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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 5 4 MARIO GALVAGNI . Mario Galvagni Poetica della Complessità -breviario del fare architettura- 2004-Edizioni del C.R.A.P.F.- CentroRicercheArchitetturaPitturaFisica Ricerche dimensionali C.R.HA-Comunità di ricerca sull’Habitat

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 54 MARIO GALVAGNI

.

Mario Galvagni

Poetica della Complessità-breviario del fare architettura-

2004-Edizioni del C.R.A.P.F.- CentroRicercheArchitetturaPitturaFisica

Ricerche dimensionali C.R.HA-Comunità di ricerca sull’Habitat

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 76 MARIO GALVAGNI

COME NASCE LA MIA ARCHITETTURA

L’architettura nasce da un’emozione:dall’incontro tra una richiesta della società e il luogo in cui deve sorgere.

La domanda sociale è da me interpretata in relazione alle contingenzedell’epoca, legate a loro volta interattivamente all’immagine del mondo del-la scienza.E’ rispecchiata nell’intesa e nella complicità stabilita nel rappor-to umano: quasi sempre di innamoramento delle idee condivise.

Il luogo è in relazione alla natura antropizzata e alla stratificazione sto-rica delle sue morfologie. E’ interpretato come un percorso percettivo, in cuisi entra e che è catturato e impresso nella struttura di curvaturaspaziotemporale=energia delle cellule e resta nel nostro patrimonio geneti-co. La cosa affascinante è che tutto ciò non è necessario rendersene contoperché il corpo sociale nel vivere questa situazione in modo complessivo etotale, lo intuisce, lo percepisce. Motivo? Certamente correlato al patrimo-nio genetico di ognuno di noi.

La relazionalità interattiva di quell’incontro può essere composta in unalibera metodologia a condizione che la forma sia intesa come totalità dellaconnessione tra le componenti morfologiche del corpo sociale (lingua, dia-letti, usi e costumi, comportamenti a tutti i livelli espressivi) e le componentimorfologiche del territorio locale (suolo colture, costruzioni). Con questisignificati si può impostare l’indagine e la sperimentazione dell’ideaarchitettonica.

L’immagine del mondo della scienza di fine novecento viene areinterpretare la trasformazione della curvatura dello spaziotempo in ener-gia in eventi termalizzati d’urto e postesplosivi che la generano. E’ perquesto motivo che le componenti morfologiche del corpo sociale contempo-raneo “esplodono e si frammentano”. Analogamente le componentimorfologiche del territorio si autoframmentano ma trovano la loro coerenzaunitaria nella relazionalità interattiva del fenomeno.

Non si può capire l’architettura d’acciaio e vetro dell’ottocento senzarelazionarla alla termodinamica. Non si può comprendere l’architettura delnovecento: la rappresentazione dell’unicità della “forma” nello spazio, sen-za relazionarla alla relatività e alla quantizzazione. Agli eventi spazio-spa-zio, spazio-tempo, tempo-spazio e tempo-tempo in relazione alla trasforma-zione dell’energia in materia e della materia in altra materia.

RACCOMANDAZIONE

La ricerca architettonica di questa pubblicazione è presentata in modocronologico perchè si evolve secondo la crescita della parallela e continuarelazionalità con la mia ricerca pittorica plastica e di filosofia della natura.Essa entra in interazione con le morfologie d’ogni località e con le comunitàlocali e il loro territorio estetico e civico. Le morfologie delle mie architettu-re coinvolgono un percorso percettivo di visuali dinamiche stratificate. E’per questo motivo che ho cercato di far interagire diverse scale di visuali cheappartengono alla contaminazione con la mia ricerca pittorica e plastica,anche sulla stessa immagine, per cercare di rappresentare la dinamica origi-naria dell’idea progettuale.

A Bruno Zevi

Il materiale iconografico proviene dall’archivio del C.R.A.P.F.

“Io sono felice perchè so che, in qualsiasi momento, sentendomi mancare,posso rivolgermi a voi, dicendo: continua tu, tu, tu.”

Bruno Zevi-Modena, settembre 1997

Questo libro è nato per volontà di Bruno Zevi ed è a lui dedicato.Nel dicembre del 1998, all’invio del materiale di architettura da lui atteso,rispondeva scrivendomi: “Che fare, per riscattare la situazione? Quello chestai finalmente facendo: riesaminando, reinterpretando, gettando nuove luci.Continua così, e comincia a pensare a un tascabile dell’Universale”.Seguendo queste direttive mi sono accorto che il riscattare la situazione si-gnificava soprattutto riscattare la pienezza delle idee.

Contro la marginalizzazione dell’architettura dovuta al grave ritardo dellapolitica (che è il rispecchiamento del ritardo del singolo uomo politico) alconformismo del mondo accademico e alla disinformazione dei media, occor-re soprattutto proporre un corpo di libere metodologie che siano il frutto di unsistema interattivo di relazionalità sui territori socioestetici, che oggi de-vono essere la partenza per il fare architettura.

Il materiale di questo libro è costituito dalla ricerca di quelle relazionalitàed è proposto in due parti come materiale attivo, per stimolare la comprensio-ne storica del fare architettura, e infondere a tutti la passione di viverel’avventrura del suo spazio come luogo di percorrenza di energie estetichee civiche.

