Sant'Agostino - La Genesi Difesa Contro i Manichei (ITA)

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    LA GENESI DIFESA CONTRO I MANICHEITutte le Opere - versione italiana > Esegetici >

    La Genesi difesa contro i Manichei

    LA GENESI DIFESA CONTRO I MANICHEI

    LIBRO PRIMO

    Occorre confutare i manichei con argomenti chiari e

    linguaggio comune.1. 1. Se i manichei scegliessero le persone per ingannarle,sceglieremmo anche noi le parole per confutarli. Ma poich essi, alcontrario, da una parte raggiungono i dotti con i loro scritti edall'altra i non istruiti con il loro errore, e anzi, quando promettonola verit, fanno ogni sforzo per allontanare [la gente] da essa, i loroerrori devono essere confutati non gi con un linguaggio adorno eforbito ma con argomenti del tutto evidenti. Mi parso infatti giusto

    il parere espresso da alcuni uomini che sono degli autenticicristiani; essi, pur essendo versati nelle arti liberali, tuttavia, dopoaver letto gli altri nostri libri da noi pubblicati contro i manichei,hanno osservato che non sarebbero stati compresi affatto o solodifficilmente dalle persone non istruite. Essi quindi, con moltabenevolenza, mi hanno consigliato di non abbandonare il modo diparlare comune se mi stava a cuore di estirpare dalla mente degliignoranti quegli errori tanto funesti. Questo linguaggio comune esemplice infatti capito da tutti, mentre quell'altro non compreso

    dalle persone incolte.Perch sono da confutare le critiche dei manichei all'AnticoTestamento.

    1. 2. I manichei dunque sono soliti criticare le Scritture dell'AnticoTestamento anche senza conoscerle e con le loro critiche prenderein giro e ingannare i nostri fedeli deboli e semplici che non sannocome controbatterli, in quanto non c' alcuna Scrittura che non

    possa essere facilmente criticata presso coloro che non laconoscono. Ma la divina provvidenza permette che esistano moltieretici con errori diversi affinch, quando ci scherniscono e

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    c'interrogano su argomenti che non conosciamo, almeno in questomodo ci scrolliamo di dosso l'indolenza e desideriamo di conoscerele Sacre Scritture. Ecco perch anche l'Apostolo dice: necessarioche vi siano delle eresie, affinch si riconoscano tra voi quelli che

    sono di provata virt1

    . Agli occhi di Dio sono infatti persone diprovata virt coloro che sono in grado d'insegnare in modo retto,ma non possono essere riconosciuti dagli uomini se non quandoinsegnano, e non desiderano insegnare se non a coloro che lorichiedono. Molti per sono pigri a ricercare [la verit] se dalledifficolt che provano nelle discussioni con gli eretici e dagli scherniche ne ricevono non venissero - per cos dire - destati dal sonno enon si vergognassero della loro ignoranza e non si rendessero contodi correre pericolo proprio a causa della loro ignoranza. Se tali

    persone hanno una fede salda, non si arrendono agli eretici macercano accuratamente di sapere che cosa ribattere ad essi. Dioper non abbandona queste persone facendo in modo chechiedendo ottengano, cercando trovino e bussando venga loroaperto 2. Coloro invece che non hanno speranza di trovare nelladottrina cattolica la verit che cercano di conoscere, rimangonoschiacciati dagli errori; se per continueranno a cercare conperseveranza, dopo gravi fatiche stanchi ed assetati, anzi quasimorti, torneranno alle stesse sorgenti da cui s'erano allontanati.

    Prima critica, al versetto 1 della Genesi: Che faceva Dioprima della creazione?

    2. 3. I manichei dunque sono soliti fare le seguenti critiche al primolibro dell'Antico Testamento intitolato La Genesi. Quanto a ci chesta scritto: Nel principio Dio cre il cielo e la terra 3, essi cirivolgono questa domanda: "In quale principio?", e ci fanno anchela seguente obiezione: "Se Dio cre il cielo e la terra al principio deltempo, che cosa faceva prima di creare il cielo e la terra? E perchdecise all'improvviso di fare ci che non aveva fatto mai inprecedenza nel corso dei tempi eterni?". A costoro noi rispondiamoche fu Dio a creare il cielo e la terra nel principio ma non alprincipio del tempo, ma in Cristo, essendo Egli col Padre il Verboper mezzo del quale e nel quale stata creata ogni cosa 4. NostroSignore Ges Cristo infatti, ai Giudei che gli chiedevano chi eglifosse, rispose: Io sono il Principio, lo stesso che sto parlando a

    voi5

    . Ma anche se credessimo che Dio cre il cielo e la terraall'inizio del tempo, dobbiamo in ogni modo capire che primadell'inizio del tempo il tempo non esisteva. Fu infatti Dio che cre i

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    tempi e perci, prima che creasse i tempi, i tempi non esistevano.Non possiamo dunque affermare che esistesse alcun tempo quandoDio non aveva creato ancor nulla. In qual modo infatti potevaesserci un tempo che Dio non aveva creato, dal momento che lui

    l'artefice di tutti i tempi? Se inoltre il tempo cominci ad esistereinsieme col cielo e con la terra, non si pu trovare un tempo in cuiDio non aveva ancora creato il cielo e la terra. Quando poi siobietta: "Perch mai Dio decise all'improvviso?", si fa un'obiezionecome se [prima] fossero passati dei tempi in cui Dio non avevacreato nulla. Non poteva infatti passare il tempo che Dio non avevaancora creato, dal momento che non pu essere creatore dei tempise non Colui che esiste prima della successione dei tempi.Certamente gli stessi manichei leggono, lodano e onorano l'apostolo

    Paolo ma, interpretando male le sue lettere, traggono in ingannomolte persone. Ci dicano dunque che cosa vuol dire l'apostolo Paoloquando parla della conoscenza della verit conforme alla pietverso Dio e in vista della speranza della vita eterna, che il Dio chenon mentisce ha promessa prima dei tempi eterni6. Ora che cosaavrebbero potuto avere prima di loro i secoli eterni? Questodovrebbero essere costretti a spiegarci costoro perch capiscano dinon capire, quando a vanvera criticano ci che avrebbero dovutoindagare con diligenza.

    Si contesta che Dio stabil all'improvviso di creare il mondo.

    2. 4. Supponiamo per che non dicano: "Come mai Dio deciseall'improvviso di creare il cielo e la terra?", ma tolgano dalla frasel'avverbio "all'improvviso" e dicano soltanto: "Perch Dio decise dicreare il cielo e la terra?". Noi infatti non diciamo che questo mondo coevo a Dio, poich l'eternit di questo mondo non la medesimadi quella di Dio; certamente Dio fece il mondo e cos, con la stessacreatura che Dio fece, i tempi iniziarono ad essere, e perci sonodetti tempi eterni. I tempi tuttavia non sono eterni com' eternoDio, per il fatto che Dio esiste prima della successione dei tempiessendo lui l'artefice dei tempi; allo stesso modo che sono buonetutte le cose create da Dio, ma non sono buone com' buono Diopoich stato lui a crearle, mentre quelle sono state create. Dioper non le ha generate dal proprio essere affinch fossero ci che lui, ma le ha create dal nulla affinch non fossero uguali n a lui,

    dal quale sono state create, n al proprio Figlio per mezzo del qualesono state create, poich ci giusto. Se dunque costorodomanderanno: "Per qual motivo Dio decise di creare il cielo e la

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    terra?" si deve rispondere loro ch'essi, i quali desiderano conoscerela volont di Dio, imparino prima a conoscere il potere della volontumana. Essi infatti desiderano conoscere le cause della volont diDio mentre la stessa volont di Dio la causa [efficiente] di tutto

    ci che esiste. Poich, se la volont di Dio ha una causa, questa qualcosa di antecedente alla sua volont, ma un'empiet credereuna simile cosa. A chi dice: "Perch Dio cre il cielo e la terra?"occorre rispondere: "Perch lo volle". La volont di Dio infatti lacausa della creazione del cielo e della terra, e perci la volont diDio maggiore del cielo e della terra. Chi poi chiede: "Perch vollefare il cielo e la terra?" cerca qualcosa di pi grande della volont diDio; nulla di pi grande pu infatti trovarsi. La temerit umanadunque si freni e non indaghi ci che non esiste, per evitare il

    pericolo di non trovare ci che esiste. Se per altro uno desideraconoscere la volont di Dio, deve diventare amico di lui poich, seuno volesse conoscere la volont di un altro, di cui non fosse amico,tutti si befferebbero della sua impudenza e stoltezza. Ma nessunopu diventare amico di Dio se non mediante la purezza cristallinadei costumi [e la speciale virt] ch' il fine del precetto, di cuil'Apostolo dice: Lo scopo del precetto per la carit che nasce daun cuore puro, da una buona coscienza e dalla fede senzafinzione 7; se costoro avessero questa virt, non sarebbero eretici.

    Si difende Gen 1, 2: La terra era invisibile, ecc.

    3. 5. Quanto poi al secondo versetto del libro della Genesi: Ma laterra era invisibile e confusa 8, i manichei lo criticano dicendo: "Inqual modo Iddio cre nel principio il cielo e la terra, se la terra eraappunto invisibile e confusa?". In questo modo costoro, volendocriticare le Scritture divine prima di conoscerle, non comprendononeppure le cose pi evidenti. Che cosa infatti poteva dirsi di pievidente di questa affermazione: Nel principio Dio cre il cielo e laterra, la terra per era invisibile e confusa?Essa vuol dire: "Nelprincipio Dio cre il cielo e la terra ma la terra stessa, creata daDio, era invisibile e confusa, prima che Dio, con ordinatadistinzione, disponesse le forme di tutte le cose al proprio posto enelle sedi loro proprie, prima che ordinasse: Vi sia la luce, e: Vi siail firmamento, e: Si radunino le acque, e:Appaia la terraferma 9, etutto il resto che nel medesimo libro viene esposto per ordine nel

    modo che possano capirlo anche i bambini". Tutte queste cosecontengono misteri si grandi che chiunque giunto a capirli

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    compiange la spudoratezza di tutti gli eretici, poich sono uomini, ose ne fa beffe poich sono superbi.

    La luce del sole e la luce di Dio.

    3. 6. Nel medesimo libro subito dopo detto: E le tenebre eranosopra l'abisso 10. I manichei criticano questa frase col dire: "Eradunque nelle tenebre Dio prima di creare la luce?". Veramente nelletenebre dell'ignoranza sono proprio essi, e perci non hannoun'idea della luce in cui regnava Dio prima di creare la luce diquesta terra! Costoro infatti conoscono soltanto la luce che vedonocon gli occhi del corpo. Ecco perch il sole di questa terra, che noiugualmente vediamo non solo con gli animali pi grandi ma anche

    insieme con le mosche e con i vermiciattoli, essi lo adorano fino alpunto di affermare ch'esso una particella della luce in cui abitaDio. Noi al contrario dobbiamo comprendere ch'esiste un'altra lucein cui abita Dio, dalla quale deriva la luce di cui nel Vangelo silegge: Era la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questomondo 11. La luce del sole di quaggi infatti non illumina l'uomotutto intero, ma solo il corpo e gli occhi mortali dell'uomo, rispettoai quali ci superano gli occhi delle aquile che si dice guardano il soledi questo mondo molto meglio di noi. Quell'altra luce invece non

    diletta gli occhi degli uccelli, i quali sono privi di ragione, ma ilcuore puro di tutti coloro che credono in Dio e si staccanodall'amore delle cose visibili e temporali e si applicano adadempiere i suoi comandamenti. Questa possibilit l'hanno tutti gliuomini purch lo vogliano, poich quella luce illumina ogni uomoche viene in questo mondo. Le tenebre dunque erano sopra l'abissoprima che fosse creata la luce di questo mondo, della quale si parlain questo passo subito dopo.

