Sciola2 13/10/13 19 · 2016-01-22 · Pagina 2 di 10 Sciola2 13/10/13 19.34 L’utilizzo del...

10
Pagina 1 di 10 Sciola2 13/10/13 19.34 Ma, interrompendo momentaneamente il filo di questo ragionamento, desidererei ritornare sul titolo Le colonne infinite e riprendo dall’inizio. Quando è stata data notizia delle “colonne infinite” di Sciola mi sarei aspettata di sentirvi associato, in stretta successione, il nome dello scultore romeno Constantin Brâncuși (1876 - 1957), a lungo attivo a Parigi dove è morto. Colonna infinita, ergo Constantin Brâncuși, per una serie di ragioni che riassumerò più avanti. Sono rimasta sorpresa e delusa dall’assenza di questo nome (nel catalogo lo si menziona una volta, en passant, a p. 77). Del resto, per evitare associazioni troppo immediate sarebbe bastato variare la formulazione del titolo: Infinite colonne, ad esempio, avrebbe reso meglio l’idea e rallentato lo scivolamento immediato del pensiero verso Brâncuși. La Colonna infinita di Brâncuși (Brancusi per i non romeni), ideata più di cent’anni fa, è universalmente nota tra gli estimatori dell’arte moderna e da quando è stata montata serve da fonte di ispirazione per numerose opere successive di grande impatto e di grande popolarità. La sua versione definitiva è priva di zoccolo (il dettaglio è importante), è alta oltre 29 m ed è stata realizzata nel 1937 in ghisa. E’ stata restaurata tra il 1996 - 2000 (Brancusi - Reconditioning endless column by PLASMA JET; http://www.youtube.com/watch?v=IJHvIA1-bME). La rete contiene innumerevoli materiali al riguardo: http://fr.wikipedia.org/wiki/Colonne_sans_fin http://ro.wikipedia.org/wiki/Coloana_Infinitului http://it.wikipedia.org/wiki/Constantin_Brâncuşi http://fr.wikipedia.org/wiki/Constantin_Brâncuși http://en.wikipedia.org/wiki/Constantin_Brâncuși http://de.wikipedia.org/wiki/Constantin_Brâncuși http://es.wikipedia.org/wiki/Constantin_Brâncuşi http://www.flickr.com/photos/landa-arte/5772529211/ http://en.wikipedia.org/wiki/Sculptural_Ensemble_of_Constantin_Brâncuşi_at_Târgu_Jiu http://www.sculpture.org/documents/scmag02/janfeb02/column/column.shtml http://www.liveonlineyoga.com/Yoga/article/divine-initiatic-art/constantin-brancusi-the-endless-column.html http://www.zimbio.com/Gustav+Klimt/articles/v6GVHgLHnT3/constantin+brancusi+endless+column http://www.jmhdezhdez.com/2011/11/columna-sin-fin-brancusi-1938.html (in spagnolo e inglese, con filmati, cca 30’) http://www.wmf.org/sites/default/files/wmf_publication/Brancusis_Endless_Column.pdf (sul restauro) http://www.youtube.com/watch?v=doHVYdimrAk&feature=related (documentario romeno in bianco e nero, con un’introduzione di Tudor Arghezi; 10’17) http://www.youtube.com/watch?v=UU9pF7qWg_Q&feature=relmfu (documentario a colori del 2012; 15’04) La Colonna infinita di Brâncuși è annoverata tra le opere più rappresentative dell’artista di origine romena, per la sua concentrazione e stratificazione concettuale. Si trova esposta, nella sua versione monumentale (v. sopra), a Târgu Jiu, città nel sud-ovest della Romania (http://it.wikipedia.org/wiki/Târgu_Jiu). Dall’inglese al francese al romeno al tedesco le sue denominazioni variano leggermente: endless column; colonne sans fin - colonne de l’infini; coloana fără sfârșit (colonna senza fine) - coloana infinitului (colonna dell’infinito) - coloana infinită (colonna infinita); die endlose Säule. Per chi è del mestiere si suppone la perfetta conoscenza di quest’opera d’arte, omaggiata e studiata non soltanto dai critici, ma alla quale, ad esempio, il compositore György Ligeti ha dedicato l’étude per pianoforte n.14, presumibilmente negli anni ’90; se ne raccomanda l’ascolto ( http://www.youtube.com/watch?v=Pl1LPXMHP68 del 2005; http://en.wikipedia.org/wiki/Études_(Ligeti) ) poiché nel filmato di accompagnamento la colonna è ripresa da varie angolature, con varie illuminazioni e moltiplicata su se stessa. Del tutto recentemente l’artista e ingegnere romeno Ovidiu Oprescu, vivente a New York, ha dedicato a Brâncuși DNA Endless Column 2012 - Homage to Brancusi (http://www.youtube.com/watch?v=S55xetmk0rE , http://www.youtube.com/watch?v=KmJycVGv12o), progetto di una “monumental steel sculpture”. La Colonna di Brâncuși ha attraversato varie fasi di lavorazione, dal legno al metallo, dal ridotto al gigantesco; la foto che segue riprende l’artista nel suo atelier, accanto ad alcune varianti della Colonna →→→→→→→→→ Fonte: http://www.artitude.eu/?p=articolo&categoria=pillole&id_pill=139