Il tascabile per l’Universale uscirà quest’anno ed è scritto da Lara VincaMasini, mentre questo libro assume una connotazione di breviario.

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 98 MARIO GALVAGNI

L'Ecologia della Forma, è una libera invenzione del pensiero dell'uomo,è un concezione interattiva, una disciplina, sedimentata nella storia, che lecomunità hanno sempre applicato a livello anche inconscio ma che è insitain ogni località territoriale ed è sempre esistita.

E' paragonabile ad una sorta di codice genetico di tutte le risorse utiliz-zate in modo interattivo dall'uomo per costruire il proprio ambiente divita: da quelle materiali a quelle espressive comportamentali, da quelle tec-niche e costruttive a quelle dell'arte.

E' soltanto nella nostra epoca che si è tentato di dare alla concezione diEcologia della Forma, che meglio si dovrebbe dire Gestalt Ecologia*, unastruttura logica e di costruire una sorta di insieme di regole di applicazione.Esse sono in relazione con una originaria legge fisica della natura -dellarelatività generale estesa- in cui la curvatura dello spazio-tempo locale èuguale alla corrispondente densità di energia: gli esseri viventi nasconolungo la direttrice radiale rispetto al centro della Galassia e, nei loro percor-si attorno al Sole (e alla Galassia), vivono e si evolvono solidali alla geodeticache è la forma geometrica dello spazio-tempo curvo.

Questa struttura morfologica geometrica è quindi insita nella geneticadella struttura vivente, persino nel DNA e risulta formativa e determinanteper tutta la nostra vita.

La costruzione di queste regole di applicazione è divenuta una sorta dilibera metodologia applicativa, che di volta in volta occorre costruire, per-ché legata e interconnessa con le problematiche e ramificazioni ambientalilocali, che variano da località a località, ed è stata iniziata ed ha trovatoapplicazione contemporaneamente alla nostra attività di ricerche teoriche edi progettualità architettonica sui vari territori estetici locali.

Il principale problema che l'Ecologia della Forma pone a noi contempo-ranei nella sua applicazione, è quello di studiare le interazioni con l'ambien-te che ci circonda e diventare noi stessi gli attori delle scelte sulla trasfor-mazione del territorio nella direzione estetica della bellezza. Ne consegueche occorre ricostruire nella storia i vari collegamenti e gli interscambi diinformazioni a tutti i livelli, in una parola le interazioni che intercorrono trail territorio estetico e le presenze umane che hanno caratterizzato le località:ciò per sottolineare il nostro diritto a vivere in un contesto ambientale con-temporaneo di carattere estetico, dove l'arte della Gestalt dell'architetturadeve essere portata al massimo livello di espressione ambientale: suolo ededifici.

Uno degli strumenti fondamentali di cui questa ricerca si avvale sono lematrici formali: ciò che le comunità locali hanno individuato e reperitonel luogo di insediamento ed in seguito hanno utilizzato per costruireprogettualmente il loro territorio.

Nella fase applicativa queste matrici debbono essere individuate, selezio-nate ed elaborate in modo interattivo con le varie componenti dei quesiticompositivi imposti dal progetto per poi attuarne la sua realizzazione.

Per scoprirle occorre quindi una sorta di lavoro di decodificazione diquesto vasto Codice che ognuno di noi ripercorre percettivamente, sia a livel-lo fisico che mentale, nella vita di ogni giorno.

L'atteggiamento più favorevole per decodificare è quello di porsi in unrapporto interattivo con tutte le componenti ambientali, ma dobbiamo inten-* Si riallaccia anche alla Gestaltpsycologie=Psicologia della forma.Orientamento della psicologia contemporanea sortoall’inizio del ’900 in Germania ad opera di M. Wertheimer, W. Köhler, K. Koffka. Si oppose sia all’associazionismio siaal comportamentismo, sostenendo che la percezione coglie, anzichè somme o giustapposizioni di particolari, totalitàstrutturate secondo forme globali.

RACCOMANDAZI0NEIl filo conduttore di queste architetture è l’insieme delle relazionalità

morfologiche della località con la comunità locale e il suo territoriosocioestetico a cui ho dato il nome (fin dagli anni ‘50) di “ Ecologia dellaForma”. E’ per rappresentare queste relazionalità che propongo i percorsipercettivi. Essi forniscono una chiave di lettura della poetica della com-plessità e della scoperta delle matrici morfologiche utilizzate per eleborarela progettualità delle architetture.

1. PREMESSA1.1. L'ambiente cosmico in cui siamo immersi

Prima d'affrontare gli argomenti specifici della ricerca morfologica sulterritorio estetico occorre essere consapevoli del carattere strutturale delcontesto fisico in cui viviamo. Vale a dire di conoscere, almeno nelle lineeprincipali, dal punto di vista delle Leggi della Natura, come è considerato einterpretato lo spazio e il tempo da noi contemporanei.

L'intervallo di tempo in cui ognuno di noi è bambino è definito dal nostropercorso (solidale con la Terra) di circa 12 giri attorno al Sole. Dodici per-corsi lungo una geodetica che rappresentano un evento spazio-temporale dicarattere geometrico.