    Si dimostra che le tenebre (Gen 1, 3) non sono nulla.

    4. 7. Dio allora ordin: Vi sia la luce 12, poich ove non la luce visono le tenebre; non che le tenebre siano qualcosa di reale, ma chiamata "tenebra" la stessa assenza della luce. Allo stesso modo ilsilenzio non qualcosa di reale, ma si chiama "silenzio" lamancanza di rumore. Cos pure la "nudit" non qualcosa di reale,ma si chiama nudit lo stato d'un corpo non coperto da un vestito.Neanche il "vuoto" una cosa concreta, ma si chiama vuoto unluogo in cui non c' alcun oggetto materiale. Cos le tenebre nonsono una cosa reale, ma viene chiamata "tenebra" la mancanza di

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    luce. Noi diciamo questo perch i manichei dicono sovente: "Comemai sull'abisso potevano regnare le tenebre prima che Dio creassela luce? Chi le aveva create o generate? Oppure, se non le avevacreate o generate nessuno, le tenebre erano eterne", come se le

    tenebre fossero qualche realt concreta, mentre - come statodetto - ha ricevuto questo nome l'assenza della luce. Ma poich imanichei, tratti in inganno dalle loro favole, credevano ci fosse unaregione delle tenebre, in cui dimorano corpi con forme materiali edotati d'anima, per questo pensano che le tenebre siano qualcosa diconcreto, ma senza capire che noi abbiamo la sensazione delletenebre solo quando non vediamo, allo stesso modo che nonabbiamo la percezione del silenzio se non quando non avvertiamodei suoni. Orbene, le tenebre non sono nulla come non nulla il

    silenzio. Come per costoro dicono che il popolo delle tenebrecombatt contro la luce di Dio, cos anche un altro stolto potrebbedire ugualmente che il popolo dei silenzi combatt contro la voce diDio. Ma adesso noi non ci siamo assunti il compito di confutare esmentire tali menzogne. Per ora abbiamo stabilito, nella misuradelle forze che il Signore si degner di accordarci, di difendere leaffermazioni dell'Antico Testamento criticate da costoro e, aproposito di esse, dimostrare che contro la volont di Dio non haalcun potere la cecit degli uomini.

    In che senso lo Spirito si portava sulle acque (Gen 1, 2).

    4. 8. Imanichei inoltre sono soliti criticare l'asserzione dellaScrittura che dice: e lo Spirito di Dio si portava al di sopra delleacque 13, dicendo: "Era dunque forse l'acqua la dimora dello Spiritodi Dio e conteneva forse lo Spirito di Dio?". Costoro tentano distravolgere tutto con il loro spirito perverso, ma restano accecatidalla loro malizia. Quando infatti noi diciamo: "E sole si porta soprala terra", vogliamo forse intendere con ci che il sole abita sullaterra e la terra contiene il sole? Tuttavia lo Spirito di Dio non siportava al di sopra delle acque allo stesso modo che il sole si portasopra la terra, ma in modo diverso, compreso solo da pochi. LoSpirito infatti non si portava al di sopra delle acque attraverso lospazio come si porta il sole, bens mediante la potenza della suainvisibile, eccelsa superiorit. Ci dicano allora questi individui inqual modo sugli oggetti da costruire si porta la volont dell'artefice.

    Se per non comprendono queste cose umane e quotidiane,cerchino d'avere sentimenti di religioso rispetto verso Dio e dicapire con animo sincero ci che non capiscono affinch, mentre

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    desiderano di abbattere con discorsi sacrileghi la verit che nonsono capaci di vedere, la scure non torni indietro sulle loro gambe.La verit infatti non pu essere distrutta poich resta immutabile,ma i colpi di qualsiasi specie diretti contro di essa ricadono con

    violenza maggiore contro coloro che ardiscono abbattere ci chedovrebbero credere per meritare di capirlo.

    "Acqua" in questopasso indica la materia informe.

    5. 9. Costoro poi sollevano quest'altra questione e con tonosprezzante ci domandano: "Donde proveniva l'acqua, al di sopradella quale si portava lo Spirito di Dio? Nelle righe precedenti diceforse la Scrittura che Dio aveva creato l'acqua"? Se costoro

    cercassero di comprendere la frase con spirito di fede,scoprirebbero come dev'essere intesa. Poich in questo passol'acqua non chiamata cos in modo che sia intesa nel senso diquella che possiamo vedere e toccare adesso; allo stesso modoneppure la terra che nella Scrittura detta confusa e invisibile eratale e quale questa che ora pu vedersi e toccarsi. Quanto inveceall'affermazione della Scrittura: Nel principio Dio cre il cielo e laterra 14, con l'espressione "cielo e terra" viene indicato tuttol'universo creato e ordinato da Dio. Queste realt sono denotate

    con un termine proprio di quelle visibili a causa della debolezza deipiccoli, che sono meno capaci di comprendere le realt invisibili. Daprincipio fu dunque creata la materia confusa e disordinata, affincha partire da essa fossero fatte le cose ora distinte e formate; credoche ci i greci lo chiamino .Cos infatti anche in un altro passodella Scrittura, tra le lodi di Dio, leggiamo la frase: Tu che haicreato il mondo da una materia senza forma 15, o, come hanno altrimanoscritti: da una materia invisibile.

    Con la materia informe, da lui creata, Dio cre l'universo.

    6. 10. Ecco perch assolutamente conforme alla ragione credereche Dio cre tutto dal nulla poich, anche se tutte le cose con leloro forme particolari furono create a partire da questa materia,tuttavia questa stessa materia fu creata dal nulla assoluto. Noiinfatti non dobbiamo assomigliare a siffatti individui i quali noncredono che Dio onnipotente potesse creare qualcosa dal nulla inquanto vedono che gli artefici e gli operai di qualsiasi specie nonpossono costruire alcun oggetto se non hanno una materia con cuifoggiare o fabbricare qualcosa. In realt, perch possa compiere la

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    sua opera, al carpentiere occorre il legname, all'argentierel'argento, all'orefice l'oro, al vasaio l'argilla. Se infatti essi non siservono della materia con cui fanno un oggetto, non possono farnulla, in quanto non sono essi a creare la materia. Non

    certamente il carpentiere che crea il legno e cos dicasi di tutti glialtri di simil genere. Dio onnipotente, al contrario, non avevabisogno di servirsi d'alcuna cosa non creata da lui per compiere ciche voleva. Poich, se per le cose che voleva creare gli fosse servitaqualcosa ch'egli non aveva creato, non era onnipotente; ma credereuna simile cosa un sacrilegio.

    Perch la materie informe chiamata terra invisibile, acqua,ecc.

    7. 11. La materia informe che Dio aveva creata dal nulla fu dunquechiamata dapprima "cielo e terra" e [la Scrittura] dice: Nel principioDio cre il cielo e la terra 16, non perch ci esistesse gi, maperch poteva esistere, dato che [la Scrittura] dice pure che il cielofu creato in seguito. Allo stesso modo che, se consideriamo il germedi un albero, potremmo dire che in esso sono le radici, il tronco, irami, i frutti e le foglie, non perch vi siano gi, ma perchnasceranno da esso; cos [la Scrittura] dice: Nel principio Dio cre il

    cielo e la terra, cre cio come una specie di seme dei cielo e dellaterra, essendo ancora confusa la materia del cielo e della terra. Mapoich era certo che da quel seme doveva aver origine il cielo e laterra, la stessa materia chiamata precisamente "cielo e terra".Questo modo d'esprimersi lo usa anche il Signore allorch dice: Nonvi chiamer pi servi, poich il servo non sa che cosa fa il suopadrone. Io invece vi ho chiamati amici, poich tutto ci ch'io houdito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi17; non perch cifosse gi avvenuto, ma perch sarebbe avvenuto con assolutacertezza. Infatti poco dopo dice loro: Ho ancora da dirvi molte cose,ma per ora non siete in grado di portarne il peso18.Perch dunqueaveva detto: Tutto ci che ho udito dal Padre mio l'ho fattoconoscere a voi, se non perch sapeva che avrebbe fatto cos? Allostesso modo pot essere chiamata "cielo e terra" la materia con cuiancora non era stato fatto il cielo e la terra, ma che tuttavia nondoveva esser fatto con alcun altro elemento. Innumerevoli sono leespressioni di tal genere che si trovano nelle Sacre Scritture. Allo

    stesso modo avviene nel nostro parlare ordinario quando d'unacosa che speriamo si avverer con assoluta certezza noi diciamo:"Fa' conto che sia gi fatta".

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    7. 12. Oltre a ci questa materia ancora informe [la Scrittura] vollechiamarla anche "terra invisibile e caotica" perch, tra tutti glielementi del mondo, la terra pare meno bella di tutti gli altri. Lachiam, inoltre, "invisibile" per la sua oscurit e "caotica" per il suo

    stato informe. La stessa materia la chiama altres "acqua", al disopra della quale si portava lo Spirito di Dio allo stesso modo che lavolont dell'artefice si porta sugli oggetti da foggiare. Sebbene solol'intelligenza di pochi sia capace d'intendere questo concetto, nonso tuttavia se anche solo pochi possano esprimerlo con termini dellinguaggio umano. Per conseguenza senza dubbio questa materia fuchiamata non illogicamente anche "acqua" poich tutte le cose chenascono sulla terra, sia gli animali che gli alberi o le erbe e cosedello stesso genere, cominciano a formarsi e a nutrirsi con sostanze

    liquide. Tutti i suddetti nomi, dunque, sia "cielo e terra", sia "terrainvisibile e caotica", sia "abisso con le tenebre", sia "acqua al disopra della quale si portava lo Spirito di Dio" son termini denotantila materia informe, per far capire agli ignoranti una realtsconosciuta con vocaboli noti, e non gi con un solo vocabolo macon molti perch, se fosse stato uno solo, non si credesse che sitrattasse d'una cosa che si era soliti intendere con quel termine. Fudunque chiamata "cielo e terra" perch da essa sarebbe derivato ilcielo e la terra. Fu chiamata "terra invisibile e caotica", e "tenebresopra l'abisso" per il fatto di essere informe, poich, essendo privadi forma, non poteva n vedersi n toccarsi neanche se ci fossestato uno che vedesse e toccasse. Fu chiamata "acqua" perch siprestava facilmente e docilmente al potere dell'Artefice chelavorava, affinch mediante essa fossero formate tutte le cose. Conquei nomi dunque veniva denotata la materia invisibile e informe, apartire dalla quale Dio cre l'universo.

    Si confuta la calunnia dei manicheicirca Gen 1, 4.

