Schiamazzi, numero 1 gen-feb 2013

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Magazine di Cagnano Varano e del Gargano

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DI EMANUELE SANZONEUna lettrice ci scrive “Carissimi ragazzi diSchiamazzi, avete mai pensato ad un impe-gno politico?”. Non è la prima volta che civiene posta una domanda del genere e per ri-spondere bisogna considerare innanzituttodue aspetti.

Beppe Severgnini, giornalista del Corrieredella Sera, intervistato da Daria Bignardi, aduna domanda sulle proposte di candidaturaricevute ha risposto che per alcuni casi, comeil giornalismo e la magistratura, la politica“non ha la porta girevole” vale a dire che unavolta entrati non si torna indietro: lui ha pre-ferito mantenere la sua professione. Senza lapresunzione di paragonarci al giornalista delprimo quotidiano italiano, a nome mio comegiornalista iscritto all’Ordine e dell’associa-zione do la stessa risposta. A noi di Schia-mazzi ci piace troppo la creatività, la culturae l’informazione e dal momento che unascelta politica ci porterebbe ad una rinunciaa queste nostre passioni, preferiamo conti-

nuare a coltivarle sulla linea apartitica che hada sempre caratterizzato la nostra giovane re-altà, regolata dallo stesso statuto della nostraassociazione.

La seconda considerazione parte dal fatto chepurtroppo in realtà piccole come Cagnano sitenda a confondere l’impegno civile con l’im-pegno politico, che a nostro avviso sono duerealtà ben distinte. Qualche tempo fa alcunipolitici ci avevano mosso l’accusa di far poli-tica. Ammettendo che se fatta bene la politicasignifica fare il bene comune, della polis,della città e in questo obiettivo noi troviamo

d’accordo, non è detto che questo impegno

debba passare per forza per la politica. L’im-pegno civile si può tradurre in altre forme,come il volontariato, la solidarietà, la cul-tura… e noi siamo per l’impegno civile apar-titico. La missione di Schiamazzi non sta neldare risposte alla comunità, per quanto cipossiamo impegnare a cercarne la verità, maintavolare discussioni, dare quegli elementiche pongano i problemi nel dibattito del-l’opinione pubblica con la piena libertà deisingoli di elaborare considerazioni personali.L’accusa per noi non ha ragione di esistere:dal momento che firmiamo i nostri articoli eche l’associazione ha una natura apolitica eapartitica, che senso ha nascondersi dietro diessa per schierarsi a favore o contro una de-terminata posizione politica? Quindi, invi-tiamo a vedere Schiamazzi non comemegafono di propaganda, ma come luogo didiscussione e dialogo serio, propositivo e se-reno per il bene del paese.

N.B L’aforisma di copertina è di Carmine Car-bonella. una persona ischitellana molto caraa Schiamazzi scomparsa prematuramente ainizio anno. La copertina invece è ispirata alFate Presto, titolo con cui il Mattino di Napolinel 1980 esortava l’arrivo dei soccorsi (troppolenti) all’indomani del terremoto in Irpinia.Nel novembre 2011 il titolo venne ripropostoda Il Sole 24 Ore per sollecitare interventi eco-nomici dal momento che lo spread aveva su-perato i 500 punti,

ideeL’EDITORIALE

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La politica non è tutto

L’impegno civile si può tra-durre in altre forme, come ilvolontariato, la solidarietà, la

cultura…

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SCHIAMAZZI MAGAZINE anno IX, n. 1| Gen-naio-Febbraio 2013A cura dell’Associazione Schiamazzi, conferitadel Premio Giulio Ricci 2009 per l’impegno sulterritorio e affiliata all’ A.I.C.S (AssociazioneItaliana Cultura e Sport)

PER CONTATTARCI: REDAZIONE: Via Orti 5 –71010 CAGNANO V. (FG) c/o Studio AbitareTEL/SMS: 327.007.2006 FAX:0884.8326 WEBschiamazzi.org MAIL: [email protected] DIR. RESP. Matteo Palumbo. Schia-mazzi aderisce all’Associazionismo Attivo delGargano, al Comitato della Tutela del Mare delGargano, al Comitato per l’Aeroporto di Capi-tanata , al Movimento artistico europeo‘White Cube’, alla Rete delle Associazioni con-tro le trivellazioni alle Isole Tremiti.

Schiamazzi ha ricevuto il Premio Saccia 2011-Premio Speciale per l’informazione

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in questo numero parliamo di...

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timelineFATTI E PERSONAGGI

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Il 2013 si prospetta ricco diimpegni e di obiettivi per gliorganizzatori del VaranoLake Triathlon 112.9, moltele novità che segnerannol’evento in programma dal20 al 22 settembre 2013 nel-l’area del lago di Varano, trai territori dei comuni di Ca-gnano Varano, Carpino,Ischitella e Rodi GarganicoVLT 2013, sarà una dellequattro gare previste nel cir-cuito Nazionale “No-Draft”(formula che propone lascia vietata in bicicletta come alle originidella triplice disciplina), nonché “GaraInternazionale”, aperta alla partecipa-zione di atleti Italiani e stranieri edanche gara di Ranking Nazionale (oveviene assegnato un punteggio ad ogniatleta FITri in base al risutato). È confer-mata la titolazione di campionato regio-nale di specialità Assoluto e Age Group.Il nuovo duplice riconoscimento, richie-sto alla Federazione Italiana Triathlon,ed in fase di approvazione definitiva, ri-chiederà un maggiore impegno organiz-zativo (poiché, a queste tipologie di gare,è applicato un regolamento con requisitimolto stringenti), ma contestualmenteaccrescerà il prestigio per una manife-stazione ancora tuttavia anagrafica-mente giovane. Sul sitowww.varanolaketri.net si può trovare ilprogramma di gare e eventi collaterali,che prende spunto dal successo dallaproposta 2012 e prevederà:- tre gare di triathlon dedicate a giovanie neofiti, specialisti di lunghe distanze,atleti che provengono da altri sport e vo-gliono portare a termine un triathlon astaffetta con il proprio team;- titolo regionale di specialità “TriathlonMedio”- concerti e convegni di aggiornamentotecnico;- expo di prodotti per sportivi e prodottitipici locali, a suggellare il connubio fra“Sport Territorio e Tradizioni” già slogandella manifestazione.A questo collaudato canovaccio, si ag-giungono novità rappresentate da: unanuova logistica per rendere più fruibile

la manifestazione, miglioramento di al-cuni dettagli tecnici di percorso garache, soprattutto per la parte podisticasubirà importanti migliorie, nuove par-tnership tecniche e food in arrivo. Anchequest’anno l’evento avrà tra i suoi par-tner il Parco Nazionale del Gargano, as-sessorato allo sport della provincia diFoggia, i Comuni di Cagnano Varano,Carpino, Ischitella, istituzioni sportivecome il Coni Foggia, Comitato RegionaleFITri Puglia, Federazione Italiana Tria-thlon, AICS e diverse associazioni locali,oltre i preziosi volontari, senza i quali,manifestazioni di questa dimensione,non potrebbero svolgersi. Sono previsti nuovi gemellaggi e par-tnership con prestigiose gare svolte inPuglia e tutta Italia, infittendo la già im-portante rete di collaborazioni tra il ter-ritorio lagunare e il resto della penisola;sport, natura, tradizioni, sostenibilità eturismo rimangono le parole chiave diquesta nuova edizione.

