Sant'Agostino - L'utilità del digiuno (ITA)

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    L'UTILIT DEL DIGIUNOTutte le Opere - versione italiana > Discorsi >

    L'utilit del digiuno

    L'UTILIT DEL DIGIUNO

    Fame degli uomini, fame degli angeli. Fame e sete digiustizia.

    1. 1. Dire qualcosa sul digiuno un'ispirazione divina e anche iltempo dell'anno ci invita a farlo. E` un'osservanza questa, una virtdell'animo, un vantaggio dello spirito a spese della carne, e non puessere oggetto di offerta a Dio da parte degli angeli. In cielo vi ogni abbondanza e saziet eterna. L non manca nulla perch in Diosi appaga ogni desiderio. L il pane degli angeli Dio, che si fattouomo perch anche l'uomo potesse cibarsene 1. Qui tutte le anime,

    che sono vestite di un corpo terreno, riempiono il ventre dei fruttidella terra, l gli spiriti razionali, che governano corpi celesti,riempiono di Dio le loro menti. Tanto qui che l vi un cibo. Maquesto cibo nostro nel momento stesso che ristora viene meno;diminuisce nella misura in cui riempie. Quello invece rimane integroanche quando riempie. Bisogna aver fame di quel cibo. Lo prescriveCristo quando dice: Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia,

    perch saranno saziati2. Nel corso della vita terrena compete agliuomini aver fame e sete di giustizia, ma esserne appagati

    appartiene all'altra vita. Gli angeli si saziano di questo pane, diquesto cibo. Gli uomini invece ne hanno fame, sono tutti protesi neldesiderio di esso. Questo protendersi nel desiderio dilata l'anima,ne aumenta la capacit. Fatti pi capaci, a suo tempo sarannoappagati. Che dire allora? Che su questa terra non ricevono alcunappagamento quelli che hanno fame e sete di giustizia? S chericevono qualcosa, ma un conto la refezione del viandante, unaltro la perfezione dei beati. Ascolta l'Apostolo, che ha fame e sete,e certamente di giustizia, la pi che se ne pu raggiungere in

    questa vita, la pi che se ne pu praticare. Nessuno oserebbeconfrontarsi con lui nonch ritenersi superiore. Dice dunque: Non

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    che io abbia gi acquistato il premio o sia ormai arrivato allaperfezione3. E considerate chi che parla: il " Vaso di elezione " 4,l'estremo lembo, per cos dire, del vestito del Salvatore, unaestrema frangia che tuttavia sana chi la tocca, come la donna che

    pativa perdite di sangue, perch aveva fede5

    . E` l'ultimo e il pipiccolo degli Apostoli, come egli stesso dice: Io sono l'ultimo degli

    Apostoli, e: Io sono l'infimo degli Apostoli, e ancora: Non sonodegno neppure di essere chiamato apostolo, perch ho perseguitatola Chiesa di Dio. Ma per grazia di Dio sono quello che sono e la suagrazia in me non stata vana, anzi ho faticato pi di tutti loro; nonio per, ma la grazia di Dio con me6. Ascoltando queste parole, tisembra di ascoltare uno che ripieno di grazia, al colmo dellaperfezione. Ma se l'hai ascoltato quando sazio, ascolta di che cosa

    ha ancora fame. Dice: Non che io abbia gi conquistato il premio osia ormai arrivato alla perfezione, e: Fratelli, io non ritengo di averraggiunto la mta, ma una cosa s: dimentico del passato e protesoverso il futuro corro verso la mta, per arrivare al premio che Dio cichiama a ricevere in Cristo Ges7. Dice di non essere ancoraperfetto, di non avere ancora ricevuto, di non avere ancoraraggiunto. Ma dice di essere proteso in avanti; di correre verso ilpremio della chiamata superna. E` in viaggio; ha fame, vuol esseresaziato, si affretta, desidera giungere, brucia: nulla gli tarda quantoessere sciolto dal corpo per essere con Cristo8.

    Alimento terreno, alimento celeste.

