Sconfinare #32

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n°32 -FEBBRAIO 2012 È un giornale creato dagli studenti di Scienze Internazionali e Diplomatiche di Gorizia FKH DWWUDYHUVR LO JLRUQDOLVPR YRJOLRQR FRQIURQWDUVL FRQ OD UHDOWj GL FRQ¿QH H QRQ VROR direttore: DaviDe Lessi ZZZVFRQ¿QDUHQHW UHGD]LRQH#VFRQ¿QDUHQHW 6FRQ¿QDUH FRQWLQXD VX ZZZVFRQ¿QDUHQHW H VX )DFHERRN! Anche io vesto la tuta! di Tanja Lanza I l Governo Pahor ha concluso il man- dato 2008-2011 e stando agli analisti quelle del 4 dicembre sono state le elezioni più rilevanti dall’indipendenza slo- vena in poi. Senz’altro hanno portato con sé tanto stupore. Per la prima volta in vent’anni durante i dibattiti politici pre-elezioni non sono emer- se le solite storie sul comunismo, le stra- gi , le colpe, bensì si è parlato del futuro, dell’uomo medio, delle prospettive slovene ed europee. Per questa ragione il tasso di af- ÀXHQ]D DOOH XUQH q VWDWD VRUSUHQGHQWHPHQWH elevata, ben il 65% degli elettori. Un dato di questo tipo è dunque da as- sumere come un sintomo di una ritrovata YRJOLD GL SDUWHFLSDUH GHOOD ¿GXFLD LQ XQ JR- verno democratico, un dato che urla; perché stavolta vuole avere voce in capitolo e vuole farsi sentire. *Il presente editoriale è gentilmente of- ferto da Equitalia. F ine anno, tempo di bilanci. Inizio anno, tempo di promesse. Ecco quelle dell’ottimista Joseph Sti- glitz, economista premio Nobel, che tra un “l’economia andrà a rotoli” e un “moriremo tutti”, ci promette un 2012 luminoso: “La cosa positiva del 2011 è che, molto pro- EDELOPHQWH q VWDWR PLJOLRUH GHO Ǝ /D famosa luce in fondo al tunnel. (maledetti evasori!) Epperò col 2012 facciamo sei anni di 6FRQ¿QDUH 3HQVDWH DO QXPHUR GL IDWWL H DY- YHQLPHQWL VX FXL 6FRQ¿QDUH YL KD GHWWR OD sua negli ultimi anni. Nella sua esistenza, questo giornale ha coperto: tre presidenze del consiglio italiane, due presidenze ame- ricane e, ben più incredibile, due presiden- ze russe (diverse L WULRQ¿ GHOOD 6HFRQGD Grande Inter di Mancinho, gli unici due mondiali di calcio vinti consecutivamente da nazionali dello stesso continente (l’Eu- ro del sud); la primavera più lunga della storia, ben il 300% in più del normale e il conseguente deprezzamento dei datteri che sta scuotendo l’economia globale; vi terrà aggiornati anche sulle sanzioni all’Iran che stanno penalizzando il già duramente colpi- to settore dei tappeti… (vi scoveremo!) Oltre a tutto questo ben di Dio, in questi sei anni, Rodolfo Toè ha scritto più recen- sioni musicali di Luzzatto Fegiz ; Edoardo Buonerba ci ha parlato di più esperienze all’estero dell’ex ministro Frattini; France- sco Marchesano è riuscito a farci passare la voglia di leggere di Russia e Federico Faleschini a farci odiare ogni forma di eco- logismo, mentre si è risvegliata la nostra sopita anima femminista grazie agli articoli di Valeria Carlot; allo stesso tempo Emilia- no Quercioli ha fatto chiarezza su questioni più torbide del mare di Grado e Giovanni Collot ha versato sui nostri capi litri di entu- siasmo e ottimismo per il futuro utilizzando 6FRQ¿QDUH D PR¶ GL DVSHUVRULR e vi faremo pagare!) Molti altri hanno fatto molto altro in ef- IHWWL 6H YROHWH YHUL¿FDUOR R VH YROHWH DSSD- JDUH LO YRVWUR QDWXUDOH LVWLQWR D 6FRQ¿QDUH noi ci siamo sempre su ZZZVFRQ¿QDUH QHW (tutto!) Però se aveste bisogno di altro per rendervi conto di quanto abbiamo reso le vostre vite migliori, vi basti ricordare che negli ultimi anni abbiamo anche organizzato le feste più divertenti, le conferenze più interessanti, messo in luce le magagne universitarie più RVFXUH UHFHQVLWR L ¿OP SL EHOOL ODQFLDWR OH mode più trasgressive e sostenuto la candi- datura del sindaco più innovatore. E ora che ci penso, nessuno ci ha mai detto grazie! 0D FRVD GREELDPR IDUH GL SL" 5LSDJD- UH GD VROL LO GHELWR SXEEOLFR" L’EDITORIALE di Edoardo Da Ros « VEDRETE CAMBIARE LA NOSTRA DIPLOMAZIA » Intervista all’Ambasciatore Alessandro Grafini CONTINUA A PAG.4 di Dario Cavalieri, Andrea Ferrara, & Luca Marinaro N ato a Venezia nel ‘41, una laurea in legge in tasca, l’Ambasciatore $OHVVDQGUR *UD¿QL UDSSUHVHQWD O¶,WDOLD LQ GLYHUVH VHGL TXDOL 9LHQQD 6R¿D e Zagabria. Partecipa all’ultima riunione della CSCE (che si sarebbe trasformata in OSCE poco dopo) e dirige cooperazioni re- gionali come l’Iniziativa Centroeuropea e quella Adriatico-ionica. Lo incontriamo al Bar dell’Università un gelido pomeriggio di dicembre, l’intervista formale che ci eravamo preparati si trasforma in una cordiale chiacchierata. &L UDFFRQWL LQ EUHYH OD VXD FDUULHUD GD GLSORPDWLFR TXDO q VWDWD O¶HVSHULHQ]D FKH O¶KD DUULFFKLWR GL SL" Premetto che mi sono occupato prima di diplomazia bilaterale, poi multilatera- le. Ecco che ho fatto l’Ambasciatore in tre VHGL D 9LHQQD 6R¿D H =DJDEULD 3HU TXDQ- to riguarda la parte multilaterale, ho par- tecipato all’ultima riunione della CSCE a Vienna, (prima che si trasformasse in OSCE), in seguito al Consiglio d’Europa di Strasburgo, di cui ero numero 2; Le elezioni Slovene viste da vicino CONTINUA A PAG.5 E... Vade Re(tro), EVASORE! di Giulia Zeni C RPSRUWDPHQWR WDORUD JLXVWL¿- cabile, talora paragonabile al furto – a seconda che ad essere citato sia l’ex Premier Berlusconi o l’e- conomista Padoa-Schioppa – l’evasione ¿VFDOH PDL FRPH RUD q XQR GHL PDOL FKH SL QRL LWDOLDQL DPLDPR DXWRLQÀLJJHUFL forse incapaci di discernere quale delle GXH GH¿QL]LRQL VLD SUHIHULELOH VFHJOLHUH Ma tralasciando il candido sarcasmo di chi può permettersi di puntare il dito contro i non osservanti del settimo co- mandamento, perché di evadere, non guadagnando, non ha facoltà, passiamo ai fatti. CONTINUA A PAG.7

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Sconfinare #32 - Febbraio 2012

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n°32 -FEBBRAIO 2012

È un giornale creato dagli studenti di Scienze Internazionali e Diplomatiche di Gorizia FKH�DWWUDYHUVR�LO�JLRUQDOLVPR�YRJOLRQR�FRQIURQWDUVL�FRQ�OD�UHDOWj�GL�FRQ¿QH��H�QRQ�VROR��

direttore: DaviDe Lessi

ZZZ�VFRQ¿QDUH�QHWUHGD]LRQH#VFRQ¿QDUH�QHW

6FRQ¿QDUH�FRQWLQXD�VX�

ZZZ�VFRQ¿QDUH�QHW�H�VX�)DFHERRN!

Anche io vesto la tuta!

di Tanja Lanza

Il Governo Pahor ha concluso il man-

dato 2008-2011 e stando agli analisti

quelle del 4 dicembre sono state le

elezioni più rilevanti dall’indipendenza slo-

vena in poi. Senz’altro hanno portato con sé

tanto stupore.

Per la prima volta in vent’anni durante i

dibattiti politici pre-elezioni non sono emer-

se le solite storie sul comunismo, le stra-

gi , le colpe, bensì si è parlato del futuro,

dell’uomo medio, delle prospettive slovene

ed europee. Per questa ragione il tasso di af-

ÀXHQ]D�DOOH�XUQH�q�VWDWD�VRUSUHQGHQWHPHQWH�elevata, ben il 65% degli elettori.

Un dato di questo tipo è dunque da as-

sumere come un sintomo di una ritrovata

YRJOLD�GL�SDUWHFLSDUH��GHOOD�¿GXFLD�LQ�XQ�JR-

verno democratico, un dato che urla; perché

stavolta vuole avere voce in capitolo e vuole

farsi sentire.

*Il presente editoriale è gentilmente of-ferto da Equitalia.

Fine anno, tempo di bilanci. Inizio

anno, tempo di promesse. Ecco

quelle dell’ottimista Joseph Sti-

glitz, economista premio Nobel, che tra un

“l’economia andrà a rotoli” e un “moriremo

tutti”, ci promette un 2012 luminoso: “La

cosa positiva del 2011 è che, molto pro-

EDELOPHQWH��q�VWDWR�PLJOLRUH�GHO�����Ǝ��/D�famosa luce in fondo al tunnel. (maledetti evasori!)

Epperò col 2012 facciamo sei anni di

6FRQ¿QDUH��3HQVDWH�DO�QXPHUR�GL�IDWWL�H�DY-

YHQLPHQWL� VX�FXL�6FRQ¿QDUH�YL�KD�GHWWR� OD�sua negli ultimi anni. Nella sua esistenza,

questo giornale ha coperto: tre presidenze

del consiglio italiane, due presidenze ame-

ricane e, ben più incredibile, due presiden-

ze russe (diverse��� L� WULRQ¿� GHOOD� 6HFRQGD�Grande Inter di Mancinho, gli unici due

mondiali di calcio vinti consecutivamente

da nazionali dello stesso continente (l’Eu-ro del sud); la primavera più lunga della

storia, ben il 300% in più del normale e il

conseguente deprezzamento dei datteri che

sta scuotendo l’economia globale; vi terrà

aggiornati anche sulle sanzioni all’Iran che

stanno penalizzando il già duramente colpi-

to settore dei tappeti… (vi scoveremo!) Oltre a tutto questo ben di Dio, in questi

sei anni, Rodolfo Toè ha scritto più recen-

sioni musicali di Luzzatto Fegiz ; Edoardo

Buonerba ci ha parlato di più esperienze

all’estero dell’ex ministro Frattini; France-

sco Marchesano è riuscito a farci passare

la voglia di leggere di Russia e Federico

Faleschini a farci odiare ogni forma di eco-

logismo, mentre si è risvegliata la nostra

sopita anima femminista grazie agli articoli

di Valeria Carlot; allo stesso tempo Emilia-

no Quercioli ha fatto chiarezza su questioni

più torbide del mare di Grado e Giovanni

Collot ha versato sui nostri capi litri di entu-

siasmo e ottimismo per il futuro utilizzando

6FRQ¿QDUH�D�PR¶�GL�DVSHUVRULR���e vi faremo pagare!)

Molti altri hanno fatto molto altro in ef-

IHWWL��6H�YROHWH�YHUL¿FDUOR��R�VH�YROHWH�DSSD-JDUH�LO�YRVWUR�QDWXUDOH�LVWLQWR�D�6FRQ¿QDUH��noi ci siamo sempre su ZZZ�VFRQ¿QDUH�QHW� (tutto!)

Però se aveste bisogno di altro per rendervi

conto di quanto abbiamo reso le vostre vite

migliori, vi basti ricordare che negli ultimi

anni abbiamo anche organizzato le feste più

divertenti, le conferenze più interessanti,

messo in luce le magagne universitarie più

RVFXUH��UHFHQVLWR�L�¿OP�SL��EHOOL��ODQFLDWR�OH�mode più trasgressive e sostenuto la candi-

datura del sindaco più innovatore. E ora che

ci penso, nessuno ci ha mai detto grazie!

0D�FRVD�GREELDPR�IDUH�GL�SL�"�5LSDJD-UH�GD�VROL�LO�GHELWR�SXEEOLFR"

L’EDITORIALE

di Edoardo Da Ros«VEDRETE CAMBIARE LA

NOSTRA DIPLOMAZIA»

Intervista all’Ambasciatore Alessandro Grafini

CONTINUA A PAG.4

di Dario Cavalieri,

Andrea Ferrara,& Luca Marinaro

Nato a Venezia nel ‘41, una laurea

in legge in tasca, l’Ambasciatore

$OHVVDQGUR� *UD¿QL� UDSSUHVHQWD�O¶,WDOLD� LQ�GLYHUVH� VHGL��TXDOL�9LHQQD��6R¿D�e Zagabria. Partecipa all’ultima riunione

della CSCE (che si sarebbe trasformata in

OSCE poco dopo) e dirige cooperazioni re-

gionali come l’Iniziativa Centroeuropea e

quella Adriatico-ionica.

Lo incontriamo al Bar dell’Università un

gelido pomeriggio di dicembre, l’intervista

formale che ci eravamo preparati si trasforma

in una cordiale chiacchierata.

&L�UDFFRQWL� LQ�EUHYH� OD� VXD�FDUULHUD�GD�GLSORPDWLFR��TXDO�q�VWDWD�O¶HVSHULHQ]D�FKH�O¶KD�DUULFFKLWR�GL�SL�"

Premetto che mi sono occupato prima

di diplomazia bilaterale, poi multilatera-

le. Ecco che ho fatto l’Ambasciatore in tre

VHGL��D�9LHQQD��6R¿D�H�=DJDEULD��3HU�TXDQ-

to riguarda la parte multilaterale, ho par-

tecipato all’ultima riunione della CSCE

a Vienna, (prima che si trasformasse in

OSCE), in seguito al Consiglio d’Europa

di Strasburgo, di cui ero numero 2;

Le elezioni Slovene viste da vicino

CONTINUA A PAG.5

E... Vade Re(tro),

EVASORE!

di Giulia Zeni

CRPSRUWDPHQWR� WDORUD� JLXVWL¿-

cabile, talora paragonabile al

furto – a seconda che ad essere

citato sia l’ex Premier Berlusconi o l’e-

conomista Padoa-Schioppa – l’evasione

¿VFDOH�PDL�FRPH�RUD�q�XQR�GHL�PDOL�FKH�SL��QRL� LWDOLDQL�DPLDPR�DXWRLQÀLJJHUFL��forse incapaci di discernere quale delle

GXH�GH¿QL]LRQL�VLD�SUHIHULELOH�VFHJOLHUH�Ma tralasciando il candido sarcasmo

di chi può permettersi di puntare il dito

contro i non osservanti del settimo co-

mandamento, perché di evadere, non

guadagnando, non ha facoltà, passiamo

ai fatti.

CONTINUA A PAG.7

Page 2: Sconfinare #32

6FRQ¿QDUH���,QWHUQD]LRQDOH Febbraio 20122

L’inizio del declino di ErdoganTURCHIA - Potrà mai l’AKP spodestare il “divino” Ataturk?

Il 2012 si apre con nuovi interrogativi sul futuro della Turchia.

Il 6 gennaio viene arrestato Ilker Basbug, ex Capo di Stato Maggiore, con l’accusa di guidare il presunto gruppo terroristico ke-malista Ergenekon. È la prima volta nella storia della Turchia che accade una cosa del genere: l’esercito è sempre stato il guardiano della laicità dello stato, governando il paese a fasi alterne dal 1960 al 2002. Secondo ana-listi di Goldman Sachs la progressiva dimi-nuzione del potere dell’esercito negli ultimi anni è un passo avanti verso il consolidamen-to della società civile, e perciò fondamentale per rafforzare la democrazia. D’altra parte, però, fu proprio l’idolo dei militari, Mustafa Kemal Ataturk, a trasformare il califfato in una democrazia laica, mentre l’attuale primo PLQLVWUR�(UGRJDQ�KD�FHUFDWR�GL�PRGL¿FDUH�OD�Costituzione per orientare lo stato verso un modello teocratico . Il premier si distacca dall’occidentalismo di Kemal anche in po-litica estera: rapporti stridenti con Israele e Stati Uniti e allontanamento dall’obiettivo di entrare in Unione Europea, tanto da con-siderarla ormai “una versione glamour di Di-sneyland”.

Dal 2012 inoltre la solennità nazionale del 19 maggio, in cui si celebra la gioventù e il ricordo di Ataturk, potrà essere celebrata pubblicamente solo ad Ankara e nelle scuole,

non nelle altre città. Ci si può perciò chiedere come può la po-

polazione continuare a sostenere un presi-dente del Consiglio che va contro i principi dell’ eroe nazionale, venerato come un dio, le offese al cui nome costituiscono tuttora re-ato. Innanzitutto bisogna considerare che Er-dogan ha portato la Turchia ad avere, alme-no nel 2010, il terzo tasso di crescita più alto al mondo dopo Cina e Singapore, sollevando XQ�SDHVH�LQ�FXL��QHO�������O¶LQÀD]LRQH�DYHYD�raggiunto il 45% mentre il 50% della spesa

pubblica serviva a pagare gli interessi del debito estero. Inoltre ha fatto sì che Ankara acquistasse sempre più importanza strategi-ca nel Medio Oriente, tanto che il premier è considerato da molte popolazioni arabe un leader da cui prendere esempio.

Eppure il malcontento comincia a farsi sentire, l’effetto“panem et circenses” della crescita economica lascia spazio a preoccu-pazioni riguardo alla perdita di laicità e alle misure poco democratiche che il governo utilizza nei confronti di dissidenti e ultima-

mente dei militari. L’unico problema è che, DOPHQR�¿Q¶RUD��QRQ�VL�SURVSHWWD�XQ¶DOWHUQDWL-va concreta a meno che i kemalisti del CHP e la sinistra radicale del partito MHP non si coalizzino, sempre che i militari non organiz-zino un nuovo colpo di stato, che non farebbe altro che riportare la Turchia verso la fragilità e la debolezza del cinquantennio passato.

Sta di fatto che Erdogan sta lentamente per-dendo consensi, e potrebbe subire una scon-¿WWD�FODPRURVD�VH�FRQWLQXD�D�YROHU�VSRGHVWDUH�il Padre dei Turchi dal trono.

di Giulia Daga

Mentre in Tunisia si raccolgono i primi frutti della Primavera araba con l’in-

sediamento del nuovo governo, l’Egitto è ancora in preda al caos, con elezioni “a rate” che si svolgono in un clima di altissima tensione tra i manifestanti di piazza Tahrir e la potente lobby dei militari. L’intricato sistema elettorale, infatti, prevede che le votazioni per rinnovare i due rami del parla-mento (l’Assemblea del Popolo e la Shura) e per eleggere il Presidente siano spalmate in sei turni. I primi due, che si sono svolti negli scorsi mesi, hanno visto un trionfo del Partito della Libertà e della Giustizia (oltre 40%), legato ai Fratelli Musulmani, e dei VDOD¿WL�GL�$O�1RXU��������LQ�QHWWR�GLVWDFFR�sul partito liberale Al-Wafd del miliardario FRSWR�1DJXLE� 6DZLULV� H� VX� XQD�PLULDGH� GL�piccoli movimenti nati nel corso della rivo-luzione.

I Fratelli Musulmani sono stati la princi-pale forza di opposizione al regime di Mu-barak. Sono organizzati e diffusi in modo capillare in tutto il territorio e hanno una base popolare ben radicata, che li ha sicu-ramente avvantaggiati nella mobilitazione rispetto a formazioni più recenti. Valgono per loro le stesse considerazioni che ho già fatto per Ennahda riguardo al voto all’islam politico come garanzia di moralità nella ge-stione del potere, a maggior ragione in un paese di grande tradizione musulmana come l’Egitto. C’è da dire anche che le alternative

sono piuttosto deludenti: i “partiti di piazza Tahrir” sono troppi e troppo frammentati, e Al-Wafd rappresenta soprattutto i magnati GHO� WXULVPR�H�GHOOD�¿QDQ]D�� FKH� LQ�SDVVDWR�hanno senz’altro avuto qualche abbocca-mento con il regime.

A differenza del caso tunisino però, il successo dei Fratelli mi suscita qualche perplessità in più. Prima di tutto bisogna considerare che la frammentazione e le ri-valità all’interno della scena politica ren-dono altamente improbabile la formazione di un governo di unità nazionale, come in Tunisia. Invece, la formazione di un even-WXDOH� ³EORFFR� LVODPLVWD´� FRQ� L� VDOD¿WL� VX-pererebbe il 60% in parlamento, anche se TXHVWR�VFHQDULR�q�VWDWR�¿QRUD�HVFOXVR��7UD�L�due partiti ci sarebbero infatti troppe diffe-renze rispetto al grado di apertura: mentre, ad esempio, i Fratelli Musulmani sono ben consci dell’importanza del turismo nell’e-FRQRPLD� HJL]LDQD�� L� VDOD¿WL� �SL�� LQWHJUDOL-sti) non guardano con simpatia i turisti in costume che bevono birra sulle spiagge di 6KDUP��$O�1RXU� H�$O�:DIG�� LQROWUH�� KDQQR�avuto ultimamente qualche contatto con i militari, appoggiandone l’iniziativa di cre-are un Consiglio consultivo per stabilire i principi della costituzione. Iniziativa a cui si sono opposti i Fratelli Musulmani, che ritengono che il compito debba spettare ad una costituente democraticamente eletta. 1RQ�PL� VHQWR� FRPXQTXH� GL� DIIHUPDUH� FKH�le posizioni del partito della Libertà e della Giustizia siano moderate come quelle di Er-

dogan e di Ghannouchi.&RPH�KD� GHQXQFLDWR�6DZLULV�� LQROWUH��/L-

EHUWj�H�*LXVWL]LD�H�$O�1RXU�VRQR�JHQHURVD-mente sostenuti, rispettivamente, da Qatar e Arabia Saudita: le petromonarchie del Golfo potrebbero così espandere la loro LQÀXHQ]D� VXOO¶DOWUD� VSRQGD�GHO�0DU�5RVVR��portando qualche disturbo al fragile equili-EULR� JHRSROLWLFR� GHOOD� ]RQD�� 1RQRVWDQWH� OD�loro fede sunnita li separi e addirittura li op-ponga agli sciiti di Teheran, i Fratelli hanno già annunciato di avere in programma un re-ferendum per togliere il riconoscimento egi-ziano a Israele. Il che si aggiungerebbe alla totale perdita di controllo del governo sulla penisola del Sinai, dove si allunga l’ombra di Al-Qa’ida e di altre organizzazioni ter-URULVWLFKH��UDIIRU]DWH�GDO�WUDI¿FR�G¶DUPL�GHO�defunto regime libico, che negli scorsi mesi hanno effettuato diversi attentati contro i ga-sdotti che riforniscono Israele.

Il problema più grave che grava sull’Egitto è però la presenza ingombrante dell’eserci-to. I militari, sostanzialmente, detengono il potere dal colpo di stato del ‘52, piazzando XQR�GRSR�O¶DOWUR�XRPLQL�GL�¿GXFLD�VXOOD�SRO-trona presidenziale, e non sembrano inten-

zionati a rinunciare ai propri privilegi e alla propria posizione, e per giunta arrendersi proprio a quegli islamisti che hanno cercato di soffocare per tutti questi anni. Dopo aver rovesciato Mubarak ed essere stato accla-mato in piazza Tahrir, l’esercito si è ripreso il potere, con la scusa di assumere un ruolo di guida del processo democratico, instau-rando un regime molto più duro di quello precedente. Penso che abbiamo visto tutti le terribili immagini delle repressioni attuate a novembre e dicembre scorsi. Amnesty Inter-QDWLRQDO�H�+XPDQ�5LJKWV�:DWFK�KDQQR�GH-nunciato gli orrori di cui si sono macchiati i militari in questi mesi: “test della verginità” alle dissidenti, civili giudicati da tribunali militari, pallottole di gomma sparate agli occhi dei manifestanti dai cecchini, proba-bilmente - afferma Salma El-Baradei, nipote del candidato presidente Mohammed – an-che uso di gas nervino sulla folla di piazza Tahrir. E non è da escludere che in futuro i militari possano continuare a disporre del potere, manovrando il frammentato quadro politico, anche se determinato elezioni de-mocratiche.

In tutto ciò c’è da chiedersi quale sarà il ruolo degli Stati Uniti. Preferiranno mante-nere il fragile status quo o magari cercare qualche accordo con i Fratelli Musulmani, già vicini agli alleati del Golfo? Stando a quanto ha rivelato il quotidiano libanese Al-Diyar ci sarebbero già stati dei contatti. Staremo a vedere.

