SEL presenta le parole chiave del suo impegno, i temi della sua agenda politica, l’idea di società che vuol costruire. Insieme a tutti voi, perché, per farlo, occorre essere in tanti.Ci vuole la politica. La “buona” politica che sa farsi carico di un progetto di società, che punta dritta sul cambiamento, che sa raccogliere attorno a sé risorse morali e culturali, produttive e sociali.

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Sono 40 milardi di euro le risorse necessarie al riassetto idrogeologico. Per indennizzi a posteriori si sono spesi 52 miliardi in cinquant’anni e se sommiamo i terremoti arriviamo a 213 miliardi.Proponiamo un piano decennale ordinario che stanzi 4 miliardi l’anno e che rimetta in moto la occupazione. Chiediamo ai Comuni di redigere entro 6 mesi piani attuativi per rinaturalizzare i corsi d’acqua.Ci vuole una legge che impedisca le nuove costru-zioni nelle aree di perti- nenza fluviale e blocchi il con-sumo di suolo agricolo

La RAI è un servizio pubblico. E’ un bene comune, una risorsa di democrazia, che deve offrire ad ogni cittadino pluralismo, qualità della programmazione e buona informazione.Il contrario di quello che è avvenuto negli ultimi anni.L’unica riforma su cui noi siamo impegnati prevede l’autonomia completa del servizio pubblico. I partiti devono uscire dalla RAI.Alla politica resti solo il dovere d’indirizzo e di garanzia del pluralismo non la gestio-ne del servizio.

La cultura, la più grande ricchezza italiana è stata umiliata. Scuola, ricerca ed università sono state avvilite. Teatro, cinema e musica sono considerati mestieri minori. Il nostro grande patrimonio culturale è stato abbandonato: siamo più poveri anche per questo. Servono risorse urgenti per rilanciare il sistema pubblico dei saperi. E’ questo uno dei fattori di trasformazione dell’Italia. Occorre rifinanziare, riqualificare, investire nel grande giacimento culturale ed intellettuale.

In una società civile ogni conflitto d’interesse che invada le istituzioni rappresenta un arretramento della democrazia. Con Berlusconi, per 15 anni c’è stata una concentrazione di poteri, interessi privati e funzioni che non ha avuto pari in tutta Europa e non solo. Ma la questione non si è risolta con le dimissioni di Berlusconi e si può ripresentare in qualsiasi momento.Per questo SEL proporrà una legge che permetta di evitare qualunque conflitto di interes-si a livello istituzionale e parlamentare.Per non dover mai più subire leggi e politiche ad personam.

La qualità del lavoro è l’asso nella manica per ridarci un futuro, una società più giusta, un’economia più forte. In Italia e non solo si è fatto il contrario. La riduzione dei diritti sociali e del lavoro ha determinato l’aumento delle diseguaglianze e favorito la crisi attuale. Bisogna ricomporre un puzzle di diritti differenti e frammentati il cui profilo dominante è la precarietà.Vogliamo mantenere il contratto nazionale come cuore della contrattazione collettiva,ripristinare la normalità del rapporto di lavoro a tempoindeterminato, rendere univer-sali gli ammortiz-zatori sociali,impedire le dimis-sioni in bianco.

L’Italia spende oltre 25 miliardi di euro all’anno per la difesa militare. Lo fa in un momento in cui si chiedono gravi sacrifici ai cittadini attraverso una manovra iniqua.La spesa militare può essere ridotta immediatamente di 1,5 miliardi con l’uscita dal programma JSF per l’acquisto di caccia F35, il totale ritiro dall’Afghanistan, la rinuncia alla costruzione di altre 4 fregate FREMM ed al programma missilistico MEADS. Con provvedimenti di buon senso, come la ridu-zione del numero di basi della aereonautica e lamessa in riserva di unità navali sipossono risparmia-re da subito 2,5 miliardi di euro l’anno.

La salute è al primo posto per tutti, ma i tagli alla sanità la stanno rendendo un diritto sempre più fragile. La sanità deve tornare a funzionare bene per tutti, dentro e fuori gli ospedali. Per questo il sistema sanitario deve essere forte, pubblico, universale e finanziato. In Italia la sanità privata vive in realtà coi soldi pubblici, da essi trae profitto.La spesa sanitaria, che è più bassa che in altri paesi, va riorganizzata, liberata dagli sprechi, resa più vicina alle persone, affrancata dai troppi affari e dalle infiltrazioni mafiose. La salute si difende con tanta prevenzione, nei luoghi di lavoro, nella qualità degli alimenti e dell’aria.

Ogni giorno assistiamo alle evoluzioni delle borse, degli spread e degli indici della finanza, speculativa e non. E’ una giostra che ci riguarda, ma non è la nostra e non vogliamo essere noi a pagare il suo funzionamento. L’unità europea è un sogno di generazioni, che l’hanno pensata come un luogo di pace, libertà, accoglienza e diritti uguali. Non come lo spazio della competizione e delle diseguaglianze. Per noi l’Europa ha il volto dei giovani che l’attraversano, non quello dei burocrati della BCE. Vogliamo la democra-zia europea. Dobbiamo cos-truire gli Stati Uniti diEuropa.

Il costo della crisi è finito ancora una volta sulle spalle dei soliti. Che l’abbia fatto un governo “tecnico” invece che politico non cambia nulla. Sono state colpite pensioni e casa, intaccati i servizi pubblici primari, come la sanità, l’educazione, il trasporto.Non si è proceduto a trasferire l’imposizione fiscale dal lavoro alle grandi ricchezze: non è stata introdotta alcuna patrimoniale, nè ordinaria e neppure straordinaria.E’ stata una manovra senza equità. L’Italia resta un paese dalle diseguaglianze molto marcate, un luogo dove il lavoro manca per i giovani ed il poco che c’è è precario.

Le donne italiane vogliono essere libere nella vita perso-nale e sul piano economico. L’Italia non riconosce questa scelta.Occupazione, retribuzioni e pensioni più basse, pochi servizi e molti licenziamenti, anche per maternità. Tutto questo di fronte a tanta cultura, capacità e cura che le donne si prendono del buon vivere dell’intera società. Il fisco deve incoraggiare il lavoro regolare delle donne, l’assegno di maternità deve essere un diritto per tutte, devenascere un nuovo welfare diinfrastrutture sociali e servizi.Dalle cattedre della “morale” le donne preten-dono rispetto, non prediche e divieti.

I diritti civili non sono un bene secondario, non vengono dopo le tematiche sociali e del lavoro, né riguardano minoranze.Sono tutt’uno con l’idea di una società in cui eguaglianza e libertà siano i principi di riferimento e in cui si affermi il principio della laicità delle istituzioni. Devono finalmente trovare piena realizzazione la libertà di scelta sulla vita, la sua riproduzione, la sua fine dignitosa, i diritti di genere e quelli dei migranti, che devono poter diventare a pieno titolo cittadini italiani, partendo dal riconoscimento della cittadinanza per i minori nati in Italia e del diritto di voto.