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Atti Parlamentari - 20783 — Camera dei Deputat i IV LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA POMERIDIANA DELL ' 11 MARZO 196 6 423. SEDUTA POMERIDIANA DI VENERDÌ 11 MARZO 196 6 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BUCCIARELLI DUCC I INDICE PAG . Congedo 20784 Proposte di legge (Annunzio) 20784 Comunicazioni del Governo (Seguito della discussione) : PRESIDENTE 20784 Cocco ORTU 20784 LEONE GIOVANNI 2081 6 MORO, Presidente del Consiglio dei mi - nistri . 20791, 20800, 20801, 20805, 2081 5 VALORI 2079 9 Corte costituzionale (Annunzio di sen- tenza) 2078 4 Interrogazioni e interpellanza (Annunzio) . 2082 2 Sul processo verbale : PRESIDENTE 20783 MALAGODI 2078 3 Ordine del giorno della seduta di domani 2082 2 La seduta comincia alle 16,30 . iMAGNO, Segretario, legge il processo ver- bale della seduta del 9 marzo 1966. Sul processo verbale . MALAGODI . Chiedo di parlare per fatt o personale . PRESIDENTE . Voglia indicare in ohe consista . MALAGODI . Per replicare a quanto h a detto stamane l'onorevole Tanassi in sede d i processo verbale in riferimento ad alcun e mie interruzioni . PRESIDENTE . Ha facoltà di parlare . MALAGODI . ' Signor Presidente, stamane , quando l'onorevole Tanassi ha chiesto di par - lare sul processo verbale non ero presente - e me ne duole - perché mi trovavo alla con- ferenza dei capigruppo convocata dal Presi - dente della Camera, né d'altronde sapevo ch e egli intendesse parlare in quel momento . Ap- profitto perciò dell'occasione che mi è data di parlare a mia volta immediatamente dop o la lettura del processo verbale per una brev e dichiarazione . Come leggo nel testo stenografico, l'onore- vole Tanassi ha dichiarato stamane di no n essere mai stato capomanipolo né iscritto nel- la milizia . La mia fonte di informazione era seria . Tuttavia, di fronte a così precisa di- chiarazione di un collega, non posso ch e prenderne atto . Leggo egualmente nel testo stenografic o che il giudizio sul partito liberale che l'ono- revole Tanassi ha dato alla televisione l'altr o ieri (e che ha originato la mia interruzion e nella seduta di ieri mattina) riguardava l a politica di centro-sinistra, la quale avrebb e messo in grave difficoltà il nostro partito ch e riteneva di poter tornare al potere » . Debbo aggiungere per parte mia, seguen- do il testo stenografico della « tribuna poli- tica », che l'onorevole Tanassi ha anche di- chiarato che noi « speravamo in un ritorn o al Governo » ed abbiamo dovuto rinunziar - vi » . Poiché egli rispondeva alla TV . ad un a ben precisa domanda, e cioè : «'Il suo partit o come giudica la soluzione data alla recent e crisi di Governo ? », inevitabilmente le su e parole sono state molto largamente interpre- tate come applicabili alla crisi testé chius a nella quale noi avremmo perciò cercato d i inserirci nell'attuale maggioranza . Dal su o intervento di stamane desumo ohe tale no n era l'intenzione dell'onorevole Tanassi, e an- che di ciò prendo atto . Sta di fatto che u n simile nostro inserimento, di fronte ad una

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423.

SEDUTA POMERIDIANA DI VENERDÌ 11 MARZO 1966

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BUCCIARELLI DUCCI

INDICEPAG .

Congedo 20784

Proposte di legge (Annunzio) 20784

Comunicazioni del Governo (Seguitodella discussione) :

PRESIDENTE 20784Cocco ORTU 20784LEONE GIOVANNI 20816MORO, Presidente del Consiglio dei mi -

nistri . 20791, 20800, 20801, 20805, 2081 5VALORI 20799

Corte costituzionale (Annunzio di sen-tenza) 2078 4

Interrogazioni e interpellanza (Annunzio) . 2082 2

Sul processo verbale :

PRESIDENTE 20783MALAGODI 2078 3

Ordine del giorno della seduta di domani 2082 2

La seduta comincia alle 16,30.

iMAGNO, Segretario, legge il processo ver-bale della seduta del 9 marzo 1966.

Sul processo verbale.

MALAGODI. Chiedo di parlare per fattopersonale .

PRESIDENTE. Voglia indicare in oheconsista .

MALAGODI . Per replicare a quanto hadetto stamane l'onorevole Tanassi in sede diprocesso verbale in riferimento ad alcun emie interruzioni .

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare .

MALAGODI . 'Signor Presidente, stamane ,quando l'onorevole Tanassi ha chiesto di par-

lare sul processo verbale non ero presente -e me ne duole - perché mi trovavo alla con-ferenza dei capigruppo convocata dal Presi-dente della Camera, né d'altronde sapevo cheegli intendesse parlare in quel momento . Ap-profitto perciò dell'occasione che mi è datadi parlare a mia volta immediatamente dopola lettura del processo verbale per una brev edichiarazione .

Come leggo nel testo stenografico, l'onore-vole Tanassi ha dichiarato stamane di no nessere mai stato capomanipolo né iscritto nel-la milizia. La mia fonte di informazione eraseria. Tuttavia, di fronte a così precisa di-chiarazione di un collega, non posso ch eprenderne atto .

Leggo egualmente nel testo stenograficoche il giudizio sul partito liberale che l'ono-revole Tanassi ha dato alla televisione l'altroieri (e che ha originato la mia interruzionenella seduta di ieri mattina) riguardava l apolitica di centro-sinistra, la quale avrebb emesso in grave difficoltà il nostro partito ch e

riteneva di poter tornare al potere » .Debbo aggiungere per parte mia, seguen-

do il testo stenografico della « tribuna poli-tica », che l'onorevole Tanassi ha anche di-chiarato che noi « speravamo in un ritorn oal Governo » ed abbiamo dovuto rinunziar-vi » . Poiché egli rispondeva alla TV. ad unaben precisa domanda, e cioè : «'Il suo partitocome giudica la soluzione data alla recentecrisi di Governo ? », inevitabilmente le sueparole sono state molto largamente interpre-tate come applicabili alla crisi testé chius anella quale noi avremmo perciò cercato d iinserirci nell'attuale maggioranza . Dal suointervento di stamane desumo ohe tale nonera l'intenzione dell'onorevole Tanassi, e an-che di ciò prendo atto. Sta di fatto che unsimile nostro inserimento, di fronte ad una

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maggioranza che ha le direttive e il program-ma di quella attuale, non ci è mai neanch epassato per l'anticamera del cervello .

PRESIDENTE . Se non vi sono altre osser-vazioni, il processo verbale si intende ,ap-provato .

(L approvato) .

Congedo .

PRESIDENTE . Ha chiesto congedo il de-putato Fortuna .

(2 concesso) .

Annunzio di una proposta di legge .

PRESIDENTE . È stata presentata la se-guente proposta di legge :

MAGNO ed altri : « Disposizioni in materi adi terreni di origine comune o provenienti d aliquidazioni di uso civico e di terreni soggettia uso civico » (3012) .

Sarà stampata e distribuita . Poiché im-porta onere finanziario, ne sarà fissata in se-guito la data di svolgimento .

Annunzio di una sentenzadella Corte costituzionale .

PRESIDENTE . Comunico che, a normadell'articolo 30 della legge 11 marzo 1953 ,n. 87, il presidente della Corte costituzional eha trasmesso, con lettera in data 10 marzo1966, copia della sentenza n . 23 della Cortestessa, depositata in pari data in cancelleria ,con la quale la. Corte :

ha dichiarato la illegittimità costituzio-nale dell'articolo 1 della legge regionale sici-liana approvata il 15 giugno 1965 (contenent eproroga di agevolazioni tributarie in materiaedilizia) salve le parti in cui proroga ;per gl iedifici non destinati ad albergo le norme con-tenute nell'articolo 5 della legge regionale28 aprile 1954, n . 11 e negli articoli I e 2 dellalegge regionale 11 gennaio 1963, n . 4 ;

ha dichiarato inoltre la illegittimità co-stituzionale degli articoli 2 e 4 della predett alegge regionale approvata il 15 giugno 1965 .

Seguito della discussionesulle comunicazioni del Governo .

PRESIDENTE. L'ordine del giorno recail seguito della 'discussione sulle comunica-zioni del Governo .

2 iscritto a parlare l 'onorevole Cocco Ortu .Ne ha facoltà .

COCCO ORTU . Signor Presidente, onore-voli colleghi, onorevole Presidente del Con-siglio, in ogni democrazia vi sono delle cris idi governo che nascono da contrasti fra i di -versi componenti di una coalizione, e che èsempre facile ia risolvere sol che si labbr asufficiente spregiudicatezza, sol che si abbia ,come in tutte le transazioni, capacità ida un aparte o dall'altra o da entrambe di rinun-ziare a qualche cosa, e si abbia una certa pos-sibilità idi disporre di posti ministeriali o sot-tosegretariali . E una crisi idi questo generevoi l'avete risolta, presentandoci il vostro Go-verno, che è una riesumazione con qualchevariante della precedente formula, e che voidite si 'accinge ad operare « nello spirito ch ead essa è proprio, e cioè di un ravvivamen-to democratico e di un rinnovamento civile » .

Vi sono però degli stati di crisi, qual equello presente della democrazia italiana, ch enon è possibile risolvere con le stesse doti didiplomazia o di spregiudicatezza politica, aseconda dei punti di vista, con cui si è risolt aquesta crisi . Si tratta di uno stato di crisi cheiion è superato dalla presentazione di questoGoverno, e che rende precaria la vita dell anostra democrazia, mettendo in pericolo, anostro giudizio, la stessa libertà. E una cris iche ha radici profonde nella realtà politica eche ha la sua origine in un tempo ormai lon-tano; è una crisi, infatti, che la democraziaitaliana porta in sé come un suo destino fa -tale sin dal suo nascere, quando 'dalla letter adella 'Costituzione passò ad essere tradotta inrealtà attraverso la prima consultazione poli-tica, quando per tanti fattori – dal cada-vere di iMasaryk sfracellato su un marcia-piedi di Praga e dalle forche drizzate in que lpaese, .all'aiuto del clero mobilitato per l alotta elettorale – la democrazia italiana siavviò verso l'avvenire condizionata dalla pre-ponderante presenza del partito cattolico .

Non è che l'avere nel proprio Parlamentouna maggioranza monopartitica sia una sven-tura per una democrazia . Sarebbe anzi l'idea-le ; ma la democrazia cristiana che quel gior-no conseguiva la maggioranza assoluta, e di-ventava elemento determinante del modo, diessere della nostra democrazia aveva, pur-troppo, in sé molte anime che sarebbe diffi-cile esattamente qualificare, tra le quali peròpreminenti erano due che, per semplicità didiscorso, qualificherò di vocazione, se nondecisamente socialista, sicuramente antilibe-rale l'una, e di vocazione, se non decisamenteliberale, sicuramente antisocialista, l'altra .

Queste due anime convissero senza scon-trarsi nell'èra degasperiana forse, anzi cer-

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tamente, per via delle 'qualità cospicue de l

leader 'democristiano di allora, e forse nellaillusione che il dolce potere potesse continua-re indefinitamente, e che l'egemonia potesseconsolidarsi per sempre attraverso il centri-smo concepito ed attuato in chiave 'di coopta-zione nel potere del liberalismo e della social-democrazia . 'Ma poi venne la delusione : imilioni di voti perduti nel 1953 . E, scompars oil leader sconfitto, si scatenò nelle vostre fileuna lunga lotta intestina (dalla quale scatu-rivano in dieci anni di babele politica e ideo-logica quasi dieci governi, monocolori, bico-lori, tricolori, con maggioranze di tutti i ge-neri) che non voglio attribuire esclusivamen-te a contrastanti ambizioni di uomini, e a dantagonistiche volontà di potere .

Tali fattori personali giuocano sempre intutte le società, in tutti i partiti, essendo pro-pri della condizione umana . E se giuocaronola loro parte anche nelle vostre file, ricono-sco però onestamente e lealmente che que lconflitto era inevitabile . Quando infatti u npartito 'come 'quello democristiano, dall'anim apolitica composita e dalle vocazioni ideologi -che contrastanti, venne a trovarsi di fronteal problema del potere, era inevitabile che l esue due preminenti anime si scontrassero .

Il problema del potere messo in discus-sione dal risultato delle politiche del 1953avrebbe potuto risolversi o andando verso ilsocialismo, come volevano alcuni, o andand overso il liberalismo, come volevano altri, indue sensi, cioè, nettamente divergenti traloro, cosicché il problema del potere chiama -va la vostra parte ad una scelta indubbia-mente difficile . E da ciò la lotta intestina chenelle vostre file si protrasse per molti ann ie infine 'si risolse con la vittoria di coloro chepropendevano per il socialismo . Vi era peròda parte vostra un errore di fondo - a giudi-zio mio e credo anche dei miei amici - ne lritenere che quella perdita di voti in dann odella democrazia cristiana e di tutta la de-mocrazia italiana fosse stata dovuta al fattoche nel corso della prima legislatura non s iera andati sufficientemente a sinistra second ogli uni o sufficientemente a destra secondogli altri . Ma era umano - ne convengo - i lvostro generale rifiuto di riconoscere che allabase di quella perdita di voti, che poneva pervoi in discussione il problema del potere, v iera piuttosto il convergere di molte protest edi ordine giustizialista, moralistico, laicisti-co, suscitate dal vostro comune egemonico usodel potere . Era difficile riconoscere ciò sia perle destre sia per le sinistre democristiane . Ecosì si ebbe, anziché un solidale riesame dei

modi di usare del potere, la lunga lotta ch esi risolse con la scelta per il socialismo .

E da ciò la crisi di fondo della nostra de-mocrazia che non si è, di certo, risolta, datoche le predette due anime sopravvivono ostil itra loro. Talché, anche 'se esse 'potranno d ivolta in volta pur formalmente conciliarsi an-che per interventi di natura metapolitica, l eragioni profonde di questa crisi permangono .

E la situazione, già di 'per sé grave, si èaggravata ancor più quando voi, per risolvereil problema del potere, siete venuti a patticon quel socialismo italiano che ha anch eesso molte anime : tre almeno . Vi era, infatti ,inizialmente 'differenziato da un socialism odall'anima 'decisamente, estremisticament emarxista, un socialismo di vocazione ,demo-cratica, per via della cultura degli uomini ch elo impersonavano e per la storia che era all eloro spalle. Sennonché, poi, nelle file de lpartito che questo socialismo, differenziato dalcomunismo, impersonava si ebbe il distacc odella sua parte di vocazione più decisamentedemocratica da quella di vocazione più deci-samente marxista : fu la coraggiosa rotturadi palazzo Barberini, il coraggio di un di -stacco che nelle vostre file, colleghi della de-mocrazia cristiana, non si ebbe mai .

Si enucleava così una terza anima del so-cialismo differenziata da quella che si imper-sonava nel partito comunista e da quella ch esi impersonava nel partito socialdemocratico ,richiamandosi alla vecchia tradizione socia-lista italiana, non so con quanta esattezza .Sennonché per il partito che rappresentavaquesta terza anima del socialismo italiano sipose ad un certo punto un grave problema :esso non poteva continuare ,a sopravvivere alungo in una terra di nessuno, tra una social-democrazia schierata sulla linea di tutto i lsocialismo occidentale, che aveva accettatola democrazia politica (sia pur lasciando sem-pre irrisolto l'irrisolubile problema di conci-liare la politica economica socialista con l alibertà, la democrazia e la libertà sindacale )da un lato e, dall'altro, il socialismo di con-fessione comunista, solidale su tante cos esu cui il socialismo italiano, anche se ancor aclassista e marxista, non poteva essere soli-dale . Vi erano stati Berlino est, Poznan, i lXX congresso del P .C.U . 'S ., Budapest con icarri armati massacranti i lavoratori, il murodi Berlino; e'd il socialismo italiano, figlio ,nonostante il suo marxismo, della civiltà in-dividualistica del proprio paese ed i cui uo-mini si richiamavano a tutta la tradizionelibertaria e giacobina della rivoluzione fran-cese, non avrebbe potuto a lungo continuare

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a sopravvivere senza 'differenziarsi da un so-cialismo così scopertamente tirannico ; per cuiaveva bisogno di inserirsi nella democrazia.E l'occasione gli venne offerta quando la de-mocrazia cristiana, per risolvere il problemadel potere, si dichiarò disposta a pagare qua-lunque prezzo per allearsi con questo sòcia-lismo che pur non rinnegava il classismo econtinuava ad interpretare l'accumulazioneprivatistica del capitale – indispensabile per -ché il processo produttivo in un qualunquepaese non muoia – come profitto capitalisticoda stroncare .

Per questo oggi la democrazia italiana vaavanti portando nel proprio seno la perma-nente crisi del suo partito, onorevole Moro ,che nasce dalle sue anime politiche in con-tesa, e dalle sue contrastanti vocazioni ideo -logiche, ,aggravata dalla pluralità di anime d iun socialismo in parte di sicura fede demo-cratica ed in parte qualificantesi democraticosoltanto in funzione del suo inserimento inun governo democratico, che (confermandocon ciò il proprio classismo sostanzialment eantidemocratico) esso continua a qualificar eborghese .

Ed è questa la grave crisi di fondo dellanostra democrazia che sopravvive alla for-male soluzione di una crisi di governo.

Voi ci avevate detto che la scelta per i lsocialismo avveniva per isolare il comunismoe ancora ce lo dite, ma 'questo il partito so-cialista italiano non lo ha mai accettato. Ciavete detto che l'operazione avveniva per con-solidare la democrazia italiana ; e si vedrà sequesto risultato sia stato o meno raggiunto,onorevole Moro . Ma a noi pare che soprattuttoin funzione del potere sia nato il centro-sini-stra nel quale civiltà cattolica individuava –sia pure con la riserva che questo non impli-cava un giudizio nel merito – la fine dell oStato liberale, attraverso l'incontro dell'antic aprotesta socialista con l'antica protesta cat-tolica .

E quali sono stati i risultati di questaoperazione, onorevole Moro ?

Alle vostre spalle vi era quello che er astato qualificato il « miracolo italiano » . Less itempo fa, non ricordo dove, che Erhard ,quando gli si parlò per la prima volta de l« miracolo tedesco », insorse violentementedicendo : « I miracoli li fa il Padreterno quan-do vuole. Questo non è un miracolo. Quest oè soltanto il frutto della libertà 'economica . Èstata la libertà economica, che io ho appli-cato in questo paese, ad aver dato quest ifrutti . Non è un miracolo : è lo sviluppo na-turale di un sistema economico fondato su

questi principi » . Ma la 'democrazia cristianagermanica, consapevole di non avere una suaterza dottrina economica valida da inserir enello spazio praticamente inesistente tra i lsocialismo e il liberalismo, aveva accettatoquella del liberalismo .

Ed io dirò che anche a proposito del gran -de sviluppo economico italiano degli anni 1958-1961 noi non accettiamo la parola miracolo .Noi diciamo che quello sviluppo economic ofu il risultato di una politica economica ch eera ancora sostanzialmente ispirata ai prin-cipi 'del liberalismo ; una economia mista, nonc'è dubbio, ma dominata ancora da quei prin-cipi . Quella lunga lotta intestina nel partit ocattolico, che produsse tanti governi in diec ianni, ebbe in effetti questo risultato benefico :che nessuno di tali governi ebbe mai né i ltempo né la forza di turbare profondament eun processo di sviluppo economico che i nItalia veniva svolgendosi secondo le grand ileggi della libertà economica . E ciò avvenivaper merito del nostro gruppo, per la nostravigilanza sulla stabilità di 'quella lira ch eEinaudi aveva salvato nel 1947 quando, me-diante l'assunzione al Ministero del bilanci odel nostro grande maestro di economia, fuposta la fondamentale premessa della rina-scita dell'Italia, ed anche per merito di alcu-ni uomini della vostra parte che accettavan osostanzialmente i nostri principi economic ieappartenevano all'anima non antiliberal edel vostro partito .

Quindi non un miracolo, ma il risultatodi determinate premesse 'di politica economi-ca; e quale risultato : in dieci anni si era rad-doppiato il reddito di un paese poverissimo ;ia riserve valutarie erano passate da 400 mi-lioni di dollari, mi pare a 3 miliardi 400 mi-lioni di dollari; i consumi di tutti i ceti ita-liani erano aumentati ogni anno del 5 pe rcento; era stata praticamente eliminata l adisoccupazione : un miracolo economico cheaveva cominciato a realizzare in Italia la verasocialità, prendendo le mosse dalla elevazio-ne del tenore di vita delle grandi masse .

Un risultato così imponente da far sì ch eproprio l'onorevole La Malfa, nella famosanota aggiuntiva al bilancio, parlasse di un aeconomia che poteva essere fiera dei risultatiraggiunti ; e da far sì che l'allora ministrodel tesoro, senatore Medici, potesse affermarein Parlamento : l'impetuoso sviluppo di que-sta economia ci ha consentito di raggiungerequasi il miracolo della piena occupazione .Perché in quel processo di sviluppo economi-co, che non era stato ancora turbato da vo ie dalla vostra scelta per il socialismo, si era

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creato un naturale equilibrio tra retribuzioni ,investimenti e spesa pubblica .

Non è esatto quel che avete detto ed an-date dicendo e cioè che tutto quanto vi h oricordato fosse stato realizzato a spese esclu-sive dei lavoratori italiani, pagati con salar igiapponesi, perché in quegli anni la parteci-pazione del lavoro retribuito al reddito glo-bale italiano passava dal 39 ,al 41 per cento.Aumento percentuale non rilevantissimo, manon possiamo dimenticare che vi era una pri-ma giustizia da compiere, ed era quella d idar lavoro a chi ancora non lavorava, primadi procedere ad aumentare le retribuzioni .

Ora quando si rimprovera a quel decen-nio di libertà economica di non aver aumen-tato le retribuzioni di chi lavorava in propor-zione all'aumento globale del reddito nazio-nale, 'solo per disonestà intellettuale o pe rignoranza si può non tener conto del fattoche quanto non fu distribuito ai lavoratorigià occupati come retribuzioni aumentate inproporzione all'aumento del reddito globalenazionale fu investito in quei complessi indu-striali piccoli, grandi e medi che ,assorbiron oin pochi anni quasi 4 milioni di disoccupati .E questo fu uno dei grandi risultati di quel -l'equilibrio che si era raggiunto tra spes apubblica, retribuzioni ed investimenti pro-duttivi che, ad un certo punto, voi avete rott oimputando ai liberali di ,avere difeso neglianni precedenti e di volere ancora difendereil profitto capitalistico . Ma io veramente midomando se la classe politica dirigente ita-liana, che accusa di ciò il liberalismo, no nstia facendo scontare all'Italia la più graveconseguenza dei vent'anni di fascismo, il ven-tennio della serra ideologica nella quale ess aebbe a formarsi . E mi domando se gli uomin idella classe dirigente dei vostri partiti ap-partenenti alla generazione – che è la mi agenerazione – che studiò l'economia dell oStato corporativo sui testi dei licei e delleuniversità di quel tempo, dove si insegnavache il liberalismo, con la sua libertà econo-mica, propugnava l'economia della libertà d imorire di fame, l'economia del lasciar far ee lasciar passare, utile solo ai ricchi, una volt atrovatisi alla guida di questo paese meroè la« grande paura » del 18 aprile 1948 e l'aiutodi questa loro grande elettrice, non abbian ocontinuato a procedere in questi venti annisenza aver mai trovato sulla via di Damascodella loro conversione alla democrazia unsolo libro che insegnasse loro il vero si-gnificato ,del liberalismo, che spiegasse lor ocome questo famoso profitto capitalistico al-tro non sia se non quella parte della ricchez-

za prodotta dalla fatica umana, che ,è asso-lutamente indispensabile sottrarre ai consu-mi anche rdi chi ha concorso a produrla co lproprio lavoro, per poterla reinvestire nelprocesso produttivo affinché questo non muoi aed, anzi, si sviluppi sempre di più . Coloroche ci attaccano con questi argomenti sonoveramente fuori della storia . Sono altrettantoindietro quanto coloro che ancora interpre-tano la realtà sociale in termini di classi con-trapposte e ostili; superati e vecchi quantotutti coloro che ancora non hanno compresoche questo famoso profitto capitalistico, chenoi avremmo difeso ieri e vorremmo difen-dere oggi, e che ai suoi tempi Carlo Marxchiamava il plusvalore, altro non è in realt àse non quella stessa parte della ricchezza che,per 50 anni, l ' economia sovietica, in misuraperò disumana, ha sottratto ai suoi lavoratoriper le necessità della sua industrializzazione .

GAMBELLI FENILI. Voi, invece, l 'aveteinvestita in attività speculative .

COCCO ORTU. È quello stesso profitt ocapitalistico che oggi 1Mao Tse-Tung, per l enecessità dell'industrializzazione della Cina ,sottrae a centinaia di milioni di uomini, acui lascia per le loro esigenze di vita unpugno di riso . (Proteste all'estrema sinistra) .

Certo, anche nella rivoluzione industrial edel mondo libero vi furono tempi duri, mavissuti nella libertà ; e quei lavoratori conqui-starono le loro libertà sindacali e la riparti-zione tra le retribuzioni e gli investimenti

non raggiunse mai i limiti disumani che por-tarono milioni di lavoratori sovietici dellaterra a morire di stenti o costringono oggi adun infimo livello di vita tutti i lavoratori esoprattutto i contadini cinesi .

Quindi, noi vi diciamo che, non avendocompreso tutto ciò, voi democristiani e socia -listi avete rotto quel grande equilibrio tr aspesa pubblica, retribuzioni e investiment iche si era raggiunto, adducendo che il profitt ocapitalistico era troppo ,alto . E avendo rott oquell'equilibrio, con uno spostamento per-centuale troppo rapido in favore delle retri-buzioni avreste dovuto avere almeno l'accor-tezza di incrementare nel contempo però i lreddito nazionale, questa già esigua torta ch ebisogna distribuire fra 50 milioni di italiani .

Proponendovi di aumentare la parte delreddito globale del paese da destinarsi all eretribuzioni ed alla elevazione del tenore divita delle masse, come necessario e giusto ,avreste dovuto domandarvi : che cosa rimaneper la spesa pubblica ? E che cosa rimane pe rgli investimenti ? Ed erano domande oltre

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che logiche doverose . Ed invece, mentre au-mentavate la parte destinata alle retribuzio-ni, avete fatto tutto il possibile perché sicontraesse il totale dal quale doveva rica-varsi anche quanto avrebbe dovuto pur sem-pre andare alla spesa pubblica e agli inve-stimenti .

Avete fatto la più folle operazione econo-mica che potesse compiersi, nazionalizzand ol'energia elettrica (un settore che, tra l 'altro ,era universalmente riconosciuto, sul pian otecnico, fra i più progrediti (di Europa, e che ,se trovavasi indubbiamente in una situazionedi pratico monopolio di fatto, però, da 4 0anni, essendo sottoposto al controllo del 'Go-verno .attraverso il C .I .P ., non era in condi-zione di sfruttare quanto il monopolista nor-malmente sfrutta, e cioè la propria esclusiv apresenza sul mercato per dettare la legge de lsuo prezzo) . Ed avete così posto in essere laprima causa di quella spaventosa contrazion edel reddito nazionale che il paese ha subito ,scoraggiando inoltre variamente ogni attivitàproduttiva, come con le leggi urbanistiche ,ad esempio, per giungere alla situazione nell aquale ora vi trovate . E allora noi ci doman-diamo se questa sia stata una politica che vo iabbiate il diritto di opporre a noi come unapolitica sociale nell ' interesse del popolo .

Per dimostrare quanto, invece, sia stataantisociale, non ripeterò certo i dati che i lcollega Alpino ha compiutamente esposto ne lcorso (del suo intervento. Devo 'però dirle a lriguardo, onorevole Moro, che ella 'ben s aquale sia la situazione effettiva che nel paes ecorrisponde a quei dati e che 'per ciò – perquanto ella abbia il diritto e il dovere dimuovere la gente alla fiducia – il suo Go-verno non deve prospettare agli italiani unasituazione migliore di quella che è, poich éè facile, indicando degli aridi dati parziali ,rappresentare una realtà che non esiste .Certo oggi la situazione, come ha detto ilministro 'Colom(bo, parlando l'altro giornoall ' assemblea degli industriali, non è dram-matica come nel 1964 . Nessun paese, nessun aeconomia si +ferma : un certo slancio produt-tivo, 'una certa volontà (di sopravvivere riman-gono sempre nonostante tutto . E vi sonoanche fenomeni che, valutati (e prospettatisuperficialmente, 'possono dare la sensazion eche si stia rimontando decisamente la corrent ee che perciò voi possiate finalmente 'farequella politica sociale che non avete fatt osinora, o meglio, che possiate cessare la po-litica dai 'frutti antisociali che si sono avut isinora, poiché quando si provoca (disoccupa-

zione si è antisociali e non sociali, comepure quando si impedisce che la gente poss acomprarsi la casa perché il denaro rispar-miato è stato svalutato dalla inflazione . Avetepertanto, sì, il dovere e il diritto di dire agl iitaliani : « 'fiducia, ci rimettiamo in moto » .Però dovete partire dalla verità, con pienalealtà, non facendo credere al paese che lacongiuntura (di cui parlate ve la siate tro-vata tra i piedi, d'un tratto come un fungonato dopo una notte di pioggia ai piedi d iun albero antico. Questo, no. La congiuntural'avete provocata voi avendo accettato le con -dizioni postevi dal socialismo, da voi asso-ciato nel Governo per tentare di risolvere i lproblema del potere . Quando dite agli ita-liani che siamo sulla via della ripresa, indi-cate il saldo attivo della bilancia dei paga-menti che nel 1965 è stato di 996 miliardi . I lGoverno conosce i complessi fenomeni ch ehanno 'provocato questo attivo e quale inci-denza in proposito abbia avuto, ad esempio ,il 'fatto che il maggiore apporto del turism odal 1963 al 1965 sia stato di 200 miliardi ,passando da (463 e 613 miliardi. Ed il Go-verno ben sa come allo sbalzo della 'bilanci adei 'pagamenti abbia concorso anche l'aument odel 20 per cento delle rimesse dei nostri emi-granti, le quali sono passate in due anni da321 a 421 miliardi . Un apporto positivo delturismo europeo e dei nostri emigranti allabilancia (dei pagamenti documenta tra l'altrocome i paesi nei quali nan si è mutata la po-litica economica, e dove pertanto ha conti-nuato a svolgersi il 'processo di svilupp o(dalla (Germania del miracolo alla Francia ,ed a tutti gli altri paesi del libero occidente)hanno continuato ad aumentare i redditi de iloro cittadini e le retribuzioni dei nostr iemigrati .

E se vi è stato qualche incremento nellanostra produttività esso non è stato che i lfrutto della politica del passato . Infatti quan-do dite che il reddito globale del paese è au-mentato (dell'1 per cento e menate vanto degliincrementi nella produzione di ferro e di ghi-sa, che soprattutto hanno concorso al predett omiglioramento, dimenticate che gli impiantidell ' Italsider furono impostati quando il mi-racolo (economico italiano non era stato ancorapugnalato dalla svolta a sinistra . Voi dimen-ticate che allora venivano impostati gli im-pianti siderurgici di Genova-Cornigliano eTaranto, gli impianti petrolchimici della« 1Monteshell » a Taranto (e (della Edison adAugusta, che vi consentono ora, in virtù de lnotevole apporto delle loro nuove produ-zioni, di dimostrare un miglioramento nella

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produttività che, in realtà, sul piano gene-rale non esiste .

Vi sono stati, è vero, aumenti nei consum idì certi generi alimentari, ma voi sapete be-nissimo che sono stati svincolati e liberat iquei 1 .800 miliardi annui che in media gl iitaliani investivano !per comprarsi la casa ne -gli anni !precedenti e dei quali una parte èandata ad aumentare la liquidità bancaria euna parte è andata riversandosi sui beni d iconsumo ed anche su quelli di consumo se-midurevole come le automobili . E pure laripresa 'del consumo delle automobili – voiben lo sapete – non rappresenta, per la verità ,un segno che il paese sia ormai sulla viadella ripresa produttiva perché nella vendit adegli automezzi industriali siamo al di sotto ,mi pare, del 30 per cento rispetto al livell odegli anni del miracolo .

In quale settore allora andiamo bene ?Nelle abitazioni ? Dagli ultimi rilevament idell'« Istat », che si riferiscono ai primi diec imesi del 1965, risulta che nei capoluoghi d iprovincia e nei comuni al di sopra dei 20 mil aabitanti sono state costruite in tali mes i194 mila 746 abitazioni, con una flession edell'1,8 per cento rispetto al corrispondenteperiodo dell'anno precedente . Però voi sapeteche per quanto riguarda le costruzioni edi-lizie si (fa sempre riferimento nei calcoli sta-tistici alla data 'dell'inizio della costruzione equindi a 2-3 anni 'prima della sua ultima-zione, per cui le abitazioni che sono state ulti -mate nel 1965 sono in realtà frutto di ante -cedenti iniziative 'di investimento nel settore ,la cui presente situazione è dimostrata da lfatto che nelle progettazioni si è avuta unadiminuzione del 37,7 (per cento .