Elezioni, Egitto nel caosVoto caratterizzato da scontri fra manifestanti ed esercito e fondamentalismo islamico

di Andrea Ferrara

Page 3: Sconfinare #32

6FRQ¿QDUH���,QWHUQD]LRQDOHFebbraio 2012

Paladini della democrazia nella terra di PutinOsservatori internazionali alle elezioni parlamentari. Dal nostro inviato in Russia

La strada e il cielo sono bianchi e bui,

mentre scivoliamo verso il primo seg-

gio cullati dalla Toyota di Valerij. L’italiano,

l’inglese e la loro interprete russa si prepa-

rano al giorno più lungo della Missione. Il

nostro compito è quello di osservare le ele-

zioni della Duma di Stato, insieme alle altre

198 paia di occhi internazionali distribuiti

dall’OSCE su tutto il territorio della Fede-

razione Russa.

Ci troviamo nella cittadina di Neftekamsk,

costruita da zero in epoca sovietica attorno

DG� XQD� UDI¿QHULD�� QHOOD� 5HSXEEOLFD� �VHPL�autonoma del Bashkortostan, adagiata sugli

Urali meridionali alle porte della Siberia. La

maggiore attrazione di questa città prefab-

bricata è la testa di Lenin che spunta dalla

piazza centrale, fra il palazzone del comune

e un “Biznes Centr”.

Il mio risveglio è stato brusco, disturbato

dal caffè in polvere e dal vento gelato sulla

faccia.

Quello della presidente di seggio che ab-

biamo incontrato alle sette e trenta, mezz’o-

ra prima dell’inizio del voto, non dev’es-

sere stato migliore. Questo donnone alto

e biondo non poteva immaginare che due

inostrantsy� VL� VDUHEEHUR� VSLQWL�¿QR�DO� FXR-

re della Russia profonda per turbare la sua

mattinata. Ci accoglie con un sorriso teso,

tiratissimo, e si protegge recitando sicura

XQD�V¿O]D�GL�UHJROH�SURFHGXUDOL��/D�PXVLFD�GHOO¶LQQR�VRYLHWLFR��UXVVR��DSUH�OH�GDQ]H�GL�decine di elettori che da subito affollano il

seggio.

Il senso di soggezione che il nostro formu-

lario infonde negli scrutatori russi suscita

un’involontaria scintilla di piacere, quel tipo

di godimento, talvolta irreprensibile ma mai

del tutto casto, provato da vigili, burocrati,

controllori e altri piccoli detentori di potere.

L’euforia della giornata elettorale e la mole

di lavoro non lasciano il tempo, però, per in-

trospezioni di questo genere.

Inviamo via fax i risultati delle nostre os-

servazioni al “cervellone” OSCE impiantato

a Mosca. Seguiamo le urne mobili a casa di

vecchietti incapaci di recarsi ai seggi, ecci-

WDWL�DOO¶LGHD�FKH�LO�ULWR�GHO�YRWR�VLD�VDQWL¿FDWR�dalla presenza di due europei. Osserviamo il

FRQWHJJLR� LQ�XQ�YLOODJJLR� VXO�¿XPH�.DPD��qui l’atmosfera è più rilassata e paesana, i

rapporti di potere fra presidente, scrutatori

e rappresentanti di partito sono addolciti

dalle relazioni interpersonali tipiche delle

piccole realtà. A tarda notte, seguiamo il

³SURWRFROOR´�FRL�ULVXOWDWL�GHO�VHJJLR�¿QR�DOOD�commissione territoriale, dove delegazioni

di scrutatori fanno registrare i loro dati su

un cartellone appeso alle pareti.

Tornato in Italia, il rapido blitz russo ri-

DI¿RUD�DOOD�PHQWH� IUD�PLOOH� FRQWUDGGL]LRQL��Leggo il rapporto preliminare pubblicato

dall’OSCE. In fase di conteggio si sono re-

gistrate irregolarità nel 30% dei seggi osser-

vati. Indipendentemente dai brogli compiuti

il giorno del voto, le elezioni in Russia non

sono democratiche. La televisione – tutta

governativa – ha dedicato l’1% del suo tem-

po alla campagna elettorale, utilizzandone

la quasi totalità per parlare – positivamente

– del presidente, del primo ministro o del

loro partito. Falcidiato da nuove norme bu-

rocratiche, l’arco costituzionale si è ristretto

negli ultimi 8 anni da 46 a 7 partiti registra-

ti, ammessi dunque alle elezioni; solo 4 di

questi hanno superato lo sbarramento del

7%: oggi alla Duma siedono il partito di go-

verno Russia Unita, il Partito Comunista –

unico partito d’opposizione vera, ma con un

programma alquanto anacronistico, e altri

GXH�SDUWLWL�VRVWDQ]LDOPHQWH�¿ORJRYHUQDWLYL��,O�UDSSRUWR�q�LQÀHVVLELOH��3RVR�LO�GRFXPHQ-

WR�H�SHQVR�DL�EHQH¿FL�H�DO�SURJUHVVR�VWLPR-

lato dall’attività delle organizzazioni inter-

nazionali, attive nella diffusione di buone

pratiche e nell’invitare i suoi membri a tener

fede agli impegni che hanno sottoscritto.

Accendo la televisione. Nonostante tutte

le irregolarità, il partito presidenziale Rus-

sia Unita non è arrivato al 50%. Alle scorse

elezioni, aveva ottenuto il 64,3%. Smenten-

do la loro proverbiale apatia, in due diverse

RFFDVLRQL� TXDVL� FHQWRPLOD� UXVVL� V¿GDQR� LO�IUHGGR� H�SURWHVWDQR�SDFL¿FDPHQWH� FRQWUR� L�brogli a due passi dal Cremlino, senza nes-

VXQD�WHQVLRQH�FRQ�OH�IRU]H�GHOO¶RUGLQH��$�V¿-

lare sono giovani della generazione di inter-

net e rari rappresentanti della classe media

che vedono solo stagnazione nella stabilità

putiniana. I media nostrani si meravigliano

GHOOD�³VFRQ¿WWD´�GL�3XWLQ�H�0HGYHGHY�H�GHO-le manifestazioni e già parlano di “primave-

ra russa”. Si respira aria di rivoluzione.

Ecco allora che nell’anima del piccolo pa-

ladino della democrazia si fa strada il pic-

colo senso di colpa del furfante che lancia

il sasso e scappa. Non è forse un gioco pe-

ricoloso quello praticato da una manciata di

osservatori internazionali, inviati per sette

giorni in un Paese lontano di cui conoscono

poco o nulla a dare punteggi di democrati-

cità? Chi sono per giudicare se la “demo-

crazia” – temuta dai russi, che l’associano

all’anarchia dei tragici anni Novanta – sia

meglio della stabilità attuale, auspicata da

tutti e apprezzata da molti?

)RUWXQDWDPHQWH��OD�UHDOWj�QRQ�VHJXH�LO�¿OR�dei miei ragionamenti. Non sono certo una

conferenza stampa dell’OSCE o una parola

ardita della Clinton a poter rovesciare Putin.

Il governo, allertato dalle proteste, cerca di

tamponare la ferita: il presidente ha promes-

VR�ZHEFDP�����LQ�WXWWL�L�VHJJL�SHU�VYHQWDUH�L�brogli alle presidenziali di marzo; Vladislav

6XUNRY��LGHRORJR�H�DUWH¿FH�GHOOD�³GHPRFUD-]LD�VRYUDQD´��OHJJL��GHPRFUD]LD�OLPLWDWD���q�stato allontanato dal Cremlino. Medvedev

ha annunciato riforme per la metà di febbra-

io, ma intanto ha nominato due putiniani di

ferro in posti chiave dell’amministrazione

SUHVLGHQ]LDOH�� O¶H[� .*%� 6HUJHM� ,YDQRY� H�il bellicoso Dmitrij Rogozhin. La maggio-

ranza dei russi vive la sua vita, sopravvive

come può alla crisi, non si fa troppe illusioni

sul futuro e guarda con apprensione la nuo-

va avanguardia di giovani e internauti che

vogliono cambiare la Russia. La piccola

OSCE, intanto, ha promosso elezioni free and fair e seminato un chicco di autentica

democrazia.

di Francesco Marchesano

Finalmente qualche buona notizia.

L’economia iraniana si è tinta di rosa

JUD]LH� DO� VLVWHPD� GHO� PLFURFUHGLWR�� ¿JOLR�del Premio Nobel per la pace Mohammed

Yunus. Applicato in molti Paesi “in via di

sviluppo”, primo tra tutti il Paese natale

dell’inventore, il Bangladesh, ha permes-

so a molte persone di migliorare la propria

FRQGL]LRQH�GL�YLWD��*UD]LH�DL�³�SUHVWLWL�VROL-dali” che le equo-banche concedono a uo-

mini e donne molti hanno potuto avviare

una piccola attività imprenditoriale. I tassi

di interesse ai quali questi prestiti vengono

dati sono bassissimi se non nulli. Le banche

“normali” solitamente sono restie a conce-

dere prestiti a un contadino della Cambogia

o a un piccolo artigiano iracheno poiché

QRQ�VL�¿GDQR�GHOOD� ORUR� UHDOH�SRVVLELOLWj�GL�saldare il debito contratto. Le banche nate

VXOOD�VFLD�GHOOD�*UDPHHQ�%DQN��OD�EDQFD�GL�<XQXV��LQYHFH�VL�¿GDQR�LQ�PRGR�SDUWLFRODUH�GL�GRQQH�FRQ�¿JOL�FKH�DELWDQR�LQ�]RQH�UXUD-li poiché esse, con quasi assoluta certezza,

trascorreranno tutta la vita nel loro Paese

e, anzi, si dimostrano determinate nel far

crescere la piccola attività, come modo per

riscattarsi dalla condizione di povertà nella

quale sembravano destinate rimanere a vita.

Purtroppo in Iran solo il 10 % della popo-

OD]LRQH�KD� DFFHVVR� DL� VHUYL]L�¿QDQ]LDUL�PD���EXRQD�QRWL]LD��LO�VLVWHPD�GHO�PLFURFUHGLWR�ha contribuito ad alzare questa percentuale

e attualmente ben l’84% di tutte le persone

che nel mondo usufruiscono di questa forma

di servizio sono donne. Nella Repubblica

Islamica del Medioriente il programma di

microcredito della Ong statunitense Relief

,QWHUQDWLRQDO� � �ZZZ�UL�RUJ�� KD� SHUPHVVR�alle donne delle province del Bardsir e

GHO�.HUPDQ�GL� ULVROOHYDUVL��'RSR�XQ�FRU-so di formazione, vengono formati grup-

pi di 5-6 persone ai quali viene data una

somma di denaro da dividere equamente e

da investire in un’attività. Ogni mese i de-

bitori devono versare una piccola somma

sul conto per rinsaldare il debito. Anche lo

Stato iraniano nel 2005, anno del micro-

credito, si é impegnato per cercare di far

GLDORJDUH� EDQFKH��21*� HG� HQWL� JRYHUQD-WLYL�SHU�OD�GLIIXVLRQH�GL�TXHVWR�VLVWHPD�¿-

QDQ]LDULR��SURJUDPPD�6$3$3���/D�VWUDGD�è ancora lunga, ma il fatto che 5 milioni

di iraniani, soprattutto iraniane, godano di

SUHVWLWL�DJHYRODWL��GDWR�GHO������GHO�:RUOG�&RXQFLO�RI�&UHGLW�8QLRQV��q�JLj�XQD�EXRQD�notizia. Importante è, come diceva Yunus,

“dare l’opportunità alle persone di uscire

con le loro forze dalla condizione di gran-

de povertà nella quale versano”.

Microcredito all’iranianaSono già 5 milioni le iraniane che godono di piccoli prestiti agevolati

di Federica Cordioli

3

Visita VOSTOK, la nuova rubrica di voci

dall’Est russo e slavo di VFRQ¿QDUH�QHW��Presto sul sito anche tutte le indicazioni pratiche per diventare

osservatore elettorale�LQWHUQD]LRQDOH��

Page 4: Sconfinare #32

6FRQ¿QDUH���,QWHUQD]LRQDOH��8QLYHUVLWj Febbraio 20124

Per (ben) 5 anni all’Ince (Iniziativa &HQWURHXURSHD��QGU��� LQ¿QH� WUH� DQQL�allo Iai (Iniziativa Adriatico-ionica,

ndr), di cui ho fondato il Segretariato.Mi sono dunque occupato di mondo te-

desco e di Europa orientale. E due sono gli episodi che mi hanno segnato di più: il pe-riodo da ambasciatore a Vienna – durante il TXDOH� ULXVFLL�D� ULVROYHUH� OD�GLI¿FLOH�YHUWHQ]D�VXOO¶$OWR�$GLJH��VLJQL¿FDYD�FKLXGHUH�XQD�SD-gina che aveva reso complicate per decenni le relazioni tra Italia e Austria), e l’esperien-za da primo Segretario Generale dello Iai. E’ stata questa un’avventura nuova, poiché mi trovavo a gestire i rapporti tra otto Paesi di-versi, oltre che a tessere quelli con le istitu-zioni locali.

Diplomazia bilaterale/multilaterale: come ha visto trasformarsi la Diplomazia da quanto ne è entrato?(¶�GLI¿FLOH�WURYDUH�XQR�VSDUWLDFTXH�SUHFLVR��

Tuttavia, nella prima parte della mia carriera i rapporti bilaterali erano più i più importan-ti. Poi, progressivamente, le due diplomazie sono andate integrandosi. Emblematica la PLD� HVSHULHQ]D� D� 6R¿D�� QHOOD�%XOJDULD� FDQ-didata all’ingresso nell’Unione Europea io rappresentavo il suo primo partner commer-ciale, l’Italia. Noi e il rappresentante della Ue ODYRUDYDQR�¿DQFR�D�¿DQFR�

Attualmente, le due diplomazie procedono in connessione. Se voi entrerete nel corpo di-plomatico probabilmente vedrete prevalere la diplomazia multilaterale. I diplomatici euro-pei si sostituiranno ai diplomatici italiani.

Ma in connessione o contrasto? Pensi al corpo diplomatico dell’Ue: non le sembra che il peso delle diplomazie nazionali sia ancora estremamente rilevante?

Usciamo un momento dall’Italia e dall’Eu-ropa in senso stretto. Pensate per esempio alla Russia. Questa non è disposta a rinunciare ad DOFXQD�SDUWH�GHOOD�SURSULD�LQÀXHQ]D��SHU�TXH-sto continuerà a dare preminenza alla propria diplomazia. Ci sono Paesi più grandi, come il nostro, che mantengono forti interessi nazio-nali da difendere – ad esempio l’Adriatico, per l’Italia. Paesi più piccoli, invece, magari FRQ�PLQRUL� LQWHUHVVL�VWUDWHJLFL��¿QLUDQQR�SHU�vedersi svuotare le proprie diplomazie, alli-QHDQGRVL�DL�SDHVL�SL��LQÀXHQWL�

Le due “entità” tuttavia si mescoleranno. 1RQ�q�GHWWR�FKH�HQWULQR�LQ�FRQÀLWWR��DQ]L��$G�oggi, la diplomazia europea infatti è ancora un bebè, a differenza delle secolari esperien-ze della diplomazia francese, inglese, italia-na...

Una considerazione sulle organizzazioni internazionali, prenda la NATO e l’OSCE. Dopo la caduta della Cortina di Ferro han-no ancora senso così com’erano state con-cepite?

Non mettiamole assieme, sono due cose

diverse. La NATO è op-portuno mantenga la ca-ratteristica di “braccio armato dell’Occidente”. Un esempio lampante s’è avuto in Jugoslavia, a Sa-rajevo, dove le trattative furono essenzialmente PRGL¿FDWH� GDO� ERPEDU-damento nordatlantico sulle forze serbe. L’Osce LQYHFH� V¶q� JLj�PRGL¿FDWD�una volta. Partendo dal suo predecessore, la Csce, veicolo fondamentale dei rapporti tra blocco occi-dentale e blocco orienta-le e altri Paesi neutrali, una volta trasformatasi in Osce, l’Organizzazione ha avuto un ruolo di mo-nitoraggio sul funziona-mento della democrazia parlamentare in tutti gli stati membri. Quando tut-ti gli stati membri dell’O-sce avessero democrazie funzionanti, forse questa non avrebbe più ragione di esistere.

Passiamo ai Balcani, come ha visto evolversi la presenza dell’Italia in que-sta zona? /D�SROLWLFD� LWDOLDQD�QHL�%DOFDQL� QRQ� q�

unitaria, dipende dai vari paesi. In Ro-PDQLD� H� %XOJDULD� q� XQD� SROLWLFD� PHUD-mente economica, c’è una forte presenza di imprese italiane sorrette anche dalla diplomazia del nostro paese. Mentre in altri paesi più vicini a noi, come Slovenia e Croazia, ci sono delle minoranze ita-liane. Di questi paesi seguiamo anche le vicende politiche. Quando facevo l’am-EDVFLDWRUH�D�6R¿D�PL�RFFXSDYR�DO�����GL�LPSUHVH�LWDOLDQH��DO�����GL�DWWLYLWj�FXOWX-UDOL��VROR�DO�����GL�RVVHUYD]LRQH�SROLWLFD��A Zagabria era l’opposto.

Non bisogna poi dimenticare l’impor-tanza della politica culturale italiana, la rete degli Istituti di Cultura che dipen-de dalle nostre ambasciate. Mi ricordo quando organizzai la prima della Tosca: fu un evento di portata enorme. Un am-basciatore di un paese di cultura come l’Italia non può dimenticare un aspetto così rilevante, nella sua attività.

Unione Europea e Balcani: nel 2013 ci sarà l’ingresso a pieno titolo della Croazia e si continua a parlare della Serbia. Fino a che punto l’UE si può VSLQJHUH�QHOOD�V¿GD�GHOO¶DOODUJDPHQWR",�FRQ¿QL�HXURSHL�YHUVR�(VW�VRQR�TXHOOL�

DWWXDOL��QRQ�YHUUDQQR�HVWHVL��%LHORUXVVLD��Ucraina, Moldova sono fuori da questa ottica. Paesi invece dell’ex Jugoslavia, più l’Albania, sono una “macchia bian-ca” all’interno di una cartina in cui i pa-esi circostanti sono già parte dell’Unio-ne. Di alcuni sono già state accettate le candidature, quella serba resta in sospeso per la questione del Kosovo. Ma io riten-go sia inevitabile che questi Paesi geo-JUD¿FDPHQWH�JLj�SDUWH�GHOO¶8(�D�XQ�FHUWR�

3DVVDWR��SUHVHQWH�H�IXWXUR�GHOOD�GLSORPD]LD�QHOOH�SDUROH�GHOO¶$PE��$OHVVDQGUR�*UD¿QL

«VEDRETE CAMBIARE LA NOSTRA DIPLOMAZIA»

di Dario Cavalieri,

punto vengano ammessi. Negli ultimi anni ha visto dei cambia-

menti di rotta nella politica estera italia-na o c’è stata una sostanziale continuità?

La politica estera italiana, che io ho po-WXWR� VHJXLUH� GDOO¶LQWHUQR� SHU� ��� DQQL�� KD�indubbiamente una continuità che ha un nome, un padre: De Gasperi. Diciamo che OH�OLQHH�GD�OXL�LQGLFDWH�VXOO¶XQL¿FD]LRQH�HX-ropea e d’appartenenza alla Nato sono sicu-ramente delle linee continuative.

L’Italia però non è Paese piccolo. È un Paese che qualche volta ha aggiunto delle cose: ad esempio, si è inventata le coope-razioni regionali. Quidi, nella continuità della sua politica estera, l’Italia ha apporta-to degli elementi, non li ha soltanto subiti. &¶q� XQD� IDPRVD� IUDVH� GL� %HUOLQJXHU�� ³SHU�sviluppare la Democrazia come la intendia-mo noi, ci sentiamo più a nostro agio nel settore occidentale”. Più continuità di così insomma...

Secondo lei l’Italia oggi conta meno nello scacchiere globale, rispetto a qual-che decennio fa?

C’è una crisi economica che evidente-mente indebolisce fortemente il paese, ma non soltanto noi. Quello che c’è di nuovo, è il fatto che ci sia in Europa questa predo-PLQDQ]D�WHGHVFD�PROWR�IRUWH��FKH�VROR�¿QR�a un anno fa non si sentiva. E questo pos-siamo dire che condizioni in senso negativo la politica estera italiana.

E in un’ottica più globale? L’Italia e gli altri Paesi europei possono ancora avere un peso in confronto agli USA e alle po-tenze emergenti o ci vuole una maggiore integrazione europea?

Come abbiamo visto, il Regno Unito non ci sta. Una politica estera comune, che met-ta insieme le grandi potenze europee, quei 4-5 paesi di maggior spessore, è molto dif-¿FLOH�

L’Italia ha suo peso, anche per la sua col-ORFD]LRQH�JHRJUD¿FD��PD�LQ�TXHVWR�PRPHQ-

to – ripeto – quello che ci condiziona è la crisi economica.

Passiamo ad un altro argomento. Nel corso della Sua carriera Le è mai capitato di trovarsi in una situazione di contrasto tra le Sue opinioni per-sonali e ciò che Le veniva chiesto di fare?%HK�� GLFLDPR� FKH� KR� DYXWR� IRUWXQD��

Nel senso che le mie opinioni personali LQ�TXDOFKH�PRGR�VL�LQVHULYDQR�LQ�XQ�¿-lone che poi – non solo per opera mia, chiaro! - è prevalso. Vi porto un esempio pratico: ho sempre ritenuto che l’annes-sione dell’Alto Adige da parte dell’Italia nel ‘18 sia stato un errore, perché abbia-mo tolto una parte di Tirolo all’Austria. E quindi la via d’uscita, secondo me, era GDUH�DOOD�SURYLQFLD�GL�%RO]DQR�XQ¶DXWR-nomia pari a quella di una regione. An-FKH�SHUFKp��FRQ�O¶XQL¿FD]LRQH�HXURSHD��il problema si sarebbe pian piano risol-WR��$OOD�¿QH�TXHVWD�PLD�LGHD��FKH�SULPD�era considerata “eretica”, anche se non dichiarata in questa forma, fu sostan-zialmente accettata. Quindi, in realtà, non ho mai avuto opinioni che fossero in contrasto con il Ministero in generale:

si inserivano in una dialettica in corso. Potremmo concludere con qualche

considerazione sul mestiere di diplo-matico. Ha qualche consiglio per noi? Secondo Lei vale ancora la pena intra-prendere la carriera diplomatica?

Certo, oggi ci sono molte altre opportu-nità, ma la carriera diplomatica ha ancora il suo fascino. Vorrei darvi due consigli. Primo: quando si è un diplomatico all’e-stero si rappresenta la Repubblica italiana. Spesso ti viene messo a disposizione un intero palazzo, anche con un certo valore storico. Ad esempio, la sede dell’amba-sciata di Vienna è il palazzo dove abitava 0HWWHUQLFK�� TXHOOD� GL� 6R¿D� HUD� VHFRQGD�solo al palazzo reale: non banalizziamo questi aspetti.

L’altro consiglio che vorrei darvi è quel-lo di cercare di crearsi una specializza-zione. Non ci sono specializzazioni vere e proprie nella carriera diplomatica, però ci si può specializzare in mondo arabo, mondo balcanico, o imparare il russo, ad esempio. Conviene munirsi di strumenti linguistici e culturali che consentano di seguire una carriera coerente. Questo non viene ostacolato dal Ministero, anzi, viene in qualche modo compreso e seguito.

Posso dirvi che sono stato contento di farla, questa carriera. Ho avuto anch’io GHL�PRPHQWL�GLI¿FLOL��GHJOL�HUURUL�JLRYDQLOL�- che si fanno - ma nel complesso le sod-disfazioni sono di più. Io ho avuto come ultimo regalo quello di creare un Segreta-riato, e questo mi fa concludere dicendo che sono soddisfatto. E anche dal punto GL� YLVWD� ¿QDQ]LDULR�� QHOO¶LQVLHPH�� QRQ� VL�diviene ricchi, ma insomma: si vive bene!

Andrea Ferrara,& Luca Marinaro

CONTINUA DALLA PRIMA

Trovate la versione integrale dell’intervista al nostro sito

�ZZZ�VFRQ¿QDUH�QHW

Page 5: Sconfinare #32

6FRQ¿QDUH���*ORFDOHFebbraio 2012 5

Altra sorpresa di queste elezioni è

l’entrata in scena sul palcosce-

nico politico sloveno del partito

“Slovenia Positiva’’ fondata dal carismati-

FR�H�SRSXOLVWD�=RUDQ�-DQNRYLþ��LO�TXDOH�KD�FRQVHJXLWR� XQ� ULVXOWDWR� FKH� KD� EDVLWR� JOL�HOHWWRUL��JOL�DQDOLVWL�� O¶RSLQLRQH�SXEEOLFD�H�i politici stessi.

(FRQRPLVWD�� FDSR� GHOOD� VRFLHWj� FRP-

merciale “Mercator” (dove andate a fare

OD�VSHVD�D�1RYD�*RULFD��WDQWR�SHU�FDSLUFL���VLQGDFR�GL�/MXEOMDQD�QHO������FRQ�LO�����GHL� YRWL�� GL� QXRYR� QHO� ����� FRQ� LO� �����ora candidato a primo ministro. Ha ottime

FRPSHWHQ]H� PDQDJHULDOL�� FDULVPD� GD� OHD-der ed è un ottimo comunicatore.