Ne consegue, che fin dall'origine della nostra vita e nel suo periodoformativo di evoluzione adattativa, esiste una stretta connessione, insita nel-la natura umana (che risulta formativa e determinante per tutta la nostravita), tra uno spazio topologico metrico della Terra nel suo viaggio attornoal Sole (e alla Galassia) e la fisicità del nostro corpo in relazione allamorfologia del territorio estetico in cui viviamo che è composto dalla totalitàdelle opere dell'uomo.

Esse siano di carattere agricolo o urbano o misto e delle componentiespressive che le comunità locali tramandano nel tempo, come anche dallinguaggio e dai suoni e odori di quella località: nell'insieme esse formanoquello che noi definiamo il paesaggio, che altro non è se non la natura localeantropizzata e che costituisce quello che noi oggi chiamiamo l'ambiente.

L'ambiente, nella sua fisicità, è quindi una sorta di stratificazione stori-ca nel tempo (numero di giri attorno alla nostra stella) di tutti gli eventimorfologici operati dalla comunità locale. Il compito affidato dalla storia aicontemporanei nelle varie epoche, non è altro che quello di sommare(stratificare) il proprio apporto alle opere esistenti delle comunità preceden-ti. Dal punto di vista spaziale della località essi hanno la possibilità di som-marle al di sopra, al di sotto o a fianco dell'esistente.

1.2. La scoperta dell’ecologia della formaNei primi due casi si tratta di stabilire con l'esistente un rapporto estetico

di ristrutturazione, nell'altro di stabilire con l'esistente un rapporto esteticocon un'opera interamente nuova, che quindi appartiene tutta alla propriaepoca.

Quasi sempre questo fenomeno è dettato dalle globali esigenze e vocazio-ni del corpo sociale, nella sua interezza storica, corpo che ne è quindi l'auto-re storico con tutte le categorie, nel bene e nel male, delle proprie responsa-bilità di fronte alla storia.

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 1110 MARIO GALVAGNI

Il carattere morfologico di un ambiente e di conseguenza del territorioestetico non nasce per caso. Esso dipende strettamente da un insiemed’accadimenti che si manifestano nelle comunità locali e che sono ora da noistudiati, rappresentati e descritti dai Sistemi Evolutivi adattativi Complessidella Pittura (delle arti figurative in genere) dell’Architettura e della scien-za contemporanea secondo un percorso non lineare e interattivo.

Questo percorso si ramifica dall’indagine conoscitiva del territorio este-tico locale, con la rappresentazione dell’arte pittorica delle comunità locali,con la conseguente individuazione di una sorta di vocabolario della fisicitàdelle forme delle località: dalla rappresentazione della morfologia del suolo,alle spazialità dell’Architettura locale.

Nel suo insieme stabilisce la relazionalità interattiva con la rappresenta-zione del mondo della scienza coeva.

Per una maggiore comprensione di sintesi dei processi evolutivi correlativengono qui presentati due diagrammi.

Il Grafico (2) ( a pagina 11) descrive lo schema dei processi evolutividell’Architettura. Occorre immaginare che questo diagramma sia inseritonel Grafico (1)(nella pagina a fianco), al posto del diagramma rettangolarerelativo all’Architettura.

S’inizia con l’indagine conoscitiva sul Territorio Socio Estetico Locale,che è assimilato all’AMBIENTE ESTERNO (diagramma ellittico) esso entra ininterazione (frecce bidirezionali) con le direttrici della ricerca.

L’indagine conoscitiva è a sua volta suddivisa in tre direttrici (diagram-mi a rombo con indicati i numeri 1,2,3).

Le direttrici sono scelte e strutturate mediante scambi interattivi tra ilgruppo di ricerca e la comunità locale. Esse ricercano la metodologia d’indi-viduare, estrapolare ed elaborare le matrici formali (diagrammi ellittici).

Quest’insiemi d’informazioni vengono ad essere raccolte ed elaborateper ricercare gli algoritmi atti a formulare un programma di simulazioneelettronica (linee con freccie unidirezionali verso il diagramma circolare).

La direttrice 1 (diagramma a rombo) stabilisce lo studio della culturadel lavoro creativo locale. Esso rappresenta una miniera di informazionistoriche e morfologiche a cui non si può prescindere se si vuole definire unrapporto interattivo con la nostra quotidianetà.

Avremo modo di vedere, in seguito, riferendoci agli esempi delle ricerheecologico formali svolte sul territorio socio estetico locale le molteplici con-nessioni sul carattere del lavoro creativo della comunità locale. Ciò ci per-mette di individuare, documentare e studiare le corrispondenti matrici for-mali insite nella località:o l’uso costruttivo dei materiali locali.o I movimenti di terra. Essi rap-

presentano l’azione modellatrice del suolo da parte della comunità locale evengono a costituire il peculiare carattere morfologico del paesaggio che èstrettamente connesso con la percorribilità e percettività morfologica delsuolo.o Le testimonianze storiche e in uso delle tecniche costruttive attinentile colture attive, nel loro aspetto costruttivo, morfologico ed estetico.o Lacostruzione degli oggetti quotidiani relazionati alla vita familiare e comuni-taria.

