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RESOCONTO STENOGRAFICO 449. SEDUTA DI MERCOLEDÌ 24 GIUGNO 2015 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI INDI DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO E DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI INDICE RESOCONTO STENOGRAFICO .................... 1-138 PAG. Missioni ............................................................ 1 Preavviso di votazioni elettroniche .............. 1 (La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,30) ............................................................. 1 PAG. Proposta di legge: Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale, al codice di procedura penale, al codice di procedura civile e al codice civile in ma- teria di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante nonché di segreto professio- Atti Parlamentari I Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA DISCUSSIONI SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 N. B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti” del sito della Camera dei deputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestuali verso il Resoconto Stenografico (Vedi RS) ed ai documenti di seduta (Vedi All. A). N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: Partito Democratico: PD; MoVimento 5 Stelle: M5S; Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL); Area Popolare (NCD-UDC): (AP); Scelta Civica per l’Italia: (SCpI); Sinistra Ecologia Libertà: SEL; Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA); Per l’Italia-Centro Democratico (PI-CD); Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN); Misto: Misto; Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all’estero-Alleanza per l’Italia: Misto-MAIE-ApI; Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling; Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l’Italia (PLI): Misto-PSI-PLI; Misto-Alternativa Libera: Misto-AL.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

449.

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 24 GIUGNO 2015PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

INDI

DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

E DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

I N D I C E

RESOCONTO STENOGRAFICO .................... 1-138

PAG.

Missioni ............................................................ 1

Preavviso di votazioni elettroniche .............. 1

(La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle10,30) ............................................................. 1

PAG.

Proposta di legge: Modifiche alla legge 8febbraio 1948, n. 47, al codice penale, alcodice di procedura penale, al codice diprocedura civile e al codice civile in ma-teria di diffamazione, di diffamazione conil mezzo della stampa o con altro mezzodi diffusione, di ingiuria e di condanna delquerelante nonché di segreto professio-

Atti Parlamentari — I — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015

N. B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti”del sito della Camera dei deputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestualiverso il Resoconto Stenografico (Vedi RS) ed ai documenti di seduta (Vedi All. A).

N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: Partito Democratico: PD; MoVimento 5 Stelle: M5S; Forza Italia - IlPopolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL); Area Popolare (NCD-UDC): (AP); Scelta Civicaper l’Italia: (SCpI); Sinistra Ecologia Libertà: SEL; Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noicon Salvini: (LNA); Per l’Italia-Centro Democratico (PI-CD); Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale:(FdI-AN); Misto: Misto; Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all’estero-Alleanza per l’Italia:Misto-MAIE-ApI; Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling; Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)- Liberali per l’Italia (PLI): Misto-PSI-PLI; Misto-Alternativa Libera: Misto-AL.

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PAG.

nale. Ulteriori disposizioni a tutela delsoggetto diffamato (Approvata dalla Camerae modificata dal Senato) (A.C. 925-C) (Se-guito della discussione ed approvazione) . 1

(Esame articolo 5 – A.C. 925-C) .................. 2

Presidente ..................................................... 2

Buttiglione Rocco (AP) ............................... 5

Cirielli Edmondo (FdI-AN) ........................ 4

Colletti Andrea (M5S) ........................... 9, 10, 13

Costa Enrico, Viceministro della giustizia . 2

D’Alessandro Luca (FI-PdL) ...................... 9

Farina Daniele (SEL) .................................. 7

Molteni Nicola (LNA) ................................. 8

Ottobre Mauro (Misto-Min.Ling.) .............. 7, 12

Pagano Alessandro (AP) ............................. 13

Sannicandro Arcangelo (SEL) ................... 11

Sibilia Carlo (M5S) ..................................... 3

Vazio Franco (PD) ...................................... 6, 11

Verini Walter (PD), Relatore ...................... 2

(Esame articolo 6 – A.C. 925-C) .................. 14

Presidente ..................................................... 14

Bruno Franco (Misto-MAIE-ApI) .............. 15

Colletti Andrea (M5S) ................................. 15

Costa Enrico, Viceministro della giustizia . 15

Ferraresi Vittorio (M5S) ............................. 17

Molteni Nicola (LNA) ................................. 16

Vazio Franco (PD) ...................................... 16

Verini Walter (PD), Relatore ...................... 14

(Esame di un emendamento al titolo – A.C.925-C) ............................................................ 18

Presidente ..................................................... 18

Costa Enrico, Viceministro della giustizia . 18

(Esame ordini del giorno – A.C. 925-C) ...... 19

Presidente ..................................................... 19

Costa Enrico, Viceministro della giustizia . 19

D’Alessandro Luca (FI-PdL) ...................... 19

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 925-C) . 19

Presidente ..................................................... 19

Cirielli Edmondo (FdI-AN) ........................ 19

D’Alessandro Luca (FI-PdL) ...................... 28

Dambruoso Stefano (SCpI) ........................ 23

Farina Daniele (SEL) .................................. 26

Liuzzi Mirella (M5S) ................................... 31

Molteni Nicola (LNA) ................................. 22

Mucci Mara (Misto-AL) .............................. 21

Pagano Alessandro (AP) ............................. 27

Rotta Alessia (PD) ....................................... 33

(Coordinamento formale – A.C. 925-C) ....... 35

Presidente ..................................................... 35

PAG.

(Votazione finale ed approvazione – A.C.925-C) ............................................................ 35

Presidente ..................................................... 35

(La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle15,05) ............................................................. 35

Interrogazioni a risposta immediata (Svolgi-mento) ........................................................... 35

(Chiarimenti in merito ai tempi per l’asse-gnazione dei titoli di pagamento della po-litica agricola comune agli agricoltori, an-che al fine di consentire alla regione Lom-bardia di erogare, in tempo utile, l’antici-pazione dei contributi – n. 3-01562) ........ 36

Guidesi Guido (LNA) .................................. 36, 37

Martina Maurizio, Ministro delle politicheagricole, alimentari e forestali .................... 36

(Elementi ed iniziative in ordine a irregolaritàriscontrate dall’Ufficio europeo per la lottaantifrode (Olaf) in alcuni procedimenti at-tuati dall’AGEA – n. 3-01563) ................... 37

Bernini Massimiliano (M5S) ...................... 37, 38

Martina Maurizio, Ministro delle politicheagricole, alimentari e forestali .................... 37

(Intendimenti del Governo in merito all’ap-plicazione dell’IMU sui terreni agricoli –n. 3-01564) ................................................... 39

Bianchi Dorina (AP) ................................... 39

Martina Maurizio, Ministro delle politicheagricole, alimentari e forestali .................... 39

(Iniziative volte a dare attuazione agli impegniderivanti dalla strategia nazionale LGBT2013-2015 e dalla Convenzione di Istanbul– n. 3-01565) ............................................... 40

Costantino Celeste (SEL) ............................ 40, 41

Giannini Stefania, Ministra dell’istruzione,dell’università e della ricerca ..................... 40

(Interventi in relazione ad iniziative sullacosiddetta teoria del gender promosse inambito scolastico – n. 3-01566) ................ 41

Giannini Stefania, Ministra dell’istruzione,dell’università e della ricerca ..................... 42

Meloni Giorgia (FdI-AN) ............................ 41, 43

(Iniziative volte a sensibilizzare gli studentisul tema della cultura della differenza,anche al fine di prevenire nelle scuole ilbullismo basato sull’omofobia –n. 3-01567) ................................................... 43

Carocci Mara (PD) ...................................... 44

Giannini Stefania, Ministra dell’istruzione,dell’università e della ricerca ..................... 43

Rocchi Maria Grazia (PD) ......................... 43

Atti Parlamentari — II — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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PAG.

(Iniziative per garantire il diritto allo studioagli alunni diversamente abili –n. 3-01568) ................................................... 44

Giannini Stefania, Ministra dell’istruzione,dell’università e della ricerca ..................... 45

Matarrese Salvatore (SCpI) ........................ 45, 46

(Iniziative di competenza per facilitare il pro-cesso di semplificazione in ambito univer-sitario, con particolare riferimento ai con-tratti di collaborazione, all’acquisto di benie servizi e al rimborso delle spese permissioni – n. 3-01569) ............................... 46

Giannini Stefania, Ministra dell’istruzione,dell’università e della ricerca ..................... 46

Segoni Samuele (Misto-AL) ........................ 46, 47

(Elementi ed iniziative di competenza in re-lazione al rispetto della disciplina in ma-teria di incompatibilità tra incarichi pub-blici e privati con riferimento alla situa-zione del rettore dell’Università di Teramo edi altri docenti universitari – n. 3-01570) . 48

Di Stefano Fabrizio (FI-PdL) .................... 48, 49

Giannini Stefania, Ministra dell’istruzione,dell’università e della ricerca ..................... 48

(Tempi per la definizione e la presentazione alCIPE del nuovo programma nazionale perla ricerca – n. 3-01571) ............................. 49

Giannini Stefania, Ministra dell’istruzione,dell’università e della ricerca ..................... 49

Gigli Gian Luigi (PI-CD) ............................ 49, 50

(La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle16,15) ............................................................. 51

Missioni (Alla ripresa pomeridiana) ............ 51

Comunicazioni del Presidente del Consigliodei ministri in vista del Consiglio europeodel 25 e 26 giugno 2015 ............................ 51

(Intervento del Presidente del Consiglio deiministri) ......................................................... 51

Presidente ..................................................... 51

Renzi Matteo, Presidente del Consiglio deiministri .......................................................... 51

(Discussione) ..................................................... 59

Presidente ..................................................... 59

Buttiglione Rocco (AP) ............................... 75

Di Battista Alessandro (M5S) .................... 61

Fratoianni Nicola (SEL) ............................. 69

La Russa Ignazio (FdI-AN) ........................ 64

Mazziotti Di Celso Andrea (SCpI) ............ 67

Prestigiacomo Stefania (FI-PdL) ............... 65

Simonetti Roberto (LNA) ........................... 72

PAG.

Tabacci Bruno (PI-CD) ............................... 70

Tidei Marietta (PD) ..................................... 59

Zampa Sandra (PD) .................................... 73

(Annunzio di risoluzioni) ................................ 76

Presidente ..................................................... 76

(Parere del Governo) ....................................... 77

Presidente ..................................................... 77

Brunetta Renato (FI-PdL) .......................... 80

Gozi Sandro, Sottosegretario alla Presi-denza del Consiglio dei ministri ................ 77

Palese Rocco (FI-PdL) ................................ 80

(Dichiarazioni di voto) .................................... 81

Presidente ..................................................... 81

Argentin Ileana (PD) ................................... 101

Artini Massimo (Misto-AL) ........................ 82

Brunetta Renato (FI-PdL) .......................... 95

Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI) ................ 81

Fedriga Massimiliano (LNA) ...................... 86

Galgano Adriana (SCpI) ............................. 89

Lupi Maurizio (AP) ..................................... 92

Maietta Pasquale (FdI-AN) ........................ 85

Marazziti Mario (PI-CD) ............................ 83

Ottobre Mauro (Misto-Min.Ling.) .............. 81

Petraroli Cosimo (M5S) .............................. 97

Rosato Ettore (PD) ...................................... 99

Scotto Arturo (SEL) .................................... 91

(Votazioni) ......................................................... 102

Presidente ..................................................... 102

Palazzotto Erasmo (SEL) ........................... 102

Disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 65 del 2015: Disposizioni urgentiin materia di pensioni, di ammortizzatorisociali e di garanzie TFR (A.C. 3134-A)(Discussione) ................................................. 104

(La seduta, sospesa alle 20,15, è ripresa alle20,30) ............................................................. 105

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3134-A) . 105

Presidente ..................................................... 105

Baruffi Davide (PD) .................................... 111

Bellanova Teresa, Sottosegretaria per il la-voro e le politiche sociali ........................... 111

Burtone Giovanni Mario Salvino (PD) ..... 119

Cominardi Claudio (M5S), Relatore di mi-noranza ......................................................... 108

Dall’Osso Matteo (M5S) .............................. 120

Giacobbe Anna (PD), Relatrice per la mag-gioranza ......................................................... 105

Pili Mauro (Misto) ....................................... 122

Atti Parlamentari — III — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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PAG.

Polverini Renata (FI-PdL) .......................... 113

Sannicandro Arcangelo (SEL) ................... 116

Simonetti Roberto (LNA), Relatore di mi-noranza ......................................................... 110

(Repliche dei relatori e del Governo – A.C.3134-A) ........................................................... 126

Presidente ..................................................... 126

Calendario dei lavori dell’Assemblea (luglio2015) e programma dei lavori (agosto-settembre 2015) ........................................... 126

Presidente ..................................................... 126

PAG.

Sull’ordine dei lavori ...................................... 131

Presidente ..................................................... 131

Burtone Giovanni Mario Salvino (PD) ..... 131

Ordine del giorno della seduta di domani . 131

Testo integrale della relazione del deputatoRoberto Simonetti in sede di discussionesulle linee generali (A.C. 3134-A) ............. 132

ERRATA CORRIGE ........................................ 133

Organizzazione dei tempi di esame degliargomenti in calendario ............................. 134

Votazioni elettroniche (Schema) .. Votazioni I-XVIII

N. B. I documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula sonopubblicati nell’Allegato A.Gli atti di controllo e di indirizzo presentati e le risposte scritte alle interrogazioni sono pubblicatinell’Allegato B.

SEDUTA PRECEDENTE: N. 448 — MARTEDÌ 23 GIUGNO 2015

Atti Parlamentari — IV — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTEROBERTO GIACHETTI

La seduta comincia alle 10.

GIOVANNI SANGA, Segretario, legge ilprocesso verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osserva-zioni, il processo verbale si intende ap-provato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensidell’articolo 46, comma 2, del Regola-mento, i deputati Angelino Alfano, Gioac-chino Alfano, Amici, Bratti, Cicchitto, Co-sta, Dambruoso, Damiano, Dellai, Di Gioia,Fedriga, Ferranti, Ferrara, Giancarlo Gior-getti, Gitti, Guerra, La Marca, Lauricella,Lupi, Manciulli, Marotta, Merlo, Piepoli,Rosato, Sani, Scalfarotto, Schullian,Scotto, Speranza, Tabacci, Turco, ValeriaValente, Vignali, Villecco Calipari e Vitellisono in missione a decorrere dalla sedutaodierna.

I deputati in missione sono complessi-vamente centotredici, come risulta dal-l’elenco depositato presso la Presidenza eche sarà pubblicato nell’allegato A al re-soconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all’Assembleasaranno pubblicate nell’allegato A al reso-conto della seduta odierna.

Preavviso di votazionielettroniche (ore 10,09).

PRESIDENTE. Poiché nel corso dellaseduta potranno aver luogo votazioni me-diante procedimento elettronico, decor-rono da questo momento i termini dipreavviso di cinque e venti minuti previstidall’articolo 49, comma 5, del Regola-mento.

Sospendo pertanto la seduta.

La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresaalle 10,30.

Seguito della discussione della proposta dilegge: Costa: Modifiche alla legge 8febbraio 1948, n. 47, al codice penale,al codice di procedura penale, al codicedi procedura civile e al codice civile inmateria di diffamazione, di diffama-zione con il mezzo della stampa o conaltro mezzo di diffusione, di ingiuria edi condanna del querelante nonché disegreto professionale. Ulteriori disposi-zioni a tutela del soggetto diffamato(Approvata dalla Camera e modificatadal Senato) (A.C. 925-C).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recail seguito della discussione della propostadi legge, già approvata dalla Camera emodificata dal Senato, Atto Cameran. 925-C: Costa: Modifiche alla legge 8febbraio 1948, n. 47, al codice penale, alcodice di procedura penale, al codice diprocedura civile e al codice civile in ma-teria di diffamazione, di diffamazione conil mezzo della stampa o con altro mezzodi diffusione, di ingiuria e di condanna del

RESOCONTO STENOGRAFICO

Atti Parlamentari — 1 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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querelante nonché di segreto professio-nale. Ulteriori disposizioni a tutela delsoggetto diffamato.

Ricordo che nella seduta di ieri è statoapprovato da ultimo l’articolo 3.

(Esame dell’articolo 5 – A.C. 925-C)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 5 e delle proposte emendative adesso presentate (Vedi l’allegato A – A.C.925-C).

Se nessuno chiede di intervenire sulcomplesso degli emendamenti, chiedo alrelatore e al rappresentante del Governodi esprimere il parere sugli emendamentiriferiti all’articolo 5. Onorevole relatore,attendiamo i pareri sull’articolo 5.

WALTER VERINI, Relatore. SignorPresidente, sull’emendamento Pagano 5.52il parere è contrario, così come sui sube-mendamenti Colletti 0.5.100.1 e 0.5.100.2,mentre sul subemendamento Colletti0.5.100.3 vi è l’invito al ritiro, altrimenti ilparere è contrario. Inoltre, sull’emenda-mento 5.100 della Commissione il parere èfavorevole, mentre il parere è contrariosugli emendamenti Daniele Farina 5.8,Sannicandro 5.7 e 5.6, Vacca 5.50 e 5.51,e Businarolo 5.4.

PRESIDENTE. Il Governo ?

ENRICO COSTA, Viceministro dellagiustizia. Signor Presidente, sull’emenda-mento Pagano 5.52 il Governo si rimetteall’Aula, mentre il parere è contrario suisubemendamenti Colletti 0.5.100.1,0.5.100.2 e 0.5.100.3. Inoltre, il Governo sirimette all’Aula sull’emendamento 5.100della Commissione, mentre il parere ècontrario su tutti gli altri emendamentiriferiti all’articolo 5.

Sulla posizione espressa dal Governo,intervengo semplicemente per motivarla eargomentarla. Il Governo ritiene che ladisciplina della responsabilità aggravata edella lite temeraria sia giusto affrontarla,ma in un ambito organico. È chiaro che inquesto caso affrontiamo il tema nell’am-

bito della disciplina specifica della diffa-mazione a mezzo stampa, laddove nel casodi specie il convenuto è un giornalista. Èevidente però che anche affrontandola inquesto e anche al di là del merito di comeviene definita la questione, introdurre unanorma come quella che è stata introdottadalla Commissione può determinare deglieffetti, anche interpretativi, sugli altri pas-saggi: pensiamo al comma 3 dell’articolo96; degli effetti indiretti dal punto di vistainterpretativo che non possono essere inquesto momento prevedibili.

Quindi, il Governo si rimette alla va-lutazione del Parlamento su quello che èstato il percorso e aggiungo un passaggio.Chi vi parla è il primo firmatario dellaproposta di legge in oggetto, che era par-tita da dei presupposti e delle basi diverse.Sono stati introdotti, mano a mano, aspettiche possono essere anche valutabili nelmerito, però devo dire che hanno rischiatodi portare un po’ fuori strada quello cheera il percorso originario. Ecco, devo direche forse non è più così riconoscibile ilpercorso che è stato avviato all’inizio.

Però è chiaro che si prende atto diquello che è lo svolgimento dei lavori dellaCommissione e quindi questa è la ragioneper cui sia sull’emendamento Pagano, chesopprime la norma, sia sull’emendamentodella Commissione, che la rimodula, ilgiudizio del Governo è un giudizio dirimessione alla valutazione dell’Aula.

WALTER VERINI, Relatore. Chiedo diparlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI, Relatore. Signor Pre-sidente, io...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Verini.Onorevole Colletti, bisognerebbe seguire,perché i pareri sono già stati dati. Li hadati i pareri, forse lei era distratto, ma ipareri li ha dati. Qual è il problema,onorevole Colletti ? Non ho capito. Si alzi,prenda il microfono e dica qual è ilproblema. Siamo ai pareri all’articolo 5,onorevole Colletti. Prego, onorevole Verini.

Atti Parlamentari — 2 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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WALTER VERINI, Relatore. Signor Pre-sidente, io apprezzo il tono e anche lostimolo che il Viceministro Costa ha of-ferto all’Aula, devo dire che sia stimoli chetono sono stati da lui usati anche nellavoro fattivo che tutti abbiamo svolto inCommissione. Ora ricordo anch’io che noiabbiamo iniziato in questa legislatura atrattare questo argomento sulla base diuna proposta di legge che aveva comefirmatario l’allora semplice deputato Co-sta; la Camera fece un suo percorso, chepoi il Senato modificò, in alcune parti inmaniera anche molto vistosa e sensibile, ela Commissione che porta questo testoall’Aula a sua volta ha riflettuto, anchesulla scorta di audizioni autorevoli, e allafine è evidente che il cammino percorso hafatto sì che il testo che oggi l’Aula si trovaa votare non sia lo stesso da cui siamopartiti, ma sul punto delle liti temerarie –ed è questo su cui voglio parlare trentasecondi – io vorrei motivare il perché dicerti pareri che abbiamo dato. Ecco, iopenso che nella sede della legge...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Verini.Onorevole Buttiglione, l’onorevole Verinista parlando ! Onorevole Costa, se lei se neva, sta parlando con lei... Prego, onorevoleVerini.

WALTER VERINI, Relatore. Io pensoche nella sede della legge di riforma delladiffamazione a mezzo stampa il tema didare un segnale di deterrenza alle lititemerarie sia un tema giusto, la profes-sione di giornalista ha una particolarità: seuno viene intimidito – naturalmente tuttoquesto deve essere accertato – da una litetemeraria è evidente che si colpisce ilgiornalista, ma si colpisce anche una fun-zione di grande valore costituzionale, cheè quella della libertà di espressione, dellalibertà di informazione. Ecco perché, purnon essendo minimamente insensibile, iosono sensibilissimo alle argomentazioniche il Viceministro Costa ha portato, sonocerto che quelle riflessioni che egli haofferto all’Aula saranno per noi patrimo-nio e tesoro per gli immediati e successiviprovvedimenti di riforma del codice di

procedura civile che il Parlamento sta peraffrontare, ma oggi in questa sede darequesto segnale, timido, timido ma signifi-cativo, contro le liti temerarie quandosono usate per colpire la libertà di infor-mazione, credo che sia un dovere impor-tante che noi dobbiamo non tanto aigiornalisti ma a noi stessi, per il ruolocentrale che la stampa e l’informazionehanno nel Paese secondo la Costituzione.

PRESIDENTE. Allora, colleghi, siccomeho iscritti a parlare l’onorevole Cirielli,l’onorevole Buttiglione e l’onorevole Sibi-lia, adesso stavamo in fase di pareri, ilrelatore... onorevole Sibilia, per favore,ascolti il Presidente prima di contestare,almeno senta le ragioni. È intervenuto ilrelatore della Commissione e ha dato unparere, è intervenuto il Governo che hadato un parere difforme rispetto a quellodel relatore della Commissione. Il relatoredella Commissione, che ha titolo ad inter-venire perché siamo in sede di parere, haspiegato, anche a tutela della Commis-sione, le ragioni per le quali su quel-l’emendamento c’è un parere difformerispetto a quello del Governo. È utilissimoper il dibattito dell’Aula, non c’è nessunmotivo di fare polemica, è normale che ilrelatore possa intervenire in sede di pa-reri.

Quindi, chiedo se qualcuno voglia in-tervenire per dichiarazione di voto sul-l’emendamento Pagano 5.52.

Ha chiesto di parlare per dichiarazionedi voto l’onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Abbia pazienza, onore-vole Cirielli. Su che cosa intende interve-nire, onorevole Sibilia ?

CARLO SIBILIA. Presidente, sull’ordinedei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO SIBILIA. Presidente, io ho ca-pito lo spirito con il quale lei ha dato laparola al relatore. Però, a nostro avviso, a

Atti Parlamentari — 3 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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livello procedurale non è esattamente cor-retto perché, per quanto ci riguarda, ilrelatore dà i pareri sull’articolo 5 e sugliemendamenti, il Governo fa le sue consi-derazioni e dà i suoi pareri. Tra l’altro, ilGoverno in questo momento non c’è neibanchi e questa è una cosa strana, perchéevidentemente dovrebbe esserci...

PRESIDENTE. Guardi, lì c’è un sotto-segretario e il Viceministro è qui. Quindi,concluda il suo intervento.

CARLO SIBILIA. Io vorrei parlare an-che con loro, per capire. Allora, se ilGoverno dà dei pareri, anche difformirispetto a quelli della Commissione, il fattoche il relatore reintervenga se reintervieneè perché deve modificare dei pareri, al-trimenti possiamo tranquillamente prose-guire il dibattito.

Io lo dico semplicemente perché, se-condo noi, a livello procedurale la vicendadeve essere gestita diversamente. Questo èsemplicemente per farlo notare. Poi, se civogliamo dire che c’è bisogno che tuttiquanti rientrino, sospendiamo i lavori del-l’Aula per dieci minuti e, poi, ci rivediamoqui. Questo lo dico soltanto se dovesseroesserci dietrologie strane, ma lo spiegosemplicemente a chi ci sta seguendo dacasa per fare capire anche meglio i lavoridell’Aula.

PRESIDENTE. Però, lei non porti fuoristrada chi ascolta da casa, perché l’Aula èpiena. Non c’è nessuna ragione... io houn’opinione diversa dalla sua e, se non ledispiace, presiedendo io, sono io che sta-bilisco qual è la procedura.

Siamo in sede di pareri e io ritengoperfettamente legittimo che il ruolo delrelatore sia quello di intervenire per spie-gare le cose. Dopodiché, rispetto la suaopinione, ma io penso che questa sia unafase corretta dal punto di vista procedu-rale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazionedi voto, sull’emendamento Pagano 5.52,l’onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI. Presidente, in-tervengo sul merito dell’emendamento e

anche su quello che è stato detto dalrelatore e dal Governo. Io, ovviamente, nelcaso specifico la penso esattamente comeil Viceministro Costa, anche se poi nonapprezzo, sul piano politico, che non sispinge a sostenere le tesi che pensa nelmerito specifico.

Voglio chiarire che il Parlamento ha loscopo costituzionale innanzitutto di tute-lare la parte più debole nelle controversieed è innegabile che la stampa, soprattuttoquella che si muove, appunto, sulla cartastampata, l’informazione scritta, ha unparticolare potere di persuasione perché,in genere, chi legge una cosa scritta im-magina che siccome è scritta è vera e nonpuò immaginare che si possano scriveredelle falsità senza che accada niente a chile scrive.

Allora, non è pensabile che noi met-tiamo sullo stesso piano il giornalista, cheaddirittura fa parte di un quarto potere,che può scrivere, può delegittimare lepersone, può scrivere cose false e, addi-rittura, ha la scriminante che poi fa larettifica. Quindi, indirettamente prima ca-lunnia e diffama una persona, la svergo-gna, la può portare anche ad atti gravi,perché oggi sappiamo che, per come è lacultura sociale, barbara purtroppo, bastaessere additati sui giornali come colpevolidi una cosa, ancora senza che sia iniziatoun processo o semplicemente perché c’èun titolo ambiguo, che la persona, comepersona, soprattutto se è una persona perbene ed è una persona che ha sensibilità,viene distrutta nella sua dignità e nella suamoralità.

Allora, lo Stato deve tutelare, innanzi-tutto, la dignità delle persone, nei Paesicivili, e non tutelare, in maniera esagerata,coloro che invece esercitano un potere,perché ad ogni potere ci vuole una re-sponsabilità perché, altrimenti, un poteresenza responsabilità è un potere irrespon-sabile.

Mi spiego e vado verso la conclusione,Presidente. Noi non possiamo metteresullo stesso piano chi subisce da un gior-nale, con uno scritto, una diffamazione,anche con l’attribuzione di fatti determi-nati, con gravissime violazioni della libertà

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e della dignità personale, e deve avereanche la paura di poter presentare unaquerela e una denuncia per difendere lapropria onorabilità, altrimenti poi vienecondannato per lite temeraria.

È un modo per ridurre, limitare, lagiurisdizione per la persona che è vittima,talché il reato di diffamazione, nel casospecifico anche a mezzo stampa, vieneinserito soprattutto perché vi è una vittimae vi è un carnefice. Ora, nella stessavicenda giuridica, nello stesso titolo giuri-dico, mettere sullo stesso piano vittima ecarnefice significa fare un’operazione as-solutamente inaccettabile.

Allora, per carità, va benissimo elimi-nare il carcere, che, peraltro, sappiamobene non esistere per i rapinatori, perquelle persone che fanno i furti nelleabitazioni; figuriamoci se esiste per i gior-nalisti che fanno una diffamazione. Sevengono condannati a un mese o due mesidi detenzione, sappiamo che in galera nonci vanno.

Quindi, va bene togliere la pena deten-tiva, è molto meglio la pena pecuniaria. Aquesto punto, dico che, probabilmente, peril potere che hanno i mezzi di informa-zione di influenzare la vita sociale, le penepecuniarie che sono previste sono anchepoche, perché poi sappiamo che, il piùdelle volte, non si tratta di tutelare isingoli giornalisti, ma le banche e le as-sicurazioni che sono proprietarie dei gior-nali (qui ci sarebbe da fare anche ildiscorso sull’editoria pura).

Allora, credo che noi dobbiamo tute-lare costituzionalmente soprattutto le vit-time, i cittadini inermi, che non hanno ilpotere di diffamare le persone a mezzostampa, e dobbiamo dargli una tutela nelmomento in cui facciamo una norma chegià attenua la responsabilità di chi ha ungrande potere – la stampa, appunto – diinfluenzare l’opinione pubblica, ma, so-prattutto, di delegittimare le persone.

PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, ho ilsuo nome nell’elenco degli iscritti a parlare,ma immagino che era per parlare... bene.

Ha chiesto di parlare per dichiarazionedi voto l’onorevole Buttiglione. Ne ha fa-coltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presi-dente, onorevoli colleghi, prima di tuttoforse è il caso di avere un’idea di quelloche è lo stato effettivo di diritto all’internodel quale ci muoviamo. L’articolo 96 delcodice di procedura civile già prevede peril giudice, nel caso di lite temeraria, oltreche la possibilità di far pagare le spese delprocedimento a chi ha provocato la lite,anche la possibilità di una vera e propriasanzione pecuniaria. Credo che noi do-vremmo considerare che, non molto tempofa, quando abbiamo parlato della possibi-lità di azioni collettive, ci siamo scontraticon un problema analogo.

Quindi, non è che l’ordinamento siacarente di questa possibilità: questa pos-sibilità già c’è. La andiamo a rafforzare afavore di una categoria particolare ? Perquello che ricordo io, la nostra Costitu-zione stabilisce un principio di ugua-glianza, che è stato alla base di un numeroinfinito di procedimenti attraverso i qualinorme approvate dal Parlamento sonostate demolite in quanto non conformi alprincipio di uguaglianza. Devo dire, anzi,che la giurisprudenza della Corte costitu-zionale dà al principio di uguaglianzaun’estensione alquanto ampia.

Qual è il motivo per cui noi stabiliamoun privilegio a favore della categoria deigiornalisti ? È inevitabile che nasca il so-spetto che lo facciamo perché, in qualchemodo, i giornalisti e i politici fanno partedella medesima casta: ci troviamo, ci par-liamo, ci sono tante alleanze, dette e nondette, purtroppo anche con una parte dellamagistratura, e quindi si sente la prote-zione dei giornalisti come un qualcosa cheriguarda, in qualche modo, direttamenteanche noi.

Oppure peggio, perché siamo intimiditi,perché abbiamo paura e perché vogliamodare un segnale positivo nel momento incui, pur togliendo la pena del carcere peril reato di diffamazione, prevediamo, giu-stamente, sanzioni alternative, che, proba-bilmente, saranno più efficaci, perché sa-

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ranno applicate più facilmente. Infatti, iostesso, dovendo mandare un giornalista ingalera, ci penso non una, ma mille volte,e probabilmente decido di no, anche se,magari, la fattispecie del reato sussiste;mentre, invece, dovendolo condannare auna pena pecuniaria, ho molte menopreoccupazioni.

Quindi, è possibile che questa norma-tiva nuova sia più efficace nel tutelare lepersone diffamate, mentre, contempora-neamente, toglie l’ombra del carcere dal-l’esercizio della professione giornalistica.

Abbiamo titolo noi per trattare inmodo diverso il giornalista da qualunquealtro tipo di professionista che può incor-rere in azioni risarcitorie esagerate ?

Si dice che nel caso del giornalista c’èla preoccupazione che possano esserciazioni intimidatorie volte a impedirgli diesercitare pienamente, fino in fondo, laprofessione. È certamente vero, ma siamosicuri che non esista una stessa prospettivaanche nel caso di altre professioni ? Dicoquesto, non per spezzare una lancia con-tro il principio di una qualche punizioneper la lite temeraria, ma semplicementeper dire che il principio di eguaglianza ciobbliga ad affrontare questo tema inun’altra sede. Stiamo discutendo di unariforma generale che riguarda il dirittopenale, quello è il luogo in cui introdurreuna norma di questo tipo, in modo cheessa possa anche modulare differente-mente la propria enunciazione secondo lepeculiarità di diverse categorie, ma nondando la brutta impressione di privile-giarne una più potente a danno di altremeno potenti.

Queste sono le ragioni che hanno ispi-rato la formulazione di questo emenda-mento e sono le ragioni per cui noivoteremo a favore di questo emenda-mento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Va-zio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO. Grazie, Presidente.Sul tema dell’articolo 5...

PRESIDENTE. No, onorevole Vazio,siamo sull’emendamento Pagano 5.52, nonsull’articolo 5 in generale.

FRANCO VAZIO. Sull’emendamentosoppressivo Pagano 5.52.

PRESIDENTE. Benissimo.

FRANCO VAZIO. Credo che la discus-sione vada posta in maniera un po’ ordi-nata, perché stiamo parlando non di undiritto qualsiasi, ma del diritto alla libertàdi stampa e di informazione, e noi sap-piamo quanto la libertà di stampa siaimportante per il consolidamento e ancheper il rafforzamento della democrazia.

Sotto questo profilo si discute dellecosiddette liti temerarie. Noi sappiamo chel’articolo 96 del nostro codice di proce-dura civile prevede e prescrive che, neicasi in cui sia introdotta una lite temera-ria, con malafede o colpa grave, vi sonodelle conseguenze. Ebbene, la Corte euro-pea ha segnalato al nostro Paese non soloquestioni afferenti i temi delle carceri, maha voluto segnalare che si doveva prestareparticolare attenzione al tema delle lititemerarie quando esse avessero incrociatoo potessero incrociare la libertà di stampae di informazione.

Ci sono ordinamenti stranieri, peresempio quelli anglosassoni, che determi-nano in maniera automatica, sulla base delrisarcimento danni richiesto nei casi di lititemerarie, la conseguenza di queste azioni.

Noi, con l’emendamento della Commis-sione, che pone al centro una liquidazioneequitativa che ha come riferimento lasomma risarcitoria richiesta dal soccom-bente che fa una lite temeraria al fine discoraggiare il giornalista e la stampa dal-l’interessarsi a vicende di un certo peso, èchiaro che stiamo tutelando l’informa-zione in quanto tale, senza pregiudicare innessuna maniera le questioni attinenti aldiritto del danneggiato. Infatti, stiamo par-lando non del danneggiato che ha ragione,ma stiamo parlando di una persona og-getto di una campagna di stampa giustache agisce contro un giornalista in mala-fede non per chiedere le ragioni delle

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proprie pretese, ma per scoraggiare quelgiornalista ad andare avanti. Pensiamo adazioni di denigrazione o di aggressione neiconfronti della stampa che hanno ad og-getto richieste milionarie. Ebbene, noi di-ciamo al giudice che, se quella persona faun’azione temeraria di questa natura,nella somma risarcitoria determinataequitativamente il giudice deve tenereconto della somma risarcitoria richiesta.

Faccio un ultimo riferimento anche ri-guardo ai temi delle liti temerarie: fu pro-prio il Ministro Alfano, con il disegno dilegge n. 1082 del 2009, che volle la respon-sabilità aggravata di cui all’articolo 96.

Quindi, sotto questo profilo, noi an-diamo avanti in quel solco, nel senso diandare a scoraggiare l’introduzione di lititemerarie perché non rispondono a quelcriterio di giusto processo e di giusta tuteladei diritti dei cittadini.

PRESIDENTE. Onorevole Costa, laposso pregare di stare al suo posto ?Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazionedi voto l’onorevole Daniele Farina. Ne hafacoltà.

Presidente Lupi...

DANIELE FARINA. Grazie Presidente.Noi consideriamo l’introduzione di un ar-ticolato effettuata dal Senato, che riguardale liti temerarie, come uno dei puntiqualificanti di questa norma, nelle suemodificazioni, nei vari suoi passaggi enelle sue letture. Ed è uno degli elementiche alla fine peseranno nel giudizio chedaremo nel voto finale sull’intero provve-dimento.

Io ho sentito parlare di carnefici, digrandi testate, di vittime, di diffamazione.Si è detto che l’articolo 96 già lo prevede,io mi permetto di rispondere che eviden-temente non lo prevede abbastanza.

PRESIDENTE. Scusi, onorevole DanieleFarina. Colleghi, onorevole presidenteLupi, onorevole Buttiglione, onorevole Do-rina Bianchi, vi devo pregare, per favore,perché il Viceministro deve seguire il di-

battito. Questo purtroppo è (Commenti deldeputato Lupi)... Allora lei parli con ilsottosegretario per i rapporti con il Par-lamento, in modo che il Viceministro se-gua il dibattito. Prego, onorevole DanieleFarina.

DANIELE FARINA. Infatti, noi par-liamo di temerarietà, ma dovremmo inveceparlare di intimidazione, di condiziona-mento, perché molto bene il punto didiritto, ma, nel concreto, che cosa è suc-cesso ? È successo che richieste abnormi dirisarcimento sono state utilizzate al fine dicondizionare la libertà di stampa e ilgiornalismo d’inchiesta.

Io citavo, nel primo passaggio di questaCamera, alcuni casi concreti di questofenomeno in riferimento a piccole testate,molto spesso di provincia, a volte online,che trattavano temi, ad esempio, quali lamafia. Ecco che cosa è successo nel con-creto ed evidentemente la scarsa giuri-sprudenza su questa materia, di cui ab-biamo disposizione, significa che forseproprio in questa sede noi dobbiamo ri-marcare, per così dire, un valore aggiuntoe una particolarità della funzione giorna-listica e dell’informazione, che la distingueda tutte le altre. Infatti, in quel caso, ildanneggiato non sarà stato e non è statosoltanto il giornalista, ma siamo stati tuttinoi, sono stati gli italiani nella loro pos-sibilità di accesso alle informazioni diinchiesta e di sapere.

Ecco perché noi voteremo control’emendamento Pagano 5.52 e, invece, afavore dell’emendamento della Commis-sione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Ot-tobre. Ne ha facoltà.

MAURO OTTOBRE. Signor Presidente,intervengo solo per informare che anche iparlamentari non sono esenti dalla diffa-mazione. Vorrei citare il mio caso parti-colare. Qualche mese dopo l’elezione allaCamera dei deputati, sono stato condan-nato a otto mesi di carcere in primo grado,unico caso in Italia, per diffamazione a

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mezzo stampa, per avere detto ad uncomandante dei vigili urbani, sostanzial-mente, che ha speso male i fondi necessariper lo svolgimento del suo mandato e peravere detto che il comandante dei vigiliurbani della zona dell’Alto Garda e Ledroprende il doppio o più del doppio dellostipendio rispetto a un capitano dei cara-binieri.

Fortuna vuole che la corte di appelloha annullato la sentenza di primo gradoperché il fatto non sussiste, ancora al di làse noi abbiamo o meno l’immunità par-lamentare. Oltretutto, è un fatto gravis-simo rispetto all’abuso del giudice diprimo grado, evidentemente, che ha sot-tomesso ad una gogna mediatica anche mee i miei familiari. Quindi, è un temaquesto che dobbiamo anche rivedere nel-l’articolo 68 della Costituzione italiana,perché queste cose non devono più suc-cedere.

Chi non può fare critiche ? Tutti pos-sono fare critiche, sapendo anche che laCorte dei diritti europei ha sancito chia-ramente che non può essere dato il car-cere, a chiunque esso sia, non solo ad undirettore di giornale evidentemente, maanche a chi muove una critica nell’ambitodel proprio lavoro. Questo non è possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Mol-teni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente.Io credo che l’articolo 5 e poi, in parte,anche l’articolo 6 siano i due articolirispetto ai quali il dibattito in quest’Aulaporta le forze politiche a fare delle con-siderazioni diverse rispetto alla discus-sione del testo avuta in prima lettura eprobabilmente anche a portare delle va-lutazioni finali e conclusive rispetto allevalutazioni che sono state fatte in primalettura alla Camera e probabilmente, daparte di alcune forze politiche, forse ancheda parte della Lega, rispetto al voto che èstato dato al Senato. Nella prima e nellaseconda lettura i voti da parte del nostrogruppo sono stati sostanzialmente identici.

Credo che questo provvedimento, che èun provvedimento che era, che è e che mi

auguro possa continuare ad essere unprovvedimento sostanzialmente condivisodal Parlamento, un provvedimento di as-soluto buon senso, che va a sanare pro-babilmente un errore, che va a sanareun’eccezione che tanti altri Paesi hannosanato, che qualche Paese ancora man-tiene, ovvero il carcere nei confronti deigiornalisti, proprio per la condivisionecomplessiva che ha avuto nelle prime dueletture (Camera e Senato), andasse portatoavanti con quello spirito di condivisionecomplessiva che si era maturata durante leprime due letture.

Io credo che la modifica dell’articolo 96e l’introduzione della lite temeraria, intro-dotta al Senato, nonostante non organicarispetto a un principio generale, potessetrovare, sulla valutazione in via equitativada parte del giudice rispetto alla domandadi risarcimento, un punto di caduta ac-cettabile e condivisibile. È evidente che nelmomento in cui si decide, invece, di mo-dificare quel principio di equità e divalutazione equitativa da parte del giudicecon emendamenti da parte della Commis-sione, da un lato, ma anche da parte disingole forze politiche, dall’altro, ciò portaa spostare quel punto di caduta e dicondivisione che era stato trovato al Se-nato.

Pertanto, io credo che la modifica delSenato sia una modifica accettabile. Credoche non sia accettabile, invece, l’emenda-mento proposto dalla Commissione. Credoche le considerazioni e il fatto che ilrelatore dia un parere e il fatto che ilGoverno, con una punta di imbarazzo, diaun altro parere – e io mi ritrovo nelparere dato dal Governo, dal ViceministroCosta, che, tra l’altro, è il presentatore,ricordiamolo, della proposta di legge –evidenziano, anche visti i tempi e le mo-dalità con cui questo dibattito si è incar-dinato tra ieri e oggi, come ci sia eviden-temente, da un lato, una divergenza al-l’interno del Governo, o meglio all’internodella maggioranza, e tra il Governo e lamaggioranza. Ma, dall’altro lato, l’ele-mento importante è che su questo prov-vedimento c’era una condivisione unanimecomplessiva da parte di tante forze poli-

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tiche. Temo che quella condivisione, utilee necessaria, su questo tema e su questoargomento, rischi di essere spezzata.

Noi manterremo coerenza rispetto aquanto detto in precedenza e a quantovotato in passato esattamente nel mo-mento in cui i testi che usciranno dallavotazione finale di questo provvedimentonon si discosteranno eccessivamente ri-spetto al testo approvato in prima letturaalla Camera e alle modifiche introdotte alSenato. Altrimenti, inevitabilmente ilgruppo della Lega farà delle valutazioninon opposte, ma probabilmente legger-mente differenti rispetto a quelle tenutenei passaggi precedenti (Applausi dei de-putati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevoleD’Alessandro. Ne ha facoltà.

LUCA D’ALESSANDRO. Grazie, Presi-dente. Per quanto riguarda l’emendamentoPagano 5.52 e l’emendamento 5.100 dellaCommissione, Forza Italia annuncia il votodi astensione poiché la materia è moltodelicata. In questo caso bisogna bilanciaredue esigenze. Una è quella dell’intimida-zione o dell’eventuale intimidazione neiconfronti del giornalista e, quindi, unacompromissione della libertà di stampa.Dall’altra parte, però, bisogna in qualchemodo evitare che poi ci siano campagnediffamatorie nei confronti di un’eventualevittima della diffamazione.

Proprio perché la materia è delicata eproprio perché noi auspichiamo che ci siauna revisione totale dell’istituto della litetemeraria, che venga affrontata nel codicedi procedura civile e non solo nella leggesulla diffamazione, ribadisco che ForzaItalia si asterrà su questi due emenda-menti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Col-letti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI. Presidente, il Mo-Vimento 5 Stelle voterà contro la soppres-

sione proposta dal deputato Pagano –contro, per una serie di motivi che, poi,espliciteremo anche con riferimento ainostri emendamenti – soprattutto perché,negli ultimi anni, abbiamo visto troppecause civili intentate contro giornalisti, maanche contro semplici cittadini o anchealtri esponenti politici: paventando la le-sione dell’immagine o dell’onore del dan-neggiato, si richiedevano impunemente ci-fre abnormi di centinaia di migliaia dieuro. Allora, visto ciò che sta succedendo,è giusto che la politica, attraverso ancheuna previsione specifica, metta un freno aqueste pratiche. Pratiche che, però, sonointimidatorie – e qui è la differenza conle altre forze politiche – non solo verso igiornalisti e, quindi, non solo verso lalibertà di stampa, ma soprattutto verso lalibertà di espressione. Ed è per questomotivo che noi del MoVimento 5 Stelleabbiamo presentato emendamenti per al-largare la tutela verso tutti i cittadini, nonsolo verso una categoria (Applausi deideputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Avverto che è stata chiesta la votazione

nominale mediante procedimento elettro-nico.

Indìco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Pagano 5.52, con il parere contrariodella Commissione e sul quale il Governosi è rimesso all’Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Pregherei i colleghi, che sono ancora infase di transito, di recarsi rapidamentealle loro postazioni e di votare... Palaz-zotto, Giammanco...

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 405Votanti ............................ 365Astenuti .......................... 40Maggioranza .................. 183

Hanno votato sì ..... 48Hanno votato no . 317.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

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Passiamo alla votazione del subemen-damento Colletti 0.5.100.1.

Ha chiesto di parlare per dichiarazionedi voto l’onorevole Colletti. Ne ha facoltà.Colleghi tutti, vi pregherei di abbassare unpo’ il tono della voce, grazie. Proviamo,onorevole Colletti.

ANDREA COLLETTI. Grazie Presi-dente, questo è un subemendamento al-l’emendamento presentato ieri dalla Com-missione durante il Comitato dei nove. Cisono, in questo emendamento, come inrealtà anche nell’articolo 5, degli evidentierrori di tecnica legislativa.

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Colletti.Onorevole De Girolamo, grazie. Prego,onorevole Colletti, vediamo se riusciamo asvolgere questo intervento.

ANDREA COLLETTI. Ebbene, con que-sto emendamento della Commissione noiandiamo ad inserire nell’articolo 96 delcodice di procedura civile un concetto checivilisticamente non ha senso. Questo per-ché la diffamazione commessa con ilmezzo della stampa è una tipica fattispecienon civilistica, ma penale. In realtà, nonc’è mai nessuna richiesta di risarcimentoderivante da diffamazione a mezzo stampaperché il concetto civilistico è quello dellalesione dell’immagine o dell’onore, chenon deriva neanche da un’ipotesi di reato.

Infatti, come ha chiarito la Corte co-stituzionale in molteplici sentenze, derivadirettamente dall’articolo 2 della Costitu-zione ovvero la tutela della persona equindi anche la tutela dell’immagine edell’onore della persona. Pertanto invito –ho già parlato con alcuni colleghi – arivedere la posizione su questo emenda-mento perché è intimamente sbagliato e lodico non solo da parlamentare ma daavvocato in modo che dobbiamo dare ...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Colletti.Onorevole De Girolamo, forse non mi sonospiegato... adesso mi sono spiegato. Prego.

ANDREA COLLETTI. Dobbiamo darela possibilità al giudice di condannare ex

articolo 96 per lite temeraria non soloquando la richiesta è a seguito di diffa-mazione a mezzo della stampa, perché il90 per cento delle richieste civilistiche nonsono per diffamazione a mezzo dellastampa ma per lesione dell’immagine edell’onore della persona offesa. Il rischioin realtà è che, dando una interpretazionerestrittiva della norma, essa, pur meritorianei suoi intenti, in realtà non raggiunga loscopo e lo si capisce anche andando aleggere l’articolo 21 della legge sullastampa che prevede solo il riferimento aireati. In questo caso noi non siamo da-vanti a reati ma siamo davanti alla tutelacivilistica di una lesione meramente civi-listica che non dipende da un reato madipende direttamente dall’articolo 2 dellaCostituzione.

Oltretutto, con il mio emendamento,vado a sanare una differenza. In questocaso, con l’emendamento della Commis-sione, noi andiamo a dare tutela a coloroche diffamano con il mezzo della stampae ricordo che, volendo, anche un post suFacebook ultimamente è stato consideratocome diffamazione a mezzo della stampama non andiamo parimenti a dare tutelaa coloro che, ad esempio, in una piazzaaffermano le stesse cose che in uno stam-pato ma verso i quali non è stabilita lamedesima tutela. La volontà in realtà èquella anche giusta di andare a tutelare laposizione di garanzia dei giornalisti maricordo che non solo i giornalisti scrivonosu un quotidiano ma c’è tutta una serie diautori della pubblicazione che scrivono sulquotidiano. Nello stesso tempo, tuttavia,non diamo tutela a semplici cittadini.Faccio l’esempio dei consiglieri comunali equi porto l’esempio accaduto purtroppo inAbruzzo, una terra non solo martoriata dauna mala politica, di un politico vicino alcentrosinistra che ha citato civilmente unaconsigliera comunale del MoVimento 5Stelle perché parlava di un concetto so-ciologico che forse la consigliera non avevacapito, anzi il politico non aveva capito, el’ha citata per 250 mila euro di danni. Noituteliamo i giornalisti e non tuteliamoquella fattispecie ? O ricordo il presidentedella giunta regionale abruzzese D’Alfonso

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che ha citato per 200 mila euro per lesionedell’immagine e dell’onore un consigliereregionale per un comunicato stampa cheneanche nominava il presidente D’Alfonso.Qui si rischia in realtà che la Cortecostituzionale possa dire che la norma èillegittima perché tutela solo una determi-nata categoria di persone, anzi nemmenouna categoria, solo delle persone che scri-vono sui giornali e se lo stesso concettonon viene scritto sui giornali le medesimepersone non sono tutelate. Questo, dal miopunto di vista, è un abominio giuridico econ questo emendamento lo possiamo ri-solvere. Facciamo un lavoro decente ediamo al Senato una norma che possanoapprovare immediatamente (Applausi deideputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole San-nicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Ritengoche le preoccupazioni del collega Collettisiano infondate perché è bene rileggereinsieme l’articolo 96. Quest’ultimo è tito-lato: « Responsabilità aggravata » ed è in-serito nel codice di procedura civile.Quindi, quando un qualunque giudiziocivile si conclude e il giudice emette lasentenza e deve poi condannare alle speseai sensi dell’articolo 91, c’è l’ipotesi di unaresponsabilità aggravata di cui abbiamoampiamente discusso. C’è inoltre unanorma di chiusura in questo articolo 96che recita: « In ogni caso – ripeto: in ognicaso – quando pronuncia sulle spese aisensi dell’articolo 91, il giudice anched’ufficio – addirittura d’ufficio – puòaltresì condannare la parte soccombenteal pagamento a favore della controparte diuna somma equitativamente determi-nata ».

Noi, a questo articolo, abbiamo ag-giunto poc’anzi, con la proposta emenda-tiva che abbiamo approvato o che stiamoper approvare, un’altra specificazione, ma,come giustamente ha detto il collega Fa-rina, è una specificazione che viene adot-tata al solo scopo di rimarcare la specia-lità del delitto che si può commettere a

mezzo stampa, ma che, in ogni caso, da unpunto di vista tecnico, io personalmenteritenevo che fosse già ricompresa in quel« in ogni caso ».

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Va-zio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO. Grazie, Presidente.Solamente perché l’Aula non abbia dapensare o da temere che le parole del-l’onorevole Colletti rispondano a un crite-rio di verità o di equilibrio. Ciò che diceColletti non sta né in cielo, né in terra. Laresponsabilità aggravata abbraccia tutti ireati, tutti i tipi e tutti i generi. Noi conquesto emendamento abbiamo voluto ade-rire ad un invito fatto dalla Corte europea,che segnala come un diritto fondamentaleil diritto a tutelare la libertà di informa-zione e, quindi, di intervenire sulle lititemerarie con riferimento specifico alladiffamazione a mezzo stampa, non ad altrireati come le ingiurie. Perché, se vogliamoparlare di altri delitti e altri reati, misentirei più portato a tutelare il diritto allasalute o il diritto alla persona, che non ildiritto all’ingiuria e alla diffamazione.

Noi abbiamo voluto segnalare in ma-niera particolare all’opinione pubblica e aigiudici che, per quanto riguarda la diffa-mazione a mezzo stampa, qualora vi siauna lite temeraria, il giudice dovrà posse-dere con grande attenzione e particolareriguardo la somma risarcitoria. Perché ?Perché vogliamo evitare che sia intimiditoil giornalista, il giornalista di inchiesta, chenoi sappiamo essere un baluardo dellademocrazia. Questo è il punto, non altro.

Quindi, lo dico con chiarezza perché,quando si fanno tesi dicendo: guardate chestate sbagliando perché non capite di di-ritto, richiamo a maggiore attenzione, cosìcome l’onorevole Sannicandro ha testéprecisato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indìco la votazione....

MAURO OTTOBRE. Presidente, chiedodi parlare per dichiarazione di voto.

Atti Parlamentari — 11 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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PRESIDENTE. Vi pregherei, colleghi,però, di iscrivervi per tempo, non quandosono passato ai voti.

Prego, onorevole Ottobre, ne ha facoltà.

MAURO OTTOBRE. Mi scusi, Presi-dente, la ringrazio.

Io vorrei far presente al Governo dirivedere la posizione, perché è noto che iocertamente non condivido la posizione delMoVimento 5 Stelle, ma questo subemen-damento di Colletti ha pienamente ra-gione. Bisogna cascarci dentro per capirecome funziona, perché, evidentemente, ioche ero stato condannato a otto mesi dicarcere in primo grado e assolto perché ilfatto non sussiste in Corte di appello, nonavrei diritto ad alcun risarcimento. E chilo racconta ai miei figli, quando andavanoa scuola e veniva loro chiesto quando ilpadre sarebbe andato in galera ? E questaè la verità ! Quindi, evidentemente, nonbisogna assumere posizioni o preconcetti amonte, bisogna anche entrare nelle situa-zioni e verificarne la questione. Questo èun subemendamento giusto al quale ioporrò il mio voto favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, aivoti.

Indìco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sul subemenda-mento Colletti 0.5.100.1, con il parerecontrario della Commissione e del Go-verno.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Gelmini, Monchiero, Labriola, Carloni.Abbiamo votato tutti ?

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 409Votanti ............................ 383Astenuti .......................... 26Maggioranza .................. 192

Hanno votato sì ..... 67Hanno votato no ... 316

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Rubinato ha segnalato chenon è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sul subemenda-mento Colletti 0.5.100.2, con il parerecontrario della Commissione e del Go-verno.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Ciracì, Binetti... ci siamo ?Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 413Votanti ............................ 392Astenuti .......................... 21Maggioranza .................. 197

Hanno votato sì ..... 64Hanno votato no ... 328

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione del subemen-damento Colletti 0.5.100.3, sul quale, ono-revole Colletti, vi è un invito al ritiro,altrimenti il parere è contrario.

Passiamo ai voti.Indìco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sul subemenda-mento Colletti 0.5.100.3, con il parerecontrario della Commissione e del Go-verno.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Capelli, Tancredi, Giuliani, Tartaglione,Roberta Agostini.

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 416Votanti ............................ 394Astenuti .......................... 22Maggioranza .................. 198

Hanno votato sì ..... 61Hanno votato no .. 333.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Atti Parlamentari — 12 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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Passiamo alla votazione dell’emenda-mento 5.100 della Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazionedi voto l’onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Presidente, anome del mio gruppo desidero manifestareil voto contrario su questo emendamento.Il motivo, però, deve essere spiegato. Lofaremo meglio in sede di dichiarazione divoto finale attraverso un ragionamentocomplessivo, però, già adesso è opportunoanticipare qualcosa, anche per evitare chesi facciano speculazioni rispetto al lavorodella Commissione, che è stato articolato ecomplesso, come tutti abbiamo avutomodo di capire in queste ore.

Desidero farlo facendo, in pochissimisecondi, un riassunto. Io ricordo a tuttiche questo provvedimento nasce perché lovuole fortemente il nostro gruppo, il no-stro partito. Ricordo altresì che c’è statoun ragionamento ampio attorno al mioemendamento, quello che è stato bocciatopoc’anzi, su cui noi ovviamente abbiamovotato a favore. Ci veniva spiegato inmaniera chiara che non possono esisterefattispecie diverse rispetto alla logica della« lite temeraria ». C’è una regola aurea,cioè quella che vale sempre, ovvero che ilprincipio generale deve essere sempre ri-spettato. Quest’Aula invece ha stabilito, hadeciso con acriticità che, invece, spieghe-remo in dichiarazione di voto finale – cheinvece c’è una fattispecie ben precisa dasalvaguardare e disciplinare e cioè quellache riguarda il rapporto con i giornalisti e,in generale, il mondo dell’informazione.La II Commissione, con un apprezzabilelavoro di mediazione ha cercato un com-promesso. Devo dare atto e merito alrelatore di avere fatto uno sforzo straor-dinario per venire incontro alle diverseistanze.

Però, il principio a cui noi ci siamoispirati era sempre lo stesso e cioè la litetemeraria non deve essere trattato in ma-niera diversa, a seconda di chi sia ildestinatario della ipotetica denuncia e in-vece così è stato.

Ecco perché oggi, pur apprezzando illavoro della Commissione, noi dobbiamo

per forza confermare il nostro voto con-trario all’emendamento 5.100 della Com-missione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Col-letti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI. Il Movimento 5Stelle e voterà contro l’emendamento pro-posto dalla Commissione, perché, in uncerto senso, è addirittura quasi peggiora-tivo rispetto a quello già proposto dalSenato. Purtroppo – e capita troppospesso –, la maggioranza è sorda rispettoa legittime richieste di miglioramenti, chenon hanno nulla di ideologico e politico, diun testo di legge, testo che dovrebbe essereformalmente e tecnicamente corretto.

Il testo, così come risulterà qualora sidovesse votare a favore di questo emen-damento e per come si è votato contro inostri emendamenti, rischierà di non rag-giungere lo scopo.

Questo perché i giornalisti o gli autoridelle pubblicazioni avranno eventualmentela tutela di cui all’articolo 96, in questocaso comma 4, del codice di proceduracivile solo per gli effetti civili a seguito diuna sentenza penale di condanna perdiffamazione a mezzo della stampa. Sin-ceramente non si può accedere a quantoprospettato dal collega Sannicandro se-condo cui in realtà questa norma è inutilema è solo un segnale. Noi questa norma lavolevamo rendere utile e se è solo unsegnale essa risulta in verità dannosa per-ché ultronea rispetto allo scopo ed anzirischia, piuttosto che chiarire, di danneg-giare gli stessi giornalisti che vengonocitati solo civilmente per lesione dell’im-magine o dell’onore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indìco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento 5.100 della Commissione, con ilparere favorevole della Commissione, sucui il Governo si rimette all’Assemblea.

Atti Parlamentari — 13 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Laforgia, Saltamartini...Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 416Votanti ............................ 371Astenuti .......................... 45Maggioranza .................. 186

Hanno votato sì ..... 258Hanno votato no ... 113

La Camera approva (Vedi votazioni).

(Le deputate Maestri e Bonomo hannosegnalato che non sono riuscite ad espri-mere voto favorevole).

Questo emendamento ha precluso tuttii restanti emendamenti all’articolo 5 inquanto interamente sostitutivo dell’arti-colo stesso.

(Esame dell’articolo 6 – A.C. 925-C)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 6 e delle proposte emendative adesso presentate (vedi l’allegato A – A.C.925-C).

Se nessuno chiede di intervenire sulcomplesso degli emendamenti, invito ilrelatore ad esprimere il parere della Com-missione.

WALTER VERINI, Relatore. Sugliemendamenti Pagano 6.51 e Colletti 6.50 ilparere della Commissione è contrario. LaCommissione raccomanda l’approvazionedei suoi emendamenti 6.100 e 6.101 . LaCommissione raccomanda altresì l’appro-vazione del suo emendamento Tit. 100.

Presidente, vorrei motivare brevementei pareri, per evitare problemi procedurali.

PRESIDENTE. Prego, prosegua onore-vole Verini.

WALTER VERINI, Relatore. Avendo se-guito da vicino il lavoro della Commissionee anche il dibattito che si è svolto pub-blicamente sui giornali, credo sia giustospiegare il perché la Commissione pro-ponga all’Assemblea la votazione su questoemendamento. Quando all’inizio della le-gislatura affrontammo la proposta dilegge, all’epoca firmata dall’onorevole Co-sta, proposta seria e molto condivisibile,che è stata la base su cui abbiamo lavo-rato, nessuno ha pensato di eliminare lavergogna del carcere per fare gli interessidi qualche giornalista che aveva condannedi questo tipo. Noi abbiamo lavorato pereliminare la vergogna del carcere comenorma generale di civiltà per superare unretaggio autoritario. Durante le audizioni,da parte delle associazioni che rappresen-tano i giornalisti, in particolare la Fede-razione nazionale della stampa, assieme acritiche, suggerimenti, contrarietà – per-ché alcuni contenuti vengono giudicatitroppo timidi e di scarsa tutela nei con-fronti della professione giornalistica – trale proposte che con più forza sono per-venute alla Commissione vi è stata quelladi provare a tutelare dei casi particolari,quelli cioè di giornalisti, sia redattori ocollaboratori sia direttori, di testate la cuiproprietà non esiste più o perché fallita oper motivi simili.

In caso di diffamazione a mezzostampa e di condanna al risarcimento,come è noto, la legge sulla stampa vigenteprevede una solidarietà tra editore, diret-tore responsabile e giornalista redattore,autore della pubblicazione, ma se mancauno di questi soggetti il carico del risar-cimento è sulle spalle di chi rimane. LaFederazione nazionale della stampa ci hachiesto con tutte le forze di evitare questasituazione per cerca di non far cadere suisoggetti più deboli, in caso di fallimentodella proprietà, tutto questo carico. Eccola ratio del provvedimento, che poi –secondo una stima di alcune associazioni– riguarda oggi, in tutta Italia, almeno uncentinaio di giornalisti e di testate piccolee medie o più grandi, che sono fallite o incorso di fallimento. Quindi, se questanorma, oggi potrebbe riguardare questi

Atti Parlamentari — 14 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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cento casi, è chiaro che però si tratta diuna norma generale, una norma che fac-ciamo come tutela di una professione chevarrà non solo oggi, ma anche domani.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Ve-rini.

WALTER VERINI, Relatore. SignorPresidente, ho finito, ma sentivo il doveredi richiamare quale è stata la motivazioneper cui la Commissione ha adottato questoemendamento.

PRESIDENTE. Onorevole Colletti,siamo sull’emendamento 6.51. Mi scusi,onorevole Colletti.

Prego, il Governo ?

ENRICO COSTA, Viceministro dellagiustizia. Signor Presidente, su tutti gliemendamenti presentati all’articolo 6 ilGoverno si rimette all’Aula e devo dire chela ragione è la medesima espressa sull’ar-ticolo 5: l’organicità e la sistematicità dellamateria che avrebbero dovuto avere, pro-babilmente, un approccio, al di là poi delmerito, specifico delle proposte contenutenel testo. Ho ascoltato le valutazioni delrelatore sulle quali chiaramente non in-tendo entrare in contraddizione. Quelloche si rimarca è che al di là poi dellabontà e della finalità che hanno questenorme introdotte, entrano in una fase e suun istituto che probabilmente dovrebbeessere analizzato ed eventualmente rifor-mato nel suo complesso e non attraversodelle norme di settore che toccano unamateria, perché di argomenti e di tema-tiche che potrebbero avere la medesimadignità di quella che trattiamo oggi ce nesono sicuramente moltissime.

PRESIDENTE. La ringrazio, e mi scusionorevole viceministro.

Passiamo alla votazione dell’emenda-mento 6.51.

Ha chiesto di parlare per dichiarazionedi voto l’onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI. Signor Presi-dente, il MoVimento 5 Stelle si asterrà

sull’emendamento soppressivo, così comesi asterrà sulla votazione dell’articolo 6,per vari ordini di motivi. Possiamo capireda un certo punto di vista la ratio diquesto articolato, ma gli effetti in realtàpoi risulteranno ingiusti. Bisogna in veritàanalizzare la genesi di questa modificaapprovata in Commissione dall’emenda-mento del relatore. La genesi, in realtà, sirifaceva ad un episodio specifico, ovvero lacondanna, in sede civile, del direttoreresponsabile de l’Unità e, a seguito diquella condanna che, a differenza di altrecondanne di altri giornalisti e altri diret-tori, non avevano avuto seguito nellastampa nazionale (perché forse avevanopochi amici o avevano amici poco potenti)l’idea era di fare questo emendamento pertutelare esclusivamente quel caso. Utiliz-zare una legge per tutelare uno specificocaso ci è risultato ingiusto e abbiamoaccolto con favore il fatto di avere allar-gato la tutela, non solo al direttore re-sponsabile, ma soprattutto al giornalistache si trovava anch’egli condannato.

Ciò che in realtà è sbagliato, è sbagliatoda un punto di vista sistematico, perché inquesto caso noi andiamo a dare un pri-vilegio a coloro che sono stati condannati,a seguito di sentenza penale o civile, peruna diffamazione o per una lesione del-l’immagine o dell’onore, e a questi soggettiandiamo a dare un privilegio rispetto adesempio a imprese non artigiane chehanno fornito del materiale all’editore o alproprietario e quindi in realtà con questaprevisione andiamo a danneggiare quelleimprese, imprese in questo caso non col-pevole di nulla, non colpevoli di diffama-zione, non colpevoli di lesioni dell’imma-gine o dell’onore. Quindi, sebbene la ratiosia giusta, il provvedimento in sé è ingiustoe il bilanciamento di giustizia e ingiustiziaci porta ad astenerci dalla votazione diquesto emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevoleFranco Bruno. Ne ha facoltà.

FRANCO BRUNO. Signor Presidente,anche io capisco il senso della norma e per

Atti Parlamentari — 15 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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questo motivo non voterò contro, miasterrò. Tuttavia non posso non osservareche questa legge viene costruita quasiesclusivamente, le modifiche di questenorme vengono quasi esclusivamente fattesulla scia e sulla scorta di gestioni, distrumenti, di informazioni che sono tut-t’altro che strumenti di informazione, mache spesso e volentieri sono stati organi diinformazione di partiti, di coalizioni o dipezzi della politica. Anche questa norma,così come altre che sono dietro l’impiantoche ha costruito questa serie di provvedi-menti, sta a significare di fatto che non siguarda all’interesse collettivo dell’informa-zione, ma quando si colpisce e si tenta dicorreggere qualcosa che ha fatto uno stru-mento di informazione di un partito ènata così, è nata dall’altra parte dellabarricata questa legge. Adesso si spostaanche dalle panche, ahimè, del centrosi-nistra, devo dire che spesso gli strumentidi informazione di partito o di coalizionenon sono utilizzati per informare maspesso e volentieri anche per colpire l’av-versario e in tante di queste situazioni ladiffamazione, cioè un reato, altro cheretaggio autoritario, altro che vergognadelle pene, la diffamazione è un reato checolpisce nell’onore la dignità delle persone,è stato utilizzato ai soli fini politici. Io nonsono convinto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Va-zio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO. Signor Presidente,anche in questo caso, pur apprezzando losforzo del MoVimento 5 Stelle, che di-chiara di astenersi così come altri gruppi,credo che vada segnalata la mancanza dicoraggio, la mancanza di voglia di assu-mersi la responsabilità fino in fondo delleproprie azioni. Teniamo conto che questoarticolo 6 è frutto anche di un emenda-mento presentato dallo stesso Colletti eche recepisce in larga parte l’emenda-mento Colletti e l’obiezione che l’onorevoleColletti fa rispetto al delitto di diffama-zione commesso con dolo da parte delgiornalista, che quindi verrebbe ad assur-

gere ad un privilegio, l’onorevole Collettitace di un elemento importante, cioè chela Commissione, con l’emendamento 6.101,ha previsto che i fatti connessi a condottedolose vengano esclusi da questo tipo diarticolo. Quindi sotto questo profilo ilrischio che dice l’onorevole Colletti nonesiste, perché coloro che hanno commessoil reato di diffamazione e sono condannatiper il delitto di diffamazione compiuto condolo, non godranno dei benefici di cuiall’articolo 6. Quindi, pur apprezzando losforzo del MoVimento 5 Stelle, che siastiene, credo che in questo caso ci vor-rebbe quell’assunzione di responsabilitàche sarebbe coerente con un movimentoche vuole assumersi la responsabilità diguidare il Paese. Bisogna sempre avere lavoglia di fare le cose fino in fondo e nonfermarsi a un metro dal traguardo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Mol-teni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente.Io credo che bisogna essere onesti e tra-sparenti con il Parlamento, perché se ilprincipio sotteso in questa norma è unprincipio astrattamente condivisibile, nonsi può non riconoscere nell’emendamentodel collega Verini, poi modificato, un’evi-dente norma ritagliata e costruita su uncaso specifico e credo che le parole delrelatore Verini, nel fraintendimento invo-lontario che ha voluto creare, lasciasserochiaramente trasparire che questa normanasce per una vicenda specifica, nasce perun caso specifico, nasce costruita e vestitasu una persona specifica, che è il direttoreo l’ex direttore de l’Unità.

Per cui, le norme devono essere gene-rali e astratte sempre, caro collega Verini,sia quando le faceva il centrodestra sulpresidente Berlusconi, sia quando le fa ilcentrosinistra sul direttore de l’Unità. Se ilprincipio dell’astrattezza della norma, ge-nerale e astratta, doveva valere all’epoca,non vedo il motivo per cui non debbavalere oggi.

E, quindi, presidente Ferranti, capiscol’imbarazzo vostro e l’imbarazzo della

Atti Parlamentari — 16 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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maggioranza su un tema che poteva tran-quillamente essere disciplinato in modi,forme, modalità e provvedimenti diffe-renti. Avete ritenuto opportuno utilizzareil treno della norma sulla diffamazioneper i giornalisti, per inserire questo spe-cifico provvedimento, a tutela del direttorede l’Unità. Lo fate e ve ne assumete laresponsabilità.

Va bene, dunque, la modifica del-l’emendamento da parte del MoVimento 5Stelle, che estende la portata anche a queipoveri cristi giornalisti e pubblicisti, e lodico da marito di una giornalista, quindifuori da qualunque tipo di eventuale con-flitto di interessi...

PRESIDENTE. Ci ha dato una notizia,onorevole Molteni.

NICOLA MOLTENI. ... fuori da even-tuale conflitto di interessi.

Però, credo che non ci si possa nascon-dere dietro a questo emendamento. Tuttidevono sapere qual è la portata e lafinalità dell’emendamento che voi andatead approvare.

Tutto ciò al netto del fatto che eviden-temente un giornalista che viene condan-nato – e stiamo parlando di un giornalistacondannato, con una sentenza definitivapassata in giudicato – risponderebbe, incaso normale, in solido rispetto alla testatagiornalista. È evidente che se la testatagiornalistica fallisce non può essere gra-vato unicamente della responsabilità pa-trimoniale del dipendente l’onere di farsicarico del fallimento dell’azienda stessa e,quindi, vi è la necessità di portarlo alprivilegio. Insinuarlo al privilegio sul fal-limento è evidentemente una norma ge-nerale che, se fosse tale, sarebbe eviden-temente di buon senso.

Non è una norma generale, ma è unanorma specifica. Per cui, il gruppo dellaLega Nord si astiene.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto, a titolo perso-nale, l’onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presi-dente. È ovvia l’intenzione politica pale-

sata in questo preciso momento – non inun momento antecedente, bensì ora – edè ovvio che ci siamo trovati davanti anchea quella che potrebbe essere una forza-tura. È anche ovvio che il MoVimento 5Stelle le sue responsabilità se le prende,soprattutto quando c’è da fare da balia aun Governo, a una maggioranza che èassolutamente inetta e va a scrivere deitesti in modo assolutamente insufficiente,anche dal punto di vista tecnico-legislativo.

In questo momento, quindi, il MoVi-mento 5 Stelle si prende la responsabilitàdi aiutare, supportare anche, l’operato diun Governo e di un PD che scrivono lenorme in modo sbagliato. Ecco perché noiabbiamo proposto questo emendamento.Ecco perché la nostra posizione è unaposizione assolutamente responsabile, cheva a correggere anche gli errori di questamaggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indìco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Pagano 6.51, con il parere contrariodella Commissione, mentre il Governo sirimette all’Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Folino. Ci siamo ? Io non vedo manialzate. Pizzolante e Ciracì. Ha votato,onorevole Pizzolante ? Ha votato o no ?

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 416Votanti ............................ 323Astenuti .......................... 93Maggioranza .................. 162

Hanno votato sì ..... 26Hanno votato no .. 297.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento 6.100 della Commissione, sul qualeil Governo si è rimesso all’Aula.

Atti Parlamentari — 17 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Di Gioia...Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 416Votanti ............................ 327Astenuti .......................... 89Maggioranza .................. 164

Hanno votato sì ..... 292Hanno votato no .. 35.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Risulta precluso da questa votazionel’emendamento Colletti 6.50.

Indìco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento 6.101 della Commissione, sul qualeil Governo si è rimesso all’Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Tartaglione, Folino, Fregolent, Romele,Leva, Lo Monte, Paola Bragantini, Impe-gno...

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 424Votanti ............................ 415Astenuti .......................... 9Maggioranza .................. 208

Hanno votato sì ..... 385Hanno votato no .. 30.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’articolo 6,nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Di Gioia, Folino, Grande, Altieri, Lu-ciano Agostini...

