SARA R VOZA SABATO4LUGLIO2015 LASTAMPA .Società .27 … · italiano (Punto d’Incontro) e a...

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D opo anni di fast food in cui ci sembrava trendis- simo ingozzarci in piedi cronometrando la performance prandiale è arrivato slow food e siamo diventati tutti assorti gourmet. Ora più o meno lo stesso sta succedendo alla bel- lezza, dove alle promesse di an- dare a letto incremate e cin- quantenni per risvegliarsi al mattino magicamente trenten- ni si preferiscono approcci più realistici e rilassati. È la «Slow Cosmétique» e ar- riva dal Belgio, dove il Petrini del beauty ha fondato un movi- mento ispirato a Slow Food. Si chiama Julien Kaibeck, insegna cosmesi naturale e spiega che il suo è «un movimento militante che vuole sensibilizzare verso una cosmetica più ragionevole, più naturale e meno ingannevo- le». Nato nel 2012 con la pubbli- cazione del suo libro-manifesto, il movimento conta su una asso- ciazione di volontari la cui mili- tanza consiste nel «far capire alla gente che spesso i cosmeti- ci non sono quello che sembra- no e che si ha tutto l’interesse a consumare prodotti più puliti, più naturali, più etici». E sicco- me il primo passo verso la co- smetica slow è fermarsi pazien- temente a leggere le etichette degli ingredienti piene di latino- rum chimico, l’associazione in- segna a riconoscere gli elemen- ti meno naturali. C’è poi il nego- zio online dove trovare prodotti di piccole aziende che non han- no grande distribuzione. Le vie della lentezza Ritorno al passato e ai rimedi delle nonne, quindi? Al contra- rio, come dimostra il successo dell’enciclica «eco» di papa Francesco, la cura della Terra come «casa comune» è ormai un bisogno reale e una condizio- ne sine-qua-non per il futuro, così come il freno ai danni di quella che lui chiama «rapida- ciòn», la continua accelerazio- ne «che contrasta con la natu- rale lentezza dell’evoluzione biologica». Il passaggio dalla cosmetica fast a quella slow, del resto, va per gradi. Le vie sono tre e tutte accettate: si può op- tare per prodotti bio o con la di- citura slow; fabbricarsi i co- smetici in casa; fare un po’ e un po’. Se si scelgono i prodotti fi- niti, l’associazione dà la garan- zia di averli controllati attraver- so i volontari che daranno - co- me per i ristoranti - le «stelle Michelin» della conformità ai criteri della Slow Cosmétique. Il fenomeno in Italia E in Italia? «Non è una sfida fa- cile perché gli Europei non han- no tutti la stessa consapevolez- za della cosmetica bio», spiega Sébastien Chipot, coordinatore nel nostro Paese, «In Italia ho iniziato 2 anni fa, devo capire meglio il mercato e il comporta- mento dei consumatori. Abbia- mo creato una pagina facebook e riceviamo ogni giorno com- menti positivi e proposte. Signi- fica che l’interesse c’è». Sul sito slow-cosmeti- que.org ci sono prodotti france- si, ma piccoli laboratori italiani crescono. «L’unico vincitore della menzione Slow Cosméti- que in Italia è Simplement Ar- gan, azienda che fabbrica sapo- ni e olio di argan di alta qualità del centro Italia, poi ci sono tante bioprofumerie e siti onli- ne per il fai da te». In ogni caso, bisogna sem- pre stare attenti alle certifica- zione bio/ecolabel e leggere bene le etichette. Un salto in bioprofumeria In Italia c’è anche un franchi- sing di bioprofumerie, si chia- ma Thymiama ed è presente in molte città. «Noi privilegiamo prodotti italiani e a chilometro zero», spiega Elena Maimone, titolare con il marito Mark del negozio di Milano, «è un fran- chising ma siamo tutti indipen- denti, mio marito e io ci rifor- niamo in aziende di Lombardia, Liguria, Toscana e Puglia, la li- sta è sul sito (thymiamamila- no.it/aziende/lista, ndr). Per la maggior parte dei prodotti i prezzi sono concorrenziali con quelli delle grandi marche, massimo 30 euro nel make up. «Il valore aggiunto è che cono- sciamo personalmente le azien- de, cerchiamo di provare ogni prodotto e ascoltiamo molto il SARA RICOTTA VOZA Prodotti più puliti, più naturali, più etici COSMETICA SLOW BELLEZZA FUTURA Il movimento La «Slow Cosmétique» arriva dal Belgio, dove il Petrini del beauty ha fondato un movimento ispirato a Slow Food. Si chiama Julien Kaibeck, insegna cosmesi naturale e spiega che il suo è «un movimento militante che vuole sensibilizzare verso una cosmetica più ragionevole, più naturale e meno ingannevole» feedback dei nostri clienti». La tendenza è forte e ha inve- stito anche la grande distribu- zione. I supermercati NaturaSì hanno reparti cosmesi fornitis- simi e anche brand convenzio- nali aumentano le linee con in- gredienti naturali. E nel tempio fashionista di Parigi, da Colette, uno dei best seller è il deodo- rante fai da te di una mamma, Rachel Winard, ora fondatrice del marchio Soapwalla. Ma siccome il finto-bio è una realtà altrettanto in crescita, meglio studiare. Il libro di Ju- lien Kaibeck ora c’è anche in italiano (Punto d’Incontro) e a giorni uscirà «Belle e in forma con Carlitadolce, Rimedi natu- rali, Cosmetici fatti in casa e tante ricette bio per la bellezza e la salute» (Gribaudo).