    2. 2. Dunque, carissimi, come c' un alimento terreno, di cui sinutre la carne debole, c' anche un alimento celeste di cui siricolma l'anima pia. L'uno e l'altro hanno un ruolo vitale: l'uno pergli uomini, l'altro per gli angeli. Tengono un luogo intermedio gliuomini di fede, distinti nel loro animo dalla turba degli infedeli. Essisono protesi verso Dio, e a loro va il richiamo: In alto il cuore9,perch hanno la speranza di un'altra vita 10 e sanno che in questomondo sono di passaggio 11. Essi non si possono confrontare conquelli che ritengono essere un bene solo il godimento dei piaceriterreni 12 e neppure con quegli altri che abitano le supreme sedi delcielo, la cui sola delizia quel Pane stesso da cui sono stati creati.Quelli che sono chini sulla terra, in cerca di cibo e di piacere cheriguardi la sola carne, sono da paragonarsi agli animali. Distano di

    gran lunga dagli angeli per la condizione obiettiva e per il costumemorale: per la condizione, perch sono mortali; per il costume,perch sono sensuali. Fra quel popolo celeste e quello terrestre era

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    in certo modo sospeso l'Apostolo; l s'incamminava, di l ritornava,l tendeva da qui sollevandosi. Non poteva ancora dirsi partecipe diquel popolo, perch allora avrebbe detto: " Sono nella perfezione ";n era con questi uomini pigri, inerti, fiacchi, sonnolenti, che non

    credono se non in ci che vedono e in ci che passa, e che sononati e che moriranno 13. Se si ritenesse della loro schiera nondirebbe: Corro al premio della superna chiamata14. Dobbiamodunque regolare i nostri digiuni. Questo non , come ho detto, unadempimento angelico e neanche lo di quegli uomini che sonoschiavi della gola 15. E` un atto proprio alla via di mezzo, la nostra,per cui viviamo distinti da chi non ha fede e con l'aspirazione diessere uniti agli angeli. Non siamo ancora giunti, ma siamo incammino; non abbiamo ancora quella felicit, ma di qui vi

    sospiriamo. Qual l'utilit di astenersi un poco dal cibo e dalpiacere della carne? La carne preme contro il suolo, la mente tendeall'alto; trasportata dall'amore, ritardata dal peso. A questoproposito dice la Scrittura: Il corpo soggetto a corruzioneappesantisce l'anima e l'abitazione terrena dei sensi grava la mentedai molti pensieri16. Se dunque la carne china sulla terra un pesoall'anima, un bagaglio che appesantisce il suo volo, quanto pi unoripone le sue gioie nella sua vita superiore, tanto pi depone delsuo bagaglio terreno. Ecco che cosa facciamo quando digiuniamo.

    Necessit del digiuno.

    3. 3. Il digiuno non vi sembri una cosa di poca importanza osuperflua; chi lo pratica, secondo le consuetudini della Chiesa, nonpensi fra s, non dica fra s, ascoltando il tentatore che suggeriscenell'intimo: " Che cosa digiuni a fare? 17. Defraudi la tua vita, non ledi ci che le fa piacere; ti procuri da te stesso una pena, ti faicarnefice e tormentatore di te stesso. A Dio pu piacere che tu titormenti? Sarebbe crudele se avesse piacere delle tue pene ". Matu rispondi cos al tentatore: " Mi d certo un supplizio, ma perchegli mi perdoni, da me stesso mi castigo perch egli mi aiuti, perpiacere ai suoi occhi, per arrivare al diletto della sua dolcezza.Anche la vittima tormentata, per essere posta sull'altare. Cos lamia carne appesantisce meno il mio spirito ". A questo cattivoconsigliere, schiavo del ventre, rispondi con questo esempio: " Setu, per caso, cavalcassi un giumento, se montassi un cavallo che

    con la sua andatura sfrenata ti potesse far cadere, per fare unviaggio tranquillo non razioneresti il cibo a quel furente, noncercheresti di domare con la fame quello che non riesci a domare

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    col morso? La mia carne il mio giumento mentre faccio il viaggioverso Gerusalemme, spesso mi porta via, cerca di buttarmi fuoridalla strada. La mia via Cristo 18. Non dovr dunque frenare con ildigiuno la bestia che va a sbalzi? ". Se qualcuno capisce ci, pu

    verificare con la sua stessa esperienza quanto sia utile il digiuno.Ma questa carne, che ora domata, lo dovr essere sempre?Finch oscilla nella situazione temporale, finch appesantita dallacondizione di mortalit, ha questi sbalzi, ben visibili e pericolosi alnostro spirito. La carne qui infatti ancora corruttibile, non ancora risorta. Il fatto che non sempre sar cos; adesso non haancora lo stato proprio della costituzione celeste, non siamo ancoraresi uguali agli angeli di Dio 19.

    Carne e spirito. Errori dei Manichei.