Transcript of Sciola2 13/10/13 19 · 2016-01-22 · Pagina 2 di 10 Sciola2 13/10/13 19.34 L’utilizzo del...

Page 1: Sciola2 13/10/13 19 · 2016-01-22 · Pagina 2 di 10 Sciola2 13/10/13 19.34 L’utilizzo del metallo ha permesso la creazione dell’alta e relativamente esile variante finale la

Pagina 1 di 10

Sciola2 13/10/13 19.34

Ma, interrompendo momentaneamente il filo di questo ragionamento, desidererei ritornare sul titolo Le colonne infinite e riprendo dall’inizio. Quando è stata data notizia delle “colonne infinite” di Sciola mi sarei aspettata di sentirvi associato, in stretta successione, il nome dello scultore romeno Constantin Brâncuși (1876 - 1957), a lungo attivo a Parigi dove è morto. Colonna infinita, ergo Constantin Brâncuși, per una serie di ragioni che riassumerò più avanti. Sono rimasta sorpresa e delusa dall’assenza di questo nome (nel catalogo lo si menziona una volta, en passant, a p. 77). Del resto, per evitare associazioni troppo immediate sarebbe bastato variare la formulazione del titolo: Infinite colonne, ad esempio, avrebbe reso meglio l’idea e rallentato lo scivolamento immediato del pensiero verso Brâncuși.

La Colonna infinita di Brâncuși (Brancusi per i non romeni), ideata più di cent’anni fa, è universalmente nota tra gli estimatori dell’arte moderna e da quando è stata montata serve da fonte di ispirazione per numerose opere successive di grande impatto e di grande popolarità. La sua versione definitiva è priva di zoccolo (il dettaglio è importante), è alta oltre 29 m ed è stata realizzata nel 1937 in ghisa. E’ stata restaurata tra il 1996 - 2000 (Brancusi - Reconditioning endless column by PLASMA JET; http://www.youtube.com/watch?v=IJHvIA1-bME).

La rete contiene innumerevoli materiali al riguardo: http://fr.wikipedia.org/wiki/Colonne_sans_finhttp://ro.wikipedia.org/wiki/Coloana_Infinituluihttp://it.wikipedia.org/wiki/Constantin_Brâncuşi http://fr.wikipedia.org/wiki/Constantin_Brâncuși http://en.wikipedia.org/wiki/Constantin_Brâncușihttp://de.wikipedia.org/wiki/Constantin_Brâncușihttp://es.wikipedia.org/wiki/Constantin_Brâncuşihttp://www.flickr.com/photos/landa-arte/5772529211/http://en.wikipedia.org/wiki/Sculptural_Ensemble_of_Constantin_Brâncuşi_at_Târgu_Jiuhttp://www.sculpture.org/documents/scmag02/janfeb02/column/column.shtmlhttp://www.liveonlineyoga.com/Yoga/article/divine-initiatic-art/constantin-brancusi-the-endless-column.htmlhttp://www.zimbio.com/Gustav+Klimt/articles/v6GVHgLHnT3/constantin+brancusi+endless+column http://www.jmhdezhdez.com/2011/11/columna-sin-fin-brancusi-1938.html (in spagnolo e inglese, con filmati, cca 30’)http://www.wmf.org/sites/default/files/wmf_publication/Brancusis_Endless_Column.pdf (sul restauro)

