Maurizio Muraglia Segreteria Nazionale CIDI 29 gennaio 2008.
Scuola di formazione dei formatori Prof. Walter Moro Presidente del Cidi di Milano
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Scuola di formazione dei formatori
Prof. Walter Moro Presidente del Cidi di Milano
Quali sono gli obiettivi della scuola di
formazione dei formatori? Creare una community di professionisti esperti
nella didattica;Attivare dei percorsi di ricerca azione per
sviluppare competenze professionali;Essere luogo di scambio e di crescita
professionale;Acquisire competenze incentrate sulle
metodologie attive da applicare in sede di formazione;
Valorizzare le professionalità da immettere nel circuito della formazione.
Walter Moro
La visione del cidi sulla professionalità
Gli obiettivi della scuola dei formatori discendono dalla linea sostenuta dal Cidi sulle problematiche della professionalità docente che si possono così sintetizzare:
1. Riteniamo che la qualità dell’apprendimento dipenda in larga parte dalla qualità della professionalità dei docenti.
2. Il Cidi ritiene che la professionalità vada sostenuta attraverso una seria politica sulla formazione in servizio, obbligatoria e legata allo sviluppo di carriera.
Walter Moro
Nuovi profili e carriera
3. Il Cidi ritiene che sia necessario pensare ad un nuovo stato giuridico degli insegnanti, dando per prima cosa piena attuazione all’art.21 della legge n. 59 del 1997, dove si parla di istituire “nuovi profili professionali”.
4. Il Cidi ritiene che la scuola dell’autonomia richieda, per essere
gestita, l’individuazione di profili professionali adeguati alla complessità dell’organizzazione basata su più plessi e soprattutto
sulle reti. 5. La complessità dell’organizzazione richiede un’articolazione
della professionalità, con l’individuazione di ruoli e funzioni basati sullo sviluppo della carriera dei docenti.
Walter Moro
Un nuovo modello di formazione
Il passaggio dalla didattica incentrata sui programmi ad una
didattica organizzata sul curricolo per competenze e sui risultati
di apprendimento (outcome) richiede la messa in atto di un nuovo modello di formazione incentrato su concetti:
a) ricerca azione – sviluppo della ricerca didattica finalizzata all’apprendimento
b) una formazione basata sul concetto di accompagnamento - (sostegno, condivisione, informazione,
formazione, documentazione …); parliamo di una formazione continua, basata su diversi momenti: presenza, lavoro on line, scambio di rete, guidata, animata, verificata …
Walter Moro
Il profilo dell’esperto di formazione che il Cidi intende formare
Deve possedere: 1. Competenze disciplinari e interdisciplinari2. Competenze di progettazione didattica 2.1.coprogettazione;2.2. metodologiche;2.3. monitoraggio e controllo
3. Competenze relazionali e di gestione delle relazioni
3.1 saper lavorare in team
4. Competenze di gestione e di animazione della piattaforma on line
Il piano di attività della scuola
Prevediamo di attivare un percorso di formazione basato su due assi:
1. Asse della ricerca didattica
L’azione della ricerca riguarda: - L’area della didattica per competenze riferita ai piani di
studio sia dell’area comune sia di quella generale.- Punta sull’integrazione tra competenze chiave e assi
culturali riferiti alla secondaria di secondo grado, partendo dal primo biennio.
Il campo dell’azione di ricerca
L’ area di ricerca che pensiamo di attivare è più ampia e articolata rispetto a quelle previste dal DM 139.
1. Asse dei Linguaggi con due sottogruppi:a) Lingua e letteratura italiana e lingua e cultura straniera;b) Arte, multimedialità, corpo movimento …2. Asse storico/sociale integrato da geografia ed
economico3. Asse Matematico/scientifico/tecnologico. Articolato in
sottogruppi: matematica/informatica/scienze integrate (o naturali).
L’approccio integrato della ricerca didatticanel primo biennio
L’area della ricerca deve muoversi avendo una visione integrata tra discipline dell’area comune e materie caratterizzanti
L’indagine riguarda gli apporti che i piani di studio caratterizzanti e/o di indirizzo possono dare al potenziamento delle competenze riferite agli assi culturali e di cittadinanza
I I tretre livelli livelli didi ricerca azione ricerca azione perper diventare diventare un buon formatoreun buon formatore
Un primo livello di competenze da acquisire
riguarda la capacità di: saper analizzare la
propria disciplina dentro ad una visone
trasversale con lo scopo di identificare: 1. le competenze culturali e sociali (parliamo di competenze riferite agli assi culturali e di cittadinanza ); 2. le conoscenze riferite ai saperi fondamentali e le abilità riferite alle competenze;
Walter Moro
La dimensione epistemologica e lo sviluppo dell’apprendimento
Un formatore deve saper, da un lato, padroneggiare la disciplina da un punto di vista epistemologico, e dall’altro saperla rapportare allo sviluppo dei processi di apprendimento degli studenti. Sono questi due corni che dobbiamo continuamente tener aggiornati.