Triathlon, già in moto la macchinaorganizzativa della nuova edizione

di FEDERICA CARBONELLIVico del Gargano e Ischitella si sono bat-tute invano per salvare dalla soppressionegli Uffici postali di San Menaio e Foce Va-rano. Poiché la Direzione provincialedelle Poste è assente, il Prefetto e gli Am-ministratori dei comuni interessati nonhanno potuto fare altro che convocarealtri incontri con la speranza della parte-cipazione del rappresentante delle PosteItaliane per scongiurare la chiusura degliUffici periferici.Il malcontento dei citta-dini delle due località penalizzate sale,poiché questi vedono peggiorare con ilpassare del tempo la loro quotidianità acausa della mancanza di servizi di prima-ria importanza: sanità, trasporti, Ufficipostali, esercizi commerciali. PierinoAmicarelli, il sindaco dimissionario diVico del Gargano si è detto sconcertatodalla totale indifferenza e non partecipa-zione della Direzione Provinciale dellePoste ed è preoccupato della protesta deicittadini : “ I servizi postali in generale, ilrecapito della corrispondenza, i paga-menti, la gestione del piccolo risparmio,le pensioni, sono servizi essenziali peruna fascia di utenti che, per età anagraficae per condizioni sociali, ha bisogno di es-sere tutelata in ogni modo. Si è fatto ditutto , è stata intrapresa qualsiasi inizia-tiva per far retrocedere le Poste Italianeda questa drastica decisione.Purtroppo al momento la decisione èconfermata, sacrificando così un servizioche serviva anche i cagnanesi che d’estateusufruivano delle Poste di Foce per evitaredi andare a Cagnano per un semplice ver-samento o una spedizione.

Foce Varano,addio all’ufficiopostale

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DI EMANUELE SANZONE

Quando arriva la notizia della caduta deltetto dell’ex convento, lo scorso 21 no-vembre, in radio passano il tormentone‘Skyfall’ di Adele, che neanche a farloapposta inizia con la frase This is theend, ovvero ‘questa è la fine’, ironia dellasorte. E davanti a questo segno di cedi-mento, non il primo, ci si chiede vera-mente se stanno iniziando a scorrere ititoli di coda su quello che una volta erail nostro municipio, fulcro della vita ci-vile del paese. La parte del tetto crollatasi aggiunge al solaio semidistrutto nel2010, quando l’ex convento ha perso lavolta dell’aula consiliare, il tutto ovvia-mente dovuto all’incuria in cui la strut-tura ricade dal trasferimento al nuovopalazzo di via Aldo Moro.“E' amaro constatare che i monumentidi Cagnano e di tutto il Gargano stannosgretolandosi inesorabilmente sotto inostri occhi. –commenta a caldo TeresaMaria Rauzino- presidentessa del Cen-tro Studi Martella- Allertammo l'ammi-nistrazione comunale, nel convegnoorganizzato da Schiamazzi (nel2009,nda), e lanciammo, insieme allaprof.ssa Dina Crisetti e a Giuseppe La-ganella un grido d'allarme per l'ex con-vento francescano di Cagnano, per l'exIdroscalo di San Nicola Imbuti, per l'ab-bazia di Kalena e per le Torri del Varanodi Ischitella. Ma le nostre voci sono ri-maste inascoltate. Intanto a Kalena ècrollato il tetto dell'abside, le torri delVarano sono fatiscenti, l'idroscalo è undeserto dei tartari, adesso è crollato iltetto del convento cagnanese. Dovesono gli organi preposti alla tutela, dovesono i comuni, dove sono i cittadini chereclamano la fruibilità dei monumenti

che sono la ricchezza del territorio? Lasocietà civile garganica è inesistente, ipolitici pensano solo ai loro egoismi”.E come ogni emergenza in Italia, ècaccia alla responsabilità. Chiacchie-rando con il parroco della confinanteSanta Maria delle Grazie, don Luca San-

toro, più di una persona chiede al sacer-dote se l’edificio appartiene alla parroc-chia. Don Luca con ironia risponde chese fosse appartenuto alla Chiesa di si-curo non starebbe così, e non a torto,visto i casi della Chiesa Madre e dellaChiesa di San Cataldo.La notizia intanto rimbalza sul web e suigiornali della provincia di Foggia e pro-voca necessariamente i primi commentidel mondo politico: “Sono rammaricatoper l’accaduto- commenta il vicesin-daco Michele Di Pumpo ai microfoni diSchiamazzi- se fossi stato un politicodegli anni Ottanta, non avrei mai fatto

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Corsa contro il tempoEx convento: crolla parte del tetto ed è ormai emergenza

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E’ amaro constatare che i monumenti di Cagnano e di

tutto il Gargano stannosegretolandosi

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“Infiltrazioni e parti dell’ex conventosono vere e proprie mine vaganti perla Parrocchia Santa Maria della Pietà”.A dirlo è proprio il parroco, don LucaSantoro. La chiesa di Santa Mariadelle Grazie è stata riaperta al pub-blico mentre la parte di sagrato diPiazza Giannone attigua all’ex con-vento è stata transennata. La parroc-chia perde l’ex anagrafe che semprepiù spesso era divenuto luogo di di-scussione e di dibattito non solo per

la catechesi e le attività parrocchialima anche per associazioni e partitiche ne facevano uso, tant’è che oggisi sarebbero svolte lì le primarie delPd se solo fosse stata agibile. “Le in-filtrazioni sono giunte fino in chiesama provengono dal chiostro- spiega ilparroco- dove la mancata manuten-zione ha dato il via libera all’umiditàche ha provocato i primi danni ai ba-samenti delle colonne della chiesa”.

“Rischiamo di perdereanche Santa Maria delleGrazie e la parrocchia”

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spostare il municipio da quella strut-tura”. Nel frattempo alla Gazzetta delMezzogiorno in edicola il 23 novembre ilsindaco Nicola Tavaglione ha dichiaratodi “voler denunciare pubblicamente ilcontro il commissario della ComunitàMontana del Gargano Gaetano Cusenzae uno degli assessori, dal momento cheper mettere in sicurezza l’ex conventoc’era un progetto dell’Ente dal valore dicinquecentomila euro che però nonsono stati mai versati”.Il fondo a cui si riferisce il primo citta-dino è la somma stanziata dalla Comu-nità Montana del Gargano (ormaidefunta) nel Programma triennale deilavori pubblici 2007/09 a favore dell’exconvento. Già nel 1988 c’era un progettodi restauro firmato dagli architetti Mu-ciaccia e Fatigato da 200 milioni di lireche però non trova finanziamento. Il 12 gennaio 2007 con la determina nu-mero 18 all’architetto Stefano Gatti diFoligno (PG) è stato dato l’incarico per laprogettazione preliminare, incarico uffi-cializzato il 22 marzo dello stesso anno.Il 6 luglio viene consegnato il progettoda 499.702,21 euro che prevede la ripa-razione delle lesioni della struttura e deiquadri, la rifunzionalizzazione statica eil miglioramento e l’adeguamento si-smico per una spesa si 374.729,29 a cuisi aggiungono 125.270,71 euro di spesetecniche, imprevisti e IVA. La spesaviene imputata al bilancio 2007. Il 1 ot-tobre 2008, il comune di Cagnano con-cede il permesso di costruire nei localidell’ex convento alla Comunità montanadel Gargano. Ma cosa è successo poi?“Non è successo niente- spiega GaetanoCusenza, commissario liquidatore dellaComunità Montana. È vero che c’era unimpegno di spesa di 500 mila euro ma èvero anche che dal 2008 al 2010, quandol’Ente funzionava, non è stato emessonessun atto esecutivo e il Comune di Ca-gnano non ha cantierizzato il progetto,con il risultato che quei soldi sono statipersi. Se c’è un impegno di spesa manon c’è l’atto concreto della cantierizza-zione, resta solo un impegno. Inoltre, laComunità Montana non è affatto re-sponsabile del crollo, dal momento cheè il Comune proprietario della strutturae quindi detiene le responsabilità delcrollo, manutenzione etc… il Comunenel periodo 2008-10 avrebbe dovuto im-pegnarsi, dal momento che c’era unaGiunta ed un Presidente. Non ci sonoagli atti comunicazioni né sollecitazionisalvo una corrispondenza sollecitata

dalla Comunità Montana nel 2008. Io dacommissario liquidatore ho solo il com-pito di saldare i pagamenti in sospeso enon posso deliberare né gestire i fondi.