http://www.youtube.com/watch?v=doHVYdimrAk&feature=related (documentario romeno in bianco e nero, con un’introduzione di Tudor Arghezi; 10’17) http://www.youtube.com/watch?v=UU9pF7qWg_Q&feature=relmfu (documentario a colori del 2012; 15’04)

La Colonna infinita di Brâncuși è annoverata tra le opere più rappresentative dell’artista di origine romena, per la sua concentrazione e stratificazione concettuale. Si trova esposta, nella sua versione monumentale (v. sopra), a Târgu Jiu, città nel sud-ovest della Romania(http://it.wikipedia.org/wiki/Târgu_Jiu). Dall’inglese al francese al romeno al tedesco le sue denominazioni variano leggermente: endless column; colonne sans fin - colonne de l’infini; coloana fără sfârșit (colonna senza fine) - coloana infinitului (colonna dell’infinito) - coloana infinită (colonna infinita); die endlose Säule. Per chi è del mestiere si suppone la perfetta conoscenza di quest’opera d’arte, omaggiata e studiata non soltanto dai critici, ma alla quale, ad esempio, il compositore György Ligeti ha dedicato l’étude per pianoforte n.14, presumibilmente negli anni ’90; se ne raccomanda l’ascolto ( http://www.youtube.com/watch?v=Pl1LPXMHP68 del 2005; http://en.wikipedia.org/wiki/Études_(Ligeti) ) poiché nel filmato di accompagnamento la colonna è ripresa da varie angolature, con varie illuminazioni e moltiplicata su se stessa. Del tutto recentemente l’artista e ingegnere romeno Ovidiu Oprescu, vivente a New York, ha dedicato a Brâncuși DNA Endless Column 2012 - Homage to Brancusi (http://www.youtube.com/watch?v=S55xetmk0rE , http://www.youtube.com/watch?v=KmJycVGv12o), progetto di una “monumental steel sculpture”.

La Colonna di Brâncuși ha attraversato varie fasi di lavorazione, dal legno al metallo, dal ridotto al gigantesco; la foto che segue riprende

l’artista nel suo atelier, accanto ad alcune varianti della Colonna →→→→→→→→→ Fonte: http://www.artitude.eu/?p=articolo&categoria=pillole&id_pill=139

Page 2: Sciola2 13/10/13 19 · 2016-01-22 · Pagina 2 di 10 Sciola2 13/10/13 19.34 L’utilizzo del metallo ha permesso la creazione dell’alta e relativamente esile variante finale la

Pagina 2 di 10

Sciola2 13/10/13 19.34

L’utilizzo del metallo ha permesso la creazione dell’alta e relativamente esile variante finale la cui base d’appoggio è invisibile (la colonna spunta o ‘germoglia’ dal suolo).Per inciso, l’atelier dello scultore, riprodotto su un progetto di Renzo Piano,si trova al Centro parigino Pompidou ( http://www.centrepompidou.fr/Pompidou/Manifs.nsf/0/96C12FBF04934359C12571F400421DC7?OpenDocument&sessionM=2.10&L=1).

Foto illustrativa dell’allestimento: →→→→→→→→→→→→→→→→

Se è del tutto evidente che la Colonna di Brâncuși si inserisce nella tradizione plurimillenaria delle colonne celebrative e architettoniche, viene anche riconosciuto che l’artista consolida in quest’opera il simbolismo di una moderna metafora dell’asse del mondo (axis mundi, scala cosmica) ossia del pilastro cosmico (Gabriella Di Milia, Brancusi, Firenze, Giunti, “Art Dossier” n. 190, 2003, p. 37). Infatti, a suo tempo, Brâncuși stesso discuteva di un proiect de coloană care, mărită, ar putea sprijini bolta cerească (“un progetto di colonna che, ingrandita, potrebbe sorreggere la volta celeste”; http://ro.wikipedia.org/wiki/Coloana_Infinitului ).