    8. 13.Dio poi ordin: Vi sia la luce. E la luce fu fatta 19. I manicheison soliti criticare non questa frase ma quella seguente: E Dio videche la luce buona 20. Essiinfatti dicono: "Dio dunque non sapevache cosa fosse la luce e non sapeva che cosa il bene". Sciaguratiindividui, ai quali dispiace che Dio si compiacque delle sue opere,sebbene vedano che cosa fa anche un artigiano - per esempio unfalegname - per quanto a paragone della sapienza e potenza di Dio

    egli sia quasi un nulla, tuttavia sta lungamente a tagliare e alavorare il legno, sgrossandolo con l'accetta e con l'ascia, otornendolo e levigandolo sino a quando non sia condotto a

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    perfezione nella misura di cui capace secondo le regole dell'arte enella misura che piace all'artefice che lo lavora. Da ci si dovrebbeforse dedurre ch'egli non conoscesse che cos' il bene per il fattoche gli piace l'opera da lui fatta? Tutt'altro! Lo conosceva

    ottimamente nell'intimo della sua anima, ove l'arte stessa pibella degli oggetti costruiti con l'arte. Ma ci che l'artista vedeinteriormente rispetto all'arte lo manifesta esteriormente nell'opera,e un oggetto perfetto se piace all'artista che lo ha fatto. Videdunque Dio che la luce buona. Con questa frase non si vuol farvedere che a Dio si rivel all'improvviso nel suo splendore un benefino allora ignoto, ma che egli piacque in quanto perfetto.

    Che cosa volle insegnarci Cristo coi meravigliarsi e con altri

    simili sentimenti.

    8. 14. Che sarebbe, se la Scrittura avesse detto: "Dio si meravigliche la luce buona"? Chiss quanto protesterebbero, quantediscussioni rissose farebbero costoro! In realt la meraviglia suolderivare da fatti inattesi; eppure costoro leggono nel Vangelo - e lolodano - che Ges Cristo si meravigli della fede di coloro checredevano 21. Ma chi mai aveva fatto nascere in quei tali la stessafede, se non proprio lui che se ne meravigliava? Ma anche supposto

    che l'avesse suscitata un altro, perch mai si sarebbe meravigliatolui che ne aveva la prescienza? Se i manichei risolvono questoproblema, potrebbero vedere che pu risolversi anche quell'altro.Se, al contrario, non lo risolvono, per qual motivo censurano questecose ch'essi rifiutano come cose che non li riguardano, mentre nonconoscono quelle che dovrebbero riguardarli? Orbene, il fatto chenostro Signore si meraviglia, sta a significare che siamo noi quelliche dobbiamo meravigliarci, poich siamo noi che abbiamo ancorabisogno di commuoverci come lui. Tutti i sentimenti consimili deiSignore sono dunque indizi non d'un animo turbato ma del Maestroche ci d un insegnamento. Di tal genere sono anche le espressionidell'Antico Testamento che non mostrano la debolezza di Dio ma lasua condiscendenza alla nostra debolezza. In realt, di Dio non pudirsi nulla in modo adeguato. La Scrittura tuttavia dice le verit chenoi possiamo capire affinch veniamo educati [spiritualmente] epossiamo raggiungere le realt che non si possono esprimere conalcun linguaggio umano.

    In che senso Dio "separ la luce dalle tenebre" (Gen 1, 4-5).

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    9. 15. Dio poi separ la luce dalle tenebre e chiam giorno la luce enotte le tenebre 22. Qui la Scrittura non dice: "Dio fece le tenebre",poich le tenebre, come abbiamo detto pi sopra, sono l'assenzadella luce; cionondimeno fu fatta la separazione tra la luce e le

    tenebre. Noi produciamo rumore col gridare, mentre produciamosilenzio non facendo rumore, poich il silenzio assenza di rumoree tuttavia distinguiamo con un senso speciale il rumore dal silenzioe chiamiamo rumore la prima cosa e silenzio la seconda. Allo stessomodo dunque che si ha ragione di dire che produciamo il silenzio,cos in molti passi delle Sacre Scritture si dice con ragione che Dioproduce le tenebre per il fatto che non concede o sottrae la luce neimomenti e nei luoghi che vuole. Ora, tutto ci stato detto peraiutarci a capire. In quale lingua infatti Dio chiam giorno la luce e

    notte le tenebre? In quella ebraica o nella greca, nella lingua latinao in qualche altra? E cos, riguardo a tutte le cose alle quali diedeun nome, si pu chiedere quale lingua us per denominarle. In Dioper c' solo pura intelligenza senza emissione di suoni n diversitdi lingue. La Scrittura cionondimeno dice: chiam, cio "fecechiamare", perch distinse e ordin tutte le cose in modo che sipotessero discernere e ricevere un nome.Ma solo in seguito e a suoluogo esamineremo se veramente si deve intendere cosl'espressione "Dio chiam", poich quanto pi riusciremo apenetrare le Scritture e ci familiarizziamo con esse, tanto pidiventano chiari i loro vari modi di esprimersi. Noi infatti ciesprimiamo dicendo cos: "Questa casa la costru quel padre difamiglia", cio "la fece costruire", e molte altre simili espressioni sitrovano in tutti i libri delle Sacre Scritture.

    I giorni della creazione computatida un mattino all'altro(Gen 1, 5).

    10. 16. E fu sera e fu mattina: il primo giorno 23.Anche a questopunto i manichei fanno una critica ingiusta poich pensano che laScrittura si esprima in questo modo come se il giorno cominciassedalla sera. Essi non capiscono che l'opera creatrice - l'opera ciocon cui fu fatta la luce e la luce fu divisa dalle tenebre e la luce fuchiamata giorno e le tenebre notte - non capiscono dunque chetutta quanta quest'opera creatrice si riferisce al giorno; in seguito,dopo quest'opera, come se il giorno fosse finito, si fece sera. Ma

    siccome anche la notte fa parte del proprio giorno, la Scrittura nondice ch'era passato il primo giorno se non quando, passata anche lanotte, spunt il mattino. Cos in seguito i restanti giorni vengono

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    computati da un mattino all'altro. Ora, quando spuntato il mattinoed passato il primo giorno, la seguente opera creatrice cominciadal mattino gi spuntato e, dopo la stessa opera, si fa sera e di poimattina e passa il secondo giorno e cos di seguito passano tutti gli

    altri giorni.Come le acque furono divise dal firmamento(Gen 1, 6-8).

    11. 17. Dio inoltre disse: Vi sia il firmamento nel mezzo delle acquee ci sia separazione tra le acque, e cos fu. E Dio fece il firmamentoe separ le acque che sono al di sopra del firmamento e Dio videche una cosa buona 24. Per quel ch'io ricordo, i manichei nonhanno l'abitudine di criticare queste frasi. Tuttavia, per il fatto che

    le acque furono separate affinch le une fossero al di sopra delfirmamento e le altre al di sotto del firmamento, poich dicevamoche la materia informe fu denotata col nome di acqua, credo che lamateria corporea delle realt visibili fu separata da quellaincorporea delle realt invisibili per mezzo del firmamento del cielo.Poich, pur essendo il cielo una realt materiale bellissima, tuttaviaqualsiasi creatura invisibile supera perfino la stessa bellezza delcielo; pochi per capiscono che le creature invisibili sono al di sopradel cielo non per il posto che occupano, ma per la superiorit della

    loro natura;quantunque su questo argomento non si debbaaffermare nulla senza ragione perch oscuro e lontano dallapercezione sensibile dell'uomo, ma comunque stia la cosa la si devecredere prima di comprenderla. E fu sera e fu mattina: secondogiorno 25. D'ora in poi queste formule, che s'intervallano come unritornello, sono da intendere e spiegare nel senso esposto pisopra.

    L'ammassamento delle acque la stessa formazione delle

    acque (Gen 1, 9-10).

    12. 18. E Dio disse: le acque che sono sotto il cielo si raccolgano inun sol luogo e appaia l'asciutto. E cos avvenne. E le acque ch'eranosotto il cielo si raccolsero in un sol luogo e apparve l'asciutto e Diochiam terra l'asciutto e mare l'ammasso delle acque. E Dio videch' una cosa buona 26. A proposito di questo passo i manicheiobiettano: "Se il tutto era pieno di acque, in qual modo questepotevano raccogliersi in un sol luogo?" Ma, come stato gi dettopi sopra, col nome di acqua denotata la materia, sulla quale siportava lo Spirito di Dio e con la quale Dio avrebbe formato tutte le

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    cose. Ora, al contrario, quando vien detto: L'acqua che sotto ilcielo si raccolga in un sol luogo, viene detto affinch la materiacorporale riceva la forma specifica propria delle acque visibili diquesto nostro mondo. Proprio questo ammassarsi delle acque in un

    sol luogo la formazione delle acque di quaggi che noi tocchiamoe vediamo. Ogni forma infatti si dispone secondo la normadell'unit. Inoltre, in qual senso deve intendersi l'espressione:Appaia l'asciutto, se non nel senso "che la materia riceva la suaforma visibile" che adesso possiede questa terra che noi vediamo etocchiamo? Ci dunque ch'era chiamato "terra invisibile e caotica"denotava la confusione e l'oscurit della materia, e ci ch'chiamato "acqua", al di sopra della quale si portava lo Spirito diDio, denotava a sua volta la medesima materia. Adesso, al

    contrario, Dio forma l'acqua e la terra del nostro mondo servendosidella materia ch'era chiamata con i medesimi nomi prima chericevesse le forme che attualmente noi vediamo. Certamente si diceche nella lingua ebraica viene chiamata "mare" ogni massa diacque, siano esse salate che dolci.

    Perch la terra produce alberi infruttiferied erbe velenose(Gen 1, 11).

    13. 19. E Dio ordin: la terra produca erbe commestibili dei campiche portino seme secondo la propria specie e la propriasomiglianza, e alberi da frutto che producano frutti e abbiano in sil seme, ciascuno a propria somiglianza. E cos avvenne. La terraallora fece spuntare erbe commestibili aventi seme ciascunasecondo la propria specie, e alberi fruttiferi producenti frutti eaventi in s il seme ciascuno secondo la propria somiglianza e lapropria specie sulla terra. E Dio vide che cosa buona. E fu sera efu mattina: terzo giorno 27. A questo punto i manichei sono solitiobiettare: "Se Dio fece nascere dalla terra l'erba commestibile e glialberi fruttiferi, chi fece nascere tante piante erbacee spinose ovelenose che non servono di nutrimento e tanti alberi che nonproducono alcun frutto?".A costoro si deve rispondere in modo cheagli indegni non sia svelato alcun mistero e non sia mostrato loroper quale prefigurazione di realt future sono state dette taliespressioni. Si deve dire dunque che, a causa del peccatodell'uomo, la terra fu maledetta perch producesse spine e non

    perch a soffrire il castigo fosse essa che priva di sensazione, maperch ponesse ognora sotto gli occhi degli uomini la colpa delpeccato dell'uomo, affinch fossero ammoniti di allontanarsi una

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    buona volta dai peccati e tornare ad osservare i precetti di Dio. Lepiante erbacee velenose invece sono state create per castigare omettere alla prova i mortali, e tutto ci a causa del peccato, poichproprio dopo il peccato originale siamo diventati mortali. In verit

    gli uomini vengono scherniti mediante gli alberi infruttuosi affinchintendano quanto vergognoso stare nel campo di Dio, cio nellaChiesa, senza produrre il frutto di opere buone, e abbiano inoltrepaura d'essere abbandonati da Dio per lo stesso motivo cheanch'essi nei loro campi abbandonarono gli alberi infruttiferi e non licoltivano pi. La Scrittura dunque non dice che prima del peccatodell'uomo la terra producesse unicamente erbe nutritive e alberifruttiferi; dopo il peccato invece noi vediamo nascere dalla terramolti vegetali irti di spine e infruttuosi, credo per il motivo gi

    detto. Ecco infatti le parole rivolte al primo uomo dopo che avevapeccato: Maledetto sia per te il suolo riguardo a tutte le tue opere,con dolore e con gemiti ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tuavita, spine e rovi esso produrr per te e tu mangerai l'erbacommestibile del tuo campo, col sudore del tuo volto mangerai iltuo pane fin a quando non tornerai nella terra da cui sei statotratto, poich tu sei terra e in terra tornerai28.