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 421Votanti ............................ 337Astenuti .......................... 84Maggioranza .................. 169

Hanno votato sì ..... 304Hanno votato no .. 33.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame di un emendamento al titolo– A.C. 925-C)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’unico emendamento presentato al titolo(vedi l’allegato A – A.C. 925-C), l’emenda-mento Tit. 100 della Commissione, su cuiil relatore Verini mi ha anticipato prima ilparere favorevole della Commissione. Qualè il parere del Governo ?

ENRICO COSTA, Viceministro dellagiustizia. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indìco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Tit. 100 della Commissione, con ilparere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Greco, Capelli...Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 422Votanti ............................ 407Astenuti .......................... 15Maggioranza .................. 204

Hanno votato sì ..... 403Hanno votato no ... 4.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(La deputata Ruocco ha segnalato che siè erroneamente astenuta mentre avrebbevoluto votare a favore e il deputato De Rosaha segnalato che non è riuscito ad espri-mere voto favorevole).

Atti Parlamentari — 18 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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(Esame degli ordini del giorno– A.C. 925-C)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame degliordini del giorno presentati (vedi l’allegatoA – A.C. 925-C). Invito il rappresentantedel Governo ad esprimere il parere.

ENRICO COSTA, Viceministro dellagiustizia. Il Governo esprime parere favo-revole sull’ordine del giorno Gebhard n. 9/925-C/1, purché riformulato nel senso dipremettere nel dispositivo le parole: « avalutare l’opportunità di prevedere » e diinserire, dopo la parola « rimozione », leseguenti parole: « dei commenti », perchéforse un refuso aveva fatto saltare questoaspetto.

Il Governo accoglie l’ordine del giornoFerranti n. 9/925-C/2 in ragione propriodelle considerazioni fatte prima dal Go-verno.

Non so se è così coerente con l’appro-vazione della norma di cui all’articolo 5,perché qua viene richiesta una coerenzanormativa, quindi una nuova disciplinadella lite temeraria. È quello che auspi-cava il Governo e che, comunque, è statoanticipato, in parte, dall’articolo 5. Quindi,il Governo esprime parere favorevole.

LUCA D’ALESSANDRO. Chiedo di par-lare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA D’ALESSANDRO. Chiedo di sot-toscrivere l’ordine del giorno Ferranti.n. 9/925-C/2.

PRESIDENTE. Prendo atto che i pre-sentatori accettano la riformulazione enon insistono per la votazione dell’ordinedel giorno Gebhard n. 9/925-C/1, sul qualeil Governo ha espresso parere favorevole,purché riformulato e che la presentatricenon insiste per la votazione dell’ordine delgiorno Ferranti. n. 9/925-C/2, sul quale ilGoverno ha espresso parere favorevole.

È così esaurito l’esame degli ordini delgiorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale– A.C. 925-C)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiara-zioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazionedi voto l’onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI. Presidente, col-leghi, il gruppo di Fratelli d’Italia apprezzail lavoro svolto dalla Commissione cheintende, peraltro, anche migliorare, dalnostro punto di vista, il provvedimentorispetto a quello che era stato fatto alSenato. Ovviamente, per noi rimane unaserie di criticità forti rispetto alla naturadi quello che si è voluto mettere in campo.

In via pregiudiziale, voglio dire che noinon solo condividiamo il principio, pres-soché sacrosanto, che non solo i giornali-sti, ma nessuna persona possa andare ingalera per reati di opinione o, comunque,in genere per la libertà di manifestare leproprie idee. Ci mancherebbe, siamo unpartito garantista, un partito del diritto e,quindi, riteniamo assolutamente sacro-santo che in un Paese democratico non sipossa andare in galera per le proprieopinioni, ancorché sappiamo bene che ingalera ormai non si va neanche più per ilfurto, per le rapine, per effetto degli« svuota carceri » messi in campo dai Go-verni tecnici delle larghe intese e dal PD.Oramai in galera non ci va più nessuno,quindi figuriamoci se ci vanno i giornalistio se è giusto che ci possano andare igiornalisti o una persona che diffama oingiuria un’altra.

Quello che, però, rimane inammissibileè l’idea contrapposta che ci possa essere lalibertà di diffamare e ingiuriare e, peggioancora, ci possano essere sanzioni pecunia-rie, e sanzioni in generale irrilevanti, per ilpotere che ha invece, non il povero giorna-lista che fa il giornalismo d’inchiesta o chemagari sbaglia nel giornale locale ad espri-mere alcune posizioni, ma il grande giorna-lista, il grande mezzo di informazione, cheha la capacità di influenzare l’opinionepubblica, che ha la capacità di cambiareanche il corso democratico degli eventi.

Atti Parlamentari — 19 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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Immaginiamo una calunnia ben confe-zionata messa in campo il giorno primadell’elezione a sindaco, piuttosto che apresidente della regione oppure delle ele-zioni parlamentari da cui poi scaturisce lanostra democrazia che è la pietra angolaredel nostro ordinamento giuridico che sibasa sulla democrazia e sulla sovranitàpopolare. Immaginiamo se il giorno primadell’elezione un grande giornale decide difar perdere le elezioni a una parte, inven-tando di sana pianta una storia, magaricon risvolti gravissimi e se la possa cavare,dopo aver scritto una vergogna falsa ilsabato o la domenica, con una smentita illunedì oppure con il pagamento di unasanzione di 20, di 30, di 40 mila euro.

Secondo voi la democrazia del nostroPaese può valere 50 mila euro, massimo disanzione che viene dato ad un grandegiornale, che magari appartiene ad unabanca o magari appartiene ad un’assicu-razione ? Infatti, il problema vero dellanostra democrazia è che ormai i grandimezzi di informazione non sono più inmano all’editoria pura, a coloro che sibattono per le proprie idee, a prescindereche siano sbagliate, o che fanno inchiesteper fare conoscere i fatti all’opinione pub-blica, ma i nostri mezzi di informazioneormai sono in mano ai poteri finanziari.

Allora, la legge parte da una ratiogiusta che noi condividiamo, quella diimpedire che, per la libertà di opinione eper la libertà per eccellenza, che è lalibertà di stampa, si possa essere perse-guiti con la galera, cosa che sappiamo giànon avvenire per effetto degli « svuotacarceri » che, innalzando la soglia per cuisi entra in galera, sostanzialmente, comeho già detto, impediscono l’ingresso ingalera anche per rapinatori, stupratori,delinquenti incalliti e quant’altro, figuria-moci per i giornalisti. Ma il principio valela pena che sia difeso e noi riteniamo chenon si possa dare un voto favorevole.

Così come posso anche aggiungere chel’idea di mettere sullo stesso piano ilgiornalista che utilizzando un giornale,che di per sé nell’immaginario collettivorappresenta una verità acclarata, possadelegittimare il singolo cittadino e cavar-

sela con una smentita e, invece, magari lapersona che fa una diffamazione normalenon possa avere la stessa scriminante e,quindi, con una smentita, con una letteradi scuse, evitare un processo o evitare unamulta. O, peggio ancora, mettere sullostesso piano la vittima e il carnefice, ilcarnefice che utilizzando il giornale –peggio ancora un grande gruppo finanzia-rio – vuole delegittimare un avversariopolitico che magari si batte, come fac-ciamo noi, contro i privilegi delle banchee delle assicurazioni che il Governo Renzista mettendo in campo in questi anni, eche può essere dileggiato e diffamato e poimagari non avere neanche la tutela dellaquerela o dell’azione civile, perché altri-menti può incorrere persino nel caso percui, come qualche collega incautamente hadetto, dopo avere vinto un primo grado,perda il secondo e, quindi, con una con-danna all’incontrario da parte del quere-lante.

Allora, io credo che si è già andati unpo’ oltre nel momento in cui si faceva unacosa buona e si evitava il carcere per igiornalisti e per quanti commettono reatidi opinione. Anzi, noi dovremmo allargareed estendere a tanti reati previsti dalnostro codice, che ancora puniscono, inmaniera antiquata e sì barbarica e me-dievale, le espressioni di opinioni, ancor-ché censurabili e ancorché gravi, ma sem-pre nel campo del pensiero. Infatti, se cisono norme che puniscono i reati diopinione, oggi magari che siamo in unPaese democratico puniamo cose gravi chepossono essere dette, ma lasciamo che undomani magari si possano perseguire glioppositori per opinioni che sono non con-divisibili dall’establishment del potere.

Ma non voglio allargare molto il tema.Sta di fatto che noi condividiamo forte-mente la battaglia morale che la Camerain questo momento porta avanti, con lamaggioranza di Governo e il ViceministroCosta che è stato il primo presentatoredella proposta. Ma riteniamo che esserepassati da un regime sanzionatorio sba-gliato sul piano morale nei confronti deigiornalisti e delle persone che diffamano oingiuriano gli altri ad un regime addirit-

Atti Parlamentari — 20 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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tura opposto – dove per l’esiguità dellepene pecuniarie possibili, per l’opportunitàdi una scriminante larga che, dopo averefatto l’offesa, consente al gruppo editorialeo al giornalista diffamatore anche perprofessione di cavarsela con una multalieve e nell’ipotesi peggiore con una so-spensione dalla professione di soli sei mesial massimo (e poi vedremo in quanti casiverrà data) – sia stato un passo troppogrande.

Allora, il nostro gruppo – ripeto – nelcondividere la moralità della battaglia,nell’apprezzare anche i tentativi e l’effet-tivo miglioramento che alla Camera ulte-riormente si è fatto di questo provvedi-mento, che ha già fatto con il sistema dellanavetta due passaggi parlamentari, nonpuò votare contro. Non possiamo votare,però, allo stesso tempo a favore, perchériteniamo che si sia andati troppo oltre esi sia finito, da una parte, per garantireuna sorta di impunità della diffamazionee per togliere, dall’altra, troppi diritti aidiffamati che riteniamo essere, soprattuttonel caso del confronto con la carta stam-pata, la parte più debole e, quindi, la parteche il Parlamento e lo Stato dovrebberotutelare (Applausi dei deputati del gruppoFratelli d’Italia-Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevoleMucci. Ne ha facoltà.

MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Nelpresente provvedimento viene modificatala sanzione penale dei reati di diffama-zione ed ingiuria. Viene, infatti, eliminatala pena detentiva ed aumentata la san-zione pecuniaria in modo da offrire unageneralizzata deterrenza alla commissionedi questi reati.

Sebbene il massimo delle pene pecu-niarie per le grandi testate giornalistichesia effettivamente ancora basso, è statoosservato che, nonostante l’eliminazionedelle pene detentive, la sanzione pecunia-ria potrebbe comunque costituire unospauracchio per la libertà di stampa e dilibera espressione del pensiero per queigiornalisti che scrivono per le piccole te-

state. Nella formulazione del testo, per-tanto, è doveroso, da un lato, garantire idiritti e l’interesse del danneggiato che nonsiano diffuse notizie che possano instillareil dubbio sull’onestà della persona che siritiene danneggiata, e, dall’altro lato, sidovrebbe calibrare con maggiore specifi-cità la sanzione ed i limiti per le lititemerariamente intentate nei confronti dichi quotidianamente offre le proprie in-formazioni al pubblico.

Specificamente, dunque, sono due gliinteressi da contemperare: l’interesse che,da una parte, risiede nella persona offesa,che vede minata la propria integrità mo-rale e la propria onestà da parte di chi,comunque, ha dalla sua un raggio diazione molto più potente rispetto all’of-feso, perché chi scrive su un giornale parlanei confronti di uno verso « n », mentre chisubisce un danno può rivalersi nei con-fronti di una persona e non è detto che,però, anche in seguito alla rivalsa, possaristabilire l’ordine e ristabilire, quindi, daprincipio, la propria immagine e la pro-pria onestà che vede rappresentata. Perquesto motivo riteniamo che il provvedi-mento in esame sia molto importante e,nel contempo, anche delicato. Si valutapositivamente anche la previsione che siatutelato il diritto alla rettifica dell’infor-mazione senza che sia aggiunto il com-mento, ma semplicemente riportando ilmedesimo titolo con indicazione dell’au-tore in modo da poterlo riferire univoca-mente all’informazione per la quale sichiede la rettifica.

Si accoglie, infine, di buon grado laprevisione che stabilisce termini definiti estringenti per effettuare la rettifica inmodo che possa risultare tempestiva ri-spetto alla prima notizia che presentadelle inesattezze.

Complessivamente quindi, per i nodiche abbiamo appena descritto, preannun-ziamo la nostra astensione sul provvedi-mento in sede di votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Pie-poli. Ne ha facoltà. Non essendo presentein Aula si intende vi abbia rinunciato.

Atti Parlamentari — 21 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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Ha chiesto di parlare per dichiarazionedi voto l’onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Presidente, svol-gerò poche considerazioni perché questaproposta di legge è già stata abbondante-mente discussa in prima lettura; è statamodificata al Senato e oggi viene nuova-mente modificata. Si tratta di un provve-dimento indiscutibilmente giusto.

Ma la valutazione politica che svolgo,su un provvedimento giusto, rispetto alquale il gruppo della Lega ha votato afavore, tanto nella prima lettura alla Ca-mera quanto nella seconda lettura al Se-nato, è la seguente. Io credo che emerga esia emerso, durante questo dibattito, chetutta quella grande volontà politica di dareattuazione immediata a questo provvedi-mento non ci sia. Io ho la netta impres-sione che non c’è assolutamente la volontàpolitica. Nonostante i proclami, gli inten-dimenti e le dichiarazioni che vengonofatte trasparire all’esterno, mi sembra cheil dibattito a cui abbiamo assistito inquesti due giorni vada esattamente nelladirezione opposta. Questo proprio perché,andando a modificare alcuni aspetti, aloro volta introdotti dal Senato, è emersanel dibattito una differenza tra le forzepolitiche della maggioranza, un’enormedifferenza della posizione della maggio-ranza, in modo particolare del PartitoDemocratico rispetto alle posizioni delGoverno, in base alle quali il disegno dilegge è stato presentato.

Quindi, ho la netta sensazione e ab-biamo la netta sensazione che una pro-posta di legge giusta, una proposta di leggenecessaria rispetto alla categoria dei gior-nalisti oggi avrebbe potuto trovare la luce,sarebbe potuta diventare legge e così nonè. Non è così proprio perché il dibattito haportato ad apportare delle modifiche e adintrodurre nuovi elementi che porterannoquesto provvedimento nuovamente a undibattito all’interno del Senato.

E come spesso è capitato nel dibattitotra Camera e Senato, in modo particolaresui temi riferiti alla giustizia, le modificheintrodotte da una Camera sono state poisistematicamente rimodificate da parte

dell’altra Camera. Quindi, io temo chequesta proposta di legge prenderà la via dialtri provvedimenti, ovvero verrà insab-biata e una norma giusta, mirata a togliereil carcere ai giornalisti, cosa che avviene inquasi tutti i Paesi del mondo tranne al-cune rare eccezioni, rimarrà unicamenteun bel dibattito parlamentare, tante parolee tante chiacchiere rispetto alle quali nontroverà mai la luce questa proposta dilegge. Siamo in un Paese dove la libertà diopinione e la libertà di stampa non sonoassolutamente in discussione. Anzi, iocredo che nel nostro Paese ci sia giusta-mente una grande e prospera libertà distampa. Noi abbiamo sempre creduto cheprevedere il carcere e, quindi, la reclu-sione, in modo particolare con riferimentoa fatti specifici, fosse un vulnus di demo-crazia probabilmente da sistemare. E laproposta di legge nasce con questa finalitàed a questa finalità, a cui si è riferita laproposta di legge presentata, ci siamosempre attenuti, come ripeto votando afavore, tanto alla Camera, quanto al Se-nato.

Vengono, però, introdotti due elementi.Noi siamo favorevoli alla cancellazione delcarcere e alla cancellazione della reclu-sione in caso di diffamazione a mezzostampa; siamo favorevoli all’introduzionedelle sanzioni pecuniarie, a nostro avviso,giuste ed eque; e siamo anche favorevoli alpotenziamento e alla rimodulazione delprincipio della rettifica, anche se spesso evolentieri la rettifica, sia per portata, siaper dimensioni, sia per impatto, non cor-risponde mai alla notizia falsa o diffa-mante che viene pubblicata e, quindi, ildanno per colui il quale è stato diffamatodalla prima notizia raramente e difficil-mente viene sanato dalla rettifica. Però c’èil potenziamento importante dell’istitutoriparatore della rettifica. Ci sono, però,due aspetti che, a nostro avviso, vanno adinficiare la bontà del lavoro che è statofatto, anche rispetto all’introduzione, ope-rata al Senato, con riferimento alla litetemeraria o alla querela temeraria, isti-tuto, tra l’altro, raramente praticato nelnostro istituto giurisdizionale e raramenteattuato nelle aule dei tribunali.

Atti Parlamentari — 22 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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Io credo che l’istituto della lite teme-raria, se andava modificato, andava mo-dificato in senso generale; andava modifi-cato con riferimento all’articolo 96, rife-rito, non al caso specifico dei giornalisti,ma, in maniera strutturale e organica,come modifica normativa generale eastratta riguardante tutti coloro i quali sisarebbero trovati in una situazione previ-sta dall’articolo 96. Credo che la valuta-zione equitativa da parte del giudice eraun principio di equità giusto introdotto alSenato. Il parametrare il giudizio di equitàrispetto alla proporzionalità della do-manda risarcitoria presentata credo sia,così come introdotto con un emendamentodella Commissione, un principio non equoe palesemente sproporzionato rispetto alpotenziale effetto della domanda risarci-toria. Quindi, sulla lite temeraria nonabbiamo riscontrato una condivisione ri-spetto alle posizioni della Commissione edella maggioranza. Non posso dire delGoverno perché il Governo aveva unaposizione esattamente opposta rispetto aquella del relatore. Così come – e l’ab-biamo eccepito durante il dibattito poco fa– non abbiamo trovato riscontro rispettoalla norma, che è stata introdotta all’ar-ticolo 6, che si riferisce a un principiosacrosanto, ossia quello di tutela, non solodel direttore, ma, come ripeto, anche deigiornalisti e dei pubblicisti, come è statogiustamente modificato da un emenda-mento da parte del MoVimento 5 Stelle. Aun principio sacrosanto segue una normanon generale ed astratta. È emerso inmaniera estremamente chiaro l’imbarazzoda parte del relatore, da parte della mag-gioranza e da parte del Partito Democra-tico a giustificare una norma palesementenata come norma ad personam; un vestitoritagliato e cucito ad hoc per un casoparticolare, per un caso singolo che rap-presenta, comunque, un’eccezionalità ri-spetto ad un panorama giornalistico cheandava in una direzione esattamente op-posta.

Detto questo, il principio è giusto: ilgiornalista che risponde in solido con latestata giornalistica rispetto ad una diffa-mazione, nel momento in cui viene con-

dannato al risarcimento del danno afronte di una testata giornalistica fallita,evidentemente non può essere lasciato soload affrontare il giudizio risarcitorio, inmolti casi anche pesante e in molti casinon solo di natura economica, ma spessoanche di natura patrimoniale.

Questo principio va bene se calato inuna realtà generale e complessiva, sollevainvece alcune perplessità se calato su uncaso specifico e particolare. Si tratta dun-que di un provvedimento con luci edombre. Era un provvedimento nato conmolte luci e rispetto a quelle luci il gruppodella Lega aveva manifestato la disponibi-lità ad assecondare un bisogno ed un’esi-genza reale ed effettiva, oggi le ombre chesubentrano rispetto alle luci ci portano inparte a modificare il nostro voto ed è ilmotivo per cui preannunzio l’astensionedel gruppo della Lega Nord in sede divotazione (Applausi dei deputati del gruppoLega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Dam-bruoso. Ne ha facoltà.

STEFANO DAMBRUOSO. Grazie Pre-sidente, onorevoli colleghi, l’urgenza diapportare alcune modifiche ad una leggeche risale ormai al 1948 – quella recante« Disposizioni sulla stampa » – è dettatadalla necessità di sviluppare un utile bi-lanciamento di diritti costituzionali peralcuni versi confliggenti, quali le libertà diespressione, di critica e di cronaca el’inviolabile diritto del cittadino alla repu-tazione.

Il testo oggi in esame pone finalmenteil nostro ordinamento in linea con gli altistandard europei e con quanto da tempoaffermato dalla Corte europea dei dirittidell’uomo, prevedendo, da un lato, l’elimi-nazione della pena detentiva per i reatid’opinione e, dall’altro, il rafforzamento dimisure riparatorie quali la pubblicazionedella rettifica e della sentenza di con-danna; modifiche, queste, oggi più che mainecessarie se si considerano le numerosecondanne alla reclusione che hanno col-

Atti Parlamentari — 23 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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pito giornalisti e direttori, anche di testatenazionali, negli ultimi anni.

Al riguardo, nel corso delle audizioni,che sono state davvero molte e importanti,in Commissione giustizia in prima lettura,abbiamo avuto modo di ascoltare l’espe-rienza diretta di molti prestigiosi edesperti nomi del giornalismo italiano el’intervento che personalmente mi ha in-dirizzato a proseguire con convinzione suquesta strada è stato quello di GiorgioMulé, direttore di Panorama, che, nel mesedi luglio del 2013, ha subito due condanneper omesso controllo, per un totale di 16mesi di reclusione senza condizionale. Inquell’occasione, il direttore ha affermatodi avere 100 giorni per impugnare lesentenze di primo grado ma di non volerlofare, confidando nel senso di responsabi-lità di questo Parlamento. Lo stesso Par-lamento che, solo due anni fa, con un altrodirettore di un altro giornale, invece, nonsi era sentito di portare avanti il discorsosull’esclusione del carcere per i direttoridei giornali per omesso controllo.

Da allora, purtroppo, sono trascorsidue anni e queste misure indispensabili inun Paese civile non sono ancora legge ! Afronte infatti, di un lavoro davvero rapidoe condiviso che la Camera ha fatto inprima istanza, l’altro ramo del Parla-mento, tuttavia, nonostante alcune modi-fiche, non ha condiviso l’impianto dellaproposta e ha apportato delle modificheche hanno portato ad altri due anni didilazione.

In particolare, per quanto concerne laresponsabilità del direttore o del vicedi-rettore, è stato finalmente confermato unloro obbligo di controllo su quanto pub-blicato, anche perché, al pari di qualsivo-glia posizione apicale all’interno di un’im-presa, tale norma individua una posizionedi garanzia per il fatto illecito commessoa danno di un comune cittadino. Ciòconsente di distinguere il diritto ad infor-mare dall’ingiustificabile pretesa di scri-vere tutto ciò che il giornalista vuole,talvolta in accordo con il direttore e conla linea editoriale, senza alcuna assun-zione di responsabilità rispetto alle notiziepubblicate.

Nel corso dei lavori in prima lettura e,soprattutto, alla luce delle audizioni svolte,come ho già detto, mi sono ancor piùconvinto che l’idea iniziale contenuta nellamia proposta di legge che è stata abbinataa quella presente era davvero quella daportare avanti. La realtà è fortementecondizionata dalle comunicazioni sul webe sui social network. Ebbene, ci siamo resiconto che è necessario estendere l’ambitodi applicazione della nuova legge sulladiffamazione a mezzo stampa anche alleedizioni telematiche di quotidiani e perio-dici in quanto oggi molto naviga su questistrumenti di comunicazione. Questa ri-forma deve tenere conto del fatto chel’informazione è profondamente cambiata,che sono cambiati i mezzi, la velocità, ilmodo in cui si diffondono le notizie e lepiattaforme su cui sono distribuite.

Non possiamo riproporre un sistemanormativo tarato solo sui mezzi di infor-mazione tradizionali e non regolamentareper nulla illeciti compiuti attraverso altristrumenti di diffusione. Occorre una nor-mativa che vada oltre le disposizioni sullastampa e si adatti alla nuova informa-zione, al mondo del web, ai siti Internet,che non c’erano e che oggi fanno parte delnostro quotidiano, e quindi a un modo difare radio e televisione che oggi esiste eche ieri non era neppure immaginabile.

Il testo oggi in esame contiene norme dibuon senso che consentono una più effi-cace riabilitazione della parte lesa agliocchi dell’opinione pubblica e tali misuredovrebbero, a mio avviso, estendersi a tuttii siti web che svolgono attività divulgativa,ponendo queste fonti sullo stesso piano deipiù tradizionali mezzi di informazione. Insede di discussione, prima in Commissionegiustizia e poi in Aula, si è, però, optatoper una applicazione della normativa aisoli siti Internet aventi natura editoriale,escludendo, quindi buona parte dell’infor-mazione on-line e i blog che oggi invecerivestono un ruolo fondamentale nella cir-colazione delle notizie. È vero che gliesperti e i tecnici continuano a dire che sitratta soltanto di amplificatori, ma conquel « soltanto », davvero, non ci si rendeconto di quanta diffamazione circoli pro-

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prio sui blog e di quanto sia del tutto noncontrollato e passi davvero di tutto propriosu quegli strumenti.

Oggi la reputazione di chicchessia vienetotalmente massacrata grazie a questa as-senza di monitoraggio, che è possibileeffettuare ancora oggi sui blog. I blog sonoun’area che, per quanto difficile, deveessere considerata con attenzione e questo,anche in questa seconda fase di valuta-zione in sede di Commissione giustizia, siè cominciato a fare.

In particolare, nell’articolato, si pro-pone l’obbligo per il direttore o, comun-que, per il responsabile del giornale dipubblicare gratuitamente nel quotidiano onel periodico, o nelle agenzie di stampa, oancora nel prodotto editoriale on-line ledichiarazioni o le rettifiche dei soggettiche si ritengano danneggiati da notizie oimmagini diffamatorie e, nell’ottica di ga-rantire un effettivo esercizio della rettificaal riparo da omissioni e manipolazioni, èstato previsto il divieto di inserire com-menti, che, troppo spesso, vengono utiliz-zati per sminuire, ridicolizzare, o sempli-cemente « disinnescare » questo impor-tante strumento riparatorio.

Chiunque abbia frequentazione e co-noscenza delle dinamiche di lettura on-line sa che, attraverso i siti di ricerca, lanotizia compare per prima e la rettifica vain fondo; a ciò si aggiunga che le pagineInternet vengono lette prevalentementenella parte iniziale, anche perché la scher-mata può avere un’estensione di svariatepagine. Ne consegue che la mancata spe-cificazione del punto esatto in cui larettifica deve essere inserita rischia dilasciare ampio spazio alla discrezionalitàsulla sua collocazione, con un ulterioredanno per chi ne ha chiesto la pubblica-zione.

Nella legge si prevede anche che larettifica avvenga con lo stesso rilievo e lastessa collocazione della notizia diffama-toria, in modo riconoscibile e, per quantoattiene i siti Internet di natura editoriale,che essa venga riportata in testa di pagina,prima dell’articolo che ne forma l’oggettoe utilizzando la medesima URL (uniform

resource locator), ossia quella sequenza dicaratteri che identifica in modo univocol’indirizzo di una risorsa sul web.

Questo rinnovato ruolo della rettifica, ela sua rivalorizzazione rappresentano unimportante risultato in termini di ripara-zione del danno: se da una parte, infatti,viene eliminata la pena della reclusione,dall’altra, serve una regola che dia davveropiena funzione all’istituto della rettifica,tenendo presente che, in particolare suimezzi di informazione di nuova genera-zione, tale strumento potrebbe arrivare intempi molto rapidi a ristabilire la verità,riducendo sensibilmente il danno per laparte lesa.

Ovviamente, la scelta legislativa di ap-plicare la legge sulla diffamazione a mezzostampa anche ai mezzi di informazione diultima generazione, richiede un bilancia-mento delle sanzioni pecuniarie, tenendopresente, nella commisurazione dellapena, l’effettiva capacità lesiva della noti-zia diffamatoria, la sua diffusione, la tem-pestiva riparazione del danno ed eventual-mente la capacità economica del sito odella testata giornalistica, ma certamentenon ignorando il potenziale diffamatoriodi questa condotta.

Da ultimo, qualche parola e qualcheriflessione sulla modifica approvata in se-conda lettura dalla Commissione giustizia,che mira a dare soluzione ai casi difallimento delle proprietà dei giornali che,troppo spesso negli ultimi anni, hannolasciato a direttori e giornalisti ogni re-sponsabilità sul risarcimento dei soggettidanneggiati per diffamazione.

PRESIDENTE. Concluda.

STEFANO DAMBRUOSO. Vado a con-cludere, Presidente. Noi abbiamo condi-viso questa impostazione, così come l’ab-biamo realizzata con le votazioni svoltefino ad oggi; quindi il nostro partito, cheoggi rappresento con questa dichiarazionedi voto finale, è per l’approvazione deltesto in esame, che è considerato un passoimportante proprio perché introduce, fi-nalmente, nel nostro ordinamento alcunemisure indispensabili per una informa-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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zione più libera e, al contempo, più re-sponsabile.

Annuncio, quindi, a nome del gruppoScelta Civica il voto favorevole al provve-dimento (Applausi dei deputati del gruppoScelta Civica per l’Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Da-niele Farina. Ne ha facoltà.

DANIELE FARINA. Grazie, Presidente.Quello che ci apprestiamo a votare è untesto profondamente cambiato rispettoalla versione licenziata dalla Camera nel-l’ottobre 2013, ma anche rispetto allasuccessiva versione approvata dal Senatodella Repubblica. Parliamo di un provve-dimento che è a lungo sfuggito ad unariforma parlamentare, almeno per unadecina di anni, e questo fatto parla dasolo. Parla della difficoltà di regolamen-tare una materia dove si giustappongonointeressi e diritti diversi, tra i quali alcunicostituzionalmente garantiti.

Questo provvedimento ha iniziato il suoiter sotto le insegne di un anacronismo,ovvero il carcere previsto per i giornalisti,e la sua cancellazione ne segna indubbia-mente l’esito. Ma la nostra discussioneripetuta è stata anche un’occasione peruna riflessione su quanto sia profonda-mente cambiato l’universo dell’informa-zione, su quanta distanza vi sia, molto piùampia del tempo trascorso, tra la situa-zione odierna e quella della legge del 1948,normativa sulla stampa cui ancoriamoparti fondamentali del presente provvedi-mento.

La Camera, in questa lettura, è inter-venuta nuovamente sul testo e diciamo chesono tre i punti, a mio avviso, maggior-mente significativi: la soppressione del-l’originario articolo 3 del testo, che disci-plinava il cosiddetto diritto all’oblio, parteche è stata espunta; la soppressione dellaresponsabilità oggettiva del direttore o delvicedirettore responsabile,; infine, quelladi cui abbiamo discusso lungamente nellagiornata odierna, il tema della lite teme-raria.

Sul primo aspetto voglio ricordare leparole di Stefano Rodotà: « La previsione

di un assoluto diritto all’oblio, esercitatosenza contraddittorio, è destinata a pro-durre un infinito contenzioso tutte le volteche, di fronte a richieste ingiustificate, ildirettore legittimamente decida di nonaccoglierlo. Ma la norma può anche in-durre ad accettare la richiesta solo persottrarsi proprio ad un contenzioso co-stoso e ingestibile e, soprattutto, può in-durre la decisione di non rendere pubbli-che notizie. I rischi non vi sono solo perla libertà di informazione, ma per la stessademocrazia », e sono rischi evidenti. Bene,dunque, abbiamo fatto ad intervenire suquesto specifico punto.

Sulla responsabilità oggettiva poco dico.Ricordo che in campo penale essa hasempre posto delicati problemi di compa-tibilità con l’articolo 27 della Costituzione.

In ultimo, vi è la cosiddetta lite teme-raria, che è stata in questi anni la vera epermanente minaccia alla libertà di infor-mazione e la distribuzione, credo, su que-sto tema del parere delle forze politichedello stesso Governo ci racconta molto daquesto punto di vista. Potevamo certa-mente fare di più, mi sembra però undeciso passo in avanti.

Ricordavo prima che questo provvedi-mento è stato l’occasione per un’appro-fondita ricognizione sui mutamenti inter-venuti nel mondo e nell’universo dell’in-formazione, tanto nei media quanto nel-l’organizzazione del lavoro giornalistico, ediciamo che sull’organizzazione del lavorogiornalistico e le figure del giornalista, delpubblicista e dell’autore dell’articolo i mu-tamenti non sono andati nella giusta di-rezione, in una buona direzione, ma nelsenso di una precarizzazione che ha avutoprofondi riflessi anche sulla capacità difare informazione in questo Paese. Quindi,non tutti i mutamenti sono intervenuti inmeglio, ma sono stati comunque, nel benee nel male, mutamenti rivoluzionari. Ed èquesta, credo, anche la misura della paleseinadeguatezza della legislazione vigente.

Il gruppo di SEL ha votato contro leprecedenti versioni del provvedimento, loha fatto al Senato, lo ha fatto alla Cameradei deputati in prima lettura. Ma ricono-sce lo sforzo compiuto, i mutamenti av-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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venuti, l’attenuarsi di quel il rischio « ba-vaglio » potenzialmente presente nel testofino ad oggi.

Pertanto, annuncio il voto favorevole(Applausi dei deputati del gruppo SinistraEcologia Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Pa-gano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Grazie, Pre-sidente. Preannuncio che noi ci asterremosu questo provvedimento. Lo faremo inmaniera chiara e precisa, lasciando anchetracce del perché su questo intervento cheservirà quale riferimento a chi dovrà giu-dicare lo stesso provvedimento in futuro,cioè il Senato. Desideriamo farlo in ma-niera articolata perché, come avete vistonelle ultime battute di questo provvedi-mento, noi ci siamo astenuti nel complessoe abbiamo votato contro ad alcuni articolifondamentali. È evidente che se abbiamomanifestato il « no » a questo provvedi-mento vuol dire che vi sono spiegazioniforti. Ecco perché la spiegazione è com-piuta e completa e deve servire per esseregiustamente interpretato dall’altro ramodel Parlamento.

Ricordo a tutti che questo provvedi-mento nasce su nostra iniziativa e nasceperché abbiamo nelle nostre corde che lagiurisprudenza della Corte europea deidiritti dell’uomo ha considerato le sanzionia carico dei giornalisti un’ingerenza, pur-ché vi siano alcune condizioni: la prima,che sia prevista dalla legge; la seconda, chesia necessario perseguire una finalità utileal contesto democratico e a una societàche rispetta i diritti e i doveri; la terza, chesia proporzionata al fatto. Tutto ciò èchiaro, purché il giornalista, nei modi cheho appena spiegato, non prevarichi e nonleda l’altrui reputazione, non alteri laverità della notizia non provochi nocu-mento all’onorabilità della persona. Per-tanto, per questi motivi deve essere sem-pre garantito l’onore e il prestigio dellapersona stessa.

È ovvio, tuttavia, che tutto ciò hatrovato delle contraddizioni palesi in que-

sto provvedimento perché – per quantodevo dare onore e merito al relatore,l’onorevole Verini, che si è speso tanto pertrovare dei bilanciamenti e delle soluzioniintermedie – alla fine dell’esame il prov-vedimento non ci ha dato soddisfazioni daalcuni punti di vista, soprattutto riguardoalle premesse che ho appena ricordato. Ilbilanciamento, visto che ho usato questaparola, continuo ad usarla, parte dal pre-supposto che vi debba essere sì la garanziadella libertà di pensiero nei confronti dichi scrive in quanto informatore dell’opi-nione pubblica, ma dall’altro anche ildiritto alla garanzia dell’onore e dellareputazione di chi è attaccato. Io sfido adire il contrario a tutto questo. Coloro chesono stati calpestati nella loro onorabilitàe nel loro prestigio è evidente che sonostati danneggiati e a loro resterà l’onta pertutta la vita. Poco fa è stato spiegato benein alcuni passaggi dall’onorevole Dam-bruoso come la rete produca ormai dannitravolgenti. Ormai appartiene alla menta-lità di fette ampie della popolazione, chedietro allo schermo di un computer rei-terano, moltiplicano, diffondono cattivenotizie. Comprenderete che quanto stodicendo non è banale. Quindi, la cattivainformazione, specie se in malafede, mol-tiplicata dagli effetti mediatici di qualun-que genere e specie, produce spesso undanno: la perdita dell’onorabilità di taluni.Questo è sempre ben chiaro nella nostratesta, ed era il senso ed il principio per cuiabbiamo ispirato un provvedimento, sindalle origini, portandolo avanti con capar-bietà, convinti come siamo che solo l’equi-librio di queste due forze, di questi duepoteri, può produrre effetti positivi e vir-tuosi per la società.

Verifichiamo alla luce di questo risul-tato finale che invece continua la deriva dicoloro che sono propensi a uccidere unapersona con la penna, piuttosto che co-struire un rapporto positivo e di verità neiconfronti dell’opinione pubblica. Lo dicoperché abbiamo appena avuto l’esemplifi-cazione plastica in questo provvedimento.L’emendamento che portava a mia firmamirava a spiegare che non era possibiletecnicamente, umanamente, cultural-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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mente, politicamente e socialmente unosbilanciamento a favore della stampa ri-spetto al principio della lite temeraria, cheè per definizione un principio che vale pertutti e dove non possono esserci dellesacche di privilegio nei confronti di qual-cuno, nel caso specifico la carta stampatae on line. Così come è scritta la normal’azione giudiziaria viene inibita per colpadi elementi che a monte sono stabilitidalla legge e che rendono difficile, irta,difficoltosa, se non addirittura impossibilel’azione giudiziaria. Ecco perché sul prin-cipio della lite temeraria abbiamo detto« no » alla proposta che ci è arrivata e« no » anche alla mediazione, per quantoabbiamo apprezzato lo sforzo del relatore.

È evidente che a questo punto qualcheconsiderazione politica va fatta. Perchénon posso pensare che questo Parlamentocontinui e ricontinui ancora una volta afarsi del male. È palese che c’è un poteretecnocratico che è superiore a questoParlamento, superiore rispetto a chi devedecidere nell’interesse del popolo. C’è stataproprio nei giorni scorsi un’intervista diun noto opinion leader, un cantante, che inquesto momento sta girando su internet.Egli dice apertamente « sono stato convo-cato in una riunione di lobby, c’era lafinanza, c’erano i mass media, c’erano ipotenti del mondo e ho chiesto come mainon ci sono i politici ? Mi fu risposto: no,i politici servono in una fase successiva,quando devono eseguire le direttive ». Loha detto un opinion leader, un cantantenazionale, a proposito delle tesi sul LGBTsu cui era stato abbordato per diffonderle.

C’è qualcosa che non quadra in questanostra politica e noi, colleghi, dobbiamointerrogarci. Questo Parlamento tesse lacanapa della corda che lo impicca e nonlo impicca in una logica di controparte percui sono i giornalisti che hanno la meglionei confronti della politica. Noi siamo unpotere della Costituzione, il terzo per de-finizione, che nasce e serve per difenderel’interesse del popolo. Quindi, quando cisono dei sbilanciamenti a favore di certipoteri forti nei confronti di altri, è evi-dente che a cascata chi la paga è semprel’ultimo del gradino, cioè il popolo. È

chiaro che noi stiamo qui a fare delle legginei confronti dell’interesse del popolo.Quando questo interesse non c’è, perchénel caso specifico c’è un potere forte cheprevarica gli altri, il risultato è chiaro epalese. Il bello è che tutto questo, pur-troppo, non è frutto soltanto di un’occa-sionale, e passeggero momento di follia diquesto Parlamento. No ! Esso è una co-stante che sta accadendo e che si ripre-senta puntualmente. Come non ricordareormai che ci sono leggi che vengono va-lutate da certi magistrati e che vengonopoi portate qui in questo Parlamento. Lodicono testualmente e apertamente e leloro tesi culturali vengono diffuse e poifatte proprie da questo Parlamento. Pensoche questo non sia una cosa normale, ègiusto un confronto, non certamente unricevere passivamente. Ancora, come nonricordare che la stessa cosa accade anchenell’ambito del fisco. Molte leggi sono ilfrutto della tecnocrazia di quel settore cheimpone norme a questo Parlamento ilquale passivamente subisce.

Arrivo alla conclusione per dire checertamente c’è un vulnus che deve essereelemento di riflessione. Il Parlamento sideve interrogare – chiudo veramente Pre-sidente – su come bisogna affrontare latecnocrazia nelle varie accezioni. Il dirittodei cittadini ad essere garantiti rispetto adesondazioni, di taluni giornalisti, non cer-tamente di tutti, oggi è sotto gli occhi ditutti ed è un rischio per la nostra libertà.(Applausi dei deputati del gruppo di AreaPopolare (NCD-UDC).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevoleD’Alessandro. Ne ha facoltà.

LUCA D’ALESSANDRO. Signor Presi-dente, onorevoli colleghi, il provvedimentoin esame torna in questo ramo del Par-lamento per l’approvazione in terza let-tura dopo più di venti mesi. Si poteva fareprima, si poteva fare certamente di più, sipoteva fare meglio, ma questa legge segnacomunque un traguardo importante sullastrada della libertà di stampa e di espres-

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sione. È una rivoluzione innanzitutto cul-turale che sancisce finalmente il principioper il quale i giornalisti impegnati nellosvolgimento del loro lavoro, spesso osta-colato da tentativi di intimidazione divaria natura, non rischieranno più il car-cere. E questa va considerata una vittoriadi Forza Italia, che ha promosso e soste-nuto questo principio (Applausi dei depu-tati del gruppo Forza Italia – Il Popolodella Libertà – Berlusconi Presidente). Ènoto come la necessità di porre quantoprima mano all’attuale legge sulla diffa-mazione a mezzo stampa nasca in parti-colare da recenti vicende che hanno por-tato alcuni giornalisti alle soglie dellaprigione, salvati dalla prigione da grazia oda provvedimenti tampone a margine dellalegge e non da norme che prevedevano dievitare il carcere. Era oramai evidentequindi da tempo la necessità di innovareuna legge oramai troppo vecchia, nata incircostanze in cui i mezzi di comunica-zione di massa si limitavano ai giornali,quotidiani, periodici e alle radiodiffusioni.Oggi il quadro è completamente cambiatocon l’irrompere sulla scena di mezzi dicomunicazione di grandissima potenzacome la televisione, anche nella versionesatellitare di internet, e quindi dei giornalion line oltre che dei siti on line e dei blog,ma quella che è cambiata radicalmente, inmeglio, è la sensibilità dei cittadini suidiritti di libertà in generale e quindi anchesulla libertà di stampa, in senso specifico,che è notevolmente cresciuta specialmentenegli ultimi 65 anni. Si è resa dunquenecessaria una decisa inversione di rotta.In realtà sono anni che si chiede alParlamento di superare la rigida disciplinaattuale che espone il giornalista, spesso inbuona fede – questo va precisato in que-st’Aula perché sentir parlare di macchinedi fango create a posta sì ci sono, ma poi,per quanto riguarda il mestiere di gior-nalista, non sono così frequenti e nume-rose, vanno estirpati i rami secchi, mafortunatamente non sono così numerosi –ad elevati rischi che possono interferirecon la libertà di espressione e di critica econ il diritto di cronaca. Tuttavia, non siera ancora riusciti a dare una risposta

adeguata a tale legittima richiesta in ra-gione dell’estrema difficoltà che si incon-tra nel contemperare questa esigenza conquella, sicuramente non meno rilevante, diassicurare sempre e comunque un’effettivatutela dell’onore delle persone offese dallanotizia o dal giudizio diffamatorio.L’onore è infatti un bene inscindibilmenteconnesso all’individuo, la cui tutela costi-tuzionale risiede nella pari dignità socialedelle persone: un valore che se distruttocon mezzi d’informazione, difficilmentepuò essere recuperato. Detto questo però,si può pensare a pene non detentive, aduna serie misure interdittive e a penepecuniarie che possono essere più deter-renti rispetto alla pena detentiva, chetalvolta può apparire spropositata, oltreche soggetta all’arbitrarietà del giudice.Questo provvedimento rappresenta,quindi, un concreto passo in avanti e va adinserirsi in un quadro di interventi neces-sari in relazione al mutare del tempo: sitratta di una scelta fondamentale a tuteladelle libertà democratiche in quanto lalibertà di stampa in tutte le sue espres-sioni, frutto del progresso tecnologico, èun elemento fondante della democraziacome chiaramente sancito dallo spirito edalla lettera dell’articolo 21 della nostraCostituzione. Sappiamo bene che quellodella libertà di stampa è uno dei fattoriprincipali utilizzati per misurare il cosid-detto grado di civiltà di un Paese, e sedobbiamo stare a quello che dicono gliorganismi internazionali, che ripetuta-mente sono intervenuti anche nei con-fronti del nostro Paese, ci rendiamo contoche il grado di libertà di stampa all’internodella comunità internazionale e anche del-l’Italia non è certamente tra i più elevatidel mondo occidentale, basti ricordare levarie relazioni del Commissario per i di-ritti umani, del Consiglio d’Europa, del-l’OSCE, o del relatore speciale delle Na-zioni Unite, tutti quanti rappresentavanola necessità di un intervento innanzituttoper eliminare la previsione del carcere perquanto riguarda i giornalisti e la libertà distampa, ma soprattutto per adeguare lanormativa italiana agli standard europei.Appaiono quindi del tutto intollerabili fatti

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come quelli che hanno coinvolto giornalisticome Sallusti e Mulè, condannati a penedetentive per il reato di diffamazione amezzo stampa.

Faccio queste affermazioni non certoperché si tratta di giornalisti direttori digiornali di area vicina alla parte politicache rappresento, ma poiché sono profon-damente convinto che non sia possibileuna liberal-democrazia evoluta, come do-vrebbe essere la nostra, che qualcuno, diqualsivoglia orientamento politico, destrao sinistra, possa finire in carcere per reatodi diffamazione a mezzo stampa o perl’espressione delle proprie idee.

Certamente, l’esigenza di tutelare lastampa e la libertà di stampa, in tutte lesue forme, e quella di tutelare l’onorabilitàdei cittadini devono essere conciliate at-traverso disposizioni di legge equilibrate eal passo con i tempi e questo cerca di fare,pur tra mille difficoltà, ripensamenti etattiche dilatorie, l’iniziative legislativa alnostro esame, a cui il gruppo di ForzaItalia ha dato, fin dall’inizio, un convintosostegno, anche con la presentazione, il 29maggio 2013, della proposta di leggen. 1100. La nostra proposta si prefigge,infatti, l’obiettivo di tutelare il reato didiffamazione, percependo l’importanzadella grande responsabilità della categoriadei giornalisti, avendo sempre riguardoper il diritto dei cittadini a un’informa-zione libera su qualsiasi argomento senzacensure, tanto meno preventive.

Non bisogna dimenticare che a difesadei giornalisti è intervenuta anche la Cortedi cassazione, che ha esplicitamente affer-mato che il giornalista, a meno che il reatonon sia di particolare gravità, non puòessere punito per diffamazione con il car-cere. La Corte di cassazione, con talepronuncia, si è allineata all’orientamentodella Corte europea dei diritti dell’uomo,che esige l’esigenza di circostanze eccezio-nali per sostituire la multa con la deten-zione, sia pure con la sospensione condi-zionale.

Alla luce di questa pronuncia, appareevidente che i giudici, chiamati a valutarela condotta del giornalista che va oltre ilimiti del diritto di cronaca o di critica,

devono, dunque, tenere presente l’insosti-tuibile funzione formativa esercitata datale categoria. Proprio per questo motivo,un passo importante è stato compiuto conl’approvazione, da parte della Commis-sione giustizia, dell’emendamento in cui èprevisto che, in caso di fallimento delleproprietà di testate di giornali, direttore egiornalisti, nel momento in cui si vedonocostretti a dover pagare di tasca propriaeventuali risarcimenti a favore di infamati,possono rivalersi sulla proprietà fallita,diventando loro stessi creditori.

Su questo emendamento si è dettotanto. Si è anche asserito che possa trat-tarsi di una norma ad personam. A mioavviso, invece, stiamo parlando di unadisposizione che va a tutelare tutti i gior-nalisti e che rientra, a sua volta, in unprovvedimento a tutela della libertà diinformazione. Su questo va precisato chesono almeno un centinaio i giornalistimessi in gravissima difficoltà dal falli-mento dell’editore e costretti a rispondere,da soli, delle cause promosse contro latestata. Quello che spiace è che ci sia statobisogno del caso del direttore de l’Unità,Concita De Gregorio, perché FNSI, ordinedei giornalisti ed esponenti politici si ac-corgessero di un problema pendente daanni e che coinvolge giornalisti sconosciutiai più.

Pur approvando, dunque, lo spiritodella modifica, ci troviamo, ancora unavolta, a constatare che siamo in presenzadi giornalista più curati e attenzionati dialtri. Ripetiamo che non siamo in pre-senza della migliore delle leggi, ma almenoassistiamo ad un importante passo avantiche dobbiamo salutare con favore. Comedetto, l’elemento più importante, dal no-stro punto di vista, è l’eliminazione, unavolta per tutte, dal nostro ordinamentodella possibilità, non certo solo teorica mamolto concreta, per i giornalisti di esserecondannati a pene detentive per i loroarticoli, se giudicati diffamatori. È ovvioche a fronte dell’eliminazione della penadetentiva per il giornalista, condannatoper diffamazione a mezzo stampa, cidebba essere una più efficace e circostan-

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ziata disciplina legislativa dell’obbligo direttifica di notizie ritenute false e diffa-matorie.

Naturalmente, le sanzioni, finalmentesolo di natura pecuniaria per i giornalistie i direttori responsabili delle testate incaso di condanne per diffamazione, de-vono essere equilibrate e devono costituireuna credibile deterrenza nei confronti dicomportamenti lesivi per l’onorabilità deicittadini.

Ritengo importante, per quanto ri-guarda l’obbligo della rettifica, che si pre-cisi che debba essere dato un identicospazio e rilievo rispetto alla notizia con-testata. Inoltre, la rettifica deve esseresenza commenti. Naturalmente, in caso dimancata rettifica il giornalista incorre inadeguate sanzioni pecuniarie.

È evidente che la proposta di legge, sucui siamo chiamati ad esprimere il nostrovoto, abbia come obiettivo di fondo quellodi contemperare l’esigenza di tutelare lalibertà di stampa, intesa come riferita atutti i mezzi di comunicazione di massa,con la tutela dell’onorabilità dei cittadini,e tale obiettivo mi sembra sia stato rag-giunto ottenendo un apprezzabile punto diequilibrio, che è sicuramente migliorabilema, come sappiamo, l’ottimo è il nemicodel bene.

Quello che mi preme nuovamente sot-tolineare è l’inescusabile ritardo con cui sista legiferando su questa delicata materia.Sono passati oltre due anni da quando siè iniziato a discutere e siamo ancora quia dover fronteggiare tattiche evidente-mente dilatorie, degne di miglior causa.

Mi auguro, in conclusione, che si giungain tempi brevi a varare definitivamentequesta normativa e che il Senato non solofaccia presto ma che eviti nuove modifi-che, per arrivare finalmente all’approva-zione definitiva, perché la condanna peg-giore, per chi attende da anni la soluzionedel problema, è quella di assistere a ungioco al rimpiattino che ha il solo risultatodi non decidere.

Per queste ragioni, preannunzio il votofavorevole del gruppo di Forza Italia (Ap-

plausi dei deputati del gruppo Forza Italia– Il Popolo della Libertà – BerlusconiPresidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevoleLiuzzi. Ne ha facoltà.

MIRELLA LIUZZI. Grazie, Presidente.Questa proposta di legge ha avuto un itercomplicato e, soprattutto, lento, moltolento, nonostante da diverse legislature sitenti di modificare la legge sulla stampa eil codice civile e penale legato ad essa. IlMoVimento 5 Stelle, in Commissione, hasvolto un lavoro costante e impegnativo atutela della libertà di informazione e deidiritti dei cittadini, portando come risul-tato l’approvazione di diversi emenda-menti altamente qualificanti. A circa dueanni di distanza dalla prima lettura avve-nuta qui alla Camera, queste sono leprincipali novità della proposta di leggeche ci accingiamo a votare oggi in Aula e,ovviamente, le nostre considerazioni.

Come prima cosa, viene confermatal’abolizione del carcere per i reati diingiuria e diffamazione, prevedendo, però,una multa a partire da 10 mila euro, se c’èconsapevolezza della falsità del fatto pub-blicato.

Iniziamo con il dire che le multe som-ministrate per i giornalisti non tengonoconto della potenzialità economica delcondannato. Difatti, abbiamo proposto, siain Commissione sia in Aula, con un emen-damento del MoVimento 5 Stelle, di sop-primere almeno il limite minimo, comeera avvenuto durante l’esame al Senato,prevedendo una multa fino ad un massimodi 10 mila euro.

Il secondo punto è che scompare lapossibilità di chiedere la cancellazione daInternet degli articoli ritenuti diffamatori.Durante l’esame del Senato era stato in-serito un articolo relativo al cosiddetto« diritto all’oblio », che poco aveva in co-mune con questa proposta di legge inizialepartita dalla Camera e che, per fortuna,qui, in terza lettura, è stato eliminato.

La Commissione giustizia della Cameraha approvato i quattro identici emenda-

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menti soppressivi, due del Partito Demo-cratico e due del MoVimento 5 Stelle, delcontestato articolo che prevedeva l’elimi-nazione, dai siti Internet e dai motori diricerca, dei contenuti diffamatori o deidati personali trattati in violazione delledisposizioni di legge.

Lo stesso Garante della privacy avevasottolineato come la questione del dirittoall’oblio andasse affrontata nel complesso,senza limitarsi solo ai dati trattati inviolazione di legge. Come terzo punto,vengono inasprite le sanzioni per le que-rele e le azioni civili temerarie, che spessorappresentano vere e proprie intimida-zioni a danno dei giornalisti.

È stata ripristinata la misura, sia purtimida e ancora inadeguata, contenutanella prima versione della proposta dilegge, contro le querele temerarie e le lititemerarie fatte per intimidire i giornalisti.Le querele temerarie sono quelle che nonhanno un vero fondamento, ma vengonocomunque usate come minaccia e intimi-dazione dei giornalisti e dei giornali piùindifesi. La misura prevede che, in caso dilite valutata come temeraria, il giudicepossa condannare il querelante al paga-mento di una somma da mille a 10 milaeuro a favore della Cassa delle ammende.

Nel programma elettorale del MoVi-mento 5 Stelle, con il quale ci siamopresentati ai cittadini, uno dei punti è ilriconoscimento al querelato di risarci-mento in caso di non luogo a procedere;per cui, non possiamo che essere d’ac-cordo per queste misure adottate nellaproposta di legge. Certo, avremmo volutouna misura più qualificante anche per leliti temerarie, estesa non solo ai giornalistio agli autori degli articoli di stampa, ma atutti i cittadini; una misura che potevaessere estesa, anche con l’approvazione dialcuni emendamenti, qui, in quest’Aula, atutti i cittadini (Applausi dei deputati delgruppo MoVimento 5 Stelle).

Viene prevista una norma per i gior-nalisti che devono affrontare processi civilie penali dopo il fallimento dell’editore. Sisono disciplinati anche i casi, purtroppofrequenti, di fallimento delle proprietà deigiornali, casi nei quali direttori e giorna-

listi vengono lasciati da soli a risarcire, incaso di condanna, il danneggiato per dif-famazione. In questi casi, ci si potràrivalere sulla proprietà fallita. Il principioè giusto e assolutamente condivisibile, maviene sancito ora, soltanto dopo la denun-cia del caso l’Unità, attraverso una modi-fica del provvedimento sulla complessivariforma della diffamazione a mezzostampa, tesa ad escludere il carcere per igiornalisti.

Non sarebbe la prima volta che ilPartito Democratico tenta di salvare ilgiornale di partito. Il MoVimento 5 Stelle,tramite un’interpellanza, qui, alla Camera,aveva già portato all’attenzione del Parla-mento quanto emerso durante la trasmis-sione Report, ad esempio, in cui abbiamoscoperto che siamo noi cittadini a pagarei debiti de l’Unità, a cominciare dai 95milioni di euro dei decreti ingiuntivi (Ap-plausi dei deputati del gruppo MoVimento5 Stelle).

Permane la rettifica da parte dell’of-feso, senza la possibilità del giornalista dicommentare: questo è un passaggio abba-stanza delicato, che ha fatto anche discu-tere tra gli addetti ai lavori. Nel testo èprevisto l’obbligo di pubblicazione dellarettifica con la draconiana formula « senzacommento, senza risposta e senza titolo »in tutti i casi in cui sia stato danneggiatoonore e reputazione. Non possiamo repu-tare questo testo completo per l’avereinserito l’assenza di commento alla retti-fica. Questo argomento è legato indissolu-bilmente anche alla lite temeraria, proprioperché chiunque si senta danneggiato dauna notizia può citare in giudizio ungiornalista per diffamazione o per danni,ma lo stesso giornalista non può inserireun breve commento per la richiesta di unarettifica che, magari, esula dall’articolo.

Se il giornale ha solide prove in mano,a sostegno di quanto scritto in precedenza,dovrebbe tranquillamente poter replicare,ben sapendo che in questo caso poi si vain tribunale a vedere le carte.

Avevamo proposto di eliminare questalimitazione, sia in prima lettura qui alla

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Camera, con un mio emendamento, sia inCommissione, in cui la modifica è statagiudicata inammissibile.

In conclusione, ciò che sta accadendonel mondo dimostra che il ruolo dell’in-formazione oggi è al centro di un interessefortissimo proprio perché precondizionedel potere politico e soprattutto econo-mico. In Italia, il tema dell’informazione èspesso accompagnato dall’abolizione dellepena carceraria, come in questo caso, peril reato di diffamazione, dalle norme sulleintercettazioni, che volevano essere inse-rite proprio in questo provvedimento, equelle sul conflitto di interessi, dalla ri-forma dell’editoria e della Rai, che ora èin discussione al Senato, così come lariforma dell’accesso alla professione gior-nalistica e l’esigenza caldeggiata, ad esem-pio, dal MoVimento 5 Stelle di abolire taleordine. Tutti questi passaggi sono impor-tanti, ma non esauriscono il problemadell’informazione nella società che ha basirelative all’educazione culturale e demo-cratica.

Rimane, invece, l’ossessione bipartisandella politica di mettere un bavaglio aimedia. Non cade questa ossessione, pro-prio perché può essere un motivo pertappare la bocca a quei mezzi di infor-mazione, soprattutto i più deboli, chepossono magari dire realtà o verità sco-mode. Il meccanismo escogitato per larettifica obbligatoria, infatti, sarà talmentestringente da mettere in difficoltà la liberainformazione. Le rettifiche dovranno es-sere, come già detto, pubblicate senzacommento, senza risposta e senza titolo edovranno essere pubblicate entro duegiorni, con una collocazione pari a quelladella presunta notizia diffamatoria. Lemulte diventeranno pesanti e il deterrenteprincipe contro i giornalisti e i media nonomologati, e meno strutturati, sarà all’or-dine del giorno.

Il MoVimento 5 Stelle si asterrà oggiin Aula, poiché questa proposta di legge,come detto in precedenza, contiene in-teressanti novità, ma anche allo stessotempo forti criticità. Auspichiamo, però,anche noi, in quest’Aula, che ci sia unaquarta lettura, molto veloce, al Senato e

che questa proposta di legge non ritorninuovamente, qui alla Camera, tra dueanni (Applausi dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevoleRotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA. Presidente e colleghi,noi crediamo che con l’approvazione diquesta proposta di legge migliori, davvero,la libertà di stampa in Italia. Già, nel 2014,il nostro Paese aveva guadagnato noveposti nella classifica sulla libertà di stampadi Reporters sans frontières, attestandosicosì al quarantanovesimo posto, sui cen-tottanta della classifica mondiale. E questoproprio grazie alla questione della diffa-mazione, proprio grazie al fatto che cistavamo accingendo a dare una risposta aquesto problema.

Tra i tanti punti deboli, alcuni nonrisolti ancora, del sistema dell’informa-zione italiana vi è la concentrazione del-l’informazione e il relativo conflitto diinteressi, ma anche il mancato bilancia-mento tra la libertà di stampa e la tuteladell’individuo. Mancanze che hanno lostesso risultato ovvero la manipolazionedell’orientamento dell’opinione pubblica e,quindi, lo scadimento politico e morale delnostro sistema democratico, perché diquesto stiamo parlando oggi.

Nell’Europa meridionale, vogliamo ri-cordarlo, così come spiega il rapporto diReporters sans frontières presentato a Pa-rigi, l’unica evoluzione positiva c’è stataproprio in Italia e proprio grazie a que-sto provvedimento, perché, così spiega ilrapporto, si è riusciti finalmente a stop-pare una spirale negativa con la prepa-razione di questa legge incoraggiante, cosìera stata definita. Una legge che, come èstato ripetuto più volte questa mattina inquest’Aula, pone al centro il tema delbilanciamento tra diversi diritti costitu-zionalmente previsti, quello tra la libertàdi stampa e la tutela dei diritti dell’in-dividuo, compreso anche il diritto a ve-dere tutelata la propria reputazione. Èstato detto più volte: l’elemento qualifi-

Atti Parlamentari — 33 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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cante del provvedimento è l’eliminazionedella pena del carcere per i giornalisti.

PRESIDENTE. Onorevole Rotta, lechiedo scusa... dopo, lo potete fare dopo.Prego.

ALESSIA ROTTA. Una pena sicura-mente figlia di altri tempi, di altri regimi,di un altro clima e di altri orientamenti,autoritari e intimidatori. Il segnale, invece,che diamo noi oggi – e io voglio dire piùdi un segnale – è quello di una civiltà checi riporta ad allinearci in parallelo con glialtri ordinamenti democratici.

È stata poi introdotta con questo prov-vedimento la non punibilità in caso direttifica integrale per la parte che si sentadiffamata. Questo associa, dunque, al di-ritto della libertà di informazione un con-trobilanciamento importante ad ogni di-ritto, cioè quello della responsabilità omeglio della responsabilizzazione di chiscrive, dei giornalisti, con la verifica pun-tuale delle fonti e il controllo della veri-dicità dei fatti e delle notizie.

Si dà, inoltre, un segnale significativosu un altro tema importante e diffuso – èstato ricordato più volte anche questo inquest’Aula – quello della lite temeraria.Quaranta cause civili su cento oggi cidicono e ci testimoniano questo della litetemeraria: uno strumento pericoloso, unavera e propria minaccia, perché è solo unostrumento intimidatorio, volto ad impedireil lavoro democratico, quello del diritto diinformare ma anche di essere informati.Per disincentivare una prassi così diffusa,abbiamo introdotto una norma per cui ilgiudice dovrà tenere conto nel suo giudiziodella richiesta economica del preteso dan-neggiato. Noi riteniamo che questo sia ungiusto deterrente per chi deliberatamenteagisca in malafede.

L’altro elemento introdotto nel provve-dimento qui alla Camera riguarda chidebba rispondere, se solo i giornalisti o idirettori, cioè chi rimane sul campo, pa-rimenti leso in caso di fallimento. Pur-troppo, non è responsabilità di alcunigiornalisti o dei direttori o di altri, viviamoun tempo di crisi dell’editoria, dove i

giornali chiudono e, per fortuna, altri neaprono. Questo non è il caso di qualcuno,come qualcun altro ha detto in quest’Aula,ma riguarda un centinaio di giornalisti e,giustamente, l’FNSI ha sottoposto questotema alla nostra attenzione, all’attenzionedella Camera e del legislatore. Un centi-naio di giornalisti oggi, cioè oggi nel 2015.Quindi, noi non facciamo leggi ad perso-nam; così come il carcere è una vergognaper tutti i giornalisti – lo era – e per tuttii direttori, così riteniamo che anche ilfallimento di una società editoriale nondebba ricadere solo su giornalisti e diret-tori. Questo deve valere per tutti. Quindi,da oggi ci si potrà rivalere sulle società esulle proprietà fallite e non sui singoli, cosìcome è giusto.

Infine, veniamo all’ultimo aspetto cheabbiamo modificato o meglio espunto inquesto testo alla Camera, modificandoloappunto rispetto al Senato. Abbiamoespunto il tema della diffamazione neiblog, non già naturalmente perché questotema non sia di estrema attualità, ma anziil contrario, perché noi pensiamo chemeriti un approfondimento serio e chedebba tenere conto anche del lavoro che laCommissione presieduta da Rodotà stacompiendo.

Quello delle nuove tecnologie è unterritorio di frontiera. Come scrivevaPaolo Barile, il percorso compiuto sin quidella libertà di informazione è stato cer-tamente lungo e ancora dovrà esserlo,certamente non privo di risultati positivi,ma ancora lontano dal potersi considerareconcluso. Anzi, si apre ora a nuovi sviluppiche meritano l’attenzione e l’impegno dellapolitica. Occorre una forte vigilanza de-mocratica da parte della politica contro undoppio rischio legato alle nuove tecnologie:da un lato, la manipolazione dell’informa-zione da parte di Governi autoritari e,dall’altro, un populismo di massa connessoall’uso delle tecnologie da parte di societàspesso poco mature. Alla politica sta, comeavvertiva Barile, trovare una sintesi demo-cratica.

Vengo alle conclusioni, auspicando cheil Senato faccia presto e arrivi ad unarapida approvazione per poi avere una

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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rapida pubblicazione in Gazzetta Ufficialeper un provvedimento che, appunto, hacompiuto un lungo lavoro. Noi crediamoche questo sia un provvedimento che ab-bia trovato il giusto equilibrio, che porti ilnostro Paese nella civiltà, che migliori lasituazione delle libertà dell’informazione,ma anche della responsabilità dell’infor-mazione nel nostro Paese, che tuteli egarantisca i cittadini, perciò esprimo ilvoto favorevole del Partito Democratico(Applausi dei deputati del gruppo PartitoDemocratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite ledichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 925-C)

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego diprendere posto. Se non vi sono obiezioni,la Presidenza si intende autorizzata alcoordinamento formale del testo appro-vato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione– A.C. 925-C)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazionefinale.

Indìco la votazione nominale finale,mediante procedimento elettronico, sullaproposta di legge n. 925-C, già approvatadalla Camera e modificata dal Senato, nelseguente nuovo titolo, di cui si è testéconcluso l’esame.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colonnese, Ferraresi.Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione

con il seguente nuovo titolo:

« Modifiche alla legge 8 febbraio 1948,n. 47, al codice penale, al codice di pro-cedura penale, al codice di proceduracivile e al codice civile in materia di

diffamazione, di diffamazione con ilmezzo della stampa o con altro mezzo didiffusione, di ingiuria e di condanna delquerelante nonché di segreto professio-nale » (Approvato dalla Camera e modifi-cato dal Senato) (925-C):

Presenti .......................... 414Votanti ............................ 298Astenuti .......................... 116Maggioranza .................. 150

Hanno votato sì ..... 295Hanno votato no ...... 3.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(La deputata Argentin ha segnalato chenon è riuscita a votare. Il deputato Dallaiha segnalato che non è riuscito a esprimerevoto favorevole).

Colleghi, a questo punto sospendo laseduta, che riprenderà alle ore 15 per losvolgimento delle interrogazioni a rispostaimmediata.

Ricordo che a partire dalle ore 16,15avranno luogo le comunicazioni del Pre-sidente del Consiglio dei ministri in vistadel Consiglio europeo del 25 e 26 giugno2015.

La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle15,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTELUIGI DI MAIO

Svolgimento di interrogazionia risposta immediata.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recalo svolgimento di interrogazioni a rispostaimmediata, alle quali risponderanno il Mi-nistro delle politiche agricole, alimentari eforestali e il Ministro dell’istruzione, del-l’università e della ricerca. Invito i rap-presentanti del Governo a rispettare gliorari del calendario d’Aula, soprattuttosulle interrogazioni in oggetto.

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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(Chiarimenti in merito ai tempi per l’asse-gnazione dei titoli di pagamento della poli-tica agricola comune agli agricoltori, an-che al fine di consentire alla regione Lom-bardia di erogare, in tempo utile, l’antici-

pazione dei contributi – n. 3-01562)

PRESIDENTE. Il deputato Guidesi hafacoltà di illustrare la sua interrogazionen. 3-01562, concernente chiarimenti inmerito ai tempi per l’assegnazione deititoli di pagamento della politica agricolacomune agli agricoltori, anche al fine diconsentire alla regione Lombardia di ero-gare, in tempo utile, l’anticipazione deicontributi (vedi l’allegato A – Interroga-zioni a risposta immediata), per un minuto.

GUIDO GUIDESI. Grazie Presidente,Ministro, quest’anno è il primo anno dellanuova programmazione rispetto alla PACper cui ci sono dei nuovi calcoli che sonoanche più complessi rispetto a quelli pre-cedenti. Il suo Ministero e lei stesso aveteannunciato più volte che avreste provve-duto ai nuovi calcoli in maniera tale daconsentire, entro il 15 giugno, alle aziendedi comunicare i propri dati e in modo daprovvedere ad una normale contribuzionerispetto alla PAC che, come sappiamo, pertante aziende vuol dire anche liquidità. Ilcaso è principalmente quello della regioneLombardia che da anni anticipa la PAC.L’anno scorso l’ha fatto al 70 per centoper la maggior parte delle aziende e al 90per cento per le aziende dei territoriterremotati. La domanda è per quale mo-tivo questi ritardi perché il rischio è quellodi non poter contribuire all’anticipazioneda parte della regione Lombardia e di nonpoter essere d’aiuto a queste aziende.

PRESIDENTE. Il Ministro delle politi-che agricole, alimentari e forestali, Mau-rizio Martina, ha facoltà di rispondere, pertre minuti.

MAURIZIO MARTINA, Ministro dellepolitiche agricole, alimentari e forestali.Grazie Presidente, credo sia necessariochiarire, per evidente incomprensione, che

in merito all’assegnazione dei titoli dipagamento PAC entro marzo, come sapete,le norme europee stabiliscono che per ilcalcolo degli stessi è necessario acquisirele domande di assegnazione da parte diagricoltori aventi diritto in attività il cuitermine era inizialmente previsto per mag-gio, poi prorogato dalla Commissionestessa al 15 giugno. La norma europea, tral’altro, fissa un conseguente termine per lapresentazione delle domande di rettifica,nonché il consueto termine comunitariodel 30 giugno per il pagamento delledomande e dell’annualità precedente.

Tali elementi, quindi, evidenziano l’im-possibilità procedurale e materiale di as-segnare i titoli entro il mese corrente,tanto meno entro l’indicato termine delmarzo scorso. Credo, da questo punto divista, che sia più utile per tutti abbando-nare ogni polemica e lavorare come stiamofacendo tutti in squadra per risolvere ilproblema. Ricordo che valore e numerodefinitivo dei diritti all’aiuto, secondo lanormativa comunitaria saranno stabiliti ecomunicati agli agricoltori dopo che gliorganismi pagatori, ivi compreso quellodella regione Lombardia, avranno effet-tuato tutti i controlli necessari. Serve,quindi, che nelle prossime settimane ungrande lavoro, un grande sforzo ammini-strativo venga messo in opera, sia dall’or-ganismo pagatore nazionale, sia dagli or-ganismi pagatori regionali, Lombardiacompresa. Al riguardo, evidenzio che que-ste procedure si collocano nel primo annodi avvio della nuova PAC, come venivadetto, in cui si calcolano i diritti all’aiuto,di cui l’agricoltore beneficerà, per l’interoperiodo di programmazione e per il qualenon è possibile effettuare alcun tipo dicomparazione con gli anni precedenti. Aseguito del completamento delle predettefasi, sarà possibile attivare le procedureper i contributi regionali, nell’ambito delde minimis, garantiti dalla successiva ri-scossione dei pagamenti dei primi PAC.

Mi preme anche ricordare in ultimoche, proprio nell’interesse di tutti gli agri-coltori italiani, a livello nazionale abbiamoinserito nella legge di stabilità un appositoprovvedimento che consentirà agli impren-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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ditori agricoli di poter accedere alle anti-cipazioni erogate da ISMEA con la stessafinalità e con le stesse modalità.

PRESIDENTE. Il deputato Guidesi hafacoltà di replicare, per due minuti.

GUIDO GUIDESI. Presidente, Ministro,qua non è una questione di polemica, maqua è soprattutto una questione di chia-rezza, rispetto in particolare al fatto che iovengo da una regione, come lei d’altronde,la Lombardia, il cui settore agroalimentarefa praticamente tra il 15 e il 16 per centodel fatturato nazionale, tra il 18 e il 20 percento dell’export nazionale ed è un settoreestremamente in crisi per tanti motivi,come le sanzioni russe e anche la crisieconomica che è evidente ancora sotto gliocchi di tutti.

La difficoltà che c’è e la difficoltàprincipale è che, rispetto alle indicazioni esoprattutto alla comunicazione fatta dalsuo Ministero, oggi queste aziende siaspettano ovviamente quella comparteci-pazione di liquidità che hanno sempreavuto tutti gli anni e della quale la regioneLombardia era riuscita, coerentementecon il proprio programma elettorale, masopratutto con grandissima concretezza ecapacità, ad anticipare gli effetti a giugnodello scorso anno. La situazione è dinotevole difficoltà e immagino che lei losappia. Pertanto l’invito che le rivolgiamoè di procedere con la maggiore tempesti-vità possibile proprio per non mandare incrisi ulteriormente un settore che già èprivato di moltissime, moltissime risorse eche già è limitato anche da alcune sceltepolitiche che voi avete fatto.

(Elementi ed iniziative in ordine a irregola-rità riscontrate dall’Ufficio europeo per lalotta antifrode (Olaf) in alcuni procedi-

menti attuati dall’AGEA – n. 3-01563)

PRESIDENTE. Il deputato Massimi-liano Bernini ha facoltà di illustrare la suainterrogazione n. 3-01563 concernenteelementi ed iniziative in ordine a irrego-larità riscontrate dall’Ufficio europeo per

la lotta antifrode (Olaf) in alcuni proce-dimenti attuati dall’AGEA (vedi l’allegato A– Interrogazioni a risposta immediata) perun minuto.