A sole 7 settimane dalle elezioni

-DQNRYLþ��KD�LQL]LDWR�OD�VXD�FDPSDJQD�SHU�OH�HOH]LRQL�SDUODPHQWDUL��OH�TXDOL�VL�VRQR�WH-nute lo stesso giorno di quelle russe e croa-

WH��LO������������(VRUGu�GLFHQGR�FKH��VH�QRQ�DYHVVH�RWWHQXWR�LO�UXROR�GL�SULPR�PLQLVWUR��DYUHEEH�FRQWLQXDWR�D�IDUH�LO�VLQGDFR�GL�/MX-

EOMDQD��OD�FLWWj��D�VXR�SDUHUH��SL��EHOOD�GHO�mondo. Come non riconoscergli il merito

GHO�VXR�PDQGDWR�GL� VLQGDFR"� ,PSRVVLELOH��/D�FLWWj�QHJOL�XOWLPL�DQQL�KD�YLVWR�LO�ULQQR-

YR�GL�PROWL�HGL¿FL�VWRULFL��PHQWUH�LO�FHQWUR�dispone di una nuova immagine fresca con

un nuovo palezzetto dello sport e uno sta-

GLR�GHJQR�GL�XQD�FDSLWDOH��1HO������/MX-

EOMDQD�q�VWDWD�&DSLWDOH�0RQGLDOH�GHO�/LEUR��catturando l’attenzione di innumerevoli

DPDQWL� GHOOD� OHWWXUD�� FRQWLQXDQGR�� QHOOD�FODVVL¿FD�GL�)RUEV�/MXEOMDQD�ULVXOWD�HVVHUH�LO�TXLQWR�OXRJR�LGLOOLDFR�G¶(XURSD��PHQWUH�QHOOD�FODVVL¿FD�GL�'LJHVW�5HDGHU�q�OD�FLWWj�SL��RQHVWD�GHO�PRQGR��©1RQ� VRQR� XQ� XRPR� GL� SDUWLWR�� LO� PLR�

EDFNJURXQG�q� LO�EXVLQHVVª�� VRWWROLQHD�=R-

UDQ�-DQNRYLþ���©KR�FRQWULEXLWR�DOOR�VYLOXS-

SR�GL�/MXEOMDQD��SHUFKq�QRQ�FRQFRUUHUH�DQ-

FKH�D�TXHOOR�QD]LRQDOH"ª��4XHVWR�GLYHQWD�LO�³FDVXV� EHOOL´��(EEHQH�� QRQ� DYUHEEH� SRWX-

to scegliere momento migliore per la sua

FDQGLGDWXUD��GDO�PRPHQWR�FKH�JOL� HOHWWRUL�avevano da poco assistito alla lenta de-

FRPSRVL]LRQH�GHO�3DUWLWR�GL�3DKRU��VHJQDWR�da innumerevoli scandali. All’inizio della

campagna “Slovenia Positiva” viene dato

SHUGHQWH��PHQWUH�L�VRFLDOGHPRFUDWLFL�IDQQR�IRU]D�VXOOH�IDVFH�SL��QD]LRQDOLVWH�H�FRQVHU-YDWULFL� GHOO¶HOHWWRUDWR��¿GXFLRVL� QHOOD� FRQ-

WLQXLWj� GHOO¶� RULHQWDPHQWR� SROLWLFR�� *UDYH�errore strategico.

&RPH�VL� VXRO�GLUH��³WUD� L�GXH� OLWLJDQWL� LO�WHU]R�JRGH´��4XHVWR�PL�FRQGXFH�D�SDUODU-vi della terza forza politica in gioco tra le

SL��ULOHYDQWL�GL�TXHVWH�HOH]LRQL��LO�SDUWLWR�GL�Gregor Virant. Professore universitario ed

ex ministro nel governo socialdemocrati-

FR�GL�-DQH]�-DQãD��LO�SRYHUR�9LUDQW�YROHYD�VFUROODUVL�GL�GRVVR�O¶RPEUD�GHO�VXR�H[�FDSR�e mentore per impostare un nuovo partito

di centro. Vi ricorda niente della politica

LWDOLDQD"�/H�GRPDQGH�DOOD�¿QH��È un partito tecnico nel quale si sono

ULXQLWL� DOFXQL�HFRQRPLVWL�QHROLEHUDOL� ULIRU-PLVWL��WDJOLDUH�XQ�SR¶�TXD��XQ�SR¶�Oj��SUHQ-

dere decisioni impopolari con la conditio sine qua non di guardare sempre al futuro

Elezioni Parlamentari Slovene 2011: Errore statistico o miracolo?ANCHE IO VESTO LA TUTA di Tanja Lanza

del paese. Pretendo-

no la decapitalizza-

zione della “Nova

/MXEOMDQVND� %DQND´��O¶LVWLWX]LRQH�FKH�q�FDX-

sa dei maggiori pro-

EOHPL� ¿QDQ]LDUL� GHOOD�Slovenia. Il partito di

Virant inveisce contro

O¶�LQJRUGLJLD��O¶�LQFRP-

SHWHQ]D�� LO� FUHGLWR� DG�DPLFL�H�SDUHQWL��O¶HUUD-WD� SROLWLFD� ¿QDQ]LDULD�nazionale. Agli esordi

contava il favore di un

EXRQ� ��� ��� DOOD� ¿QH�KD�RWWHQXWR�VROR�O¶����Perchè?��YL�FKLHGHUHWH��Come ex parlamentare

riceveva il sussidio da

GLVRFFXSDWR��'LVRFFX-

SDWR� Vu�� VHQ]D� ODYRUR�QR��2UD�PL�VSLHJR��FRQ�L�FRQWUDWWL�FKH�FRQFOX-

GHYD�� TXHVWR� FDSDFH� H�EULODQWH� DYYRFDWR�� KD�

JXDGDJQDWR��������HXUR��OHJDOPHQWH��8QD�EXRQD� SDUWH� GHL� SRVVLELOL� HOHWWRUL� DL� TXDOL�predicava la giustizia sociale e lo stato le-

JDOH�KD��WXWWDYLD��YRWDWR�SHU�XQ�DOWUR�SDUWLWR��,O� IDWWR�FKH� ULFHYHVVH� LO� VXVVLGLR�GL�GLVRF-cupazione e svolgesse allo stesso tempo il

lavoro per cui era dotato in modo onesto

SRQH� DO� OHWWRUH� LO� GLOHPPD� �� TXHVWR� FRP-

SRUWDPHQWR�q�HWLFR"�%LVRJQHUHEEH�SUHPLD-UH�OD�VXD�FDSDFLWj�R�LO�VXR�VWDWR�SUHFDULR�GL�disoccupato?

$QFKH�D�=RUDQ�-DQNRYLþ��q�VWDWD��QDWXUDO-PHQWH��LPSXWDWD�OD�FROSD�GL�DYHU�VHPLQDWR�SURSULHWj�SRL�GDWH�LQ�HUHGLWj�DL�¿JOL�LQ�]RQH�IUDQFKH�FRPH�O¶LVROD�GL�&LSUR��'¶DOWUR�FDQ-

WR��QHPPHQR�LO�VXR�SL��JUDQGH�DYYHUVDULR�-DQH]�-DQãD�KD�SUHVHQWDWR�XQD�GLFKLDUD]LR-

QH�GHL�UHGGLWL�FRPSOHWD��FKH�VHFRQGR�DOFX-

ni pare essere la maggiore causa del suo

IDOOLPHQWR� D� TXHVWH� HOH]RQL��$O� FRQWUDULR��GL�-DQNRYLþ�VL�GLFH�VLDQR�VWDWL�SURSULR�L�VXRL�numerosi prestiti ad averlo avvantaggiato.

'D� QRL� IXQ]LRQD� FRVu�� OD� VLQLVWUD� VSHQGH�VROGL��OD�GHVWUD�OL�ULVSDUPLD��FRVu�OD�VLQLVWUD�

QH�GHYH�VSHQGHUH�DOWUL��FRVu�OD�GHVWUD����you got it?

,O���GLFHPEUH������O¶6'6��LO�SDUWLWR�6R-

FLDOGHPRFUDWLFR� 6ORYHQR� GL� -DQH]� -DQãD��SURWDJRQLVWD�GHOOR�VFHQDULR�SROLWLFR�JLj�GD����DQQL��SULPD�IHUYHQWH�FRPXQLVWD��SRL�VR-

FLDOGHPRFUDWLFR��RUD�DVVLGXR�IUHTXHQWDWRUH�della messa domenicale. Visto? La reden-

]LRQH�HVLVWH��SHUGH�OH�HOH]LRQL��7XWWH�OH�VWDWLVWLFKH�GDYDQR�OD�VXD�YLWWRULD�

DVVLFXUDWD��FRQ�XQ�PDUJLQH�QRQ�LQGLIIHUHQWH�SHU�JLXQWD��PD�OH�VWDWLVWLFKH�QRQ�VRQR�SUH-PRQL]LRQL��VL�VD��,O�VLQGDFR�GL�/MXEOMDQD�KD�YLQWR�SHU�XQ�����FRQWUR�LO�����GL�-DQãD��*OL�DQDOLVWL�VRVWHQJRQR�FKH�TXHVWR�VFLYROR-

QH�VLD�GRYXWR�DO�IDWWR�FKH�-DQãD�VL�VLD�SUH-sentato ad una trasmissione su una piccola

WHOHYLVLRQH�QRQ�FRPPHUFLDOH�D�VROL���JLRUQL�GDOOH�HOH]LRQL��LQYHFH�GL�FRPSDULUH�LQVLHPH�a tutti gli altri candidati sulla TV naziona-

OH��$OWUL�VRVWHQJRQR�LQYHFH�FKH�OH�HOH]LRQL�IRVVHUR�¿Q�GDO�SULQFLSLR�XQ�Davide contro Golia��R�-DQãD�R�FRQWUR�GL�OXL�H�TXLQGL�PD-WHPDWLFDPHQWH�D�IDYRUH�GL�-DQNRYLþ���(VL-VWH�XQD�WHU]D�WHVL��RYYHUR�TXHOOD�VHFRQGR�OD�quale gli elettori siano rimasti fedeli alle

SDUROH� GL� XQ� IDPRVR� H[� SROLWLFR� VORYHQR��©XQ� PDQGDWR� LQ� 3DUODPHQWR� q� SRFR�� GXH�VRQR�WDQWL��WUH�VRQR�WURSSLª��7RUQLDPR� DO� QRVWUR� IRUWXQDWR� YLQFLWRUH��

O¶DWWXDOH� OHDGHU�GL� XQ�SDHVH� FRQ�SUREOHPL�¿QDQ]LDUL�� QHFHVVDULH� ULIRUPH� QHO� VHWWRUH�SXEEOLFR��GHOOH�SHQVLRQL�H�GHOOD�VDQLWj��8Q�DQHGGRWR�VLPSDWLFR��GXH�VHWWLPDQH�ID�

FLUFD�OD�FLWWj�GL�/MXEOMDQD�q�VWDWD�LQYDVD�GD�SHUVRQH�YHVWLWH�LQ�WXWD��3URSULR�FRVu��QLHQ-

WH� ERUVD�� SDQWDORQL� FKLF� H� FDPLFH�� 7XWD��Il motivo non è lo scoppio di una nuova

PRGD��Qq�XQ�ÀDVK�PRE��PD�XQD�SURWHVWD��(VDWWDPHQWH�TXDOFKH�JLRUQR�SULPD�HUD�VWD-WR�SXEEOLFDWR� VX�XQ�SUR¿OR� twitter�� FKH� VL�è scoperto essere poi lo pseudonimo del

FDGLGDWR�-DQH]�-DQãD��FKH�-DQNRYLþ��DYHYD�vinto grazie ai voti delle case popolari e di

chi porta la tuta. Con questo epiteto vole-

va riferirsi in modo politicamente scorretto

DL�EDOFDQLFL�GHO�VXG��LQ�SDUWLFRODUH�VHUEL�H�ERVQLDFFKL��-DQNRYLþ��q�LQIDWWL�GL�SDGUH�VHU-ER�H�PDGUH� VORYHQD�H�KD� WUDVFRUVR� OD� VXD�LQIDQ]LD� DSSXQWR� LQ� 6HUELD�� ,� VXRL� EXRQL�UDSSRUWL�FRQ� L�VXRL�FRQWHUUDQHL�VL� ULÀHW-tono nel sostegno alla costruzione del

FHQWUR�RUWRVVR�GL�/MXEOMDQD�H�SHU�TXDQWR�FRQFHUQH�L�ERVQLDFFKL�QHOO¶LPSHJQR�FRQ�FXL�VL�SURGLJD�D�FRVWUXLUH�OD�PRVFKHD�H�LO�FHQWUR�LVODPLFR�GL�/MXEOMDQD�&RVu�� L� FLWWDGLQL� GL� /MXEOMDQD�� KDQQR�

voluto interpretare l’oltraggio a modo

ORUR�H�PDQGDUH�XQ�FKLDUR�VHJQDOH�GL�VR-

VWHJQR�DO�ORUR�SUHPLHU��ULVSHWWR�DOOH�LQID-mie vere e presunte sul suo conto.

/R�KDQQR�GH¿QLWR�³O¶XRPR�GHOO¶DYYH-QLUH´��³LO�SDGUH�GL�/MXEOMDQD´�H�DQFKH�³LO�%HUOXVFRQL� VORYHQR´�� 1RQ� VDSUHL� GLUYL�TXDOH�GL�TXHVWD� VLD�SL��YHUD��PD�DPR� L�IDWWL�SL��GHOOH�SDUROH��

,R�OD�WXWD��EHK���OD�YHVWLUHL��

Fonte: Ambroz Vuga

CONTINUA DALLA PRIMA

Page 6: Sconfinare #32

6FRQ¿QDUH���1D]LRQDOH Febbraio 20126

Il CoraggIo della SolItudIne

Falcone e Borsellino: una strage di Stato

Una strage di Stato. È così che Sal-

YDWRUH� %RUVHOOLQR� GH¿QLVFH� O¶DV-sassinio del fratello e magistrato

Paolo durante una delle conferenze che or-

ganizza in tutta Italia, per tener vivo il ri-

cordo di un audace che – come Falcone – si

è battuto per la giustizia, per quel “fresco

profumo di libertà che si oppone al puzzo

GHO�FRPSURPHVVR�PRUDOH��GHOO¶LQGLIIHUHQ]D��della contiguità, e quindi della complicità”,

e che è stato tradito dalla giustizia. Parole

di profonda commozione e rabbia riecheg-

giano nella sala; rabbia per uno Stato che ha

abdicato alle sue funzioni, abbandonando il

Meridione al governo di pochi per poter go-

vernare tutto il paese.

/R�6WDWR�KD�WUDWWDWR�FRQ�OD�PD¿D�LQ�PROWH�occasioni, ha lasciato soli coloro che mag-

giormente necessitavano di collaborazione

e difesa.

Così è stato per Falcone prima, quando il

giudice e consigliere istruttore Antonio Ca-

SRQQHWWR�ODVFLD�LO�3RRO�$QWLPD¿D��H�LO�&RQ-

siglio Superiore della Magistratura nomina

suo sostituto il magistrato Antonino Meli,

SUHIHUHQGROR�D�)DOFRQH��4XDQGR�VL�YHUL¿FD�LO�F�G��³DWWHQWDWR�GHOO¶$GGDXUD´�GHO�������VX�cui ancor oggi non è stata fatta chiarezza; e

DQFRUD��TXDQGR�)DOFRQH�YLHQH�GH¿QLWR�³XQ�YHQGXWR�DO�SRWHUH�SROLWLFR´�LQ�XQ¶DVVHPEOHD�GHOO¶$VVRFLD]LRQH�1D]LRQDOH�0DJLVWUDWL�

Così è stato poi anche per Borsellino,

TXDQGR�YLHQH� WHQXWR� DOO¶RVFXUR� GL� XQD� SUL-ma informativa del ROS che lo indica come

EHUVDJOLR�GL�XQ�DWWHQWDWR�PD¿RVR�� H�GL�XQD�VHFRQGD� VRI¿DWD� FRPXQLFDWD� D� 5RPD� LO� ���Luglio e giunta a Palermo il 25 Luglio, cin-

TXH�JLRUQL�GRSR�OD�VWUDJH�GL�9LD�G¶$PHOLR��quando si reca in Germania per interrogare

LO�PD¿RVR�6FKHPEUL� H� WURYD�XQD� VFRUWD� DU-

PDWD����DXWR�EOLQGDWH��XQ�KRWHO�IRUWLQR�GRYH�alloggiare, un sistema di intercettazioni te-

lefoniche, un impianto a raggi X; mentre al

VXR�ULWRUQR�LQ�,WDOLD�OR�DWWHQGH�VROR�XQ¶DXWR�GL�VFRUWD��1HSSXUH�TXDQGR�FKLHGH�DO�FDSR�GL�Polizia Parisi il rafforzamento della propria

scorta Paolo viene assecondato. Persino da

morto viene tradito, dopo che il gup di Scot-

to e la Corte di Cassazione prosciolgono

*LRYDQQL�$UFDQJLROL�GDOO¶DFFXVD�GL�DYHU�VRW-WUDWWR�O¶DJHQGD�URVVD�GL�3DROR���LQ�FXL�HUDQR�trascritte tutte le informazioni più preziose

ULJXDUGR�D�&RVD�1RVWUD���GDOO¶DXWR�GHOOD�VWUD-ge, nonostante prove pressoché schiaccianti

di colpevolezza.

Due vite molto simili: Giovanni e Paolo

insieme, le cui morti (la strage di Capaci del

���0DJJLR�������H�OD�VWUDJH�GL�YLD�G¶$PHOLR�GHO����/XJOLR�������VRQR�VWDWH�SHUVLQR�GH¿-

nite eccessive; insomma: nessuno ha chie-

sto loro di morire per la patria. Affermazioni

davvero vergognose.

Eppure loro, che lavoravano per la nostra

terra, non sono mai fuggiti, neppure al co-

spetto della morte, rinunciando agli amici,

al calore della famiglia, alla serenità di un

sonno tranquillo. In vita chiamati eretici,

nella morte pianti come martiri e lodati con

scuole, vie e piazze a loro nome; ricordati

come eroi dopo che questo termine è stato

infangato da chi non lo meritava.

Le loro vite non si sono spente in quegli

attimi di vuoto del tritolo che brillava, ma

pulsano nella volontà di verità e giustizia.

Falcone: nel ruolo di Direttore degli affari

penali del Ministero di Grazia e Giustizia a

5RPD��KD�LVWLWXLWR�QHO������OD�6XSHUSURFXUD��RYYHUR� OD� 'LUH]LRQH� 1D]LRQDOH� $QWLPD¿D��'1$���H� OD�'LUH]LRQH�,QYHVWLJDWLYD� �$QWL-PD¿D��',$���%RUVHOOLQR��KD�SRUWDWR�DOO¶DUUH-VWR�GL�0DULR�&KLHVD�VFDWXULWR�GDOO¶LQFKLHVWD�QD]LRQDOH� ³0DQL� SXOLWH´� VXL� ¿QDQ]LDPHQWL�illeciti ai partiti, sulla corruzione e concus-

sione ai livelli più alti della politica e della

¿QDQ]D� �7DQJHQWRSROL��� KD� DFFXVDWR� VHQ]D�WLPRUH� FRPH� PD¿RVR� 9LWWRULR� 0DQJDQR��LQ�UDSSRUWL�FRQ�0DUFHOOR�'HOO¶8WUL�H�6LOYLR�%HUOXVFRQL� JLj� QHO� ������ KD� VSLOODWR� FRQ-

fessioni e soprattutto nomi ai pentiti quali

Ciancimino,Mutolo e Buscetta , occupando-

si anche delle indagini sulle gare di appalti,

grazie alla collaborazione di Angelo Siino

(detto “il Ministro dei lavori pubblici di

&RVD�1RVWUD´��+DQQR� YLVVXWR� DQQL� GLI¿FLOL� FRPH� TXHO-

OL�GHOO¶DVFHVD�DO�SRWHUH�GHL�&RUOHRQHVL��FKH�dominarono Palermo e ne insanguinarono

le strade, e rapidamente hanno visto svani-

re tutti i loro compagni e colleghi: dal Ca-

pitano dei carabinieri Basile, al magistrato

&KLQQLFL��SRL� O¶HXURGHSXWDWR�6DOYR�/LPD�H�tanti altri, tra cui gli agenti di scorta che si

trovavano con loro il giorno delle rispettive

stragi. E prima di loro Peppino Impastato

�����������IRQGDWRUH�GL�5DGLR�$XW�DWWUDYHU-so cui denunciava i crimini e il malaffare di

&RVD�1RVWUD�Erano personaggi scomodi - sia per la ma-

¿D�VLD�SHU�OR�6WDWR�H�OH�RPEUH�GHOOH�FROOXVLR-

ni che tentava di nascondere - che durante il

0D[LSURFHVVR�GHOO¶���DYHYDQR�IDWWR�FRQGDQ-

QDUH�����LPSXWDWL��FKH�RWWHQQHUR�O¶HUJDVWROR��GH¿QLWLYR� SHU� 6DOYDWRUH� 5LLQD� H� %HUQDUGR�3URYHQ]DQR��ERVV�PD¿RVL�GHOOD�&XSROD��FKH�LQWURGXVVHUR� O¶DUW�� ���ELV� VXOO¶RUGLQDPHQWR�SHQLWHQ]LDULR��LQWLPRUHQGR�&RVD�1RVWUD�/¶RELHWWLYR� GL� TXHVWL� JUDQGL� SURWDJRQLVWL�

della storia e delle loro voci instancabili, del

loro duro e costante lavoro, dei loro sforzi

ed energie, non sono inutili e vane illusioni,

QRQ�VRQR�VRI¿�SHUVL�QHO�YHQWR��KDQQR�FRP-

battuto una guerra impura, hanno vissuto

con onore, e sono morti. Forse bisognerebbe

aggiungere che sono morti con onore, ma la

morte è orribile, sempre.

Ciò che conta è camminare con le loro

idee, portare avanti i princìpi in cui cre-

GHYDQR�� SHUFKp� OD�PD¿D� H� O¶RPHUWj� KDQQR�FDPELDWR�IRUPD�PD�QRQ�FRQWHQXWR��1RQ�FL�VRQR� JLXVWL¿FD]LRQL� DO� GLVLPSHJQR� VRFLDOH��HWLFR�H�PRUDOH��SHUFKp�OD�PD¿D�XFFLGH��H�LO�silenzio pure.

di Domiziana Corbelli

OUPDL�OH�YDFDQ]H�GL�1DWDOH�VRQR�¿-

nite, come le molte misere tredice-

sime dilapidate in regali, il nuovo

anno è arrivato dirompente, scalciando via

quello vecchio con violenza, forse creden-

dosi migliore, quando in realtà, a sfogliare i

quotidiani, le cronache confermano proprio

il contrario.

'DOO¶HVWHUR� SODXGRQR� DO� JRYHUQR� 0RQWL��gli italiani, invece, le cui conseguenze sono

obbligati a subire, disperano al pensiero dei

tagli e degli aumenti delle tasse. E poiché

7RWz�q�PRUWR��O¶´LR�SDJR´�q�GLYHQWDWD�XQ¶H-redità da dividere tra tutti i cittadini.

Magari qualche malinconico si azzarde-

Uj�D�GLUH�FKH�HUD�PHJOLR�TXDQGR�F¶HUD�/XL��perché almeno i soldi dei tributi servivano

come pagamento anticipato del biglietto per

godersi un cabaret perenne in diretta na-

zionale, se non addirittura internazionale.

Adesso tutta questa serietà, questi paroloni

e queste spiegazioni economiche sul perché

ELVRJQD�SDJDUH�DWWRUQLDQR�LO�WXWWR�GL�XQ¶DX-

rea di triste austerità e non riescono di certo

a rendere meno amara la pillola.

Ma, come si suol dire, il lupo perde il pelo

ma non il vizio. E se anche al governo il

SUHVLGHQWH�1DSROLWDQR�KD�ULWHQXWR�LO�FDVR�GL�SLD]]DUFL� GHOOH�¿JXUH� WHFQLFDPHQWH� LOOXVWUL��QRQ� SRWHYD� VRVWLWXLUH� O¶LQWHUD� FODVVH� SROLWL-ca italiana. Di episodi divertenti, al limite

GHOO¶LPEDUD]]DQWH��SHU�DOOHYLDUH�LO�SHVR�GHOOD�FULVL�QH�DFFDGRQR�WXWW¶RUD�$� FRPLQFLDUH� GDOO¶RULJLQDOH� %DEER�1DWD-

OH�GHOO¶,WDOLD�GHL�YDORUL��LO�TXDOH�KD�UHJDODWR�al proprio leader Di Pietro una bella vacca

grassa e gravida, in segno di speranza e fu-

tura prosperità. E pensare che solamente un

anno fa, gli stessi umoristici personaggi la-

sciavano volar via dei palloncini a forma di

PXFFD��FRPH�VLJQL¿FDWR�FRQWUR�LO�³PHUFDWR�delle vacche”… Solita coerenza italiana.