Il 10 gennaio ho firmato l’ultimo atto chetrasferirà tutto alla Regione. In un primomomento c’era stata una certa disponi-bilità del sindaco ad affrontare la situa-zione, come pure dell’assessore PalmaDe Simone, ora Tavaglione dovrà bus-sare in Regione, perché i fondi non spesili gestirà Bari”. Ma c’è un colpo di scena: “Abbiamo in-contrato il presidente della Regione Pu-glia Nichi Vendola – annuncia ilvicesindaco Michele Di Pumpo - e ci hapromesso 250 mila euro subito per unacopertura dell’edificio, in modo da fer-mare le infiltrazioni”. Sarebbe un primo risultato, anche se-secondo una stima fatta dal tecnico co-

munale Antonio Di Nauta intervistato daLeonarda Crisetti- “Per un progetto de-cente di recupero occorrono almeno duemilioni di euro”. Insomma, cerchiamo di salvare il salva-bile nell’attesa (e illudendoci forse) chel’ex convento possa tornare fruibile, ma-gari quel giorno sarà anche la data dellariscossa di Cagnano. Nel frattempo l’in-vito è a non dimenticare quell’edificio, lanostra storia : l’emergenza non è finita:politica, istituzioni, a voi continuiamo agridare: “fate presto!”

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Secondo il tecnico comunaleper un progetto decente direcupero occorrono almeno

due milioni di euro

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DI IOLANDA CARBONELLI

La storia del nostro Ex Convento inizianel 1724, quando vennero gettate le basiper la realizzazione di quello che per ilpopolo cagnanese sarebbe diventato unsimbolo religioso ma anche civile, inquanto Ex Convento prima e Ex Munici-pio poi.Nel 1724,quando il convento nasce, cisono intorno già delle case e degli orti, edè cinto da un muro che racchiude dueversure di superficie (25.000 mq circa).L’orto del convento dei Padri RiformatiFrancescani confina con via delle Grazie,Giro esterno e Palazzo Pepe. L’ex con-vento si era sviluppato lungoVia Coppa eVia Mercato (l’odierno Corso Giannone),stesso luogo in cui, all’inizio del Nove-cento si faceva la fiera del bestiame,lungo Via Media e Largo dei Barbieri (oggi Corso Roma) e lungo il Casale (CorsoUmberto).In quell’epoca vi erano le chiese di SantaMaria della Pietà, del Purgatorio e di SanGiovanni, entro le mura e altre 10 chiesefuori le mura, tra cui San Cataldo e SantaMaria degli Angeli, da noi conosciutacome Santa Maria delle Grazie, ed è pro-prio qui che secondo alcuni vanno rinve-nute le primitive tracce dell’ex Conventoe della chiesa di SantaMaria delle Grazie,annessa al Convento nel 1753, se non ad-dirittura prima, nel XIII secolo.Nel Settecento, Cagnano si lascia allespalle un periodo di catastrofi, segnate dauna serie di terremoti (ben 4 nel Sei-cento), e di miseria, come viene attestatonei censimenti che tra il 1669 e il 1779 di-mostrano la triplicazione della popola-zione.Nel 1734, il Convento non era ancora ul-timato,ma già vi dimoravano 6-7 religiosie prometteva di essere “ uno dei conventipiù buoni e belli della provincia”. Nel 1753al convento, venne annessa l’attualeChiesa di SantaMaria delle Grazie, innal-zata su un rudere preesistente.Nel 1809, quando Gioacchino Muratchiese ai rappresentanti delle comunitàl’inventario dei beni degli ordini mona-stici e conventuali, in vista della loro sop-pressione, il complesso risultava cosìformato: da un orto ammurato e arboratocon circa due versure, una mula d’imba-sto che non si riesce a trovare, qualche ar-redo sacro in argento, le statue di SanPasquale e di Sant’Antonio (Inventariodel sindaco A.Sebastiani, luogotenente

C.M. Giornetta, arciprete M.Troia e testi-moni).In base all’inventario di Di Giuva del1811, invece, i Benimobili e immobili delconvento risultano così costituiti: “35 vo-lumi delle biblioteca dei frati; 20 stanze dilamia finta; 4 corridoi (di cui 3 corrispon-denti) e un quarto che forma una loggiacoperta; Piano terreno con cucina, localedel fuoco comune, refettorio, piccolachiesa con 2 altari, una chiesa più grandecon 7 altari ( di cui uno con statua in pie-tra di San Giuseppe), un chiostro al cen-tro con cisterna, un muro che includel’orto con 27 alberi di fichi e 7 alberi di“amendole”.Nello stesso anno il sovraintendenteCharron ordinò la soppressione del con-vento, nonostante l’opposizione degliamministratori che sostenevano che fu“finanziato dal Signore del luogo e dal po-polo, ritenendolo utile, perché istruisce,evangelizza, assiste i moribondi eavrebbe potuto, inoltre, ospitare unascuola per fanciulli. Si ritiene di doverconservare la piccola chiesa annessa alconvento e di praticare il culto, perché ‘aSan Pasquale e Sant’Antonio il popolo hagrandissima devozione’ “.Dopo la breve parentesi del 1815, a se-guito della Restaurazione , il convento furiaperto e chiuso definitivamente nel1866.Nel 1860, l’allora sindaco Gennaro DeMonte, scrisse che questa casa religiosadovesse essere aperta e sostenne che ilconvento appartenesse almunicipio, non

allo stato, perché si manteneva sui con-tributi della comunità e che, perciò, spet-tava all’ente locale assumere decisioni ariguardo.Nel 1867, in ogni caso, vi fu la soppres-sione. Il centro economico del paese eraormai fuori dallaTerraVecchia, ne Casale.Il Consiglio Giornetti, deliberò di acqui-sire l’ex convento e utilizzarlo come sededella vita civile e amministrativa, di adi-bire i locali per gli uffici di GuardiaNazio-nale, Prefettura Mandamentale, carcere,scuola; di salvare la chiesa “ attesa la ri-strettezza dell’unica chiesa parrocchialeal numero della popolazione”. Nel fare ri-chiesta al prefetto e al procuratore del re,venne fatto presente che i R.D. del 1813 edel 1816 concedono il monastero agli usipubblici del comune, che i cittadini fannoritornare i monaci ma i diritti dominicalidel comune non cessano,che l’ente nonha smesso di investire per il manteni-mento dello stabile.Nei Locali dell’ex convento, la funzioneamministrativa è esercitata pressochéininterrottamente fino al 1995, allorché èstato evacuato sia perché pericolante, siaperché è pronta la nuova sede del muni-cipio. Dal 1995 fu chiuso in attesa di re-stauro.

Stiamo perdendo “uno dei conventipiù belli della Provincia”

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DI LORIS CASTRIOTA SKANDERBERGH*

Sono stati oltre un milione le persone che –via web o con le schede cartacee in dis-tribuzione nelle delegazioni FAI e nelle sedidi Intesa Sanpaolo- hanno partecipato allasesta edizione de “I luoghi del cuore”.

Si tratta del censimento che ogni due anniraccoglie le segnalazioni sui beni culturaliitaliani che più hanno bisogno di interventi direstauro e valorizzazione.

La mobilitazione popolare è stata note-vole: il primo Censimento, nel 2003, raccolse24.200 segnalazioni. Lo scorso anno, dal 23maggio al 30 novembre, il numero di votigiunti è aumentato di oltre 40 volte.