Onorevoli colleghi della maggioranza, voiavete indubbiamente il dovere di adoperarv iper ispirare (fiducia agli italiani – e noi c iauguriamo che gli italiani trovino questa fi-ducia, poiché noi non saremo mai quelli de l« tanto peggio tanto meglio » – ma bisogn astare nella realtà e 'parlare agli italiani i ntermini reali, senza dire che voi perseguiteuna politica sociale alla quale i liberali s ioppongono perché sono antisociali . Bisognaessere leali nella lotta politica, avere cioè i lcoraggio e 'la lealtà di rispettare verament ele opposizioni .

Nel suo discorso programmatico, onore-vole Presidente 'del Consiglio, ella ci ha dett oche i rapporti tra il Governo e le opposizion isono regolari . Certo, in quest'aula sono re-golari . Vorreste forse toglierci la !parola ? 'M ala verità è che tali rapporti non sono rego -

lari quando il (Governo ad esemipio usa i l

'più efficace strumento di propaganda ch eoggi esista nella società, la televisione, pe rrappresentare in modo subdolo e cattivo, di -storte, se non addirittura invertite, le posi-zioni dei suoi avversari . (Interruzione del de-putato Russo Spena) .

'CAN'TALUPO . La televisione è una ver-gognosa truffa quotidiana !

COCCO ORTU . 'Tra i nostri diritti di op-positori rientra anche 'quello di essere presen-tati al paese per quello -che realmente siamo .Chiediamo non una concessione o una tolle-ranza, 'ma il rispetto di un nostro diritto :dì un diritto che rientra tra quelli che lagrande rivoluzione democratica ha dichiarat oimprescrittibili per ogni uomo, il diritto cioèdi poter chiedere il consenso alle sue ideeavendo la 'possibilità di 'farle conoscere agl ialtri uomini .

VALORI . Resta il fatto che quando era-vate al Governo non volevate neppure « tri-buna politica » .

COCiCO ORTU. iMa come fate ad inven-tare queste cose ? Fu proprio l'onorevole Ma-lagodi che volle « tribuna politica »

'La realtà 'è che all'origine di quanto vadolamentando sta 'una vostra particolare inter-pretazione della democrazia, la quale, però ,non è il diritto dei più, in quanto tali, di so-praffare i meno e di soffocarne la voce . Maè il diritto dei meno di poter operare nel-le medesime condizioni dei più : un dirittoinalienabile delle 'minoranze in una vera de-mocrazia, e del quale non possono essern eassolutamente spogliate, neppure dalla mag-gioranza, senza che si ricada nel dispotismo .

Certamente, 'stante la sua cultura, il pro-fessore ! Moro ricorderà quel meraviglioso di -scorso di un uomo di antichi tempi, il Mi-rabeau, il quale, nel rivolgersi alla 'Costi-tuente, insorgeva, nell'udire parlare di tolle-ranza religiosa, con le famose parole : Lalibertà più illimitata della religione è ai mieiocchi un diritto così sacro che la parola " tol-leranza ", che vorrebbe esprimerla, mi sem-bra essa stessa in qualche modo 'una parol atirannica. Infatti l'esistenza dell 'autorità cheha il potere di tollerare intacca la libertà dipensare perciò stesso che tollera e che quindipotrebbe anche non tollerare » .

Non rivendichiamo quindi un nostro di-ritto quando chiediamo di essere rappresen-tati al paese, dagli strumenti della propa-ganda dello 'Stato, 'per quelli che siamo .

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E perché noi saremmo degli antisociali ?Proprio 'perché avevamo 'previsto chiara -mente la situazione nella quale siete venuti atrovarvi? Perché cioè avevamo previsto latotale vostra impotenza di fronte alla rea-lizzabilità delle riforme essenziali perché unademocrazia possa essere veramente tale, es-sere proprio cioè quale venne intesa fin d aquando i suoi principi e la sua rivoluzionetravolsero gli ordinamenti dell'assolutismo edel privilegio ; e quale !i democratici chia-rirono, come meglio non sarebbe stato pos-sibile, che essa avrebbe dovuto essere, pe rnon tradire i propri ideali, quando il fa-moso trinomio « libertà, uguaglianza e Ira-ternità » pose il problema di interpretarequale 'dovesse essere la uguaglianza da realiz-zarsi 'perché gli ideali della democrazia nondovessero rimanere traditi ? E ,d è noto che –dividendosi 'di fronte a tale problema i di-scepoli di iMontesquieu da quelli di Rous-seau – fu dimostrato dai primi (convint iche democrazia e libertà individuale 'fosserotermini non dissociabili se non a prezzodella perdizione della stessa democrazia) ch ela uguglianza 'da realizzarsi come condizioneessenziale perché una democrazia fosse vera -mente tale, e cioè un effettivo autogovernodi uomini liberi e eguali, era I'« uguaglianzadei punti di partenza » e non già quella de i« punti di arrivo » ; l ' eguaglianza, cioè, daperseguirsi mediante l ' abbattimento di tutti iprivilegi e non già quella che, sin dai suo itempi, Tocqueville antivedeva avrebbe potutoessere realizzata solo dal socialismo « me-diante 'il controllo !e la servitù » .

Questa eguaglianza dei punti di partenza,essenziale in 'una democrazia perché essa si acompiutamente se stessa, la :può, o, meglio ,la deve dare una scuola efficiente, accessibilea tutti egualmente, secondo quanto noi, de lresto, affermiamo da sempre .

Al che voi 'potreste evidentemente conte -starci che, però, detta uguaglianza non f urealizzata sinora. 1Ma vi sono talvolta realt àpiù iforti che non la volontà degli uomini ;e quando i liberali furono in 'passato all aguida dello 'Stato non esistevano i mezzi perpoter tradurre in realtà tale condizione essen-ziale della democrazia . Invece, 'proprio quan-do- voi avete stroncato il progresso economic oche aveva già dato 'quei così grandi risul-tati, da 'far dire al socialista onorevole Lom-bardi che, continuandosi a 'procedere di que lpasso entro cinque anni il neocapitalism oitaliano avrebbe risolto tutti i problemi de lmondo del lavoro, cominciavano a verificarsi

nel -nostro 'paese le condizioni perché ci av-viassimo ad attuare una serie riforma scola-stica, volta a dare agli italiani quella ugua-glianza di possibilità di cui ancora non'godono .

Allora abbiamo il diritto di dirvi che, dicerto, se non tutte, molte però delle riform eessenziali le avremmo o attuate o avviate al -l'attuazione ove il processo di sviluppo eco-nomico del nostro paese degli ultimi cinqu eanni avesse potuto continuare a svolgersi co nun incremento annuo del reddito dell'8 pe rcento come prima andava svolgendosi . Conun incremento ulteriore del reddito nazional edi circa il 50 per cento, saremmo certo abuon punto per realizzare le vere grandiriforme necessarie al nostro paese . Mentreoggi voi ci dite che, per realizzare un avver-tibile 'progresso, il popolo italiano dovrà an-cora attendere che passi una generazione !

ERMINI . Non !è un problema economico ,ma di forze culturali .

CO'CCO ORTU . D'accordo, è anche cultu-rale. Ma occorrono pur sempre i mezzi, i nordine ai quali resta 'ferma la nostra doman-da : se voi siate anche solo appena in condi-zioni di avviarvi ad affrontare 'questo grand e'problema, se abbiate i mezzi necessari quan-do la situazione del bilancio statale è quellache hanno documentato inconfutabilment eI'onorevole Alpino e l'onorevole 'Malagodi inoccasione della discussione sull'esercizio prov-visorio . Dove li troverete questi mezzi, se pe rreperire '50 miliardi per un provvedimentosuperficiale e 'parziale quale quello dellascuola materna, siete stati costretti ad aumen-tare da 70 a lire 90 al chilogrammo l'im-posta erariale sulle 'banane 'provenienti d aaree non somale, e 'da lire 0,50 a lire 5 quell adell'energia elettrica ad uso elettrodomestico ,con un aumento pratico del 25-30 per centoper i consumatori, e ad istituire una impostadi ifabbricazione di lire 10 al litro sull'acqu aminerale e di lire 20 al litro sugli analcolici ?

A questo siete ormai in un paese nel qual ela 'pressione fiscale è di già al 40 per centodel suo reddito ! E come allora, con qual imezzi, attuerete voi questa necessaria rifor-ma volta a fare sì che i figli di tutti gli ita-liani vengano a trovarsi in condizioni di ef-fettiva eguaglianza 'di possibilità quanto adaccesso alla scuola, abbattendo tutti i privileg i'di fatto in questo settore, perché la nostra de-mocrazia sia una democrazia, oltre che d iuomini liberi, di uomini eguali 'di fronte all avita ?

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Ed avrete da affrontare anche altri pro-blemi . Allorché ve li rìchiamavamo, all'ini-zio della vostra svolta di politica economica ,ci rinfacciate di ricorrere a dei diversivi ri-spetto a quanto di più sociale dicevate didover attuare, incolpandoci di non volere l e« vere riforme di struttura » e di ripiegaresu dei palliativi. Ma in tutto ciò cui vi ri-chiamavamo come a compiti prioritari – l aeguaglianza di possibilità nella 'scuola, nell aassistenza sanitaria e nel godimento 'di unacasa civile – è, insieme con la libertà, la so -stanza della democrazia .

E da volevamo e la vogliamo tale egua-glianza 'perché siamo fermamente convint idella sua necessità e della sua giustizia .

Dirò, al riguardo, quello che dicevaKennedy, parlando al Congresso americano :« Noi quanto propongo dobbiamo attuarl onon 'perché esistono i comunisti o per pauradella (loro concorrenza, ma perché lo vuol ela nostra coscienza morale, perché è giustoe democratico che questo si faccia » . E il grup-po liberale ritiene che 'sia giusto e democra-tico far conseguire al (più presto agli italian itutte le eguaglianze 'essenziali a ogni ver alibera democrazia . E se eravamo in ritardonel realizzare le riforme necessarie a tal fine ,poi voi ne 'avete stroncato ogni possibilità pe rchissà quanto tempo.

Se conoscete, come conoscete certamente ,i termini del problema, se conoscete il nu-mero degli studenti che oggi possono frequen-tare la scuola, il costo 'della scuola, il numer odei fanciulli e dei giovani italiani che perver-ranno alle età proprie dei vari gradi di stud idegli anni venturi, il volume di investiment iche comporta la scuola moderna, vi doveterender conto che non potrete affrontare quest oproblema, ed ognuno di 'noi dovrà arrossir eancora 'per chissà quanto tempo ogniqual-volta 'si imbatterà in un figlio di un altr oitaliano di fronte al quale dovrà dire : peccatoche non abbia potuto studiare . M'a quanti sol -dati ho trovato io, nella vita militare, con l aterza o quarta elementare, che il Padre etern oaveva dotato di 'qualità naturali da far rima -nere a bocca aperta e che non avevano potut osfruttarle ! E questo non è democrazia.

Ma voi ci dicevate : affermate l'a prioritàdi questo problema perché non volete le ri-forme di struttura . Ma quali sono le vostreriforme di 'struttura ?

MORO, Presidente del Consiglio dei mi-nistri . Eppure voi vi siete opposti al nostropiano 'per la scuola ritenendo che fosse ecce -dente rispetto alle possibilità .

COCCU ORTU. Ci siamo opposti perché l oritenevamo inadeguato .

BADINI CONFALONIERI . Noi liberaliabbiamo 'proposto il piano trentennale che voinon avete accettato .

COCCU ORTU . Siamo sempre stati reali-sticamente per i 'provvedi'menti adeguati all epossibilità del paese ed alle sue 'diverse esi-genze, non isolo presenti .

MORO, Presidente del Consiglio dei mi-nistri . Con i provve'dimenti che (proponiamoquello che ella 'dice non osi verifica . Del resto ,credo che con qualsiasi sistema di riformaoccorra una generazione .

MALAGODI. Con il suo ce ne vorran-no due .

MORO ; Presidente del Consiglio dei mi-nistri . Con il vostro forse tre .

COCCU ORTU. Per ora con l'a sua politicaabbiamo fatto dei 'passi indietro, e nessuno ,neppure il più piccolo, in avanti .

Non .sappiamo ancora – dicevo – qual isiano le vostre riforme di struttura per at-tuare le quali avete così profondamente fe-rito l'economia del 'paese . Quelle dei comu-nisti – dalle quali 'si (può dissentire e con l equali si può consentire, ma che chiaramenteimplicano un radicale .mutamento 'del sistem a– sono, sì, riforme di 'struttura, ma le vostre

sono soltanto guasti .Non sarete neppure in condizioni di adem-

piere l'altro compito cui vi chiedevamo evi chiediamo di ampiere come un dover esociale, cioè quello di tradurre in atto laterza grande parola del trinomio sacro del -la rivoluzione 'democratica : la fraternità . Enoi quando insistevamo ed insistiamo anchesulla preminente necessità della abolizione diinaccettabili 'privilegi nell'assistenza sanita-ria, 'per porre gli italiani in condizioni d iavere tutti egualmente la dovuta assistenz asanitaria indipendentemente dal censo, non -ché sull'altra di dare a ciascuno' un tetto ,come voluto dalla dignità della personaumana, oltre che mossi dalle 'esigenze di sal-dezza dell'istituto familiare, eravamo e siam oprotesi proprio a realizzare tale fraternità .Che cosa avete fatto voi in nome della socialitàe del socialismo' in questi settori ? Che cos asarete in condizioni ,di fare negli anni avve-nire, con da situazione di bilancio che avet edeterminato e che non migliorerete certa -mente domani, con la (produttività italiana ri-dotta ai livelli ai quali 'l'avete ridotta ? E con

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le prospettive, quanto ad incremento di pro-duttività nel nostro paese, che conseguon oalla diminuzione sconcertante degli investi -menti - non citerò cifre dopo la complet adocumentazione prodotta ieri dall'onorevol eAlpino - 'dove li troverete questi mezzi perrisolvere oltre che il problema della scuol aanche quello della sanità ?

I dati dicono (e voi questi dati li dovrest econoscere perché alcuni anni 'fa fu fatta un arilevazione per iniziativa del Ministero dell asanità, pubblicata sul notiziario dell'ammini-strazione sanitaria 'di marzo-aprile) che i nItalia i postisletto, tra istituti, ospedali pub-blici, case di cura e cliniche private son o422.776 conteggiando 'per posti-letto anch equelli dei ca'meroni nei quali in Italia - pi ùnel centro-sud e meno nel nord - si affrontanole più dure malattie in situazioni di convi-venza ;spaventose e spesso si agonizza - com enell'ospedale di 'Cagliari - separati da un pa-ravento da chi, a causa ,della stessa malattia ,agonizzerà l'indomani . Dai quali 422.77 6posti-letto (e 'rientrando nel totale espresso d aquesti freddi numeri anche quelli presso tutt igli ospdali costruiti 50, 100 anni fa, sporchie insufficienti, e i manicomi medievali) s iricava una percentuale di 8,37 posti-letto pe rogni mille abitanti, mentre si considera ch elo standard 'per un paese civile, e con ospe-dali efficienti, sia di un minimo aggirantes iintorno ai 10-14 'posti-letto per ogni mille abi-tanti .

La ripartizione, poi, tra le varie regioni diItalia (ed anche questo è un 'problema di giu-stizia, signori sociali e signori socialisti) èsconcertante soprattutto per quanto attiene a imalati acuti .

CURTI IVANO. Abbiamo bisogno di po-sti-letto .

COCCU ORTU. Certo che ne avete bisogn oe ve lo sto dimostrando .

BECCASTRINI . Da quale pulpito viene l apredica ! Parlate voi che riducete alla fam egli operai della Piaggio . (Proteste dei depu-tati Ferioli e Marzotto — Commenti all'estre-ma sinistra) .

PRESIDENTE . Onorevoli colleghi, la-scino che l'oratore esponga il suo pensiero .

COCCO ORTU . Per ora, quanto a lavora -tori messi alla fame, secondo l'ultimo rileva-mento « Istat », avete creato proprio voi i nItalia, se vi interessa, 674 mila disoccupati ,che non vengono alle vostre porte a chieder eil pane !

BECCASTRINI . E voi li cacciate !

COCCO ORTU . Per i malati ,acuti - dice-vo - lo standard minimo dei paesi consi-derati civili ~è di 4 o 5 posti-letto per ogn imille abitanti : ora, se la media nazionaleitaliana è di 4,28 posti letto per ogni milleabitanti, mentre nel nord d'Italia i letti son o5,64 per mille abitanti, in tutto il centro, i ntutto il sud e nelle isole i letti sono 2,5 pe rogni mille abitanti . Per i malati costretti alunghe degenze e per i cronici, contro un ostandard minimo 'dei 'paesi civili di 2 lett iper ogni mille abitanti, sta la media italian adi 0,50 letti per mille abitanti (nel nordd ' Italia 0,82 per mille abitanti, nel sud d'Ita-lia 0,59 per mille .abitanti e nelle isole, nono -stante le loro autonomie e i miliardi dilapi-dati, 0,7 per mille abitanti) .

Quanto ai convalescenziari, contro lo stan-dard minimo dei paesi civili di 2 letti pe rmille abitanti sta la media italiana di 0,04per mille abitanti (nord d'Italia 0,07; centro ,sud e isole 0,03) .

La situazione 'dei manicomi, poi, è dram-m.atica . Mentre lo standard medio nei paesidi media civiltà occidentale è di 3 letti pe rmille abitanti, in Italia la media è di 1,72per mille abitanti (nel nord 2,02, nel centro1,8, nel sud e nelle isole 1,2) .

Questa è la situazione !

Avete idea, colleghi della maggioranza, d iquale sia il fabbisogno di letti per giunger ead uno standard accettabile ? Secondo il rile-vamento effettuato ad iniziativa del 'Minister odelta sanità ne accorrerebbero da 275 mila a375 mila. Il che importa la necessità di inve-stimenti - sono parole testuali della relazio-ne - di dimensioni colossali . E questo calco-lando che il costo medio di un letto in unospedale di media attrezzatura tecnica siaancora di 5 milioni, così come era alcuni annifa, quando il rilevamento fu 'fatto, poich éoggi il costo medio è molto più elevato . Larelazione prosegue ammonendo a non dimen-ticare che bisogna rifare quasi completamen-te i vecchi ospedali . E dove troverete i mezzioccorrenti ? ln Italia i ricchi continuerannoad andare nelle cliniche private e la poveragente continuerà a morire nei corridoi 'degl iospedali, nelle barelle ; continuerà a 'sostar enei locali di 'pronto 'soccorso ed a giacere pe rgiorni nei locali di smistamento aspettand oche si renda libero un letto.

Dovete dirci dove troverete i mezzi pe raffrontare una tale situazione, con una eco-nomia che, in nome del vostro socialismo ,avete ridotto nelle condizioni nelle quali in-contestabilmente si trova .

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E da quale parte, allora, stanno la socia-lità e ,1'antisocialità ? E non solo in Italia, per -ché vi sfidiamo, signori della maggioranza ,ad indicarci un solo paese del mondo nel qua -le, impostata l'economia secondo gli schem idel socialismo, il benessere della collettivitàe il tenore di vita dei lavoratori siano giunt iagli stessi livelli dei paesi nei quali l'econo-mia ha 'potuto svolgersi secondo gli schem idel liberalismo . Indicatecene uno solo ! Fa-teci grazia della solita Norvegia, dove, fral'altro, sotto il consueto silenzio della televi-sione italiana, i socialdemocratici hanno re-gistrato, anche grazie al progresso liberale ,la scoppola elettorale che hanno registrato ,dopo aver ridotto la produttività della Nor-vegia al livello che conosciamo, pur avendopotuto attuare le loro dilapidatrici naziona-lizzazioni grazie (lo abbiamo detto altre volt ein quest'aula) al profitto capitalistico degl iarmatori della flotta mercantile del loro pic-colo paese – la terza del mondo – lasciati a doperare in regime di assoluta libertà eco-nomica .

Ci indichi un solo caso, onorevole 'Moro ,uno solo che provi che il socialismo abbiasollevato le condizioni di vita degli operai edei contadini, dei lavoratori intellettuali edi tutta la collettività, così come fece, dovun-que abbia operato, l'economia impostata se-secondo i principi liberali .

Certo, neppure la civiltà dell'economi aliberale ha realizzato sempre e dovunque tut-to quanto sarebbe stato ideale realizzare, maun confronto non è neppure possibile . E chi ,dopo aver proceduto al confronto, oggi vuo itrarne, nel cuore d'Europa, la logica conse-guenza (non traibile dentro una cabina elet-torale, ma solo saltando un muro o un filospinato) ne pagherà il prezzo con le schiop-pettate alla schiena . Allora da che parte, enon solo in Italia, sono l'antisocialità e lasocialità ?

E la casa, onorevole Presidente del Con-siglio ? 'Sappiamo che quasi due milioni d ifamiglie italiane si erano comprata la casanegli anni precedenti la vostra svolta versouna società socialista . Abbiamo visto poc'anzile contrazioni verificatesi nelle costruzioni enelle progettazioni dopo l'avvio 'del nuov ocorso politico . Dal che consegue un'altra do-manda : donde trarrete i mezzi per una poli-tica sociale della casa, se il privato risparmioe la libera iniziativa non saranno più in con -dizioni o non avranno più il coraggio di pro-cedere agli investimenti necessari per soppe-rire ai grandi bisogni in questo settore ? In -torno ai risultati e alle 'prospettive della legge

che avete fatto in materia ha già parlato, conla consueta completezza, il collega Alpino .

Ed allora vedete che, se la 'democrazia èveramente, oltre che libertà, anche eguaglian-za di possibilità e fraternità (una fraternitàestrinsecantesi soprattutto nella possibilitàgarantita a tutti di una adeguata assistenzasanitaria e nel concreto appagamento del -l'eguale diritto di tutti ad un civile tenor edi vita, quale voluto dalla dignità della per-sona umana), la vostra politica non ha otte-nuto altro risultato se non pregiudicare larealizzabilità di tutte le predette eguaglianzeportando, quindi, alla pratica irrealizzabilitàdei fondamentali ideali della democrazia .

Eppure noi, proprio per via del nostroimpegno passato e presente, affinché la demo-crazia si attuasse e si attui in Italia, non sol -tanto attraverso l'esercizio, da parte di tutti ,dei diritti elettorali attivi e passivi, ma anch eattraverso il conseguimento dell'eguaglianzae della fraternità, siamo stati e siamo definit ida voi antisociali e superati dalla storia .

Ed a questa taccia mi veniva fatto di pen-sare l'altro giorno, nel leggere il discorso cheil Presidente della Repubblica ha rivolto agl ioperai a Torino, allorché sono arrivato a que-ste parole : « Uno Stato moderno deve pote rimpegnare le proprie forze e quelle dei citta-dini nel perseguimento delle condizioni pri-me per attivare una società civile e democra-tica. Tali condizioni sono rappresentate dauna scuola efficiente aperta a tutti, una pub-blica amministrazione sollecita degli interessidello Stato e dei cittadini, un'amministrazio-ne della giustizia che costituisca il vero pre-sidio dei diritti e della libertà di tutti,- il di -ritto a una civile abitazione che garantisc ala dignità umana e consolidi l'istituto familia-re, un'assistenza sanitaria che tuteli la salut epubblica con ospedali e organizzazioni ido-nee. Uno Stato' moderno deve infine garan-tire un sistema completo di sicurezza sociale » .

Dopo aver letto tali parole non potev onon domandarmi : ma tutto ciò non è pro-prio quanto noi diciamo da sempre ? L'onore-vole Tanassi, socialdemocratico, proclamache uno dei maggiori successi del centro-si-nistra è rappresentato 'dall'avere, secondo luie la sua parte, accantonato e messo fuori dallastoria del nostro paese il liberalismo, che so-stiene queste stesse cose, ma che egli fors enon sa neppure che cosa sia .

In verità, le stesse cose che sono state detteagli operai di Torino dal Capo dello Stat ogli uomini del liberalismo le hanno dette dasempre . Proprio quella stessa socialità vole-vamo veder realizzata affinché l'Italia fosse

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uno Stato civile, moderno, libero e giusto ,allorché dicevamo : siamo giunti a portare i lreddito globale nazionale a un livello tale darendere finalmente possibili alcune essen-ziali riforme ; ebbene diamo avvio ad esse enon dilapidiamo con delle avventure i mezz iimpiegabili per esse .

E allora noi siamo la socialità, noi siam ola democrazia, noi siamo i veri e non dema-gogici servitori degli interessi del popolo ! I lpopolo, onorevole Presidente del Consiglio ,noi lo vogliamo servire anche risolvendo i nsuo favore il grande conflitto del secolo, quel -lo tra la libertà e la tirannide. Voi sapete ,come noi sappiamo, che nel processo produt-tivo della ricchezza la presenza del capitaleè, in qualsivoglia sistema economico, ineli-minabile . Il conflitto tra le necessità dellacapitalizzazione e l'aspirazione dei lavorator ia conseguire la più alta 'parte possibile dellaricchezza da essi prodotta è un conflitto ineli-minabile . Infatti, se chi lavora e produce ric-chezza indubbiamente non potrà che aspirar ecostantemente a una parte sempre più gran -de del reddito da esso prodotto, altrettant oindubbiamente i preposti alla produzione –tanto in regime di economia socialista, quan-to in regime di economia libera – non potran-no non trovarsi nella necessità di dover, d iregola, contrastare tale aspirazione, in fun-zione della indispensabile accumulazione de icapitali necessari per l'ulteriore corso delprocesso produttivo e per il suo costante po-tenziamento .

Allora la grande, decisiva scelta dell'uma-nità contemporanea qual è ?

Ad adempiere la ineliminabile funzioneantagonista nei confronti del mondo del la-voro devono essere preposti degli operatoriprivati, con i quali . i lavoratori possano libe-ramente negoziare le condizioni del propri olavoro e, quando necessario, lottare, attraver-so delle libere organizzazioni sindacali, sem-pre trattando su un piano di assoluta paritàgiuridica (Commenti all'estrema sinistra) erestando le leggi di una genuina democraziaal di sopra delle parti in contesa . I lavoratorisaranno, così, uomini liberi . Se, invece, i la-voratori trovano di fronte a loro, ad adem-piere la funzione antagonista nei loro con -fronti – come nello Stato corporativo, comenello Stato nazista, come nello Stato franchi -sta e come negli Stati socialisti – lo Stato ,impersonato da coloro che, al momento, de -tengono il potere e sono quindi in condizion idi fissare autoritariamente le retribuzioni etutte le altre condizioni, i lavoratori vengonoridotti ad uno stato praticamente servile .

Questa è la scelta del mondo contemporaneo ,la sua vera e grande scelta, onorevole Pre-sidente del Consiglio . Di essa noi liberali rap-presentiamo un termine, quello della libertàe del progresso morale e materiale nell alibertà, e tutti i nemici della libertà economicarappresentano il termine opposto .

E siccome ci battiamo perché i lavorator inon pervengano, percorrendo una inganne-vole strada, a trovarsi nella condizione d iprestatori d'opera di un unico incontrastabil edatore di lavoro, cioè lo Stato, senza neppureraggiungere il benessere come compenso del -le perdute libertà, per questo siamo degl iantisociali e nemici del popolo ?

Onorevole Presidente del 'Consiglio, ell apuò indubbiamente risponderci (e noi vi cre-diamo) che neppure voi democristiani volet ei lavoratori, gli operai e i contadini ridott inella condizione di prestatori d'opera delloStato, e cioè (non essendo lo Stato un di ovenuto in terra a governare i popoli) di fattoprestatori d'opera agli ordini dei funzionaridello Stato con il bastone in mano . Certo ch evoi potete dirci questo : ma la strada sullaquale vi siete avviati è quella che fatalment econduce prima o poi a un tal risultato .

Noi vi indichiamo un'altra strada . (Com-menti) . Una strada che, se . non è quella ch econduce al capitalismo di Stato, non è nep-pur quella del monopolio capitalistico priva-to e delle superconcentrazioni capitalistiche .Noi, infatti, fermamente crediamo che sianostrade entrambe 'pericolose per la libertà eper la giustizia .

Noi propugnamo un sistema economic oche offra ai lavoratori una terza strada : unastrada che conduce a quello che, con espres-sione forse pittoresca, definirò un « capitali-smo di popolo » . (Si ride all'estrema sinist,ra) .L inutile che ridiate . Per voi va bene il basto -ne e la polizia d'oltrecortina .

Vogliamo difendere un sistema economi-co che nella sicurezza di ciascuno di restareproprietario di quanto ha risparmiato, abbiacontinuo e spontaneo stimolo a produrresempre di più. E che questo sia il sistemamigliore e 'più efficiente al fine di un costant eincremento del reddito globale, lo dimostrala storia di tutto il mondo. Lo dimostra laesperienza della stessa Unione Sovietica, co nil raffronto tra il rendimento della parte diterra affidata in gestione 'privata ed egoistic aai contadini "ed il rendimento della terra aconduzione kolkosiana . Noi vogliamo un in-cremento progressivo del reddito nazional ee vogliamo una libera lotta sindacale, che ,da un lato, solleciti di continuo. mediante la

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costante rivendicazione dì migliori retribu-zioni, i preposti alla produzione a non 'sosta -re mai sui risultati ,raggiunti ma ad incre-mentare sempre più la produzione e, dall'al-tro lato, porti a una ripartizione del 'reddit oprodotto sempre più favorevole ai lavoratori .Vogliamo una libera contrattazione sindacale ,e non già una decisione autoritariamente pre-sa dai detentori del potere politico, arbitri d iscegliere, a loro incontrastabile giudizio, trail burro e i cannoni .

Noi, nel postulare la libertà sindacale ,vogliamo, però, anche una legge che garan-tisca il rispetto della funzione propria de lsindacato quale strumento 'di una responsa-bile contrattazione delle retribuzioni dei lavo-ratori e di tutte le condizioni della loro pre-stazione. I sindacati non debbono costituir estrumenti attraverso i quali a una parte de icittadini sia dato il privilegio di avere un adoppia possibilità di intervenire nella guid adella collettività, e cioè attraverso i loro rap-presentanti in Parlamento, prescelti con l oesercizio dei loro diritti politici, 'e attraversole pressioni sindacali, a fini politici . I sinda-cati adempiano il loro compito istituzionaleIn questo modo essi concorreranno ad unaripartizione sempre più favorevole ai lavo-ratori del reddito prodotto, talché anche i nItalia si avrà (come nelle grandi democraziedell'occidente) un sempre maggior numerodi lavoratori in condizioni 'di risparmiareparte della propria retribuzione, pur sodisfa-

-cendo tutte le esigenze di un civile tenore d ivita, e di divenire, attraverso il risparmio ,dei proprietari .

Si giungerà in tal modo, per la via dell alibertà, a colmare un abisso, non incolmabile ,tra' capitale e lavoro, col risultato finale d iuna società in cui tutti siano proprietari e la-voratori ad un tempo, dando agli 'uomini ,oltre alle altre grandi libertà, la libertà dall apaura e la libertà dal bisogno .

Questo si 'è verificato e va verificandosi ne ipaesi dell'occidente dalle libere economie ,'dove di conseguenza né il comunismo né i lsocialismo riescono ad avanzare tra le masse ,come 'provato anche dalle recenti elezioni i nCanadà, anche se la vostra televisione di Statoha fatto di tutto 'per non far sapere agli ita-liani che i liberali hanno stravinto le elezion icanadesi . !Ma si vada a vedere quanti vot ihanno preso i socialisti e i comunisti in 'Ca-nadà dove i lavoratori sono diventati, pe rtanta parte, idei 'proprietari . (Interruzione deldeputato Beccastrini) .

'Noi vogliamo quindi avviare il nostro po-polo sulla grande strada che conduce alla vera

socialità nel benessere per tutti e nella libertà ,mentre voi siete su un'altra strada : quelladei liberticidi colposi o preterintenzionali .

Quando infatti avrete proceduto ancora sullavia delle nazionalizzazioni, delle partecipa-zioni statali crescenti, voi fatalmente dovret eattingere sempre di 'più al risparmio nazio-nale per sopperire alle necessità di capital idelle imprese pubbliche e lascerete sempr emeno risparmio alla iniziativa privata .

Il ministro Colombo è caduto in una con-traddizione insuperabile nel suo recente di -scorso all 'assemblea degli industriali, quandoha affermato che il Governo procederà a pre-levamenti a favore delle industrie statali su lmercato dei capitali, ma, se gli operatori pri-vati ne avranno necessità per i loro liberiinvestimenti, ad essi sarà accordata la 'prio-rità nei prelevamenti .

Ma veramente lascerete che le industri estatali vadano in malora ?

Procedendo sulla via voluta dai socialist isarete trascinati dalla logica del sistema aprivare, prima o poi, i lavoratori delle libertàsindacali .