MASSIMILIANO BERNINI. Grazie Pre-sidente, colleghi, grazie signor Ministro,siamo molto preoccupati di quanto staavvenendo in AGEA e di notizie che cigiungono dall’Europa in merito ai fondiPAC essenziali per la sopravvivenza dellanostra agricoltura. Stiamo seguendo conapprensione la vicenda, Ministro, ma dalei nessuna risposta, solo un silenzio tom-bale. Sappiamo tuttavia che nel corso delriesame svolto all’ufficio europeo per lalotta antifrode sono risultate carenze nellaconformità di AGEA e per questo la Com-missione europea intende proporre unarettifica finanziaria di circa 400 milioni dieuro. Primo punto: sappiamo inoltre che sisusseguono degli incontri bilaterali du-rante i quali il Governo ha chiesto un’ul-teriore proroga per la presentazione delladomanda unica ricevendo un secco e umi-liante « no »; in secondo luogo siamo aconoscenza di enormi difficoltà nella pre-sentazione delle domande per continueinefficienze del SIAN più volte denunciatenegli anni e mai risolte. Ministro, la re-sponsabilità del perpetrarsi di queste inef-ficienze è sua, considerato che AGEA è incapo al Mipaf. Per questo le abbiamochiesto quale è lo stato dell’arte dellaprocedura aperta dall’OLAF e quali mi-sure intenda adottare al fine di scongiu-rare la decurtazione di contributi PACdestinati all’agricoltura. Non è giusto chegli agricoltori paghino per l’inefficienza diquesta organizzazione.

PRESIDENTE. Il Ministro delle politi-che agricole, alimentari e forestali, Mar-tina, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO MARTINA, Ministro dellepolitiche agricole, alimentari e forestali.Grazie Presidente. Nel rispondere alla vo-stra interrogazione credo che sia doverosauna premessa sul lavoro che questo Go-verno sta facendo proprio per garantire unservizio più efficiente a favore delle

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aziende agricole rispetto all’erogazione deifondi europei della politica agricola co-mune. Dall’inizio del mandato, infatti,sono state attuate una serie di strumenti edi misure che hanno l’obiettivo di renderestrutturalmente più efficace e trasparentel’azione di AGEA con passi condivisi pro-prio con il Parlamento. Stiamo portando asoluzione molte complessità che sono ere-dità del passato in un momento peraltromolto delicato come l’avvio della nuovaprogrammazione PAC con una riformache dovrà ulteriormente essere semplifi-cata come abbiamo avuto modo di riba-dire anche recentemente al commissarioeuropeo.

Venendo all’oggetto dell’interrogazione,informo gli onorevoli che la riunione bi-laterale programmata inizialmente per il22 maggio è stata rinviata dai servizi dellaCommissione europea per problemi orga-nizzativi loro al prossimo 7 luglio. Inquell’occasione AGEA, come previsto dallenorme comunitarie, potrà fornire tutte leinformazioni utili a confutare i rilievi e aridurre l’entità finanziaria della rettificaproposta dalla Commissione. Detta riu-nione bilaterale rappresenta una delle fasidella procedura di conformità e se talecontraddittorio si dovesse concluderesenza una modifica delle posizioni delleparti, sarà prevista un’ulteriore fase diconciliazione davanti all’organo di conci-liazione che adotterà le proprie conclu-sioni. Nel caso in cui non dovessero an-dare a buon fine i rimedi sopra richiamatipuò comunque essere proposta l’impugna-zione mediante ricorso agli organi di giu-stizia dell’Unione europea con le contesta-zioni della rettifica. Nel merito sottolineoancora che proprio sul registro dei debi-tori di AGEA il Ministero stesso ha im-posto all’ente pagatore l’attuazione di unpiano di interventi correttivi già svolto inlinea con le indicazioni della Commissionestessa ed è ancora in corso la progressivaattuazione del piano d’azione monitoratoanche dal Ministero volto a migliorare e arendere più efficiente l’organizzazione alleesigenze gestionali della politica agricolacomune nel periodo di programmazione2015-2020.

In merito alla proposta di correzione,l’Agea non condivide le conclusioni cuisono giunti i servizi della Commissione, inquanto l’ammontare di rettifica non cor-risponde all’effettiva quantificazione degliimporti contestati, che si riferiscono agliesercizi finanziari pregressi, sui quali lastessa Commissione aveva già condottoattività di audit nel 2010, senza peraltroformulare contestazioni di sorta.

PRESIDENTE. Il deputato Massimi-liano Bernini ha facoltà di replicare. Lericordo che ha due minuti.

MASSIMILIANO BERNINI. Grazie,Presidente. Signor Ministro, mi dispiace,ma le sue parole non ci tranquillizzano epenso che non rassicurino neanche i tantiagricoltori italiani che in questo momentoci seguono da casa con molta apprensione.Lei oggi si sta assumendo una granderesponsabilità di fronte al Paese e difronte a tutti gli agricoltori, affermandoche non verrà tolto un centesimo all’agri-coltura italiana. Guardi, noi lo speriamovivamente, ma staremo a vedere. Tuttavia,il problema rimane e lo dovete risolvere.La criticità grossa è rappresentata dalsistema SIAN, che purtroppo non sta fun-zionando benissimo e sta creando moltiproblemi per la presentazione delle do-mande, come denunciano molti CAA, icentri di assistenza agricola, che stannoappunto portando avanti le domande uni-che. Poi, le ricordo che ci sono diverserelazioni, prodotte da commissioni perl’esecuzione del collaudo finale del pro-getto SIAN, che già hanno evidenziatodiverse criticità e diverse problematiche.Basterebbe, quindi, cercare di risolverequeste problematiche sollevate da questieminenti enti di valutazione. Ricordo al-cuni passi che per noi sono molto preoc-cupanti, che si possono leggere all’internodi questa relazioni, che recitano: anche leopere eseguite non possono sicuramenteessere definite realizzate a regola d’arte;l’intero sistema non è conforme né alleprevisioni contrattuali né alla legislazionein materia; alcune anomalie evidenziano earrecano altresì danno all’erario. Quindi,

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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per potere agire, per poter mettere manoal SIAN, gli strumenti ci sono. Ci sonoqueste relazioni tecniche, quindi non dob-biamo aspettare, dobbiamo farlo subito.Oggi stesso il SIAN deve funzionare, per ilbene degli agricoltori e per il bene del-l’agricoltura italiana (Applausi dei deputatidel gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Intendimenti del Governo in merito al-l’applicazione dell’IMU sui terreni agricoli

– n. 3-01564)

PRESIDENTE. La deputata DorinaBianchi ha facoltà di illustrare la suainterrogazione n. 3-01564 concernente in-tendimenti del Governo in merito all’ap-plicazione dell’IMU sui terreni agricoli(vedi l’allegato A – Interrogazioni a rispostaimmediata), per un minuto.

DORINA BIANCHI. Presidente, Mini-stro, noi del Nuovo Centrodestra abbiamosempre affermato che i terreni, in agri-coltura, per le imprese, sono dei beni diproduzione e quindi, come tali, non deb-bano essere tassati. Non serve a lei ricor-dare, soprattutto nell’anno dell’Expo, ilruolo strategico che riveste la nostra agri-coltura per il PIL nazionale e per il nostroPaese. Nei mesi di aprile e maggio diquest’anno abbiamo presentato in Parla-mento una serie di mozioni che volevanoporre una questione al Governo su tutta lafiscalità che riguarda l’agricoltura e ab-biamo approvato in questo Parlamentouna mozione in cui si prevedeva la sop-pressione dell’IMU agricola. È per questomotivo che noi le chiediamo che cosa statefacendo lei Ministro e il Governo, e so-prattutto i tempi, che non sono sicura-mente una cosa secondaria e per questosettore.

PRESIDENTE. Il Ministro delle fa po-litiche agricole, alimentari e forestali,Maurizio Martina, ha facoltà di rispon-dere.

MAURIZIO MARTINA, Ministro dellepolitiche agricole, alimentari e forestali.

Grazie, Presidente. Desidero confermarel’impegno assunto dal Governo, ribaditoanche dal Presidente, di rivedere tutta laquestione IMU agricola all’interno dellapiù ampia riforma dei tributi locali sugliimmobili. Il Governo, come precisato an-che nel Documento di economia e finanzadel 2015, sta lavorando all’introduzione diuna local tax che unifichi IMU e TASI esemplifichi il numero delle imposte comu-nali mediante un unico tributo canone, insostituzione di imposte e tasse minori edei canoni esistenti oggi. Il nostro obiettivodichiarato è quello di tutelare e promuo-vere l’attività agricola e proprio per que-sto, già lo scorso anno, sono state previste,anche nei comuni parzialmente montani,esenzioni totali per i terreni di proprietào condotti da coltivatori diretti e da im-prenditori agricoli professionali. Nella re-visione della tassazione, quindi, riteniamoindispensabile lavorare in questa dire-zione, rivolgendo una particolare atten-zione alle terre in aree svantaggiate.

Il nostro impegno sarà massimo, loconfermo, e lavoreremo quindi per il so-stegno ad un settore strategico per l’eco-nomia nazionale che in questi primi mesidel 2015 sta dimostrando una vitalitàsuperiore ad altri comparti, dando uncontributo determinante anche da lottaalla disoccupazione, priorità del nostroPaese.

PRESIDENTE. La deputata DorinaBianchi ha facoltà di replicare.

DORINA BIANCHI. Ministro, noi siamoconsapevoli e abbiamo anche supportato ilGoverno nell’impegno che si sta cercandodi mettere in campo, ma sicuramentedobbiamo fare di più e individuare, comedicevo prima, ampi spazi per non tassarei terreni agricoli. Perché, lei ha detto bene,l’agricoltura rappresenta una risorsa, so-prattutto per i giovani e le donne, soprat-tutto per quelle regioni del sud dove cosìalta è la disoccupazione. Vorrei ricordarleche, secondo i dati diffusi dall’Istat nel-l’ultimo trimestre del 2014 l’agricoltura faregistrare il più elevato incremento del PILcon un valore aggiunto che sale al 6 per

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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cento a livello congiunturale, spinto so-prattutto dal boom delle esportazioni. Aquesto, però, signor ministro, non corri-sponde un aumento delle risorse chevanno agli agricoltori, anzi il reddito agri-colo scende dell’11 per cento.

Per questo chiedo al Governo di mo-strare, nell’ambito della fiscalità agricola,un impegno maggiore per ampliare ilcampo in cui la riduzione dell’IMU possaessere presente e soprattutto chiedo checiò venga realizzato in tempi brevi.

(Iniziative volte a dare attuazione agliimpegni derivanti dalla strategia nazio-nale LGBT 2013-2015 e dalla Convenzione

di Istanbul – n. 3-01565)

PRESIDENTE. La deputata Celeste Co-stantino ha facoltà di illustrare la suainterrogazione n. 3-01565 (vedi l’allegato A– Interrogazioni a risposta immediata).

CELESTE COSTANTINO. Grazie, Pre-sidente. Nel 2013 l’Italia ha aderito attra-verso il Dipartimento per le pari oppor-tunità e l’Ufficio nazionale antidiscrimina-zione al programma del Consiglio d’Eu-ropa che adottava la strategia nazionaleLGBT, il cui obiettivo è prevenire e con-trastare le discriminazioni basate sul-l’orientamento sessuale e l’identità di ge-nere. Nel 2015 è stata confermata lapubblicazione on line del portale LGBT,che fa parte appunto della strategia na-zionale sopracitata e per cui erano statistanziati dei fondi di cui on line non si haancora traccia a distanza di venti giorni.C’è un clima molto pesante in Italia, in cuiaddirittura una dirigente scolastica emetteuna circolare in cui mette in guardia lefamiglie dei propri studenti da una fan-tomatica e inventata teoria del gender,screditando e diffamando le associazioniche operano in questo settore.

Chiediamo quindi alla Ministra qualiimpegni intenda assumersi attraverso lastrategia nazionale LGBT, la Convenzionedi Istanbul nel contrasto all’omofobia, aglistereotipi e alla violenza di genere.

PRESIDENTE. La Ministra dell’istru-zione, dell’università e della ricerca, Ste-fania Giannini, ha facoltà di rispondere.

STEFANIA GIANNINI, Ministra del-l’istruzione, dell’università e della ricerca.Grazie, Presidente. Onorevole Costantino,il Ministero dell’istruzione, dell’universitàe della ricerca promuove attivamente econ continuità tutte le iniziative che per-tengono alla prevenzione del contrasto diogni tipo di violenza e di discriminazione,con riferimento specifico anche al temadella discriminazione sessuale dell’omofo-bia, proprio in ottemperanza ai trattatiinternazionali e alle convenzioni che leicitava, in particolare la Convenzione diIstanbul, ratificata due anni fa dal Parla-mento della Repubblica.

In questo senso sintetizzo le azionifondamentali. Il contributo del Ministeroall’elaborazione del piano nazionalestraordinario contro la violenza sessuale digenere che è stato recentemente approvatoe coordinato dal gruppo di lavoro sull’edu-cazione della task force interistituzionalein attuazione del decreto-legge n. 93 del2013. La partecipazione attiva alla setti-mana nazionale contro la violenza e ladiscriminazione promossa anche nel cor-rente anno scolastico dal Ministero incollaborazione con il Dipartimento per lepari opportunità; in questo caso ricordoche il Ministero ha finanziato specifica-mente con un importo di 500 mila europrogetti che nelle singole scuole fossero ingrado, e sono in corso di valutazione irisultati di questa iniziativa fossero ingrado di sensibilizzare e produrre unacultura della lotta alla discriminazione diogni sorta, con particolare riferimento aquella di genere.

Terza attività importante, forse la piùimportante perché strutturale e con in-tento strategico, è l’emanazione delle lineedi orientamento per le azioni di preven-zione e di contrasto al bullismo e alcyberbullismo, ivi incluso anche il casodell’omofobia, per dare alle scuole uncontesto pedagogico e una cornice peda-gogica in cui inserire le precedenti inizia-tive e tutte quelle che seguiranno anche a

Atti Parlamentari — 40 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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seguito dell’approvazione – ci auguriamoimminente – del disegno di legge dellabuona scuola che prevede specificamenteun’intensificazione di questo tipo di sen-sibilità nelle scuole italiane. Ricordo, a taleriguardo, che in questo ambito il Ministerocoordina anche il progetto Safer InternetCenter Italy (SIC) che ha l’obiettivo speci-fico della salvaguardia dell’uso di Internete di tutti gli strumenti telematici perquesto specifico capitolo.

Infine, gli interventi di formazione alivello nazionale rivolti specificamente allefigure apicali, cioè ai dirigenti scolasticidelle scuole italiane in merito alla strate-gia nazionale per la prevenzione e ilcontrasto delle discriminazioni per orien-tamento sessuale e identità di genere.

Voglio sottolineare, in conclusione, chec’è, a fianco di tutte queste iniziativeproattive, un lavoro di vigilanza, di con-trollo e di monitoraggio di tutte quelleiniziative particolari – concludo, signorPresidente –, ivi inclusa l’iniziativa delladirigente scolastica di « Via P. A. Micheli »che in questi giorni è oggetto di attentavalutazione da parte del Ministero, previavisita ispettiva e acquisizione della docu-mentazione e, naturalmente, invito imme-diatamente accolto al ritiro della circolare.

PRESIDENTE. La collega Costantino hafacoltà di replicare, per due minuti.

CELESTE COSTANTINO. Grazie Presi-dente, signora Ministro, non sono soddi-sfatta di questa risposta, perché intantonon ha risposto rispetto ai finanziamentidel portale, sul perché c’è questo ritardoed è oggetto dell’interrogazione. Quindi, hagià mancato la risposta, perché in questomomento non abbiamo capito perché que-sti fondi che sono stati stanziati non sonoattivi. E questo è il primo punto.

La seconda questione, invece, è ine-rente a queste parole: sensibilizzazione elinee di orientamento. Noi vogliamo capirechi è che le fa e come vengono applicate.Infatti, se dobbiamo seguire esattamentecosa ci dicono i trattati che noi abbiamoratificato, questa parola, che viene chia-mata « sensibilizzazione », invece ha un

nome bene preciso che si chiama « intro-duzione all’educazione e all’affettività nellescuole »: articolo 14 della Convenzione diIstanbul. Quindi, non si riesce a capireperché il Governo continua a utilizzareparole vacue, che non hanno nessunaricaduta pratica e concreta, e non fainvece quello che l’Europa ha chiesto difare.

Tra l’altro, siamo l’unico Paese, insiemealla Grecia, a non aver previsto nel pro-prio ordinamento scolastico l’educazioneall’affettività e stiamo anche rischiandoche chi in questi anni ha portato avantiquesti progetti all’interno delle scuole siveda anche diffamato in maniera grave,come è avvenuto sabato, a Piazza SanGiovanni, dove hanno partecipato ancherappresentanti di questo Governo, in cuiin quel palco del family day veniva dettoche il femminicidio in qualche modo sipuò giustificare nel momento in cui sonole donne che abbandonano i propri mariti.

Voi con il vostro silenzio non statefacendo altro che alimentare una regres-sione culturale fortissima e state dimo-strando che non c’è nessuna volontà po-litica a voler combattere le discriminazionisessuali e gli stereotipi di genere.

(Interventi in relazione ad iniziative sullacosiddetta teoria del gender promosse in

ambito scolastico – n. 3-01566)

PRESIDENTE. L’onorevole Giorgia Me-loni ha facoltà di illustrare l’interroga-zione Rampelli ed altri n. 3-01566, con-cernente interventi in relazione ad inizia-tive sulla cosiddetta teoria del gender pro-mosse in ambito scolastico (vedi l’allegatoA – Interrogazioni a risposta immediata), dicui è cofirmataria, per un minuto.

GIORGIA MELONI. Grazie Presidente,Ministro Giannini, il tema è più o meno lostesso della collega che mi precede anchese la lettura personale e del mio movi-mento alla questione è diametralmenteopposta.

Siamo qui anche noi per accendere iriflettori su una grande manifestazione –

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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vi hanno partecipato più di un milione dipersone, anche al di là delle aspettativedegli organizzatori – che si è tenuta loscorso sabato a Roma e nella quale sichiedeva a gran voce a questo Governo lavalorizzazione e la difesa della famiglia,abbandonata completamente da questoGoverno, evidentemente in altre faccendeaffaccendato. Una manifestazione nellaquale, soprattutto, si chiedeva e si accen-devano i riflettori sul tema della diffusionedella cosiddetta teoria del gender all’in-terno delle scuole, cioè della diffusionenelle scuole di ogni ordine e grado, asilicompresi, per il tramite di opuscoli, testiscolastici, attività e aggiornamenti, diquella tesi secondo la quale il sesso è unacosa, il genere è un altro e dobbiamo farsapere ai nostri bambini quali sono tutti ipossibili generi ai quali dovrebbero poterappartenere, così che possano liberamentescegliere.

Noi siamo per...

PRESIDENTE. Concluda.

GIORGIA MELONI. Concludo, Presi-dente. Noi siamo per chiedere di fermarequesta follia e vorremmo sapere cosaintende fare il Governo.

PRESIDENTE. La Ministra dell’istru-zione, dell’università e della ricerca, Ste-fania Giannini, ha facoltà di rispondere,per tre minuti.

STEFANIA GIANNINI, Ministra del-l’istruzione, dell’università e della ricerca.Signor Presidente, onorevole Meloni, pro-prio lei ha detto – e non posso checondividere – che il tema è sostanzial-mente lo stesso posto dall’onorevole Co-stantino, ma ovviamente affrontato con unpunto di vista diverso.

Io con piacere e per dovere riferirò,anche in questo caso, per rispondere alsuo specifico quesito, quali sono le inizia-tive e qual è la cultura educativa che ilMinistero dell’istruzione sta con atten-zione e continuità ponendo rispetto aitemi della lotta alla discriminazione edella prevenzione della violenza, di ogni

forma di violenza, anche specificamentequella di genere, dell’omofobia, del cyber-bullismo, e quali sono le attività e leiniziative strutturali che questo Ministero– non solo per una volontà di politicanazionale ma per l’inserimento di questapolitica all’interno di una cornice interna-zionale a partire dal Consiglio d’Europa,per arrivare alla ratifica dei trattati inter-nazionali già citati, specificamente la Con-venzione di Istanbul – sta attuando;quindi, le linee di formazione del perso-nale della scuola in relazione al tema dellaviolenza e della discriminazione di genere,la promozione dell’educazione, dell’infor-mazione e della formazione degli studentiper prevenire la violenza nei confrontidelle donne, la discriminazione di generee l’omofobia. Episodi anche di cronacatalvolta drammatici ci hanno, credo comecittadini, indotto alla necessità di rifletteresu quanto anche la scuola debba contri-buire su questo piano specifico.

Altra questione, veramente altra que-stione è, invece, l’introduzione della cosid-detta « teoria del gender », da lei citata, cheha un contesto culturale diverso che noncoincide con questa cultura inclusiva esolidale delle linee di Governo, che siispirano ai trattati internazionali e al mo-dello educativo che in cornice europeaviene ovviamente e continuativamente so-stenuto da tutti gli Stati membri, condifferente finalità.

Io voglio ricordare che il Ministero haanche coordinato il sottogruppo di lavorodedicato all’educazione nell’ambito di que-sta task force interistituzionale che è co-stituita presso il nostro Governo per dareattuazione al piano d’azione straordinariocontro la violenza sessuale e di genere. Eio credo che questo tipo di attività, iviincluse le linee guida per l’orientamento suquesti temi, siano un dovere educativo eun elemento fondamentale che nulla ha ache fare con la teoria del gender ma cheè, diciamo, il principio di una scuolainclusiva, di una scuola che non confondala tolleranza con altri atteggiamenti chenel bambino si producono con forme an-

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che di violenza implicita e inconsapevole,ma che poi nella vita adulta possonodiventare episodi drammatici.

PRESIDENTE. La deputata Giorgia Me-loni ha facoltà di replicare. Ha due minuti.

GIORGIA MELONI. Signor Presidente,Ministro, io la ringrazio perché lei chia-ramente ci aiuta a fare una distinzione cheè importante sul tema delle parole. Moltospesso si confonde la lotta alla discrimi-nazione, che è questione sulla quale siamotutti mobilitati, con il tentativo di imporrea bambini di 3, 4, 5, 6 anni ideologie legateai loro presunti futuri orientamenti ses-suali. Chiaramente tutti siamo mobilitatisulla necessità di utilizzare anche la scuolaper combattere ogni forma di discrimina-zione, tenendo presente che, come sempre,per combattere la discriminazione non siparte dall’annullamento delle differenze, siparte dal rispetto della differenza, che èuna cosa diversa. Per cui dire che noi, percombattere la discriminazione sessuale,dobbiamo insegnare ai bambini che nonhanno una differenza sessuale e che ilgenere nulla c’entra con la sessualità bio-logica, perché una cosa è il sesso biologico,ma il genere è una cosa che tu ti scegliliberamente tra 50 opportunità che tidistribuiamo e raccontiamo in un opuscoloa bambini di 3, 4, 5 e 6 anni, francamentenon è lotta alla discriminazione, è un’altracosa. È un’altra cosa che non vogliamovedere nella nostra società, è un’altra cosadella quale probabilmente non dovrebbeoccuparsi la scuola italiana, che si deveoccupare di tante altre cose delle qualinon sempre riesce a occuparsi.

(Iniziative volte a sensibilizzare gli stu-denti sul tema della cultura della diffe-renza, anche al fine di prevenire nellescuole il bullismo basato sull’omofobia

– n. 3-01567)

PRESIDENTE. La deputata Maria Gra-zia Rocchi ha facoltà di illustrare l’inter-rogazione Carocci ed altri n. 3-01567, con-cernente iniziative volte a sensibilizzare gli

studenti sul tema della cultura della dif-ferenza, anche al fine di prevenire nellescuole il bullismo basato sull’omofobia(vedi l’allegato A – Interrogazioni a rispostaimmediata), di cui è cofirmataria, per unminuto.

MARIA GRAZIA ROCCHI. Grazie, Pre-sidente, signora Ministra, il tema è analogoa quello affrontato e declinato ovviamentesecondo un altro aspetto.

Leggiamo dalla cronaca quotidiana deirapporti conflittuali, spesso anche violenti,che connotano il comportamento e lerelazioni dei giovani, spesso giovanissimi, equesto ci riporta all’attenzione il tema diun’educazione e di un’attenzione profondaall’educazione all’affettività e soprattutto aquei comportamenti atti a superare nellascuola gli atteggiamenti discriminatori, gliatteggiamenti di contrasto alle differenze egli atteggiamenti che diano puntuale at-tenzione ai principi di pari opportunità, didignità e antidiscriminatori che comunquesono principi fondanti della nostra Cartacostituzionale.

Dunque, alla luce anche delle già ri-chiamate direttive comunitarie e degli ac-cordi internazionali, nonché dei fatti dicronaca che sono stati portati alla luce...

PRESIDENTE. Deve concludere.

MARIA GRAZIA ROCCHI. Concludosubito, Presidente. Chiedo al Ministroquali azioni intenda intraprendere perfavorire, incoraggiare e anche vigilare sulrispetto puntuale delle raccomandazioni edei trattati.

PRESIDENTE. La Ministra dell’istru-zione, dell’università e della ricerca, Ste-fania Giannini, ha facoltà di rispondere.

STEFANIA GIANNINI, Ministra del-l’istruzione, dell’università e della ricerca.Grazie, signor Presidente, onorevole Ca-rocci, mi corre l’obbligo della sintesi peruna parte di replica all’intervento, checoincide parzialmente con quanto espressoprima dalle onorevoli Costantino e Meloni,pur da differenti punti di vista.

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Il fenomeno specifico del bullismo e delcyberbullismo è sicuramente un fenomenopreoccupante, con indici di aumentoquantitativo nel mondo della scuola, ocomunque dell’infanzia, dell’adolescenza odella prima giovinezza nel nostro Paese egli episodi di cronaca ce lo testimoniano.Di fronte a questo specifico tema, il Mi-nistero – come lei ben sa – non sta, nonè stato e non starà con le mani in mano.Cito come iniziativa strutturale e perma-nente fondamentale le linee di orienta-mento già evocate prima che hanno pro-prio il tema del bullismo e del cyberbul-lismo come obiettivo fondamentale di dif-fusione di una cultura del rispetto, dellatolleranza, della conoscenza e dell’affer-mazione di un’identità che non esclude,ma accoglie la diversità, di qualunque tipoessa sia.

Tuttavia, mi permetto di dare unospunto in più che deriva dalla richiesta daparte sua di quali iniziative in prospettivail Governo voglia attivare e, allora, suquesto, io non posso che citare lo specificoriferimento, in particolare al comma 16 –se non ricordo male – nel nuovo articolatodel testo in discussione in queste ore alSenato, del disegno di legge sulla buonascuola, in cui si fa uno specifico richiamoe uno specifico riferimento alla previsioneche il piano triennale dell’offerta forma-tiva possa e debba contenere l’attuazionedi questi principi, cioè principi di pariopportunità, di educazione alla parità trai sessi, di prevenzione della violenza digenere e di discriminazione di ogni sortae che quindi sia, come dire, il sostratopedagogico, educativo e culturale per poterprevenire quegli episodi che talvolta dram-maticamente richiamano in maniera iso-lata la nostra attenzione su una devianzadi comportamento.

Quindi, l’attività è intensa; è recente maanche passata ed attuale e, soprattuttonella prospettiva del nuovo anno scola-stico, sarà strutturale e permanente.

PRESIDENTE. La deputata Carrocci hafacoltà di replicare per due minuti.

MARA CAROCCI. Presidente, Caroccicon una sola erre.

PRESIDENTE. Chiedo scusa: Carocci.Chiedo scusa.

MARA CAROCCI. Di niente. Dovrebbeessere scontato, signora Ministra – mapare che non sia così – che a scuola sidebba educare al rispetto delle differenzein attuazione dei principi della Costitu-zione.

Se vogliamo che una scuola sia vera-mente quella delle pari opportunità si deveeducare innanzitutto al rispetto della per-sona e, per educare al rispetto, si deveinformare.

Lei ci ha già raccontato quali sarannole azioni del Ministero per il prossimofuturo.

Quindi, non sto a ripetere ciò che è giàstato detto dalle colleghe, ma mi sembrache un obiettivo importante sarebbe anchequello di contrastare la disinformazionecostante che viene fatta. Lei ha citato ildisegno di legge attualmente in discus-sione; ebbene, si dice che in questo dise-gno di legge si introduce l’educazionegender, cosa assolutamente non vera.

Quindi, la corretta informazione misembra che dovrebbe essere una dellepriorità. Come pure è stato detto, anchepoco fa, che vengono distribuiti aglialunni, addirittura di pochi anni, opuscoli.Questo non è mai successo; ci sono statidegli opuscoli preparati per i docenti,proprio per formali ed informarli.

Si devono ascoltare i genitori sicura-mente. Però, secondo me, anche per unamaggiore rappresentatività dei genitori chevengono ascoltati, forse si dovrebbero sen-tire anche coloro che sono stati eletti negliorgani collegiali, forse più rappresentatividi altre organizzazioni, che non si sa bene,poi, quanti iscritti veramente abbiano.

(Iniziative per garantire il diritto allostudio agli alunni diversamente abili

– n. 3-01568)

PRESIDENTE. Il deputato Matarreseha facoltà, per un minuto, di illustrare la

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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sua interrogazione n. 3-01568, concer-nente iniziative per garantire il diritto allostudio agli alunni diversamente abili (vedil’allegato A – Interrogazioni a rispostaimmediata).

SALVATORE MATARRESE. Grazie,Presidente. Signora Ministra, l’interroga-zione ha sostanzialmente per oggetto ildiritto allo studio degli studenti diversa-mente abili che, al pari di quelli normo-dotati, devono avere e sentire la presenzadello Stato e, quindi, avere un adeguatonumero di ore di assistenza di insegnantidi sostegno. Le ho riportato, nel testodell’interrogazione, il caso drammatico diquel ragazzo di Francavilla, che ha 22anni e che da 15 anni non riesce ad avereun adeguato sostegno nella sua forma-zione.

I numeri sono emblematici: sono 100mila gli insegnanti di sostegno, 200 mila glistudenti diversamente abili e, come lei haevidenziato nell’audizione in VII Commis-sione, questo problema riguarda soprat-tutto il sud.

Quindi, io le chiedo quali azioni in-tenda prendere il Governo per sanarequesta problematica che, come sempre,riguarda il sud, ma riguarda cittadiniitaliani che hanno bisogno di sentire loStato soprattutto nella loro formazione.

PRESIDENTE. La Ministra dell’istru-zione, dell’università e della ricerca, Ste-fania Giannini, ha facoltà di rispondere.

STEFANIA GIANNINI, Ministra del-l’istruzione, dell’università e della ricerca.Grazie, signor Presidente. Io partirei, ono-revole Matarrese, per rispondere – au-spico esaustivamente – a questo quesitoimportante e delicato, dai numeri, dalladimensione quantitativa.

Lo sforzo del Governo è stato vera-mente imponente, anche sotto questo pro-filo, già a partire da quest’anno scolastico,perché – e riporto i numeri che nonproprio precisamente ha citato anche lei(non gliene faccio ammenda, per carità) –noi avremo, nel prossimo anno scolastico,90 mila posti, con un incremento, rispetto

al precedente anno scolastico, di 35 milaposti di posizioni di organico di diritto sulsostegno. A tale dotazione vanno aggiunti,inoltre, i posti in deroga, che ciascunufficio scolastico regionale può autoriz-zare. Quindi, il totale dei posti effettiva-mente attivati nell’anno scolastico attualeè già stato pari a 117.673 unità. Ovvia-mente, saranno ancora di più e, quindi,supereremo i 120 mila posti nell’annoprossimo.

Ora questa è una misura, dicevo, quan-titativa, che denota l’attenzione, la sensi-bilità e l’impegno del Governo su questotema. Ma il punto che pone in evidenzalei, citando il drammatico episodio diFrancavilla, riguarda non le figure di so-stegno, ma riguarda il cosiddetto personaledi assistenza che, come lei ben sa, è nelleattribuzioni dell’amministrazione scola-stica, ma è di esclusiva competenza deglienti locali, con cui il Ministero collaboramolto fattivamente per potere essere effi-cace risolutore di questo tema, che purenon è di nostra pertinenza diretta.

Tuttavia, a parte il dato quantitativo ea parte la distinzione tra queste duefigure, l’insegnante di sostegno e il perso-nale di assistenza, io voglio citarle, moltosinteticamente, anche le attività che sulpiano qualitativo stiamo facendo: forma-zione, con 70 master sui disturbi specificidi apprendimento, che hanno coinvoltooltre 10 mila docenti in tutta Italia, chesono stati organizzati per il settore dellacosiddetta didattica inclusiva, che è unodei temi fondamentali della scuola ita-liana, con una tradizione che risale aglianni Settanta, prima in Europa in questosenso; la creazione di centri territoriali disupporto, che sono oltre un centinaio,diffusi su tutto il territorio nazionale eche, quindi, diventano un punto di riferi-mento per le singole scuole su questotema.

Vi è poi l’attivazione del portale ita-liano per l’inclusione scolastica, che èanche una parte del progetto sull’autismoe che, quindi, diventa un organismo diconsulenza per le scuole. Ma soprattutto

Atti Parlamentari — 45 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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vorrei richiamare la sua attenzione su tuttigli obiettivi che sono contenuti, come leiben sa, da deputato, avendo partecipato aldibattito in Aula e in Commissione eavendo, in forza di maggioranza, parteci-pato anche alla costruzione del disegno dilegge in corso. Gli obiettivi prioritari del-l’offerta formativa prevedono il potenzia-mento dell’inclusione scolastica, con par-ticolare riferimento al potenziamento delladidattica per gli alunni con bisogni edu-cativi speciali. Quindi, questa mi sembraun’azione di ampio respiro e una prospet-tiva di impegno politico molto forte daparte del Governo.

PRESIDENTE. Il deputato Matarreseha facoltà di replicare.

SALVATORE MATARRESE. Ministra,la ringrazio per la risposta esaustiva, chelascia ben sperare nell’aumento di inse-gnanti di sostegno. Le chiederei un impe-gno personale, affinché le sconnessioni delservizio di assistenza locale, che – giusta-mente diceva lei – sono affidate alle ASL,che molto spesso tagliano fondi su questitemi assai delicati, possano avere fine eche questi servizi vengano ritenuti priori-tari in una visione unica che sia coordi-nata dal suo Ministero, proprio perché losforzo che noi facciamo e che lei fa inprima persona per risolvere questa pro-blematica, nella mancanza di assistenza,viene di fatto vanificato. Infatti, moltospesso le famiglie non hanno la possibilitàdi portare neanche gli studenti nei plessiscolastici e di mantenerli durante l’orariodi lavoro, perché impegnati nella loroattività lavorativa. Quindi, sono certo chelei non farà mancare l’impegno del Mini-stero affinché si verifichi, soprattutto alSud, dove le risorse sono notoriamentemolto inferiori rispetto ad altre parti d’Ita-lia, che queste risorse siano finalizzate aquesta che, secondo me, deve essere unapriorità dell’agire di uno Stato verso i piùdeboli, verso gli ultimi, verso quelli che piùchiedono di essere considerati cittadiniitaliani a tutti gli effetti, anche se sono alSud.

(Iniziative di competenza per facilitare ilprocesso di semplificazione in ambitouniversitario, con particolare riferimentoai contratti di collaborazione, all’acquistodi beni e servizi e al rimborso delle spese

per missioni – n. 3-01569)

PRESIDENTE. Il deputato Segoni hafacoltà di illustrare la sua interrogazionen. 3-01569, concernente iniziative di com-petenza per facilitare il processo di sem-plificazione in ambito universitario, conparticolare riferimento ai contratti di col-laborazione, all’acquisto di beni e servizi eal rimborso delle spese per missioni (vedil’allegato A – Interrogazioni a rispostaimmediata), per un minuto.

SAMUELE SEGONI. Signor Presidente,signora Ministra, la ricerca universitariadovrebbe essere prioritaria in un Paesecome il nostro, assetato di innovazione erilancio, invece il settore è in asfissia nonsolo per la scarsità dei fondi, ma ancheper complicazioni burocratiche, regole ob-solete e inadeguate alla specificità delsettore universitario e della ricerca, cheassorbono notevole tempo ed energia aiprofessori e ai ricercatori, che vedonodistogliere tali risorse umane alla didatticae alla ricerca. Il consiglio universitarionazionale già da tempo ha presentato delleproposte di semplificazione normativa edamministrativa, proposte semplici e a co-sto zero. Come Alternativa Libera, le fac-ciamo nostre e chiediamo, quindi, se ilGoverno intenda perseguire questa stradadi rilancio attraverso queste misure disemplificazione.

PRESIDENTE. La Ministra dell’istru-zione, dell’università e della ricerca, Ste-fania Giannini, ha facoltà di rispondere.

STEFANIA GIANNINI, Ministra del-l’istruzione, dell’università e della ricerca.Signor Presidente, onorevole Segoni, iocondivido totalmente la premessa da cuiparte il suo quesito, la centralità dellaricerca scientifica e la complessità in cui

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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essa vive, con una condizione peraltro didisparità in termini di procedure e dicomplicatezza, talvolta, delle procedure ri-spetto agli altri Paesi, non solo dell’Unioneeuropea. Io distinguerei tuttavia, nelle in-dicazioni che lei fa nel quesito scritto, dueordini di problemi. I primi sono quelli chevorrei definire di semplificazione a livellodi sistema e che hanno una fonte norma-tiva primaria, su cui, ovviamente è possi-bile agire, auspicabilmente è possibileagire. Le richiamo sostanzialmente i de-creti attuativi della legge n. 240 del 2010,nello specifico il decreto n. 47 del 2013,che ha previsto procedure molto spostatesull’accreditamento ex ante ed in itinererispetto ai controlli ex post, e soprattuttoil tipo di semplificazione che, come forsericorderà, è stata una delle parole chiavedelle mie linee programmatiche, che nondismetto certo in questa fase e che vor-remmo e vorrei applicare al settore dellaricerca quanto prima, per quanto con-cerne l’attività dell’Anvur e le iniziativeche ogni università è tenuta a portareall’attenzione dell’Agenzia per processi divalutazione e di misurazione dei risultati.

Altra cosa, invece, è il capitolo di quellache definirei la semplificazione procedu-rale su determinati processi di controllo,che sono pertinenti alla Corte dei conti,che riguardano l’acquisto di beni e servizi,che riguardano il rimborso delle missionidel personale universitario e su cui, adoggi, gravano norme molto specifiche, chesono la fonte di questa seconda tipologiadi complessità.

Dal punto di vista della visione, sonodel tutto d’accordo che alcune di essehanno complicato il percorso, e quindireso meno fluido il processo attivo dilavoro dei ricercatori, e quindi della ri-cerca nella sua globalità. Faccio un esem-pio per tutti: la Corte dei conti, condelibera del 24 novembre 2009, ha chiaritoche si applica...

PRESIDENTE. Concluda.

STEFANIA GIANNINI, Ministra del-l’istruzione, dell’università e della ricerca...anche all’università – concludo subito – la

disposizione della legge n. 78 del 2009sulla base della quale i controlli di legit-timità della Corte devono prevedere anchei contratti di lavoro autonomo, di naturaoccasionale, insomma tutto quello che èmateria di normale arruolamento nelcampo della ricerca scientifica di tipouniversitario, così come il mercato elet-tronico per la pubblica amministrazione,che è stato esteso anche al settore uni-versitario.

La risposta complessiva e strutturale aquesto secondo tipo di complessità credoche la si possa e la si debba dare con unragionamento complessivo sulla ricerca,che ci accingeremo a fare nei prossimimesi e che potrebbe arrivare all’obiettivoambizioso, ma non impossibile, di scorpo-rare il settore della ricerca, in terminiprocedurali e di regole, dal più ampiocomparto della pubblica amministrazione.Questo, per lo meno, è un possibile obiet-tivo.

PRESIDENTE. Il deputato Segoni hafacoltà di replicare per due minuti.

SAMUELE SEGONI. Grazie, signoraMinistra. Questa la prendo come un’aper-tura; infatti, i problemi, se si ha la volontàdi affrontarli, possono essere superati. Mipermetto di sottolineare, per l’ennesimavolta, il fatto che il settore universitariodebba avere riconosciuta una certa speci-ficità e una certa autonomia, che, tral’altro, è garantita dalla Costituzione.Quindi, ho presentato questa interroga-zione a lei, come Ministro competente, perfarmi relatore affinché vada in porto que-sta linea.

Mi permetto anche di sottolineare chegià nel « decreto pubblica amministra-zione », che è in corso di esame in Com-missione, ho notato che vi sono alcune diqueste misure, però limitate agli enti diricerca, non alle università. Come Alter-nativa Libera, abbiamo presentato anchedegli emendamenti per estendere questemisure anche alle università. La prego diporre l’attenzione su questi emendamenti,che, se approvati, potrebbero dare uncontributo alla soluzione del problema.

Atti Parlamentari — 47 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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(Elementi ed iniziative di competenza inrelazione al rispetto della disciplina inmateria di incompatibilità tra incarichipubblici e privati con riferimento allasituazione del rettore dell’Università diTeramo e di altri docenti universitari –

n. 3-01570)

PRESIDENTE. Il deputato Fabrizio DiStefano ha facoltà di illustrare la suainterrogazione n. 3-01570, concernenteelementi ed iniziative di competenza inrelazione al rispetto della disciplina inmateria di incompatibilità tra incarichipubblici e privati con riferimento allasituazione del rettore dell’Università diTeramo e di altri docenti universitari (vedil’allegato A – Interrogazioni a rispostaimmediata), per un minuto.

FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, si-gnor Presidente. La normativa universita-ria ha da sempre statuito il principio diincompatibilità tra lo status di professoreordinario e talune cariche sia di carattereprivato che pubblico. Il cosiddetto « de-creto Gelmini » lo ha ribadito in manierachiara e, all’articolo 13, significativamenterubricato: « Aspettativa obbligatoria persituazioni di incompatibilità », ha sancito– leggo – che le nomine alle cariche dipresidente, di amministratore delegato dienti pubblici a carattere nazionale, inter-regionale o regionale sono incompatibili.

Orbene, il rettore dell’Università di Te-ramo, professor D’Amico, il 13 agosto 2014è stato nominato presidente della societàArpa, società pubblica di trasporto abruz-zese; analogamente, il presidente del corsodi laurea di economia, il professor Mat-toscio, è stato nominato presidente dellasocietà Saga, che gestisce gli aeroporti.

PRESIDENTE. Deve concludere.

FABRIZIO DI STEFANO. Alla lucedella normativa, chiedo se il Ministeroabbia conoscenza di questo e cosa farà intal senso proprio per queste incompatibi-lità evidenti.

PRESIDENTE. La Ministra dell’istru-zione, dell’università e della ricerca, Ste-fania Giannini, ha facoltà di rispondere.

STEFANIA GIANNINI, Ministra del-l’istruzione, dell’università e della ricerca.Grazie, signor Presidente. Ho il dovere dipremettere, onorevole Di Stefano, che, inrealtà, ai sensi della medesima legge checita lei, la legge n. 240 del 2010, che èl’ultimo testo di complessiva riforma delsistema universitario, particolarmente se-condo l’articolo 6, comma 10, secondoperiodo, le verifiche sui casi di incompa-tibilità, nonché la decisione in meritospettano alla totale autonomia degli atenei.Tanto che non c’è nemmeno un obbligo, einfatti questo non avviene, di trasmissionedi questi dati e di queste informazioni alMinistero di riferimento, cioè al nostro.Tuttavia, trattandosi di un quesito di unonorevole deputato, altrettanto doverosa-mente abbiamo, ed ho personalmente,messo l’occhio su questo caso specifico.Allora, l’incarico in questione che riguardail rettore, professor D’Amico, dell’univer-sità di Teramo, dai dati che posseggo, èstato in realtà deliberato dal senato acca-demico e dal consiglio di amministrazionedell’ateneo, ai sensi della normativa giàcitata, il 15 luglio ed il 17 settembre,rispettivamente, del 2014. La motivazione,quindi la ratio dell’esclusione dell’incaricoin questione da condizioni di incompati-bilità, è individuata nella sussistenza dellecaratteristiche di consigliere dipendentenon destinatario di poteri esecutivi, maunicamente di poteri di controllo, sorve-glianza dell’integrità, correttezza dei pro-cessi decisionali e qualità degli assettiorganizzativi. Questo ha come base lamotivazione delle decisioni assunte in au-tonomia, ai sensi della legge, dagli organidi governo dell’università. Aggiungo, perinciso, che risulta che l’incarico del ma-gnifico rettore sia a titolo gratuito, consi-derato che il medesimo ha rinunziato alcompenso previsto e che la scadenza ditale incarico è, comunque, imminente, il30 giugno dell’anno corrente.

Per il professore Mattoscio, il Ministeroha attivato subito richiesta, pur con le

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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medesime condizioni, direi a fortiori perun professore e non per un rettore nelcaso specifico, e dagli elementi forniti, inprima istanza, dall’ateneo, risulta che lasocietà sia a totale partecipazione pub-blica, che il professore rivesta un incaricodi natura gestionale e a titolo gratuito.Quindi, in questo caso, pure, le motiva-zioni sarebbero più o meno, approssima-tivamente, le stesse, ma la decisione è stataassunta con autonomia e questo non puòche essere il risultato di un’applicazione diuna norma di legge.

PRESIDENTE. Il deputato Fabrizio DiStefano ha facoltà di replicare.

FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, Pre-sidente, grazie signora Ministro, è evidenteche non sono soddisfatto. Se la normativanon prevede il controllo da parte delMinistero, è altrettanto vero che la nor-mativa è stata fatta da un Parlamento edeve essere rispettata. La normativa avevaanche previsto che la rinunzia ad eventualicompensi non comportava, comunque, au-tomaticamente la normalizzazione dellasituazione. Di fatto, quindi, lei mi con-ferma che è contra legem l’ateneo tera-mano e il magnifico rettore, che ha rila-sciato un’autorizzazione che non potevarilasciare, mentre l’altro ateneo non lo haneanche fatto, continuando, comunque, inentrambi ai casi a sussistere un criterio diillegittimità in merito all’articolo 13 che misembra sia estremamente esplicito. È evi-dente che se il Ministero non può inter-venire con funzioni di controllo, ci do-vranno essere altri organismi a cui faremoappello perché venga rispettata la norma.

(Tempi per la definizione e la presenta-zione al CIPE del nuovo programma na-

zionale per la ricerca – n. 3-01571)

PRESIDENTE. Il deputato Gigli ha fa-coltà di illustrare la sua interrogazionen. 3-01571, concernente tempi per la de-finizione la presentazione al CIPE delnuovo programma nazionale per la ricerca(vedi l’allegato A – Interrogazioni a rispostaimmediata), per un minuto.

GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente.Il Piano della ricerca rappresenta lo stru-mento fondamentale per coordinarel’azione del Governo in tema, appunto, diricerca, anche nella sua dimensione euro-pea ed internazionale, e per indirizzare lescelte rispetto alle sfide del Paese. Il Mi-nistero da lei governato è responsabile delcoordinamento degli altri Ministeri e dellapredisposizione del Piano, la cui adozioneè obbligatoria per legge e per il quale èrichiesta l’approvazione del CIPE.

Ora, a oltre un anno dalla scadenza delpiano 2011, del nuovo piano non sappiamoancora nulla, eccetto che, per ripetutiannunci e bozze informali su qualche sito,ventilate estensioni della sua durata ri-spetto all’intervallo triennale previsto dallalegge. Non meravigliano quindi la condi-zione di incertezza del mondo scientifico,l’uso disordinato delle già scarse risorse daparte dei singoli ministeri – sono ben settequelli che il MIUR dovrebbe coordinare –e il mancato coordinamento delle politicheregionali, che al piano dovrebbero riferirsi.Il ritardo nella programmazione si traducepoi inevitabilmente in un ritardo nell’al-locazione delle risorse destinate agli entidi ricerca e nell’effettiva disponibilità deifondi, tanto che non si hanno notizie suipiani annuali di attività degli enti e sullaloro approvazione da parte del Ministerodell’istruzione, dell’università e della ri-cerca.

Siamo qui, signora Ministro, a chie-derle notizie.

PRESIDENTE. La Ministra dell’istru-zione, dell’università e della ricerca, Ste-fania Giannini, ha facoltà di rispondere.

STEFANIA GIANNINI, Ministra del-l’istruzione, dell’università e della ricerca.Signor Presidente, onorevole Gigli, possorassicurarla con fermezza sullo stato del-l’arte e dell’elaborazione del piano nazio-nale della ricerca, che non è concentratoe disseminato in bozze informali, ma è undocumento corposo che contiene principi,metodi e soprattutto per la prima volta –mi permetto di sottolinearlo –, per laprima volta, perlomeno nella storia re-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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cente del nostro Paese, rappresenta l’eser-cizio di quell’azione di coordinamento che,come lei diceva, viene da una norma dilegge e che deve racchiudersi nella sintesiche il Ministero deputato, quello dellaricerca, fa su questo capitolo fondamen-tale, strategico e non occasionale, nellepolitiche dell’agenda di questo Governo, inriferimento agli altri ministeri che sonosostanzialmente i ministeri della difesa,della salute, delle politiche agricole, dellosviluppo economico e dell’ambiente.

Tutto questo è, per così dire, confluitoquindi in un’attività molto intensa e ancheabbastanza lunga, ma già completata damolti mesi. Quindi, quello che manca è lapresentazione all’organo di riferimento,che dovrà esaminarlo ed approvarlo e,naturalmente, con un eventuale, non ob-bligatorio ma forse pertinente e oppor-tuno, passaggio nel Consiglio dei ministriche dovrà avvenire nelle prossime setti-mane.

Io posso, se lo ritiene, citarle quali sonoi punti cruciali su cui si fonda questopiano nazionale della ricerca: l’indicazionedi strumenti per massimizzare il successodei ricercatori italiani nella competizioneper i fondi europei con risorse allocate; unpiano di investimenti fondamentale e direiprioritario sulla valorizzazione del capitaleumano; un piano di investimenti organicoe razionale per le infrastrutture dellaricerca, che sono state anche uno deinostri obiettivi nel contesto della Presi-denza dell’Unione europea; un programmaspeciale di investimenti per il Sud, che haper così dire una fragilità da questo puntodi vista riconosciuta e storicamente atte-stata su cui è opportuno intervenire anchedi concerto e in collegamento con lepolitiche regionali e con l’utilizzo dei fondidi coesione; infine – e concludo signorPresidente – la specificazione di strumentidi sostegno per il potenziamento dellacollaborazione pubblico-privato nel finan-ziamento dei progetti strategici. Il pianoindica altresì le priorità settoriali che siriferiscono al framework europeo di Ho-rizon 2020.

È quindi un’attività conclusa e pronta.Chiaramente deve essere formalizzato

questo passaggio. Il mondo della ricercaha naturalmente partecipato attivamentealla sua stesura, sia gli enti, che il CRUIche tutti gli organismi di riferimento delmondo della ricerca scientifica e questo èl’ultimo passo che ci manca.

PRESIDENTE. Il collega Gigli ha fa-coltà di replicare.

GIAN LUIGI GIGLI. Io la ringrazio perqueste informazioni, signora Ministro, maresto perplesso rispetto a quello che cidice. Se è pronta una bozza da mesi evisto che il mondo della ricerca la staattendendo da tempo e siamo in ritardocon finanziamenti e con quant’altro, per-ché questa bozza non va avanti ?

E poi chi ci ha lavorato a questabozza ? Lei non lo ha chiarito. Ha parlatodel mondo accademico, del mondo delMIUR. Ma gli altri Ministeri hanno colla-borato ? E allora vorremmo sapere chi siè seduto a questo tavolo. Quant’è il finan-ziamento che viene previsto ? Abbiamo unordine di grandezza ?

Io credo che queste domande avreb-bero meritato una risposta, perché altri-menti c’è il rischio che questa materiavada avanti ancora per chissà quanti mesie noi, a questo punto, rischiamo di avereanche una terza bozza. Infatti, due sonosicuramente già circolanti, una è anche sulsito del Ministero, pure corredata di dia-positive. Ma rischiamo poi di trovare an-che la terza in itinere.

Io credo che dobbiamo interrogarciseriamente su tutto questo, perché altri-menti il rischio è che di fronte agli occhidel mondo scientifico, di fronte agli occhidelle imprese, di fronte agli occhi delleregioni e di fronte agli occhi dell’Europa,signora Ministro, l’Italia finirà per sem-brare come un Paese nel quale manca unaseria politica nazionale della ricerca.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svol-gimento delle interrogazioni a rispostaimmediata.

Sospendo a questo punto la seduta, cheriprenderà alle ore 16,15 con lo svolgi-

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mento di comunicazioni del Presidente delConsiglio dei ministri in vista del Consiglioeuropeo del 25 e 26 giugno 2015.

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresaalle 16,15.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTELAURA BOLDRINI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensidell’articolo 46, comma 2, del Regola-mento, i deputati Alfreider, Bratti, Cata-nia, Cirielli, Dambruoso, Di Gioia, Di Lello,Fedriga, Ferranti, Giancarlo Giorgetti, LaRussa, Lupi, Manciulli, Merlo, Pisicchio,Ravetto, Rosato, Rossomando, Sanga, Ta-bacci e Valeria Valente sono in missione adecorrere dalla ripresa pomeridiana dellaseduta.

I deputati in missione sono complessi-vamente centoquindici, come risulta dal-l’elenco depositato presso la Presidenza eche sarà pubblicato nell’allegato A al re-soconto della seduta odierna.

Comunicazioni del Presidente del Consi-glio dei ministri in vista del Consiglioeuropeo del 25 e 26 giugno 2015 (ore16,17).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recalo svolgimento di comunicazioni del Pre-sidente del Consiglio dei ministri in vistadel Consiglio europeo del 25 e 26 giugno2015. La ripartizione dei tempi riservatialla discussione è pubblicata in calce alresoconto stenografico della seduta del 10giugno 2015.

(Intervento del Presidentedel Consiglio dei ministri)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare ilPresidente del Consiglio dei ministri, Mat-teo Renzi.

MATTEO RENZI, Presidente del Consi-glio dei ministri. Signora Presidente, ono-revoli deputate e onorevoli deputati, ilConsiglio europeo di domani e dopodo-mani si colloca in un momento partico-larmente rilevante della vita politica, eco-nomica, civile e culturale dell’Europa. Nonè un caso che qualche giorno fa si siatenuto un summit straordinario, convocatod’urgenza dal Presidente Tusk, dei Paesiappartenenti all’area dell’euro per discu-tere del futuro della Grecia e non è uncaso che questo tema, pur non essendoformalmente iscritto all’ordine del giornodel dibattito delle prossime ore, sarà ilconvitato di pietra, il vero elemento diriflessione sul futuro delle istituzioni eco-nomiche e finanziarie del continente. Tut-tavia, per quello che riguarda noi, comu-nità italiana, il valore principale delladiscussione non può essere limitato sol-tanto al fattore economico e finanziario,ma deve allargarsi in particolar modo allequestioni collegate e connesse ai flussimigratori e a ciò che sta avvenendo nelMediterraneo.

Dunque, con il vostro consenso e con ilvostro accordo individuerei soprattuttodue temi di riflessione nell’esposizionedella presentazione dei lavori di domani edopodomani: crisi economico-finanziaria emantenimento della Grecia all’interno del-l’area dell’euro, anche collegandomi alleprospettive del rapporto dei quattro Pre-sidenti – noi diciamo dei quattro Presi-denti e quattro più uno se vogliamo con-siderare anche l’apporto del Presidente delParlamento europeo – e la questione im-migrazione. Parto dal primo. Per la primavolta dopo quattro anni una crisi econo-mica e finanziaria non ha l’Italia sul bancodegli imputati; non ha l’Italia sul bancodegli studenti che devono mostrare di averfatto il loro compito; non ha l’Italia nelnucleo degli osservati speciali. Questo è undato di fatto. Può piacere o meno ilgiudizio su questi anni e si possono averee si hanno in questo Parlamento opinioniprofondamente diverse su ciò che è acca-duto, non soltanto all’interno dei verticieuropei, ma all’interno dei grandi incontriinternazionali, direi da Cannes in poi, dal

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2011 in poi. Su questo specifico punto, ilParlamento presenta opinioni profonda-mente divergenti e diametralmente oppo-ste rispetto al giudizio su ciò che è acca-duto e alle cause che ne hanno suscitatogli effetti. Ma il dato di fatto oggettivo èche per la prima volta non è l’Italiaoggetto di una particolare attenzione per-ché l’Italia è considerata e a mio giudiziooggi impegnata in un pacchetto di riformestrutturali, sul quale una volta di più leopinioni possono essere le più variegate,ma che nessuno può ignorare. Il verofondo salva-Stati per l’Italia è il fatto cheil Parlamento, più che il Governo, stiafacendo delle riforme strutturali.

La vera clausola di salvaguardia è chequel pacchetto di riforme atteso da moltianni e che spazia dalle questioni legate allavoro alle questioni legate al mondo delcredito alle questioni legate alla leggeelettorale a quelle che ancora invece sonoin itinere – penso alla riforma della pub-blica amministrazione, alla riforma costi-tuzionale e alla complessa opera di ri-forma della giustizia – questo pacchetto diriforme è un pacchetto sul quale il Par-lamento, prima ancora che il Governo, stamostrando di voler decidere. Poi natural-mente, come è ovvio che sia, vi sonoopinioni diverse anche all’interno del Par-lamento sul grado di efficacia, di condi-visione dei singoli provvedimenti ma l’Ita-lia è percepita come una realtà che nonsta più dalla parte del problema ma èparte della soluzione in considerazione delfatto che la politica è tornata a fare il suomestiere che è quello di decidere sulfuturo delle comunità e dei figli di coloroi quali si impegnano e ovviamente credonoche l’Italia abbia non soltanto un gloriosopassato da raccontare ma un presente davivere e un futuro da costruire. Vorrei chequesto fosse chiaro perché è il punto dipartenza di tutto per me. Noi ci avvici-niamo alla questione greca uscendo dallatradizionale vicinanza che per anni haaccompagnato il nostro Paese: l’Italia nondeve fare la fine della Grecia, Italia eGrecia sono gli osservati speciali. Non èpiù così. Questo però paradossalmente ciimpone di avere uno sguardo ancora più

attento sulla situazione greca. Non è che ilfatto di essere meno interessati diretta-mente dalle possibili conseguenze dellacrisi economico-finanziaria ci porta a direche possiamo far finta di niente perché ciòche sta avvenendo è particolarmentegrave. Mai come in questo momento sto-rico esiste una parte dell’opinione pub-blica di alcuni Paesi europei e non miriferisco soltanto alla Germania che desi-dera con molta veemenza e forza che leprossime siano le ultime settimane dellaGrecia all’interno dell’area dell’euro. È undato di fatto nel dibattito politico. È undato di fatto che credo noi dobbiamocombattere perché, a mio giudizio, la pre-senza della Grecia all’interno dell’areadell’euro è un valore non soltanto per igreci e la stabilità e, in prospettiva, losviluppo dei 19 Paesi che compongonol’Eurozona costituisce un quadro di rife-rimento importante per tutti. Dunque laposizione italiana è quella di un lavorofaticoso, tenace: in queste ore il MinistroPadoan sta raggiungendo Bruxelles perl’ennesimo Eurogruppo, domani è possi-bile che all’interno delle riunioni del ver-tice vi sia spazio per un’ulteriore riunionedei Capi di Stato e di Governo dei Paesidell’euro per arrivare a raggiungere untraguardo che sia positivo per tutti in vistadella scadenza del 30 giugno. È chiaro chela franchezza vuole che da parte nostra visiano parole altrettanto nette nei confrontidei nostri amici greci a cui va ricordato,come vale per molti Paesi e vale in par-ticolar modo per l’Italia, vale a dire che laprima condizione per rimettere in moto ilPaese è scegliere al proprio interno di farele riforme strutturali, così vale per ilGoverno greco che ha la necessità disentire la solidarietà e la vicinanza anzi-tutto nostra ma anche di altri Paesi madeve avere consapevolezza che il passaggiodavanti al quale ci troviamo è un passag-gio tutt’altro che banale e il cui sviluppoè particolarmente complicato da un climadi paura all’interno dell’Unione europeache costituisce anche la chiave di letturadel secondo capitolo del mio interventoche riguarda l’immigrazione a cui arriveròtra un attimo. Finisco sul primo punto: noi

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siamo in un momento nel quale in Europasi fatica a volare alto. Permettetemi didirlo con grande franchezza: anche ilrapporto dei quattro Presidenti, dei quat-tro più uno, non brilla per ambizione.Ripeto: non brilla per ambizione.

Non c’è un grande disegno strategico.Ieri eravamo a inaugurare – tra l’altro,con alcuni di voi – la funivia sul MonteBianco, in un luogo straordinario,un’opera che è simbolo dell’ingegneria ita-liana, esempio di grandezza e di capacitàdi innovazione, una cosa che, credo, indi-pendentemente dalle idee politiche, facciacontenti tutti gli italiani, perché legataall’idea di poter avere uno degli strumentidi massima qualità architettonica e inge-gneristica proprio sul tetto d’Europa, eall’inaugurazione è stata citata la frase diun alpinista che mi ha colpito molto,perché dice: « Quando sali in alto vedi piùlontano e quando vedi più lontano sognipiù a lungo ». Dal tetto dell’Europa vogliodire che non stiamo sognando molto alungo, perché in questo momento anchel’operazione fatta dai quattro Presidenti,dai « quattro più uno », è un’operazione, amio giudizio, che non si preoccupa direimpostare una riflessione sul futurodelle istituzioni europee, ma si limita auna sostanziale manutenzione dell’esi-stente. Chiarito questo, chiarito dunqueche emerge la necessità di discutere eapprofondire in modo più compiuto legrandi questioni di natura economica, di-ciamo anche che quello di cui c’è bisognoda parte delle istituzioni italiane, nonsoltanto da parte del Governo e dei rap-presentanti o dei Ministri, ma anche deimembri delle Commissioni parlamentari,anche da parte degli opinion leaders, ancheda parte della classe dirigente italiana, èuno sforzo maggiore per fare dell’Europaquello che Lisbona aveva disegnato perquesto nostro continente e che non è statorealizzato negli ultimi anni. Lisbona ciaveva raccontato che l’Europa sarebbedovuta essere il grande luogo dell’innova-zione dal 2000 al 2020; l’Europa dovevaessere il luogo nel quale si andavano acreare più posti di lavoro, più speranza,più idealità, il continente nel quale si

sarebbe toccato con mano un’idea di svi-luppo diversa da quella alla quale oggisiamo abituati. Se ciò non è accaduto,forse è il momento di una verifica, nonsoltanto del presupposto troppo basatosull’austerity e poco sulla crescita, maanche degli strumenti che sono stati per-cepiti – direi presentati prima e percepitipoi – più come meccanismi sanzionatoriper chi non fa le cose che non comeobiettivi sfidanti per chi invece ci vuoleprovare. Anche di questo – possiamo dirlo– il rapporto dei quattro Presidenti piùuno non è in condizioni di dare parole disperanza. Primo tema, dunque: sì, contentiper il fatto che l’Italia non è più sul bancodegli imputati, ma la situazione economi-co-finanziaria del nostro continente ri-chiede uno sforzo in più, un colpo d’ala;richiede anche – lasciatemelo dire conmolta franchezza – che l’Italia tutta in-tera, quando si presenta negli ambiti didiscussione di politica internazionale ecomunitaria, abbia un po’ più di orgoglioper quello che è, perché negli ultimi annile discussioni interne e anche la presen-tazione esterna, con i problemi che tuttinoi conosciamo, che hanno visto l’Italiatroppo spesso essere considerata il grandemalato d’Europa, ha in qualche misuraimpedito alla nostra classe dirigente, allaclasse universitaria, alla classe accade-mica, alla classe politica con la « P » maiu-scola, di provare ad immaginare un per-corso per l’Europa del futuro. L’Italia èrimasta sempre fuori da questo dibattito,anche filosofico e politico con la « P »maiuscola: i risultati si vedono. Dovremmoabituarci a pensare che, senza di noi esenza il nostro contributo, l’Europa èmeno forte. Per chi ha visitato l’Expo, nelpadiglione Italia c’è una stanza, una salaparticolarmente intrigante, che è – lo sabene il Ministro Martina – una sala in cuila cartina geografica del mondo vienerappresentata in modo tridimensionalesenza l’Italia e accanto una serie dischermi presentano video e commenti dialcune personalità non italiane che rac-contano che cosa è stata per loro l’Italia ecome sarebbe il mondo senza l’Italia. Se cipensate, questa è una provocazione che,

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naturalmente all’interno dell’Expo, questogrande evento che, a dispetto di tanteprevisioni, sta funzionando e sta funzio-nando molto bene, fa riflettere. Ma al dilà delle riflessioni sulle discussioni legateall’Expo, questo è ciò che sta accadendo inEuropa o che è accaduto in questi ultimianni, perché l’Italia si era preoccupatasoprattutto di difendersi anziché di rac-contare un’idea diversa dell’economia edel mondo. È il primo tema, dicevo, che è,in qualche misura, profondamente messoin discussione dal clima di paura cheviviamo, che vive l’uomo di oggi sicura-mente ma che vive in particolar modo lacomunità delle donne e degli uomini eu-ropei di fronte, in particolar modo, allequestioni legate all’immigrazione.

Io credo che l’appuntamento di domanie dopodomani sia un appuntamento rile-vante perché per la prima volta si mette indiscussione un principio che sta alla basedegli accordi di Dublino e che è perfetta-mente legittimo dal punto di vista legale,regolamentare e normativo, perché il no-stro Governo e il nostro Parlamento lo haapprovato, ma che è profondamente inca-pace di rispondere alla situazione di oggi,non soltanto dei flussi migratori ma del-l’idea stessa di Mediterraneo.

Io non voglio su questo utilizzare ilpassato per rinfacciarcelo reciprocamente.C’è un tempo per discutere e litigare, inparticolar modo durante le campagne elet-torali, e c’è un tempo per provare alavorare insieme, questo è il luogo in cuil’Italia si presenta a livello internazionale.Io credo che quando si va in Europa nellesedi istituzionali, compito di chi ha re-sponsabilità di Governo sia quello di cer-care di coinvolgere quanto più possibiletutte le opposizioni oltre che la propriamaggioranza e, contemporaneamente,quando si rappresenta con diverse fun-zioni, anche stando all’opposizione, unPaese, se si va all’interno delle istituzionieuropee si cerca di far prevalere il benecomune. In particolar modo questo vale inuna cornice come quella dell’immigrazionee dei flussi migratori in cui i numeri cidicono che la situazione problematica –che c’è, è evidente e nessuno si può

permettere di negare – non ha un gradodi differenza rispetto allo scorso annoparticolarmente elevato. Se guardo i nu-meri devo ricordare che il 24 giugno delloscorso anno eravamo qui alla Camera apresentare il Consiglio europeo esatta-mente come oggi, lo stesso giorno, alloragli sbarchi erano stati 59.600, un numeromolto significativo, questo anno sono61.400, vi è quindi un aumento di 1.800unità, circa il 3 per cento. Un aumento cheva considerato come tale, ma non è oggi,quella che viene raccontata, una presenzaprofondamente diversa da quello delloscorso anno.

Cosa è accaduto di diverso ? Due ele-menti. Il primo riguarda il nostro interno.C’è una costante attenzione, del tutto po-sitiva a mio giudizio, poi si può discuteresulle modalità talvolta ansiogene, ma deltutto positiva dei mezzi della comunica-zione. Un anno fa la discussione non erasu questo, oggi sì ! A parità di numeri c’èun profondo cambiamento di approccio.Un anno fa la discussione era esclusiva-mente su altri temi, stavolta c’è una prio-rità che viene stabilita, come è giusto chesia, dagli organi di comunicazione. Vorreiessere chiaro, se guardiamo i sondaggi, idati di rilevamento e il rapporto con icittadini che ciascuno di noi ha, sappiamoche allora come quest’anno la prioritànumero uno degli italiani rimane semprela stessa: il lavoro, nettamente il lavoro !Se guardiamo i dati vediamo che c’è unrapporto incredibile tra la priorità numerouno degli italiani – sia quest’anno che loscorso anno – e la priorità numero due.Perché è normale che la prima preoccu-pazione in una Repubblica che all’articolo1 della sua Costituzione stabilisce che essaè fondata sul lavoro non possa che viverecon grande tensione, con grande preoccu-pazione e talvolta con ansia e angoscia, ilfatto che il lavoro non è ancora tornato ailivelli di quattro o cinque anni fa ! I segniincoraggianti che si sono registrati in que-sto anno – più 250 mila posti di lavoro –ancora non sono sufficienti per recuperareil milione di posti di lavoro che abbiamoperso.

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Ho premesso che non ho voglia di starequi a rinfacciare reciprocamente il passatoo i piccoli e grandi successi degli uni o ipiccoli e grandi insuccessi degli altri. Vo-glio fare un passo indietro e dire che daun lato c’è una questione comunicativaenorme e dall’altro c’è oggettivamente, perla prima volta dopo anni, la consapevo-lezza che quello del Mediterraneo non èun problema soltanto italiano. Voi sapeteche dire che esiste questa consapevolezzaè insufficiente senza risultati concreti, an-che se i meccanismi europei ci insegnanoche occorrono piccoli passi per arrivare araggiungere dei grandi risultati.

Fatto sta che quando lo scorso anno,prima visita ufficiale, scegliemmo con ilmio Governo di andare a Tunisi, in moltistorsero il naso e guardarono con la facciaun po’ stupita di chi dice « ma con tutti ipaesi scegli di partire da Tunisi ? ». Perchéallora, dicemmo – e lo confermo oggi,come lo confermano i fatti, prima ancoradi me – che era il Mediterraneo l’ambitonaturale dell’azione politica di diplomaziaeuropea e continentale che doveva essereriaffermato. Oggi, mi permetto di dire chequesta priorità è finalmente affermataanche a livello europeo.

Che cosa stiamo discutendo ? Stiamodiscutendo una strategia europea che siameno miope di quella che è stata fino adoggi. Per farlo c’è bisogno che anchel’Italia cambi passo in alcuni settori. Ilprimo, la cooperazione internazionale.Parlavamo di riforme strutturali e rendevoe rendo grazie, al Parlamento per l’attivitàdi questi mesi. Tra le tante riforme strut-turali, mi piace ricordare come tale lalegge sulla cooperazione internazionaleperché segna finalmente un cambio dipasso nella politica estera del nostro paesee dopo 27 anni torna a individuare nelsettore della cooperazione e degli aiuti allosviluppo una priorità che farà si che, daqui al G7 che si terrà in Italia nel 2017,l’Italia smetterà di essere il fanalino dicoda nei ranking internazionali sulla coo-perazione dei sette paesi più industrializ-zati, per recuperare almeno due o treposizioni.

Tuttavia, insieme alla cooperazione in-ternazionale, non possiamo che affermarela necessità degli accordi sul rimpatrio. Unpezzo della nostra politica estera deveessere collegata anche al presupposto che,per primo, in Italia, ha sancito un governodi centrosinistra, peraltro, come ricordavaquest’oggi il Presidente Napolitano, neldibattito al Senato – Presidente che alloraera il Ministro degli interni proponente diquella legge – e cioè che c’è uno spazio diaccoglienza che l’Italia conferma, man-tiene e valorizza, ma c’è anche la necessità(questo vale, in particolar modo, per al-cuni ambienti all’interno del mio partito edel mio schieramento) di dover ricono-scere che il rimpatrio non può essere untabù, non può essere una parola da con-siderare come una parolaccia. Ci sonodegli strumenti di azione politica e diplo-matica che sono più forti se collegati allacooperazione internazionale e agli accordidi rimpatrio e di ritorno a casa. Questo èun primo elemento che, a mio giudizio,deve costituire la stella polare per l’Italia,ma che costituisce la stella polare dellaproposta europea.

Accanto a questo, ovviamente, c’è l’ele-mento dell’accoglienza e dell’asilo, dell’ac-coglienza dei richiedenti protezione e deirichiedenti asilo, che poi diventano rifu-giati quando le procedure permettono diverificare la correttezza dell’iter. Su questotema Dublino 2 dice che è tutta soltantoresponsabilità del Paese di primo approdo.È questo un principio giusto ? Per me, no.Vogliamo stare a discuterne insieme ?Certo, oggi non ci sono le condizioni permodificare questo approccio. Perché ? Lovediamo dai giornali internazionali e nonnecessariamente dalle cancellerie. Siamoin un tempo nel quale l’identità europea,che per la mia generazione è nata con ilcrollo del muro di Berlino, viene messaprofondamente in discussione da chi unmuro lo vorrebbe fisicamente ricostruiretra l’Ungheria e la Serbia (Applausi deideputati dei gruppi Partito Democratico,Scelta Civica per l’Italia e per L’italia –Centro Democratico). Siamo in un temponel quale la paura sta creando le condi-zioni di considerare il diverso, quello che

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è lontano da me, come un potenzialepericolo, dove torna a farsi spazio il con-cetto di frontiera, anziché il concetto dipiazza. Di fronte a questo fatto, che è unfatto culturale, che dovrebbe far rifletteretutte e tutti indipendentemente dal pro-prio colore e dalla propria idea politica,pensate voi che siamo in condizione didire che l’accordo di Dublino, negoziato inpassato nelle forme e nei modi che sapete,possa essere improvvisamente modificato ?Chi lo dice assume su di sé la responsa-bilità di fare una politica estera, o pre-sunta tale, basata sulla superficialità e lademagogia. Si può fare, lo dico perché ioero al G7 nel momento in cui alcune forzepolitiche hanno lanciato il tema dell’emer-genza sanitaria in Italia in nome dellascabbia. Vorrei essere chiaro: guai a sot-tovalutare qualsiasi cosa.

