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10.000 anni fa si é diffusa la selezione e la coltivazione dei cereali.I cereali sono piante alimentari appartenenti alla famiglia delle graminacee, coltivate in tutte le zone della terra, escluse quelle desertiche e polari.Sono il frumento, la segala, l'orzo, il granoturco o mais, il riso, il miglio, il grano saraceno, l'avena, entrati nell'alimentazione umana già 6.7000 anni a.C.I cereali prevalentemente utilizzati per l'alimentazione umana sono grano, riso, segala e miglio; per l'alimentazione animale sono orzo, avena, granturco.I cereali hanno occupato un ruolo fondamentale nell'alimentazione umana e hanno consentito la crescita numerica della popolazione mondiale.

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nel mondo si possono individuare quattro grandi aree cerealicole:- quella del frumento nelle regioni temperate, in particolare nell'emisfero settentrionale;- quella del riso nelle regioni caldo-umide dell'Asia;- quella del mais nelle Americhe;- quella del sorgo o del miglio nelle regioni prevalentemente aride dell'Africa e dell'Asia.

La produzione dei cereali nel mondo presenta enormi disuguaglianze, sia come quantità che come diversificazione, per cui si va dai paesi come gli stati Uniti che hanno un enorme produzione a paesi che soffrono di disastrose carestie.

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Il frumento era in origine una graminacea selvatica chiamata

einkorn. Circa 10.000 anni fa, questa pianta rappresentava

l'alimentazione fondamentale delle società di cacciatori /

raccoglitori in Mesopotamia e nelle valli del Tigri e

dell’Eufrate in Medioriente, nell'area chiamata della

Mezzaluna Fertile. La grande quantità di semi che si poteva

ottenere da queste piante convinse, quelle popolazioni a

creare villaggi stanziali e segnò l’inizio dell’agricoltura

moderna. Oggi gli alimenti sono costituiti più da varietà

moderne di frumento, gradualmente modificato nel corso dei

secoli, che da qualunque altro cereale.

FRUMENTOFRUMENTO

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Riso è una parola di origine indiana, deriva dalla parola della lingua Tamil arisi, documentata già 5000 anni fa nell’India meridionale. Viene coltivato da epoche antichissime in estremo oriente, Cina, India, Giappone. Anche gli arabi, gli armeni, i copti, e i siri conobbero il riso e ne studiarono i metodi di coltura come risulta da numerosi riferimenti e citazioni presenti nei testi scritti.In Occidente il riso arrivò invece in epoca cristiana. Gli egizi e gli ebrei probabilmente non lo conobbero, e greci e romani lo citano solo come pianta aromatica e medicinale: ne parlano Teofrasto e Stradone, il medico Galeno lo consiglia nella dieta dei gladiatori e Plinio il Vecchio lo descrive nella sua Storia naturale.

L’archeologia ha consentito di stabilire che già 15.000 anni fa il riso selvatico costituiva una importante fonte di cibo per le popolazioni preistoriche di alcune regioni della Thailandia, del Vietnam, della Corea, della Cina e di alcune isole del sud-est asiatico. Sappiamo inoltre che i più antichi resti di riso coltivato sono stati trovati nella Cina orientale e nell’India nord-orientale e risalgono a oltre 7.000 anni fa. Le prime testimonianze della coltivazione del riso in campi non sommersi dalle acque, nè irrigati, ma la cui umidità dipendeva solo dalle piogge, sono state trovate nella Cina settentrionale e sono state datate a circa 5.000 anni fa.

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In Cina si coltiva da 7.000 anni da noi da 500 anni. La pianta del riso è originaria delle regioni dell'Asia sud orientale e grazie a ritrovamenti che risalgono a 5.000 o 6.000 anni fa in una zona della Cina orientale ed in una caverna nel Nord della Tailandia, si può stimare che il riso è coltivato in modo intensivo da oltre settemila anni. Tracce storiche antichissime, che risalgono a tremila anni fa, sono state ritrovate in India nelle regioni del Gange. Le tecniche di coltivazione più antiche risalgono alla tradizione cinese.

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Origine: è una pianta spontanea nelle zone della Siberia e della Manciuria. La coltura si è propagata alla Cina nel secolo X e nel Medioevo è stata introdotta in Occidente, dove era sconosciuta. Circa i modi di propagazione della pianta si fanno diverse ipotesi, ma le più accreditate sono le seguenti: i Turchi avrebbero introdotto la pianta in Grecia e nella penisola balcanica. Da questa ipotesi deriverebbe il nome di Grano saraceno, cioè grano dei turchi o saraceni. La seconda ipotesi sostiene che la diffusione sia avvenuta attraverso l’Asia e l’Europa del Nord ad opera delle migrazioni dei popoli mongoli che dalla Russia meridionale portarono il grano fino alla Polonia e alla Germania, da dove si sarebbe diffuso nel resto d’Europa. E’ probabile che entrambe le tesi siano valide e che la propagazione sia avvenuta contemporaneamente sia da Nord che da Sud.

