Self mktg 2007
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giuliocaputi -
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Business
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Transcript of Self mktg 2007
- 1. SELFMARKETING Guida allauto impreditorialit
2. La scelta occupazionale
- Una volta portati a termine gli studi, siano essi di tipo universitario o di livello inferiore, ognuno si trova di fronte al problema che forse pi di ogni altro condizioner la vita futura: la scelta della occupazione.
3. Le strategie di azione
- Concluso il periodo cosiddetto di "apprendimento", durante il quale si stati sottoposti a un vero e proprio bombardamento di nozioni, talvolta di utilit limitata per ci che concerne il risvolto pratico, ci si trova a dover affrontare una realt differente rispetto a quella scolastica, senza che siano state suggerite strategie d'azione, e che spesso sottost a regole in aperta contraddizione con ci che stato insegnato in aula .
4. La stasi iniziale
- L'uscita dalla prima fase, come primo passo verso l'ingresso in un nuovo contesto , spesso comporta una situazione di disagio e disorientamento che si pu tradurre in un periodo di stasi equivalente a una perdita di tempo che, viceversa, avrebbe potuto rivelarsi importante.
5. Linsoddisfazione
- La crescente insoddisfazione nei confronti del sistema scolastico trova motivazioni proprio nel momento in cui lo si considera in relazione alle professioni e al lavoro.
6. Limportanza del lavoro
- Tuttavia, il lavoro risulta per la maggior parte degli individui adulti uno dei principali punti di riferimento nel corso dell'esistenza, dato che per circa quaranta anni si sar coinvolti nello svolgimento di una qualche funzione, e ne verranno influenzate:
- la famiglia
- il luogo in cui si vive
- le amicizie
- la qualit della vita.
7. I problemi: la scuola
- I problemi che attualmente si pongono nel considerare il mondo del lavoro nascono da una scarsa capacit della scuola italiana di preparare i giovani ad affrontare, non solo con consapevolezza ma soprattutto con gli strumenti idonei, le richieste delle aziende.
8. I problemi:il mercato del lavoro
- Altre problematiche sono quelle, pi difficilmente risolvibili, relative ad una forte contrazione dell'offerta di lavoro legata alla congiuntura economica, connessa, soprattutto al Sud, ad un insufficiente sviluppo della presenza delle imprese.
9. Auto-impiego: il dinamismo
- Il cambiamento del mercato del lavoro, sempre pi spesso connesso a concetti quali quelli di self-employment, microimprese e imprenditorialit diffusa, ha apportato sostanziali modifiche nella concezione del percorso di carriera: la parola chiave ora " dinamismo ".
DINAMISMO 10. INTRAPRENDITORIALITA
- L'intraprendenza sul lavoro ( intraprenditorialit ) viene sempre pi spesso premiata, in considerazione del fatto che rappresenta nel lungo periodo unvalore aggiuntonon indifferente per l'azienda.
11. Il lavoro a vita
- Un'unica preparazione non pu pi essere sufficiente per tutta la vita: il lavoro a vita in una stessa azienda, o una medesima professione, sono situazioni sempre meno attuali.
GOLD MEDAL 40 years 12. Le prospettive
- In futuro, infatti, sar bene considerare ogni contratto come un contrattoa termine , che potrebbe o meno essere rinnovato; nell'evenienza che non lo fosse, bisognerebbe essere preparati ad affrontare situazioni nuove, magarispecializzandosiin qualche disciplina non affrontata nei primi dieci o venti anni di vita lavorativa o mettendosi in proprio.
13. Distruzione creatrice
- Alla base della vita economica vi unadistruzione creatrice : il cambiamento continuo che si verifica pu causare la messa in discussione di privilegi e benemerenze acquisite, punendo in tal modo coloro che si aggrappano al passato, ma garantendo opportunit di successo a coloro che liberamente scelgono di lottare per una nuova affermazione. (Shumpeter)
14. Verso limpresa
- L'importanza di una costante formazione non riguarda solo i giovani che escono dalle scuole e devono apprendere le regole aziendali o imprenditoriali, ma anche coloro che, dopo uno o pi decenni di lavoro, si trovano espulsi dal mercato, senza molte possibilit concrete di rientrarvi.
- Ci, perch la loro preparazione si fermata con l'inizio dell'attivit lavorativa, senza invece presentarsi come uncontinuo processo di aggiornamento , miglioramento ed evoluzione della propria forma mentis.
15. Lorientamento
- L'attivit di orientamento sia scolastico che professionale acquista sempre maggiore importanza, parallelamente alla valorizzazione delle risorse umane, se finalizzata allo sviluppo del territorio.