Ma esattamente in quel momento in cuiè arrivato l’sms con questo drammaticomessaggio di emergenza, i leader dei Paesidel G7 stavano discutendo delle misure econtromisure da adottare in caso diun’epidemia mondiale che è una preoccu-pazione vera della comunità internazio-nale, che è una preoccupazione vera, per-ché quando abbiamo reagito all’Ebolanelle forme e nelle modalità in cui ricor-date lo abbiamo fatto, con un coordina-mento internazionale pazzesco perchétutti i santi giorni ci sono nostre donne enostri uomini che stanno lavorando sulrischio di un’emergenza mondiale cheavrebbe dei danni notevolissimi ma chenon viene immaginata come la scabbia allastazione di Milano, che viene immaginataattraverso la diffusione non nelle formebanali di un tweet ma attraverso le lineeaeree che vengono da Paesi in cui certecose si possono verificare. Di fronte aquesto, se voi volete raccontare un’Italiache è un’Italia piena di emergenze sani-tarie, fatelo, io difendo e rivendico l’Italiadello Spallanzani, degli infermieri, dei dot-tori, di coloro i quali stanno dimostrandodi essere un’eccellenza mondiale e che noncedono alla paura e alla cultura del pe-ricolo (Applausi dei deputati dei gruppiPartito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC) e Scelta Civica per l’Italia). Di fronte

a questo lavoro, che cosa possiamo farenoi al Consiglio europeo ? Possiamo affer-mare il principio che la questione dell’im-migrazione e dei richiedenti asilo deveessere affrontata su base internazionale econtinentale. Riusciremo a farlo ? È evi-dente che a me piacerebbe potermi pre-sentare al tavolo europeo con una con-vinta partecipazione del sistema Italia, perquesto domani mattina, con il Ministrodell’interno, accoglieremo a palazzo Chigii rappresentanti delle regioni e dei co-muni, per questo saremo nelle condizionidi poter ascoltare le voci anche di chi haespresso dei dubbi, delle contraddizioni,degli elementi di critica, ma quello chedeve essere per me chiaro è che noi nonpossiamo continuare a giocare su questitemi senza considerare la profonda am-piezza del problema di cui stiamo discu-tendo, perché noi guardiamo uno scogliodi Ventimiglia – è giusto così –, perché noiguardiamo una stazione – è giusto così –,ma nel mondo in questo istante nonalziamo gli occhi – forse perché siamoabituati a pensare soltanto ai nostri piccolitalk show di tutti i giorni – e non pen-siamo a quello che sta succedendo a Calaisfra Francia e Inghilterra, non pensiamo aquello che sta succedendo in Arizona, inTexas in questo momento, non pensiamo aquello che sta succedendo in Birmania inquesto momento, non pensiamo a quelloche sta succedendo in Turchia in questomomento, in Libano, nel nostro amatoLibano in questo momento, in Kurdistan.Chi di voi ha visitato un campo profughia Erbil – come ricorderete a me è capitatonello scorso agosto – si rende conto che ladimensione dei flussi migratori non sonodimensioni di qualche decina o centinaiadi unità come quello delle realtà chequotidianamente sono presentate nella no-stra televisione, ma sono realtà mondialiche hanno un impatto devastante nellastoria dell’uomo e che noi dobbiamo averela forza e il coraggio di gestire con lacapacità di avere una visione, perché nonè che domani mattina improvvisamente simette tutto a posto. Ecco perché la posi-zione italiana è molto chiara, noi quandotroviamo qualcuno in mare gli salviamo la

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vita, perché secoli di civiltà valgono più diun sondaggio o di un punto di opinione(Applausi dei deputati dei gruppi PartitoDemocratico, Area Popolare (NCD-UDC),Scelta Civica per l’Italia e Sinistra Ecologiae Libertà), noi abbiamo sulle nostre spallesecoli di civiltà ai quali non rinunciamo.

Secondo, abbiamo un diritto d’asilo chenon è stato purtroppo disciplinato a livellonazionale, combattiamo per una politicaeuropea sul diritto d’asilo, che vuol direche i rimpatri vanno fatti a livello euro-peo, che vuol dire che la politica europeadeve dialogare con più forza con i Paesi,in particolar modo del nord Africa e chevuol dire che non è pensabile né l’isteriané l’egoismo a cui abbiamo assistito inqueste settimane. Dall’altro lato però,chiarezza per chiarezza, noi siamo inprima linea, non soltanto nel rispetto delleregole e della legalità ma anche nella sfidaper un diverso modello di sviluppo e disostenibilità, partendo dal presupposto cheper primi dobbiamo cambiare noi e cheper cambiare noi in una prospettiva dimedio-termine occorre la cooperazione in-ternazionale, occorre pensare che l’Africasia una delle più grandi risorse dei pros-simi trent’anni, occorre avere il coraggio didire che chi lavora in questo settore deveessere aiutato, chi delinque e chi nonrispetta le regole deve essere rimandato acasa immediatamente, e che chi ha l’am-bizione di guidare un Paese deve cercarein sede europea di portare il consenso piùampio possibile senza preoccuparsi di uti-lizzare questo settore come il settore delloscontro e della divisione.

È chiaro che sarebbe molto facile farloper noi, sarebbe molto facile farlo per noi,ma sarebbe anche molto miope farlo pernoi; rinfacciare agli altri il passato nonserve a costruire il futuro, men che mai avivere il presente.

Allora, questi sono i due punti chiave:da un lato, la Grecia e, dall’altro, l’Italianon più osservata speciale, ma l’Italia chevuole dare una mano perché grande Paeseche sta realizzando le riforme strutturali.Voi, con il vostro lavoro, signori del Par-lamento, state consentendo all’Italia disedersi in una posizione di forza in modo

profondamente diverso rispetto al passato.In Italia è chiaro il messaggio che lapolitica è tornata a fare il suo mestiere eche le riforme hanno preso residenza ecittadinanza in questo Paese non sempli-cemente sulla spinta dell’azione del Pre-sidente del Consiglio o del Governo, maper condivisione ampia, molto ampia del-l’intero arco parlamentare.

In secondo luogo, sull’immigrazione,noi facciamo la nostra parte, non rinun-ciamo ai nostri valori, ma contemporanea-mente siamo pronti ad affrontare anche ledifficoltà che questa vicenda apre, perché,quando noi diciamo al Consiglio europeoche l’immigrazione è una questione euro-pea, non lo facciamo perché pensiamo chel’Europa possa sostituirsi a noi. Noi siamopersino in grado di permetterci di fare dasoli, se serve. È l’Europa che non si puòpermettere che l’Italia faccia da sola, per-ché quella frontiera è la frontiera di uncontinente, non la frontiera di un Paese(Applausi dei deputati dei gruppi PartitoDemocratico, Area Popolare (NCD-UDC)Scelta Civica per l’Italia e Per l’Italia –Centro Democratico).

Accanto a questo – e ho finito – cisono tre ulteriori elementi che lascio sullosfondo, ma che sono particolarmente im-portanti. Il primo: discuteremo della po-litica di sicurezza e difesa comune allapresenza del segretario generale dellaNATO. La posizione italiana – mi pareanche in questo caso una posizione nonsolo della maggioranza di Governo ma piùampia – è quella di un Paese che crede adegli ideali comuni, che crede nei valorioccidentali e che crede nella NATO comein una grande famiglia che è nelle condi-zioni di difendere e lottare per un idealeforte, bello e positivo. Ma questo non puòessere oggi immaginato da una parte deinostri partner amici come una riedizione2.0 di una guerra fredda che è finita,morta e sepolta e che nessuno di noi vuoleriprendere.

Lo dico perché è chiara la posizioneche ha utilizzato l’Italia in questo anno, inquesto anno e mezzo e – devo dire –anche in passato. Noi vogliamo, esigiamo echiediamo che ci sia un rispetto totale

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degli accordi di Minsk da tutte le partiimpegnate e non possiamo immaginareche si utilizzi la discussione attualmente incorso sugli accordi di Minsk per tentare diaprire una pagina nuova nella dinamicadei rapporti tra Europa e Russia. Noicrediamo nel rispetto della comunità in-ternazionale, nell’integrità dell’Ucraina,nella sovranità dell’Ucraina, crediamo chesia giusto il percorso sanzionatorio che èstato effettuato, ma diciamo anche chenon è immaginabile per nessuno poterpensare oggi di utilizzare la NATO in unafunzione che sarebbe stata antistorica 20anni fa e che è, a maggior ragione, anti-storica oggi.

Secondo punto: discuteremo di mercatounico digitale, di innovazione, di compe-titività. Su questi punti c’è un lasciato dellavoro del semestre italiano. L’Europa nonè più soltanto il luogo nel quale si parla diausterity. L’Europa non è più soltanto illuogo nel quale uniamo i nostri vincoli ei nostri parametri come un grande club diesperti di bilancio che però si dimenticanodi valorizzare i valori profondi e l’animacomune che caratterizza il nostro conti-nente.

Per questo, sul tema della competitività,dell’innovazione digitale e dell’aperturaalla crescita, l’Europa può giocare unruolo analogo a quello che vuole giocaresul clima, che pure non sarà oggetto didiscussione, su cui abbiamo visto, nonsoltanto qualche consiglio europeo fa, unbuon dibattito con protagonismo italiano,ma anche lunedì scorso un’iniziativa im-portante, proprio nella sede della Cameradei deputati, perché l’intero Paese siaprotagonista in vista di Europa 2015.

Ebbene, su questi temi noi abbiamobisogno di un’Italia che sia guida e nonsoltanto fanalino di coda.

Veniamo, poi, al terzo e ultimo puntoche, però, è il punto chiave. Noi possiamofare tutti i discorsi che immaginiamo, peròc’è un punto: oggi sempre di più l’Europasta diventando coraggio contro paura. Lapaura è la paura che porta a dubitaredelle scelte dei mercati finanziari, econo-mici e internazionali in alcuni Paesi; lapaura è il sentimento che attraversa stri-

sciante intere popolazioni quando si ren-dono conto di essere sotto una minacciache non è ben definita, i cui contorni nonsono molto chiari, ma che prende, ap-punto, le sembianze di un fantasma, ilfantasma della preoccupazione, il fanta-sma della diversità.

Io credo che oggi la vera sfida che hadi fronte a sé l’Europa sia sicuramentequella di trovare le soluzioni tecniche aiflussi migratori, sapendo che è un per-corso lungo, che richiederà mesi, anni; èsicuramente quella di riuscire a trovaredei meccanismi economici diversi da quelliche abbiamo visto sino ad oggi, sapendoche anche in questo caso ci sarà dalavorare molto. Ma il punto chiave, che noidobbiamo caratterizzare e sul quale dob-biamo caratterizzarci, è raccontareun’idea di Europa in positivo, basata sulcoraggio di ciò che siamo e non soltantosulla paura di quello che gli altri cidipingono.

E, allora, da questo punto di vistavorrei evidenziare, concludendo, il ruoloche l’Italia può giocare, tornata finalmentedall’altra parte del tavolo e non più nelbanco di fronte ai professori, che è quellodi recuperare un’identità, che non è unaparolaccia ma è una parola positiva, tuttagiocata sulla bellezza di ciò che siamo e diciò che possiamo essere.

Ecco perché continuiamo a insistere sudegli elementi, insieme al Ministro com-petente, di diplomazia culturale; ecco per-ché l’Expo avrà come evento principalenon la visita di un leader straniero ma lavisita dei 154 Ministri della cultura, che siterrà il 31 luglio; ed ecco perché, nelchiedere il consenso del Parlamento allavoro che svolgeremo nei prossimi duegiorni, vorrei invitarvi, sul punto specifico,non a sottolineare le tante cose che civedono divisi, ma tentare di rafforzare ilsenso profondo di ciò che siamo. Se l’Eu-ropa è impaurita, ha bisogno dell’Italia,del coraggio dell’Italia e di tutti gli italiani.Proviamo a farlo insieme (Applausi deideputati dei gruppi Partito Democratico,Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civicaper l’Italia, Per l’Italia - Centro Democra-tico e di deputati del gruppo Misto).

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(Discussione)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la di-scussione sulle comunicazioni del Presi-dente del Consiglio dei ministri.

È iscritta a parlare la deputata Ma-rietta Tidei. Ne ha facoltà.

MARIETTA TIDEI. Grazie, Presidente.Onorevoli colleghi, signor Presidente delConsiglio, io credo che giovi ricordare, inprimo luogo, alcuni significativi numeriche hanno il pregio di dare l’esatta portatadella questione che dibattiamo. Il nuovorapporto dell’Alto commissariato delle Na-zioni Unite per i rifugiati riporta una forteescalation del numero di persone costrettea fuggire dalle loro case, con 59,5 milionidi migranti forzati alla fine del 2014,rispetto ai 51,2 milioni di un anno primae ai 37,5 milioni di dieci anni fa.

Più della metà dei rifugiati a livellomondiale sono bambini. Ma anche nelcontesto di una forte crescita nel numerodei migranti forzati, la distribuzione glo-bale dei rifugiati resta fortemente sbilan-ciata verso le nazioni più povere. Leiprima ne ricordava alcune, Presidente.L’86 per cento dei profughi si trovano inregioni e in Paesi considerati economica-mente meno sviluppati e, solo per parlaredella Siria, 4 milioni di rifugiati lottanoper la sopravvivenza in Turchia, Libano,Egitto, Giordania.

Le guerre nell’area subsahariana e lasituazione di estrema instabilità nel Cornod’Africa hanno creato più di 3 milioni dirifugiati. Essi premono sulla frontiera me-ridionale dell’Europa. L’Italia, lo ricordavaprima, ne ha accolti nel 2015 più di 60mila. Ma dobbiamo comparare questa ci-fra con quella dello scorso anno perscoprire che il numero degli arrivi, ad oggi,è superiore allo stesso periodo dell’annoscorso di neanche 2 mila unità, numeroben lontano dall’invasione prospettata dichi gioca sulla paura della gente perconquistare consenso.

Questo dato, però, non cancella le 1.850vittime che abbiamo perso in quell’enormecimitero che è diventato il mare Mediter-

raneo e la stima ovviamente è al ribasso,perché molte carrette del mare potrebberoessere affondate nel silenzio più assoluto.

Ho avuto la fortuna di visitare diversicampi profughi e centri di accoglienza, edico la fortuna perché guardare in facciachi ha attraversato l’inferno del deserto,della Libia, della traversata in mare, chiha percorso le strade del dolore, aiuta acapire che chi fugge dalle guerre, maanche semplicemente dalla fame, che –voglio ricordare – non è una colpa, nonpuò essere trattato come un criminale dapunire. È troppo facile fare il pieno diconsensi cavalcando le paure e le preoc-cupazioni dei cittadini, come stiamo guar-dando fare in questi giorni da molti. Èfacile ma falso proporre soluzioni veloci edire: non facciamoli sbarcare, e fregarsenedel fatto che questo sia inattuabile, oltreche inaccettabile.

Dei campi che ho visitato, sono rimastacolpita in particolar modo da quello diDiyarbakir in Turchia, a 150 chilometridalla Siria, che ospita quattromila yazidi,in fuga dalle barbarie dello Stato Islamico.I loro racconti parlano di violenze, ditorture, di donne vendute come schiave, dibambini che non conoscono il destino deiloro padri o delle loro madri. La gente nonsi arrende e spera di rientrare primapossibile nella propria terra, perché granparte di quelli che sono costretti ad ab-bandonare la propria casa sperano dipoterci un giorno ritornare. E questo èuno dei tanti campi, forse anche uno traquelli più fortunati, grazie anche allastraordinaria generosità del popolo curdo.Riesco solo ad immaginare con orrorequello che può accadere altrove, ai confinidel Sahara, dove ogni minimo aiuto uma-nitario è sottoposto ai capricci dei signoridella guerra locale.

Ogni campo ha una cosa che lo acco-muna a tutti gli altri: tutti lottano controavversari enormi ed invisibili, gli interessidegli Stati, la complessità della geopolitica,la stupidità dei fondamentalismi e l’eco-nomia globale. Recentemente, in occasionedella giornata internazionale del rifugiato,insieme alla Presidente della Commissionediritti umani dell’Assemblea dell’OSCE,

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abbiamo visitato diversi centri di acco-glienza, tra cui Lampedusa. Con lei ab-biamo visto anche un’altra Italia, quella dicui andare fieri, quella che non speculasulla pelle dei migranti, quella che salva levite, quella dell’accoglienza, quella che harisposto con rapidità ed efficienza allasituazione venutasi a creare davanti allastazione Tiburtina di Roma.

Lo sforzo congiunto del comune diRoma, della Croce Rossa italiana, di unamiriade di associazioni e singoli volontari,ha prodotto pasti caldi, rifugio, assistenza,e si è trattato di un esempio importantenon solo di civiltà, ma di contrasto alrazzismo strisciante nel Paese. Le cifredovrebbero parlare da sole, imponendociuna duplice spinta solidale dall’Europaverso i Paesi di frontiera, che ogni giornodevono affrontare emergenze – e lei loricordava prima, signor Presidente – eall’interno delle comunità nazionali, dovesi dovrebbe fare a gara per accoglieremeglio. L’Europa negli ultimi tempi èsembrata invece per noi italiani una ma-dre strana, dai sentimenti decisamentefreddi e per nulla unita sul tema dell’im-migrazione, anche dal punto di vista pret-tamente giuridico.

La disciplina dell’immigrazione non èdefinita in maniera generale dalla UE, maregolamenti e direttive intervengono sualcuni temi specifici, seppure nel 1997 ilTrattato di Amsterdam ha, per così dire,comunitarizzato il settore dell’immigra-zione, così come quello dell’asilo. Ci au-guriamo che, anche in tal senso, l’immi-nente vertice possa dare delle risposte. Vadato atto, però, al Governo di avere postocon forza la questione dell’immigrazione edelle frontiere in Europa, riuscendo apenetrare il muro di provincialismo e dipiccolo interesse costruito da molti Paesidell’Unione.

Abbiamo anche raccolto dei frutti: lamissione Triton non solo pattuglia il Me-diterraneo, ma fa anche missioni di sal-vataggio, salva vite umane. La nuova ope-razione Eunavfor Med monitorerà le rottedel traffico illegale di esseri umani perneutralizzare le imbarcazioni degli scafisti,che – voglio ricordarlo – sono loro i nostri

nemici, non i migranti. Inoltre il 27 maggioscorso è stata presentata una proposta didecisione che, per la prima volta, attive-rebbe un meccanismo temporaneo persostenere Italia e Grecia, in quanto Statimembri interessati da un afflusso improv-viso di migranti.

Il meccanismo prevedrebbe una distri-buzione nella UE delle persone con evi-dente bisogno di protezione internazionalee potrebbe essere stabilizzato entro la finedel 2015 con la proposta di un sistemapermanente dell’Unione europea di ri-collocazione in situazioni emergenziali diafflusso massiccio. Questo sarà di fatto ilnodo più difficile da sciogliere al tavolo delvertice di domani. La partita è dunqueseria e cruciale per il nostro Paese ed èquesto, quindi, il momento in cui tuttiinsieme dobbiamo sostenere l’azione di-plomatica del Governo.

Non c’è spazio per scontri istituzionalitra Stati e regioni, che hanno il solo effettodi depotenziare la nostra immagine inter-nazionale. Come Maroni dovrebbe sapere,ma fa finta di non sapere forse, il pianodi accoglienza del 2014 tiene conto sia delPIL sia della situazione della popolazionelocale che del numero di rifugiati giàpresenti nelle regioni. Si è strumental-mente raschiato il fondo del barile dellademagogia pur di raccattare un pugno divoti e un minuto nei TG, ma mi permettodi rivolgere un appello ai colleghi, anchedell’opposizione: i giorni che seguirannosaranno cruciali per sfondare il muro delNIMBY europeo.

Essere coesi come comunità nazionalepuò fare la differenza, e non solo cipermetterà di ricevere finalmente un con-creto aiuto da parte dell’Unione europea,ma segnerà, forse, anche una svolta nellapolitica europea di gestione delle migra-zioni. Isolate, quindi, i fanatici e quelli chesono perennemente alla ricerca di visibi-lità mediatica, e lasciate venire avanti lepersone che prediligono il ragionamentocostruttivo. L’azione del Governo Renzisulle migrazioni va sostenuta: non è unfatto di appartenenza politica, ma di og-gettiva analisi del problema. Il nostroGoverno ha saputo dare una lezione mo-

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rale agli alfieri del not in my backyard,parlando non a nome del nostro Paese edei suoi interessi, ma evidenziando come ilproblema delle frontiere sia comune atutti.

Lo ricordava il Presidente prima: ilMediterraneo non è una questione ita-liana, è il limes di tutta l’Unione europea.Mi permetto, però, di volgere lo sguardo algiorno dopo l’emergenza: le migrazionisono figlie della situazione di instabilitàdella fascia di Paesi che va dalla Siria allaLibia, al Centrafrica. Se vogliamo fermarequesto flusso incessante di migranti, è lìche occorre intervenire, direttamente suquei conflitti. L’azione diplomatica euro-pea, negli anni, è risultata farraginosa, mabisogna rafforzarla, ricercando la massimacondivisione possibile e rafforzando almassimo la cooperazione internazionale.

Intanto, se verranno ricollocati i pro-fughi giunti in Grecia, sarà merito anchedel Governo Renzi; quarantamila personein due anni sono poche, certo, ma sono uninizio, che dobbiamo salutare con spe-ranza. Come ogni primo passo, ha le sueincertezze, ma noi dobbiamo ribadire conforza che non è un problema italiano,francese o inglese, ma un problema euro-peo. Tutti gli Stati dell’Unione europeadevono essere coinvolti – secondo la loropossibilità, certo – nella risoluzione deiproblemi. Tutti devono accettare la loroquota di migranti, perché non saranno imuri, come ricordava il Presidente, a fer-mare i profughi. Neanche la Grande Mu-raglia cinese è riuscita a contenere i popoliin movimento !

Non ci riuscirà il Governo ungherese,che dà prova di grande insensibilità, al-zando un muro al confine con la Serbia,e spero che ci ripensi. Quei migranti, cuiè sbarrato il passo, non torneranno neiloro luoghi di origine, almeno non ora;gireranno intorno all’ostacolo, esattamentecome la piena di un grande fiume, river-sandosi altrove. Il nostro Paese, invece, hadimostrato di essere sensibile e disponi-bile. Vi è ora da tenere alta la guardia siacontro il razzismo nostrano sia control’indifferenza, la sottigliezza e l’ostilità dei

partner europei, perché una cosa deveessere chiara a tutti, soprattutto in Occi-dente...

PRESIDENTE. Concluda.

MARIETTA TIDEI. ...dove in molti –concludo Presidente – in passato si sonoarricchiti sulle spalle di quei popoli ehanno acceso anche diversi focolai: nes-suno può essere condannato dal luogo incui è nato ! Le regole e le leggi possonoaiutarci a gestire meglio le cose, ma solola solidarietà e il senso di responsabilitàpotranno davvero porre fine all’emergenza(Applausi dei deputati del gruppo PartitoDemocratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Di Battista. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO DI BATTISTA. Presi-dente Renzi, buon pomeriggio, sono qui.Fino a qualche mese fa, credevo che ivostri fallimenti rispetto al dramma del-l’immigrazione fossero frutto della vostraimpreparazione. Vi ritenevo incompetenti,sprovveduti, dilettanti allo sbaraglio elevatia statisti non per virtù proprie, ma per ivizi del Porcellum. Quanto ero ingenuo,Presidente ! Mi sono bastati due anni quidentro per comprendere che, nonostantedi incompetenti le istituzioni siano affol-late, il dramma di questo palazzo nonsono gli incapaci, ma i collusi.

Qui dentro vi è chi è colluso con unsistema che sfrutta le emergenze, sianoesse abitative, ambientali o legate all’im-migrazione, soltanto per arricchirsi. L’im-migrazione, Presidente, è diventata unanuova forma di finanziamento pubblico aipartiti. Dato che i cittadini non vi dannopiù una lira, molti di voi sono alla ricercadi nuovi business per soddisfare un’aviditàsenza pari. Uno di questi è proprio l’im-migrazione.

Non volete risolvere il problema perchéle emergenze portano denari, perché,come disse uno dei suoi commensali piùfacoltosi, il presunto mafioso Buzzi, con gliimmigrati si fanno più soldi che con ladroga. A proposito, Presidente Renzi, cosa

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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si prova a sapere che uno dei boss dellaquinta organizzazione criminale d’Italia,Mafia capitale, pagava politici del suopartito, finanziava la campagna elettoraledel sindaco di Roma e partecipava alle suecene proletarie da 1.500 euro a testa(Applausi dei deputati del gruppo MoVi-mento 5 Stelle) ?

Sa che la vergogna potrebbe ancheessere un sentimento rivoluzionario, Pre-sidente, anche se parlare a lei di rivolu-zione suona piuttosto ridicolo ? Lei, chel’unica rivoluzione che ha fatto è stataabbandonare il « Renzi due » per far ri-torno al « Renzi uno », ovvero passare daquel Renzi che candida in Campania uncondannato come De Luca all’altro Renzi,quello che gli dà il tempo di nominare unvice governatore prima di applicare lalegge e farlo decadere (Applausi dei depu-tati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dal« Renzi due » al « Renzi uno », ovvero dallavergogna al disonore ! L’immigrazione è lanuova forma di finanziamento pubblico aipartiti; pubblico, sì, perché i soldi sono inostri.

Quei soldi che non vanno agli immi-grati, e chi lo sostiene abdica alla propriacoscienza per una manciata di voti, vannoa cooperative, siano esse rosse, come ilsangue che versano le popolazioni africanemartoriate da guerre, o bianche, frequen-tate da chi si batte il petto la domenica amessa o applaude alle parole del Papasenza capirne il significato, ma giustifica lavendita di ogni tipo di armamento inAfrica, dove è più facile trovare un ka-lashnikov che acqua potabile (Applausi deideputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Lei andrà, per l’ennesima volta, a Bru-xelles dove verrà messo in scena l’enne-simo teatrino. Tornerà trionfante comeTraiano dalla Dacia, gli si consumerà l’in-dice per i tweet esaltanti che ci regalerà,ma tutto resterà come prima e anche inquesto caso non si tratta di incapacità. Leidovrebbe dire a Bruxelles che o ci dannouna mano a gestire un’emergenza che neiprossimi mesi sarà ancora più dramma-tica, emergenza che solo la PresidenteBoldrini riesce a negare, oppure l’Italianon darà più un euro a questa Europa

solidale solo verso le banche, il cui salva-taggio ad ogni costo è stato fatto pagare aipopoli, come ci ricorda Papa Francesco(Applausi dei deputati del gruppo MoVi-mento 5 Stelle).

Lei dovrebbe ricattarla questa Europadelle lobby, d’altronde ha già imparato afarlo con gli insegnanti e i precari o coni parlamentari dell’opposizione. « O votatela buona scuola o niente assunzioni » sonoparole sue Presidente. Perché non va afare la stessa cosa in Europa ? O rivediamoimmediatamente il regolamento di Dublinoo l’Italia non vi darà più una lira. Perchénon lo fa ?

Non lo fa perché non può andarecontro i suoi datori di lavoro che non sonoi cittadini italiani, sono banchieri europei,lobbisti del petrolio, finanzieri senza scru-poli, innominabili che l’hanno messa lì conl’unico obiettivo di spolpare l’Italia e didistruggere il MoVimento 5 Stelle. Il primoobiettivo – ahimè – lo sta raggiungendo,sul secondo i sui amici tecnocrati nonsaranno molto soddisfatti, perché ognigiorno che passa il MoVimento 5 Stelle sidimostra, sempre più, alternativa di Go-verno e con il MoVimento 5 Stelle alGoverno a nessuno sarebbe consentito lu-crare sugli immigrati. Ci sarebbe traspa-renza in quei centri di accoglienza dovespariscono i soldi dei cittadini e dove gliappalti vengono gonfiati per arricchire lesolite clientele che, poi, portano pacchettidi voti ai partiti.

Con il MoVimento 5 Stelle al Governonessuna guerra di invasione, mascheratada missione umanitaria, verrebbe consen-tita, perché pensare di risolvere le con-troversie internazionali con le bombe èfolle, oltre che anticostituzionale, perchél’aumento dei flussi migratori è una di-retta conseguenza dei vostri missili intel-ligenti e perché la guerra ce l’abbiamo incasa e non in Siria, Somalia, Iraq o inAfghanistan, ce l’abbiamo in casa e sichiama cancro, si chiama mafia, si chiamavoto di scambio, si chiama povertà.

La nostra guerra è il volto di unimprenditore che preferisce ammazzarsipiuttosto che licenziare un operaio dellasua azienda, ha il volto dei bambini di

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Taranto, di Giugliano, di Brescia, bambiniche appena nati devono già fare i conticon un tumore che gli divora il futuro. Lanostra guerra è il volto degli anzianiridotto alla fame dopo quarant’anni dicontributi.

La nostra guerra è il volto di giovanimedici, ingegneri o agronomi costretti alasciare l’Italia per andare ad arricchirePaesi che non hanno investito un cente-simo sulla loro formazione. Con il MoVi-mento 5 Stelle al Governo l’ENI sarebbesenz’altro un’impresa importante, ma nes-sun indagato per corruzione internazio-nale, come l’attuale amministratore dele-gato, dottor Descalzi, da lei nominato,potrebbe sedere su quella poltrona dicomando (Applausi dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle).

Questo è il palazzo dell’ipocrisia, di chicritica l’oscena riforma Fornero, ma l’havotata, di chi parla di dissesto idrogeolo-gico, ma preferisce comprare cacciabom-bardieri che mettere in sicurezza i nostriterritori. Ma questo è anche il palazzodella retorica più stomachevole, quella dichi dice, riferendosi agli africani, aiutia-moli a casa loro. Quelli che qui dentrodicono aiutiamoli a casa loro, sono coloroche hanno derubato casa loro; sono quelliche hanno permesso alle compagnie pe-trolifere francesi di prendersi pozzi libici,lasciandoci i barconi. Sono quelli checorrompono classi dirigenti africane perassicurarsi quelle materie prime che do-vrebbero appartenere alla popolazione.Prima erano i diamanti, ora è il coltan,una sabbia nera che serve a costruire itelefonini. Per dare una mano all’Africa e,quindi, ridurre i flussi migratori non dob-biamo dargli di più, ma toglierli di meno.La tecnica con la quale i sui amici finan-zieri, Presidente Renzi, hanno impoveritol’Africa è la stessa utilizzata per impove-rire la Grecia e l’Italia: si chiama debito.Hanno indebitato interi Paesi per guada-gnare sugli interessi. È la « creditocrazia »,l’ultima evoluzione del capitalismo: tiriempio di missili o di titoli tossici, tu staiper morire, ma io ti aiuto, io ti do uncredito, tu ti indebiti con me e sei fregato,diventi un mio schiavo, sarei costretto a

pagare eternamente interessi su interessie, se un giorno non ce la dovessi più fare,sarai obbligato a smantellare lo Statosociale, a privatizzare la scuola pubblica, atagliare le pensioni, a chiudere ospedali oa distruggere i diritti del lavoratore con ilJobs Act. Tutto quello che sta provando afare lei, Presidente Renzi, costretto a farlodai suoi burattinai che le danno in cambioun po’ di celebrità o il gusto di scattarsi unselfie con la Merkel o con Obama, i quali,in posa, penseranno certamente: questi listiamo impoverendo, ma si vogliono per-sino fare le foto con noi (Applausi deideputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Oggi lei dice: cambiamo gli accordi diDublino. Però, che tempismo, Presidente !Scusi, Presidente, ma cosa ha fatto du-rante il semestre europeo a guida italiana ?Il regolamento di Dublino è un regola-mento stupido contro i nostri interessi,firmato nel 2003 da Berlusconi e dallaLega e confermato nel 2013 dal GovernoLetta, del quale facevano parte molti suoiMinistri.

Ve lo abbiamo detto noi di cambiarlo.Lo scorso 18 dicembre, in questa Camera,venne approvata una nostra mozione chevi dava proposte serie per affrontare ildramma dell’immigrazione. Una di questeera il superamento di Dublino, quell’ac-cordo che tutti i partiti presenti oggi quidentro hanno sostenuto e che impedisce aun profugo di potere scegliere il Paesedell’Unione europea dove essere accolto,un Paese che 99 volte su cento nonsarebbe l’Italia. Qui non ci vogliono piùstare neppure gli ingegneri perché non c’èlavoro, figuriamoci i profughi siriani.

Quella mozione, Presidente Renzi, par-lava anche di sostegno alle famiglie ita-liane, perché è inaccettabile che, mentrelei ad un condannato per disastro ambien-tale come Scaroni dà 8 milioni di euro dibuonuscita, 9 milioni di italiani vivonosotto la soglia di povertà. Quella mozioneparlava di reddito di cittadinanza, unavera e propria manovra economica stu-diata dal MoVimento 5 Stelle per rilan-ciare i consumi, impedire decine di suicidi,creare nuovi posti di lavoro e ridurre letensioni sociali, le guerre tra poveri che voi

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state facendo combattere a disperati ita-liani o africani. Il reddito di cittadinanzaè presente in tutta Europa, PresidenteRenzi, reddito di cittadinanza che lei hadefinito incostituzionale, dimostrando daun lato tutta la sua insipienza culturale egiuridica, dall’altro, conformando la bontàdella nostra proposta, perché se a criti-carlo è uno come lei evidentemente laproposta è credibile (Applausi dei deputatidel gruppo MoVimento 5 Stelle).

Il reddito di cittadinanza lei l’ha defi-nito mero assistenzialismo. Ma sempremeno persone le credono e sempre piùpersone hanno compreso che l’assistenzia-lismo è quello che voi fornite ai boss dimafia capitale sotto forma di appalti gon-fiati. L’assistenzialismo sono i vitalizi chepagate a politici condannati. Il vero assi-stenzialismo è quello di cui gode lei,Presidente, pagato profumatamente perdistruggere un Paese per conto terzi e perasfaltare un movimento di cittadini incen-surati, che fa proposte su proposte, checombatte la corruzione, che rinuncia alfinanziamento pubblico e che ha un solodatore di lavoro: il popolo italiano (Ap-plausi dei deputati del gruppo MoVimento5 Stelle – Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Grazie Presi-dente. Onorevole Presidente Renzi (« ono-revole » ad honorem), io voglio interveniresforzandomi di non essere polemico, sfor-zandomi di essere costruttivo al massimosu un tema – e lei su questo ha ragione– che è epocale. L’immigrazione non lablocchiamo o risolviamo o controlliamo dasoli e su questo le do ragione. Però unacosa è la questione dell’immigrazione, unacosa è l’emergenza sbarchi. Non bisognapensare che l’una cosa sia identica all’al-tra. Vede, l’emergenza sbarchi l’Italia l’hagià affrontata due volte, una volta neiconfronti dell’Albania e una volta proprionei confronti della Libia. Entrambe levolte l’Italia è riuscita a controllarla, abloccarla e a eliminarla addirittura, la piùrecente con il Governo Berlusconi e primacon un Governo diverso.

Presidente, lei ha detto che alcuni delsuo partito cominciano a non consideraretabù la parola rimpatrio. Vuol dire che c’èancora molta gente nel suo partito che laconsidera tabù e che fino a oggi tutti laconsideravano tabù. Il problema del rim-patrio è un finto problema, perché èimpossibile rimpatriare coloro che arri-vano qui illegalmente, se non in piccola,inutile parte. Il problema è affrontare laquestione emergenziale: gli sbarchi.

Lei ce lo ha proposto come. Sonosicuro che mi sta ascoltando: lei ci haproposto che bisogna affrontare questaquestione su base internazionale. Mi èvenuto in mente che su un’altra questionelei, più di un anno fa, ci ha dato la stessarisposta. Era sulla vicenda marò. Ci hadetto che avremmo subito fatto ricorsoall’arbitrato. Mi darà atto che ad oggi nonabbiamo ancora fatto ricorso all’arbitratoe che i due marò sono ancora lì. Mipermetterà perciò di dubitare che questoricorso per la questione, per così dire, almomento internazionale per l’emergenzasbarchi non mi lascia tranquillo, assolu-tamente anzi.

Allora io le chiedo, caro Presidente,non di affrontare la questione nei termininormali di politica internazionale, ma ditrarre insegnamento da ciò che sta avve-nendo in Grecia. Se la Grecia decidesse diuscire dall’Europa sarebbe un fatto trau-matico per tutti, ma l’Europa resterebbe inpiedi. Caro Presidente, lei sa benissimoche non esiste l’Europa senza l’Italia e chel’Italia è elemento essenziale perché esistal’Europa. Lei da questo deve e può partireper costringere – voce del verbo « costrin-gere » – l’Europa ad affrontare questotema. Come lo deve affrontare ? È da seimesi che io – con una voce certamenteflebile tanto quanto la consistenza nume-rica, ma non morale, del mio gruppo – lericordo qual è la nostra proposta. Glielaribadisco: la nostra proposta è una mis-sione internazionale di terra. E non midica che i nostri soldati verrebbero sgoz-zati, perché i nostri soldati affrontanosituazioni molto più difficili in Afghani-stan, come le hanno affrontate in Iraq ecome le hanno affrontate in Kosovo. Per

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loro, anche con una mano legata, con itedeschi, con i francesi, con gli inglesi, èpossibile bloccare non la Libia ma i portilibici ed arrestare i trafficanti di uomini.Il finto moralismo che ho sentito cade sesi tiene conto che da quando c’è la politicadi nuova accoglienza si sono decuplicati imorti nel Mediterraneo ! Questa è l’acco-glienza di cui voi parlate. Lei, Presidente,se vuole può costringere l’Europa a dare ilvia libera a una missione che occupi iporti, impedisca le morti e faccia acco-gliere lì, sotto l’egida delle organizzazioniinternazionali, i disperati che vogliono ve-nire in Europa e coloro che hanno dirittoall’asilo.

PRESIDENTE. La prego di concludere,deputato La Russa.

IGNAZIO LA RUSSA. Come ben dice laPresidente, che giustamente scampanellaal mio indirizzo, potranno essere distri-buiti non solo in Italia ma nei ventottoPaesi europei: o ci sta l’Europa o lei dicache senza di noi non c’è più nessunaEuropa.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare ladeputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie,Presidente. Colleghi, Presidente Renzi, leiha fatto un discorso molto ampio toccandonumerosi argomenti senza però, mi con-senta, essere chiaro sul punto specificooggetto del prossimo Consiglio europeo,senza dire al Parlamento cosa l’Italia, cosail suo Governo intenderà proporre con-cretamente in materia di occupazione. Eancora una volta ci ha raccontato unaserie di auspici. Forza Italia, lei lo devericordare, aveva chiesto uno specifico con-fronto in Aula sul tema sin dall’inizio delmese di aprile, in particolare dopo che benquindici operazioni di soccorso coordinatedalla Guardia costiera avevano tratto insalvo in una sola giornata ben 2.371 mi-granti provenienti dalle coste libiche. Siera deciso di rinviare tutto ad oggi, gior-nata in cui il Premier avrebbe riferito inmerito al prossimo Consiglio europeo. Poi

lei arriva qui, tergiversa sul punto, fa undiscorso più ampio – la Grecia, i talkshow,l’EXPO – e viene a spiegare a noi che laSicilia è la frontiera dell’Europa e noncertamente la frontiera italiana del NordAfrica.

Di fatto, l’Italia oggi è lasciata sola a farfronte ad una emergenza che è impossibilegestire da soli, un fenomeno impressio-nante che non ha nulla a che fare con lanormale fisiologia del fenomeno migrato-rio, soprattutto con una crisi economicache non ha ancora trovato le necessariesoluzioni.

Presidente, non è più rinviabile il coin-volgimento di tutta la comunità interna-zionale, a partire dall’ONU, dalla NATO,dalla Comunità europea, dal supporto at-tivo del G7 e del G20. Serve subitoun’azione coordinata con interventi, anchedi natura militare, contro i trafficanti dipersone, che isoli quegli Stati che nefavoriscono, seppure con modalità diverse,i relativi traffici.

Tutte le iniziative poste in essere finoad oggi non hanno, se dobbiamo essereonesti, avuto alcun esito positivo. Al con-trario, si può constatare come gli inter-venti degli ultimi mesi abbiano determi-nato un peggioramento della situazione,registrando l’ennesimo fallimento di unapolitica europea comune delle migrazioni.La missione Mare Nostrum, che ha messoil gioco le eccezionali doti di umanità e diprofessionalità di Marina, Guardia co-stiera, Guardia di finanza e molti servitoridello Stato, si è rivelata velleitaria, pre-suntuosa e, mi permetta, troppo esibitacome merito del Governo, dando il prete-sto all’Unione europea di lavarsene lemani. La reclamizzazione di questa operaha trasmesso messaggi sbagliati, generandoun effetto boomerang. L’operazione Triton,esaltata come grande risultato del seme-stre europeo a guida italiana, a mio avvisoe a nostro avviso è stata un inganno,espressione perfetta dell’egoismo dei Go-verni nord-europei che ha fatto comunquecredere che il tragitto dei navigli di mi-granti fosse coperto da un’azione di soc-corso e poi l’offerta è stata quella di 3milioni di euro. Si tratta dell’offerta ini-

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ziale di investimento al mese nel soccorsodi un flusso immane di persone a frontedei 9 milioni di euro di Mare Nostrum. Èl’ennesima prova della vergognosa indiffe-renza dell’Unione europea. Un’Unione eu-ropea che ha dato colpevolmente esclusivaattenzione al dossier Ucraina, dando lapriorità alle questioni relative alla fron-tiera est, dimostrando cecità nel mancatocoinvolgimento della Russia quale alleatapreziosa per pacificare i Paesi del Medi-terraneo, continuando ad insistere sullesanzioni, controproducenti per la convi-venza pacifica e dannose per l’economia ele imprese anzitutto del nostro Paese;sanzioni sulle quali, Presidente Renzi,chiediamo al Governo ancora una volta dirivedere la propria posizione.

Per non parlare delle tensioni createsicon la Francia a Ventimiglia, un casoemblematico e gravissimo che dimostrachiaramente, se ce ne fosse ancora biso-gno, l’indisponibilità dello Stato francese edegli altri Paesi europei ad accogliere iprofughi che sbarcano in Italia. Ecco, difronte a questi innegabili, mi dispiace,fallimenti il nostro appello al Presidentedel Consiglio diventa più forte, soprattuttoalla luce del dibattito parlamentare che siricorderà abbiamo svolto il 22 aprile allavigilia del precedente Consiglio europeostraordinario in materia di immigrazione.È stata votata una risoluzione dall’interoParlamento a cui il Governo non ha datoseguito. Il Consiglio europeo straordinariodi aprile, infatti, non ha prodotto alcunrisultato tangibile. Le nostre città e ormainon soltanto il sud sono al collasso, con ilrischio di scatenare situazioni imprevedi-bili. L’accelerazione della crisi pone,quindi, oggi più che mai tema al centrodella riflessione politica. Gli impegni as-sunti dal Governo dinanzi al Parlamento enon rispettati diventano macigni per unEsecutivo che non solo sa farsi valere inEuropa, ma che è incapace di prendereanche quelle decisioni che potrebbe assu-mere in piena autonomia, come quella dimettere in mora l’Unione europea comu-nicando formalmente che, in mancanza diun reale e concreto impegno degli Statimembri, l’Italia non trasferirà più un euro

a favore dell’Unione perché questo è ilcosto che noi sopportiamo per far fronteda soli all’emergenza immigrazione.

Allo stesso modo il Governo dovrebbebattersi perché non vengano più trasferitii fondi comunitari a quei Paesi che rifiu-tano di accogliere una quota dei richie-denti asilo, venendo così meno al dovere disolidarietà tra Stati. La risoluzione appro-vata lo scorso 22 aprile già impegnava ilGoverno a ricorrere alla sottrazione delcosto che l’Italia sostiene per far frontealle emergenze dal contributo che ognianno il nostro Paese versa all’Unione eu-ropea. Ebbene, Presidente del Consiglio,ha valutato questo opportunità oppurepreferisce continuare ad auspicare un in-tervento una collaborazione che fino adora l’Europa ha continuato a negare ? Inparticolare, la precedente risoluzione ap-provata impegnava il Governo a istituireun tavolo – noi le avevamo creduto Pre-sidente – di coesione nazionale perl’emergenza immigrazione per le crisi in-ternazionali in atto con il coinvolgimentodei rappresentanti dei Governi che aves-sero maturato sulla materia un’esperienzanel passato e con il coinvolgimento delleforze politiche di buona volontà. Presi-dente, dov’è il tavolo di coesione nazionalepromesso ? Unità e coesione nazionalesono infatti necessarie nelle emergenze perimpegnarci come Paese a determinare uncambiamento di rotta dell’Europa che dicerto non ha alcun diritto di esistere comeentità sovranazionale, né di imporre unaqualsiasi regola monetaria di qualsiasi al-tro genere se non rispetta il codice minimodi umanità e soprattutto di collaborazionesenza cui non c’è contratto o vincolomorale che tenga.

Lo scorso aprile, inoltre, il Governo siimpegnava a promuovere un’azione inci-siva a livello europeo attraverso sceltechiare che implicassero in particolare ilcontrasto tenace e determinato ai traffi-canti di morte anche attraverso interventimirati in Libia. Ebbene, ancora una volta,Presidente Renzi, ha valutato questa pos-sibilità ? Si è adoperato per trovare lastrada giuridicamente e politicamente con-grua per intervenire in un ruolo di lea-

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dership sulla costa libica anche nell’ambitodi una forza multilaterale sotto l’egidadelle organizzazioni internazionali, percontrastare in ogni modo l’azione degliscafisti e per reprimere la tratta degliesseri umani garantendo la sicurezza deiprofughi ? Glielo dico io: no, non l’ha fatto.E di questo deve assumersi la responsa-bilità di fronte al Paese, di fronte a queigovernatori e a tutti gli amministratori chestanno cercando di trovare soluzioni allagrave emergenza sociale nei territori esoprattutto deve assumersene la respon-sabilità di fronte a tutti i cittadini italianiallarmati e preoccupati per l’assenza diuna strategia, un piano che non si chiamipiano « B » ma un piano che indichi pre-cisamente tutte le soluzioni e le strade perattuarlo. La invitiamo, Presidente Renzi,ad impegnarsi anche quest’oggi di frontealle nostre richieste contenute nella riso-luzione di Forza Italia, a portare alto ilnome dell’Italia in Europa perché lestiamo offrendo ancora una volta la pos-sibilità di dire « sì » e soprattutto la pos-sibilità di mettere in pratica ciò che pro-mette. Il coinvolgimento dell’Europa è orapiù che mai inderogabile. I responsabilipolitici dei singoli Governi hanno dunqueil compito urgente di predisporre rispostedi soccorso immediato, di repressionepronta ed efficace della tratta degli esseriumani e di fornire strategie di lungoperiodo. Le soluzioni dinanzi all’immen-sità di un fenomeno eccezionale sarannocerto complesse, inevitabilmente imper-fette ma questo processo può e deve esseregovernato. L’Unione europea ha le risorseper farlo e deve far cessare lo scandalodella resistenza di troppi Governi ad as-sumersi l’onere politico e finanziario delsoccorso e dell’accoglienza, a partire dal-l’impegno a scardinare le basi degli schia-visti nonché a trattare con gli Stati da cuiparte e da cui passa il fiume di migranticon interventi mirati che non possono piùessere rinviati (Applausi dei deputati delgruppo Forza Italia – Il Popolo dellaLibertà – Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Gra-zie Presidente, signor Presidente del Con-siglio, onorevoli colleghi, partendo dalprimo dei due temi che lei ha toccato oggiche è quello della Grecia, è indubbiamenteun fatto positivo quello che l’Italia non siaal centro oggi dell’analisi preoccupata ditutti gli altri Paesi europei e dei mercati edè il risultato delle riforme che sono statefatte in questi anni e del cambiamento chec’è stato di impostazione per la maggioreattenzione alla crescita, alla competitività,all’impresa: tutte cose che sono state fon-damentali. È altrettanto giusto auspicareche la Grecia resti nell’euro perché èevidente che l’uscita dalla Grecia dall’europrovocherebbe grossi problemi così come ègiusto, come lei ha detto, assicurare soli-darietà al Governo greco. Questo non vuoldire che non si debba essere anche severinell’analisi perché è positivo che tengal’area euro ma sicuramente il modello digestione di questo Governo greco e il suoapproccio all’Europa non è un modellopositivo e quello che noi non vorremmo,come Scelta Civica, è che da un eventualeaccordo si ricavasse la conclusione per laquale quell’approccio, l’approccio dellospendere, del non fare riforme, del farlesolo tirati per il collo sia un approcciopositivo perché Tsipras ha fatto del maleai greci. Le banche greche hanno subitouna corsa agli sportelli, le imprese sono indifficoltà, i cittadini sono in difficoltà,viene tagliato lo Stato sociale in manieranon organizzata, non razionale e di grancorsa perché ci si è trovati in questacondizione. Noi dobbiamo essere favore-voli a quell’accordo, accettarne gli ele-menti positivi ma non dobbiamo minima-mente cedere alla tentazione di pensareche il tentativo di fare i furbi sia positivoe quelli che per anni ci stanno dicendo chesarebbe positivo uscire dall’euro adessodovrebbero rendersi conto che il 70 percento dei greci la pensa già diversamentedopo aver mandato Syriza al potere e chelui si trova da una parte a negoziare inmaniera tutt’altro che facile con le auto-rità europee e dall’altra fa i tweet dicendoche ci sono i poteri forti e non si riesce adarrivare ad un accordo.

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Questo è il tipo di cose che noi ab-biamo sentito e continuiamo a sentire dauna certa parte del nostro Parlamento.Non vogliamo trovarci in queste condi-zioni, per questo bisogna continuare sulcammino delle riforme strutturali, nonbisogna rallentare. Fisco, burocrazia, con-correnza, competitività: questi devono es-sere i mantra del Governo nei prossimimesi.

Un accenno al tema del rapporto deiPresidenti: è indubbiamente non partico-larmente ambizioso; indubbiamente alcuniaspetti sono prudenti, anche perché inquesto momento c’è la situazione greca. Iocredo che quel rapporto sia condizionatodalla situazione greca. L’unità politica,monetaria, economica e fiscale di cui siparla nel rapporto è indubbiamente unpassaggio fondamentale, ma non vengonogratis, ci saranno cessioni di sovranità, chesaranno tanto più care quante meno ri-forme faremo. Noi dobbiamo migliorare lacrescita del Paese, migliorare l’organizza-zione, la struttura e la competitività delnostro sistema, perché quando si arriveràin quel momento e si parlerà di condivi-sione dei rischi economici e finanziari traeconomie, il prezzo che pagheremo intermini di sovranità sarà tanto più altoquanto meno avremo fatto riforme. Questoè il passaggio essenziale – credo – diquello che noi dobbiamo fare nei prossimimesi. Credo che per questo dovremmoandare al Consiglio europeo essendo, an-che sulla Grecia, sostenitori degli accordima severi sul fatto che tutti debbano farela loro parte e non cedere alle tentazionidi chi pensa che l’accordo della Greciapossa essere un’occasione di sbraco suitemi di riforma e crescita.

Passando al tema dell’immigrazione, èvero che i numeri sono gli stessi di coloroche abbiamo accolto l’anno scorso, è an-che vero, però, che non si può sottovalu-tare il fatto che i numeri si sommano eche lo smaltimento del problema degliimmigrati non è abbastanza veloce dagestire la situazione in maniera tale che i59 mila dell’anno scorso siano stati gestitie smaltiti o rimandati indietro nel giro diun anno. Quindi, il fatto che i media ne

parlino di più è abbastanza naturale, per-ché poi i numeri aumentano, perché sivedono le persone nelle stazioni, perché sivedono le persone nelle stazioni balneari,perché il problema è sentito, tanto sentitoche è stato portato a livello europeo egiustamente un primo risultato importanteè stato ottenuto, quello che l’Europa fi-nalmente si stia occupando del problema.Su questo argomento vorrei soltanto direche a livello europeo, oltre a parlaredell’accoglimento dei rifugiati, bisogne-rebbe parlare dei rifugiati con alta possi-bilità di accoglimento, come si dice, sidovrebbe insistere sulla condivisione dellaprima fase, che riguarda la prima rice-zione, la gestione delle pratiche dei richie-denti asilo e poi i rimpatri, perché è quelloche ha creato l’emergenza in questi mesi,è quello che ha dato la sensazione che nonsia possibile gestire il tema immigrazione;non il fatto che siano stati 50 mila l’annoscorso e sono 50 mila quest’anno, ma ilfatto che la gestione delle pratiche sia piùlenta. Se dovessimo arrivare al nostropiano B, credo che il piano B si dovrebbeconcentrare su aspetti quali la gestionedelle commissioni che analizzano le pra-tiche, i magistrati che gestiscono i ricorsi,la gestione dei rimpatri e anche l’ospita-lità, perché credo che non si possa con-tinuare in futuro con alberghi e caseaffidate su base emergenziale, ci dovrebbeessere una gestione più programmata. Sel’Europa collabora con questi aspetti, noidovremmo accettare il loro aiuto, collabo-rare con le autorità europee; se non vor-ranno accettare, dovremmo quanto menoporre sul tavolo il tema dei maggiori costi,non dicendo non vi mandiamo i soldi,perché i trattati non funzionano così.

PRESIDENTE. Deve concludere, depu-tato.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Ilnon mandare i soldi non è una soluzione,ma bisogna porre il tema di una condivi-sione del costo, come è stato fatto con losconto inglese, che poi è diventato strut-turale, perché gli inglesi sono bravi. Noidovremmo negoziare questi aspetti, solo

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così gestiremo il problema, sia per gliitaliani che per i rifugiati (Applausi deideputati del gruppo Scelta Civica per l’Ita-lia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Nicola Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI. Non brilla perambizione il rapporto dei quattro presi-denti, ci ha detto qui; siamo d’accordosignor Presidente del Consiglio. Vorremmodire che non brilla per ambizione perchénon brilla per ambizione l’Europa, anzi,per dirla con parole ancora più chiare:questa Europa muore sugli scogli di Ven-timiglia, muore nei nuovi muri che qual-cuno, come il governo di ultradestra del-l’Ungheria, vorrebbe costruire, muorenella guerra che gran parte delle istitu-zioni, della tecnocrazia europea, conducenei confronti del governo e del popologreco ridotto in macerie dalle politiche diausterità !

Vede, signor Presidente, noi abbiamosinceramente apprezzato le sue parolesulla irriducibilità di un’idea di civiltà chesalva la vita di chi è in pericolo e rifiutala paura che spesso viene alimentata cometerreno di costruzione del consenso elet-torale, ma allora vorremmo chiederle: per-ché avete cancellato Mare Nostrum, chequelle vite le salvava più e meglio dellamissione Triton (Applausi dei deputati delgruppo Sinistra Ecologia Libertà) ? Voleterilanciare la cooperazione come uno deglistrumenti fondamentali per ridurre, nonper eliminare, le ragioni che rendonosempre più strutturale il fenomeno del-l’emigrazione, ma non vi pare, signor Pre-sidente del Consiglio, un po’ imbarazzanteparlare qui oggi, in questi termini, dirilancio della cooperazione mentre il Vi-ceministro alla cooperazione internazio-nale, con delega alle politiche energetiche,passa all’ENI senza alcuna soluzione dicontinuità ?

Vede signor Presidente, noi sappiamoche Dublino, nelle sue varie articolazioni,non si cancella con un tratto di penna néda un giorno all’altro. Ma perché intantoil Governo italiano, questo si potrebbe

farlo, non concede ora, qui, un permessodi soggiorno straordinario per motivi uma-nitari per quegli immigrati che a Venti-miglia sono bloccati dall’assurda rigidità diun governo francese che non riconosce innessuna forma il terreno di un’Europacome...

PRESIDENTE. Sta arrivando un po’d’acqua. (Il Presidente del Consiglio deiministri si avvicina ai banchi dei deputatidel gruppo Sinistra Ecologia Libertà eporge un bicchiere d’acqua al deputatoFratoianni – Applausi). Ha fatto prima ilPresidente del Consiglio !

NICOLA FRATOIANNI. Grazie, Presi-dente. La ringrazio anche per questo al-lora, oltre che per le parole sul salvataggiodelle vite !

Dicevo, perché non concedere un per-messo di soggiorno straordinario per mo-tivi umanitari ? Fu fatto già nel 2011dall’allora Governo Berlusconi, con Ma-roni come Ministro dell’interno, lo dicoalla Lega che ogni giorno alimenta lapaura rispetto al fenomeno dell’immigra-zione ! Sarebbe questo un modo per diread un’Europa sorda, incapace di costruiresu questo un confronto vero: noi su questovi mettiamo davanti ad una responsabilità,voi che dite che non sospendete Schengenperché applicate gli accordi che ci sono, difronte ad una scelta di questo tipo dovre-ste fino in fondo assumervi la responsa-bilità, per esempio, questa sì, di sospen-dere Schengen e di mettervi di fronte algiudizio dell’Europa e dei suoi cittadini.

Signor Presidente, ha detto che i nu-meri dell’immigrazione sono sempre glistessi, poco differenti da quelli dell’annoscorso. Ha ragione, anche su questo siamod’accordo ! Del resto nessuno che nonfaccia su questo tema solo vile specula-zione potrebbe negarlo, i numeri sononumeri. Però, signor Presidente, ci dica:perché, se i numeri sono sostanzialmentegli stessi, oggi come l’anno scorso siamoancora e sempre permanentemente inemergenza ? Perché ancora questo Go-verno non è stato capace di mettere mano

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ad un sistema dell’accoglienza, quello deiCIE, dei Cara, dei grandi centri, che nonsolo non funziona, ma che è il principaleproduttore dell’emergenza, quel sistemache produce Mineo, che produce specula-zione sulla vita della povera gente e cheproduce sì spreco dei soldi pubblici enessuna soluzione ad un fenomeno cheinvece andrebbe affrontato una volta pertutte ed in modo strutturale ?

E ancora – e finisco –, non crede chela nuova missione navale europea cheriproduce un modello militare di gestionedei flussi migratori, sia sbagliata e peri-colosa, sbagliata nel tentativo di interve-nire in modo programmato sulla gestionedi questo fenomeno e pericolosa perchécapace di dare un messaggio non utilenella guerra contro la diffusione dei fon-damentalismi e del terrorismo, incapace diprodurre su questo terreno un’idea diciviltà più avanzata. In questi giorni, inItalia, con SEL, in una serie di incontriistituzionali è presente una delegazioneche viene dalla regione del Rojava, unadelegazione di combattenti che lì hannorespinto l’ISIS a Kobane e che in questigiorni sono, in quello scacchiere così de-licato, il principale avversario dell’ISIS.Vede, signor Presidente, lo sono perchécombattono naturalmente, perché combat-tono con le armi, ma la forza di quellalotta è data anche dalla loro capacità dimettere dentro quella lotta, l’allusione aun modello di civiltà diverso, a un’idea didemocrazia più forte, capace di fare del-l’inclusione, della valorizzazione delle dif-ferenze, della parità tra uomo e donna, ilterreno che cementifica la capacità diresistenza di fronte alla barbarie del fon-damentalismo islamico.

Allora – e chiudo –, signor Presidente,siamo d’accordo: quest’Europa non brilla.C’è forse però una grande differenza tranoi sul giudizio sul perché questa Europanon brilla e non ce la fa. Forse andreb-bero messe in discussione, in modo piùnetto e radicale, le politiche che determi-nano questa opacità. Andrebbe messa indiscussione in modo radicale e definitivol’idea che l’austerità sia la via per usciredalla crisi e allora dovrebbe dirci qui, non

solo che siamo solidali con la Grecia, nonsolo che auspichiamo un accordo che vadabene a tutti – questo è un po’ tautologico,me lo consenta –, dovrebbe dirci cosadiciamo noi nella trattativa tra la Grecia ele istituzioni europee. Sosteniamo l’ideache la Grecia mette in campo una ricon-trattazione del debito, una revisione diaccordi che oggi strangolano la possibilitàdi costruire una crescita e una rinascitaper quel popolo e quell’economia, oppurediciamo alla Grecia « fai anche tu le ri-forme strutturali » che sono state impostea gran parte dell’Europea e che sonospesso la causa dell’aggravamento diquella crisi che ha impoverito un interocontinente ?

Noi volevamo e vorremmo ancora pa-role più chiare, perché se parole piùchiare arriveranno, su quelle parole piùchiare troverà da parte di Sinistra Ecolo-gia Libertà la disponibilità a discutere e –perché no ? – in qualche caso anche acollaborare (Applausi dei deputati delgruppo di Sinistra Ecologia Libertà – Con-gratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente,condivido l’impostazione che lei ha dato eaggiungo che il documento Juncker mipare meritevole di attenzione, rappresentaun passo in avanti, anche se ci arriviamoin piena emergenza. Non prospetta certoaccelerazioni di integrazione politica fede-ralista, ma le richiama nei fatti, spingendoavanti l’unificazione economica che incidesulle sovranità nazionali. Nel prossimodecennio dovremmo andare rapidamentesui grandi obiettivi dell’Unione economica,dell’unione finanziaria e dell’unione dibilancio, perché se non si fa chiarezza suquesti termini, è difficile pensare che l’Eu-ropa da sola possa restare in piedi. Adesempio, i 18 paesi che gestiscono la stessamoneta, non possono immaginare che nonsono nella condizione di rafforzare ancordi più l’integrazione economica tra di loro.La moneta per esistere ha bisogno di unassetto politico che sia coerente; se non ècosì, la moneta sfugge di mano.

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Quindi, l’unione economica richiamaun sistema coordinato di autorità nazio-nali indipendenti che siano in grado divalutare le politiche pubbliche in ognipaese e da ciò ne deriverà per la Com-missione la possibilità di introdurre vincolie indicazioni che siano in grado di aiutarela convergenza delle politiche nazionali.Lo stesso discorso vale per l’unione finan-ziaria, che impone l’accelerazione non solodell’unione bancaria, ma anche il suostretto collegamento al tema della risolu-zione delle loro crisi. È una garanzia peri depositi dei risparmiatori, è un’azionecongiunta per la garanzia sul debito deisingoli Paesi, che è stata avviata in ma-niera molto timida con il quantitativeeasing di Draghi, ma che secondo me habisogno di essere sviluppata. E poi l’unionedi bilancio vincolerà ulteriormente gliStati alla disciplina dei parametri relativiai conti pubblici e al loro equilibrio, conl’istituzione di un Comitato europeo per lefinanze pubbliche che dovrà integrarel’esperienza delle struttura nazionali.

Qui, alla Camera, il Parlamento italianoha dato vita recentemente all’ufficio par-lamentare di bilancio, il quale dovrebbediventare l’interfaccia di una strutturaeuropea che sia in condizione di valutare,con il grado di indipendenza necessario, ladimensione dei bilanci nazionali. DallaGrecia ci viene una lezione, Presidente, inun duplice senso: una lezione all’Europa,che ha dimostrato di saper rispondere inmaniera molto tardiva e una lezione ancheper la Grecia. Non si possono invocare gliorientamenti elettorali dei singoli paesi,specie se essi sono indotti da una rappre-sentazione distorta della realtà. Come sigiustifica la vittoria di Tsipras, e lo dico aimiei amici e colleghi di SEL ? Con laconstatazione che ancora oggi il 65 percento dei greci vuole l’euro e non vuoletornare alla dracma; ci sarà pure qualcheelemento di contraddizione in questa di-storsione, che è di tutta evidenza; non sipossono raccogliere consensi, raccontandoai propri popoli delle cose che sono dif-formi dalla realtà.

È la dicotomia tra diritti, doveri eresponsabilità che genera illusioni e di-

storce la coscienza dei popoli; invece,dovremmo rilanciare la base politica del-l’Europa fino al suo inevitabile sboccofederale.

Vorrei dire due parole sul tema del-l’immigrazione e sul clima di paura e difurbizia che si innesta sulla questione« immigrazione ». Forse bisognerebbe, Pre-sidente, organizzare in un certo modol’Expo: lei, a tal proposito, oggi, ha parlatodel salone in cui riscontriamo gli effetti diche cosa potrebbe essere il mondo senzal’Italia; ecco, le suggerisco di organizzareun salone con una carta geografica e unmappamondo che abbia la materializza-zione delle teste di uomini e donne sulleterre emerse, con le specificazioni suilivelli di sviluppo dei consumi. Allora, sicapirebbe il peso della demografia sullageografia economica; le migrazioni dipen-dono certo dalle guerre ma non dipendonosolo dalle guerre, dipendono dalle diverse,talvolta distorcenti, condizioni di sviluppo.500 milioni di europei sono poco più del7 per cento della popolazione mondialema non sono una enclave, sono all’internodi un mare aperto perché questa è lacondizione della dimensione globale. LaFrancia di Ventimiglia non è quella diCalais, ma è il segno delle nostre contrad-dizioni; non possiamo immaginare chel’Europa reagisca, rispetto a fenomeni chesono analoghi, in maniera così diversa.Allora, va rilanciata, come lei ha detto, lacooperazione internazionale e lo sviluppo,che è la premessa centrale per migrazioniordinate e per raccordi di rimpatrio; inol-tre, accoglienza e asilo richiamano respon-sabilità europea. Lo dimostrano le altrefrontiere sensibili, quella greca e quellaserbo-ungherese. Gli europei non possonofingere che la loro politica di sicurezza edi difesa comuni possa prescindere allalunga dai movimenti migratori e dalla lorogestione perché ciò incide anche sullapolitica di sicurezza. Mi consenta poi didire che anche il grande impero romanol’ha dovuto registrare nella sua storiamillenaria; infatti, noi siamo figli di queibarbari, non siamo figli dei romani, quindivorrei dire che, se volessimo in qualchemodo catalogare i migranti come barbari,

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forse qualche connessione storica potrebbeesserci d’aiuto, lo dica ai suoi colleghi,Presidente (Applausi dei deputati delgruppo Per l’Italia-Centro Democratico (PI-CD).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Grazie. SignorPresidente, il dato, il tema sostanziale è ladifesa della sovranità nazionale e, se glielodice la Lega, che è urgente difendere lasovranità nazionale, capisce bene che que-sto è un tema veramente delicato; unasovranità nazionale da difendersi in ter-mini di difesa dei confini e di difesa delleeconomie nazionali, dell’impresa nazio-nale. In tale binario si inserisce la crisigreca, perché la difesa dell’economia na-zionale non può passare che attraverso uncambio veloce delle politiche di austeritàdell’Unione europea e di tutti quei para-metri che sono sempre più vincolanti ri-spetto ad una prospettiva di sviluppo erispetto a politiche di rilancio economico-imprenditoriale dei territori europei.

È chiaro che i dati non sono favorevolial suo Governo perché se è vero, come èvero, che noi dobbiamo restare all’internodel parametro del 3 per cento deficit/PILè chiaro che se non aumenta il PIL mairiusciremo, quindi, ad avere una politicapubblica di sviluppo, perché questa verràsempre frenata dai parametri di Bruxelles.

Il PIL non aumenta – e l’Istat ce lo hadetto, per il periodo aprile su marzo – eanzi regredisce. E tutto quello che au-menta non è dovuto alle sue le politiche,ma è per fattori esterni, fattori endogeni,quali, appunto, il prezzo del petrolio, ilprezzo dell’euro rispetto al dollaro, ilquantitative easing.

È chiaro che questa unione economicae monetaria è un danno per l’Italia, è undanno soprattutto per la Padania. Questonon lo afferma solo la Lega Nord, che lodice da almeno cinque anni, ma lo so-stengono anche personalità a lei moltovicine. Basta leggere Il Sole 24 Ore di oggi,dove Carlo De Benedetti afferma chel’unione monetaria non può reggere diffe-

renze così macroscopiche per economieche sono talmente differenti che portanoesclusivamente a un solo vantaggio. Unsolo Stato europeo ha un vantaggio daqueste politiche ed è la Germania.

Un fallimento di un’Europa a trazionetedesca è un fallimento totale e questoporta dei danni, anche perché la Germaniasta intraprendendo delle politiche econo-miche che portano dei danni alla nostraeconomia. È venuto il Presidente Putin lasettimana scorsa a trovarla e ci ha dettoche l’embargo e le sanzioni, che sonovolute fortemente dalla Germania e che inmaniera miope sottintendono alle politicheamericane, fanno sì, appunto, che le san-zioni alla Russia portano non danni aPutin ma a noi, alla nostra economia, condue miliardi in meno di commesse. Inol-tre, durante il suo semestre europeo nullaè stato fatto per dare maggiore peso alnostro Paese all’interno delle istituzionieuropee.

Lei ha parlato prima di un’Italia tuttaintera che deve proporsi a livello europeo.Ma come fa un Presidente del Consiglio adefinirsi portatore di interessi nazionaliquando all’interno delle istituzioni euro-pee, per fare una vendetta interna al suopartito, non ha nominato, per esempio, ilPresidente Letta ? Non ha fatto nominarePresidente del Consiglio europeo EnricoLetta ma ha ripiegato su una nomina disecondo ordine, come quella di lady PESC,che nulla sta facendo per la difesa, ap-punto, dell’identità nazionale, soprattuttonel campo della difesa dei confini. Ladifesa dei confini passa attraverso l’uti-lizzo delle nostre barche della Marina nonper facilitare un’invasione, ma per fer-mare, appunto, quest’invasione sulle costelibiche, sulle coste del nord Africa. Lepolitiche di accoglienza si devono farepreventivamente lì, in modo tale che ci siasolo un afflusso di veri profughi, che noiovviamente accogliamo, perché se unofugge da una guerra è giusto dargli sus-sistenza economica e sociale.

Però, i dati sono altri: dei 200 mila, dei170 sbarchi, più quelli che c’erano già, soloil 6 per cento ottiene il diritto d’asilo perprofughi, solo il 6 per cento ! Tra l’altro,

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questo 6 per cento sarà subordinato a unasuddivisione, se gli altri Paesi d’Europaaccetteranno la suddivisione di quote che,però, oggi – e mi spiace per lei, che èsempre meno fortunato nel prosieguo delsuo mandato presidenziale, sempre menofortunato – i presidenti pare non accettinola proposta di un obbligo di suddivisionedelle quote e subordinano, comunque,l’accettazione delle quote dei soli profughial respingimento alla frontiera di tuttiquelli che sono clandestini, che sono, ap-punto, centinaia di migliaia.

Lei non ha più soldi per fare i respin-gimenti, non ha più soldi perché avetesvuotato il capitolo dei fondi, che sono di4 milioni rispetto ai 100 milioni chec’erano un anno fa. Presidente, lei ha dettoche non è più un tabù, ma nella risolu-zione che poi voi vi voterete – e il suopartito probabilmente la riscrive, glielafaccia riscrivere – non si parla di respin-gimenti. Quindi, è ancora un tabù, perchélei parla ma i suoi deputati non lo scri-vono e non lo votano. Quindi, il respingi-mento è ancora un tabù per il suo partito.

Io sono contento che lei riceverà do-mani mattina i sindaci e i presidenti delleregioni, perché almeno si farà un quadroserio, un quadro reale di che cosa èl’immigrazione, di che cosa è l’accoglienzasui territori, perché oggi lei ha assistito e,tra l’altro, ha anche causato, attraverso lesue parole, a un dibattito surreale, undibattito utopistico, un dibattito fanta-sioso. L’immigrazione è un problema...

L’immigrazione è un problema per iterritori, è un problema anche per i suoisindaci, che non vogliono più o non pos-sono più accogliere. Fortunatamente, do-mani lei li riceverà e le do un consiglio: seli porti dietro in Europa, perché assieme aipresidenti di regione qualcosa si riusciràad ottenere. Se andrà solo lei, e con quellastruttura istituzionale che lei ha costruito,nulla otterrà.

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO SIMONETTI. Lei domanitornerà con nulla, se non con il suosorriso, ma, guardi, davvero faccia tesoro

delle parole che i presidenti di regionedomani le diranno e porti quelle parole,non quelle di questo Parlamento surreale,borbonico, chiuso su se stesso, che pensasquisitamente al buonismo e non allarealtà (Applausi dei deputati del gruppoLega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli– Noi con Salvini).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare ladeputata Zampa. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA. Signora Presidente,signor Presidente del Consiglio, colleghe ecolleghi, il Consiglio europeo che apriràdomani i suoi lavori a Bruxelles è chia-mato a decisioni in materia di immigra-zione, di economia, di sicurezza e difesa,ma in realtà, se sappiamo davvero leggerlo,noi sappiamo che tornerà a riproporre agliStati membri, in particolare a quanti traquesti hanno l’onore, come noi, di essereannoverati tra i padri fondatori del-l’Unione, la sfida di proseguire nel cam-mino dell’integrazione, di fare un passoavanti verso la realizzazione della federa-zione degli Stati uniti d’Europa, quel tra-guardo fissato in modo così lungimirantedai padri.

Un passo avanti che, come il MinistroPadoan ci ha detto nei giorni scorsi, af-frontando il problema di natura econo-mica, è reso già possibile anche nel quadrodelle regole vigenti. Nella stessa direzioneva anche il cosiddetto « piano dei Presi-denti », contenuto in un rapporto che havisto l’italiano Mario Draghi, del cui lavorodovremmo sempre dirci onorati e fieri,impegnato in modo determinante. Perl’opinione pubblica, per i mercati finan-ziari, il Consiglio sarà però decisivo per idestini della Grecia, e siamo davvero lieti,signor Presidente, di avere sentito dallesue parole che nelle istituzioni europee sifarà di tutto per aiutare quel Paese, purnel rispetto di uno sforzo reciproco. Anessuno sfugge, né in quest’Aula né fuorida qui, che le questioni in gioco sono diportata enorme e che dalla loro soluzionedipenderà il futuro dell’Unione, il futuronostro, dei nostri figli. Proprio sull’inca-pacità di affrontarle, sulla timidezza delle

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risposte, sui piccoli egoismi delle patriecamminano i populismi che alimentano lepaure, e così, giorno dopo giorno, pressol’opinione pubblica e nel giudizio dei cit-tadini, l’Europa perde consenso.

