SDM NEWS 2/2011
-
Upload
sindacato-dei-marittimi -
Category
Documents
-
view
217 -
download
0
description
Transcript of SDM NEWS 2/2011
In questi giorni si leggono molte notizie dove si riporta la volontà di CONFITARMA (D’Amico Paolo, Messina Stefano) e di alcuni politici (vedi MUSSO) di “armare” le navi, o meglio imbarcare personale ar-mato a difesa di queste. Ma perchè questa scelta non è tra le migliori?
Molti vedono il confronto sempre su chi ha torto e ragione, e chiara-mente per la lobby sembra più importante dare torto al SDM Sin-dacato dei Marittimi, invece che usare energie per portare il Governo a scelta più ragionevole, ma soprat-tutto che aprirebbe a soluzioni mi-
gliori nel tempo.Per capire perchè la scorta non ser-
virà a nulla, anzi rischia di mutare il fenomeno peggiorandolo, vediamo cosa veramente si muove intorno alla pirateria, che non è niente di ro-mantico o da sottovalutare.
Continua a pagina 3
Numero 2www.sindacatomarittimi.eu
Marzo 2011
Oggi rimaniamo colpiti dalla ris-posta secca dell’armatore Cavaliere del Lavoro Luigi D’Amato (nella foto), che alla domanda
Alla luce di questa drammatica espe-rienza, lei è favorevole alla presenza di guardie armate a bordo?
«No. Si immagini una sparatoria a bordo di una petroliera carica di car-burante. C’è il rischio più che concreto che possa saltare tutto in aria. Io penso che il problema – e sono d’accordo con il ministro Frattini – possa essere risolto solo mettendo fuori uso la pi-rateria e, per fare questo, c’è bisogno di una legge speciale a livello inter-nazionale che consenta di agire con-tro i pirati-fuorilegge anche in acque internazionali».
Fortunatamente c’è gente più ragio-nevole dell’armatore Stefano Messina, speriamo vinca finalmente la logica del buon senso, e non dell’affidarsi alla violenza, che seppur appare l’unica soluzione non lo è.
Perchè noi del SDM Sindacato dei Marittimi rimaniamo contro l’uso delle armi e dell’imbarcare scorte ar-mate, seppur costituite da personale del Battaglione San Marco, da cui alcuni di SDM provengono e ne con-oscono capacità e professionalità.
Molto semplice, perchè bisogna chiedersi a questo cosa seguirebbe.
In questi ultimi giorni, i media in-ternazionali hanno sottolineato già come l’aver dichiarato questa volontà ad aumentare la violenza, ha portato pirati a TORTURARE l’equipaggio, e come la violenza dell’attacco stesso è aumentata.
Non solo, oggi è stata sequestrata superpetroliera USA, e tutti sappiamo che gli americani da subito hanno usato la forza, quindi non sembra che questa via scoraggi poi gli attacchi.
Continua a pagina 3
Pirateria: Luigi D’Amato, ci sono armatori responsabili
Pirateria: conoscete veramente cosa è?
Tabelle d’armamento: qualcosa si muove, o quasi...Finalmente dopo solo poco più di un anno, abbiamo ricevuto un ris-contro dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto in merito alla nostra istanza che tratta della revi-sione delle Tabelle d’Armamento.
Dobbiamo dire che a rispondere è stato l’Ammiraglio Brusco poco dopo aver preso il comando delle CP. Insomma dopo il silenzio dell’Ammiraglio Pollastrini e Lolli finalmente le cose sembrano cam-biare.Questo riscontro almeno fa tor-nare nei lavoratori la speranza di una nuova fiducia verso l’autorità marittima, che per 4 anni ha mostrato indifferenza, ma che ora apre almeno al dialogo.
Questa risposta ha importanza, per-chè dimostra che non si deve mai cedere quando si lavora con senso di responsabilità, e si presentano proposte solo per migliorare un settore e non per tutelare interessi. Dimostra che non si devono fare
compromessi per essere presi in considerazione. E’ la sconfitta invece di quei politici, dirigenti ministeriali che pensano che l’indifferenza sia potere, superiorità.
Ora entriamo però nel merito della questione. Da quello che si legge vediamo come la nostra proposta di tenere presente le emergenze che si potrebbero dover affrontare, nello stabilire i membri dell’equipaggio è stata accettata, anche se stranamente sia Pollastrini che Lolli se ne guarda-rono bene dal comunicarcelo, ognuno ne tragga suo giudizio sul perchè.Ma qui nasce il problema.
Continua a pagina 3
A seguito dell’articolo del SecoloXIX intito-lato “Pirateria:cresce la voglia di armi a bordo” titolo veramente di cattivo gusto, scrivemmo in data 31 marzo una mail al Senatore Enrico Musso (PDL), invitandolo a riflettere su quanto stava per proporre. Nello stesso giorno il Sen-atore ci inviava copia del testo del ddl da lui scritto, chiedendoci di trattarlo con la massima riservatezza e di dare nostre considerazioni. Ris-
pettando la riservatezza chiesta, abbiamo in data 1 aprile inviato nostre considerazioni, chiaramente come tutti sapete SDM Sin-dacato dei Marittimi preferisce fare sempre tutto in modo pubblico e trasparente, ma vista la situazione abbiamo rispettato la richiesta del Senatore.
In data 03 aprile un collega ci invia copia del
ddl del Senatore Musso, lasciando l’intera seg-reteria totalmente in silenzio, poichè non capiv-amo come potesse questa persona avere un testo ritenuto riservato. A nostra domanda ci veniva detto che il ddl era nel sito dello stesso Sena-tore. Alla fine lo stesso Senatore ci informava della pubblicazione e questo chiaramente soll-eva SDM Sindacato dei Marittimi dal non poter trattare pubblicamente l’argomento, e dire a tutti quali sono state nostre considerazioni e dare a tutti possibilità di esprimersi su questo testo.
Nella pagina seguente, è riportato il testo del
disegno di legge del Senatore Musso LE ARMI A BORDO LE VOGLIONO
POLITIC E ALCUNI ARMATORI, SOSTE-NUTI DAI MEDIA, NON LE VOGLIONO LA MAGGIORANZA DEI MARITTIMI
Prima di tutto SDM Sindacato dei Marit-
timi nel dare proprie considerazioni precisò la netta opposizione a un ddl che autorizzi perso-nale privato armato a bordo di navi mercantili, ma poichè questo è un disegno di legge che potrebbe essere accettato, ed essendo questo pieno di lacune, abbiamo dato comunque nostro parere e proposte.
Questo disegno ha due errori gravissimi sui quali non si può discutere:
1 - CARICA IL COMANDANTE DELLA TOTALE RESPONSABILITA’ SIA NEL DECIDERE DI UTILIZZARE LA FORZA (CIOE’ UTILIZZARE ARMI) SIA SU COSA QUESTA PRODUCE (AD ESEMPIO MORTI)
2 - APRE L’UTILIZZO DELLA FORZA
(ARMI) NON SOLO PER ATTI DI PIRATE-RIA
Il Comandante viene chiamato a decidere in
virtù della conoscenza di tutti i trattati internazi-onali e gli accordi con i paesi terzi, cosa che capirete è assurda. In poche parole i Coman-danti che transitano in quelle zone con perso-
nale armato a bordo dovranno conoscere tutte le norme, trattati internazionali e accordi con
paesi terzi, altrimenti potrebbero poi incorrere in problemi anche legali se dalla loro decisione ci saranno feriti e/o morti. Il Comandante ge-stirà e comanderà una squadra armata, su quali conoscenze specifiche il ddl non è chiaro. Basti pensare alla complessità delle regole d’ingaggio che hanno forze armate, per noi invece tutto rimane una sorta di terno al lotto.
COSA ABBIAMO PROPOSTO NOI DEL
SINDACATO DEI MARITTIMI1 - SOLLEVARE IL COMANDANTE
DALLA RESPONSABILITA’ DI QUESTA FORMA DI DIFESA ATTIVA. I RESPON-SABILI SARANNO LE SQUADRE AR-MATE, CHE OLTRETUTTO POTREBBERO ESSERE ANCHE MILITARI CHE NON POS-SONO STARE SOTTO L’ORDINE DI UN CIVILE
2 - CHE IL PERSONALE NAVIGANTE,
LAVORATORI MARITTIMI, NON POSSA ESSERE UTILIZZATO PER QUESTE DIFESE ATTIVE, CIOE’ NON DEVONO POTER UTILIZZARE ARMI
3 - CHE ALL’ARMAMENTO VENGA
OBBLIGATA UNA ASSICURAZIONE SPE-CIFICA DOVUTA ALL’AUMENTO DEL RISCHIO DI RIMANERE COINVOLTI IN SPARATORIE
4 - CHE IL DDL SIA SOLO APPLICABILE
PER CASI DI PIRATERIA E NON COME SCRITTO UTILIZZABILE PER QUALSIASI ALTRO ATTO DI VIOLENZA A BORDO
Passiamo poi a questa affermazione: Pertanto,
vi è il rischio concreto che compagnie di navi-gazione italiane decidano di immatricolare le proprie unità con la bandiera di un altro paese comunitario, con evidenti ricadute negative sulla bilancia dei noli, oltre che occupazionali e fiscali.