    4. 4. Ma non pensi, la vostra Dilezione, che la carne sia nemicadello spirito, quasi che uno sia l'autore della carne e un altro quellodello spirito. Molti, soggetti alla carne, seguendo questa opinionedeviarono ritenendo che uno fosse l'autore della carne e un altroquello dello spirito. Per di pi si avvalgono, senza comprenderlaappieno, di una testimonianza apostolica: La carne ha desidericontrari allo spirito e lo spirito ha desideri contrari alla carne20. Ci

    vero, ma osserva anche quest'altro passo: Nessuno ha mai inodio la propria carne, ma la nutre e la riscalda, come Cristo laChiesa21. Nel primo passo citato sembra di vedere come una lottafra due nemici, la carne e lo spirito, perch la carne ha desidericontrari allo spirito, e lo spirito ha desideri contrari alla carne. Inquesto secondo passo invece vi quasi un'unione coniugale:Nessuno ha mai in odio la propria carne, ma la nutre e la riscalda,come Cristo la Chiesa. Come ci comporteremo di fronte a questidue pareri? Se sono contrari, quale accetteremo, quale rifiuteremo?Il fatto che non sono contrari. Stia attenta, la Carit vostra, iointanto li accetto tutti e due e dimoster, per quanto mi possibile,che concordano. Chiunque sia tu che stabilisci un creatore dellacarne e un altro dello spirito, che ne pensi del passo che dice:Nessuno ha mai in odio la propria carne, ma la nutre e la riscalda,come Cristo la Chiesa? Non t'impressiona il paragone? Nutre dice eriscalda come Cristo la Chiesa. Supponi di credere che la carne siauna catena. E chi ama la sua catena? Supponi che la carne sia un

    carcere. E chi ama il suo carcere? Nessuno ha mai in odio la suacarne. Chi non odierebbe di essere incatenato, chi non odierebbe ilsuo supplizio? E invece: Nessuno ha mai in odio la sua carne, ma la

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    nutre e la riscalda, come Cristo la Chiesa. Se dunque tu poni unautore alla carne e un altro allo spirito, ne consegue che devi porneuno a Cristo e un altro alla Chiesa. Il che, per chi sa, unasciocchezza. Dunque ognuno ama la sua carne. Lo dice l'Apostolo, e

    oltre alle parole dell'Apostolo, c' l'esperienza personale. Puoiessere padrone della tua carne finch vuoi, puoi accenderti diseverit contro di essa, ma se qualcuno sta per darti un colpo, tuchiudi gli occhi.

    4. 5. E` come una specie di matrimonio tra lo spirito e la carne.Come si spiega che la carne ha desideri contrari allo spirito e lospirito contrari alla carne22? Come si spiega questo castigo cheproviene da una propaggine della morte? Perch detto: Tutti

    muoiono in Adamo23? Perch l'Apostolo dice: Fummo anche noi untempo meritevoli di ira, come gli altri24? Egli ricevette sentenza dimorte: da lui siamo nati; da lui deriviamo questa carne chedobbiamo vincere. E cos abbiamo desideri contro la carne, persottometterla a noi, domata, per portarla ad ubbidienza. Ma noi nonodiamo chi vogliamo semplicemente che ci ubbidisca. Ciascuno dper lo pi una regola alla moglie, in casa; cerca di farla ubbidire se renitente, ma non perseguita una nemica 25. Cerchi di domareanche il figlio, perch ti ubbidisca. Forse che lo odii, lo ritieni forseun nemico? Ami e castighi anche il tuo servo e nel punirlo lo rendiubbidiente. Su questo argomento hai un pensiero chiaro e completodell'Apostolo: Non corro - dice - come chi senza mta; non faccioil pugilato come uno che batte l'aria, ma tratto duramente il miocorpo e lo trascino in servit, perch non succeda che dopo aver

    predicato agli altri, venga io stesso squalificato26. La carne ha, perla sua condizione terrena, certi suoi appetiti: su questi puoiesercitare un freno. Se ti lasci dirigere da chi sta sopra di te, puoi

    ben dirigere chi sta sotto di te. Sotto di te c' la tua carne; sopra dite il tuo Dio. Sei ammonito in che modo ti competa servire il tuoDio quando vuoi che la tua carne serva a te. Tu fai attenzione aquello che ti sta sotto. Osserva anche quello che ti sta sopra. Tunon hai potere sul dipendente se non in quanto ti viene dalsuperiore a te. Sei servo, hai un servo. Ma il Signore ha due servi.Il tuo servo pi nel potere del Signore che nel tuo. Dunque, tuvuoi essere ubbidito dalla carne. Ma essa non lo pu in tutto. Intutto ubbidisce al suo Signore ma non a te. Tu mi domandi

    spiegazione. Tu cammini, muovi i piedi. Essa ti segue. Macamminer con te per tutto il tempo che tu vorresti? E` animata date. Ma forse fino a quando tu vorresti? E anche: stai male quando

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    vuoi, stai bene quando vuoi? Il tuo Signore ti tiene per lo pi inesercizio per mezzo di questo tuo servitore, perch come haidisprezzato lui meriti di essere corretto per mezzo del servo.