    Si risolvono le obiezioni a Gen 1, 14-19.

    14. 20. Dio inoltre ordin: Siano astri nel firmamento, affinchsplendano sopra la terra e distinguano il giorno dalla notte eservano da segnali per le stagioni,per i giorni e per gli anni eservano da luci nel firmamento per illuminare la terra. E cosavvenne. E Dio cre due luminari: quello maggiore per iniziare ilgiorno e quello minore per iniziare la notte, e le stelle. Dio le posenel firmamento del cielo per illuminare la terra e per regolare ilgiorno e la notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio videche una cosa buona. E fu sera e mattina: quarto giorno 29. Aquesto punto [i manichei] sollevano anzitutto la seguentequestione: "In qual modo furono creati gli astri, ossia il sole, la lunae le stelle al quarto giorno? In qual modo i tre giorni precedentipoterono essere privi del sole, dal momento che noi adessovediamo che il giorno si svolge dal sorgere del sole al suo tramonto,mentre per noi la notte risulta dall'assenza del sole quando questodall'altra parte dei mondo torna verso Oriente?".A costoro

    rispondiamo: "Pu darsi che la durata di ciascuno dei tre giorniprecedenti fosse compiuta come corrispondente a quella cheimpiega il sole nel suo giro, da quando spunta a Oriente fino a

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    quando torna di nuovo ad Oriente. Questo lungo periodo di tempopotrebbero percepirlo gli uomini anche se abitassero nellespelonche, ove non potrebbero vedere il sole al suo sorgere e al suotramonto. E cos si comprende che in tal modo ci sarebbe potuta

    essere questa durata di tempo anche senza il sole prima che il solefosse creato e questo periodo si fosse compiuto in quei tre giornidurante ciascuno di essi". Noi risponderemmo dunque cos, se nonfossimo dissuasi dalle parole del passo citato: E fu sera e fumattina, cosa che ora non pu accadere senza il corso del giorno.Non ci resta dunque se non intendere che, almeno per ci cheriguarda la stessa durata del tempo, la distinzione tra le opere fudenominata "sera" a causa della fine dell'opera portata a termine, e"mattina" a causa dell'inizio dell'opera avvenire, a somiglianza cio

    delle opere umane poich esse, per la maggior parte, cominciano lamattina e finiscono la sera. infatti abitudine delle Sacre Scritturedi esprimere le realt divine con termini propri delle realt umane.

    Che significa: servono da segni per i tempi.

    14. 21. In secondo luogo [i manichei] sollevano la questione delperch mai Dio, parlando degli astri, disse: Servano da segni per itempi30. " Forse perch - dicono essi - quei tre giorni poterono

    essere senza determinati periodi di tempo oppure non fanno partedi spazi particolari di tempo?" Ma la Scrittura dice: Servano dasegni per i tempi, affinch mediante questi astri siano distinti iperiodi di tempo e siano riconosciuti dagli uomini; e ci per laragione che, se i tempi scorressero senz'essere distinti da nessunodei momenti precisi che si osservano durante il moto degli astri, itempi potrebbero, s, scorrere e passare, ma gli uomini nonpotrebbero accorgersene e distinguerli. Allo stesso modo, quando ilgiorno nuvoloso, scorrono bens le ore e compiono la loro duratama non possono essere distinte ed osservate da noi.

    Che significa: fece il sole per dar inizio al giorno, ecc.

    14. 22. Quanto all'altra frase: E Dio fece i due luminari: il maggioreper l'inizio del giorno e il minore per l'inizio della notte 31, laScrittura la proferisce come se dicesse: "perch fosse a capo delgiorno e a capo della notte". Il sole infatti non solo d inizio algiorno, ma lo fa anche trascorrere e lo conduce a termine; la luna,al contrario, ci si presenta talvolta a met o alla fine della notte; sedunque le notti, in cui si presenta, cos non hanno inizio da essa, in

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    qual senso fu creata per dare inizio alla notte? Se invece coninchoatio s'intende "il principio" e con "principio" s'intende "ildominio", chiaro che il sole ha il dominio durante il giorno, la lunalo ha durante la notte, poich anche allora appaiono le stelle, ma

    ciononostante essa le supera tutte in splendore e perci con tuttaragione si chiama loro sovrana.

    Si spiega la frase: e separino il giorno dalla notte.

    14. 23. Quanto poi all'altra frase: E separino il giorno dalla notte 32,uno potrebbe fare una critica ingiusta dicendo: "In qual modoaveva Dio gi separato il giorno dalla notte, se quest'opera fattadalle stelle il quarto giorno?", poich l'espressione: Separino il

    giorno dalla notte corrisponde press'a poco a quest'altra: "separinoil giorno dalla notte in modo che il giorno sia posto sotto il poteredel sole e la notte sotto il potere della luna e di tutte le altre stelle".C'era gi stata la separazione del sole e della luna, ma non ancoraquella tra questi astri e le altre stelle in modo che ci fosse lacertezza sul numero degli astri, quale di essi cio apparisse agliuomini durante il giorno e quale durante la notte.

    Col nome di "acqua" in Gen 1, 20-23 si denota l'aria umida e

    caliginosa.

    15. 24.Dio inoltre ordin: Le acque producano rettili dotatid'anima vivente e uccelli che volino sopra la terra sotto ilfirmamento del cielo. E cos avvenne. Dio allora cre i grandi mostrimarini e tutti gli animali e i rettili prodotti dalle acque secondo laspecie di ciascuno di essi e ogni genere di volatili alati secondo laspecie di ciascuno di essi. E Dio vide che sono cose buone e libenedisse dicendo: Crescete e moltiplicatevi e riempite le acque del

    mare, e gli uccelli si moltiplichino sulla terra. E fu sera e mattina:quinto giorno 33. Queste affermazioni i manichei sono soliti criticarledomandando - o piuttosto facendo un'obiezione maliziosa -: "Perqual motivo la Scrittura dice che sono nati dalle acque non solo glianimali che vivono nell'acqua ma anche quelli che volano nell'aria etutti gli animali alati?". Ma tutti coloro che si sentono turbati daqueste obiezioni devono sapere che la nostra aria nuvolosa edumida, in cui volano gli uccelli, suole essere assimilata alle acqueda persone assai dotte che si applicano diligentemente allo studio diquesti fenomeni. L'aria infatti si condensa e diventa spessa a causadelle esalazioni e, per cos dire, delle evaporazioni del mare e della

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    terra e acquista in certo qual modo consistenza mediante la stessaumidit si da poter sostenere il volo degli uccelli. Ecco perch nellenotti serene cade anche la rugiada, le cui gocce al mattino sitrovano sull'erba. Si dice per esempio che un monte della

    Macedonia, chiamato Olimpo, tanto alto che sulla vetta non sisente neppure il vento n si addensano le nubi, poich con la suaaltitudine sovrasta tutta la massa della nostra atmosfera umida, incui volano gli uccelli, e si dice che non ci volano nemmeno gliuccelli. Si dice che ci stato riferito da coloro che ogni annoavevano l'abitudine di salire sulla vetta del monte suddetto per farvinon so quali sacrifici e di tracciare nella polvere dei segni che l'annosuccessivo trovavano intatti. Ci non potrebbe accadere se quelposto fosse esposto al vento o alla pioggia. Siccome poi l'aria lass

    tanto rarefatta che non li faceva respirare, non potevano restarvia lungo senza applicarsi delle spugne bagnate alle narici; costorodunque dichiararono pure che non vi scorsero mai alcun uccello.Non senza ragione quindi la Scrittura del tutto veridica ricorda chedalle acque nacquero non solo i pesci e tutti gli altri animaliacquatici, ma anche gli uccelli, poich questi possono volareattraverso questa nostra aria che si forma dalle evaporazioni delmare e della terra.

    Perch furono creati gli animali dannosi (Gen 1, 24 s.).

    16. 25.Dio inoltre ordin: La terra produca animali viventi secondociascuna specie di quadrupedi, di serpenti, di bestie selvatiche dellaterra. E cos avvenne. Dio fece allora le bestie selvatiche della terrae animali da pascolo secondo la loro specie e tutti i rettili della terrasecondo la loro specie. E Dio vide che sono una cosa buona 34.Anche qui i manichei sono soliti sollevare la seguente questione,dicendo: "Che bisogno c'era che Dio creasse tanti animali non solonelle acque ma anche sulla terra, i quali non sono necessari agliuomini? Molti anzi sono dannosi e spaventosi". Quando per fannoqueste obiezioni, non capiscono che tutte le cose sono belle per illoro creatore e artefice, che si serve di tutte per governarel'universo ch'egli domina con legge sovrana. Se per esempionell'officina di un artigiano entra un incompetente, vi scorge moltistrumenti di cui ignora l'uso e, se molto stupido, li giudica inutili.Se poi cadr distrattamente nella fucina o si ferir con uno

    strumento accuminato di ferro, maneggiandolo maldestramente,penser anche che vi sono arnesi pericolosi e dannosi.Cionondimeno l'artigiano, che ne conosce bene l'utilit, si burla

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    dell'ignoranza di quell'individuo e, senza curarsi delle sue paroleinsulse, prosegue senza sosta a lavorare assiduamente nella propriaofficina. Gli uomini tuttavia sono tanto stolti che, di fronte a unacreatura mortale qual un artigiano, non osano criticare gli

    strumenti che non conoscono ma, appena li vedono, li stimanonecessari e costruiti per determinati usi, mentre al contrario, aproposito di questo mondo di cui proclamato creatore egovernatore Dio, osano criticare molte cose di cui ignorano laragione e, a proposito delle opere e degli strumenti dell'Arteficeonnipotente, desiderano apparire come esperti di ci che nonsanno.

    Ogni cosa bella nella suaspecie; gli animali so o utili o

    dannosi o inutili.