16. Lorientamento nuovo
- Un orientamento nuovo, che abbia come obiettivo la preparazione delle nuove leve lavorative, parte dal potenziamento della conoscenza, intesa non solo come conoscenza della realt, ma anche di s.
17. Quale orientamento?
- Conoscenza del contesto
- Conoscenza di s
- Mercato del lavoro
- Innovazione
- Produttivit
- Capacit
- Abilit
- Punti deboli
- Aspirazioni
18. Bivalenza dellorientamento
- Bisogna ricordare comunque che un orientamento del genere non utile solo alle aziende per una scelta oculata dei propri dipendenti, ma anche ai lavoratori stessi che, al momento di candidarsi, saranno in grado di valutare meglio le varie offerte, decidendo la migliore per loro. In questo modo si otterr una forza lavoro pi motivata e consapevole della specifica funzione che andr a ricoprire.
19. Linteresse dellazienda
- In tal senso, opportuno sottolineare come con sempre maggiore frequenza le imprese antepongano l'interesse per i risvolti umani dell'organizzazione del lavoro, a quello inerente alle problematiche tecniche.
20. Luomo al centro
- L'oggetto di interesse l'uomo, l'uomo con le sue competenze, che fanno s che le tecniche e le organizzazioni funzionino in modo tale da produrre efficacemente i beni e i servizi di cui la societ necessita.
21. Formazione delle competenze
- Questo processo stato chiamato "formazione delle competenze": esso pu essere messo in moto solo nel caso in cui vi sia una chiara percezione dell'utilit di investire sulle competenze. Tale compito riguarda in primo luogo la scuola e i singoli individui adulti.
22. Orientare limpresa
- Lorientamento non pi unicamente diretto alla preparazione di funzionari o tecnici impiegati in aziende pubbliche o private, ma si parla sempre pi di orientamento all'imprenditorialit, la cui missione pu sinteticamente essere riassunta nella diffusione di una cultura favorevole alla nascita di nuove iniziative imprenditoriali .
23. Il self employment: le ragioni
- In futuro la strada del lavoro dipendente sar difficile da imboccare e caratterizzata da una crescente mobilit professionale.
- L'esperienza del lavoro autonomo e del self-employment (autoimpiego) si far molto diffusa, in linea con una crescente affermazione della flessibilit e dell'intraprendenza nell'interpretazione da parte degli individui della loro vita lavorativa.
- Questo proprio perch la disoccupazione diventa un fattore non congiunturale mastrutturale , diffondendo la tendenza a cercare sbocchi nel lavoro indipendente.
24. Le metodologie
- L'acquisizione delle attitudini imprenditoriali non pu avvenire attraverso l'uso di metodologie didattiche classiche, ma solo attraverso:
- attivit di assistenza personalizzata
- role-playing
- simulazioni
- progettazioni
- metodologie interattive
25. Le strategie orientative
- Qualunque strategia orientativa dovr sempre pi adeguarsi alla rilevanza sociale della propria funzione:
- il suo compito sar quello di supplire alla mancanza di corpi intermedi che facilitino l'incontro tra domanda e offerta di lavoro e che siano in grado di evolversi coerentemente con lo sviluppo di alcuni parametri del mercato del lavoro in Italia .
26. La cultura imprenditoriale
- Per cultura imprenditoriale si pu definire linsieme di conoscenze, di tecniche, metodologie, saperi, anche non completamente formalizzati, che si riferiscono alla gestione dellimpresa.
27. Limpresa: i valori
- Alla cultura imprenditoriale appartengono anche tutti quei valori, comportamenti, convinzioni e attributi propri di chi anima le imprese. Tra questi trovano posto sicuramente:
- la creativit
- la tenacia
- lo spirito d'iniziativa
- la capacit di prendere autonomamente delle iniziative e di realizzarle, sulla base di visioni, rappresentazioni realistiche di ci che si vuole attuare.
28. Limprenditorialit
- la capacit di concepire, elaborare e realizzare una valida sintesi innovativa tra le necessit dei clienti, il sistema di risorse e competenze, il prodotto/servizio offerto.
29. Limprenditivo
- Il modello professionale imprenditivo e del lavoro autonomo una realt praticata da una componente sempre pi ampia del mondo del lavoro: alla fine del 2000 circa il 30% della popolazione rientrava in tale modello di lavoro.
30. Gli effetti dellimprenditorialit
- I self-employers che hanno saputo sviluppare comportamenti e strategie di self-marketing e di auto valorizzazione, riuscendo a realizzare una sintesi innovativa imprenditoriale, non solo hanno creato lavoro per s e per altri, ma anche presupposti di sicurezza e gratificazioni per il futuro.