Prima di tutto come abbiamo detto sia al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e alla stessa Commissione Europea occorre finirla di farsi pecora davanti agli armatori, che ogni qualvolta non ottengono ciò che vogliono MINACCIANO di cambiare bandiera. La frase è concettualmente sbagliata perché l’armatore non passerebbe mai ad altra bandiera comuni-taria semmai ad una bandiera di convenienza (vedi Panama) anche perché molte delle navi che transitano per Suez con bandiera italiana sono vincolate alla Tonnage Tax e quella itali-ana è comunque tra le migliori. Il problema che rimarrebbe è la fuga verso bandiere di comodo, che come SDM propose già al Gov-erno basterebbe vederle come paradisi fiscali. “Occupazionali” ci pensò il Dottor Burlando a distruggere il marittimo italiano con il registro Internazionale che doveva tutelare noi ma che
in realtà ha aumentato l’utilizzo degli extraco-munitari. Oggi su navi italiane di italiani sono la minoranza
QUINDI DICIAMO CHE L’UNICO MO-
TIVO DA TENERE PRESENTE E’ LA SALVAGUARDIA DELLA VITA UMANA, NELLO SPECIFICO DI CITTADINI ITAL-IANI CHE LAVORANO IN MARE partendo da questo però è chiaro che armare, e quindi aumentare la violenza degli attacchi, è sbagliato.
L’aver armato le navi da parte di alcune na-
zioni ha dato questo immediato risultato: 1 pi-rata morto, 14 e più marittimi feriti e aumento degli attacchi.
Rimaniamo che la soluzione sia altra, e che azioni di singoli Stati mirate solo ad armare eq-uipaggi produrranno, anzi già lo stanno facendo, inasprimento della crisi. Armare la nave get-tando addosso al solo Comandante tutte le re-sponsabilità è comodo, per Stati e armatori, ma non risolverà nulla.
Si dovrebbe agire a livello internazionale, cosa che l’Italia potrebbe fare, mettendo in es-sere una azione sinergica, con una normativa unificata. Si dovrebbe gestire meglio il canale di transito diminuendo cosi’ le unità navali mili-tari impegnate in tal compito e lasciare le altre in pattugliamento più in la dal canale, cosi da aumentare ma zona controllata e spingere i pi-rati a distanze per loro difficili da raggiungere e quindi facilmente contrastabili. Di conseguenza gestire il transito delle navi in zona, mai in nav-igazione solitaria. Inasprire le pene dei pirati catturati, processandoli per terrorismo, magari approvando la proposta russa di un tribunale internazionale per atti di pirateria terroristica. Monitorare il transito del denaro pagato per
riscatti, intercettarlo e sequestrarlo. E’ chiaro che parallelamente si dovrà agire nei rapporti con nazioni locali per contrastare il fenomeno a terra. Certo processarli pubblicamente per ter-rorismo e condannarli a moltissimi anni sarà già una azione demotivante per altri pirati.
Invitavamo nella nostra mail il Senatore Musso quale esponente del partito di Governo, a spingere su i suoi colleghi a prendere questa via.
Ai media vorremmo dire che quando si scriv-
ono articoli occorre visto l’argomento delicato che si tratta, rifarsi all’etica e alla morale e da professionisti informare e non fare propagande. I marittimi, la maggioranza non vogliono armi a bordo come si vuo far credere, le vogliono po-chissimi armatori (al momento la posizione di Confitarma è allineata alle principali associazi-oni internazionali IMO, Intertanko e BIMCO, e cioè contraria ad armi a bordo) e alcuni politici. Cioè vuole le armi chi non rischia la propria vita a bordo.
Ci auguriamo che se poi questa legge passi
e porterà conseguenze drammatiche, tutti quelli che oggi la vogliono poi non fuggano come sempre davanti alle proprie responsabilità, anche perchè non lo permetteremo.
SDM Sindacato dei Marittimi cercherà in tutti
i modi di non far fare una legge che non risolv-erebbe il problema, anzi aumenterebbe i rischi per lavoratori marittimi, non solo italiani.
PIRATA SOMALO
Stefano Messina - armatore
DDL sulla pirateria: politici, armatori e media vogliono le armi
Page Number 1 Marzo 2011Sindacato dei Marittimi News
ARMI A BORDO? E’ LA SOLUZIONE?
Sen. Enrico MUSSO
ONOREVOLI SENATORI! I crimini di pi-rateria marittima e violenza in mare si sono moltiplicati negli anni recenti in alcune aree del mondo - quali il Sud Est asi-atico, l’America Latina, il Golfo di Aden con particolare riferimento alle coste somale - che costituiscono snodi cruciali nella rete delle rotte marittime internazionali.
La dif-fusione del fenomeno costituisce oggi un r i s c h i o maggiore per la si-c u r e z z a della navi-gazione e
dell’incolumità dei lavoratori marittimi, nonché un significativo aumento dei costi della navi-gazione e del commercio internazionale.
Proprio di fronte all’intensificarsi delle azioni di pirateria e degli atti di violenza in mare, al-cune fra le maggiori istituzioni internazionali hanno assunto posizioni ufficiali per racco-mandare agli stati di porre in essere un forte contrasto al fenomeno, anche al di fuori delle proprie acque territoriali, operando con la pro-pria flotta sia in acque internazionali che in acque territoriali di altri paesi, in particolare:
laConvenzioneperlarepressionedegli atti illeciti contro la sicurezza della navi-gazione, fra 151 stati contraenti, aperta alla firma a Roma nel 1988;
gliArtt.100ess.dellaConvenzionedi Montego Bay, la quale prevede che nell’alto mare o in qualunque altro luogo fuori della gi-urisdizione di qualunque Stato, ogni Stato può sequestrare una nave o aeromobile arrestare le persone a bordo e requisirne i beni;
il Cap. XI.2 della ConvenzioneSOLAS (Special measures to enhance maritime security);
leRisoluzioni1816(2008),1838(2008),1846 (2008), 1851 (2008) delConsiglio di
Sicurezza dell’ONU, le quali, con particolare riferimento alla Somalia, prevedono espres-samente la facoltà di passaggio in acque ter-ritoriali straniere di navi dotate di personale attrezzato al fine di prevenire e/o reprimere atti di violenza e/o pirateria;
laDichiarazionediNapolidel10settembre2009dell’InstitutdeDroitInter-national(IDI)precisa,inpresenzadispecifichecircostanze, la legittimità dell’uso della forza a protezione delle unità in navigazione anche in spazi marittimi esteri, sia attraverso la scorta alle navi stesse, sia consentendo l’utilizzo di personale a ciò preposto; e invita gli stati a intra-prendere qualunque misura rivolta a contrastare la pirateria e la violenza in mare, con partico-lare riferimento ad accordi cooperativi sull’uso della forza e sull’assistenza agli stati costieri che mancano di capacità e risorse adeguate per com-battere la pirateria;
laRaccomandazionen.840del4giugno2009 dell’Assemblea della UEO sul ruolo
dell’Unione Europea nel contrasto contro la pi-rateria richiede espressamente ai paesi membri dell’Unione di incrementare notevolmente il numero di squadre di protezione a bordo sulle navi in transito.
A fronte di ciò, alcuni stati a forte vocazione marittima hanno autorizzato l’uso della forza in specifiche azioni di contrasto alla pirateria. In particolare, la Francia ha disposto l’imbarco di militari a bordo di navi battenti la propria band-iera, e la Spagna ha autorizzato l’imbarco di un security team armato, a spese degli armatori, sulle navi da pesca presenti nei mari a rischio di pirateria.
In Italia, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha invitato le associazioni italiane dell’armamento “a porre in essere tutte le pos-sibili misure preventive di autoprotezione, sia passive che attive”, e il Senato ha appro-vatoil25febbraio2010unamozionecheim-pegna il Governo “ad approfondire la possibile modifica della legislazione vigente, nel senso di consentire la presenza di personale mili-tare e l’esercizio di servizi di vigilanza privata a protezione delle merci e dei valori a bordo di navi mercantili e da pesca battenti bandiera italiana in acque internazionali nelle quali esista un concreto rischio di pirateria”.
Ad oggi, infatti, come si rileva nella richia-mata mozione, “nell’ordinamento italiano non esiste una specifica normativa che disciplini la presenza di personale militare e l’utilizzo di agenti privati armati a bordo di unità mer-cantili”. Pertanto, vi è il rischio concreto che compagnie di navigazione italiane decidano di immatricolare le proprie unità con la bandiera di un altro paese comunitario, con evidenti ri-cadute negative sulla bilancia dei noli, oltre che occupazionali e fiscali.
Il presente disegno di legge è volto a colmare questa lacuna prevedendo una specifica discip-lina del servizio di scorta armata alle unità mer-cantili e da pesca.
L’art. 1 identifica l’oggetto della legge, dis-tinguendo l’intervento nelle acque territoriali italiane, dall’intervento in alto mare e nelle acque territoriali straniere.
L’art.2attribuiscealMinisterodellaDifesailruolo di definire gli spazi di mare a rischio
pirateria ai quali si applica il presente prov-vedimento.