==================================================================================================

Nella scultura dei secoli XX e XXI una ‘colonna infinita’ è oramai indelebilmente collegata alla personalità e all’attività artistica di Constantin Brâncuși. I suoi emuli hanno, a seconda del caso, copiato sviluppato o sorpassato il maestro. Avrei desiderato riprodurre una foto della colonna multicolore vista anni fa nel museo “Victor Vasarely” di Aix-en-Provence (quest’artista, di origine ungherese, è vissuto tra il 1906 - 1997; http://it.wikipedia.org/wiki/Victor_Vasarely; http://www.vasarely.com/; http://en.wikipedia.org/wiki/Op_art). Incastrata tra due specchi paralleli (pavimento e soffitto) la colonna (o torre) diventava fittiziamente infinita e la voragine infinita sebbene illusoria che così si apriva ai piedi del visitatore, provocava vertigini reali. Purtroppo, nonostante ricerche durate ore, non sono riuscita a trovarne nessuna fotografia. Probabilmente alcune opere tridimensionali dell’importante artista dell’Op(tical) Art non sono annoverate tra le migliori, sebbene nel caso della colonna rispecchiata che ricordo, era proprio l’illusione ottica a predominare.

E’ invece documentabile attraverso materiali reperibili in rete, l’esistenza di un dibattito alquanto vivace intorno alle matrici ispiratrici dell’impressionante obelisco progettato da Santiago Calatrava, inaugurato a Madrid negli ultimi giorni del 2009 in Plaza de Castilla( http://es.wikipedia.org/wiki/Plaza_de_Castilla_(Madrid) ).

Fonte: http://lacalleesmia-ld.blogspot.it/2010/11/obelisco-de-calatrava-en-la-plaza-de.html

La maquette dell’obelisco e del suo contesto urbano. Fonte:

Page 3: Sciola2 13/10/13 19 · 2016-01-22 · Pagina 2 di 10 Sciola2 13/10/13 19.34 L’utilizzo del metallo ha permesso la creazione dell’alta e relativamente esile variante finale la

Pagina 3 di 10

Sciola2 13/10/13 19.34

http://arquitecturas.files.wordpress.com/2008/11/obelisco_de_calatrava_3.jpg

Nonostante l’entusiasmo delle ufficialità e dei dirigenti della Fondazione Caja (“Cassa di risparmio”) de Madrid che aveva commissionato l’opera, non filò liscia nemmeno la sua realizzazione dal momento che le prime contestazioni ne criticavano l’impatto sul paesaggio urbano della capitale spagnola. Successivamente, per ragioni di peso e stabilità, la colonna è stata mantenuta all’altezza di 92 - 93 m, contro i circa 120 metri previsti inizialmente. Sul lavoro titanico della messa in sede dell’obelisco si veda un corto filmato a http://www.youtube.com/watch?v=bTOJJDaDMco .Sulla prima fase dei lavori si legga una breve relazione del 2008 ahttp://www.revistadearte.com/2008/12/21/el-obelisco-de-caja-madrid-sera-el-centro-del-manhattan-de-madrid/ .Superati i problemi tecnici, sono iniziati quelli economici: il comune di Madrid non può far fronte ai costi di funzionamento e di manutenzione di quest’opera faraonica e meccanicamente vibratile ( http://www.ilgiornaledellarchitettura.com/articoli/2012/3/112763.html , marzo 2012).

Quanto ai rapporti genetici tra le colonne di Calatrava e di Brâncuși, conviene iniziare da questo filmato del 2008: http://www.youtube.com/watch?v=cMrAUdIQbeg (Vídeo sobre el proyecto de obelisco animado que actualmente se está construyendo en la Plaza de Castilla de Madrid) per rendersi conto della similitudine (se non addirittura identità) compositiva. Infatti, un collega architetto di Calatrava aveva sarcasticamente commentato nello stesso anno 2008: No está bien eso de regalar como original, aquello que no es más que una versión megalómana de la magnífica 'Columna sin Fin' de Brancusi “Non sta bene regalare come originale ciò che non è altro che una versione megalomane della magnifica ‘Colonna senza fine’ di Brâncuși”( http://www.soitu.es/soitu/2008/04/07/tendencias/1207560007_834350.html ).