Per capirci, pensiamo all’impatto che hanno le tecnologie della comunicazione non solo sui processi di apprendimento, ma anche sul come cambiano le modalità di organizzare le conoscenze.
Walter Moro
Allegato tav. 2
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Secondo livello: progettare unità di apprendimento
Il secondo livello è quello di acquisire competenze per progettare Unità di Apprendimento, coerenti con i risultati di apprendimento previsti in uscita dai singoli bienni e dal quinto anno; UdA basate sull’integrazione tra competenze culturali/trasversali e competenze chiave.
Si tratta di diventare esperti di progettazione didattica.
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Il terzo livello riguarda la sperimentazione dell’UdA
Le Unità di Apprendimento prodotte dal gruppo di ricerca dovranno avere una VALIDAZIONE attraverso un’applicazione, sperimentazione concreta da attuare nel proprio contesto scolastico.
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Gli obiettivi del percorso di formazione ricerca azione sono:
1. acquisire strumenti per progettare UdA 2. produrre materiali e strumenti, in questo
caso UNITA’ di APPRENDIMENTO, da utilizzare nell’attività di formazione
3. saper gestire il gruppo dei docenti coinvolti nella formazione
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Il secondo asse
Il secondo asse riguarda un’attività da svilupparsi in forma seminariale; ed ha come scopo quello di rafforzare il piano teorico dell’attività di ricerca didattica.
Questa attività si muove in parallelo con l’attività dei gruppi di ricerca ed è tesa a fornire soprattutto, ma non solo, conoscenze teoriche sui temi oggetto dell’attività di ricerca.
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I temi di riflessione teorica
1. Vanno intesi come filoni tematici. Il primo filone riguarda le nuove dimensioni degli apprendimenti determinati dall’impatto delle nuove tecnologie, in particolare capire:
a) quali cambiamenti innesta nel processo di insegnamento/apprendimento;
b) gli ambienti di apprendimento;
c) il passaggio dalla trasmissione all’organizzazione delle conoscenze ecc. …;
d) il passaggio dall’aula al laboratorio.
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Le tematiche legate al curricolo per competenze 2. il secondo filone riguarda la tematica del
curricolo, visto anche nella dimensione europea: cosa succede negli altri paesi europei; le innovazioni, lo stato della ricerca, i modelli…
3. il terzo filone riguarda la problematica della progettazione e della valutazione delle competenze
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I tempi e gli impegni ?
La proposta è quella di far partire la scuola a partire dal mese di dicembre con una giornata di lavoro suddivisa in due parti:
1. il seminario sugli effetti delle tecnologie sui processi di apprendimento
2. l’avvio dei gruppi di ricerca con la condivisione del piano di lavoro
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Qual è l’impegno?
La proposta è quella di organizzare i gruppi di ricerca in presenza, mediamente una volta al mese.
Organizzare ogni due mesi un seminario di approfondimento (circa ¾ seminari in un anno).
Il lavoro di ricerca si dovrà svolgere in rete, attraverso la piattaforma appositamente creata, dove docenti esperti e discenti possono interagire e lavorare.
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I gruppi di ricerca
I gruppi ricerca che pensiamo di attivare incentrati sul rapporto tra competenze chiave e competenze culturali sono:
a) asse dei linguaggi coordinato dalla Prof.ssa Daniela Bertocchi; il sottogruppo sui linguaggi dell’arte e la multimedialità coordinato dalla Prof.ssa Catia Branduardi. Gli esperti dell’area dei linguaggi Franca Quartapelle e Luciana Preti.
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L’asse matematico scientifico
L’asse matematico – scientifico -tecnologico articolato in sottogruppi coordinati da Sergio Pea, Mariarosa Rivali, Cristina Salardi con una supervisione di altri esperti esterni.
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L’asse storico sociale
L’asse dovrebbe comprendere una dimensione geo - storico sociale - economica
Coordinata da Gildo Ferrari. Fanno parte del gruppo esperti Marina Medi e Fabrizio Eva per geografia
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