L’art. 3 prevede che le compagnie arma-toriali operanti in tali spazi di mare possano dotarsi di servizi di scorta armata, costituiti sia da personale armato a bordo delle proprie unità, sia dall’utilizzo di imbarcazioni di sup-porto. Esso inoltre subordina l’utilizzo della forza all’autorità e al controllo del comandante dell’unità e all’osservanza dei trattati internazi-onali e degli accordi con i paesi terzi.
L’art. 4 prevede che le compagnie chiedano autorizzazione alMinistero dellaDifesa, conuna procedura di silenzio assenso.
L’art. 5 stabilisce che i servizi di scorta armata siano svolti, a spese dell’armatore, da opera-tori privati di paesi dell’Unione Europea ovvero da personale delle Forze Armate italiane.
L’art.6stabilisceesplicitamenteladeduc-ibilità fiscale dei costi sostenuti dagli armatori per il servizio di scorta armata.
L’art. 7 contiene disposizioni transitorie in sede di prima applicazione della legge.
DISEGNODILEGGE
d’iniziativa del Senatore MUSSO
Articolo 1
(Oggetto)
1. La presente legge persegue i seguenti ob-biettivi:
a. contrasta la pirateria e la violenza in mare ed ogni situazione idonea a pregiudicare la pace e la sicurezza internazionale;
b. garantisce la sicurezza della navigazione nelle acque territoriali italiane contro ogni atto di pirateria e violenza in mare e favorisce la cooperazione con gli altri Stati;
c. in ossequio agli obblighi internazionali, previene, persegue e reprime gli atti di pirateria e gli altri atti di violenza nelle acque sottratte alla sovranità di qualunque Stato;
d. non autorizza alcun intervento nelle acque territoriali straniere senza l’accordo dello Stato costiero, salvo il caso in cui il medesimo abbia violato i propri obblighi internazion-ali di contrasto alla pirateria e siano integrate le condizioni di: immediata informazione allo Stato costiero; rispetto del requisito di proporzi-onalità; rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario; consegna dei beni eventualmente sequestrati e dei responsabili alle autorità dello Stato costiero.
Articolo2
(Mari a rischio pirateria)
1.IlMinistrodellaDifesa,conpropriode-cretodaadottarsientro60giornidall’entratainvigore della presente legge, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle finanze, e sulla scorta delle determinazioni adottate dalle Nazi-oni Unite, stabilisce annualmente ed in ogni caso in circostanze che ne giustifichino l’urgenza, le zone definite a rischio pirateria, sia nell’ambito delle acque internazionali sia nell’ambito delle acque territoriali italiane e straniere.
2. Ildecretodicuialcomma1stabilisce,altresì, a tal fine, l’ammontare delle risorse da destinare ai servizi di pattugliamento navale militare in tali mari con la precisazione per cui il pattugliamento nelle acque territoriali straniere deve essere stabilito previo accordo con lo Stato costiero.
3. Incasodimancataemanazioneannuale
del decreto di cui al comma 1 si considera va-lido l’ultimo decreto emanato.
4. Il pattugliamento navale di contrasto alla pirateria marittima può essere organizzato in modo da effettuare scorte a singole unità o a convogli di unità mercantili.
Articolo3
(Servizi di scorta armata)
1. Nei mari definiti a rischio pirateria, le navi battenti bandiera italiana delle compag-nie armatoriali che operano con regolari servizi di trasporto merci e passeggeri, di linea ovvero su domanda, ovvero con navi da pesca, possono a proprie spese avvalersi di servizi di scorta ar-mata, previa autorizzazione del Ministro della Difesachenedeterminaicriteriorganizzativiele modalità operative, con proprio regolamento daadottarsientro60giornidall’entratainvigoredella presente legge.
2. Iservizidicuialcomma1possonoes-sere costituiti da squadre di personale armato a bordo delle proprie unità ovvero dall’utilizzo di imbarcazioni di supporto.
3. Il personale armato di cui al comma2può utilizzare la forza contro gli atti di pirateria e qualsiasi altro atto di violenza si verifichi a bordo o in mare, sotto il controllo e l’autorità del comandante dell’unità sulla quale è imbarcato, oltre che nei limiti, alle condizioni e sotto la sorveglianzadelMinisterodellaDifesaaisensidell’autorizzazione di cui al comma 1.
4. L’utilizzo dei servizi di scorta armata nelle acque internazionali e nelle acque territoriali di altri Paesi è subordinato all’osservanza delle regole consuetudinarie, dei trattati internazion-ali multilaterali e bilaterali in vigore e delle de-terminazioni adottate dagli organi delle Nazioni Unite.
5. In nessun caso, la presente legge può essere interpretata come un’autorizzazione a derogare i limiti del cd. passaggio inoffensivo, ovvero come un’autorizzazione ad usare la forza in violazione della sovranità statale o delle regole internazionali vigenti.
Articolo 4
(Autorizzazione ai servizi di scorta armata)
1. Le compagnie armatoriali che inten-dono avvalersi dei servizi di cui all’articolo 3 devonochiedere l’autorizzazionealMinis-trodellaDifesa,chepuònegarla,motivandola,entro15giornidallarichiesta.Decorsoinutil-mente tale termine, l’autorizzazione si intende concessa.
Articolo 5
(Fornitori dei servizi di scorta armata)
1. I servizi di scorta armata di cui all’articolo 3 possono essere svolti imprese privatedell’Unione Europea, autorizzate e certificate come idonee secondo le normative vigenti nei rispettivi paesi d’appartenenza, ovvero da per-sonale e mezzi delle Forze Armate italiane, subordinatamente alla disponibilità di uomini e mezzi.
2.IlMinistrodellaDifesa,conpropriode-cretodaadottarsientro60giornidall’entratainvigore della presente legge, stabilisce annual-mente il tariffario per i servizi di scorta armata dicuiall’articolo3.
Articolo6
(Deducibilitàfiscale)
1. I corrispettivi pagati ai fornitori di servizi di scorta armata, incluse le Forze Armate ital-iane, sono interamente deducibili ai fini fiscali.
Articolo 7
(Disposizionetransitoria)
1. In sede di prima applicazione e fino alla prima emanazione del decreto di cui all’articolo 2, ledisposizionidicuiallapresente leggesiapplicano in via generale per tutti i mari.
DDLsullapirateriaPageNumber2 Marzo2011Sindacato dei Marittimi News
PERITUOIACQUISTIONLINECLICCARESULBANNERSOTTOSTANTE
Altro rischio, è come la pirateria potrebbe cambiare, dando ad organizzazioni criminali o terroristiche terra fertile per strumentalizzare questo fenomeno. Perchè il pirata attacca le navi e sequestra l’equipaggio? Per fare denaro. Se si mettono scorte armate a bordo, il terror-ismo potrebbe prendere 2 strade:
1 - pagare ai pirati per attaccare e danneg-giare le navi, causando ad esse danni anche seri. Questo comporterebbe spese enormi per le compagnie di navigazione, e metterebbe a serio rischio gli equipaggi;
2 - potrebbero cercare di creare vittime, cioè spingere i pirati dietro pagamento a scontri a fuoco, dove l’uccisione del pirata poi ver-rebbe strumentalizzata per renderlo vittima agli occhi della popolazione locale, soprat-tutto pensando che alcuni pirati sono solo mi-norenni.
Poi c’è la valutazione giusta dell’armatore
D’Amato, e cioè sparatorie a bordo, visto le merci trasportate sono altamente pericolose, rischio esplosioni e incendi, e chi naviga sa il pericolo di un incendio.
Capiamo, che i Messina e non solo, invo-
chino la violenza come soluzione dovendo di-fendere SOLI interessi economici, ma si deve prendere in esame invece il problema nella sua globalità. Tenere presente TUTTO, e non
cedere alla soluzione più semplice, o ritenuta tale.
Anche l’idea dell’armatore D’Amato
«Penso che proprietari della merce trasportata dovrebbero farsi carico di un allungamento del percorso evitando in via definitiva l’oceano indiano. Trovo che sia l’unica soluzione tem-poranea anche se costosa» dovrebbe essere inserita in un disegno generale per contrastare
la pirateria, ma non dimenticando che questa non è solo in area Somala.
Rimane che prima di tutto, i Governi si
incontrino, definiscano una legge unica rela-tiva al fenomeno pirateria, costituiscano un tribunale internazionale dove processare e condannare per terrorismo e non atto di pira-teria questi moderni pirati, poichè ormai non si limitano più a derubare navi, ma minacciare il mercato globale.
Certo è, che se le idee che girano è mettere scorte armate a bordo, si fa solo il gioco di chi sta dietro i pirati.
Ci auguriamo che nella Confitarma non
vinca sempre una sola parte di armatori, ma che anche loro ascoltino tutti, e decidano per logica ma prima di tutto ricordando che a bordo ci sono UOMINI che hanno famiglie e che sono li per lavorare. Rifletta il dinasta Stefano Messina. Oggi D’Amato non ha dor-mito, pensate se si dovesse portare a casa qual-che tricolore che avvolge una bara, poi allora veramente ci sarà da far conti con coscienze, perchè in questo caso, con coraggio di politici e non politicanti, di uomini e non imprenditori si potrebbe evitare.
Nel frattempo il solo aver pensato a reazioni
violente ha generato: torture e uccisioni che fino a poco tempo fa non erano registrate in area Somala. Infatti dati ufficiali internazion-ali mostrano come ad un numero di attacchi
superiori a quelli dell’area nigeriani, in area Somala non c’erano uccisioni. In Nigeria con meno cais, si registravano invece uccisioni e violenza.