8Q�HYHUJUHHQ�GHOO¶DFFH]LRQH�FRPLFD�GHOOD�SROLWLFD�LWDOLDQD�ULPDQH�OD�/HJD�1RUG��$YHQ-

GR� ¿QLWR� LO� FLFOR� GHOOH� QD]LRQDOLWj� VWUDQLH-re contro cui combattere, riesuma la lotta

contro gli italiani. A tal scopo acclama con

fervore tonante la seces-

sione; i tesseramenti sono

una chiamata alle armi

per la costituzione di un

Esercito Padano. “Siamo

al dunque!” incitano i car-

telli della campagna per la

nuova naia “Il nord sfrut-

tato non può mantenere

O¶,WDOLD�� /¶XQLFD� VWUDGD� q�O¶LQGLSHQGHQ]D´�� /¶LP-

magine sottostante rappresenta un grup-

petto di ragazzotti scalzi in camicia verde

rozzamente aperta. Il tesseramento, invece,

contiene il solenne giuramento: “Giuro so-

lennemente di impegnarmi per il raggiungi-

PHQWR�GHOO¶,QGLSHQGHQ]D�GHOOD�3DGDQLD´��6u��sono gli stessi che quando giocavano a fare i

ministri giurarono nelle mani del Presidente

della Repubblica Italiana.

Solo un accenno, giusto per fomentare, si

VSHUD��XQ�SR¶�GL�VDQD�LQGLJQD]LRQH��D�)RU]D�1XRYD�� OD� TXDOH� ORGD� ³O¶XQLFD� FRVWLWX]LRQH�europea che invoca la benedizione del Padre

Eterno, che tutela la vita del concepito e pie-

ga gli interessi delle banche alla volontà del

popolo”. A chi tanto onore? Alla democrati-

cissima Ungheria di Viktor Orbàn.

,Q¿QH�� VLFFRPH� QRL� LWDOLDQL�� VL� VD�� VLDPR�HVWURVL� HG� RULJLQDOL�� q� QDWR� DOO¶LQWHUQR� GHO�nostro territorio statale un terzo Stato sovra-

no: il Principato di Filettino. Comune della

provincia di Frosinone, sconosciuto a tutti

HFFH]LRQ�IDWWD�SHU�L�����DELWDQWL��q�VWDWR�SUR-

clamato il principato del principe reggente

$YY��7DRUPLQD��,O�PRWLYR"�(YLWDUH�GL�SDJDUH�la crisi, poiché non è cosa loro.

Filettino batte Padania.

Politici, comici mancatiDalle mucche al neoprincipato, come ridere della crisi

di Alessia Anniballo

“Sto vedendo la ma!a in diretta; e quando sarò ucciso, sarà stata la ma!a ad uccidermi, ma non sarà stata lei ad aver voluto la mia morte” - Paolo Borsellino.

Page 7: Sconfinare #32

Febbraio 2012 6FRQ¿QDUH���1D]LRQDOH 7

IN MEMORIAMPer Samb, Diop e le altre vittime di una nuova follia

Il contenuto di quest’articolo doveva es-VHUH�XQD�ULÀHVVLRQH��DPDUD��VHQ]D�GXE-ELR�� VXOOD� WUDJLFD� VSDUDWRULD� GL� 3LD]]D�

'DOPD]LD��)LUHQ]H��GHO����'LFHPEUH�VFRUVR��FRQFOXVDVL�FRQ�OD�PRUWH�GL�'LRS�0RU������H�6DPE�0RGRX�����DQQL��HQWUDPEL�GL�RULJLQH�VHQHJDOHVH�� SHU� PDQR� GHOO¶DXWR�SURFODPD-WRVL�QHRQD]LVWD��DQWLVHPLWD�H�VRVWHQLWRUH�GHO�³:KLWH�3ULGH�3RZHU´�*LDQOXFD�&DVVHUL�����DQQL��RULJLQDULR�GL�&LUHJOLR��37���2��SHUORPHQR��TXHVWD�HUD� OD�SURSRVWD� LQL-

]LDOH�SHU�LO�PLR�DUWLFROR��3HUz���³)RUVH�q�XQ�SR¶�WDUGL�SHU�VFULYHUOR��OD�JHQWH�GLPHQWLFD´��q� VWDWR� RVVHUYDWR�� (G� HIIHWWLYDPHQWH� Vu�� q�YHUR�� OD�JHQWH�GLPHQWLFD��VRSUDWWXWWR�VH�QHO�IUDWWHPSR�VL�ULWURYD�D�GRYHU�IDUH�L�FRQWL�FRQ�OH�IHVWH�QDWDOL]LH�H�OR�VWUHVV�FKH�QH�FRQVHJXH��H� D� GRYHUVL� EDUFDPHQDUH� WUD� UHJDOL� WXWW¶DO-WUR�FKH�VSRQWDQHL�H�VHQVL�GL�FROSD�GRYXWL�DO�WURSSR�FLER��0D�LR�PL�UL¿XWR�GL�FUHGHUH�FKH�WDQWD� VXSHU¿FLDOLWj� SRVVD� IDUFL� GLPHQWLFDUH�GL� HVVHUH� VWDWL� VSHWWDWRUL� GL� XQD� WUDJHGLD� GL�FXL�FRQGLYLGLDPR��SXUWURSSR��XQD�PLQXVFR-OD�SDUWH�GL�UHVSRQVDELOLWj��4XHVW¶LQ¿QLWHVLPD�SHUFHQWXDOH�GL�UHVSRQVDELOLWj�q�GD�DWWULEXLUVL��LQIDWWL�� DO� QRVWUR� HVVHUH� QDWL� LWDOLDQL� SHUFKp�LWDOLDQR� HUD� DQFKH� &DVVHUL�� XQ� XRPR� SUHV-VR�LO�TXDOH�O¶LUUD]LRQDOLWj�H�O¶RGLR�[HQRIRER�KDQQR�PDODXJXUDWDPHQWH�LQFRQWUDWR�XQ�DP-SLR�VRVWHJQR�YLUWXDOH�H�XQD�OLFHQ]D�GL�GHWHQ-]LRQH�DUPL��(�QRQ�GRYUHEEH�SDVVDUH�JLRUQR�

VHQ]D�FKH�OD�QRVWUD�LQGLJQD]LRQH�VFRUUD�FR-SLRVDPHQWH�QHL�FRQIURQWL�GL�XQ�VLVWHPD�FKH�SHUPHWWH� WXWWR� FLz�� FKH� WROOHUD� &DVD3RXQG��DVVRFLD]LRQH� 3$/(6(0(17(� DQWLFRVWL-WX]LRQDOH� QHL� VXRL� RELHWWLYL� H� QHL� PRGL� GL�SHUVHJXLUOL��FKH�SHUPHWWH�OLEHUDPHQWH�D�XR-PLQL� SROLWLFL� GL� SURIHVVDUVL� SURIRQGDPHQWH�UD]]LVWL�� FKH� FRQYLYH� FRQ� XQD�PHQWDOLWj� GL�QRQ�DFFHWWD]LRQH�H�GL�SDXUD�QHL�FRQIURQWL�GHO�GLYHUVR�������������������������������������������������������������������������������,Q�XQ¶(XURSD�RJQL�JLRUQR�SL��IUDJLOH�H�FRQ-

IXVD�� SUHGD� GL� XQD� UHFHVVLRQH� QRQ� VROWDQWR�HFRQRPLFD��PD�DQFKH�LGHRORJLFD�H�FXOWXUD-OH��VHPSUH�SL��IRUWH�VL�ID�LO�SHULFROR�FKH�DWWL�GL�TXHVWR�JHQHUH�GLYHQWLQR�OD�QRUPD��,QIDWWL�QRQ�VROR�LO�QRVWUR�%HO�3DHVH��PD�DQFKH�OD�FL-YLOLVVLPD�*HUPDQLD��FRQ�OD�UHFHQWH�VFRSHUWD�

GHOOD�³FHOOXOD�=ZLFNDX´��H� OD�PRGHUQLVVLPD�1RU-YHJLD�� FRQ� O¶DQFRU� SL��HFODWDQWH�FDVR�GL�$QGHUV�%HKULQJ�%UHLYLN��VL�VRQR�ULWURYDWH� D� HVVHUH� SUR-WDJRQLVWH� GL� TXHVW¶LP-SURYYLVD� ULHVXPD]LRQH�GL� YHFFKLH� LGHRORJLH� GL�HVWUHPD� GHVWUD�� GHFLVD-PHQWH�GLVWRUWH�H�EHQ�ORQ-WDQH�GD�TXHOOH�RULJLQDULH��)HQRPHQL� LQ�FXL� LO� VDQR�FUHGR� SROLWLFR� q� RUPDL�VXSHUDWR�GD�XQD�VRUWD�GL�IDQDWLVPR� GHOLUDQWH�� FXL�QRQ� SRVVLDPR� ULPDQHUH�

LQGLIIHUHQWL��������������������������������������������������(YLWDUH� FKH� TXHVWR� WHPSR� GLYHQWL� SHU� LO�

QRVWUR� FRQWLQHQWH� DQFRUD� SL�� EXLR� VSHWWD�VROR�D�QRL��H�DOOD�IRU]D�FRQ�FXL�IDUHPR�VHQ-WLUH�OD�QRVWUD�RSSRVL]LRQH�D�FKL�LQ�XQ�DWWL-PR�YXROH�VSD]]DUH�YLD�TXHO�SUHFDULR�VHQVR�GL�WROOHUDQ]D�H�DSHUWXUD�FKH�FRQ�IDWLFD�DQ-GDYD�DQQLGDQGRVL�QHOOH�SL��SURIRQGH�UDGLFL�GHOOD�QRVWUD�PHQWDOLWj����������������������������������������3HUFKp�Qp�L�JHQLWRUL�GHL�UDJD]]L�GL�8W¡\D��

Qp� L� IDPLOLDUL� GHL� FLWWDGLQL� JUHFL� H� WXUFKL�XFFLVL� GDO� 1DWLRQDOVR]LDOLVWLVFKHU� 8QWHU-JUXQG��Qp�OD�¿JOLD�WUHGLFHQQH�GL�'LRS�0RU��FUHVFLXWD� VHQ]D� DYHU� PDL� FRQRVFLXWR� VXR�SDGUH��SRWUDQQR�GLPHQWLFDUH�

di Irene Manganini

E... Va’ de re(tro), EVASORE!/¶HYDVLRQH�¿VFDOH��XQ¶DELWXGLQH�WXWWD�LWDOLDQD

1HO�QRVWUR� 3DHVH� OD� SHUFHQWXDOH� GL�HYDVLRQH�ULVSHWWR�DO�JHWWLWR�¿VFDOH�q� GHO� ����� GDWR� FKH� YDUUHEEH� OD�

SHQD� GL� FRQIURQWDUH� FRQ� TXHOOR� GHOOD� 6SD-JQD��FRPH�R�SL��GL�QRL�FROSLWD�GDOOD�FULVL��PD�LO� FXL� WDVVR� QRQ� VXSHUD� LO� ���� R� FRQ� TXHO-OR� GHJOL� DOWUHWWDQWR� YLUWXRVL� /XVVHPEXUJR��,UODQGD��3RUWRJDOOR�H�6ORYHQLD��WXWWL�VRWWR�LO����� 1RVWUL� SDUL� R� SHJJLR�� QHL� FRQ¿QL� 8H��VROR�JUHFL��VORYDFFKL�H�XQJKHUHVL��(�GXQTXH��YLVWR�FKH�GL�HVWHUR�VL�SDUOD��SDUWLDPR�GD�TXL��&RVD� VLJQL¿FD�SHU�QRL� WXWWR�FLz�FKH�q�ROWUH�FRQ¿QH�� LQ� WHUPLQL� GL� HYDVLRQH"� /¶HVWHUR��PRGHOOR�H�WHQWD]LRQH��/¶,WDOLD� q� XQR� GHJOL� 6WDWL� GHOO¶8QLRQH� LQ�

FXL�FLUFROD�SL��GHQDUR�FRQWDQWH�ULVSHWWR�DOOH�FDUWH�GL�FUHGLWR��6ROR�SHU�FLWDUH�GXH�HVHPSL�YLVVXWL�LQ�SULPD�SHUVRQD��DGROHVFHQWL�LQJOH-VL�H�IUDQFHVL�SRVVLHGRQR�WXWWL�XQD�SUHSDJDWD�SHUVRQDOH� SHU� L� ORUR� DFTXLVWL�� VHQ]D� VRJOLD�GL� VSHVD�PLQLPD�� LO� FKH�SHUPHWWH� ORUR�±� LQ�WHUPLQL�SUDWLFL�±�GL�IDUH�SLFFROL�DFTXLVWL�VHQ-]D�GRYHU�WHQHUH�SL��GL���¼�G¶HPHUJHQ]D�QHO�SRUWDIRJOL��H�±�LQ�WHUPLQL�HFRQRPLFL�±�GL�JD-UDQWLUH�OD�WUDFFLDELOLWj�GHOOH�WUDQVD]LRQL��LP-SHGHQGR�LO�SDJDPHQWR�LQ�QHUR��VSHVD�PLQRUH�LQ�FDPELR�GHOOD�QRQ�HPLVVLRQH�GHOOD�IDWWXUD���

(�DQFRUD��PDL�VL�q�JDUDQWLWR�O¶DQR-QLPDWR�GHJOL�HYDVRUL�QHL�FRQGRQL�SUHYLVWL�GDO�GLULWWR�LQWHUQD]LRQDOH�EULWDQQLFR��IUDQFHVH�R�VWDWXQLWHQ-VH�� D� IURQWH� GL� XQR� VFRQWR� VXOOH�VDQ]LRQL��VRQR�ULFKLHVWL�O¶LGHQWLWj��O¶DPPRQWDUH� GHOO¶HYDVLRQH� H� LO�SDJDPHQWR� GHOOH� WDVVH� DUUHWUDWH�FRQ�JOL� LQWHUHVVL��/¶,WDOLD� LQYHFH��PDJLFR�PRQGR�GHO�SRVVLELOH��FRQ�LO�'�/��³0LOOH�SURURJKH´�GHO������VL�q�IDWWD�WHDWUR�GL�XQ�EHVWLDOH�VFX-GR� ¿VFDOH� FKH� JDUDQWLVFH� O¶DQR-QLPDWR� GHO� JHQWLO� EDQGLWR�� &KH�PDJDUL��GDOO¶DOWR�GHOOD�VXD�VHJUH-WH]]D�H�FRQ�O¶HVERUVR�GL�XQ�HVLJXR����GHO�FDSLWDOH�GHSRVLWDWR�DOO¶H-VWHUR� �GHJOL����PLOLDUGL� ULHQWUDWL����� SURYHQJRQR� GDOOD� 6YL]]HUD���YDQWHUj�DQFKH�LQ�FXRU�VXR�GL�DYHU�FRQWULEXLWR�D�VDQDUH�OD�QRVWUD�HFR-QRPLD��5LQJUD]LDPR��,Q� VHFRQGR� OXRJR�� VH� O¶HVWHUR�q�

DQFKH� XQD� WHQWD]LRQH�� GLDPROH�XQ�QRPH��FKH�q�SRL� O¶DOWUD�IDFFLD�GHOOR� VFXGR�� HVWHURYHVWL]LRQH�� 3DUROD� IRUVH�SRFR� VHQWLWD�� HVVD� FHOD� XQD� SUDWLFD� WULVWH-PHQWH�GLIIXVD�LQ�XQ�SDHVH�LQ�FXL�OH�SLFFROH�LPSUHVH�� DOPHQR�SULPD�GHOOD� FULVL�� SUROLIH-UDYDQR�SL��FKH�DOWURYH��VL�WUDWWD�GHOOD�¿WWL]LD�ORFDOL]]D]LRQH� GHOOD� UHVLGHQ]D� ¿VFDOH� GHOOH�VWHVVH�LQ�XQ�3DHVH�LQ�FXL�LO�VLVWHPD�WULEXWDULR�ULVXOWL�PHQR�JUDYRVR�ULVSHWWR�D�TXHOOR�LWDOLD-

QR��PHQWUH�O¶RJJHWWR�VRFLDOH�q�SHUVHJXLWR�LQ�WHUUD�QRVWUDQD��3HU�VFHQGHUH�SRL�DJOL�HVFDPR-WDJH�IUDXGROHQWL�LQ�YRJD�IUD�FKL�VL�YHUJRJQD�G¶HVVHU�ULFFR��VL�SXz�FLWDUH�O¶LQWHVWD]LRQH�GL�EHQL�PRELOL�GL�OXVVR�D�XOWUDRWWDQWHQQL�SUHVWD-QRPH�R�D�VRFLHWj�GL�FRPRGR��(�FRVD�GLUH�GL�FRORUR�FKH�GLFKLDUDQR�PHQR�GL����PLOD�HXUR��PD�VL�FRQFHGRQR�LO�YH]]R�GL�XQ�DHUHR�SULYD-

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Ora una domanda ponetevela: denun-

cereste un caro amico, uno zio o i vostri

genitori?

di Giulia Zeni

CONTINUA DALLA PRIMA

Page 8: Sconfinare #32

6FRQ¿QDUH���9LDJJL 2012 Febbraio8

Le pecore non erano molte, forse una trentina, quaranta se con-tiamo le capre e il cane pastore.

L’uomo pastore, invece, era uno solo, e in mezzo a tutte quelle pecore quasi non l’avevamo visto. Accompagnava con fare tranquillo il suo gregge lungo i prati brulli dell’Algarve, sotto un cielo caldo ma, per fortuna, ventilato. Il mare era vicino, e for-se ciò può sembrare paradossale, visto che noi friulani le pecore le accompagniamo in montagna. Ma il Portogallo non ha grandi montagne, e allora le si porta al mare. Que-sto però non lo pensavo mentre da lonta-no guardavo le pecore col loro pastore, l’a-vrei pensato molto più tardi, ricordando il viaggio. Quando siamo scesi dal bus, due giorni prima, io e Ilaria non sapevamo cosa – o chi – avremmo incontrato lungo quella linea evidenziata in rosso sulle no-stre mappe trovate su internet. C’era scrit-

to «!e Algarve Way» - la Via algarviana – e pareva che dovesse essere segnalata lungo la strada con delle frecce, ma dov’e-ra l’inizio delle via mica lo spiegava. Sape-vamo solo che "niva sul mare, a Cabo de Sao Vicente, l’angolo più a ovest d’Europa. Alla "ne, l’inizio lo abbiamo trovato, e proseguendo abbiamo trovato tante altre cose: una stradina silenziosa e rossa che attraversava gli uliveti, il rombo sordo del-le torri eoliche, il puzzo famigliare di un simpatico porcile, la paura gelida di una notte nel bosco, col vento che fasciava la tenda facendola frusciare e la luna che vi proiettava strane ombre arboree. Pareva sussurrassero «siamo venuti a prender-vi…» e invece non è arrivato mai nessu-no, nemmeno il sonno, tanto che il sole arancio del mattino sarebbe potuto essere lo stesso della sera prima, quando l’ave-vamo lasciato per chiuderci nella tenda. L’indomani siamo partiti presto, con lo zai-no pieno di cose utili per attraversare l’Al-garve: curiosità, avventura e buon umore.

Certo cibo e acqua ci mancavano, ma a volte se pensi che siano dettagli sopravvi-vi lo stesso. Abbiamo camminato sotto il sole torrido per otto ore, fermandoci per un’ora appena nei pressi dell’unica fonte d’acqua incontrata lungo la strada: un pic-colo acquitrino circondato da salici e can-ne di bambù. Vi ci siamo fermati verso ora di pranzo, ma non avendo un pranzo per noi era solo l’ora più calda della giornata. Alla sera, venticinque chilometri più a sud da dove eravamo partiti, l’acqua po-tabile l’abbiamo trovata. Sgorgava da una piccola fontanella in un piccolo paese fantasma – tanto che non stava sulla map-pa – ed era l’acqua più buona del mondo, anche se poi mi ha dato il mal di pancia. Una notte nel bosco ci era bastata, per-ciò non abbiamo esitato a prendere una camera nella pensione più economica di Vila do Bispo, l’allegra cittadina dove ci hanno portati tre simpatici ragazzi au-striaci di passaggio per il paese fantasma. Eravamo solo a metà di quella linea rossa

sulle nostre mappe, ma almeno potevamo toccare un letto vero e lavare via la fatica con una doccia che sembrava oro. Ormai eravamo vicini al mare e, quindi, alle pe-core. Infatti le abbiamo trovate il mattino seguente, una macchia grigia che avan-zava irregolare sul verde secco dei prati portoghesi. Belavano felici e spensierate guidate da quel piccolo cane tutto pelo e polvere rossa, mentre il pastore le accom-pagnava placido. Aveva il volto del colore della terra e gli occhi neri che brillavano al sole. Sopra gli abiti colorati portava una specie di mantello di lana e per un attimo ho pensato che fosse anche lui una pecora grigia, se riusciva a sopportare quel caldo sotto il mantello. Quello, unito al lungo bastone che teneva in mano, lo faceva as-somigliare a un principe della Mongolia. Quando ci ha incrociati col suo gregge, il principe ha sollevato una mano in un ge-sto di saluto e, sorridendo, ha proseguito per la sua strada.

,Q�3RUWRJDOOR�GD�YLDQGDQWL*,251,�120$',

di Lorenzo Alberini

Chi penserebbe a Skopje e alla Macedo-nia in generale come ad una meta turistica? Forse non in

molti, ma sicuramente più di quanti crediate. E tra quanti sono stati in Macedonia: chi l’ha inclusa all’interno di un viaggio nei Balcani come meta di passaggio, e chi invece l’ha scelta come destinazione del suo viaggio? Sono pronta a raccogliere i dati per il sondaggio. Nel frattempo, mi limito ad usare i dati che ho a disposizione.

Nel Flip Hostel di Skopje, nel ponte dell’8 dicembre, c’erano due italiane, due inglesi e un americano. Quasi una barzelletta. Cinque turisti a Skopje a dicembre mi sembravano già troppi.

Cosa facevano tutti a Skopje? Secondo l’Istituto nazionale di statistica macedone, il

numero di turisti nel febbraio del 2011 è cresciuto del 4,2% rispetto allo stesso mese del 2010, con un calo del

6,7% del turismo domestico a fronte di un incremento del 14,8% del turismo straniero. Dei poco più di 27 000 turisti registrati nel febbraio del 2011, il 56% era stranie-ro. Purtroppo le statistiche del sito dell’istituto non sono aggiornatissime, ma la tendenza all’aumento del turismo straniero si osserva anche negli anni precedenti. Per quanto riguarda i paesi di provenienza dei turisti, nella classi"ca del febbraio del 2011 gli Stati Uniti si trovano al decimo posto, l’Italia all’undicesimo, e l’Inghilterra al tredicesimo.

L’americano che si trovava al Flip Hostel era un ospi-te abituale. Di mestiere faceva il gambler, il giocatore di azzardo. A lui bastava un pc, e per il resto poteva vivere ovunque. Ok. Ma perché a Skopje? A quanto pare era in-namorato di una macedone. Dei due inglesi, uno era in viaggio per l’Europa, l’altro anche. Il primo aveva ven-duto la sua attività per viaggiare. Si occupava di segna-letiche per case in vendita. Il secondo era un soldato in Afghanistan in congedo: dopo una notte a Skopje sareb-be ripartito subito per il Kosovo. Le due italiane avevano scelto Skopje come meta del loro viaggio perché avevano trovato un volo economico da Treviso, il più economico che c’era a disposizione per quei tre giorni di ponte.

Ma non erano state le uniche. Spulciate tra i vostri amici di Facebook e troverete qualcun’altro che ha scelto come meta delle proprie vacanze Skopje in base ad un

solo criterio: il costo. E#ettivamente, alla domanda “cosa c’è di bello da vedere a Skopje”, non è facile rispondere. C’è la fortezza, ci sono le moschee, ci sono i vicoli della vecchia cit-tà ottomana, e c’è tanto in ricostruzione.

La città è di fatto un cantiere a cielo aperto. Il 6 gennaio è stato inaugurato l’Arco “Macedonia”, che ritrae parti della storia e della tradizione macedoni a commemorazione dei 20 anni di indipendenza del paese. L’artista Valentina Ste-vanovska è autrice anche del monumentale “guerriero a ca-vallo” posto nel cuore della città. La realizzazione di questi monumenti fa parte del controverso progetto Macedonia 2014, che prevede la realizzazione di 35 sculture nel centro di Skopje.

Ma il governo macedone non è il solo a sperare in un au-mento delle visite nel paese. Il proprietario del Flip Hostel, un ragazzo di etnia albanese, intende vendere la casa dove alloggiano ora i suoi ospiti e acquistare un nuovo spazio con 40 posti letto. Se credete anche voi nella s"da, volate a vedere cosa succede in Macedonia.