GRANO SARACENOGRANO SARACENO

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Il Mais, conosciuto da sempre presso le popolazioni indiane, andine, messicane, fu importato in Italia da Colombo, ma non trovò grosso successo fin verso il 1700, quando soppiantò le coltivazioni di miglio e divenne la base alimentare degli strati più poveri della popolazione.Nonostante esistano due varietà di mais, l'una bianca e l'altra gialla, soltanto la seconda é coltivata e consumata nel nostro paese.

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L'orzo é uno dei cereali più antichi del mondo, conosciuto nell'Egitto dei Faraoni, nella Grecia, a Roma, era caldamente consigliato da Ippocrate ( il padre della medicina) per ogni genere di malattie data la sua digeribilità e la buona quota energetica che sa donare.

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Origini storiche del cereale Farro esto cereale è probabilmente uno dei primi usati nell'area mediterranea. La Palestina sembra essere il luogo dove il farro trovò la sua origine, indi la Siria e l'Egitto. Il farro e' stato ritrovato anche nelle antiche tombe egiziane. Omero nelle sue opere menzionava ai campi e ai terreni donatrici di farro. I romani usavano il farro nella loro dieta giornaliera. Venne macinato ottenendo farina e preparato in quello che venne chiamato puls. Il farro venne integrato agli altri cereali già coltivati. Nel sud dell' Italia, il farro e' stato coltivato fin dal quinto secolo prima di Cristo. Il farro trovò il proprio spazio di mercato in quanto resistente alle malattie e grazie alla sua buona riuscita in terreni aridi e poveri.

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Conosciuta come l'Avena fin dall'Età del bronzo, la segale costituiva la base alimentare di molte popolazioni , quali Celti e Germani.Da sempre utilizzata soprattutto sotto forma di farina, non é da disdegnarne l'uso in chicchi integri, soprattutto miscelandoli alla farina per panificare o con farina di frumento in dolci regionali.Data la relativa durezza dei suoi chicchi, la segale rappresenta un buon esercizio per noi, dato che troppo spesso, ci dimentichiamo di quanto sia importante una corretta e prolungata masticazione.

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Vi sono tracce del consumo dell’avena fin dal 4000 a.C., ma si trattava della pianta selvatica, raccolta e consumata nelle pianure dell’Asia centrale e dell’Europa centro-settentrionale. La coltivazione dell’avena risale all’inizio dell’Era Cristiana, si è diffusa soprattutto nelle regioni dell’Europa del nord, perché è un cereale che richiede molta umidità per crescere (secondo solo al riso). L’avena è rimasta in certi paesi solo un cibo per gli animali. Le motivazioni: tenace pellicina aderente al chicco che rende difficile lavorarla, meno conservabile di altre granaglie, maggior contenuto di grassi ossidabili. Il dr. Johnson, celebre letterato inglese, così scriveva dell’avena nel suo Dizionario (1755): “È un grano che in Inghilterra è generalmente destinato ai cavalli, ma in Scozia fa vivere la gente”.

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Habitat: originario dell'Asia, l'orzo fu coltivato fin dai primordi della storia dell'uomo, forse prima del frumento, al quale in seguito ha dovuto cedere la palma, benché resti tuttora un alimento fondamentale per molti popoli. Il Italia è molto coltivato.

L'Orzo, conosciuto da più di dodici millenni, è originario dell'Asia occidentale e Africa occidentale e si diffuse rapidamente nel bacino mediterraneo, come narra Plinio, quale cibo speciale per i gladiatori, che venivano, infatti chiamati, "hordearii" cioè mangiatori d'orzo. Fu uno dei rimedi più utilizzati da Ippocrate che ne tesse gli elogi nel Regime delle malattie acute: "Sembra dunque che il decotto d'orzo sia stato correttamente prescelto tra le vivande cereali in questi morbi e io lodo quelli che lo hanno prescelto. Il suo glutine infatti è liscio, consistente e confortante, fluido e umido misuratamente, dissetante e di facile escrezione, se ce ne fosse bisogno; non comporta astringenza né brutta agitazione, né rigonfia il ventre."14.04.2009 14Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI -

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Originario di Cina, Indocina ed altri paesi del Sud Est asiatico,

dove è coltivato da molti secoli, l'arancio (Citrus Sinensis) si

diffuse nel bacino del Mediterraneo in tempi remoti e fu poi

introdotto in America da Cristoforo Colombo, alla fine del XV

secolo.