    16. 26. Io, al contrario, confesso di non sapere perch sono staticreati i topi e le rane, ma capisco tuttavia che tutte le cose sonobelle nella loro specie anche se, a causa dei nostri peccati, esse cisembrano avverse. In verit io non posso considerare il corpo e lemembra d'un essere vivente senza scoprirvi delle misure, delleproporzioni e un ordine che concorrono all'armonia dell'unit. Ionon capisco d'onde derivino tutte queste propriet se non dalla

    suprema misura e proporzione e dal supremo ordine, chesussistono nella perfettissima, immutabile ed eterna essenza di Dio.Se cotesti individui assai loquaci ma assai stupidi la pensasserocos, non verrebbero a dar fastidio a noi ma, considerando da sestessi tutte le bellezze, sia le pi eccelse che le infime, darebberolode a Dio creatore in ogni caso; siccome inoltre la ragione non sisente offesa per nulla se talora, per caso, si sente offeso il sensocarnale, attribuirebbero ci non a un difetto delle cose stesse, ma aidifetti della nostra condizione mortale. Certamente tutti gli esseriviventi ci sono o utili o dannosi oppure sono inutili. Contro quelliutili i manichei non hanno nulla da dire. Quanto invece a quellidannosi o servono per punirci o per mettere a prova la nostra virto per incuterci paura, affinch cerchiamo di amare e desiderare nonla vita presente, soggetta a molti pericoli e fatiche, ma un'altramigliore ov' perfetta sicurezza, e affinch ce la procuriamo con imeriti delle opere ispirate dalla fede. Al contrario, riguardo aglianimali inutili, perch metterci a discutere? Se ti dispiace che non

    siano vantaggiosi, ti piaccia che non siano dannosi poich, anche senon sono necessari per la nostra casa, servono a completare latotalit dell'universo in cui viviamo, ch' molto pi grande della

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    nostra casa e molto migliore. Dio infatti governa l'universo moltomeglio che non ciascuno di noi la propria casa. Srviti dunque diquelli utili, evita quelli dannosi, lascia da parte quelli inutili.Cionondimeno, quando vedi in tutti gli esseri le misure, le

    proporzioni e l'ordine, cercane il Creatore, poich non ne troveraialcun altro se non Colui nel quale somma misura sommaproporzione e sommo ordine, cio Dio, di cui la Scrittura dice conassoluta verit: Ha disposto ogni cosa con misura, calcolo e peso 35.In tal modo troverai forse maggior vantaggio quando lodi Dioriguardo alla piccolezza di una formica anzich quando attraversi unfiume in groppa a un'alta bestia da soma.

    In che senso l'uomo stato creato a immagine di Dio

    secondo Gen 1, 26.

    17. 27.E Dio disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine esomiglianza e abbia il dominio sui pesci del mare e sugli uccelli delcielo e su tutte le bestie domestiche su tutta la terra e su tutte lebestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra 36, contutto il resto che dice la Scrittura fino alla sera e al mattino in cui sicompie il sesto giorno 37. I manichei sono soliti polemizzare in modoparticolare su questo tema, da chiacchieroni e ci scherniscono

    perch noi crediamo che l'uomo stato creato a immagine esomiglianza di Dio. Essi infatti considerano solo la forma esterioredel nostro corpo e disgraziatamente ci domandano se Dio ha narici,denti, barba oltre gli organi interni e tutte le altre parti del corpoche sono necessarie a noi. Ma credere che Dio abbia tali cose ridicolo, anzi empio, e per questo negano che l'uomo fatto aimmagine di Dio. A costoro rispondiamo che tali membra sono, perla verit, nominate non solo nei libri del Vecchio, ma anche delNuovo Testamento, per lo pi quando si vuole dare un'idea di Dio aisemplici che ascoltano. In realt sono ricordati non solo gli occhi diDio ma anche le orecchie, le labbra e i piedi; viene inoltreproclamato che il Figlio siede alla destra del Padre. Lo stessoSignore dice: Non giurate nel nome del cielo, poich la dimora diDio, n per la terra, poich lo sgabello dei suoi piedi38. Egli stessoparimenti diceva di scacciare i demoni col dito di Dio 39. Ma tutticoloro che intendono le Scritture nel senso spirituale, hannoimparato a intendere che questi termini non indicano membra

    corporee, ma potenze spirituali, come anche le corazze lo scudo, laspada e molte altre simili cose 40. Anzitutto dunque a cotesti ereticisi deve dire con quale impudenza fanno empie insinuazioni a

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    proposito di quelle parole del Vecchio Testamento quando lemedesime parole le vedono usate anche nel Nuovo, o forse essi nonle vedono rimanendo accecati mentre discutono in modo litigioso.

    L'uomo immagine di Dio per l'anima, per cui supera tuttigli altri animali.

    17. 28. Costoro tuttavia sappiano che in base alla dottrina cattolicai fedeli spirituali credono che Dio non circoscritto dalla forma delcorpo e che quando la Scrittura afferma che l'uomo stato fatto adimmagine di Dio, lo afferma riguardo all'interiorit dell'uomo ov' laragione e l'intelligenza. Grazie a queste facolt l'uomo esercitaanche il suo dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, su

    tutte le bestie domestiche e su tutte le fiere, su tutta la terra e sututti i rettili che strisciano sulla terra. Ecco qui, dopo aver detto:Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza, Dio soggiungeimmediatamente: e abbia il dominio sui pesci del mare e sugliuccelli del cielo41, ecc. per farci comprendere che la Scritturaafferma che l'uomo fatto a immagine di Dio non a causa delcorpo, ma del potere per il quale superiore a tutte le bestie.Effettivamente tutti gli altri animali sono soggetti all'uomo non pervia del corpo ma dell'intelligenza che noi abbiamo e di cui essi sono

    privi, sebbene anche il nostro corpo sia stato formato in modo damostrare che noi siamo superiori alle bestie e perci simili a Dio;poich il corpo di tutti gli animali che vivono sia nell'acqua sia sullaterra o che volano nell'aria, proclive verso la terra e non erettocome il corpo dell'uomo. Questa caratteristica ci fa intendere cheanche la nostra anima dev'essere protesa in alto verso le realtcelesti, che sono soltanto un bene suo, cio quelle eterne, spirituali.Per conseguenza si capisce che l'uomo fatto ad immagine di Diosoprattutto per via dell'anima, come lo attesta anche la formaeretta del corpo.

    Anche dopo la condanna l'uomo pu soggiogare quasi tuttele bestie.

    18. 29. Talvolta i manichei sono soliti dire anche: "In qual modol'uomo ricevette il dominio sui pesci del mare e su gli uccelli delcielo, su tutte le bestie domestiche e su le belve, quando vediamoche gli uomini vengono uccisi da molte fiere e riceviamo danni daivolatili che vorremmo schivare o catturare e il pi delle volte non ciriusciamo? In qual modo abbiamo dunque ricevuto il dominio sugli

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    animali?". A questo proposito bisogna anzitutto dir loro chesbagliano di molto coloro i quali considerano l'uomo com'era dopo ilpeccato, allorch fu condannato alla mortalit della vita terrena eperse la perfezione con cui era stato creato a immagine di Dio. Ma

    anche dopo la condanna l'uomo ha tanta potenza da esercitare ildominio su un cos gran numero di animali poich, sebbene possavenire ucciso da molte belve per la fragilit del suo corpo, non puessere soggiogato da nessuna di esse, mentre invece ne sottometteal suo dominio tante o, per dir meglio, quasi tutte. Se dunquel'uomo, anche dopo la condanna, conserva tanta potenza, che cosadobbiamo pensare del regno promessogli dalla parola di Dio unavolta che sar rinnovato e liberato?

    Come intendere in senso spirituale Gen 1, 28.

    19. 30. Quanto a quest'altra frase della Scrittura: Li cre maschio efemmina e Dio li benedisse dicendo: Crescete, moltiplicatevi,procreate e riempite la terra 42, si pone del tutto giustamente laquestione in qual senso debba intendersi l'unione del maschio edella femmina prima del peccato e prima di questa benedizione concui Dio disse: Crescete, moltiplicatevi, procreate e riempite la terra. da intendersi in senso carnale o in senso spirituale? Senza dubbio

    ci lecito intenderla anche in senso spirituale in modo da ritenereche dopo il peccato fu, molto verosimilmente, trasformata infecondit carnale. In precedenza infatti l'unione del maschio e dellafemmina era casta, corrispondente al fine dell'uomo che quello didirigere, e a quello della donna ch' quello di ubbidire; oltre a ci laprocreazione spirituale di gioie intelligibili e immortali riempiva laterra, cio dava vita al corpo e lo dominava, lo teneva talmentesottomesso che l'uomo non aveva a soffrire da parte di esso alcunaopposizione e alcuna molestia. Si deve credere cos per il fatto chenon erano ancora nati i figli di questo mondo prima che iprogenitori peccassero. In effetti i figli in questo mondo generano esono generati come dice il Signore quando insegna che lagenerazione carnale dev'essere disprezzata in confronto della vitafutura che a noi promessa 43.

    Che cos', allegoricamente, dominare sulle bestie (Gen 1,28).

    20. 31. Quando poi al comando rivolto ai progenitori: Dominate ipesci del mare, gli uccelli del cielo e tutti i rettili che strisciano sulla

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    terra 44, senza parlare della interpretazione secondo la quale chiaro che l'uomo pu dominare tutti questi animali con la ragione,lo si pu interpretare convenientemente anche in senso figurato,quello cio di tenere sotto il nostro dominio tutte le passioni e i moti

    dell'anima, che abbiamo simili a quelli di questi animali e didominarli con la temperanza e la moderazione. Quando infattiquesti moti non vengono dominati, insorgono e arrivano fino adivenire abitudini assai vergognose e ci trascinano attraversopiaceri diversi e funesti e ci rendono simili a ogni specie di bestie.Quando, al contrario, vengono regolati e assoggettati, diventanocompletamente mansueti e vivono in concordia con noi. Essi sinutrono insieme a noi della conoscenza dei pi salutari principirazionali, delle pi utili norme di morale e cos pure della vita

    eterna, come se si nutrissero d'erbe portanti il seme d'alberifruttiferi e di piante verdeggianti. L'uomo inoltre vive felice etranquillo quando tutti i suoi sentimenti vanno d'accordo con laragione e con la verit, e allora si chiamano gioie, affetti santi, castie buoni. Se al contrario non vanno d'accordo e non sono regolatiaccuratamente, lacerano l'anima, ne provocano l'intimo dissidio erendono infelice la vita, e allora si chiamano turbamenti, capriccidei sensi e passioni funeste. Orbene, a proposito di tali sentimentisregolati ci viene comandato di mortificarli in noi con ogni sforzopossibile fin a quando la morte non sar inghiottita per la vittoria 45.L'Apostolo infatti afferma: Ora, quelli che appartengono a Cristo,hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri46.Ecco dunque che anche solo da questo fatto a ognuno dev'essererammentato che le suddette cose non bisogna intenderle in sensomateriale, dal fatto cio che nel libro della Genesile verzure deicampi e gli alberi fruttiferi sono dati per nutrimento a ogni specie dibestie, a tutti gli uccelli e a tutti gli animali striscianti, mentre

    vediamo che i leoni, gli avvoltoi, gli sparvieri e le aquile si nutronosolo di carni e di cadaveri di altri animali uccisi da essi. La stessacosa penso di alcuni animali che strisciano sulla terra, viventi inluoghi coperti di sabbia e deserti, dove non nascono n alberi nerbe.

    Perch in Gen 1, 31 si dice: moltobuone.

