caloro i quaLi affi~

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0::nato della Repubblica VIII Legislatura~ 16659 ~

8 OTTOBRE 1981

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davano un ruolo centrale all'obiettivo dellastabilità dei prezzi nel sistema economico.E queste discussdoni che hanno caratteriz-zato il nostro paese e !'insieme dei paesi .in-dustriali hanno certamente diviso il campodelle forze politiche sociali e il campo deglistudios.i per molti anni, ma erano accompa-gnate da una fiducia che, una volta risoltoil problema di scegliere tra questi obiettivio di scegliere una loro combinazione giudi-cata preferibdle rispetto a'1le condizioni delpaese, gli strumenti della politica di bilan-cio e deUa politica monetaria, opportunamen-te manovrati e tra loro congiunti, avesserola possibilità di condurre piuttosto rapida-mente ed efficacemente al raggiungi mento diquegLi obiettivi.

Rispetto ad una situazione come quellache io ho caratterizzato e che si riferiva esi riferisce agli anni '50 e agli aI1IDÌ'60, finoalla metà degli anni '70, da situazione si pre-senta oggi in termini diversi. Si è sopita ladiscussione tra fautori dello sviluppo adogni costo e fautori della stabildzzazione aqualsiasi prezzo, riconoscendosi dagli unil'impossdbilità di assicurare condizioni dure-voli di sviluppo economico in un contestoinflazionistico, ma altresì riconoscendosi da-gli altri la necesSiÌtà di opemre per H conte-nimento dell'inflazione più dal lato dell'of-ferta che da quello deUa domanda per evi-tare non solo una flessione drammatica del-l'occupazione, come quella che sta sperimen-tando per esempio l'economia del RegnoUnito in questo stesso periodo, ma anchelaccumul1a:rsi di pressiO'l1Ji illlflazionisticheimplicite nel g,istema economico e prontead esp10dere non appena la compressionedella domanda si fosse allentata. Sembradeterminarsi cioè un convinci.mento più am-pio fra le forze politiche e nelle forze socialicirca la necessaria gradualdtà dello sforzoaiI1tinflazionistioo e la contestualità del rien-tro deV'inflazione e del rientro in condizio-ni di sviluppo economico. Questo del restoè il punto fermo dal quale è partito il pianotriennale 1981-83 che il Senato ha attual-mente aJ suo esame ed il programma del Go-vc:mo presieduto dal senatore SpadoHni, acui risalgono i documenti di bi,lancio deiquali noi oggi ilnizi'amo l'esame.

Ed è anche questo, per il carattere com-plessivo della politica economica, il terrenocomune del rapporto difficile fra il Governoe il sindacato in questa fase, così come delnegoziato tra confindustria e sindacato inquesto stesso pel'iodo.

Al fondo di questa nuova impostazionesecondo cui la politica economica non hauna contrapposizione di obiettivi tra la lot-ta all'inflazione ed il sostegno dello sviluppo,ma ha una contestualità di questi obiettivi,vi è il fallimento delle convinzioni che siapossibile governare il sistema economico at-traverso il ricorso prevalente agli strumentidi controllo della domanda aggregata, cosìcome il convincimento che, ai livelli attualidell'inflazione, a quelli che l'inflazione haraggiunto nel corso degli anni '70, sia neces-samo operare lnsieme sui fattori che hannodeterminato !'inflazione e su quelli che arre-stano lo sviluppo, tenendo presente che, inassenza dii interventa che valgano a mUenta-re l'inf.lazilOne, tenderebbero inevitabilmentead inaridirsi le fonti del rispaITIl!Ìo e qlÙndiil fondamento dei processi di accumulazionedeg]ii ilJ.1Vestimentie di aumento dell'occupa-zione.