    Necessit del dominio sui sensi.5. 6. Questo problema in che senso ti riguarda? Nel nonabbandonarti al piacere della carne fino all'illecito e qualche voltanel mettere un freno anche a ci che lecito. Chi non mette mai unfreno alle cose lecite, contiguo alle illecite. Come, ad esempio,fratelli, lecito il matrimonio, illecito l'adulterio; e tuttavia gliuomini temperanti, per tenersi lontani dall'adulterio illecito,pongono un freno anche nel matrimonio lecito. E` lecito bere a

    saziet, illecita l'ubriachezza; tuttavia gli uomini morigerati, pertenersi lontani dalla vergogna dell'ubriachezza, reprimono anche, inparte, la loro libert di farsi sazi. Comportiamoci cos, fratelli; siamotemperanti e agiamo coscientemente, tenendo presente il fine delnostro agire. Ponendo una misura al piacere della carne, si acquistail piacere dello spirito.

    Scopo del digiuno.

    5. 7. Perci bisogna considerare quale sia il fine dei nostri digiuni inrapporto al nostro cammino, quale sia il nostro cammino, quale lamta. Infatti anche i pagani qualche volta digiunano, ma non sannoquale la mta a cui tendiamo noi. Anche i Giudei qualche voltadigiunano ma non hanno preso la via che percorriamo noi. E` comequando uno doma il suo cavallo ma prende una strada sbagliata.Digiunano anche gli eretici. Vedo il loro comportamento. Domandoquale la loro mta. " Voi digiunate - dico - ma per piacere achi? ". " A Dio ", rispondono. " Ma siete sicuri che il dono

    accettato? ". Bisogna anzitutto considerare questo monito: Lascia iltuo dono e va' prima a riconciliarti col tuo fratello27. Non correttodomare le proprie membra e dilaniare le membra di Cristo 28. E`stato scritto: Si sente il clamore di litigi tra di voi e anche provocatee colpite con pugni quelli che stanno sotto la vostra giurisdizione.Non questo il digiuno che voglio, dice il Signore29. Sarebbedunque da disapprovare il tuo digiuno se tu fossi nel contempoeccessivamente severo col tuo servo. Come si pu approvare il tuodigiuno se non riconosci il tuo fratello? Non cerco da che cibo tiastieni, ma che cibo ami. Dimmi che cibo ami perch io possaacconsentire al fatto che tu te ne astenga. Ami il cibo della

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    giustizia? Forse mi risponderai: " Lo amo ". Sia dunque manifesta latua giustizia. Io ritengo cosa giusta infatti che tu adempia al tuoservizio verso il tuo superiore, affinch il tuo dipendente lo adempiaverso di te. Parlavamo della carne, che inferiore allo spirito, gli

    soggetta; fatta per essere da lui domata e regolata. Tu ticomporti con essa in modo che ti ubbidisca e le razioni il ciboperch la vuoi a te soggetta. Riconosci chi maggiore, riconosci chi superiore, se vuoi che l'inferiore giustamente si sottometta a te.

    6. 7. E` un controsenso se la tua carne ubbidisce a te e tu nonubbidisci al tuo Dio. Da essa stessa sei condannato per il fatto cheti ubbidisce. Ubbidendoti fa testimonianza contro di te.