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LA STAMPASABATO 4 LUGLIO 2015 .Società .27

Dopo anni di fast food incui ci sembrava trendis-simo ingozzarci in piedi

cronometrando la performanceprandiale è arrivato slow food esiamo diventati tutti assortigourmet. Ora più o meno lostesso sta succedendo alla bel-lezza, dove alle promesse di an-dare a letto incremate e cin-quantenni per risvegliarsi almattino magicamente trenten-ni si preferiscono approcci piùrealistici e rilassati.

È la «Slow Cosmétique» e ar-riva dal Belgio, dove il Petrinidel beauty ha fondato un movi-mento ispirato a Slow Food. Sichiama Julien Kaibeck, insegnacosmesi naturale e spiega che ilsuo è «un movimento militanteche vuole sensibilizzare versouna cosmetica più ragionevole,più naturale e meno ingannevo-le». Nato nel 2012 con la pubbli-cazione del suo libro-manifesto,il movimento conta su una asso-ciazione di volontari la cui mili-tanza consiste nel «far capirealla gente che spesso i cosmeti-ci non sono quello che sembra-no e che si ha tutto l’interesse aconsumare prodotti più puliti,più naturali, più etici». E sicco-me il primo passo verso la co-smetica slow è fermarsi pazien-temente a leggere le etichettedegli ingredienti piene di latino-rum chimico, l’associazione in-segna a riconoscere gli elemen-ti meno naturali. C’è poi il nego-zio online dove trovare prodottidi piccole aziende che non han-no grande distribuzione.

Le vie della lentezzaRitorno al passato e ai rimedidelle nonne, quindi? Al contra-rio, come dimostra il successodell’enciclica «eco» di papaFrancesco, la cura della Terracome «casa comune» è ormaiun bisogno reale e una condizio-ne sine-qua-non per il futuro,così come il freno ai danni diquella che lui chiama «rapida-ciòn», la continua accelerazio-ne «che contrasta con la natu-rale lentezza dell’evoluzionebiologica». Il passaggio dallacosmetica fast a quella slow, delresto, va per gradi. Le vie sonotre e tutte accettate: si può op-tare per prodotti bio o con la di-citura slow; fabbricarsi i co-smetici in casa; fare un po’ e unpo’. Se si scelgono i prodotti fi-niti, l’associazione dà la garan-zia di averli controllati attraver-so i volontari che daranno - co-me per i ristoranti - le «stelleMichelin» della conformità aicriteri della Slow Cosmétique.