Che gli esperti ora riflettano, e prendano in
considerazione idee non violente ma serie. La pirateria non la si sconfiggerà mai, si può scor-aggiarla, limitarla ma occorre agire.
Facciamo una sintesi, di cosa sia un attacco e sequestro di una nave mercantile, e cosa si mette in moto intorno a questo. Prima di tutto occorre sapere che ogni attacco ai “pi-rati” costa intorno ai 40.000€, e che poichè oggi questi attacchi sono sempre più lontani dalle coste necessitano di navi appoggio, dette “madri” dalle quali partono gli attacchi.
Effettuato il sequestro è indispensabile per loro, portare però la nave il prima possibile in acque somale, dove hanno una sorta di “pro-tezione”.
Capirete che l’equipaggio preso in ostaggio ha per il pirata valore fondamentale, e mai vor-rebbero far del male a questi lavoratori, poichè per loro hanno duplice va-lore:
1 - sono il loro scudo da risposte militari da parte dei paesi occidentali
2 - sono la loro fonte di guadagno
Far del male al marit-timo, vorrebbe dire per loro non avere più uno scudo da usare e perdere eventuale riscatto.
Bene, spesi 40.000€ per
fare l’attacco, sequestrata la nave ed equipaggio e raggiunto il mare somalo, iniziano le trattative per il riscatto, e qui c’è da fare una riflessione. Può il pirata avere quella organizzazione tale per riciclare il denaro del riscatto?
NO, infatti del riscatto al pirata viene data una parte, in realtà è in questo momento che entrano in gioco organizzazioni criminali o peggio terroristiche, che prendono il denaro (milioni di euro) lo ripuliscono e lo riciclano.
Il pirata in poche parole possiamo dire essere pagato a commissione sul sequestro.
In passato infatti questi pirati, salivano a
bordo, rubavano di tutto e andavano via. Oggi hanno modificato il modo di agire, ma su spinte di queste organizzazioni criminali, che attraverso i pirati comunque attentano alla si-curezza e costi dei trasporti navali, mettendo in crisi soprattutto una zona molto trafficata.
La pirateria infatti esiste in tutto il mondo, si manifesta in modi diversi, ma c’è in molte aree.
Personale armato a bordo quindi non può
fermare questo fenomeno, se non inasprire la modalità di sequestro, e l’aumento di violenza da parte dei pirati. Si potrebbe poi assistere ad una mutazione del fenomeno, che potrebbe decidere di passare dal sequestro al danneg-giare le navi, con tutti i pericoli che questo comporta.
Una nave mercantile non è progettata per stare in mezzo a delle sparatorie, con colpi di bazooka, e un colpo potrebbe colpire non solo lo scafo ma merce pericolosa, costringendo l’equipaggio durante questa sparatoria ad azi-oni di emergenza a bordo, magari per incendi o falla.
Che a questo non pensa un politicante non
ci stupisce, cosa può saperne della realtà un politico,ma che di questo se ne frega un arma-tore, questo si che sorprende.
La soluzione non c’è, si possono invece mettere in essere varie azioni congiunte per contrastare e scoraggiare la pirateria somala. Per questo servirebbero POLITICI CAPACI e quindi GOVERNI ATTIVI, quasi più difficile che pensare a sconfiggere la pirateria stessa.
Le azioni da prendere sono per lo più: 1 - organizzare un corridoio di sicurezza,
questo almeno protegge le navi nel passaggio dell’Aden, e costringe i pirati in mare aperto. Quindi non è una soluzione, ma un definire una zona, spostando i pirati in mare aperto e costringendoli ad avere navi appoggio;
2 - costituire un tribunale internazionale,
dove processare con una unica legge l’azione di pirateria conside-randola terrorismo. Quindi pene severis-sime;
3 - pagato il riscatto,
in quel momento con equipaggio al sicuro, intercettare sia pirati che denaro del riscatto. Seguendo il denaro cercare di identificare i “colletti bianchi” di queste organizzazioni;
4 - fermare il rici-
claggio del denaro dei sequestri, in quelle aree dove si sta costruendo anche se non vi è domanda;
5 - dare aiuti alla Somalia per stabilizzarsi
politicamente, togliendo così terreno fertile alle organizzazioni criminali/terroristiche
Non si può pensare di fermare la pirateria,
semplicemente armando le navi, è da ingenui pensare questo. E’ come pensare di fermare la mafia arrestando lo spacciatore. In Italia sap-piamo bene che per colpire queste organizza-zioni le si deve fermare a livello economico, uguale è per la pirateria. L’azione del pirata non arricchisce questo, ma finanzia queste or-ganizzazioni alle spalle.
Si parla dei danni al mercato, mai si dice quanto denaro è finito nelle tasche di queste organizzazioni, ma soprattutto a che serve.
CONFITARMA farebbe bene a pressare il
Governo con delle proposte da portare anche a livello i Comunità Europea, invece sembra che tutti, imprenditori e politici, guardano al risparmio.
Non solo, a livello puramente di diritti dei lavoratori, se passasse il DDL del politico MUSSO, un comandante civile, dovrà farsi carico di responsabilità legali, dovute alla gestione di queste squadre armate di bordo. Il Comandate a bordo è uno solo, non si può pensare di avere personale armato, libero di fare ciò che vuole. Ma a Messina che gli frega, darà 100€ al Comandante e va tutto bene ... ... finchè va bene!
Dopo il Buccaneer dicemmo, bisognerà at-
tendere altro sequestro perchè gli struzzi tirino fuori le loro teste di nuovo, ed eccole, puntuali e sempre con stesse sterili idee. La cosa buffa è che fanno convegni su convegni, per poi fare o dire cosa?
Pirateria: conoscete vera-mente cosa è?
Page Number 3 Marzo 2011Sindacato dei Marittimi News
continua dalla cover continua dalla cover
Non solo, l’Ammiraglio Brusco, ci informa che qualora si avrà una seconda fase di studio saranno chiamati al tavolo di lavoro anche ingegneri navali come da SDM Sindacato dei Marittimi proposto. Ma qui nasce il problema.
La prima fase si concluderà entro il 2013, cioè un argomento che tratta la sicurezza, la tutela di vite umane e ambiente necessita di 3 anni per essere definitivamente conclusa. Ma non solo, forse nel 2013 potrebbe iniziare una seconda fase !! Questo argomento è sotto studio dal 2000, già è 10 anni che se ne parla.
Quello che si rischia è che tutto sembra
muoversi, ma nulla deve cambiare. Risolvere questo problema, in un paese che fa parte del G8, dovrebbe richiedere massimo 1 anno, invece dopo 10 se ne prendono altri 3 preve-dendo poi una seconda fase! In tutto questo tempo quante persone hanno perso e perder-anno la vita per affaticamento e stress? Quanti
danni ambientali ci sono stati e avremo? Se per trattare un argomento che salva vite umane necessitano oltre 13 anni, per altri problemi dovremmo calcolare un mezzo secolo?
Per capirci, già per arginare la situazione si potrebbe inserire la figura del Comandante in seconda, avendo a quel punto 3 ufficiali di coperta che possono lavorare in modo mi-gliore. In macchina si potrebbe aggiungere altro ufficiale. Per i Sottufficiali e Comuni aumentare il loro numero per garantire a tutti il giusto riposo. Si poteva subito agire per tu-telare i posti di lavoro per i marinai italiani, sempre di più lasciati a casa anche se si parla di Crew Shortage.
E invece? Si parla di altri 3 anni. Si pensa ad
una seconda fase. E in questi anni sapete cosa accadrà? Che cambieranno forse normative e così tutto si azzera.
Tabelle d’armamento: qualcosa si muove, o quasi... Continua dalla cover
Pirateria: Luigi D’Amato, ci sono armatori responsabili
L’Ammiraglio Brusco ha fatto la sua parte, ha dato almeno una risposta che mostra però una realtà da paese terzo. Elogia il gruppo di lavoro, quando dovrebbe condannarlo, poichè se li siedono “quelli che contano” e vogliono il bene dei lavoratori, dovevano mettere la CP già in una posizione dove le Tabelle d’Armamento dovevano essere riscritte. Anche perchè tutti sapevano che nel 2011 si doveva rinnovare CCNL.
Capiamo, che l’Amm. Brusco voglia elogiare ciò che il suo predecessore ha costituito, ma il giudizio si da sui fatti e non su le intenzioni. Le intenzioni a parole sono le migliori, sembra che la Confitarma firmerebbe tabelle da 50 membri, a parole. La realtà che tutto si rinvia di 3 anni
in 3 anni, e questo non si può elogiare, a meno che l’Italia è paese terzo, dove dirigenti statali e quelli che contano, necessitano di decenni per capire e decidere.
Purtroppo, seppur positivo il riscontro per
quanto sopra detto, dobbiamo anche dire che come sempre questo Paese è quello dei ma, dei se e dei forse, e per arrivare poi a normative me-diocri necessita di decenni.
Cosa vuol dire? Semplice che noi presseremo ancora, che a noi che già si parla del 2013 (forse qualcuno spera che nel 2012 finisca il mondo, chissà!) non basta. Se le tabelle non saranno real-mente riviste, prenderemo in esame azioni inter-nazionali.