Ma se ciò consente di superare discussio-ni sterili che hanno caratterizzato anchenegli ultimi anni il nostro paese e consentedi trovare un terreno comune tra il Governoe le forze sociali nelle impostazioni dellapolitica economica, in quanto permette distabilire gli obiettivi di politica economicacongiunti della lotta all'inflazione e del so-stegno aHa svilluppo, emerge con orescentechiarezza, non solo nel nostro paese, quelloche possiamo chiamare il problema dellacontrollabilità degli strumenti della politicaeconomica, sia della politica di bilanciocome della politica monetaria. Cominciacioè ad essere posta in questione la possi-bilità di riuscire a guidare gli strumentidella politica economica in relazione agliobiettivi di sviluppo economico e di minoreinflazione che di volta in volta il Governosi assegna. L'esperienza, del resto, e le cifreche ho fatto per il 1981, sia quelle attinentialla finanza del settore pubblico, sia quelleattinenti alla condotta complessiva degli

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8 OTTOBRE 1981

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aggregati monetari, devono far rifletterecirca questa situazione che può tendere afrustra'l'e, attraverso un andamento che sfug~ge al controlJo del Parlamento, del Governoe delle autorità monetarie, gli strumenti del~la politica economica, o può determinare ildiscostarsi del cammino dell'economia dal~l'andamento che la politica economica in~tende prefigurarsi.

Ecco perchè questo Governo ha postoun'attenzione particolérre nella definizione siadel quadro delIa politioa economica del 1982,sia degli strumenti di politica di bilancio edi politica monetaria, ed ecco perchè si ècercato, attraverso un lavoro che ha coin~volto colIegialmente il Governo nell'arco dioltre due mesi, di individuare il rapportopiù esatto tra la definizione degli andamentidell' economia nazionale e degli strumentidi politica economica; ed ecco perchè attor-no al lavoro di definizione del bilancio delloStato (su cui il Ministro del tesoro si è sof~fermato) il Governo ha concentrato moltedelle sue energie nel corso di questi duemesi.

Questo problema della controllabilità de~gli stmmenti della po,ldJtica di bilancio e dd~la poHtica monetaria non ha calratterizzatosolo l'economia italiana. Frequenti sono lediscussioni in altri paesi, che investono siagli strumenti della politica di bilancio siaquelli della politica monetaria. È necessarioche il Parlamento guardi con attenzione siagIi aspetti della politica del bilancio chequelli della politica monetaria, perchè ap-pare necessario definire meglio, con piùchiarezza, quali siano gli aggregati signifi~cativi che sono incidenti nelle condizionigenerali del paese, sia dal punto di vistadell'inflazione sia dal punto di vista dellosviluppo, quali aggregati siano incisivi perciò che riguarda la politica monetaria, qualiaggregati (su questo tornerò tra breve) sia~no incisivi per ciò che riguarda il bilanciodello Stato ai fini del controllo dell'infla~zione e del sostegno dello sviluppo.

Circa le prospettive economiche del 1982e gli obiettivi della politica economica delGoverno, dobbiamo rilevare che sul pianointernazionale il maggior fattore di incer-tezza, in questa restante parte del 1981 e

del 1982, rimane il livello dei tassi di inte-resse degli Stati Uniti ed il suo effetto sulcambio del dollaro e sulla congiuntura in~terna di quel paese.

Oggi si tende a prevedere che i tassi diinteresse statunitensi, pur non escludendosiqualche possibile flessione, resteranno a li-velli elevati almeno per una parte del 1982,soprattutto per l'andamento poco favore-vole che il disavanzo pubblico americanoha assunto.

I paesi europei non possono perciò faregrande affidamento nè sul ciclo economicoamericano che sostenga le nostre economie,nè sulla considerevole riduzione a breve di-stanza dei tassi di interesse che caratteriz~zano quel mercato finanziario.

Tuttavia l'indebolimento del dollaro nelmese di settembre ed il miglioramento dellepartite correnti delle bilance dei pagamentidei principali paesi europei potrebbero ren-dere le politiche monetarie di questi paesimeno vincolate a quella degli Stati Uniti.