TURISTI IN MACEDONIA

E se Skopje fosse la meta del futuro?

di Margherita Gianessi

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‘Creuza de ma’ e ‘Le Nuvole’. Io dubito che tra cinquant’anni varrà la pena ricordare ‘Bocca di Rosa’. Poteva scriverla chiunque, anche un Checco Zalone oggi (peraltro, CZ è pure molto bravo). ‘Creuza de Ma’, inve-ce, è un’opera unica e proprio per questo in-tima, irripetibile. Artisti che provinciali non sono, De Gregori per dire, o gli Afterhours, D�VWUHWWR�JLUR�GL�SRVWD�QRQ�VH�OL�¿OHUj�QHVVX-no, credetemi. Perché? Perché puoi avere di PHJOLR��ROWUH�FRQ¿QH�Questo essere provinciale è un qualcosa che porto in punta di lingua, eppure non riesco D� GDUQH� GH¿QL]LRQH� XQLYRFD�� (¶� XQD� FDUDW-teristica che avverto a pelle: come dire che qualcosa poteva essere soltanto in un luogo, ed era lì, e genuina, e vera, o non avrebbe potuto esser mai nulla. Convenitene: anche campioni dell’indie nazionale contempora-neo come Le Luci o I Cani sono eminente-mente provinciali. Riuscite a immaginare un %URQGL�QRQ�HPLOLDQR"�,PSRVVLELOH��(�*DEHU�SRWHYD�QDVFHUH�VROR�D�0LODQR��(�GL�*XFFLQL"�(�XQ�%DWWLDWR�D�7UHQWR"�'DL��QRQ�VFKHU]LD-PR��(�)HUUHWWL��&R�"�*HQWH�FKH�YROHYD�HV-sere Berlinese, ma che non ha mai smesso di mangiare tortellini.Il provincialismo, anche se la prima reazio-ne è di fuggirne a gambe levate, è dono pre-zioso. La sua assenza è il motivo per cui al giorno d’oggi c’è troppa musica in Italia che è ciarpame. Non è colpa di Xfactor o San Remo (guai a toccare San Remo! Un’arena

I MARINAI, I PROFETI, E LE BALENE DI

VINICIO CAPOSSELA

6FRQ¿QDUH���0XVLFD Febbraio 20129

Prendere il largo con l’ultimo disco di capitan Vinicio è cosa buona, giusta,

H�PDJQL¿FD�Il miglior disco italiano del 2011, un altro

picco per la sua carriera e un unico grande tema: il mare.

Ma il mare - e tutti i personaggi che sguaz-zano dentro questo “Marinai, profeti, e ba-lene” - non è altro che un favoloso pretesto per dipingere la vita e l’uomo in tutte le sue insicurezze, passioni, dolori e inquietudini.

Una dopo l’altra, ogni traccia ci fa spro-fondare verso il fondo del mare sempre più scuro, incontrando e tenendo per mano i sin-golari personaggi che il nostro cantastorie rispolvera dalla grande letteratura e gentil-mente ci presenta.

I riferimenti letterari sono infatti nume-rosi: troviamo lo zampino di Cèline (da “Scandalo negli abissi”) in Pryntil, storia di una sirenetta che una volta ottenute le gam-be non esita ad usarle, o di Joseph Conrad in Lord Jim, una ballata tra xilofoni e cori (il URPDQR�&RUR� GHJOL�$SRFUL¿�� WUD� OH�PHJOLR�riuscite, che narra l’errare come conseguen-za dell’errore, ovvero dell’irrimediabilità di quest’ultimo e della debolezza dell’uomo. *OL�RFFKLROLQL�DL�JUDQGL�/LEUL�QRQ�¿QLVFR-

no qua: si possono riconoscere vere e pro-prie citazioni tratte dal classico di Melville,

“Moby Dick”, grazie al quale il capo della ciurma trae ispirazione per una delle canzo-ni più imponenti ed epiche dell’album, La bianchezza della balena, un incontro ravvi-FLQDWR�FRQ� LO� WHUUL¿FDQWH�FDQGRUH�GL�TXHVWR�animale quasi epico.

Sempre prendendo ispirazione dallo stes-so Melville, ma respirando un’aria diversa, L’oceano Oilalà è un canto marinaresco per farsi coraggio di fronte alla tempesta e al ca-SULFFLR�GHOO¶LQHVRUDELOH�)DWR��LO�TXDOH�VL�VYH-glierà sempre mezz’ora prima dell’Uomo. )LQ� TXL� TXDOFXQR� OD� SRWUHEEH� GH¿QLUH�

un’opera adatta all’ascolto di pochi, ma non è così. Nonostante conoscere le vicende nar-rate dai vari personaggi sia una buona chia-ve per raggiungere gli angoli più remoti di questo disco, gran parte della Grazia (quella vera e sentita) è data anche dall’uso di stru-menti antichi e desueti come vecchi caril-lon, percussioni indonesiane, la viola d’a-more barocca, le onde Martenot, il theremin e un pianoforte degli anni ’30, un Seiler (“è venuto da una montagna, ha 90 anni e mai un lifting”ci dice Capossela all’interno del-la curatissima edizione speciale dell’album) issato e suonato su uno scoglio ad Ischia.

Ho avuto la fortuna e la gioia di poter go-dere questo disco anche dal vivo, e parlare di concerto è riduttivo: i suoi sono spettacoli completi, quasi teatrali, in cui tutti i musici-sti sono vestiti da marinai e il capitano Vi-

nicio conduce la sua ciurma indossando un cappello che gli avrei volentieri rubato.

Il palco è allestito con catene, bottiglie di rhum, mantelli da polpo (per Polpo d’amor) e tutto è incorniciato da una ricostruzione in legno della pancia di una balena. Appena questo corposo veliero inizia a salpare tutto il pubblico si zittisce senza nessun ordine, immersi completamente nella magia e nell’ incanto che pochi artisti riescono ad evoca-re.

Al verso “l’oceano farà quello che vuole. Noi vogliamo del Rum, date un bicchiere di

Rum!” , c’è mancato poco che non saltassi sul palco ma per fortuna sono riuscita a ri-VFDWWDUH�LO�PLR�DQLPR�HVDOWDWR�D�¿QH�FRQFHUWR�, con Il ballo di San Vito, tarantolante pezzo contenuto in un album precedente.

Un disco che non infanga i riferimenti al passato, non fa rivoltare Omero nella tomba, EHQVu�q�GHJQR�GHO�JUDQGH�¿OR�FRQGXWWRUH�FKH�persegue, quello del Destino imperscrutabi-OH��LO�)DWR�FXL�SL��VSHVVR�GRYUHPPR�ODVFLDUVL�DQGDUH�� ¿GDQGRFL� GHO� EXRQ� &DSRVVHOD� FKH�continua a non sbagliare un colpo.

di Valentina Tonutti

Ascoltate rap, buttate via il resto (e sì, è un manifesto).DEL PROVINCIALISMO

di Rodolfo Toè

Appassionato di musica? Segui su VFRQ¿QDUH�QHW le nostre rubriche musicali: le recensioni «in due righe» di Dies Irae e le nuove note da scoprire ogni domenica su 6FRQ¿QDUH�-XNHER[!

Ultimamente ho capito il segreto della gran-de musica italiana: è il suo provincialismo. C’è gente che si lamenta del fatto che non si riesca a farci conoscere all’estero. A me sembra un gran dono, francamente (all’este-ro è pieno di stronzi, pure peggio che qui da QRL���(¶�WHPSR�GL�FDSLUOR��QRL�QRQ�VLDPR�JOL�americani! Come recitava Vasco Rossi. Quando si parla di quello che viene suonato GDOOH�$OSL� D� /DPSHGXVD�� ELVRJQD� ULÀHWWHUH�su una verità importante. Qui da noi non esi-stono le metropoli, non esiste il grande re-spiro, la vivacità del rock internazionale: se c’è una cosa che accomuna un Valdostano, un Romano ed un Palermitano è il fatto che l’Italiano, ad ogni latitudine, è un provincia-OH��(¶�¿JOLR�GHOOD�SURYLQFLD��GHO� ORFDOH��GHL�

luoghi che hanno un nome. Da noi le strade ci hanno la chiesa, in mezzo; non sono tirate con la stecca.Prendete i campioni del rock nostrano. Va-sco Rossi e Ligabue, per dire. La chiave per capirli – e per apprezzarli – è il loro pro-vincialismo. Quello struggente sognare son-necchiando nei piccoli paesini, quella vol-garità di bassa lega che impera sovrana nei ERUJKL�GD�7DUYLVLR�LQ�JL���4XHOOR�q�LO�URFN��Il vero r’n’r in salsa nostrana voglio dire. La reazione frustrata di chi dice no, io non ci ¿QLVFR�GLHWUR�XQD�VFULYDQLD�LQ�XQ¶D]LHQGD��LR�stasera mi sbronzo e domani col cazzo che ci vado in Chiesa (fateci caso: sia VR che LL sono ragionieri, e se non avete frequen-tato ragioneria un buon pezzo della loro po-etica non lo capirete mai, mi dispiace). La disperazione di chi sa che il suo sforzo è molto probabilmente destinato al fallimen-

to: il rocker da provincia è soprattutto un alcoliz-zato che continuerà ad af-frontare la propria inade-JXDWH]]D�¿QR�D�FUHSDUFL�Da noi la musica o è pro-YLQFLDOH�� R� ¿QLVFH� SHU�scimmiotare qualcun al-tro. Prendi De André: ha FRSLDWR� L� )UDQFHVL� DOOR�V¿QLPHQWR� ¿QFKp� QRQ� q�diventato splendidamente provinciale, con ‘Rimini’,

di provincialismo). Il problema è che l’Arte ha perso contatto con la provincia. Andatelo a dire ai vostri amici scemi che fanno mu-VLFD��121�6,$02�0,&$�*/,�$0(5,&$-NI! Secondo me non l’hanno capito, anche se era chiaro già all’epoca delle radio libere.Dove trovare musica che sia ancora capace di emozionare, di avere quel granello di ita-lianità che sembra perduto? Ammetto che la risposta mi mette a dura prova. Perché sto per suggerirvi di consacrarvi anima-e-core al rap italiano. Un rapper riesce ad avere an-cora i piedi ben piantati per terra, almeno da noi. La parola “quartiere” è un liet motiv co-munissimo, per ogni artista del genere. Pren-di una canzone di hip hop italiano. La qua-lità è altalenante, ok; ancora una volta non siamo gli americani, ok, ma proprio questo è il bello. Non a caso il rap in Italia è l’unico genere che ha ancora qualcosa da dire. An-date a dare a un quindicenne incazzato (l’u-nica categoria umana che valga qualcosa ai ¿QL�GHO�URFN�Q�UROO��XQ�DOEXP�GHL�1RQ�9RJOLR�Che Clara, vedrete cosa vi risponderà. Quel-la è la strada da seguire se volete liberarvi, una volta per tutte, dell’indie per studenti universitari (e voi non siete degli eunuchi e in fondo volete liberarvene, di questi melo-drammatici egocentrici del menga). Non mi sento di fare nessun nome, ora come ora. Buttatevi nella mischia, e ballate. Il rap italiano è una bella scoperta per me, sissignore. Continuo a guardarlo con lo stu-pore di chi si scopre un pò vecchio al suo cospetto. (G�q�JLXVWR�FRVu��D�YHQWLVHL�DQQL��VH�DVFROWL�una cosa e ti senti ormai sorpassato per farne parte, vuol dire che vale.

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6FRQ¿QDUH���6FULSWD�0DQHQW Febbraio 201210

Ai Weiwei è un artista cinese classe 1957. Mol-ti lo avranno sentito nominare solamente in seguito allo scalpore suscitato dalla sua in-

carcerazione per ordine del governo cinese, ritenuta ingiusta da una pluralità di voci, anche illustri. Molti altri, forse, nemmeno lo conoscono, e ignorano del tutto di cosa si occupi nella vita questo paffuto signo-re tanto scomodo al governo di Pechino. Ai Weiwei è un artista multi-campo, capace di spaziare dalla pittu-ra alla scultura, dalla scrittura (il suo blog è stato per anni bandiera di libertà d’espressione per migliaia di artisti cinesi) all’architettura (suo è il progetto per lo stadio di Pechino per le Olimpiadi del 2008). Ai ha una personalità incredibilmente complessa e sfaccet-tata, che ha deciso di mettere a nudo in questa serie di interviste contenute nel libro. Suo “confessore” per l’occasione è Hans-Ulrich Obrist, curatore arti-stico di Zurigo, critico e storico d’arte, vice-direttore della rinomata Serpentine Gallery di Londra. Obrist non è nuovo al lavoro di intervistatore: suo, infatti, il “The Interview Project”, una serie di lunghe inter-YLVWH�D�SHUVRQDJJL�GL�VSLFFR�GHOO¶DUWH��¿ORVR¿��SHQVD-tori e personalità pubbliche come Yoko Ono ed Eric Hobsbawm, ma anche stimati architetti e giovani artisti come John Baldessari, Rem Koolhaas, Nancy Spero e Zaha Adid.In questo libretto di poco più di un centinaio di pagine sono raccolte le conversazioni che il curatore svizzero e l’artista cinese hanno avuto tra il maggio 2006 e la ¿QH�GHO�������,O� OLEUR�q�VWDWR�SXEEOLFDWR��SHUz��VROD-mente nel maggio del 2011, periodo durante il quale $L�:HLZHL�HUD�GHWHQXWR�QHO�FDUFHUH�GL�3HFKLQR��XI¿-FLDOPHQWH�SHU�PRWLYL�OHJDWL�DOO¶HYDVLRQH�¿VFDOH�GHOOD�società cui fa capo l’artista. Probabilmente, la deci-sione di pubblicare questa serie di interviste proprio nel momento in cui l’artista era in carcere, è dovuta DQFKH� DOOD� VFHOWD� GL� ³VIUXWWDUH´� OD� VLWXD]LRQH� DO� ¿QH�di aumentare le vendite del libro, grazie alla grande

cui il suo laboratorio creativo in periferia GL�3HFKLQR�� LQ¿QH�q�YHQXWD� O¶DUFKLWHWWXUD�vera e propria. Tutto il resto, la fama, gli ingaggi, le esposizioni, è seguito quasi VHQ]D�YROHUOR��HG�RUD��XQR�GHJOL�HGL¿FL�SL��LPSRUWDQWL�GL�3HFKLQR�SRUWD�OD�VXD�¿UPD�Tematica importante nel suo lavoro di

architetto ed urbanista è sicuramente l’impossibilità di dare un’immagine all’anima di una città (come sostenuto dall’urbanista Boeri e dal pittore Kokoshka). Ai Weiwei è dilaniato dal dualismo della città (in generale) e di Pe-chino (in particolare): se da un lato la vede come il po-sto più inospitale e disumanizzante del mondo, dall’altro QRQ�SXz�IDUH�D�PHQR�GL�DPPLUDUH�H�JXDUGDUH�O¶DPELHQWH�urbano come l’espressione più alta di modernità e futuro dell’umanità. E’ un luogo magico, centro nevralgico da dove passano tutte le informazioni, è il motore che muove WXWWR�H�FKL�YL�VL�FRQQHWWH�QRQ�SXz�SL��VWDFFDUYLVL��,O�IXWXUR�dell’uomo, per Ai Weiwei, non sta in un utopico ritorno alla dimensione rurale: ritornare al passato sarebbe non solo anacronistico, ma un’involuzione dell’intera umani-tà. La soluzione, invece, è rendere più vivibili questi centri QHYUDOJLFL�FKLDPDWL�PHWURSROL��DO�¿QH�GL�UHQGHUOH�SL��EHOOH�H� VRVWHQLELOL�� VLDQR�¿QDOPHQWH�JOL�XRPLQL�D�PRGHOODUH� OD�propria città, anziché essere ingoiati dal caos e dal gri-giume. Obrist e Ai parlano di tutto: i piani per il futuro, i sogni nel FDVVHWWR��FLz�FKH�OR�UHQGH�IHOLFH�H�FLz�FKH�OR�LUULWD��OH�LP-probabili domande da fare a Dio, le parole preferite (una su tutte, forse un po’ scontata, “freedom”��� OH� ULÀHVVLRQL�sulla musica e sul silenzio, la poesia come sentimento re-ligioso, Mayakovsky, Whitman, Baudelaire e Rimbaud, :LOOLDP�%ODNH��¿QR�DOO¶DPLFR�$OOHQ�*LQVEHUJ�Nonostante il clima estremamente poco liberale che lo cir-conda, Ai Weiwei riesce comunque a trasmettere un sen-WLPHQWR�GL�RWWLPLVPR�UDVVLFXUDQWH��GL�¿GXFLD�QHOO¶XPDQLWj�e nella modernità, nel valore dei blog, dei social network H�GL�LQWHUQHW�LQ�JHQHUDOH��FKH�GH¿QLVFH�XQD�GHOOH�SL��JUDQ-di invenzioni dell’uomo. Ispirato da Wittgenstein e Frank Lloyd Wright, ammirato da Hirst e Koons, Ai Wewei rie-sce a farsi portavoce dei desideri di rinnovamento e libertà di espressione di tutta la popolazione cinese. Istanze e de-VLGHUL�D�FXL�LO�JRYHUQR�FLQHVH��RUPDL��QRQ�SXz�SL��YROWDUH�le spalle.

AI WEIWEIARTISTA, ARCHITETTO, URBANISTA, ATTIVISTA, FIGURA POLITICA, UOMO. di Stefano Facchinetti

Leggere un racconto di Carver è un’esperienza che comporta la di-visione in più livelli di compren-

sione. Al primo livello di lettura si trova il UDFFRQWR�GL�VFHQH�LQVLJQL¿FDQWL��GL�YLWD�TXR-WLGLDQD��TXDVL�EDQDOL��PD�FLz�FKH�UHQGH�FRVu�particolare la sua narrativa è la possibilità di fermarsi al primo livello e rimanerne co-munque incantati.

Da dove sto chiamando è la raccolta dei trentasette migliori racconti dell’intera car-riera di Raymond Carver, selezionati da lui stesso prima di morire.

I protagonisti sono, come sempre nelle sue opere, persone comuni, spesso coppie, a volte giovani, senza attitudini particolari e senza grandi ambizioni. Si differenziano dai protagonisti di un racconto o romanzo ³FODVVLFR´�� SHU� FRVu� GLUH�� SHUFKp� VHPEUDQR�aver perso quella scintilla che li rende vivi e che allo stesso tempo li allontana dal lettore. L’ambiente che li circonda è spesso metafo-ra di un disagio interno che loro stessi non

riescono a comprendere, e che viene raccon-tato in un modo allo stesso tempo realistico e fortemente simbolico.

I personaggi di Carver sono ben lontani dall’essere monodimensionali, distanti dalla realtà. Sono persone che ti aspetti di incon-trare o che ricordi di aver già incontrato, in un modo o nell’altro, con un diverso nome e un diverso volto. Sono persone vere nel loro essere banali, disilluse, arrabbiate. Nor-mali nel loro sbagliare, nel loro comportarsi male, nel loro agire in modo diverso da quel-lo che sentono. Sono normali soprattutto nel non avere un senso: è prassi comune cercare XQ� VLJQL¿FDWR�� XQ�PHVVDJJLR� LQ� TXHOOR� FKH�si legge, cercare qualcosa che vada oltre la prosa e le azioni. Se con Carver questo è possibile, non è essenziale: nelle sue storie non serve cercare un senso, come nella vita non tutte le azioni compiute o le parole dette nascondono qualche spiegazione razionale R�TXDOFKH�VLJQL¿FDWR�QDVFRVWR��$�YROWH�VHP-plicemente non c’è, e non chiede nemmeno di essere ricercato. Solo di essere letto.

Uno dei maggiori punti di forza della sua narrativa rimane lo stile, VSROSDWR� ¿QR�all’osso�� ¿QFKp� YLHQH� ODVFLDWR� VRODPHQWH�l’essenziale.

«Le parole sono tutto quello che abbia-mo, perciò è meglio che siano quelle giu-ste».2JQL� FRVD� FKH� YRJOLDPR� DIIHUPDUH� SXz�

essere detta in mille modi, con svariati giri di parole, ma solo uno sarà quello esatto per esprimere il concetto che abbiamo in mente. Il talento di Carver sta nello scoprire proprio queste parole perfette.

«Era proprio la cosa che volevo fare con L� PLHL� UDFFRQWL�� PHWWHUH� LQ� ¿OD� OH� SDUROH�giuste, le immagini precise, ma anche la punteggiatura esatta e appropriata per far sì che il lettore fosse attratto e coinvolto DOO¶LQWHUQR�GHO�UDFFRQWR�¿QR�D�HVVHUH�LQFD-pace di distogliere lo sguardo dal testo, a meno che non gli andasse a fuoco la casa attorno».,O�ULVXOWDWR�QRQ�VL�SXz�VSLHJDUH�R�FRPPHQ-

tare, si deve semplicemente leggere.Oltre ad essere un capolavoro della lette-

ratura contemporanea questo libro diventa quindi anche un’importante lezione di sti-le; di come si possa non raccontare nulla, all’apparenza (la maggior parte delle criti-che mosse a questi racconti riguarda appun-to la presunta inconsistenza delle trame),

ma lo stes-so tempo c a t t u r a r e il lettore e trasci-narlo di peso den-tro la vita di qualcun DOWUR�� ¿QR�a riempirlo di angoscia (Di cosa p a r l i a m o q u a n d o p a r l i a m o d ’ a m o re , Con tanta di quell’acqua a due passi da casa), a commuoverlo (Cattedrale, Una cosa piccola ma buona, a mio parere i due SL�� LQWHQVL�GHOO¶LQWHUD�UDFFROWD���¿QR�D�UHQ-derlo partecipe in prima persona di piccoli frammenti della vita di qualcun altro.

Il pubblico è da sempre diviso sul rite-nere Carver uno dei migliori scrittori della narrativa contemporanea oppure l’autore più sopravvalutato del ventesimo secolo. A mio parere rimane un autore che chiunque voglia creare qualcosa tenendo in mano una penna dovrebbe leggere con molta attenzio-ne, per poi rimanere in silenzio e cominciare a imparare.

Trentasette frammenti di vita vera

DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO

DI PERFEZIONE

di Stefania Ellero

Da dove sto chiamandoRaymond Carver

2010, 544 p. Einaudi

risonanza ottenuta dal caso di Ai Weiwei. D’altro canto, è vero DQFKH�FKH��DO�¿QH�GL�DSSURIRQGLUH�OD�YLFHQGD��SHU�FDSLUH�FKL�VLD�$L�Weiwei, l’artista tanto scomodo al governo cinese, per compren-dere quali siano i suoi obiettivi e i valori che stanno dietro alle sue RSHUH� H� DOOH� VXH� SURWHVWH�� OD� OHWWXUD� GL� TXHVWR� OLEUR� SXz� ULYHODUVL�senza dubbio illuminante. Durante le interviste, Obrist incalza Ai Weiwei con domande d’ogni tipo e Ai, per contro, lascia libero sfogo alla parlantina, raccontando aneddoti ed esperienze, sogni e GHVLGHUL��$L�:HLZHL�FRQ¿GD�VRSUDWWXWWR�GL�QRQ�DYHU�FHUFDWR�SDUWL-colari attenzioni al di fuori del campo artistico, specialmente come ¿JXUD�SROLWLFD��PD�FKH�WXWWDYLD�©in una società come la Cina, qua-lunque argomento riguardante il diritto d’espressione diventa ine-vitabilmente politico. Quindi io sono divenuto naturalmente una ¿JXUD�SROLWLFD». Il peso politico e il ruolo di attivista, insomma, se li è trovati addosso, quasi naturalmente, come conseguenza del suo lavoro e dei valori personali espressi attraverso di esso. 3DUWLFRODUH�DWWHQ]LRQH�QHO�OLEUR�q�GDWD�DO�������DQQR�VLJQL¿FDWLYR�sia per la Cina, travolta da eventi e cambiamenti importanti, sia per Ai Weiwei, che ha cercato di interpretare questi cambiamenti nel modo più artistico possibile. Durante il 2008, infatti, la Cina KD�DWWUDYHUVDWR�PRPHQWL�GLI¿FLOL�H�GHOLFDWL��D�SDUWLUH�GDOOR�VFDQGD-lo del latte avvelenato alla melamina, passando per le rivolte del 7LEHW�H�GHOOD�UHJLRQH�GL�:HQJ¶DQ��¿QR�DO�WHUUHPRWR�GHOOR�6LFKXDQ�e alle Olimpiadi di Pechino che, ammette tristemente Ai, hanno fatto piombare la Cina in uno stato di polizia senza precedenti, con severe limitazioni alle libertà dei cittadini, senza che alcuno stimo-lo sia nato per riforme o cambiamenti socio-politici. Ai Weiwei, durante ognuno di questi avvenimenti, si è reso protagonista con LQL]LDWLYH��DUWLVWLFKH�R�PHQR��DO�¿QH�GL�GHQXQFLDUH�OH�PDQFDQ]H��OD�corruzione e gli abusi del governo cinese. La lunga conversazione, poi, attraversa ovviamente tutti i gene-ri artistici, dalla musica alla poesia, dalla pittura e scultura, dalla scrittura all’architettura. Quest’ultima arte, in particolare, che ha consacrato Ai Weiwei come urbanista ed architetto di fama mon-diale, è venuta quasi per caso, per ammissione dello stesso Ai, che confessa di non aver avuto alcuna formazione tecnica in senso stretto. Prima c’è stata la dimensione del gioco, un gioco natura-OH�FRQ�IRUPH�H�YROXPL��SRL� OD� UHDOL]]D]LRQH�GHL�SULPL�HGL¿FL�� WUD�

Ai Weiwei speaks with Hans Ulrich Obrist

Edizioni Penguin Books, 2011, £5.00

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6FRQ¿QDUH���6FULSWD�0DQHQWFebbraio 2012 11

Figlio di ebrei emigrati negli

USA, il giornalista indipenden-

te Kaye ha partorito questo li-

bro grazie ad una documentazione accu-

ratissima e ad anni ed anni di esperienza

personale accumulata sul campo di la-

voro. Infatti, è corrispondente speciale

della rete PBS e si è occupato pressoché

per tutta la vita di questioni migratorie,

andando direttamente sui “punti caldi”

LQWHUHVVDWL�GD�TXHVWR�IHQRPHQR��FRQ¿QH�Messico-USA, Senegal, Emirati Arabi

Uniti, Italia, Irlanda, Spagna, Polonia).