Page Number 4 Marzo 2011Sindacato dei Marittimi News
Si può certo dire senza tanti errori, che l’armamento più di ogni industria tiene nelle proprie mani i Governi, e questo non avviene solo in Italia.
Questo nasce da una dobo-lezza e dai tanti troppi inter-essi, che i politici hanno in questo settore.
Oggi in Inghilterra leg-giamo titoli come questo “la Evergreen minaccia di cambiare bandiera”. E già, la Everegrenn che attualmente ha alcune navi bandiera inglese, minaccia di adot-tare bandiera di Singapore, se gli inglesi non saranno precisi nella attuazione della Tonnage Tax. Precisi, ovvia-mente a favore degli arma-tori.
La notizia è preoccupante, poichè perdere navi con bandiera nazionale, vuol dire avere danni sul futuro della propria marineria, e sulla formazione dei futuri mari-nai.
E’ strano leggere le dichi-arazioni degli armatori, poi-chè grazie alla importanza strategica di questo settore e leggi tutte da rivedere, ten-gono in pugno gli Stati. Allo stesso tempo grazie sempre a leggi “capolavoro” tengo-no in pugno i propri dipen-denti. Eppure si lamentano. Chiedono aiuti!!
Ma possibile che gli Stati, che l’IMO non possono can-cellare questa situazione di predominanza degli armato-ri? Possibile che questi pos-sano minacciare di cambiare bandiere a loro piacimento?
Secondo noi manca solo la volontà di rimetterli nel loro ruolo, di riconsiderarli imprenditori. Ridimensionare le “potenzialità” delle loro confederazioni.
Le azioni da fare non sareb-bero molte e anche semplici da adottare per impedire l’uso di bandiere di convenienza o il passaggio di una nave da una bandiera all’altra. Va bene il libero mercato, ma la libertà occorre meritarla, ha un prezzo.
Già quando una società arriva a “minacciare” perde il diritto alla libertà, e si deve rimettere alle leggi.
Ma voi pensate, che se a
suo tempo gli Stati, avessero preteso per legge l’impiego di Allievi e Mozzi, e punito severamente chi non inves-tiva nel futuro della mari-neria, oggi stavamo in queste condizioni?
Oggi il paradosso è che chi ha generato il tutto, tramite giornali e giornalisti consen-sienti fa morale a noi. Hanno generato una crisi mondiale di mancanza di personale, e fanno morale?
Quindi cari armatori una piccola lezione di morale ve la facciamo noi. La respon-sabilità della vita è nel guardare al futuro, e voi avete commesso un crimine in tal senso, se oggi abbiamo uan crisi di questa portata riguardo le vocazioni per la carriera in mare.
Accettate un consiglio, fini-tela di farvi ritrarre dai vostri giornalisti come dei Santi, dei benefattori dell’umanità (lasciate queste cose a chi veramente le fa, altrimenti
Madre Teresa non saprem-mo più come definirla, se i Santi siete Voi) e comin-ciate a rimediare ai danni subiti. Usate la bandiera ITALIANA, il personale ITALIANO, pagate le giuste tasse allo Stato ITALIANO. E’ assurdo sentire pubblic-ità come MSC Crociere, tradizione italiana su band-iera panamense! Abbiamo la migliore cucina del mondo, e scopriamo che il corso di Napoli è fermo, e a Manila Costa apre una scuola cuo-chi!
Bisogna riavere l’orgoglio di essere ITALIANI e per farlo si inizia pro-prio dalla nostra bandiera sulle navi. L’ORGOGLIO CHE NOI MARITTIMI ITALIANI ABBIAMO E RIVENDICHIAMO, per-chè se l’Italia è ancora una delle marinerie del mondo tra le migliori E’ GRAZIE ALLA NOSTRA PROFESSIONALITA’.
Quando si parla di itali-anità nella marineria si parla di NOI LAVORATORI MARITTIMI, visto che le navi semmai sono Panamensi!
I l p o t e r e i n c o n t r a s t a t o d e g l i a r m a t o r i
Non siamo impazziti cari col-leContinuiamo a leggere artico-li di una stampa “vergognosa” che ad ogni campagna elettorale torna a parlare di amianto, voto e lavoro usurante, e come tutti gli anni molti colleghi ancora si lasciano illudere da promesse tuonanti quanto vane.
E così il Dottor Burlando il
papà del registro internazionale puntuale come una cambiale torna a scrivere al Governo, prima scrisse a Sacconi e oggi scrive al Dottor Letta, l’importante è finire sul gior-nale di turno.
Oggi amianto, tra pochi giorni
diritto al voto ect ect fino alla fine della campagna elettorale,
quando come da copione tutte queste voci forti nel promettere, chiedere far vedere un interesse diventano triste silenzio fino alle prossime elezioni.
Ma è colpa loro? No, bisog-
na anche essere obiettivi e dire che molto soprattutto per l’amianto è colpa del marit-timo stesso. Appena SDM Sindacato dei Marittimi lanciò Azione Amianto ( www.azio-neamianto.it ) tutti invocarono subito da convegni e incontri la SOLUZIONE POLITICA, sicuramente anni fa la migliore delle vie, oggi crediamo che anni, decenni di attesa non las-ciano più spazio a dubbi su quale sia la vera via da seguire. Chi ha preso vie legali HA VINTO, chi spera rischia di non vedersi riconosciuto nulla.
Quindi è chiaro che ad ogni elezione c’è chi strumental-izzerà la questione amianto.
Ma la soluzione politica siete
convinti risolverà il problema? Oggi l’IPSEMA parla di 30.000 domande per l’amianto, siete
tutti convinti che la soluzione politica nel “facilitare” la chi-usura di queste istanze non met-terà paletti tali da diminuire in modo radicale quel numero di 30.000 domande?
Chi invoca la soluzione politica sa bene cosa potrebbe questa portare. L’IPSEMA anni fa avvisava lo Stato dicendo attenzione che se i marittimi faranno denuncie si solleva un vero problema, come dire paghiamoli ora prima che dob-biamo dare loro molto di più per i danni che gli stiamo procu-rando, oggi TUTTI vogliono la soluzione politica. Burlando ma prima, quando potevi fare di più dov’eri? Sacconi, che vogliamo aspettare che muoiono anche le vedove?
Il 4 febbraio 2008 in una nos-
tra news dal titolo “Condannato a morte per la vita ... ...” scriv-emmo:
Questa frase è devastante, ma rende l’idea di ciò che hanno subito i nostri colleghi e molti lavoratori che hanno lavorato a contatto con l’amianto e con
altre sostanze altamente tossi-che. CONDANNATI a morte per vivere, CONDANNATI a farlo per tutta la loro vita....Il risultato: dal 2015 si registrerà secondo esperti della sanità il picco delle morti procurate da queste polveri. Si POTEVA, si DOVEVA evitare, ma ora per molti è tardi, e quello che è dovere di una società che si definisce “civile” è prendere i colpevoli e PUNIRLI, chiunque essi siano, dai datori di lavoro ai sindacalisti fino allo stes-so Stato......Noi, forse, visto le critiche che riceviamo abbiamo una visione sul come risolvere i problemi “particolare”, però siamo convinti che se in tutto si rimettesse al centro di tutto l’uomo, il valore della sua vita, quasi tutti i problemi si risolv-erebbero.
ANCORA OGGI, GENNAIO
2010 SENTIAMO PARLARE DI PROBLEMA AMIANTO, DI ASETTICA BUROCRAZIA. VEDIAMO UNO SCARICA BARILE, IL PASSARE RESPONSABILITA’ SEMPRE
ALL’ULTIMO ARRIVATO. VEDIAMO COLLEGHI CHE ATTENDONO UN DIRITTO INVECE CHE RIVENDICARLO TRAMITE LE VIE CHE UNO STATO CIVILE OFFRE. VEDIAMO ANCORA OGNUNO TUTELARE IL PROPRIO SOLO ORTICELLO.
24 novembre 2003 - 23 gen-
naio 2010 aspettiamo la soluzi-one politica!!! .........................Chissà, magari faranno una norma che darà questo compito a qualche nuovo Ente, cosi pos-siamo allungare di qualche altro decennio questa triste, vergog-nosa telenovela
Era l’anno 2010.. vecchie news di SDMAmianto: soluzione politica! Pubblicata il 23.01.2010
Page Number 5 Marzo 2011Sindacato dei Marittimi News
L’ANGOLO DELLA POESIA DEI MARITTIMI
Modulo di adesione
COMPILARE INSTAMPATELLOI campicontrassegnati con(*)sonofacoltativi.
Cognome Nome
Luogo di nascita Prov.
Data di nascita Codice fiscale
Luogo di residenza Prov.
Via (piazza,etc.) n. C.A.P.
Doc. d’identità C.I. Pass. Pat. n. Data di rilascio
Luogo di rilascio Prov.