Se inoltre l'indebolimento del dollaro do~vesse manifestarsi come duraturo, le econo~mie dei paesi europei potranno attendersibenefici sul fronte dell'inflazione, mentresui flussi commerciali si manifesteranno glieffetti positivi ritardati del deprezzamentointervenuto nel secondo semestre del 1980e nel primo semestre del 1981.

Sul piano dell'economia italiana, al no-stro interno, la relazione previsionale e pro~grammatica, avvalendosi non solo delle va-lutazioni dei centri di ricerca del settorepubblico, ma deIJe valutazioni che proven-gono dai centri di ricerca di organismi inter-nazionali o di organismi di studio privatidel nostro paese, rileva che queste previsioniconcordano e che, in assenza di interventicorrettivi, l'economia italiana confermerebbenel 1982 una condizione di sostanziale sta-zionarietà del reddito e della domanda in-terna; confermerebbe altresì un ritmo inf1a~zionistico elevato, vicino a quello che siregistra alla fine del 1981, e registrerebbeugualmente il permanere di un forte squi-librio nei conti con l'estero in presenza diun livello della disoccupazione che tende-rebbe ugualmente ad aumentare.

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Senato della Repubblica ~ 16661 ~ VIII Legislatura

8 OTTOBRE1981313a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente M O R L I N O

(Segue L A M A L FA, ministro delbilancio e della programmazione economica).Rispetto a questo quadro previsionale cherisulta in maniera uniforme da tutti i centridi osservazione interni ed internazionali delnostro paese, abbiamo stabilito come obiet~tivo del Governo quello di correggere que-sta situazione sia dal lato dell'inflazione,sia dal lato della crescita del reddito. Inparticolare, abbiamo stabilito un tetto alritmo dell'inflazione, fissandolo nel 16 percento per il 1982, come parte di un pro-gramma volto a ricondurla ai livelli medio-europei entro il 1984 ed abbiamo altresì sta-bilito l'obiettivo di sostenere una crescitadel reddito nazionale pari almeno al 2 percento in termini reali.

Vorrei brevemente commentare alcunepreoccupazioni che si sono manifestate inquesti giorni a seguito delle decisioni deigoverni europei a Bruxelles nel week endscorso, che hanno portato ad un riallinea-mento delle parità valutarie interne del si-stema monetario europeo.

Confermiamo in questa sede le valutazio-ni già fatte da membri del Governo all'in-domani della decisione di riallineamento,5econdo cui il riaggiustamento delle paritàdello SME influenzerebbe o potrebbe influen~zare la dinamica dei prezzi italiani in misu-ra che non raggiunge, o che non dovrebberaggiungere l'l per cento in termini di prez-zi. Ma ribadiamo altresì che gli effetti delnostro rial1ineamento, congiunto alla piùforte rivalutazione rispetto alle parità cen-trali dello SME stabilito per il marco tede-sco e per il fiorino olandese, avranno favo~revoli ripercussioni sulla bilancia commer~ciale e sui livel1i dell'attività produttiva in-terna e confermano la possibilità di raggiun-gere quel traguardo di crescita di almeno il2 per cento che è stato indicato per il 1982.

Del resto desidero informare il Senatoche in sede di preparazione di documenti dipolitica economica che sono stati presenta-

ti alla fine di settembre, era stato indicatoin sede tecnica come raggiungibile, in pre-senza delle politiche di bilancio e delle po-litiche monetarie (alle quali farò cenno su~bito dopo), il raggiungimento di un obiet~tivo di contenere i prezzi entro il 15 percento in luogo del 16 per cento. L'adozionedel tetto d'inflazione del 16 per cento erastata decisa dal Governo anche per consen~tire di assorbire senza difficoltà un even-tuale modesto riallineamento della nostravaluta in seno allo 5ME, che era considera-to tra gli eventi probabili in presenza diuna modificazione dei rapporti tra le mo-nete europee e il dollaro e delle moneteeuropee al loro interno. Gli strumenti dellapolitica economica sono stati preordinati aquesto fine, cioè al fine della riduzione delritmo d'inflazione entro il 16 per cento e alfine del sostegno del reddito ad una crescitadi appena il 2 per cento. In particolare ri-cordo i dati a cui ha già fatto riferimentoil collega Ministro del tesoro: il limite alfabbisogno del settore pubblico allargato at~teso nell'82 in 50.000 miliardi, la minore in-cidenza. quindi, del fabbisogno sul prodottointerno lordo, il minore disavanzo correntein rapporto al reddito nazionale, il fondoper gli investimenti e l'occupazione sul qualemi soffermerò subito dopo, le decisioni delCIPE sull'espansione del credito totale in-terno nel 1982 cifrato in circa 73.000 miliar-di. in rapporto ad un fabbisogno internodel settore pubblico allargato stimato at-torno a 44-45.000 miliardi.