Ciò che l’autore vuol cercare di far ca-

pire è che il fenomeno migratorio non

è una questione solamente individuale e

un po’ se vogliamo improvvisata: se le

motivazioni che spingono le persone a

lasciare la propria terra d’origine sono

certamente personali, non lo è altret-

tanto il “sistema” che controlla e dirige

TXHVWL�ÀXVVL��&KL�SXz�DLXWDUH�TXHVWH�SHU-sone in cerca di condizioni di vita più

GLJQLWRVH"�&KL�VSHFXOD�H�DSSUR¿WWD�GHOOD�disperazione altrui per arricchirsi? Per-

sone spregiudicate, spesso della stessa

nazionalità di coloro che sono costretti

ad emigrare, organizzate in una vera e

SURSULD�UHWH�JOREDOH�GL� WUDI¿FDQWL�GL�HV-seri umani (chiamati in gergo coyote). Spesso neppure gli Stati che dovrebbe-

ro accogliere e integrare queste persone

nella loro nuova società offrono scarsa

assistenza. Pur soffermandosi in parti-

colare sulle politiche migratorie passate

e presenti degli USA, Kaye tratta anche

quelle degli Emirati Arabi Uniti citando

GRFXPHQWL�XI¿FLDOL�GL�6WDWR�� ,O� UHSRUWHU�sviscera inoltre la questione migratoria

cercando di illustrare i motivi per i quali

essa non sia soltanto un problema, come

spesso i diversi Stati la considerano, ma

anche e soprattutto una risorsa. Lo stes-

so ex Ministro degli Esteri Franco Frat-

tini propose di far entrare in Europa 20

milioni di lavoratori in più per colmare

il GH¿FLW�GHPRJUD¿FR�D�FXL�O¶(XURSD�VWD-va andando incontro. La stessa Europa è

stata ed è ancora fortemente interessata

da questo fenomeno, si pensi alla migra-

zione di persone dall’Europa dell’Est, e

a come questo sia motivo di scontro tra

i diversi Stati. Appurato che il fenome-

no migratorio c’è e ci sarà sempre, gli

Stati saranno capaci di gestirlo in modo

tale che esso non rappresenti più un

problema, ma un modo di integrazione

globale, possibile solo se

vi è collaborazione tra i

Paesi che sono le desti-

nazioni privilegiate dei

migranti? Lasciando da

parte interessi economici

e politici, gli Stati matu-

reranno quella coscienza

globale del “non pensare

solo a casa propria” che

sembra la chiave giusta

di lettura del fenome-

no migratorio? Di certo

non si può tornare come

la cittadina di Hazleton

(USA), dove nel 1911 ai

bambini veniva vietato di

giocare con gli stranieri

e che purtroppo sembra

che questo, nella multi-

culturale America, si stia

ripetendo. Con linguag-

gio fresco e avvincen-

te, tipico del reportage

giornalistico, l’autore ci

porta dentro questo feno-

meno svelandoci elementi

impensabili. Forse proprio a partire da

questo libro,che mette luce su ciò che

sta dietro un fenomeno di cui sentiamo

parlare tutti i giorni, si risveglia un po’

di quella coscienza globale che spesso,

purtroppo, manca.

«MOVING MILLIONS»di JEFFREY KAYE

di Federica Cordioli

L’H%RRN� (abbreviazione per li-

bro elettronico) è un argomento

che ancora oggi, a quasi cinque

anni dal lancio del primo eReader sul

mercato, continua a dividere il popolo

dei lettori in due grandi fazioni: se da

una parte troviamo chi lo saluta come

la nuova frontiera dell’editoria, dall’al-

tro abbiamo chi lo demonizza come un

annullamento del valore del libro.

In realtà il problema è, come al solito,

soprattutto italiano: basti confrontare i

dati di vendita degli eReader in un pae-

se come gli Stati Uniti rispetto all’Italia

per rendersi conto, al netto del divario

tra il numero di abitanti, che è proprio la

mentalità ad essere diversa.

In Italia l’editoria digitale è ancora

considerata un settore di nicchia, quasi

un ripiego per ciò che non è degno di

entrare in una libreria vera e propria. Da

un lato questo può rivelarsi un vantag-

gio – consente agli editori la pubblica-

zione anche di quei volumi che, pur es-

sendo richiesti, non abbiano garanzie di

vendita tali da portare alla pubblicazio-

ne in cartaceo: un tempo sarebbero sta-

ti semplicemente ignorati, oggi si ha la

possibilità di pubblicarli in digitale con

minore rischio e permettendone così la

lettura anche solo a quei pochi che ne

siano davvero interessati. Dall’altro

lato, tuttavia, questo “bene di pochi”

va a svantaggio di molti, perché relega

l’H%RRN� in una posizione subalterna, la

SDWWXPLHUD in cui gettare quei libri che

interessano solo a TXDWWUR�JDWWL, mentre

con il grande pubblico si continua a in-

vestire sul cartaceo. E questo già di per

sé, senza la marea di pregiudizi che già

circondano il digitale, è un punto di par-

tenza assolutamente sbagliato.

In realtà i fattori a favore del digitale

sono molteplici, non da ultimo quello

ecologico. I libri sono composti prin-

cipalmente da carta, non si tratta certo

di una novità. In un periodo che sicura-

mente non ha bisogno di ulteriori pro-

blemi ecologici il risparmio della carta

risulta un fattore da non sottovalutare,

per quanto diversi editori siano già pas-

sati alla stampa su carta riciclata.

Un altro fattore è quello del risparmio

economico. Il prezzo dei libri si fa sem-

pre più alto – una media di oltre venti

euro per l’edizione rilegata, intorno ai

dieci per quella economica – e un lettore

GLJLWDOH�DOOD�¿QH�YLHQH�D�FRVWDUH�O¶HTXL-valente di cinque o dieci libri cartacei. Il

problema è appunto che anche il prez-

zo dei libri digitali al momento rimane

troppo alto. Togliendo tutte le spese di

stampa, di rilegatura, d’imballaggio, di-

stribuzione, gestione dei resi, il prezzo

di un eBook si mantiene poco più basso

rispetto all’edizione cartacea (con al-

cuni paradossi, che vedono l’edizione

elettronica venduta a un prezzo più alto

La nuova frontiera deLLa Lettura digitaLe

LO CHIAMAVANO PROGRESSO

di Stefania Ellero

agli angoli come segnalibro, la sensa-

zione di tenere il libro in mano. Molti

in particolare sottolineano il fatto che

l’eBook non abbia l’odore della carta:

SRVVR�VROR�FRQFOXGHUH�GLFHQGR�FKH�¿Q-

ché l’odore dei libri rimarrà un fattore

preponderante rispetto a ciò che dav-

vero è importante, ovvero i contenuti,

VDUj�GLI¿FLOH�FKH�FL�VLD�XQ�YHUR�H�SURSULR�progresso, qualsiasi strada esso possa

seguire.

rispetto all’edizio-

ne economica dello

stesso volume).

A vantaggio del

digitale va di certo

la comodità di lettu-

ra: consente infatti

di “immagazzinare”

¿QR�D�FHQWLQDLD�GL�OL-bri su un dispositivo

dello stesso peso di

un cellulare.

La nuova tecno-

logia eInk permet-

te inoltre di leggere

anche per ore sullo

schermo senza anda-

re incontro a spiace-

voli mal di testa spes-

so causati dai display

retroilluminati. Leg-

gere su un eReader è infatti forse meno

faticoso che leggere

su carta, data la leg-

gerezza del dispositi-

vo e la possibilità di

variare la grandezza

dei caratteri a pro-

prio piacimento. La

maggior parte dei lettori possiede inol-

tre dizionari integrati che permettono di

OHJJHUH�LQ�OLQJXD�H�FHUFDUH�LO�VLJQL¿FDWR�delle parole semplicemente selezionan-

dole; insomma, il massimo della como-

dità.

Una delle lamentele più comuni da

parte dei dissidenti gioca sulla QRVWDOJLD�dei “bei tempi andati”, insistendo sul

IDWWR� FKH� XQ� ¿OH� IUHGGR� H� LPSHUVRQDOH�non potrà mai sostituire la consistenza

delle pagine di carta, le orecchie fatte

Migrazione GlobaleJe!rey Kaye

Arianna Editrice, 2011 16,50 "

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6FRQ¿QDUH���&LQHPD Febbraio 201212

S e avete bisogno di una buona ra-gione per andare a vedere “Le Idi

di Marzo”(titolo originale “The Ides of March”) di George Clooney, quel motivo sarà Ryan Gosling. Il giovane attore infat-ti interpreta alla perfezione il ruolo asse-gnatogli, quello di Stephen Meyers, vice addetto stampa alla campagna del candi-dato democratico Mike Morris, inscenato da Clooney stesso.,O� ¿OP�� EDVDWR� VXOOD� SLqFH� WHDWUDOH�)DU-

ragut North di Beau Willimon, si svol-ge tutto dietro le quinte della campagna elettorale in Ohio del governatore della Pennsylvania, Mike Morris. Lo spettatore q� WUDVFLQDWR� LQ�TXHVWR�VFHQDULR�SROLWLFR�H�DVVLVWH�D�WXWWR�FLz�FKH�DFFDGH�LQ�XQ�XI¿FLR�stampa. Morris saldamente legato ai valo-ri della Costituzione (“I’m not a Christian, I’m not an Atheist. I’m not Jewish, I’m not Muslim. My Religion, what I belie-ve in? Is called, The Constitution Of The United States Of America.” traduzione: “Non sono cristiano, non sono ateo. Non sono ebreo, non sono musulmano. La mia religione, quello in cui credo? Si chiama Costituzione degli Stati Uniti d’Ameri-ca”) deve affrontare alle Primarie Demo-cratiche il Senatore Ted Pullman, che ha dalla sua parte l’abile Tom Duffy (Paul Giamatti), capo della campagna elettorale, il quale offrirà a Meyers un posto nel suo team, vista l’abilità del giovane. Meyers tuttavia, dopo aver considerato l’offerta, GHFLGH� GL� UL¿XWDUOD� H� VXFFHVVLYDPHQWH� OD�rende nota al suo capo, l’addetto stampa Paul Zara (Philip Seymour Hoffman). Zara, sentendosi tradito solo per il fatto che Stephen abbia considerato l’ipotesi di

lavorare per l’avversario, decide di licen-]LDUOR��6DUj�SHUz�OD�¿JXUD�GL�0ROO\�6WHDUQV�(Evan Rachel Wood), stagista ventenne GHOO¶XI¿FLR� GL� 0RUULV�� FKH� SHUPHWWHUj� D�Stephen di uscire indenne dalla situazione H�RWWHQHUH�LO�SRVWR�GL�=DUD��'D�QRWDUH�q�SRL�LO�UXROR�GHOOD�VWDPSD�QHO�¿OP��LQWHUHVVDWD�solo a “fare notizia”.

Clooney riesce a fornirci in 101 minuti un quadro abbastanza completo sull’Ame-rica di oggi, che si appresta al voto questo novembre. E’ capace di mettere in scena quei dubbi e quelle perplessità che saran-no all’ordine del giorno nella campagna di Obama e sembra voler stuzzicare l’attuale Presidente invitandolo a giocare bene le sue carte vista l’avanzata Repubblicana.

Se volete capire qulacosa di più di come funzionano le elezioni negli Stati Uniti e magari avete bisogno di una spinta per in-teressarvene, andate al cinema (o almeno guardatelo in streaming). VOTO: 3/5.

«There’s only one thing I value and that’s loyalty.And without it, you’re nothing.»

LE IDI DI MARZO

di Amalia Sacchi

Cosa accade a Mezzanotte nella 9LOOH�/XPLqUH"�4XHVWR�q�O¶LQWHUUR-gativo a cui risponde Mr Woody

Allen nella sua nuova pellicola presentata a Cannes, tanto attesa quanto criticata.7RXU�(LIIHO��OXPLqUHV�j�0RQWPDUWUH��1RWUH�

'DPH��ÀXWHV�GL�0RHW�DOOD�OXFH�GHJOL�&KDP-ps-Élysées: questi sono gli immancabili stereotipi scelti dal regista per l’overture di Minuit à Paris.

Woody Allen inscena la vicenda ironico-surreale vissuta da Gil, scrittore americano in crisi con la sua ultima opera ma soprat-tutto con se stesso. Recatosi nella capi-WDOH� IUDQFHVH� FRQ� � ¿GDQ]DWD� DOWRERUJKHVH�supponente,immatura e un po viziata, il pro-tagonista si ritrova catapultato in una Parigi degli Anni Venti allo scoccare della mez-]DQRWWH��*LO� q� XQ� VRJQDWRUH�� XQ� QRVWDOJLFR�che concepisce il reale in modo totalmente eternonomo rispetto al contesto, alla realtà a cui appartiene.

Egli riesce a penetrare in un mondo costi-tuito dagli artisti ai quali ha sempre rivolto la sua piu grandi ammirazione. Incontrerà i grandi degli Anni Ruggenti; salirà su una carrozza e accanto a Heminguay ascolterà attonito il suo struggente monologo sull’a-more e sulla morte; prenderà parte ad una IHVWD�LQVLHPH�D�6FRWW�)L]JHUDOG�H�DOOD�FRP-pagna Gilda, incontrerà Picasso e sarà di-sarmato dal “surreale” dibattito con Dali, Bunuel e Man Ray. )DUj�SRL�OD�FRQRVFHQ]D�GL�$GULDQD��VHGX-

cente e misteriosa amante di Picasso e Mo-digliani .$GULDQD� q� XQD� JLRYDQH� VRJQDWULFH� WDQWR�

distante in termini temporali quanto vicina all’anima di Gil. Ella gli farà conoscere i segreti di quella che per Gil rappresenta l’ “Eta dell’oro” – i ruggenti anni Venti- ri-velandogli la sua sfrenata passione verso il fascino della Belle Epoque; Gil insieme alla giovane faemme fatale si ritroverà cosi protagonista di un’altro viaggio a metà tra “Orlando” della Woolf e un’esperienza alla “Stargate” attraverso quella che a sua volta Adriana concepisce come la sua “Età dell’oro”.

Woody Allen ci pone di fronte a una pro-IRQGD�ULÀHVVLRQH�HVLVWHQ]LDOH�IRFDOL]]DQGRVL�sul costante senso di disillusione nei con-IURQWL� GHO� UHDOH�� HG� q� SURSULR� OD�risposta all’ insoddisfatta ricerca di nuovi stimoli, di nuove visioni che spinge i visionari, gli artisti, coloro che di quel contesto non si sentono parte, a guardarsi in-dietro verso le opere passate, frutto di un’identico senso di inettitudine.

Woody ci insegna a non pensa-re, a scegliere di indossare i pan-ni dell’ingenuo. Ci insegna che OD�FRQGDQQD�GHOOH�JUDQGL�PHQWL�q�

HVVHUH�LQIHOLFL��HG�q�SURSULR�TXHVWR�VHQVR�GL�inappagato desiderio di esprimere la proria anima che li conduce a rivolgere lo sguardo verso le epoche passate..nella disperata ri-cerca di qualcosa di diverso che li illumini, FKH�VRGGLV¿�OD�ORUR�IDPH�GL�SDVVLRQH�

L’artista si trova cosi travolto da una sorta di missione che consiste nel produrre qual-cosa che, impercettibile agli occhi della so-cietà di appartenenza temporale, da prova del valore di se stesso ; la missione a cui mi riferisco consiste in un grido di disperazione che trova espressione nella realizzazione di FDSRODYRUL� LO�FXL�YDORUH�DUWLVWLFR�q�UDFFKLX-so in un sentimento dal retrogusto amaro, un rifugio cui i posteri, coloro che si tro-veranno nello stesso dramma esistenziale, cercheranno conforto .Woody Allen dipinge un malinconico aneddoto riconducibile all’ “Eterno ritorno” niciano, un’eterna condan-na a ritenere rigogliosa un’epoca che forse HUD�VROR�LO�ULÀHVVR�GHOOR�OR�VIRJR�HVLVWHQ]LDOH�nato dal raffronto con gli artisti precedenti a loro volta contraddistinti dalla stessa con-dizione.

E’ proprio alla luce di tutto ciò che vale la legge del “ carpe diem ”.E forse il Gil di Al-len , ritornato al presente, comprende la pre-carietà dell’esistenza e sceglie di goderne appieno, apprezzando piccoli attimi di feli-cità, attimi che seppur rari possono essere vissuti da ciascuno di noi: attimi racchiusi nella contemplazione di cio che di positivo ha da offrire cio che ci circonda... come pas-seggiare a Parigi sotto la pioggia. (¶� VWDWR� DSSUH]]DWR�� q� VWDWR� DSSODXGLWR��

q� VWDWR� FULWLFDWR��(SSXUH�0LGQLJKW� LQ�3DULV�costituisce a mio modestissimo parere il ritorno del grande maestro che negli utimi WHPSL� VL� q� VPDUULWR� WUD� OH� VHGX]LRQL�GL�XQR�stile hollywoodiano tanto acclamato e sedu-cente quanto fuorviante in termini di qualità e taglio d’autore.

Sarà perche la sequenza scenica d’esordio PL� q� VHPEUDWD� XQD� WUDVSRVL]LRQH� SDULJLQD��dell’intramontabile incipit del capolavoro indiscusso “Manhattan”; sarà perche il cini-smo dell’uomo di mezza eta non troppo re-alizzato sebbene potenzialmente talentuoso incarnato da uno straordinario Owen Wilson q��XQ�WHQWDWLYR�ULXVFLWR�GHO�UHJLVWD�GL�ULWUDUUH�se stesso; sarà per la qualità della colonna sonora; sarà per la sottile ironia, inconfon-GLELOH�¿OR�FRQGXWWRUH�GHOO¶LQWHUD�SHOOLFROD�

Woody Allen è ritornato alla vita.

MIDNIGHT IN PARIS

di Giulia Bertossi

Scon!nare non identi!ca alcuna posizione politica, in quanto libera espressione dei singoli membri che ne costiuiscono il Comitato di Re-dazione.Scon!nare è un periodico rego-larmente registrato presso il Tribu-nale di Gorizia in data 20 maggio 2006, n° di registrazione 4/06.Editore e Propietario: Assid “Associazione studenti di scienze internazionali e diplomatiche”.Direttore: Davide LessiImpaginazione e gra!ca: Nicolas Lozito, Francesco Marche-sano

Redazione: Lorenzo Alberini, Alessia Anni-ballo, Elena Bellitto, Giulia Bertossi, Elisa-betta Blarasin, Edoardo Buonerba, Davide Caregari, Valeria Carlot, Dario Cavalieri, Tea Chkaidze, Margherita Cogoi, Domizia-na Corbelli, Giovanni Collot, Giulia Daga, Emmanuel Dalle Mulle, Gabriella De Do-menico, Stefania Ellero, Manuela Esposito, Federico Faleschini, Andrea Ferrara, Tanja Lanza, Margherita Gianessi, Irene Lizzola, Davide Lessi, Nicolas Lozito, Matteo Luca-tello, Andrea Lucchetta, Irene Manganini, Luca Alvise Magonara Yamada, Alice Man-toani, Francesco Marchesano, Elena Marso-ni, Elena Mazza, Marianna Moioli, Nicola Perencin, Diego Pinna, Francesco Plazzotta, Emiliano Quercioli, Stefano J. Rossi, Amalia Sacchi, Francesco Scatigna, Emma Schiavon, Stefano Suardi, Rodolfo Toè, Valentina To-nutti, Fabiola Torroni, Margherita Vismara, Gabriele Zagni, Giulia Zeni.

voir la vie en Rose avec les yeux des «années folles»

solo su.net

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6FRQ¿QDUH���6WLOH�OLEHUR2012 Febbraio 13

28 Novembre 2011.

Giunge in Italia la notizia della scom-parsa dell’onorevole Lucio Magri,

protagonista della sinistra eretica e celebre fondatore de Il manifesto. A fare clamore, più del rammarico per la morte di uno de-gli ultimi grandi idealisti della Politica del passato, è stata la sua ultima volontà che ha ULDFFHVR� L� ULÀHWWRUL� VX� XQR� GHL� WHPL� DWWXDO-mente più controversi, e meno noti, in ma-teria di bioetica: il suicidio assistito. Questa è stata la lucida decisione di Magri, e, come lui, di altre centinaia di persone per le quali la vita era diventata intollerabile.

In Italia questa pratica è vietata. In Sviz-zera, invece, è permesso da una legge del 1941. «Non è reato», recita l’articolo 115 del codice penale elvetico, «istigare o pre-stare aiuto al suicidio, a meno che non ven-ga fatto per motivi egoistici». Proibita, inve-ce, l’eutanasia.

La differenza è essenziale: mentre nell’eutanasia è il medico a procurare la morte al paziente che ne fa, o ne abbia fat-to, richiesta, nel suicidio assistito, invece, è il paziente stesso a togliersi la vita, con il sostegno di un’équipe medica. La morte viene indotta con un farmaco letale che agi-sce senza provocare dolore. Vengono diluiti 15 grammi di pentobarbital di sodio in un bicchiere di acqua che poi il paziente assu-

merà autonomamente. Un cioccolatino per alleviare l’amaro e poi un sonno profondo che porta rapidamente al coma. Il farmaco dunque agisce paralizzando la respirazione.

Nel vecchio continente la pratica del suicidio assistito è permessa , oltre che in Svizzera, anche in Belgio, Lussemburgo e

Olanda. Quasi tutti gli stati europei, Italia esclusa, si stanno muovendo per trattare la legislazione in materia. Controversa la questione per la Germania per la dolorosa memoria del programma di sterminio nazi-sta Aktion 74. Nel 2009 però è stata appro-vata una legge che sancisce la legittimità dell’eutanasia passiva. Francia e Regno

Unito, invece, sono più vicine a posizioni di chiusura.

Ritornando alla Svizzera, le due maggiori associazioni a praticare il suicidio assistito sono la Dignitas, fondata nel 1998 dall’av-vocato Ludwig Minelli a Forch, nei pressi di Zurigo, e la Exit a Berna. Quest’ultima ha

una sua branca anche in Italia, la Exit Italia appunto, che fornisce assistenza e supporto in merito.

Il costo complessivo della pratica si aggi-ra attorno ai cinquemila euro.

Come si può leggere sul sito della Digni-tas, tale pratica è rivolta a coloro i quali, in grado di intendere e volere, scelgano di

morire a causa di una malattia incurabile, GL� LQDFFHWWDELOL�PHQRPD]LRQL� ¿VLFKH� R� GR-lori incontrollabili e insopportabili. Ha fatto discutere la decisione della Corte Suprema svizzera di equiparare i gravi disturbi men-WDOL�D�TXHOOL�¿VLFL��4XHVWR�VSLHJD�FRPH�DQFKH�la richiesta di Lucio Magri sia stata accolta, VHSSXU�QRQ�PDODWR��PD�DIÀLWWR�GD�XQD�JUDYH�depressione in seguito alla morte della mo-glie, apice di una vita di delusioni politiche.

Il sarto di Ulm. Una possibile storia del Pci. Questo il titolo dell’ultimo libro di Ma-gri, pubblicato nel 2009, titolo emblematico che riprende un apologo di Bertold Brecht in cui un sarto sosteneva di poter volare con un apparecchio che si era costruito da solo e un giorno si presentò dal vescovo della sua città, dicendogli: «Ora posso volare». Il pre-lato non si emozionò particolarmente. Sem-plicemente disse all’artigiano: «Allora pro-YDFLª��(�O¶XRPR�¿Qu�VSLDFFLFDWR�VXO�VHOFLDWR�� Ma, commenta Brecht, “dopo alcuni secoli gli uomini riuscirono effettivamente a vola-re”.

Come commentato splendidamente da un articolo su la Repubblica, anche Magri vo-leva volare, voleva cambiare il mondo, e il mondo degli ultimi anni gli appariva un’in-sopportabile smentita della sua utopia, il se-gno intollerabile di un fallimento, la consta-tazione amarissima della separazione tra sé H�OD�UHDOWj��&RVu�OH�DOL�KD�GHFLVR�GL�WDJOLDUVHOH�da sé, ma evitando agli amici lo spettacolo del sangue sul selciato.