Nel 2004 Calatrava avrebbe dichiarato ambiguamente, in occasione della presentazione del suo progetto ( http://www.elmundo.es/elmundo/2004/10/21/madrid/1098360330.html ), che no ha imitado ningún elemento, aunque si tuviera que nombrar alguno sería la obra 'La columna sin fin', ubicada en Rumania y creada por Constantin Brancusi. (“non ha imitato nessun’opera, benché se si dovesse nominarne una, questa sarebbe La colonna senza fine, che si trova in Romania e che fu creata da Constantin Brancusi”; http://www.elmundo.es/elmundo/2004/10/21/madrid/1098360330.html ). Oltre al periodico “El Mundo” già ricordato, anche il quotidiano “El País” aveva riportato la notizia in un articolo ( http://elpais.com/diario/2004/10/22/cultura/1098396013_850215.html ) nel quale si scontrano di nuovo le affermazioni contraddittorie dell’architetto valenzano circa l’originalità della sua opera, definita peraltro una síntesis de mi trabajo; la colonna sarebbe una pieza única en la historia de la arquitectura, "dicho con modestia" “modestamente, un pezzo unico nella storia dell’architettura” < ---> ofreció otra referencia en la Columna sin fin, una escultura abstracta del rumano Constantin Brancusi, de 1918, "aunque con un contexto diferente de movimientos y rigidez” ([Calatrava] indicò un altro riferimento, la Colonna senza fine, una scultura astratta del romeno C.B., del 1918, benché con un contesto diverso di movimenti e di rigidità). L’ispanista romeno Darie Novăceanu, ambasciatore di Romania a Madrid tra il 1991 - 1997, aveva commentato a caldo l’evento in uno scritto di cui si può consigliare la lettura ( http://ventanadedarie.blogspot.it/2010/05/calatrava-versus-brancusi.html ). Quest’articolo è stato diffuso soltanto nel 2010, dopo l’inaugurazione dell’obelisco, dal momento che a suo tempo nessun giornale spagnolo ne aveva accettata la pubblicazione; la committente Caja de Madrid, dal canto suo, avrebbe elogiato privatamente la buona competenza linguistica dell’autore. In sostanza, Darie Novăceanu si duole, nell’articolo, della tardía, despectiva y manipulada confesión de Calatrava (“la tardiva, sminuente [si rilegga come sono formulati i rinvii a Brâncuși] e manipolata confessione di Calatrava”) circa i suoi debiti intellettuali verso l’artista romeno, il cui nome venne persino negligentemente storpiato nei testi dei media.

La vicenda può dirsi conclusa poiché attualmente gli scritti neutrali sull’obelisco della Caja de Madrid o di Calatrava indicano direttamente la fonte di ispirazione, cioè la colonna di Brâncuși ( http://en.wikipedia.org/wiki/Caja_Madrid_Obelisk ).

E’, questa, una storia veramente interessante e istruttiva. Attenzione ai marchi artistici e commerciali dell’assoluta originalità! [ Nota ] Converrebbe sempre, se non per modestia quanto meno per prudenza, adottare come principio il motto dal secolare percorso a cui si ispira anche Google Scholar: sali sulle spalle dei giganti [che ti hanno preceduto]. Continueremo ubbidendo a questo richiamo. Ci arrampicheremo ora non sugli specchi deformanti ma su guglie, impalcature, tralicci e ponteggi.

L’opera del maestro Sciola, di cui cerchiamo di evidenziare le implicazioni, si ispirerebbe - per l’intermedio dell’allestimento multimediale “Gaudí e la Sagrada Família. Parabola e iperbole dell’architettura” (mostra benissimo organizzata a Cagliari alla fine del 2010) - alla basilica non ancora completata dell’architetto catalano. Gli oggetti o i particolari selezionati per la mostra Gaudí di Cagliari erano stati esposti e analizzati dagli organizzatori secondo alcuni principi compositivi ripresi anche nell’allestimento di Sciola: impalcature, evidenziazione di strutture portanti, ondulazione, rispecchiamento, mimesi ( http://www.youtube.com/watch?v=EYY8LfDi6_E ).