Di già oggi, onorevole Presidente del Con-siglio, in occasione dello sciopero degli elet-trici contro l' « Enel », avete dimostrato comelo Stato datore di lavoro possa usare la ma-niera forte, impiegando i soldati del genioper far marciare le centrali 'elettriche . E così -sia detto per inciso - questo degli elettric icontro lo Stato datore di lavoro è stato i lprimo sciopero fallito in Italia in 20 anni ,

ed il primo sciopero lè 'fallito proprio con i lsocialismo al 'potere .

Oggi, ancora ai primi passi sulla via dellenazionalizzazioni che avete intrapreso, pote-vate anche sodisfare le richieste dei lavoratori

dell'« Enel » . Avreste potuto fare ciò, senzaricorrere ai soldati e senza affermare ch econtro lo 'Stato datore 'di lavoro lo sciopero èvietato, perché ancora vi trovate ad operarenel quadro di una economia che vi avrebb econsentito di attingere dai suoi vasti settoriancor liberi i mezzi finanziari necessari pe rfare affrontare alla vostra industria elettric adi Stato i nuovi imprevisti oneri per mag-giori retribuzioni . !Quando, però, il numerodelle industrie nazionalizzate o a rilevantepartecipazione statale avrà superato di molt o

quello delle imprese 'private e vi troverete difronte a una generale e massiccia richiesta dimaggiori retribuzioni, non potendo provvede -re dovunque con i soldati, cosa farete ? Saret einevitabilmente tratti o - secondo la inesora-bile logica dei sistemi di economia non libera -

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a sopprimere o a mortificare profondament ele libertà sindacali dei lavoratori oppure, pe r

non giungere a questo, a capitolare di front ea qualunque smodata richiesta, finendo colprecipitare nel caos .

Ora noi siamo fermamente convinti di ser-vire il paese 'e la vera socialità di gran lung ameglio di voi, perché ci sbattiamo contro que-sta prospettiva, conseguente alla politica eco-nomica alla [quale avete dato avvio : la fine ,prima o poi, della libertà sindacale o il cao seconomico . Quando voi, nella presente situa-zione, vi augurate che i sindacati intendan o

la loro vera e retta :funzione e i loro iscritt icomprendano che nel Parlamento essi hanno ,come tutti gli altri cittadini, la sola legittimasede per fare valere la loro volontà politica ,non spettando ai sindacati altra posizione senon quella 'di 'parti di libere contrattazionisindacali, voi vi augurate quanto anche no ici auguriamo . [Ma credete che questo poss aavvenire senza una disciplina giuridica de isindacati ?

La rimando, onorevole 'Presidente del C'on-siglio, al dibattito sull'unità sindacale che s iè tenuto ad Arezzo i112 lfebbraio scorso . Con-staterà, così, come il più ragionevole dei sin-dacalisti, il rappresentante della U .I .L., Si-moncini, dopo aver detto che <e il sindacatos; colloca in 'posizione di autonomia nell'am-bito dell'esercizio delle proprie 'funzioni » eche « l'autonomia del sindacato comporta ne isuoi rapporti esterni e nella determinazionedella s'ua condotta il diritto-dovere di pienaindipendenza di 'fronte ai partiti, ai governi ,alle confessioni religiose » abbia soggiuntocome tale autonomia « non comporta, però ,una posizione di neutralità politica » . Il chevale dire, sia pure in 'termini attenuati : 'il sin-dacalismo 'è, sì, libero e autonomo ma par-tecipa della lotta politica . Constaterà anche ,come il democristiano, o più 'precisamente i l« cislino » Macario abbia esplicitamente riven-dicato al sindacato la funzione di lottare con-tro il sistema. «'Con il rifiuto definitivo delconcetto che intende il sindacato come cinghiadì trasmissione » egli ha detto « si realizzanon solo l'affermazione dell'autonomia d iazione nei confronti dei padroni, dei partit ie del Governo, ma si conferisce al sindacatola forza necessaria alla elaborazione di poli-tiche democratiche, con il metodo tipico delcontrattualismo permanente non solo dei sa -lari, delle condizioni di vita e di lavoro, madegli interessi dei lavoratori . Ciò non signific ache il sindacato debba rinunciare ad una su acontestazione del sistema attraverso l'azione

dei lavoratori » . 'Ma che significa « contestare

il sistema » ? Ed il rappresentante comunist aha detto la stessa cosa, e cioè che anche l a

C.G.I .L. ha superato il concetto della cinghi adi trasmissione (ma non so se i comunisti po-trebbero affermare la stessa cosa laddove sol ocome cinghie di trasmissione della volont àdel potere politico i sindacati operano, cioènei paesi dove vige il loro sistema), e ha soste-nuto inoltre la impiegabilità del sindacat oper la lotta contro il sistema .

Allora noi abbiamo ben ragione di direche quando difendiamo il nostro sistema eco-nomico difendiamo i lavoratori, anche controle conseguenze del suicidio che i loro sinda-cati commetterebbero col ridursi a sindacat iburletta agli ordini dello Stato padrone, comenei regimi ad economia collettiva e comunque

autoritariamente diretta dall'alto . Diceva Lui-gi Einaudi – che oggi tutti amano citare ericordare – che « tutte le economie dirette ,pianificate, 'e comunque 'governate dall'alto ,presuppongono o sempre cagionano il dispo-tismo dei meno su i più » .

Ciò 'è quanto noi non vogliamo che accada .Ecco perché noi rappresentiamo (anche sottoun profilo molto più ampio e molto più proiet-tato in avanti nel tempo rispetto ai problemicontingenti, aventi per oggetto le riforme ch enoi volevamo e che voi non potrete attuar enella situazione presente) la grande unica al-ternativa per i lavoratori rispetto al comu-nismo e al socialismo che, direttamente o pe rgradi, o con i tranquillanti, come ha scritt oLippman, non possono che 'dare loro delle so-cietà di tutti servi sotto lo Stato padrone.

Ecco perché noi siamo la socialità, la de-mocrazia e la libertà . 'Comunque, onorevol eMoro, anche se la presente 'guida democri-stiana e socialista del paese avesse dato al-l'Italia l'opulenza anziché la recessione; an-che se avesse realizzato la piena occupazioneper le nuove leve di lavoro anziché la disoc-cupazione ; anche se avesse portato all'incre-mento del reddito anziché al su'o regresso ,e ad un incremento degli investimenti anzi -ché alla loro presente contrazione, noi avrem-mo votato egualmente contro di voi . E pervotarvi contro egualmente sarebbero bastat eper noi le regioni .

Non ripeterò di certo al riguardo le cos edette magistralmente 'già dal collega Bozzi ,per quanto mi sarebbe possibile attingereabbondantemente alla mia esperienza di sar-do . Dopo sedici anni di esperienza dell'auto-nomismo regionale, dopo l'ingente numero d imiliardi di già investiti in Sardegna da partedello 'Stato e della regione, potrei ricordare

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come ancora oggi decine di migliaia di lavo-ratori sardi scappano dall'isola, aggiungen-dosi ai 160 mila che di già scapparono negl iultimi anni da un'isola che conta un milionee 400 mila abitanti, come potrei portare latestimonianza di tutto il sottogoverno capil-lare, corruttore e fazioso, cui si è immediata -mente allineato, 'buttandosi sulle mangiatoie ,il moralizzatore partito socialista italiano .

Il vicepresidente del 'Consiglio, onorevoleNenni, potrà controllare quanto al riguardo eda titolo di esempio dirò, anche se citare [fattilocali da parte di un deputato che in Parla-mento, per precetto costituzionale, rappresent ala totalità della nazione, potrebbe sembrar esminuire il discorso. Allorché di recente lademocrazia cristiana ha preposto alla neoco-stituita Società finanziaria sarda, che do-vrebbe decisamente incidere sulla rinascit adella Sardegna (la quale è ancora, purtrop-po, una chimera), un suo uomo, ex consi-gliere regionale (e non si sa quale compe-tenza egli vanti di una così complessa mate -ria (finanziaria, perché si tratta di 'un funzio-nario di un ufficio di collocamento), il par-tito socialista, il moralizzatore, ha immedia-tamente provveduto a rivendicare la vicepre-sidenza per un socialista . E siccome il socia-lismo sardo non aveva evidentemente per -sona più competente, ha prescelto un giovan epraticante procuratore legale – sul quale no nho, sul piano personale, nulla da dire – egli ha detto : tu farai il vicepresidente dellaSocietà finanziaria perché sei socialista .

Questa è l 'Italia che ci date, questo èquanto ci daranno sempre più diffusamentele regioni. E non è che un caso, perché po-tremmo pubblicare un « libro bianco » [di cas idel genere (o meglio nero, come mi sug-gerisce giustamente l ' onorevole Malagodi) ,traendo materia da tutte le parti d'Italia esoprattutto da quelle dove le regioni sonogià una realtà e dove la vita di ogni giorn oè 'fatta di corruzione e di ricatti capillari ,di assessorati ed enti e sottoenti 'botteghe d ivoti. (Ma c'è l 'aspetto molto più grave de lproblema, cioè l'unità del paese – di cui h aparlato giustamente l 'onorevole Bozzi e chela frantumazione della fonte della legge com-promette irreparabilmente – a far sì che ,anche se tutti i consigli regionali dovesserorisultare domani con maggioranza liberale ,io da italiano democratico e amante di 'que-sto paese sarei egualmente contro quest inuovi enti, muniti di potestà legislativa pri-maria in 17 materie e destinati a entrare inconcorrenza tra loro e con lo Stato .

E la rimando, onorevole Moro, per con-cludere su questo argomento, alla relazion edi minoranza comunista che fu presentat aalla Camera quando si discusse, nel giugn o1964 il disegno di legge avente per oggett o

modifiche alla legge 10 [febbraio 1953, n . 62 ,sulla costituzione delle regioni e sulle fun-zioni degli organi regionali » . 'Si legge inquel documento, che reca la firma dell'onore-vole Accreman, che i comunisti non accettan ole leggi-cornice; non accettano il controll odel (Parlamento '(lo hanno dichiarato antici-patamente) . « noto », si legge infatti nellarelazione comunista, « che la Costituzione ('ar-ticolo 123) pretende per lo statuto regional eunicamente la sua conformità alla Costitu-zione e alle leggi del Parlamento ; il sinda-cato del Parlamento è dunque – per espres-sa volontà della 'Costituzione – limitato a du egiudizi : 1) se lo statuto sia conforme all aCostituzione (costituzionale) ; 2) se lo statutosia conforme alla legge (legale) » . nSoggiung ela relazione : « L'aver invece introdotto . ., i lpotere, da parte del 'Parlamento, di sindacareanche se gli statuti regionali siano ligi a iprincipi generali dell'ordinamento dello Sta-to, all ' interesse nazionale e all ' interesse d ialtre regioni, significa obiettivamente sotto -porre lo statuto regionale ad una fitta ma -glia che ne comprime ogni volontà autono-mistica » . ,Dopo di che, [qualificati i controll idella Corte dei conti, di legittimità e di merit oprevisti dalla legge « asburgici e borbonici » ,i comunisti vi dicono, apertis verbis che nonrispetteranno niente, né le leggi-cornice, n éalcuna misura di controllo da parte dell oStato : vi dicono che il Parlamento nazional esecondo la interpretazione comunista del -l'autonomismo regionale non può andare asindacare neppure se una legge regionale si aconforme agli interessi nazionali e ai princip igenerali della legislazione dello Stato . Questove lo hanno detto esplicitamente come unadichiarazione di guerra .

Voi siete decisi a fare egualmente le re-gioni perché avete capitolato di fronte all erichieste dei socialisti . Non venga, però ,onorevole [Presidente del Consiglio, a ginstifi-carsi con la frase con cui ha tentato di supe-rare tutti i nostri seri argomenti : « Se la li-bertà non sapesse generare l'unità sarebbe indiscussione il valore stesso della demo-crazia » . Non è certo con frasi del genere ,letterariamente accettabili, che si possono su-perare i nostri argomenti . Circa la soluzionedel problema regionale, ella doveva sollecitar eil responso del paese, presentandosi a u ngrande appuntamento della storia .

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Ella, onorevole Moro, ha affermato : nonesisteva altra alternativa ; o questo Govern ocol suo programma o andare alla fonte de lpotere popolare. Ebbene la seconda soluzioneera la via da seguire, dovevate andare aquella 'fonte .

Sono i socialisti, vittime di un compless odi inferiorità di 'fronte ai comunisti che han -no posto a voi democristiani, come condizion edella loro collaborazione, )questa riforma, ch eora viene assunta a misura di democraticità ,per cui sarebbe più democratico Ingrao, pi ùdemocratico Alicata, più democratico Laconi ,sarebbero più democratici tutti i razzist iche siedono in Parlamento, di me, che son ostato democratico da quando ho cominciat oa pensare, che non son mai entrato in u n

Guf » e non ho mai preso parte ai « litto-riali », e che sarei divenuto antidemocratic operché non voglio le regioni, secondo quest asarabanda di menzogne in mezzo alla qual ela mia parte si trova a combattere la su abattaglia . (Applausi) .

Vi siete piegati a quanto vi hanno chiest oi socialisti, succubi di quelli che ieri eran oi convinti democratici che ho testé ricordat oe oggi adducono a prova del loro democrati-cismo la loro richiesta di autogoverno regio-nale, dimenticando che dove essi comandan ol'autogoverno lo si nega ad intere nazioni i ea quelle che lo reclamano si risponde con imitra ed i carri armati .

Vi ripeto che voi democristiani sareste do-vuti andare di fronte al paese per chiedergl iaiuto ad opporvi al regionalismo, anche se ,con un tale appello, avreste falcidiato note-volmente la nostra parte . 'Ma che cosa contanoi partiti di fronte alle sorti del paese e dell ademocrazia ? Avreste dovuto dire : italiani, èben vero che la democrazia cristiana ha l eregioni nel suo programma sin dal suo na-scere, nel 1919 ; ma oggi sono in gioco le sortidella democrazia e della libertà, e per questooggi la democrazia cristiana vi chiede i vot iper esser tanto forte da potersi opporre a taleriforma in attesa d'i modificare su questo pun-to la 'Costituzione ! Gli inglesi vanno alle ele-zioni . tra pochi giorni, per questioni moltomeno gravi ; ma essi sono dei democratici checredono nella democrazia veramente .

La democrazia cristiana avrebbe, presen-tandosi a questo appuntamento della storia ,riscattato tutto il suo passato, onorevole Pre-sidente del Consiglio, mi consenta di dirlo alei e a tutta la democrazia cristiana che vor-rebbe con lei accantonare il liberalismo a imargini della storia . Avrebbe riscattato tutt ala sua condotta nella storia d'Italia, dal 1866

– un secolo fa, quando ancora si combattev aper fare questa Italia e dalla sua parte ci s iaugurava che le armi italiane perdessero con-tro quelle straniere – fino al 1919, quando tar-divamente la sua parte sopraggiunse nell astoria d'Italia, dopo che le cannonate di Vit-torio Veneto forse fugarono l'ultima speranz adi andare a un tavolo della pace a discuterecon l'Italia battuta la questione di Roma . Poi -ché solo nel 1919 siete sopraggiunti nella sto -ria d'Italia che non avevate voluta unita e li-bera; ma potevate cancellare tutto il passat ocon una vostra coraggiosa battaglia in difes adi quell'unità e dimostrando agli italiani, ne lchiamarli alle urne, come e perché la riform aautonomistica porrebbe in giuoco quell'unitàche costò tanto dolore e tanto sacrificio allenostre passate generazioni . Mancando a que-sto appuntamento porterete con voi una colp anon cancellabile nella storia d'Italia, quando ,attraverso queste regioni sarete pervenuti ascardinare l'unità del paese che aveva il di -ritto di andare avanti unito verso l'avvenire .

Infine non soltanto per via delle regioniavremmo votato contro di voi ma anche pe rquesto clima 'di regime 'di fatto che è sempr emeno tollerabile e che sta soffocando il nostr opaese, e di cui la televisione, che ho già ricor-dato, fornisce clamorosa testimonianza . Que-sta televisione che, nel fare la cronaca de lfunerale dell'ex ministro Cortese, si abbassavaal punto di tagliare tutte le riprese nelle qual isarebbero apparsi sui teleschermi, present ialle esequie di un esponente liberale, la croc ee dei sacerdoti. A tanto ci si è abbassati per-ché tante donnette turlupinate e ancora d aturlupinarsi al momento delle votazioni, nonpotessero dire : ma, allora, questi liberali nonsono nemici di Dio !

Ecco a quali miserie si abbassa la televi -'sione del vostro regime di fatto ! Questa te-levisione che, per annunciare il risultato dell eelezioni canadesi, stravinte dai liberali, ricor-reva alla gherminella di comunicare la vit-toria elettorale del partito del ministro Pear-son. E quanti italiani potevano, attraversoquel nome ad essi sconosciuto, individuare ne lpartito vittorioso il partito liberale di cui èleader il signor Pearson ? Questa televisioneche ignora i successi elettorali liberali in Bel-gio ; questa televisione che, nell'annunciare lamorte del leader del partito liberale giappo-nese, forte di circa il 70 per cento dei segginel parlamento di Tokio, 'ben si guardava da lqualificarlo come liberale ; questa television eitaliana che per tre giorni ci ha storditi di-cendo che in Austria si era sfaldato il partitoliberale, in verità neppur esistente in quel

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paese, giocando sulla parola libertà e gabel-lando per liberale il partito austriaco dell alibertà, che è un partito nazionalista di estre-ma destra, non iscritto all'e« internazional eliberale, ciò che non poteva essere ignoratodalla vostra televisione e dai suoi scribi-vendoli .

Resta ida dire (dell ' ultimo caso – contro cu isollevo la più sdegnata protesta a nome del -l'Italia per bene – costituito dalla commemo-razione di Croce . Questa vostra televisione haparlato per due giorni di Croce, senza fa rcenno neppure una volta sola,' nemmeno disfuggita, al liberalismo del grande filosofo ,alla sua predicazione della religione della li-bertà alla quale ci siamo formati, quando tan-ti democratici di oggi erano dall'altra parte ,e nemmeno leggevano i suoi scritti o si sareb-bero vergognati di avere le sue opere nell eloro librerie ! In quale altro paese avrebb epotuto darsi il caso di una televisione capacedi commemorare Croce senza far uso una sol avolta della parola « liberale » ? La vostra tele-visione però ha detto una cosa di Croce : cheera un grande ammiratore politico di De Ga -speri . E così ne ha fatto un democristiano d icomplemento .

Questa è la vostra televisione . Ma noi v idiciamo : vergogna, vergogna, vergogna, i nnome di tutte le cose nelle quali abbiamo sem-pre creduto e ancora crediamo . Anche la ra-dio e la stampa del fascismo, quando mori -vano i suoi avversari, sempre dicevano, si apur cdn [postuma polemica nei loro confronti ,il vero della loro fede politica . (Magari dice -vano che essi non avevano capito i nuovi tem-pi, e perciò avevano combattuto il fascismo ,ma mai ricorsero a sistemi del genere . Unfatto così grave, signor Presidente del Consi-glio, dovrebbe imporre al Governo di rimuo-vere dai loro posti i responsabili di tale ver-gogna. 'Ma essi sono utili servi del 'regime ,e si sanno adeguatamente protetti . Mercè lorola televisione dello (Stato italiano iè diventat ala televisione anche del Vaticano, la televisio-ne anche del terzo mondo in rivolta contr oquesto sporco colonialismo europeo, e anch ela televisione del socialismo . Sanno di poterfare qualunque cosa e che avrebbero potut oanche dire che Croce era un democristiano .Tutto è ormai possibile in questo paese .

E termino con una cosa, che non è un apiccola cosa, di cui non so se il suo ufficiostampa le abbia dato notizia . Nel terz'ultimonumero del settimanale Epoca era pubblicat auna lettera al direttore all'incirca del seguen-te tenore : signor direttore, io sono la maestratal dei tali e insegno nella terza elementare

di Atzara [(Atzara è un piccolo paese dellamontagna nuorese) . Per Natale, era stato ban-dito un concorso tra gli scolari per « la piùbella lettera a Gesù (Bambino » . Il premio er astato vinto dalla mia scolara Ignazia Lai cheaveva scritto a Gesù Bambino di portarle com eregalo [di Natale l'acquedotto del paese perch éera stanca di andare (da tanti anni con la broc-ca alla fontanella molto lontana ad attinger eacqua per la famiglia . Il premio – soggiun-geva la maestra – era stato consegnato pubbli-camente alla bambina dal direttore didattico ,mentre notizia del fatto veniva data, co nadeguato rilievo, dai quotidiani di Sassari ,Nuova Sardegna, e (di [Cagliari L ' Unione sarda .Sennonché dopo alcuni giorni era giunto l'or -dine di revocare l'assegnazione del premioalla bambina passandolo ad altro scolaro . Alche il direttore di Epoca, dopo avere assicu-rato che alla temeraria scolara il premio sa-rebbe stato mandato dal suo settimanale, giu-stamente stigmatizzava con adeguate parol equesta nostra democrazia capace di insegnareai bambini d'Italia che ai galoppini, ai pro-cacciatori di voti, a tutti coloro che vannocercando i voti con le promesse elettorali, nonbisogna rinfacciare che un promesso acque-dotto non è stato fatto e che – questo il diret-tore di Epoca non lo sapeva ma lo so io e pe rquesto lo aggiungo – nonostante i miliardispesi in Sardegna, dopo 16 anni di autonomia ,ad Atzara si deve fare tanta strada per andaread attingere l'acqua .

Anche a nome di questa bambina, per tuttoquello che questo episodio riassume ed espri-me della presente realtà del nostro paese, no iliberali, onorevole Presidente del 'Consiglio ,da italiani, da democratici, da uomini liberivoteremo « no » al vostro Governo democri-stiano e socialista . (Vivi applausi — Congra-tulazioni) .

PRESIDENTE. IÈ iscritto a parlare l'ono-revole Valori . Ne ha facoltà .

VALORI . Signor Presidente, onorevoli col-leghi, il Governo che si (presenta al nostrogiudizio è il terzo Governo npre[sieduto dal -l'onorevole Moro . Dal punto di vista dell aformula politica, è un Governo di centro-si-nistra come il precedente ; per il programma ,a giudicare dalle dichiarazioni del Presidentedel Consiglio, è ancora un Governo pressochéanalogo al precedente. Tuttavia avvertiamoche vi è una differenza tra il terzo Govern oMoro e i governi che lo hanno [preceduto ; e

sentiamo la necessità di andare alla ricerca

di punti di riferimento più precisi per giudi-

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care il programma, le intenzioni del Presi -dente del Consiglio e del suo Governo .

Quali possono essere questi punti di rife-rimento dal momento che il Presidente de lConsiglio è lo stesso e il programma del Go-verno è pressoché analogo? Credo che in so -stanza possano essere quattro . Il primo, il piùvicino a noi, è rappresentato dall'andamento ,dallo svolgimento, dalla conclusione dell acrisi di governo 'e dalla struttura del Mini-stero. Il secondo è ohe questo Governo, ono-revole Moro, se è il terzo che ella ha l'onoredi presiedere, è però il quarto Governo d icentro-sinistra, ossia è un Governo che ripet euna formula che ha alle sue spalle orma iquattro anni di vita. Il terzo punto di riferi-mento è rappresentato dal fatto che quest oGoverno 'Moro cade a tre quinti della legisla-tura, a meno di due anni dallo sciogliment odi questa Camera e dalle elezioni politich edel 1968 . L'ultimo punto di riferimento, cheè però certamente il più importante, è rap-presentato( dal raffronto oche possiamo fare fr ail programma enunciato dal Presidente de lConsiglio e i problemi del paese, che noi rite-niamo non essere identici a quelli di fronteai quali si trovarono il secondo e il primo Go-verno Moro e il primo Governo Fanfani d icentro-sinistra. 'Ci sembra quindi che sia unpassaggio obbligato per un'analisi della cris idi Governo un esame della crisi stessa, dell esue origini, delle vicende che l'hanno accom-pagnata, e delle conclusioni che l'hanno ca-ratterizzata .

Del resto, lo stesso onorevole Presidentedel Consiglio ha dedicato una parte moltoimportante – la prima – delle sue dichiara-zioni programmatiche proprio all'andamentodella crisi, alle difficoltà che si sono incon-trate, ai problemi davanti ai quali si sono tro-vati i partiti di centro-sinistra che hanno dat onuovamente vita a questa coalizione .

Qual è stata l'origine della crisi ? Formal-mente l'origine della crisi è stata un capitom-bolo parlamentare del secondo Governo del -l'onorevole Moro, cioè una votazione a scru-tinio segreto nella quale un provvedimentoconsiderato tra 'i più importanti del Govern oè stato bocciato dalla Camera . Voglio soffer-marmi qualche istante su questa votazione ascrutinio segreto, perché su di essa molto siè detto, molto (si è (speculato, e (perché daessa si è partiti per una serie di proposte, as-sai pericolose, che mi auguro gli stessi pro -ponenti non ritengano realizzabili .

Si è parlato, infatti, a proposito di que lvoto sulla scuola materna, di ibridi connubi ,di ibride maggioranze, e la cosa è stata tanto

più curiosa in quanto veniva dalle forze po-litiche che si sono assunte la responsabilit àdi porre a base della loro alleanza la delimi-tazione della maggioranza, salvo poi a prote-stare contro le opposizioni quando quest amaggioranza diventa talmente delimitata d aridursi a minoranza .

Ma desidero ricordare questa votazione ascrutinio segreto per fare riferimento a ciòche l'ha preceduta e accompagnata, per ri-vendicare cioè un'azione seria da parte de lParlamento, che con quel voto ha troncat ouna serie di indugi, ha spezzato tutta un aserie di manovre sotterranee, ha obbligato ipartiti della maggioranza a compiere quell acosiddetta verifica . . .

M'ORO, Presidente del Consiglio dei mi-nistri . Allora quel voto espresse una vera.maggioranza ed una autentica alternativa ?

VALORI . Dico che i partiti dell'opposizio-ne vi hanno obbligato a compiere quella ve-rifica che voi annunciavate ogni giorno ne icomunicati delle direzioni dei vostri partiti ,ma che non avevate avuto mai il coraggio d icompiere, a partire dal congresso del partitosocialista italiano fino al voto sul disegno d ilegge sulla scuola materna .

BENSI, Sottosegretario di Stato per le fi-nanze . Ella certo ha avuto coraggio parteci-pando alla formazione di quella maggio-ranza !

VALORI . Onorevole Bensi, ella era propri ouno di quelli che avevano molta paura d iquella verifica . Ma adesso è tranquillo perchéè stato confermato quale sottosegretario .

BELASI, Sottosegretario di Stato per le fi-nanze . Non è (per questo che sono tranquillo ,ma perché, a differenza di lei, non sono nell acondizione di dovermi vergognare dei mie iamici politici !

VALORI . Nel (suo caso bisogna propriodire : dagli amici mi guardi Dio !

BENSI, Sottosegretario di Stato per le fi-nanze. I miei amici sono certamenti miglioridei fascisti .

MORO, Presidente del Consiglio dei mi-nistri . 'Onorevole Valori, avete voluto la ve-rifica : ebbene, l'avete avuta !

VALORI . R vero, onorevole Presidente delConsiglio, ma vorrei ricordarle una battutaironica -sulla verifica venuta dal suo partito ,dall'onorevole Fanfani che sedeva al suo ban-

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co di deputato alla vigilia della crisi . L'onore-vole Fanfani si domandava che cosa mai nell asua testa ed in quella dei dirigenti della de-mocrazia cristiana volesse significare quest averifica. Del resto ella, che ha molta più espe-rienza di me a questo proposito, onorevol eMoro, sa che la storia parlamentare di quest odopoguerra è 'stata tutta così : si comincia conun voto di fiducia, e si parla di rilancio pro -grammatico, ma, dopo qualche mese, si parl adi difficoltà, poi si ritiene necessaria una ve-rifica, la maggioranza comincia a scricchio-lare, ed infine si arriva inevitabilmente allacrisi .

MORO, Presidente del Consiglio dei mi-nistri . E voi l'avete aiutata .

VALORI . Alla fine di tutte queste vicendesempre si avranno delle verifiche ed io m isforzerò, se ella, onorevole ,Moro, avrà la pa-zienza di ascoltarmi, di dimostrarle che però ,anche se verifica vi èè stata, una cosa non viè stata : la chiarificazione . Tanto 'è vero chementre stiamo qui a discutere, alcuni mem-bri autorevoli del suo partito 'già pongono indiscussione questa maggioranza, questo Go-verno e la situazione degli organismi dirigen-ti del suo partito . Quindi è tanto poco solid ala situazione anche questa volta, che il cicl ogià si riproduce tranquillamente come per i lpassato .

Ma voglio ricordare piuttosto un'altracosa : vi era sì l'idea della verifica, lanciatanon da lei, onorevole Moro, ma dall'onore-vole De Martino, che ho ascoltato al congress odel partito 'socialista italiano, sennonché que-sta benedetta verifica, della quale parlava al-lora l 'onorevole De Martino, lungo la stradacominciava a diventare una cosa sempre di -versa : si parlava di rimpasto, di trattative edi discussioni destinate ad aver luogo, comesempre, alla Camilluccia o a villa Madamao a palazzo Chigi . E desidero rivendicare alParlamento, in un'atmosfera pesante, oscura ,caratterizzata da intrighi e da manovre d icorridoio all'interno dei partiti e della coa-lizione, il merito di avere provocato con i lvoto sulla scuola materna un dibattito tra ipartiti davanti a tutta l'opinione pubblica ,evitandosi così uno dei tanti conciliaboli trai segretari dei quattro partiti ed il Presidentedel Consiglio, come è avvenuto in passato .

Mi preme di sottolineare questo, onore-vole Presidente della 'Camera, 'perché dall abocciatura della legge sulla scuola matern aavvenuta a scrutinio segreto sono 'partite dell eproposte, come dicevo prima, estremamentegravi e serie, sulle quali, onorevole Moro,

poiché non mi sembra, almeno per quant oso, che esse siano partite da lei, ritengo oppor-tuno che ella esprima una sua opinione all afine di questo dibattito. Queste proposte ri-guardano l 'abolizione dello scrutinio segreto ;queste proposte riguardano un'altra assurd aconcezione che è proprio in contrasto con l edichiarazioni in base alle quali ella ha presen-tato le dimissioni al Capo dello Stato dopo i lvoto sulla scuola materna. Vale a dire che ungoverno, anche se resta in minoranza su unpunto essenziale del proprio programma, no ndeve accettare quello che viene definito

come il ricatto delle opposizioni » e dev ecomunque restare al proprio posto e andareavanti .

MORO, Presidente del 'Consiglio dei mi-nistri . Questo lo dice la Costituzione .

VALORI . La 'Costituzione non obbliga néesonera dalle crisi, in questi casi . Due pro-poste, dicevo, secondo me 'assolutamente inac-cettabili ed estremamente gravi, che sonostate avanzate l'una dall'onorevole Zaccagni-ni, l'altra da un onorevole collega della de-mocrazia cristiana al Senato . Il Parlamentoha avuto il merito con il suo voto di portareun dibattito che era nel chiuso dei rapport ifra le segreterie dei partiti davanti all'opinio-ne pubblica, in un rapporto anche di consul-tazione da parte del Capo dello Stato, contutti i gruppi parlamentari di questa Camera .

Quindi con quel voto, in sostanza, e co nl'apertura della crisi, si 'è contribuito a di -panare una matassa che diventava di giornoin giorno sempre più complicata .

'Onorevole Moro, vorrei ricordarle inoltr eche precedentemente a quel voto era accadut oun fatto che non poteva essere consideratocome un piccolo fatto nella vita di un paese ;e cioè che il ministro degli esteri si era di -messo ed aveva pronunciato un discorso all aCamera con affermazioni interpretate unani-memente dalla stampa italiana in aperta con-traddizione con gli indirizzi del Presidente de lConsiglio e del Governo . Quindi vi erano tutt ii motivi 'per decidersi ad aprire la crisi d igoverno, e noi rivendichiamo a quel voto i lmerito di avere spinto verso una soluzion ecorretta .

Naturalmente, oltre questo limite l ' oppo-sizione non può andare. P'uò provocare l acaduta di un governo, può cercare di costrin-gere la maggioranza ad un dibattito davantiall'opinione 'pubblica sul nuovo indirizzo . Laverifica, quella che era stata chiesta per rilan-ciare il centro-sinistra e 'per dare nuova so-stanza a questa formula, spettava ai partiti

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della maggioranza governativa. Ma essi ave -vano il dovere di avere occhio alle vere causedella crisi .

La crisi nasceva da uno stato di malesser ee di difficoltà degli stessi spartiti di maggio-ranza, di fronte ai problemi della politic aestera, della politica economica, della politic ainterna. Nasceva da una serie di problem inuovi che si aggiungevano, si intrecciavano ,si assommavano ai vecchi e non risolti pro-blemi. La crisi, infine, nasceva dal distacc oche, ripeto, anche all'interno dei partiti dell amaggioranza veniva avvertito, della vita dell acoalizione dalle aspettative e dalle esigenzedel paese . Per questo è necessario pronunciar eun giudizio sulla crisi .

