San Bao Magazine-3

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La pomata miracolosa: il “Balsamo di TLa pomata miracolosa: il “Balsamo di Tigre”igre”

I fondamenti teorici dei TI fondamenti teorici dei Tai Chi Chuanai Chi Chuan

II monaci di Shaolinmonaci di Shaolin

“Gli ho lasciato il cuore”“Gli ho lasciato il cuore”

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Realizzata in proprio a cura di: SAN BAO-Centro Studi Kung Fu - Scuola di Discipline Orientali - www.sanbao.it - [email protected]

Change your Mind and you’ll change the world

SSAN BAO MAGAZINEAN BAO MAGAZINEof Tof Trraditional Kaditional Kung Fuung Fu

RIVISTA ELETTRONICA PER LA DIFFUSIONE DELLE ARTI MARZIALI E CULTURA ORIENTALE

Anno 2 - Num.2 MAR::APR 2007

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s o m m a r i o

I fondamenti teorici del Tai Chi Chuan

La pomata miracolosa: il “Balsamo di Tigre”

I monaci di Shaolin

“Gli ho lasciato il cuore” 8

Wong Shun Leung: la leggenda oltre la leggenda

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La rivista “San Bao Magazine” è ideata, curata erealizzata interamente dalla Scuola di DisciplineOrientali “SAN BAO - Centro Studi Kung Fu”.

Via del Salice, 1005100 Ternitel. [email protected]: 329.7325460

Progetto grafico ed impaginazione:Piersanti Roberto

Foto di Copertina:http://dendenli.deviantart.com/

Redazione e Realizzazione:Sebastiani Simone

Hanno collaborato:Piersanti RobertoMariani FedericaEodardo MaggiFrancesco Proietti Cerquetti

(c) Tutti i diritti sono riservatiQualsiasi riproduzione, anche parziale, senzapermesso è severamente proibita.

San Bao News 15

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Balsamo di TigreLa vera storia della “Pomata miracolosa”

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di Simone Sebastiani

Nel distretto di Tai Hang, nell'isola diHong Kong, sorgono i "Tiger Balm Gardens", iGiardini del Balsamo di Tigre. Costruiti nel1935 e costati, allora, la strabiliante cifra disedici milioni di dollari di Hong Kong, i giardi-ni sono una delle attrazioni più visitate del ter-ritorio. Il loro costruttore Aw Boon Haw eral'artefice del successo mondiale che ha riscos-so la commercializzazione della formulasegreta tramandatagli dal padre, un erboristacinese di nome Aw Chu Kin. Questi, medicocinese, alla fine dell'Ottocento era emigratodalla Cina verso laBirmania in cerca difortuna. Poco primadella sua morte,avvenuta nel 1906,inventò un unguentoa suo dire miracoloso,costituito da unmiscuglio di erbeminuziosamente sele-zionate, capace diguarire tutti i mali delsistema respiratorio,punture d'insetti,dolori addominali, sti-ramenti muscolari.Secondo i propositi ele speranze di Aw ChuKin, questa medicina,composta esclusiva-mente di erbe da luiselezionate, avrebbefinalmente posto fine alle ristrettezze econo-miche della famiglia, sennonché nessuno aRangoon volle dar credito alle parole di unvecchio medico. La morte di Kin cadde comeuna scure sulla sua famiglia: la moglie dovet-te vendere tutti i suoi beni, solo per poter farfronte alle spese dei funerali e l'unica cosa chei due figli ereditarono fu la ricetta della poma-ta miracolosa. Aw Boon Haw e Aw Boon Pardecisero di tentare ancora una volta la com-mercializzazione della medicina, cambiandolenome. Dato che l'ideogramma cinese con cuiera scritto il nome di Haw corrispondeva aquello della tigre, la pomata venne chiamataBalsamo di Tigre. In pochi mesi a Rangoon ilbalsamo divenne talmente famoso, che i fra-telli ampliarono il loro mercato. Par andò aSingapore e Haw a Hong Kong. La scelta,ancora una volta, si dimostrò azzeccata. Dalledue città, crocevia dei commerci mondiali, ilbalsamo varcò gli oceani per approdare in 75Paesi di tutto il mondo. La credenza popolare,soprattutto Occidentale, ritiene che nella com-

posizione dell'Unguento siano presenti carneed ossa di Tigri. Questa credenza è necessa-riamente da sfatare, perché oltre che non cor-retta e fuorviante, fa si che tutti gli occhi sianopuntati sull'Asia in genere e la Cina in partico-lare per quel che riguarda il bracconaggio.Effettivamente nel 1998 attraverso accuratericerche è stato possibile comporre una map-patura sulla presenza delle tigri nel vasto ter-ritorio asiatico, all'inizio del secolo si contava-no circa centomila esemplari, gli ultimi dati ciconfermano che il numero è sceso spavento-