Una conferma di quanto sia sentita l’ini-ziativa del FAI e di Intesa Sanpaolo, che vienevista sia come strumento per far conoscerel’opinione del “pubblico”, italiano e non, sul-l’importanza della tutela dei beni culturalipiù trascurati che come “scambio di idee,esperienze, comunione di sentimenti e spe-ranze”, come è stato detto questa mattinanella conferenza stampa.

La novità dell’edizione 2012 è stata pro-prio l’introduzione della possibilità del votoanche da parte degli stranieri. Sono giunte se-gnalazioni dal Canada, dall’Olanda, dal Ma-lawi, dalla Cina e da tanti altri Paesi: in totale,ben 123.

Ancora una volta c’è stato un vero e pro-prio “trionfo” per la Capitanata, che ha fattoregistrare ben tre beni nei primi dieci postiche hanno raccolto in totale di 128.159 segna-lazioni: per tutti i beni della provincia di Fog-gia, invece, sono giunti altre 173.000 voti.Per un soffio la Chiesa di San Nicola a SanPaolo di Civitate, con 53. 394 voti, non è risul-tata la più segnalata: ha dovuto cedere ilpasso, per poche centinaia di preferenze(53.953) alla Cittadella di Alessandria, unodegli esempi più importanti di fortificazionesettecentesca in Europa dove sventolò ilprimo tricolore del Risorgimento italiano, at-tualmente invasa da piante infestanti e biso-gnosa di manutenzioni urgenti.

La chiesa di San Paolo, luogomolto amatodagli abitanti della zona, è chiusa da tempoperché ripetutamente danneggiata dai sismiche hanno colpito il Tavoliere Nord e le areelimitrofe.Straordinario anche il terzo posto,con 50.071 voti, dell’Abbazia Benedettinadella SS.Trinità di Monte Sacro, nel territoriodel Comune di Mattinata: costruita tra il X el’XI secolo, è una delle più importanti del SudItalia, ma ne restano solo ruderi che, sebbenespesso frequentati da studiosi di Storia, diArte e di Architettura, sono invasi dalla vege-tazione e non sono fruibili dai visitatori.

All’8° posto, gli Eremi della Valle di Sti-gnano: erano rifugi nei quali gli asceti chesceglievano la meditazione e la solitudine,avevano ricavato lungo la via dei pellegrini trail Convento francescano di Santa Maria di Sti-gnano e il sito di Castelpagano; furono scavatio edificati tramedioevo emetà ‘700. La granparte è ormai ridotta in rovina, mentre unadecina è ancora discretamente conservata.

Altri beni della Capitanata sono stati se-gnalati: ad esempio, la Chiesa delle Croci diFoggia si è classificata al 20° posto, con 10711segnalazioni.

La Grotta di San Michele di Cagnano si èclassificata 71esima con 2928 voti.

Per conoscere i dettagli dei beni “foggiani,basta collegarsi al link http://www.ilu-oghidelcuore.it/classificache riporta la classifica completa.

Oltre 10.000 i luoghi votati nel Censi-mento del 2012: tantissime realtà dimenticateche grazie a “I Luoghi del Cuore” tornano inprimo piano. Come nelle precedenti edizioniil FAI si farà, infatti, portavoce delle segnala-

zioni ricevute e, anche attraverso l’azione ca-pillare delle sue oltre 100 Delegazioni provin-ciali, solleciterà le istituzioni preposteaffinché tengano in considerazione i luoghiche “muovono” il cuore dei cittadini, sensibi-lizzando Sindaci, Soprintendenze e Presidentidi Regione. Per la prima volta il monitoraggiodei luoghi segnalati, volto a capire dove poterintervenire concretamente, sarà fatto in ac-cordo con la collaborazione delle DirezioniRegionali del Ministero per i Beni e le AttivitàCulturali e a giugno di quest’anno sarannoannunciati gli interventi previsti.

*portavoce FAI Foggia

ccuullttuurraaBENI CULTURALI

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FAI, “I luoghi del cuore” 2012:tanti voti per la Capitanata

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DI EMANUELE SANZONE

Sicuramente uno dei temi più di-scussi in queste ultime settimane èquello dell’erosione delle coste, unfenomeno tutt’altro che scontatoche in alcuni tratti della nostracosta (Capoiale, Foce Varano eRodi-San Menaio) sta diventandouna vera e propria emergenza chepotrebbe addirittura compromet-tere l’attività turistica presente. Ilfenomeno nei vari comuni haaperto duri dibattiti all’internodella politica e dell’associazioni-smo e per capire al meglio cosa staaccadendo alle nostre spiagge ab-biamo interrogato Gianfranco Pa-zienza, Ricercatore assegnista CNR– ISMAR (Istituto di scienze ma-rine) Lesina (nelle foto a destra).- Dottor Pazienza, a cosa è dovutal'erosione?Sull'erosione agiscono diverseforze: sulle dune il vento e ovvia-mente l'azionedelle onde e delle correnti; sulle fa-lesie, la costa alta, anche il ruscel-lamento delle acque in superficie.- Quanto l'azione umana ha acce-lerato questo processo naturale?Un ruolo importante di conteni-mento del fenomeno lo svolge lavegetazione che siinsedia sulle nostre coste. Gli in-cendi e il taglio sono deleteri, comei continui passaggi e il calpestiodella delicata vegetazione dunale,oppure quando si aprono varchiimpropri, quei tagli sulla duna

sotto l'azione del vento divente-ranno ferite insanabili e la vegeta-zione verrà ulteriormente spazzatavia. Questa pratica di tagliare laduna diventa particolarmentegrave quando si aprono i lidi e que-sti per pulire la spiaggia dall’accu-mulo invernale di immondizie(plastica e polistirolo soprattutto, ereste da mitilicoltura) o per recupe-rare spiaggia persa con le mareg-giate, vanno con le benne delle palemeccaniche e sconvolgono le dune.Ovviamente tutte queste azionisono ancor più aggravate se accom-pagnate dall cementificazione dellacosta soggetta a rischio, con l'aper-tura di strade e l'aumento dellapressione sulle coste. Basta ricor-dare sul Gargano le molte falesiepericolanti, e i molti divieti impostidalle Capitanerie di porto.- E' un fatto localizzato (Capojale)o di tutta la costa garganica?Si tratta di un'emergenza ormai?L'emergenza dal punto di vista delfenomeno naturale può essere soloil ripetersi dell'evenienza terre-moto storico del '700, quando si ge-nerò lo tsunami sulla costa nord delGargano e la possibile genesi dell'istmo di Lesina. Una Onda ano-mala è stata registrata nel 2006 alargo del Gargano verso le isole Tre-miti. Li è posizionata una boa delsistema italiano di rilevamentodelle onde anomale. Quella zona ècaratterizzata da frequenti terre-moti. In quella occasione l'ondaanomala registrata fu di sei metri.

Questo avràcertamenteinciso sulprogressivoa r r e t r a -mento della linea di costa.Due anni prima (2004) avevo ese-guito lavori di difesa e consolida-mento (ingegneria naturalistica)sulle dune dell'istmo di Lesina. La-voro interessante, fronte mare,conuna escursione della linea di costale cui variazioni di marea e stagio-nali oscillavano di 10-15 metri.L'inverno abbiamo lavorato quasiin mezzo alle onde. Subito dopoquei lavori sono stati interamentedivorati. Non abbiamo messo in re-lazione questa erosione progressivacon l'onda del 2006, la constata-zione è però reale. Come reali sonole mareggiate con una energia no-tevolissima, sempre più frequentianche in estate. Per esempio comea fine agosto 2012. Inoltre la costaadriatica italiana è caratterizzatada una corrente discendente stu-diata dal CNR per altri aspetti, eche forse potrebbe suggerire qual-che informazione sul movimentodelle spiagge sottomarine. Darcimaggiori dettagli del loro scivola-mento; la perdita di spiagge di bat-tigia non è solo dovuta al mancatoapporto di sedimenti dai fiumi(cosa risaputa e spesso esercitataillegalmente), sul progressivo avan-zamento della linea di costa po-trebbero incidere questiscivolamenti. Ovviamente non

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“Ricreiamo le spiagge”

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Intervista conGianfranco Pazienza,ricercatore assegnistaal CNR-ISMAR, una ri-

cetta per salvarele coste.