1.3. Il ruolo delle Arti Visive, dell’Architettura e della Filosofiadella Natura

1-S ISTEM I E VO L U TIV I (A D A T TA T IV I) CO M P LE SSIIN T ER A T TIV I CO N L ’E CO LO G IA DE LL A FO RM A

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PITTU RA(arti v is ive)

(ope re)

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R icerche d iFISICA TEO RICA(Filosofia della Nat ra)

AL SISTEMAEVOLUTIVO

ARCHITETTURA

AL SISTEMAEVOLUTIVO PITTURA

AL SISTEMAEVOLUTIVO

GRAFICO 1- I SISTEMI EVOLUTIVI -ADATTATIVI- COMPLESSI INTERATTIVICON L’ECOLOGIA DELLA FORMA

PREMESSAderci sul significato del termine interazione. Avremo modo di approfondirequesta importante questione anche in seguito.

Ma fin d'ora dobbiamo precisare che esso significa soprattutto scambiodi informazioni. A tutti i livelli.

Porsi in un rapporto interattivo vuol dire quindi essere disposti ad unoscambio di informazioni, in atteggiamento di interscambio, dare e ricevereinformazioni percettive, con le persone e l’ambiente, sia dalla Natura cheda quello costruito dall'Uomo, sia Reale che Virtuale e correlarle tra loro.

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 1312 MARIO GALVAGNI

GRAFICO 2- I PROCESSI DEL SISTEMA EVOLUTIVO (ADATTATIVO) COM-PLESSO DELL’ARCHITETTURA IN RELAZIONE CON L’AMBIENTE ESTERNO

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ind ag ine cono sc itiva su lTerrito rio So cio Estetico

Lo cale

L O S T UD IO D EL LAC UL T URA D E L L AV O RO

C RE AT IVO L O C A L E

INDIVIDUAZIONE EDELA BORA ZIONE D ELLE

MATRICI FORM ALI

L O S T UD IO D ELT ERRIT O RIO

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M O RF O L O G IA D E L S UO LORE G IM E D EL L E A C Q UEP E RC O RS I P ERC E T T IV I

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L A C AS A C O NT AD INA LO C A LEIL S IST EM A D E LL E C O L T URE ,

O RT I E G IARD INIIL T RAT T AM EN T O F O RM AL E D E LL A L UC E

(C O NV O G L IAT O RI)I C ARA T T ERI FO RM AL I D EL LA VE G E T AZIO NE

L 'AC C O G LIE NZ A D EL LA P IO G G IA E D E LL A N EV EL E D IR ET T RIC I D E LL E V ISUAL I

INDIVIDUAZIONE EDELA BORA ZIONE D ELLE

MATRICI FORM ALI

La direttrice 2 (diagramma a rombo) stabilisce lo studio del territorio socioestetico locale.

Lo schema di individuazione, documentazione e studio delle corrispon-denti matrici formali è diretto verso:o la struttura e la morfologia della casa contadina locale.o Il sistema

morfologico delle colture, degli orti e dei giardini.o Il trattamento morfologicodella luce naturale.o I caratteri morfologici della vegetazione locale.o L’uti-lizzo degli agenti atmosferici nella dinamica morfologica dell’aggregatoabitativo.o Le direttrici delle visuali percettive in relazione alla dinamicadelle percorribilità estetiche della località.o Gli aspetti macro e micromorfologici del suolo.

La direttrice 3 (diagramma a rombo) stabilisce lo studio delle AzioniPropositive. Esso rappresenta una indagine conoscitiva degli atteggiamenticomportamentali della comunità locale verso il proprio territorio estetico.Lo schema di individuazione, documentazione e studio delle corrispondentimatrici formali è diretto verso:o Il carattere aggregativo delle architetture urbane e rurali locali.o La

valorizzazione degli atteggiamenti comportamentali di solidarietà.o Le azionicomportamentali simboliche di carattere aggregativo.o Le costruzioni spi-rituali in relazione alle aspettazioni di carattere comunitario.

Infine quest’insieme d’informazioni viene ad essere raccolto ed elabo-rato per ricercare gli algoritmi morfologici atti a formulare un program-ma di simulazione elettronica (diagramma circolare).

PREMESSAIl ruolo delle Arti Visive, dell’Architettura e della Filosofia della Na-tura

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 1514 MARIO GALVAGNI

Le forme nonnascono dal nul-la. Esse nasconodalla culturamorfologica del-l’architetto. Sen-za di essa si co-piano forme al-

trui o si producono le non forme. Lacultura morfologica si acquisisce daun’applicazione conoscitiva che sipuò conseguire con la pratica dellaricerca pittorica e plastica. In alter-nativa, con l’ausilio di complesseindagini estetiche visive attuate coni mezzi fotografici e video elabora-te, oggi, elettronicamente.

Senza la ricerca morfologicaconnessa con la ricerca dellaspazialità interattiva dell’immagi-

ne delle arti non può esistere la pratica progettuale dell’architettura.Non è un caso che nel passato l’architetto praticava i mezzi conoscitivi

della pittura, della scultura e della scienza della propria epoca.Era sempre una vera e propria ricerca della spazialità della morfologia

socio-estetica della contemporaneità.