Apertasi su questioni di fondo, e non tan-to sul voto sulla scuola materna, c'è da do -mandarsi, onorevole Presidente, come si si asvolta la crisi, quali effetti abbia provocato ,a quali risultati essa sia pervenuta . Le dirò ,onorevole Moro, che noi giudichiamo questacrisi come una crisi molto brutta e giudi-chiamo il Governo che ne è scaturito come i lportato, il risultato di questa crisi . A talecrisi, tale governo . E vogliamo esprimere sen-za reticenze la nostra opinione sull'andament odella crisi .

D'altra parte, onorevole Moro, ella nel suodiscorso ha sentito il bisogno di soffermars ia lungo sull'andamento della crisi, sulla par -te svolta dai partiti, dai gruppi parlamentari ,e non soltanto da essi, ma addirittura dalCapo dello Stato. Non siamo noi dunque adintrodurre questo ultimo argomento : è statolei, onorevole Presidente del Consiglio, a por-tare tale questione davanti al Parlamento . Eritengo che ciò fosse inevitabile perché nell arealtà delle cose l'opinione pubblica ha avutoun'impressione molto negativa dell'andamen-to della crisi, e non tanto perché essa sia du-rata trentadue giorni : vi possono essere cris ilunghe e brevi, l'importante è la caratteristicache una crisi assume. Il fatto è che l'opinionepubblica, l 'uomo della strada, il cittadino ch eguarda la televisione, ascolta la radio o leggeappena i titoli dei giornali, non ha avuto l'im-pressione di assistere a un dibattito su que-stioni programmatiche . Non voglio ripetere ,onorevole iMoro, la frase corrente nel paese aproposito di questa crisi, una frase brutta ,di ,sapore qualunquistico, che deve preoccu-pare tutti noi, minoranza e maggioranza d iquesto Parlamento : la frase, cioè, secondo cu isi è discusso soltanto di poltrone e di posti .Dico che si è avuta l ' impressione che nell acrisi anziché di programmi si discutesse d itutt'altre cose; anziché un dibattito su indi-

rizzi economici, politici, di politica intern ae di politica estera, del nostro paese, si è avu-to un dibattito su tutt'altri argomenti, si èassistito cioè ad una specie di prova di forz atra chi voleva ad ogni costo salvare l'onore-vole Moro magari adottando le più strane, lepiù complicate procedure per offrirgli la pos-sibilità, dopo il fallimento, di risalire, d i« esplorare », di pervenire di nuovo alla for-mazione di un governo, e chi invece ad ogn icosto, all'interno della democrazia cristiana ,lo voleva liquidare . 'Si è avuta l'impression eche la crisi fosse l'occasione per uno scontrotra chi sfruttava la crisi stessa per recitar euna commedia, quella della resistenza allademocrazia cristiana in virtù della quale im-primere celerità all'unificazione tra socialistie socialdemocratici, e chi d'altra parte voleva ,proprio in vista dell'unificazione tra P .S .I . eP.S .D .I ., marcare bene il carattere subalternodella unificazione alla formula di centro-si-nistra, alla collaborazione con la democrazi acristiana, cercando di umiliare e di piegareil partito socialista italiano . 'Si è avuta anchel'impressione – e di queste cose hanno par -lato tutti i giornali d'Italia, hanno parlat otutti coloro che hanno seguito l'andament odella crisi – che si fosse molto attenti all'uti-lità o meno di elezioni anticipate, consideran-do il ricorso alle elezioni stesse non già comela soluzione di un problema politico davant ial quale si trovasse la nazione italiana, m apiuttosto come un problema di convenienze :conveniva ai due partiti, partito socialista epartito socialdemocratico, affrontare elezion ianticipate in una posizione di antagonism onei confronti della democrazia cristiana pe rprendere voti, o conveniva piuttosto alla de-mocrazia cristiana cogliere i socialisti e i so-cialdemocratici in una fase difficile del lor oprocesso di unificazione ?

Ecco, questi sono i fatti reali, onorevol ePresidente del Consiglio, che abbiamo avut odi fronte e non già, onorevole La Malfa, quell iromanzeschi e romanzati dei quali ella h aparlato alla televisione dando una visione del -la crisi di governo completamente al di fuor idella realtà e dei fatti . Vorrei infatti doman-dare all'onorevole La Malfa : se fosse veroche la crisi è stata una battaglia che egli ,l'onorevole La Mal fa, ha condotto insieme coni basisti della democrazia cristiana contro idorotei, contro gli scelbiani, contro i fanfa-niani, come può allora l'onorevole La Malfaconsiderare positivo dal suo punto di vistail risultato di questa crisi, dal momento ch edue scelbiani sono entrati nel 'Governo, che ibasisti si sono dimessi in questi giorni dalla

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direzione della democrazia cristiana e l'ono-revole Fanfani è ritornato al 'Ministero degl iesteri ? Si tratta di una visione mistificatadella crisi, per giustificare il «'caso Scelb asul quale non mi soffermerò a lungo, cui far òsolo qualche accenno più avanti e solo in ri-ferimento al ruolo che rappresentano i partit inella società italiana .

Dietro i molti atti di ossequio alla demo-crazia formale, la realtà apparsa da questacrisi è una realtà che getta discredito sull eistituzioni e pone delicati problemi di carat-tere istituzionale e costituzionale . Onorevol icolleghi, vi iè una facciata dietro la quale nonsi sa bene che cosa avvenga, né quali siano levere sedi 'di decisione. Formalmente potrem-mo dire che tutto è stato ed è corretto; formal-mente vi sono le consultazioni del Capo dell oStato con i capigruppo, con gli ex presidentidel Consiglio, con gli ex presidenti delle As-semblee legislative, vi è una processione - m isi consenta il termine - di sapore schietta -mente umbertino al Quirinale dalla quale do-vrebbe scaturire la conclusione della crisi . Viè una funzione cosiddetta di « moderatore » ,al di ,sopr°a dei partiti, del Capo dello Stato .Sostanzialmente tutti noi sappiamo 'che le cos enon stanno così ; sostanzialmente esistono ipartiti, esistono le direzioni, esistono i lor osegretari, esistono anche le opinioni perso-nali, le prospettive politiche del Capo dell oStato, del Presidente della Repubblica . For-malmente vi è l'incarico oppure il preinca-rico, vi è la riserva, vi è anche l'articolo 92della 'Costituzione, sostanzialmente non vi èassolutamente niente di tutto questo e la cris ilo ha francamente dimostrato . Ecco perch énoi giudichiamo negativo l'andamento dellacrisi . Meno apparenza e più sostanza, onore -voli colleghi . Siamo nel 1966 e sarebbe il mo-mento anche 'di rendersi conto che gli stru-menti, le procedure usate nel passato per lasoluzione delle crisi di Governo non corri-spondono 'più ai problemi e alle caratteristi -che della società nella quale viviamo . Dire iche la crisi è servita a mettere in luce un avolta ancora tutta una serie d'i delicati pro-blemi in- questo campo .

Ma essi non pongono questioni formali ,essi si collegano al fatto sostanziale delle trat-tative e delle discussioni che si sono svolte .prescindendo totalmente dalle origini e dall eragioni della crisi .

Se ricordo bene, onorevole Moro, si è di-scusso soltanto per una giornata e mezza de lprogramma di questo Governo : se confron-tassi la rapidità con la quale sono state affron-tate e risolte le questioni programmatiche con

la lunghezza del suo discorso di P'resident edel Consiglio alle Camere, sarebbe abbastan-za semplice chiudere immediatamente il di -battito e pronunciare un giudizio nettament enegativo sul suo programma di Governo . Diche cosa si è discusso per trentadue giorni ?

Nel discorso dell'onorevole Moro c'è asso-lutamente tutto . Onorevole Presidente de lConsiglio, noi ci siamo applicati ad esaminareil suo discorso, a vedere quali disegni di leggele proposte politiche che ella ha fatto all'As-semblea comportano . Si tratta per lo menodi 65 disegni di legge . Ora non v'è nessun oin questa Camera che possa credere, a du eanni dalla fine di questa legislatura, che an-che lavorando giorno e notte noi riusciremoad ,affrontare e ad !approvare i 65 ie più disegn idi legge dei quali ella parla .

Che cosa dunque è venuto a mancare ?Proprio quella scelta di priorità significativedelle quali avevano parlato i partiti della coa-lizione di Governo e sulla quale aveva insi-stito in modo particolare il partito socialistaitaliano al suo congresso . Dirò di più : si è ar-rivati all'assurdo di 'parlare delle regioni di-cendo che le leggi relative saranno varate inquesta legislatura ma che le elezioni dell eregioni saranno rinviate alla prossima legi-slatura. Onorevole ,Moro, non è cosa nuova .Quando fu costituito il Governo dell'onorevo-le Fanfani, ricordo che questa fu la promes-sa fatta da lei come segretario della democra-zia cristiana, di seguire questo cammino, maquesta promessa venne 'poi stracciata nell'au-tunno del 1962 quando la democrazia cristia-na pretese invece che la questione delle regio-ni venisse affrontata soltanto dopo una pre-ventiva dichiarazione di rovesciamento dell ealleanze da parte del partito socialista italia-no. Anche in questo strano modo di 'procedererileviamo un aspetto profondamente negativo .

Qualcuno ha osservato : è vero, questa èstata una crisi dalla quale noi partivamo pe roperare una verifica; prima della crisi vi era-no state le dimissioni dell'onorevole Fanfani ,si erano aperte gravi questioni di politic aeconomica e ci 'preparavamo ad affrontare lademocrazia cristiana per piegarla ad un im-pegno di attuazione programmatica . Sennon-ché cosa è avvenuto ? iNoi pensavamo - hadetto l'onorevole La 'Malia alla televisione -di fare una battaglia di avanguardia e ci sia-mo invece trovati a condurre una battaglia d iretroguardia .

Non m'intendo molto di scienza militare .Nel Governo c'è adesso un ministro che èesperto di queste questioni, il ministro de lcommercio con l'estero : il senatore Tolloy,

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ex ufficiale di stato maggiore, potrà pronun-ciarsi su queste questioni . Ma credo che ungenerale il quale creda di combattere una bat-taglia di avanguardia e 'poi si trovi a com-battere una battaglia di retroguarda sia vera -mente un generale di scarso valore, al qual enon convenga affidare un esercito . A menoche non si tratti di un caso particolare : cioèdi un generale che, essendo solo, è contem-poraneamente avanguardia e retroguardia ,come può accadere per l'onorevole La Malf a .(Si ride) .

Che cosa (è successo ? Perché mai questafamosa battaglia, che doveva portare i tr epartiti cosiddetti laici a piegare la democra-zia cristiana . si è risolta invece nella loro di -sfatta e quindi in una vittoria della corrent emoderata della democrazia cristiana ? Questoè un punto molto importante sul quale dob-biamo riflettere . È un caso avvenuto per laprima volta che, mossisi per combattere un abattaglia di avanguardia, i tre partiti sian osconfitti e costretti ad ingoiare una serie d irospi dopo una battaglia di retroguardia ?Purtroppo, non (è la prima volta ! Da tale epi-sodio deve essere impostato un discorso seri ocon le forze che pensano sempre di riuscirea piegare la democrazia cristiana ad una poli-tica di riforme e vengono invece poi piegat edalla democrazia cristiana ad una prospettiv ariformista .

Quali sono, onorevoli colleghi, gli esem-pi del passato ? Ne ricorderò alcuni .

(È vero che l 'onorevole Moro costituisce i lsuo terzo Governo in questa legislatura .vero che la legislatura ha soltanto tre anni d ivita . Ma il centro-sinistra ha quattro ann idi vita. Il primo Governo di centro-sinistrafu costituito dall ' onorevole Fanfani con l'ap-poggio esterno del partito socialista e con l apartecipazione dei partiti socialdemocratico erepubblicano. Ebbene, cosa successe dop oqualche mese di vita del Governo Fanfani ?Il primo scontro avvenne sulla questione del -la nazionalizzazione dell'energia elettrica . An-che quella fu una battaglia di avanguardiache non si risolse in una vittoria degli alleat idella democrazia cristiana : non perché nonsia stata ottenuta la nazionalizzazione, ma pe ril modo con il quale vi si pervenne . Se citroviamo oggi di fronte a casi come la fusion eEdison-Montecatini e « Sarte »-1Montecatini èperché già allora, sulla questione della nazio-nalizzazione dell'energia elettrica, la batta -glia, che doveva essere una battaglia di avan-guardia, non si risolse con una vittoria del -l 'avanguardia, ma con un compromesso as-sai negativo, lasciando in piedi le vecchie so -

cietà, dando gli indennizzi alle vecchie so-cietà . (Interruzione del deputato Loreti) . Ono-revole Loreti, ella non sedeva allora in Parla-mento . Deve sapere (lo domandi ai compagnidel suo partito) che fino all'ultimo il partit osocialista italiano si batté contro quella so-luzione. Che i fatti siano cambiati e che ell afaccia oggi parte di una maggioranza di go-verno, non la deve indurre a rinnegare un abattaglia, che, pur perduta, fu allora condot-ta dal partito socialista italiano . Quella bat-taglia l'abbiamo fatta tutti insieme e l'ab-biamo perduta . Quello che è grave è che ell anon abbia imparato che cosa nè stata la leggesulla nazionalizzazione dell'energia elettric ae la battaglia che (è 'stata condotta da alcun ideputati che militano ancora nel suo partito .(Proteste del Sottosegretario Bensi) . L'onore-vole Loreti non ha ragione, perché rinneg auna cosa che voi, se aveste un minimo di di-gnità, dovreste oggi rivendicare . Voi dovresteoggi rivendicare di aver sollevato in quel mo-mento delle obiezioni sul modo che venivaadottato per la nazionalizzazione dell'energi aelettrica . Viceversa, oggi che siete al Gover-no, sollevate delle obiezioni in senso con-trario .

BENSI, Sottosegretario di Stato per le fi-

nanze . Non è affatto vero !

VALORI . fÈ molto comodo cambiare posi-zione quando si è al Governo .

BENSI, Sottosegretario di Stato per le fi-

nanze . Vedremo chi difende gli interessi de -gli italiani sulla base delle cose concrete .

VALORI . Fu una battaglia perduta, no n

voglio drammatizzare : ma fu una battagliaperduta .

Dopo qualche mese si presentò la questio-ne dell'attuazione dell'ordinamento regionale .Anche allora vi fu la mediazione dell'onore-vole La (Malfa che, quando si tratta di pro -curare qualche guaio, 'è sempre presente com emediatore . In base alla mediazione si disseche le elezioni si sarebbero fatte dopo e s iescogitò una formula che legava le region ialla 'programmazione . Prima delle elezioni(andiamo a rileggere il programma del Go-verno Fanfani) bisognava realizzare la na-zionalizzazione, gli enti di sviluppo dotati d ipotere di esproprio, la liquidazione dell amezzadria, le regioni e la legge urbanistica .

M'ORO, Presidente del Consiglio dei mi-nistri . Non è vero !

VALORI . Onorevole Moro, forse ella nonera d'accordo, perché era segretario naziona -

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le della democrazia cristiana . Infatti il silu-ro all'attuazione di quel programma venn eproprio da lei .

MORO, Presidente del Consiglio dei mi-nistri . Sta dicendo cose inesatte . Vada a ri-leggere il testo dell 'accordo .

VALORI . 'Ne'gli impegni k(che ci comunicòl'onorevole Nenni) in base ai quali anche no idecidemmo l'astensione 'nei confronti di unGoverno democristiano-socialdemocratico-re-pubblicano, vi erano quelle dichiarazioni .(Commenti) .

Lo 'si chieda all 'onorevole De Pascalis ,autore della famosa circolare della quale tantosi è parlato in Italia .

MORO, Presid''en,te del Consiglio dei mi-nistri . Rilegga gli Atti parlamentari .

VALORI . Li ho letti . Anche i suoi discors iparlamentari, del resto, promettono tutto estia tranquillo che tra qualche mese li cite-remo per dimostrare quello che si è fatto .

Una battaglia di retroguardia è quella ch evenne condotta allora e in cui fummo scon-fitti . (Interruzione del deputato La Malia) .Onorevole La Malfa, noi conduciamo unabattaglia su posizioni anche 'difficili, voi fat euna battaglia di posti, motto più facile .

LA MALFA . Onorevole Valori, dire questoa me è veramente indegno di lei .

VALORI . Mi riferisco a voi della coali-zione governativa .

Dopo le elezioni vi fu un'altra battagli aperduta . diventata anche quella una bat-taglia di retroguardia . (Commenti al centro) .Non capisco perché protestiate : l'espression e« battaglia di retroguardia » non è mia, m adi Tanassi, di De Martino e di La Malfa .

LA MALFA . . . .e di Lombardi .

VALORI . No, 'l ' onorevole Lombardi, aquanto mi risulta, è contro il centro-sinistra .Voi invece siete per il rilancio di questa for-mula e oggi 'dite : ci abbiamo provato, siamostati battuti e costretti ad una battaglia di re-troguardia . La cosa è completamente diversa ,onorevole La Malfa .

La seconda battaglia di retroguardia - di-cevo - fu combattuta dopo le elezioni del 1963quando si passò dal Governo F,anfani al Go-verno Moro. E che vi fosse un salto qualita-tivo notevole nel programma tra quel Go-verno e quello precedente, è dimostrato da lfatto che al tentativo, all'opera appassionatadell ' onorevole Moro per riuscire a costituire

un governo 'di centro-sinistra, corrispose l a« notte di san Gregorio » e il rifiuto del partitosocialista italiano, in quel momento, di dar el'avallo della sua collaborazione alla demo-crazia cristiana .

Dopo 'si è avuta un'altra battaglia, quell adel dicembre 1963, nella quale i partiti socia-lista, repubblicano e socialdemocratico accet-tarono quello che era stato rifiutato nell a

notte ,di san Gregorio », con conseguenzeanche 'doloro'se, sulle quali credo sia inutil esoffermarsi .

DI VAGNO . È meglio non parlarne.

VALORI . Esatto, è meglio non parlarne ,soprattutto 'da parte 'di chi è responsabile d icerte scelte .

Lo scontro avvenne, ma fu un'altra bat-taglia di retroguardia, anche se il partito so-cialista andò al Governo ed entrò nella stanz adei bottoni .

Vi fu poi un'altra crisi, 'prima della qual eera stato accampato lo stesso motivo, e cioèla necessità di una chiarificazione e di un averifica. Ne scaturì la lettera del ministro Co-lombo e venne combattuta un'altra battaglia .Si disse : dobbiamo mettere in chiaro che l apolitica economica del Governo non è la po-litica economica del 'ministro Colombo . 'Ilrisultato fu che uscirono dal Governo l'ono-revole Giolitti e i rappresentanti della corren-te lombardiana . Anche 'quella verifica si con-cluse certamente non in una vittoria : dovevaessere una battaglia di 'avanguardia e si tra -sformò rapidamente anch'essa in battaglia d iretroguardia .

Ma anche un anno fa, onorev'o'le Moro, c isiamo trovati di fronte a un'altra battagli ache gli alleati laici della democrazia cristia-na pretendevano fosse una battaglia chiarifi-catrice, per mettere con lespalle al muro i lpartito 'di maggioranza relativa. Fu 1'a batta -glia condotta dopo l'elezione del Presidentedella Repubblica ; si concluse con un rimpastodel Governo, con l'entrata di alcuni personag-gi, con un « tira e molla » attorno alle posi-zioni della corrente detta « di base » e con u nindirizzo di 'politica economica - questo m ipreme 'sottolineare - e 'di Ipalitica generale de lpaese che certamente non faceva fare un pas-so avanti al centro-sinistra, 'ma al contrari olo ha messo in tali difficoltà 'da provocare, i noccasione del congresso del 'partito socialista ,un altro discorso su una nuova e necessari averifica .

Ora, i 'casi sono due. O si ammette che nelcorso di questi anni sono state combattut ebattaglie con esito non felice, battaglie quin-

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di 'di retroguardia, difensive e non offensive ,e allora bisogna cercarne la ragione; oppuresi ammette che queste battaglie sono state tutt evittoriose, che sono servite a piegare la demo-crazia cristiana e allora chi si contenta god ee il discorso è chiuso . Secondo noi, invece, s iapre un discorso serio . Noi ci domandiamo :perché e come questo è avvenuto? Che cos aè successo ? Per quale motivo ?

Nell'ultima crisi l 'episodio caratterizzante- anche se non bisogna sopravvalutarlo trop-po - è stato rappresentato dal famoso cas oScelba. Questo caso ha un suo peso, perchérappresenta non soltanto la volontà di caratte-rizzare il Governo ma anche qualche cosa d ipeggio .

Non mi sono spaventato allorché si è par-lato di 'ricatto della democrazia cristiana a lpartito socialista per portare l'onorevole Scel-ta al Governo ; 'mi sono preoccupato quand oho visto che l'onorevole Scclba voleva entrar eal Governo aderendo al programma di centro -sinistra . Questo era il fatto grave, cioè ch el'onorevole Scelba si identificasse 'nella 'politi-ca di centroasinilstra, che non trovasse più al-cun elemento per opporsi alla politica perse-guìta dal Governo e dalla coalizione •di centro -sinistra . Non voglio sopravvalutare l'episodi oe nemmeno 'la presenza nel Governo !di dueministri scelbiani. Onorevole Presidente de lConsiglio, voglio essere molto spregiudicat oin materia : nella formazione ministeriale 'd alei presieduta non credo affatto che i due mi-nistri scelbiani siano tanto 'più reazionari etanto meno progressisti di altri uomini ch efanno parte del Gabinetto.

Voglio soltanto sottolineare un punto, pro-prio per quello che dicevo prima, proprioperché 'è necessario rendersi conto del ruol oinsopprimibile e nuovo dei partiti nella realtàitaliana, un 'ru'olo dei partiti - e non soltant odei gruppi parlamentari - dei quali dobbiam otenere conto. L ' ass'unzione de'l'l'onorevole Scel-ta alla presidenza del consiglio nazional edella democrazia cristiana ha quindi 'per que-sto un significato e un peso politico ; soprattut-to voglio sottolineare il fatto che, partiti peruna battaglia 'di avanguardia, vi siete ritro-vati, dopo molti anni, a dover trovare un com-pro'messo con l'uomo l'opposizione !al qual eera stata eretta a simbolo, &l'in 'terno del par-tito socialista italiano, per giustificare la poli-tica 'di centro-sinistra . Oh, quante volte (m idispiace che non sia presente l'onorevole Nen-ni, che quando parla un rappresentante delP.S .I .U.P. gira l'angolo e se ne va da qualch ealtra parte) abbiamo sentito nelle assemble edel P.S.I . che bisognava fare di tutto per evi -

tare l'ingresso al governo dell'onorevòle Scel-ta e degli scelbiani, e che tutto doveva esser efatto perché la grande ,minaccia in Italia erarappresentata dalll'onorevole Scelta !

Ho sottolineato 'questo punto, collegandol oal ruolo e al peso che hanno i partiti nell arealtà italiana, 'per concludere che, certo, v iè un mutamento, vi è qualche cosa che diffe-renzia il suo Governo, onorevole Moro - puressendo presieduto da lei come prima, pu ravendo lo stesso programma di prima - dalGoverno 'precedente . Vi è stata una contesta-zione, vi è stato un tentativo di sottolineareun carattere del Governo più avanzato, piùprogressista, di 'sottolineare il 'carattere inno-vatore del centro-sinistra ; vi è stato un ten-tativo addirittura di dare l'impressione ch esi piegava .la !democrazia cristiana . Ma questotentativo non è riuscito, questo tentativo è fal-lito. Perché? Ecco il 'punto . Perché questeforze, le forze dei partiti 'repubblicano, socia -lista e socialdemocratico in questo confronto ,in questo tiro alla fune 'con 'la 'democrazia cri-stiana hanno perduto la battaglia ? E, questo ,uno dei tanti casi del ventaglio di situazion iche ho illustrato o non è invece la conseguen-za di un errore iniziale della politica di cen-tro-sinistra? Io dicevo : sono quattro anni ch ec'è in Italia questa politica 'di centro-sinistra .Onorevoli colleghi, dobbiamo pur arrivare afare un bilancio 'di questa poli'ti'ca . La (politic adicentro-sinistra, così come era (presentataal (paese dalla 'democrazia cristiana, si iispira-va soprattutto alla finalità di superare gl i'squilibri !storici dello sviluppo economico, gl i'squi'libri territoriali, sociali e settoriali .

Ricordo, onorevole Moro, di aver ascoltat oda un palco del teatro San Carlo di Napoli l asua lunga relazione al 'congresso della demo-crazia cristiana e ricordo che questo era il fil o'conduttore del suo discorso, lo stesso filo con-duttore del discorso che tutte le forze ch e(propugnavano il centro-sinistra avanzavanoin Italia .

In 'sostanza il ragionamento che veniva fat-to da queste tendenze neoriformiste della so-cietà italiana era il seguente : lo sviluppospontaneo 'del capitalismo neon è in grado' d i'superare questi squilibri storici ; l'economiadi 'mercato ha una 'funzione che non è equi -librante ma !squilibrante se opera in ragion edi liberismo. Di qui la necessità di interveni-re non 'per 'sopprimere il capitalismo, ma permodificare il criterio che lo regola, per inter-venire 'soprattutto 'sul mercato, condizionan-dolo, modificando i criteri 'di convenienza, gl iincentivi, i disincen•tivi, modificando l'inter oprocesso di 'distribuzione della ricchezza . I

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tre partiti alleati della democrazia cristian asi prefiggevano appunto come obiettivo il su-peramento 'dei residui precapitalistici, l'eli-minazione della rendita 'delle posizioni paras-sitarie, il superamento degli 'squilibri storicinord-sud, industria-agricoltura, consumi pub-blici-consumi privati, la liquidazione dei cost isociali della collettività . Gli alleati della de-mocrazia cristiana si ponevano, cioè, com eobiettivo un diverso criterio di orientamentodei consumi 'e degli investimenti, correggendoil meccanismo di ]sviluppo attraverso 'un con-dizionamento operato dai centri di 'direzionepolitica . È la versione 'nobile della famosa teo-ria 'della stanza dei bottoni che ci è stata pro -spettata alcuni anni fa .

Ebbene . oggi vediamo quale era l'orror edi questa linea, l ' illusione di questa politica ,che cioè il sistema avesse raggiunto un livell odelle forze produttive tale 'da consentirgl i- se bene indirizzato - di superare le antichecontraddizioni . M'a proprio nel momento i ncui il 'centro-sinistra si poneva questi obiettiv iriformisti e all'interno dei, partiti socialista ,democristiano e repubblicano, e 'forse anch edel partito socialdemocratico, ,si nutriva que-sta illusione, si verificava invece tutta un aserie di ;altri fatti .

Infatti, quando interviene il centro-sini-stra, onorevole Moro ? Ella disse una volta .cheinterviene nel momento più difficile, quell odella congiuntura . Ebbene, credo che quest osia u'n giudizio superficiale . Dobbiamo sfor-zarci tutti di andare al fondo di questa ana-lisi . Il centro-sinistra interviene nel momen-to in cui il 'capitalismo italiano si trova d ifronte 'a nuovi problemi . Non è una questio-ne di congiuntura, è una questione di strut-ture .

L 'elevato ritmo di ,sviluppo - fra i più ele-vati del mondo capitalistico - era stato ali-mentato 'fino al 1962, fino al primo Govern odi centro-sinistra dell'onorevole Fanfani, d aun .alto livello di investimenti, alla cui ori-gine, però, vi erano stati un basso livell osalariale e un alto livello 'dei profitti ; alla cuiorigine vi era stato 'tutto il processo degli an-ni precedenti, caratterizzato dalla 'disoccupa-zione di massa e da un'espansione del capita-lismo italiano soprattutto verso i mercat iesteri .

'Ma proprio in quegli anni accade tutta unaserie di fatti nuovi . Se noi non analizziam oquesti fatti nuovi, non possiamo comprender eperché siamo passati 'dal centro-sinistra del -l'onorevole Fanfani - con l'appoggio di tutt oil 'partito socialista, in quel momento - ,a

« questo » centro-sinistra dell'onorevole Moro ,con i rappresentanti scelbiani nel Governo ;non' possiamo comprendere il progressivo pro -cesso 'di 'degradazione che ha subito la vitapolitica italiana .

Quali erano questi fatti nuovi ? Sul pianointerno, consistevano nel fatto che noi toc-cavamo il pieno impiego della forza-lavoro ,e quindi si riducevano 'per forza il tasso d isfruttamento e il saggio medio dei profitti ;e questo comportava conl3egue'nze anche su l'piano internazionale dell'industria italiana ,poiché sul piano internazionale si raggiunge -vano ormai i livelli e i traguardi più avan-zati del processo idi liberalizzazione del M .E.C .Non solo : ma 'si poneva u'n nuovo tipo d i'rapporto fra l'economia 'europea e l'economiaamericana; erano i tempi, infatti, in cui siaffacciava per la prima volta il problema de lKennedy round .

Ecco, allora, in questa integrazione di mer-cati, la necessità 'per il capitalismo italiano d iuna spinta verso il rinnovamento tecnologicoda un lato, verso concentrazioni industriali efinanziarie dall'altro lato . Ha avuto inizio ,insomma, quella che potremmo correttamen-te definire come una crisi di transizione de lcapitalismo, una crisi di transizione del ca-pitalismo italiano verso un suo nuovo equi-librio .

Nel 1966 ci stiamo già rapidamente avvi-cinando verso questo nuovo equilibrio . Èvero, onorevole Moro, quello che ella ha dettonelle dichiarazioni programmatiche : che l'in-flazione è in gran parte bloccata; è vero ch ela 'bilancia dei pagamenti è 'migliorata ; è veroche vi è stato anche un aumento della pro-duzione in taluni settori . E tuttavia possiam odefinire florida l'economia italiana? Possia-mo definire sodisfacente la situazione de lnostro paese ?

Quali sono i nei ? Quali sono i punti neri ?Quali sono le questioni sulle quali è neces-sario e occorre intervenire? La depression ec 'è; ma da che cosa è rappresentata? Dall anuova flessione -dei livelli di occupazione .Ecco uno spettro che è apparso di nuovo ogg isulla scena della società italiana : la ripresadella disoccupazione. Guardate le relazioni ,non solo degli enti ufficiali che fanno questericerche, ma le relazioni delle camere di com-mercio di Milano, di Genova, di Torino; leg-gete il rapporto che l'« Isco » ha presentatoal C .N .E .L . ; leggete il dibattito che si è svoltoal C .N .E.L. Che cosa è venuto fuori da tutt equeste analisi ? Il fatto che il centro-sinistra ,che pretendeva all'inizio di colpire la rendita

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e di superare gli squilibri storici attraversouna certa funzione dell'intervento dello Stato ,oggi invece deve qualificarsi (e ha già dovut oqualificarsi nel corso di questi anni) nei con -fronti di questo processo .di riorganizzazionedel capitalismo italiano .

La sconfitta, onorevole La Malfa, la verasconfitta consiste nel non avere visto il ver oproblema che avanzava; e per questo sietestati battuti . È andato avanti il processo d iriorganizzazione del capitalismo italiano . Eccoi limiti del centro-sinistra, ecco la ragion eprofonda per la quale dalle battaglie di avan-guardia si è passati progressivamente sem-pre più alle battaglie di retroguardia . I casiinfatti erano due : o il centro-sinistra andavaancora più a sinistra. cioè si proponeva ad -dirittura di incidere seriamente sul process odi accumulazione capitalistico e sulle strut-ture delta nostra società, o era destinato arifluire sul centrismo . Ecco il perché dell'ade-sione degli scelbiani, di una serie di fatti piùrecenti, 'di certi voti del gruppo liberale sutalune leggi alla Camera e al Senato, di quan-to si è detto l'altro giorno all'assemblea allaConfindustria . Onorevole Moro, le cito ungiornale non sospetto, L'Avvenire d 'Italia ,che porta questo titolo : « La Confindustri aadotta ufficialmente una linea moderata vers oil Governo . Il nuovo orientamento basato sul -la accettazione della formula di centro-sini-stra e sul proposito di riprendere un atteggia-mento di collaborazione per lo sviluppo eco-nomico del paese confermato nel discorso Ci-cogna e nella elezione di Costa » . Ecco checosa c ' è all'origine di tutto questo, all'origin edella cosiddetta battaglia di retroguardia edella sconfitta che è stata subita !

Il centro-sinistra, infatti, -nel corso di que-sti anni non è rimasto inerte, passivo, davant ia questo processo ; non se n'è stato con lemani in mano; non è stato uno spettatore d iquello che avveniva nella realtà italiana .