,O�VXLFLGLR�DVVLVWLWR�GL�/XFLR�0DJUL��XQD�VFHOWD�GL�YLWD7(1'(1=(�02'(51(����

di Barbara Peressoni

$�1DWDOH�VLDPR�WXWWL�SL��EXRQLdi Elisabetta Blarasin

L’aiuto che non risolve i problemi dei paesi del Terzo Mondo

Fatto il pieno di spirito natalizio: panettoni, regali, parenti e Bontà. Quasi quanto Babbo Natale, tutti quanti siamo stati bombardati di

ELJOLHWWL� G¶DXJXUL� PDQGDWL� GD� DVVRFLD]LRQL� EHQH¿FKH�che chiedono di ricordare anche i meno fortunati tra l’abbondanza delle feste. Nel fare un giro in centro ci si è imbattuti in banchetti di equosolidale o nelle pigotte UNICEF e più di qualcuno avrà pensato di fare un re-galo che fosse anche una donazione. Pieni di spirito di condivisione e volontà di aiutare abbiamo dato i nostri VROGL�SHU�¿QDQ]LDUH�SURJHWWL�GL�VRVWHJQR�DL�PHQR�IRUWX-nati. Ma che tipo di aiuto viene offerto loro?

Il sostegno è rivolto ai Paesi in via di sviluppo perché diventino Paesi sviluppati. In altre parole si promuove la loro occidentalizzazione.

Nell’ideare e attuare progetti umanitari raramente i cosiddetti benefattori si prendono il tempo per valutare quale sia il benessere che i Paesi da aiutare cercano. Viene dato per scontato che basti fornire loro i mezzi per uno sviluppo «all’occidentale» per tirarli fuori dai SUREOHPL��3DUWRQR�FRVu�L�ODYRUL�SHU�FRVWUXLUH�XQD�QXRYD�VFXROD� LQ�%XUXQGL�� XQ� EHOO¶HGL¿FLR� VROLGR�� GL�PDWWRQL�UHVLVWHQWL��SRFR�LPSRUWD�VH� Ou�FL�VRQR�PLQLPR�����&�H�i fondi di certo non bastano per un impianto di clima-tizzazione. Basiti e attoniti, i volontari non riescono a spiegarsi perché la scuola che hanno donato venga la-sciata vuota e ad essa si continui a preferire una capan-QD�GL�IDQJR�H�SDJOLD��/D�ULVSRVWD�q�FRVu�VHPSOLFH��O¶DLXWR�non può essere calato dall’alto in una realtà sconosciuta ma deve essere consapevole e frutto di una collabora-

zione.7URSSR�VSHVVR�JOL�DWWRUL�GHO�VRVWHJQR�XPDQLWDULR�UL¿XWDQR�

a priori l’idea di co-sviluppo ritenendosi già in possesso di tutte le caratteristiche necessarie al benessere e non dovendo imparare nulla, tanto meno da chi non è sviluppato.

Partendo da tale premessa prendono il via la maggior parte dei progetti di associazioni e fondazioni locali o internazio-nali che, benché ci provino da sempre, non riescono mai a rendere quei Paesi da aiutare Paesi sviluppati.

La cronicizzazione di una realtà divisa tra ricchi e pove-ri del mondo è innegabile. La causa sta nell’atteggiamento assunto dai primi verso i secondi. I fondi vengono investi LQ�SURJHWWL�FRQGL]LRQDWL�H�LO�SRSROR�LQ�GLI¿FROWj�QRQ�QH�SXz�disporre come meglio crede. E’ infatti troppo arretrato pure per capire quali sono i problemi principali della realtà in cui da sempre vive e con cui ogni giorno si fronteggia.

Lo spirito umanitario dei potenti del mondo cala su questa realtà e con la sua grande mano la spazza via per fornire un modello che troppo spesso, per non dire sempre, risulta in-compatibile con le esigenze del luogo.

Invece di prendere per mano lo sfortunato e andare insieme verso la serenità, i potenti si riuniscono e come il Leviatano controllano e limitano la libertà per favorire il loro progetto. Sembra che scontrarsi con la mal riuscita dei loro progetti che non risolvono o aggravano la situazione non basti a fargli IDUH�XQ�HVDPH�GL�FRVFLHQ]D��D�ULÀHWWHUH�VX�TXDOL�DOWUL�PRGL�FL�siano per collaborare e non spingere a forza allo sviluppo dei Paesi più disagiati.

Noi diamo i soldi, i «benefattori» fanno buchi nell’acqua, i poveri rimangono poveri. E intanto ci arrivano i biglietti di Natale.

Page 14: Sconfinare #32

6FRQ¿QDUH���6WLOH�/LEHUR Febbraio 201214

A: Buongiorno e benvenuti a “2012 –

Uno spasso con la tua famiglia!”. In

TXHVWR�SURJUDPPD�ULVSRQGHUHPR�¿QDOPHQ-

te alla domanda che da tempo ci attanaglia.

La psicosi della Fine del Mondo è fondata?

B: Nel 2012 verremo tutti brutalmente an-

nichiliti? Tra un anno (ormai meno) l’Apo-

calisse, o forse no? Se trovate questo show

offensivo per la morale e derisorio per il

destino delle persone, è chiaro che non ave-

te mai visto Uomini e Donne!

A: E se i Maya avessero ragione? E se la

Terra si fermasse? E se mia nonna avesse

avuto le ruote? Adesso sarebbe un’impresa

di trasporti (è la mia risposta)! Bene, 2012.

2OWUH�DG�HVVHUH�LO�WLWROR�GL�XQR�VFDGHQWH�¿OP�FDWDVWUR¿FR� DPHULFDQR�� q� DQFKH� O¶DQQR� � LQ�cui a quanto pare tutto ciò che conosciamo,

tutto ciò che amiamo, ma anche tutto ciò che

detestiamo dal profondo del cuore (come le

]DQ]DUH�DG�HVHPSLR���¿QLUj��B: Questo l’avrebbero predetto i Maya.

Uso il condizionale perché non l’avrei mai

saputo se non me l’avesse detto Voyager.

Un popolo conosciuto per la sua innata gen-

tilezza, spesso dimostrata dal modo in cui

strappavano il cuore ai prigionieri ancora

vivi. Detto ciò, mi piacerebbe aggiungere

che secondo l’astrologia cinese, a Febbra-

io inizia l’anno del Drago, caratterizzato da

cambiamenti repentini e sconvolgenti, nean-

che si fossero messi d’accordo.

A: Il 21 dicembre 2012 termina il calenda-

rio Maya, ma notizie più allarmanti vengono

dal nostro paese. Per quella data Trenitalia

indice uno sciopero generale tanto per sem-

SOL¿FDUH�OD�FRVD�B: Abbiamo esempi di gente che ha abban-

donato casa, lavoro e famiglia per vivere in

solitudine sui monti. Un’ ottima scelta con-

siderato che potrebbe non succedere niente e

che poi vostra moglie vi picchierebbe!

A: C’è poi chi ritiene che sia la data scel-

ta dagli alieni per invadere la Terra. Signi-

¿FKHUHEEH� FKH� QRQ� DYUHEEHUR� YHUDPHQWH�nient’altro da fare e, visti i problemi che

questo pianeta ha, ci perderebbero loro!

B: E se fosse tutta una montatura per far

soldi? Che 8000 talk show sulla cosa, 500

con sedicenti esperti e tante riviste sulla

Fine in vendita ne siano un segno? Ma non

soffermiamoci sull’argomento, per questo

genere di informazioni potete comprare il

nostro libro in ogni edicola a soli 9,99€!

A: Passiamo alle domande da casa.

'20$1'$����&RVD� VXFFHGHUj� DOOD� ¿QH�

del Calendario?

A: Cosa vuoi che succeda? Si stacca il fo-

glietto e si passa al giorno dopo! Non lascia-

WHYL�LQÀXHQ]DUH�GDL�YLGHR�PDOIDWWL�VX�<RXWX-

EH��6R�FKH�OD�JHQWH�q�JLj�DQGDWD�LQ�SDUD�HG�q�JLj�DQGDWD�D�YLYHUH�LQ�DVFHVL�VXOO¶+LPDOD\D��ma cerchiamo di restare calmi!

'20$1'$����6H�LO�PRQGR�¿QLVFH��DYUj�avuto senso aver perso tempo a studiare

DQQL�H�DQQL�DO�OLFHR�H�DOO¶XQLYHUVLWj"B: Domanda sensata in effetti...

A: Quello che mi chiedo dall’asilo! Co-

munque se lasciare casa e lavoro per costru-

irsi un bunker antiatomico è solo una scusa

per non studiare, vergognati e torna sui libri!

DOMANDA 3: Come moriremo? Aste-

roidi? Maremoti? Epidemie?

B: Maremoti? Non hai mai visto l’acqua

alta di Venezia! E poi cos’è tutta questa fret-

ta di andare nel mondo dei più?

DOMANDA 4: Come posso usare questo

presente momento per diventare la personi-

¿FD]LRQH�GHOOD�SL��JUDQGH�YHUVLRQH�GHOOD�SL��grande visione che abbia mai avuto su me

stesso?

%�� (K"� 0L� SUHRFFXSHUHL� GL� SL�� VH� DYUj�senso comprare i regali di Natale!

A: Sembra più una domanda che ti fanno

su quei volantini che ti lasciano con scritto

³,O�PRQGR�VWD�SHU�¿QLUH��SHQWLWL´�%��&KLVVj�FRVD�VFULYHUDQQR�VH�¿QLVFH�GDY-

vero... non avranno più niente di cui parlare!

L’ANNO DEL DRAGO come confondersi le idee

di Luca Marinaro

Si dice che fosse scoppiata in tempi

non sospetti, e che ci si sia accorti

di esservi dentro solo quando gli ef-

IHWWL�GLYHQWDURQR�GHYDVWDQWL��6L�GLFH�FKH�JLj�parole come lotta al terrorismo, interventi

umanitari armati e azioni militari preventive

celassero l’effettivo svolgersi di una terza

guerra mondiale, che seguisse però schemi

diversi dal modo classico di farsi la guerra

in termini globali –nessuna dichiarazione

scritta o alleanze dai nomi altisonanti in-

somma- . Tuttavia l’innesco effettivo derivò

da una parola che rappresenta invece una

FRVWDQWH�WUD�OH�FDXVH�GL�FRQÀLWWL�SDVVDWL��&UL-si economica.

D’altronde, belligerare per risolvere re-

cessioni ha sempre funzionato in passato, il

boom successivo è assicurato. Quanto è dol-

FH�LO�³SLDFHU�¿JOLR�GL�DIIDQQR´��QRQ�F¶q�IHOL-FLWj�VH�QRQ�GRSR�LO�GRORUH�VFULYHYD�/HRSDUGL��è di questa natura la condizione umana. E

allora la guerra diventa essenziale, fonda-

PHQWDOH�PRWRUH�GHOOD�VWRULD��GLUHEEH�+HJHO��O forse no?

Forse c’è soltanto qualcuno molto in alto

che non riesce a disintossicarsi dalla ma-

nia dei giochi di ruolo. Forse l’insaziabile

LQJRUGLJLD� XPDQD� YD� EHQ� DO� GL� Oj� GHO� VDQR�buon senso.

Sta di fatto che scoppiò. Si accese nel

mezzo di una Weimar mondiale, ma la crisi

non era solo economica.

La globalizzazione aveva portato con sé

WDQWL�EHQH¿FL�TXDQWL�GDQQL��HUDQR�QDWL�QXRYL�movimenti nazionalisti, più si veniva a con-

tatto con nuove culture tanto più era lontana

l’integrazione. La gente aveva paura, quel

genere di paura alimentata dai mass media,

miccia per il disastro.

Inoltre, nel Vicino Oriente erano avvenu-

ti cambiamenti epocali: le dittature a lungo

amiche dell’occidente avevano lasciato il

posto a processi di democratizzazione, che

VLJQL¿FDYDQR�SL�� VSD]LR�DL� IRQGDPHQWDOLVWL���Passarono degli anni di tensione profonda,

tra minacce atomiche iraniane e il rischio di

un attacco preventivo israeliano.

E poi la miccia fu accesa: la Palestina fu

riconosciuta dall’ Assemblea Generale delle

Nazioni Unite, Israele rispose invadendo la

&LVJLRUGDQLD��+DPDV�SURFODPz�OD�TXDUWD�,Q-

tifada, ma questa volta non rimase sola. Si

unirono Egitto, Tunisia, Siria,Turchia, Iraq,

Pakistan, e naturalmente l’Iran. Qatar ed

Emirati rimasero neutrali. A questo punto gli

Stati Uniti comandarono un intervento NATO

per richiamare l’ordine. Fu la nuova scintilla:

Russia e Cina gridarono all’ennesima azione

imperialista americana, sostenuti da India e

Venezuela.

Nel frattempo all’interno del blocco oc-

cidentale cominciavano a crearsi crepe: la

Francia denunciava il comportamento di Isra-

ele e si batteva contro l’intervento. Dall’altra

parte la Germania le ricordava che un grande

sconvolgimento mondiale poteva essere l’u-

nica via d’uscita dal grande buco nero che

stava risucchiando l’Europa, infatti gli USA

promettevano porzioni di territori e risorse

alla luce delle nuove invasioni.

Poi un’altra crisi sconvolse il Medio Orien-

te: la guerra civile in Arabia Saudita. Il po-

polo sosteneva la Palestina, ma i regnanti

continuavano a fornire basi militari agli Stati

Uniti. Tuttavia la rivolta non poté essere re-

pressa. L’occidente tremò come non mai.

In una conferenza a porte chiuse a Doha,

nemici e amici si accordarono sull’uso dell’a-

DAI POSTERI L’ARDUA SENTENZA

LA TERZA

GUERRA MONDIALE:

di Giulia Daga

A: In tal caso il problema non si pone!

B: Possiamo anche dire che molte persone

WLIDQR�SHU� L�0D\D��XQD�V¿O]D�GL�PLVDQWURSL�non vede l’ora di sedersi con i pop corn e di

godersi lo spettacolo!

A: In ogni caso fonti autorevoli, quali mia

madre, hanno dichiarato “La cosa non mi

preoccupa per niente, adesso mangia!”.

'20$1'$� ���+D� XQ� VHQVR� TXHOOR� FKH�facciamo?

A: Non per rispondere con spietato cini-

VPR�� PD� WXWWR� TXHOOR� FKH� IDFFLDPR� LQ¿QH�non ha senso, è solo un passatempo.

B: Consideri le guerre un passatempo?

A: Suvvia, stiamo parlando di cose serie

adesso!

B: Prima di chiudere, la mia domanda è:

secondo voi, nell’Universo più vasto, sper-

duto, incommensurabilmente (bella parola

eh?) enorme tra tutti i pianeti che ci possono

HVVHUH«�SURSULR�LO�QRVWUR�GHYH�¿QLUH"A: Siamo convinti che se le cose devo-

no andare davvero male, allora di sicuro il

0RQGR�FRQWLQXHUj���EXRQD�VHUDWD�

Le vacanze sembrano ormai così lon-

tane da poterci mandare una cartolina

e gli esami così vicini da pestarci i piedi.

Quale miglior modo per passare una serata

tranquilla e divertente di una partita a Jenga

con gli amici? Il bello della ricetta che state

per leggere è che non serve il Jenga, basta il

Risiko! No, non stiamo cucinando dei gio-

chi da tavolo, ma un Jenga di pancetta! Mi

seguite? Costruiremo una bella torre stile

Jenga con la pancetta! Per la cronaca: non

è carino farla se ci sono anche commensali

vegetariani. Per dell’altra cronaca: se il no-

stro corpo fosse un tempio non dovremmo

mangiare altro che candele!

Mettendoci all’opera, tagliamo la nostra

pancetta a strisce grosse, come dei paralle-

lepipedi per capirsi. Versiamo dell’olio in

una padella e ci adagiamo amorevolmente

OD�SDQFHWWD��/DVFLDPR�VIULJRODUH�¿QR�D�IDU-la cuocere come più piace. C’è chi la ama

croccante quasi carbonizzata e chi la prefe-

risce morbida: fate voi.

Ovviamente per fare un bel Jenga alto e

impressionante i pezzi vanno grossi, dando

FRVu�VWDELOLWj�DOOD�FRVWUX]LRQH�Ci dovremo cimentare nel prendere i pez-

zi di pancetta uno ad uno e «montarli» per

fare una bella torre, il più alta possibile.

L’importante è che i vostri ospiti non stiano

FRVu� WDQWR�DOOR� VFKHU]R�GD�XQL¿FDUH� OH� ORUR�torri, mettendosi a giocare con la cena.

Soddisfatti del vostro nuovo gioco da ta-

vola?

@sticocci se volete reclamare su Twitter!

CUCINA PER

UNIVERSITARI:

APRO IL FRIGO E

GIOCO A JENGA

di Daniele Cozzi

tomica: nessuno voleva la distruzione

completa del mondo, si trattava solo di

ridistribuire le ricchezze. Ma questa volta

non sarebbe andata come al solito, nessuno

ad est di Ankara avrebbe accettato un com-

promesso se non fossero cambiati i rappor-

WL�GL�IRU]D�H�OH�VWUXWWXUH�GRPLQDQWL��2�OD�¿QH�del capitalismo o la morte. O forse invece

andò proprio come al solito, qualcuno si

sarebbe arreso di fronte al luccicante mi-

raggio di promettenti vantaggi economici,

così che l’unico valido risultato della guer-

ra sarebbero stati milioni di morti, senza

che il mondo cambiasse di una virgola.

Nessuna rivoluzione sostanziale quindi,

ma tante cose da ricostruire: nuovi investi-

menti, nuove speculazioni, nuovi posti di

lavoro, mutui e prestiti dati come caramel-

OH��XQD�JLRLD�FKH�VROR�OD�¿QH�GL�XQ�WHPSR-

rale può generare, una leggera pace appa-

UHQWH�GD�IDU�GXUDUH�¿QR�DOOD�SURVVLPD�FULVL�

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Page 15: Sconfinare #32

6'6�-DQH]D�-DQãH��NL�MH�Y�SROLWLNL�åH�YHþ�kot 20 let; v prvi slovenski vladi je bil mi-

nister za obrambo, je volitve izgubil. Vse

DQNHWH�MDYQHJD�PQHQMD�YVHK�REVWRMHþLK�inštitucij so kazale njegovo zmago in to ne

za las. Ampak ankete niso volilne napovedi,

WHPYHþ�PHULWYH�VWDQMD��äXSDQ�/MXEOMDQH�MH�dosegel 29% glasov, Janša pa 26%. Analiti-

ki pravijo, da so Janšo zmage stale njegove

�QHSRSROQH��QHSUHPLþQLQVNH�SRJRGEH��NL�MLK�MH�REMDYLO�QD�VYRMHP�IDFHERRN�SUR¿OX��WHU�RGORþLWHY�]D�QDVWRS�QD�PDQMãL�NRPHUFLDO-ni televiziji 2 dni pred volitvami oz. nekaj

XU�SUHG�]DþHWNRP�YROLOQHJD�PROND�LQ�QH�QD�nacionalni televiziji z ostalimi predsedniki

strank. Spet drugi pravijo, da se je na vo-

OLWYDK�RGORþDOR�]D�-DQãR�DOL�SURWL�QMHPX��6WURNRYQMDNX��LQWHOLJHQWQHPX�þORYHNX�LQ�SROLWLNX�]�GROJR�SROLWLþQR�NLORPHWULQR�QHND-WHUL�NRW�QDMYHþMR�QDSDNR�SULSLVXMHMR�FLQL]HP��0RJRþH�SD�VH�MH�QDURG�WDNR�RGORþLO�LQ�SRWUGLO�WH]R��VLFHU�]�REþXWQLP�þDVRYQLP�]DPLNRP��enega izmed bivših slovenskih politikov: en

mandat v parlamentu je malo, dva sta ve-

OLNR��WULMH�VR�SUHYHþ��=D�UD]OLNR�RG�-DQNRYLüD�VR�QMHJRYH�L]MDYH�LQ�VWDOLãþD�Y�SUHGYROLOQLK�VRRþHQMLK�GHORYDOD�]HOR�UHDOLVWLþQR��NDU�Y�WHK�þDVLK�SRPHQL�SHVLPLVWLþQR��9HGQR�ODKNR�SRVWUHåH�V�VWDWLVWLNR��LQIRUPDFLMDPL��MH�KOD-GHQ��QH�NDåH�HPRFLM��/MXGMH�QH�VOLãLMR�UDGL��GD�ER�WUHED�YDUþHYDWL��]DWHJRYDWL�SDVRYH��L]YHVWL�QXMQH�UHIRUPH�LQ�PRJRþH�XåLYDWL�ãH�VODEãL�PDWHULDOQL�SRORåDM�RG�REVWRMHþHJD�

V parlament so se uvrstili še Desus –

stranka upokojencev, ki je dobila 7% gla-

sov. V Sloveniji je 550.000 upokojencev,

populacija Slovenije je 2.055.214 ljudi,

SRYSUHþQD�QHWR�SODþD�MH�����HXU��SRYSUHþQD�SRNRMQLQD�MH�����HXU��SRYSUHþQD�VWDURVW����

Turisti v Makedoniji.

let, brezposelnost 11%.

6ORYHQVND�/MXGVND�VWUDQND�6/6��NL�LPD�VYRMH�SRGSRUQLNH�SUHGYVHP�QD�SRGHåHOMX�goji konservativne vrednote. Njeni resorji

so predvsem za kmetijstvo, okolje, promet.

=�L]LGRP�VR�]DGRYROMQL�WXGL�Y�VWUDQNL��NL�MH�v prejšnjem sklicu ostala izven parlamenta.

1RYD�6ORYHQLMD�±�NUãþDQVND�OMXGVND�VWUDQ-

ka je dobila 4,8% glasov, kar predstavlja

��SRVODQFH�Y����þODQVNHP�SDUODPHQWX��.UãþDQVND�GHPRNUDFLMD��NL�QD�HYURSVNHP�nivoju predstavlja velik del v zakonodajnem

WHOHVX��MH�Y�6ORYHQLML�SRGSRYSUHþQR�]DVWR-

pana. S te stranke prihaja zdajšnji evropo-

slanec in predsednik prve slovenske vlade

/RM]H�3HWHUOH�Ne smemo pozabiti na dveh »eksotov«

v parlamentu: predstavnika italijanske in

PDGåDUVNH�QDURGQH�VNXSQRVWL��3UDYLORPD�VWD�QD�REUREMX�SROLWLþQHJD�GRJDMDQMD��KRGL-WD�Y�VOXåER��YHGQR�VRGHOXMHWD�V�NRDOLFLMR�LQ�VWD�NRQVWUXNWLYQD��9�6ORYHQLML�åLYL�FFD�������,WDOLMDQRY�Y�3ULPRUMX�LQ������0DGåDURY�Y�3UHNPXUMX��QD�OHYL�VWUDQL�UHNH�0XUH��NL�MH�delila Avstrijo in Ogrsko do konca 1. sv.

YRMQH��3UHNPXUMH�QD�]HPOMHYLGX�SUHGVWDYOMD�glavo slovenske kokoši.

6SHW�N�-DQNRYLüX��SRXGDUMD�WLPVNR�GHOR��VRGHORYDQMH��MH�RGOLþQL�PRWLYDWRU��9�HNLSL�ima veliko doktorjev znanosti, strokovnja-

NRY��SRGMHWQLNRY��1MHJRYD�PUHåD�QL�VDPR�Y�/MXEOMDQL��NRW�VH�PX�MH�QD�]DþHWNX�RþLWDOR��ampak je razpredena po celi Sloveniji. Tako

NRW�VR�]�QMHJRYH�VWUDQNH�åH�Y�PHVWQHP�VYH-tu, tako bodo tudi v parlamentu – športniki

QDPUHþ��NXOWXUQLNL��%LO�MH�SUHGVHGQLN�5RNR-

PHWQH�]YH]H�6ORYHQLMH��Y�/MXEOMDQL�MH�SR-

stavil moderni štadion in športno dvorano,

LPD�VNUDWND�SR]LWLYHQ�RGQRV�GR�ãSRUWD��%LYãL�ãSRUWQLNL�SULQDãDMR�SDUODPHQWX�RGOLþQR�NRQ-

GLFLMR�]D��QDSRUQR�GHOR��9HþNUDW�MH�SRXGDUMDO�

QMHJRY�DQJDåPD�]D�EROMãH�LQ�OHSãH�åLYOMHQMH�ljudi, za socialo, gospodarsko rast in pravno

GUåDYR��/H�WD�IXQNFLRQLUD�]HOR�SRþDVL�LQ�QHXþLQNRYLWR��ª9UQLPR�QDVPHK�QD�REUD]�ljudi« je njegova predvolilna parola, ki jo v

WHK�þDVLK�YVL�UDGL�VOLãLPR���»Danes so dovoljene sanje, jutri je

QRY�GDQ©��MH�ELO�UHDOLVWLþHQ�SUHGVHGQLN�SUHGVHGVWYD�0LODQ�.XþDQ�QD�SURVODYL�ob osamosvojitvi Slovenije junija 1991.

5D]JODVLOL�VPR�ODVWQR�GUåDYR��Y�QDVOHGQMLK�GQHK�SD�VPR�YVH�PRUDOL�]DþHWL�]�QLþOH��RG�]DþHWND��9�QHNDM�GQHYQLK�ERMLK�]�MXJRVOR-

vansko narodno armado je umrlo 19 Slo-

vencev, 45 iz drugih republik Jugoslavije.