* (Einstein 1916)

2. DALLE ARCHITETTURE LAMINARI ALLE PLASTICITA’DIAGONALI, 1948-1953

Architettura Laminare sulla riva del Verbano ad Arona, Novara

Lo studio dellea r c h i t e t t u r elaminari è sviluppa-to con lepotenzialità flessi-bili della tecnologiadel cemento armatoprecompresso sotti-le .

Sono delle ar-chitetture nascentidal sottosuolo e nestabiliscono lerelazionalità dimen-sionali con la loca-lità lacustre.

Esse anticipanoi tempi di un percor-so percettivo di for-me prorompenti e compenetranti di una nuova plasticità paesistica .

Era in me un desiderio incontenibile di stabilire una relazione tra lavisione contemporanea del mondo della scienza:

la curvatura dello spazio tempo è uguale ad una densità di energia*e le conseguenti forme di una nuova architettura.

La relazionalità dell’indagine delle componenti socio estetiche ambien-tali è concreta quando il fatto geometrico di costruire il progetto coincidecon il processo interattivo delle morfologie catturate ed elaborate nella lo-calità :

il progetto= ad una densità di energia,l’architettura = densità di energia ambientale locale.

Questa situazione stabilisce l’unitarietà interattiva della cultura creativasocio-estetica e della scienza della nostra epoca.

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 1716 MARIO GALVAGNI

Lo spazio interno è compenetrato nelle fun-zioni dell’abitare con l’arredo appositamente di-segnato per Cassina di Meda: del letto circolare,del tavolo dagli sgabelli appesi, alle poltrone com-ponibili.

E’ una dimensioneplastica che, antici-pa le ricerchemorfologiche mon-diali degli anni ‘80.

I tendaggi in tes-suto poliestere, neiloro disegni, modu-lano la plasticitàdelle morfologie lu-minose: di MarioGalvagni a sinistrae di CorinaSteinrisser, a destra.

Questa architettura è natadalla volontà dei fratelli Ugo eCarlo Gadani, produttori del la-minato poliestere “Ondulux”, giàmiei committenti, a cui avevo pro-gettato alcuni stand alla FieraCampionaria di Milano, di riunire 17 ditte produttrici dei nuovi materialiche si proponevano al mercato dell’edilizia. E’ un’architettura dinamica. Leforme poliedriche si ramificano dalla struttura in profilati componibili inacciaio della SAFIM, partendo da un punto del suolo del Parco Sempione, dame scelto e proposto alla Triennale, e si autoframmentano in percorsi diago-nali lungo la direttrice di una spirale, che è ancora visibile oggi.

2.1 Lo Spazio Percettivo Diagonale, 1953-1955- LA CASA TRASPA-RENTE ALLA X TRIENNALE DI MILANO,1954-1955.

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 1918 MARIO GALVAGNI

I blocchi inclinati si inca-strano l’uno nell’altro in ana-logia con la genesi primordia-le dei monti della località didiagonalità e frammentazioneinsieme.

Il condensato delle com-ponenti plastiche diagonali èuna ricerca che coinvolge an-che gli stati più segreticomportamentali della socie-tà: l’equilibrio provvisorio, laproiettività dinamica dei sen-timenti.

Non è più la certezza della verticalità che porta al centro della terra, mala propulsione dinamica delle diagonali, che è analoga ad una forma di in-stabilità e di mutazione.

Esattamente come i sentimenti di noi contemporanei. Infatti un capi-tolo a parte bisognerebbe dedicarlo ai rapporti umani rispetto alla nascitadi ciascuna architettura, per cogliere la totalità della forma (Gestalt) del-l’architettura.

Aristide Silva aveva 54 anni, innamoratissimo della sua nuova compa-gna, mi scelse mediante un annuncio economico sul Corriere della Sera, Ilsuo slancio verso la nascita di questa architettura coincideva con la nascitadi un amore.

Il suolo, la catenamontuosa dellaValsugana, le acque e ilgreto sassoso del tor-rente Centa, il profumodei prati, la tradizionelocale dell’uso del le-gno di larice e delporfido, sono le compo-nenti esaltanti di que-sto percorso percettivodiagonale tra le varie morfologie di plasticità esplosive, completamente ine-dite nel panorama architettonico mondiale di quegli anni.

Non bisogna dimenticare che in Italia vigeva il “neorazionalismo” im-posto in un contesto di “terrorismo culturale” dalla rivista Casabella-conti-nuità diretta da E.N. Rogers.

Di fatto condannava questo tipo di ricerche che erano in anticipo suitempi di consenso critico.

Lo Spazio Percettivo Diagonale

CASA ARISTIDE SILVA, CALDONAZZO -TRENTO-1953-1954

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 2120 MARIO GALVAGNI

Lo Spazio Percettivo DiagonaleTRAMPOLINO PER TUFFI AL LIDO DI GOZZANO, NOVARA-1954

Il sogno diRizzi Giulio, ge-store-proprietariodel lido diG o z z a n o(Buccione) era diveder sorgere unsegnale di forterichiamo balnea-re che doveva sor-gere direttamentedalle acque dellago d’Orta: untrampolino pertuffi con piatta-forme a quote ditre e cinque metri.

Ho proiettatosull’acqua unamorfologia rica-vata tra i sassi delgreto della riva edelle foglie diacero della vegetazione, ma in chiave disezioni sovrapposte che ne accentuava-no la dinamica diagonale.