Telefono fisso Numero cellulare(*)
Indirizzo e-mail
(*)
(*)
DATI ANAGRAFICI DEL RICHIEDENTE
DATI RELATIVI ALL’ATTIVITA’’ LAVORATIVA DEL RICHIEDENTE
Grado oqualifica
Matricola Capitaneria di porto di iscrizione
Compagnia di navigazione (all’atto dell’iscrizione)
MODALITA’ DI PAGAMENTO
Stato Maggiore, Sottufficialii, Comuni Qual. di inizio carriera, diplomati nautici Pensionatii, studenti nautici
Unica rata annua da € 108 Unica rata annua da € 72 Unica rata annua da € 60
2 rate annue da € 54
FIRMA
“Il/la sottoscritto/a, come sopra identificato /a, con il presente modulo di iscrizione chiede di essere iscritto/a al Sindacato dei Marittimi impegnandosi ad ottemperare agli obblighi statuari, nonché al versamento della quota di iscrizione nella misura relativa alla mia categoria di appartenenza e con le modalità sopra riportate. Dichiara altresì di aver preso visione dello Statuto e Regolamento e di accettarli integralmente Data Firma
“Il/la sottoscritto/a, ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. n.196/03, dichiaro/a di essere informato/a che i dati sopra forniti potranno formare oggetto di trattamento, anche con strumenti informatici, nel rispetto della normativa sopra richiamata e nella misura necessaria per l’adempimento alle attività specifiche del sindacato. I dati personali raccolti saranno trattati con assoluta riservatezza e non saranno comunicati a terzi o comunque diffusi. In relazione al trattamento dei predetti dati il sottoscritto potrà far valere i diritti di cui all’art. 7 D.Lgs. n. 196/03, tra cui i diritti di accesso, aggiornamento, opposizione al trattamento e di cancellazione.
ISTRUZIONI PERL’INVIO
Le sezioni del presente modulo devono essere compilate in ogni loro parte (con l’eccezione dei campi indicati come facoltativi). Il modulo deve essere inoltrato via fax, congiuntamente alla fotocopia di un documento di identità del richiedente e alla fotocopia
dell’attestazione di 06.62298587.versamento della quota di iscrizione annuale (o della prima rata), al numero
Data Firma
2 rate annue da € 36 2 rate annue da € 30
Page Number 6 Marzo 2011Sindacato dei Marittimi News
PER ADERIRE ON LINE, SE STAI LEGGENDO IL GIORNALINO SU WEB O FORMATO PDF, CLICCARE SU IMMAGINE BOLLETTINO POSTALE, VERRAI INDIRIZZATO ALLA PAGINA ADESIONI DEL SDM SINDACATO DEI MARITTIMI.
STATUTO DEL SINDACATO DEI MARITTIMI
PARTE I. LE FINALITA’ E I SOCI DEL SINDACATO DEI MARITTIMI PARTE II. GLI ORGANI, LA STRUTTURA E LE FUNZIONI
PARTE III. L’ASSETTO AMMINISTRATIVO
PARTE IV. DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE
Art. 1 - Denominazione e sede. E' costituito il Sindacato dei Marittimi
(Labour Union of Marittime), di seguito brevemente indicato come
“S.d.M.”. La sede del S.d.M. è fissata dalla Segreteria Nazionale
secondo le necessità gestionali del sindacato stesso. Il S.d.M. ha
durata illimitata ed è retto dal presente Statuto e sue modificazioni.
Art. 2 - Principi generali. Il S.d.M. è l'organizzazione sindacale dei
lavoratori di tutti i settori che operano a vari livelli nel sistema del
trasporto marittimo e delle attività portuali. E' una libera associazione
democratica, indipendente da qualsiasi influenza di governo,
confessione o partito politico ed organizza la propria attività nel pieno
rispetto dei principi di democrazia e libertà affermati nella
Costituzione della Repubblica Italiana e nella Carta dei diritti
fondamentali dell'Unione Europea; non persegue finalità di lucro ed
agisce per il costante miglioramento delle condizioni di lavoro e per il
riconoscimento della specifica professionalità delle categorie
tutelate. Il S.d.M. può rappresentare lavoratori, singolarmente e/o
collettivamente e può aderire ad organizzazioni, enti ed istituzioni,
nazionali ed internazionali, che perseguano analoghe finalità.
Art. 3 - Scopi. Il S.d.M. ha come scopo: a) la tutela del prestigio
professionale dei marittimi, nonché l'elevazione costante del loro
livello professionale e culturale; b) la tutela degli interessi morali,
intellettuali ed economici degli iscritti; c) l'assistenza contrattuale
degli iscritti nei rapporti con i datori di lavoro e le organizzazioni
datoriali; d) la rappresentanza sindacale, in tutte le sedi nazionali ed
internazionali degli iscritti, per la difesa e la tutela dei diritti e degli
interessi della categoria dei lavoratori marittimi sia nei confronti di
altre associazioni, federazioni o sindacati che di partiti politici, organi
statali esecutivi o legislativi, pubbliche amministrazioni, ministeri,
organismi istituzionali e non; e) lo sviluppo di soluzioni e progetti atti a
migliorare le condizioni di vita e di sicurezza dei marittimi
nell'ambiente di lavoro; f) dare consulenza ai giovani che intendono
entrare in questo mondo del lavoro.
Art. 4 - Soci. Sono soci del S.d.M. i lavoratori di cui all'art. 2, in attività
o meno, che, condividendo i principi e le finalità del S.d.M., vi abbiano
formalmente aderito in ottemperanza alle disposizioni contenute nel
Regolamento predisposto dal Coordinamento Nazionale. Possono
altresì aderire, secondo modalità e condizioni deliberate dalla
Segreteria Nazionale, organizzazioni, enti ed istituzioni, nazionali ed
internazionali, che si prefiggono fini similari e comunque in armonia
con quelli del S.d.M. E' fatto divieto a soci di appartenere ad altri
organismi sindacali aventi finalità analoghe e/o incompatibili con
quelle perseguite dal S.d.M..
Art. 5 - Modalità di adesione. La domanda di ammissione va compilata
e sottoscritta su apposito modulo. La presentazione della domanda
comporta il versamento della quota associativa annuale secondo
quanto previsto dal Regolamento. Sull'accoglimento della domanda
delibera la Segreteria Nazionale. Nel caso in cui la domanda di
ammissione venga respinta, la deliberazione verrà notificata entro
trenta giorni dalla ricezione della domanda stessa. La mancata
notifica entro predetto termine equivale ad accettazione della
domanda. Contro la delibera della Segreteria Nazionale è ammesso,
entro trenta giorni dalla relativa comunicazione, ricorso al Collegio
degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi, che decide inappellabilmente,
dandone comunicazione agli interessati. L'adesione al S.d.M. implica
l'accettazione del presente Statuto ed è attestata dalla tessera e dalla
regolarità del versamento della quota associativa; impegna il socio a
tutti gli effetti di legge e statuari per un anno, è periodicamente
rinnovata e può essere revocata, a mezzo raccomandata, in qualsiasi
momento dall'iscritto/a.
Art. 6 - Diritti e doveri degli associati. I soci assumono l'impegno di
offrire una valida e fattiva partecipazione alle attività del S.d.M., al fine
di realizzare nel miglior modo gli scopi previsti, impegnandosi a
favorire, nei limiti delle loro possibilità le iniziative e gli interventi
promossi dal S.d.M. L'elettorato attivo e passivo è attribuito a tutti i
soci, in regola con il versamento della quota associativa annuale,
secondo le norme previste dal presente Statuto.
Art. 7 - Pari opportunità. Le iscritte al S.d.M. dovranno partecipare alle
attività sindacali senza alcuna discriminazione o favoritismo, per
affrontare tutte quelle tematiche inerenti le pari opportunità e le
condizioni delle donne in questo particolare settore lavorativo. Queste
potranno organizzarsi in modo tale da presentare, là dove esistano
problematiche specifiche, proposte di merito per risolvere i vari
problemi sui posti di lavoro.
Art. 8 - Perdita della qualità di socio. La qualità di socio si perde: a) per
recesso, secondo i modi previsti dall'art. 5; b) per espulsione,
deliberata dalla Segreteria Nazionale, in seguito a gravi contrasti con
gli indirizzi di politica generale dettati dai competenti organi del S.d.M.
o per violazione delle norme del presente Statuto; c) per mancato
pagamento della quota associativa nei termini previsti dal
Regolamento. Contro la delibera di espulsione è ammesso, entro
trenta giorni dalla relativa comunicazione, ricorso alla Giunta del
Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi, che decide
inappellabilmente, dandone comunicazione agli interessati.
Art. 9 - Elettorato passivo. Ha titolo all'elettorato passivo ogni socio
persona fisica che: a) abbia compiuto almeno due anni di anzianità di
iscrizione; b) rivesta il ruolo di Capitano al comando di unità navali, di
Direttore di Macchina o sia in possesso del grado di nostromo per
l'elezione a membro della Giunta del Collegio degli Ufficiali Superiori
e dei Nostromi; c) abbia compiuto il quarantesimo anno di età al
momento dell'elezione, per l'eleggibilità a Presidente del Collegio
degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi; d) abbia un'età compresa tra i
trenta e i cinquanta anni al momento dell'elezione, per l'eleggibilità a
Presidente.
Art. 10 - Incompatibilità con la carica di Presidente. Costituiscono
motivo di incompatibilità con la carica di Presidente: a) l'assunzione di
incarichi a bordo di unità navali; b) l'appartenenza a partiti o
movimenti politici; c) l'appartenenza a Consigli di Amministrazione di
Compagnie di Navigazione o di aziende legate al settore marittimo. d)
essere Presidente del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi.