Vediamo le azioni che ha condotto il cen-tro-sinistra . Esso è stato via via spinto ad ac-compagnare questo processo di riorganizza-zione del capitalismo italiano . Ed ecco la poli-tica creditizia, che ha favorito la riorganizza-zione delle grandi imprese, che ha contri-buito ad eliminare dall'apparato produttiv o(ella stesso, onorevole Moro, ha parlato dell eindustrie marginali) le componenti meno sta -bili o incapaci di rinnovarsi ; ecco la politicafiscale, caratterizzata in questo senso da prov-vedimenti di significato abbastanza evidente ,direi addirittura plateale : prima la modific adella cedolare, poi la fiscalizzazione degli one-ri sociali, infine la legge sulla concentrazione

e sulle fusioni delle società, da cui poi ven-gono i fatti di questi giorni . Ecco la politicache è stata fatta nei confronti degli inden-nizzi a Enel » .

A proposito dei quali, onorevole Moro, vor-rei ricordare come, al momento della istitu-zione dell'« Enel », questo pericolo di concen-trazioni e di fusioni che si sarebbero potuteverificare con gli indennizzi fosse present egià agli autori della legge istitutiva del 6 di-cembre 1962, n . 1643. Certo, una prima bat-taglia era stata perduta – come ho detto pri-ma – tenendo in piedi le società e non stabi-lendo un rapporto diretto con gli azionisti ; tut-tavia le precauzioni che si ponevano in quel -la legge per evitare le fusioni, fissando com escadenza il 31 dicembre 1964, erano molto m amolto maggiori di quelle che sono state po iposte nella legge sulle fusioni delle società .Allora si diceva che il capitale delle societ'rrisultante dalle fusioni non doveva superar eil doppio del capitale complessivo delle so-cietà assoggettate al trasferimento che aveva-no partecipato all'operazione ; e si richiedevache dette società non avessero partecipato adaltre fusioni o che i beni conferiti non aves-sero formato oggetto di altri conferimenti age-volati, a norma dell'articolo 9 della legge 6dicembre 1962, n . 1643 . I1 che significa che ,secondo questo articolo – che ormai è caduto ,

perché si riferiva soltanto alla scadenza de l31 dicembre 1964 – non sarebbe possibile l aunificazione della Montecatini con la Edison ,in quanto precedentemente c'è stata già l'uni-ficazione della Montecatini con la S .A.D .E .Infine si dava 'ad un organismo, che era i lComitato interministeriale del credito, il po-tere di autorizzare o meno queste operazioni .

Quando da questa piattaforma siete pas-sati alla nuova legge 'sulla concentrazione esulle fusioni delle società, avete fatto un im-portante passo avanti, ma in una determinat adirezione : in quella di aiutare il processo diriorganizzazione del capitalismo italiano.

E quando avete voluto la politica del con-tenimento della spesa pubblica a tutti i li -velli, a che cosa è servito questo ? Ad ali-mentare la politica deflazionistica, il cui ri-

sultato (oggi lo vediamo chiaramente) è statola riduzione dell'occupazione, con la pressio-ne per il blocco della dinamica salariale neifatti . Tutto ciò ha portato poi, come sboccodì questa politica, direi come « sintesi » d iquesta politica, al « piano Pieraccini » .

Vi è una strada che comincia con il « pia -no Giolitti », passa attraverso il « piano Pie-raccini » e il parere dato dal C .N.E.L., ritor-

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nati con la nuova versione del « piano Pierac-cini » e raggiunge la brutalità ed il cinismodella « nota aggiuntiva » e delle variazion ial piano, che denotano chiaramente che cosasignifica sul piano economico la politica d icentro-sinistra .

In altri termini : quella che è stata chia-mata una battaglia di retroguardia trova lasua spiegazione nel fatto che si è passati dauna illusione programmatica, che tendeva a duno sviluppo economico accelerato ed equi -librato, alla programmazione di uno svilupp ocontenuto e squilibrato .

E allora, in base alla grande question edell 'efficienza e a tutti gli altri problemi, ecc oche già nel « piano Pieraccini » – che ella ,onorevole Presidente del Consiglio, ha defi-nito come uno dei punti fondamentali del pro-gramma del nuovo Governo – 'era evidente i lcarattere della sconfitta che hanno subìto l eforze riformiste che hanno voluto collaborarecon la democrazia cristiana . Nel « piano Pie-raccini » vi è la sopravvivenza di finalità e dobiettivi che sono mutuati dalla vecchia illu-sione originaria del centro-sinistra : il supe-ramento degli squilibri, la piena occupazion ee così via . Ma vi è ormai, dall'altro lato, urnasostanza ben chiara a chi sa leggere, a chiconsidera il ruolo dell'industria idi iStato, achi considera i settori di intervento : vi è unapolitica di intervento dello Stato alla cui ori-gine c'è il processo di integrazione dei mer-cati capitalistici, una politica cioè diretta arazionalizzare le strutture produttive, ad ac-celerare l'aumento della composizione orga-nica del capitale .

Né diverso è stato il cammino percorso i nquesti anni del centro-sinistra nella politicaagraria . Ricordavo prima i programmi ini-ziali del centro-sinistra : la liquidazione dell amezzadria, l 'esproprio, gli enti di sviluppo,la riforma della Federconsorzi, un interventodegli enti di sviluppo non soltanto per l'assi-stenza ai contadini ma anche per la trasfor-mazione dei prodotti, la quale Aggi rappre-senta uno dei punti fondamentali della vit adella nostra agricoltura . Si è passati da questoalle ben note leggi sulla mezzadria (andateoggi nelle 'campagne a vedere il caos che han -no determinato, quale somma di lotte e d ivertenze vi sia nelle campagne italiane fr ai mezzadri e i concedenti !), agli enti di svi-luppo concepiti in una certa maniera, all aA.I .M .A. progettata in un certo modo, ai co-siddetti enti Truzzi » che lungo la strad asono diventati « enti Truzzi-Colombo », ,allostesso « piano verde » numero due, che rap-presenta un ben chiaro e determinato indi -

rizzo di politica economica del Governo i nagricoltura .

Onorevole Presidente del Consiglio, perch ého ricordato queste cose ? Perché, come hodetto all'inizio, non è possibile oggi giudi-care un governo di centro-sinistra se non s itiene conto che sono quattro anni che faccia-mo l'esperienza di centro-sinistra ; non è pos-sibile giudicare il programma di un govern odi centro-sinistra se non si tiene conto del -l'esito fallimentare di questa politica ; non èpossibile giudicare seriamente i fatti politic iche sono accaduti se non si fa quest'analisi ,se non si riflette cioè al fatto nuovo di fronteai quale si è trovato il paese, a questo gigan-tesco processo di riorganizzazione capitalisti-ca : non la congiuntura, non il problema del -l'inflazione, 'non queste cose viste isolatamen-te, ma il grande processo di riorganizzazion edel capitalismo italiano. È di fronte a que-sto che si è qualificato e si qualifica ogni gior-no il centro-sinistra .

Senza questo esame non ci si spiega per -ché il partito socialista alla fine sia stato por-tato a dover cedere di fronte all'onorevol e'Scelba e a dovere accettare gli scelbiani ; sen-za questo esame non ci si spiega perché i lcentro-sinistra non sia più osteggiato dall aborghesia italiana; senza questo esame non c isi spiega che cosa rappresenti, che cosa signi-fichi oggi l'unificazione socialista e socialde-mocratica nel nostro paese .

Noi abbiamo detto queste cose, onorevol icolleghi, non tanto per accusare una partedei partiti di Governo, non tanto per accu-sare il partito socialista italiano, quanto pe rproporre una interpretazione di ciò che è av-venuto durante quattro anni e nella crisi ,quanto per cercare di comprendere, indivi-duare, esaminare le ragioni di ciò che è av-venuto . Vorrei porre ai compagni del partit osocialista italiano, ai miei compagni di ieri ,questo quesito : ma vi domandate per qual imotivi oggi la socialdemocrazia è disposta allafusione e la sollecita ? La spiegazione voi latrovate soltanto in questo cammino, in un alinea cioè che progressivamente ha rinunziatoa mettere in contestazione il sistema, il mec-canismo capitalistico di accumulazione, cheè stata passiva di fronte alla riorganizzazion ecapitalistica, che pensava di risolvere i pro-blemi nel sistema, con alcune riforme e mi-glioramenti per certi settori marginali del mo-vimento operaio dei lavoratori .

Ecco perché ciò che ci colpisce nel suo pro-gramma, onorevole Moro, non è tanto l 'ab-bandono delle Illusioni, delle velleità iniziali ,quanto il fatto che ciò sia accompagnato da

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qualcosa di più grave, secondo noi : dalla ac-cettazione positiva di un ruolo dello Stato ,del Governo a sostegno del processo di rior-ganizzazione in atto . Ebbene, in questo st ala ragione profonda, vera della nostra oppo-sizione al centro sinistra, alla sua formula e dal suo Governo .

Onorevole Presidente del Consiglio, no inon accusiamo né lei né il suo Governo d iprocedere a passi timidi, lentamente, di an-dare piano . Si può andare piano, si può pre-cedere lentamente : forse la politica ed il rap-porto tra i partiti obbligano molto spesso aprocedere anche piano ed anche lentamente ;ma di fronte a questo quadro, a questa sin -tesi, di fronte a questo passato accusiamo que-sto Governo, questa formula, non di proce-dere piano, ma di andare nella direzione sba-gliata, di aver perduto di vista, di non avervisto o di non aver voluto vedere qual è i lproblema essenziale del nostro tempo, dell anostra società, questo gigantesco processo d iriorganizzazione del capitalismo italiano .

Per esempio, onorevole Presidente del Con-siglio, quando nelle dichiarazioni program-matiche ella parla del nuovo piano verde » ,come è possibile dimenticare tutti i soldi ch esono stati già dati all 'agricoltura italiana, pri-ma con la bonifica, poi con il protezionism osul granò, poi con il piano di rotazione, poicon il « piano verde » ? Ebbene, quali risul-tati h,a 'dato questa politica ? Quali risultati h adato, se non quello di consentire una gran -de, gigantesca avanzata del capitalismo nellecampagne ?

Ed allora noi diciamo, di fronte a tutt oquesto : non veniamo qui a rimproverare que-sto Governo di non presentarci una legge ,che pur occorrerebbe presentare, per portaread un diverso chiarimento ed a una divers aimpostazione la legge sui contratti di mezza-dria, che ha dato i risultati che ha dato ; no irimproveriamo al Governo tutta la sua poli-tica agraria, noi lo accusiamo di muoversi i nuna direzione completamente diversa ed op-posta agli interessi dei lavoratori .

A tutto questo che cosa contrapponiam onoi ? Se questo è il quadro di riorganizza-zione, di fusioni, di concentrazioni, di razio-nalità trionfanti ; se questo è il quadro ne lquale avanza il capitale americano nel nostr opaese ; se questo è il quadro accettato e no ncombattuto dal Governo, vorrei domandarle ,onorevole Presidente del Consiglio : crede ellache la nostra sia una analisi purament eastratta, dettata da visioni ideologiche, d asmanie di gente attaccata ai dogmi ? No, ono-

revole Moro, perché questa avanzata dei mo-nopoli, questo processo di riorganizzazione si-gnifica qualche cosa per ogni cittadino ita-liano t

Significa uno sfruttamento maggiore dell aclasse operaia (e questo è innegabile, dai datiche ella stesso ci ha fornito) . Il fatturato èaumentato, ma gli investimenti sono calati e dè diminuita l'occupazione . Che cosa signific atutto questo ? Significa che è aumentato losfruttamento della forza-lavoro ; che abbiam oavuto un blocco salariale di fatto ; che questadisoccupazione, questa minore occupazionesono ormai un dato di fatto . E quando laConfindustria ci dice che nel 1968 raggiunge -remo il livello di occupazione del 1963, ch ecosa significa ? Significa il crearsi in Italia ,dopo anni, di un esercito di disoccupazionedi riserva, che influirà sulla dinamica sala-riale, che determinerà il terrore nel lavora-tore occupato; che è all'origine anche di que iprovvedimenti di discriminazione politica, cu iieri alludeva il collega Ingrao . I ,due fenomen i

si sommano : c 'è il terrore del licenziamento ,c'è la discriminazione politica, c'è l'attacc oalle libertà sindacali, c'è la paura della mi -

seria; e dall'altro lato poi c'è la Piaggio, v isono episodi di questo genere .

E ancora, nel resto della vita dei cittadin iitaliani che cosa significa questo processo i ncorso ? È la nostra una visione astratta ? No :significa che tutti i problemi della giornat adi un cittadino italiano trovano nodi dram-matici che egli non riesce a sciogliere . Ci sono ,per esempio, i problemi dell'edilizia, le cas eche mancano e i lavoratori che sono a spas-so ; ed ,anche questo perché ? Guardate la stra-da che avete percorso . Ieri c'era la minacciadella legge urbanistica. Voi avete accantonat ola prima legge urbanistica per ridare fiato

al mercato . Non ci siete riusciti . Avete ten-tato l'aiuto dello Stato, dato in una certa ma-niera. Avete aiutato in un determinato modoi proprietari di immobili . Ma non siete riu-sciti a niente . Non siete riusciti né a darelavoro agli edili né a dare la casa agli ita-liani . Si è parlato, si parla, di una nuova leg-ge addomesticata . L'avete preparata, proba-bilmente la farete . Ma anche qui noi ci tro-viamo 'di fronte ad un nodo . Ecco, questastasi, questa crisi dell'edilizia, da che cosaè venuta ? Da un lato è venuta per assenza ,nel momento opportuno, di una legge urba-nistica ; ma dall'altro 'è venuta per l ' assenzadi un intervento dell'industria di Stato nelsettore del prefabbricato, nel settore del ce-mento, intervento che avrebbe portato (in que-sti giorni abbiamo assistito a Roma ad un

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convegno su queste cose) a una riduzione de l25 o del 30 per cento dei costi .

E quando un cittadino italiano si trova d ifronte al problema dei trasporti, che cosa gl idite? Che bisogna aumentare le tariffe de itrasporti, le tariffe delle ferrovie, perché v isono alti costi, perché c'è un enorme deficit;e poi, dopo iqualche mese, la situazione si ri-presenta come prima . Perché, che cosa man-ca ? Manca una politica organica, che colle-ghi il problema dei trasporti urbani al pro-blema dei trasporti extraurbani, che collegh iil problema della rotaia al problema dellastrada, che metta fine all'assurdo di iuno Stat oche paga l'autostrada, e poi l'autostrada serveall'autotrasportatore privato ; che paga la co-struzione delle rotaie, ma questo rappresent aun peso nel costo di esercizio delle ferrovie ese ne lamenta il passivo.

E ancora : ecco i poli idi sviluppo al nord ,i poli di sviluppo al sud, ecco Rivalta Scriviae Porto Marghera da un lato ed ecco gli altr ipoli di sviluppo, oasi e grattacieli ine1 desert odel Mezzogiorno . Ed ecco la fusione, la con-centrazione fra la Edison e la Montecatini :che cosa significa tutto questo? Abbassare iprezzi? No, sappiamo che, al contrario, si-gnifica stabilizzare i prezzi per stabilizzarei profitti . È una operazione finanziaria cheviene promossa dal gruppo Edison, il qual eha denaro liquido, in una ,situazione di strett acreditizia e di mancanza di liquidità dell aMontecatini .

Se ipoi passiamo alle questioni che riguar-dano l'agricoltura, ai rapporti nuovi fra lacittà e la campagna, c'è forse un nuovo ruol odello Stato nel rapporto fra le industrie el'agricoltura, per la trasformazione dei pro-dotti, per stabilire un nuovo rapporto cheaiuti i contadini, i coltivatori diretti, a ven-dere i loro prodotti ? Che cos'è che manca in -vece in tutto questo? Proprio il ruolo dell oStato . Ecco il punto fondamentale .

Il ruolo dell ' impresa pubblica, ecco la que-stione che noi abbiamo ,sollevato, che ritenia-mo oggi al centro della polemica sulle que-stioni economiche, che poniamo .al centro d iogni discussione : un ruolo nuovo dell'inter-vento pubblico dello Stato . Quando voi fateinvece una legge come quella sui tessili, voivi avviate in una direzione completamente op-posta rispetto a quello che dovrebbe essere i lruolo dell'industria di Stato : voi sborsate de-naro dello Stato per incentivi che servono afabbricare disoccupati, e poi vi proponete d idare, sempre con i denari dello Stato, l'assi-stenza per i disoccupati . Voi aiutate le con-centrazioni . le fusioni fra diverse aziende, non

tenendo conto che invece lo Stato avrebbe u nsolo dovere (questo Stato, che ha industri etessili, che ha partecipazioni nelle industrietessili) : non dare cioè neanche luna lira all aindustria iprivata, ma cominciare a pensar ealle proprie industrie, all'industria tessile d i

- Stato .Guardate la situazione dell'I .R.I ., guarda-

te la situazione dell ' E .N.I . Ella nel suo pro-gramma, onorevole Presidente del Consiglio ,ha parlato di nuovi investimenti . Noi potrem-mo fare la polemica sui cento miliardi in pi ùo sui cento miliardi in meno ; ma ella saràd'accordo con me che sarebbe una polemic ameschina, la quale ci porterebbe solo a dispu-tare sulle fonti di reperimento di questo de-naro. Ma non è questo il problema . Oggi s itratta di sapere : come interviene questa indu-stria di Stato ? Dove interviene ? Nei settor istrategici, nei settori dell'avvenire, oppur enei settori dei servizi ?

Interviene nella petrolchimica, nell'edili-zia, nella ricerca scientifica; oppure intervie-ne nelle autostrade, nei telefoni, nella side-rurgia, cioè in tutto quello che può servir eallo sviluppo dell'iniziativa privata ? Bastadare un'occhiata ai bilanci delle partecipa-zioni statali, per sapere subito come stannole cose .

Noi riteniamo che l'intervento dello Stato ,l'intervento pubblico rappresenti uno dei pun-ti fondamentali di una nuova politica econo-mica del nostro paese, per invertire la ten-denza e affrontare il problema che il centro-sinistra non ha saputo, non ha voluto affron-tare : il problema della riorganizzazione ca-pitalistica .

Onorevole Presidente del Consiglio, qual -che parola è necessaria sulle questioni dell apolitica estera . Anche qui noi troviamo che i lcentro-sinistra si presenta oggi con questo Go-verno ripetendo le formule di ieri . Abbiamosentito lei, onorevole Moro, parlarci di com-prensione verso gli Stati Uniti d'America ; ri-peterci una formula vecchia di alcuni ann i- onorevole Nenni - quella sulla forza multi -

laterale, frutto di tanti compromessi . Abbia-mo sentito riaffermare un generico desideri odi pace del Governo italiano .

Ma, onorevole Moro, dal suo ultimo di -

scorso di politica estera ad oggi forse non ècambiato niente nel mondo, forse non è cam-biato niente attorno a noi, forse le cose stan -no come stavano prima ? L'ultimo Govern osi chiuse con un grande dibattito di politicaestera e con le dimissioni dell'onorevole Fan-fani . Ci fu allora il delinearsi di una poli-tica estera indubbiamente atlantica - perché

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tale era la politica estera dell'onorevole Fan-fani – che tuttavia assegnava un ruolo no nsubalterno all'Italia, il ruolo di chi non ri-nuncia a proprie iniziative e a propri atticoncreti . In quella occasione si manifestò undissenso che è inutile negare e che avevaportato da tempo ad un fatto singolare nellavita del suo precedente Governo, onorevol eMoro : ella era stato cioè costretto a pronun-ciare una serie di discorsi di politica ester aal posto del ministro degli affari esteri, ch emolte volte al suo fianco aveva taciuto . Inquella occasione tutto questo venne a galla evi fu un compiacente linciaggio dell'onorevo-le Fanfani .

Ora vorremmo sapere da lei, onorevol ePresidente del Consiglio : quale linea di poli-tica estera, dopo quel dibattito, si proponedi seguire questo Governo? Si propone d iseguire quella linea 'di politica estera a causadella quale contro l'onorevole Fanfani fu sca-tenata tutta la canea che partì, sì, dal Bor-ghese, ma arrivò fino al Messaggero, cioè agl iorgani più vicini alla Presidenza del Consi-glio ? O si propone di seguire la politica este-ra delle formule che ella ci ha ripetuto ne lprogramma, ma che non hanno alcuna rispon-denza nella realtà di fronte alla quale ci tro-viamo ?

Vorremmo sapere che cosa l'onorevol eFanfani rappresenta in questo Governo : è unostaggio dei dorotei o del partito socialista ita-liano 'per coprirsi verso sinistra ? Fa part edella compagnia degli imbalsamatori del cen-tro-sinistra ? Oppure ha proprie idee sull apolitica estera ; idee che sono state al centrodi una discussione, di un dibattito, e rappre-sentano quindi un impegno nuovo del Gover-no in questa direzione ?

Non si può ripetere le vecchie formule ,onorevole Moro . Ciò vale per l'Asia, ciò val eper l'Europa, ciò vale per il Vietnam ; ciò valeper tutte queste questioni . Nel Vietnam,quando noi abbiamo chiuso il precedente di-battito, c'era una certa situazione ; rna oggila situazione è già più grave, oggi F« offensi-va 'di pace » americana è stata smascherata ,oggi i bombardamenti sono ripresi e'sono ar-rivati – è stato ricordato ieri – ar confine co nla Cina. Oggi ,appare chiaro essere la Cinal'obiettivo fondamentale della politica ameri-cana in Asia, per troncare ,sull'origine unaesperienza e una 'prospettiva che potrebberoavere enorme influenza sui popoli asiatici .

Che cosa significa, onorevole Moro, la su adifesa dell'ospedale italiano nel Vietnam delsud ? Noi siamo dispostissimi ad appoggia-re qualunque iniziativa umanitaria, però ci

consenta di rivolgerle una domanda : il suoospedale può essere una iniziativa umanita-ria, ma ella ci vuole spiegare perché i suo iquestori e i suoi prefetti hanno perseguitat oi nostri compagni quando raccoglievano i ldenaro per un ospedale che non era destinat oal Vietnam del sud, ma al Vietnam del nord ?Esistono due pesi e due misure ; ed è dunquevero quello che scrive La Nazione di ieri, ecioè che esistono rapporti organici fra il go-verno di Saigon e quello di Roma !

Che cosa significa, poi, dire che noi « com-prendiamo » la politica degli Stati Uniti ne lVietnam? Che cosa significa dare l'avalloalla politica del risanamento economico ?Questa politica, intanto, viene compiuta co nle bombe, e si rivela come una illusione, un abeffa 'nei confronti dei vietnamiti e di tutt ele popolazioni asiatiche. Una politica checonsiste nel distruggere villaggi con le bom-be 'al napalm, ammazzare gente, ma contem-poraneamente dire : risaneremo, costruirem oscuole, costruiremo case; nel dire a gent eche si batte perché vuole la riforma agraria :noi vi daremo dei mezzi domani per fare l ariforma agraria, e intanto impiccarli e fuci-larli ! Su queste cose, su queste mistificazio-ni, nessun articolo del patto atlantico obbligail Governo italiano a prendere codeste posi-zioni .

E ancora, onorevole Moro : il governo de-gli Stati Uniti ha chiesto la corresponsabilit àdi alcuni governi europei, di alcuni govern idella N.A .T .O. su tali questioni ; l'ha chiestaal governo di Bonn, l'ha chiesta al Govern oitaliano. 2 stato risposto pubblicamente d ino – a quanto risulta – dal governo di Bonn .Vorrei sapere perché il Governo italiano nonha il coraggio di rispondere di no .

C'è stata o non c'è stata questa richiesta ?E se c'è stata questa richiesta, qual è stata larisposta del Governo italiano ? Se questa ri-sposta è stata una risposta negativa, noi sia-mo pronti a prenderne atto . Ma si deve avereil coraggio di dirlo la tutta l'opinione pub-blica !

Fatti nuovi intervengono, 'del resto, in tut-to il settore asiatico. Anche il ridimensiona-mento dei programmi del Regno Unito inquel settore pone delicati e difficili problem idi equilibrio. Il ridimensionamento della po-litica britannica « a est di Suez » pone unaquestione assai seria e grave, perché lascia gl iStati Uniti -arbitri della situazione in tutt oquel settore .

Ma il suo discorso, onorevole President edel Consiglio, quando è venuto ? Dopo i di -battiti in America, dopo quanto ha detto Fui-

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bright, dopo quanto ha detto Robert Kennedy ,dopo cioè che si è rivelata a tutti l'esistenzadi un'altra America. E attenzione, onorevol ePresidente del Consiglio : questi fatti pesanosull'opinione pubblica americana. Non di-mentichiamo che Eisenhower vinse le elezio-ni promettendo agli americani la pace in 'Co -rea. Stia attento, onorevole Presidente de lConsiglio, che non si abbia un capovolgimen-to dell'opinione pubblica americana, senz ache precedentemente vi sia stato un minim odi pronunciamento del Governo italiano !

Ma fatti nuovi ci sono anche in Europa .La questione della N .A.T .O . è ormai sul tap-peto. Non è più possibile parlare -di lealtàatlantica . Mi dica, onorevole Presidente de lConsiglio : che cosa significa lealta atlantica ,quando sotto la N .A .T.O . è stata messa da lgenerale De Gaulle una bomba tale, da fa rsaltare in aria tutto l'edificio ?

Fatti nuovi colpiscono l'opinione pubbli-ca. Che cosa è accaduto in Spagna qualchesettimana fa ? Su questo argomento, onore-vole Presidente del Consiglio, le chiedo, anome del mio gruppo, una risposta precisanella sua replica . Una bomba nucleare è ca-duta in 'Spagna, con le conseguenze che tutticonoscono. Ebbene, di fronte a questi fatti ,di fronte alla dimostrazione che vi sono aere iche volano con carichi atomici, che dissemi-nano le bombe atomiche d,a una parte e dal -l'altra, che cosa fa il 'Governo italiano ? Ono-revole Moro, noi le chiediamo un impegn opreciso : che si vieti nel modo più assoluto esi prendano tutte le garanzie necessarie per -ché nessun aereo carico di bombe atomichesorvoli il territorio nazionale . Non vogliamodomani avere l'ambasciatore degli Stati Unit ia Roma che va a fare un bagno dimostrativ oad Ostia o a Fiumicino, 'per far credere ch enon vi sono contaminazioni radioattive dop ola caduta di una bomba atomica ! Vogliamoche sia vietato oggi agli aerei americani eagli aerei della N .A.T .O . di volare sul nostroterritorio nazionale con carichi di bombe ato-miche .

Questo ripropone le due questioni che i lnostro gruppo ha intenzione di sollevare i nParlamento e nel paese : il problema dellarimozione delle basi americane della N .A .T .O .e il problema dell'uscita dell'Italia dal pattoatlantico. (Approvazioni all'estrema sinistra) .Sono questioni che esulano dal presente di -battito e che solleveremo intanto nel paese ,poiché si voterà anche su queste cose ne l1968, quando starà per scadere il termin eutile per una decisione sulla N.A.T.O .

Onorevole Presidente del Consiglio, miscuso della lunghezza del mio intervento, m adevo farle rilevare che è di fronte a quest ifatti, non di fronte a formule astratte, ch esi qualificano le forze politiche, che si qua-lifica il centro-sinistra, che si qualifica que-sto Governo, il suo Governo, il suo program-ma ; e si qualifica anche una delle operazion iche è andata avanti nel corso della crisi d i

Governo : la questione della cosiddetta unifi-cazione socialista . È una questione che hadeterminato nuova confusione nella vita 'po-litica italiana .

La questione dell'unificazione socialist aha avuto – secondo alcuni – il 'suo banco diprova nella crisi 'di Governo. Ho scritto unavolta e devo ripetere che la crisi di Govern oè stata strumentalizzata per la questione del -l'unificazione . Il « tira e molla » è stato con-

dotto per dare all'opinione 'pubblica l'impres-sione che aveva inizio, svolgimento le conclu-sione quel periodo di lotte comuni fra il par-tito socialista italiano e il partito socialdemo-cratico ,al quale si riferiva la mozione de lcongresso di Roma del P .S.I .

'Ma quale vantaggio vi è stato a porre l aquestione dell'unificazione in questi termin idurante la crisi di Governo ? È stato vera-mente un cattivo ,affare, per chi ha esaltat ol'unità 'd'azione in questa circostanza ! Se c'èstata infatti un'occasione nella quale si è di -mostrato che l'unità del P .S .I . e della social-democrazia non è per nulla in grado 'di pie -gare la volontà della democrazia cristiana ,questa è stata 'proprio la crisi di Governo . Launificazione è nata all'ombra di una colos-sale sconfitta dei due partiti che dovrebberorealizzarla

L'unificazione si presenta alla ribalta del-la vita politica italiana come una classica fugain avanti, dopo il fallimento del centro-sini-stra . Con una certa ambivalenza si dice, daun lato : « facciamo l'unificazione per pie -gare la democrazia cristiana » ; si dice dal -l'altro : « facciamo l'unificazione come alter-nativa ,alla democrazia cristiana » . Nei pros-simi mesi sentiremo a lungo battere la gran -cassa su questo argomento . Ebbene, si trattadi due inganni, venuti alla luce proprio du-rante il corso della crisi di Governo .

Anzitutto, questa unificazione in senso 'so-cialdemocratico 'si propone solo grazie allacollaborazione realizzata tra il partito socia-lista e il partito socialdemocratico !nella poli-tica di centro-sinistra . Fuori dalla politic adi centro-sinistra aera la polemica, la lottatra questi due partiti ; nella !politica di centro-

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sinistra c'è stata convergenza e unità tra que-sti due partiti .

In secondo luogo, quale alternativa, ono-revole Nenni, può rappresentare l 'unificazio-ne socialdemocratica ? Per dire agli italian iche questa unificazione rappresenti un'alter-nativa bisognerebbe pronunciarsi sulle cosedelle quali parla anche l'uomo della strada ,sulle cose alle quali accennavo prima : pro-nunciarsi di fronte alle nuove dimensioni delcapitalismo italiano, pronunciarsi di fronteai nuovi e grandi problemi europei e mon-diali della pace e della guerra . Ma su questecose abbiamo sentito forse anche solo unaparola nuova al congresso di Roma del partitosocialista italiano o al congresso di Napol idella socialdemocrazia ? Non vi è stato nient edi nuovo su tutto questo. Non vi sarà alter-nativa alla democrazia cristiana, perché nonvi è alternativa né di programmi né di ide ené di volontà .

Gli avvenimenti ci hanno dimostrato ch eper piegare, per battere la democrazia cri-stiana, per costruire un 'alternativa alla de-mocrazia cristiana, non basterebbe alcun par-tito unificato, per quanto 'grande fosse . Oc-correrebbe la forza compatta del moviment ooperaio nel suo insieme . Ed è proprio su que-sta forza che vuole incidere in maniera nega-tiva, per creare nuove divisioni, l 'unificazio-ne socialdemocratica !

Questa è quindi una nuova mistificazione ,dopo la fallita esperienza del centro-sinistra ;è un nuovo specchietto per le allodole che s ipresenta all 'opinione pubblica .

La cosa è grave per la confusione gene-rale che porta nello schieramento politico .

Noi non crediamo ,a questa risorgente con-trapposizione (della quale l ' unificazione so-cialista dovrebbe essere il risultato) fra « lai -ci » e « cattolici ». Non ci crediamo perché ,nella nostra esperienza, abbiamo conosciut omolti laici riformisti e mezzi reazionari, eabbiamo conosciuto cattolici delle « Acli » ,della C .I .S .L. o anche di minoranze della de-mocrazia cristiana che avevano in questo cam-po idee molto più avanzate di certi uomin iche si richiamano ai sacri testi del socia-lismo !

Non crediamo ,alla utilità di ricreare un osteccato ,di questa natura, così come iaon cre-diamo neanche a tutte le altre mistificazion iche intorno a questa questione sono venut ealla ribalta .

Non crediamo .a una divisione fittizia fra« integralisti » e « non integralisti » . Il giornoche noi accettassimo questa Iinea di divisio-ne, che cosa dovremmo dire dei nostri amici

« basisti » della democrazia cristiana, per i

quali abbiamo una profonda stima ? Che cos adovremmo dire della loro alleanza con l'ono-revole Scelba 'per portarlo alla presidenza de l

consiglio nazionale della democrazia cristia-na? Dovremmo giustificare- questa loro scel-ta, e in nome di che cosa ? Della lotta all'in-tegralismo, della lotta 'per l'apertura, per l a

collaborazione con altre forze politiche ?

La realtà è molto più grave e più com-plessa. Noi non crediamo neppure alla divi-sione fra quelli che vogliono l'unificazione

socialista il 2 giugno e quelli che la voglion o

il 2 ottobre o il 2 novembre . Non ci credia-mo, perché non si tratta di un problema d i

date. È un problema di sostanza .

Tutte queste questioni sottili avvelenan o

la vita pubblica italiana ! L'uomo della stra-da, di fronte .ad esse, non capisce più nulla ,

non si orizzonta, non trova una linea di de-

marcazione seria .