La sua realizzazione fu una sfida alleavversità. Si dovette costruire un pontiledi quasi 40 metri in tavole di abete, perfavorire l’accesso al battipalo. Fu rea-lizzato su fusti di petrolio vuoti, collega-ti tra loro che fungevano da zattera gal-leggiante.

L’ostacolo, oltre che il limite del co-sto della realizzazione, era il rischio del-la stabilità del battipalo nelle fasi dipercorrenza, di movimentazione e dibattitura dei tre pali di 20 metri su cuiera impostato il manufatto. Nessuno vol-le accettare queste difficoltà e rischi, fin-ché è scattato il sodalizio tra le mie pro-poste tecniche e l’affascinamento di que-sta sfida tecnica ed estetica da parte del-l’ingegnere Giancarlo Rizzi responsabi-le della sezione pali della SCAC. Battuti i pali, occorreva impostare la fonda-zione del trampolino sulla loro testata in modo tale che non fosse mai visibilecon il variare stagionale del livello del lago.

Bisognava scendere in apnea al li-vello del collegamento e fissare ilcassero in legno predisposto con laforometria di invito per gli opportunicollehamenti.

. Nessun operaio era in grado di far-lo in queste condizioni e per tutta unagiornata svolsi io questo lavoro.

Dall’alto: vista di una fiancata; vi-sta della testata con le piattaforme per ituffi; tre sezioni della struttura cava.

Nella pagina a fianco: Vista dalla riva del lido di Buccione. Sotto:il pontilecostruito per il passaggio del battipalo.

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 2322 MARIO GALVAGNI

Lo spazio percettivo diagonaleCINEMA PARROCCHIALE DI GOZZANO E PONTE SOPRA LA FERRO-VIA NOVARA-DOMODOSSOLA, COMUNE DI GOZZANO-NOVARA,1954

Questi due progetti nella stes-sa località, si ricollegano all’in-dagine relazionale tra il contestomontuoso e la percettività in chia-ve di diagonalità.

Perchè morfologie con direttrici diagonalirispetto all’orizzonte visivo? La ragione è chela rappresentazione diagonale è quella che, ri-spetto alla località, induce ad un tipo di dina-mica percettiva che più corrisponde ai molte-plici cammini visivi di noi contemporanei. E’una rappresentazione dello spazio architettonicoche può essere combinata e associata con piùgradi di libertà. Il risultatoè di coinvolgere erispecchiare la densità interattiva dello spazioe del vuoto della nostra epoca.

Il progetto del ponte sopra la ferroviaNovara-Domodossola mi è stato commissiona-to dal Comune di Gozzano (promotore il geom.Luca Lonardi) per sottoporlo alle ferrovie in vi-sta di abolire il pericoloso passaggio a livelloai margini dell’abitato.

Dall’alto: il modello del cinema parrocchia-le; studio in rilevo della sezione longitudinale;studi delle diagonalità.

Nella pagina a fianco, da sinistra:planimetria viaria con l’ubicazione del ponteParticolare della struttura portante; pianta esezione longitudinale. Sotto: una soluzione al-ternativa.

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 2524 MARIO GALVAGNI

3.LOCALITA’ PER LE VACANZE DI TORRE DEL MARE,1954-1960

UFFICI DELLA LOCALITA’ PER LE VACANZE DI TORRE DEL MARE-BERGEGGI, SAVONA, 1954

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 2726 MARIO GALVAGNI

La linea d’onda che si spegne lungo labattigia è la seconda matrice formale cheho catturato dalla mia indagine morfologica,trasferita, nella sperimentazione progettuale.

Le stratificazioni delle rocce che costitu-iscono la collina di Torre del Mare, fin giùlungo la scogliera, pressate dai movimentitettonici di milioni di anni, esplodono dalleloro linee di congiunzione per stabilire un per-

corso percettivo visuale di continue modificazioni morfologiche.

LOCALITA’ PER LE VACANZE DITORRE DEL MARE3.1. Le architetture di Torre del Mare. Le Relazionalità Locali e leMatrici Formali: il cambio di scala

Le immagini che seguono illustranole “dimensioni morfologiche” delle ar-chitetture della “Località per le vacan-ze” di Torre del Mare-Bergeggi-(Savona),L’incarico di progettare questalocalità di vacanza è dovuto alla mia vin-cita del concorso che, il suo promotore,Pierino Tizzoni ha indetto nel 1953-1954.

UFFICI DI TORRE DEL MARE, 1954Gli Uffici di Torre del Mare, all’in-

gresso lungo la strada Aurelia,ora abi-tazione, con piano ristorante.

Gli spazi interni sono ri-cavati mediante lamovimentazione sinuosa del-le murature che assecondanoi dislivelli degli strati rocciosiprospicienti lo slargo di ac-cesso dalla via Aurelia . An-che i volumi seguono questoandamento sinuoso efrastagliato e si proiettano al-l’esterno della stratificazionerocciosa (prima matrice for-male)*, stabiliscono un dia-logo interattivo con la lineadella battigia del mare coin-volgendo e plasmando lo spa-zio esterno.

Dall’alto: vista degli uf-fici dal sottopassodell’Aurelia, con iserito unparticolare degli sviluppimurari. La planimetria conl’accesso al sottopasso. Labattigia di Torre del Mare.