ARANCIARANCIOO

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Specie di notevole importanza nel

contesto dell'agrumicoltura mondiale, il

limone (Citrus limon L.) è originario

dell'India. Secondo alcuni reperti

archeologici, era presente in Italia già

nel II secolo dopo Cristo, ma la sua

coltivazione ebbe inizio intorno al 1100-

1200 ad opera degli Arabi, che lo

introdussero nel bacino del

Mediterraneo.

LIMONELIMONE

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Dall'Asia orientale, il melo (Pirus Malus) si è

diffuso in Egitto, dove, sotto il regno del faraone

Ramsete II (secolo XIII a.C.), veniva coltivato

lungo le vallate del Nilo. Da qui la coltura arrivò

poi in Grecia (nel IV secolo a.C. Erodoto ne

descrive la tecnica dell'innesto) e,

successivamente, a Roma. La mela è protagonista

di numerose leggende e miti dell'antichità: nella

sua undicesima fatica Ercole riuscì ad

impossessarsi dei pomi d'oro che crescevano nel

giardino delle Esperidi; quando gli dei dell'Olimpo

invecchiavano, mordevano una mela per

recuperare la gioventù; fu a causa di una mela

(donata da Paride a Venere) che scoppiò la guerra

di Troia.

MELOMELO

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La coltivazione del pero (Pyrus Communis L.)

affonda nell'antichità, con reperti provenienti da

Asia ed Europa di età superiore a 4000 anni. Il poeta

Omero ricorda le piantagioni di Alcinoo e Laerte,

mentre la mitologia greca attribuisce alla pera il

significato di frutto sano e gustoso, prediletto da

divinità ed eroi. Dalla Magna Grecia la coltivazione

del pero giunse a Roma, dove ebbe ampia diffusione

e grandi estimatori: Catone e Plinio perfezionarono

le tecniche di coltivazione, mentre Pompeo e Nerone

ne furono entuisiasti consumatori. Dopo il declino

medioevale, questa coltura si diffuse in Messico e

California ad opera dei missionari spagnoli, ed in

Europa, in particolare in Belgio e Francia, a partire

dal 1700.

PERPEROO

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Originario della Cina, dove è coltivato da oltre 5.000

anni, il pesco (Prunus persica vulgaris) si diffuse poi in

Siria, Persia (da cui prese il nome) e Grecia, dove era

già conosciuto nel IV secolo avanti Cristo. In Italia

questa coltura arrivò nel I secolo avanti Cristo, mentre

in America fu introdotta dai colonizzatori spagnoli.

PESCPESCOO

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Per Linneo la zona di origine dell'albicocco

(Prunus armeniaca) era l'Armenia, per altri

studiosi la Transcaucasia; attualmente si

ritiene che questa importante specie frutticola

provenga dal Turkestan, dove cresce,

spontanea, fino a 2.000 metri di altitudine.

Conosciuto e coltivato in Cina sin dal 3.000

avanti Cristo, l'albicocco fu diffuso in Europa

(prima in Italia e poi in Grecia), all'inizio dell'era

cristiana, dai Romani dopo la conquista

dell'Armenia. Attorno al X secolo la sua

coltivazione fu introdotta dagli Arabi nella

Francia meridionale, mentre in America arrivò

soltanto dopo il 1700.

ALBICOCCOALBICOCCO

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Originaria dell'Eurasia e del Nord America, la

susina (Prunus domestica) fu introdotta in

Europa circa 20.000 anni fa. Le prime

testimonianze della sua presenza in Italia

risalgono al I secolo dopo Cristo, quando

Plinio il Vecchio la citò nella sua "Naturalis

Historia".

SUSINOSUSINO

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Originario dell'Asia Minore, il ciliegio

(Prunus avium L.) si diffuse in Egitto

sin dal VII secolo avanti Cristo e,

successivamente, in Grecia (è citato

da Teofrasto nel III secolo). Le prime

testimonianze della sua presenza in

Italia risalgono al II secolo avanti

Cristo, quando Varrone ne illustrò

dettagliatamente l'innesto. Più tardi,

Plinio il Vecchio ne descrisse dieci

varietà nella sua "Naturalis Historia".