Per noi esiste una sola linea di demarca-zione valida, ed è tra le forze che vogliono

un programma avanzato di riforme sociali e

le forze che resistono a queste riforme . Que-

sta è la vera e sola discriminazione, che 'pu òpassare all'interno dei partiti come del mon-

do cattolico .Dovremmo forse, in questa situazione ,

concludere con una visione pessimistica della

realtà italiana? Certo, se guardassimo all o

spettacolo dell'attuale democrazia cristiana ,al cammino che ha imboccato il partito socia -

lista italiano, alla prospettiva dell'unificazio-ne, alla egemonia moderata esercitata attra-verso il centro-sinistra, al programma di que-sto Governo, allora dovremmo concludere con

un giudizio pessimistico. M,a nel paese, nella

realtà italiana vi sono altre forze e altre pro-spettive .

Mentre per 32 giorni ella, onorevole Moro ,

trattava con grande astuzia la formazione de l

nuovo Governo, qualcosa di nuovo avveniv a

nel paese . Sia chiaro che non voglio strumen-

talizzare le lotte che si sviluppano . Ma l'uni-tà sindacale che si andava verificando rap-presentava un fatto importante, perché si

trattava di scelte decisive, davanti a un pro-blema di fondo come quello rappresentat o

dal tentativo di imporre la politica dei red-diti e la riorganizzazione capitalistica in oc-casione del contratto dei metalmeccanici . La

unità che in quell'occasione si ,è realizzata tr ala C .G.I .L. e le altre organizzazioni sinda-cali, per noi, non va sfruttata a fini politici .Non possiamo strumentalizzarla per un go-verno. È un fatto che vale di fronte al vec-

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chio, così duro a morire; che vale di front eal tentativo di ,partitizzazione del sindacato ;che vale 'di fronte al tentativo di costruire u nsindacato di partito che accompagni l'unifi-cazione socialdemocratica . In- questa occasio-ne vi è stata una grande ;manifestazione d ivolontà 'di autonomia sindacale . E questo rap-presenta qualche cosa 'di molto importante .

Se rivolgiamo il nostro sguardo al restodel mondo cattolico, la partita non è chiusa .Se ascoltiamo certe voci delle « Acli », o gl iechi che vengono dopo il Concilio dalle stessegerarchie ecclesiastiche, se guardiamo a ci òche .accade in Francia (ad esempio, l 'appellodell'episcopato francese), allora vediamo che ,sì, nella democrazia cristiana in questo mo-mento esiste una crisi, ed è vero che le sini-stre all'interno della democrazia cristianasono state battute, che sono in difficoltà : mafuori della democrazia cristiana, nel mond ocattolico nel suo complesso, vi sono già lepremesse per qualche cosa di nuovo, vi son ogià forze con le quali si può aprire un discor-so che superi il vecchio e cerchi di trovare ,nei connotati della nuova società di frontealla quale ci troviamo, i termini di un nuovoconfronto.

Sì, il partito socialista italiano si avviaalla unificazione nei confronti 'della socialde-mocrazia; ma come chiudere gli occhi 'di fron-te all'opposizione di uomini come Lombard ie Santi, 'di fronte alla battaglia che essi con-ducono 'strenuamente, di fronte all'opposizio-ne della sinistra del partito socialista italia-no ? Ebbene, noi non 'siamo oggi sensibili all eloro 'posizioni solo perché essi sono control'onorevole Nenni e perché vogliono sottrars iall'unificazione; ma perché avvertiamo ch eessi cominciano 'a porre l'accento, nei loroscritti e nei loro discorsi, sui problemi nuovi ,sui problemi di oggi .

Ecco quello che ci importa, .ecco perchéallora noi diciamo che non vi è ragione d ipessimismo . Onorevole Moro, ella può fareil centro-sinistra e può andare avanti col su oGoverno non so per quanto tempo '(è nato, egià si trova al centro 'di polemiche : vi è Gal-loni che protesta 'da una parte, con la su acorrente che esce dalla direzione del partito ,vi è dall'altra l'onorevole La Malia che allatelevisione polemizza con l ' onorevole Fanfa-ni, vi è poi il partito socialista italiano ch ecerca di apparire in ,polemica con la demo-crazia cristiana) . Ma tutte queste cose appar-tengono !alla cronaca spicciola . Guardiamo piùavanti; se lo facciamo, constatiamo che d ifronte alla realtà italiana, ai problemi di oggi ,il centro-sinistra è una cosa vecchia, sorpas-

sata, superata, che non 'sa 'dire niente allaopinione pubblica .

Onorevole Moro, onorevole Nenni, perchéfra qualche settimana saremo costretti a vo-tare in quasi tutta Italia, nei più grandi cen-tri del nostro paese ? Perché saremo costrettia votare a Genova, a Firenze, a Roma, fors eanche a Napoli ?

MORO, Presidente del Consiglio dei mi-nistri . A Roma si tratta di normale scadenza .

VALORI . 'Non per l'amministrazione pro-vinciale . E non voteremo a Milano soltant operché vi siete comperato un rappresentant edella minoranza. Perché siamo costretti a vo-tare anche a Bari .e a Foggia ?

(MORO, Presidente del Consiglio dèi mi-nistri . Per l'onore della mia città devo dir eche per Bari (come anche per Foggia) si trat-ta 'di normale scadenza del quadriennio .

VALORI . 'Perché, per le altre città è undisonore ?

!MORO, Presidente del Consiglio dei mi-nistri . Non dico che sia" un disonore. Peròella ha incluso in codesto !suo elenco un'ara -,ministrazione 'che è fiorita nello spazio d iquattro anni .

VALORI . Quanto alla fioritura, giudiche-ranno gli 'elettori se sia un fiore o qualch ecosa d'altro .

!MORO, Presidente del Consiglio dei mi-nistri . Le do appuntamento per giugno; l'at-tendo aBari .

VALORI . Avremo tempo nella campagn aelettorale per discutere di 'queste cose .

Quello che voglio sottolineare 'è un altrofatto, e più serio : in metà dei grandi centriitaliani 'si va alle urne !perché questa grande« formula dell'avvenire » 'non è riuscita adavere la 'maggioranza. Avevate fatto un pre-ambolo, nel contratto 'di governo, per calarl adall'alto 'al basso senza misura .

'Certo, il caos lo avete provocato . In Vald'Aosta, in tutta una serie di comuni, in 'Si-cilia state portanto la confusione . 'Che cosasignifica tutto ciò ? 'Che 'questa formula nonriesce ,ad ottenere il consenso 'da voi sperato .Andrete avanti all'infinito parlando di rilan-cio, di spinta del centro-sinistra, ma vi im-batterete sempre in situazioni diverse da quel -le da voi auspicate . Perché ? Perché il centro-sinistra 'è una formula ormai superata, unaformula che ha valore solo per quello che in-teressa il neo-capitalismo italiano .

Ella ha pronunciato belle parole all'inizi odel suo discorso, che riecheggiavano alcune

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cose che ella ha detto al congresso di Napoli .Ma quella è la facciata, lo specchietto dell eallodole del centro-sinistra . Il solo e vero cen-tro-sinistra che va avanti è quello della poli-tica dei redditi, della programmazione, dell ariorganizzazione capitalistica, dei monopoli .L'altro va in disfacimento senza suscitare en-tusiasmi né slanci tra gli italiani . E voi do-vete -fare i conti con le nuove realtà, scaturit edal Concilio e dall'evoluzione economica .

Anche il P .S.I . si troverà di fronte a nuoverealtà. [L'unificazione non sarà un'operazion eindolore, né sarà avallata da tutti . Se poi con-frontiamo questa operazione con il dialogonuovo che si è aperto in Francia tra la S .F .I .O.e il partito comunista nella ricerca di unanuova unità delle sinistre, si vedrà quant oangusta, piccola, meschina sia la prospettiv adell'unificazione socialdemocratica che pre-tenderebbe di rinnovare la società italiana . [S itratta di politiche vecchie, di fronte ai fer-menti, agli interrogativi, alle esigenze de lmondo, alle nuove tendenze del capitalismo,ai nuovi problemi della scienza, della tecnicae della cultura .

Di qui ha preso le mosse il nostro difficil ecammino.

Onorevole Moro, noi siamo Muori della mag-gioranza. Non voglio chiederle che cosa si-gnifichi quell'avverbio « ovviamente » da leipronunciato a questo proposito . Per partenostra, vogliamo soltanto ricordarle che quan-do ella ha ,formato il primo governo noi era-vamo inseriti nella maggioranza e ce ne sia-mo allontanati . [Nei confronti nostri, quindi ,il discorso sulla delimitazione della maggio-ranza non ha senso . Le chiediamo però diessere trattati con un minimo di correttezzacome si conviene ad una forza politica coe-rente e pulita . Sapevamo dall'origine, d aquando cioè il collega e compagno Basso pro-nunciò la dichiarazione di voto nei confront idel suo Governo (e non fu per noi cosa n ésemplice, né lieta) quanto fosse difficile il no-stro cammino . Ma ha un [senso, oggi come al-lora, il nostro « no » al suo Governo . Noi c isforziamo di aprire strade nuove che por-tino a 'maggioranze diverse cercando il dialog ocon quanti sono [consapevoli della necessitàdi soluzioni nuove .

Ed è per questo che, in quest'ora, certonon lieta, perché uri altro cattivo governo ènato nel nostro paese dopo una brutta crisi ,noi siamo fiduciosi nel compito che ci siamoassunti e che porteremo avanti con tutte l enostre forze . (Applausi all'estrema sinistra —Congratulazioni) .

PRESIDENTE . R iscritto a parlare l'ono-revole Giovanni Leone . Ne ha facoltà .

LEONE GIOVANNI. Signor Presidente ,onorevoli colleghi, non vorrei a quest'oratarda che mi accadesse quel che accadde, ol-tre 40 anni fa, a un deputato che, non riu-scendo [a raccogliere le vele nonostante lecortesi sollecitazioni del Presidente De Ni -cola, nel momento in cui indugiava a descri-vere un [suo viaggio in India e si accingev aa commentare una scritta posta sul fronton edi un tempio, fu interrotto dal Presidentecon queste parole : « Onorevole collega, quellascritta la conosco ed è questa : siate brevi ! » .

Cerchero quindi di contenere in limit iristretti le molte cose che avrei da dire. 1 1mid intervento ha un duplice fine : segnalarealcuni problemi che, a mio avviso, sono ri-masti fuori della tematica della recente cri-si ; ristabilire il concetto esatto del termin e« politico » .

I problemi ai quali accennerò hanno tro-vato in parte eco nel discorso programmati-co del Presidente del Consiglio . Ma ho l'im-pressione che siano emersi alta sua attenzion epiù dalla sua coscienza di giurista e di citta-dino che dalla prospettazione che gliene han -no fatto i partiti, e perciò il mio discorso èprevalentemente critico nei confronti di quel -la che è stata la tematica [dei partiti . Dividen-do i problemi tra quelli che potremmo chia-mare [di serie A e quelli di serie B (per par-lare in termini sportivi) e collocando tra i se-condi problemi che, a mio avviso, sono at-tuali, urgenti e delioati, corriamo il rischi odi avallare un grave errore [di impostazion ee di deludere i cittadini .

Se la politica è l'arte di organizzare l estrutture dello Stato, della polis, non si pos-sono i problemi risolvere soltanto nei termi-ni, indubbiamente fondamentali, di politicaestera e idi politica economica .

Accanto ad una programmazione econo-mica che si rivela indispensabile e opportu-na, e alla quale noi aderiamo, occorre un aprogrammazione di carattere morale, che im-plica anche una programmazione di caratte-re giuridico, se è vero che la norma giuridicanon è che il nucleo minimo della norma mo-rale ('M•anzini infatti parlava del diritto pe-nale come del minimo del minimo etico) .

Purtroppo nel dibattito che si sta svol-gendo qui e in quello che ha avuto luogo a lSenato, la falsa impostazione data a tuttala tematica di questa crisi, ha fatto [sì ch ei discorsi dirottassero da questi problem ipur fondamentali . Ho sempre pensato – ed è

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cosa ovvia – che noi non possiamo trascu-rarli, perché agli errori di una politica eco-nomica si può riparare – come il fenomen oitaliano, grazie a Dio, ha dimostrato, in po-chi anni – con lo sforzo del Governo e conil concorso della volontà e della saggezza de icittadini ; ma ai danni e ai pregiudizi di unamancata programmazione giuridica e moral esi ripara faticosamente solo attraverso ge-nerazioini e con largo tormento . Ed è forsela mancanza di una visione organica di que-sti problemi che determina un 'fenomeno su lquale più volte è stata richiamata l 'atten-zione del Parlamento, e 'sul ,quale gli stessipartiti hanno appuntato la loro attenzione egli stessi Presidenti di Assemblea 'sono inu-tilmente intervenuti : l'esigenza cioè di sta-bilire uin''armonia nella produzione legisla-tiva, evitando e scoraggiando quella fram-mentarietà di legislazione, che ci viene giu-stamente rimproverata .

Facciamo un esempio : dato che noi nonabbiamo fino a questo momento trovato l apossibilità di fare una legge-quadro per i lriordinamento degli uffici giudiziari, come s ipuò impedire che un deputato presenti unaproposta di legge perché si istituisca un tri-bunale in questa o in quell'altra sede? N ési può continuare all'infinito ia rispondere :« Aspettate la riorganizzazione generale d iquesto settore » ; perché la promessa, più vol-te ripetuta, non è stata finora mantenuta .

Accenno in breve ai problemi sui qual irichiamo l'attenzione del Governo e del Par -lamento .

Primo : problemi costituzionali . Penso chedi fronte all'accusa, talora esagerata, ma inparte fondata, che la Costituzione non è sta-ta attuata nella sua interezza, non possia-mo limitare la nostra attenzione soltanto ataluni aspetti dell'attuazione costituzionale .Non mi riferisco tanto, onorevoli colleghi ,alla mancata, e pur necessaria e urgente, eaggiungerò generatrice di gravi danni po-litici e sociali, disciplina dei sindacati e de ldiritto di sciopero, perché di questo argo -mento ci si è serviti troppo in chiave pole-mica per combattere l'istituzione delle re-gioni . Mi riferisco soprattutto ad un altroproblema, quello del referendum popolare .Nell'altra legislatura vi furono pression inotevoli da parte dei gruppi di sinistra per -ché in materia una legge fosse approvatae la Camera dei Deputati compì il suo do-vere approvandone due . Queste leggi peròal Senato rimasero insabbiate . iSo che il Go-verno da un certo tempo ha presentato undisegno di legge sul referendum .

MORO, Presidente del Consiglio dei mi-nistri . Da più di un anno .

LEONE GIOVANNI . Gliene do atto, ono-revole Presidente . L'attuazione di una talelegge è indispensabile perché costituisce unodei pilastri del nostro sistema costituzionalee un riconoscimento della maturità del po-polo italiano : la partecipazione diretta .allaformazione delle leggi .

Sempre sui problemi costituzionali, c'è unaltro tema che comincia a diventare urgen-te : quello della durata dei giudici costitu-zionali . Il breve Governo che ebbi l'onoredi presiedere presentò una tematica in Par-lamento. So bene che in Senato vi è statauna lunga discussione e si è delineato unnotevole divario di opinioni quanto alla ri-soluzione del tema . È però necessario che ,prima che 'si arrivi ad una certa data, ormaiprossima, si eviti di mettere la Corte costi-tuzionale nella grave ed imbarazzante si-tuazione di risolvere da sé il problema dell apermanenza in funzione dei propri giudici .Il Parlamento provveda nel modo che cre-de ; ma provveda .

Penso del pari che un tema sul quale s ideve richiamare con serenità l 'attenzionedel Parlamento e del Governo è quello del -la revisione costituzionale dei procediment iministeriali (con questa espressione allud eai procedimenti di accusa a carico del Pre-sidente del Consiglio e dei ministri; nonpure al procedimento di accusa a carico delCapo dello Stato, il quale è bene che restiaffidato al Parlamento) . Quanto ai procedi-menti ministeriali, credo che una recent eesperienza dimostri che certamente quell aimparzialità, quella' visione serena della no-tizia del 'reato, quale che 'possa essere la con -figurazione giuridica 'del procedimento dinan-zi al Parlamento, non è certamente stata at-tuata e l'istituto ha deviato dai fini che laCostituzione aveva prefissato .

Ho proposto, al di fuori di questa As-semblea, di 'escludere l'ingerenza del Parla-mento in questi procedimenti e di stabilire ,con legge costituzionale naturalmente, ch eogni denunzia a carico del Presidente delConsiglio idei ministri e dei 'ministri sia tra-smessa direttamente alla Corte costituzionale ,la quale dovrebbe essere integrata da un uf-ficio del pubblico ministero. Dato che questaproposta viene da un deputato del gruppodi maggioranza relativa essa ha certament eun'ispirazione 'disinteressata .

Passo ora, onorevole Presidente del Con-siglio, ad un secondo tema, quello della ri-

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forma tributaria. Il tema è stato accanto-nato. La responsabilità 'di questo ricadepiù sui. partiti interessati ,alla risoluzionedella crisi che sul Governo . I partiti pre-sentano la tematica, che il Governo, che èil risultato dell'accordo, della convergenz adei partiti, riproduce in Parlamento . fiquesto modo di impostare la risoluzione d iuna crisi che ritengo debba essere modifi-cato e rettificato fin da adesso . Il Govern odeve recepire anche problemi che sono ri-masti fuori della polemica dei partiti, cheai partiti sono sfuggiti o per errore o per-ché non sono stati oggetto di vivacità d ipolemica . Il problema della riforma tribu-taria è di una importanza essenziale per-ché ha alla base due esigenze fondamentali .La prima è quella di corrispondere ad unaaspettativa di giustizia tributaria che i cit- •tadiniavvertono nella sua imponenza ; occorreche noi ci convinciamo che la giustizia nonè solo quella che si amministra dai tribu-nali, dagli organi della giurisdizione ordi-naria : giustizia è anche quella in materi adi tributi; come è giustizia quella che s iamministra in sede di formazione di un attoamministrativo. La seconda esigenza è quel-la di fornire un maggiore gettito all'erariodello Stato .

Terzo argomento è quello dei problem idella giustizia . Ribadisco la necessità, ono-revole Presidente del Consiglio, di una rifor-ma novellistica del codice penale . Do atto alministro guardasigilli di averla preannun-ziata già, in occasione di una opportuna dichiarazione sul cosiddetto delitto d'onore . Ilcodice penale è più idoneo ad una riformanovellistica, dato che le sue strutture siste-matiche fondamentali sono ancora in piedi ,non 'appartenendo esse 'al fascismo ovvero 'aquesta o a quell'altra ideologia, ma alla no-stra tradizione giuridica, che è tradizione li-berale e cristiana .

La riforma novellistica, però, deve aver eil coraggio (perché si tratta di vincere e disuperare anche talune critiche e perfino ta-lune speculazioni) di dare a certe forme d ireato aspetti definiti che oggi non hanno . V isono, infatti, forme di reato che si presenta -no in linee così indefinite, vaghe, equivoche ,che nell'interpretazione della dottrina e so-prattutto della giurisprudenza hanno datoluogo alle forme più sconcertanti di casistic ache inducono a meditare. Mi riferisco al pe-culato per distrazione, all ' interesse privatoin atto di ufficio ed all 'abuso innominato diautorità : sono reati 'che oggi, per l'incert aconfigurazione legislativa, costituiscono una

grossa trappola anche per i galantuomini e'comunque un'insidia per la pubblica am-iininistrazione, come 'dirò 'più avanti .

Passiamo al codice idi procedura penale .Riconosco – e ciò che mi spinge a parlare nonè l'amore per quel settore degli studi giuri -dici che ho prescelto negli ultimi ,anni dell amia attività accademica; ultimi fino ad ora ,ma mi auguro siano ancora molti quell iche il Signore mi concederà per l'avvenir e(Applausi) – che il codice di procedura pe-nale è il meno idoneo ad una riforma novel-listica . Ne siamo convinti e lo abbiamo speri-mentato in occasione della novella del 1955, l aquale, in parte per una interpretazione giuri-sprudenziale inammissibile che ha provocatoi danni che oggi andiamo constatando, i nparte per la difficoltà dell'innesto, ha dimo-strato quanto il codice di procedura penal esia difficilmente suscettibile di una riformanovellistica . Ma siamo di fronte – e qui laresponsabilità è in gran parte del Parla -mento e minore del Governo – ad un pro-getto di legge di delega presentato dal su oGoverno oltre un anno fa, onorevole Mor o(le dirò con serenità che bastava forse la leg-ge-delega del Governo dia me presieduto, sullaquale fino iad 'oggi ne verbum quidem) . I lche significa – ed è bene che questo sia av-vertito anche dai colleghi della estrema si-nistra, i quali spesso hanno il sospetto chesotto la specie della legge-delega si vogliaimpedire una riforma delle fondamental istrutture del processo penale – che, se la leg-ge-delega fosse approvata (ed il gruppo co-munista è contrario ad essa, o per lo men olo era ; il che conduce a prevedere una faticosaapprovazione), per l'applicazione del decretolegislativo avremmo bisogno ancora idi un nu-mero notevole di anni .

Onorevoli colleghi, ho l'impressione ch eil processo penale non possa attendere più eche si imponga un'altra novella . Siamo d'ac-cordo con chi dice che la crisi del processo pe-nale non è recente . Non parlerei di bancarottae forse neppure di fallimento, come nella in-te 'mperanza taluni hanno idetto ; 'ma è unacrisi che si è andata aggravando e che ogg ipresenta aspetti nuovi, che vi segnalo 'soltan-to brevemente .

In primo luogo noi abbiamo un'applica-zione delle norme sulla libertà personal edell'imputato la quale viene fatta – ed inquesto non vi è critica alla magistratura ita-liana, ma solo constatazione dei fatti – concriteri che variano da ufficio a ufficio e co ngaranzie (quelle che faticosamente introdu-cemmo nel 1955) che in questo momento sono

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ancora parziali . Vi è poi l'arretramento d ialcuni uffici del pubblico ministero, dopo l aseconda sentenza della Corte costituzionale ,su posizioni di istruzione preliminare perimpedire che all 'istruzione sommaria s iestendano quelle garanzie che solo dopo die-ci anni e per effetto della sentenza della Cor-te costituzionale sono state estese dalla for-male alla istruzione sommaria. Qui ci tro-viamo di fronte ad una specie di battaglia ,onorevoli colleghi, un'amara battaglia ! L iciviltà, la democrazia, le garanzie del con-traddittorio, le garanzie della difesa proce-dono faticosamente, difficilmente e duramen-te ed all'opposto alcuni uffici del pubblicoministero arretrano – pare di sentire un bol-lettino di guerra – su posizioni precedente -mente preordinate . Questo tentativo di nonfare scattare tempestivamente – e la tem-pestività in tema di difesa è tutto – le garan-zie della difesa, è un fenomeno che deveessere indifferibilmente valutato dal Parla -mento e dal Governo.

Terzo aspetto . Vi è in alcuni casi, e forsein molti uffici, una rifiutata direzione effet-tiva degli organi di polizia giudiziaria . Guar-date, onorevoli colleghi di sinistra : voi stes-si avete combattuto e combatterete ancor aperché la polizia giudiziaria possa avere i lmassimo di dipendenza dalla magistraturaed essere tutta sganciata dal potere ese-cutivo. Ebbene, ciascuno di noi potrebbe in -dicare casi notevoli in cui anche quel poteredirezionale, che oggi è notevole, non vieneesercitato e viene consentito alla polizia giu-diziaria il compimento di una serie di att iche nulla hanno a che fare con le sommaria ,necessarie ed urgenti prime indagini .

E qui vorrei aggiungere un rilievo. Le ne-cessità amministrative hanno opportunamenteconsigliato la formazione di nuclei specializ-zati di polizia giudiziaria. Questi nuclei spes-so debordano dal loro compito, e sotto l aspecie ,di esercitare una cattività che riguar-da lo stretto settore . di loro competenza si oc-cupano di reati comuni, sottraendosi a quel-la maggiore organicità e dipendenza dall'au-torità giudiziaria che esiste per la tradizio-nale polizia giudiziaria (carabinieri e pub-blica sicurezza) .

Vi è infine il problema della durata de iprocessi, che si ricollega al problema dell ' or-dinamento giudiziario .

C'è il problema della riforma penitenzia-ria. Anche qui do atto al Governo di aver pre-sentato un vero e proprio codice penitenzia-rio al Senato. Voglio ricordare anche, per do -

vere di giustizia, che questo tema fu affron-tato con eguale nobiltà di intenti dal guar-dasigilli Gonella in altro tempo e fu presen-tato al Parlamento altro degnissimo, mo-derno, civilissimo codice penitenziario . Allorasi dormì, come oggi si teme che si possa dor-mire. !In questi giorni, onorevole Presiden-te del Consiglio, c 'è un corso internazional edi criminologia presso il mio istituto di di-ritto penale (ella è stato invitato, ma no nha potuto partecipare per i suoi impegni) .Vi sono criminologi di tutto il mondo ch eancora pensano che l'iltalia sia la grand emaestra ,del diritto penale. Si è chiuso direcente il bicentenario della prima edizionedel libro Dei delitti e delle pene del Bec-

caria. Il miglior modo per celebrarlo, ono-revoli colleghi, è quello di affrettare la ri-forma penitenziaria . Non possiamo inge-rirci negli atti dell'altra Camera ; ma pos-siamo chiedere al Governo che, svolgendola sua opera delicata, deferente ma doverosa ,di propuIsione sulle Assemblee, voglia sol-lecitare l',approvazione da parte del Senat odella riforma .

È del pari necessaria una riforma anch eparziale dell'ordinamento giudiziario . Il pro-blema !del processo penale e civile e dell asua durata, il problema della sfiducia nell agiustizia (che, in campo civile si risolve conun ricorso frequente agli arbitrati, là dov enel campo penale non èè !possibile sottrarsi all agiurisdizione), sono molto legati all'ordina-mento giudiziario . Onorevole Presidente de lConsiglio, estraete dall'ordinamento giudizia-rio qualche norma, presentate una riformanovellistica, che riguardi per esempio la sededegli uffici giudiziari . Mi permetto di formu-lare al riguardo runa .proposta . L'unico modoper liberarsi dai necessari, e certe volte ap-prezzabili campanilismi, è quello ,di fissareun 'criterio generale . Stabiliamo con legge ch eper ogni circoscrizione provinciale ha de es-servi solo un tribunale e solo una pretura uni-ficata, ,e allora ci difenderemo tutti : noi da inostri legami, ricchi di ,sentimento di nostal-gia, con i nostri paesi natii, con le memoriedella nostra giovinezza e .della nostra pro-fessione, ed il Parlamento. ed il Governoavranno fissato criteri generali, validi per tut-ti . Si possono ,altresì estrarre dall'ordina-mento giudiziario e ritrovare anche in tantidisegni governativi e proposte di leggeaspetti notevoli che riguardano la riduzion edei collegi giudiziari ed !altre 'semplificazion iche sono necessarie ed utili per alleggerirela pesantezza e la lentezza !del processo pe-nale .

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E se poi troverete modo anche di ricor-darvi, onorevoli colleghi, di quella che è unapressante esigenza dell'opinione pubblica, larevisione delle norme sulla circolazione stra-dale, compirete opera opportuna e beneme-rita. Ogni anno a Stresa si rinnova una con-ferenza ed ogni giorno il sangue versato sul -l'asfalto ci atterrisce . Il Parlamento ed il Go-verno devono dare una risposta all'esigenz adi una maggiore durezza della legge dell astrada, che ha fini 'soprattutto preventivi .

Dobbiamo operare insieme, onorevoli col -leghi, perché siamo tutti d'accordo sull'im-portanza di questi temi e 'potremmo forsetrovarci d 'accordo su talune soluzioni ; d'al -tra parte l ' istituto parlamentare presenta am-pie possibilità di rapida soluzione di queiproblemi attraverso il felice congegno delleCommissioni parlamentari in sede legislativa .

Non è detto che anche quando la nostraattenzione è concentrata attorno a un gravee fondamentale problema, non possiamo ,come tante volte abbiamo fatto – e qui no nvi è critica che concerna il senso di attacca-mento al dovere da parte degli onorevoli col -leghi – legiferare nell'ambito delle Commis-sioni . Solo così potremo porre fine 'ad un fe-nomeno che comincia ad assumere caratter escandaloso : quello di legiferare sotto la pres-sione dell 'opinione pubblica per taluni episo-di clamorosi . 'Quando abbiammodificato lenorme sulla revisione dei giudicati ? Quant ianni di aspettative ! Me ne occupai – mi siaconsentito ricordarlo – nella prolusione all auniversità di Roma quasi dieci anni or sono.Nessuna voce di giurista, di 'avvocato, di so-ciologo fru accolta. Ci volle il caso Gallo per-ché, ,a causa della risonanza che esso ebbe ne lpaese e di una impasse giurisprudenziale ,fossimo indotti •a legiferare sulla revisione !

Allo stesso modo si è sempre detto : bi-sogna ridurre al minimo, se non abolire de ltutto, l'obbligatorietà dei mandati di cattura .E noi ci siamo risolti ad abolire l'obbligato-rietà solo quando, con l'aumento dei falli -menti in Italia, ci siamo accorti che avremm oriempito le carceri di povera gente fallita ebancarottiera .

Non si legif era, onorevoli colleghi, sottol 'assillo imminente, dando il sospetto – cometavolta ingiustamente si è pensato – che lalegge o la riforma siano fatte in funzione d iquesto o quell'interesse .

E a proposito di legiferare, vorrei direuna parola sul tema dell 'amnistia. Non socosa pensi il Governo, ma questa speranza s iriaccende in molti . Ricorderò che all'amni-stia come istituto sono contrario, mentre sono

favorevole al condono; ma esiste nella Costi-tuzione, e mi arrendo . Di fronte al riaccen-dersi di una speranza, onorevole President edel Consiglio, collegata anche a un importan-te anniversario, penso sia dovere del Gover-no dire una parola . Io non prendo posizione ,onorevole Moro : pongo soltanto un proble-ma di doverosità di una 'parola sollecitada parte del Governo ; questo non impedi-sce che un gruppo o un deputato possan opresentare una proposta di legge . Il Gover-no però, massimo responsabile e interpret edella maggioranza, deve dire la sua paro lapresto. Voi sapete che il problema dell 'am-nistia non implica soltanto aspettative e suc-cessive delusioni, 'drammatiche sul piano spi-rituale, 'e quindi nella , sfera del recuperodel detenuto; esso riguarda anche la stas idella attività giudiziaria .

L'onorevole Moro riaccenda in questomomento, 'anche per distrarsi dalle sue curedi governo, i suoi interessi per la scienzadel diritto processuale penale : pensi qual èil dramma di un ricorrente in Cassazion eper un reato che potrebbe rientrare nell'am-bito dell 'amnistia, il quale si veda fissare i ldibattimento della propria causa per un'udien-za imminente . È inutile dire .ai colleghi giu-risti e in primo luogo all'onorevole Moro l aenorme differenza tra amnistia ,propria 'e im-propria .

Pensi, onorevole Presidente del 'Consiglio ,'a u'n altro dramma 'che 'è ancora -più grave :l 'esecuzione di piccole pene che 'debba inizia-re in questi giorni . Ghi di noi non ha una ri-chiest 'a 'di grazia, che appoggia presso il guar-dasigilli, di povera gente che scrive da tutt aItalia ? Sei, otto, dieci mesi di reclusione ;l 'esecuzione che comincia, e forse per quel-la pena, se venisse il condono, si potrebb eavere l'estinzione . Mi permetto di sugge-rirle, onorevole Presidente del Consiglio, eper suo tramite al guardasigilli di dare di-rettive nel momento 'stesso in cui vi 'decidestead impostare l'amnistia, perché non si dia ese-cuzione a quelle pene che potrebbero rien-trare nel progettato provvedimento di condono .

Passiamo ai problemi della pubblica am-ministrazione. Su questo argomento richia-merò un solo problema che è di una gravitàeccezionale. Non intendo, con questo, miointervento muovere alcun rilievo sui procedi-menti penali in corso; voglio soltanto pren-dere occasione da essi per fare qualche con-siderazione . Indubbiamente questa fiorituradi procedimenti può determinare, se non h adeterminato già, la paralisi totale o parzial edella pubblica 'amministrazione . E qui, op-

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posizione e partiti al Governo, dobbiamo tut-ti guardarci negli occhi con onestà pensand oalla vita dello Stato che deve continuare ealla paralisi che sopraggiungerebbe nell avita del paese se la pubblica amministrazione ,atterrita da questi procedimenti penali, si pa-ralizzasse di fronte alla preocupazione di cia-scun funzionario di assumere la responsabi-lità di un atto o di un provvedimento .

Ebbene, occorre sollecitare una distinzionechiara e moderna tra responsabilità penale ,responsabilità contabile e disciplinare e r esponsabilità politica . Do atto all'onorevole LaMalia di aver inquadrato questi temi iacuta-mente in una interpellanza e in una propostadi legge di inchiesta parlamentare. Non so sel'inchiesta parlamentare sia opportuna ed am-missibile; ma è merito dell'onorevole La Mal -fa aver prospettato al Parlamento gli argo-menti e la tematica . Sia chiaro che in quest amia affermazione non vi è, in linea generale ,alcun addebito di responsabilità alla magistra -tura. La responsabilità è nella carenza enella arretratezza del sistema. Perciò il pro-blema va risolto con legge od anche con l ostrumento dei conflitti di attribuzione fra ipoteri dello Stato .