“La Politica?Abusivismo, la sua

responsabilità”.

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voglio immaginare cosa possa si-gnificare l’aumento del livello delmare anche di solo pochi millime-tri, a causa dello scioglimento co-stante dei ghiacciai, per ilriscaldamento globale del pianeta.Siete stati in Maremma al Parco del-l'Uccellina? Li la costa è come lanostra, forse meno esposta alleforze meteomarine col vento dimaestrale, non ne sono sicuro. Co-munque, mancavo da quellespiagge dal 1995 e la macchia medi-terranea si presenta più o meno fla-gellata dall’avanzare stagionaledella linea di costa. nessun pro-blema, è tutta area naturale. Non cisono infrastrutture urbane, insedia-menti ne di case ne di lidi. Solo al-beri e arbusti che crescono emuoiono, anzi, le ramaglie frenanol'erosione. Sulla costa nord del Gar-gano, a Bosco Isola di Lesina, daSabbie d'Oro in poi, la duna e lamacchia sono prive di abusivismo ei danni sono inesistenti. a Torre Mi-leto immaginate: l'erosione potràcreare danni notevoli alle casefronte mare. A Capojale mi sem-brano poche le infrastrutture a ri-schio, potrei sbagliarmi, cosadiversa è Isola Varano dove, pur-troppo, le case fronte mare ri-schiano molto-Con quali strumenti possiamocombatterla?Il modo di contrastare il fenomeno

erosivo, potrebbe essere quello diripascere (rimettere sabbia) sullabattigia, gli scorsi anni soprattuttoin Emilia Romagna le spiagge som-merse sono state movimentate perricostruirle in superficie. Una ope-razione costosissima. Voglio quifare una considerazione: i porti diVieste e Rodi, soggetti ad inevita-bile insabbiamento, vanno dragatiprobabilmente tutti gli anni. Que-sto ha un costo, ovviamente, quellesabbie però, non ancora troppo in-trise di idrocarburi, potrebbero es-sere portate non in discarica, alargo o non so dove, potrebbero in-vece essere utili al ripascimento.Al contrario, i danni maggiori sonostati provocati dalle barriere frangi-flutti, in molti casi quelli perpendi-colari alla linea di costa hannoaddirittura innescato il processoerosivo. Lungo la costa adriatica inalcuni punti ci sono ben due file pa-rallele di questi frangiflutti. Inutilia difendere le strutture a Mare: que-sta estate tutta la riviera marchi-giana tra il Conero e a sud diMarcelli, è stata letteralmente spaz-zata via nonostante questa doppiabarriera.Ad ogni modo per le barriere frangi-flutti lo studio va assolutamenteapprofondito, per evitare di aggra-vare il fenomeno, basta osservarel’effetto che hanno alcuni moli.- La politica ha delle responsabi-

lità?La politica se ha delle responsabi-lità queste sono nel non avere evi-tato l’abusivismo, lacementificazione delle aree a ri-schio o, per favorire il turismo, pen-sato di incoraggiare insediamenti eporti, senza prevedere gli effetti, irischi e i danni.- Nei casi di Foce Varano, Capojalee Rodi è dovuto solo alla realizza-zione/¬allungamento dei moli?Certo, effetti “golfo” conosciuti vene sono: i bracci lungo la costa in-ducono turbamenti significativi allastabilità delle sabbie. L’aumentodella spiaggia sottovento del portodi Rodi a San Menaio lo dimostra.La storia della stupenda spiaggia diMattinata, tutta ciottoli bianchi.Questa è sparita sotto le mareggiatee, quasi sicuramente per l’allunga-mento di poche decine di metri diun molo (tra l’altro a ridosso di unantico porticciolo di epoca ro-mana). Anche lì interventi di bar-riere, sempre ripascimento conmassi calcarei, ma il fenomeno con-tinua.

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Una questione garganicaDa Marina di Lesina a Mattinata, l’erosione è diventata un problema comune

Mattinata, Capoiale, Foce Varano…sono solo alcune delle nostre localitàbalnearicolpiteprogressivamentene-gli anni dall’erosione, un fenomenonaturale che però va studiato e tenutod’occhio. Infatti, come è avvenuto nelcasodiCapojale e IsolaVarano, ovverosul lembodi terrachedivide il LagoVa-rano dall’Adriatico, un’erosione noncontrollata negli anni ha innescatouna vera e propria emergenza non so-lo per la spiaggia in sé per séma ancheper il comparto turistico, tanto che aCagnano Varano nel mese scorso si ètenuto un consiglio comunale straor-dinario sul problema. Il caso poi si èspostato inRegione, dopoche i Sinda-ci dei Comuni di Cagnano, Nicola Ta-

vaglione, di Ischitella, Pietro Colec-chia e di Rodi Garganico, Nicola Pintohanno sottoscritto un documentocongiunto trasmesso alla Regione Pu-glia ed alle altre autorità regionalicompetenti affinché vengano indivi-duati appositi canali di finanziamen-to, a vari livelli, per definire esatta-mente le cause dell’erosione ma so-prattutto per realizzare le opere ne-cessarie ad arginare il fenomeno, daeseguirsi sotto l’egida regionale ed incollaborazionecon lacomunitàscien-tifica e con altri enti sovracomunalicompetenti sul territorio.

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DI MATTEO SANZONE

Parlare delGiornodellaMemoria è sempredoveroso, soprattutto per lo scopo di nonpermettere all’umanità di replicare lastrage della Shoa, lo sterminio di ebrei,omosessuali, disabili e zingari che ha cru-delmente macchiato la storia del Nove-cento. Nonostante i film e i documentariche ci vengonopropinati nella giornatadel27 gennaio, in cui ricorre l’anniversariodel-l’entrata della truppe sovietiche ad Au-schwitz, non riusciamo a vedere quellastoria vicina, salvo che in quelle 24 ore diindignazione chenederivano. La storia ac-quisisce invece un altro sapore se pen-siamo che un campo di concentramentosorgeva a una ventina di chilometri da noi.“Una ricorrenza, il 27 gennaio, cheManfre-donia è particolarmente sentita in quantocoinvolta suo malgrado nel perverso cir-cuito dei campi di concentramento ordi-nati dal regime fascista- spiegano dalComune garganico-Funzionò dal giugno1940 al luglio 1943. Fortunatamente nonera di quelli estremi tipo Auschwitz anchese la collocazione poteva far pensare alpeggio: era stato sistemato infatti nel mat-tatoio da poco costruito ben fuori l’abitatoche a quel tempo si fermava a PiazzaMar-coni. Era un reclusorio nel quale furonoconvogliati prevalentemente antifascisti,anarchici, sovversivi, persone generica-mente pericolose per l’ordine pubblico edanche ebrei di varia nazionalità tra serbo-croati, sloveni, tedeschi e italiani prove-nienti dalla Liguria, Toscana, Lazio.Complessivamente 519 internati molti deiquali furono poi smistati al confino delleIsoleTremiti.La sceltadiManfredonianon fucasualemamotivata dalla presenza del porto e dellaferrovia edi due complessi ritenuti in grado