    L'unit vale pi del digiuno.6. 8. " Ma a quale superiore - mi domandi - si deve ubbidire? ".Ecco che parla Cristo (tu ti eri detto amante della giustizia): Vi dun comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli altri30. Ascoltadunque il tuo Signore che comanda di amarci a vicenda. Egli fa uncorpo solo di noi tutti, come membra del suo corpo, e il corpo ha unsolo capo che lui, il nostro Signore e Salvatore. Ma tu ti vuoistaccare dalle membra di Cristo. Tu non ami l'unit. Se ti fossi

    distorto un dito non correresti dal medico perch te lo aggiustasse?Il tuo corpo sta bene quando le sue membra si armonizzano traloro; allora ti chiami sano, allora stai bene. Ma se qualcosa nel tuocorpo in dissonanza con le altre parti, tu vai a cercare chi ticorregga. Perch dunque non cerchi che si corregga, che ritorninella compagine delle membra di Cristo, che si armonizzi in questostesso corpo e nel tuo 31 ci che in dissonanza? Certamenterispetto a tutte le altre membra i capelli sono una cosa di minoreimportanza 32. Che cosa c' di pi infimo, nel tuo corpo, dei tuoi

    capelli, di pi insignificante, di minor conto? Eppure se vieni malrasato ti inquieti col barbiere perch il taglio non uniforme 33. Einvece per le membra di Cristo non ti preoccupi di mantenerel'unit. E allora a che cosa valgono, a che cosa giovano i tuoidigiuni? Arrivi a ritenere che Dio non sia degno di essere servitonell'unit da tutti coloro che credono in lui; e tuttavia nel tuo corpo,nelle tue membra, nei tuoi capelli vuoi che questa unit siaosservata. Parlano le tue viscere, le tue membra che portano,contro di te, una vera testimonianza e tu invece ne porti una falsacontro le membra di Cristo.

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    Lo spirito scismatico.

    6. 9. Ti sei dissociato dal digiuno dei pagani? u lo credi e perci tiritieni sicuro. " Io - dici - digiuno per Cristo. Essi per gli idoli e i

    demoni ". Accetto il tuo ragionamento e, in realt, la distinzione c'.Ma ecco, come dicevo poc'anzi, in qual modo le tue membraportavano una testimonianza contro di te, cos che ti ammonivocome devi comportarti con le membra di Cristo tuo Dio; e gli stessipagani, dai quali distingui il tuo digiuno, ti insegnino qualcosasull'unit del tuo Cristo.

    I pagani sono concordi nel culto agli stessi di fra lorodiscordi.

    7. 9. Ecco, essi, non divisi tra loro, venerano molti di falsi. E noiforse abbiamo trovato l'unico, vero Dio ma in modo tale da nonessere nell'unit pur essendo sotto un solo Dio? Essi ne hanno moltie falsi, noi uno solo e vero. Essi sotto molti e falsi non hannodivisione; noi sotto uno e vero non arriviamo a tenere l'unit. Non tidispiace, non te ne rammarichi, non ti vergogni? C' di pi. I paganinon solo venerano molti di falsi, ma anche parecchi fra di lorocontrari e nemici. A mo' di esempio ricordiamone alcuni, se non

    possiamo tutti. Ercole e Giunone erano nemici: erano stati uominiinfatti, figliastro lui, matrigna lei. All'uno e all'altro i pagani eresserotempli, a Giunone e ad Ercole. Adorano lui, adorano lei. Vannougualmente da Giunone, ugualmente da Ercole. Sono concordi nelculto a loro che sono in discordia. Vulcano e Marte sono nemici e neha buona ragione Vulcano; ma dammi un giudice che ascolti! Ilmisero odia l'adulterio della moglie e tuttavia non osa distoglieredal tempio di Marte i suoi devoti. E cos adorano l'uno e l'altro. Sedovessero imitare i loro di litigherebbero anche i devoti. Vanno

    invece dal tempio di Marte a quello di Vulcano. Sembrerebbe unasconvenienza. E invece non temono che il marito si adiri perch siviene a lui dal tempio dell'adultero Marte. (Hanno buon senso,sanno che la pietra non pu sentire). Ecco, venerandone molti,falsi, diversi, avversi tra loro, tengono tuttavia nel venerarli unacerta unit. In questo modo gli stessi pagani, dai quali hai distinto iltuo digiuno, portano una testimonianza contro di te. Vieni all'unit,fratello [donatista]! Noi veneriamo un solo Dio e non abbiamo maivisto il Padre e il Figlio in litigio tra loro 34. I pagani non vadano incollera con me perch ho detto queste cose dei loro di. Perchdovrebbero adirarsi delle mie parole e non piuttosto dei loro scritti?

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    Questi distruggano prima, se possono, anzi se vogliono. Se nonvogliono esserne ammaestrati i grammatici smettano d'insegnare.Si adirerebbe dunque con me [il pagano] in quanto dico le stessecose per cui paga la scuola affinch il figlio le impari?

    Adoperarsi per l'unit coi Donatisti.