Le cause di incompatibilità, sia che esistano al momento
dell'assunzione della carica sia che sopravvengano ad essa,
comportano la decadenza dalla carica di Presidente.
Art. 11 - Organi Nazionali. Il S.d.M. è organizzato ed agisce tramite i
seguenti organi: a) il Congresso Nazionale; b) il Presidente; c) il
Coordinamento Nazionale; d) la Segreteria Nazionale; e) i Comparti di
settore; f) il Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi. g) la
Giunta del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi
Art. 12 - Struttura Nazionale. Coordinano ed attuano le delibere degli
Organi Nazionali i Responsabili Nazionali dei settori: a) comunicazione
e relazioni esterne; b) consulenza legale; c) progettazione strategica;
d) amministrazione e controllo di gestione. Il Presidente, con parere
favorevole del Coordinamento Nazionale, può istituire nuovi settori
oltre quelli indicati nel presente articolo, nonché istituire comparti in
rapporto a specifiche aree di personale che si connotano per
particolari caratteristiche ordinamentali o contrattuali.
Art. 13 - Validità delle delibere. Gli Organi Collegiali deliberano a
maggioranza dei presenti, salvo che sia diversamente disposto. In
caso di parità prevale il voto del Pres idente o, in sua as senza, del
Vicepresidente. Per le delibere in seno alla Giunta del Collegio degli
Ufficiali Superiori e dei Nostromi prevale il voto del Presidente del
Collegio.
Art. 14 - Il Congresso Nazionale. Il Congresso Nazionale è il massimo
organo deliberativo del Sindacato. Esso rappresenta la generalità dei
soci e ne esprime la volontà collettiva. Elegge 5 membri del
Coordinamento Nazionale, 2 membri della Segreteria Nazionale e i
membri elettivi del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi.
Compete al Congresso Nazionale modificare il presente Statuto e
deliberare lo scioglimento del S.d.M. secondo quanto stabilito
rispettivamente dagli art. 30 e 28. Il Congresso Nazionale si riunisce in
via ordinaria almeno ogni 5 anni; è convocato dal Presidente su
delibera del Coordinamento Nazionale che ne stabilisce il luogo, la
data, l'ordine del giorno. Il Congresso Nazionale può essere convocato
in via straordinaria dal Presidente qualora richiesto da almeno i 2/3
del Coordinamento Nazionale ovvero su richesta motivata di almeno
1/3 degli iscritti al Sindacato.
Art. 15 - Composizione e svolgimento del Congresso Nazionale.
Partecipano al Congresso Nazionale con diritto di voto i delegati, eletti
secondo apposito Regolamento, in rappresentanza di tutti gli iscritti al
S.d.M.. Le nomine dei delegati rimangono valide anche in caso di
eventuale rinvio del Congresso Nazionale, purché lo stesso abbia
luogo entro l'anno solare in cui i delegati sono stati eletti. Sono altresì
delegati di diritto al Congresso Nazionale i membri del Coordinamento
Nazionale. Le modalità di svolgimento del Congresso, unitamente a
quant'altro non previsto dal presente Statuto, sono definite nel
Regolamento del Congresso Nazionale.
Art. 16 - Il Presidente. Il presidente del Sindacato dei Marittimi è eletto
dal Coordinamento Nazionale secondo le modalità previste da
apposito Regolamento e presiede il Coordinamento Nazionale e la
Segreteria Nazionale. Resta in carica 5 anni e può essere rieletto.
Nomina 2 membri della Segreteria Nazionale, 2 membri del Collegio
degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi e i Responsabili Nazionali di
settore, prescelti, questi ultimi, per ragione di personali qualità e di
specifiche competenze professionali, anche tra soggetti non iscritti al
Sindacato. Egli è investito dei poteri di ordinaria amministrazione;
coordina l'attività del S.d.M. di cui ne ha la legale rappresentanza di
fronte a terzi e in giudizio e può essere delegato dalla Segreteria
Nazionale all'apertura di conti correnti presso istituti di credito,
nonché contrarre con gli stessi prestiti, mutui, aperture di credito. Per
la straordinaria amministrazione il Presidente può agire dietro
autorizzazione scritta della Segreteria Nazionale. In caso di assenza o
impedimento del Presidente, le sue funzioni sono esercitate dal
Vicepresidente. In caso di dimissioni o impedimento permanente del
Presidente o del Vicepresidente, la Segreteria Nazionale convoca
immediatamente il Coordinamento Nazionale che provvede alla sua
sostituzione.
Art. 17 - La Consulta del Presidente. Il Presidente può costituire
un'apposita Consulta con il compito di fornire indicazioni, proposte e
studi sui principali temi del settore.
Art. 18 - Il Coordinamento Nazionale. Il Coordinamento Nazionale è
presieduto dal Presidente. Promuove e coordina le attività del S.d.M.
secondo gli indirizzi dettati dal Congresso Nazionale. Elegge nel
proprio seno, tenuto conto delle disposizioni di cui agli art. 9 e 10 del
presente Statuto, il Presidente e il Vicepresidente del S.d.M.. Sono
membri del Coordinamento Nazionale: a) il Presidente; b) il
Vicepresidente; c) i membri eletti dal Congresso Nazionale secondo le
modalità previste dal Regolamento; d) i membri del Collegio degli
Ufficiali Superiori e dei Nostromi; e) i Responsabili Nazionali di Settore
di cui all'art. 21; f) i Coordinatori di comparto di cui all'art. 22; Il
Presidente può, altresì, invitare alle riunioni rappresentanti di
associazioni di comune ispirazione ideale con il Sindacato nonché
personalità del mondo politico e culturale. In caso di perdita della
qualità di socio o impedimento permanente di un membro elettivo
questo viene sostituito da colui che, nella relativa elezione, sia
risultato primo dei non eletti. In caso di parità di voti, prevale
l'anzianità di iscrizione al Sindacato e, in subordine, l'età anagrafica.
Art. 19 - Convocazione del Coordinamento. Nazionale Il Presidente
convoca il Coordinamento Nazionale in via ordinaria almeno due volte
l'anno. Il Coordinamento Nazionale è convocato altresì ogni volta che
lo richieda almeno la metà dei suoi componenti. La richiesta,
sottoscritta da tutti gli interessati e corredata dall'ordine del giorno da
porre in discussione, deve essere presentata al Presidente che fissa la
data e i l luogo del la riunione del Coordinamento Nazionale e ne
provvede alla convocazione entro 60 giorni.
Art. 20 - La Segreteria Nazionale. La Segreteria Nazionale, presieduta
dal Presidente, dà attuazione alle deliberazioni del Congresso
Nazionale e del Coordinamento Nazionale. La Segreteria Nazionale, è
composta da: a) il Presidente; b) il Vicepresidente; c) i membri eletti dal
Congresso Nazionale;
d) i membri nominati dal Presidente; e) il Presidente del Collegio degli
Ufficiali Superiori e dei Nostromi; f) i Responsabili Nazionali di Settore
g) i Coordinatori di comparto. I componenti elettivi della Segreteria
Nazionale restano in carica 5 anni. La Segreteria Nazionale in
particolare: approva il conto preventivo ed il rendiconto consuntivo del
Sindacato; emana tutte le norme regolamentari per l'attuazione dello
Statuto. Possono essere invitati alle riunioni della Segreteria
Nazionale soci iscritti al Sindacato affinché riferiscano su fatti o
argomenti determinanti. In caso di perdita della qualità di socio,
dimissioni o impedimento permanente di un membro
elettivo, questi è sostituito da colui che sia risultato il primo dei non
eletti nella votazione relativa. In mancanza, i membri residui della
Segreteria Nazionale provvedono alla sostituzione scegliendo fra i
membri del Coordinamento Nazionale eletti dal Congresso Nazionale.
In caso di dimissioni di tutti i membri elettivi è convocato il
Coordinamento Nazionale per una nuova elezione. Entro 30 giorni
dalla sua elezione, il Presidente provvede alla nomina o al rinnovo
della nomina dei membri di cui al comma 2, punti d) e f), del presente
articolo. In caso di dimissioni o impedimento permanente di uno dei
membri nominati dal Presidente, questi ne provvede alla sostituzione.
Art. 21 - Responsabili di settore. Sono nominati dal Presidente i
Responsabili Nazionali dei settori: a) comunicazione e relazioni
esterne; b) consulenza legale; c) progettazione strategica; d)
amministrazione e controllo di gestione. Essi collaborano con il
Presidente al fine di coordinare l'attività del S.d.M. nei rispettivi settori
di competenza. Il Presidente, con parere favorevole del
Coordinamento Nazionale, può istituire nuovi settori oltre quelli
indicati nel presente articolo.