Il fenomeno in ItaliaE in Italia? «Non è una sfida fa-cile perché gli Europei non han-no tutti la stessa consapevolez-za della cosmetica bio», spiegaSébastien Chipot, coordinatore

I l lettore ebook è la dimostra-zione di come il meglio dellatecnologia non sia necessa-

riamente il meglio per ognuno ein ogni circostanza. In teoria, adesempio, il confronto col tabletnon regge: vince il secondo sututti i fronti, per potenza, versa-tilità, magari anche design. Ep-pure provate a leggerci un libroin riva al mare; provate a di-menticare il caricabatteria pri-ma di partire, o a farlo cadere.Con un lettore ebook è tutto piùfacile, perché fa una sola cosa ela fa al meglio, un po’ comel’iPod all’inizio, prima che di-ventasse Touch, trasformando-si nel fratello muto dell’iPhone.

Il Kindle non ha mai tradito lasua vocazione, nemmeno nella

nuova versione Paperwhite ap-pena arrivata in Italia. Quasi in-distinguibile rispetto al modelloprecedente, la settima genera-zione innova soltanto dove ser-

elettronico che calibra automa-ticamente la luminosità in baseall’ambiente circostante, garan-

tendo così leggibilità ot-timale e consumo dellebatterie ridotto: l’auto-nomia è di settimane,non di ore. Anche qui loschermo è touch, ma lanovità è VoltaPagina, unsensore a pressione po-sto sotto la cornice:quando si cambia pagi-na, Kindle Voyage forni-sce un risposta tattilealla pressione. È utile,specialmente per i man-cini, che potranno cam-biare pagina usando il

sensore di destra o quello di si-nistra. Costa più di certi tablettuttofare, ma per chi ama la let-tura anche in digitale è il meglioche c’è. Specie se poi si aggiun-ge l’opzione 3G, che permette dicollegarsi allo store Amazon daogni parte del mondo senza co-sti aggiuntivi e senza dover di-pendere dal Wi-Fi di alberghi,bar e luoghi pubblici.

nel nostro Paese, «In Italia hoiniziato 2 anni fa, devo capiremeglio il mercato e il comporta-mento dei consumatori. Abbia-mo creato una pagina facebooke riceviamo ogni giorno com-menti positivi e proposte. Signi-fica che l’interesse c’è».

Sul sito slow-cosmeti-que.org ci sono prodotti france-si, ma piccoli laboratori italianicrescono. «L’unico vincitoredella menzione Slow Cosméti-que in Italia è Simplement Ar-gan, azienda che fabbrica sapo-ni e olio di argan di alta qualitàdel centro Italia, poi ci sonotante bioprofumerie e siti onli-ne per il fai da te».

In ogni caso, bisogna sem-pre stare attenti alle certifica-zione bio/ecolabel e leggerebene le etichette.

Un salto in bioprofumeriaIn Italia c’è anche un franchi-sing di bioprofumerie, si chia-ma Thymiama ed è presente inmolte città. «Noi privilegiamoprodotti italiani e a chilometrozero», spiega Elena Maimone,titolare con il marito Mark delnegozio di Milano, «è un fran-chising ma siamo tutti indipen-denti, mio marito e io ci rifor-niamo in aziende di Lombardia,Liguria, Toscana e Puglia, la li-sta è sul sito (thymiamamila-no.it/aziende/lista, ndr). Per lamaggior parte dei prodotti iprezzi sono concorrenziali conquelli delle grandi marche,massimo 30 euro nel make up.«Il valore aggiunto è che cono-sciamo personalmente le azien-de, cerchiamo di provare ogniprodotto e ascoltiamo molto il

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fatto che ama scrivere e nellasua prima collezione lifestylevuole ben due strumenti discrittura. Li chiamiamo cosìperché il primo è una stilogra-fica realizzata con Visconti,

l’altro èqualcosadi nuovo,un bellis-simo og-getto ca-pace discriveresenza li-miti gra-zie a unalega me-

tallica ideata dal marchioNapkin. Fanno parte di«Icon85», collezione di 6 pro-dotti in edizione limitata di 85pezzi ciascuno. 85 come glianni della storia di Pininfari-na, uno dei marchi che meglioesprime il made in Italy: stile eperformance, arte e industria.