Nessuna immagine, come quella deiprofughi bloccati a Ventimiglia sugli scoglinella notte, ha rappresentato ai nostriocchi e a quelli del mondo una negazionedell’Europa e dei suoi valori. È stato dettocon efficacia dall’ex Ministra per le poli-tiche per l’alloggio, Cécile Duflot, che ilblocco di Ventimiglia non è solo unasconfitta politica interna al suo Paese, èstata una a Waterloo morale. Con efficaciparole lo ha ripetuto al mondo PapaFrancesco, con la semplicità che gli èpropria. Fa piangere – ha detto – vederelo spettacolo di questi giorni, in cui esseriumani vengono trattati come merci, mercirespinte da un capo all’altro dell’Europa,persone cacciate dai treni, tutt’altro, però,che segnali di sovranità degli Stati. Questeimmagini che vengono ogni giorno ripro-poste sono piuttosto il segnale di unatragica impotenza dell’Europa e degli Statidi fronte a problemi che essa ha concorsoa creare, e farebbero bene tutti a nondimenticarlo, a cominciare dalla Franciadi Sarkozy, dall’Inghilterra di Cameron,con il sostegno dell’Italia di Berlusconi e diMaroni.

Ma in questa gara al ribasso dellapolitica a cui, ahimè, anche oggi, abbiamovisto partecipare troppi in quest’Aula, ab-biamo assistito in Italia anche a una garaben diversa, di tanti e tanti concittadiniche hanno messo a disposizione il propriotempo e i propri beni per soccorrere iprofughi.

La gestione del nodo immigrazione èun test decisivo per la credibilità dell’Eu-ropa, ne siamo tutti consapevoli, tutti, nonc’è bisogno che venga usato come argo-mento per demolire ciò che si sta cercandodi costruire. In particolare, signor Presi-dente, voglio però fermarmi su un aspettodel fenomeno degli sbarchi, riguarda iminori stranieri non accompagnati, che laburocrazia ha semplicemente bollato comeMSNA; una sigla che non dice nulla a chil’ascolta senza sapere che dietro ad essa

stanno vite e destini di minori in fuga dalproprio Paese, spinti dalla fame, spintidalla guerra, dalla violenza e persino dalladisperazione delle proprie famiglie,quando le hanno ancora, di cui loro sifanno spesso carico lasciando la propriacomunità alla ricerca di un futuro.

Sono bambine e bambini – sono sbar-cati anche oggi, ce ne sono 44 appenagiunti –, giovani vite ancora adolescenti.Poco meno di 6 mila di quei 61.842arrivati in Italia sono minori, 3.779 traloro sono senza accompagnamento, esseriumani particolarmente vulnerabili proprioin ragione della loro età i quali, sulla basedi uno storico Trattato internazionale, dicui l’Italia farebbe bene ad essere fiera diaver sottoscritto nel 1991, hanno diritto diessere tutelati da ogni discriminazione enon possono essere mai respinti.

Nella passata legislatura purtroppo ab-biamo registrato violazioni del Trattato ela Corte europea ci ha condannati proprioper questa ragione, ed è una vergognaessere condannati per una ragione comequesta. Le loro storie, anche in ragionedell’aumento del fenomeno, hanno riem-pito pagine e pagine di quotidiani e servizitelevisivi, sono certa che lei, signor Presi-dente, che è stato sindaco, conosce bene lelungaggini burocratiche e le difficoltà fi-nanziarie dei comuni a farsi carico del-l’accoglienza. Si è fatto già molto mapossiamo fare di meglio, il loro interessedeve avere priorità assoluta nelle proce-dure in materia di identificazione, di ac-certamento dell’età, di accoglienza, di in-dividuazione di soluzioni di vita durature.A nessuno sfugge che l’integrazione socialee culturale per persone così giovani è assaisemplice ed è destinata al successo rispettoa quella di persone adulte. Il Trattato diDublino prevede per loro già ora la pos-sibilità di muoversi all’interno dell’Europaper raggiungere i familiari, anche non diprimo grado. Perché non farci noi, l’Italia,promotore in Europa di uno specialepiano che li riguardi ? Un piano che pre-veda viaggi e ricongiungimenti intra-euro-pei in sicurezza senza esporli nuovamentea nuovi drammi e violenza. Alla Camerac’è una proposta di legge sottoscritta pres-

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soché da tutte le forze parlamentari, credosia stato un atto importante, di grandevalore politico, una proposta di legge cheè stata discussa con l’ANCI che è il fruttodel lavoro comune con Save the children.Questa ci aiuterebbe – mi colpisce che damolte parti i media europei chiedono in-formazioni –, noi saremmo da questopunto di vista davvero dei capofila impor-tanti. Perché non tenere alta la bandierain Europa su questo punto e proporre unpiano che preveda davvero che per questigiovani ci sia un futuro e una garanzia ?

La strada verso gli Stati Uniti d’Europa,signor Presidente,...

PRESIDENTE. Deve concludere.

SANDRA ZAMPA. ... quell’Europa so-lidale e lungimirante – ho concluso, si-gnora Presidente –, cammina anche sulleloro giovani gambe. L’Italia può assumerequesta causa e portarla con forza all’at-tenzione dei decisori politici europei. Que-sti giovani, accolti e sostenuti nel momentodella loro massima fragilità, saranno infuturo la migliore testimonianza agli occhidel mondo di quell’Europa senza muri chelei oggi ha evocato, scrivendo a un quo-tidiano nazionale (Applausi dei deputati delgruppo Partito Democratico – Congratula-zioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presi-dente, onorevoli colleghi, signor Presidentedel Consiglio, sono spesso critico sullemisure proposte dal suo Governo, anchequesta mattina; Governo che sostengo,peraltro, lealmente. Devo, però, dire cheun dibattito come quello che ho ascoltatomi sospinge inevitabilmente a dire che oggiin Italia non esiste una formula politicaalternativa a quella che sostiene questoGoverno. Mi piacerebbe vedere e sentireun centrodestra moderno, europeo, che lasfidi ad andare con più decisione, con piùenergia, sul cammino dell’Europa, sulcammino del futuro, sul cammino di

un’Italia più competitiva, più fiduciosadelle sue forze, più capace di reggere cononore il suo posto nel mondo.

Devo dire, purtroppo, che questo di-battito non l’ho visto emergere. Ho sentitoqualcuno, alla mia destra, che invocava lafine dell’austerità, il reddito di cittadi-nanza come manovra per rilanciare i con-sumi e l’economia. Lei non lo ha fatto,signor Presidente del Consiglio, ed io laringrazio di non averlo fatto, perché unPaese che ha l’indebitamento dell’Italiatutto può fare tranne che rilanciare l’eco-nomia stimolando il mercato interno conla spesa pubblica !

È l’abc, non dello stare in Europa, madello stare nel mondo. Non possiamo per-mettercelo, al di là di ogni dibattito teoricosulle politiche keynesiane o non keyne-siane: un Paese che ha il debito pubblicoche ha l’Italia esce dalla crisi puntandosulla competitività, sull’aumento delleesportazioni, sulla capacità di stare neimercati internazionali. Questo è quello chel’Italia, con il suo Governo, ha fatto, e iogliene rendo merito e la ringrazio di avereresistito alle tentazioni demagogiche –qualcuna anche del suo partito, forse an-che più di qualcuna – che la invitavano aseguire un altro percorso.

Ma io capisco ancora quelli che unanno fa, due anni fa, la invitavano aseguire un altro percorso. Ma come, oggiche le deprecate politiche di austeritàhanno funzionato, e non solo in Italia, oggiche stiamo uscendo, dovremmo rimetteretutto in gioco, precipitare di nuovo nel-l’abisso della crisi, attirare su di noi un’in-flazione che distrugge i nostri risparmi edistrugge il valore dei nostri salari, perfare una cosa che è chiaramente sbagliatae inaccettabile ! No, non è questo il per-corso.

E la ringrazio anche perché si è parlatomolto della necessità di allentare i vincolieuropei. Questo è accaduto: non dirò cheè solo merito suo, ma è anche merito delsuo Governo. È accaduto per iniziativa delGoverno italiano, è accaduto per iniziativadella Banca centrale europea, è accadutoper iniziativa del Presidente Juncker. Si èsaldata un’alleanza di cui ho citato tre

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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pilastri, ma, come lei ben sa, notoriamentepiù ampia di questo, perché anche i te-deschi possono essere messi in minoranzain Europa, anche i tedeschi possono esseremessi in minoranza in Europa.

Bisogna saperlo fare ! L’unico modo incui non lo si può fare è andare in Europa,cominciare a battere i pugni sul tavolo eilludersi che una sciagurata prova di forza,in cui dimostriamo di essere più irrespon-sabili degli altri, ci porti dei vantaggi. No,margini di flessibilità ne abbiamo ottenuti,e ne abbiamo ottenuti anche parecchi.

E, forse, il suo addetto stampa farebbebene, una volta, a fare un elenco, o forsenon conviene farlo, perché l’opinione pub-blica tedesca non sarebbe lieta di vederequell’elenco, ma quella interna, forse, co-mincerebbe a capire come funziona l’Eu-ropa. Ne abbiamo ottenuti di margini diflessibilità, che partono da un dato: inEuropa nessuno si scandalizza e sonoanche contenti se vedono che un Paesedifende con energia i suoi interessi. Aduna condizione, ad una condizione: chequando dà la parola la mantenga, che nonpretenda di liberarsi in modo unilateraledei vincoli a cui liberamente si è sottopo-sto.

Il Governo italiano questo percorso loha seguito con qualche smarginatura, manessuno è perfetto. Anche l’affronto dellavicenda greca è una cosa paradossale;abbiamo avuto una caduta delle Borseeuropee per un valore 600 miliardi dieuro, quando il valore del debito Greco èla metà e, tuttavia, è un problema grave.Bisogna aiutare la Grecia, ma non bisognadare l’impressione che i prepotenti pos-sono esentarsi dall’osservanza delle regole.Non possiamo dare un segnale sbagliatoall’Europa, perché ? Perché se poi la Spa-gna decidesse di fare la stessa cosa, laGrecia è piccola e tutto sommato possiamoaiutarla con una certa facilità, ma laSpagna è grande e se la Spagna segue unpercorso irresponsabile i danni sarebberodrammatici per tutti.

Allora, su questo bisogna che siamochiari: vogliamo stare nell’Europa ? L’Eu-ropa si può cambiare ? Si può cambiare. Sipuò cambiare con pazienza, lungimiranza,

con responsabilità e con decisione, mo-strando di essere partner affidabili, altrocammino, se si vuole cambiare l’Europa,non c’è. Certo, c’è il cammino che ci faaderire all’Organizzazione per l’unità afri-cana ed è quello che sostengono alcunimiei amici, qualcuno anche che fa parte diun partito che si richiama al Nord. Mitrovo stranamente a dire che io vorreiun’Italia più nordica, più simile all’Europadel Nord, mentre qualcuno che ha sempreil Nord in bocca la vorrebbe far sprofon-dare nel Mediterraneo, con tutto il rispettoper il Mediterraneo.

Ho sentito qualcuno che dice « i mortinel Mediterraneo si sono decuplicati daquando ci sono le missioni nel Mediter-raneo », come se non sapesse che c’è laguerra in Siria, c’è la guerra in Libia, c’èla guerra nell’Africa subsahariana sotto laLibia, c’è la guerra nella Nigeria del norde così via. È per le missioni nostre che sisono decuplicati i profughi nel Mediterra-neo o per queste situazioni di crisi ? Pur-troppo mi devo fermare, ma voglio sol-tanto dire ancora questo: in una trasmis-sione televisiva recente qualcuno mi hadetto « Con queste missioni nel Mediter-raneo abbiamo speso tanti soldi e nonabbiamo ottenuto nulla ». Io quei soldi,non so se siano tanti o pochi, ma sonoorgoglioso di averli spesi, perché qualchedecina di migliaia di persone che oggi sonovive senza questa iniziativa generosa del-l’Italia sarebbero morte e quando mi pre-senterò a giudizio del Padre Eterno, tra lepoco cose sicuramente buone della miavita, dirò che ho votato per quelle misure(Applausi dei deputati del gruppo Area Po-polare (NCD-UDC)).

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la di-scussione sulle comunicazioni del Presi-dente del Consiglio dei ministri.

(Annunzio di risoluzioni)

PRESIDENTE. Avverto che sono statepresentate le risoluzioni Rosato, Lupi,Mazziotti Di Celso, Dellai, Pisicchio, Al-freider e Di Lello n. 6-00144, Fedriga ed

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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altri n. 6-00145, Brunetta n. 6-00146, Pe-traroli ed altri n. 6-00147, Rampelli edaltri n. 6-00148, Artini ed altri n. 6-00149e Scotto ed altri n. 6-00150 (vedi l’allegatoA – Risoluzioni). I relativi testi sono indistribuzione.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Il Presidente del Consi-glio dei ministri, Matteo Renzi non intendereplicare.

Ha facoltà di intervenire il sottosegre-tario alla Presidenza del Consiglio deiministri, Sandro Gozi, per l’espressione delparere sulle risoluzioni presentate.

SANDRO GOZI, Sottosegretario di Statoalla Presidenza del Consiglio dei ministri.Grazie, Presidente. Il Governo esprimeparere favorevole sulla risoluzione Rosatoed altri n. 6-00144. Il Governo esprimeparere contrario sulle premesse della ri-soluzione Fedriga ed altri n. 6-00145,mentre esprime parere favorevole sulprimo e sul secondo impegno. Il Governoesprime parere favorevole sul terzo impe-gno se riformulato sostituendo le parole:« a varare gli interventi legislativi ed am-ministrativi necessari » con le seguenti « adassumere iniziative per una maggiore coo-perazione europea al fine di », mentreesprime parere contrario sull’ultimo im-pegno.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTELUIGI DI MAIO (ore 18,15)

SANDRO GOZI, Sottosegretario di Statoalla Presidenza del Consiglio dei ministri. IlGoverno esprime parere contrario sullepremesse della risoluzione Brunetta n. 6-00146, mentre esprime parere favorevolesul primo impegno e contrario sul se-condo. Il Governo esprime parere favore-vole sul terzo impegno della risoluzioneBrunetta n. 6-00146 sino alle parole « aitrafficanti di persone » e contrario dallaparola: « considerato » sino alla parola:« asilo ».

Il Governo esprime sul successivo ca-poverso parere favorevole, se così rifor-mulato: « a valutare l’opportunità di isti-tuire un tavolo di coesione nazionale... ».

Il parere è contrario sul successivocapoverso, che inizia con le parole « amettere in mora l’UE... ». Parere contrarioanche sul successivo capoverso, che iniziacon le parole « allo stesso modo, a preve-dere la diminuzione dei fondi struttu-rali... ».

Sul successivo impegno il parere èfavorevole se riformulato come segue: « aribadire la necessità di una seria discus-sione in seno all’Unione europea... ».

Sul successivo capoverso il parere fa-vorevole, ma con una riformulazione, nelsenso di eliminare le parole: « secondoquanto previsto dalla direttiva 2001/55/CE » e di sostituire le parole « definendoquote di accoglienza » con le parole « de-finendo modalità di ripartizione ».

Sul capoverso successivo il parere èfavorevole se riformulato. Si tratta disostituire le parole da « a garantire... » sinoa « richiedenti » con le seguenti: « a pro-muove un sistema europeo comune diasilo per permettere agli aventi diritto diraggiungere... » e via dicendo.

Sul successivo capoverso il parere èfavorevole con una riformulazione, nelsenso di sostituire le parole « ad assicu-rare » con le seguenti: « a promuovere unsistema di mutuo riconoscimento tra gliStati membri... ».

Il parere è contrario sul capoversosuccessivo.

Il parere è contrario anche sul capo-verso successivo che inizia con le parole« ad attivarsi per la creazione urgente... » ameno che non si accolga una riformula-zione, sostituendo le parole « ad atti-varsi... » fino a « ... nord Africa », con leparole: « a promuovere la cooperazionecon i Paesi di transito in modo da offrireaiuto... ».

Sul capoverso relativo alla task forcediplomatica europea il parere favorevole,se viene accolta la seguente riformula-zione: « a valutare l’opportunità di assu-mere iniziative per istituire... » e poi diseguito come il proponente ha indicato.

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Sul capoverso successivo il parere fa-vorevole, purché venga accolta una rifor-mulazione, nel senso di sostituire le paroleda « ad operare... » fino a « ...mettere incampo », con le seguenti parole: « a pro-seguire gli sforzi per sostenere l’azionediplomatica in corso », eliminando la pa-rola « serrata ».

Sul capoverso successivo il parere fa-vorevole perché se viene accolta la se-guente riformulazione, nel senso di pre-mettere le parole: « a valutare l’opportu-nità di intraprendere... » fino a « immigra-zione clandestina », eliminando le ultimeparole da « in particolar modo... » fino a« ...Triton ».

Sul capoverso successivo il Governoparere favorevole con la seguente rifor-mulazione « ad adoperarsi per una rifles-sione profonda con riguardo alle sanzionicomminate alla Federazione russa e perun riesame del sistema sanzionatorio ».Abbiamo proposto la stessa cosa nellarisoluzione del suo gruppo al Senato conquesta riformulazione.

Il parere è favorevole sul penultimocapoverso.

Parere favorevole sull’ultimo capoversocon la seguente riformulazione, nel sensodi mantenere le parole fino a « bilancio »,eliminando le parole da « onde evitare... »fino a « ... Stati nazionali ».

Per quanto riguarda la risoluzione Pe-traroli ed altri n. 6-00147, il Governoesprime parere contrario alle premesse.

Il Governo esprime favorevole al primocapoverso dell’impegno. Il parere è invecefavorevole al secondo capoverso dell’im-pegno con la seguente riformulazione:« proporre una riflessione profonda sullesanzioni... », eliminando le parole « inquanto inefficaci e controproducenti ».

Sul successivo capoverso il parere èfavorevole se riformulato nel senso dipremettere le parole. « a proseguire leazioni in sede europea per dare attuazionealla mozione n. 1-00605... », eliminando leultime parole: « nonché corridoi umani-tari ».

Il parere del Governo è favorevole sulcapoverso successivo purché riformulatoalla terza riga. Dopo le parole « Ventimi-

glia ed al contempo », sostituire le parole« perché si adotti in tempi brevi un testounico europeo in materia di asilo » con leparole: « a promuovere un sistema euro-peo comune di asilo ».

Il parere è contrario sul capoversosuccessivo, quello che comincia con leparole: « a porre in essere ogni inizia-tiva... ».

Il parere è favorevole sul successivocapoverso se viene accolta la seguenteriformulazione: « valutare l’opportunità diriprendere nelle apposite sedi i nego-ziati... ».

Sul capoverso successivo il parere èfavorevole con la seguente riformulazione:« a promuovere in Libia e in tutto il MedioOriente le iniziative necessarie per con-trastare le posizioni fondamentaliste an-tioccidentali e terroristiche ». Questa è lariformulazione che proponiamo.

Sul successivo capoverso il parere èfavorevole con la seguente riformulazione:attivarsi nelle apposite sedi perché l’UEprosegua (...) – sostituendo quindi la pa-rola « chieda » – al nuovo Governo diAnkara. Si tratta poi di sostituire le parole« l’avvio del processo di pace di inclusionecon il popolo curdo » con le parole: « inegoziati relativi ai diritti dei curdi », eli-minando, dopo la parola « Turchia », leparole « ponga fine a ogni ambiguità ».Ovviamente in questo caso, se accettata lariformulazione, la parola « collaborando »diventa « collabori ».

Per ciò che concerne le questioni eco-nomiche il parere il Governo esprimeparere favorevole sul capoverso, con laseguente riformulazione. Si tratta di man-tenere le parole fino ad « austerity », eli-minando tutto il resto fino alla parola« (EMS) ».

Il parere è contrario sul capoversosuccessivo, anche perché non dipende dalConsiglio europeo ma si fa in sede inter-nazionale quella riformulazione del PILche è proposta.

Quanto all’impegno successivo propo-niamo una riformulazione nel senso di: « avalutare l’opportunità di promuovere l’uti-lizzo di nuovi indici quali quelli promossidal progetto The Better Life Index del-

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l’OCSE ». Sull’impegno successivo il parereè favorevole fino alla parola: « bilancio »,sopprimendo le parole da: « al fine » sinoal termine dell’impegno medesimo. Perquanto concerne l’impegno successivo lariformulazione è nel senso non di concor-dare ma di « proporre in sede europeal’immediato ». Per quanto riguarda il suc-cessivo impegno, sostituire alle parole:« sostenere in sede europea » le seguenti:« promuovere in sede europea », soppri-mendo le parole: « l’obbligatorietà, pertutti i Paesi, di adottare ». Con tale rifor-mulazione, si avrebbe quindi: « a promuo-vere in sede europea politiche di sostegnoeconomico », eliminando le parole conclu-sive: « mediante l’istituzione di strumenticome il reddito di cittadinanza ». Sull’im-pegno successivo il parere è favorevolefino alla parola: « cittadini », sopprimendole parole da: « nei casi di clamorosi falli-menti » sino al termine dell’impegno me-desimo. Il parere è favorevole sul succes-sivo impegno, che inizia con le parole: « aricercare, in accordo con gli altri Statimembri », sul successivo impegno, che ini-zia con le parole: « a porre in essere ogniiniziativa », nonché sul successivo impegnoancora, che inizia con le parole: « adassumere iniziative affinché siano varati insede comune sistemi diversi di gestionedelle situazioni critiche », sopprimendoperò le parole da: « e condannati » sinoalla fine dell’impegno medesimo. Il parereè contrario sull’impegno successivo, cosìcome su quello successivo ancora relativoal TTIP.

Per quel che riguarda l’Agenda digitaleeuropea, il parere è favorevole sul primoimpegno fino alle parole: « Commissioneeuropea », eliminando tutto il resto. Sulsuccessivo impegno il parere è favorevole,a condizione di sopprimere, alla secondariga, le parole: « a prevedere delle deroghespecifiche » fino alla parola: « al fine », dimodo che la riformulazione sarebbe laseguente: « iniziative presso le competentisedi dell’Unione europea al fine di favoriregli investimenti pubblici nell’Agenda digi-tale ». Il parere è inoltre favorevole sugliultimi due impegni. Per quanto riguarda larisoluzione Rampelli ed altri n. 6-00148, il

parere è contrario sulle premesse. Perquanto riguarda gli impegni, il parere èfavorevole sul primo e sul secondo impe-gno. Il parere è, altresì, favorevole sulterzo impegno, a condizione di sopprimerele parole: « che sia messo in atto unpattugliamento delle coste libiche ». Il pa-rere è favorevole anche sul successivoimpegno, relativo alla « individuazionedelle politiche necessarie », mentre è con-trario sul penultimo impegno e favorevolesull’ultimo impegno. Per quanto concernela risoluzione Artini ed altri n. 6-00149, ilparere è contrario sulle premesse, comegià detto in merito a tutte le altre risolu-zioni, salvo la prima. Per quanto riguardagli impegni, il parere è favorevole suiprimi due impegni e contrario sul terzo equarto impegno. Sul quinto impegno, ilparere è favorevole a condizione che essovenga riformulato nei seguenti termini:« ad assumere iniziative per impegnare gliStati dell’Unione europea a definire unsistema comune d’asilo europeo », sosti-tuendo in tal modo l’impegno originario. Ilparere è favorevole sul sesto e sul settimoimpegno, mentre il parere è contrariosull’ottavo impegno relativo all’organizza-zione di un tavolo negoziale sulla crisi inSiria. Il parere è favorevole sul successivoimpegno, mentre è contrario sul successivoimpegno volto a « proporre un’armonizza-zione delle procedure tra le varie istitu-zioni ». Il parere è contrario anche sulsuccessivo impegno, volto a « proporre so-luzioni mirate che facilitino ». Per quantoriguarda il successivo impegno, volto a« predisporre semplificazioni normativeper i comuni », andrebbe riformulato nelsenso di: « a valutare l’opportunità di pro-porre »; in tal caso, il parere sarebbefavorevole. Il parere è contrario sull’im-pegno successivo, volto a « richiedere unavalutazione delle possibili implicazioni »sul TTIP, mentre il parere è favorevolesull’impegno successivo relativo a « pro-porre in sede europea la sollecitazione »,così come sul successivo, ultimo ed assailungo impegno relativo « ad adoperarsi,per quanto di sua competenza ». Perquanto concerne la risoluzione Scotto edaltri n. 6-00150, il parere è contrario sulle

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premesse nonché contrario sugli impegni,salvo gli ultimi due impegni, relativi al-l’Agenda digitale e al rapporto tra Unioneeuropea e Regno Unito, sui quali il parereè favorevole. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. La ringrazio. Prima dipassare alle dichiarazioni di voto ha chie-sto di intervenire sull’ordine dei lavori ilcollega Brunetta. Prego, ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA. Signor Presi-dente, è con un certo qual imbarazzo cherivolgo a lei e a chi è rimasto del Governoquesta domanda: ma il Presidente delConsiglio se ne è andato o torna ?

Perché non vorrei che noi fossimo staticonvocati qui per una sua passerella (Ap-plausi dei deputati dei gruppi Forza Italia– Il Popolo della Libertà – BerlusconiPresidente e Lega Nord e Autonomie – Legadei Popoli – Noi con Salvini), per un suodiscorso e per un suo ascolto più o menoattento della discussione generale. Dopo-diché, non abbiamo sentito alcuna re-plica...

PRESIDENTE. Collega Brunetta...

RENATO BRUNETTA. Mi scusi, signorPresidente. Non abbiamo sentito alcunareplica perché il signor Presidente delConsiglio, si fa per dire, ha rinunciato allareplica. E, poi, senza attendere le dichia-razioni di voto, che sono, tra l’altro, re-lative a quanto ha fatto con grande atten-zione adesso il sottosegretario per quantoriguarda i pareri del Governo sulle riso-luzioni, se n’è semplicemente andato. Iospero che se ne sia uscito per esigenzenaturali e fisiologiche e che sia pronto,quindi, a tornare. Ma, se così non fosse,sarebbe un’offesa al Parlamento. Siccomenon è la prima volta che questo succede,io spero che qualcuno lo chiami indietro eche torni, torni ad ascoltare le dichiara-zioni di voto e torni a completare l’iter diquesta seduta che è importantissima, comericordo, perché precede il Consiglio euro-peo di domani e di dopodomani dove sidovrebbero prendere delle decisioni fon-damentali. Pertanto, il parere del Parla-

mento e l’opinione del Parlamento e gliimpegni che il Parlamento prende neiconfronti del Governo sono fondamentali.Che il Presidente del Consiglio se nevada...

PRESIDENTE. È chiara la proposta chelei formula.

RENATO BRUNETTA. ... semplice-mente se ne vada e lasci quest’Aula, ripetoio la colgo come un’offesa. Spero che nonsia così; spero che qualcuno, lei, signorPresidente, lo richiami se se n’è andato,oppure che ritorni, perché questo è fran-camente inaccettabile. E questo sarà fo-riero di conseguenze (Applausi dei deputatidei gruppi Forza Italia – Il Popolo dellaLibertà – Berlusconi Presidente e LegaNord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noicon Salvini).

PRESIDENTE. È mio dovere far pre-sente che il Governo è presente in Aulacon la persona, tra l’altro, del Ministro perle riforme costituzionali e i rapporti con ilParlamento e che sono presenti altri mem-bri del Governo. Credo che possiamo an-dare avanti con i lavori proprio perché ilGoverno è presente. Poi, ovviamente, igruppi prenderanno atto della presenza odell’assenza del Presidente del Consiglioche, tra l’altro, come mi dicono, è qui,quindi si deve essere allontanato per unaquestione sicuramente personale.

ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. No, collega Palese, unintervento sull’ordine dei lavori pergruppo.

ROCCO PALESE. Chiedo di parlaresulle risoluzioni.

PRESIDENTE. Sui pareri delle risolu-zioni ? Prego.

ROCCO PALESE. Sì, grazie, sui pareridelle risoluzioni. Per quello che riguardala risoluzione Brunetta n. 6-00146, il

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gruppo di Forza Italia non accetta nessuntipo di riformulazione e chiede di votarlacosì com’è.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiara-zioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazionedi voto il deputato Di Lello. Ne ha facoltà.

MARCO DI LELLO. Grazie Presidente,signora Ministro, colleghi, membri del Go-verno, siamo davvero alla vigilia di unappuntamento di gran valore. Dalle deci-sioni che il vertice di domani e dopodo-mani scaturiranno su Grecia e migrantidipenderà il futuro stesso dell’Unione eu-ropea, almeno per come l’abbiamo cono-sciuta in questi anni. Responsabilità esolidarietà, due principi fondanti del-l’Unione sin dal 1957, che pure hannotrovato spazio nei trattati. Rispetto delleregole e solidarietà: non possono che es-sere queste le direttrici da seguire, siasulla vicenda Grecia, sia sul tema deimigranti. La Grecia, come ha ricordato ilPresidente Renzi oggi, ha molti nemici inEuropa, tutti interessati. Ma l’uscita delPaese culla della civiltà mediterranea sa-rebbe una sciagura prima per l’Europa. Loscorso anno abbiamo tutti ammirato glispot che sottolineavano i grandi risultati intermini di pace, progresso economico ecrescita sociale dovuti all’Unione europea.Come si può oggi giustificare l’abbandonodella Grecia al proprio destino ? So chequesto non può essere un alibi per Tsiprase il suo Governo, che regole e solidarietàsono un binomio inscindibile e la Greciadeve saperlo. Ma le regole si possonocambiare, tanto quelle su austerity e Pattodi stabilità, quanto quelle del Trattato diDublino II. Alle forze di opposizione èforse il caso di ricordare come ci siano lefirme di Berlusconi e Maroni e non lenostre in calce a quelle norme che im-pongono accoglienza ai richiedenti asilo.Mentre è grazie alle nostre politiche chenei CIE si è ridotta la presenza di immi-grati clandestini ed è grazie alle nostre

scelte se con Mare nostrum abbiamo sal-vato migliaia di vite umane. Ma le migra-zioni di questi anni, conseguenti a conflitti,persecuzioni e carestie non sono e nonpossono essere un problema solo italiano.

Nel 1957 – concludo – l’Europa erasolo una Comunità europea: Maastricht epoi Lisbona hanno dato invece vita al-l’Unione. Se qualcuno vuol tornare a ses-sant’anni fa lo dica. Noi socialisti vogliamoinvece che questa Europa ci unisca sempredi più e sono convinto lo voglia anche lamaggioranza degli italiani: questo è pos-sibile se riusciremo a coniugare responsa-bilità e solidarietà (Applausi dei deputatidel gruppo Misto-Partito Socialista Italiano(PSI)-Liberali per l’Italia (PLI)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto il collega Otto-bre. Ne ha facoltà.

MAURO OTTOBRE. Grazie, signor Pre-sidente. L’Europa vive uno dei momentipiù critici che richiede un’ulteriore assun-zione di responsabilità da parte del-l’Unione, dell’Europa. Condividiamo il suoappello, signor Presidente del Consiglio, adun’Europa che torni ad essere casa deipopoli e non solo la casa della burocrazia.Non possiamo non comprendere comealtrimenti sarebbe sempre più difficileimpedire l’espansione dell’area dell’euroostilità che ha già avuto e ancora potrebbeavere conseguenze pesanti sull’Unione eu-ropea e sui singoli sistemi politici nazio-nali. Si è aperta in Europa un’opportunitàdi riflessione in merito ad una revisione, edunque, ad un rafforzamento dell’istitu-zione dell’Eurozona così come dei mecca-nismi di intervento contro la crisi finan-ziaria. Il Consiglio europeo presenta sottoquesti profili un’agenda che potremmodefinire straordinaria in ordine all’emer-genza immigrazione. Sosteniamo la posi-zione espressa dal Presidente del Consiglioe dal Governo. Vi deve essere una pienaassunzione di responsabilità in tutti i Paesidell’Unione europea perché l’Italia è inquesto caso la frontiera d’Europa. Nonsarà ordinario neppure il confronto inmerito alla situazione di forte criticità

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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dell’Eurozona e all’esigenza di rafforzare ilpercorso comune ai fini della crescitadell’innovazione che continuiamo a rite-nere le uniche prospettive possibili inrelazione agli obiettivi di politiche di bi-lancio che siano sostenibili. Il punto de-cisivo – riteniamo – è come intervenirenon soltanto per correggere, ma per evi-tare squilibri macroeconomici che hannoavuto e potrebbero avere conseguenzemaggiori sull’occupazione. Riteniamoobiettivo strategico di una nuova Europa iprogrammi del Governo in merito agliinterventi relativi alla diffusione dellabanda larga e auspichiamo, sotto questoprofilo, una decisione del Governo in me-rito agli strumenti normativi ritenuti piùefficaci ed opportuni. È essenziale operarein Europa per un’effettiva armonizzazionedei diversi sistemi fiscali. Oggi le impreseitaliane devono sostenere un gap rilevantee penalizzante. Occorre fermare l’emigra-zione delle nostre imprese e far tornarequelle che se ne sono già andate. Occor-rono politiche attive per il trasporto sugomma: le imprese italiane del settoresono prevalentemente all’estero. Abbiamoperso oltre 10 miliardi – dico 10 miliardidi euro – solo di mancate accise. Strate-gica è la realizzazione del programmaTNT 2014-2020 e in quest’ambito, comeItalia, la definizione tratta internazionaledell’intera tratta Verona-Monaco di Ba-viera, in ordine alla realizzazione dellagalleria del Brennero e nel contempo,quale progetto unitario, delle relativetratte di accesso sul percorso Verona-Fortezza. Per questa ragione condividiamole comunicazioni rese dal Presidente delConsiglio e voteremo la risoluzione a mag-gioranza che abbiamo sostenuto come de-putati della Südtiroler Volkspartei e delPartito Autonomista (Applausi dei deputatidel gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Ar-tini. Ne ha facoltà.

MASSIMO ARTINI. Grazie Presidente.Signor Presidente del Consiglio, le facciosolamente una valutazione anche rispetto

alle comunicazione che ha fatto preceden-temente. Questa volta, soprattutto sullaparte riguardante l’immigrazione, non cisentiamo di rilevare alcun tipo di cambia-mento rispetto a quelle che sono state lecomunicazioni che lei fece già preceden-temente a maggio. Infatti, ad eccezione diun cospicuo incremento rilevato nel nu-mero delle navi che sono presenti nellamissione Mare sicuro e comunque presentinel canale di Sicilia, per il resto la situa-zione non è cambiata. In particolare, fac-cio riferimento al fatto che gli impegni chelei e il suo Governo si erano presi daportare in Europa circa la possibilità dicreare degli uffici nelle zone dove nascono,dove sono le sorgenti dell’immigrazione,dei rifugiati o di immigrati che vengonodall’Africa, non sono state per niente ap-plicate. Lei infatti questo passo oggi nonl’ha nemmeno riportato nelle sue comu-nicazioni. Noi lo ribadiamo nella nostrarisoluzione e chiediamo che questo impe-gno sia fondamentale nell’incontro a Maltaperché questa è la parte fondamentale diquesto tipo di azione in Europa. Noichiedevamo, e in questa parte il sottose-gretario ci ha riferito un parere contrario,l’armonizzazione di tutto quello che èl’assegnazione dello status di asilo e anchesu questo non si è vista alcuna novità.

Quelle che ci vengono fatte presentidall’Europa sono soluzioni tendenzial-mente peggiorative. Avevamo propostonella nostra risoluzione una soluzioneponderata per la riallocazione dei mi-granti, ma a parere del suo Governo,anche su questa parte siete contrari.

In più, siccome gli ambiti di questoConsiglio europeo sono molto più ampi,nessuno ha fatto riferimento al punto cheverrà trattato in merito al TTIP. Alcunedelle risoluzioni l’hanno verificato, ma mipreme far presente che anche questa voltatutti gli impegni del Governo sono contraria un ripensamento di quel Trattato eanche lei non l’ha preso nemmeno inconsiderazione, come qualcosa che devepassare per forza a livello europeo o negliStati.

Mi viene poi da pensare, sempre perquanto riguarda gli impegni su cui dovrà

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andare a trattare, quello che riguarda laparte dell’agenda digitale: è una partefondamentale, una parte per cui il Paesedeve profondamente cambiare, perché nonpossiamo perdere questo cavallo, perchéeffettivamente è l’unica cosa che ci per-metterà di avere sviluppo e progresso. Inmerito ci sono degli impegni precisi espero che la maggior parte di essi, come ilGoverno ha detto, siano già stati approvati.

Rispondo in ultimo alle richieste diriformulazione. Rispetto alle riformula-zioni proposte – e concludo, Presidente –mi preme definire, in dichiarazione divoto, anche rispetto alle altre risoluzioni,che accettiamo le riformulazioni, perchémi preme in particolare che venga portatain Europa con forza quella che è laprospettiva di politica europea di difesache si indica nell’ultimo impegno.

PRESIDENTE. Dovrebbe concludere,Artini.

MASSIMO ARTINI. Quindi, accetto leriformulazioni. Per le altre risoluzioni, ciasterremo su tutte, tranne che su quellepresentate dai gruppi MoVimento 5 Stellee Sinistra Ecologia Libertà (Applausi deideputati del gruppo Misto-Alternativa Li-bera).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto il collega Ma-razziti. Ne ha facoltà.

MARIO MARAZZITI. Signor, Presi-dente, Presidente del Consiglio, signorimembri del Governo, colleghi deputati, èin corso una forte tensione, anche simbo-lica, intraeuropea, che potrebbe segnareun pesante arretramento o, come l’Italia èimpegnata a promuovere, un’importantetransizione verso un Governo europeo piùcoeso e solidale, in linea con la necessitàdi innovazione, crescita economica, espan-sione della democrazia attraverso unamaggiore diffusione di accesso ai serviziprimari e alla giustizia sociale, in linea conla Carta di Lisbona, cioè con quell’articolo80 che fissa la solidarietà come temacentrale. Non solo solidarietà negativa, ma

solidarietà fortemente positiva oggi disat-tesa. Noi crediamo alla necessità di piùdemocrazia, espansiva e solidale, ma lademocrazia e la giustizia sociale non siallargano con la paura, come lei, Presi-dente del Consiglio, ha detto con chia-rezza. Molti degli impegni che riguardanoil Consiglio europeo dei prossimi giorniriguardano l’anima dell’Europa, l’essenzastessa dell’Europa, di fronte alla faticadella nascita di una politica dell’immigra-zione europea.

Il nostro gruppo, Per l’Italia-CentroDemocratico, ha sottoscritto, assieme allamaggioranza, una risoluzione impegnativaper il Governo e alcune considerazionisullo sviluppo e sul ruolo del nostro Go-verno sono state già espresse molto benedal collega Tabacci, ma oggi abbiamo ilsogno, la necessità, sì, di Stati uniti d’Eu-ropa, di una difesa europea, ma non si puòperdere oggi il treno di una politica eu-ropea dell’immigrazione. L’Italia sta eser-citando un ruolo particolare: è in primafila nel salvataggio di vite umane; è portaeuropea; svolge un’azione decisiva di ac-celerazione nei processi decisionali euro-pei; è stata portata, anche grazie all’azionedell’Italia, una convergenza importante traGoverno e Commissione europea conl’agenda condivisa; una sostanziale sinto-nia tra Timmermans, Juncker, Mogherini,Avramopoulos, impensabile pochi mesi fa;ma siamo a un passaggio decisivo. I mortinel Mediterraneo, i trafficanti umani e lecrisi di sistema dei confini del Nord Africae del Medio Oriente hanno tempi diversidall’Europa. Venticinquemilaventitré mortiaccertati dal 1990 ad oggi, ma una crescitainaccettabile, per la credibilità europea,negli ultimi tre anni. Ogni morto accertatone porta con sé uno o forse due maitrovati.

Almeno 50 mila morti è il risultatodella guerra nel Mediterraneo, senza cheuna politica europea dell’immigrazione,non dico una agenzia europea, sia ancoraseriamente partita. Sono giusti allora gliimpegni sul pacchetto di misure del-l’agenda europea sulla migrazione del 13maggio verso una gestione comune dellepolitiche migratorie, per trovare un ac-

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cordo sulla redistribuzione dei richiedentiasilo adeguato alla realtà e non solo sim-bolico, un riequilibrio europeo che nonlasci soli i Paesi di primo approdo, lanecessità di introdurre il mutuo ricono-scimento delle decisioni positive in chiaveoperativa, come previsto dal regolamentodi Dublino, ma tuttora non regolamentatoe inattivo. Siamo ben lontani dalla crea-zione della figura del rifugiato europeo.Dublino va cambiata, l’Italia può esseretrainante, ma serve tempo in questo pro-cesso di revisione, adesso che il 90 percento dei richiedenti asilo arriva in Eu-ropa in maniera irregolare e dopo viaggiterribili, al contrario di quando la Con-venzione di Dublino è nata. Essa è statafirmata quando il 90 per cento di essiarrivava regolarmente via terra e poi chie-deva asilo e protezione.

Ma ci dobbiamo chiedere cosa fare dipiù ! Anche a legislazione europea vigentemanca una parte nell’attuazione di Du-blino e di Schengen. Mentre le decisioninegative sono vincolanti per tutti, se uno èallontanato o non è fatto entrare da unoStato membro, non viene fatto entrare o èallontanato anche dagli altri, invece, seuno gode dello status di rifugiato o di altraprotezione sussidiaria da parte di unoStato membro, questo non vale ancoranegli altri Stati. Dobbiamo lavorare per lareciprocità positiva, dobbiamo lavorareper la solidarietà in senso anche positivoe permettere all’Europa di smettere diviolare se stessa, quel principio di solida-rietà attiva che è nella Carta di Lisbonaall’articolo 80.

Lo stesso vale, provo ad essere con-creto, per l’articolo 25 del regolamentocomunitario dei visti, nella parte che pre-vede la concessione di visti umanitari. Èun’altra strada per ridurre l’abnormità acui assistiamo, con i muri che vengonoevocati e che da Calais al confine unghe-rese si vogliono alzare o reintroducendo lefrontiere interne. Per questo, mentre com-prendiamo l’impegno al contrasto del traf-fico umano, sottolineiamo che nell’agendaeuropea su questo tema manca ancora laparte positiva e risolutiva. Ricordo cheanche il contrasto del traffico umano, gli

accordi bilaterali, diventano parole peri-colose quando si parte dalla realtà e larealtà sono Paesi che si chiamano Libia,senza un governo unitario legittimo rico-nosciuto dalle parti, Eritrea, Sudan, Siria.Rendere più difficili e dure le rotte, spessopuò diventare maggiore lucro per traffi-canti e organizzazioni terroriste e piùvittime. L’Italia può e deve aiutare l’Eu-ropa a non perdere nel Mediterraneo lasua credibilità, perché questo diventerebbela fine dell’Europa e il trionfo dei popu-lismi e degli egoismi nazionali.

Come fare ? L’immigrazione è un datostrutturale e non una emergenza, non sipuò affrontare con le semplificazioni po-puliste di chi amplifica la paura. Sessantamilioni di profughi nel mondo quest’anno,metà sono ragazzini, è un Paese fantasmagrande come l’Italia. Ogni minuto unafamiglia siriana è costretta a fuggire, eallora ? Attacchiamo i barconi ? Che fac-ciamo ? Sicuramente dobbiamo resisterealle tentazioni ignoranti e populiste di chipredica paura e disprezzo ! Chi dice, l’ab-biamo sentito, aiutiamoli a casa loro, stadicendo in molti casi: regaliamoli agliaguzzini di Daesh in Libia o agli oppres-sori in Eritrea, ai persecutori in Sudan, aimassacratori in Siria ! O, abbiamo ascol-tato, fermiamoli sul bagnasciuga – lo ave-vamo già sentito !

Chi dice rialziamo le frontiere, come laLega, ripetendo il mantra della signora LePen, sta dicendo: tutti gli immigrati chearrivano devono restare in Italia ! Perchéla Le Pen lo dice per questo, ma se lo diceuna forza politica italiana sta dicendoqualcosa di surreale, contro gli italiani econtro gli immigrati. Certo i rimpatri nonsono un tabù se necessari, se motivati, seesistono gli Stati dall’altra parte e non viè rischio di persecuzione e non vi sonoprofughi e perseguitati.

Signor Presidente del Consiglio nelquadro delle normative vigenti l’Italia puòindicare la strada. Il piano A e il piano Bcoincidono.

La differenza è se lo farà solo l’Italiaper prima, in compagnia di altri Paesieuropei o con l’appoggio di una larga partedell’Europa. Sinteticamente, search and re-

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scue con Triton, Frontex e tutte le opera-zioni del Mediterraneo, con una capacitàdi salvataggio pari almeno a Mare no-strum. Dobbiamo dire con chiarezza, inquesto Parlamento, ai nostri cittadini, aglieuropei, che salvare una vita umana ècostato solo 600 euro al mese: due caffè algiorno; relocation non solo come principioper 20 o 40 mila unità. Oggi sono3.600.000 i profughi siriani, un milione inLibano, uno in Giordania e gli altri traTurchia, Egitto ed Iraq, come se in Italiafossero 20 milioni. Invece, tutti i migrantiarrivati quest’anno, di ogni nazionalità,fino a ieri – lo ha ricordato lei – sono63.789. Moltissimi vorrebbero ricongiun-gersi alle reti parentali in altri Paesieuropei. L’Unione europea ospita poco piùdi 100 mila siriani: una eccezione sirianava proposta e creata in Europa.

Contro le morti nel Mediterraneo e iltraffico di esseri umani, vanno creati,secondo il buon senso, viaggi legali esicuri. La proposta di legge sulla disciplinaorganica del diritto di asilo che oggi ab-biamo presentato e che è stata incardinatain prima Commissione qui alla Camera,contiene soluzioni che vanno in questosenso. Partendo da progetti pilota, ancora,che possono diventare tipologici e conta-giosi, esemplari, per esempio il desk uma-nitario che Chiese evangeliche e Comunitàdi Sant’Egidio stanno approntando in Ma-rocco, che rappresenta un esempio e l’Ita-lia sta vedendo come fare. L’Italia puòintercettare i flussi prima della Libia, dalNiger al Sudan, e costruire la possibilità diricezione della domanda di protezione perun permesso umanitario e fare il viaggiosicuro. Ripristinare il meccanismo dellesponsorship, in questo modo permettendoanche i viaggi legali e la riunificazione aipropri familiari, anche in altri paesi. Vistiper motivi umanitari, per i siriani, comeaccaduto in passato per gli albanesi e gliex Iugoslavi. In questo caso, non c’è biso-gno della valutazione, di individuare lecommissioni: basta un decreto del Presi-dente del Consiglio. Gli stessi migrantipotrebbero inserirsi e lavorare o muoversiall’interno dell’Unione europea.

Concludendo, tutto questo è possibile, èil passo in più che manca, una volta chesi è capito che le migrazioni non sonoun’emergenza, ma un fenomeno struttu-rale del nostro tempo e l’Italia può aiutarel’Europa a non perdere la propria credi-bilità e la propria anima. Chi per primo inEuropa, sul pianeta, sarà capace di pre-disporre misure umane intelligenti, perprimo ne trarrà anche vantaggi non solooggi, ma anche nel ruolo internazionaledei prossimi anni e nelle aree di influenza.L’Italia può essere contagiosa (Applausi deideputati del gruppo Per l’Italia – CentroDemocratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevoleMaietta. Ne ha facoltà.

PASQUALE MAIETTA. Signor Presi-dente, signor Presidente del Consiglio,membri del Governo, sono ormai anni chein Italia si parla dell’emergenza emigra-zione e di come affrontarla e sono anniche siamo fermi e nulla è cambiato, aparte i nuovi scandali che ci rivelanotraffici e imbrogli di ogni genere dietrol’affare dell’emigrazione. E già, perché peralcuni è diventato un vero e proprio affaree questi soggetti certamente sono i primiche non vogliono che l’emergenza sia ri-solta, perché l’emergenza porta soldi. Maverrebbe da pensare che i signori dellatruffa legata all’immigrazione incontrol-lata non sono gli unici a trarne profitto,perché altrimenti non si spiega come siapossibile che nulla sia stato fatto sin quiper affrontare in modo efficace il pro-blema. Il Ministro Alfano ha da pocoavuto modo di dichiarare che il problemaimmigrazione in Italia è un problemastrutturale, ma con tutto il rispetto per ilMinistro non avevamo bisogno che lo ve-nisse a dire lui. L’Italia è in balia diun’immigrazione incontrollata da decennie gli sconvolgimenti politici che hannointeressato soprattutto l’Africa settentrio-nale, a partire dal periodo delle cosiddetteprimavere arabe e i conflitti che conti-nuano a insanguinare larga parte dei ter-ritori africani, peggiorano la situazione

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creando migliaia di persone disperatepronte a tutto pur di abbandonare i Paesiin cui vivono.

Milioni di profughi sono distribuiti nelmondo, è vero, ma questo nulla toglie alfatto che l’Italia, per il mero fatto dicostituire l’avamposto dell’Europa versoquella parte del pianeta, non debba esserelasciata sola nell’accoglienza e nella ge-stione di questo immane flusso di esseriumani.

Si continua a parlare di una maggiorecooperazione dell’Unione – e nell’Unione– rispetto al fenomeno migratorio. Aveterealizzato Mare Nostrum, spendendo mi-liardi dei nostri soldi per un’operazionecompletamente incapace di risolvere ilproblema. Avete poi cantato vittoria conl’annuncio dell’operazione Triton – an-ch’essa fallimentare – che sta determi-nando un ulteriore aumento delle morti inmare e che, di fatto, ha continuato ascaricare la questione tutta sulle spalledell’Italia, non appena i nostri « brillanti »partner hanno scaricato gli immigrati sal-vati con le loro preziose navi di nuovosulle nostre coste, affidandoli alla nostraaccoglienza, pagata con i nostri fondi, econtinuando ossequiosamente a rispettareil regolamento di Dublino.

Ora state sbandierando improvvisa-mente la presa di coscienza dell’Europa,una sua supposta assunzione di responsa-bilità, una presa in carico effettiva daparte sua del problema dell’immigrazione;ma anche questa volta state vendendofumo perché di fatto non solo più di unpaese sta dichiarando apertamente e fat-tivamente la propria contrarietà alla con-divisione dell’accoglienza, ma soprattutto,in ambito ufficiale, in questo Consiglioeuropeo l’unico risultato che si otterràsarà una redistribuzione su base volonta-ria di quarantamila migranti (oltretuttodilazionata in due anni). È sfumato quindil’ideale di una redistribuzione su base nonvolontaria che imponesse ai paesi membrila corresponsabilità degli immigrati.

Inoltre, ovviamente, non vi è nessunaccenno ad una modifica del cosiddettosistema di Dublino, il vero responsabiledella diseguaglianza profonda che anima

la gestione dell’immigrazione in ambitoeuropeo. Ci siamo sgolati per chiedere alGoverno di proporre una revisione diquesto sistema di Dublino. Abbiamo svoltointerventi, abbiamo parlato, abbiamoscritto e depositato mozioni, anche accoltedal Governo, ma nulla... Nulla perché –checché lei ne dica, Signor Presidente delConsiglio – il ruolo dell’Italia in Europa ètristemente poco importante e poco con-siderato, e neanche la presidenza di turnodell’Unione e neanche la nomina dellaMogherini all’incarico di rappresentanteper la politica estera hanno cambiatoquesto stato di cose.

Il problema è solo che non abbiamo piùtempo. Non abbiamo più tempo per ivenditori di fumo. Non abbiamo più tempoper le false promesse dell’Unione europea.Abbiamo bisogno di un piano coordinato eserio per gestire l’immigrazione e peraiutare queste persone anche a ricongiun-gersi con i parenti che le aspettano in altriPaesi europei. Abbiamo bisogno di stru-menti per combattere i trafficanti dimorte, sempre più crudeli e responsabilidi centinaia di morti, e distruggere leimbarcazioni che utilizzano. Abbiamo bi-sogno dell’aiuto delle organizzazioni inter-nazionali per creare delle strutture neiluoghi di partenza dei barconi, che pos-sano effettuare una valutazione circa lavalidità delle richieste di protezione inter-nazionale avanzata dalle persone che vo-gliono venire in Europa. Abbiamo bisognoche l’Europa mantenga la parola data e siimpegni davvero ad aiutare il nostro Paesead uscire dall’emergenza e ad aiutare imigranti.

E seppure dubitiamo – signor Presi-dente del Consiglio – che lei abbia l’au-torità per affermare le nostre richiestedinanzi al Consiglio europeo, è di questoche l’Italia ha bisogno (Applausi dei depu-tati del gruppo Fratelli d’Italia – AlleanzaNazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto il deputato Fe-driga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. GraziePresidente. Devo dire che oggi il Presidente

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del Consiglio mi ha spiazzato; il suo di-scorso mi ha decisamente spiazzato... Disolito siamo abituati a contestare e con-futare le balle che viene a raccontare inquesto Parlamento, o in qualche talk showtelevisivo. Invece, oggi ci ha presentato unarelazione che rappresenta il nulla piùassoluto: non una soluzione, non unaproposta, niente di concreto. Lei ha citato,Presidente, una cosa molto grave conestrema leggerezza: ovvero il cosiddettodocumento dei quattro presidenti. Un do-cumento che – nelle intenzioni del docu-mento stesso – toglierà sovranità ai Paesi,ai Governi nazionali e alle scelte demo-cratiche che compiono durante le elezionii cittadini di ogni paese europeo (Applausidei deputati del gruppo Lega Nord e Auto-nomie – Lega dei Popoli – Noi con Sal-vini).

Lei oggi ha fatto finta di nulla, come senon sapesse – mi auguro invece che losappia – che l’intenzione europea è quelladi costringere i cittadini di questa Europaa vivere sotto un governo di tecnocrati,non eletti da nessuno, al soldo di qualchefinanza internazionale, molto potente mapoco consistente nei numeri e nel con-senso.

Presidente, lei è riuscito, da Paese cheha il massimo storico di disoccupazione, ilmassimo storico di disoccupazione giova-nile, il massimo storico di debito pubblicoe in cui siamo stati per la prima volta indeflazione da cinquant’anni, a fare lamorale alla Grecia. È una situazione im-barazzante oggettivamente, considerandooltretutto che se lei fa questo si tramutasemplicemente in servo sciocco dell’Eu-ropa. È un servo sciocco che non va acontestare le politiche europee portateavanti proprio in Grecia con la Trojka, chehanno portato a politiche di lacrime esangue per i cittadini greci e ad un au-mento dal 120 al 180 per cento del rap-porto debito/PIL greco (quindi, un falli-mento su tutti i fronti). Lei, invece diandare e contestare e a dire che questepolitiche europee del rigore sono sbagliate,anche verso la Grecia, e che bisognaandare verso una politica dello sviluppo,oggi è venuto a fare l’ottimo portavoce di

qualche burocrate di Bruxelles, che vuoleaffamare i nostri cittadini per aiutarequalche grosso finanziere (Applausi deideputati del gruppo Lega Nord e Autonomie– Lega dei Popoli – Noi con Salvini).

Ma adesso entriamo, Presidente, sultema principale di questo dibattito, ovverola questione immigrazione. Lei oggi ci haraccontato che non c’è nessun problema,che il problema è di quei cittadini che silamentano e – cito le sue parole – che« sono isterici ed egoisti ». Lei oggi, Presi-dente, ha detto che non esiste alcun tipodi problema sanitario legato all’immigra-zione. Lei oggi ha detto che non dobbiamoguardare alla situazione presente all’in-terno del nostro Paese, ma guardare cosasuccede negli altri Paesi, volare alto. Lei ciha detto che le politiche portate avanti daquesto Governo sono le migliori e chel’Europa ci seguirà sulle nostre scelte.

Questa intanto – le ricordo – è l’en-nesima volta che ce lo racconta. Quando èiniziata Triton ricordo le dichiarazionientusiastiche del Governo, di diversi rap-presentanti del Governo, lei compreso, chedicevano: « Finalmente l’Europa c’è e simuove ». Dopo, con le quote, è tornatodicendo: « Finalmente l’Europa c’è e simuove ». Dopo, con l’ultima missione perquanto riguarda gli scafisti, con le nuovenavi presenti nel Mediterraneo, ha detto:« L’Europa c’è e si muove ». Si tramutano,tutti questi suoi annunci, nel nulla piùassoluto. Io, invece, la vorrei riportare allarealtà. Le vorrei chiedere di non umiliarequei cittadini che vivono quotidianamentele nostre città. Faccia un giro nella sta-zione Tiburtina di Roma, a Milano, alparco Moretti di Udine, oppure vada avedere l’ex villaggio olimpico di Torino eveda qual è la situazione di degrado e diallarme sociale (Applausi dei deputati delgruppo Lega Nord e Autonomie – Lega deiPopoli – Noi con Salvini).

Presidente, la colpa non è della LegaNord, che denuncia l’allarme sociale chestate portando avanti con queste politicheo non politiche sull’immigrazione, ma dichi queste politiche le porta avanti, e sietelei e il suo Governo. Presidente, io lericordo che i cittadini non sono egoisti e

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isterici; semplicemente sono esasperati.Sono esasperati da un lavoro che non c’èe da un welfare che sta scomparendo evedono, nel mentre, che vengono regalati1.350 euro al mese per ogni clandestinoaccolto. Forse il vostro buonismo – l’ab-biamo capito con qualche giorno di ri-tardo – non è semplicemente dei beidiscorsi da salotto, che vi piace fare perfare vedere che siete vicini e terzomondi-sti, ma è un buonismo che nasconde deiportafogli pieni, che magari finanzianoqualche campagna elettorale, casi che ab-biamo visto con « Mafia capitale » e CARAdi Mineo (Applausi dei deputati del gruppoLega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli– Noi con Salvini).

Però, forse ha guardato qualche son-daggio, Presidente del Consiglio, qualchesondaggio che dice che le vostre politichesull’immigrazione fanno crollare il con-senso suo e del suo partito. Allora, oggi ciè venuto a dire che non è poi così con-trario ai rimpatri forzosi, ovvero alleespulsioni dal Paese. Intanto, mi dispiace,sembra banale dirlo, ma le ricordo chesiamo da diversi mesi, se non anni, chericordiamo al Governo che questa è unapolitica da portare avanti, ma lei e la suamaggioranza, quando lo dicevamo, ci tac-ciavate di essere xenofobi, razzisti, intol-leranti, persone che non guardano al fu-turo, che non vedono l’importanza dell’im-migrazione.

E poi, Presidente del Consiglio, io lericordo che le sue dichiarazioni, comesempre, sono molto lontane dalla realtàdelle politiche che porta avanti il suoGoverno. Infatti, voi, se non lo sapesseglielo dico io, se è stato poco attento alleleggi che avete portato e fatto approvare inquesto Parlamento, avete annullato nellasostanza il Fondo rimpatri, da 100 milionia 4 milioni di euro; nella sostanza nessunopuò essere rimpatriato. Lei può dire che èd’accordo, ma i soldi li ha tolti. Voi aveteapprovato la delega per l’eliminazione delreato di immigrazione clandestina, e, comesa anche – mi auguro – il sottosegretarioGozi, se non c’è reato penale, non si puòprocedere all’espulsione, come prevede ladirettiva rimpatri.

Voi avete intasato i tribunali, altro cheil reato di immigrazione clandestina inta-sava i tribunali, quelli andavano dal giu-dice di pace, ma con i ricorsi per i dirittid’asilo, soltanto il tribunale di Milano èpassato da 20 ricorsi nel 2013, a 630 nel2014, e si parla di 3.500 ricorsi nel 2015.Voi avete chiuso, nella sostanza, quasi tuttii CIE e ridotto la permanenza negli stessi.Cosa significa ? Meno è la permanenza, e,quindi, non c’è tempo di riconoscere ilclandestino e, dunque, non si può effet-tuare l’espulsione (Applausi dei deputati delgruppo Lega Nord e Autonomie – Lega deiPopoli – Noi con Salvini).

Una politica fallimentare su tutti ifronti, però in tutto questo, come suosolito, ha detto: ma non è colpa mia, ècolpa di chi c’era prima, senza però en-trare nel dettaglio. Ha detto: no, io nonvoglio parlare di chi c’era prima. Ebbene,gliene parlo io, Presidente del Consiglio:nel Governo che ha preceduto quelli noneletti, ovvero quelli, Monti, Letta e Renzi,ovvero quelli non eletti dai cittadini, ilMinistro dell’interno si chiamava MinistroMaroni. Il Ministro Maroni aveva fattocrollare gli sbarchi nel Paese portandoli a4 mila in un anno e a venti morti in mare.Ricordiamo i morti in mare con il vostroGoverno. Capisco che è un paragonedrammatico, però è un paragone fatto coni numeri della realtà. E persino durante lePrimavere arabe, con il Ministro Maroni,che vedevano molti Paesi in un conflitto diguerra civile – pensiamo soltanto allaTunisia e all’Egitto – gli sbarchi eranostati un terzo rispetto allo scorso anno. Ilparagone con quest’anno sarebbe ancorapiù infelice nei vostri confronti. E poiparliamo liberamente e giustamente diDublino. Dublino firmato nel 1990, nel2003 e nel 2013, quindi dal Governo Letta,e nel 2003 con il Ministro Pisanu. Quindi,quando va in televisione, che a lei piace,Ministro, le ricordo che nel 2003 Maroninon era Ministro dell’interno. Ma dettoquesto, nel 2003 gli sbarchi erano 13 mila.Dublino serviva proprio a difendere ilnostro territorio dall’arrivo di clandestinida altri Paesi europei che avevano confinicolabrodo, confini colabrodo che adesso

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ha il nostro Paese, ed è un problemanazionale (Applausi dei deputati del gruppoLega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli– Noi con Salvini). Voi avete aperto lefrontiere indiscriminatamente e, se qual-che altro Paese dice di no ai clandestini,non si può accusare che sia un Paesecattivo e crudele; è un Paese che vuoledifendere i propri cittadini, a differenzavostra, che invece fate entrare chiunque. Inumeri ci dicono che chi ha diritto al-l’asilo politico – e concludo Presidente –e scappa veramente da una guerra sonouna grande minoranza. Chi, invece, qui èun clandestino, che voi tenete sul territorionazionale. Caso emblematico è la personacon decreto di espulsione, presente a To-rino, che ha violentato una donna disabile,e voi non l’avete espulso. Altro che rim-patri !

PRESIDENTE. Deve concludere, collegaFedriga.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Concludo,Presidente, vado veramente alla fine. Devosolo sottolineare l’ultima e velocissimacosa. Il Presidente Renzi ha detto: siamoin grado di fare da soli. Se siete in gradodi fare da soli, cosa avete fatto finoadesso ? Significa che non eravate soltantoincompetenti per affrontare la situazione,ma siete colpevoli e collusi con coloro chehanno portato all’invasione del nostroPaese, e si chiamano scafisti, e si chia-mano organizzazioni criminali e si chiamamafia. Se voi potete farlo e non lo fate,siete omertosi e siete collusi.

PRESIDENTE. La ringrazio.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiudo ve-ramente, Presidente.

PRESIDENTE. È oltre il minuto.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiudo ve-ramente, una frase.

PRESIDENTE. Telegrafico.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Quindi,Presidente, la invito veramente a cambiarestrada. Guardi che noi siamo disposti acollaborare, però vogliamo collaboraresulla concretezza e non sulle illusioni e lepromesse, perché dopo non deve subirla laLega la disillusione, ma la devono subire icittadini di questo Paese, che stanno vi-vendo un dramma economico, che lei nonrisolve e continua a negare (Applausi deideputati del gruppo Lega Nord e Autonomie– Lega dei Popoli – Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto la deputata Gal-gano. Ne ha facoltà.

ADRIANA GALGANO. Signor Presi-dente, Presidente del Consiglio, Ministri eonorevoli colleghi, io inizio, a differenzadell’oratore che mi ha preceduto, con unaventata di ottimismo. In effetti è vero, perla prima volta l’Italia non è sul banco degliimputati e questa è una grande e bellanotizia. Io voglio anche ringraziare il Pre-sidente del Consiglio per il riconoscimentoche ha fatto al Parlamento, perché ce lomeritiamo. Abbiamo fatto un gran lavoro,ce n’è altrettanto da fare, perché in realtàa maggio la Commissione europea ci hainserito nei cinque Paesi che hanno ancoradegli squilibri eccessivi e quindi siamo arischio apertura di procedura di infra-zione.

Cosa ci consiglia la Commissione euro-pea ? Ci raccomanda di lavorare sullaproduttività del lavoro e questo è un puntomolto importante e questo punto moltoimportante significa innovazione ed eco-nomia digitale. Noi dobbiamo essere con-sapevoli che in questo momento in Europaaltri Paesi stanno lavorando a pieno ritmosu questo, andando oltre anche quello chesta facendo la Commissione europea, per-ché i quattro Ministri tedeschi hannocontattato quattro commissari dell’Unioneeuropea per sottoporre il tema dell’econo-mia digitale. In Germania al primo puntodell’agenda politica c’è l’industria manifat-turiera 4.0, ovvero un modello digitaleapplicato alla manifattura. Ministro dellosviluppo digitale e dell’economia tedesco e

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francesi stanno lavorando su questi temi,noi dobbiamo essere presenti sui tavolieuropei e dobbiamo essere presenti sultema. Noi chiediamo aiuto al Presidentedel Consiglio per la parte culturale chesottiene a tutto questo, perché, cari colle-ghi, ci dobbiamo dire che anche chi nelPaese e chi nel Parlamento dice che pri-vilegia all’innovazione il profumo di unfoglio di carta sta inconsapevolmente con-dannando il nostro Paese ai margini del-l’economia sviluppata e questo lo dob-biamo ripetere molto forte. Una cosa chechiediamo al Governo è di essere veloceper quanto riguarda l’attuazione dei de-creti che servono ad attuare il piano perla banda ultralarga, perché da una parteè cultura, da un’altra parte è struttura eda un’altra parte ancora è immaginare unmondo diverso, e su questo noi ci dob-biamo stare.

PRESIDENTE. Per favore, liberare ibanchi del Governo. Collega, per favore, ibanchi del Governo.

ADRIANA GALGANO. L’altro puntoche ha trattato il Presidente del Consiglioè stata l’innovazione per quanto riguardal’Agenda di Lisbona, cioè sull’innovazionel’Europa in questo momento ha fallitol’obiettivo e io dico, certo che ha fallitol’obiettivo, come facciamo a raggiungerel’obiettivo quando abbiamo l’obiettivo in-novazione e dall’altra parte il 70 per centodelle risorse sono ancora destinate all’agri-coltura ? Se non prendiamo atto che aobiettivi devono corrispondere strumentinon andiamo lontani. A questo punto miaggancio a un’altra delle raccomandazioniche ci fa l’Europa, che è quella di farpartire velocemente l’Agenzia per la coe-sione. L’abbiamo approvata nel 2013, dopodue anni non è ancora partita, siamotroppo lenti, deve partire velocemente per-ché usare i fondi europei, usarli bene,usare Horizon è una priorità di questoPaese. A questo punto un’altra osserva-zione sui tempi dell’Europa, perché non èsolo l’Italia ad essere lenta, è lentissimal’Europa, perché dopo due anni che noi inCommissione chiediamo di rivedere le re-

gole per l’utilizzo dei fondi europei, vieneannunciata una Commissione di studio chesi dà come obbiettivo temporale per mi-gliorare le regole di utilizzo dei fondi treanni.

Noi dobbiamo dire all’Europa che treanni sono troppi. Altro punto importanteè il fatto che stiamo per avviare unpercorso con tempi definiti in cui avremofinalmente un’unione economica, finanzia-ria e di bilancio. Volevo rassicurare ilcollega che ha parlato prima, che, eviden-temente, ha letto solo una parte dellacomunicazione, perché tutto questo per-corso deve avvenire con piena legittimitàdemocratica. Quindi, le sue preoccupa-zioni non hanno ragione di esistere. Noichiediamo che, però, su questo tema, sic-come è vero che noi rinunceremo a por-zioni di sovranità, si lavori in strettoraccordo con il Parlamento e con le Com-missioni parlamentari che hanno il com-pito di occuparsene, perché è veramente iltema del futuro.

Legato a questo, vi è il discorso dellenormative: leggendo le proposte dei 4+1,Presidente, si legge che non cesserà questaproduzione di normative. Su questo dob-biamo vigilare, perché sicuramente l’Eu-ropa deve diventare più snella rispetto alleregole. Infatti, uno dei problemi dell’Eu-ropa e dell’Italia è sicuramente l’aggraviodi costi che un eccesso di normazioneprovoca in tutti i settori.

Infine – e qui mi rivolgo al sottosegre-tario Gozi, e lo faccio con tutta la stimache ho per lui – voglio ricordare l’impegnoche noi di Scelta Civica abbiamo messo inXIV Commissione per chiedere, per dueanni, una valutazione di impatto perquanto riguarda la decisione di aderire albrevetto europeo. Non lo abbiamo fattoper torturare il Ministero dello sviluppoeconomico; lo abbiamo fatto perché pen-siamo che una cosa che l’Italia deve mi-gliorare siano i dati e i fatti su cui prendele decisioni e su cui negozia in Europa.

Avere una valutazione di impatto, unnucleo di persone che faccia valutazioni diimpatto su cosa significa prendere deter-minate decisioni e che possa aiutare acostruire le posizioni dell’Italia in Europa,

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è assolutamente indispensabile. Quindi, larassicuriamo: su questo punto noi conti-nueremo ad insistere. Concludo, dichia-rando il nostro voto favorevole alla riso-luzione della maggioranza (Applausi deideputati del gruppo Scelta Civica per l’Ita-lia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto il collega Scotto.Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO. Grazie, signor Pre-sidente. Signor Presidente del Consiglio, leiè stato un sindaco, un amministratorelocale, e una delle funzioni principali dichi governa il territorio è fare il pianoregolatore. Oggi la sfida che abbiamo difronte a noi è esattamente questa: fare ilpiano regolatore dell’Europa. Non è unfatto tecnico, è una scelta squisitamentepolitica. Un territorio privo di piano re-golatore è preda di speculatori, di abusi-visti, di affaristi; non è vivibile e non hauna prospettiva di sviluppo duratura, nésostenibile. È un luogo difficile nel qualeabitare.

Oggi quell’utopia che ha attraversatogenerazioni, che ha portato l’Italia a scom-mettere sul sogno europeo, sembra infran-gersi davanti a un’Europa che non riescea darsi regole comuni o si dà regolesbagliate, e che sceglie di condividere unacosa: erigere muri.

Signor Presidente del Consiglio, forselei oggi avrebbe dovuto presentarsi qui conuna cartina, magari dandola anche adalcune forze che negano l’evidenza. Guar-diamo cosa è oggi l’Europa: l’Europa chenoi immaginavamo di costruire è un in-sieme di muri e di fili spinati.

C’è l’Ungheria, un Paese bellissimo, unPaese che si era ribellato prima degli altria un comunismo che aveva abbandonato esmarrito la strada delle riforme e che fuinvasa dall’Unione sovietica. Oggi, l’Unghe-ria alza il muro con la Serbia, un filoospitato per 200 chilometri. Poi c’è il muroche stiamo alzando nel Mediterraneo, quelmuro che vorrebbero i colleghi della Legae loro sanno benissimo perché questoaccade: non perché c’è un’invasione, per-

ché i numeri sono chiari, sono meno di unanno fa, ma perché dentro quel Mediter-raneo sono aperte le contraddizioni chevive la nostra Europa. Cari colleghi dellaLega, quelle persone scappano dalle guerreche molto spesso abbiamo determinato noi(Applausi dei deputati del gruppo SinistraEcologia Libertà) e la scelta che dovremmofare non è semplicemente quella di erigeremuri, ma sarebbe quella di disarmare unMedio Oriente all’interno del quale sonoarrivate armi che abbiamo venduto noicon le nostre aziende e con i nostrisporchi traffici (Applausi dei deputati delgruppo Sinistra Ecologia Libertà). Poi cisono i muri che legano la nostra Europa,il nostro confine naturale, quel muro diVentimiglia, quegli scogli nei quali sonostate abbandonate persone che scappa-vano dalle guerre. Lei ha detto oggi unaparola che mi ha colpito molto, mi hafatto riflettere: anche a sinistra c’è bisognodi capire che la parola « rimpatrio » èimportante. Vede non vorrei che la parola« rimpatrio » facesse rima con la parola« respingimenti » è un concetto che alludead altro. Allude a scelte coattive e aviolazione di diritti umani. Ma voglio se-guirla sulla sfida. « Rimpatrio », ma qualepatria ? Quale patria hanno i ragazzi cheabbiamo incontrato nella stazione di Mi-lano, che in Siria sono costretti a sceglieretra Assad e l’ISIS ? Quale patria hanno iragazzi dell’Eritrea, che sono costretti adessere reclutati a 14 anni dalla leva ob-bligatoria di una dittatura con cui, almeno,dovremmo avere il buon gusto di romperetutte le relazioni diplomatiche ? Quale pa-tria hanno i ragazzi e le ragazze del-l’Africa subsahariana, gli ecoprofughi,quelli che scappano non solo dalla fame edalle guerre, ma da quei cambiamenticlimatici di cui diciamo sempre che cioccupiamo, ma non facciamo mai nulla(Applausi dei deputati del gruppo SinistraEcologia Libertà) ? Allora il tema sta qua,la sfida di un’Europa che decide di cam-biare sta su questo. Per cui dobbiamocapirci sulle parole, perché altrimentihanno un significato diverso. E poi dob-biamo capirci su cosa fare su quel pianoregolatore per l’Europa. A me hanno in-

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segnato che un uomo politico può sceglieredue strade: o le piccole ambizioni, o legrandi ambizioni. Le piccole ambizioni,molto spesso, determinano scelte che sonopericolose per sé e per gli altri. Le grandiambizioni sono quelle di chi decide diprendere il toro per la corna e aggredireil problema. Mi sembra che Matteo Renzi,oggi, in questa Camera, abbia svolto piùuna funzione di commentatore, piuttostoche di attore. Allora, se non va bene ildisegno dei quattro Presidenti, bisognarivoltarlo come un calzino e mettere noi alcentro un’idea di Europa diversa. Si spre-cano gli stati generali, avete addiritturaannunziato gli stati generali sulla scuola aluglio, poi avete scelto di mettere la fiduciae avete azzerato quell’intuizione. Facciamogli stati generali dell’Italia per la riformadella governance europea e facciamo unascelta chiara sulla Grecia.