    21. 32.Non si deve per tralasciare con indifferenza di considerare

    attentamente la frase della Scrittura che dice: E Dio vide che tuttequante le cose che aveva fatte sono una cosa molto buona 47.Poich la Scrittura, trattando d'ogni singola opera, diceva soltanto:

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    E Dio vide ch' una cosa buona, mentre parlando di tutte le opere,non le bast dire buone, ma aggiunte altres molto. Se infatti siriscontra che ciascuna delle opere di Dio, quando vengonoconsiderate dai saggi nella specie propria di ognuna di esse, ha

    delle misure, delle proporzioni e un ordine eccellenti, quanto pieccellenti avranno queste propriet tutte le opere insieme, vale adire tutto l'universo che, nel suo complesso, costituito da ciascunadi esse riunite in unit? Infatti ogni cosa bella, che risulta compostadi parti, molto pi eccellente nella sua interezza che non nelle sueparti. Cos, se nel corpo umano lodiamo solo gli occhi, solo il naso,solo le guance o solo il capo, o solo le mani o solo i piedi (e cosdicasi di tutte le altre membra se sono belle e lodiamo ciascunmembro in particolare), quanto pi da lodare l'intero corpo, al

    quale tutte le membra che, prese singolarmente sono tutte belle,conferiscono la propria bellezza? Per conseguenza una bella manoche veniva lodata anche separatamente non solo perderebbeanch'essa la sua bellezza, ma senza di essa sarebbero brutte tuttele altre membra. Tanto grande la forza e la potenza dell'integrite dell'unit che anche molte cose, che sono buone, piacciono soloquando si riuniscono insieme e si compongono armoniosamente aformare un qualcosa di unitario.Iltermine "universo" infatti derivada quello di "unit". Se i manichei riflettessero a ci, esalterebberoDio quale autore e creatore dell'universo, e ci che in una parte liurta per la condizione naturale della nostra mortalit, loricondurrebbero alla bellezza di tutto l'insieme della creazione evedrebbero che Dio ha fatto tutte le cose non solo buone, ma anchemolto buone. Poich anche un discorso ornato e ben ordinato, seconsideriamo ognuna delle sillabe o delle lettere, che passanosubito appena pronunciate, non vi troviamo che cosa piaccia o siada lodare. Un discorso in effetti bello non a causa di ciascuna

    sillaba ma di tutte quante le sillabe.Il riposo di Dio al settimo giorno spiegato allegoricamente(Gen 2, 2).

    22. 33.Vediamo ormai anche il passo della Scrittura che i manicheidi solito scherniscono con un'impudenza maggiore della loroignoranza,che cio Dio, dopo aver terminato la creazione del cieloe della terra e di tutte le altre cose che aveva fatte, nel settimo

    giorno cess da ogni sua opera e benedisse il settimo giorno e loconsacr, poich in esso aveva cessato da tutte le sue opere 48.Essiinfatti dicono: "Che bisogno aveva Dio di riposarsi? Si era forse

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    affaticato e stancato nel far le opere compiute nei sei giorni?".Aggiungono anche la testimonianza del Signore che dice: Il Padremio opera fino al presente 49. Con ci ingannano molti ignorantich'essi si sforzano di convincere che il Nuovo Testamento

    contrario all'Antico. Coloro per ai quali il Signore dice: Il Padre mioopera fino al presente, immaginavano il riposo di Dio in modocarnale, e, osservando il sabato in modo carnale,non capivano cosavolesse simboleggiare la realt indicata da quel giorno; allo stessomodo anche costoro, sebbene con disposizioni d'animo diversa,tuttavia ugualmente come quelli non capiscono il significatosimbolico del sabato. Il sabato infatti non l'hanno compreso nonsolo quelli osservandolo materialmente ma altres costorodetestandolo grossolanamente. Ciascuno dunque deve accostarsi a

    Cristo perch gli venga rimosso il velo [dagli occhi], come dicel'Apostolo 50. Il velo in effetti viene rimosso allorch, tolto via ilvelame della similitudine e dell'allegoria, si manifesta la verit nellasua schiettezza, perch possa essere vista.

    Che cosa vuol dire: Dio ripos.

    22. 34. Innanzitutto dunque riguardo a molti passi delle SacreScritture bisogna osservare e riconoscere la regola di detto modo di

    esprimersi. Che cos'altro infatti vuol simboleggiare la SacraScrittura, allorch dice che Dio si ripos da tutte le sue opere moltobuone che aveva fatte, se non il nostro riposo ch'egli ci dar datutte le opere buone, se anche noi avremo fatte delle opere buone?Conforme al medesimo modo di parlare anche l'Apostolo dice:Poich noi non sappiamo che cosa conveniente chiedere nellapreghiera, ma lo stesso Spirito intercede per noi con gemitiineffabili51. In realt non che lo Spirito Santo gema come seavesse bisogno o si trovasse in qualche difficolt, lui che presso Diointercede per i fedeli servidi Dio, ma lui che ci eccita a pregarequando gemiamo, e perci diciamo ch' lui a fare ci che facciamonoi per suo impulso. Cos la Scrittura dice anche: Il Signore vostroDio vi mette alla prova per sapere se lo amate 52. Ora, eglipermette che noi siamo messi alla prova non affinch sappia lui, alquale non nascosto nulla, ma per fare in modo che sappiamo noiquali progressi abbiamo fatti nell'amarlo. Conforme a questo stessomodo di esprimerci anche nostro Signore dice d'ignorare il giorno e

    l'ora della fine del mondo53

    . Ora, che cosa pu esserci ch'egliignori? Ma poich egli nascondeva ai suoi discepoli quel particolareper la loro utilit, disse d'ignorarlo poich, nascondendolo, faceva in

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    modo che lo ignorassero essi. Seguendo questa figura retorica ilSignore disse anche che quel giorno era noto solo al Padre poich lofaceva conoscere al medesimo Figlio. Tenendo presente questafigura retorica molte questioni riguardanti le Sacre Scritture

    vengono risolte senz'alcuna difficolt da coloro i quali conoscono giil genere di questo modo di parlare. Di tali modi di parlare abbondaanche il nostro linguaggio ordinario quando diciamo "lieto" il giornoper il fatto che ci rende lieti, e "pigro" il freddo 54 perch ci rendepigri, e "cieca" una fossa perch non la vediamo, e "forbita" lalingua che produce parole forbite; infine diciamo "tranquillo e senzaalcuna molestia" il tempo in cui noi siamo tranquilli senza alcunamolestia. La Scrittura dunque dice che Dio si ripos da tutte leopere che aveva fatte molto buone, perch in lui riposeremo noi da

    tutte le nostre opere se ne avremo fatte di buone, poich le stessenostre opere buone sono da attribuire a lui che chiama, comanda emostra la via della verit, a lui che c'invita anche affinch abbiamola volont e ci somministra le forze per compiere ci che cicomanda.

    L'infanzia del mondo, la prima delle sei et corrispondenti aigiorni genesiaci: da Adamo a No.

    23. 35. 1a ET. Ma per qual ragione questo riposo assegnato alsettimo giorno? Io penso che questo fatto debba considerarsi piattentamente. Infatti percorrendo tutto il testo delle Sacre Scrittureio vi scorgo in certo qual modo sei et destinate alle opere, etdistinte tra loro, per cos dire, da limiti determinati, di modo chenella settimana si spera il riposo. Io vedo inoltre che questemedesime sei et assomigliano a questi sei giorni in cui furonocompiute le opere che la Scrittura ricorda essere state fatte da Dio.Orbene, i primordi del genere umano, nei quali esso cominci agodere questa luce, sono con ragione paragonati al primo giorno, incui Dio cre la luce. Quest'et pu essere considerata comel'infanzia di tutto lo stesso mondo che, in proporzione della suagrandezza, dobbiamo immaginare come un sol uomo, poich ancheciascun uomo, appena nasce ed esce alla luce, trascorre come suaprima et l'infanzia. Questa si estende da Adamo a No per diecigenerazioni. Alla sera - diciamo cos - di questo giorno avviene ildiluvio, poich anche la nostra infanzia viene cancellata dal diluvio

    della dimenticanza.

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    La seconda et del mondo, simile alla fanciullezza: da No adAbramo.

    23. 36. 2a ET. E al mattino comincia la seconda et, paragonabile

    alla fanciullezza, e si estende dai tempi di No fino ad Abramo peraltre dieci generazioni. Essa inoltre a ragione si paragona alsecondo giorno, in cui fu creato il firmamento in mezzo alle acquesuperiori e a quelle inferiori, poich anche l'arca in cui era No con isuoi familiari, era come un firmamento tra le acque sottostanti sullequali stava a galla e quelle sovrastanti dalle quali veniva bagnata.Quest'et non viene cancellata dal diluvio poich neppure la nostrafanciullezza viene eliminata dalla memoria per via delladimenticanza. Noi infatti ci ricordiamo d'essere stati ragazzi, ma

    non ci ricordiamo d'essere stati bambini. La sera di questa et laconfusione delle lingue avveratasi in coloro che costruivano la torre,la mattina seguente invece comincia da Adamo. Ma neppure questaseconda et gener il popolo di Dio, perch nemmeno lafanciullezza adatta a generare.

    La terza et dei mondo, simile all'adolescenza: da Abramo aDavide.

    23. 37. 3a ET. Il mattino dunque comincia da Abramo e succedela terza epoca, paragonabile all'adolescenza. Essa pu inoltre esserparagonata al terzo giorno, in cui la terra fu separata dalle acque. Ilpopolo di Dio infatti fu separato da tutti i Gentili, i cui errori variabilie sballottati dalle vane dottrine dell'idolatria come da ogni sorta diventi sono bene denotati con il nome di "mare"; da questi errori deiGentili, e da questi flutti del mondo fu dunque separato il popolo diDio per opera di Abramo, come la terra apparve arida, assetata ciodella pioggia dei comandamenti divini. Quel popolo, adorando

    l'unico Dio, come una terra irrigata, perch potesse produrre utilifrutti, ricevette le Sacre Scritture e le profezie. Orbene quest'epocaera ormai in grado di generare il popolo di Dio, poich anche laterza et dell'uomo, cio l'adolescenza, pu aver gi dei figli. Eccoperch ad Abramo fu detto: Tiho costituito padre di molti popoli eti moltiplicher in modo straordinario e ti render padre di unamoltitudine di nazioni e da te usciranno dei re. Io stabilir la miaalleanza con te e con la tua discendenza dopo di te, di generazionein generazione, come un'alleanza eterna per essere il Dio tuo edella tua discendenza dopo di te. A te alla tua discendenza dopo dite io dar in possesso perenne il paese in cui abiti, tutto il paese di

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    Canaan, e sar il loro Dio 55. Questa et si estende da Abramo finoa Davide per quattordici generazioni. La sera di essa rappresentata dai peccati del popolo con cui trasgredivano icomandamenti di Dio fino alla malvagit del pessimo re Saul.

    Quarta et, simile alla giovinezza: da Davide alladeportazione babilonese.

    23. 38. 4a ET. Nel mattino seguente sorge il regno di Davide.Questa et simile alla giovinezza. In realt fra tutte le et regnasovrana la giovinezza ed il sicuro ornamento di tutte le et. Eccoperch giustamente paragonata al quarto giorno in cui furonocreati gli astri nel firmamento del cielo. Ora, che cosa pu

    simboleggiare in modo pi evidente lo splendore d'un regno che lasuperiorit del sole? Lo splendore della luna invece rappresenta ilpopolo che ubbidisce al regno come la stessa sinagoga, e le stellesono come i maggiorenti di essa e tutte queste realt hanno il lorofondamento nella stabilit del regno come nel firmamento. La sera,per cos dire, di questa et rappresentata dai peccati dei re, percausa dei quali quel popolo merit di vivere in cattivit ed essereridotto in servit.

    Quinta et simile all'et matura: dalla cattivit babilonese aGes Cristo.