Il “tempio” di Gaudí è in cantiere da oltre 120 anni e continua ad essere circondato da impalcature e da gru più alte delle guglie (nel sottofondo: altre guglie):

Fonte: http://www.jitourism.com/barcelona-spain-cities-with-the-most-beautiful-architectural-design/

Page 4: Sciola2 13/10/13 19 · 2016-01-22 · Pagina 2 di 10 Sciola2 13/10/13 19.34 L’utilizzo del metallo ha permesso la creazione dell’alta e relativamente esile variante finale la

Pagina 4 di 10

Sciola2 13/10/13 19.34

E’ una commistione, quella tra cantiere ed edificio in costruzione, più precisamente, in questo caso, tra impalcature e macchinari metallici faraonici (acciaio esterno) e grattacieli in divenire (con acciaio incorporato), a cui ci ha abituati, da un secolo e mezzo a questa parte, la megalomania modernistica delle metropoli di tutto il mondo. Nel 1910 Umberto Boccioni realizza il grande dipinto “La città che sale” (olio su tela, 199 x 301 cm),

Bozzetto preparatorio http://it.wikipedia.org/wiki/La_città_che_sale

Dalle miriadi di foto scelgo ora questa (immagine pubblicitaria per ponteggi ecc. da cantieri, che rimanda sul piano compositivo e cromatico alla locandina Sciola):

Fonte: http://www.featurepics.com/online/Skyscraper-Construction-Crane-Photograph221389.aspx

La storia della moderna impalcatura di metallo, di qualsiasi dimensione, è di grande interesse, anche per il fatto di far parte della vita di ogni giorno, nel bello e nel brutto.

‘Foresta’ di gru ed impalcature. Fonte:

http://www.sardegnademocratica.it/foto-del-giorno/ecco-la-sardegna-di-cappellacci-e-della-sua-coalizione-1.25720

Page 5: Sciola2 13/10/13 19 · 2016-01-22 · Pagina 2 di 10 Sciola2 13/10/13 19.34 L’utilizzo del metallo ha permesso la creazione dell’alta e relativamente esile variante finale la

Pagina 5 di 10

Sciola2 13/10/13 19.34

Vale la pena sostare brevemente su questa tappa del ragionamento. Dagli inizi dell’Ottocento in poi, da quando, cioè, lo sviluppo tecnologico della rivoluzione industriale (senza sottilizzare né sul termine né sulle delimitazioni temporali) mette a disposizione i prodotti della moderna siderurgia, i manufatti di leghe ferrose (di vario tipo, dalla ghisa all’acciaio; ora anche l’alluminio) diventano onnipresenti e perciò quasi invisibili. L’impalcatura di metallo, da struttura di supporto esterna o interna, progredisce rapidamente verso la costituzione di un prodotto finito in sé ( http://it.wikipedia.org/wiki/Architettura_del_ferro; http://en.wikipedia.org/wiki/Cast-iron_architecture). Basti pensare alle grandi costruzioni (come palazzi per esposizioni)

Il Crystal Palace, Londra 1851, sede della prima Esposizione Universale. http://expo2020-ekaterinburg.blogspot.it/2011/09/paris-1878-world-expo-palaces-part-2.htmlFonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Crystal_Palace_(palazzo)

realizzate in ghisa e vetro (sviluppatesi dall’ingrandimento di serre), ai ponti metallici, alla polisimbolica Tour Eiffel(1889, http://www.tour-eiffel.fr/ );

alla mai realizzata torre (di Babele) rotante di Vladimir Tatlin (1885 - 1953; http://en.wikipedia.org/wiki/Tatlin's_Tower ), progettata nel 1919 - 1920, che avrebbe dovuto raggiungere l’altezza di 400 m;

alla torre-antenna a forma di traliccio, alta 160 m, di Vladimir Šuchov, realizzata in stretta successione tra il 1920 - 1922, ora in pericolo di demolizione

Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Shukhov_Tower

alla poco più alta Torre (di osservazione) di Odino, Odinstaarnet (177 m di altezza; Odense, Danimarca; progettata dall’ing. Theobald Weber; costruita tra il 1934-1935 con i materiali residuali (reciclati) di un ponte appena ultimato; distrutta dai nazisti nel 1944, http://en.wikipedia.org/wiki/Odinstårnet http://www.odinstaarnet.dk/

alle coperture di gallerie e di centri commerciali o di stazioni ferroviarie, di metropolitane, di edifici aeroportuali e di stadi

Stadio a Trieste.

Page 6: Sciola2 13/10/13 19 · 2016-01-22 · Pagina 2 di 10 Sciola2 13/10/13 19.34 L’utilizzo del metallo ha permesso la creazione dell’alta e relativamente esile variante finale la

Pagina 6 di 10

Sciola2 13/10/13 19.34

Fonte: http://www.skyscrapercity.com/showthread.php?t=836572&page=35

ai grattacieli di ultima generazione in acciaio e cristallo Particolare dell’ “Occhio di Dubai”, Dub’ey ;fonte: http://www.shearyadi.com/myworld/dubeye-the-tall-emblem-structure-in-dubai’s-skyline/ .

all’incantevole struttura in acciaio e vetro del Ponte (pedonale) della pace a Tbilisi (Georgia), su progetto dell’architetto italiano Michele De Lucchi ( http://en.wikipedia.org/wiki/The_Bridge_of_Peace_(Georgia) ; http://www.eurasianet.org/node/61720 ; http://www.youtube.com/watch?v=5oNwUTKfuxw , 0,33’ ; http://www.youtube.com/watch?v=FZporKgl2LM, 4,5’)

Fonti: http://www.flickr.com/photos/63649137@N06/5969719869/;

http://en.wikipedia.org/wiki/The_Bridge_of_Peace_(Georgia) .

alle costruzioni a risparmio energetico (nella foto un edificio dell’Università di Tsinghua, Pechino, progettato dall’arch. Mario Cucinella e dal Politecnico di Milano):

Fonte: http://dana-gardendesign.blogspot.it/2012/03/mario-cucinella-edificio-risparmio.html

alle abitazioni private avanguardistiche come quella selezionata:

Uso sofisticatissimo dell’impalcatura nell’architettura d’avanguardia (particolare).

Fonte: http://www.evolo.us/architecture/axis-mundi-polyhedra-cliff-house-overlooking-new-york-city/

Page 7: Sciola2 13/10/13 19 · 2016-01-22 · Pagina 2 di 10 Sciola2 13/10/13 19.34 L’utilizzo del metallo ha permesso la creazione dell’alta e relativamente esile variante finale la

Pagina 7 di 10

Sciola2 13/10/13 19.34

agli impianti radioastronomici: Fonte: http://www.redlickfarm.com/Our_Scenic_Neighbors.html

La metamorfosi da impalcatura a edificio, o l’oscillazione tra impalcatura temporanea e costruzione finita e duratura (o, comunque, oggetto finito), sono costantemente presenti nel disegno industriale e della comunicazione.

Parte di copertina di “Sinteg News”, II, 2, maggio-agosto 2012;fonte: http://www.sinteg.org/impianto/files/Sinteg-News_A2N2.pdf Prototipo di anello. Artista: Viola Vecchi. Fonte:

http://www.donnamoderna.com/moda/accessori/anelli-mostra/foto-7

Questo anche in ragione del fatto che oramai vige, come si è già visto, la simbiosi tra impalcatura ed edificio. Valgano questi ulteriori due esempi:

http://my.opera.com/terjp67/albums/showpic.dml?album=4596762&picture=69393112

===========>

Page 8: Sciola2 13/10/13 19 · 2016-01-22 · Pagina 2 di 10 Sciola2 13/10/13 19.34 L’utilizzo del metallo ha permesso la creazione dell’alta e relativamente esile variante finale la