Un'ultima parola sui problemi di costume .Onorevole Presidente del Consiglio, ho ap-prezzato la sua circolare ai ministri . Mi au-guro che sia rispettata, perché è stato ricor-dato che altre circolari, anche di altri pre-sidenti del Consiglio, ispirate da giusti inten-ti, come la sua, non furono rispettate . Riten-go che se ella riuscirà ad ottenere che i suo icolleghi ministri non parlino fuori del Par-lamento, se riuscirà ad ottenere che gli ita-liani non debbano leggere i giornali il lu-nedì, per sentire quello che la domenica u nministro ha detto, preannunciando un prov-vedimento o criticando perfino il Governo d icui fa parte, in qualunque sede, certe volt eufficiale, certe volte di partito, certe volteconviviale, ella avrà ottenuto un grande ri-sultato . Ne ha il potere e la possibilità ; agi-sca in questo senso ! {Applausi al centro) .

Vorrei fare riferimento ad una più am-pia prospettiva . Sarebbe un altro suo merito ,onorevole Presidente -del 'Consiglio, (se riuscis-se ad ottenere che alti personaggi (non mi ri-ferisco al Capo dello Stato) quando tornan oda riunioni, conferenze, assemblee all'este-ro, non informassero gli italiani !sui risultat idelle loro opere tramite i giornali o la tele-visione, (ma riservassero la (prima sede di tal iinformazioni al Parlamento .

Tante volte ho pensato ((e i tentativi fatt ida me in altra sede furono inutili) che anche

se la Camera non siede, un ministro degl iesteri o della difesa che torna da una mis-sione, un ministro del commercio con l'esteroo dell'industria che torna da un viaggio puòvenire a riferire alla Commissione, o al pre-sidente della Commissione parlamentare. Visiete mai domandati se il ministro degli ester iquando va in altri ;paesi ha mai !ric vuto i lpresidente della Commissione esteri della Ca-niera e del Senato, (o, tornando, ha con loropreso un (caffè per informarli di quello che èaccaduto ?

Occorre che il Parlamento sia informatoper primo e che la pubblica opinione vengaa conoscenza di certi avvenimenti tramite i lParlamento e non attraverso altri canali .

Onorevole Presidente del Consiglio, sem-pre in tema di costume, vorrei richiamare l asua attenzione perché si adoperi in tutti imodi affinché sia eliminato quel criterio dellaprorogatio dei poteri di chi si trova a cap odi enti, organismi od amministrazioni .

Io non so se la prorogatio sia un istitutodovuto alla geniale fantasia dei giuristi chetalora sono capaci diaccendere la spirale del -l'assurdo, oppure (sia un istituto dalle pro -

fonde radici . Non so poi se quei dirigenti s isentano sempre nella pienezza (della loro di-gnità morale e personale . Guardiamo al -l'aspetto più delicato (del problema, della di-gnità cioè dell'amministrazione o dell'istituto .È mai possibile che in un paese in cui all oscadere dei limiti di età, nel giorno di nascita ,si colloca a riposo un cittadino inesorabilmen-te, esista poi questa prorogatio per alcune per-sone investite di alte responsabilità ?

Un ultimo punto : quello della scelta dellepersone da collocare nei posti di maggiore re-sponsabilità . Auspico che sia 'veramente un ascelta tecnica e morale . Onorevole President edel Consiglio, onorevoli colleghi, l'ideale sa-rebbe che il Governo 'e le amministrazioni in-teressate avessero la libertà di scegliere al d ifuori dei partiti, ancorché si pensi ad un certoadeguamento della personalità e delle idee po-litiche del prescelto alla responsabilità che gl i

si intende affidare. Se noi facessimo così, non

solo rilanceremmo la dignità e il prestigio de ipartiti, ma salveremmo i partiti stessi dal tra-sformismo, che è il più ignobile fenomeno ita-liano in via di sempre maggiore sviluppo (Ap-

plausi), e nel quale la democrazia italianacorre il rischio di affogare . Non (prendo qu iposizione su questo o quel caso . Sono lontan idal mio animo, e poiché questo è un discors odi leale collaborazione al Governo, non in-tendo fare alcun accenno ad avvenimenti chepossa assumere carattere scandalistico . Ma

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IV LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA POMERIDIANA DELL ' 11 MARZO 196 6

certamente conosciamo tutti soggetti che han -no mutato partito per entrare nelle fila diquello che .si riterrà essere « il partito che stain ,groppa al cavallo » e ciò isolo per carrie-rismo . Noi dobbiamo respingere queste form edi sofisticazione della vita politica italiana.(Applausi) .

Mi pare che stia applaudendo anche l'ono-revole Covelli ; ella mi farà espellere dal par-tito se continua ad applaudire . . (Si ride) .

Voi dovete saper vincere la suggestione de lpotere e il Governo deve essere in grado d irifiutarsi (e qui la responsabilità è più de ipartiti che premono sui ministri che di que-sti ultimi) di compiere certi arbitri . Pensoche noi dobbiamo tutti cooperare in questosenso perché credo sia ovvia 'cosa quella ch evi dico in questo momento e con la quale con-cludo :, l 'elettorato ha conquistato, attraversouna continua evoluzione, una maturazione e dun senso critico, inesorabili . E tenete conto ,onorevoli colleghi, che chissà quante volt eaccadrà (e sarebbe bene che iaccadesse) cheproprio l ' ingiustamente beneficiato, poichéquel beneficio gli è costata umiliazione sulpiano della dignità personale, nel segreto del -la cabina voterà contro quel partito che pe rfavorirlo lo ha messo in ginocchio ! Se conti-nueremo così, avremo diseducato il cittadinoe l'elettore, e avremo collaborato alla squali-ficazione dei partiti che, invece, sono compo-nenti essenziali della vita democratica .

Concludo, onorevole Moro, pregandola d iaccettare i miei rilievi con iquello spirito concui sono stati formulati e detti . e cioè nello

spirito della più leale collaborazione con lei econ il suo 'Governo. E se una risposta si com-piacerà dare, sia convinto che non sarà unarisposta a quest'umile deputato, sarà una ri-sposta al paese che l'attende e che giudicaParlamento, 'Governo e partiti al banco d iprova di questi fatti . (Vivissimi applausi alcentro — Molte congratulazioni) .

PRESIDENTE . Il seguito della discussion eè rinviato a domani .

Annunzio di interrogazion ie di una interpellanza.

MAGNO, Segretario, legge Ie interroga-zioni e la interpellanza che sono pervenutealla Presidenza .

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE . 'Comunico l'ordine de lgiorno della seduta di sabato 12 marzo 1966,alle 9,30 :

Seguito della discussione sulle comunica-zioni del Governo .

La seduta termina alle 20,35.

IL CAPO DEL SERVIZIO DEI RESOCONTI

Dott . MANLIO Ross i

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBAL E

Dott . VITTORIO FALZONE

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INTERROGAZIONI E INTERPELLANZAANNUNZIATE

Interrogazioni a risposta scritta .

BONAITI E CALVETTI . — Ai Ministridel lavoro e previdenza sociale e dell'indu-stria e commercio . — Per conoscere se no nritengano necessario porre all'esame la si-tuazione che `si sta determinando 'presso l aSocietà per azioni Moto Guzzi di Mandell oLario (Como), in relazione ai recenti avveni-menti che hanno portato all'amministrazion econtrollata .

Trattasi di un'azienda che ha sempre of -ferto lavoro, sia 'subordin'ato che autonomo ,a gran parte di un vasto comprensorio dellasponda orientale del lago di Como ; il venirmeno di tali possibilità di lavoro si prospet -terebbe estremamente e gravemente pregiu -dizievole per la vita di oltre un migliaio difamiglie, che noti ,avrebbero, specie in quest imomenti, altre e diverse possibilità di sosten -tamento. La vastità del fenomeno e delle sueconseguenze sono tali da 'postulare e legitti -mare l'interessamento del pubblico potere .

(15404 )

D'IPPOLITO E TRENTIN . — Ai Ministridel lavoro e previdenza sociale e di graziae giustizia . — Per conoscere in base 'a qualedisposizione di legge i carabinieri, in alcunicomuni della provincia di Taranto, invitanonelle caserme centinaia di braccianti di amb oi sessi e li sottopongono ad estenuanti inter -rogatori circa la loro iscrizione negli elench ianagrafici e circa i loro rapporti con l'orga -nizzazione sindacale, determinando un viv ostato 'di malcontento fra i lavoratori suddett ied uno stato di comprensibile apprension enelle loro famiglie e nei cittadini in genere .

(15405 )

PALAllESCHI, MAllONI E MALFAT-TI FRANCESCO . — Al Ministro dei lavoripubblici . — Per sapere :

1) se 'è 'a conoscenza 'della deliberazionen. 36 del 20 gennaio 1966 della Camera d icommercio industria e agricoltura di Firenze ,riguardante +l'assegnazione di alloggi eco-nomici ;

2) se è a conoscenza che l'anzidetta de -liberazione impone ai dipendenti-assegnatar ioneri e condizioni che sono ,un'aperta e pales eviolazione 'di regolari contratti, 'di consolidat iatti amministrativi, delle istruzioni impar-tite dallo stesso Ministero dei lavori pub-

blici e d'elle stesse norme sulla edilizia eco-nomica sovvenzionata ;

3) quali provvedimenti intenda pren-dere per il ritorno alla legalità ed al rispettodelle leggi, tenuto anche conto del fatto ch ela Camera di commercio industria 'e agricol-tura di Firenze ha ,beneficiato da tempo de lcontributo dello Stato per la costruzione de -gli alloggi anzidetti .

(15406 )

ABENANTE. -- Al Ministro dell'interno .-- Per sapere – in riferimento alla interroga-zione n . 13273 avanzata in data 14 ottobre1965, riguardante l'orario d'ufficio degli im-piegati civili del Ministero dell'interno – perquali motivi ,agli impiegati civili di detto Mi-nistero, Direzione generale della pubblica si-curezza, si obbliga a fare l'orario spezzato adifferenza degli altri impiegati dello Stato eciò in contrasto con la stessa circolare dellaPresidenza del Consiglio del 24 novembre1954, n . 7101, pur considerando l'articolo 38 5del testo unico dello statuto degli impiegaticivili dello Stato in cui si fa cenno che l'ora -rio si divide in 'due turni .

Malgrado il predetto articolo, in numerosequesture d'Italia al personale civile si fa pra-ticare l ' orario unico con turni pomeridiani .

In particolare a Benevento, mentre gli im-piegati della prefettura beneficiano dell'ora -rio unico, quelli della questura sono costrett iall'orario spezzato con evidente, diverso trat-tamento .

È da precisare 'che l'orario 'dei 'dipendent icivili della questura di Benevento, praticatonegli ultimi trenta anni, è stato il seguente :

orario unico dal 1935 all'aprile del 1962 ;dal 3 maggio 1962 : 8,30-13,30, 17-20; dal 9 no -vembre 1962 : 8,30-13,30, 16-18 ; dal 15 luglio1963 : 8-14, 17-19; dal 22 agosto 1963 : 8-14 ;dal 6 marzo 1964 : 8-13, 17,30-19,30; dal 3 lu-glio 1964 : 8-13, 18-20 ; dal 1° agosto 1964 : 8,30-13,30, 17-19 ; dal gennaio 1965 : 8,30-13,30,17-19 escluso pomeriggio del sabato .

'Si vuol sapere, inoltre, donde provengal'interpretazione con la quale agli impiegat icivili (pubblica sicurezza) venga attribuitauna funzione del tutto identica a quella deimilitari appartenenti al corpo degli agentidi pubblica sicurezza 'ed in virtù di qual enorma specifica possano essere applicate agl istessi le limitazioni imposte agli agenti daldisposto del codice 'penale 'militare .

Se tale interpretazione fosse giusta anchei dipendenti civili del Ministero della difes adovrebbero essere assoggettati alla stess anorma, il che 'non è .

(15407)

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MINASI. — Al Ministro della pubblic aistruzione. — Per conoscere se non ritiene i ncontrasto con le norme che regolano la ma-teria la situazione del direttore .didattico Pi-leggi, che da oltre due anni regge contempo-raneamente da direzione di Caulonia (Reggi oCalabria), di cui è titolare e quella di Caulo-nia Marina ;

se e ia conoscenza che i ragazzi : Piscio-neri Giuseppe, nato i1 15 .novembre 1958 ; Pi-scioneri Maria, nata il 23 ottobre 1952 ; MazzàRasa, nata il 27 febbraio 1952; (Maiolo Cateri-na, nata il 27 novembre 1951; Panetta Maria ,nata il 2 novembre 1953; Bava Mario, nato i l12 maggio 1956 ; Piscioneri Rosa, nata i1 26febbraio 1954 ; Rullo 'Cesare, di .anni 8; RulloBenito, di anni 10 ; tutti residenti a Finocchiodi Caulonia, non possono frequentare l ascuola la di cui frequenza è obbligatoria, i nquanto le loro domande non ebbero (ad oggiesito alcuno .

(15408 )

SERVELLO . — Ai Ministri dei trasporti eaviazione civile e dei lavori pubblici . — Persapere quali iniziative intendano assumereper risolvere gli annosi scontrasti insorti insede tecnico-amministrativa 'locale a proposi-to della costruzione del cavalcavia progettatotra la stazione delle ferrovie dello Stato di Pa -via e il raccordo con l 'autostrada dei fiori ,indispensabile al traffico e (allo sviluppo del -la città .

(15409 )

BUSETTO . — Ai Ministri dei lavori pub-blici e dell 'agricoltura e foreste . -- Per sa-pere se siano a conoscenza del vasto movi-mento di opinione pubblica che si è venutosviluppando nella Valle di Seren del Grappada parte di numerose famiglie delle borgat eVal Frassen, Segat, Col della Stua, Col deiPez, Col della Fontana, Titot, Risci, Ponterae Brocchette per ottenere la variazione de lprogetto della costruenda strada denominatadelle Bocchette che da fondo valle di Sere ndel Grappa dovrebbe condurre a detta loca-lità congiungendosi alla statale del MonteGrappa .

Le famiglie delle borgate succitate chie-dono che con il previsto contributo dello Stat osia data invece la precedenza alla costruzionedi una strada che da fondo valle dovrebbegiungere sino a fine Pontera, della lunghezz adi chilometri 2,5 circa servendo le famigliedislocate lungo questo percorso . Poiché co-deste famiglie si servono tuttora di una vec-chia mulattiera adibita a tutti gli usi qual iil percorso dei bambini che si debbono re -care a scuola, quello del medico e della leva -

trite, il trasporto del legname, ecc ., senzaavere nemmeno la luce elettrica, l'interro -gante chiede ai Ministri competenti di vole rsoddisfare con urgenza le richieste delle fa-miglie della Valle di Seren del Grappa.

(15410)

JACAllI . — Al Ministro del lavoro e del -la previdenza sociale . — Per sapere 'se sia aconoscenza che l'attuale collocatore comu-nale di Valle Agricola (Caserta) signor Au-recchia Alessio, risulta essere ;stato condan-nato più volte per furto e lesioni e per cono-scere se sia vero che a suo carico esiston oprocedimenti penali in corso . L'interrogantechiede di conoscere se ciò sia compatibile conle funzioni di impiegato statale ee quali prov-vedimenti si intendano 'prendere, dato anch eil perdurante atteggiamento prepotente e ditipo mafioso (dell'Aurecchia, particolarment einviso ai lavoratori del luogo .

(15411 )

CALABRO E TURCHI . — Al Ministro delladifesa . — Per conoscere se osi sia reso conto de lgrave stato di disagio esistente in tutti gli am-bienti del suo Ministero, disagio dovuto al -l'entrata in vigore dei provvedimenti delegatisul riordinamento della Difesa .

Questa situazione ha portato :alla mortificazione dei direttori general i

e di altri funzionari delle tre Forze armate ch evagano alla ricerca di notizie sul loro nuov oimpiego che viene mantenuto rigorosamentesegreto ;

alla sottrazione dalla diretta dipendenz adel Gabinetto del Ministro di importanti uf-fici, quali ad esempio quelli del Bilancio eLeggi e Decreti che rappresentavano, come rap-presentano in tutti gli altri 'Ministeri, una ga-ranzia di autonomia ee di giudizio ed una sere-na valutazione unitaria dei problemi delle tr eForze armate ;

alla notevole creazione di malumori no nsolo per la costituzione di carriere ad hoc, macon l 'esclusione dalla carriera speciale di al -cune categorie di impiegati che hanno titoli emeriti superiori a quelle che hanno ottenut otale riconoscimento ;

allo }sperpero di tempo e denaro per i lriordinamento che oggi appare molto confusoe che certamente prima di essere completamen-te attuato porterà a notevoli squilibri organiz-zativi ed economici ;

all 'affannosa sistemazione in nuovi locali ,opportunamente riattati, di organi di recent ecostituzione nonché a costosi trasferimenti d iintere direzioni generali da una sede all'altra .

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Gli interroganti pertanto, preoccupati ch euna situazione del genere possa minare il mo-rale delle Forze armate che già ha avuto unascossa con le dimissioni in segno di protest apresentate da un generale di corpo d'armata ,nonché dalla frattura che potrebbe crearsi framilitari e civili la cui cordialità di rapport idovrebbe essere essenziale alla sana conduzionedel Ministero della difesa, chiedono al Ministrodi procedere con ogni cautela all'applicazionedei citati provvedimenti delegati e di porre, altempo stesso, allo studio con ogni urgenza gl istrumenti legislativi necessari per restituire or -dine e tranquillità alla sconvolta amministra-zione della Difesa .

(15412 )

ROBERTI E 'GUARRA . — Al Ministro deilavori pubblici . — Per sapere se è a sua co-noscenza che il presidente della 'Commission eprovinciale di Roma per l'assegnazione degl ialloggi economici e popolari istituita press oil genio civile di Roma, nominata con decret oprefettizio del 18 marzo 1965, n . 7245, in ap-plicazione dall'articolo 10 del decreto del Pre-sidente 'de'lla Repubblica 23 maggio 1964 ,n . 655, dopo alcuni mesi di attività collegialesvolta dalla Commissione stessa, concretizzat ain dieci sedute, ha ritenuto di escludere, pe rl'avvenire, i rappresentanti degli assegnatar idegli alloggi I .N.C .I .S. nelle riunioni in cu isi discute d'elle assegnazioni degli alloggi po-polari e viceversa .

E se non ravvisa in tale provvedimento laviolazione delle norme del citato decreto de lPresidente della Repubblica 23 maggio 1964 ,n. 655, e del decreto prefettizio del 18 marz o1965, nn . 7245, i cui testi indicano chiaramenteche il compito devoluto alla commissione, e ,quindi, a tutti ii suoi componenti, è quell odell'assegnazione degli alloggi popolari edeconomici specificamente 'di quelli delle Casepopolari, dell'LN :C .I .S . e dell'I :S .E .S., 'edun gesto discriminartorio nei confronti dei rap-presentanti degli assegnatari e, quindi, dell eorganizzazioni sindacali che essi rappresen-tano, atteso per l'esclusione in discorso, nonè 'stata estesa,- di volta in volta, ai rappresen-tanti dell'Amministrazione provinciale, del -l'Istituto autonomo delle case popolari, del -l'Istituto nazionale case 'impiegati dello 'Stat oe del 'sindaco di Roma.

Ciò premesso chiedono ancora al Ministrose non ritenga 'di intervenire per ridare atutti i componenti la commissione di che trat-tasi uguali 'diritti di rappresentanza onde con -sentire loro 1'assdlvianento del mandato ne imodi e nei termini previsti dalla legge. (15413)

MARRAS . — Al Ministro dell'agricolturae delle foreste . — Per conoscere le ragioni ch ehanno portato all'esclusione di territori dell aprovincia di Sassari delle provvidenze previ-ste nella legge ' 29 novembre 1965, n . 1314,per le aziende agricole 'danneggiate da cala-mità naturali o da eccezionali avversità atmo-sferiche verificatesi dopo il 31 agosto 1965 ,quando è ben noto, anche per richiamo d iinterrogazioni parlamentari e per resocontidi stampa, che il territorio della Gallura, ne igiorni 17 e 18 ottobre 1965, e il territorio de icomuni di Villanova, Monteleone e Monte -leone Roccadoria, nei giorni 3 e 4 novem-bre 1965, furono colpiti da violenti nubifrag icon gravi danni alle colture .

(15414 )

CORGHI . — Al Ministro dei lavori pub-blici . — Per sapere se è stato predisposto i lfinanziamento necessario per il completa -mento della strada – la cui costruzione f uiniziata nel 1950 – che collega la frazion eBratta con il comune di Bianzone (Sondrio)e con la statale dello Stelvio .

Si tenga presente che dal punto in cui fu-rono interrotti i lavori (per mancanza di fi-nanziamenti) alla frazione suindicata il tra -sporto delle merci, dei prodotti e dei malat iavviene oggi prevalentemente eseguito a spal-la d'uomo. Ciò, come è facilmente immagina-bile, è fonte di indicibili disagi 'e sofferenzeper tutta la 'popolazione .

Deve inoltre considerarsi :

a) il logoramento dell'attuale tronco

stradale costruito , e abbandonato ;

b) il 'grande danno a tutta l'economiadella zona in quanto gli alpeggi a monte dell afrazione Bratta non sono sfruttati convenien-temente e molti ottimi terreni per la produ-zione di segale, grano saraceno e ortaggi son o

abbandonati, così come abbandonate in un ostato impressionante sono le case di abita-zione .

(15415 )

GOLINELLI E VIANELLO . — Al Ministrodell'industria e del commercio . — Per cono-scere 'di fronte alle lunghe ed inutili attesedi molti interessati nella provincia di Ve-nezia, in che modo, per quale ‹am'montarecomplessivo e partitamente-e a favore di chi ,è intervenuto ad oggi nella provincia di Ve-nezia il fondo speciale per il finanziamentodelle medie e piccole industrie manifattu-riere istituito con decreto-legge 14 gennai o1965, n . 1, convertito con modificazione i nlegge 11 marzo 1965, n . 123 .

(15416)

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MARRAS . — Al Ministro dell'interno . —Per conoscere quali 'provvedimenti sono statiadottati .per ovviare alle conseguenze del gra-ve nubifragio abbattutosi recentemente ne lcomune di Berchidda (Sassari) e per sodi -sfare le richieste espresse dagli abitanti nellamanifestazione popolare svoltasi nei giorn iscorsi davanti al municipio.

(15417 )

MARRAS . — Ai Ministri dell 'agricolturae foreste, dell ' interno e dei lavori pubblici .-- P'er sapere s'e sono ial corrente del males-sere provocato tra la popolazione di Buddus o(Sassari) dal licenziamento di quasi 100 lavo-ratori occupati nell'azienda speciale per l avalorizzazione dei terreni comunali ; per co-noscere quali provvedimenti intendano adot-tare per la riassunzione dei licenziati e pi ùin generale per alleviare 'il grave stato di di-soccupazione in cui versano gran parte deilavoratori d 'i quel popoloso centro, ove di aqualche tempo isi svolgono imponenti mani-festazioni per chiedere un sollecito interventodelle ,autorità per l 'attuazione d'i opere e lavoridia lungo 'tempo programmati .

(15418 )

PELLEGRINO . — Al Ministro dei traspor -ti e dell 'aviazione civile . — Per sapere sesia a conoscenza delle gravi difficoltà in cu iversano i camionisti trasportatori di pesce d iMazara del Vallo e idella Sicilia non potendocircolare ila domenica e dovendo subire note -voli 'remore nel traghettaggio 'da Messina aVilla San Giovanni, perdendo così giornat eed ore che sono anche decisive nella conserva-zione della merce com'è noto così deperibile ;se non ritenga d'i prontamente intervenire perconsentire la circolazione 'di detti mezzi anchela domenica ed agevolarne il 'traghettaggiodando loro assoluta precedenza su altri auto-mezzi da Messina a Villia San Giovanni .

(15419 )

PELLEGRINO . — Ai Ministri della difesae dei lavori pubblici . — iPer sapere se nonritengano di intervenire prontamente per l acostruzione di un ponte provvisorio sul Ma-zaro nella città di Mazara del Vallo anche co nl ' intervento del Reparto genio pontieri d istanza a Palermo per ovviare ai gravi in-convenienti ed ai danni derivanti a notevoleparte di cittadini 'di iMaziaro, che :abitano ol-tre il Maziaro dove peraltro si svolgono rile-vanti 'attività commerciali ed industriali diquel comune essendo stato chiuso al trafficol'unico ponte esistente privando seimila cit-tadini di una via di comunicazione direttaed adeguata .

(15420)

PELLICANI . — Al Ministro della pubblic aistruzione. — Per sapere : quali provvedimen-ti saranno adottati al fine d'i equiparare il ti-tolo diabilitazione ial comando di navi conpatente di capitano a quelli richiesti per l'in-clusione nelle graduatorie per :l ' insegnament odella materia d'i applicazioni tecniche nell escuole medie ; is'e, inoltre, il miedesimo predettotitolo non appaia conforme alle esigenze del-l'ordinamento ai fini dell'insegnamento dellelingue straniere e della matematica e osser-vazioni scientifiche, come è ammesso per di-plomi meno qualificanti e conseguiti a ordin idi studio meno rigorosi e meno completi d iquelli richiesti per le patenti di capitano d' ilungo corso con iabilitazione al comando d inavi .

(15421• )

BOZZI . — Al Ministro delle poste e delletelecomunicazioni . — Per sapere se sia aconoscenza del grave disagio in cui versan ogli abitanti di alcune contrade del comunedi Torrita Tiberina (Roma) . Trattasi, in par-ticolare, delle contrade Colli, via di Valle Car-bone., Cannaro, Ufficio, San Vittore, Colle Fie-ra, Case Bruciate, ove, non venendo effettuat alia distribuzione della corrispondenza, si co-stringono gli abitanti locali a periodiche ri-cerche presso gli uffici postali o dello stessocomune di Torrita o di quello viciniore d iPoggio 'Mirteto Scalo (Rieti) per l 'eventualeritiro della corrispondenza loro destinata .

Premesso quanto sopra, l'interrogante chie-de idi sapere come si intenda ovviare ia tale de-precab'il'e inconveniente causa di disguidi fa-cilmente immaginabili .

(15422)

ILLUMINATI . — Al Ministro dell'interno .— Per sapere se le elezioni 'a Pinete, in pro-vincia di Teramo, dove da oltre otto mesi nelcomune vi è la gestione comm'i'ssariale, si ef-fettueranno insieme ,a 'quell'e riguardanti i lrinnovo dei consigli municipali ormai moltivicini alla scadenza del loro mandato .

La richiesta iè motivata dal fatto 'che sonostate messe in circolazioni voci secondo 'lj equali le elezioni amministrative nel citatocomune non coinciderebbero con quelle ch esi svolgeranno prossimamente nel paese, maverrebbero notevolmente procrastinate .

(15423)

BUSETTO E GOLINELLI . — Ai Ministridel tesoro e delle partecipazioni statali . — Persapere se risponde a verità :

1) che all'inizio del 1963 la Banca popo-lare di Padova e Treviso si sia trovata espo-

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sta con una somma di oltre 5 miliardi pe rfinanziamenti devoluti alla Società S .A .I .M.P .di 'Padova, e per oltre 4 miliardi e mezz odi lire a favore della Società I .V.S .A . di Ca-doneghe (Padova) ;

2) che l'I .S.A.P. (Istituto finanziariocontrollato dall'I .R.I .) abbia successivamenteassunto una partecipazione finanziaria de l50 per cento delle azioni S.A.I .M .P. versandooltre 2 miliardi di lire, quando all'epoca i lvalore complessivo della stessa S .A.I .M.P.era valutato intorno alla cifra di 1 miliard odi lire, allo scopo 'di smobilizzare gli investi -menti effettuati in detta azienda dalla Banc apopolare di Padova e Treviso la cui vicepre-sidenza era tenuta dall'avvocato Bruno Visen-tini vicepresidente dell ' I .R.I ., derogando allostatuto dell'I .S .A .P. e alle direttive dellepartecipazioni statali per i quali lo stessoIstituto può assumere solamente partecipa-zioni di minoranza;

3) che tale operazione sarebbe stata de-cisa assumendo a pretesto l'esigenza di sanarela situazione della S .A.I .M .C .A. di Baia diNapoli – affiliata della S .A.I .M.P. di Pa-dova – mentre il risultato è stato che dopopochi mesi l'azienda napoletana è stata li-quidata ;

4) che la Banca popolare di Padova e d iTreviso, nonostante l'operazione finanziariaattuata dall'I .R .I ., sarebbe stata ancora espo-sta nella seconda metà del 1965 per la sommadi circa 2 miliardi di lire ;

5) che la stessa Banca popolare sarebb eesposta ancora oggi, con la Società I .V.S .A .di 'Gadoneghe per un ammontare 'di oltre 3 mi-liardi e 700 milioni di lire dopo l'avvenutaliquidazione del titolare dell'I .V.S .A. con-temporaneamente ad un atto liberatorio d ifidejussioni familiari provocato a favore dellostesso ex titolare e tollerando l'esistenza d iun suo scoperto con la Banca di 120 milion idi lire ;

6) che la Banca d'Italia – Direzione dell asede di 'Padova – abbia acceso un conto anti-cipazioni a favore della Banca popolare d iPadova e Treviso di 4 miliardi di lire, quand oè noto che la Popolare ha un patrimonio ecapitale sociale che si aggirano soltanto su i2 miliardi .

Nel caso in cui venga accertata la veridi-cità dei 'fatti sopra indicati, gli interrogant ichiedono di sapere :

a) perché il Ministro del tesoro e l aBanca d'Italia abbiano tollerato un graveappesantimento nel tempo, specie dal 1962in avanti, dell'esposizione dalla Banca popo-

lare di Padova e Treviso con varie società ein particolare con la S .A.I .M .P. e con laI .V.S.A . ;

b) perché il Ministero delle partecipa-zioni statali non abbia impedito le operazionieffettuate ,dall'I .R.I . (I .S.A.P.) attraverso l'in-tervento diretto dell'avvocato Visentini congrave danno nel campo dell'occupazione per-ché se l'affiliata S .A.I .M .C .A. di Baia è stataliquidata, 'presso la S .A.I .M .P . di 'Padova siè proceduto a licenziamenti e sospensioni de ilavoratori .

Gli interroganti chiedono infine di cono-scere quali provvedimenti i 'Ministri compe-tenti intendono attuare con urgenza :

per colpire in modo esemplare le respon-sabilità che emergessero dagli accertamenti ;

per garantire una ordinata attività dell aBanca popolare di 'Padova e di Treviso atutela innanzi tutto dei piccoli e medi rispar-miatori e per il ruolo importante che la stess aBanca svolge nella vita economica delle pro -vince interessate ;

'per promuovere interventi anche straor-dinari allo scopo di rioccupare i lavoratori li-cenziati ingiustamente e sacrificati .

(15424 )

GIOLITTI. — Al Ministro dei trasporti edell'aviazione civile. — Per conoscere se ri-tenga conforme al tipo di rapporto che ilGoverno intende promuovere tra dirigenti edipendenti nella pubblica amministrazione l alettera inviata in data 11 gennaio 1966 da lCapo divisione movimento del compartiment odelle ferrovie dello Stato di Torino ad un di-pendente delle ferrovie dello Stato, nell aquale alla « proposta » di trasferimento si ac-compagna il seguente capoverso (con termin edi giorni sei per la risposta) : « . . .In caso d irifiuto, la invito a farmi conoscere gli osta-

coli 'che impediscono il 'suo trasferimentó el'avverto che un rifiuto, non pienamente giu-stificato da ragioni di salute o da gravi con -dizioni di famiglia, determinerà, anche seaccolto, un giudizio molto sfavorevole in oc-casione della compilazione del rapporto d iattribuzione della qualificazione » .

(15425 )

CALVARE'SI . — Al Ministro dei lavoripubblici . — Per conoscere le ragioni per cuinon è stata accolta 'la richiesta dei 24 inqui-dtini dell' « ,Lncis », viale 1Federioi di Ascol iPiceno per il riscatto in proprietà del loroalloggio .

L'interrogante ifa presente inoltre che re-centemente è stato disposto un notevolissim oaumento del canone d'affitto che è stato quas iraddoppiato, facendo 'pagare, tra d'altro, agli

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stessi inquilini, ai quali 'non si vuole conce-dere il riscatto in proprietà dell 'abitazione ,una quota mensile per d 'imposta sui fab-bricati .

L'interrogante rileva inoltre che 'nella cit-tà di Ascoli esistono 5 edifici d'eli' « Inci sper cui potrebbe salvaguardarsi da quota de l30 per cento 'di alloggi non riscattabili e so -disfare, nel contempo, le legittime aspirazio-ni dei locatari della casa « Incis » di vial eFederi ci .