Il cambio di scala dellematrici formali permette dirappresentare un nuovo tipodi interscambio morfologicoche è più consono alla dina-mica della percettività con-temporanea.

* Matrici Formali, Cfr. pagina 7

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 2928 MARIO GALVAGNI

A fianco: lamorfologia dellascogliera. L’on-da che si smorzasull’arenile e leviste della“stratificazione”dell’architettura.

In alto il promon-torio di Torre del Marecon l’isola di Bergeggie la battigia. Nell’ova-le rosso, l’ubicazionedel complesso..

Fondamentale è ilcambiamento di scalaoperato sulle

matrici formalidella frammentazionerocciosa ininterazione con le li-

nee d’acqua delmare sulla battigia.

Il percorso percettivo multiframmentato che parte dall’anfratto roccio-so dove sorge l’architettura degli Uffici di Torre del Mare continua, lungo lacosta verso l’architettura gradonata degli appartamenti residenziali.

Anche le forme multiframmentate di questa architettura sono distribuitemorfologicamente in un linguaggio interattivo con la stratificazione dellaroccia che è prospiciente l’Isola di Bergeggi.

Sotto a sinistra: l’andamento planimetrico delle unità residenziali e, afianco, due viste del complesso dalla sottostante via Aurelia.

Le architetture di Torre del Mare. Le Relazionalità Locali e le MatriciFormali: il cambio di scalaCOMPLESSO DEGLI APPARTAMENTI, TORRE DEL MARE, 1954-1956

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 3130 MARIO GALVAGNI

CASA ORO, TORRE DEL MARE, 1958

Le immaginidel dettaglioarchitettonico diquesta architettu-ra descrivono

un percorso divisuali percettiveche coinvolge laframmentazione

della luce natutale della lo-calità

e la morfologia dello spa-zio esterno in modo che l’os-servatore ne viene coinvoltonelle emozioni estetiche com-plessive.

D’all’alto: vista dallastrada di arroccamento dellalocalità per le vacanze. Sot-to: dettagli morfologici dellefioriere che, nel coinvolgereuna figuratvità percettiva di-namica, propongono il cam-bio di scala per unamorfologia ambientale.

Si adagia,dislivellata, verso ilmare, tra un insieme dilievi gradoni, in aderen-za ad un banco di roc-cia, figurativamente af-fascinante. Le muraturein pietra calcarea cava-ta sul posto sono dia-frammi orientati verso ilbosco di pini, in un gio-co di compenetrazionispaziali che coinvolge,anche dal punto di vi-s t amaterico,

lapavimentazioneesterna e in-terna, le pa-reti e i soffit-ti.

D’all’al-to: vista dai bancali di roccia lun-go il pendio prospicente il mare.Sotto, la vista lungo le fasce. Par-ticolare del percorso percettivolunngo il giardino. A fianco: unalampada esterna.

Le architetture di Torre del Mare. Le Relazionalità Locali e le MatriciFormali: il cambio di scala

Le ville di Torre del mare, che seguono, sono architetture caratterizzate dalleforme aterrazzature, i cuivolumi si interse-cano gradonatisulla parete roc-ciosa della collinain assonanza conle fasce delle col-ture agricole lo-cali da cui sonoricavate le singo-le matrici forma-li.

CASA ZANI,TORRE DELMARE, 1956

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 3332 MARIO GALVAGNI

CASA BERETTA-TORRE DELMARE, 1956

E’ una vasta casa apianta prevalentemente qua-drangolare, che si ramificada un soggiorno centrale chesi sviluppa su due piani.

Il sistema delle apertureè lamellare e orientala luce naturale negliambienti abitativi

A sinistra: Particolare della scalain legno tra i due soggiorni

Sotto: le nervatureinterne della copertura

CASA TROTTI,CASA GALLI,CASA CAMPANINI,CASA BURAGGI,

TORRE DEL MARE,1956

Queste case, costruite a Torre del Mare, do-cumentano la mia ricerca di quel periodo, lega-ta all’interattività degli edifici con le matrici for-mali dell’andamento della roccia stratificata delluogo ed al coinvolgimento e dosaggio della lucenaturale negli spazi interni medianteil’orientamento movimento e laframmentazione tridimensionale dellemurature.

Le architetture di Torre del Mare. Le Relazionalità Locali e le MatriciFormali: il cambio di scala

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 3534 MARIO GALVAGNI

Sopra, su due pagine: la pianta del comples-so balneare lungo la Via Aurelia. A sinistra: l’in-gresso al sottopasso. A fianco la sezione trasver-sale. Sotto: le cabine-spogliatoio componibili inlegno verniciato, a forma di triedro, costruite nel-l’aspettativa dell’impianto balneare definitivo,che non ha avuto l’assenso della Soprintendenzaai Monumenti di Genova.

E’ una architettura dove si connettono liberamente differenti morfologiedei settori delle cabine-spogliatoi, della ricezione balneare e del settore delristorante e dell’accoglienza e di intrattenimento.

E’ collegato al complesso abitativo da un sottopasso alla strada Aurelia.IMPIANTO BALNEARE ,TORRE DELMARE, 1956-1957

Le architetture di Torre del Mare. Le Relazionalità Locali e le MatriciFormali: il cambio di scala

Sotto: fotomontaggio del modello vistodall’alto e dal mare.