31. La storia
- Nella letteratura economica l'interesse per il fenomeno della nuova imprenditorialit recente: in gran parte esso dovuto a una serie di risultati empirici, prodotti con il lavoro di David Birch sull'evoluzione dell'occupazione nelle imprese manifatturiere degli Stati Uniti, i quali dimostravano che quasi l'80% dell'incremento occupazionale registrato dal 1969 al 1976 era da attribuirsi allepiccole strutture imprenditoriali, con un numero di dipendenti non superiore ai venti .
32. Listituzione fulcro
- Gli Stati Uniti potevano gi contare su una solida istituzione pubblica come la Small Business Administration per studiare delle strategie di intervento a supporto delle piccole imprese. In pochi anni la potente agenzia federale pot diventare un punto forte di riferimento per l'intera economia del Paese.
Small Business Administration 33. LEuropa
- Anche in Europa fu condotta la stessa indagine e i risultati furono assai simili. Gran Bretagna e Francia cominciarono ad adottare un'intensa azione politica di aiuto alla creazione e sostegno delle piccole imprese, soprattutto per lo sviluppo di aree tradizionalmente depresse o in forte declino industriale.
34. Le reazioni della grande industria
- Parallelamente al proliferare delle piccole aziende, anche i grandi gruppi industriali, per risolvere problemi di dimensione e di gestione spesso troppo burocratizzata e inefficiente, cominciarono a razionalizzare la struttura organizzativa suddividendo le proprie aree di business in tante "piccole unit" nel tentativo di riprodurre la logica di gestione flessibile ed efficiente della piccola impresa anche nelle multinazionali.
35. LItalia
- L'Italia, tradizionalmente ricca di piccole imprese e con un alto tasso di natalit aziendale, diventava un Paese di enorme interesse e oggetto di ricerca internazionale. Il caso italiano era tanto pi interessante poich era difficile capire come le piccole imprese avessero potuto svilupparsi in modo cos sensibile a fronte diuna totale assenza di sostegno politico e finanziario .
36. Le politiche di sostegno
- In Italia una politica di supporto alla creazione d'impresa nacque durante gli anni Ottanta e, come negli altri Paesi Europei, venne inizialmente utilizzata come uno strumento efficace di politica attiva del lavoro: strumento di lotta alla disoccupazione soprattutto nelle aree pi depresse del Paese.
37. La legge De Vito
- Sono di quegli anni la legge De Vito, anche conosciuta come "legge 44, varata per la promozione e lo sviluppo di imprenditorialit giovanile nelle regioni del centro-sud dell'Italia, cos come la legge Marcora che incentivava la creazione di imprese cooperative tra i lavoratori espulsi dal processo produttivo o collocati in cassa integrazione.
38. Limiti degli interventi
- Resta in secondo piano il dibattito economico e politico circa il contributo che le nuove imprese possono apportare all'arricchimento, alla diversificazione e all'innovazione del tessuto produttivo del Paese, fattori indispensabili per garantire la crescita dell'intero sistema e per mantenere livelli competitivi accettabili sul mercato internazionale
39. La figura dellimprenditore
- La figura dell'imprenditore ha conosciuto solo recentemente una rivalutazione teorica e una maggiore accettazione sociale: negli Stati Uniti il fenomeno dell'imprenditorialit diffusa ha assunto connotazioni quasi di massa, interessando ampi strati della popolazione. Ci stato favorito anche dalla presenza di modelli di imprenditori di successo nei quali le persone potessero identificarsi. La cultura imprenditoriale americana risulta cos forte e condivisa in quanto coerente con i valori tradizionali del Paese,individualismoeindipendenza .
40. Gli impedimenti
- Il cambiamento di atteggiamento verso l'imprenditorialit ha investito anche l'Europa e l'Italia, anche se in tempi pi recenti e con intensit diverse nelle varie aree geografiche. Tuttavia vari impedimenti anche di natura culturale, hanno limitato questo fenomeno. Ad esempio il sistema scolastico italiano ha contribuito scarsamente alla trasmissione dei valori imprenditoriali.
41. Gli effetti positivi
- L'imprenditorialit richiede e valorizza l'autonomia, l'indipendenza, l'autodeterminazione, sviluppa atteggiamenti proattivi verso l'ambiente sociale ed economico circostante, favorisce la cooperazione e la condivisione di obiettivi comuni.
42. Dire la verit
- Quando si fa orientamento al lavoro per diplomati e laureati, si rischia di trasmettere una lettura parziale della realt lavorativa attuale se si prospettano solo soluzioni di lavoro fisso nella grande impresa o nella Pubblica amministrazione e non si incentiva invece il giovane a valutare l'ipotesi di mettersi in proprio.