Ho sentito consigli che vengono dispen-sati, tutti utili, e addirittura citazioni coltein latino: amicizia e verità. Benissimo:quale amicizia abbiamo praticato nei con-fronti di Alexis Tsipras ? Non possiamosemplicemente dire: noi abbiamo fatto icompiti a casa, fateli come noi. C’è unapiccola differenza ed è la domanda prin-cipale che dovrebbe assillare le classi di-rigenti europei: si chiama voto democra-tico. I cittadini greci hanno votato unprogramma e quel programma chiedeva dirinegoziare i debiti e di mettere fine allapolitica dell’austerità. O l’Europa riprendequesta bussola o rischia di essere soltantosottoposta al giudizio inappellabile di unpezzo di nomenclatura che, tra il voto deicittadini e i parametri, scegli i parametrie fa morire la povera gente (Applausi deideputati del gruppo Sinistra Ecologia Li-bertà).

E dobbiamo dire una cosa chiara: laverità significa fallimento delle politichedell’austerità. E quando c’è quella verità,io preferisco scegliere tra chi cerca un’al-tra verità piuttosto che chi ha veritàassolute, i dogmi degli scienziati del rigoreche hanno portato questo Paese ad avere2 mila 200 milioni di euro di debitopubblico, nonostante tagli, tasse, sacrificied età pensionabile più alta d’Europa.

Allora questa è la scelta da mettere incampo, è la svolta che viene chiesta datutti quanti noi, è quella svolta che persinodalle raccomandazioni dell’Europa ci ar-riva, dal Country Specific Recommenda-tions. L’Italia ha registrato un tasso –scrivono – di aumento di povertà e diesclusione tra i più alti dell’Unione euro-pea, con impatto particolare sui bambini.Quando questo accade e aumenta la for-bice della disuguaglianza, la sinistra, inItalia come in Europa, aggredisce quelproblema. E invece io ho ascoltato parolemolto spesso anche sbagliate, fra le qualianche quella di liquidare un tema enormecome il reddito di cittadinanza come an-ticostituzionale. Signor Presidente, si vadaa leggere l’articolo 38 della Costituzione(Applausi dei deputati del gruppo SinistraEcologia Libertà), che dice che lo Statodeve intervenire laddove ci sono assenze diopportunità di lavoro e ci sono aree larghedel Paese che vivono questa difficoltà.

Io sono per accettare la sfida in Europae aprire una nuova stagione. Ma deveessere chiara una cosa al Partito Demo-cratico e a tutto il socialismo europeo: lepolitiche di austerità sono il carburanteche alimenta la crescita del peggior popu-lismo e del peggior leghismo. O noi sce-gliamo un’altra strada o l’Europa diven-terà una gabbia e diventerà un’altra cosarispetto a quella che abbiamo immaginatoe rispetto a quello che una generazioneaveva provato a costruire e che oggi noi,voi, state distruggendo (Applausi dei depu-tati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà –Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto il collega Lupi.Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI. Signor Presidente,onorevoli colleghi, signor Presidente delConsiglio, una crisi come quella in cuisiamo immersi e da cui stiamo tentando diuscire da molti anni è una crisi profonda.Non dobbiamo dimenticarcelo e, pur-troppo, signor Presidente del Consiglio esignori onorevoli colleghi, ce ne dimenti-chiamo spesso ed è la dimostrazione dei

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tanti dibattiti in cui ci confrontiamo. Que-sta crisi ci costringe a tornare alle que-stioni fondamentali, perché le questionifondamentali esigono risposte che, comediceva Hannah Arendt, scaturiscano dal-l’esame diretto dei problemi che dobbiamoaffrontare. Se invece a guidarci sono ipreconcetti e i pregiudizi – diceva semprela Arendt – i nostri tentativi di soluzioneaggraveranno la crisi, trasformandola intragedia.

Noi quello che abbiamo tentato di farein questi anni è stato esattamente questo:affrontare i problemi diretti, affrontarlicon serietà ed evitare che questi problemidiretti e questa crisi potessero trasfor-marsi in tragedia. C’è una crisi economicae il Presidente del Consiglio oggi lo haripetuto al Senato e alla Camera, dicendoche si iniziano a vedere i primi segnipositivi di uscita da questa crisi econo-mica.

È un dato oggettivo, per la prima volta,è vero. Quante volte ci siamo incontrati econfrontati qui in Parlamento nel rap-porto con il Consiglio europeo e prima delConsiglio europeo. È la prima volta in cuil’Italia non è sul banco degli imputati. C’èuna crisi economica da cui stiamouscendo. Lei ha citato il suo discorso e ilsuo confronto con il Parlamento di unanno fa. Forse pochi di noi si ricordano,o troppi se ne sono dimenticati, che allora,prima dell’inizio della nostra presidenzadel Semestre italiano, la vera sfida erasostituire alla parola « rigore » la parola« crescita ». Perché la parola « rigore » e laparola « crescita » non erano soltanto delleparole vuote, ma rappresentavano esatta-mente lo specchio di una realtà che nonpoteva più vivere nel rigore e che avevabisogno, per riportare al centro i cittadini,le famiglie e le imprese di un Paese, ditornare a guardare al futuro tornando acrescere. E questa doveva essere l’agendadell’Europa. Oggi, a distanza di un anno,quella parola « crescita » è diventata iltema di confronto, il tema di un’azionemolto concreta all’interno dell’Europa – epensiamo al Piano Juncker – ed è diven-tata anche la sfida su cui il Governo, atorto o a ragione, con giudizi positivi o

negativi, si sta confrontando. Noi abbiamosostenuto con coraggio, signor Presidentedel Consiglio, il piano delle riforme. Ab-biamo insistito perché venissero superati iconservatorismi di destra e di sinistra –soprattutto di sinistra, me lo lasci dire –che si opponevano a una vera riforma dellavoro. Abbiamo insistito perché si can-cellasse quella vergogna della tassa sullavoro contenuta nell’IRAP, liberando cosìrisorse per la crescita. Amici del centro-destra: quanti anni, quante discussioni,quante battaglie abbiamo fatto perché sieliminasse quella tassa dell’IRAP sul la-voro, che era una vergogna ? Perché unavolta che c’è un fatto, un fatto positivo,non lo riconosciamo come un fatto posi-tivo ed iniziamo, partendo da lì, a solle-citare affinché ancora di più la dimensionedella pressione fiscale possa cadere ? Que-sto vuol dire partire da una crisi e nonavere un pregiudizio, partire da una crisie aver voglia di risolverla perché al centrodella nostra azione, con tutte le nostrediversità, ci sono le famiglie, le imprese ele persone. C’è una crisi economica, ma c’èanche una seria emergenza immigrazione,tuttavia agitarla in maniera demagogicacome uno spauracchio alimenta solo l’in-sicurezza, l’incertezza e la paura, chepossono innescare meccanismi di egoismo,di chiusura, di trinceramento e di difesadel proprio particolare sino a sfociarenell’odio, che è la negazione della nostranatura di italiani e di europei, il contrariodella nostra storia e della nostra realtà.Bisogna avere il coraggio di dirlo, bisognaavere il coraggio di affermare questo per-ché il ruolo della politica – della politicacon la « P » maiuscola – è guidare, èindicare una strada, è dare una direzione.E, come ha detto il Presidente del Consi-glio denunciando la mancanza in Europa,è dare un sogno, una prospettiva, perchéè il futuro quello che noi siamo chiamatia costruire, e non un giudizio sul passatoo il rimpiangere cose che non abbiamofatto. La sfida che abbiamo è questa. Cosìil Parlamento e le istituzioni possono tor-nare ad essere centrali e recuperare lafiducia dei cittadini. Allora, solo la dura etestarda realtà dei fatti contro la realtà

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percepita è la strada indicata anche nel-l’affrontare l’emergenza immigrazione,avendo il coraggio di dire i fatti e non disottovalutarli. Ieri il Ministro dell’internoAlfano, nel corso della sua audizionepresso Senato, ed oggi l’ha ripresa ilPresidente del Consiglio, ha parlato difatti, drammatici certo, ma di fatti: 59.606migranti nel corso di 428 eventi di sbarco.In tutto lo scorso anno sono stati 170 milain un Paese di 60 milioni di abitanti. InTurchia – questi sono i fatti – in tre annisono arrivati due milioni di profughi. InLibano, un Paese di quattro milioni diabitanti, si sono rifugiati due milioni disiriani, che non sono immigrati clande-stini, ma persone e popoli che scappanoperché possono essere uccisi, perchéhanno paura per i propri figli o perchévogliono avere una speranza verso il fu-turo. Allora, guardiamo la realtà in facciae chiamiamo le cose con il loro nome. C’èun’emergenza umanitaria rispetto allaquale dobbiamo rispondere per quello cheè: uomini e donne da salvare in mare,intere famiglie in fuga da situazioni diguerra e di persecuzione. Non si discute: èun imperativo morale che, se non assolto,metterebbe in serio dubbio la nostra uma-nità, il nostro senso di accoglienza, l’im-peto di solidarietà che ha costruito questoPaese e che ha costruito l’Europa stessadopo la tragedia delle guerre.

Dire che c’è un’emergenza umanitarianon vuol dire negare che esiste un pro-blema, diverso dall’emergenza umanitaria,diverso dal tema che stiamo affrontando,che è quello, dopo il dramma del lavoro,dopo la questione e la sfida della crescita,della sicurezza del nostro Paese. E lasicurezza del nostro Paese deve essereaffrontata seriamente, sia se chi mette ingioco la sicurezza delle nostre famiglie edei nostri cittadini è un italiano, sia se èun immigrato clandestino o un romeno,perché non si può violare il diritto allasicurezza dei cittadini e non si può violareil diritto alla sicurezza delle famiglie.

Lei domani, signor Presidente del Con-siglio, sarà al Consiglio europeo. L’Europasu questo punto, mi perdoni, ma lo hadetto anche lei in maniera molto velata, è

stata abbastanza deludente. Sembra nonvoler capire che il suo atteggiamento neiconfronti dell’emergenza umanitaria che ilnostro Paese deve affrontare può sologenerare esasperazione e antieuropeismodi bassa lega. Soprattutto sembra noncapire che, di fronte a questa sfida, comesempre nella storia si gioca la sua identitàe il suo ruolo sulla scena internazionale.L’Europa è nata intorno a poche grandiparole, come persona, lavoro, progresso,libertà, sicurezza e diritto. L’unità europeaha risposto, attraverso la concretezza del-l’economia e dell’aiuto allo sviluppo, albisogno di sicurezza dei popoli europeidopo la tragedia di due guerre mondiali.Oggi sembra aver dimenticato questastrada, a meno che oggi, come nel 1915 enel 1940, pensiamo che la soluzione deiproblemi dell’immigrazione sia la guerra.L’Europa oggi necessita di una nuovaconsapevolezza. Di sé le ragioni del pas-sato non bastano. Le ragioni di un’unione,se non si rinnovano, non lasciano le cosecome sono, ma le fanno regredire. L’Eu-ropa deve decidere che cosa vuole fare dagrande. Non possiamo stare insieme soloper lo spread. Se decidiamo di stare in-sieme, dobbiamo farlo. Questo ci muove.Certamente, come ha detto il Presidentedel Consiglio, potremmo fare da soli, masappiamo che affrontare da soli questaemergenza è una debolezza, non innanzi-tutto per l’Italia, ma è una debolezza perquel progetto di Europa in cui noi ab-biamo creduto.

Signor Presidente del Consiglio, so chele piace Chesterton e credo che qualcunoin Europa possa anche conoscerlo dei suoicolleghi dove andrà domani alla riunionedel Consiglio europeo. Ebbene, questo ge-niale scrittore inglese del secolo scorsodiceva una cosa che deve fare moltoriflettere noi, ma fare molto riflettereBruxelles: nessuna catena è più forte delsuo anello più debole. Ripeto: nessunacatena è più forte del suo anello piùdebole. L’Italia, di fronte all’arrivo di mi-gliaia di profughi sulle nostre coste, che,ripeto, sono coste europee, rischia di es-sere questo anello più debole. La Grecia,rispetto a quel tema, rischia di essere

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quell’anello debole. Se si spezza, se sul-l’immigrazione rischia di spezzarsi, se sultema della Grecia rischia di spezzarsi, sirompe tutta la catena e si rischia dimandare in frantumi l’idea stessa di Eu-ropa, con la soddisfazione – e concludo –magari di alcuni che irresponsabilmentelanciano parole d’ordine, di cui non con-siderano le conseguenze, ma con danni pertutti i cittadini, imprese, famiglie e perl’Europa stessa. Lei domani va a Bruxellescon un mandato chiaro da parte di unodei Paesi fondatori dell’Europa. Certo, ri-vendichiamo la capacità di fare da soli.

PRESIDENTE. Collega, dovrebbe con-cludere.

MAURIZIO LUPI. Ho concluso. Maun’Europa che non si concepisce insiemedi fronte alle grandi sfide della storia nonè l’Europa per la quale ci siamo battuti eper la quale, nonostante il suo trasfor-marsi da opportunità politica in control-lore burocratico, riteniamo valga la penaancora battersi. Questo è il mandato che ilParlamento le affida, nonostante le diffe-renze e nonostante le tante sensibilità edè la ragione per cui il gruppo di AreaPopolare convintamente voterà sì alla ri-soluzione (Applausi dei deputati del gruppoArea Popolare (NCD-UDC) – Congratula-zioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto il deputato Bru-netta. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA. Presidente, si-gnor Presidente del Consiglio, questa Eu-ropa non ci piace. Questa Europa egoista,a trazione tedesca, non solidale, non cipiace.

Ma sono profondamente convinto chenon piace neanche a lei, signor Presidentedel Consiglio. L’ordine del giorno di do-mani e di dopodomani a Bruxelles apparecome un guazzabuglio di temi e chiac-chiere devianti e quasi fastidiose: sicu-rezza, Ucraina, Federazione russa, immi-grazione, terrorismo, agenda digitale, contipubblici, riforme, Grecia ovviamente,

TTIP, vale a dire l’accordo commercialecon gli Stati Uniti e, infine, un documentopreparato dal Presidente della Commis-sione europea, Jean-Claude Juncker, incollaborazione con il Presidente del Con-siglio, dell’Eurogruppo e della BCE sullagovernance dell’Eurozona. Sembra un ad-dendum. In realtà, signor Presidente delConsiglio, qui sta il punto che riassumetutti i malesseri dell’Europa di oggi e, miconsenta, di domani. Noi, che siamo abi-tuati a pensare male da bravi gufi, nonvorremmo anzi che questo documento siastato messo all’ordine del giorno, insiemea tutti gli altri punti che ho elencato,proprio per farlo passare in secondo pianoe le dirò, con una qualche dose di auto-critica, come troppe volte è successo nelpassato, magari sotto la pressione dellacrisi, dello spread, dell’euro che rischia dicrollare o della famigerata Grecia. Noi ciaspettavamo che lei ci segnalasse questopericolo, signor Presidente del Consiglio.Ma temiamo, invece, che sia caduto ancorauna volta nel tranello purtroppo cometante altre volte.

Per questo, signor Presidente del Con-siglio, in pieno spirito collaborativo cipermettiamo invece di segnalarle le nostreperplessità. La governance dell’area eurosta prendendo una brutta china e non daoggi, una brutta china antidemocratica percui se un Governo dei 19 Paesi che hannoadottato l’euro cerca di rimanere sovranocontravvenendo a quella prassi europeache ormai è diventata paradossalmenteCostituzione materiale dell’UE, quel Go-verno che non ci sta viene fatto fuori, glisi scatena contro la speculazione finanzia-ria, lo si sostituisce, come già avvenuto incasa nostra, con un Governo tecnico. Inquesta Europa a trazione tedesca, signorPresidente del Consiglio, se il giocatoreGermania trova di fronte a sé un altroplayer ancor più spudorato e senza scru-poli, il gioco implode come rischia disuccedere oggi con la Grecia. Saltano leregole, salta la scacchiera ma salta anchel’Europa. È successo con il Governo Ber-lusconi nel 2011, sta succedendo oggi an-cora una volta. L’Europa a trazione tede-sca si alimenta inesorabilmente dello

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scippo di sovranità degli Stati membri nonallineati e della conseguente delegittima-zione politica dei loro leader.

Questo dimostra che l’attuale Europanon ha intelligenza politica e democraticama vive di violenza tecnocratica e irre-sponsabile nel vero senso della parola didominio della Germania, con vassalli ipo-criti e fragili come la Francia e servi – nonvorrei dire sciocchi – obbedienti comel’Italia di Monti, di Letta e sua, signorPresidente Renzi. Una Germania forte coni deboli, che poi però a volte si vendicano,e debole con i forti come con Obama,come nel caso delle sanzioni alle Federa-zione russa. Bel risultato dell’Europa de-viata dei burocrati e di Angela Merkel:senza politica, senza democrazia, senzasolidarietà, senza sviluppo, con il tristefinale di partita che il vecchio continentenon esiste più politicamente ma è desti-nato a diventare una mera espressionegeografica. Signor Presidente, un’Europasempre più affetta dal vizietto antidemo-cratico, incapace di sintesi, che fa fuori chinon ci sta è anche un’Europa debole,fragile e subalterna. E questo si sta ve-dendo icasticamente e plasticamente nellacrisi ucraina e nelle sanzioni alla Federa-zione russa da cui il vecchio continente cirimette e basta, perdendo il potenzialealleato russo sul quadrante mediorientaletanto nella lotta al terrorismo quanto nelfronteggiare l’immigrazione clandestina.

Così, l’Unione europea a trazione tede-sca torna ad essere schiacciata ed impo-tente tra due imperi. Bel risultato ! Tral’altro, signor Presidente, tutto questo ac-cade sopra la nostra testa, sopra la testadei cittadini italiani, lo dimostrano gliincontri e le telefonate dell’ultimo mesesul caso Grecia, cui hanno partecipato laCancelliera tedesca, Angela Merkel, e ilPresidente francese, François Hollande.Lei è stato tagliato fuori da tutti i nego-ziati, e non è la prima volta. Il nostroPaese è chiamato ai tavoli solo quando c’èda pagare o, ancor peggio, da obbedire,mai quando si decide. Noi siamo qui oggi,in quest’Aula, per chiedere al nostro Pre-sidente del Consiglio – e per questo ave-vamo, sottosegretario Gozi, fatto una ri-

soluzione impegnativa, che non meritava ilsuo « taglia e cuci », che non meritava ilsuo « togli là e metti qua », che dovevaessere invece assunta nel suo valore diresponsabilità patriottica –, siamo quioggi, in quest’Aula, per chiedere al nostroPresidente del Consiglio – non solo permodo di dire, Presidente del Consiglio, maalmeno per una volta sul serio –: sia ilnostro Presidente del Consiglio, difenda gliinteressi nazionali, che coincidono, oggipiù di ieri, con una vera idea di Europa.Intervenga sul documento « Juncker », cheè la chiave di tutto, signor Presidente delConsiglio. Ne sveli l’ambiguità, ne svelil’asimmetria ! Non è stato il suo MinistroPadoan, di recente, a pontificare sull’obiet-tivo dell’unità federale dell’Europa ? Eb-bene, con il documento che domani va aivoti, l’unità politica dell’Europa viene con-segnata al museo dei sogni perduti. Nonpossiamo accettare, signor Presidente delConsiglio, che si stringa l’imbuto dei con-trolli europei sul piano economico e fi-nanziario e cresca ancora di più la forzadi una burocrazia comunitaria sempre piùocchiuta, se questo processo non è con-trobilanciato da un rafforzamento del-l’unione politica dell’Europa. Fermiamoquesta deriva ! Fermiamo questa asimme-tria ! Se procedono le unioni bancarie,economiche e di bilancio, in parallelo deveprocedere anche l’unione politica. Cosìnon sta avvenendo, nell’Europa tedesca dioggi, e di deriva in deriva si stanno svuo-tando gli Stati della propria sovranitànazionale, esponendoli ai ricatti delle sem-pre più frequenti ondate speculative. Dov’èfinito, signor Presidente del Consiglio, lospirito originario di costruzione di un’Eu-ropa politica, con il relativo spirito disolidarietà ? Così come già nel 1997 ilTrattato di Maastricht venne profonda-mente modificato dai due regolamenti checostituivano il Patto di stabilità e crescita,così nel 2012 e nel 2013 il six-pack e iltwo-pack sono intervenuti nella legisla-zione europea rendendo ancora più strin-genti i parametri originari di Maastricht, iltutto, però, senza che tutto questo fosseriequilibrato da più Europa politica. Allostesso modo, dal documento cosiddetto

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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« Juncker », di cui discuterà il Consiglioeuropeo di domani, non potrà che derivarel’ennesima limitazione della sovranità na-zionale dei singoli Stati a vantaggio delleburocrazie europee e dell’egoismo tedesco.Questa accelerazione è inaccettabile, senon accompagnata da un’altrettanto ra-pida ripresa della costruzione politica inEuropa. Presidente, sono convinto che leiè d’accordo su questo, ma allora usi que-sto Parlamento, usi la democrazia in Italiaper costruire quest’Europa, un’unità poli-tica, che era il cuore dell’Europa volutadai padri fondatori, ma che, al contrario,rischia di uscire rottamata – per usare untermine a lei caro – dal Consiglio europeodei prossimi giorni. Faccia il Presidentedel Consiglio dell’Italia, se ne è capace.Basta con la subalternità ! Basta le ces-sioni di sovranità se non c’è l’unionepolitica (Applausi dei deputati del gruppoForza Italia – Il Popolo della Libertà –Berlusconi Presidente) !

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto il collega Petra-roli. Ne ha facoltà.

COSIMO PETRAROLI. Grazie, Presi-dente. Fa piacere che sia con noi anche ilPresidente del Consiglio. Avevo dodici anniquando ho sentito parlare per la primavolta di Europa, era il 1992, frequentavo laseconda media di un paese in provincia diTaranto. Non capivamo bene cosa fossel’Europa e sinceramente neanche gli inse-gnanti riuscivano a spiegarlo. Ricordòperò che vi era una speranza diffusa, lasperanza che un territorio senza lavoro,con poche prospettive, potesse finalmenteraggiungere il tenore di vita di altri Paesieuropei. Questo si credeva, quello che difatto la televisione lasciava intendere.Sono passati 25 anni e ad oggi gli ulivetipugliesi, alberi millenari, sono quasi com-pletamente abbandonati perché impor-tiamo olio dall’estero. Abbiamo perso unagenerazione di agricoltori con la speranzadi una industrializzazione che di fatto nonè mai avvenuta, anche l’Ilva di Taranto stachiudendo, perché l’acciaio italiano non èpiù competitivo né in Europa né con iPaesi extraeuropei.

Mi sono poi trasferito a Varese, ilterritorio più ricco d’Italia, e nell’arco dipochi anni abbiamo perso l’industria tes-sile, il calzaturiero, con la Whirlpool tut-tora in bilico.

La domanda è: cosa non ha funzio-nato ? A distanza di 25 anni, nel ConsiglioEcofin di maggio si certificano squilibrifinanziari per 16 Stati membri su 28, oltrela metà, con la Grecia sull’orlo dellamiseria ! Presidente, la realtà è che l’Eu-ropa è matematicamente un’area geogra-fica fallimentare (Applausi dei deputati delgruppo del MoVimento 5 Stelle) ! Comepensate di risolvere il problema ? Con unaltro dei mille piani fallimentari, il FEIS,Fondo Europeo per gli Investimenti Stra-tegici. Un Fondo che dovrebbe smuovere300 miliardi di investimenti. Peccato chenon si comprende quali siano i progetti dafinanziare e soprattutto dove ! Non esisteun vincolo geografico, quindi può tran-quillamente accadere, e accadrà, che l’Ita-lia partecipi al 30 per cento del Fondo consoldi pubblici ma solo il 5 per cento saràutilizzato per investimenti sul territorioitaliano e il 60 per cento su quello tedesco.Alla fine è questo lo scopo dell’Europa !Renzi, se gli 8 miliardi promessi al PianoJuncker tu li mettessi nel nostro Fondoper il microcredito, dove noi mettiamo inostri stipendi in soli due noi rilance-remmo l’economia italiana (Applausi deideputati del gruppo del MoVimento 5Stelle) !

Si parla come sempre di finanziare leinfrastrutture per il trasporto, come seimportare in Sicilia le mozzarelle cinesidal porto di Amsterdam fosse una con-quista sociale ! Questa è la visione europeadei partiti, una visione arcaica, medievale !Scavi una buca, ricopri una buca ! Con-verti terreni agricoli in edificabili, compriil gas dall’Azerbaijan fai lo stoccaggio inItalia per poi rivenderlo al nord Europa,quando tutti i dati, anche della Snam retegas, ci dicono che i consumi di gas stannodiminuendo !

Presidente, per noi la causa di questadisastrosa situazione è di fatto l’assenza diuna politica economica unitaria, l’assenzadi un sistema unico di indebitamento, la

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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ricerca spasmodica del pareggio di bilan-cio e, soprattutto, l’Europa che non ob-bliga gli Stati membri a dotarsi di un veroreddito minimo garantito, di un salariominimo e di una fiscalità uniforme pertutti i Paesi d’Europa !

Poi c’è la questione immigrazione. LaFrancia sta continuando a respingere mi-granti nel nostro territorio. La stessaFrancia che nel 2011 ha guidato gli attac-chi NATO in Libia. Bene, grazie a quellaguerra siamo stati invasi da uno tsunamimigratorio senza precedenti e l’Italia sem-bra incapace di reagire. Sembriamo noi iclandestini d’Europa ! E questo perché ilnostro Presidente del consiglio non ha difatto gli attributi per andare in Europa adire: o risolvete questo problema oppureaddio vincoli e vincoletti di bilancio (Ap-plausi dei deputati del gruppo del MoVi-mento 5 Stelle) ! Questo è quello chedovrebbe fare un vero Presidente del Con-siglio ! E invece cosa fa ? Dice di voler dareincentivi ai comuni che accolgono i mi-granti, quando nello stesso momento cisono altri comuni, come quello di Varese,nel quale il Movimento 5 Stelle sta stu-diando il reddito minimo municipale !Questa è la differenza tra noi e voi ! Maqui parliamo di trattati europei, regola-menti che avete ratificato senza il con-senso dei cittadini, come il regolamento diDublino. Infatti non lo conosce pratica-mente nessuno ! E la Lega ovviamente siguarda bene dallo spiegare ai suoi elettorilo schifo che ha firmato nel 2003 (Applausidei deputati del gruppo del MoVimento 5Stelle) ! Si perché ogni volta che c’èun’emergenza qualcuno ci fa affari sopra !

Mafia capitale e il regolamento di Du-blino, appunto, sono legati da questo filoconduttore: trascinare l’Italia nell’emer-genza. Quanto ha guadagnato Castiglione egli alfaniani con il CARA di Mineo ? EComunione e Liberazione quanti milionidi euro si è intascata ? Quanto ha guada-gnato il PD dai finanziamenti di SalvatoreBuzzi ? E il segretario del PD cosa fa ?Invece di fare pubblica ammenda, invecedi fare l’unica cosa consentita, cioè quelladi vergognarsi, parla del piano B. E qualesarebbe il piano B ? Perché fino a prova

contraria non ci siamo neanche accorti diun piano A (Applausi dei deputati delgruppo del MoVimento 5 Stelle). Sarebbequello europeo ? L’agenda UE che avetefirmato con le quote di migranti ? Tempo24 ore, Francia e Regno Unito ci riman-dano indietro i clandestini. Un succes-sone ! Chapeau ! E poi arriva la Lega. LaLega, straordinaria, che oggi si erge acattedra morale del Paese, la Lega che hagovernato otto anni insieme a mafiosi epregiudicati, corresponsabili dello sfascioeconomico di una nazione non dicono chela Dublino 2 è stata firmata proprio daloro. Quindi, ci ritroviamo in questa si-tuazione disastrosa di invasione e crimi-nalità, grazie soprattutto al contributodella Lega e sono ancora in televisione adirci come risolvere il problema. Voi cheil problema lo avete creato (Applausi deideputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle– Commenti) !

PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

COSIMO PETRAROLI. Signor Presi-dente – concludo –, era il 1991, l’Italia esoprattutto la Puglia (Commenti dei depu-tati della Lega Nord e Autonomie – Legadei Popoli – Noi con Salvini) quell’anno fuinvasa da migliaia e migliaia di migrantialbanesi, migranti che fuggivano dalla dit-tatura comunista. Nei barconi che attrac-cavano a Brindisi, però, non c’erano solouomini in cerca di un futuro migliore, mac’erano interi nuclei familiari, gente diogni età con i propri figli, uomini e donne.I migranti furono smistati nelle strutturericettive dei comuni limitrofi e anche almio paese fu affidata la rispettiva quota.Quell’anno, però, vidi un qualcosa che nonho mai visto in tutta la mia vita. Partì unavera e propria maratona di solidarietà, chegli anziani definirono pari solo alla se-conda guerra mondiale. Accadde che moltipugliesi ebbero la forza di volontà diospitare nella propria casa intere famigliedi rifugiati e chi non poteva farlo o donavageneri alimentari o li invitava a pranzo perla domenica. Oggi molta gente si definiscesolidale e antirazzista, soprattutto da chi sidefinisce di sinistra, ma chi è disposto

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realmente ad aprire porte di casa propriaper ospitare dei migranti e dei rifugiati ?Chi è disposto ? Questo dimostra che gliitaliani a volte, in alcun periodi storici,sanno essere persone straordinarie, so-prattutto di fronte alla disperazione, per-ché è la disperazione la condizione nelquale i partiti e l’Europa ci voglionoportare. Per questo, un altro periodo sto-rico straordinario di solidarietà e felicità sista lentamente avvicinando. Quel giornonon è lontano è il giorno in cui quellepersone riapriranno nuovamente quelleporte della propria casa per accoglierequesta volta un cambiamento straordina-rio e quel giorno al Governo ci sarà ilMovimento 5 Stelle (Applausi dei deputatidel gruppo del MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Ro-sato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, einvece no – lo dico al collega del Movi-mento 5 Stelle –, l’Unione europea non èun amaro destino, l’Unione europea è unascelta illuminata, faticosa, di chi ha saputocostruire tra Paesi, che fino a pochi anniprima si erano aspramente combattuti,un’alleanza per disegnare insieme il lorofuturo. L’Europa è quella comunità dovec’erano prima garitte e fili spinati, oggi cisono piste ciclabili e dove prima c’eranomonete diverse, oggi c’è l’euro, e dovec’erano cambi e passaporti oggi c’è la cartad’identità, dove c’erano osservatori militaridei rispettivi Paesi oggi ci sono Forzearmate integrate.

PRESIDENTE. Per favore, il tono dellavoce, mi scusi collega Rosato se la inter-rompo.

Per favore se si può abbassare il tonodella voce. Prego.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente,dicevo che l’Europa è molto di più; oggil’Europa è la sanità transfrontaliera, lamobilità degli studenti e dei lavoratori emille altre cose che abbiamo saputo co-struire insieme faticosamente in questianni.

Ma, comunque, siamo a metà di unguado di un percorso difficile. L’Europapuò restare immobile, con i rischi chel’immobilismo comporta. Li abbiamo sen-titi, anche oggi, raffreddare sempre più lospirito di appartenenza europeo, gonfiaregli egoismi, alzare i muri, quelli che divi-dono i nostri Paesi e quelli che dividonol’Europa da chi ci sta accanto, il concen-trarsi solo su regolamenti e vincoli.

« Se noi costruiremo soltanto ammini-strazioni comuni, senza una volontà poli-tica superiore, rischieremo che questa at-tività europea appaia, al confronto dellavitalità nazionale, senza calore, senza vitaideale. Potrebbe anche apparire ad uncerto momento una soprastruttura super-flua e forse anche oppressiva. In questocaso le nuove generazioni, prese dallaspinta più ardente del loro sangue e dellaloro terra, guarderebbero alla costruzioneeuropea come ad uno strumento di imba-razzo ed oppressione ».

Non sono parole mie, naturalmente;sono parole che De Gasperi pronunciò nel1954, all’Assemblea del Consiglio d’Europa(Applausi dei deputati del gruppo PartitoDemocratico) e sono parole molto attuali enoi, davanti ad una prospettiva diun’Unione europea debole, abbiamo biso-gno di infondere e pretendere coraggio,quel coraggio che i cittadini ci chiedonoper affrontare le due questioni che anchelei, Presidente Renzi, ricordava stamattinanel suo intervento. La prima: il lavoro, glistrumenti per rafforzare e consolidare laripresa. Non solo rigore dei conti pubblici,ma anche strumenti per la crescita eco-nomica. È stato il punto su cui noi ab-biamo concentrato le nostre energie, intutto il semestre di Governo italiano; èstata la linea su cui abbiamo pressatol’Unione europea per cambiare registro.

La nostra parte la stiamo facendo incasa, la stiamo facendo con le riforme e ilPresidente Renzi lo ha riconosciuto aquesto Parlamento, qui, e oggi io lo dicoanche alle forze di opposizione: noi quistiamo cambiando l’Italia, stiamo facendoriforme radicali per il nostro Paese, ri-forme che abbiamo sempre detto, cheabbiamo detto da sinistra ma che avete

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detto anche da destra. Voi non le avetefatte, noi le stiamo facendo per renderequesto Paese più moderno, per renderequesto Paese più funzionale (Applausi deideputati del gruppo Partito Democratico –Commenti dei deputati del gruppo LegaNord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noicon Salvini)...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

ETTORE ROSATO. ... e per risponderealle esigenze dei cittadini, che non hannocolore politico. Si aspettano un sistemaefficiente e noi lo stiamo facendo.

Ma la crescita e lo sviluppo non sonolegati solo a quello che ognuno fa a casapropria, ma sono anche legati alla salutedi tutta l’Unione europea, Grecia com-presa, Grecia che deve fare la sua parte,che deve fare le sue riforme, che deve farele cose che l’Europa accompagna a fare,ma Grecia che va aiutata rispetto a chioggi la vuole fuori dalle istituzioni europeee noi lavoriamo perché la Grecia continuia essere un partner forte dell’Unione eu-ropea, anche attraverso il suo momento dicrisi più dura.

L’Europa poi potrà uscire più forte daquesta crisi solo se cambierà la suaagenda. Lo abbiamo detto con enfasi intutti questi mesi e continuiamo a soste-nerlo e l’Italia ha offerto il contributo piùavanzato a questo cambiamento di agendaeuropea, superando l’Europa intergover-nativa, ma superandola nei fatti, lavorandoper la cooperazione rafforzata sulle ri-forme strutturali, che servono all’Italia maservono anche all’Europa, sulle forme diassicurazione per contrastare la disoccu-pazione ciclica, che non è solo un pro-blema italiano, costruendo un bilanciofinalmente di risorse proprie da poteredestinare per le priorità, completandol’unione bancaria, con la garanzia unicasui depositi bancari. Un’Europa, insomma,che sia sempre più soggetto vivo e auto-nomo, piuttosto che una somma di com-promessi, perché i compromessi general-mente sono sempre al ribasso.

E poi ci sono i temi della sicurezza, chematurano dentro e fuori i nostri confini.

Ci sono, innanzitutto, i temi geopolitici,che affrontiamo con uno sguardo oltre inostri confini dell’Unione europea, quellisoprattutto all’est, con l’Ucraina, conquello che accade in Moldavia, con quelloche accade in Ossezia, che appaiono si-mulacri di una nuova forma di guerrafredda, esempi del grande problema irri-solto del rapporto tra Europa e Russia,ancora in bilico tra la ricerca di una fortepartnership e le diffidenze reciproche.

C’è l’instabilità del Medio Oriente, inAfrica, con il fantasma sempre reale e piùconcreto dello Stato Islamico, che si tra-duce in una pressione senza precedentialle nostre frontiere di rifugiati, richie-denti asilo, uomini e donne che fuggononon solo più dalla miseria, ma da ditta-ture, da guerre, da conflitti etnici. Allelegittime preoccupazioni che noi leggiamo,legate ai flussi migratori, non possiamorispondere con urla o con slogan, quelliche abbiamo sentito anche in quest’Aula,ma con il lavoro e scelte concrete. Suquesto l’agenda Juncker ha fissato e ap-provato il 13 maggio una road map, che èfrutto in gran parte del lavoro voluto dalnostro Governo, da un protagonismo ita-liano, che si è anche materializzato per illavoro svolto dalla Vicepresidente Moghe-rini. Ne voglio ricordare i tratti principali,perché sono quelli che affrontano le que-stioni di cui noi abbiamo bisogno: triplicatii fondi europei per le missioni di salva-taggio in mare nel Mediterraneo, unamissione è un problema che prima erasolo italiano e che adesso è diventata unamissione a guida italiana, ma una missioneeuropea, per contrastare i nuovi schiavisti,quelli che portano oggi i migranti da unaparte all’altra del Mediterraneo, finan-ziando la criminalità organizzata, finan-ziando il terrorismo internazionale con iloro proventi; e poi la realizzazione – edè la prima volta che l’Europa ne parla, cilavora e li realizza – dei punti di primaaccoglienza a sud della Libia, in Africa,dove ci sono i punti di passaggio di questigrandi flussi migratori, per contrastare lìcoloro che dopo affrontano le marce neldeserto, dove muoiono più che nel Medi-terraneo; e la riapertura del confronto

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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politico su Dublino 2, una responsabilitàgrave che noi subiamo, una responsabilitàche sta nei Governi di centrodestra, chesta nella Lega, che ha firmato un trattatoche oggi impone al nostro Paese di nonpoter... (Proteste dei deputati del gruppoLega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore.Colleghi, collega Pini, collega Molteni, col-lega Invernizzi.

ETTORE ROSATO. ... far valere il prin-cipio di solidarietà europea, perché è statala Lega, insieme al centrodestra, a fissarequei paletti che noi oggi stiamo subendo(Applausi dei deputati del gruppo PartitoDemocratico – Commenti dei deputati delgruppo Lega Nord e Autonomie-Lega deiPopoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Colleghi.

ETTORE ROSATO. Così come la redi-stribuzione delle quote dei richiedentiasilo. Anche lì è una responsabilità dellaLega, che in Europa non è capace neanchedi votare a favore dell’Italia, per i pro-blemi degli italiani (Proteste dei deputatidel gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega deiPopoli-Noi con Salvini), speculando e con-tinuando a speculare su quelle che sonoinvece situazioni su cui il nostro Paesedovrebbe saper essere unito. È così nel-l’agenda di Juncker è prevista finalmenteuna politica di rimpatri, una politica dirimpatri seri (Commenti dei deputati delgruppo Lega Nord e Autonomie-Lega deiPopoli-Noi con Salvini)...

PRESIDENTE. Colleghi per favore. È ilsecondo richiamo.

ETTORE ROSATO. ... non solo nazio-nali, ma una politica di rimpatri europei,su cui si possa lavorare con una sinergiae con una serietà che consente di garantireal nostro lavoro di essere unitario. Sug-gerisco a chi urla oggi qui di leggersil’editoriale di Galli Della Loggia oggi sulCorriere della Sera, non certo un uomo

morbido con la sinistra, in cui spiega – viprego leggetelo, lo dico ai colleghi cherumoreggiano – cosa significa e anchecome affrontare i temi dell’immigrazione,cosa vuol dire l’immigrazione in un Paesecon calo demografico come il nostro. Pro-pone anche delle ricette che noi noncondividiamo, ma mette in luce un puntoche mi sembra essenziale: noi in questoPaese dobbiamo costruire delle condizionenuove, in cui l’integrazione dei cittadinideve essere realizzata facendo scomparirequel messaggio che oggi appare, in cui cisono cittadini di serie A e cittadini di serieB, perché questo non è nel DNA degliitaliani, non lo è mai stato. E poi, andandoverso le conclusioni, Presidente, noi nonintendiamo essere buonisti o morbidi suitemi dell’immigrazione. Conosciamo i ri-schi, li conosciamo meglio dei colleghidella Lega, perché amministriamo tantecittà e conosciamo i rischi per la sicurezzae la coesione sociale. Però vogliamo essererealisti, responsabili e concreti nell’affron-tare questi temi e vogliamo far sì chequello spirito che invece gli italiani hanno,quello sì di solidarietà, quello che abbiamovisto nella stazione di Milano, quello cheabbiamo visto nella stazione di Roma,quello che vediamo nei militari e negliuomini delle forze di polizia nel MarMediterraneo, a raccogliere quei bambinie quelle donne che arrivano su quei bar-coni, quello spirito possa concretizzarsianche in un’Europa diversa, in un’Europache sappia corrispondere in maniera so-lidale alle politiche di cambiamento che ilnuovo secolo ci chiede. Per questo, noi ciriconosciamo nella risoluzione che ab-biamo presentato come maggioranza, Pre-sidente, e per questo voteremo a favore(Applausi dei deputati del gruppo PartitoDemocratico – Congratulazioni)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto, a titolo perso-nale, la collega Argentin. Ne ha facoltà.Ha un minuto.

ILEANA ARGENTIN. Presidente delConsiglio, una cosa veramente al marginedi questa grande discussione: sono tantis-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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simi gli immigrati che arrivano, i clande-stini e soprattutto le persone che vengonoda guerre e da situazioni di difficoltà, chevivono situazioni di handicap. La invito amettere sul tavolo dell’Europa anche que-sta questione, perché abbiamo una pes-sima accoglienza ed una incapacità digestire un problema enorme, soprattuttoper quanto riguarda le persone che arri-vano dalle guerre, mi ripeto, e questo mipare un argomento non del tutto relativo,ma un argomento importante e, per que-sto, chiedo scusa e mi sento rappresentatadal mio capogruppo, ma volevo sottoli-neare questo aspetto (Applausi).

PRESIDENTE. Sono così esaurite ledichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Come da prassi, le risoluzioni saranno

poste in votazione per le parti non assor-bite e non precluse dalle votazioni prece-denti.

ERASMO PALAZZOTTO. Chiedo diparlare.

PRESIDENTE. A che titolo chiede diintervenire ?

ERASMO PALAZZOTTO. Sulla vota-zione.

PRESIDENTE. Sulla votazione ? Sul-l’ordine dei lavori, quindi.

Prego, ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO. Presidente,volevo chiedere se era possibile votare perparti separate la risoluzione Petraroli edaltri n. 6-00147, relativamente al dician-novesimo capoverso degli impegni.

PRESIDENTE. Sicuramente la pos-siamo votare per parti separate...

ERASMO PALAZZOTTO. Solo il dician-novesimo capoverso degli impegni.

PRESIDENTE. ... giusto il tempo diorganizzare i lavori.

Come dicevo, da prassi, le risoluzionisaranno poste in votazione per le partinon assorbite e non precluse dalle vota-zioni precedenti.

Avverto che i presentatori delle risolu-zioni Fedriga ed altri n. 6-00145, Brunettan. 6-00146, Petraroli ed altri n. 6-00147 eRampelli ed altri n. 6-00148 non hannoaccettato le riformulazioni proposte dalGoverno e, pertanto, il parere su talirisoluzioni deve intendersi contrario.

Passiamo, dunque, ai voti.Indìco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sulla risoluzioneRosato, Lupi, Mazziotti Di Celso, Dellai,Pisicchio, Alfreider e Di Lello n. 6-00144,sulla quale il Governo ha espresso parerefavorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Lodolini, Paolo Russo, Chimienti... chialtro non riesce a votare ? Chimienti laaspettiamo... Bellanova non riesce a vo-tare... sta votando... Bellanova provi avotare... sta votando ? Benissimo. Chi altronon riesce a votare ? Fitzgerald Nissoli laaspettiamo... c’è qualcun altro che haproblemi col dispositivo ? Non mi pare.Hanno votato tutti.

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 412Votanti ............................ 408Astenuti .......................... 4Maggioranza .................. 205

Hanno votato sì ..... 281Hanno votato no .. 127.

La Camera approva (La deputata Bossaha segnalato che non è riuscita ad espri-mere voto favorevole – Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sulla risoluzioneFedriga ed altri n. 6-00145, sulla quale ilGoverno ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

Atti Parlamentari — 102 — Camera dei Deputati

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(Segue la votazione).

Gribaudo, Carrozza, Greco... chi altronon ha votato ? Carrozza ancora non rie-sce a votare... provi a votare... le man-diamo un tecnico... ecco, Carrozza havotato. Mi pare che abbiano votato tutti.

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 408Votanti ............................ 404Astenuti .......................... 4Maggioranza .................. 203

Hanno votato sì ..... 47Hanno votato no .. 357.

La Camera respinge (La deputata Bossaha segnalato che non è riuscita ad espri-mere voto contrario – Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sulla risoluzioneBrunetta n. 6-00146, sulla quale il Go-verno ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

C’è qualcuno che non riesce a votare ?Colletti... qualcun’altro ?

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 409Votanti ............................ 346Astenuti .......................... 63Maggioranza .................. 174

Hanno votato sì ..... 45Hanno votato no .. 301.

La Camera respinge (La deputata Bossaha segnalato che non è riuscita ad espri-mere voto contrario – Vedi votazioni).

È stata chiesta la votazione per partiseparate della risoluzione Petraroli ed altrin. 6-00147, distinguendo l’impegno n. 19dal resto della risoluzione.

Passiamo ai voti.Indìco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sulla risoluzione

Petraroli ed altri n. 6-00147, con l’ecce-zione dell’impegno n. 19, su cui il Governoha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Bolognesi, Pannarale, Latronico, Fitz-gerald, Cicchitto...

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 412Votanti ............................ 410Astenuti .......................... 2Maggioranza .................. 206

Hanno votato sì ..... 85Hanno votato no .. 325.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Bossa ha segnalato che nonè riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sulla risoluzionePetraroli ed altri n. 6-00147, limitata-mente all’impegno n. 19, su cui il Governoha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Tartaglione, Cicchitto, Piccolo, Costan-tino...

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 411Votanti ............................ 388Astenuti .......................... 23Maggioranza .................. 195

Hanno votato sì ..... 60Hanno votato no .. 328.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Bossa ha segnalato che nonè riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sulla risoluzione

Atti Parlamentari — 103 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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Rampelli ed altri n. 6-00148, su cui ilGoverno ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Tartaglione, Bolognesi, Formisano, LoMonte, Pilozzi, Invernizzi, Sibilia...

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 408Votanti ............................ 345Astenuti .......................... 63Maggioranza .................. 173

Hanno votato sì ..... 46Hanno votato no .. 299.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Bossa ha segnalato che nonè riuscita ad esprimere voto contrario).

Passiamo alla votazione della risolu-zione Artini ed altri n. 6-00149.

Avverto che i presentatori di tale riso-luzione hanno accettato le riformulazioniproposte dal Governo concernenti l’espun-zione della premessa e le modifiche deldispositivo.

Passiamo ai voti.Indìco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sulla risoluzioneArtini ed altri n. 6-00149, come riformu-lata su richiesta del Governo, su cui ilGoverno ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Sani, Cani...Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 406Votanti ............................ 390Astenuti .......................... 16Maggioranza .................. 196

Hanno votato sì ..... 279Hanno votato no .. 111.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(La deputata Bossa ha segnalato che nonè riuscita ad esprimere voto favorevole).

Passiamo alla votazione della risolu-zione Scotto ed altri n. 6-00150.

Avverto che, poiché i presentatori nonhanno accettato di espungere le parti sucui il Governo ha espresso parere contra-rio, il parere deve intendersi contrariosull’intera risoluzione.

Passiamo ai voti.Indìco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sulla risoluzioneScotto ed altri n. 6-00150, su cui il Go-verno ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Carloni...Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

Presenti .......................... 409Votanti ............................ 400Astenuti .......................... 9Maggioranza .................. 201

Hanno votato sì ..... 22Hanno votato no .. 378.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Bossa ha segnalato che nonè riuscita ad esprimere voto contrario).

Sono così esaurite le comunicazioni delPresidente del Consiglio dei ministri invista del Consiglio europeo del 25-26 giu-gno 2015.

Discussione del disegno di legge: Conver-sione in legge del decreto-legge 21 mag-gio 2015, n. 65, recante disposizioniurgenti in materia di pensioni, di am-mortizzatori sociali e di garanzie TFR(A.C. 3134-A) (ore 20,14).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala discussione del disegno di leggen. 3134-A: Conversione in legge del decre-to-legge 21 maggio 2015, n. 65, recante

Atti Parlamentari — 104 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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disposizioni urgenti in materia di pensioni,di ammortizzatori sociali e di garanzieTFR.

Ricordo che nella seduta del 3 giugno2015 sono state respinte le questioni pre-giudiziali Simonetti ed altri n. 1, Comi-nardi ed altri n. 2, Airaudo ed altri n. 3 eBrunetta ed altri n. 4.

Prima di aprire la discussione sullelinee generali, sospendo per alcuni minutila seduta che ricomincerà alle 20,25.

La seduta, sospesa alle 20,15 è ripresaalle 20,30.

(Discussione sulle linee generali– A.C. 3134-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la di-scussione sulle linee generali.

Avverto che i presidenti dei gruppiparlamentari MoVimento 5 Stelle e PartitoDemocratico ne hanno chiesto l’amplia-mento senza limitazioni nelle iscrizioni aparlare, ai sensi dell’articolo 83, comma 2,del Regolamento.

Avverto, altresì, che la XI Commissione(Lavoro) si intende autorizzata a riferireoralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatriceper la maggioranza, deputata Anna Gia-cobbe. Se possiamo liberare i banchi delGoverno, grazie.

ANNA GIACOBBE, Relatrice per lamaggioranza. Grazie Presidente, il decreto-legge n. 65 nasce dall’esigenza di definireun meccanismo di adeguamento delle pen-sioni di importo superiore a tre volte ilminimo per gli anni 2012 e 2013, dopo lasentenza della Consulta n. 70 del 2015,che ha dichiarato incostituzionale lanorma prevista dalla cosiddetta legge For-nero del 2011.

Come è noto, la norma del 2011 esclu-deva, per quei due anni, da ogni adegua-mento i trattamenti pensionistici comples-sivamente superiori a tre volte il tratta-

mento minimo. Va ricordato che inizial-mente il « salva Italia » prevedeva che fossebloccata l’indicizzazione per le pensionioltre due volte il minimo. L’azione parla-mentare, anche in seguito all’iniziativadelle organizzazioni dei pensionati, pro-dusse il risultato di proteggere dall’infla-zione almeno le pensioni sotto circa 1.400euro lordi. E, tuttavia, il blocco per dueanni di pensioni di valore non particolar-mente elevato, senza successivo recupero,è stato considerato dalla Corte non rispet-toso dei principi costituzionali. Da quil’esigenza di dare a quelle pensioni, oraper allora, un sistema di recupero dellaperdita di potere d’acquisto.

Nel decreto-legge sono state inseriteanche altre questioni urgenti, in partico-lare il rifinanziamento della cassa integra-zione in deroga e dei contratti di solida-rietà, la correzione del coefficiente dirivalutazione del montante contributivoper le pensioni calcolate con il sistemacontributivo, la revisione della disciplinadegli adempimenti e delle garanzie con-nessi all’erogazione anticipata del TFRprevista dalla legge di stabilità per il 2015,il pagamento di tutte le prestazioni pre-videnziali e assistenziali erogate dall’INPSil primo giorno del mese.

Nell’esame in Commissione del disegnodi legge di conversione del decreto-leggen. 65, ci siamo proposti, per quanto ri-guarda la perequazione delle pensioni,innanzitutto di rendere più chiaro il fun-zionamento del nuovo sistema di indiciz-zazione per gli anni 2012-2013. In parti-colare, è stato chiarito che gli aumentidelle pensioni che derivano dal nuovomeccanismo continueranno ad avere ef-fetto anche per il futuro, inserendoli nellabase di calcolo delle successive perequa-zioni. Questo serve anche a fare in modoche la nuova norma risponda corretta-mente alle obiezioni della Corte.

Dall’altra parte abbiamo consideratoimportante, in questo stesso provvedi-mento, dare maggiori certezze ai giovanidal punto di vista previdenziale e sostegnoai lavoratori in difficoltà. E, quindi, da unlato, la massa di contributi versati, sullaquale verrà calcolata la pensione con il

Atti Parlamentari — 105 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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sistema contributivo, non subirà svaluta-zioni per gli andamenti negativi dell’eco-nomia registrati negli anni scorsi, cosìcome già previsto nel decreto-legge n. 65,né successivi recuperi che ne riducano ilvalore.

Dall’altro lato, abbiamo condiviso con ilGoverno la necessità di incrementare inmodo sostanziale il finanziamento dei con-tratti di solidarietà. È importante, infatti,dare certezze alle organizzazioni dei lavo-ratori e alle imprese che ricorrono aquesto strumento per affrontare le situa-zioni di crisi, senza disperdere il patrimo-nio professionale ed umano dei lavoratori,questo accanto al rifinanziamento degliammortizzatori in deroga.

Complessivamente il provvedimento ri-porta nel sistema pensionistico circa 4miliardi in 5 anni e 460 milioni perciascuno degli anni successivi per le pen-sioni in essere e quasi 440 milioni per ifuturi pensionati con sistema contributivo,nell’arco di tempo considerato per la co-pertura, in misura crescente. Poco più di5 miliardi tornano al sistema previdenzialein quell’arco di tempo, sino al 2021, nelquale i risparmi stimati ai tempi del« Salva Italia » erano circa 40 miliardi esaranno invece di oltre 80, secondo lestime dell’INPS. Inoltre il provvedimentorifinanzia gli strumenti di sostegno alreddito per affrontare le crisi per un totaledi un 1 miliardo e 315 milioni.

Per quanto concerne le pensioni dellasentenza n. 70 del 2015 voglio mettere inevidenza soprattutto un elemento. LaCorte ha richiamato l’esigenza che il legi-slatore operi un corretto bilanciamentodei valori costituzionali, ogniqualvolta siprofili l’esigenza di un risparmio di spesa.Dopo la sentenza n. 70, in assenza di unintervento normativo, sarebbe tornato invigore il meccanismo di indicizzazioneprevisto dalla legge n. 388 del 2000. Intermini finanziari, questo avrebbe deter-minato oneri quantificati, al netto deglieffetti fiscali, in circa 17,6 miliardi di europer l’anno 2015 e in oltre 4 miliardi dieuro a regime a decorrere dal 2016.

I saldi di finanza pubblica avrebberoraggiunto valori sostanzialmente incompa-

tibili con gli obiettivi richiesti dall’adesioneall’unione economica e monetaria. Vi sa-rebbe stato il rischio dell’apertura di unaprocedura per deficit eccessivo nei con-fronti del nostro Paese.

Occorre invece rimanere a un indebi-tamento programmatico del 2,6 per centonel 2015, utilizzando quel margine dello0,1 per cento rispetto al tendenziale, de-nominato da varie parti « tesoretto », che èl’unica via seriamente percorribile per fi-nanziare in questo anno, per la parte piùconsistente, l’applicazione della sentenzadella Corte. Come va confermato l’obiet-tivo per il 2015, così vanno confermatianche quelli per gli anni futuri, comedefiniti dal DEF, e questo per utilizzaretutti gli elementi di flessibilità delle regoleeuropee che il nostro Governo ha conqui-stato e che il nostro Paese ha ottenuto insede di Unione europea. Su tutti questielementi si è soffermata la discussionesulla Relazione ex articolo 10-bis, comma6, della legge n. 196 del 2009 che l’Aula haapprovato la scorsa settimana. Da questeconsiderazioni derivano le disposizionicontenute nel decreto-legge n. 65. Anchenella sentenza n. 70, come in altri pro-nunciamenti in passato, la Consulta haammesso la legittimità di interventi legi-slativi che incidano sull’adeguamento deitrattamenti pensionistici. Già in passatoerano stati introdotti meccanismi di bloccodella perequazione automatica. Nella sen-tenza n. 70 la Corte evidenzia come ilprovvedimento del 2011 si differenzi anchedalla legislazione successiva. La legge distabilità per l’anno 2014 ha previsto infattiper il triennio 2014-2016 una rimodula-zione della perequazione automatica per ilcomplesso dei trattamenti pensionistici. Ildecreto-legge n. 65 intende quindi dareattuazione ai principi affermati dalla sen-tenza n. 70, assicurando nel contempo ilrispetto degli obiettivi di finanza pubblicae del principio dell’equilibrio di bilancio.Torno a sottolineare che, con un emen-damento approvato in Commissione, èstato chiarito che gli aumenti delle pen-sioni che derivano dal nuovo meccanismoprevisto dal decreto-legge n. 65 continue-ranno ad avere effetto anche per il futuro,

Atti Parlamentari — 106 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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inserendoli nella base di calcolo dellesuccessive perequazioni. Le somme arre-trate dovute saranno corrisposte, comesappiamo, dal 1o agosto. Non si tratta diun bonus ma della corresponsione degliarretrati derivanti dall’attivazione dellaperequazione anche per chi non avevaavuto nulla negli anni passati. Coloro chepiù hanno patito il blocco dell’adegua-mento delle pensioni al costo della vita,sono quelli con le pensioni lorde tra 1.500e 2.000 euro – chi ha pensioni inferiori hagià avuto in questi anni, come è noto, laperequazione al 100 per cento –; questepersone riceveranno, come è stato calco-lato, ad esempio, per una pensione di1.700 euro lordi, circa 1.350 euro netti,oltre 900 euro lordi, che corrispondono acirca 700 euro netti. Le cifre si riduconoal crescere del valore delle pensioni, comesappiamo. Nella relazione dell’Ufficio par-lamentare di bilancio vengono forniti datiche permettono di valutare come, pur conuna rivalutazione per il 2012 e il 2013 cheha attribuito aumenti complessivamentepiù limitati rispetto alle attese, con questoprovvedimento si realizzi un’operazioneredistributiva, che dà risposte più signifi-cative alle pensioni medie, quelle che nehanno più bisogno.

Si è scelto dunque di privilegiare iredditi medio-bassi considerando chesiamo ancora in un periodo difficile e chele risorse che si rendessero disponibilidovrebbero essere usate anche per altrefinalità: soprattutto per chi in pensionenon riesce ad andarci e anche per nondanneggiare il futuro previdenziale deigiovani e, ancora, per dare risposte aipensionati che hanno pensioni molto bassenonostante i contributi versati in una vitadi lavoro. Si tratta per la maggior parte didonne con pensioni dirette o di reversibi-lità. Certamente più penalizzate dalla ri-valutazione prevista dal decreto-leggen. 65 sono le pensioni più alte e anche ivitalizi, che faranno cumulo, per così dire,con le pensioni per il calcolo della riva-lutazione delle pensioni stesse, un inter-vento limitato ma che va nella direzionegiusta. Con un emendamento approvato inCommissione abbiamo dato a questo il

valore di norma generale e non solo rife-rita al provvedimento in questione. Inquesto ambito è importante che il Governoabbia deciso di riavviare un confronto conle organizzazioni sindacali; esso potrà es-sere utile anche per discutere di qualemeccanismo di rivalutazione delle pensioniper l’avvenire sia più utile ed efficace.

L’articolo 2, che non è stato modificatonel corso dell’iter in Commissione, prevedel’incremento di un miliardo e 20 milioni dieuro del Fondo sociale per occupazione eformazione, ai fini del rifinanziamentodegli ammortizzatori sociali in deroga. Lasomma si aggiunge ai 700 milioni di eurogià previsti portando le risorse complessi-vamente stanziate ad un livello che do-vrebbe essere sufficiente a coprire le esi-genze.

Questo del rifinanziamento degli am-mortizzatori in deroga è un tema rile-vante. Noi stiamo affrontando una fasedelicata di transizione tra regimi norma-tivi diversi, nell’ambito della quale occorreassicurare appunto un finanziamento ade-guato agli strumenti di tutela dei lavora-tori.

L’articolo 3 prevede che siano incre-mentate le risorse destinate alla cassaintegrazione in deroga per il settore dellapesca. L’articolo 4 autorizzava una spesadi 70 milioni di euro per il finanziamentodei contratti di solidarietà di tipo B; conl’emendamento approvato in Commissionetale importo passa a 140 milioni di euro.Nell’iter è stata inserita anche una nuovanorma che prevede il rifinanziamentopure dei contratti di solidarietà di tipo A,per i quali il Governo ha messo a dispo-sizione un importo di 150 milioni di euro.Lo stanziamento a favore dei contratti disolidarietà passa, quindi, nel complesso, a290 milioni di euro.

Ritengo importante, poi, quanto giàprevisto nel decreto-legge ed ancor piùl’ulteriore miglioramento apportato conl’emendamento in Commissione, a propo-sito della rivalutazione della somma deicontributi per il calcolo della pensione conil sistema contributivo. L’articolo 5 deldecreto-legge modifica la disciplina delcoefficiente di rivalutazione del montante

Atti Parlamentari — 107 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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contributivo utilizzato per il calcolo delvalore della pensione. Nel 2014 per effettodella recessione e della bassa inflazione iltasso di capitalizzazione avrebbe avuto perla prima volta un segno negativo, cheavrebbe determinato una rivalutazione ne-gativa, riducendo le aspettative pensioni-stiche dei lavoratori attivi.

Il decreto-legge n. 65 del 2015 ha pre-visto che, in ogni caso, il coefficiente nonpossa essere inferiore a uno, salvo recu-pero sulle rivalutazioni successive.L’emendamento approvato in Commis-sione ha previsto, invece, che, in fase diprima applicazione, cioè, appunto, nel pas-saggio tra il 2014 e il 2015, non si effettuiil recupero e che il coefficiente di rivalu-tazione per il 2015 mantenga il propriovalore. Abbiamo dedicato attenzione acome si costruiscono le pensioni del fu-turo, a come riusciamo a non scaricare ledifficoltà della fase di crisi che abbiamoattraversato sulle generazioni di lavoratoripiù giovani e sul loro futuro previdenziale.In questa vicenda si è messo in evidenzaanche il fatto che i meccanismi ciechi diautoregolazione solo dal punto di vistafinanziario, contenuti nel nostro sistemaprevidenziale, possano avere anche effettideleteri. La sostenibilità economica delsistema non va messa in discussione, èfondamentale, ma anche quella si realizza,in prospettiva, solo se c’è sostenibilitàsociale, altrimenti prevale la tendenza aduscire dal sistema, se quel sistema non dàgaranzie.

Sempre all’articolo 5, abbiamo inseritoun’interpretazione autentica di un commadella legge di stabilità 2015, che garantisceun’applicazione corretta alla norma ap-provata allora per consentire l’accesso alpensionamento a centinaia di lavoratoriesposti all’amianto, ai quali erano starerevocate immotivatamente le certifica-zioni. L’articolo 6, con una modifica alledisposizioni introdotte nella legge di sta-bilità, prevede, appunto, che i trattamentipensionistici, gli assegni, le pensioni e leindennità di accompagnamento venganocorrisposti dal 1o di ogni mese. Io ricordole forti obiezioni e le proteste dei pensio-nati quando, per una serie di situazioni, si

unificò il giorno di pagamento al 10 delmese, ritardando il pagamento di moltiassegni. Dal 1o giugno si è posto rimedioa questo.

Infine, l’articolo 7 modifica la disciplinaintrodotta dalla legge di stabilità relativa-mente alla corresponsione nella bustapaga dei lavoratori delle quote del TFR,semplificando alcuni adempimenti delleaziende. Alla copertura degli oneri ap-punto si provvede in un modo che è statoanche chiarito dalla Commissione attra-verso alcuni emendamenti.

Recentemente su questo punto la fon-dazione Studi dei consulenti del lavoro haevidenziato che l’utilizzo di questa oppor-tunità è molto basso. Gli elementi didisincentivo sono probabilmente altri ri-spetto a quelli affrontati in questa norma.Sarebbe appunto opportuno realizzareuna verifica più generale di quali sianodavvero gli ostacoli ad un utilizzo piùdiffuso di questa opportunità.

In conclusione, si tratta di un provve-dimento che destina in questo anno ri-sorse comunque significative a personecon redditi medio-bassi e a lavoratori e alavoratrici in situazioni di crisi e nellostesso tempo cerca di rivolgere unosguardo al futuro, pensando a non dan-neggiare le prospettive previdenziali per ipiù giovani, a non disperdere il patrimonioumano e professionale di lavoratori elavoratrici attraverso gli strumenti degliammortizzatori sociali. Il Parlamento, neilimiti stretti dei vincoli di bilancio, hascelto di esercitare la propria funzioneintervenendo sul testo, concordando conl’Esecutivo miglioramenti e risorse aggiun-tive che ci permettono di presentare al-l’Aula un provvedimento molto buono.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenireil relatore di minoranza, deputato Comi-nardi.

CLAUDIO COMINARDI, Relatore di mi-noranza. Grazie Presidente, eviterò di leg-gere lunghissime e noiose relazioni e vedròdi fare un’analisi più a braccio dell’arti-colato, a partire dall’articolo 1. L’am-manco nelle tasche dei pensionati a se-

Atti Parlamentari — 108 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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guito di questa sospensione dell’indicizza-zione delle pensioni è stato quantificato inquasi 18 miliardi di euro. Il Governo conquesto decreto-legge restituisce oltre 2 mi-liardi. È evidente che quello che è statol’intervento del Governo non è assoluta-mente sufficiente, perché non restituisce ilmaltolto: si fa passare per bonus quelloche in realtà è un diritto dovuto.

Noi, come MoVimento 5 Stelle, ab-biamo fatto una proposta che tiene inconsiderazione due aspetti: uno è il fattodi dare una certa priorità a chi ha pen-sioni di un importo non troppo elevato ela nostra proposta è proprio quella di dareil 100 per cento del rimborso ai pensionatiche hanno una pensione fino a quattrovolte la minima e in un’unica soluzione,mentre ai pensionati che percepiscono unapensione da cinque volte la minima finoad otto volte sempre il 100 per cento madilazionato negli anni, in cinque anni perprecisione. Per quanto riguarda le pen-sioni sopra le otto volte la minima nonabbiamo previsto alcun rimborso: perquale ragione ? Perché la sentenza n. 70della Corte costituzionale va a richiamareuna sentenza precedente nella quale sispecifica il fatto che, se vi sono dellesospensioni in un arco temporale dell’in-dicizzazione delle pensioni di un importoabbastanza sostanzioso, non c’è la neces-sità di doverle rimborsare. Quindi ab-biamo un precedente: il Governo Prodi. Lanostra proposta è anche quella di stimo-lare la solidarietà che c’è nel nostro Paese:ne siamo certi. Ovvero abbiamo fatto unemendamento nel quale proponiamo aipensionati di rinunciare al rimborso. Perquale ragione ? Perché se un pensionatocrede di avere una pensione comunquecongrua e sa benissimo che in Italia ipensionati che percepiscono pensioni sottoi mille euro sono circa 9-10 milioni se nonerro, comunque più della metà dei pen-sionati, può pensare a chi sta peggio.Quindi dare l’opzione al pensionato dirinunciare al rimborso e destinarlo a chiha pensioni inferiori a partire dalle mi-nime sarebbe un’ottima cosa. Purtroppo inCommissione questa cosa non è passataperché da parte del Governo, da parte del

relatore, si è considerata una opzione nonpraticabile. Noi ovviamente non riteniamosia così: le condizioni si possono creare, sipossono modificare ed essere messe indiscussione per trovare la soluzione perarrivare a questo risultato. Inoltre la de-stinazione di queste rinunce da una partepoteva essere data, perché noi abbiamofatto tre emendamenti distinti, ai pensio-nati minimi, dall’altra ai penalizzati dellalegge Fornero, che sono moltissimi, e dal-l’altra parte ancora per incentivare l’op-zione donna, cioè per il pensionamentodelle donne che noi sappiamo benissimoche sono state le più penalizzate dellamanovra Fornero.

Passando agli articoli un po’ più disostanza, sull’articolo 3 giusto una nota: sirifinanziano ancora gli ammortizzatori so-ciali in deroga per il settore della pesca,che effettivamente presenta grosse diffi-coltà. Ma vorrei anche ricordare i pro-blemi per cui il settore della pesca in Italiaha tali difficoltà. Ci sono le regole comu-nitarie e a volte il fatto che ci sono e avolte il fatto che manchino tali regolecomunitarie penalizza spesso i piccoli pe-scatori.

Sul discorso degli ammortizzatori so-ciali e di tutti gli interventi che si possonofare per andare incontro al settore nonsolo della pesca ma anche al settore agri-colo, se ne possono fare molti altri, adesempio noi troviamo i lavoratori che sioccupano degli olivi in Puglia molto pe-nalizzati da un’infestazione lo scorsoanno. In più quest’anno con la Xilellahanno grosse difficoltà e cercheremo difare interventi che vanno nel senso disostenere questi lavoratori.

Poi, passando all’articolo 4, vi è ilrifinanziamento dei contratti di solida-rietà, con una disponibilità di 70 milioni dieuro, che sono ridicoli. Secondo noi, tratutti gli ammortizzatori esistenti, il mi-gliore è proprio il contratto di solidarietà,perché permette di far lavorare tutti ilavoratori, seppur con una decurtazionedello stipendio, però permette di nonescludere nessuno dal proprio posto dilavoro. Quindi, 70 milioni di euro rappre-sentano sicuramente un intervento ridi-

Atti Parlamentari — 109 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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colo; noi abbiamo proposto un emenda-mento che li rifinanzia con maggiori ri-sorse.

Poi, passerei all’articolo 5, in meritoalla determinazione del coefficiente di ca-pitalizzazione, del montante contributivo.Sì, è vero, il testo è stato corretto inCommissione con un emendamento, peròvogliamo ricordare che è una pezza, nelsenso che il coefficiente per il 2015 man-terrà il proprio valore ma negli annisuccessivi dipenderà dagli andamenti an-che economici di questo Paese, e noi nonvediamo grandi prospettive davanti. Quelloche chiedevamo era di togliere la locu-zione « salvo recupero », che sicuramenteci toglieva da qualsiasi problema, invecequi si rischia di andare a toccare ilmontante contributivo di milioni di pen-sionati, che comporterà sicuramente deigrossi problemi per le loro tasche.

Poi, altro articolo – secondo noi –estremamente delicato e importante è l’ar-ticolo 7, in merito all’anticipazione delTFR in busta paga, che è stata una delleiniziative fallimentari del Governo Renzi.Prima c’erano gli 80 euro, che dovevanoessere lo strumento per riattivare i con-sumi – e abbiamo visto che non ci sonoproprio –, poi l’anticipazione del TFR inbusta paga. Quanti hanno aderito a questainiziativa governativa ? Lo « zero virgola »per cento, neanche l’1 per cento, da comemi risulta. Quali erano le prospettive diadesione del Governo a pieno regime ? Il40 per cento circa di lavoratori, invece èassolutamente fallimentare. Dubitiamo unattimino sul senso e su vero intento delGoverno con questa iniziativa, perché pernoi era agevolare il circuito bancario,perché anche stavolta vi è intermediazionebancaria per anticipare questi soldi, sa-pendo poi che le aziende hanno detto inaudizione più volte che preferiscono chequesti soldi rimangano nelle loro disponi-bilità, nei loro bilanci. Quindi, i lavoratorinon sono rimasti soddisfatti, perché nonhanno richiesto di aderire, le imprese cihanno chiesto tutt’altro e c’è l’intermedia-zione bancaria. Con delle agevolazioni fi-scali si agevola l’intermediazione bancariae questo per noi è sicuramente qualcosa

che va in controtendenza e che, comeabbiamo visto, non dà alcun effetto, so-prattutto di natura macroeconomica,quindi siamo proprio fuori strada.

In merito alle proposte emendative:abbiamo presentato degli emendamenti,che però sono stati « cassati »; uno era sultetto alle pensioni d’oro, di cui parlerà ilcollega Matteo Dall’Osso, che prevedeval’inserimento di un tetto alle pensioni pari5 mila euro, perché non è possibile ancoraoggi avere delle persone che portano acasa 90 mila euro di pensione al mese afronte di milioni di pensionati che nonriescono ad arrivare alla fine del mese –è una cosa allucinante ! –, sapendo poiche, considerato che questo è uno deipochissimi Paesi in Europa in cui nonesiste un vero sostegno qual è il reddito dicittadinanza, il primo ammortizzatore so-ciale che abbiamo sono le famiglie espesso i nonni pensionati.

Quindi, nel complesso, evidenziamomolte criticità. Siamo molto critici neiconfronti di questo provvedimento e ab-biamo presentato tutta una serie di emen-damenti che poi illustreremo domani, spe-rando che qualcosa venga accolto, maovviamente, come sempre, non siamomolto fiduciosi.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenireil relatore di minoranza, deputato RobertoSimonetti.

ROBERTO SIMONETTI, Relatore diminoranza. Grazie, Presidente. Proprio perl’economicità dei lavori, proprio per nonripetere ciò che abbiamo espresso in sededi dibattito in Commissione e tenuto contoche comunque nel merito entreremo du-rante la fase emendativa, chiedo che laPresidenza autorizzi la pubblicazione incalce al resoconto della seduta odierna deltesto integrale della mia relazione di mi-noranza, in modo tale da non tediare –come purtroppo ha detto il collega Comi-nardi – con la lettura di un testo scritto.

PRESIDENTE. È autorizzato, sulla basedei criteri costantemente seguiti.

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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ROBERTO SIMONETTI, Relatore diminoranza. Credo che anche i testi scrittiletti sono rispettabili, però per l’economiadei lavori preferisco consegnare il miointervento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenirela rappresentante del Governo.

TERESA BELLANOVA, Sottosegretariadi Stato per il lavoro e le politiche sociali.Mi riservo di intervenire in un’altra fasedella discussione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Baruffi. Ne ha facoltà.

DAVIDE BARUFFI. Grazie, Presidente.Onorevoli colleghi, rappresentante del Go-verno, la sentenza della Consulta che hadichiarato incostituzionale la norma deldecreto-legge n. 201 del 2011, quella cheblocca le indicizzazioni delle pensioni pergli anni 2012 e 2013 non è stata unfulmine a ciel sereno. Si fonda su principiche la Corte aveva già fissato e ribadito inpiù circostanze e sono stati giustamenterichiamati anche dai due relatori che mihanno preceduto, ovvero il corretto bilan-ciamento dei valori costituzionali, la sal-vaguardia dell’adeguatezza della presta-zione previdenziale, principio irragionevol-mente sacrificato alle esigenze della fi-nanza pubblica, scolpisce la Corte,l’eccezionalità e la temporaneità delle mi-sure in quanto tali.