Art. 22 - I Comparti e i Coordinatori di Comparto. I comparti sono
istituiti in rapporto a specifiche aree di personale che si connotano per
particolari caratteristiche ordinamentali o contrattuali. La funzione di
Coordinamento dei singoli comparti è svolta dai Coordinatori di
Comparto, nominati dalla Segreteria Nazionale. Restano in carica 5
anni e possono essere rieletti. La disciplina interna dei comparti è
demandata ad apposito Regolamento. Art. 23 - Il Collegio degli
Ufficiali Superiori. e dei Nostromi Il Collegio degli Ufficiali Superiori e
dei Nostromi, è l'organo di alto prestigio e rilevanza professionale del
S.d.M. che, con il contributo di esperienza e conoscenza dei suoi
membri, offe supporto al conseguimento degli scopi statuari. E'
composto da un massimo di 15 membri in possesso del titolo
professionale di Capitano, di Direttore di Macchina o del grado di
nostromo. Il Collegio elegge nel suo seno il Presidente del Collegio
degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi e 3 membri della Giunta del
Collegio, tenuto conto delle disposizioni di cui all'art. 9. I componenti
elettivi del Collegio restano in carica 5 anni. Sono membri del Collegio:
a) il Presidente del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi; b) i
membri eletti dal Congresso Nazionale; c) i membri nominati dal
Presidente. In caso di perdita della qualità di socio, dimissioni o
impedimento permanente di un membro elettivo, questi è sostituito da
colui che sia risultato il primo dei non eletti nella votazione relativa.
Entro 30 giorni dalla sua elezione, il Presidente provvede alla nomina o
al rinnovo della nomina dei membri di cui al comma 5, punto c), del
presente articolo. In caso di dimissioni o impedimento permanente di
uno dei membri nominati dal Presidente, questi ne provvede alla
sostituzione.
Art. 24 - La Giunta del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi.
La Giunta del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi coordina
le attività del Collegio e costituisce l'organo disciplinare del S.d.M. è
composta da: a) il Presidente del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei
Nostromi; b) i membri eletti dal Collegio degli Ufficiali Superiori e dei
Nostromi; c) i membri del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei
Nostromi nominati dal Presidente.
Art. 25 - Gratuità delle cariche. Tutte le cariche sociali non sono
remunerate, fatte salve diverse disposizioni previste dal Regolamento.
Art. 26 - Patrimonio sociale. Il patrimonio sociale del S.d.M. è
costituito da: a) quote associative; b) proventi derivanti da attività
editoriali, manifestazioni, e altre attività marginali c) beni mobili ed
immobili di proprietà del S.d.M.; d) eventuali fondi di riserva costituiti
con le eccedenze di bilancio; e) eventuali contributi, erogazioni e lasciti
diversi; L'ammontare delle quote associative viene stabilito
annualmente dalla Segreteria Nazionale.
Art. 27 - Anno sociale. L'anno sociale ha inizio il primo gennaio e
termina il 31 dicembre di ogni anno.
Art. 28 - Scioglimento. Lo scioglimento del S.d.M. è deliberato dal
Congresso Nazionale in seduta straordinaria con il voto favorevole dei
4/5 dei presenti purché costituiscano almeno il 4/5 degli aventi diritto
al voto. In caso di suo scioglimento per qualunque causa, il S.d.M. ha
l'obbligo di devolvere il patrimonio residuo, dedotte le eventuali
passività, ad altra associazione con finalità analoghe o a fini di
pubblica utilità, procedendo alla nomina di uno o più liquidatori e
dettando le modalità di liquidazione.
Art. 29 - Potere regolamentare del Coordinamento Nazionale. Il
Coordinamento Nazionale provvede all'emanazione di tutte le norme
regolamentari necessarie per l'esecuzione del presente Statuto.
Art. 30 - Modifiche statuarie. Le modifiche statuarie sono di
Competenza del Congresso Nazionale e sono approvate con il voto
favorevole dei 4/5 dei presenti purché costituiscano almeno il 4/5
degli aventi diritto al voto.
Art. 31 - Norme di rinvio. Per tutto quanto non espressamente previsto
dal presente Statuto, si rinvia alle norme contenute nel Regolamento
di attuazione dello Statuto ed, in mancanza, alle norme del Codice
Civile.
Art. 32 - Disposizioni transitorie. 1) Fino a quando la Segreteria
Nazionale non decida diversamente la sede del S.d.M. coincide con il
domicilio del Presidente. Tale sede non costituisce patrimonio del
S.d.M. 2) La facoltà di approvare ed eventualmente modificare il
presente Statuto spetta al primo Congresso Nazionale. Sino allo
svolgimento del primo Congresso Nazionale, il Coordinamento
Nazionale provvederà ad applicare il presente Statuto con la stesura
del Regolamento di attuazione dello stesso, a verificarne l'efficacia,
rilevarne le carenze e la reale applicabilità.
Page Number 7 Marzo 2011Sindacato dei Marittimi News
REGOLAMENTO ATTUATIVO ADESIONE AL SDM SINDACATO DEI MARITTIMI
Visti gli articoli 4 – 5 – 8 – 20 dello Statuto del SDM Sindacato dei Marittimi, la Segreteria Nazionale emana il seguente regolamento attuativo, modalità di adesione e recesso dall’iscrizione sindacale, nonché la perdita della qualità di socio
PARTE I SOCI – MODALITA’ ADESIONE – RECESSO – QUOTE
Art. 1 - SOCI
Possono essere soci del S.d.M. i lavoratori di tutti i settori che operano a vari livelli nel sistema del trasporto marittimo e delle attività portuali, in attività o meno, che, condividendo i principi e le finalità del S.d.M., vi abbiano formalmente aderito in ottemperanza alle disposizioni contenute nel seguente Regolamento. Possono altresì aderire, secondo modalità e condizioni deliberate dalla Segreteria Nazionale, organizzazioni, enti ed istituzioni, nazionali ed internazionali, che si prefiggono fini similari e comunque in armonia con quelli del S.d.M. E' fatto divieto a soci di appartenere ad altri organismi sindacali aventi finalità analoghe e/o incompatibili con quelle perseguite dal S.d.M. Art. 2 – MODALITA’ ADESIONE La domanda di ammissione va compilata e sottoscritta su apposito modulo. La presentazione della domanda comporta il versamento della quota associativa annuale secondo quanto previsto dal Regolamento. Il modulo d’iscrizione deve essere inviato a S.d.M via FAX o Raccomandata A.R. con allegata copia ricevuta del versamento quota sindacale. L’adesione potrà essere anche effettuata compilando on line un modulo e pagando quota con carta di credito attraverso apposita sezione del sito internet. Sull'accoglimento della domanda delibera la Segreteria Nazionale. Nel caso in cui la domanda di ammissione venga respinta, la deliberazione verrà notificata entro trenta giorni dalla ricezione della domanda stessa. La mancata notifica entro predetto termine equivale ad accettazione della domanda. Contro la delibera della Segreteria Nazionale è ammesso, entro trenta giorni dalla relativa comunicazione, ricorso al Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi, che decide inappellabilmente, dandone comunicazione agli interessati. L'adesione al S.d.M. implica l'accettazione dello Statuto e di questo regolamento attuativo ed è attestata dalla tessera dalla regolarità del versamento della quota associativa. Art. 3 - Durata e rinnovo iscrizione L’adesione impegna il socio a tutti gli effetti di legge e statuari per un anno. L’adesione viene tacitamente rinnovata annualmente alla scadenza, fatta salva l’ eventuale richiesta di recesso avanzata da parte del socio come riportato nel successivo articolo del presente regolamento.
Art. 4 – RECESSO
L’iscritto ha facoltà di recedere in qualsiasi momento dall’adesione a S.d.M dandone comunicazione scritta a Sindacato dei Marittimi – Ufficio Iscrizioni Via dei Conciatori 7 – 00154 Roma, mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento, sia che l’adesione fu tramite modulo che on line.
Qualora l’iscritto receda nel corso dell’anno di validità, qualora versi la quota mensilmente o rateizzata, sarà tenuto a pagare il corrispettivo dei mesi mancanti per coprire l’intero anno
Se l’iscritto ha pagato intera quota annuale in unica soluzione, potrà recedere dall’adesione in qualsiasi momento, ma non avrà restituita quota
Art. 5 – QUOTE In base a quanto stabilito dall’art. 26 dello Statuto del S.d.M le quote annuali saranno stabilite dalla Segreteria Nazionale. PARTE II Art. 8 - Perdita della qualità di socio La qualità di socio si perde: a) per recesso, secondo i modi previsti dall'art. 4 del presente regolamento; b) per espulsione, deliberata dalla Segreteria Nazionale, in seguito a gravi contrasti con gli indirizzi di politica generale dettati dai competenti organi del S.d.M. o per violazione delle norme dello Statuto; c) per mancato pagamento della quota associativa nei termini previsti dal Regolamento; Contro la delibera di espulsione è ammesso, entro trenta giorni dalla relativa comunicazione, ricorso alla Giunta del Collegio degli Ufficiali Superiori e dei Nostromi, che decide inappellabilmente, dandone comunicazione agli interessati. La perdita della qualità di socio come da punto “b” non è considerato recesso, ma si diventa “non pagatori”. L’adesione quindi non si riterrà conclusa, con tutto ciò che per legge questo comporta a carico dell’iscritto non pagatore.
Page Number 8 Marzo 2011Sindacato dei Marittimi News
SE VUOI SOSTENERE IL LAVORO DEL SINDACATO DEI MARITTIMI, TUTELARE I TUOI INTERESSI E QUELLI DEI LAVORATORI MARITTIMI
PUOI FARE ANCHE UNA LIBERA DONAZIONE CLICCANDO SUL BANNER SOTTOSTAN-TE