    8. 10. Dunque, o carissimi, essi hanno precisamente tali di, omeglio li ebbero. Poich infatti essi non vollero abbandonarli, furonoabbandonati da loro. Ci sono molti anche che li abbandonarono eancora oggi li abbandonano: abbattono i loro templi all'interno delcuore; godiamo di loro in quanto vengono all'unit, non alladivisione. Il pagano non trovi un'occasione che lo induca a non

    diventare cristiano. Siamo concordi, fratelli, noi che veneriamo unsolo Dio, per poterli in un certo qual modo, con la nostra concordia,esortare ad abbandonare i molti di perch vengano alla pace eall'unit a venerare un solo Dio. E se per caso, per il fatto che noicristiani non abbiamo tra di noi l'unit, s'infastidiscono e per questoci criticano e perci sono lenti e pigri nel venire alla salvezza, liarringher un poco. Vi dir io che cosa dovete dir loro. Nonpreferiscano a noi la loro quasi concordia, non si compiacciano dellaloro unit. Essi non devono sopportare il nemico che dobbiamo

    affrontare noi. Questo nemico stesso in sostanza li possiede anchese non sono discordi 35. Egli li vede adoratori dei falsi di, li vedeservi e servi di demoni. A questo punto che vantaggio c' per lui selitigano o, per lui, che danno c' se non litigano? Li possiedecomunque cos come sono, partecipi della stessa credenza vana efalsa, anche se d'accordo tra di loro. Quando si vedr abbandonatoe vedr molti correre all'unico Dio, lasciare i suoi sacrileghi riti,abbattere i templi, spezzare gli idoli, proibire i sacrifici, allora vedrdi aver perso quelli che teneva in potere, li vedr allontanarsi dallasua famiglia, conoscere il vero Dio. Allora che far? A quali insidiericorrer? Sa che non ci pu possedere se siamo concordi, che nonci pu dividere l'unico Dio, che non pu pi presentare a noi i falsidi. Sa che la nostra vita la carit, la nostra morte la discordia;perci ha introdotto liti tra i cristiani, non potendo fabbricare moltidi per i cristiani; moltiplic le stte, semin errori, stabil glieretici. Ma tutto quel che ha fatto lo ha fatto con quella paglia di cuiparl il Signore. Ecco la nostra sicurezza: anche se egli infierisce,

    anche se insidia e semina vari dissensi fra i cristiani, e noi invecericonosciamo il nostro Dio, se siamo fedeli a lui concordemente, semanteniamo la fede, siamo al sicuro. Fratelli, il frumento dell'aia

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    non va via o se va via ritorna; il vento della tentazione invece portavia qualcosa della paglia 36. Onde per noi non si crea via diperdizione ma impegno di esercitazione. E quanta paglia non portata via ora sar vagliata nell'ultimo giudizio e non va, tutta la

    paglia, se non nel fuoco. Dobbiamo darci da fare, fratelli, finchsiamo in tempo, con quante forze possiamo, con quanta attenzionepossiamo, perch, se pu avvenire, ritorni magari insieme allapaglia, il frumento, purch esso non perisca. Qui messo alla provail nostro amore, qui ci viene proposta la grande opera della nostravita. Non sarebbe individuata la misura del nostro amore ai fratelli,se nessuno fosse messo alla prova; nel giudizio finale nonapparirebbe quanto l'amore se fosse cosa trascurabile l'abissodella perdizione.

    La coercizione.

    9. 11. Diamoci da fare, fratelli, senza sosta, con ogni attivit, conogni fatica, con pio affetto verso Dio, verso di loro e, fra di noi,perch non succeda che, volendo sopire la loro vecchia discordia,provochino nuove risse fra di noi; sopra ogni cosa siamo attenti amantenere fra noi fermissimo l'amore. Essi si sono congelati nelleloro iniquit. Come puoi sciogliere il ghiaccio dell'iniquit, se non

    ardi della fiamma della carit? Non facciamo caso se risultiamomolesti coll'incalzarli. Vediamo quale il fine: in esso teniamocisicuri. Forse che li portiamo alla morte e non invece via dallamorte? Assolutamente curiamo queste vecchie ferite, in qualsiasimodo possiamo, ma umilmente; e andiamo cauti perch non vengameno tra le mani del medico colui che viene curato. Che cosa cisentiamo in dovere di fare se piange il bambino che viene condottoa scuola? E che cosa dobbiamo pensare se uno rifiuta la mano delmedico che opera il taglio? Gli Apostoli furono pescatori e il Signoredisse loro: Vi far pescatori di uomini37. Ma dal profeta statodetto che Dio prima avrebbe mandato i pescatori, poi i cacciatori 38.Prima mand i pescatori, poi manda i cacciatori. Perch i pescatori,perch i cacciatori? Dal profondo abissale mare della superstizioneidolatrica sono stati pescati i credenti con le reti della fede. E icacciatori perch furono mandati? Furono mandati perch essivagavano per monti e colli 39, cio per le superbie umane, per gliorgogli terreni. Uno di questi monti Donato, un altro Ario, un altro