Noi riteniamo che non sia questal’unica parte del cosiddetto decreto « salvaItalia » passibile di incorrere in un giudiziodi incostituzionalità, in particolare proprioper la parte relativa alla manovra finan-ziaria operata sul regime previdenziale.Altrettanta preoccupazione desta per noi ilbrusco innalzamento operato circa l’etàpensionabile senza alcuna gradualità. Unaltro principio richiamato spesso dallaCorte, in particolare per le donne. Perquesta ragione il Partito Democratico findall’avvio di questa legislatura, ma piùprecisamente fin dal giorno dopo in cui ilGoverno di allora approvò questo decreto,ha avanzato proposte per ripristinare sia

meccanismi di perequazione più progres-sivi e socialmente sostenibili, sia per rein-trodurre elementi di gradualità e flessibi-lità per l’accesso alla pensione. Nel primocaso, cioè la perequazione, ricordo comesu nostra iniziativa con la legge di stabilitàper il 2014 si è tornati ad una rivaluta-zione pressoché piena per tutti i tratta-menti pensionistici fino a quattro volte ilminino e si è data comunque una primarisposta anche alle pensioni superiori finoa sei volte il minimo. A riprova che nonsolo questo problema lo avevamo visto edenunciato ma che a noi stanno a cuore,in particolare, i redditi più bassi e, quindi,quando è toccato a noi abbiamo ancheprovveduto, per quanto nelle nostre pos-sibilità.

Per quanto riguarda, invece, il secondocorno del problema che indicavo, cioè lagradualità e la flessibilità, abbiamo avan-zato proposte per correggere struttural-mente la manovra Fornero. Anzitutto, intre anni e mezzo, ci siamo fatti promotoridi sei salvaguardie successive per tutelarele prime vittime, cioè gli esodati, ripor-tando nel sistema previdenziale 11,6 mi-liardi di euro dai saldi di finanza pubblica.Il nostro lavoro proseguirà sino a quandotutti gli esodati avranno trovato una ri-sposta ragionevole. Poi abbiamo correttoaltre storture, penso alle cosiddette pena-lizzazioni per i lavoratori precoci chematuravano oltre 41 anni senza avere i 62anni di età anagrafica, o correggendo ilconcetto di prestazione effettiva di lavoro.

In questa settimana ci stiamo poi con-frontando come forze politiche, tra Go-verno, Parlamento e INPS proprio a par-tire dalle nostre proposte di legge pertrovare soluzioni concrete e sostenibili cheintroducano flessibilità nel sistema pensio-nistico anche in vista del lavoro dellaprossima legge di stabilità. Per noi è unacosa molto importante, è una questione digiustizia sociale, e non vorremmo quindiche fosse la Consulta ma il Parlamento adintervenire per riparare a problemi che hacreato.

Come evidenziato dalla relatrice, laonorevole Giacobbe, il primo obiettivo diquesto decreto è quello di corrispondere

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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alla sentenza n. 70 della Corte costituzio-nale. Ripariamo oggi ad un problema chesi è prodotto nel 2011 e quella manovra« salva Italia », fatta in emergenza, era larisposta per molti aspetti anche disperata,certamente con errori, al disastro prodottodalla gestione precedente, quella della De-stra. Ci si accusa anche oggi, anche inquesti giorni e settimane, di voler correg-gere errori che anche noi abbiamo pro-dotto.

È legittimo e questa accusa può starci.Quello che però è inaccettabile è chequesta accusa ci venga mossa da chi avevaprecipitato il Paese nel baratro, a partiredalla Lega Nord. È il primo caso in cui ilpiromane contesta l’operato dei vigili delfuoco.

Il decreto-legge n. 65 risarcisce i pen-sionati ingiustamente penalizzati, lo fatempestivamente, ancorché parzialmente,in modo equo e sostenibile. Tempestiva-mente, perché va dato atto al Governo chenon si è attesa la legge di stabilità perintervenire: il 1o di agosto i pensionatiavranno i loro rimborsi. Parzialmente,perché non restituisce tutto a tutti, cosaperaltro non richiesta dalla Consulta: ildecreto da di più a chi ha e aveva di menoe dà di meno a chi ha e aveva di più.Quindi, è un provvedimento parziale maequo, cioè c’è gradualità, il principio cheho richiamato già due volte, come richie-sto dalla Corte. Si ripristina un po’ digiustizia sociale nei limiti delle condizionidate ed è proprio il rispetto di questecondizioni date a rendere il provvedi-mento sostenibile. Gli obiettivi di finanzapubblica per il 2015 e per il prossimotriennio sono rispettati. I vincoli fissati dalParlamento e validati dalla Commissioneeuropea per non riprecipitare il Paesenelle condizioni di cui al 2011. Dovrebbeessere ormai chiaro a tutti che ogni voltache si provoca e si interviene nell’emer-genza i primi farne le spese sono propri glistrati sociali meno abbienti e noi questonon lo vogliamo più.

Le proposte avanzate dalle minoranze,ho ascoltato anche il relatore Cominardi eho letto la relazione di minoranza dellaLega, propongono invece proprio questo:

17,6 miliardi da contabilizzare sul 2015,facendo saltare il banco dei conti pubblici;viceversa, dovremmo già ora tagliare ulte-riori servizi e introdurre nuove tasse perripristinare quei saldi di finanza pubblica.Ce lo ha spiegato bene il Ministro Padoanin audizione, lo ha richiamato qualchegiorno fa proprio in quest’Aula il nostrocapogruppo in Commissione bilancio,Maino Marchi, anche l’idea di spalmare larestituzione su 5 anni, mentre può fun-zionare in punto di saldi contabili e,quindi, per quanto riguarda l’indebita-mento netto, non funziona ai fini delrapporto tra il deficit e il PIL, che vienecontabilizzato in termini di competenza.Quindi, la proposta che è stata avanzatanon è una proposta compatibile: ci ripre-cipiterebbe nella situazione che prima ri-chiamavo.

Noi nel lavoro di Commissione ab-biamo fatto cose importanti, credo, ne vadato atto a tutta la Commissione e allavoro che ha svolto la relatrice. Abbiamoanche chiarito, precisato e corretto alcuniaspetti del testo che sono stati richiamati:il fatto che questi aumenti – intendo diredelle pensioni in termini di restituzione –,pur una tantum, non vadano dispersi dallafutura base di calcolo per i successiviinterventi di indicizzazione. È un elementoche dà strutturalità alla manovra. La cor-rezione del coefficiente di rivalutazionedel montante contributivo: non potrà piùscendere sotto l’1 per cento. Credo cheanche questo ci mette al riparo, non soloper l’oggi, certamente per l’oggi, ma ancheper il futuro e rappresenta un’altra cor-rezione possibile della manovra Fornero.Sono correzioni e correttivi strutturali allamanovra Fornero per renderla un po’meno manovra finanziaria e un po’ piùriforma previdenziale: assicurano piùequilibrio, più equità, più sostenibilità neltempo.

Questo decreto contiene, infine, altremisure improntati, meno dibattute sullastampa e quindi meno note probabil-mente, all’opinione pubblica, ma non perquesto di minore impatto sociale. Mi ri-ferisco, in particolare, al rifinanziamentodegli ammortizzatori sociali, un miliardo e

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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20 milioni di euro in più per la cassaintegrazione in deroga, la dotazione ini-ziale, come ricordato, era di 700 milioni:passiamo a un miliardo e 720 milioni; 70milioni di euro per i contratti di solida-rietà a cui nel lavoro della Commissione,in accordo con il Governo, ne abbiamoaggiunti complessivamente altri 220.Quindi, 290 milioni in più sia per i con-tratti di solidarietà di tipo B (lo stanzia-mento iniziale era di 70 milioni), sia perquelli di tipo A, inizialmente, non previstidal decreto che ora hanno una nuovadotazione di 150 milioni. Infine, 5 milioniaggiuntivi per la cassa in deroga per ilsettore della pesca, per una manovra com-plessiva, come ricordava Anna Giacobbe,di un miliardo e 315 milioni aggiuntivi pergli ammortizzatori sociali.

Sono misure importanti, quanto mainecessarie e urgenti per fare fronte aibisogni delle aziende in crisi e dei lavo-ratori che rischiano di perdere il proprioposto di lavoro, misure per salvaguardarela produzione, l’occupazione e i redditi. IlJobs Act si è dato l’obiettivo di spostare letutele dal posto di lavoro al mercato dellavoro. Bene ! È una sfida che abbiamoaccettato, non senza dibattito, e chestiamo affrontando, per parte del Governo,con l’emanazione dei decreti e per partenostra, cioè della Commissione lavoro,esaminando ed entrando nel merito diquesti decreti. Proprio oggi abbiamo in-cardinato in XI Commissione lo schema didecreto che riforma gli ammortizzatorisociali in costanza di rapporto di lavoro.

Ora, è del tutto evidente che fino aquando questi nuovi strumenti non sa-ranno a regime – ripeto: questo decretol’abbiamo incardinato oggi – ma, soprat-tutto, non sarà a regime e funzionante ilsistema delle politiche attive – incardine-remo il decreto domani – occorre avererisposte certe per bisogni urgenti. Rispostein questo decreto ci sono e dal lavoro dellaCommissione io credo che queste risposteescano rafforzate, sia per portata sia perquantità di risorse destinate. Possiamomandare un messaggio positivo a tantilavoratori e a tante imprese, come anche

le forze di opposizione hanno riconosciutonel corso del dibattito della Commissione(e io gliene do atto).

Ci sono, poi, altre misure su cui nonvoglio soffermarmi, dato che lo hannofatto i relatori, come, ad esempio, l’averereso più agevole per le imprese l’anticipa-zione del TFR in busta paga per i lavo-ratori.

Invece, voglio concludere con un ultimo– un altro – provvedimento, apparente-mente minore, contenuto in questo de-creto, cioè il pagamento di tutte le pen-sioni e degli assegni, anche INAIL, alprimo di ogni mese. Oltre ad essere unamisura razionale, di semplificazione e dipulizia organizzativa, questa misura rap-presenta per noi, anche sul piano simbo-lico, una sfida che abbiamo lanciato alGoverno e anche all’INPS. Una vera ri-forma previdenziale potrà dirsi talequando al primo del mese ciascuno avrà lapropria – una sola – pensione, che rac-coglie tutti i contributi versati nel corso diuna vita lavorativa, a prescindere anchedalla cassa di riferimento, maturata conanaloghi criteri di calcolo e di coefficientidi trasformazione e su un’aspettativa divita reale, commisurata al percorso dilavoro effettivamente svolto. Da oggi, ri-solta questa emergenza, io credo che do-vremo lavorare per questo (Applausi deideputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare lacollega Polverini. Ne ha facoltà.

RENATA POLVERINI. Grazie, Presi-dente, grazie al sottosegretario Bellanova.Oggi discutiamo della sentenza ormai fa-mosa della Corte costituzionale, la n. 70del 10 marzo scorso, che, secondo ilgruppo di Forza Italia, è molto chiara enon ammette repliche. Una sentenza checome tutte – lo abbiamo ascoltato pertanti anni – andrebbe applicata e noninterpretata.

La Corte costituzionale, infatti, dichiaral’illegittimità costituzionale, appunto, del-l’articolo 24, comma 25, del decreto-legge6 dicembre 2011, n. 201, che è appenastato ricordato bene dal collega Baruffi,

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che poi fu convertito, con modificazioni,dall’articolo 1, comma 1, della legge 22dicembre 2011, n. 214, nella parte in cuiprevede che « in considerazione della con-tingente situazione finanziaria, la rivalu-tazione automatica dei trattamenti pensio-nistici, secondo il meccanismo stabilitodall’articolo 34, comma 1, della legge 23dicembre 1998, n. 448, è riconosciuta, pergli anni 2012 e 2013, esclusivamente aitrattamenti pensionistici di importo com-plessivo fino a tre volte il trattamentominimo INPS, nella misura del 100 percento ».

È la Corte costituzionale stessa cheindica, nelle righe, il percorso da seguire,che altro non è che quello di applicare ilcitato comma 1 dell’articolo 34 della leggen. 448 del 1998, che prevede due cose: laprima è che il meccanismo di rivaluta-zione delle pensioni si applica per ognisingolo beneficiario in funzione dell’im-porto complessivo dei trattamenti corri-sposti a carico dell’assicurazione generaleobbligatoria e delle relative gestioni per ilavoratori autonomi nonché dei fondi so-stitutivi, esclusivi ed esonerativi della me-desima e dei fondi integrativi ed aggiuntivi;la seconda è che l’aumento della rivalu-tazione automatica viene attribuito su cia-scun trattamento in misura proporzionaleall’ammontare del trattamento da rivalu-tare rispetto all’ammontare complessivo.

Noi crediamo che l’Esecutivo avrebbedovuto prendere atto di ciò e trovare neimeandri del bilancio dello Stato, magarifra quei 66 miliardi di spese, chiamiamolegenerali, non ben chiare che ricorronoogni anno nel bilancio dello Stato, lerisorse per assicurare la perequazione ditutte le pensioni, a prescindere dal loroammontare. E lo dico perché la stessaCorte, con diverse sentenze, ha sempresostenuto – e non poteva che essere così– che il trattamento previdenziale altronon è che una retribuzione differita e,pertanto, proprio in ragione di questo, lasentenza andava applicata e non ancorauna volta da questo Governo interpretata.Sarà stato magari anche l’effetto di questasentenza se oggi la Consulta sul contrattodei pubblici dipendenti decide di intra-

prendere un percorso a metà, cioè diceche è incostituzionale il blocco degli sti-pendi dei dipendenti pubblici, però salva ilGoverno, perché lo dichiara incostituzio-nale soltanto da oggi e non per il passato.

Mi auguro che il Governo in queste oreabbia già – approfitto di questo momentonaturalmente, visto che è una questionequotidiana – approfittato per aprire iltavolo di trattative e rimettere anche ilpersonale pubblico nelle condizioni diavere il rinnovo contrattuale. Dicevo, tor-nando alla sentenza, che il Governo seguesempre le proprie alchimie, adottando undecreto-legge che ripropone con pochevariazioni quanto già sonoramente boc-ciato dalla Corte costituzionale a marzo eche, per tale ragione, si pone a forterischio di una nuova bocciatura in futuro.E non solo: io penso che quando il primopensionato nel mese di agosto avrà la suaindicizzazione non soltanto ricorrerà perquello che non gli è stato restituito, ri-spetto ad una scelta parziale di restitu-zione da parte del Governo, ma tutti glialtri pensionati si troveranno nelle condi-zioni di fare ricorso e, quindi, l’unica cosache vedremo, dal mese di agosto in poi,sarà evidentemente una grande attivitànegli istituti legali che si occupano diqueste questioni, e anche nei patronati. Enon è un caso se avevo chiesto, con unemendamento in questa norma, per esem-pio, di rinviare la scadenza per la riorga-nizzazione dei patronati, perché avrannotalmente tanto lavoro che magari nonavranno il tempo per riorganizzarsi ri-spetto alla nuova normativa, ma natural-mente anche quello come altri cinque –solo sei erano gli emendamenti presentatidal gruppo di Forza Italia – è statobocciato. La soluzione del Governo rap-presenta soltanto una variazione nel tematracciato dal comma 25 dell’articolo 24 deldecreto-legge n. 201 del 2011, in quantonon è sufficiente variare alcune percen-tuali per rispondere alla sentenza dellaCorte costituzionale. Infatti, con il gruppodi Forza Italia avevamo presentato unemendamento che andava a stralciare l’ar-ticolo 1. Perché dico questo ? Perché cidispiace votare contro questo provvedi-

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mento, in quanto nello stesso provvedi-mento, per materie diverse da quella pre-videnziale, ci sono invece cose importanti,che avremmo votato con convinzione, maè inevitabile quindi che il giudizio sull’ar-ticolo 1, che rimane così, con pochissimevariazioni, come il Governo l’ha presen-tato, non può che influenzare la valuta-zione complessiva del decreto-legge, che –dicevo – meriterebbe invece, su alcunipunti, altro parere. È stato già ricordato:all’articolo 2 c’è un incremento del Fondosociale per l’occupazione e la formazione,per gli ammortizzatori in deroga per il2015; l’articolo 3 incrementa le risorsedestinate, sempre nell’ambito del Fondosociale per l’occupazione e la formazionee il rifinanziamento degli ammortizzatoriin deroga per il settore della pesca; l’ar-ticolo 4 autorizza la spesa di 290 milionidi euro per il 2015 per i contratti disolidarietà e l’articolo 5 modifica la disci-plina di coefficiente di rivalutazione delmontante contributivo. Ci sono tante coseche pure avremmo voluto votare, nonultimo l’articolo 5-bis, presentato dallarelatrice, che abbiamo apprezzato, che èuna norma di interpretazione autentica inmateria di benefici previdenziali ricono-sciuti in caso di esposizione ad amianto.

Queste sono alcune delle cose che noiavremmo voluto votare convintamente, an-che perché, malgrado la storia che quoti-dianamente il nostro Presidente del Con-siglio continua a raccontarci, siamo unPaese ancora profondamente in crisi, doveci sono oltre 3 milioni di disoccupati, 14milioni di persone inattive, 9 delle qualidonne, e dove l’unica risposta che il Go-verno ha dato a questa, ormai, piagaoccupazionale è quella del tanto decantatoJobs Act, il quale, alla fine della fiera,come stiamo vedendo, si tradurrà in pochie mirati interventi volti a favorire una piùampia libertà di licenziamento, dopoquello che aveva già fatto la Fornero, ildemansionamento, ed un maggiore con-trollo sui dipendenti, ben oltre – come ciè stato anche ricordato ieri dal Garantedella privacy – la legge che garantisce,appunto, la privacy delle persone.

Quindi, voglio dire, ci sarebbero statidei motivi per votare questo provvedi-mento, ma non possiamo farlo laddove,appunto, interviene in maniera parzialesulla sentenza della Corte. E non voglionemmeno accettare il ragionamento, chepure è stato fatto, che coloro che, comenoi, intendono la restituzione totale aipensionati, sono coloro che vogliono pre-miare le pensioni alte. Noi vogliamo sem-plicemente restituire a coloro che hannoversato contributi, che hanno un tenore divita che, ovviamente, è adattabile al lavoroche hanno svolto e alla pensione chepercepiscono, e vogliamo anche premiarele persone e i pensionati più poveri. Al-lora, mi sarei aspettata, da questo Go-verno, che con la non restituzione totale aquelle persone che la Consulta, invece,individua, ci fosse stato finalmente, ma-gari, il famoso bonus – quello sì che eraun bonus – degli 80 euro promessi aipensionati durante la campagna elettoraledelle europee, oppure un adeguamentodelle pensioni minime, che, ormai, sono aldi sotto, ma molto al di sotto, della sogliadi povertà. Quindi, non ci sto a farmi direche noi siamo tra coloro che voglionorestituire a chi ha già di più, perché è ilGoverno che in questo momento può in-tervenire su fasce più povere di pensionatie, invece, non lo fa.

Concludo con un ultimo intervento. Ioringrazio il sottosegretario e ringrazio an-che i colleghi di maggioranza perché inCommissione – l’ho sempre detto ognivolta che intervengo in Aula – facciamoun lavoro molto puntuale, molto certosino,anche andando molto d’accordo, perchéquando si ha a che fare con il lavoro dellepensioni, con i redditi delle pensioni, èdoveroso trovare delle soluzioni al di làdei partiti di appartenenza, al di là del-l’essere maggioranza od opposizione.

Però, la norma sul trattamento di finerapporto sappiamo perfettamente perchénon funziona. È inutile che cerchiamo deicorrettivi che non sposteranno di unavirgola. La norma sul trattamento di finerapporto non funziona perché, anche lì,dopo averla aumentata sulla casa, si èaumentata una aliquota fiscale che ha

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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portato, purtroppo, i lavoratori a nonvedere alcun tipo di vantaggio nell’avere inanticipo il trattamento di fine rapporto; elo si è fatto anche scardinando un sistemache in questo Paese si era costruito, anchelì, con grande pazienza, perché, comestiamo vedendo, le pensioni, almeno perquello che riguarda la parte pubblica, sonosempre più basse; passando naturalmentedal retributivo al contributivo, e con tuttoquello che abbiamo visto in questi anni,era doveroso, come facemmo allora, indi-care almeno alle giovani generazioni cheera necessario, anzi obbligatorio, affian-care alla previdenza pubblica anche unaparte complementare. Lo avevamo fattoanche incentivando con la ritenuta fiscalepiù bassa: dall’11 per cento portata, in-vece, poi dal Governo Renzi al 20 percento.

Quindi, io apprezzo anche – ripeto – illavoro fatto in Commissione per tentare dimodificare questo decreto, ma assoluta-mente non ha soddisfatto le posizioni diForza Italia. Noi riteniamo che, conti-nuando in questa direzione, continuandocome purtroppo, sicuramente, sarà in que-st’Aula, con il bocciare di nuovo tutti gliemendamenti che noi consideriamo mi-gliorativi di questo Governo presentatidalle opposizioni, troveremo sicuramentepersone che non avranno quanto, invece, èloro dovuto, ma soprattutto – ripeto,l’unica cosa che ci sarà – una nuovabocciatura della Consulta e, prima ancora,tanti tanti tanti ricorsi (Applausi dei de-putati del gruppo Forza Italia – Il Popolodella Libertà – Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ilcollega Tancredi, che non vedo in Aula.

È iscritto a parlare il collega Sannican-dro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Come èstato già riferito, la Corte costituzionale hadichiarato l’illegittimità costituzionale diuna parte di un articolo della legge For-nero, nella parte in cui prevede che, inconsiderazione della contingente situa-zione finanziaria, la rivalutazione automa-tica dei trattamenti pensionistici è ricono-

sciuta per gli anni 2012 e 2013 esclusiva-mente ai trattamenti pensionistici di im-porto complessivo fino a tre volte iltrattamento minimo INPS nella misura del100 per cento.

In sintesi, la Corte come ha motivatoquesta sua decisione ? L’ha motivata –leggo testualmente, per evitare enfasi –affermando che l’interesse dei pensionati,in particolar modo di quelli titolari ditrattamenti previdenziali modesti, è tesoalla conservazione del potere di acquistodelle somme percepite, da cui deriva, inmodo consequenziale, il diritto ad unaprestazione previdenziale adeguata.

Tale diritto risulta irragionevolmentesacrificato nel nome di esigenze finanzia-rie non illustrate in dettaglio. Risultano,dunque, intaccati i diritti fondamentaliconnessi al rapporto previdenziale, fon-dato su inequivocabili parametri costitu-zionali, cioè la proporzionalità del tratta-mento di quiescenza, inteso quale retri-buzione differita, e l’adeguatezza, quest’ul-tima da intendersi quale espressione certa,anche se non esplicita, del principio disolidarietà di cui all’articolo 2 della Co-stituzione e, al contempo, attuazione delprincipio di uguaglianza sostanziale.

Ho letto questa sintesi, fatta dallastessa Corte, della sua lunga sentenza,perché, soprattutto ascoltando qualchecollega, ho riflettuto su quale cattiva sorteabbia subito l’istituto della perequazione,della rivalutazione delle pensioni. Ad uncerto punto della storia repubblicana, ilmovimento sindacale e i lavoratori riten-nero che, in effetti, anche le pensioni, cosìcome le retribuzioni, dovessero essere ade-guate in modo da consentire ad un lavo-ratore e alla sua famiglia un’esistenzalibera e dignitosa, e quindi si sono esco-gitati vari sistemi.

Tra questi, tecnicamente, vi è il sistemadella rivalutazione, dell’indicizzazione,della perequazione delle pensioni. Però, sesi passa in rassegna la legislazione che,perlomeno dal 2000, ma anche prima,anzi, abbastanza prima, è stata varata suquesta materia, notiamo che, a poco apoco, a poco a poco, della perequazione si

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è fatto un uso sempre più limitato, al finedi fronteggiare eventuali problemi di cassadei vari Governi.

Questo ci fa dire che ormai siamo aduna riforma quasi strutturale della pere-quazione automatica delle pensioni; ci fadire, sostanzialmente, che abbiamo fattogiganteschi passi indietro rispetto al 1969,quando fu escogitato questo sistema chenoi oggi conosciamo e che abbiamo vistocalpestato dalla legge Fornero. Rimanel’unica speranza nella cultura della Corte,che ha conservato questo principio, peròpare che i Governi abbiano completa-mente dimenticato di che cosa si parla.

Si è dimenticata anche un’altra cosa:quando la Corte costituzionale dichiaraillegittima una norma, quest’ultima sem-plicemente scompare dal nostro ordina-mento giuridico. È una sorta di principiofondante del nostro ordinamento: nellaseparazione dei poteri, alla Corte spettacontrollare se le leggi sono conformi allaCostituzione, ma, una volta che stabilisceciò, questa norma è scomparsa e non puòessere ripristinata in modo surrettizio.

Il Governo con questo decreto-leggen. 65, che cosa ha fatto ? Ha fatto fintache la Corte nulla avesse detto e, diconseguenza, crede di superare il vuotonormativo che così si è creato, con unanormativa retroattiva che fa esattamente ilcontrario di quello che la Corte ha stabi-lito e cioè non restituisce sostanzialmenteai pensionati quello che a loro è statotolto. Si sono fatti dei calcoli, si parla di17-18 miliardi. Si sono utilizzati questicalcoli per cercare anche di delegittimarela Corte, ma di questo parleremo in un’al-tra occasione. Ma di questi 17 miliardi,cosa si restituisce ai pensionati ? Una benmisera somma. È stato detto da qualcunoche si sarebbe creata una voragine neiconti pubblici. Questa voragine, certa-mente, se considerata l’entità del maltolto,è una cifra enorme, però non è detto chenon poteva trovarsi una risoluzione di-versa. Io ho già detto in sede di pregiu-diziale, che già altre volte i Governi italianisi sono trovati di fronte a questa situa-zione e ho citato una vicenda del 1985. LaCorte costituzionale, con la sentenza

n. 314 del 1985, stabilì che ogni pensionedoveva essere integrata al trattamento mi-nimo. Qual era la situazione a quel-l’epoca ? Era che un pensionato che go-deva della pensione, ad esempio, di an-zianità o di vecchiaia, qualora, per disgra-zia, godeva della pensione di reversibilitàdel coniuge defunto, questa pensione ve-niva calcolata sui contributi, a calcolo. Percui c’erano pensioni miserabili di pochecentinaia di euro addirittura. Io vi possomostrare un giornale dell’epoca. Ci vollerodieci anni...

PRESIDENTE. No, non lo può esibire,ce lo racconti.

ARCANGELO SANNICANDRO. Sto leg-gendo.

PRESIDENTE. No, perché diceva « viposso mostrare », allora pensavo lo volessemostrare all’Aula.

ARCANGELO SANNICANDRO. Questaè la pagina de Il Giorno, del 3 luglio 1994.Vi sono due cedolini di pensione, pensionediretta e pensione di reversibilità. La pen-sione di reversibilità era di 6.330 lire che,se non sbaglio, corrisponde a circa 30 eurodi oggi, a fronte di una pensione diretta di599.320. Lì si pose il problema, si parlavadi 32 mila miliardi, di lire ovviamente, del1994. Cosa fece il Governo dell’epoca ?Fece quello che oggi si è tentato di mini-mizzare. Fece una legge con la quale sistabilì che i pensionati avrebbero preso gliarretrati in sei anni, rate che furonopuntualmente onerate. Ma qual è il com-mento del giornalista per cui io ho ilgiornale sottomano. Il giornalista dice: nonè possibile che lo Stato con una mano diceuna cosa e con l’altra ne fa un’altra,perché l’INPS è lo Stato e l’INPS era statocondannato dalla Corte costituzionale. LaCorte costituzionale aveva detto che lapensione andava integrata al trattamentominimo, invece lo Stato, a sua volta, conun’altra legge voleva fare diversamente. Èquello che sta praticamente accadendoora. Questo aspetto non è eludibile, i soldiai pensionati devono essere restituiti per

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intero, perché altrimenti si aprirà un con-tenzioso enorme, come si aprì tra il 1985e il 1994. Ciò è stato già ricordato dallacollega Polverini e certamente il 1o agosto,quando i pensionati scopriranno che nonriceveranno quello che la Corte ha stabi-lito (e non ha stabilito che bisogna pagarlisubito ed immediatamente) è evidente cheandranno ai patronati, agli uffici legali, esi aprirà in Italia un contenzioso enormecome accadde a quell’epoca.

Un contenzioso che si risolse nel 1994con una legge di quell’epoca, la n. 240.

Infatti allora il Governo scelse la stradadi fare finta di niente, tanto le cause eranonei confronti dell’INPS e non tutti i cit-tadini italiani fanno causa. È evidente chesi faceva affidamento, per così dire, sulladiffidenza che normalmente si ha neiconfronti dei tribunali. E, in effetti, unrisparmiano notevole talvolta ci può esserein questa maniera. Però la cosa non fun-zionò, perché i pensionati, sostenuti daisindacati, fecero contenzioso di massa.

Qui, invece, il Governo ha scelto un’al-tra strada, la strada di intervenire imme-diatamente. E lo dice anche in modobeffardo, perché l’articolo 1 di questodecreto-legge – badate – sembra quasischerzarci sopra: « al fine di dare attua-zione ai principi enunciati nella sentenzadella Corte costituzionale n. 70 del 2015,nel rispetto del principio dell’equilibrio dibilancio e degli obiettivi di finanza pub-blica, assicurando la tutela dei livelli es-senziali delle prestazioni concernenti idiritti civili e sociali, anche in funzionedella salvaguardia della solidarietà inter-generazionale ». Ripeto, è un articolo dalcontenuto abbastanza beffardo, perchéquello che poi si va a leggere successiva-mente è tutto il contrario, nel senso che aipensionati non si restituisce tutto e non sirestituisce tutto a tutti, perché questaparte, quella degli arretrati, è indiscutibil-mente fissata e non eludibile.

Per quanto riguarda poi il futuro, an-che qui il Governo ha messo le maniavanti e ha rifatto una disciplina che,come è stato anche già ricordato, non evitai pericoli di una nuova eccezione di inco-stituzionalità davanti a qualche tribunale.

Ma quello che è peggio, in sostanza, men-tre la Corte dice che si possono fare deisacrifici, purché siano chiaramente indi-cate le finalità, che siano temporanei, quipraticamente si è legiferato per tutto ilfuturo possibile e immaginabile, ovveropraticamente eludendo, anche sotto questoprofilo, la sentenza della Corte costituzio-nale.

Ma c’è – ripeto, come ha già dettoall’inizio – un fatto che mi ha veramente,per così dire, impressionato, perchéquando si parla di contingenza di crisi,quando si tratta di difficoltà finanziarie,gira e rigira l’argomento va a finire suilavoratori e sui pensionati. Questa è laquestione politica. E quando si dice chealtrimenti finiamo come la Grecia, io dico:certo, c’è il pericolo di finire come laGrecia e io dico che la Grecia la stiamo giàrealizzando, perché da anni non si as-sume. Lì hanno licenziato, ma qui da anninon si assume. In Grecia le pensioni sonoridotte al lumicino, ma anche qui stiamooperando in tale direzione. Ma quando sivuole evitare uno scenario di crisi, ma perquale motivo si pensa soltanto ai pensio-nati ? Questa è la risposta che il Governodeve dare. E la risposta non può cheessere unica ed è quella per cui la classesociale a cui questo Governo ormai fariferimento non è più quella che eravamoabituati a considerare quando stavamo inun’altra epoca, in un’altra Repubblica, noia sinistra e la Democrazia Cristiana con lasua cultura cristiano-sociale.

Oggi siamo in un altro mondo, c’è unasorta di mutazione genetica che è avvenutanella classe politica attuale: è completa-mente imbevuta di alcune dottrine liberi-ste che hanno fatto dell’impresa il centrodel mondo e il centro dello sviluppo, percui di conseguenza il lavoratore non èconsiderato altro che un’appendice e ilavoratori non sono altro che un ingra-naggio del meccanismo che entra in fun-zione solo se serve al capitale italiano.

Ora cos’altro si può aggiungere dalpunto di vista politico ? Bisogna chiedersiquale sia la conseguenza di tutti questiinterventi nei confronti dei pensionati. Lalegge si chiamava « salva Italia », mi pare.

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Ora la domanda è: ma l’Italia si è salvata ?Se l’Italia non si è salvata con questiprovvedimenti, se l’Italia non si è salvatacon i provvedimenti precedenti, ma perquale motivo si insiste ?

Infatti il problema è che, quando sidice « Salva-Italia », si usa questa espres-sione per dimenticare che in Italia esi-stono gli abbienti e i meno abbienti e checoloro i quali comandano oggi non sonocertamente, ormai da tempo, le classimeno abbienti, anche perché qua dentronon riescono a trovare un’adeguata rap-presentanza e non riescono a far sentire laloro voce in modo efficace. Questa è laverità.

Un’ultima postilla: ho ascoltato questoriferimento, con positività, all’articolo 81della Costituzione e alla validazione cheavviene da parte dell’Europa di questiprovvedimenti. Innanzitutto voglio chiarire– lo dice la Corte – che l’articolo 81 dellaCostituzione non è una super norma co-stituzionale, bensì una norma costituzio-nale uguale a tutte le altre, anzi subordi-nata ai principi dei primi dodici articolidella Costituzione, ovvero ai principi fon-damentali. Ripeto, non è una super normacostituzionale. D’altra parte, che cosavuole significare: vuole significare che iconti devono stare in ordine, non vuolesignificare che le entrate devono esseresempre attinte da quella classe di cittadinie da quella classe di lavoratori. Non vuolesignificare affatto questo, ma qui si stacercando di identificare l’equilibrio delbilancio con l’equilibrio a danno dei la-voratori e dei pensionati, e questa storiaarriverà un momento in cui certamentecambierà.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Burtone. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BUR-TONE. Presidente, due considerazioni. Laprima è più politica e riguarda alcunecritiche che sono state mosse al Governoper questo provvedimento, critiche che noiconsideriamo pretestuose, figlie di questotempo. Infatti, c’è chi sostiene demagogi-camente che il Governo avrebbe dovuto

restituire tutto a tutti. C’è in questa po-sizione una dose di cinismo irresponsabile,che avvelena il clima politico. Non vasottovalutato il fatto che il provvedimentosia strettamente collegato al « Salva-Ita-lia ». Uno degli aspetti più dibattuti inquell’occasione, quando fu varato queldecreto-legge, fu proprio il blocco dellaindicizzazione delle pensioni superiori a1.400 euro. Noi votammo quel provvedi-mento, come Partito Democratico, perchéil Paese era in grande difficoltà. C’era unafase delicatissima, si rischiava il default eil non pagamento delle pensioni e deglistipendi e vi era altresì una difficoltà nelladistribuzione di un sistema sanitario. Orauna sentenza della Corte pone il supera-mento di quella decisione. A noi sembranoequilibrate le scelte del Governo, nel sensodi dare una prima risposta privilegiandogli assegni più bassi e di fare decrescere lerestituzioni man mano che sale l’assegno.Dire e sostenere: « bisogna restituire tuttoa tutti e subito » in un Paese che stalentamente portando avanti la propriaripresa, pur avendo ancora tante difficoltà,significa alimentare risentimenti, dareforza ai populismi spiccioli per arraffarequalche voto in più.

L’aspetto ancora più grave è che quelliche spingono verso questa direzione sonoproprio quelli che vorrebbero subito ancheil reddito di cittadinanza. I pensionatisanno che il Paese sta risalendo – lodiciamo senza enfasi, con sobrietà. C’è unacrescita dell’occupazione, quindi lo sforzomaggiore, anche per i pensionati, va fattoverso questa direzione, per le future ge-nerazioni, per il diritto di cittadinanza e ildiritto al lavoro.

La seconda considerazione riguarda lacriticità che coglie i percettori degli am-mortizzatori in deroga: le regioni stannodefinendo il 2014, mentre per il 2015 si èancora in attesa del primo riparto, e sonopassati già sei mesi.

Il decreto ministeriale n. 83473 del 1o

agosto 2014 ha segnato una sorta di avantiCristo e dopo Cristo: chi aveva più di treanni consecutivi di beneficio di mobilità inderoga è fuori oggi da ogni tutela. Leregioni stanno tamponando, c’è chi sta

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facendo corsi di formazione, chi si appre-sta ad avviare una sperimentazione direddito minimo: queste persone però ri-schiano di diventare dei fantasmi. In que-sta platea ci sono lavoratori che se non cifosse stata la Fornero sarebbero già inpensione e vivono anche in aree in cui èimpossibile oggi la ricollocazione per lacrisi economica e per le difficoltà strut-turali che in quei territori sono presenti.Non voglio sostenere che bisognava tenerel’intervento all’infinito ma penso che bi-sognava guardare ad un passaggio menotraumatico per coloro che hanno anni econtributi vicino alla pensione, che biso-gnava pensare ad una migliore gestione nelpassaggio tra il vecchio regime degli am-mortizzatori in deroga e la riforma dellavoro, tentare di accorpare al nuovo si-stema queste persone che sono in assenzadi qualsiasi copertura. Per questi tra l’al-tro dopo il danno c’è anche la beffa:hanno ricevuto l’indennità spettante per il2014 e per il 2015 e, per il sistema dellatassazione separata, hanno avuto un cu-mulo di più mensilità e si sono vistidecurtare il sussidio. È un fatto graveperché per questi cittadini viene meno unprincipio di equità. Essi si vedono pena-lizzati dal fisco che toglie il poco del lorosussidio solo perché lo Stato ha distribuitoa loro queste risorse nel 2015. Avevo posto– il sottosegretario, lo sa – il tema conun’interrogazione: ancora non ha avutorisposta. Mi auguro che il Governo ancheper gli altri provvedimenti che sono statiannunciati si faccia carico di queste pro-blematiche del tema del fisco ma anche esoprattutto di riannodare il nuovo e ilvecchio sistema senza lasciare nella terradi nessuno persone e famiglie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ilcollega Dall’Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL’OSSO. Grazie Presi-dente, colleghi, ora mi vorrei rivolgere atutti cittadini in ascolto chiedendovi scusaper le prime righe che leggerò scritte inpolitichese. Poi capirete tutto benissimo,nomi e cognomi compresi.

Com’è o dovrebbe essere noto la Cortecostituzionale che ha dichiarato l’illegitti-

mità costituzionale dell’articolo 24, comma25, del decreto-legge 6 dicembre 2011,n. 201, disposizioni urgenti per la crescita,l’equità il consolidamento dei conti pub-blici, convertito, con modificazioni, dall’ar-ticolo 1, comma 1, dalla legge 22 dicembre2011, n. 214 nella parte in cui prevedeche, in considerazione della contingentesituazione finanziaria, la rivalutazione au-tomatica dei trattamenti pensionistici se-condo il meccanismo stabilito dall’articolo34, comma 1, della legge 23 dicembre 1994n. 174 è riconosciuta per gli anni 2012-2013 esclusivamente ai trattamenti pensio-nistici di importo complessivo fino a trevolte il trattamento minimo dell’INPSnella misura del 100 per cento, con rife-rimento all’articolo 3 sotto il profilo delprincipio di ragionevolezza e 36, primocomma, principio della sufficienza dellaretribuzione e 38, secondo comma, prin-cipio dell’adeguatezza della retribuzionedella Costituzione. Il testo del decreto-legge n. 21 maggio 2015 n. 65, disposizioniurgenti in materia di pensioni, di ammor-tizzatori sociali e di garanzie TFR pubbli-cato sulla Gazzetta Ufficiale n. 116, arti-colo 1, tenta di porre rimedio alla notasentenza della Corte costituzionale che haritenuto illegittimo il blocco dell’indicizza-zione delle pensioni statuito dalla famige-rata riforma pensionistica Fornero.

Ancora, a distanza di quasi tre anni, sicontinua a parlare della « lacrimata » ri-forma Fornero.

Quanto al rimedio offerto dall’Esecu-tivo in relazionale alla sentenza n. 70 del2015 della Corte costituzionale, sembra –sembra ! – di potere sin d’ora individuareuna criticità di ordine costituzionale nellanotevole esiguità del rimborso disposto perle sole fasce di pensioni più basse, inspecie se si associa tale elemento allapreannunciata adozione, dal 2016, di ul-teriori norme di riduzione e/o blocco del-l’indicizzazione, che si pongono in sostan-ziale continuità anche temporale conquelle dichiarate incostituzionali. Il com-binato disposto di tali elementi porta aritenere che le ragioni di incostituzionalitàindividuate dalla Corte con la sentenza

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n. 70 del 2015 non siano state integral-mente rimosse dal decreto-legge in esame.

Il MoVimento 5 Stelle si è schierato –e continua a farlo – in modo deciso controle politiche dell’austerity del GovernoMonti e Fornero. Il blocco dell’indicizza-zione sulle pensioni, deciso alla fine del2011 è stato bocciato dalla sentenza n. 70del 2015 – è la terza volta che lo ripeto– della Consulta, che ha statuito la ne-cessità di provvedere alla restituzione diquanto sottratto con la mancata rivaluta-zione dei trattamenti per gli anni 2012 e2013, a partire da quelli superiori tre voltele pensioni minime.

Il MoVimento 5 Stelle rigetta il decreto-legge del Governo Renzi, che risponde allasentenza della Corte costituzionale conuna misera mancetta travestita da unbonus – bonus ! – una tantum e con unmeccanismo di rivalutazione molto ri-dotto. In sede emendativa, il MoVimento 5Stelle ha proposto un meccanismo di rim-borso alternativo, più attento al potere diacquisto degli assegni di importo basso ecapace di contemperare le esigenze digiustizia sociale con quelle di bilancio.

Questo decreto sulle pensioni, invece, èprivo di criteri che sono presenti nellaCostituzione, ovvero criteri di omogeneitàe carattere di urgenza. In questi articolic’è di tutto ! C’è di tutto ! In primo luogo,montante contributivo; TFR, secondo; con-tratti di solidarietà, terzo; ammortizzatorisociali, quarto; indicizzazione pensioni,quinto. Come è possibile che il presidentedella Commissione lavoro, ex sindacalistaed ex ministro del Governo Prodi, abbiareso inammissibile e quindi – questo èforte – abbia evitato il voto della Com-missione perché volevo mettere un tettoalle pensioni d’oro superiori a 5 mila euro,per ridare dignità alle pensioni più basse.Come è possibile ? Come è possibile che loStato italiano molte volte elargisca pen-sioni più basse di 780 euro, quando questaè la cifra che viene percepita e stabilitacome soglia di povertà ? Ditemi voi !

Poi la cosa bella è che il Governo Renzilo ha chiamato bonus; come se ti rubas-sero a casa e lo chiamassero « bonus ». Mirubano in casa e lo chiamano « bonus »:

Oh, mi hanno « bonussato » la casa oggi,che fortuna ! Chiedetevi come cavolo èpossibile.

Ora invece vorrei ripetervi chi votò lacosiddetta legge Fornero, che ricordo es-sere incostituzionale, detto dalla CorteCostituzionale e non da me !

I nomi altisonanti che hanno votato afavore della riforma Fornero sulle pen-sioni, che siedono alla mia sinistra, chefanno parte del centrodestra, i più notisono: gli onorevoli Carfagna, Cicchitto,Fitto, Lorenzin, Giorgia Meloni, Prestigia-como, Angelino Alfano, Berlusconi, Bru-netta, Buttiglione, Casini, Verdini.

Seduti, invece, alla mia destra, per ilcentrosinistra, ma tanto sono tutti uguali,sono: gli onorevoli Cuperlo, Colaninno,Franceschini, Gentiloni, Gozi, Mogherini,Orlando, Sereni, Veltroni, Verini, Bersani,Rosy Bindi, Boccia, D’Alema, Fiano, Fio-roni, Giachetti, Picierno, Walter Tocci.

Veniamo ora alla parte succosa, i mem-bri del Governo Renzi che votarono lariforma:1. Sandro Gozi (sottosegretario alla Pre-sidenza del Consiglio), 2. Marco Minniti(sottosegretario alla Presidenza del Consi-glio), 3. Maria Teresa Amici (sottosegreta-rio alle riforme costituzionali), 4. Gentiloni(Ministro degli affari esteri), 5. Pistelli(Viceministro agli affari esteri), 6. DellaVedova (sottosegretario agli affari esteri),7. Alfano Angelino (Ministro dell’interno),8. Bubbico Filippo (Viceministro dell’in-terno), 9. Bocci Gianpiero (sottosegretarioper l’interno), 10. Orlando (Ministro dellagiustizia), 11. Costa Enrico (Viceministrodella giustizia), 12. Pinotti (Ministro delladifesa), 13. Gioacchino Alfano (sottosegre-tario per la difesa); 14. Casero Luigi (Vi-ceministro dell’economia e delle finanze);15. Morando (Viceministro dell’economia edelle finanze); 16. Baretta (sottosegretarioper l’economia e le finanze); 17. De Mi-cheli (sottosegretario per l’economia e fi-nanze); 18. Antonello Giacomelli (sottose-gretario per lo sviluppo economico), 19.Gian Luca Galletti (Ministro dell’am-biente); 20. Silvia Velo (sottosegretaria perle politiche agricole); 21. Franca Biondelli(sottosegretaria per il lavoro); 22. Teresa

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Bellanova (sottosegretaria per il lavoro),presente in Aula e, quindi, mi compli-mento, perché mentre prima c’erano tuttiora è rimasta soltanto lei !

PRESIDENTE. Collega, il Governo ècomunque presente in Aula ed è rappre-sentato dalla sottosegretaria. Andiamoavanti.

MATTEO DALL’OSSO. Infatti, Presi-dente, la stavo ringraziando. Riprendo conl’elenco: 23. Luigi Bobba (sottosegretarioper il lavoro); 24. Gabriele Toccafondi(sottosegretario per l’istruzione); 25. DarioFranceschini (Ministro per i beni cultu-rali); 26. Lorenzin (Ministro della salute).

Ora, se io avessi fatto un errore molto,ma molto più piccolo, quando non dicoandavo all’università, non dico andavo allesuperiori, non dico andavo alle medie oalle elementari, ma prima ancora, quandoancora ero in culla, i miei genitori miavrebbero accarezzato dolcemente, miavrebbero detto: « guarda, non ti preoccu-pare, stai a casa, che è meglio ».

Comunque, e concludo, è vero che laCorte costituzionale ha detto che la leggeelettorale con la quale è governata èincostituzionale, perciò il mio grido è:basta, basta speculare, basta aiutare i solitiamici degli amici, i soliti ricchi. Basta,abbiate pietà, la vita è di tutti, è di tuttiper tutti, tutti. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ilcollega Pili. Ne ha facoltà.

MAURO PILI. Signor Presidente, rap-presentante del Governo che anche a que-st’ora segue questa discussione generale.Colleghi, ho ascoltato con grande atten-zione il dibattito di stasera e ho notato chegran parte dei colleghi hanno derubricatoquesto dibattito su una formalità, un attodovuto: il recepimento di una sentenzadella Corte costituzionale in materia pen-sionistica. Nessuno, ha invece posto rilievosulla seconda parte del provvedimento cheè quella invece sulla quale poi io misoffermerò. Il ragionamento che è statofatto da gran parte dei colleghi, ma lo ha

fatto anche il Governo: c’è una sentenzadella Corte costituzionale e quella va ap-plicata. I colleghi dell’opposizione diconoche andava applicata in un altro modo, ilGoverno ha detto che va recepita in unaltro.

È evidente che si tratta di una partitaben più rilevante rispetto a quella a cui èstata invece derubricata. Poi c’è l’altrapartita, quella degli ammortizzatori so-ciali, dove si registra in tutto il Paese e intutte le regioni una crescita esponenzialedegli ammortizzatori sociali e anche inquesto caso la derubricazione è appuntocon lo stanziamento di altre risorse senzaaffrontare né il tema della crescita diquesti ammortizzatori sociali e soprattuttosenza affrontare la concreta individua-zione delle risorse finanziarie necessarie.Permettetemi, me lo consenta il rappre-sentante del Governo, di dissentire daquesta lettura che ne è stata fatta, di-ciamo, per molti versi leggera, sbarazzina,senza invece affrontare in termini strate-gici quello che invece pensioni e ammor-tizzatori sociali rappresentano per la stra-tegia di un Governo che è rappresentatoda questo decreto che è la fotografiaesemplare di un Esecutivo e di quelli chelo hanno preceduto. È la fotografia di unGoverno che ha dimostrato, anche conquesto provvedimento, di essere privo diqualsiasi tipo di visione strategica da unaparte e di visione economica dall’altra.

Si tratta di un Governo più specializ-zato nel piccolo cabotaggio delle questionimarginali del Paese e soprattutto incapacequelle serie del lavoro e dello sviluppo.

Questo decreto è l’ennesimo atto diordinarissima amministrazione, compiutosu due questioni che sono invece rilevantie strategiche: quella del lavoro e quelladello sviluppo economico. Su questi duetemi il Governo fa semplicemente un ra-gionamento ragionieristico, nemmeno cor-retto, anzi profondamente sbagliato, senzadare alcuna compiuta e risolutiva rispostasu questo tema.

Se potessi dire di questo decreto direiche è la fotografia del Presidente delConsiglio, di un giocatore di tweet, unoconvinto di fare affermazioni moderne

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solo perché usa lo smartphone: in realtà,con lo smartphone riesce a dire le cose piùvecchie, più desuete e consunte e moltospesso anche banali, come in questo caso.La realtà è, invece, drammaticamenteun’altra, è quella che si registra nei postidi lavoro e soprattutto in quei posti dilavoro che hanno visto le saracinescheabbassarsi per l’incapacità di questo Go-verno, così degli altri che lo hanno pre-ceduto, di dare risposte compiute sul temadella crescita economica.

E mi riferisco, in particolar modo, aMonti e a Letta. Questo Governo è ugualee, per molti versi, per l’inconsistenza an-che politica delle azioni che mette incampo, è anche peggiore di quelli chel’hanno preceduto. È un Governo che,sotto molti punti di vista, pensa in piccoloe pensa, di potersi atteggiare da grandevisione politica e strategica per il Paese.Basterebbe il frontespizio di questo prov-vedimento per capire che siamo dinanziad un Governo a capacità limitata. Perquale motivo è stato firmato soltanto dadue Ministri, quello dell’economia e dellefinanze e quello del lavoro e delle politichesociali ? Due questioni fondamentali, so-ciali ed economiche chiuse con chi paga echi spende e, dall’altra, vi è l’assenza totaledel Ministero dello sviluppo economico.Com’è pensabile fare un decreto-legge su-gli ammortizzatori sociali senza tenerconto del Ministero dello sviluppo econo-mico che ha in capo a sé tutte le vertenzeindustriali che riguardano, poi, la parterelativa alla socialità ? Infatti, la nascitadell’ammortizzatore sociale è propria delMinistero dello sviluppo economico. Lacrisi di un’azienda genera la conseguenteazione del Governo per quanto riguardagli ammortizzatori sociali.

Siete stati talmente poco lungimiranti ecosì poco originali che avete liquidato ildecreto-legge con due sole firme: del Mi-nistro del lavoro e delle politiche sociali edel Ministro dell’economia e delle finanze.Manca il Ministero dello sviluppo econo-mico, che, andando a vedere, ma lo esa-mineremo nel dettaglio, non ha soltanto lacompetenza di aprire tavoli e di reiterarei tavoli di giorno in giorno, ma ha la

competenza di dare delle risposte perarginare il fenomeno degli ammortizzatorisociali che cresce in maniera esponenzialeperché questo Governo, così come quelliche lo hanno proceduto, non è stato ingrado di arginare il tema fondamentaledella ripresa industriale, della ripresa pro-duttiva e della capacità di mettere a cor-rere delle risposte che sappiano arginarequei termini degli ammortizzatori socialiche sono comunque limitati e che ri-schiano davvero di mettere in ginocchio ilPaese sul piano economico e sul pianosociale.

Non mi soffermerò più di tanto sullepensioni. Le avete affrontate come le haaffrontate il Presidente del Consiglio. Unaquestione seria e delicata con il metodoRenzi: sparate ad altezza d’uomo con lacaratteristica dell’approssimazione all’en-nesima potenza. E anche in questo casol’ha dimostrato. Servivano 18 miliardi dieuro, come si è detto, per coprire quelvulnus creato dalla legge Fornero che ilsottoscritto non ha votato pur facendoparte di un partito politico che l’ha so-stenuta, ma in maniera puntuale, precisa,decisi, proprio per quell’azione che venivamessa in campo, di non votarla e di nonsostenerla in quel passaggio politico. Pen-sate di cavarvela con 2 miliardi di euro,un’elemosina di 500 euro ad agosto, chespacciate anche per un gentile omaggio diRenzi e compagni. È quello delle pensioniun tema ben più delicato che andrebbeaffrontato diversamente dalla logica e dalpiglio di un provetto giocatore della ruotadella fortuna, ma con la consapevolezzache si tratta di una questione ben piùdelicata e che va affrontata, non con untweet, ma con una strategia economica esociale vera e non come è avvenuto inquesta partita.

E, poi, vi è la questione degli ammor-tizzatori sociali e su questo mi soffermeròin maniera puntuale. Su questo tema,ancor più delle pensioni, come dicevoprima, manca e si registra l’assenza ru-morosa del Ministro dello sviluppo econo-mico. Non è un caso che sia stato sosti-tuito il Viceministro dello sviluppo econo-mico senza che nessuno se ne sia accorto,

Atti Parlamentari — 123 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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trasferito per premio alla Presidenza delConsiglio dei ministri e non si è sentitonemmeno il bisogno di sostituirlo, a di-mostrare che era totalmente inutile cherestasse lì a seguire tutte quelle vertenze,perché non vi è una sola vertenza, se nonquelle il cui interesse politico e geopoliticodi Renzi fosse preminente, che sia stataportata a risoluzione. E porterò casi pun-tuali per far comprendere dove la respon-sabilità politica del Governo è totale suquesta mancata risposta sulle vertenzeindustriali del Paese.

Come si può affrontare il tema degliammortizzatori sociali, di un miliardo e 20milioni che vengono aggiuntivamentemessi a un sistema che non è stato ingrado di misurare le esigenze, le cresciteesponenziali della questione relativa agliammortizzatori sociali ? Come è possibileche in un Paese, dove c’è l’informatica,non si sappia prevedere che si debba giàa giugno inoltrato prevedere un incre-mento di quelle somme di un miliardo e20 milioni ? Questo perché evidentementesfugge al controllo, non vi è la capacità dipianificare, di monitorare il sistema e c’èuno slaccio totale del rapporto tra ilMinistero dello sviluppo economico equello del lavoro e delle politiche socialiche non consente di dare delle rispostecompiute in questa materia. È come af-frontare l’esondazione di un fiume con lebacinelle; è come pretendere di affrontareil rischio terremoto facendo vivere la gentein macchina. Così voi state affrontando iltema degli ammortizzatori sociali nel no-stro Paese.

È, in realtà, una questione strategica,che va affrontata alla radice, che va af-frontata alla radice dello sviluppo econo-mico e della crescita esponenziale diquelle opportunità e di quegli strumentiche sono le precondizioni dello sviluppoche in gran parte di quelle regioni, chesono oggetto di una crescita esponenzialedegli ammortizzatori sociali, non solo nonvengono affrontati ma vedono il Governonemico giurato di quelle soluzioni, magarischierato, questo Governo così come altri,a favore di quei poteri forti – ENI, ENEL,Tirrenia, Alitalia – creando su due ele-

menti fondamentali, per esempio i tra-sporti e l’energia, gli elementi che portanoa quelle diseconomie, che portano allachiusura dell’industria, delle fabbriche edelle attività produttive. Sono gli argini amonte che mancano, non le bacinelle avalle.

E che siamo dinanzi ad un Governoapprossimato e vago lo dimostra lo stan-ziamento di un miliardo e 20 milioni dellaseconda parte di questo provvedimento.Non esiste da nessuna parte di questo attouna minima valutazione ex ante. Cosasignifica valutazione ex ante ? Significa chequando si fa un provvedimento di leggebisogna avere la capacità di pianificare lostanziamento e di prevederne anche lavisione dei risultati futuri. Si stanzia unmiliardo e 20 milioni e non si dice qualeparte del Paese, quali società, qualiaziende, quali industrie, quali lavoratorisaranno beneficiati da questo tipo di at-tività. Non vi è nessuna valutazione ex anteche consenta, sul piano economico e sulpiano sociale, di fare capire quale possaessere preventivamente la ricaduta sul ter-ritorio.

E capitano situazioni come quelle dellaSardegna, dove vi sono 15 mila cassainte-grati che hanno ricevuto appena due men-silità dell’anno 2014. Sulla cassa integra-zione in deroga si è avuto da poco ancheun accordo con il Ministero per 55 milionidi euro, che non basterà per tutto il 2014e che, comunque, non risulta essere statoancora pagato, perché non sono statetrasferite ancora le risorse all’ente eroga-tore.

Quindi, siamo di fronte a uno Stato chelesina le risorse sul tema più delicato delsociale, che non riesce a pianificare e chetoglie le risorse a quella parte più deboledel Paese. Tutto questo è frutto dell’ap-prossimazione da parte del Governo su untema principale del Paese, appunto il la-voro e lo sviluppo.

Potrei citare, Presidente, decine di casiin cui la cassa integrazione è il risultatodell’ignavia e dell’incapacità del Governo.È evidente su molti versanti e mi limiteròa quelli della Sardegna, che conosco di-rettamente perché vivo in quella terra. E

Atti Parlamentari — 124 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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in questa incapacità del Governo si annidal’altro rischio, della riforma degli ammor-tizzatori sociali che si sta proponendo eche porterà all’esaurimento e al taglio,come se la risoluzione dei problemi fossequella di limitare le risorse sugli ammor-tizzatori sociali. No ! Il tema non è limi-tare gli ammortizzatori sociali; è evitareche i lavoratori siano costretti a ricorrereagli ammortizzatori sociali e non, invece, ilcontrario.

E da questo punto di vista sono asso-lutamente convinto, per esempio, che iproblemi della Sardegna, che sono il 18,6per cento di disoccupazione, il 52 percento di disoccupazione giovanile, 17.152cassa integrati ordinari, di cui oltre 8 milaa zero ore, 28.500 persone in deroga e altri14.500 in mobilità in deroga, non si risol-vono tagliando le risorse o lesinandole.Questi problemi si possono e si devonoaffrontare soltanto creando quelle precon-dizioni per lo sviluppo in modo che leimprese possano ripartire.

Perché la dignità di questi lavoratorinon venga calpestata da un Governo chestanzia con il contagocce a seconda delledisponibilità, che poi ci sono. Potrei elen-care oggi alcune spese – se avrò il tempolo farò – quanto si è speso, per esempio,per le spese militari nel Paese in questoultimo anno, per capire quanti carri ar-mati sono stati comprati, che valgonoquanto l’intera cassa integrazione guada-gni in Sardegna; centinaia di milioni dieuro quelli stanziati in ammortizzatorisociali per la Sardegna, miliardi per l’Ita-lia, zero in termini di sviluppo. Bastipensare a quel viaggio, l’ultimo fatto daRenzi in Sardegna, a Olbia, ridicolo sottoogni punto di vista, farsesco, direi, nel suomodo di comportarsi. Ha detto ai lavora-tori dell’Alcoa: ci vediamo a settembre. Maa settembre scade la cassa integrazione, siesce dal terzo anno, e un Governo, unPresidente del Consiglio, che non ha l’one-stà intellettuale di dire: sediamoci e risol-viamo il problema che riguarda l’energia eche riguarda i trasporti, è un Presidentedel Consiglio totalmente incapace di af-frontare le questioni fondamentali dello

sviluppo di una terra. Anzi, diciamoci lecose come stanno, per essere più chiari,perché siamo nel Parlamento, quindi pos-siamo e dobbiamo dire le cose comestanno: questo Governo ha la continuitàpolitica con quelli di Monti e Letta, e DeVincenti che era Viceministro dello svi-luppo economico – lo era con Letta e loera con Monti, e lo è diventato oggi ancoradi più – è la continuità politica delGoverno Renzi con quelli precedenti; èuomo che ha difeso e continua a difenderegli interessi dell’ENI e dell’ENEL. QuestoGoverno continua con Improta; cito Im-prota, ex assessore comunale a Roma,uomo renziano, che si dice che si siadimesso magari per entrare al Governo; èquello che ha favorito in tutti i modil’Alitalia a scapito dei trasporti e dellacontinuità territoriale per la Sardegna. Itemi che riguardano lo sviluppo econo-mico non si affrontano perché ci sono altriinteressi e la generazione dei cassintegratinasce dal fatto che questo Governo èfunzionale, davvero totalmente funzionale,a questo tipo di azioni. E voglio citare uncaso, che è appunto quello dell’Alcoa.L’Alcoa e il sistema Alcoa ha generato inpartenza 5367 lavoratori. Ad oggi siamo a1882, cioè il sistema industriale del Sulcis,che è quello che Renzi dice di voleraffrontare, è passato da 5367 a 1882. Lamancata attività comporta un minore fat-turato di 560 milioni di euro all’anno, e unmancato trasferimento di risorse sul ter-ritorio di 170 milioni di euro, che nonarrivano in quel territorio. Bene, sapetequanto sarebbe bastato per riportare letariffe elettriche alla media europea econsentire agli smelter di piombo e zinco,dell’alluminio, di continuare a produrre edi lasciare aperte le fabbriche ? 50 milioni.Sarebbe bastato mettere alla pari, nonregalie di Stato alle multinazionali, mamettere alla pari le condizioni energeticherispetto agli smelter spagnoli, per esempio,o francesi, metterci nelle condizioni diprodurre, per esempio, alluminio prima-rio, senza mettere in cassa integrazione erischiando di far uscire fuori dal sistema

Atti Parlamentari — 125 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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anche degli ammortizzatori sociali tuttequelle migliaia di lavoratori che rischianodi perdere il lavoro per colpa dell’ignavia,della complicità con i poteri forti di questoGoverno. Bene, noi abbiamo di fronte lasostenibilità economica delle aziende esenza il tema dei trasporti e dell’energiacrescerà in maniera esponenziale quellodegli ammortizzatori sociali. Di fronte aun Governo che si sta dimostrando, daquesto punto di vista, molto più strabicodei precedenti, incapace di affrontare allaradice questi temi, io penso che questodecreto sia davvero un decreto che nonaffronta nessuna delle due questioni, néquella delle pensioni né quella degli am-mortizzatori sociali. È un Governo ancorauna volta latitante, che tappa buchi, manon riesce a pianificare il futuro del Paesee tanto meno riesce a dare risposte com-piute a quella fascia debole, e guardo ailavoratori della Sardegna, ad Ottana, doveanche su quella partita il Governo ha toltol’essenzialità della centrale elettrica, man-dando in crisi quello stabilimento, pensoalla Keller di Villacidro, penso a tuttequelle aziende che sono state chiuse perresponsabilità diretta di questo Governo.

Di fronte a questo, non può esserci unvoto favorevole a questo provvedimentoperché è un provvedimento totalmenteincapace di affrontare e di risolvere lequestioni del Paese.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscrittia parlare e pertanto dichiaro chiusa ladiscussione sulle linee generali.

(Repliche dei relatori e del Governo– A.C. 3134-A)

PRESIDENTE. Prendo atto che il rela-tore di minoranza, deputato Claudio Co-minardi, rinunzia alla replica, che il re-latore di minoranza, deputato RobertoSimonetti, non è presente in Aula e che larelatrice per la maggioranza, Anna Gia-cobbe rinunzia alla replica; prendo, al-tresì, atto che il rappresentante del Go-verno rinunzia alla replica.

Il seguito del dibattito è, dunque, rin-viato ad altra seduta.

Calendario dei lavori dell’Assemblea per ilmese di luglio 2015 e programma per ilperiodo agosto-settembre 2015.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguitodella riunione odierna della Conferenzadei presidenti di gruppo, è stato predispo-sto, ai sensi dell’articolo 24, comma 3, delregolamento, il seguente calendario deilavori per il mese di luglio 2015:

Martedì 30 giugno (antimeridiana)

Discussione sulle linee generali dellamozione Colletti ed altri n. 1-00921 con-cernente iniziative volte a sospendere leprocedure di espropriazione relative adimmobili adibiti ad abitazione principale.

Martedì 30 giugno (ore 12 e pomeri-diana, con eventuale prosecuzione not-turna), mercoledì 1o e giovedì 2 luglio(antimeridiana e pomeridiana, con even-tuale prosecuzione notturna e nella gior-nata di venerdì 3 luglio) (con votazioni)

Seguito dell’esame del disegno dilegge n. 3134 – Conversione in legge deldecreto-legge 21 maggio 2015, n. 65, re-cante disposizioni urgenti in materia dipensioni, di ammortizzatori sociali e digaranzie TFR (da inviare al Senato –scadenza: 20 luglio 2015).

Seguito dell’esame della proposta diinchiesta parlamentare Doc. XXII, nn. 9-39-A – Istituzione di una Commissioneparlamentare di inchiesta sui casi di mortee di gravi malattie che hanno colpito ilpersonale italiano impiegato in missionimilitari all’estero, nei poligoni di tiro e neisiti di deposito di munizioni, in relazioneall’esposizione a particolari fattori chimici,tossici e radiologici dal possibile effettopatogeno, con particolare attenzione aglieffetti dell’utilizzo di proiettili all’uranioimpoverito e della dispersione nell’am-biente di nanoparticelle di minerali pe-santi prodotte dalle esplosioni di materialebellico e a eventuali interazioni.

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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Seguito dell’esame della mozione Col-letti ed altri n. 1-00921 concernente ini-ziative volte a sospendere le procedure diespropriazione relative ad immobili adibitiad abitazione principale.

Martedì 30 giugno, al termine dellevotazioni, avrà luogo la discussione sullelinee generali del disegno di legge n. 3123 –Delega al Governo per il recepimento delledirettive europee e l’attuazione di altri attidell’Unione europea – Legge di delegazioneeuropea 2014 (approvato dal Senato) e delleRelazioni consuntive sulla partecipazionedell’Italia all’Unione europea relativa al-l’anno 2013 (Doc. LXXXVII, n. 2) e all’anno2014 (Doc. LXXXVII, n. 3).

Il seguito dell’esame avrà luogo neigiorni successivi, dopo il disegno di leggen. 3134 – Conversione in legge del decreto-legge 21 maggio 2015, n. 65, recante dispo-sizioni urgenti in materia di pensioni, diammortizzatori sociali e di garanzie TFR(da inviare al Senato – scadenza: 20 luglio2015).

Lunedì 6 luglio (pomeridiana, con even-tuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali dellaproposta di legge n. 2819, 2985 ed abbi-nate – Disposizioni in materia di diagnosi,cura e abilitazione delle persone con di-sturbi dello spettro autistico e di assi-stenza alle famiglie (Approvata dal Senato).

Discussione sulle linee generali dellamozione Bergamini ed altri n. 1-00922concernente iniziative di competenza inrelazione alla vicenda della cooperativa « ilForteto ».

Martedì 7, mercoledì 8 e giovedì 9 luglio(antimeridiana e pomeridiana, con even-tuale prosecuzione notturna e nella gior-nata di venerdì 10 luglio) (con votazioni)

Seguito dell’esame della proposta dilegge n. 2819, 2985 ed abbinate – Dispo-sizioni in materia di diagnosi, cura eabilitazione delle persone con disturbidello spettro autistico e di assistenza allefamiglie (Approvata dal Senato).

Seguito dell’esame della mozioneBergamini ed altri n. 1-00922 concernenteiniziative di competenza in relazione allavicenda della cooperativa « il Forteto ».

Martedì 7 luglio, al termine delle vota-zioni, avrà luogo la discussione sulle lineegenerali del disegno di legge n. 2994-B –Riforma del sistema nazionale di istru-zione e formazione e delega per il riordinodelle disposizioni legislative vigenti (ovemodificato dal Senato). Il seguito del-l’esame avrà luogo nei giorni successivi,con priorità rispetto agli altri argomenti.

Nel corso della settimana avrà luogo lavotazione delle questioni pregiudiziali rife-rite al disegno di legge n. 3098 – Delegheal Governo in materia di riorganizzazionedelle amministrazioni pubbliche (collegatoalla manovra di finanza pubblica) (Appro-vato dal Senato).

Nel corso della settimana potrà avereluogo il seguito dell’esame di argomentiprevisti nella settimana precedente e nonconclusi.

Lunedì 13 luglio (pomeridiana, coneventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali deldisegno di legge n. 3098 – Deleghe alGoverno in materia di riorganizzazionedelle amministrazioni pubbliche (collegatoalla manovra di finanza pubblica) (Appro-vato dal Senato).

Discussione sulle linee generali dellamozione Locatelli ed altri n. 1-00553 con-cernente iniziative in ambito internazio-nale in relazione al fenomeno dei matri-moni precoci e forzati di minori.

Martedì 14, mercoledì 15 e giovedì 16luglio (antimeridiana e pomeridiana, coneventuale prosecuzione notturna e nellagiornata di venerdì 17 luglio) (con vota-zioni)

Seguito dell’esame del disegno dilegge n. 3098 – Deleghe al Governo inmateria di riorganizzazione delle ammini-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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strazioni pubbliche (collegato alla manovradi finanza pubblica) (Approvato dal Senato).

Seguito dell’esame della mozione Lo-catelli ed altri n. 1-00553 concernente ini-ziative in ambito internazionale in rela-zione al fenomeno dei matrimoni precocie forzati di minori.

Nella seduta di mercoledì 15 luglio avràluogo la votazione sulle dimissioni del-l’onorevole Letta.

Nel corso della settimana potrà avereluogo il seguito dell’esame di argomentiprevisti nella settimana precedente e nonconclusi.

Lunedì 20 luglio (pomeridiana, coneventuale prosecuzione notturna)

Discussione congiunta del conto con-suntivo della Camera dei deputati perl’anno finanziario 2014 (Doc. VIII, n. 5) edel progetto di bilancio della Camera deideputati per l’anno finanziario 2015 (Doc.VIII, n. 6).

Discussione sulle linee generali deiprogetti di legge:

disegno di legge n. 2798 ed abbi-nate – Modifiche al codice penale e alcodice di procedura penale per il raffor-zamento delle garanzie difensive e la du-rata ragionevole dei processi e per unmaggiore contrasto del fenomeno corrut-tivo, oltre che all’ordinamento penitenzia-rio per l’effettività rieducativa della pena;

proposta di legge n. 1990 – Aboli-zione del finanziamento pubblico all’edi-toria.

Discussione sulle linee generali dellamozione Pellegrino ed altri n. 1-00815concernente iniziative per contrastare icambiamenti climatici, anche in vista dellaConferenza di Parigi di dicembre 2015.

Martedì 21, mercoledì 22 e giovedì 23luglio (antimeridiana e pomeridiana, con

eventuale prosecuzione notturna e nellagiornata di venerdì 24 luglio) (con vota-zioni)

Seguito dell’esame dei progetti dilegge:

disegno di legge n. 2798 ed abbi-nate – Modifiche al codice penale e alcodice di procedura penale per il raffor-zamento delle garanzie difensive e la du-rata ragionevole dei processi e per unmaggiore contrasto del fenomeno corrut-tivo, oltre che all’ordinamento penitenzia-rio per l’effettività rieducativa della pena;

proposta di legge n. 1990 – Aboli-zione del finanziamento pubblico all’edi-toria.

Seguito dell’esame della mozione Pel-legrino ed altri n. 1-00815 concernenteiniziative per contrastare i cambiamenticlimatici, anche in vista della Conferenzadi Parigi di dicembre 2015.

Nella seduta di giovedì 23 luglio avràluogo il seguito dell’esame congiunto delconto consuntivo della Camera dei depu-tati per l’anno finanziario 2014 (Doc. VIII,n. 5) e del progetto di bilancio della Ca-mera dei deputati per l’anno finanziario2015 (Doc. VIII, n. 6).

Nel corso della settimana potrà avereluogo il seguito dell’esame di argomentiprevisti nella settimana precedente e nonconclusi.

Lunedì 27 luglio (antimeridiana e po-meridiana, con eventuale prosecuzione not-turna)

Discussione sulle linee generali deiprogetti di legge:

disegno di legge S. 1977 – Conver-sione in legge del decreto-legge 19 giugno2015, n. 78, recante disposizioni urgenti inmateria di enti territoriali (ove trasmessodal Senato – scadenza: 18 agosto 2015);

Atti Parlamentari — 128 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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proposta di legge n. 9 e abbinate –Modifiche alla legge 5 febbraio 1992,n. 91, recante nuove norme sulla cittadi-nanza;

proposta di legge n. 1129 – Modi-fiche agli articoli 438 e 442 del codice diprocedura penale. Inapplicabilità del giu-dizio abbreviato ai delitti puniti con lapena dell’ergastolo.

Martedì 28, mercoledì 29 e giovedì 30luglio (antimeridiana e pomeridiana, coneventuale prosecuzione notturna e nellagiornata di venerdì 31 luglio) (con vota-zioni)

Seguito dell’esame dei progetti dilegge:

disegno di legge S. 1977 – Conver-sione in legge del decreto-legge 19 giugno2015, n. 78, recante disposizioni urgenti inmateria di enti territoriali (ove trasmessodal Senato – scadenza: 18 agosto 2015);

proposta di legge n. 9 e abbinate –Modifiche alla legge 5 febbraio 1992,n. 91, recante nuove norme sulla cittadi-nanza;

proposta di legge n. 1129 – Modi-fiche agli articoli 438 e 442 del codice diprocedura penale. Inapplicabilità del giu-dizio abbreviato ai delitti puniti con lapena dell’ergastolo.

Nel corso della settimana potrà avereluogo il seguito dell’esame di argomentiprevisti nella settimana precedente e nonconclusi.

Lo svolgimento di interrogazioni a ri-sposta immediata (question time) avràluogo il mercoledì (dalle ore 15).

Lo svolgimento di interpellanze urgentiavrà luogo, di norma, il venerdì (dalle ore9).

Il martedì, di norma, tra le ore 9 e leore 11, avrà luogo lo svolgimento di in-terpellanze e di interrogazioni. Il 30 giu-gno non avrà luogo.