di essere adattati a reclusori: il macello eVilla Rosa. Fu preferito il primo perché aduechilometri dall’abitato, di proprietà co-munale, disponeva di circa una ventina diambienti che vennero in tutta fretta riadat-tati per ospitare gli internati. Oltre ai localidella direzione e dell’amministrazione, ilcampo di concentramento, comprendevaundici cameroni, quattro mense con an-nesse cucine, uno spaccio, una infermeria,il lavatoio, la cappella, ledocceediversi ser-vizi igienici. A cura degli internati eranostati impiantati alcuni orticelli per la colti-vazione di ortaggi freschi e un campo dibocce.Una situazione“accogliente” se con-frontata con i famigerati campi di stermi-nio disseminati in Germania e Polonia.Anche perché e forse soprattutto, la dire-zione del campo era affidata a personaleitaliano, al dirigente de locale Commissa-riato di Ps coadiuvato da civili del luogo.Nelmaggio 1941 il reclusorio vennevisitatodal Nunzio apostolico mons. BergonciniDuca che rimase soddisfatto per le buonecondizioni del campoedel trattamentodei

detenuti.”Di quella triste esperienza è rimasta qual-che traccia. Per ricordarne lamemoria e so-prattutto per rammentare alle generazionicontemporanee e future che“Mai dimenti-cheremo” come afferma il manifesto pub-blicato dal sindaco della città, AngeloRiccardi. “Unmonito – ha affermato – per-ché tragedie simili non accadanomai più eun auspicio per la pace tra i popoli”.Sul muro di quello che è stato il Campo diconcentramento fascista diManfredonia, èstata apposta una targa commemorativanel corso di una cerimonia indetta nelGiorno della Memoria, con la benedizionedell’arcivescovomons.MicheleCastoro e lapartecipazionedel presidentedella Provin-cia di Foggia Antonio Pepe e del Prefetto diFoggia Luisa Latella.

ccuullttuurraaIL GIORNO DELLA MEMORIA

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Quando la Shoa passava perManfredonia

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DI IOLANDA CARBONELLI ED EMANUELESANZONE

“Abbracciate i vostri sogni, gli eroi quoti-diani sono quelli che danno il massimotutti i giorni” (Roberto Baggio)

Alzi lamano chi nella propria esistenza sisia posto la regina delle domande, ovveroche senso abbia la vita. Ce la poniamonoimomenti di difficoltà, in quelli di confu-sione o in quelli in cui si passa da unostato d’animo all’altro, dal momento checome umani siamo in grado di andare al-dilà del vivere biologico.Forse è il caso di cambiare il nostro ap-proccio alla domanda ovvero chiederciche senso dare alla nostra vita. Questa ri-flessione arriva nella Giornata Nazionaledella vita, celebratasi lo scorso 3 febbraio.Provare a snocciolare la questione inpoche pagine è praticamente impossi-bile, e forse non basterebbe una collanadi libri. Però possiamo raccontare la sto-ria di chi aveva dato un senso alla propriavita.In particolare non vogliamo qui celebrareuna liturgia nostalgica, ma pensare aduna vita vissuta fino alla fine, quella della

dottoressa Angela Schiavone, scomparsaprematuramente nel settembre 2011. Dicerto Angela non ha bisogno di presenta-zioni, il suo ricordo è ancora vivo nellenostre menti e nei nostri cuori per il suolato e la sua solidarietà squisitamenteumana.“Non so quanto io possa aver realmenteconosciuto Angela, perché a volte dellepersone conosciamo solo alcuni aspettiche ci colpiscono o che ci interessano-spiega la sua collega Anna Nigro- possodire però che fu una delle prime personeche ho conosciuto quando nel 1980, gio-vanemedico e appena sposata ,mi trasfe-rii a Cagnano. Mi sembrò molto giovialee cortese perchémi diede il benvenuto inquesto nostro paese,all'epoca molto piùvivibile di adesso! Fu molto disponibileanche quando,l'estate successiva,andò inferie e si fece sostituire da me e dandomisempre buoni consigli sia da un punto divista professionale che umano! Fu lei chemi aiutò ad aprire gli occhi e a non fi-darmi troppo di certa gente....e non possodire altro per rispetto alla sua memoria!Nel lavoro non si risparmiavamai :la lucenel suo studio era sempre l'ultima a spe-gnersi. Sempre gentile con tutti e anche

in particolare con i miei figli che le vole-vano bene nonostante fosse stata lei afare le loro vaccinazioni. Capivo e condi-videvo anche l'amore per i suoi cani per-ché solo chi ama tanto gli animali amatanto anche le persone e lei oltre che nellavoro lo ha dimostrato anche nel suo im-pegno per la Caritas del paese! Andò inpensione in silenzio ,non volle feste o re-gali e questo mi rattristò ma alla luce deifatti poi accaduti ho capito che forse giànon stava bene e noi non ne sapevamoniente,purtroppo. L'ultimo ricordo sonoi suoi occhi scuri chemi salutavano silen-ziosamente, qualche giorno prima di an-darsene… Quest'anno sono statacontenta che il concorso letterario Il Rovosia stato dedicato alla suamemoria e cheil primo premio sia stato sponsorizzatodai colleghi dello studio associato; simuore e per sempre solo quando nes-suno ci ricorda più e noi vogliamo invecericordarla per sempre!“Ho un ottimo ricordo, sia dal punto divista professionale che umano-raccontaSalvatore Valerio, informatore medico- .Mi parlava spesso della sua gioventù , diquando studiava a Roma, se non ricordomale. E' stata una importante perdita per

llaa ssttoorriiaaNESSUN UOMO E’ UN’ISOLA

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ANGELA SCHIAVONEUna vita semplice,

ma allo stessotempo spesa per

gli altri. Cosa ci halasciato il medico

ricordato da tutti icagnanesi? Spunti

di riflessione in oc-casione della Gior-

nata Nazionaledella Vita.

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Cagnano, i pazienti nonostante la grossaprofessionalità degli altri medici, ne sen-tono lamancanza. Io l'ho conosciuta tantianni fa, aveva sempre una parola per tutti.Mi parlava dei problemi dei suoi pazienti,non solo di salute, ma anche di altro tipo.Possedeva una dotemolto grande: l'uma-nità, rimaneva dispiaciuta quando nonriusciva ad aiutare i suoi pazienti”…Laura Pia Santososso, da paziente invecericorda il giorno in cui arrivo la notiziadella sua dipartita: “Posso provare a de-scrivere quello che ho provato quandomiarrivò la chiamata della sua morte. Era il26 settembre,quel giorno festeggiavo ilmio compleanno. Mi chiama mia madree mi dice:"Angela se ne e´andata". An-gela, la nostra Angela.....Per tutti era unmedico ma per noi era riduttivo definirlacosì. Era così speciale, che forse delle volte

si andava lì solo per parlare. Lei era sem-plicemente unica nell’ascoltare lemie pa-role: potevi suonare la sua porta anchemille volte al giorno, le ti avrebbe aperto,ti faceva sedere sul suo divano con i suoiamati cani, iniziava a parlare, parlare. Dicolpo ti rendi conto che se n’è andata e ilsuo posto non è più lì, non la trovi più allostudio associati dietro quella scrivania,con il suo disordine. Non puoi più suo-nare il suo campanello con lei che correper venirti ad aprire. No, adesso il suoposto è altrove…”“Era una donna unica!- ricorda invece suonipote Rocco Pio Schiavone-Una personasempre disponibile, non solo per quelloche riguardava il suo lavoro. la sua portaera sempre aperta... una forza della na-tura!Ricordo che voleva iscriversi con me alla

facoltà di lettere... non basterebbero tuttigli aggettivi della lingua italiana per de-scriverla! “Esulando dal contestomeramente profes-sionale, è don Luca Santoro a darci un ri-tratto inedito di Angela Schiavone: “Mi hasempre colpito la sua modestia, il fattoche era unmedico ‘giù dal piedistallo’. Danotare anche il suo tempo libero, in cuicontinuava a dedicarsi agli altri. Avevauna capacità non da poco di far conciliareil pensiero medico-scientifico con la teo-logia, con letture approfondite. Era unadonna di fede e anche la realtà della Cari-tas ha registrato un salto di qualità grazieal suo impegno, tanto che vorremmo de-dicarla a lei”.