    Fotino e un altro Novato; erravano i credenti per questi monti; illoro vagare aveva bisogno dei cacciatori. Perci sono stati distribuitii diversi uffici dei pescatori e dei cacciatori, perch non capiti che

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    costoro ci dicano: " Perch gli Apostoli non costrinsero nessuno,non spinsero nessuno? ". Il pescatore, in quanto tale, butta le retiin mare e tira su quello che vi incappato dentro. Il cacciatoreinvece circonda le selve, scuote i cespugli di rovi e, moltiplicate da

    ogni parte le minacce costringe a cadere nelle reti. Non vada n diqua n di l; da qui vienigli incontro, di l urtalo, dall'altra partespaventalo; non possa evadere, non sfugga. Ma le nostre reti sonovita perch si conservi l'amore. Non preoccuparti di quanto gli puoiessere molesto, ma di quanto tu lo ami. Qual la tua piet se tu lorisparmi ed egli muore?

    Il sonno letargico e il figlio del vecchio morente.

    10. 12. Fratelli, considerate anche questo paragone, questasimilitudine; una sola cosa pu in effetti aver molte similitudini. Gliuomini sono strutturati in modo che ognuno vuole una successionenei figli; e non c' nessuno che non desideri e speri nella sua casaquesto ordine: che chi ha generato ceda il posto ai generati ed essisuccedano. Tuttavia se un vecchio padre malato (non faccio ilcaso del figlio malato assistito dal padre, che invece cerca l'erede,desidera il successore, che lo ha generato perch viva lui morto;non dico questo) dico dunque se il padre malato, sta per

    andarsene, vecchio, vicino alla morte, al punto in cui chiede diassecondare l'ordine della natura, quando ormai non ha pi nienteda sperare, tuttavia se malato e gli sta vicino con affetto il figlio,e il medico vede che preso da un sonno nocivo, letale, egli paziente col vecchio che sta per morire, anche per quei pochi giorniche gli restano da vivere; e sta l il figlio, premuroso vicino alpadre, e sente il medico dire: " Quest'uomo pu cadere in letargo epoi morire se lo si lascia prendere dal sonno; se volete che viva nondeve dormire ". E quel sonno nocivo invece lo prende: nocivo edolce. Ma il figlio ammonito dal medico sta l attento e, con fastidiodel padre, lo sveglia mettendogli le mani addosso; se il sonno piforte, lo pizzica e, se questo non serve, lo punge. Certamenteriesce fastidioso al padre, ma sarebbe empio se non gli dessequesto fastidio. In quanto a lui che vorrebbe morire, respinge ilfiglio molesto col volto corrucciato e con la voce alterata: " Lasciamistare, perch mi tormenti? ". " E` che il medico ha detto che se tiaddormenti, muori ". Ed egli: " Lasciami stare, voglio morire ". Il

    vecchio dice: " Voglio morire " e il figlio sarebbe empio se nondicesse: " Io non lo voglio ". E si tratta comunque di una vitatemporale; n colui a cui riesce molesto il figlio che lo vuol

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    svegliare resta perpetuamente in quella vita, n il figlio che succedeal padre che se ne va e muore. Tutti e due passano attraverso diessa, tutt'e due vi trasvolano, di passaggio; e tuttavia sarebberoempi se non provvedessero a mantenere questa vita temporale a

    rischio di rendersi molesti a vicenda. Dunque io, se vedessi il miofratello preso da un sonno di cattiva lega, non lo sveglierei pertimore di essere molesto a chi sta dormendo e morendo? Lungi dame il fare questo, anche se, lui vivo, pi ristretto il miopatrimonio. Nel nostro caso poich ci che riceveremo non si pudividere e anche se si moltiplicano i possessori non diminuisce ilpatrimonio, non lo terr desto, sveglio, anche se lo infastidisco,sicch privo del sonno di un antichissimo errore, possa godere conme l'eredit dell'unit? Certo che lo far. Se sono sveglio lo far. Se

    non lo faccio, dormo anch'io.