A questo punto vorrei soffermarmi su unodegli aspetti relativi alla valutazione deglieffetti degli strumenti di politica economicasull'andamento dell'economia nazionale. Unacorretta valutazione degli effetti economicidel bilancio pubblico sull'economia imponeoggi una distinzione netta tra il disavanzodella parte corrente e la spesa in conto ca~pitale, al fine sia di una politica disinflazio-nistica sia di una politica di sviluppo eco-

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Senato della Repubblica ~ 16662 ~ VIII Legislatura

8 OTTOBRE1981313" SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

nomico; ciò che conta è il disavanzo cor-rente del settore pubblico che si riduce nelcorso del 1982, secondo i documenti di bi-lancio, di due punti e mezzo percentuali inrapporto al prodotto interno lordo. Questaè la variabile cruciale che deve essere se-guita dal Governo e dal Parlamento nellasua evoluzione quantitativa, perchè essa mi-sura l'assorbimento improduttivo di rispar-mio, e quindi misura da una parte le pres-sioni inflazionistiche che derivano dal disa-vanzo del settore pubblico e dall'altra l'as-sorbimento di risparmio a fini diversi dal-l'attività di accumulazione e di maggioreinvestimento.

La spesa in conto capitale, ove essasia tale non solo nella definizione conta-bile ma anche nella sua sostanza economi-ca, non può essere considerata, in via diprincipio, oggetto di uno sforzo di conte-nimento, specialmente quando la politicaeconomica, come nel caso di questo Gover-no, abbia il duplice obiettivo dello sviluppodella disinflazione e della disinflazione tra-mite 10 sviluppo e l'aumento della produt-tività. Al contrario questo Governo ritiene,secondo l'impostazione che è stata posta alcentro del piano pluriennale, che non visiano criteri di compatibilità macroeconomi-ca nel medio periodo che debbono applicar-si alla nozione del fabbisogno complessivodel settore pubblico. Il problema dell'equi-librio tra finanziamento del settore pubbli-co e finanziamento del settore privato, epiù in generale del rapporto tra la dimen-sione dell'attività pubblica e la dimensionedell'attività privata, è rilevante e da moltipunti di vista anche di carattere politico,ma oggi è, speriamo solo transitoriamente,reso più drammatico e più evidente dall'ele-vato disavanzo corrente. Curato quest'ulti-mo, come ci siamo accinti a fare per il 1982,eliminato quest'ultimo, come contiamo di fa-re al più tardi entro il 1984, emergerebbein tutta evidenza la non contraddittorietàdel finanziamento degli investimenti del set-tore pubblico rispetto ai fabbisogni di svi-luppo dell'economia direttamente produtti-va e del settore non statale, anzi ~ per leparticolari condizioni dell'economia italia-na, per esempio per quella forte dipendenza

dall'estero nei campi dell'energia, dell'agri-coltura, di altri settori che oggi dipendonostrettamente da disponibilità di investimen-ti nel settore pubblico ~ emergerebbe, unaW)lta corretto il disavanzo della parte cor-rente, quella che noi consideriamo la com-plementarietà tra investimenti pubblici insenso proprio e crescita complessiva del no-stro paese, specialmente, come ho detto,quando si tengano nel dovuto conto i vin-coli strutturali che limitano il nostro svi-luppo e che l'investimento pubblico può edeve attenuare o rimuovere.