DI FEDERICA CARBONELLI

LaCaritas ènata aRoma il 2 luglio 1971perdecretodellaCeialfinedi«promuovereeco-ordinareleattivitàcaritativeinItalia».Laca-ritasitalianaè statatenutaabattesimodallediocesi italiane ancora a Roma nel conve-gnoallaDomusMariae.Per capire il camminodellaCaritas in Italiaènecessariocapire l’influenzachehaavutosudiessol’indirizzodatoleautorevolmenteda PaoloVI, che fortemente l’aveva voluta,in attuazionedello statuto chenedefiniscelanaturaelefinalità.LostatutodellaCaritasitaliana era stato dato con decreto del 2 lu-glio1971,firmatodalcard.AntonioPomaneera ilpresidente.La Caritas invitava a far sì che i più debolipassasserodaunaposizionedimerapassi-vità,nella quale i poveri si limitanoa ricevere gliaiuti della comunità, ad una posizione piùattiva,divenendoartefici eprotagonisti lorostessidella propria promozione umana. Anchenelnostropaesec’ègiàunasedeCaritascheèpresentegiàdaparecchianni .Oggiperògrazieall’aiutodelnostroparrocoDon

LucaabbiamounanuovasedeCaritasdi cui all’inizio lareferente era ladottoressa AngelaSchiavone. Doponemmeno un an-nopurtroppo , perla dottoressaSchiavone non èstato più possibileproseguire questocamminoedaquelmomento entra incamposuanipote,Rosa Fiorentinoche ne fa parte giàdadueanni.Oltrealeicisonoaltricin-que collaboratori.La sede è apertaduegiorni alla settimana, eprecisamente ilmartedì e il giovedì dalle ore 11.00 alle ore12.00.Imembridellasedesioccupanodidi-stribuire alimenti e vestiario, inoltre cerca-nodiportareaterminelevarierichiestecheglivengonofatte,enesonodavveromolte…in questo periodo quello viene richiesto di

piùsonocopertee lenzuolaepersinostufe.La gente che si rivolge allaCaritas è soprat-tutto gente straniera rumeni e bulgari, matantesonoanchelefamigliediCagnano,ini-zialmenteeranopoche,ora invecesonopiùdi sessanta famiglie. La sededellaCaritas sitrovadi lato laChiesadiSanCataldo.

La Caritas, un servizio per la comunitàper la povertà vicina e nascosta

VOLONTARIATO

VIA TITO FIORE

C. Brigida & L.A. Cicilano SncAgenzia Generale

Via della Croce, 1 - Manfredoniatel.0884 58376 fax 0884 516351

Ispettorato AgenzialeC.so Giannone, 166 - Cagnano V.Tel 0884 88008 fax 0884 854277

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Circa die secoli fa, nel suo“Trattato dell’ascolta-zionemediata” (1826) ilDott. Laennec– ideatoredello stetoscopio ma anche clinico e patologomolto attento –descrisse:“… l’enfisemae i ramibronchiali appaiono vicini fra loro e particolar-mente i bronchi di piccolo calibro sono a voltedilatati poiché la causa che dilata le cellule pol-monari (gli alveoli) deve parimenti agire suibronchi; tuttavia alcuni fatti mi farebbero sup-porre che in taluni casi la dilatazione delle cel-lule aeree sia primitiva”: descrizioneanatomo-patologica attualissima, ottenuta conla sola lente di ingrandimento! La malattia, al-lora rara, oggi è nota comeBPCOe resta avvoltanel mistero circa le cause, il meccanismo pato-genetico e le specifiche cure.La broncopneumopatia cronica ostruttiva èun’affezione cronica polmonare caratterizzatadaun’ostruzionebronchiale, con limitazionedelflusso aereo per niente o solo parzialmente re-versibile, lentamente progressiva, causata daun’infiammazione cronica delle vie aeree e delparenchima polmonare. Considerata la quartacausa di morte in Europa e negli USA (almeno65.000 morti all’anno), studi recenti hanno evi-denziato un aumento della mortalità a livellomondiale. L’origine della malattia è un’infiam-mazione di carattere cronico che perdura daanni e interessa le vie respiratoriedell’individuo.Essa comporta una graduale perdita delle fun-zioni dei polmoni con una disfunzione noncompletamente reversibile anche se trattata. Ilfumo di sigaretta è il maggiore fattore di rischioe di mortalità per lo sviluppo dell’enfisema edella bronchite cronica, che sono compresenella definizione di broncopneumopatia cro-nica ostruttiva, l’esposizione occupazionale apolveri o sostanze contenenti cadmio, carbone,silicio eoro, l’inquinamentoambientalenei cen-tri urbani oltre che fattori genetici,mancanzadialfa1-antitripsina, uno squilibrio del sistemaistaminergico rappresentano leprincipali causedi questa importante patologia sociale.La diagnosi di questa affezione parte dall’osser-vazione clinicamaviene fortemente sostanziatada una indagine spirometrica e da una diagno-sticadi immagine semprepiù tecnologicamenteevoluta in grado di ben caratterizzare il dannoanatomico conseguente. La diagnosi radiolo-gicadell’enfisema, affidataper decenni alla solaradiografia del torace, si è rivelata fortementedi-pendente dalla qualità della radiografia e dallainterpretazione soggettiva del radiologo. Neglianni ’30 del secolo scorso il Dott. M. Burke affi-dando la suadiagnosi al comportamentodel di-segnopolmonare (costituitodalla rete vascolarevisibile sulla radiografia) descrisse la “progres-siva scomparsa dei polmoni” – vanishing lungs– in un giovanemarine affetto da enfisema bol-loso. La lezionediBurke fupreziosaper i ricerca-tori che negli anni ’50-’60 dimostrarono chel’enfisemae labronchite cronica contribuisconosinergicamente a produrre il modello clinicodella malattia ostruttiva; si intuì allora che lecomponenti principali dellamalattia esprimono

due fenotipi diversi (blue-bloa-ter, pink-puffer) raramente informa pura, più frequente-mente in un ventaglio dimani-festazioni cliniche, radiologichee patologiche.I progressi scaturiti dalle ricer-che di quegli anni andaronoman mano spegnendosi so-prattutto perché il gold stan-dard della fenotipizzazioneveniva necessariamente affi-dato all’autopsia, una prospet-tiva poco pratica! Tutto ciògiustificatodall’assenzadi stru-menti che potessero distin-guere in vivo la componente“enfisema” rispetto al dannoostruttivo bronchiolare.I progressi della diagnostica ra-diologica realizzati nell’ultimoventennio, con la tomografiacomputerizzata ad alta risolu-zione (HRCT), l’acquisizionedelle immagini con tecnica spirale multidetet-tore, hanno resogli studimolto veloci, precisi neidettagli anatomici, coerenti con i dati funzionaliforniti dalla spirometria. I progressi sono statitali da poter considerare attualmente le imma-gini prodotte dallaHRCTsimili all’anatomiapa-tologica, con il vantaggio di offrirle in vivounitamenteadati funzionali equantitativi. E’ di-venuto agevole documentare l’iniziale com-parsa dell’enfisema, tipizzare le diverse formeistologiche, stabilirne la distribuzione topogra-fica, definirne i volumi e le caratteristichedi ete-rogeneità – cluster analysis (preziose pereventuali trattamenti invasivi). Lo studio dellevie aeree è diventato sempre più raffinato conbuona rappresentazionemorfologica dei bron-chi finoadundiametro inferiore ai duemillime-tri: ciò consente di affrontare in concreto lostudio delle piccole vie aeree, le maggiormenteresponsabili della malattia ostruttiva. Esso sibasa sulla rilevazionedello spessoredella paretebronchiolare, del suo lume e del rapporto fra idue valori. Con le tecniche di segmentazionebronchiale, realizzate recentemente e giàdispo-nibili quali softwaredi ricostruzione, è possibile“scheletrizzare” le vie aeree, disegnarne l’assecentrale a tutti i livelli, ottenendo sezioni dellume bronchiale perfettamente ortogonali e,quindi, precisissime. Il raffronto con il vaso ar-terioso che accompagna sempre il bronco con-sente di valutare eventuali bronchiolectasieanche di calibro moderato. Lo studio medianteHRCT eseguito comparativamente in inspira-zione/espirazione rivesteunprezioso ruolo fun-zionale: con tale semplicissima manovravengono rilevate le aree di intrappolamento diariadovute al dannodiparete e al collassobron-chiolare che limitaunabuonaventilazionedeglispazi aerei. Grazie alla velocità di rilevazionedegli attuali scanner gli esami vengonoeffettuatiinpochiminuti, senza alcunamanovra invasiva,