In mezzo, le morfologie matriciali dellascogliera e della battigia.

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 3736 MARIO GALVAGNI

D’all’alto:pianta della zona notte esezione trasversale con lasottostante piscina.Le corrispondenti vistedalla strada diarroccamento all’angoloovest della piscina e unparticolare della struttu-ra del portico antistante.

la piscina

LOCALITA’ PER LE VACANZE, TORRE DEL MARE-SAVONA,1954-19603.2. Le architetture di Torre del Mare. Le Relazionalità Locali e leMatrici Formali: visuali Interattive e Atmosfere

CASA CONTESSA SIDA CALLEGARO,TORRE DELMARE, 1958Costruita su d’uno strapiombo prospiciente l’isola di Bergeggi, si rami-

fica mediante un sistema di cinque gradoni,che nel seguire la pendenza dellacollina costituisce le fasce del giardino. Ospita gli ingressi, i soggiorni, lazona notte, il portico prospicente la piscina scoperta.

La particolarità di questo versante della collina di Torre del Mare asso-ciata ai forti dislivelli, permette a ciascun spazio abitativo di proiettarsi,isolato, a picco sul mare e di immergersi in visuali ed atmosfere, ancheolfattive, di grande suggestione.

Sotto:una vista dalle fasce del giardino. Viste dal portico verso la piscina.

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 3938 MARIO GALVAGNI

Sopra: strutturadel portico prospicien-te le fasce del giardi-no.

Sotto: vista da po-nente dalla strada diarroccamento di Torredel Mare.

Nella pagina afianco: viste dalle fa-sce laterali lungo lascogliera.

Appartie-ne allam o r f o l o g i anaturale dellostesso versan-te collinare incui sorge laC a s aCallegaro.

Gli spaziabitativi, an-che qui, siproiettano apicco sul maree si immergo-no nelle stessevisuali ed at-mosfere, an-che olfattivedel luogo.

LOCALITA’ PER LE VACANZE, TORRE DEL MARE-SAVONA,1954-1960Le architetture di Torre del Mare. Le Relazionalità Locali e le MatriciFormali: visuali Interattive e Atmosfere

CASA SANPIETRO, TORRE DEL MARE, 1956

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 4140 MARIO GALVAGNI

In questa pagina, dal-l’alto: la visuale dal ver-sante della Torre d’Ere,con l’isola di Bergeggi edi Capo Noli.

Sotto: le trasparenzedei fondali prospicienti lascogliera che si percepi-scono dall’alto.

A fianco: un suo abi-tante (disegnato dal vivo erimesso poi in libertà).

Esse sono state elaborate in modo interattivo con le trasparenze dei fon-dali prospicienti la scoglierae che si percepiscono dall’alto.

Nella pagina afianco:

la scoglera dellaTorre d’Ere. Nell’ova-le rosso il terreno ine-rente la costruzione.

Una vistaprospettica.

Una planimetria.

LOCALITA’ PER LE VACANZE, TORRE DEL MARE-SAVONA,1954-1960

3.3.Le architetture di Torre del Mare. Le Relazionalità Locali e leMatrici Formali: le Srtutture a Guscio Ovoidali e Le TrasparenzeDei Fondali Marini

CASA MUSICCO, TORRE DEL MARE-SAVONA, 1960Il fatidico versante della Torre d’Ere, dove

sorgono la casa Callegaro e la casa Sanpietro,ha costituito “l’arena” della mia ricerca di eco-logia della forma di questa microlocalità chesi è estesa ad individuare particolari matriciformali dalla struttura a guscio ovoidale .

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MARIO GALVAGNI: POETICA DELLA COMPLESSITA’-breviario del fare architettura 4342 MARIO GALVAGNI

Questi studi morfologici(1954) - nella pagina a sinistra -e i disegni corrispondono ad al-cuni progetti di episodi di archi-tettura dimensionale per la Li-guria.

In alto: studi per un comples-so abitativo polifunzionale a Tor-re del Mare.

Sotto a sinistra: modelli deiprogetti per un complesso teatralee museale polifunzionale a Torredel Mare

Lo studio delle relazionalità delle morfologie estetiche sul territorio lo-cale porta all’immagine della possibile costruzione di architetture in simbiosi

con la natura locale. In questo sensonasce il concetto di Città Continua: ladiffusa estensione sul territorio e nellospazio di un continuo estetico di episo-di aperti di architetture dimensionali.Sono delle architetture compenetrateinterattivamente con la spazialitàe loca-le. Formano l’ambiente estetico

antropizzato. A cui tutti potranno ac-cedere e abitare virtualmente trami-te il mezzo elettronico.

L’uomo ama la natura. La naturanon ama l’uomo.La riprova è chequando finirà dibruciare la nostracentrale nuclearenaturale del Solefinirà anche il no-stro mondo.

La salvezzaa m b i e n t a l eantropizzata èquella di costrui-re la città conti-nua che è proiet-tata verso l’esten-sione della vitaumana nel co-smo.

4. GLI EPISODI DI ARCHITETTURA DIMENSIONALE PER LACITTA’ CONTINUA , 1954-1964,