    23. 39. 5a ET. La mattina seguente raffigura la deportazione aBabilonia, quando il popolo [giudaico] fu messo nella condizione divivere agiatamente nel riposo della cattivit straniera. Quest'et siestende fino alla venuta di nostro Signore Ges Cristo: questa laquinta et, che il declinare della giovinezza, verso la vecchiaia;non ancora vecchiaia, ma non pi giovinezza; l'et dell'anziano

    chiamato dai greci , poich da questi il "vecchio" non chiamato , ma . In realt quest'epoca and calando espezzandosi per quanto riguarda il popolo giudaico dopo la soliditdel regno, allo stesso modo che l'uomo dopo la giovinezza diventavecchio. Quest'epoca poi viene giustamente paragonata al quintogiorno, in cui furono creati gli esseri viventi nelle acque e gli uccellidel cielo, dopo che quegli uomini cominciarono a vivere tra i paganicome in un mare e ad avere una sede insicura e instabile come gliuccelli che volano. Senza dubbio per c'erano l anche grandicetacei, vale a dire quei grandi uomini che furono pi capaci didominare le tempeste del mondo anzich essere servi in quella

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    cattivit, poich nessuna paura pot farli uscire dalla via retta perseguire il culto idolatrico. A questo proposito si deve tenerepresente che Dio benedisse quegli animali dicendo: Crescete emoltiplicatevi e riempite le acque del mare e gli uccelli si

    moltiplichino sopra la terra56

    poich in realt il popolo giudaico, daquando fu disperso tra i popoli pagani, si moltiplic grandemente.Quella che possiamo chiamare la sera di questo giorno, cio diquesta et, la moltiplicazione dei peccati tra il popolo dei Giudei,poich questi diventarono tanto ciechi da non esser capacinemmeno di riconoscere il Signore Ges Cristo.

    La sesta et, in cui nasce l'uomo nuovo, simile allavecchiaia.

    23. 40. 6a ET. Il mattino seguente comincia dalla predicazione delVangelo per opera di nostro Signore Ges Cristo e cos ha termine ilquinto giorno; comincia il sesto, nel quale appare la senilitdell'uomo vecchio. In quest'et infatti s'indebol assai quel regnocarnale allorch non solo fu abbattuto il tempio ma cessaronofinanche gli stessi sacrifici, e adesso quel popolo, per quantoriguarda la potenza del proprio regno, trascina - per cos dire - lostremo della propria vita. Tuttavia in questa et, come nella

    vecchiaia dell'uomo vecchio, nasce l'uomo nuovo che vive ormai inmodo spirituale. Difatti nel sesto giorno Dio disse: Produca la terraesseri viventi57; nel quinto invece aveva detto: Le acqueproducano, non gi esseri viventi, ma rettili d anime viventi58;poich i rettili sono corpi, e quel popolo, come se si trovasse nelmare dei pagani, era ancora soggetto alla Legge a causa dellacirconcisione corporale e dei sacrifici. Dio, al contrario, chiama"viventi" queste anime in virt della vita per cui si comincia adesiderare le realt eterne. I serpenti dunque e il bestiame minutoprodotti dalla terra sono simbolo dei popoli che avrebbero credutonel Vangelo. Di tali popoli Dio, a proposito di quel vassoio mostratoa Pietro negliAtti degli Apostoli, dice: Uccidi e mangia 59. Masiccome Pietro aveva detto ch'erano cose immonde, gli fu risposto:Ci che stato purificato da Dio, tu non devi chiamarlo impuro 60. allora che viene creato l'uomo a immagine e somiglianza di Dio, allostesso modo che in questa sesta et nasce nella carne nostroSignore, di cui il Profeta dice: Egli anche uomo ma chi lo

    riconoscer?61

    . Inoltre, come quel giorno furono creati il maschio ela femmina, cos in questa et lo furono Cristo e la Chiesa. Oltre aci in quel giorno l'uomo viene messo a dominare le bestie, i

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    serpenti e gli uccelli del cielo allo stesso modo che in questa etCristo governa le anime che gli ubbidiscono, perch da lui fosseroresi domestici e mansueti gli uomini dediti alle passioni carnalicome le bestie o accecati dalla tenebrosa cecit come i serpenti o

    altezzosi per la superbia come gli uccelli. Inoltre, allo stesso modoche da quel giorno l'uomo e gli animali, che sono con lui, si nutronodi erbe aventi il seme, di alberi fruttiferi e d'erbe verdeggianti, cosin questa et l'uomo spirituale, chiunque buon servo di Cristo e loimita meglio che pu, si nutre spiritualmente assieme allo stessopopolo con l'alimento delle Sacre Scritture e della legge di Dio, nonsolo per concepire la fecondit delle ragioni e degli insegnamenti,come se si cibasse d'erbe aventi il seme, ma anche per apprenderel'utilit dei costumi propri della vita umana, come se si cibasse di

    alberi fruttiferi, e anche per irrobustire la fede, la speranza e lacarit, come se si cibasse d'erbe verdeggianti, vale a dire talmenterigogliose da non poter seccarsi a causa di alcuna cocentetribolazione. Ma l'uomo spirituale si nutre di questi alimenti percapire molte cose; l'uomo carnale invece, quello cio che ancorapiccolo in Cristo, come un piccolo animale di Dio, se ne alimentaper credere molte cose che non ancora capace di capire; tuttiper hanno i medesimi cibi.

    La sera della sesta et coincide col ritorno del Figliodell'uomo sulla terra.

    23. 41. 7a ET. Quella che potrebbe chiamarsi la sera di questa et- che Dio non voglia ci colga - se pur non gi cominciata, quelladi cui il Signore dice: Quando verr il Figlio dell'uomo, trover forsela fede sulla terra?62A questa sera succeder il mattino, in cuiverr il Signore nello splendore della sua eterna gloria. Allora conCristo riposeranno da tutte le opere coloro ai quali stato detto:Siate perfetti come il Padre vostro celeste 63. Siffatte persone infatticompiono opere molto buone. Ebbene, dopo tali opere devesperarsi il riposo nel settimo giorno, il quale non ha sera. Non sipu dunque affatto spiegare a parole in qual modo Dio fece e cre ilcielo e la terra e tutte le creature da lui create. Ma questaesposizione che segue la successione dei giorni ci fa capire, per cosdire, la storia delle realt create in modo da tenere presente allosguardo soprattutto la predicazione di quelle future.

    Perch le sei et del mondo sono disuguali.

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    24. 42. Qualcuno per potrebbe stupirsi che tra queste et delmondo noi notiamo che le prime due si estendono per diecigenerazioni, mentre le tre seguenti risultano di quattordicigenerazioni ciascuna, la sesta al contrario non ha alcun determinato

    numero di generazioni64

    . P, per facile vedere che anche in ciascunuomo le prime due et: l'infanzia e la fanciullezza, sono legate aisensi del corpo i quali sono cinque: vista, udito, odorato, gusto etatto. Il numero cinque poi pu venire raddoppiato, poich i sessiumani, da cui derivano quelle generazioni, sono due: il maschile e ilfemminile; se quindi - come ho detto - il numero cinque vieneraddoppiato, forma il numero dieci. Orbene, a partiredall'adolescenza in poi, quando ormai la ragione comincia adominare nell'uomo, si aggiunge ai cinque sensi la conoscenza e

    l'attivit con cui si governa e si dirige la vita e cos si arriva alnumero sette. Questo numero, raddoppiato ugualmente a causa deidue sessi, risalta e si mostra evidente nelle quattordici generazionidelle tre et seguenti, quali sono quelle dell'adolescenza, dellagiovinezza e dell'et matura. L'et della vecchiaia, al contrario, allostesso modo che in noi non circoscritta da nessun numerodeterminato di anni, ma tutto il tempo che ciascuno vivr dopo leprecedenti cinque et viene attribuito alla vecchiaia, cos inquest'et del mondo non appaiono le generazioni perch rimangaocculto l'ultimo giorno, che il Signore mostr essere utile dovesserestare nascosto 65.

    Interpretazione anagogica dei sei giorni.

    25. 43. Anche ciascuno di noi ha, per cos dire - rispetto alle operebuone e alla vita - questi sei giorni distinti, dopo i quali devesperare il riposo. Nel primo giorno la luce della fede, allorch credeprima alle realt visibili, fede per la quale il Signore degn dimostrarsi materialmente. Nel secondo giorno egli ha, per cos dire,il solido fondamento della dottrina, per cui distingue le realt carnalida quelle spirituali come tra le acque inferiori e quelle superiori. Nelterzo, per poter produrre i frutti delle opere buone, separa il propriospirito dai flutti funesti delle tentazioni carnali come la terrafermadal mare agitato affinch possa ormai dire: Con lo spirito miassoggetto alla legge di Dio, ma con la carne mi assoggetto allalegge del peccato66. Nel quarto giorno, in cui grazie al detto, saldo

    fondamento della dottrina produce e distingue le conoscenzespirituali, vede qual la verit immutabile che brilla nell'animacome il sole, e in qual modo l'anima diventa partecipe della

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    medesima verit e comunica ordine e bellezza al corpo allo stessomodo della luna che illumina la notte, e con tutti gli astri, vale adire le conoscenze spirituali, sfavillano e risplendono nelle tenebredi questa vita come nella notte. Al quinto giorno l'uomo, divenuto

    pi forte grazie alla conoscenza di queste realt deve cominciare adoperare a vantaggio della comunit fraterna mediante le attivit diquesto mondo oltremodo agitato, come nelle acque del mare;inoltre, con azioni pertinenti allo stesso mare, ossia alla vitaterrena, deve produrre rettili di esseri viventi, vale a dire opere utiliagli esseri viventi, e grandi cetacei, vale a dire azioni assai validecon cui si riesce a infrangere e a non temere i marosi del mondo, edeve produrre gli uccelli del cielo, vale a dire parole che proclaminole verit celesti. Nel sesto giorno poi deve produrre dalla terra

    animali viventi, deve cio con la stabilit del proprio spirito, in cuipossiede i frutti spirituali, ossia i buoni pensieri, dirigere tutti i motidel proprio spirito affinch l'anima sia viva, cio soggetta allaragione e alla giustizia e non alla temerit e al peccato. In tal mododeve diventare a immagine e a somiglianza di Dio anche l'uomo,maschio e femmina, cio intelligenza e azione, mediante l'unionedei quali riempia la terra di frutti spirituali, assoggetti cio la carnee tutto il resto ch' stato gi detto pi sopra a proposito dellaperfezione morale dell'uomo. A proposito poi di questi, diciamolicos, "giorni" la sera consiste nello stesso compimento diciascun'opera, e la mattina nell'inizio di quelle seguenti. Dopo leopere molto buone di questi cos detti sei "giorni" l'uomo devesperare il riposo eterno e comprendere che cosa vuol dire: Dio siripos da tutte le sue opere al settimo giorno 67, poich non solo acompiere in noi queste opere buone proprio lui che ci comanda dicompierle, ma anche la Scrittura dice giustamente ch'egli si riposperch sar proprio lui a darci il riposo dopo tutte queste opere. in

    realt, allo stesso modo che a ragione si dice ch' il padre difamiglia a costruire la casa, bench non lo faccia con il propriolavoro ma con quello dei servi, cos a ragione si dice che si riposadai lavori quando, dopo aver ultimata la costruzione, a coloro, cuidava ordini, permette di starsene in ozio a godere d'un graditoriposo.

    1 - 1 Cor 11, 9.2 - Cf. Mt 7, 7.

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    3 - Gn 1, 1.

    4 - Cf. Gv 1, 1. 3.

    5 - Gv 8, 25.6 - Tt 1, 1-2.