È a questo proposito, onorevoli senatori,che abbiamo considerato la fase di defini-zione del piano triennale e delle sue proce-dure ed abbiamo considerato nel programmadi Governo la funzione di quella che abbia-mo chiamato il nucleo di valutazione degliinvestimenti pubblici, che deve essere e di-venire il custode dell'equivalenza della pro-duttività delle risorse impiegate nell'investi-mento pubblico rispetto a quelle impiegatenell'investimento privato. Oggi tale equiva-lenza non esiste, nè essa è garantita dalleprocedure di esame dei programmi pubbli-ci di investimento, la cui valutazione avvie-ne prevalentemente sotto il profilo politicoinvece che sotto un profilo economico sotto-slante il giudizio, che evidentemente deve re-stare di carattere politico. Basti pensare chefigurano tra le spese in conto capitale nellatradizionale contabilità del nostro paese leanticipazioni per finalità non produttive cherappresentano in buona sostanza trasferi-menti a copertura di disavanzi di gestionedelle aziende autonome dello Stato, e chequindi nulla hanno a che vedere con unapolitica di investimenti e con la spesa inconto capitale.

Il Governo intende darsi carico di un rigo-roso esame qualitativo della spesa in contocapitale, procedendo da un lato ad una revi-sione accurata delle leggi pluriennali di spe-sa, compito che la legge n. 468 del 1978attribuisce al Ministero del bilancio, dal-l'altro mettendo in opera le nuove proce-dure di valutazione degli investimenti pub-blici delle quali fa menzione la mozionemotivata con cui il Senato e la Camerahanno votato la fiducia all'attuale Governo.

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Senato de.lla Repubblica ~ 16663 ~ VIII Legislatura

8 OTTOBRE1981313" SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

In tal senso assume rilievo la decisione diprevedere entro la cifra del fabbisogno com-plessivo del settore pubblico per il 1982 ilfinanziamento di un fondo per gli investi-menti e per l'occupazione, per il quale è stataprevista una cifra nella competenza di 6.000miliardi e di 4.000 miliardi nelle autorizza-zioni di cassa. La destinazione di tale cifracomplessiva alle diverse possibili sue utiliz-zazioni seguirà le procedure esposte nel pia-no triennale precisato dalla delibera delCIPE del 4 agosto 1981. Gli impegni e l'ero-gazione nel corso del 1982 delle somme pre-viste per tali investimenti, che dovrannoessere caratterizzati proprio attraverso que-ste nuove procedure da un'adeguata produt-tività, di per sè garantisce un impatto posi-tivo non inferiore all'l per cento sul redditonazionale del 1982 e concorre quindi al rea-,lizzarsi degli obiettivi di crescita che il Go-verno ha stabilito per questo anno.

Questo, onorevoli senatori, è ciò che ilGoverno intende fare per ciò che attienealla dimensione complessiva della finanzapubblica ed alla sua composizione. Vogliocogliere altresì l'occasione per confermarel'orientamento del Governo a mantenere ladinamica dei prezzi amministrati e delle ta-riffe entro il tetto di aumento del 16 percento e debbo rilevare che il Governo hamantenuto fede a questo impegno assuntounilateralmente, cioè nei confronti del Par-lamento e non nella trattativa tra parti so-ciali, impegno che il Parlamento ha conva-lidato con la sua mozione di fiducia moti-vata al Governo, ma che le parti sociali ave-vano per loro parte sollecitato più volte.Attraverso questa decisione di contenere ladinamica dei prezzi amministrati e delletariffe entro il 16 per cento crediamo dieliminare parte della forte pressione infla-zionistica che si è venuta manifestando nelcorso dell'ultimo anno.