Nell’ambito del calendario sarà inseritol’esame dei disegni di legge di ratifica:

n. 3055 – Accordo di libero scambio tral’Unione europea e i suoi Stati membri, dauna parte, e la Repubblica di Corea,dall’altra, con Allegati, fatto a Bruxelles il6 ottobre 2010 (Approvato dal Senato);n. 3027 – Accordo di associazione tral’Unione europea e la Comunità europeadell’energia atomica e i loro Stati membri,da una parte, e la Moldova, dall’altra, fattoa Bruxelles il 27 giugno 2014 e n. 1924 –Accordo tra il Governo della Repubblicaitaliana e il Governo della Federazionerussa sul riconoscimento reciproco deititoli di studio rilasciati nella Repubblicaitaliana e nella Federazione russa, fatto aRoma il 3 dicembre 2009.

Il Presidente si riserva di inserire nelcalendario l’esame di ulteriori progetti dilegge di ratifica licenziati dalle Commis-sioni e di documenti licenziati dallaGiunta per le autorizzazioni.

L’organizzazione dei tempi per la di-scussione degli argomenti iscritti nel ca-lendario sarà pubblicata in calce al reso-conto stenografico della seduta odierna.

Per quanto riguarda la discussione deiprogetti di legge n. 3123, n. 2819, 2985 eabb., n. 2994-B, n. 3098, n. 2004, n. 3055,n. 3027, n. 1924, n. 2798 ed abb., n. 1990,n. 9 ed abb. e n. 1129, nonché dei Doc.LXXXVII, nn. 2 e 3 l’eventuale organiz-zazione dei tempi sarà valutata sulla basedel testo che verrà licenziato dalle Com-missioni di merito.

La convocazione delle Commissionipermanenti, già prevista per mercoledì 1o

luglio 2015, è rinviata a mercoledì 8 luglioal fine di procedere al loro rinnovo bien-nale, con due turni di convocazione (ri-spettivamente alle 13 per le Commissionidalla I alla VII ed alle 14 per le Commis-sioni dall’VIII alla XIV).

Il Parlamento in seduta comune saràconvocato nel mese di luglio, in date dadefinire.

È stato altresì predisposto, ai sensidell’articolo 23, comma 6, terzo periodo,

Atti Parlamentari — 129 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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del regolamento, il seguente programmadei lavori per i mesi di agosto e settembre2015:

Agosto

Seguito dell’esame degli argomenti pre-visti nel mese di luglio e non conclusi.

Esame di eventuali disegni di legge diconversione di decreti-legge.

Settembre

Esame dei disegni di legge:

n. 2953 – Delega al Governo recantedisposizioni per l’efficienza del processocivile;

n. 2722 – Delega al Governo per lariforma del codice della nautica da diporto(approvato dal Senato);

Esame del disegno di legge Rendicontogenerale dell’Amministrazione dello Statoper l’esercizio finanziario 2014 e del di-segno di legge Disposizioni per l’assesta-mento del bilancio dello Stato e dei bilancidelle Amministrazioni autonome perl’anno finanziario 2015 (ove presentati dalGoverno e conclusi dalle Commissioni).

Esame dei disegni di legge:

n. 3194 – Delega al Governo perl’attuazione delle direttive 2014/23/UE,2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamentoeuropeo e del Consiglio, del 26 febbraio2014, sull’aggiudicazione dei contratti diconcessione, sugli appalti pubblici e sulleprocedure d’appalto degli enti erogatorinei settori dell’acqua, dell’energia, dei tra-sporti e dei servizi postali, nonché per ilriordino della disciplina vigente in materiadi contratti pubblici relativi a lavori, ser-vizi e forniture (Approvato dal Senato) (oveconcluso dalla Commissione);

n. 3012 ed abbinate – Legge annualeper il mercato e la concorrenza.

Seguito dell’esame della proposta dilegge n. 275 A/R ed abbinate – Disposi-zioni in materia di conflitti di interessi.

Esame della proposta di legge n. 1039ed abbinate – Norme per accelerare iprocedimenti in materia di contrasto aipatrimoni illeciti e per favorire il riutilizzosociale dei beni e delle aziende confiscatialle mafie e tutelare il lavoro.

Esame della mozione Occhiuto ed altrirecante iniziative per la conclusione deilavori dell’autostrada Salerno-Reggio Ca-labria e il potenziamento dei sistema deitrasporti della regione Calabria (in corso dipresentazione).

Esame delle proposte di legge:

n. 2957 ed abbinate – Modifichealla legge 4 maggio 1983, n. 184, sul dirittoalla continuità affettiva dei bambini e dellebambine in affido familiare (Approvato dalSenato);

n. 1751 – Disposizioni per la pro-tezione degli autori di segnalazioni di reatio irregolarità nell’interesse pubblico;

n. 2188 ed abbinate – Disposizioniin materia di candidabilità, eleggibilità ericollocamento dei magistrati in occasionedi elezioni politiche e amministrative non-ché di assunzione di incarichi di governonazionale e negli enti territoriali. Modifi-che alla disciplina in materia di astensionee ricusazione dei giudici (Approvato dalSenato).

Esame della mozione Ciprini ed altrin. 1-00878 concernente iniziative volte asospendere o revocare il blocco della con-trattazione nel pubblico impiego.

Esame delle proposte di legge:

n. 1742 – Modifica all’articolo 10 deltesto unico delle leggi in materia bancariae creditizia, di cui al decreto legislativo 1o

settembre 1993, n. 385, in materia di se-parazione tra le banche commerciali e lebanche d’affari (ove concluso dalla Com-missione);

Atti Parlamentari — 130 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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n. 2578, 698 ed abbinate – Disposi-zioni in materia di assistenza in favoredelle persone affette da disabilità graveprive del sostegno familiare.

Esame della proposta di inchiesta par-lamentare Doc. XXII, n. 38 – Istituzionedi una Commissione parlamentare di in-chiesta sulla gestione del sistema di acco-glienza e di identificazione ed espulsionenonché sui costi del fenomeno immigra-torio.

Nell’ambito del programma potrannoessere inseriti progetti di legge che ver-ranno successivamente presentati alla Ca-mera, nonché ulteriori progetti di leggetrasmessi dal Senato.

Sull’ordine dei lavori (ore 22,15).

GIOVANNI MARIO SALVINO BUR-TONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BUR-TONE. Presidente, intervengo come parla-mentare nato a Catania, profondamentetoccato da questa vicenda che ha vistonegativamente protagonista la società cal-cio Catania. Intervengo anche a nome ditantissimi, migliaia di tifosi, appassionatitifosi, che hanno seguito da anni la squa-dra. Intervengo a nome dei cittadini chenon vivono più a Catania e che ognidomenica si informano sul risultato dellasquadra, seguono attraverso le TV la par-tita. Intervengo a nome di quei bambiniche giocano nelle scuole calcio di Cataniae della provincia, che sognano un giorno dipoter essere protagonisti nella squadrarossazzurra.

Non intervengo per retorica, Presi-dente, ma perché colgo che nella comunitàquesto fatto sta profondamente colpendo,perché i cittadini, coloro i quali, e tanti, silasciano appassionare dal calcio, si chie-dono se veramente si tratti di uno sportche è corretto, che ha regole, che vivesull’agonismo, sulla capacità di una squa-

dra, oppure se tutto, invece, è invischiatoin un sistema di corruzione, in cui vi sonocorrotti e corruttori.

Visto che vi è questa ampia partecipa-zione, mi sono permesso di intervenire perdire che noi ci aspettiamo che l’inchiestavada avanti in maniera decisa e venganocolpiti i colpevoli, i protagonisti negativi diquesta vicenda, ma il mio intervento èanche politico. Credo che il Governodebba venire in Commissione con il sot-tosegretario, perché non si tratta di uncaso isolato. Infatti, abbiamo visto piùvolte le federazioni navigare a vista e fareinterventi inopportuni, così come il si-stema sembra marcio anche a grandi li-velli, con la vicenda della FIFA.

Vi è la necessità di rivedere un sistemadi governance, non solo perché le squadre,in gran parte, sono quotate in Borsa,quelle della serie A, ma perché vi è unacomunità che si appassiona allo sport...

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTO-NE....e ha bisogno di avere regole certe, diavere lealtà, e non scorrettezza.

Ordine del giornodella seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l’ordine delgiorno della seduta di domani.

Giovedì 25 giugno 2015, alle 10,30:

1. – Seguito della discussione dellemozioni Rampelli ed altri n. 1-00591,Brunetta e Giammanco n. 1-00901,Grande ed altri n. 1-00913, Ricciatti edaltri n. 1-00914, Bechis ed altrin. 1-00916, Gianluca Pini ed altri n. 1-00919 e Cicchitto, Amendola, Mazziotti DiCelso, Marazziti, Locatelli ed altri n. 1-00920 concernenti iniziative volte alla re-voca delle sanzioni dell’Unione europeacontro la Federazione russa e al raggiun-gimento di una soluzione politico-diplo-matica della crisi ucraina.

Atti Parlamentari — 131 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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(ore 12)

2. – Informativa urgente del Governosulle vicende note come « mafia capitale ».

(ore 15)

3. – Informativa urgente del Governosulla situazione dell’aeroporto di Fiumi-cino dopo il grave incendio che ne hacolpito alcune strutture e sulle iniziativeper ripristinare la piena funzionalità delloscalo.

La seduta termina alle 22,20.

TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONEDEL DEPUTATO ROBERTO SIMONETTIIN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEEGENERALI DEL DISEGNO DI LEGGE DI

CONVERSIONE N. 3134-A

ROBERTO SIMONETTI, Relatore diminoranza. Onorevoli Colleghi ! Il testoapprovato dalla maggioranza nella Com-missione XI, non può ritenersi in alcunmodo esauriente, essendo limitato ad in-terventi correttivi di precedenti errori enon a sanare la situazione creatasi all’in-domani della sentenza della Corte Costi-tuzionale n. 70 del 201. Tale sentenza, siricorda, ha dichiarato l’ illegittimità costi-tuzionale della norma di cui all’articolo24, comma 25 della Riforma pensionisticaFornero, che prevedeva il blocco delleindicizzazioni per il biennio 2012-2013delle pensioni superiori a tre volte ilminimo, ovvero a 1.443 euro lordi mensili.La predetta sentenza della Corte n. 70/2015, ha motivato la bocciatura del suc-citato comma 25 del decreto Salva-Italiaaffermando che « l’interesse dei pensionati,in particolar modo i titolari di trattamentiprevidenziali modesti, è teso alla conser-vazione del potere di acquisto di sommepercepite, da cui deriva in modo conse-quenziale il diritto a una prestazione pre-videnziale adeguata. Tale diritto, costitu-zionalmente fondato, risulta irragionevol-mente sacrificato nel nome di esigenzefinanziarie non illustrate nel dettaglio ».

Con l’articolo 1 del testo all’esame,invece, il Governo intende aggirare lapronuncia costituzionale e persistere nelsacrificare diritti costituzionalmente ga-rantiti per ragioni di bilancio. Nella rela-zioni di accompagnamento al DDL ed aldocumento presentato dal Governo aisensi dell’articolo 10-bis, comma 6, dellalegge 31 dicembre 2009, n. 196, nonchénello stesso intervento del ministro Padoanlo scorso 20 maggio presso le Commissioniriunite V e XI, è stato ribadito il concettoche un’attuazione automatica della sen-tenza, con conseguente applicazione delmeccanismo di indicizzazione ex leggen. 388/2000, avrebbe comportato un in-cremento della spesa pensionistica nel2015 e negli anni seguenti non sostenibile,impedendo all’Italia di rispettare le regoledi bilancio europee. Il Governo, infatti,prevede – considerati gli oneri connessialla pronuncia della Corte Costituzionale,pari nel 2015 a circa 17,6 miliardi di euronetti – che l’indebitamento netto tenden-ziale delle amministrazioni pubbliche inrapporto al PIL salirebbe nell’anno incorso dal 2,5%, previsto nel Documento dieconomia e finanza 2015, al 3,6%; il peg-gioramento sarebbe riconducibile a fattoritransitori, legati al pagamento degli arre-trati, per circa 0,8 punti percentuali, men-tre sarebbe considerato permanente larestante parte. Nel 2016, l’indebitamentonetto tendenziale passerebbe, in rapportoal PIL, dall’1,4% all’1,7%. Sulla base diquesti dati, quindi, la maggioranza gover-nativa e parlamentare ha scelto di proce-dere a mini rimborsi forfettari. Nel lon-tano 2011, con il decreto-Salva Italia – edunque con la famigerata riforma Fornero– l’allora Governo Monti – tecnico disinistra – scelse di fare cassa per risanarei conti pubblici colpendo i pensionati inquanto categorie certe. L’attuale GovernoRenzi – sorretto da quella stessa sinistrache votò la riforma Fornero – per ripa-rarsi da eventuali procedure di infrazioneda parte europea, persegue nel sacrificarela categoria dei pensionati, ignorandoquanto più volte enunciato dalla CorteCostituzionale – e riaffermato da ultimoproprio con la sentenza n. 70/2015 – che

Atti Parlamentari — 132 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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l’interesse dei pensionati, in particolarmodo i titolari di trattamenti previdenzialimodesti, è teso alla conservazione delpotere di acquisto di somme percepite, dacui deriva in modo consequenziale il di-ritto a una prestazione previdenziale ade-guata. Ma soprattutto sottovalutando chein tal modo non si ripara dall’eventualitàdi azioni giudiziarie a carattere risarcito-rio i cui oneri sul bilancio pubblico nonsono quantificabili. Basti ricordare comegià a Napoli, lo scorso 29 maggio, iltribunale partenopeo abbia dato ragione alpensionato ricorrente, o rammentare cheil Codacons ha avviato una class actionalla quale sembra abbiano già aderitooltre 5 mila pensionati, con l’invio di unadiffida all’Inps ed al Ministero del lavoro.

Pertanto non possiamo che valutarenegativamente l’intero impianto dell’arti-colo 1 del disegno di legge all’esame,ritenendo necessario intervenire sullacausa – e cioè l’abrogazione della riformadelle pensioni Fornero – invece che solosui disastrosi effetti e peraltro a step conprovvedimenti tampone in base all’emer-genza nata (vedi esodati, legge 104, pen-sioni d’oro, etc.).

Che l’azione di Governo è caratteriz-zata da una serie di errori cui lo stessodeve poi intervenire per porvi rimediotrova conferma anche nella disposizionerecata dall’articolo 5 del provvedimento,relativa all’unificazione dei termini di pa-gamento di tutte le prestazioni erogatedall’INPS. È stata proprio questa maggio-ranza governativa a prevedere con la leggedi stabilità per il 2015 il pagamento delleprestazioni in tre differenti date: 1o del

mese per tutte le prestazioni previdenzialierogate dall’Inps ante 2012, 10 del meseper quelle ex Enpals e 16 del mese perquelle ex Inpdap. Ora il Governo ci ri-pensa, si ricrede e, prendendo atto che talenorma non solo non ha prodotto alcunasemplificazione amministrativa ma ha an-che penalizzato molti soggetti il cui im-porto cumulato delle prestazioni è basso evedono differito al 10 del mese il paga-mento della prestazione di importo piùelevato, corre ai ripari con l’articolo 5all’esame.

Per le ragioni sopraesposte, rimaniamocritici ed insoddisfatti sull’impostazionedel decreto-legge all’esame. Tuttavia, com-prendendo l’importanza degli altri inter-venti da esso recati, come il rifinanzia-mento degli ammortizzatori in deroga ol’incremento delle risorse del settore dellapesca, auspichiamo un miglioramento delprovvedimento con la piena attuazionealla sentenza della Corte Costituzionalen.70 del 2015, e, per questo motivo, nonabbiamo ritenuto necessario presentare untesto alternativo.

ERRATA CORRIGE

Nel resoconto stenografico della sedutadel 23 giugno 2015:

a pagina 37, seconda colonna, primariga, le parole « che non è riuscita avotare » si intendono sostituite dalle se-guenti: « di aver erroneamente espresso votocontrario mentre avrebbe voluto astenersidal voto ».

Atti Parlamentari — 133 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAMEDEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO.

MOZIONE N. 1-00921 – INIZIATIVE VOLTE A SOSPENDERE LE PROCEDURE DI

ESPROPRIAZIONE RELATIVE AD IMMOBILI ADIBITI AD ABITAZIONE PRINCIPALE

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti

Richiami al Regolamento 10 minuti

Tempi tecnici 5 minuti

Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minutiper il complesso degli interventi di cia-

scun deputato)

Gruppi 4 ore e 20 minuti

Partito Democratico 1 ora e 16 minuti

MoVimento 5 Stelle 32 minuti

Forza Italia – Popolo della Libertà– Berlusconi Presidente

28 minuti

Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti

Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti

Scelta civica per l’Italia 19 minuti

Lega Nord e Autonomie – Legadei Popoli – Noi con Salvini

17 minuti

Per l’Italia – Centro Democratico 16 minuti

Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti

Misto: 18 minuti

Alternativa Libera 7 minuti

Minoranze Linguistiche 4 minuti

Partito Socialista Italiano (PSI) –Liberali per l’Italia (PLI)

4 minuti

MAIE – Movimento Associativo italianiall’estero – Alleanza per l’Italia (API)

3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l’illustrazione della mozione.

Atti Parlamentari — 134 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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MOZIONE N. 1-00922 – INIZIATIVE DI COMPETENZA IN RELAZIONE ALLA VICENDA DELLA

COOPERATIVA “IL FORTETO”

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti

Richiami al Regolamento 10 minuti

Tempi tecnici 5 minuti

Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minutiper il complesso degli interventi di cia-

scun deputato)

Gruppi 4 ore e 20 minuti

Partito Democratico 1 ora e 16 minuti

MoVimento 5 Stelle 32 minuti

Forza Italia – Popolo della Libertà– Berlusconi Presidente

28 minuti

Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti

Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti

Scelta civica per l’Italia 19 minuti

Lega Nord e Autonomie – Legadei Popoli – Noi con Salvini

17 minuti

Per l’Italia – Centro Democratico 16 minuti

Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti

Misto: 18 minuti

Alternativa Libera 7 minuti

Minoranze Linguistiche 4 minuti

Partito Socialista Italiano (PSI) –Liberali per l’Italia (PLI)

4 minuti

MAIE – Movimento Associativo italianiall’estero – Alleanza per l’Italia (API)

3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l’illustrazione della mozione.

MOZIONE N. 1-00553 – INIZIATIVE IN AMBITO INTERNAZIONALE IN RELAZIONE AL FENOMENO

DEI MATRIMONI PRECOCI E FORZATI DI MINORI

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti

Richiami al Regolamento 10 minuti

Atti Parlamentari — 135 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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Tempi tecnici 5 minuti

Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minutiper il complesso degli interventi di cia-

scun deputato)

Gruppi 4 ore e 20 minuti

Partito Democratico 1 ora e 16 minuti

MoVimento 5 Stelle 32 minuti

Forza Italia – Popolo della Libertà– Berlusconi Presidente

28 minuti

Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti

Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti

Scelta civica per l’Italia 19 minuti

Lega Nord e Autonomie – Legadei Popoli – Noi con Salvini

17 minuti

Per l’Italia – Centro Democratico 16 minuti

Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti

Misto: 18 minuti

Alternativa Libera 7 minuti

Minoranze Linguistiche 4 minuti

Partito Socialista Italiano (PSI) –Liberali per l’Italia (PLI)

4 minuti

MAIE – Movimento Associativo italianiall’estero – Alleanza per l’Italia (API)

3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l’illustrazione della mozione.

DOC. VIII, N. 5 E 6 – CONTO CONSUNTIVO E BILANCIO DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Tempo complessivo: 15 ore e 30 minuti, di cui:

• discussione congiunta: 8 ore.

• seguito dell’esame congiunto: 7 ore e 30 minuti.

Discussione generale Seguito dell’esame

Deputati questori 1 ora e 30 minuti 40 minuti

Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti

Tempi tecnici 15 minuti

Atti Parlamentari — 136 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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Interventi a titolo personale 1 ora e 10 minuti (conil limite massimo di15 minuti per ciascun

deputato)

1 ora e 13 minuti (conil limite massimo di 9minuti per il com-plesso degli interventidi ciascun deputato)

Gruppi 5 ore e 10 minuti 5 ore e 12 minuti

Partito Democratico 36 minuti 1 ora e 33 minuti

MoVimento 5 Stelle 32 minuti 39 minuti

Forza Italia – Popolo dellaLibertà – Berlusconi Presidente

31 minuti 33 minuti

Area Popolare (NCD - UDC) 31 minuti 24 minuti

Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti 22 minuti

Scelta civica per l’Italia 30 minuti 22 minuti

Lega Nord e Autonomie – Legadei Popoli – Noi con Salvini

30 minuti 20 minuti

Per l’Italia – Centro Democratico 30 minuti 19 minuti

Fratelli d’Italia – Alleanza Nazio-nale

30 minuti 18 minuti

Misto: 30 minuti 22 minuti

Alternativa Libera 12 minuti 9 minuti

Minoranze Linguistiche 7 minuti 5 minuti

Partito Socialista Italiano (PSI)– Liberali per l’Italia (PLI)

6 minuti 4 minuti

MAIE – Movimento Associativoitaliani all’estero – Alleanza perl’Italia (API)

5 minuti 4 minuti

MOZIONE N. 1-00815 – INIZIATIVE PER CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI, ANCHE IN VISTA DELLA

CONFERENZA DI PARIGI DI DICEMBRE 2015

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti

Richiami al Regolamento 10 minuti

Tempi tecnici 5 minuti

Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minutiper il complesso degli interventi di cia-

scun deputato)

Atti Parlamentari — 137 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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Gruppi 4 ore e 20 minuti

Partito Democratico 1 ora e 16 minuti

MoVimento 5 Stelle 32 minuti

Forza Italia – Popolo della Libertà– Berlusconi Presidente

28 minuti

Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti

Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti

Scelta civica per l’Italia 19 minuti

Lega Nord e Autonomie – Legadei Popoli – Noi con Salvini

17 minuti

Per l’Italia – Centro Democratico 16 minuti

Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti

Misto: 18 minuti

Alternativa Libera 7 minuti

Minoranze Linguistiche 4 minuti

Partito Socialista Italiano (PSI)– Liberali per l’Italia (PLI)

4 minuti

MAIE – Movimento Associativo italianiall’estero – Alleanza per l’Italia (API)

3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l’illustrazione della mozione.

IL CONSIGLIERE CAPODEL SERVIZIO RESOCONTI

ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE

DOTT. VALENTINO FRANCONI

Licenziato per la stampa alle 23,55.

Atti Parlamentari — 138 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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VOTAZIONI QUALIFICATE

EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)

VotazioneO G G E T T O

RisultatoEsito

Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss

1 Nom. Pdl 925-C – em. 5.52 405 365 40 183 48 317 96 Resp.

2 Nom. subem. 0.5.100.1 409 383 26 192 67 316 96 Resp.

3 Nom. subem. 0.5.100.2 413 392 21 197 64 328 96 Resp.

4 Nom. subem. 0.5.100.3 416 394 22 198 61 333 96 Resp.

5 Nom. em. 5.100 416 371 45 186 258 113 96 Appr.

6 Nom. em. 6.51 416 323 93 162 26 297 95 Resp.

7 Nom. em. 6.100 416 327 89 164 292 35 95 Appr.

8 Nom. em. 6.101 424 415 9 208 385 30 95 Appr.

9 Nom. articolo 6 421 337 84 169 304 33 95 Appr.

10 Nom. em. Tit. 100 422 407 15 204 403 4 95 Appr.

11 Nom. Pdl 925-C – voto finale 414 298 116 150 295 3 92 Appr.

12 Nom. Ris. Rosato e a. 6-144 412 408 4 205 281 127 79 Appr.

13 Nom. Ris. Fedriga e a. 6-145 408 404 4 203 47 357 79 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). –V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato inmissione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui e mancatoil numero legale. – X = Non in carica.

Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contienefino a 13 votazioni. Agli elenchi e premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l’og-getto, il risultato e l’esito di ogni singola votazione.

Atti Parlamentari — Votazioni I — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 19)

VotazioneO G G E T T O

RisultatoEsito

Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss

14 Nom. Ris. Brunetta 6-146 409 346 63 174 45 301 79 Resp.

15 Nom. Ris. Petraroli e a. 6-147 – I p. 412 410 2 206 85 325 79 Resp.

16 Nom. Ris. Petraroli e a. 6-147 – II p. 411 388 23 195 60 328 79 Resp.

17 Nom. Ris. Rampelli e a. 6-148 408 345 63 173 46 299 79 Resp.

18 Nom. Ris. Artini e a. 6-149 rif. 406 390 16 196 279 111 79 Appr.

19 Nom. Ris. Scotto e a. 6-150 409 400 9 201 22 378 78 Resp.

Atti Parlamentari — Votazioni II — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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1 1 1 1DEPUTATI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3

ABRIGNANI A C C C A C F F F F

ADORNATO F C C C C F C C C F A

AGOSTINELLI

AGOSTINI LUCIANO C C C C F C F F F F F F C

AGOSTINI ROBERTA C C C C C F F F F F F C

AIELLO F C

AIRAUDO C C C C F C F F F F F C C

ALBANELLA C C C C F C F F F C F F C

ALBERTI

ALBINI C C C C F C F F F F F F C

ALFANO ANGELINO M M M M M M M M M M M M M

ALFANO GIOACCHINO M M M M M M M M M M M F C

ALFREIDER C F C C F C C F F F F F C

ALLASIA F A A A C A F F A F A C F

ALLI F C C C C F C C C F A F C

ALTIERI C C C F C C C A A C F

AMATO C C C C F C F F F F F F C

AMENDOLA C C C C C F F F F F F C

AMICI M M M M M M M M M M M F C

AMODDIO C C C C F C F F F F F F C

ANGELUCCI

ANTEZZA C C C C F C F F F F F F C

ANZALDI C C C C F C F F F F F F C

ARCHI A C C C A C F F F F F

ARGENTIN C C C C F C F F F F F C

ARLOTTI C C C C F C F F F F F F C

ARTINI M M M M M M M M M M M A A

ASCANI C C C C F C F F F F F F C

ATTAGUILE M M M M M M M M M M M M M

BALDASSARRE C F F F C A A F F A

BALDELLI M M M M M M M M M M M M M

BARBANTI C A A F A F A A A

BARETTA M M M M M M M M M M M M M

BARGERO C C C C F C F F F F F F C

BARONI

BARUFFI C C C F C F F F F F F C

BASILIO C F F F C A A F A F A C C

BASSO C C C C F C F F F F F F C

BATTAGLIA A C C C F C F C C F F F C

BATTELLI

1 1 1 1DEPUTATI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3

BAZOLI C C C F C F F F F F C

BECATTINI C C C C F C F F F F F C

BECHIS A F A F A

BELLANOVA M M M M M M M M M M M F C

BENAMATI F F C

BENEDETTI C F F F C A A F A F A C C

BENI C C C C F C F F F F F F C

BERGAMINI M M M M M M M M M M M M M

BERGONZI C C C C F C F F F F F F C

BERLINGHIERI C C C C F C F F F F F F C

BERNARDO F C C C C F C C C F A F

BERNINI MASSIMILIANO C F F C A A F A F A C C

BERNINI PAOLO F F F C A A F A A A C C

BERRETTA C C C C F C F F F F F C

BERSANI C C C C F C F F F F

BIANCHI DORINA F C C C C F C C C F A F C

BIANCHI NICOLA

BIANCHI STELLA C C C C F C F F F F F F C

BIANCOFIORE A C C C A C A F F F C F

BIANCONI C C C C C C C F

BIASOTTI C C C A C F F F F F

BINDI M M M M M M M M M M M M M

BINETTI F C C C C F C C C F A F C

BINI C C C C F C F F F F F F C

BIONDELLI M M M M M M M M M M M F C

BLAŽINA C C C C F C F F F F F F C

BOBBA M M M M M M M M M M M M M

BOCCADUTRI

BOCCI M M M M M M M M M M M F C

BOCCIA M M M M M C F F F F F F C

BOCCUZZI C F F F F F F C

BOLDRINI PAOLA C C C C F C F F F F F F C

BOLOGNESI C C C C F C C F F F F F C

BOMBASSEI

BONACCORSI

BONAFEDE

BONAVITACOLA

BONIFAZI M M M M M M M M M M M M M

BONOMO C C C C C F F F F F F C

BORDO FRANCO C C C C F C F F F F F C C

ELENCO N. 1 DI 2 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13

Atti Parlamentari — Votazioni III — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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1 1 1 1DEPUTATI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3

BORDO MICHELE M M M M M M M M M M M M M

BORGHESE

BORGHESI F A A A C A A F A F A C F

BORGHI

BORLETTI DELL’ACQUA M M M M M M M M M M M M M

BOSCHI M M M M M M M M M M M M M

BOSCO F C C C C F C C C F A F F

BOSSA C C C C F C F F F F F

BOSSI F A A A A A A F F F A C F

BRAGA F C F F F F F F C

BRAGANTINI MATTEO F A A A C A A F A F A C F

BRAGANTINI PAOLA C C C C F C F F F F F F C

BRAMBILLA M M M M M M M M M M M M M

BRANDOLIN C C C C F C F F F F A F C

BRATTI C C C C F C F F F F F M M

BRESCIA C F F F C A A F A F A C C

BRESSA M M M M M M M M M M M M M

BRUGNEROTTO C F F F C A A F A F A C C

BRUNETTA M M M M M M M M M M M M M

BRUNO A A A A A A A A A A C F C

BRUNO BOSSIO C C C F C F F F F F C

BUENO F

BURTONE C C C C F C F F F F F F C

BUSIN F A A A C A A F A F A C F

BUSINAROLO M M M M M M M M M M M M M

BUSTO C F F F C A A F A F A C C

BUTTIGLIONE F C C C C F C C C F A F C

CALABRIA

CALABRO’ F C C C C C C C F

CAMANI C C C C F C F F F F F F C

CAMPANA C C C C F C F F F F F C

CANCELLERI

CANI C C C C C F F F F F F C

CAON F A A A C A A F A F A C F

CAPARINI M M M M M M M M M M M M M

CAPELLI C C C C F C F F F F F F C

CAPEZZONE M M M M M M M M M M M M M

CAPODICASA C C C C F C F F F F F F C

CAPONE F C

CAPOZZOLO C C C C F F F F F F F C

1 1 1 1DEPUTATI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3

CAPUA A A A A A A A A A A F C

CARBONE F C

CARDINALE F F C

CARELLA C C C C F C F F F F F

CARFAGNA A C C C A C F F F F C F

CARIELLO C F F F C A A F A F A C C

CARINELLI C F F F C A A F A F A C C

CARLONI C C C C F C F F F F F F C

CARNEVALI C C C C F C F F F F F F C

CAROCCI C C C C F C F F F F F F C

CARRA C C C C F C F F F F F F C

CARRESCIA C C C C F C F F F F F F C

CARROZZA C C C C F C F F F F F C

CARUSO C C C C F C F F F F F F C

CASATI C C C C F C F F F F F F C

CASELLATO C C C C F C F F F F F F C

CASERO M M M M M M M M M M M M M

CASO C F F F C A A F A F A C C

CASSANO

CASTELLI

CASTIELLO A C C C C C C C F F F

CASTIGLIONE M M M M M M M M M M M M M

CASTRICONE C C C C F C F F F F F

CATALANO C A C C F C F F F F

CATANIA C C C C F C F F F F F M M

CATANOSO GENOESE F C C A A C F F F F C F

CAUSI C F F F F F F C

CAUSIN F C C C C F C C C F A F C

CECCONI C F F F C A F A F A C C

CENNI C C C C F C F F F F F F C

CENSORE M M M M M M M M M M M M M

CENTEMERO M M M M M M M M M M M M M

CERA F C C C C F C C C F A F C

CESARO ANTIMO C C C C F C F F F F F

CESARO LUIGI

CHAOUKI M M M M M M M M M M M M M

CHIARELLI F C C C C F C C C A C

CHIMIENTI C F F F C A A F A F A C C

CICCHITTO M M M M M M M M M M M F C

CIMBRO M M M M M M M M M M M M M

ELENCO N. 1 DI 2 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13

Atti Parlamentari — Votazioni IV — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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1 1 1 1DEPUTATI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3

CIMMINO C C C C F C F F F F F

CIPRINI

CIRACI’ A A C C A A A A C F

CIRIELLI F A C C C A C C C A A M M

CIVATI C C C C F C A C C

COCCIA C C C C F C F F F F F F C

COLANINNO C C C F C F F F F F F C

COLLETTI C F F F C A A F A A A C C

COLONNESE A C C

COMINARDI C F F F C A A F A F A C C

COMINELLI C C C C F C F F F F F F C

COPPOLA C C C C F C F F F F F

CORDA C F F F C A A F A F A C C

CORSARO F A A A C F A A A A

COSCIA C C C C F C F F F F F F C

COSTA M M M M M M M M M M M M M

COSTANTINO C C C C F C F C C

COVA C C C C F C F F F F F F C

COVELLO C C C C F C F F F F F F C

COZZOLINO

CRIMI’ C C C C F C F F F F F F C

CRIMI

CRIPPA A C C

CRIVELLARI C C C C F C F F F F F F C

CULOTTA C C C C F C F F F F F F C

CUPERLO C C C C C F F F F F F C

CURRO’ C C C F C F F F F F F C

DADONE

DAGA C F F F C A A F A F A C C

D’AGOSTINO C C C F C F F F F F

D’ALESSANDRO A C C C A C F F F F F

D’ALIA M M M M M M M M M M M M M

DALLAI C C C C F C F F F F F C

DALL’OSSO C F F F C A A F A F A C C

DAL MORO C C C C F F F F F F C

D’AMBROSIO C F F F C A A F A F A C C

DAMBRUOSO C C C C F C F F F F F F C

DAMIANO M M M M M M M M M M M M M

D’ARIENZO C C C C F C F F F F F F C

D’ATTORRE C C C C F C F F F F F F C

1 1 1 1DEPUTATI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3

DA VILLA C F F C A A F A F A C C

DE GIROLAMO F C C C C F C C C C A

DEL BASSO DE CARO M M M M M M M M M M M M M

DEL GROSSO C F F C A A F A F A C C

DELLAI M M M M M M M M M M M F C

DELL’ARINGA C C C C F C F F F F F F C

DELLA VALLE C F F F C A A F A F A C C

DELL’ORCO C F F F C A A F A F A C C

DE LORENZIS F F F C A A F A F A C C

DE MARIA C C C C F C F F F F F F C

DE MENECH C C C C F C F F F F F F C

DE MICHELI M M M M M M M M M M M M M

DE MITA A F C

DE ROSA F F F C A F A A C C

DI BATTISTA A C C

DI BENEDETTO A A F A F A C C

DIENI M M M M M M M M M M M M M

DI GIOIA C C C C F C F F F F F M M

DI LELLO C C C C F C F F F F F F C

DI MAIO LUIGI M M M M M M M M M M A T T

DI MAIO MARCO C C C C F C F F F F F F C

D’INCA’ C F F F C A A F F A C C

D’INCECCO C C C C F C F F F F F F C

DI SALVO C C C C F C F F F F F F C

DISTASO A A A A A A A C F

DI STEFANO FABRIZIO A A C C A F A F C F F

DI STEFANO MANLIO M M M M M M M M M M M M M

DI STEFANO MARCO A A A A A A F A A F

DI VITA

DONATI C C C C F C F F F F F F C

D’OTTAVIO C C C C F C F F F F F F C

DURANTI C C C C F C F F F F F C C

D’UVA

EPIFANI M M M M M M M M M M M F C

ERMINI C C C C F C F F F F F F C

FABBRI C C C C F C F F F F F F C

FAENZI A C C C A C F F C F

FALCONE C C F F F F F

FAMIGLIETTI C C C C F C F F F F F F C

FANTINATI

ELENCO N. 1 DI 2 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13

Atti Parlamentari — Votazioni V — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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1 1 1 1DEPUTATI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3

FANUCCI C C C C F C F F F F F F C

FARAONE M M M M M M M M M M M M M

FARINA DANIELE C C C C F C F F F F F

FARINA GIANNI C C C C F C F F F F F F C

FASSINA

FAUTTILLI C C C F C F F F F F F C

FAVA M M M M M M M M M M M M M

FEDI C C C C F C F F F F F F C

FEDRIGA F A A A C A A F A A A C F

FERRANTI C C C C F C F F F F F F C

FERRARA M M M M M M M M M M M M M

FERRARESI C F F F C A A F A F A C C

FERRARI C C C C F C F F F F F F C

FERRO C C C C F C F F F F F C

FIANO C C C C F C F F F F F F C

FICO M M M M M M M M M M M M M

FIORIO C F C F F F F F F C

FIORONI M M M M M M M M M M M M M

FITZGERALD NISSOLI C C C C F A F F F F F F C

FOLINO C F F F F F F C

FONTANA CINZIA MARIA C C C C F C F F F F F F C

FONTANA GREGORIO M M M M M M M M M M M C F

FONTANELLI M M M M M M M M M M M F C

FORMISANO M M M M M M M M M M M F C

FOSSATI C C C C F C F F F F F

FRACCARO M M M M M M M M M M M M M

FRAGOMELI C C C C F C F F F F F F C

FRANCESCHINI M M M M M M M M M M M M M

FRATOIANNI F C F F F F F C C

FREGOLENT C C C C F C F F F F F F C

FRUSONE

FUCCI A C C C A C F F F F F C F

FURNARI C F F F C A A F A F A

FUSILLI C C C C F C F F F F F F C

GADDA C C C C F C F F F F F F C

GAGNARLI C F F F C A A F A A A C C

GALAN

GALATI M M M M M M M M M M M M M

GALGANO C C C F C F F F F F F C

GALLI CARLO C C C C F C F F F F F F C

1 1 1 1DEPUTATI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3

GALLI GIAMPAOLO F C

GALLINELLA C F F F C A A F A F A C C

GALLO LUIGI C F F F C A A F A F A C C

GALLO RICCARDO A A C C A C F F C F F C F

GALPERTI

GANDOLFI C C C C F C F F F F F F C

GARAVINI C C C C F C F F F F F F C

GARNERO SANTANCHE’ C C C A C F F F F F C F

GAROFALO F C C C C F C C C F A F C

GAROFANI C C C C F C F F F F F F C

GASPARINI C C C C F C F F F F F F C

GEBHARD C C C C F C F F F F F F C

GELLI C C C C F C F F F F F F C

GELMINI A C C C A F C F

GENOVESE

GENTILONI SILVERI M M M M M M M M M M M M M

GHIZZONI C C C C F C F F F F F F C

GIACHETTI T T T T T T T T T T T F C

GIACOBBE C C C C F C F F F F F F C

GIACOMELLI M M M M M M M M M M M M M

GIACOMONI A C C C A C F F F F

GIAMMANCO A C C C A C F F F F F C F

GIGLI C C C C F A F F F F F F C

GINATO C C C C F C F F F F F F C

GINEFRA C C C C F C F F F F F F C

GINOBLE

GIORDANO GIANCARLO C C C C F C F F F F F C C

GIORDANO SILVIA C F F C A A F A F A C C

GIORGETTI ALBERTO C F

GIORGETTI GIANCARLO M M M M M M M M M M A M M

GIORGIS C C C C F F F F F F F C

GITTI M M M M M M M M M M M F C

GIULIANI C C C C F C F F F F F F C

GIULIETTI C C C C F C F F F F F F C

GNECCHI C C C C F C F F F F F F C

GOZI M M M M M M M M M M M F C

GRANDE C F F F C A F A C C

GRASSI C C C C F C F F F F F F C

GRECO C C C C F C F F F F F F C

GREGORI

ELENCO N. 1 DI 2 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13

Atti Parlamentari — Votazioni VI — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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1 1 1 1DEPUTATI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3

GRIBAUDO C C C C F C F F F F F F C

GRILLO

GRIMOLDI F F A A C A F F F F A

GUERINI GIUSEPPE C C C C F C F F F F F F C

GUERINI LORENZO C C C C F F F C

GUERRA M M M M M M M M M M M F C

GUIDESI F A A A C A A F A F A

GULLO

GUTGELD C C C C F C F F F F F

IACONO

IANNUZZI CRISTIAN C F F F C A A F A F F C C

IANNUZZI TINO C C C C F C F F F F F F C

IMPEGNO C C C F F F F F F C

INCERTI C C C C F C F F F F F F C

INVERNIZZI F F A A C A A F A F A C F

IORI

KRONBICHLER C C C C F C F F F F F C C

L’ABBATE C F F F C A A F A F A C C

LABRIOLA C F F F C A A F A F A F C

LACQUANITI C C C C F C F F F F F F C

LAFFRANCO F C C C C F C A A F

LAFORGIA F C F F F F F F C

LAINATI A C C C A C F F F F F C F

LA MARCA M M M M M M M M M M M M M

LA RUSSA F F F C C A C C C A C F

LATRONICO A C C C A F F F F F

LATTUCA C C C C F C F F F F F F C

LAURICELLA M M M M M M M M M M M M M

LAVAGNO C C C C F C F F F F F F C

LENZI C C C C F C F F F F F F C

LETTA

LEVA C C C C F C F F F F F

LIBRANDI C C C C F F F F F F F C

LIUZZI C F F F C A A F A F A C C

LOCATELLI C C C C C F F F F F F C

LODOLINI C C C C F C F F F F F F C

LOMBARDI C F F F C A A F A F A C C

LO MONTE C C C C F C F F F F F C

LONGO C F

LOREFICE C F F C A A F A F A C C

1 1 1 1DEPUTATI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3

LORENZIN M M M M M M M M M M M M M

LOSACCO M M M M M M M M M M M M M

LOTTI M M M M M M M M M M M M M

LUPI F C C C C F C C C F F C

LUPO C F F F C A A F A F A C C

MADIA M M M M M M M M M M M M M

MAESTRI C C C C C F F F F F F C

MAGORNO C C C C F C F F F F F F C

MAIETTA

MALISANI C C C C F C F F F F F F C

MALPEZZI

MANCIULLI C F C F F F F F C

MANFREDI C C C C F C F F F F F F C

MANNINO C F F F C A A F F F A

MANTERO C F F F C A A F A F A C C

MANZI C C C F C F F F F F

MARANTELLI C C C C F C F F F F F F C

MARAZZITI F F C

MARCHETTI C C C C F C F F F F F F C

MARCHI C C C C F C F F F F F F C

MARCOLIN F A A A C A A F A F A C F

MARCON C C

MARGUERETTAZ C C C C F C F F F F F F C

MARIANI

MARIANO C C C C F C F F F F F F C

MAROTTA M M M M M M M M M M M M M

MARROCU C C C C F C F F F F F F C

MARRONI

MARTELLA F C

MARTELLI

MARTI A C C C A C F F F F C

MARTINELLI

MARTINO ANTONIO A C C C A

MARTINO PIERDOMENICO C C C C F C F F F F F F C

MARZANA C F F F C A A F A F A C C

MARZANO C C C C F C F F F F F F C

MASSA

MATARRELLI C C C C F C F F F F F F C

MATARRESE C C C C F C F F F F F F C

MATTIELLO M M M M M M M M M M M M M

ELENCO N. 1 DI 2 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13

Atti Parlamentari — Votazioni VII — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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1 1 1 1DEPUTATI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3

MAURI

MAZZIOTTI DI CELSO C C C C F F F F C

MAZZOLI C C C C F C F F F F F F C

MELILLA C C C C F C F F F F F

MELILLI C C C C F C F F F F

MELONI GIORGIA

MELONI MARCO C C C C F C F F F F F F C

MERLO A C C C A A F F F F M M

META M M M M M M M M M M M M M

MICCOLI C C C C F C F F F F F F C

MICILLO C F F F C A A F A F A C C

MIGLIORE M M M M M M M M M M M F C

MILANATO

MINARDO F C C C C F C C C F A F C

MINNUCCI C C C C F C F F F F F F C

MIOTTO C C C C F C C F F F F F

MISIANI C C C C F C F F F F F F C

MISURACA F C C C C

MOGNATO C C C C F C F F F F F F C

MOLEA C C C C F C F F F F

MOLTENI F A A A C A A F A F A C F

MONACO C C C C F C F F F F F F C

MONCHIERO F C C C C C F F F F F F C

MONGIELLO C C C C F F F C

MONTRONI C C C C F C F F F F F F C

MORANI C C C C F C F F F F F

MORASSUT C F C F F F F F F C

MORETTO C C C C F C F F F F F F C

MOSCATT C C C C F C F F F F F F C

MOTTOLA A C C C A C F F F F F C F

MUCCI C F F F A A A F A F A A A

MURA C C C C F C F F F F F F C

MURER C C C C F C F F F F F F C

NACCARATO

NARDI C C C F C F F F F F F C

NARDUOLO C C C C F C F F F F F F C

NASTRI F F F C C A C C C A A

NESCI C F F F C A A F A F A C C

NESI C C C C A A A A F F F F C

NICCHI C C C C F C F F F F F C C

1 1 1 1DEPUTATI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3

NICOLETTI M M M M M M M M M M M M M

NIZZI A C C C C C C F F F F

NUTI C F F F C A A F A A C C

OCCHIUTO A C C C A C F F F F F C F

OLIARO A A A C A C F F F F F F C

OLIVERIO F F C

ORFINI F C

ORLANDO M M M M M M M M M M M M M

OTTOBRE C F F C F C F F F F F

PAGANI C C C C F C F F F F F F C

PAGANO F C C C C F C C C F A F

PAGLIA C C C C F C F F F F F C C

PALAZZOTTO C C C C F C F F F F C C

PALESE A C C C A C F F F F F C F

PALMA C C C F C F F F F F C

PALMIERI A C C C A C F F F F F C F

PALMIZIO A C C C A C F F F F F C F

PANNARALE C C C C F C F F F F F C C

PARENTELA C F F F C A A F A F A C C

PARIS C C C C F C F F F F F F C

PARISI F C C C C C F F F F C F

PARRINI C C C C F C F F F F F C

PASTORELLI C C C C F C F F F F F F C

PASTORINO C C C C C F F F F A C C

PATRIARCA C C C C F C F F F F F F C

PELILLO C C C C F C F F F F F C

PELLEGRINO C C C C F C F F F F F C C

PELUFFO F F C

PES M M M M M M M M M M M M M

PESCO C F F F C A A F A F A C C

PETRAROLI C F F F C A A F A F C C

PETRENGA C F F F F F C F

PETRINI C C C C F C F F F F F F C

PIAZZONI C C C C F C F F F F F F C

PICCHI A C C C C A A F F F F

PICCIONE C C C C F C F F F F F F C

PICCOLI NARDELLI C C C C F C F F F F F F C

PICCOLO GIORGIO C C C C F C F F F F F F C

PICCOLO SALVATORE

PICCONE

ELENCO N. 1 DI 2 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13

Atti Parlamentari — Votazioni VIII — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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1 1 1 1DEPUTATI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3

PIEPOLI M M M M M M M M M M M M M

PILI C C A A A A A F A A F C F

PILOZZI F C F F F F F F C

PINI GIANLUCA F A A A C F A F A F A C F

PINI GIUDITTA C C C C F C F F F F F F C

PINNA C C C C F C F F F F F F C

PIRAS C C C C F C F F F F F C C

PISANO A A F A

PISICCHIO C F F C

PISO F C C C C F C C C F A

PISTELLI

PIZZOLANTE C C C C F A F C

PLACIDO

PLANGGER

POLIDORI A C C C A C F F F F

POLLASTRINI C C C C F C F F F F F F C

POLVERINI A C C C A C F F F F F C F

PORTA C C C C F C F F F F F F C

PORTAS M M M M M M M M M M M M M

PRATAVIERA F A F A C A A F A F A C F

PRESTIGIACOMO A C C C A C F F F F F C F

PREZIOSI C C C C F C F F F F F F C

PRINA C C C C F C F F F F F F C

PRODANI C F F F A A A F A F A A A

QUARANTA C C C C F C F F F F F C C

QUARTAPELLE PROCOPIO M M M M M M M M M M M M M

QUINTARELLI C C C C F C F F F F F C

RABINO C C C F C F F F F F

RACITI F F C

RAGOSTA C C C C F C F F F F F F C

RAMPELLI M M M M M M M M M M M M M

RAMPI C C C C F C F F F F F F C

RAVETTO A A C C A C F

REALACCI M M M M M M M M M M M M M

RIBAUDO C C C C C F F F F F F C

RICCIATTI C C C C F C F F F F F C C

RICHETTI C C C C F C F F F F F F C

RIGONI M M M M M M M M M M M M M

RIZZETTO

RIZZO C F F F C A A F A F A C C

1 1 1 1DEPUTATI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3

ROCCELLA

ROCCHI C C C C F C F F F F F F C

ROMANINI

ROMANO ANDREA C C C C F C F F F F F

ROMANO FRANCESCO SAVE.

ROMANO PAOLO NICOLO’ C C

ROMELE A C C C A F F F F C F

RONDINI F A A A C A A A A F A

ROSATO C C C C F C F F F F F F C

ROSSI DOMENICO M M M M M M M M M M M F C

ROSSI PAOLO C C C C F C F F F F F F C

ROSSOMANDO C C C C F C F F F F F M M

ROSTAN C C C C F F F C

ROSTELLATO C C C C F C F F F F F F C

ROTONDI A C C C A C A F F F C F

ROTTA C C C C F C F F F F F F C

RUBINATO C C C F C F F F F F F C

RUGHETTI M M M M M M M M M M M M M

RUOCCO C F F F C A A F A A A C C

RUSSO C C C C C F F F F F C F

SALTAMARTINI C A A F A F A C F

SAMMARCO F C C C C F C C C F A F C

SANGA C C C C F C F F F F F F C

SANI M M M M M M M M M M M F C

SANNA FRANCESCO C C C C F C F F F F F F C

SANNA GIOVANNA C C C C F C F F F F F F C

SANNICANDRO C C C C F C F F F F F C C

SANTELLI

SANTERINI M M M M M M M M M M M M M

SARRO F C C C C C C C C C A

SARTI C F F F C A F A F A C C

SAVINO ELVIRA

SAVINO SANDRA A C C C A F F F F F C F

SBERNA C C C C F C F F F F F F C

SBROLLINI F F C

SCAGLIUSI C F F F C A A F A F A C C

SCALFAROTTO M M M M M M M M M M M F C

SCANU C C C F C F F F F F F C

SCHIRO’ C C C C F C F F F F F F C

SCHULLIAN M M M M M M M M M M M M M

ELENCO N. 1 DI 2 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13

Atti Parlamentari — Votazioni IX — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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1 1 1 1DEPUTATI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3

SCOPELLITI F C C C C F C C C F A F C

SCOTTO M M M M M M M M M M M M M

SCUVERA C C C C F C F F F F F F C

SEGONI C F F F C A A F A F A

SENALDI C C C C C F F F F F F

SERENI M M M M M M M M M M M F C

SGAMBATO C C C C F C F F F F F F C

SIBILIA C F F F C A A F A F A C C

SIMONETTI F A A A C F A F A F A C F

SIMONI C C C C F C F F F F F

SISTO M M M M M M M M M M M M M

SORIAL

SOTTANELLI C C C C F C F F F F F F C

SPADONI

SPERANZA M M M M M M M M M M M M M

SPESSOTTO

SQUERI A C C C A C F F F F C F

STUMPO

TABACCI C C C C F C F F F F F M M

TACCONI C C C C F C F F F F F F C

TAGLIALATELA

TANCREDI F C C C C F C C C F A F C

TARANTO C C C C F C F F F F F F C

TARICCO C C C C F C F F F F F F C

TARTAGLIONE C C C C F C F F F F F F C

TENTORI C C C C F C F F F F F F C

TERROSI C C C C F C F F F F F F C

TERZONI C F F F C A A F A F A

TIDEI C C C C F C F F F F F F C

TINAGLI C C C C F C F F F F F

TOFALO

TONINELLI C F F C A A F A F A C C

TOTARO F A C C C A C C C C A

TRIPIEDI

TULLO

1 1 1 1DEPUTATI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3

TURCO M M M M M M M M M M M M M

VACCA C F F F C A C C

VACCARO

VALENTE SIMONE C F F A C C

VALENTE VALERIA M M M M M M M M M M F F C

VALENTINI F C C C A C F F F

VALIANTE C C C C F C F F F F F F C

VALLASCAS C F F F C A A F A F A

VARGIU C C C C F C F F F F F F C

VAZIO C C C C F C F F F F F F C

VECCHIO M M M M M M M M M M M M M

VELLA A C C C A C F F F F F C F

VELO M M M M M M M M M M M M M

VENITTELLI C C C C F C F F F F F F C

VENTRICELLI C C C C F C F F F F F F C

VERINI C C C C C F F F F F F C

VEZZALI

VICO C C C C F C F F F F F F C

VIGNALI M M M M M M M M M M M F C

VIGNAROLI C A A F A F A C C

VILLAROSA C F F F C A F A F A C C

VILLECCO CALIPARI M M M M M M M M M M M M M

VITELLI M M M M M M M M M M M M M

VITO M M M M M M M M M M M M M

ZACCAGNINI C C C C F C F F F F F C C

ZAMPA C C C C F C F F F F F F C

ZAN

ZANETTI M M M M M M M M M M M M M

ZANIN

ZAPPULLA C C C C F C F F F F F F C

ZARATTI C C C C F C F F F F F C C

ZARDINI C C C C F C C F F F F F C

ZOGGIA C C C C F C F F F F F F C

ZOLEZZI

ELENCO N. 1 DI 2 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13

Atti Parlamentari — Votazioni X — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

* * *

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1 1 1 1 1 1DEPUTATI 4 5 6 7 8 9

ABRIGNANI

ADORNATO

AGOSTINELLI

AGOSTINI LUCIANO C C C C F C

AGOSTINI ROBERTA C C C C F C

AIELLO C C C C F C

AIRAUDO C F A C C F

ALBANELLA C C C C F C

ALBERTI

ALBINI C C C C F C

ALFANO ANGELINO M M M M M M

ALFANO GIOACCHINO C C C C F C

ALFREIDER C C C C F C

ALLASIA F C C F A C

ALLI C C C C F C

ALTIERI F C C F C C

AMATO C C C C F C

AMENDOLA C C C C F C

AMICI C C C C F C

AMODDIO C C C C F C

ANGELUCCI

ANTEZZA C C C C F C

ANZALDI C C C C F C

ARCHI

ARGENTIN C C C C F C

ARLOTTI C C C C F C

ARTINI A F A A F A

ASCANI C C C C F C

ATTAGUILE M M M M M M

BALDASSARRE

BALDELLI M M M M M C

BARBANTI A F A A F A

BARETTA M M M M M M

BARGERO C C C C F C

BARONI

BARUFFI C C C C F C

BASILIO A F F A C C

BASSO C C C C F C

BATTAGLIA C C C C F C

BATTELLI

1 1 1 1 1 1DEPUTATI 4 5 6 7 8 9

BAZOLI C C C C F C

BECATTINI C C C C F C

BECHIS

BELLANOVA C C C C F C

BENAMATI C C C C F C

BENEDETTI A F F A C C

BENI C C C C F C

BERGAMINI M M M M M M

BERGONZI C C C C F C

BERLINGHIERI C C C C F C

BERNARDO C C C C C

BERNINI MASSIMILIANO A F F A C C

BERNINI PAOLO A F F A C C

BERRETTA C C C C F C

BERSANI

BIANCHI DORINA C C C C F C

BIANCHI NICOLA

BIANCHI STELLA C C C C F C

BIANCOFIORE F

BIANCONI

BIASOTTI

BINDI M M M M M M

BINETTI C C C C F C

BINI C C C C F C

BIONDELLI C C C C F C

BLAŽINA C C C C F C

BOBBA M M M M M M

BOCCADUTRI

BOCCI C C C C F C

BOCCIA C C C C F C

BOCCUZZI C C C C F C

BOLDRINI PAOLA C C C C F C

BOLOGNESI C C C C F C

BOMBASSEI

BONACCORSI

BONAFEDE

BONAVITACOLA

BONIFAZI M M M M M M

BONOMO C C C C F C

BORDO FRANCO C F A C C F

ELENCO N. 2 DI 2 - VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 19

Atti Parlamentari — Votazioni XI — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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1 1 1 1 1 1DEPUTATI 4 5 6 7 8 9

BORDO MICHELE M M M M M M

BORGHESE

BORGHESI F C C F A C

BORGHI

BORLETTI DELL’ACQUA M M M M M M

BOSCHI M M M M M M

BOSCO C C C C F C

BOSSA

BOSSI F C C F A C

BRAGA C C C C F C

BRAGANTINI MATTEO F C C F A C

BRAGANTINI PAOLA C C C C F C

BRAMBILLA M M M M M M

BRANDOLIN C C C C F C

BRATTI M M M M M M

BRESCIA A F F A C C

BRESSA M M M M M M

BRUGNEROTTO A F F A C C

BRUNETTA M M M M M M

BRUNO C C C C F C

BRUNO BOSSIO C C C C F C

BUENO

BURTONE C C C C F C

BUSIN F C C F A C

BUSINAROLO M M M M M M

BUSTO A F F A C C

BUTTIGLIONE C C C C F C

CALABRIA

CALABRO’

CAMANI C C C C F C

CAMPANA C C C C F C

CANCELLERI

CANI C C C C F C

CAON F C C F A C

CAPARINI M M M M M M

CAPELLI C C C C F C

CAPEZZONE M M M M M M

CAPODICASA C C C C F C

CAPONE C C C C F C

CAPOZZOLO C C C C F C

1 1 1 1 1 1DEPUTATI 4 5 6 7 8 9

CAPUA C C C C F C

CARBONE C C C C F C

CARDINALE C C C C F C

CARELLA

CARFAGNA F C C F C C

CARIELLO A F F A C C

CARINELLI A F F A C C

CARLONI C C C C F C

CARNEVALI C C C C F C

CAROCCI C C C C F C

CARRA C C C C F C

CARRESCIA C C C C F C

CARROZZA C C C C F C

CARUSO C C C C F C

CASATI C C C C F C

CASELLATO C C C C F C

CASERO M M M M M M

CASO A F F A C C

CASSANO

CASTELLI

CASTIELLO

CASTIGLIONE M M M M M M

CASTRICONE

CATALANO

CATANIA M M M M M M

CATANOSO GENOESE F C C F C C

CAUSI C C C C F C

CAUSIN C C C C F C

CECCONI C F F A C C

CENNI C C C C F C

CENSORE M M M M M M

CENTEMERO M M M M M M

CERA C C C C F C

CESARO ANTIMO

CESARO LUIGI

CHAOUKI M M M M M M

CHIARELLI

CHIMIENTI A F F A C C

CICCHITTO C C C C

CIMBRO M M M M M M

ELENCO N. 2 DI 2 - VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 19

Atti Parlamentari — Votazioni XII — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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1 1 1 1 1 1DEPUTATI 4 5 6 7 8 9

CIMMINO

CIPRINI

CIRACI’

CIRIELLI M M M M M M

CIVATI C F C C C F

COCCIA C C C C F C

COLANINNO C C C C F C

COLLETTI A F F A C C

COLONNESE A F F A C C

COMINARDI A F F A C C

COMINELLI C C C C F C

COPPOLA

CORDA A F F A C C

CORSARO

COSCIA C C C C F C

COSTA M M M M M M

COSTANTINO C F A C C F

COVA C C C C F C

COVELLO C C C C F C

COZZOLINO

CRIMI’ C C C C F C

CRIMI

CRIPPA A F F A C C

CRIVELLARI C C C C F C

CULOTTA C C C C F C

CUPERLO C C C F C

CURRO’ C C C C F C

DADONE

DAGA A F F A C C

D’AGOSTINO

D’ALESSANDRO

D’ALIA M M M M M M

DALLAI C C C C F C

DALL’OSSO A F F A C C

DAL MORO C C C C F C

D’AMBROSIO A F F A C C

DAMBRUOSO C C C C F C

DAMIANO M M M M M M

D’ARIENZO C C C C F C

D’ATTORRE C C C C F C

1 1 1 1 1 1DEPUTATI 4 5 6 7 8 9

DA VILLA A F F A C

DE GIROLAMO

DEL BASSO DE CARO M M M M M M

DEL GROSSO A F F A C C

DELLAI C C C C F C

DELL’ARINGA C C C C F C

DELLA VALLE A F F A C C

DELL’ORCO A F F A C C

DE LORENZIS A F F A C C

DE MARIA C C C C F C

DE MENECH C C C

DE MICHELI M M M M M M

DE MITA C C C C F C

DE ROSA A F F A C C

DI BATTISTA A F F A C C

DI BENEDETTO A F F A C C

DIENI M M M M M M

DI GIOIA M M M M M M

DI LELLO C C C C F A

DI MAIO LUIGI T T T T T T

DI MAIO MARCO C C C C F C

D’INCA’ A F F A C C

D’INCECCO C C C C F C

DI SALVO C C C C F C

DISTASO F C C F C C

DI STEFANO FABRIZIO

DI STEFANO MANLIO M M M M M M

DI STEFANO MARCO

DI VITA

DONATI C C C C F C

D’OTTAVIO C C C C F C

DURANTI C F A C C F

D’UVA

EPIFANI C C C C F C

ERMINI C C C C F C

FABBRI C C C C F C

FAENZI

FALCONE

FAMIGLIETTI C C C C F C

FANTINATI

ELENCO N. 2 DI 2 - VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 19

Atti Parlamentari — Votazioni XIII — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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1 1 1 1 1 1DEPUTATI 4 5 6 7 8 9

FANUCCI C C C C F C

FARAONE M M M M M M

FARINA DANIELE

FARINA GIANNI C C C C F C

FASSINA

FAUTTILLI C C C C F C

FAVA M M M M M M

FEDI C C C C F C

FEDRIGA F C C F A C

FERRANTI C C C C F C

FERRARA M M M M M M

FERRARESI F F A C C

FERRARI C C C C F C

FERRO C C C C F C

FIANO C C C C F

FICO M M M M M M

FIORIO C C C C F C

FIORONI M M M M M M

FITZGERALD NISSOLI C C C C F C

FOLINO C C C C F C

FONTANA CINZIA MARIA C C C C F C

FONTANA GREGORIO F C C F C C

FONTANELLI C C C C F C

FORMISANO C C C C F C

FOSSATI

FRACCARO M M M M M M

FRAGOMELI C C C C F C

FRANCESCHINI M M M M M M

FRATOIANNI C F A C C F

FREGOLENT C C C C F C

FRUSONE

FUCCI F C C F C C

FURNARI

FUSILLI C C C C F C

GADDA C C C C F C

GAGNARLI A F F A C C

GALAN

GALATI M M M M M M

GALGANO C C C C F C

GALLI CARLO C C C C F C

1 1 1 1 1 1DEPUTATI 4 5 6 7 8 9

GALLI GIAMPAOLO C C C C F C

GALLINELLA A F F A C C

GALLO LUIGI A F F A C C

GALLO RICCARDO F C C F C C

GALPERTI

GANDOLFI C C C C F C

GARAVINI C C C C F C

GARNERO SANTANCHE’ F A C F C C

GAROFALO C C C C F C

GAROFANI C C C C F C

GASPARINI C C C C F C

GEBHARD C C C C F C

GELLI C C C C F C

GELMINI F C C F C C

GENOVESE

GENTILONI SILVERI M M M M M M

GHIZZONI C C C C F C

GIACHETTI C C C C F C

GIACOBBE C C C C F C

GIACOMELLI M M M M M M

GIACOMONI

GIAMMANCO F C C F C C

GIGLI C C C C F C

GINATO C C C C F C

GINEFRA C C C C F C

GINOBLE

GIORDANO GIANCARLO C F A C C F

GIORDANO SILVIA A F F A C C

GIORGETTI ALBERTO F C C F C C

GIORGETTI GIANCARLO M M M M M M

GIORGIS C C C C F C

GITTI C C C C F C

GIULIANI C C C C F C

GIULIETTI C C C C F C

GNECCHI C C C C F C

GOZI C C C C F C

GRANDE A F F A C C

GRASSI C C C C F C

GRECO C C C C

GREGORI

ELENCO N. 2 DI 2 - VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 19

Atti Parlamentari — Votazioni XIV — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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1 1 1 1 1 1DEPUTATI 4 5 6 7 8 9

GRIBAUDO C C C C F C

GRILLO

GRIMOLDI

GUERINI GIUSEPPE C C C C F C

GUERINI LORENZO C C C C F C

GUERRA C C C C F C

GUIDESI

GULLO

GUTGELD

IACONO

IANNUZZI CRISTIAN A F F A F A

IANNUZZI TINO C C C C F C

IMPEGNO C C C C F C

INCERTI C C C C F C

INVERNIZZI F C C F A C

IORI

KRONBICHLER C F A C C F

L’ABBATE A F F A C C

LABRIOLA C C C C F C

LACQUANITI C C C C F C

LAFFRANCO

LAFORGIA C C C C F C

LAINATI F C C F C C

LA MARCA M M M M M M

LA RUSSA F C C F A C

LATRONICO C C F C C

LATTUCA C C C C F C

LAURICELLA M M M M M M

LAVAGNO C C C C F C

LENZI C C C C F C

LETTA

LEVA

LIBRANDI C C C C F C

LIUZZI A F F A C C

LOCATELLI C C C C F A

LODOLINI C C C C F C

LOMBARDI A F F A C C

LO MONTE C C C C F C

LONGO F C C F C C

LOREFICE A F F A C C

1 1 1 1 1 1DEPUTATI 4 5 6 7 8 9

LORENZIN M M M M M M

LOSACCO M M M M M M

LOTTI M M M M M M

LUPI C C C C F C

LUPO A F F A C C

MADIA M M M M M M

MAESTRI C C C C F C

MAGORNO C C C C F C

MAIETTA

MALISANI C C C C F C

MALPEZZI

MANCIULLI C C C C F C

MANFREDI C C C C C

MANNINO

MANTERO A F F C C

MANZI

MARANTELLI C C C C F C

MARAZZITI C C C C F C

MARCHETTI C C C C F C

MARCHI C C C C F C

MARCOLIN F C C F A C

MARCON C F A C C F

MARGUERETTAZ C C C C F C

MARIANI

MARIANO C C C C F C

MAROTTA M M M M M M

MARROCU C C C C F C

MARRONI

MARTELLA C C C C F C

MARTELLI

MARTI

MARTINELLI

MARTINO ANTONIO

MARTINO PIERDOMENICO C C C C F C

MARZANA A F F A C C

MARZANO C C C C F C

MASSA

MATARRELLI C C C C F C

MATARRESE C C C C F C

MATTIELLO M M M M M M

ELENCO N. 2 DI 2 - VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 19

Atti Parlamentari — Votazioni XV — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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1 1 1 1 1 1DEPUTATI 4 5 6 7 8 9

MAURI

MAZZIOTTI DI CELSO C C C F C

MAZZOLI C C C C F C

MELILLA

MELILLI

MELONI GIORGIA

MELONI MARCO C C C C F C

MERLO M M M M M M

META M M M M M M

MICCOLI C C C C F C

MICILLO A F F A C C

MIGLIORE C C C C F C

MILANATO

MINARDO C C C C F C

MINNUCCI C C C C F C

MIOTTO C C C C F C

MISIANI C C C C F C

MISURACA

MOGNATO C C C C F C

MOLEA

MOLTENI F C C F A C

MONACO C C C C F C

MONCHIERO C C C C F C

MONGIELLO C C C C F C

MONTRONI C C C C F C

MORANI

MORASSUT C C C C F C

MORETTO C C C C F C

MOSCATT C C C C F C

MOTTOLA F C C F C C

MUCCI A F A F A

MURA C C C C F C

MURER C C C C F C

NACCARATO

NARDI C C C C F C

NARDUOLO C C C C F C

NASTRI

NESCI A F F A C C

NESI C C C C C C

NICCHI C F A C C F

1 1 1 1 1 1DEPUTATI 4 5 6 7 8 9

NICOLETTI M M M M M M

NIZZI

NUTI A F F A C C

OCCHIUTO F C C F C C

OLIARO C C C C F C

OLIVERIO C C C C F C

ORFINI C C C C F C

ORLANDO M M M M M M

OTTOBRE

PAGANI C C C F C

PAGANO C C C C F C

PAGLIA C F A C C F

PALAZZOTTO C F A C C F

PALESE F C C F C C

PALMA C C C C F C

PALMIERI F C C F C C

PALMIZIO F C C F C C

PANNARALE C F A C C F

PARENTELA A F F A C C

PARIS C C C C F C

PARISI F C C F C C

PARRINI C C C C F C

PASTORELLI C C C C F A

PASTORINO C F C C C F

PATRIARCA C C C C F C

PELILLO C C C C F C

PELLEGRINO C F A C C F

PELUFFO C C C C F C

PES M M M M M M

PESCO A F F F C C

PETRAROLI A F F A C C

PETRENGA F C C F C C

PETRINI C C C C F C

PIAZZONI C C C C F C

PICCHI

PICCIONE C C C C F C

PICCOLI NARDELLI C C C C F C

PICCOLO GIORGIO C C C C F C

PICCOLO SALVATORE

PICCONE

ELENCO N. 2 DI 2 - VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 19

Atti Parlamentari — Votazioni XVI — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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1 1 1 1 1 1DEPUTATI 4 5 6 7 8 9

PIEPOLI M M M M M M

PILI A A A A C A

PILOZZI C C C C F C

PINI GIANLUCA F C C F A C

PINI GIUDITTA C C C C F C

PINNA C C C C F C

PIRAS C F A C C F

PISANO

PISICCHIO C C C C F C

PISO

PISTELLI

PIZZOLANTE C C C F F C

PLACIDO

PLANGGER

POLIDORI

POLLASTRINI C C C C F C

POLVERINI F C C F C C

PORTA C C C C F C

PORTAS M M M M M M

PRATAVIERA F C C F A C

PRESTIGIACOMO F C C F C C

PREZIOSI C C C C F C

PRINA C C C C F C

PRODANI A F A A F A

QUARANTA C F A C C F

QUARTAPELLE PROCOPIO M M M M M M

QUINTARELLI C C C C F C

RABINO

RACITI C C C C F C

RAGOSTA C C C C F C

RAMPELLI M M M M M M

RAMPI C C C C F C

RAVETTO F C C F C C

REALACCI M M M M M M

RIBAUDO C C C C F C

RICCIATTI C F A C C F

RICHETTI C C C C F C

RIGONI M M M M M M

RIZZETTO

RIZZO A F F A C C

1 1 1 1 1 1DEPUTATI 4 5 6 7 8 9

ROCCELLA

ROCCHI C C C C F C

ROMANINI

ROMANO ANDREA

ROMANO FRANCESCO SAVE.

ROMANO PAOLO NICOLO’ A F F A C C

ROMELE F C C F C C

RONDINI

ROSATO C C C C F C

ROSSI DOMENICO C C C C F C

ROSSI PAOLO C C C C F C

ROSSOMANDO M M M M M M

ROSTAN C C C C F C

ROSTELLATO C C C C F C

ROTONDI F C C C A C

ROTTA C C C C F C

RUBINATO C C C C F C

RUGHETTI M M M M M M

RUOCCO A F F A C C

RUSSO F C C F C C

SALTAMARTINI F C C F A C

SAMMARCO C C C C F C

SANGA C C C C F C

SANI C C C C F C

SANNA FRANCESCO C C C C F C

SANNA GIOVANNA C C C C F C

SANNICANDRO C F A C C F

SANTELLI

SANTERINI M M M M M M

SARRO

SARTI A F F A C C

SAVINO ELVIRA

SAVINO SANDRA F C C F C C

SBERNA C C C C F C

SBROLLINI C C C C F C

SCAGLIUSI A F F A C C

SCALFAROTTO C C C C F C

SCANU C C C C F C

SCHIRO’ C C C C F C

SCHULLIAN M M M M M M

ELENCO N. 2 DI 2 - VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 19

Atti Parlamentari — Votazioni XVII — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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1 1 1 1 1 1DEPUTATI 4 5 6 7 8 9

SCOPELLITI C C C C F C

SCOTTO M M M M M M

SCUVERA C C C C F C

SEGONI

SENALDI C C C C F C

SERENI C C C C F C

SGAMBATO C C C C F F

SIBILIA A F F A C C

SIMONETTI F C C F A C

SIMONI

SISTO M M M M M M

SORIAL

SOTTANELLI C C C C F C

SPADONI

SPERANZA M M M M M M

SPESSOTTO

SQUERI F C C F C C

STUMPO

TABACCI M M M M M M

TACCONI C C C C F C

TAGLIALATELA

TANCREDI C C C C F C

TARANTO C C C C F C

TARICCO C C C C F C

TARTAGLIONE C C C C F C

TENTORI C C C C C

TERROSI C C C C F C

TERZONI

TIDEI C C C C F C

TINAGLI

TOFALO

TONINELLI A F F A C C

TOTARO

TRIPIEDI

TULLO

1 1 1 1 1 1DEPUTATI 4 5 6 7 8 9

TURCO M M M M M M

VACCA A F F A C C

VACCARO

VALENTE SIMONE A F F A C C

VALENTE VALERIA C C C C F C

VALENTINI

VALIANTE C C C C F C

VALLASCAS

VARGIU C C C C F C

VAZIO C C C C F C

VECCHIO M M M M M M

VELLA F C C F C C

VELO M M M M M M

VENITTELLI C C C C F C

VENTRICELLI C C C C F C

VERINI C C C C F C

VEZZALI

VICO C C C C F C

VIGNALI C C C C F C

VIGNAROLI A F F A C C

VILLAROSA A F F A C C

VILLECCO CALIPARI M M M M M M

VITELLI M M M M M M

VITO M M M M M M

ZACCAGNINI C F A C C F

ZAMPA C C C C F C

ZAN

ZANETTI M M M M M M

ZANIN

ZAPPULLA C C C C F C

ZARATTI C F A C C F

ZARDINI C C C C F C

ZOGGIA C C C C F C

ZOLEZZI

ELENCO N. 2 DI 2 - VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 19

Atti Parlamentari — Votazioni XVIII — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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