CILIEGIOCILIEGIO

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Originaria delle Alpi, dove cresceva allo stato selvatico, la fragola (Fragaria vesca) veniva chiamata fragrans dai Romani, in omaggio al suo intenso profumo. Sulle tavole dell'antica Roma questo frutto compariva regolarmente in coincidenza con le feste in onore di Adone, alla morte del quale, come narra la leggenda, Venere pianse copiose lacrime, che, giunte sulla terra, si trasformarono in piccoli cuori rossi: le fragole. Fino al XVII secolo, in Europa venivano coltivate piante di specie selvatiche autoctone (Fragaria vesca, F. viridis, F. moschata) e altre introdotte dall'America del Nord (F. virginiano). Il contributo più importante alla coltivazione di questa specie lo fornì un ufficiale francese, che importò dal Cile le piante madri utilizzate come base per la costituzione dell'ibrido Fragaria x ananassa, a cui appartengono tutte le cultivar attualmente

diffuse.

FRAGOLAFRAGOLA

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Originaria della Cina

meridionale, dove cresce come

pianta spontanea, l'actinidia

(Actinidia deliciosa) ha trovato

un ambiente particolarmente

favorevole in Nuova Zelanda,

dove fu introdotta all'inizio di

questo secolo.

ACTINIDIAACTINIDIA

Il frutto di questa pianta venne denominato kiwi, come

l'uccello dalle piume sottili e dal lungo becco emblema

del Paese australe. Successivamente, questa specie

frutticola si diffuse in Inghilterra, Stati Uniti (California),

Francia e, soltanto verso la fine degli anni Sessanta, in

Italia.

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Fu Colombo nel 1492 a scoprire il mais

nel Nuovo Mondo e a portarlo in Spagna,

da dove si diffuse in tutta Europa, Africa

settentrionale, Medio Oriente, India e

Cina. Il mais (Zea mais) è l’unico cereale

di provenienza americana che sia

diventato una delle coltivazioni più

importanti nelle regioni tropicali e sub-

tropicali del mondo. Grazie al suo basso

costo, il mais divenne l’alimento più

diffuso e la fonte primaria di energia e

proteine per la gente più povera, in

particolare in campagna e tra i ceti

sociali non privilegiati.

MAISMAIS

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I primi riferimenti ad una famiglia di piante conosciute

con il nome di Beta si ritrovano nella letteratura greca

intorno al 420 avanti Cristo. Venivano descritte come

“versatili piante da giardino” e se ne annoveravano

varietà chiare e scure. La coltivazione della barbabietola

si espanse gradualmente attraverso la Francia e la

Spagna, più spesso grazie alle coltivazioni nei

monasteri, ma anche per opera dei contadini. In origine

la barbabietola veniva coltivata per le sue foglie, in

seguito, la radice divenne una verdura diffusa,

specialmente la variante rossa conosciuta come

barbabietola. Nel 1600 l’agronomo francese Olivier de

Sererres riferì: “quando viene cotto, questo alimento

produce un succo simile allo sciroppo di zucchero”.

BARBABIETOLA DA ZUCCHEROBARBABIETOLA DA ZUCCHERO

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Il pomodoro è originario delle regioni basse

delle Ande e veniva coltivato dagli Aztechi in

Messico. Proprio questa popolazione diede

al pomodoro il nome di “tomatl”, che

significa “frutto polposo”, e

successivamente i conquistadores spagnoli

modificarono il termine in “tomate”.

POMODOROPOMODORO

Il pomodoro, insieme al mais, la patata, il peperoncino e la patata dolce

venne introdotto in Spagna all’inizio del 16mo secolo attraverso i

viaggi di Cristoforo Colombo. Il pomodoro arrivò probabilmente prima

a Siviglia, centro principale di scambio internazionale soprattutto con

l’Italia. 14.04.2009 30Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano

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La patata è originaria del Sud America, dove gli

Indios delle Ande per 5.000 anni l’hanno coltivata e

continuamente migliorata al fine di eliminarne il

gusto amaro e la tossicità. Alcune varietà primitive

di patata hanno costituito la principale fonte di

nutrimento in quest’area fin dal 200 dopo Cristo.

Prima della conquista spagnola, la sua coltivazione

si estendeva solamente sulle altitudini Andine,

dalla Colombia all’Argentina settentrionale e al

Cile. Probabilmente giunse in Spagna dalla

Colombia o dal Perù intorno al 1565, per arrivare

poi in Inghilterra verso la fine del sedicesimo

secolo e da lì si è diffusa man mano in tutta

Europa.

PATATAPATATA

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http://it.wikipedia.org/wiki/Solanum_tuberosum

La patata (Solanum tuberosum L. 1753) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Solanacee (Dicotiledoni), originaria del Perù, della Bolivia, del Messico e del Cile e portata in Europa nel XVI secolo. Non si conoscono varietà spontanee né si sa da quale specie originaria di Solanum si sia originata la patata edule.

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