Signor Presidente, questa difficile mano-vra sul disavanzo, sulla politica monetaria,sulla spesa pubblica per gli investimenti,sui prezzi amministrati e sulle tariffe, chenoi oggi sottoponiamo al Parlamento nellasua globalità, varrebbe a poco ove, al difuori di ciò che è nei poteri del Parlamentoe del Governo nel campo della dinamica

del costo del lavoro, !'insieme degli elementiche compongono tale dinamica, gli elementiindicizzati, come quelli contrattuali, senzatrascurare gli andamenti della produttività,non registrassero andamenti coerenti congli obiettivi di disinflazione e di crescitadella produttività.

Il Governo non ha inteso e non intendeincidere nell'autonomia delle parti sociali.Deve tuttavia ricordare ad esse l'impegnocontenuto nel comunicato congiunto cheil Governo, la Confindustria, l'Intersind,le organizzazioni sindacali stesero al ter-mine di una riunione il 28 giugno 1981.In quel documento veniva indicato l'impe-gno di tutti i firmatari a contribuire a man-tenere per la loro parte !'inflazione entroun tetto contrattato che noi oggi abbiamoindicato nel 16 per cento.

Dobbiamo sottolineare altresì l'urgenzadi definire nel complesso e nelle singoleparti le componenti di una politica econo-mica che risponda ai problemi del paesee permetta di porre mano al risanamentodi quel settore industriale e di quelle strut-ture produttive le cui difficoltà si riversanooggi minacciosamente sui livelli e sulle pro-spettive dell' occupazione.

Il Governo è pronto a esaminare entroil quadro qui indicato, che rappresenta persua parte il mantenimento pieno degli im-pegni assunti il 28 giugno 1981 e ribaditinei confronti: del Parlamentto, le esigenzedi cui si facciano interpreti in primo luogoH PaPlamento, le parti politiche, ,le organiz-zazioni dei lavoratori e quelle degli impren-elitori. Ma id Governo non può non diJ:"econla massima solennità che un andamento del1982 più soddisfacente rispetto ai bisognidel paese, che si collochi in una prospettivadi soluzione dei nostri problemi di fondo,richiede che l'attu~ione del disegno di poli-tica economica venga sostenuta dal Parla-mento, venga convalidata dai comportamen-ti del1e parti sociali, venga sostenuta dalconsenso delle fOI'Z'epolitiche.

Sono presenti, signor Presidente, alle for-ze politiche i rischi che minacciano l'eco-nomia del paese. Il ricordarld troppo a lun-go e il soffermarsi su di essi potrebbe appa-

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VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 16664 ~

313a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 8 OTTOBRE 1981

rire da parte nostra come un tentativo diforzare un consenso non giustificato delmodo nel quale intendiamo affrOIlitare que~sti problemi ormai noti.

Per questo abbiamo preferito porre sultavolo, con la massima chiarezza, in questesettimane ed oggi, più che i problemi dacui muomamo, gli obiettivi che vogliamoreaLizzare, i tempi nei qU8H li vogliamo rea~lizzaI1e, gld strumenti che abbiamo predispo~sto a questo fine, insieme con il tentativo,che qui riaffermiamo, di voler condurre que~sto sforzo eon il consenso più vasto possi-bile deille forze politiche e delle part,i sociali.

Riaffiorano periodicamente nel nostropaese attese circa le possibiLi,tà offerte dal~lo spontaneismo del mercato o dall'applica-zione di più energiche politiche restrittive

deHa libertà. Ma questo paese ha un patri-monio culturale di esperienze che ha per-messo per molti anni di conciLiare questediverse istanze in un cLima di Jibertà. Adesso l'impostazione economka del Governosi ispira. (Applausi dal centro, dal centro-sinistra e dalla sinistra).

P RES I D E N T E. Il Senato torneràa riunirsi in seduta pubblica oggi, alle ore17, con l'ordine del giorno già stampato edistribuito.

La seduta è tolta (ore 12).

Dott. FRANCESCO CASABlANCA

Consigliere preposto ali 'Ufficio per la revisione e lapubblicazione dei resoconti stenografici dell'Assemblea