3UHGVHGQLN�7�UN�MH�GDQ�SR�YROLWYDK�RFH-nil resnost situacije v kateri je Slovenija:

ª9þHUDM�VR�ELOH�GRYROMHQH�VDQMH��9ODGR�SR-

trebujemo jutri«. Mandat za sestavo vlade je

GDO�=RUDQX�-DQNRYLüX�=JRGER�=RUDQD�-DQNRYLüD�Y�VORYHQVNL�QD-

FLRQDOQL�SROLWLNL�EL�ODKNR�R]QDþLOL�NRW�YHQL��vidi, vici. Suvereno, po drugi strani pa s

SUHVHQHWOMLYR�]PDJR��0LUDQ�$OLãLþ��NRPHQ-

WDWRU�IRUPXOH�MH�WR�SUHVHQHþHQMH�LQ�VHQ]DFLMR�primerjal z zmago Nigela Manslla s Ferra-

ULMHP�OHWD������Y�5LR�GH�-DQHLUR�QD�XYRGQL�tekmi nove sezone. Vlada, ki se trenutno

formira bo prva v zgodovini Slovenije, ki

ER�PRUDOD�LWL�þH]�LGHRORãNH�GHOLWYH�OHYR�desno in delati predvsem na programu. Ve-

OLND�NRDOLFLMD�REHK�QDMYHþMLK�VWUDQN�QH�SULGH�Y�SRãWHY��9�QDVOHGQMLK�GQHK�ERPR�SULþD�ãH�intenzivnejšim pogajanjem in usklaje-

vanjem. Sestavljanje koalicij bo trajalo kar

QHNDM�þDVD�YHþ�NRW�QD�+UYDãNHP��NMHU�åH�imajo levosredinsko koalicijo pod vodst-

YRP�=RUDQD�0LODQRYLüD��6�WHP�ER�=RUDQ�JRWRYR�GREUR�VRGHORYDO��WDNR�NRW�MH�3DKRU�imel prijateljske odnose z Jadranko Kosor.

=D�OMXEOMDQVNHJD�åXSDQD�MH�QD�QHNDWHULK�YROLãþLK�Y�JODYQHP�PHVWX�YROLOR�NDU�����XSUDYLþHQFHY��.�WDNR�YLVRNL�ãWHYLONL�VR�SUL-

pomogli priseljenci iz bivših Jugoslovanskih

republik. Nekateri trdijo, da so se le-ti pred

volitvami organizirali, klicali med seboj in

QDJRYDUMDOL��QDM�YROLMR�-DQNRYLüD��1HNDWHUL�SRURþDMR�FHOR�R�XVWUDKRYDQMLK��GD�ERGR�L]JX-

ELOL�VOXåER�LQ�GUåDYOMDQVWYR��þH�QH�ERGR�YR-

OLOL�-DQNRYLüD��/H�WHK�ªQRYLK�GUåDYOMDQRY©�(cca. 200.000 po letu 91’) predvolilne ra-

]LVNDYH�RþLWQR�QLVR�]DMHOH��]DWR�UD]LVNRYDOFL�razmišljajo o uvedbi rubrike »narodnost«

Y�SULKRGQMLK�UD]LVNDYDK��-DQNRYLüHY�RþH�MH�ELO�6UE��Y�6UELML�MH�WXGL�SUHåLYHO�GHO�RWURãWYD��mama je Slovenka. Njegovi dobri odnosi do

6UERY�VH�NDåHMR�WXGL�SUL�SRGSRUL�JUDGQMH�SUD-YRVODYQHJD�FHQWUD�Y�/MXEOMDQL��%RãQMDNRP�priznava pravico in jim pomaga pri gradnji

PRãHMH�LQ�LVODPVNHJD�FHQWUD�Y�/MXEOMDQL��.DNR�ERVWD�VRREVWDMDOD�-DQNRYLüHY�RSHUD-

WLYQL��PHQHGåHUVNL�SULVWRS��]DGROåHYDQMH�LQ�kot pravijo njegovi nasprotniki avtoritaren

QDþLQ�YODGDQMD��SRGSRUD�VRFLDOQL�SROLWLNL�]�na drugi strani parlamentarno demokracijo,

XVNODMHYDQML��YDUþHYDQMHP��]DGROåHQRVWMR�GUåDYH�LQ�UHIRUPDPL�ER�SRND]DO�þDV��3R�QRYHP�OHWX��NR�VR�VH�JODYH�RG�VLOYH-

strovanja streznile (in ko so se slovenski

ãWXGHQWL�YUQLOL�]�%HRJUDGD��%UDWLVODYH�LQ�GUXJLK�SUHVWROQLF��NMHU�VR�PQRåLþQR�VLOYH-strovali) se nadaljuje koalicijsko usklaje-

YDQMH��3UYL�REULVL�VH�åH�NDåHMR��WXML�¿QDQþQL�trgi Slovenijo k temu silijo. Gotovo to ne

ER�YODGD�SDQHP�HW�FLUFHQVHV�SROLWLN��WHPYHþ�XSDPR�VL�WUGLWL�XþLQNRYLWD�YODGD��NL�ER�L]YD-jala reforme (tako visokih cen bencina kot

Y�,WDOLML�YHQGDUOH�QH�JUH�SULþDNRYDWL���NL�ER�SUHVHJOD�SDUFLDOQH�LQWHUHVH�LQ�]GUXåLOD�SROLWL-NH�V�FHORWQHJD�SROLWLþQHJD�VSHNWUD�Y�HQRWQR-

VWL�NDNUãQD�MH�ELOD�]QDþLOQD�SUL�RVDPRVYRMLWYL�6ORYHQLMH�OHWD������Y�GHOX�]D�GROJRURþQR�dobrobit Slovenije.

6NRSMH�±�WXULVWLþQD�GHVWLQDFLMD�SULKRGQRVWL"

Parlamentarne volitve v SlovenijiNadaljuevanje s I. strani

Kdo bi pomislil na Skopje in Makedoni-

MR�NRW�QD�WXULVWLþQR�GHVWLQDFLMR"�0RUGD�OH�PDORNGR��D�]DJRWRYR�YHþ�NDNRU�EL�VL�PLVOL-li. Med tistimi, ki so obiskali Makedonijo;

NGR�MR�MH�YNOMXþLO�Y�SRSRWRYDQMH�SR�%DONDQX�kot prehodno destinacijo in kdo jo je izbral

NRW�FLOM�VYRMHJD�SRWRYDQMD"�=DQLPDOR�EL�PH�zbrati podatke in izvesti ustrezno raziskavo.

No, do takrat pa se bom omejila le na podat-

ke, ki jih imam na voljo.

9�)OLS�+RVWOX�Y�6NRSMX��PHG�SRGDOMãDQLP�vikendom 8. decembra, sta bili nastanje-

QL�LWDOLMDQNL��DQJOHåD�LQ�DPHULþDQ��.DNR�smešno: pet turistov v Skopju decembra, to

VH�PL�MH�]GHOR�åH�VNRUDM�SUHYHþ��/H�NDM�VR�YVL�WDNUDW�SRþHOL�Y�6NRSMX"�3R�SRGDWNLK�0DNHGRQVNHJD�QDFLRQDOQHJD�

inštituta za statistiko, se je februarja 2011

ãWHYLOR�WXULVWRY�SRYHþDOR�]D������JOHGH�QD�isti mesec prejšnjega leta, s 6,7% upadom

GRPDþHJD�WXUL]PD�Y�SULPHUMDYL�V�������UDVWMR�WXUL]PD�WXMLK�JRVWRY��0HG�QHNDM�YHþ�kot 27 000 registriranimi turisti februarja

������MH�ELOR�����WXMLK��1D�åDORVW�VWDWLVWLNH�V�VSOHWQH�VWUDQL�LQãWLWXWD�QLVR�QDMEROM�VYHåH��YHQGDU�VH�WUHQG�QDUDãþDQMD�WXUL]PD�WXMLK�JRVWRY�RSDåD�WXGL�Y�SUHWHNOLK�OHWLK��,]�VWD-WLVWLNH��L]YHGHQH�IHEUXDUMD�������R�GUåDYDK�

iz katerih prihajajo turisti, je razvidno, da se

='$�QDKDMDMR�QD�GHVHWHP�PHVWX��VOHGL�,WDOL-MD�QD�HQDMVWHP�LQ�9HOLND�%ULWDQLMD�QD�WULQDM-stem mestu.

$PHULþDQ��NL�VH�MH�QDKDMDO�Y�)OLS�+R-

VWOX��MH�ELO�åH�UHGHQ�JRVW��3R�SRNOLFX�MH�ELO�JDPEOHU��KD]DUGQL�LJUDOHF��=DGRVWRYDO�PX�MH�OH�UDþXQDOQLN�LQ�ODKNR�MH�åLYHO�NMHUNROL��2N��$PSDN�]DNDM�UDYQR�6NRSMH"�2þLWQR�je bil zaljubljen v makedonko. Eden od

REHK�DQJOHåHY�MH�ELO�QD�SRWRYDQMX�SR�

(YURSL��GUXJL�SD�WXGL��3UYL�MH�SURGDO�VYRMR�dejavnost, da je lahko potoval. Ukvarjal

se je z oglaševanjem hiš za prodajo. Drugi

je bil vojak v Afganistanu na dopustu: po

SUHQRþLWYL�Y�6NRSMX�QDM�EL�WDNRM�RGSRWRYDO�na Kosovo. Obe italijanki sta izbrali Skop-

je kot cilj svojega potovanja, ker sta našli

poceni let iz Trevisa, najcenejšega, ki je bil

na voljo za tiste tri dni podaljšanega konca

tedna.

$�QLVWD�ELOL�HGLQL��3REUVNDMWH�PHG�YDãLPL�

prijatelji na Facebooku in našli boste še

koga, ki si je izbral kot destinacijo svojih

SRþLWQLF�6NRSMH�OH�]DWR��NHU�MH�WDNR�SRFH-ni. Na vprašanje “kaj je lepega za videti

Y�6NRSMX´�QL�ODKNR�RGJRYRULWL��/DKNR�VL�RJOHGDPR�WUGQMDYR��PRãHMH��XOLþLFH�VWDUH-ga otomanskega mesta in veliko zgradb v

prenovi.

0HVWR�MH�Y�UHVQLFL�HQR�VDPR�JUDGELãþH��Šestega januarja so otvorili Slavolok “Ma-

kedonija”, ki prikazuje prizore iz make-

GRQVNH�]JRGRYLQH�LQ�WUDGLFLMH��Y�þDVW�����REOHWQLFL�VDPRVWRMQRVWL�GUåDYH��8PHWQLFD�Valentina Stevanovska je avtorica slavolo-

ND��SD�WXGL�VSRPHQLND�³%RMHYQLN�QD�NRQMX´��NL�MH�SRVWDYOMHQ�SUDY�Y�VUFH�PHVWD��3RVWDYL-tev teh spomenikov je del kontroverznega

projekta Makedonija 2014, ki predvideva

postavitev 35 kipov v centru Skopja (da bi

si ustvarili predstavo o obsegu projekta,

poglejte na: http://www.youtube.com/

ZDWFK"Y ]$B&H/(GB�N��Vendar makedonska vlada ni edina, ki

XSD�Y�QDUDãþDQMH�RELVND�GUåDYH��/DVWQLN�)OLS�+RVWOD��IDQW��DOEDQVNH�QDURGQRVWL��QD-merava prodati hišo, kjer so sedaj nastanje-

ni njegovi gostje in si kupiti nove prostore s

���OHåLãþL��ýH�VWH�SULSUDYOMHQL�VSUHMHWL�L]]LY��odletite pogledati kaj se dogaja v Makedo-

niji.

3UHYHGOD�9DOHQWLQD�$JRVWLQL�3UHJHOM

je Margherita Gianessi

6FRQ¿QDUHFebruar 2012 II

Page 16: Sconfinare #32

Številka 31- Februar 2012Glavni Urednik: DaviDe Lessi

ZZZ�VFRQ¿QDUH�QHWUHGD]LRQH#VFRQ¿QDUH�QHW

je Ambro! Vuga

VODGD�%RUXWD�3DKRUMD�MH�NRQþDOD�mandat 2008 – 2011. Po ocenah

nekaterih analitikov so 4.12.2011 bile

najpomembnejše volitve po osamosvojitvi

Slovenije pred 20 leti in so prinesle veliko

SUHVHQHþHQMH�Borut Pahor, doma iz Šempetra pri Go-

rici, predsednik Socialnih demokratov SD,

reformirane moderne stranke, ki izhaja iz

NRPXQLVWLþQH�VWUDQNH��MH�OHWD������VHVWDYLO�levo-sredinsko vlado. Mandat so zaznamo-

vale mnoge afere njegovih koalicijskih part-

nerjev. To so tvorili Liberalna demokracija

Slovenije LDS, stranke, ki je imela vodil-

QR�YORJR�Y�GUåDYL�GR�������ýODQ�WH�VWUDQ-

ke je bil bivši predsednik Janez Drnovšek.

Koalicijo so sestavljali še stranka Zares,

ki je nastala z odcepitvijo od LDS in De-

sus – stranka upokojencev. Prve tri stranke

VR�QHNDWHUL�]�GUXJHJD�SROLWLþQHJD�SROD���Y�opoziciji: Slovenska demokratska stranka

SDS Janeza Janše, ki je bil mandatar v le-

tih 2004-2008, Slovenska ljudska stranka

SLS in Slovenska nacionalna stranka SNS)

QHJDWLYQR�R]QDþHYDOL�WXGL�ªWUDQ]LFLMVNL�WURMþHN©��9VH�WUL�VWUDQNH�VR�UHIRUPLUDQH�R]��QRYH�LGHMQR�SD�R]��NDGURYVNR�þUSDMR�L]�ELYãHJD�NRPXQLVWLþQHJD�UHåLPD�6ORYHQVNL�SROLWLþQL�SURVWRU�VH�GHOL�QD�OHYR�

LQ�GHVQR��QDãH�LQ�YDãH��QLKþH�SD�QH�YH�WRþQR��NMH�MH�PHMD��5DMH�VH�SRVOXåXMHPR�L]UD]RY�leva sredina oz. desna sredina. Bolj levo so

te stranke, ki priznavajo partizane kot he-

roje, ne priznavajo oz. le delno medvojne

LQ�SRYRMQH�NRPXQLVWLþQH�SRERMH�GRPREUDQ-

FHY��6YRMH�NRUHQLQH�LPDMR�Y�NRPXQLVWLþQHP�VLVWHPX�LQ�SDUWLML��%ROM�GHVQH�VR�ªVWUDQ-

NH�VORYHQVNH�SRPODGL©��VWUDQNH��NL�VR�VH�zavzemale za osamosvojitev Slovenije

izpod Jugoslavije, volivci delno hodijo v

FHUNHY��VR�NULWLþQH�GR�ELYãHJD�UHåLPD��9�6ORYHQLML�VWD�GUåDYD�LQ�FHUNHY�ORþHQD��3UHG�NUDWNLP�MH�XVWDYQR�VRGLãþH�UD]VRGLOR��GD�VH�ena izmed ulic v glavnem mestu ne bo ime-

novala po Titu, bivšemu jugoslovanskemu

predsedniku. Desne stranke so se na tem

DQJDåLUDOH�LQ�ELOH�]DGRYROMQH�]�L]LGRP��OHYH�VR�SRGDOH�SUHGORJ�LPHQD��1RþHPR�SROH-mizirati, res pa je, da je bil jugoslovanski

NRPXQL]HP�GUXJDþHQ�RG�WLVWHJD�Y�VUHGQML�vzhodni Evropi. Veliko ljudi se spomni na

þDV�-XJRVODYLMH�LQ�V�WHP�VYRMHJD�RWURãWYD�]�nostalgijo, mlajši pa od staršev spoznava-

MR��GD�MH�VUHGQML�VORM�åLYHO�QHNRþ�EROMH�NRW�danes. Tita navajamo kot primer elementa,

NL�GHOL�VOR��SROLWLþQR�VFHQR��3UYLNUDW�VH�Y�SUHGYROLOQLK�VRRþHQMLK�QL�GHEDWLUDOR�R�SR-

vojnih pobojih, ampak o prihodnosti, pro-

EOHPLK�PDOHJD�þORYHND��6ORYHQLMH�LQ�(YUR-

pe danes. Iz tega razloga je bila tudi volilna

XGHOHåED�YLVRND��YROLOR�MH�NDU�����YROLOQLK�XSUDYLþHQFHY��

Stranke v odhodu so zaznamovale afere

Y�JUDGEHQLãWYX��SUL�MDYQLK�QDURþLOLK��NUHGL-tiranje podjetij, ki so bile blizu koalicijskim

strankam, vprašanja energetike, vojaške

opreme, podkupovanja. Nekemu politiku

VR�RþLWDOL��GD�XåLYD�NRNDLQ�LQ�JD�VLOLOL�QD�SUHLVNDYR��9�þDVX�NUL]H�VH�VWUDQNH�QLVR�PR-

gle dogovoriti glede sprejetja pomembnih

reform: pokojninske, zdravstvene, javnega

sektorja in drugih. Zaušnica vladi so bili

tudi nesprejetje 3 reform na referendumu.

5HIRUPDWRUVWYR��NL�MR�MH�SRVNXVLOD�]DþHWL�åH�-DQãHYD�YODGD�D�VH�QL�REQHVOR��PHG�GUXJLP�zaradi nesodelovanja socialnih partnerjev)

se bo nadaljevalo v novem mandatu. Man-

dat za sestavo vlade je od predsednika re-

SXEOLNH�'DQLOD�7�UND�SUHMHO�=RUDQ�-DQNRYLü�Stranka Pozitivna Slovenija, ki jo je usta-

QRYLO�NDUL]PDWLþQL�LQ�SRSXOLVWLþQL�=RUDQ�-DQNRYLü�MH�QD�YROLWYDK�GRVHJOD�UH]XOWDW��NL�je presenetil volivce, raziskovalce javnega

PQHQMD�LQ�SROLWLþQH�DQDOLWLNH��(NRQRPLVW�SR�L]REUD]EL�MH�QHNRþ�XVSHãQR�YRGLO�WUJRYVNR�

podjetje Merkator. Ko je leta 2010 kandi-

GLUDO�]D�åXSDQD�JODYQHJD�PHVWD��MH�GRELO�����JODVRY��OHWD�����������,PD�RGOLþQH�YRGVWYHQH�LQ�PHQHGåHUVNH�VSRVREQRVWL��,PD�karizmo, zna se obnašat in komunicirat.

6DPR���WHGQRY�SUHG�YROLWYDPL�MH�]DþHO�NDP-

panjo za parlamentarne volitve, ki so bile

na isti dan kot v Rusiji in na Hrvaškem –

�����������1D�]DþHWNX�MH�WUGLO��GD�JD�]DQLPD�VDPR�PHVWR�SUHPLHUD��þH�PX�QH�EL�XVSHOR��EL�QDGDOMHYDO�]�åXSDQRYDQMHP�/MXEOMDQH�]D�katero pravi, da je najlepše mesto na sve-

tu. Njegova zasluga je, da se je v mestu v

]DGQMLK�OHWLK�]DþHOR�SRSUDYOMDWL�VWDYEH��FHQ-

WHU�MH�GRELO�QRYR��VYHåR�SRGRER��/MXEOMDQD�MH�dobila moderno športno dvorano in stadion.

Leta 2010 je bila Ljubljana svetovna pre-

stolnica knjige in tako pritegnila marsikate-

rega ljubitelja knjig. Na Forbesovi lestvici je

/MXEOMDQD����QDM�LGLOLþQR�PHVWR�Y�(YURSL��QD�lestvici Reader’s Digest je najbolj pošteno

PHVWR�QD�VYHWX��.RW�PHQHGåHU�MH�NDGURYDO�åH�Y�PHVWQL�KLãL��VDP�MH�YHGQR�SRXGDUMDO��GD��QL�VWUDQNDUVNL�þORYHN��WHPYHþ�GD�SULKDMD�]�EL]QLVD��ýH�MH�GRSULQHVHO�N�UD]YRMX�/MXEOMD-QH��]�YLVRNR�SRGSRUR�YROLYFHY���]DNDM�QH�EL�

tudi celotni Slo-

veniji?

Boljši trenu-

tek za kandida-

turo in volitve

ne bi mogel

izbrati. Volivce

je dobil na le-

vici, predvsem

RG�UD]SDGDMRþLK�in z aferami

RPDGHåHYDQLPL�strankami LDS

in Zares, ter

stranki Social-

nih demokratov premiera Pahorja. Na

]DþHWNX�NDPSDQMH�VOHGQMHPX�QDSRYHGL�QLVR�kazale niti uvrstitve v parlament. Televi-

]LMVNL�VWXGLL�LQ�VUHþDQMD�V�NDQGLGDWL�SD�VR�PX�SRPDJDOL�SRND]DWL�UHWRULþQH�VSRVREQRVWL�LQ�L]NXãQMH��NDU�MH�QD�NRQFX�QDYUJOR�����JOD-VRY��3UYLþ�Y����OHWQHP�REGREMX�REVWDMDQMD�GUåDYH�VH�Y�SDUODPHQW�QL�XYUVWLOD�QDFLRQDO-QD�VWUDQND��NL�ER�QDMEUå�SURSDGOD��

Gregor Virant, univerzitetni profesor in

minister v vladi Janeza Janše se je hotel

otresti sence svojega bivšega šefa in usta-

novil stranko, za katero pravi, da ni niti

na levici, niti na desnici. Je programska

stranka v kateri so se zbrali neoliberalni

ekonomisti, po Naomi Klein chicago boysi,

NL�VH�JRUHþH�]DY]HPDMR�]D�UHIRUPH��7UHED�MH�]DþHWL�UH]DWL�WX��WDP��SRYVRG��WUHED�MH�NRQþQR�QDUHGLWL�NRUDNH��NL�VR�GR�OMXGL�QH-prijazni, ampak conditio sine qua non za

SULKRGQRVW�GUåDYH��=DKWHYDMR�GRNDSLWDOL]D-cijo Nove Ljubljanske banke. Ta inštitucija

MH�VUå�YVHK�VORYHQVNLK�¿QDQþQLK�SUREOHPRY�LQ�SRRVHEOMD�SRåUHãQRVW��QHVSRVREQRVW��NUH-GLWLUDQMH�SULMDWHOMHY��]JUHãHQR�¿QDQþQR�SR-

OLWLNR�GUåDYH��1D�]DþHWNX�NDPSDQMH�MH�LPHO�����

SRGSRUR��GRELO�MH����JODVRY��=DNDM"�.RW�bivši poslanec je prejemal nadomestilo za

brezposelnost. Bil je sicer brezposeln, kar

SD�QH�SRPHQL��GD�QL�QLþ�GHODO��6�SRJRGEDPL�MH�VSRVREQL�SUDYQLN�]DVOXåLO��������HXU��YVH�uradno. Velik del potencialnih volivcev ka-

WHUH�MH�SUHSULþHYDO�V�VRFLDOQR�SUDYLþQRVWMR�LQ�SUDYQR�GUåDYR�MH�]DWR�YROLOR�GUXJH�VWUDQ-

NH��'HMVWYR��GD�þH�EL�VDPR�SUHMHPDO�QDGR-

PHVWLOR�LQ�QH�ãH�GRGDWQR�GHODO��SRãWHQR���bralca postavi pred vprašanje: je to pošteno,

HWLþQR��EL�QDJUDGLOL�QMHJRYR�VSRVREQRVW�DOL�nesposobnost?

7XGL�=RUDQX�-DQNRYLüX�VR�RþLWDOL�NR-

rupcijo, bogastvo do katerega naj bi prišel

QD�QHSRãWHQ�QDþLQ��SRGMHWMD�QMHJRYLK�VL-QRY��NL�LPDMR�VHGHå�Y�¿QDQþQLK�RD]DK�±�QD�&LSUX��¿QDQþQH�PDKLQDFLMH��]HPOMLãþD�LQ�QHSUHPLþQLQH�]D�NDWHUH�MDYQRVW�QL�YHGHOD��3RJRGE�R�VYRMHP�SUHPRåHQMX�QL�SRND]DO�Y�FHORWL�QMHJRY�QDMYHþML�WHNPHF�-DQH]�-DQãD��kar nekateri smatrajo za glavno napako, ki

ga je stala zmage. Nekateri so mnenja, da so

-DQNRYLüX�DIHUH�ãH�SRPDJDOH�LQ�QH�ãNRGLOH��LJUDO�MH�QD�GUXJH�NDUWH�NRW�9LUDQW��-DQNRYLü��tako predvsem njegovi nasprotniki, trdijo,

da je svoj uspeh gradil na velikih kreditih.

Levica troši denar, da bi desnica spet mo-

JOD�YDUþHYDW��]DWR�GD�EL�OHYLFD�VSHW�PRJOD�WURãLW��GD�EL�GHVQLFD«�=QDQR"�-DQNRYLü�]DVH�WUGL��GD�MH�QHVWUDQNDUVNL�þORYHN��þH�SD�VH�PRUD�RSUHGHOLWL��MH�OHYLþDU��=DUDGL�RGQRVD�GR�GHOD���GHOX�þDVW�LQ�REODVW��VRFLDOQH�GUåDYH�in odnosa do narodne in osvobodilne borbe.

Parlamentarne volitve v Sloveniji 20110HWRGRORãNH�QDSDNH�UD]LVNRYDQM�MDYQHJD�PQHQMD�DOL�þXGHå"

Nadaljuje se na strani II