43. Le aree industrializzate
- Anche nelle aree pi industrializzate del Paese, creazione d'impresa e self-employment sono strumenti di politica attiva del lavoro, utili soprattutto per fronteggiare i processi di deindustrializzazione o di ristrutturazioni organizzative delle grandi imprese che hanno estromesso dal mercato del lavoro manodopera spesso anche qualificata e con alta professionalit.
44. Una opportunit differente
- Si tratta di proporre a cassintegrati, lavoratori iscritti alle liste di mobilit, giovani laureati disoccupati, donne adulte, l'alternativa del lavoro in proprio, come possibile soluzione al problema occupazionale.
- Donne con un tasso di scolarit pi basso o che intendono rientrare nel mercato del lavoro dopo un periodo di sospensione per la cura dei figli, incontrano difficolt di ricollocamento nel mercato del lavoro spesso insormontabili.
- Il lavoro in proprio pu, quindi, essere l'unica alternativa per garantirsi un reddito minimo.
45. Donne imprenditrici
- La presenza femminile, bench altamente scolarizzata, fortemente sottodimensionata nell'attuale classe imprenditoriale di piccole e medie imprese italiane e il tasso di creazione di nuove imprese gestite da donne continua a essere sensibilmente basso.
46. Immigrati scolarizzati
- In alcune Province lombarde sono state avviate sperimentazioni di imprenditorialit diffusa anche su popolazioni di immigrati laureati che intendono avviare in Italia un'attivit in proprio o di tipo imprenditoriale, magari in collegamento con i Paesi di origine.
47. Il sistema azienda
- In Italia vi sono circa 4 milioni di imprese di cui pi di 2 milioni sono ditte individuali e quasi 800mila societ di persone. Quasi il 40% delle imprese operano nel settore commerciale, circa il 30% nel settore dei servizi, il 2% nel settore primario e la restante parte nelle manifatture e nell'edilizia.
48. Gli obiettivi delle politiche attive
- LE POLITICHE ATTIVE DEVONO AVERE COME OBIETTIVI, IN RELAZIONE AL SELF-EMPLOYMENT:
- Stimolare la nascita delle nuove imprese -
- Presidiare le fasi pi delicate dello start-up delle micro imprese -
- Evitare di far nascere delle mono-cellule imprenditoriali che non riescono a superare la tipica fase di "sopravvivenza" concentrata nei primi 2-3 anni di vita -
49. La fattibilit progettuale
- La nascita di una nuova impresa nella maggioranza dei casi avviene senza che l'aspirante imprenditore abbia preventivamente valutato la bont della propria idea imprenditoriale e la fattibilit del progetto sia in termini di probabilit di sopravvivenza che di potenzialit di sviluppo dell'impresa.
50. Imprenditori si nasce o si diventa?
- L'imprenditore un professionista e, dato il contesto competitivo esterno in cui le piccole imprese oggi sono costrette a operare, il livello di professionalit richiesto sar sempre maggiore in termini di competenze tecniche, capacit decisionali e abilit nella gestione di risorse umane.
- Possono essere create solide imprese, con possibilit di sviluppo nel futuro, a condizione che si faccia un massiccio investimento nella risorsa umana, vale a dire sullo stesso neo-imprenditore.
51. Il progetto di impresa Un progetto imprenditoriale sar valutato tanto pi favorevolmente quanto pi forte la coerenza tra le caratteristiche del business e le caratteristiche della persona che lo interpreta, lo valorizza e lo rende fattibile. 52. Il nuovo sistema
- Negli anni Novanta la gran parte delle nuove imprese nata nei settori dei servizi ed andata affermandosi tra gli studiosi la convinzione che la locomotiva dello sviluppo economico non pi la produzione di massa e il consumo di massa, ma l'alta tecnologia e i servizi.
- Il miglior viatico, per garantire progresso economico non sta pi nella razionalizzazione della gestione delle imprese, ma nell'innovazione.
53. Le nuove imprese
- Le nuove imprese e pi in generale le piccole imprese, possono dunque essere viste come un soggetto economico non subordinato alla grande impresa, con ambiti settoriali distinti e ben delineati.
- Diventano portatrici di una "cultura del servizio" e di un approccio pi flessibile e "personalizzato" verso il mercato assumendo un ruolo fondamentale soprattutto per il trasferimento tecnologico in quanto veicoli veloci e flessibili di diffusione dell'innovazione.
54. Le nuove frontiere
- Una nuova impresa deve essere pi efficiente e/o innovativa per prevalere: deve offrire un prodotto o un servizio uguali o migliori di quelli esistenti a un prezzo competitivo, sfruttando i vantaggi che le sono propri, e, in altre parole, deve riuscire a migliorare il rapporto prestazione/costo.