(15426 )

PELLEGRINO. — Al Ministro delle fi-nanze . — Per 'conoscere quali e quante esat-torie gestisce il gruppo Corteo-Salvo in Si-cilia fe se sia vero che in esse vi sarebberonotevoli irregolarità, violazioni di leggi edaltro mentre si sarebbe 'instaurato un pesan-te clima di persecuzione nei confronti de icontribuenti [e dei dipendenti che non avreb-bero rispettati contratti 'e leggi previdenzial ie sociali violando in [tal modo sistematica -mente le stesse norme contrattuali d'appalto ;

'se .non ritenga d 'intervenire pronta-mente [adottando tutti i provvedimenti oppor-tuni 'e doverosi, accertate le lamentate ille-gali'tà .

(15427 )

PELLEGRINO . — Al Ministro del lavor oe della previdenza sociale . — Per sapere sesia .a conoscenza dei gravi danni apportati ai.lavoratori della 'industria conserviera dell aSicilia con il decreto ministeriale 30 novembre1964, sulla nuova tabella delle [industrie aven-ti 'disoccupazione stagionale, Gazzetta ufficialen. 20 del 25 gennaio 1965 avendo stabi.lito i lperiodo indennizzabile in 90 giorni con gravediscriminazione 'di trattamento rispetto ad al -tre categorie di lavoratori industriali, colpen-do .nell'indennità di disoccupazione lavorator igià abbastanza •disagiati per cui privarli an-che di una modesta somma costituisce un dan-no rilevante ;

se non ritenga di rivedere il suddetto d'e-creto e prevedere la corresponsione dell'in-dennità di disoccupazione per [i lavoratori ele lavoratrici della industria conserviera nellastessa misura dei lavoratori di altri settoriindustriali .

(15428 )

PELLEGRINO . — Ai Ministri dell'internoe di grazia e giustizia . — Per sapere quanti equali reati gravi contro [le persone ed il pa-trimonio sono stati commessi [ad opera d'i ma-fia nel comune di [Marsala durante la perma-nenza alla direzione di quel commissariato d ipubblica sicurezza dei commissari Ciulla eManni[no e se 'ne sono stati scoperti gli autori ;

se sia vero che i predetti sono impa-rentati a famiglie di mafiosi ed infine qual econclusione hanno avuto vari processi inten-tati 'contro di essi funzionari che ancora s ionorano di essere nella Amministrazione del -l'interno .

(15429 )

LENTI. — Al Ministro del lavoro e dell aprevidenza sociale . — Per sapere se conoscela situazione attuale dello stabilimento « Fila-tura e tintoria milanese » di Ovada (Alessan-dria) sottoposto ad amministrazione control-lata dal tribunale di Milano fin dall'april e1965, allo scopo 'di consentire la ripresa dell'at-tività produttiva e d'occupazione per un centi-naio -di 'dipendenti, ma tutt'ora fermo malgra-do proposte positive siano davanti al commis-sario giudiziale ; use intenda intervenire per fa-vorire e sollecitare [lo [sblocco di questa situa-zione che tiene inattiva un'impresa in cui tr al'altro è investito capitale per 200 milioni d iprestito I .M.I ., promuovendo, ad esempio ,solleciti incontri fra le parti e 'il commissa-rio giudiziale .

(15430)

BUSETTO, NATOLI, FRANCO RAFFAE-LE, LIZZERO E BERNETIC MARIA . — AlMinistro dell'industria e del commercio . —Per conoscere se non ritenga doveroso ed op-portuno rivedere in modo radicale la decisio-ne a suo tempo assunta dal Governo con de-creto ministeriale 4 gennaio 1964, di escluderedalla nazionalizzazione l'impresa elettricaS .E.T . 'di San Giovanni di Duino (Trieste) delgruppo Cartimavo, nonostante che l'atto d'in-corporazione nel gruppo Asia avvenuto nel -l'anno 1962 in aperta violazione della legge d inazionalizzazione dell'industria elettrica, i nun'epoca, cioè, in cui [l'atto non era più con -sentito ; in contrasto tanto con l'articolo 4 n . 6lettera a) della legge 6 dicembre 1962, n . 1643 ,quanto con l'articolo 4 della successiva legg e27 giugno 1964, n . 452.

Si chiede perciò che il ministero proced aad un 'accertamento di tutti gli atti e i docu-menti del gruppo e ad una scrupolosa edobiettiva verifica da condursi in proprio daparte dello stesso ministero, di tutti i datirelativi ai reali consumi effettuati dall'azien-da nel triennio previsto al n . 6 dell'articolo 4della citata [legge di nazionalizzazione, chedebbono essere superiori al 70 per cento del -l'energia prodotta per non incorrere nella na-zionalizzazione .

(15431 )

TEMPIA VALENTA . — Al Presidente de lConsiglio dei ministri, ai Ministri del lavoroe previdenze/ sociale e dei trasporti e avia-

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zione civile. — Per sapere se sono a cono-scenza che la società A .T.A. di Biella (con-cessionaria del servizio dei trasporti pubblici )in occasione del licenziamento di 220 dipen-denti, ingiustificatamente autorizzati dal Mi-nistro dei trasporti, ha, con palese spiritodi rappresaglia, 'proceduto al licenziamentodi tutti i membri della commissione intern ae dei membri dei Comitati direttivi delle se-zioni sindacali della C.G .I .L .-C .I .S .L.-U.I .L . ,con l'evidente scopo di colpire gli istituti de-mocratici di fabbrica .

Contro tali gravi decisioni si sono espress iall'unanimità il consiglio comunale (di Biella ,numerosi comuni del circondario, il consi-glio federativo della Resistenza ed altri or-ganismi democratici .

E per conoscere quali interventi intendon oadottare per tutelare i diritti dei lavoratoricosì duramente offesi, per far rispettare lalegge, i contratti sindacali, e 'per promuoverel'approvazione dello Statuto dei lavoratori af -finché sia garantito il rispetto (della Costitu -zione anche sui luoghi (di lavoro.. (15432)

MALFATTI FRANCESCO. — Al Ministr odi grazia e giustizia . — Per sapere :

1) se sia a conoscenza del fatto avvenut oi(n questi giorni al carcere San (Giorgio di Luc-ca, dove due detenuti, e precisamente cert oAmoroso e certo Bergonzoni, si sono barricatisul tetto di uno degli stabilimenti del comples-so carcerario, attirando l'attenzione dei pas-santi (e richiedendo l'intervento dei vigili de lfuoco ;

2) (in quale relazione sta il suddetto epi-sodio col trattamento (interno dei detenuti de lcarcere San 'Giorgio di Lucca ;

3) se risulta, ad esempio, corrispondent ea verità che i1 detenuto Spatolino abbia in-goiato dei frammenti di vetro in segno di pro -testa per maltrattamenti subiti ;

4) se risulta, (ad esempio, corrispondentea verità che vi sono numerose richieste di tra-sferimento ad altri stabilimenti di pena ; per-ché nel carcere San Giorgio di Lucca sareb-bero in uso sistemi e metodi che vanno be noltre la normale disciplina carceraria e cos ì'la semplice richiesta di trasferimento sarebbepiù che sufficiente (a mettere 'in cattiva luce idetenuti (e, quindi, gin movimento, tosto o tar-di, i suddetti sistemi e metodi ;

5) se è vero che nel carcere San Gior-gio di Lucca si fa spesso uso del cosiddetto let-to dei contenzione, vero e proprio strument omedievale di tortura ;

6) quali provvedimenti intenda adottare ,qualora tutto quanto detto, in relazione al par -

titolare clima che sembra sussistere all'inter-no del carcere San Giorgio di Lucca, risultas-se vero .

(15433)

DELLA BRIOTTA . — Al Ministro dell ' in-terno . — Per conoscere le ragioni che hannodeterminato il trasferimento (della sede dallapolizia stradale di (Colico dalla sede del Tri-vio Fuentes ~a Villa Tonchio, e (quale è stat oil maggiore onere per l'erario .

Chiede inoltre (di conoscere quanti agent idormono abitualmente nella nuova sede .

(15434 )

DELLA BRIOTTA E USVARDI . — Al Mi-i istro della sanità . — Per conoscere qual iprovvedimenti sono stati presi per salvaguar-dare la salute dei cittadini in conseguenzadel ripetersi in provincia (di Sondrio di casidi intossicazione a causa della ingestione d icarni crude infette .

Sembra agli interroganti che tali casi sia-no da (attribuire all ' importazione di carni in -fette dall 'estero, per cui un più accurato con-trollo all'atto della ricezione (delle carni stess ein Italia sia doveroso, a tutela della salut edei cittadini e .anche per evitare (che un pro -dotto tanto apprezzato come la bresaola, pe rcolpa (di importatori poco scrupolosi o pe rdeficienze nel controllo sanitario di frontiera ,venga deprezzato, con grave pregiudizio pe rl'economia della provincia di Sondrio .

Gli interroganti desiderano inoltre cono-scere quali provvedimenti sono stati presinei confronti di coloro a carico (dei quali fos-sero emerse delle responsabilità .

(15435 )

BASSI . — Al Ministro dei trasporti e del -l'aviazione civile . — Per sapere se non in-tende sollecitare l'Ispettorato per l'aviazionecivile ad attrezzare con la massima urgenzal'aeroporto (di Pantelleria per i voli notturni ,onde consentire che i collegamenti aerei dae per quell'isola avvengano con partenza al -l 'alba e rientro dopo il tramonto . Una tal esoluzione, auspicata da quelle popolazioni eprospettata dalla società aerea interessata ,consentirebbe infatti :

a) di utilizzare le condizioni atmosferi-che localmente migliori per il decollo e l'at-terraggio a pieno carico, evitando di dove rlasciare a terra 'parte (dei passeggeri, conscene poco edificanti, come sovente avviene ;

b) di evitare il pernottamento fuori sed ear panteschi che debbono raggiungere i cen-tri siciliani per affari che possono concluders iin una giornata ;

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c) di rettificare tutte le riconosciute in -congruenze negli orari dei collegamenti in-termedi fra Trapani, Palermo, Catania, Na-poli e Roma dei voli A .T.I ., causate appuntodalla inagibilità notturna dell'aeroporto diPantelleria, che per la sua ubicazione do-vrebbe costituire il naturale capolinea : in-congruenze meglio specificate in altra miaapposita interrogazione .

(15436 )

BASSI . — Al Ministro dei lavori pubblici .— Per sapere se sia a conoscenza della gravis-sima situazione determinatasi lnel porto di Tra-pani, i cui già limitati fondali, in gran parteinterrati dalla nota alluvione del 2 'settembre1965, non sono stati ,ancora ripristinatmal-grado l'assicurazione del Ministro, fornit aal sindaco di quella città subito dopo queldrammatico evento, in quanto è stata inviat auna 'draga tecnicamente inidonea 'e che fr al'altro è ferma per avaria . Frattanto le naviche dovrebbero imbarcare ii blocchi di marmodal nuovo impianto di scaricamento, costruitointesta al pontile 'Sanità con il sacrificio d icoraggiosi imprenditori privati, non possonoattraccare alla detta banchina (il cui tiranted'acqua è ridotto da otto a cinque metri cir-ca) con grave pregiudizio del traffico portualee della industria marmifera, mettendo in crisiuno dei primari settori produttivi di una pro-vincia tanto depressa .

Chiede pertanto di conoscere quali urgent iprovvedim'ènti si intendono disporre ,in pro-posito .

(15437 )

MALFATTI FRANCESCO, ALATRI E MA-TARRESE . — Al Ministro delle poste e delletelecomunicazioni . -- Per sapere :

1) se sia a conoscenza che il 12 febbraio ,alle ore 22,00, doveva andare in onda, sul se-condo canale, nella rubrica « Teleteatro ne lmando », 'l'originale televisivo « Sacco e Van-zetti dell'americano Reginald Rose, dedica-to ai due anarchici italiani che, nel 1927, fu-rono assassinati sulla sedia elettrica, negl iStati Uniti, per una colpa ohe non avevanomai commessa ;

2) se sia aconoscenza che all'ultim 'ora.l'anzidetto originale televisivo non è andato inonda ,e, si è detto, non andrà mai più in onda ,per disposizioni c'he sarebbero state impartitedallo stesso Presidente della R .A .I .-TV . ;

3) chi ha disposto veramente la sospen-sione della messa in onda dell 'originale tele -visivo « Sacco e Vanz'etbi », per quale motivoè stata disposta ee quali sono i motivi che, an-cora oggi, impediscono l'a m'essa gin onda de llavoro di Reginald Rose .

(15438)

DELLA BRIOTTA . — Ai Ministri del la-voro e previdenza sociale e dell'industria ecommercio . — Per conoscere quali iniziativ eintenda prendere in ordine ai problemi ch etraggono origine dall'ammissione alla pro-cedura di amministrazione controllata dellasocietà Guzzi di Mandello del Lario (Como) .

L'interrogante ritiene che tale decisione ,presa recentemente dal tribunale di Milanosia 'motivo di giusta preoccupazione per i la-voratori e per gli amministratori comunal idella zona in quanto una eventuale diminu-zione idell'occupazione operaia alla Guzzi non'potrà non avere gravi ripercussioni nell'eco-nomia dell'intero circondario lecchese e la-riano .

(15439 )

SCARPA. — Al Ministro dell'agricolturae delle foreste . — Per conoscere i motivi pe rcui non è stata presa in considerazione la ri-chiesta dei signori Valsesia Emilio e Medin aAngelo, ,di esclusione delle loro aziende agri-cole idal territorio della riserva di caccia d iC'ressa e Bogogno (Novara) di cui sono con -cessionari ;i fratelli Galtrucco di Milano .

L'interrogante, rilevando che i suddett iagricoltori hanno inviato disdetta ai fratell iGalitrucco, rispettivamente il 12 giugno 196 3ed il 28 novembre 1963, che ne hanno dat osuccessivamente notizia al 'ministero dell'agri-coltura ed al Comitato provinciale della cac-cia e che il'a concessione per la riserva di cac-cia scadeva il 31 dicembre 1965, constatandoche il ministero dell'agricoltura non ha nep-pure risposto alle notifiche dei signori Medin ae Valsesi'a, chiede se il Ministro non riteng aopportuno disporre immediatamente gli attinecessari perché i territori delle due aziendeagricole citate siano escluse dalla riserva .

(15440 )

SCARPA. — Al Ministro dell'interno . —Per sapere se sia al corrente del fatto che i lprefetto di Novara ha sciolto la Commissioneelettorale comunale del capoluogo nominan-do un commissario prefettizio con la pretes ache tale atto rappresenti la corretta applica-zione dell'articolo 29 della legge 22 gennai o1966, n. 1, relativa alla tenuta e revisionedelle liste elettorali, il quale articolo 29 di-spone che le commissioni elettorali comunal iin carica al momento della entrata in vigoredella legge, restino in funzione, purché sian ostate rinnovate dopo le ultime elezioni ammi-nistrative .

L'interrogante osserva che è bensì vero chele ultime elezioni amministrative si sono te-nute a Novara il 28 novembre 1965, ma è al-

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trettanto vero che pur essendo trascorsi tremesi da quella data, il nuovo consiglio comu-nale non si è mai riunito .

Non si è potuta dare così applicazione al -l'articolo 12 della stessa legge 22 gennaio 1966 ,n . 1, il quale stabilisce che « Il consiglio co-munale nella prima seduta successiva all aelezione del sindaco e della giunta munici-pale, elegge nel proprio seno la commission eelettorale comunale, la quale rimane in ca-rica fino all'insediamento di quella eletta dalnuovo consiglio » .

L'ultima parte di questo comma citato del -l'articolo 12 tende evidentemente ad impe-dire che le commissioni elettorali comunal ipossano essere sostituite nelle loro funzionida commissari prefettizi ed è questo tutto l ospirito che 'pervade la legge 22 gennaio 1966,n. 1, tant'è vero che tale legge non prevedemai scioglimenti di commissioni elettorali co-

munali ma tutt'al più la loro decadenz a(comma tredicesimo dell'articolo 12) quand osiano ridotte a meno della metà dei loro mem-bri, nel quale caso i consiglieri comunali de-vono provvedere a rinnovare con procedur ad'urgenza ed in ogni caso entro un mese,unico periodo in cui la legge ammette l'esi-stenza di un commissario prefettizio .

Apparendo evidente dalla semplice letturadella legge 22 gennaio 1966, n . 1, che il pre-fetto di Novara ha compiuto un grave abus osciogliendo la commissione elettorale comu-nale, per la quale la norma più impegnativaè quella dettata dall'articolo 12, che ne dispo-ne la permanenza in carica fino all'insedia-mento di quella eletta dal nuovo consiglio co-munale, l'interrogante chiede di conoscerequali urgenti misure il ministro intenda pren-dere per ripristinare la condizione di legalit àcosì gravemente violata .

(15441)

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Alti Parlamentari

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Interrogazioni a risposta orale .

« Il sottoscritto chiede di interrogare i Mi-nistri dell'interno e della pubblica istruzione ,per sapere se siano a conoscenza della gra-ve situazione dell'asilo di Degagna (frazionedi Vobarno in provincia di Brescia) costrettoa sospendere l ' assistenza ai bambini per man-canza di mezzi e se non ritengano urgente in-tervenire con adeguati aiuti .

« Rileva l'interrogante che il provvedimentodi sospensione è tanto più grave ,se si consi-dera la povertà della popolazione e la man-canza di qualsiasi attività industriale e com-merciale locali .

(3576)

u ZUGNO » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare ilMinistro del commercio con l'estero, per co-noscere se non ritenga urgente promuover ela ratifica della convenzione europea sull'ar-bitrato commerciale internazionale firmata aGinevra il 21 aprile 1961, da 22 Paesi europeitra cui l'Italia .

« Rileva l'interrogante la necessità di at-tuare tale convenzione per migliorare e fa-cilitare i rapporti commerciali fra paesi del -l'Est e dell'Ovest europeo che possono cos ìdisporre di uno strumento di soluzione pa-cifica delle eventuali controversie commercial iinternazionali .

(3577)

« ZUGNO » .

Il sottoscritto chiede di interrogare i lMinistro delle poste e delle telecomunica-zioni, per conoscere quali sono i motivi ch etuttora impediscono agli utenti della televi-sione ,di numerosi comuni del Molise, in par-ticolare di quelli compresi nel circondari odi Isernia, di fruire del secondo canale, eper sapere quando finalmente il servizio po-trà essere assicurato per quelle popolazionigiustamente indignate per le continue pro-messe ogni volta puntualmente deluse .

(3578)

« TEDESCHI » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare i lMinistro della sanità, 'per sapere !se corri-spondono al vero le notizie riportate dai gior-nali e specialmente da L'Espresso circa i me-todi di gestione del Sanatorio Principi d iPiemonte di Napoli, con speciale riferiment oal caso Babolini e nell'eventualità che le no -tizie risultassero vere come intende inter -venire .

(3579)

« JACOMETTI » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare i Mi-nistri del lavoro e previdenza sociale e degl iaffari esteri, per conoscere per quale motiv osi constati una diminuzione delle richiest ecomplessive dell'Italia per gli 'interventi de lFondo sociale europeo .

« Secondo 'i dati pubblicati dalla Comu-nità economica europea risulta !al 31 dicem-bre 1965 un saldo attivo a favore dell'Itali adi circa 14 milioni di u . c., ma risulta an-che che tale attivo, più che da maggior ri-corso alle possibilità di intervento del Fon-do, risulta dal più favorevole trattamento ch el'articolo 200, comma 2, del Trattato accordaall'Italia nella ripartizione dei contributi fi-nanziari dovuti dagli Stati membri .

« Contro l'andamento decrescente dell erichieste italiane si contrappone invece u naumento costante e cospicuo del volume del -le richieste formulate da altri Paesi dell aComunità, al punto che le attuali richiest etedesche superano, sia pure di poco, il volu-me delle richieste italiane .

« L'interrogante chiede di conoscere qua-li misure verranno prese dai Ministeri com-petenti al fine !di assicurare all'Italia una pi ùampia utilizzazione del Fondo sociale eu-ropeo.

(3580)

« PEDINI » .

« Il sottoscritto chiede d'interrogare i Mi-nistri dell ' interno e della difesa, per saperei 'motivi che ostano alla corresponsione dell'in-dennità di pericolo, dello straordinario e del -le maggiorazioni per le festività ai carabinier ie guardie di pubblica sicurezza !nonostante l agravosità del servizio da essi espletato anchenei giorni di 'festa, !fors'anche più nei giornidi festa cui perciò @ negata la gioia di unalieta e serena riunione familiare festiva comeper la generalità dei cittadini ;

se sia vero che le somme per 'le trasfertevengono divise fra gli ufficiali ed alla truppavanno (appena da 600 a 900 lire al mese ;

se non ritengano d'intervenire per l aconcessione ai carabinieri (ed agli agenti d ipubblica sicurezza delle indennità di cui so-pra e per una più equa 'ripartizione ai militar idelle trasferte .

(3581')

« PELLEGRINO » .

« Il sottoscritto chiede d'interrogare i Mi-nistri del turismo e spettacolo e ddll'interno ,per sapere in base a quali considerazioni l acensura italiana abbia dichiarato visibile pe ri minori dai 18 !ai 14 anni il film Africa addio ,caratterizzato – a prescindere in questa sededa qualsiasi valutazione (storico-politica, ed

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Atti Parlamentari

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anzi 'riconoscendo l'alto valore documentari-stico e tecnico del film - da ripetute scene d iassassini e stragi, e veri e propri genocidi ,che impressionano profondamente anche gl ispettatori adulti .

« L'interrogante (con riferimento a prece-denti interrogazioni sullo 'stesso tema e a lmoltiplicarsi di casi !di vero e proprio " tra-dimento " d'elle garanzie poste dalla legge atutela almeno 'dei minori) chiede di sapere s eil Governo non intenda gin tutti i modi pos-sibili, anche per non vedere completamentevanificata una recente e 'molto opportuna cir-colare 'del Ministro dell'interno, intervenireperché il cinema in Italia non sia caratteriz-zato anche dall primato di " indifferenza e d iaggressione " '('sessuale e di violenza) versola gioventù .

(3582)

« GREGGI » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro dell'industria e del commercio, pe rsapere se è .a conoscenza che la società MotoGuzzi di Mandello Lario (Como) dopo aver eottenuto alcuni mesi or sono dall'I .M.I . unmutuo di 2 miliardi !di lire 'sui fondi del de-creto-legge 14 gennaio 1965, n. 1 ha ora chie-sto e' ottenuto l 'ammissione alla proceduradi amministrazione controllata .

« Si tenga presente 'che il finanziamentoI .M.I. era stato ottenuto sulla base di u npiano quadriennale presentato dalla Guzziper l 'ulteriore, ammodernamento 'degli im-pianti e per predisporre le ,attrezzature pe rla costruzione di nuovi tipi 'di 'macchine agri -cole e di motocicli .

« L'ammissione della Guzzi alla procedu-ra di amministrazione controllata ha susci-tato vivissima sorpresa e profonda preoccu-pazione !non solo tra i circa 1 .000 operai eimpiegati del complesso ma anche da part edei piccoli operatori economici degli ammini-stratori comunali della zona interessata .

« Gli interroganti chiedono pertanto di !sa-pere : a) se il !Ministro non intenda aprire unainchiesta allo scopo di fare luce sulla situa-zione determinatasi accertando oltre le real iintenzioni dei dirigenti della Guzzi le ragion iper cui a distanza !di pochi mesi dal finan-ziamento I .M .I . la prospettiva non è 'più quel -la della ripresa produttiva m,a quella facil-mente intuibile in regime di amministrazion econtrollata ; b) quali provvedimenti si inten-dano 'predisporre per garantire il lavoro agl ioperai e agli impiegati della Guzzi .

(3583)

« GORGHI, PIGNI » .

« I1 sottoscritto chiede d'interrogare il Mi-nistro 'di grazia e giustizia, per conoscere qual isiano i reali motivi di contrasto - come è sta-to ampiamente pubblicato - tra il signor con-sigliere pretore di Roma e l ' Ordine degli av-vocati e procuratori di Roma, e quale sia i lpensiero del Governo su questa ancora attualepolemica tanto sconveniente per la buona am-ministrazione della giustizia della quale gl iavvocati sono insostituibili collaboratori .

(3584)

« MANCO » .

« I sottoscritti chiedono d'interrogare ilMinistro del lavoro !e della previdenza sociale ,per conoscere ,se non ritenga necessario nega-re la propria approvazione al provvediment oadottato dal Consiglio di amministrazione del -l'Istituto :nazionale !della previdenza socialenella seduta 6e1'1'8 marzo 1966 con il quale s itoglie gai dipendenti dell'Ente il diritto d ieleggere i propri 'rappresentanti nella Com-missione permanente per il 'personale (allaquale è attribuito il potere di proposta in or -!dine ,a tutti gli aspetti della carriera del per -sonale) per attribuirne 'la scelta !al Comitatoesecutivo .dell'ente :su designazione dei sin-dacati (rappresentativi . Ciò in considerazionedel fatto che il provvedimento appare lesivodei !diritti e degli interessi del personale e din 'contrasto con 'le 'disposizioni 're'golam'enta-ri sull'organizzazione d'e'll'ente per i seguen-ti motivi :

a) la designazione dei rappresentanti de lpersonale 'da parte dei 'sindacati eliminereb-be la possibilità ai non aderenti di effettuarel'e proprie scelte per 'essere rappresentati nel -la commissione del personale ed è in contra-sto con la decisione della Corte Costituzio-nale 'depositata in data 6 'febbraio 1966 ch enega la possibilità 'di attribuire alle associa-zioni sindacali " un penetrante potere neiconfronti dei non iscritti " ;

b) la scelta effettuata dal comitato esecu-tivo annullerebbe le differenze esistenti tra lediverse forze sindacali e favorendo le forz emeno rappresentative che sarebbero poste suu'n piano paritetico rispetto a quelle più rap-presentative negherebbe valore alle liber escelte dei lavoratori riducendo ad una puraquestione formale, priva di alcun contenuto ,la loro libertà sindacale ;

c) la nuova disciplina adottata perl'I .N.P.S . sarebbe 'in contrasto con quella vi -gente negli altri istituti, contrariamente aquanto stabilito nell'ordinamento unificatodegli istituti I .N.P.S ., « Lnam » e « In'ail » invigore fin d'al 1962;

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA POMERIDIANA DELL 'lI MARZO 1966

d) la diversa disciplina che con il prov-vedimiento si pone in essere nei due princi-pali istituti I .N .P.S. 'e « Lnam » può far pen-sare, dato i1 diverso 'raggruppamento sinda-cale del personale dei 'due enti, 'che il provve-dimento stesso sia diretto ad ostacolare 1amaggiore rappresentatività di alcune forze sin-dacali nell'ente stesso e a 'favorirne altre cheviceversa si 'trovano 'in una posizione priori-taria nell'« Inam » . IR infatti noto che il sinda-cato autonomo si 'trova nell'I .N .P.S. in unasituazione maggioritaria tale da fargli dete-nere oggi tutte le rappresentanze dei dipen-denti negli organi idell'iamministrazione in cu iqueste siano previste mentre nel'l'(( Inam » s iverifica pressoché il contrario . La nuova di-scipliina mentre manterrebbe la situazionedelle altre forze sindacali inell'« Inam » an-nullerebbe la posizione prioritaria del sinda-cato autonomo nell'I :N .P'S. ;

e) 'il provvedimento, se reso esecutivo ,politicizzerebbe la vita interna dell'istituto ve-nendo a -confermare ed aggravare n disordineesistente nell'amministrazione dell'ente ;

f) il provvedimento viene ,ad operar equando già da tempo (due mesi) le elezionidei rappresentanti dei 'dipendenti dell'istitut odovevano essere avvenute 'essendo scaduti i po-teri d'ella Commissione .

« Premesso che la nuova struttura dell aCommissione permanente del personale del-l'I .N.P.S . 'è 'articolata in quattro sezioni aven-ti ciascuna quattro rappresentanti dei dipen-denti gli interroganti desiderano altresì cono-scere se il Ministro non ritenga maggiormenteaderente 'allo spirito democratico che do-vrebbe regolare i rapporti tra i1 personale el'ente in questione l'elezione, con il sistemaproporzionale, dei suddetti rappresentanti daparte di tutto il personale .(3585)

« FERIOLI, BONEA » .

(( Il 'sottoscritto chiede 'd'interrogare il Mi-nistro di grazia e giustizia, per 'sapere se si aa conoscenza :

1) delle lungaggini in cui si trascina, dacirca tre anni, d'istruttoria a carico di un pa-rente del procuratore 'generale della Repub-blica 'di Messina, il dottor Mario Mondio, im-putato di truffa aggravata per oltre un milio-ne di lire ai danni del comune di Messina ;

2) delle pressioni esercitate dal predett oprocuratore generale sul 'sostituto procurator egenerale, dottor Aldo Cavallari, nel processoa carico di Miano Salvatore e di altri lavo-ratori autoferrotramvi'eri 'imputati di resi-stenza ;

3) dei ritardi verificatisi nell'istruttori aa carico 'd'ei responsabili della 'stampa e dell adiffusione nelle scuole di Stato di un libell ofascista, il cosiddetto Diario Balilla;

4) del fatto 'che il procuratore generaledella Repubblica, dottor Rossi Pietro, occup agratuitamente una parte importante del Pa -lazzo 'di giustizia per propria abitazione, or-ganizzandovi anche ricevimenti e feste da bal-lo 'che mal 'si addicono &all'austerità dell'am-biente giudiziario, 'mentre si registra una gra-ve insufficienza di locali per cancellerie, segre-terie ed altri uffici ;

5) 'del fatto che il comune di Messin a- su 'dettagliata richiesta dell'interessato - h aprovveduto ad acquistare, per parecchi milio-ni, con i fondi della collettività, l'arredamen-to completo della abitazione del procurator egenerale, dottor Rossi Pietro, completo di ma-terassi, cuscini, termocoperte, 'scendiletti, stu-fe, quadri, lumi, 'specchiere, mobiletti, ten-de, batteria da cucina, spazzola elettrica, fer-ro d'a stiro, servizio da pranzo in porcellana ,piatti con bordo di oro zecchino, posateria inargento massiccio, e simili, mentre provvedea pagare le spese di energia elettrica (illumi-nazione, televisione, elettrodomestici, 'stufe) edi telefono per uso privato ;

6) del fatto che, nella 'apposita deliber acomunale, de 'spese di cui 'sopra siano giusti-ficate sotto 'specie 'di " lavori 'eseguiti diretta -mente in economia a 'mezzo dell'ufficio tecnic ocomunale ", mentre invece 'si trattava di ver ee proprie forniture ;

7) del fatto che ;il predetto procuratoregenerale ha partecipato - nel tempo in cu ivenivano effettuate queste 'spese - alla Com-missione che attestò d'adempimento da part edel comune degli obblighi 'di legge relativ ialla manutenzione 'degli uffici giudiziari .

« L'interrogante chiede inoltre 'di conosce -re se nei rendiconti inviati al ministero d igrazia e giustizia per 'i rimborsi sia contenutala dettagliata specificazione delle spese effet-tuate per i bisogni privati del procuratore ge-nerale o se id 'tutto venga coperto con la ge-nerica dizione di " spese per uffici giudi-ziari " .(3586)

« DE PASQUALE » .

Interpellanza .

I sottoscritti chiedono di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e i Mi-nistridell'industria e commercio e del lavoroe previdenza sociale, per sapere se non ri-tengano 'urgente e necessario adottare imme-

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Atti Parlamentari

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Commissioni in sede legislativa

IV LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA POMERIDIANA DELL '11 MARZO 1966

diati provvedimenti per impedire il continuoattacco ai livelli ,di occupazione condotto da-gli industriali tessili della provincia di Ver-celli (particolarmente nel Biellese e Valsesia) .

« Gli interpellanti fanno presente che dopola massiccia riduzione di 5.000 operai effet-tuata negli anni 1964 e 1965, vanno aggiunti ,in questi giorni altri 850 operai licenziati d anumerose aziende e tra gli altri, in fase diattuazione : 350 licenziamenti alla Zignone d iQuarona, 145 alla Bozzalla di Crevacuore e95 alla Torello Viera di Vallemosso, ecc . ;mentre alle maestranze occupate si assegnauna maggiore quantità di macchinario inten-sificando in tal modo lo sfruttamento.

ca E per sapere, ,di fronte a tale situazione ,le cui ripercussioni, nelle condizioni di vitadelle famiglie dei lavoratori e in tutta l'eco-nomia della provincia, sono gravissime, se

non ritengano necessarie immediate inizia-tive in difesa dell'occupazione e per favorirel'insediamento di altre attività produttiv ecollaterali a quelle dell'industria tessile, uti-lizzando convenientemente l'alta qualità pro-fessionale delle maestranze locali .

E per sapere, inoltre, se sono a cono-scenza del licenziamento – con manifesto spi-rito di rappresaglia – 'di numerosi membri d icommissioni interne e dirigenti sindacali equali provvedimenti intendano adottare pe rassicurare all'interno delle fabbriche il pien orispetto dei diritti democratici sanciti dallaCostituzione e la libera attività sindacale .

(737)

« TEMPIA VALENTA, SULOTTO, SPA -GNOLI » .

STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO