Searle (1932-)

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• «Parlare una lingua significa impegnarsi in una forma dicomportamento molto complessa, governata da regole. Apprendere apadroneggiare una lingua è tra l’altro apprendere a padroneggiaretali regole» (Atti linguistici. Saggio di filosofia del linguaggio, a cura diLeonardi, Boringhieri, 1976; ed.or.1969, p. 36)

Influenza della linguistica chomskiana:

• «La struttura semantica di una lingua può essere concepita come larealizzazione convenzionale di una serie di insiemi di regolecostitutive sottostanti […] gli atti linguistici sono atti eseguiti,tipicamente, enunciando espressioni in accordo con questi insiemi»(ivi, p. 65).

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Regole costitutive eregole normative

• La maggior parte delle regole regolano comportamenti preesistenti:“guidare sul lato destro della strada” stabilisce come si guida negliStati Uniti, ma l’attività di guidare un auto esiste indipendentementeda tale regola. La forma caratteristica di queste regole è “fai X”.

• Alcune regole non solo regolano ma creano la possibilità stessa delcomportamento: ad esempio le regole degli scacchi costituiscono ilgioco. La forma caratteristica di queste regole è “X ha valore di Y nelcontesto C”. Perché un pezzo di carta (X) abbia valore di banconota(Y) sono necessarie regole costitutive, in primo luogo regolecostitutive relative al valore di banconota; in secondo luogo regolecostitutive relative alla validità delle banconote.

Ciò vale anche per l’uso del verbo promettere: «l’enunciazione di Pconta come l’assunzione dell’obbligo di fare x».

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Dimensioni fondamentali di variazione degli atti illocutori

• Scopo dell’enunciato• Rappresentare qualcosa• Impegnarsi in un’azione futura• Indurre qualcuno a fare (credere/dire) qualcosa

• Direzione del vettore di adattamento tra parole e mondo• Adattamento delle parole al mondo (asserzioni)• Adattamento del mondo alle parole (promesse, ordini)

• Stato psicologico del parlante• Credenze del parlante (asserzioni)• Intenzione di azione (promettere, minacciare)• Desiderio di azione da parte del destinatario (richiesta, ordine)

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• Energia o intensità con cui è presentato lo scopo illocutorio• Andiamo al cinema?• Voglio andare al cinema

• Influenza delle differenze di status e posizione del parlante sulla forza illocutoria dell’enunciato

• Ruolo della simmetria/asimmetria tra parlanti in relazionead un comando o a una richiesta

• Necessità o meno di determinate condizioni extra-linguistiche • Sciogliere le camere• laureare

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• rappresentativi – Scopo: impegno del parlante nei confronti della verità dellaproposizione espressa (asserire, concludere ecc.). Stato psicologico: credenza.(=espositivi e verdittivi di Austin).

• direttivi – Scopo: il parlante tenta di indurre l’interlocutore a fare qualcosa (interrogare,richiedere, avvertire, ordinare, comandare, supplicare ecc.). Stato psicologico: volere odesiderio (= esercitivi di Austin).

• commissivi – Scopo: impegno del parlante a fare qualcosa nel futuro (promettere,minacciare, offrire ecc.). Stato psicologico: intenzione di azione. (=commissivi di Austin)

• espressivi – Scopo: esprimere uno stato psicologico (ringraziare, scusarsi, salutare,lamentarsi, congratularsi ecc.). Stato psicologico: emozioni e stati intenzionali vari (vedii comportativi di Austin).

• dichiarativi – Scopo: provocare cambiamenti immediati in uno stato di coseistituzionale, far sì che una cosa avvenga dichiarando che essa avviene (scomunicare,licenziare, battezzare, dichiarare guerra ecc.). La performatività torna ad essere untratto specifico di alcuni verbi, i dichiarativi (posizione simile a quella di Benveniste)

Tipi di atti linguistici per Searle

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Atti dichiarativiCombinano la direzione di adattamento parola-a-mondo con quellamondo-a-parola. Sono i casi in cui modifichiamo la realtà per farlacorrispondere al contenuto proposizionale dell’atto linguistico e, in talmodo, otteniamo la direzione di adattamento “mondo-a-parola”. Ma,questa è la parte straordinaria, riusciamo a fare ciò perchérappresentiamo la realtà come cambiata (parola-a-mondo). Ledichiarazioni cambiano il mondo dichiarando che uno stato di coseesiste, e nel dichiararlo, costituiscono quello stesso stato di cose”.(Searle, Creare il mondo sociale, Cortina, 2010: 12-3)

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Corrispondenza tra atti linguistici e stati intenzionali

I primi quattro tipi di atti linguistici hanno analoghi esatti tra gli statiintenzionali:agli assertivi corrispondono le credenzeai direttivi i desideriai commissivi le intenzioniagli espressivi l’intera gamma di emozioni e gli stati intenzionali incui l’adattamento presupposto è dato per scontato.

Ma agli atti dichiarativi non corrispondono entità prelinguisticheanaloghe. Gli stati intenzionali prelinguistici non possono creare fattinel mondo rappresentando questi fatti come già esistenti. Questotratto degno di nota richiede il linguaggio (Searle 2010:90).

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Funzioni di status e atti dichiarativi

• Secondo Searle (Creare il mondo sociale. La strutturadella civiltà umana, Cortina, 2010), tutti i fatti istituzionali edunque le funzioni di status (che Barack Obama sia ilpresidente degli Stati Uniti, aggiornare una seduta, ecc.)sono creati da atti linguistici dichiarativi.

• Con l’eccezione importantissima del linguaggio, tutta larealtà istituzionale – dunque in un certo senso l’interaciviltà umana – è creata da atti linguistici che hanno lastessa forma logica delle dichiarazioni.

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Atti linguistici indiretti• Atti in cui la funzione comunicativa non corrisponde alla forma sintattica. • Un atto illocutorio viene eseguito indirettamente attraverso l’esecuzione di un

altro atto linguistico. Ad esempio la funzione del direttivo è svolta da una forma affermativa, propria dell’atto rappresentativo, o viceversa.

Es. Credo che il treno stia partendoDirettivo (ti consiglio di andare) in forma di rappresentativo (con verbo di atteggiamento con funzione attenuativa) (mitigazione, cfr. Benveniste: verbi di atteggiamento proposizionale)

Quante volte v’ho detto, all’uno e all’altro, che i frati bisogna lasciarli cuocere nel loro brodo? I Promessi Sposi, cap. XVIIAffermazione (rappresentativo) nella forma di domanda (direttivo)

• Le strutture superficiali di un tipo di forza illocutiva sono utilizzate per raggiungere scopi direttamente legati ad un altro tipo di forza.

• Negli atti linguistici indiretti il parlante comunica all’ascoltatore più di quanto effettivamente non dica.

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Logica della cortesia

• Gli atti linguistici indiretti lasciano al destinatario la sceltadel modo di intendere l’enunciato, sono meno impositivi.Viene perciò privilegiato l’essere indiretti a scapito dellachiarezza, perché offre delle alternative e non pone ildestinatario in una posizione di inferiorità.

• Quando due persone interagiscono linguisticamentenegoziano non solo il significato di ciò che dicono maanche la loro relazione.

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Principio di cooperazione e massime conversazionali

Grice (1913-1988)

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Cosa vuol dire comunicare?• Produrre intenzionalmente certi effetti (credenze e azioni) su qualche

altro essere umano, e far sì che il destinatario riconosca le intenzionicomunicative dell’emittente.

• Raggiungere lo stato di conoscenza reciproca di una intenzionecomunicativa è essere riusciti a comunicare.

• È essenziale che l ’ intenzione del parlante sia riconosciutadall’interlocutore (Bazzanella 2005:171)

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Principio di cooperazione• Conforma il tuo contributo conversazionale a quanto è richiesto, nel

momento in cui avviene, dall ’ intento comune accettato o dalladirezione dello scambio verbale in cui sei impegnato.

Presupposto: condivisione di uno scopo

La conversazione è un’attività sociale razionale regolata, basata sul principiodi cooperazione e la condivisione di uno scopo comune

(Grice, Logica e conversazione. Saggi su intenzione, significato ecomunicazione, il Mulino, 1993; ed. or. 1967)

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Significato dell’enunciato e significato del parlante

• Significato dell’enunciato: • Collegamento codificato tra specifiche espressioni linguistiche e

certe intenzioni comunicative

• Significato del parlante:• Attraverso usi ironici, metaforici, atti linguistici indiretti il parlante si

allontana dalla norma codificata, volendo far intendere altro da quanto dice esplicitamente.

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Massime conversazionali• Quantità

Dai un contributo tanto informativo quanto è richiestoNon dare un contributo più informativo di quanto è richiesto

• QualitàTenta di dare un contributo che sia veroNon dire ciò che credi falsoNon dire ciò di cui non hai prove adeguate

• RelazioneSii pertinente

• ModoSii perspicuo:Evita l’oscurità di espressioneEvita le ambiguitàSii breveSii ordinato nell’esposizione

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Il significato delle massime

Non vogliono essere una sorta di galateo linguistico, così come ilprincipio di cooperazione non è un principio etico, ma tentano didescrivere i requisiti ideali di un uso efficace della lingua negli scambicomunicativi e nell’ insieme esprimono un principio di cooperazionegenerale.

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Punti di orientamento di ogni interazione cooperativa e razionale

1. Quantità: ci si aspetta un contributo alla interazione commisuratoalla richiesta (né più né meno);

2. Qualità: ci si aspetta un contributo autentico, non falso, menzognero;

3. Relazione, connessa al grado di congruenza fra i contributi: ci si aspetta un contributo pertinente alla fase della interazione;

4. Modalità: ci si aspetta che il contributo sia esplicito, eviti ambiguità, confusioni.

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Dire senza dire

• L’efficacia della comunicazione consiste spesso nel lasciare unacerta quantità di informazione nell’implicito: sia nel rappresentare chenello stabilire relazioni tra gli interlocutori non tutto vienelinguisticamente esplicitato (Ducrot, Dire et ne pas dire, 1972; cfr.Eco: il testo è una macchina pigra).

Come si può calcolare il significato del parlante e di ciò che si vuoleintendere quando non coincide con il significato dell’enunciato e conciò che si dice? Come si possono riconoscere le intenzioni delparlante in un quadro di razionalità?

• In questione non è la componente proposizionale del discorso ma il sensoche il ricevente è chiamato a ricostruire > possibili effetti di manipolazioneideologica.

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Implicatura

• Concetto centrale in pragmatica

• Spiegazione di come sia possibile intendere più di quantoeffettivamente si dice: quando il parlante viola una massima,l’ interlocutore cerca, sulla base del principio di cooperazione, digiustificare tale violazione attraverso una implicatura che consistenell ’ inferire da un enunciato credenze/pensieri/affermazioni nonesplicitati dal parlante.

• L’inferenza dipende dalle attese dei partecipanti alla interazione.

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• Es. 1A.Dov’è Carlo?B.C’è una VW gialla davanti alla casa di Anna

(Levinson 1985:114)La risposta di B è apparentemente incoerente (violazione della massima della

relazione), ma segnala un intento cooperativo: rispondere pur non possedendo informazioni sufficienti.

• Es. 2Una donna è una donna, è una donna, è una donna (pubblicità di un profumo)Violazione della massima della quantità e suggerimento di un senso diversoCfr. Esempio di Antelmi, p. 22 (pubblicità Diesel).

• Es.3Lettera di presentazione redatta da un docente per uno studente, con ridotto contenuto informativo (violazione della massima di quantità: reticenza)

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Implicature e figure retoriche

• La riflessione sul detto non-detto consente di spiegare anche le figureretoriche come ostentazione di un non dire, mette in luce cioè lafunzionalità argomentativa e comunicativa delle figure.

• Tautologia, ironia, metafora, litote, eufemismo, e iperbole (tutti tropi,cioè trasferimenti di significato da un elemento a un altro) possonoessere riletti in termini di implicatura.

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Implicature connesse alla massima di Quantità

1. Rendi il tuo contributo tanto informativo quanto è richiesto

Di fronte a un enunciato che presenta un basso grado di informatività, ci sichiede se e a quali condizioni l’informazione fornita può essere consideratasufficiente, e altrimenti perché il parlante si è limitato a fornire informazioni inquella quantità.

Es.intervista a «Radio 24», 24.5.2011, h 8,20D: Speranze di vittoria, ci sono?R: Guardi, noi abbiamo l’indicazione di portare la partita fino in fondo

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TautologiaLa tautologia (“la guerra è guerra”) è totalmente non informativa, perciò è una

evidente violazione della massima della Quantità.È dunque informativa a livello di ciò che si implica, e il fatto che l’ascoltatore

identifichi il contenuto informativo a questo livello dipende dalla sua abilità dispiegare il fatto che il parlante abbia selezionato questa particolare tautologia.

R. Zaccaria, «L’Unità», 21.5.2011Poi le elezioni sono andate come sono andate.

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LitoteLitotes = semplicità, diminuzione, attenuazione.

Fontanier (Le figure del discorso, 1827-30) “Si dice meno di ciò che si pensa;ma si farà intendere più di quanto si dica”.

Beccaria, Dizionario di linguistica, e di filologia, metrica e retorica, Einaudi,1994: «Da un punto di vista formale si tratta di una perifrasi che ha lastruttura sintattica della negazione del contrario (ad es. “Non è male”; “non èantipatico”; non è un’aquila), con evidenti legami con l’ironia e l’eufemismo[es. Sono un po’ stanco, per “sono sfinito”]. Da un punto di vista funzionale,la tradizione attribuisce alla litote l’effetto di una iperbole. In realtà l’unicacaratteristica garantita è l’attenuazione formale (mitigazione): con la litoteformalmente si attenua, funzionalmente si rafforza».

Ruolo decisivo dell’interlocutore nell’attribuzione del senso: alladeresponsabilizzazione attuata attraverso il dire di meno della litotecorrisponde una speculare ascrizione di responsabilità al destinatario,chiamato in causa a ricostruire non solo gli aspetti pragmatici, ma anchequelli semantici dell’enunciazione. Rispetto a una formulazione positiva, lalitote soddisfa esigenze di tatto e di prudenza, consentendo eventualmente allocutore di tornare sui suoi passi e ridefinire il proprio atto.

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Esempi:

Belpietro, «Libero», 21.5.2011Il governo non attraversa uno dei suoi periodi migliori (litote), come sempre accade ad un esecutivo a metà legislatura, quando è esaurita la luna di miele e gli elettori ancora non vedono gli effetti delle decisioni prese.

Paolo Rodari,« Il Foglio», 21.5. 2011, p. 5La notizia non è di poco conto (litote). La comunità cistercense, infatti, è una presenza storica a Roma […].

[…]C’è un dispaccio vaticano che parla di «problemi nella conduzione della comunità». Mentre diverse voci anonime riferiscono di rapporti di amicizia «non del tutto ortodossi» (litote) tra alcuni monaci. Che può significare tanto ma anche nulla (tematizzazione esplicita della violazione della massima della Quantità).

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Ancora sulla violazione della massima di Quantità

•2. Non rendere il tuo contributo più informativo di quanto è richiesto. Laquantità di informazione fornita non deve essere eccessiva rispetto agli scopidella comunicazione:

• Es. Il riferimento all’etnia nel caso di attori criminali può attivare l’implicatura che icittadini provenienti da un certo paese siano tendenzialmente criminali.

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Pleonasmo

La massima della Quantità viene violata anche dal pleonasmo, ridondanza stilisticaretoricamente marcata.

Fontanier (1827-30): «aggiunge all’espressione del pensiero parole altrimenti inutili».

Imparentato con la tautologia: dire la stessa cosa con parole diverse:L’ho udito con le mie orecchie, Scendi giù, ma però, a me mi piace

Può rappresentare uno scarto rispetto al normale ordine del discorso (tema-rema),spesso associato al DIL (La Gina non lo sapeva, lei, di dover andarsene).

In pragmatica gli elementi ridondanti assumono una funzione di marcatezza retorica, dimessa in rilievo della parte ripetuta, che diviene così il centro d’interesse, il focusinformativo dell’enunciato.

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Implicature secondo la Qualità• La massima della Qualità può essere violata in molti modi:

• Se l’informazione fornita non può essere ritenuta attendibile perché nonappare giustificata (con prove o ragioni adducibili a sostegno)

• Se il contributo si presta a una interpretazione contraddittoria ed èimpossibile costruire un quadro coerente della informazione fornita

• Se c’è il sospetto che il parlante non eviti con sufficiente rigore di dire coseche ritiene false

• La comprensione cooperativa legge le potenziali contraddizioni cercandone lamotivazione e vedendovi una coerenza con il resto del discorso.

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Metafora e violazione della massima di Qualità«Il Fatto», 3.12.2012, p. 5

T. E oggi il movimento sceglie i candidati“…altra stanza dove il potere romano è sempre stato di casa e dove i leghisti, nel

lontano 1994, scesi da marziani, si trasformarono in terrestri il giorno successivo…”

«Il Giornale», 3.12.2012Dal 2009 [Oscar Giannino] ha due cattedre, dalle quali sdottora ogni giorno con seguito

crescente, accentuato dalla palude in cui è caduto il centrodestra. ]…][..]al suo secondo pulpito […][…] nella convinzione di trovarsi di fronte a un rito dell’intelligenza cui ha l’onore di

essere ammessa[…][…] per gli orfani del centro-destra a Nord del Po, Oscar è una reliquia […]

Scalfari su RE, 22.5.2011[…] la fascinazione mediatica del Cavaliere di Arcore è ormai diventata una logoraliturgia che non riesce più a sedurre i fedeli ormai in libera uscita.

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Es. Processo di costruzione dell’UE• UE come cammino, viaggio

• Marcia di avvicinamento• Via libera• Lungo e tortuoso cammino• Remare insieme• Prendere a bordo• Facciamo un passo dopo l’altro• Trovare una strada

• UE come costruzione• Accelerare la costruzione• Paesi fondatori

• Cfr. Johnson e Lakoff, Metafora e vita quotidiana (1980), Bompiani, 1998

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• UE come partita o gioco d’azzardo (metafora utilizzata in caso di dissidi e opinioni divergenti)• È un colpo d’avvio al pallone• La partita la giocheranno alla Convenzione• Stiamo facendo un gioco al rialzo• Il vostro documento è una scommessa

Cfr. Corriere della Sera, 14 dic. 2002; La Stampa, 20 gen. 2003 sull’allargamento della UE a 25 membri

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L’ironia• Grice colloca l’ironia tra le violazioni della massima della qualità

• Si tratta anche di una forma di disconferma, di svalutazione della parola altrui,che si gioca tra riconoscibilità e leggerezza. Condivide con la litote l’areadell’understatement.

• Decisiva è la possibilità di riferimento degli interlocutori a conoscenze evalutazioni condivise, ad assunti di base sul mondo e ad aspettative sullasituazione comunicativa attualizzata (Beccaria, Dizionario, p. 401).

• Chi fa ironia ha in mente una norma alla quale la realtà dovrebbeconformarsi. L’enunciato ironico è valutativo

• Può essere anche ricondotta al fenomeno della polifonia: presenza nellostesso enunciato di due voci, di cui una si oppone all’altra (Mizzau, L’ironia.La contraddizione consentita, Feltrinelli, 1984).

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«Il Foglio», 3.5.2011, Andrea’s Version

Avranno anche restituito un po ’ di orgoglio all ’ America, ridatoossigeno all’amor proprio, sollevato entusiasmi, avranno pure messola parola fine a quello che dopo l’11 settembre sembrava un incuboinafferabile. Avranno forse dimostrato che le barbe finte della Ciasanno ancora combinare qualcosa e saranno riusciti, probabilmente,a convincere i più scettici che doveva pur esistere qualche motivo, senemmeno Obama aveva accettato di chiudere Guantanamo. Potràavere talune ragioni anche Hillary Clinton, a dire che Bin Laden eraaltresì un mortale nemico dell’Islam, e a sostenere che la storiadovrà ricordarsi di come il principale tra i terroristi sia stato tolto dallascena “mentre nel mondo arabo avanzavano le richieste di libertà edi democrazia”. Sarà tutto vero, tutto giusto, tutto soddisfacente esarà quindi inevitabile che, da sinistra a destra, tutti, ma proprio tutti,applaudano. Noi vorremmo semplicemente far notare, dopo l’animatadiscussione cui abbiamo assistito, che quei crumiri dei Navy Sealhanno lavorato il 1° maggio.

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Presupposizioni

• Concetto elaborato da Frege, Russell, Strawson e poi da Stalnaker e Grice.

• Impliciti innestati da un elemento linguistico (attivatore, trigger) (Caffi, Pragmatica. Sei lezioni, 2009: 83).

• Informazione messa sullo sfondo (e così protetta da eventuali contestazioni) (informazioni contestuali).

• Possibili strumenti del discorso ideologico.

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Funzioni della presupposizione

• La presupposizione gioca un ruolo centrale nella economia di untesto, contribuendo alla sua connessione

• Efficacia informativa: dire molto con molto poco• Rispetto della coerenza di un testo: scelta continua dei parlanti su cosa tematizzare

e cosa lasciare sullo sfondo (rapporto tema-rema);

• Contribuisce a collocare un testo nella situazione comunicativa a cuiè destinato: richiama il già noto e quello che è dato per scontato.

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• Rafforza i legami sociali, suggerendo al destinatario che lo si ritiene parte delgruppo.

• Ha funzione persuasiva perché spinge a vedere il mondo nella prospettivavoluta dall’ autore. Si sottrae alla discussione: per essere discussa lapresupposizione deve essere esplicitata.

• Rischio di manipolazione: in quanto presentano un contenuto informativo senzaasserirlo, dandolo per condiviso (accordo con l’uditorio), sono utili nei casi in cui ilparlante vuole trasmettere un contenuto senza affermarlo direttamente: ciò che èmesso sullo sfondo è protetto da possibili smentite (Givon 1989).

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Attivatori linguistici di presupposizioneLessicali

• Sintagmi nominali (es. “lo zio di Paola”): presupposizione esistenziale

• Verbi fattivi: (rendersi conto, sapere, comprendere, rimpiangere) “Marina rimpiange di non essersi laureata > è un fatto che: Marina non si è laureata”

•Verbi implicativi: (riuscire, permettersi, dimenticarsi) “Sandro è riuscito a superare l’esame > è vero che: Sandro ha superato l’esame”);

•Es.: Non siamo ancora abbastanza avanti nell’apprendimento della politica, riusciamo ancora ad essere sinceri (Primo Congresso nazionale di Forza Italia 1994)

•Verbi di cambiamento di stato (smettere, incominciare, continuare, finire di)“Marco ha smesso di fumare > è vero che: Marco fumava”

“Gaia ha ritelefonato > è vero che: Gaia aveva già telefonato”

•Forme avverbiali e aggettivali: ancora, di nuovo, invece, anche, un altro ecc.“La terra ha tremato di nuovo > aveva già tremato”

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Sintattici

• Frasi relative parentetiche• Frasi scisse (l’informazione presupposta è nella seconda parte

dell’enunciato) (E’ Paolo che l’ha detto....; è X che l’ha fatto; “E’ Luca che l’ha aiutato = Qualcuno l’ha aiutato”)

• Ipotetiche controfattuali “se non fossi andato in montagna avrei fatto l’esame > Sono andata in montagna”; “Se mi avesse chiesto scusa, l’avrei perdonata > non mi ha chiesto scusa

• Interrogative

• Proposizioni temporalidopo che, prima che:

“Le cose sono cambiate dopo il crollo del muro > il muro è crollato”

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Sintagmi nominali definiti e indefinitiSintagmi nominali: •Se preceduti da articoli determinativi sono definiti, se preceduti da articoli indeterminativi sono indefiniti.•Hanno la funzione di creare una realtà: attivano la presupposizione d’esistenza•Le presupposizioni d’esistenza conferiscono status di informazione scontata all’esistenza degli oggetti, situazioni o eventi a cui l’enunciato fa riferimento.

Es.: La Padania ha diritto a libere elezioni/ ha diritto alla autonomia fiscale

La presupposizione esistenziale del sintagma nominale può essere sfruttata a finiideologici per postulare l’esistenza di una entità immaginata. Se l’ interlocutore noncontrobatte immediatamente, se non reagisce al fatto che viene instaurato un similereferente, assume come dato che questo sintagma nominale abbia un referente. E tuttociò che viene in qualche modo, apertamente o surrettiziamente, posto nel discorso, nellasua prosecuzione viene ad essere presupposto, divenendo un pacchetto di informazioniche, se non contestate, sempre più difficilmente possono essere poi rifiutate.

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La presupposizione veicolata da un nome proprio o da un sintagma nominale definito implica non solo l’esistenza ma anche l’unicità dell’oggetto indicato.

Es.: Reggiani. La luce

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• Vedi anche titoli di opere letterarie:• Il circolo Pickwick (Dickens)• La bella e la bestia

• Le forme al plurale favoriscono invece lo stereotipo:• Gli uomini preferiscono le bionde

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Il sintagma nominale definito svolge una funzione sintetica.

Nella stampa, la cronaca di attualità e quella politica, per non dover introdurre sulla scenatutti i personaggi dell’evento ripetuto o ripercorrere eventi e situazioni pre-esistenti, siavvale regolarmente di sintagmi nominali definiti.

Il governo algerino ha giudicato inaccettabile la presa di posizione dell’Onunei confronti dei recenti massacri in Algeria…

[…] Il metodo del professore Di Bella per la lotta contro il cancro è statoimposto alla Asl Lecce 2 dal giudice

Ma può assumere funzione ideologica:

St. “Dopo piazza Fontana, ecco piazza della Loggia: l’ansia di far coincidereuna verità storica precostituita (le bombe fasciste) con la verità dibattimentaleha condotto a una serie di inevitabili fallimenti” (Libero, 15.4.2012, p. 19)

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Deverbali: termini astratti in chiave presupposizionale:

“Il miglioramento delle condizioni di vita ha esteso il mercato dell’auto”

Non si dice: “Le condizioni di vita sono migliorate”, ma il miglioramento è posto come un fatto

La nominalizzazione produce un effetto di oggettivazione: effetto reificante del sintagma nominale definito:

• Lo stupore dell’Alto commissariato (RE, 16.5.09)

ma può servire anche ad occultare e mascherare i responsabili di un’azione.

“La collisione”, “la strage”, “lo sciopero”, “la cattura”, “l’uccisione”

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Presupposizione d’esistenza di sintagmi nominali indefiniti

L’articolo indefinito indica semplicemente l’elemento di una classe, senzaidentificarlo ulteriormente (Antelmi, p. 131).

Un giudice con una sentenza ha ordinato la somministrazione di un farmacointrovabile a un bimbo di due anni affetto da una grave forma di neoplasia.

I sintagmi nominali indefiniti attivano una presupposizione di esistenza se sonousati in posizione di argomento.

Possono avere funzione generalizzante, riferimento a un prototipo:

un amico non tradisce

O identificativa

un Ramazzotti fa sempre bene

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Verbi fattivi

• Presuppongono la verità (fattualità) dell’enunciato complemento (rendersi conto, accorgersi che, essere consapevoli che, sapere, comprendere, ignorare, rimpiangere, essere spiacenti di, è sciocco negare che)

L’informazione presupposta è formulata esplicitamente nella frase complemento, è pienamente disponibile, non va inferita:

Es:

“Siamo spiacenti di non poter ammettere i bambini alla cerimonia”

“Lo scienziato francese sapeva bene che se una soluzione di un sale viene frapposta fradue prismi di spato d’Islanda…è necessario ruotare uno dei due cristalli di un certonumero di gradi per permettere a tutta la luce di attraversarlo” (Sbisà, Detto non detto,Laterza, 2007).

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• Anche i verbi fattivi si prestano a un uso strategico persuasivo, cioè a far passare come un dato di fatto qualcosa che invece è discutibile, una opinione personale, una doxa, piuttosto che un fatto

Es.:“Tutti i partiti ex cattolici sembrano assolutamente incapaci di dare unarisposta a Giovanni Paolo II (…) sulle emergenze nazionali che egli haindividuato (…): politica a sostegno della famiglia, scuola libera e creazionedi lavoro vero e stabile. Neanche si accorgono che D’Alema, su questi temi,cerca di scavalcarli (…).” («Il Giornale», 9 settembre 1997, in Sbisà, Dettonon detto, Laterza 1999)

• “La gente sa che l’articolo 18 è di scarsa rilevanza” (Caffi, Pragmatica,Carocci, 2009)

• Faccio passare come una informazione oggettiva ciò che è una opinionesoggettiva, discutibile, cioè aperta alla discussione, perché è molto piùdifficile mettere in discussione qualcosa che è posto sullo sfondo piuttostoche qualcosa che viene affermato esplicitamente.

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“Adesso quel quotidiano-partito s’accorge di non controllare più lezucche del Paese. Si accorge che c’è un mondo che sta cambiandoper vie diverse da quelle che per anni hanno disegnato nella lororedazione. Si accorge che la rivoluzione nella pubblicaamministrazione la fa Brunetta, non la Cgil […] si accorge che la veraintegrazione non si realizza attraverso formule vuote del buonismoveltroniano, ma facendo rispettare le leggi. Capisce che il mondo stacambiando, senza chiedere permesso a Scalfari….perché sa che quello è lo strumento migliore di intimidazione per chilavora nei giornali” (Mario Giordano, «Il Giornale», 16.1.2009)

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Anche in funzione accattivante, per rendere il destinatario partecipe del processo informativo (rafforzamento dei legami di gruppo):

• Il lettore sa bene che….• Come tutti sappiamo…..• Sappiamo che….

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Domanda con marcatori quantitativi

• “Quanta strada deve percorrere Ankara per avvicinarsi agli standard europei?”>Ankara è distante dagli standard europei

• “Ma quanta sovranità nazionale dobbiamo cedere ad enti internazionali che nessunovota e di cui non si ha alcun controllo?” (G. Paragone, “Libero”, 17.5.09)> abbiamo perduto sovranità nazionale

• “Quanti soldi butti via ogni giorno con il tuo conto?”> con il tuo conto butti via soldi

In generale la domanda è molto meno innocente di quel che nonappaia a prima vista: pur serbando la parvenza del rispetto verso lalibertà del destinatario, gli impone parecchie condizioni.

Questa particolarità deve essere considerata nei sondaggi di opinionee nelle interviste. Gli interrogativi affermano non meno di quantodomandino.

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FUNZIONE IDEATIVA

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Senso e riferimento (Frege, Über Sinn und Bedeutung, 1892)

• Il segno (Zeichen) fa riferimento agli oggetti extra linguistici e agli statidi cose passando attraverso la mediazione di un’entità, il senso(Sinn), nozione che indica la maniera attraverso cui il riferimentostesso (Bedeutung) è dato.

• Bedeutung=significato come denotazione (riferimento)• Sinn=senso come insieme di proprietà che individuano un oggetto

• Possiamo avere più sensi per lo stesso riferimento, es. «Obama»,«L’ex presidente degli Stati Uniti», «L’avversario dei conservatoriamericani», ecc.

• Senso e riferimento sono nozioni formali e oggettive e vanno tenutedistinte da una terza nozione, di ordine psicologico, larappresentazione (Vorstellung) (immagine soggettiva, basata suimpressioni sensibili e ricordi).

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Modello di Frege

SegnoZeichen

SensoSinn

Riferimento, denotazioneBedeutung

RappresentazioneVorstellung

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Ogden - Richards, The meaning of meaning, 1923

Concetto

Simbolo Referente

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Rappresentare il mondo: dare un nome alle cose

Nominare è il primo atto di conoscenza. Nominare significa assegnare aqualcosa o a qualcuno un posto nel mondo, dar rilevanza, talvolta creare lecose.

I nomi sono concetti classificatori, strumenti per identificare e significare unreferente (distinzione tra denotazione e senso).

Cfr. Contenuto nucleare e contenuto molare in Eco, Kant e l’ornitorinco,1997.

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•Nomi propri

• Secondo la concezione logicizzante (Kripke) il nome proprio ha funzioneidentificativa e non significativa, è un segno ‘opaco’ rispetto al suo significato.

• Nella prospettiva del discorso (dimensione linguistica e sociale, politica, psicologica,storica) possono però avere anche valore semantico ed evocativo di emozioni eriferimenti storici e sociali (connotazione), soprattutto nel discorso mediatico• Es. Auschwitz, Hiroshima, Vietnam, Caporetto, Woodstock, Maradona, Chernobyl, Balcani,

ecc.;• «C’è una Toscana dentro ognuno di noi»; «Malaysia. Veramente Asia»;

• Battesimo di eventi con funzione mnemonica e tipizzante o di propaganda politica• es. nomi degli anticicloni: Caronte, Minosse, Hannibal, Lucifero, Apollo, Poppea,• azioni di guerra: Overlord per lo sbarco in Normandia, Desert Storm, Enduring Freedom,

Sirena, Operazione infinito, ecc.: («assegnare il nome a una operazione di guerra è il primopasso nell’apertura di un fronte»).

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• Nomi comuni

Cfr. Orwell, Politics and the English Language (1968):

«Nella nostra epoca, il discorso e il testo politico sono largamente una difesadell’indifendibile. […]Il linguaggio politico, dunque, deve consistere in massima parte ineufemismi, banalità e concetti vaghi e fumosi. Villaggi indifesi sono bombardati dal cielo,gli abitanti trascinati fuori nella campagna, il bestiame preso a cannonate, le capannemesse a fuoco con munizioni incendiarie: questa è chiamata pacificazione. Milioni dicontadini sono rapinati delle loro fattorie e mandati a trascinarsi lungo le strade con nulladi più di ciò che possono portare sulla schiena: questo è chiamato trasferimento dipopolazione o rettificazione delle frontiere. […] Questa fraseologia è necessaria se sivogliono nominare le cose senza richiamarne immagini mentali».

L’uso delle parole può consentire di eludere e mascherare certi aspettidella realtà

Es: bombardamenti chirurgici, bombe intelligenti

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Conflitti di nominazionedenotazione e connotazione

Renato Curcio, N. Valentino, S. Petrelli, Nel Bosco di Bistorco, Roma, Edizioni Sensibili alleFoglie,1993 (Cfr. Traini, La connotazione, Bompiani, 2001)

Contrasto tra Curcio e il direttore del carcere sull’uso delle parole prigioniero e detenuto

Dizionario dell’Enciclopedia Treccani:Prigioniero = chi è tenuto rinchiuso in un luogo in modo da essere privato della propria libertà d’azioneDetenuto = chi sconta una pena detentiva

Per il direttore del carcere la parola prigioniero (usata da Curcio) «intende rimarcare una differenza,esibire uno status particolare, alludere a una pretesa politicità».

Curcio: «la politica qui non c’entra affatto […]. Quel che cerco di dirle è che per me ogni etichetta siequivale e, quindi, mi chiami come vuole ma lasci anche a me la libertà di nominarmi come megliocredo.Direttore: «lei oppone resistenza alla parola “detenuto” non perché sia un’etichetta ma per continuarein qualche modo ad opporre resistenza alle istituzioni. Lei insiste a presentare le cose come separlassimo due lingue contrapposte».

Vedi anche Ogm = organismi geneticamente modificati (>geneticamente migliorati)

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Questione del politically correct• Ripiegamento del capitale finanziario (crollo in borsa)• Collaboratore scolastico (bidello)• Flessibilità (licenziabilità)• Mobilità (licenziamento)• Controllo tecnico sulla linea (guasto)

• Vedi anche eutanasia, diritto al suicidio assistito, legge sul fine vita

• Veronesi: piccola rivoluzione culturale che parta dal nome: Ductal carcinomain situ (Dcis) > Ductal intraepitelial neoplasia (Din), «termine menoterrorizzante e più onesto, perché rappresenta perfettamente la situazione».

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F. Rampini, Le parole per non dirlo (RE, 17.7.2015), suglieccessi di “correttezza politica” nelle università americane(in particolare University of New Hampshire): una «nuovadistopia degna di Orwell» ha preso il posto del FreeSpeech Movement degli anni Sessanta:

•«non dite straniero ma: persona internazionale. Vietati gli epiteti: obeso, sovrappeso, da sostituire con persone di dimensioni […]»

•Cfr. Flavio Baroncelli, Il razzismo è una gaffe, Donzelli 1996.

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Nome e soprannome• I nomi propri hanno comportamento autonomo rispetto alla categoria generale

del nome comune, dal punto di vista morfologico e sintattico. A causa del lorovalore referenziale specifico non sono sensibili alle categorie grammaticali delgenere e del numero e non subiscono, pertanto, variazioni morfologichedesinenziali (Beccaria 1996:512).

• Il nome proprio non è preceduto dall’ articolo (tranne che nelle varietàdiatopiche settentrionali).

• Il soprannome è l ’ assunzione di un nome comune (morfologicamentevariabile: genere, numero, caso) come nome proprio. Introduce una sfumaturasemantica espressiva, affettiva (livello patemico del discorso): il soprannomeidentifica e significa.

• Il ricorso al soprannome è tipico delle situazioni familiari e amicali (informali).

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Saviano a Che tempo che fa• http://www.youtube.com/watch?v=0lfgsx1u7tg

• Bin Laden e ’o sceriffo controllavano gli affari• In cella cugino del defunto ‘formaggino’• Arrestato ’o cappotto• Delitto Iovine,’o lupo e ‘o nasone in tribunale• Carcere duro per Peppe,’o Padrino• Blitz dell’arma da ’o mussuto dopo l’agguato a ’u urpacchiello, in

ballo il business del caffè

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Effetti di senso

• Vivacizzazione

• Punto di vista dell’amico, del familiare

• Richiamo affettivo, patemico