Pagina 8 di 10

Sciola2 13/10/13 19.34

La facciata storica della stazione ferroviaria di Strasburgo (1883) è stata incapsulata in una struttura di tralicci e vetro, al fine di proteggerla dalle intemperie (http://fr.wikipedia.org/wiki/Gare_de_Strasbourg-Ville)

Una soluzione contraria è stata applicata alla facciata in tralicci e cristallo del Novotel a cinque stelle di Bucarest,parzialmente ricoperta dalla facciata ricostruita del primo Teatro Nazionale (1852 - 1944) distrutto da un bombardamento.

http://travel.bart.la/2011/07/19/deluxe-suite-novotel-bucharest-city-centre/http://wikimapia.org/83772/ro/Hotel-Novotel-Locul-in-care-a-fost-Teatrul-National-1852-1944

========================================================================================================================================

((( Su un versante completamente diverso, quello della strutturazione dinamica della conoscenza, ‘impalcatura’ (ingl. scaffold) e ‘realizzazione, costruzione dell’impalcatura’ (ingl. scaffolding) sono diventati dei concetti talmente complessi e metaforicamente pregnanti, da essere centrali in determinate teorie psicologiche, pedagogiche e didattiche. Nell’ingegneria dei tessuti biologici le scaffolds sono materiali tridimensionali biodegradabili entro i quali sono seminate cellule naturali progenitrici, cioè che generano un tessuto nuovo: http://en.wikipedia.org/wiki/Tissue_engineering#Scaffolds . Su un versante ancora diverso, le impalcature - che combinano la rude semplicità con l’allusione alla ipermodernità di massa (stadi, allestimenti di concerti pop ecc.) e con eventuali sottintesi erotici - vengono utilizzate anche nel pole dancing ( http://en.wikipedia.org/wiki/Pole_dance ) eseguito in cabaret o in strip club, oppure da cantanti pop durante i concerti o da artisti circensi. Ma non proseguiamo oltre su questo sentiero che comunque è bene additare. )))======================================================================================================

Le travi metalliche istoriate e disposte all’interno della basilica di San Saturnino dal maestro Sciola

Fonte: Catalogo, pp. 64 - 65.

fanno subito venire in mente, per analogia, un cantiere di restauro di una chiesa danneggiata, dal terremoto ad esempio, come ad Assisi o all’Aquila:

Page 9: Sciola2 13/10/13 19 · 2016-01-22 · Pagina 2 di 10 Sciola2 13/10/13 19.34 L’utilizzo del metallo ha permesso la creazione dell’alta e relativamente esile variante finale la

Pagina 9 di 10

Sciola2 13/10/13 19.34

L’Aquila, Basilica di Santa Maria di Collemaggio, 2010Fonte: http://www.ilgiornaledellarte.com/articoli//2010/5/102551.html

Per la costruzione degli archi di cemento armato (ugualmente di chiese, per rimanere nello stesso ambito architettonico) si procede analogamente, benché secondo un ordine cronologico diverso degli eventi, donde ad esempio:

← ← Antoni Gaudí, la Sagrada Família, facciata della Passione, in costruzione (da una guida di Barcellona, A. Campaña, s.a.);

↓ sotto: la facciata ultimata ↓ (fonte: http://utenti.quipo.it/base5/numeri/quasubirachs.htm ).

Page 10: Sciola2 13/10/13 19 · 2016-01-22 · Pagina 2 di 10 Sciola2 13/10/13 19.34 L’utilizzo del metallo ha permesso la creazione dell’alta e relativamente esile variante finale la

Pagina 10 di 10

Sciola2 13/10/13 19.34

Isoliamo ora mentalmente soltanto le arcate e trasformiamole in arcate di metallo architettoniche, fondendo l’impalcatura coll’opera finita. Ne otteniamo, ad esempio, archi di ponti, ma possiamo ottenere anche questo:

immagine più vicina, anche per effetto della distorsione, al gioco di arcate del tempio di Gaudí. (Fonte: http://www.travelblog.it/post/16561/la-torre-eiffel-a-parigi-vista-da-sotto ; particolare).