I sei prodotti, oltre alle pen-ne comprendono un borsoneda weekend, una polo, unbracciale e occhiali da sole.Per realizzarli Pininfarina si èrivolta a sei aziende italiane dieccellenza. Barakà per il brac-ciale, De Rigo per gli occhiali,Horo per la Polo, The Bridgeper il borsone, Napkin e Vi-sconti per le penne. «Una col-lezione nata in limited editionperché immaginata per gliamanti del design senza tem-po e concepita per raccontarela nostra storia e il futuro», haspiegato Paolo Pininfarina,presidente del Gruppo.

Così nasce la polo-gioiello,con stampe in oro 23 carati re-alizzate grazie a una tecnolo-gia brevettata da Horo per fon-dere l’oro e i tessuti; il resto ècotone bio con inserti in alcan-tara. Il borsone è frutto dellalavorazione toscana selleria diThe Bridge, mentre gli occhialirealizzati con Lozza-De Rigosono in alluminio verniciatoblu e dettagli oro. Gli orafi diBarakà hanno creato il brac-ciale in argento galvanizzatoblu. Il lancio della nuova linea èavvenuto in Expo, sulla Ter-razza Martini@Padiglione Ita-lia ideata da Pininfarina. Così,oltre alle sei icone della limitededition se ne è aggiunta unasettima, il nuovo cocktail Pi-ninfarina Martini. [S. R. V.]

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Da 189 euro

Il movimentoLa «Slow

Cosmétique»arriva

dal Belgio, doveil Petrini del

beautyha fondato un

movimentoispirato a Slow

Food.Si chiama

Julien Kaibeck,insegnacosmesi

naturalee spiega che il

suo è «unmovimento

militante chevuole

sensibilizzareverso una

cosmetica piùragionevole,

più naturale emeno

ingannevole»

ve: uno schermo e-ink da 300pixel per pollice per un testo chesembra stampato, un caratterecreato appositamente da Ama-zon per la lettura digitale, un

nuovo sistema di sillabazione eimpaginazione. Il risultato è unaleggibilità ancora migliore, conun’accuratezza e un’eleganzamai viste prima nel mondo degliebook. Il carattere si chiamaBookerly e ha un’apparenzaclassica, con legature e capilet-tera, ma il design è moderno neldisegno e leggero, ben chiaroanche in corpi molto ridotti.

Bookerly sarà presto anchesu Kindle Voyage, l’altro lettoreAmazon appena arrivato in Ita-lia, a un anno dal debutto ameri-cano. È la Rolls Royce deglieBook, con soli 7,6 mm di spes-sore e 180 grammi di peso, untelaio in magnesio e schermo da300 dpi a filo con la cornice invetro rinforzato. Come il Pape-rwhite, anche il Voyage è retroil-luminato, ma in più ha un occhio

feedback dei nostri clienti».La tendenza è forte e ha inve-

stito anche la grande distribu-zione. I supermercati NaturaSìhanno reparti cosmesi fornitis-simi e anche brand convenzio-nali aumentano le linee con in-gredienti naturali. E nel tempiofashionista di Parigi, da Colette,uno dei best seller è il deodo-rante fai da te di una mamma,Rachel Winard, ora fondatricedel marchio Soapwalla.

Ma siccome il finto-bio è unarealtà altrettanto in crescita,meglio studiare. Il libro di Ju-lien Kaibeck ora c’è anche initaliano (Punto d’Incontro) e agiorni uscirà «Belle e in formacon Carlitadolce, Rimedi natu-rali, Cosmetici fatti in casa etante ricette bio per la bellezzae la salute» (Gribaudo).

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