    7 - 1 Tm 1, 5.

    8 - Gn 1, 2.

    9 - Gn 1, 3. 6. 9.

    10 - Gn 1, 2.

    11 - Gv 1, 9.

    12 - Gn 1, 3.

    13 - Gn 1, 2.

    14 - Gn 1, 1.

    15 - Sap 11, 18.

    16 - Gn 1, 1.

    17 - Gv 15, 15.

    18 - Gv 16, 12.

    19 - Gn 1, 3.

    20 - Gn 1, 4.

    21 - Cf. Mt 8, 10.

    22 - Gn 1, 4-5.

    23 - Gn 1, 5.

    24 - Gn 1, 6.

    25 - Gn 1, 8.

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    26 - Gn 1, 9-10.

    27 - Gn 1, 11-13.

    28 - Gn 1, 17-19.29 - Gn 1, 14-19.

    30 - Gn 1, 14.

    31 - Gn 1, 16.

    32 - Gn 1, 18.

    33 - Gn 1, 20-23.

    34 - Gn 1, 24-25.

    35 - Cf. Sap 11, 21.

    36 - Gn 1, 26.

    37 - Cf. Gn 1, 27-30.

    38 - Mt 5, 34-35.

    39 - Cf. Lc 11, 20.

    40 - Cf. Ef 6, 16-17.

    41 - Gn 1, 26.

    42 - Gn 1, 27-28.

    43 - Cf. Lc 20, 34-36.

    44 - Gn 1, 28.

    45 - Cf. 1 Cor 15, 54.

    46 - Gal 5, 24.

    47 - Gn 1, 31.

    48 - Cf. Gn 2, 3.

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    49 - Gv 5, 17.

    50 - Cf. 2 Cor 3, 16.

    51 - Rm 8, 26.52 - Dt 13, 3.

    53 - Cf. Mt 24, 36.

    54 - Cf. TIBULLO, Eleg. 1, 2, 28.

    55 - Gn 17, 5-8.

    56 - Gn 1, 22.

    57 - Gn 1, 24.

    58 - Gn 1, 20.

    59 - At 10, 13.

    60 - At 10, 15.

    61 - Eb 2, 6.

    62 - Lc 18, 8.

    63 - Mt 5, 48.

    64 - Mt 1, 1.

    65 - Cf. Mt 24, 36.

    66 - Rm 7, 25.

    67 - Gn 2, 2.

    LA GENESI DIFESA CONTRO I MANICHEI

    LIBRO SECONDO

    Si trascrive il secondo capitolo della Genesi.

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    1. 1. Dopo l'enumerazione e l'esposizione dei fatti dei sette giorni laScrittura inserisce una specie di conclusione e chiama "libro dellacreazione del cielo e della terra" tutto ci che aveva detto prima,pur essendo una piccola parte del libro, che per ha potuto

    giustamente esser chiamato cos poich in questi sette giorni rappresentata, per cos dire, una piccola immagine di tutto quanto ilmondo, dal principio alla fine della sua creazione. In seguitocomincia un racconto pi puntuale relativo all'uomo; tutto questoracconto per non viene esposto apertamente ma in senso figuratoal fine di esercitare coloro che ricercano la verit e distoglierli dallerealt carnali, per rivolgerli a quelle spirituali. Ecco dunque come siesprime: Questo il libro della creazione del cielo e della terra,quando fu fatto il giorno in cui Dio cre il cielo e la terra e ogni

    specie di arbusti dei campi prima che fossero sopra la terra e ognisorta di graminacee dei campi prima che germinassero. Dio infattinon aveva ancora fatto piovere sulla terra e non v'era uomo che lalavorasse. Ora, una sorgente sgorgava dalla terra e irrigava tutta lasuperficie della terra. Dio allora plasm l'uomo col fango della terrae soffi nel suo volto un alito vitale: cos l'uomo divenne un esserevivente. Dio allora piant il paradiso nell'Eden a Oriente e vi misel'uomo ch'egli aveva plasmato. Dio poi fece spuntare ancora dallaterra ogni specie d'alberi belli a vedersi e buoni a mangiarsi, e inmezzo al paradiso piant l'albero della vita e l'albero dellaconoscenza del bene e del male. Un fiume usciva dall'Eden eirrigava il paradiso, d'onde si divideva formando quattro bracci. Ilnome del primo Fison: esso scorre attorno a tutto il paese diEvilath, dove c' l'oro, e l'oro di questa terra assai pregiato; quic' anche il carbonchio e la pietra onice. Il secondo fiume si chiamaGeon: esso scorre intorno a tutto il paese dell'Etiopia. Il terzo fiumesi chiama Tigri: esso scorre verso l'Assiria. Il quarto fiume si

    chiama Eufrate. Il Signore Dio prese poi l'uomo ch'egli aveva fatto elo mise nel paradiso, perch lo lavorasse e lo custodisse. Il SignoreDio diede questo comando ad Adamo dicendogli: "Di tutti gli alberidel paradiso tu potrai mangiare, ma dell'albero della conoscenza delbene e del male non dovrete mangiarne, poich nel giorno che nemangerete, morirete certamente. Il Signore poi disse: "Non beneche l'uomo sia solo; facciamogli un aiuto simile a lui". Condusseallora ad Adamo ogni sorta di bestiame minuto, di bestie selvatichee di uccelli che volano nel cielo, che Dio aveva plasmati per vedere

    come li avrebbe chiamati, in qualunque modo Adamo chiamognuno degli animali viventi, questo il suo nome. Adamo allora

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    impose il nome a tutte le bestie minute, a tutti gli uccelli del cielo, atutte le bestie selvatiche, e come Adamo li chiam, cos si chiamanoancora fino ad oggi. Adamo per non aveva ancora un aiuto similea lui. Allora Dio fece scendere in Adamo un sonno profondo, gli

    tolse una delle costole e riemp la cavit con la carne, e con lacostola tolta ad Adamo form una donna e la condusse ad Adamo,per vedere come l'avrebbe chiamata. Adamo allora disse: "Adessocostei l'osso delle mie ossa e carne della mia carne. Essa sarchiamata "donna", poich stata tratta dal suo uomo; essa sar ilmio aiuto. Per questo l'uomo lascer suo padre e sua madre e siunir a sua moglie e saranno due in una sola carne". Ora, entrambiAdamo e sua moglie, erano nudi, ma non ne sentivano vergogna 1.

    Il terzo capitolo della Genesi.

    1. 2. Il serpente per era la pi astuta di tutte le bestie fatte dalSignore Dio ch'erano sulla terra. Il serpente chiese alla donna: "Perqual motivo vi disse Dio di non mangiare di nessun albero delparadiso?". Rispose la donna: "D'ogni sorta di alberi che sono nelparadiso potremo mangiarne, ma del frutto dell'albero che sta inmezzo al paradiso Dio ci ha detto di non mangiarne, n toccarlo perfarci evitare la morte". Ma il serpente disse alla donna: " Voi non

    morirete affatto: anzi Dio sapeva che il giorno in cui lo mangerete,si apriranno i vostri occhi e sarete come gli di che conoscono ilbene e il male". La donna vide allora che l'albero era buono damangiare, piacevole agli occhi per vederlo e per acquistareconoscenza, prese del frutto dell'albero e ne mangi e ne diede asuo marito. Adamo lo prese e lo mangi. Allora si aprirono i loroocchi e si accorsero di essere nudi; presero delle foglie di fico e sene fecero delle cinture attorno ai fianchi. Avendo poi sentito la vocedi Dio che passeggiava nel paradiso verso sera, Adamo e suamoglie si nascosero alla faccia del Signore Dio presso l'albero ch'erain mezzo al paradiso. Ma il Signore Dio chiam Adamo e gli chiese:"Dove sei?", e quello rispose: "Ho udito, Signore, la tua voce nelparadiso e ho avuto paura e mi sono nascosto perch sono nudo".Dio rispose: "Chi ti ha fatto conoscere d'esser nudo, se non il fattod'aver mangiato dell'albero dal quale solo t'avevo proibito dimangiare?". Adamo rispose: "La donna che tu mi hai data, mi hadato da mangiarne e io ne ho mangiato". Dio allora disse alla

    donna: "Perch hai fatto ci?". La donna rispose: "Il serpente mi haingannata e io ho mangiato". Il Signore Dio disse allora al serpente:"Poich hai fatto ci, tu sei maledetto pi di tutto il bestiame

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    minuto e pi di tutte le bestie selvatiche. Tu striscerai sul tuo pettoe sul tuo ventre, e polvere mangerai tutti i giorni della tua vita. Ioporr ostilit tra te e la donna, tra la stirpe tua e la stirpe di lei.Essa spier la tua testa e tu il suo calcagno". Alla donna poi disse:

    "Render assai numerose le tue sofferenze e i tuoi gemiti epartorirai figli con dolore. Verso tuo marito ti spinger la tuapassione, ma egli avr il dominio su di te". Dio allora disse adAdamo: "Poich hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiatodell'albero del quale solo ti avevo proibito di mangiare, maledetta laterra per quanto riguarda i tuoi lavori e nel dolore e nei gemiti netrarrai cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi ti produrre mangerai il tuo pane fino a quando non tornerai nella terra dallaquale sei stato tratto, poich sei terra e in terra tornerai". Adamo

    allora diede a sua moglie il nome di "Vita", poich la madre ditutti i viventi. Dio fece allora ad Adamo e a sua moglie tuniche dipelli e li vest, e disse: "Ecco, l'uomo diventato come uno di noigrazie alla conoscenza del bene e del male". Ora, perch Adamonon allungasse la mano all'albero della vita e ne mangiasse e cosvivesse per sempre, il Signore Dio lo scacci dal paradiso di delizie,affinch lavorasse la terra da cui era stato tratto. Quello poi,scacciato dal paradiso, fiss la sua dimora di fronte al paradiso didelizie, Dio per pose i cherubini e la spada di fiamma roteante percustodire la via dell'albero della vita 2.

    La Genesi non pu essere esposta alla lettera in tutti i passi.

    2. 3.Se i manichei preferissero esaminare queste espressioni pienedi significati misteriosi, non gi criticandole ed accusandole, macercando di capirle e accogliendole con rispetto, non sarebbero dicerto manichei ma, se chiedessero, sarebbe loro dato e, secercassero, troverebbero, e se bussassero, sarebbe loro aperto 3. Ineffetti, a proposito di questo racconto della Scrittura pongono piquesiti coloro che cercano di sapere con religiosa diligenza che noncodesti individui miserabili ed empi, con la differenza per chequelli cercano per trovare, costoro invece si preoccupano solo dinon trovare quello che cercano. Tutto questo racconto dellaScrittura dev'essere dunque esaminato anzitutto in senso conformealla storia e in secondo luogo in senso profetico. Secondo la storiavengono narrati dei fatti compiuti, secondo la profezia invece

    vengono preannunciate delle realt future. Certo, se uno vorrintendere alla lettera tutto ci che dice la Scrittura, ossia nonintenderlo diversamente dal significato letterale e potr evitare

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    bestemmie e affermare ogni cosa conforme alla fede cattolica, nonsolo non glielo si potr impedire, ma dovr essere stimato comeuna persona eccellente e molto lodevole per la sua capacit dicomprendere. Pu darsi, al contrario, che non ci sia alcuna

    possibilit d'intendere le affermazioni della Scrittura in un sen