senza uso dimezzi di contrasto, senza alcun di-sagio anche su pazienti in condizioni respirato-rie critiche, con una dose di radiazioni moltocontenuta, fra lepiùbasseusatenellapratica cli-nica.Unitamente ai principali rilievi diagnosticidescritti, l’esameHRCToffre in contemporaneala rilevazione di eventuali focolai flogistici tipicidelle fasi di riacutizzazione della malattia non-ché il coinvolgimento dell’apparato cardiova-scolare che compartecipa al dannobronco-polmonare cronico.All’acquisizionedelle immagini seguono le rico-struzioni anatomiche su tutti i piani desideratial fine della più accurata valutazione persona-lizzatadel dannoanatomicoe funzionale, anchea confronto con i dati offerti dalla clinica e dallaspirometria. Rispetto a quest’ultima la HRCToffre il vantaggiodella valutazioneanchedistret-tuale del danno anatomo-funzionale.La diagnostica radiologica può aggiungere allostudiodell’apparato respiratorio importanti datirelativi alle comorbilità quali: osteoporosi, obe-sità, reflusso gastro-esofageo, rinosinusiti croni-che che possono configurare la cosiddettasindrome rino-bronchiale.Le raffinate documentazioni della BPCOotteni-bili in vivo e a basso costo mediante HRCT ri-propongono il progetto clinicodella distinzionefra fenotipi con l’obiettivo di trattamenti tera-peutici personalizzati; ne conseguirà l’adozionedi terapie mirate, sicuramente più efficaci emeno dannose.Alla luce di quanto descritto e alla vigilia di ulte-riorimiglioramenti attesi nella documentazionemorfologica e funzionale delle piccole vie aeree,è giustificato un ragionevole ottimismo circa lapossibilità di contribuire a chiarire la comples-sità dellaBPCOsoprattutto rispetto alla eteroge-neità della malattia o meglio, del ventaglio dimalattie che essa contiene.

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Quella brutta bronchite!La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO):

nuove prospettive diagnostiche

mmeeddiicciinnaa ee ssaalluutteea cura di Pasquale De Luca - Specialista in Medicina Interna Dirigente Medico di I° Livello Struttura Complessa di: Car-diologia Clinica e d’Urgenza - Unità di Terapia Intensiva Coronarica Ospedale “T. Masselli-Mascia” San Severo

segui i consigli del dott. De Luca anche su www.schiamazzi.org

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DI CATERINA DI BIASE

Da sempre le festività natalizie sono la cartinadi tornasole per testare lo stato di salute degliitaliani. Così, non c'è troppo da meravigliarsise il Natale festeggiato sarà ricordato come ilpeggiore degli ultimi dieci anni. Gli analistihanno infatti evidenziato un crollo dei con-sumi. Le famiglie hanno fortemente tirato lacinghia, riducendo il numero di regali e la loroentità, e tagliando anche sulle spese per la casa,sempre più spesso riciclando gli addobbi degliscorsi anni. Il crollo dei consumi è la direttaconseguenza di un anno difficile che ha visto ilPIL decrescere e la pressione fiscale aumentarea livelli da record.Tendenza identica anche pergli alimentari in quanto le tavole degli italianinon rimangono più imbandite.I negozi hanno riscontrato drastici cali negli ac-quisti. Su abbigliamento, calzature, arreda-mento e oggettistica per la casa il crollo è statodel 20 per cento. Malissimo anche i compartiviaggi, ristorazione e cultura (-15%). Le venditenon possono ritenersi insoddisfacenti anchenel settore giocattoli, informatica e hi-tech. Sipuò quindi affermare che Il calo delle venditedi Natale è il segno evidente della crisi econo-mica che investe il nostro paese, e di una poli-tica economica sbagliata che finora hapreferito aumentare la pressione fiscale anzi-ché salvaguardare le tasche delle famiglie e fa-vorire i consumi. Di conseguenza nei prossimiNatalimilioni di attività rischiano l'imminentechiusura.Ma è davvero solo il barometro dei consumi a

definire la qualità del Natale? E la paura dellarecessione è davvero un male? O è il pedaggioche dobbiamo pagare per farci perdonare glistravizi e porre le basi per riprendere a cre-scere?La serenità del Natale NON si misura dal nu-mero di regali sotto l’albero. Ci sono state festedi fine anno nelle quali abbiamo speso ben aldi sopra delle nostre possibilità di italiani inde-bitati. Ci sono stati Natali e Capodanni in cui ilnumero dei regali e il loro valore ha superatoanche i limiti del buon gusto (e del buonsenso).I pacchi scartati quest’anno contenevano regaliche abbiamo scelto uno per uno consapevolidel loro prezzo, in qualche caso facendo sacri-fici reali. Il peso specifico di ogni singolo paccosotto l’albero del 2011-12 è superiore a quellodei regali degli anni scorsi. Nel decidere qualidoni scambiarsi in famiglia ci si è consultati trafratelli e cognati, privilegiando figli e nipoti. Sisono compiute scelte di parsimonia, solida-rietà e affetto che magari fossero state com-piute in passato. È stato un Natale menoconsumistico ci sono stati meno viaggi (-8%),siamo stati di più in casa. E abbiamo imparato(forse) a fare l’abitudine a uno stile di vita piùaustero e responsabile. Ci siamo preparati a vi-vere in recessione. La nazione in difficoltà ha lestesse dinamiche della famiglia che impoveri-sce: bisogna ridurre i consumi, diminuire le im-portazioni, stringere la cinghia. Rimboccarsi lemaniche e produrre di più. E tanto meglio seabbiamo regalato romanzi e non pellicce per-ché cambierà, o meglio sta già cambiando,l’approccio all’acquisto e la scelta del prodotto.

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L’ANALISI:Le Feste come termometro

della crisi economica

l’angolo dellapoesia

Qualcuno mi crede

Di Giovanni Giangualano

Vedo il tuo volto dovunque io sono,

perdo la calma e ho la mia ragionemi sento una cosa davanti brillare,e vedo te che mi stai a guardareripetendo il mio nomee anche tu hai la tua ragione, i giornison lunghi senza di tee nessuno può credermi, perché?Calpesto la terra dove cammino per larabbiaDi non esserti vicino.Il nostro amore è così grandee nessuno ne sa nienteeppure a volte mi domando ripetendo ilperchél’amore è così grande e fa morirechi ha il cuore innocente, creando con-finiin molte distanze,perdendo l’affetto di chi ti pensai giorni più lunghi da ricordare,ma la gente questo non lo può pensaree io seduto su di una sedia resto a ricor-dareil bene e il male che uno di noi può fareaccorciando parole che a volte fannomaleanche a quelli che sanno solo odiaree che non hanno cuore e non sannoamare.Parole lasciate da un gran signoreriprovo a pensare e ti trovi da solocome una foglia sbattuta dal ventoe come un’ombra ti lascia nella mentecammini sempre allo stesso modoe ti accorgi che solo tu hai un vero cuore

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