    Non si deve dividere l'eredit del Signore.

    11. 13. Carissimi, il Signore, mentre parlava alle turbe, fuinterpellato da un tale che gli disse: Signore, di' a mio fratello chedivida con me l'eredit. E il Signore: O uomo, chi mi ha costituito,dimmi, mediatore di eredit tra voi? 40 Certamente egli nonrifiutava di frenare l'avidit ma non voleva diventare giudice in una

    divisione. In quanto a noi, carissimi, non cerchiamolo come giudicein tali vertenze, perch tale non la nostra eredit. Noi con purafronte e con buona coscienza interpelliamo il Signore nostro eognuno gli dica: " Signore, di' a mio fratello non che divida ma chepossegga insieme con me l'eredit ". Che cosa vuoi dividere,fratello? Quello che il Signore ci ha lasciato non pu essere diviso.E` forse oro, infatti, che richieda una bilancia per la divisione? E`forse argento, denaro, bestiame, o sono schiavi, o alberi ocampi? Tutte queste cose si possono dividere. Non si pu invecedividere: Vi d la mia pace, vi lascio la mia pace41. Infine nelleeredit terrene c' anche il fatto che la divisione produce unadiminuzione. Supponi due fratelli sotto uno stesso padre. Tutto ciche possiede il padre di ambedue: tutto dell'uno e dell'altro. Percui se si fa una domanda sulla propriet e se ad uno di loro adesempio si chiede: " Di chi quel cavallo? ", egli risponder: " E`nostro ". " Di chi quel fondo? Quello schiavo? ", sempre risponder:" E` nostro ". Ma, se si far la divisione, diversa la risposta. " Di

    chi quel cavallo? ". " E` mio ". " E questo di chi ? ". " Di miofratello ". Ecco che cosa ha fatto la divisione. Non hai guadagnatouna parte, ma perso una parte. Dunque anche se avessimo

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    un'eredit che si pu dividere non dovremmo dividerla per nondiminuire le nostre ricchezze. E certo non vi cosa pi nociva per ifigli che voler fare la divisione vivo il padre. Se questo si accingonoa fare, se promuovono liti e contese per rivendicare ognuno a s la

    propria parte, direbbe il vecchio: " Che cosa fate? Sono ancoravivo, aspettate, un poco, la mia morte, poi fate a pezzi la miacasa ". Noi abbiamo come padre Dio. Perch andare in divisioni?Perch andare in liti? Almeno aspettiamo. Se pu morire,divideremo.

    1 - Cf. Sal 77, 24-25.

    2 - Mt 5, 6.

    3 - Fil 3, 12.

    4 - Cf. At 9, 15.

    5 - Cf. Mt 9, 20-22; Lc 8, 34-48.

    6 - 1 Cor 15, 8-10.

    7 - Fil 3, 13-14.

    8 - Fil 1, 23.

    9 - Praef. Missae.

    10 - Cf. Rm 8, 23-24.

    11 - Cf. 2 Cor 5, 6-7.

    12 - Cf. Sal 31, 9; Sal 48, 21.

    13 - Cf. 1 Cor 15, 32.

    14 - Fil 3, 14.

    15 - Cf. Fil 3, 19.

    16 - Sap 9, 15.

    17 - Cf. Is 58, 3.

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    18 - Cf. Gv 14, 6.

    19 - Cf. Mt 22, 30; Lc 20, 36.

    20 - Gal 5, 17.21 - Ef 5, 29.

    22 - Gal 5, 17.

    23 - 1 Cor 15, 22.

    24 - Ef 2, 3.

    25 - Cf. Rm 7, 2.

    26 - 1 Cor 9, 26-27.

    27 - Mt 5, 24.

    28 - Cf. 1 Cor 6, 15.

    29 - Is 58, 4-5.

    30 - Gv 13, 34.

    31 - Cf. Ef 4, 16.

    32 - Cf. Mt 10, 30; Lc 21, 18.

    33 - ORAZIO, Ep. 1, 1, 94.

    34 - Cf. Gv 10, 30.

    35 - Cf. Rm 2, 2; Gal 5, 21.

    36 - Cf. Mt 3, 12; Lc 3, 17.

    37 - Mt 4, 19.

    38 - Cf. Ger 16, 16.

    39 - Cf. Ger 16, 16; Ez 34, 6.

    40 - Lc 12, 13-14.

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    41 - Gv 14, 27.