samente a seimila. I"Poacher", i bracco-nieri che uccidonotigri a Sumatra onelle forestedell'Ussuri, sonopagati da contrab-bandieri che fannocapo a Hong Kong eTaiwan. Dai pochi dol-lari pagati ai cacciato-ri si arriva ai 100 Euroal Kg per la solacarne; quest'ultimaviene utilizzata neiricchi ristoranti asiati-ci mentre le pelli ven-gono usate per la fab-bricazione di costosicapi di abbigliamento. Non esiste però nes-sun rapporto tra Tigri

e "Balsamo di Tigre"…se non per il nome e peril simbolismo che essa rappresenta. Nella cul-tura cinese e nella filosofia taoista, la tigrecome anche il drago e la tartaruga, rappre-sentano figure apportatrici di prosperità e for-tuna; nell'immaginario collettivo la Tigre rap-presenta la forza, il coraggio e la virilità. IlBalsamo di Tigre, reperibile in due formati(bianco composto di mentolo e rosso alla can-nella) è un ottimo rimedio con caratteristichelenitive e antinfiammatorie, è un unguentoche viene usato nello specifico per distorsioni,contratture, infiammazioni articolari, emicra-nie; è utile in caso di dolori articolari, massag-giandolo direttamente sulla parte dolorante,come espettorante se messo sul pettomediante una leggera frizione, come aiutonelle malattie da raffreddamento (naso tappa-to, bronchi ostruiti) se disciolto in acqua edinalato.

Una delle prime etichette del Balsamo di Tigre

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FAI DA TE: il “Balsamo di Tigre” Rosso

INGREDIENTI

- Vasellina;- Confezione di Vicks Vaporub;- Pepe Rosso di Cayenna;- Peperoncino Rosso essiccato;- Chiodi di Garofano.

PREPARAZIONE

Mettere la vasellina in un pentolino e far scaldare a fuoco lento. Aggiungere poi 3/4 cuc-chiai di Vicks in base a quanto aroma di mentolo si gradisce.

Triturare il peperoncino rosso ed i chiodi di garofano, mischiare la poltiglia al pepe rossodi cayenna e versare il tutto all'interno del pentolino mescolando fino ad omogeneizzare bene.

Togliere dal fuoco, riporre il miscuglio in un recipiente (possibilmente di vetro) e lascia-re freddare.

N.B. la quantità di peperoncino e pepe di cayenna contribuiscono all'ottenimento di una lozio-ne "più forte"; facendo attenzione al fatto che abbondando con le quantità tali ingredienti pos-sono depositarsi, in forma particellare, sul fondo del recipiente (senza però alterare l'effetto delBalsamo ottenuto).

Etichetta Originale con le foto dei F.lli Aw Boon Haw e Aw Boon Par

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I Fondamenti Teorici del Tai Chi Chuan

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del Gran M° Chu Hong Ping

INTRODUZIONE AI CONCETTI ESSENZIALI DI TI E YONG

Il Tai Chi Chuan è un'arte marziale digrande saggezza che non soltanto comprendedottrine filosofiche profondissime ed erudite,la strategia militare e lo studio della forza, macontempla anche la doppia preparazione di Ti(corpo, sostanza) e Yong (funzione, applica-zione), la doppia coltivazione della Via e dellatecnica. È senz'ombra di dubbio grazie allesue numerose peculiarità nella sfera di Ti e diYong che gli altri stili della boxe non possononemmeno competere con essa. Ecco dunqueche il ricco bagaglio di esperienza che com-prende la quintessenza della saggezza e lapratica delle tecniche dei filosofi e dei saggidel passato, unitamente alla mia umile opinio-ne, frutto di un lungo e accurato studio di Ti eYong, vanno a costituire una grande quantitàdi materiale di ricerca per i compagni appas-sionati di Tai Chi Chuan.

Che cos'è dunque il Ti? Che cos'è loYong? Cerchiamo di chiarirlo spiegando ilsignificato di due caratteri Ti e Yong: il carat-tere "Ti" indica la sostanza di una cosa, ilcarattere "Yong" ne indica l'utilizzo. Per usarela terminologia del Tai Chi Chuan: "Ti indica laforma fondamentale (gongjia)" ovvero leposture, "Yong indica la spinta con le mani(Tui Shou)" ovvero l'arte marziale. Attraversol'esercizio del Ti si può coltivare il carattere ededucare la propria natura, rinforzare il corpo elo spirito, migliorare il proprio aspetto, mante-nersi giovani, accrescere la longevità, modifi-care il temperamento, trasformarsi spiritual-mente, promuovere l'armonia sociale, volgerein positivo le tendenze negative, e così contri-buire alla prosperità del Paese e rafforzarlo.L'esercizio dello Yong è rappresentato dallapratica dell'arte marziale attraverso il TuiShou. In altre parole, se si intende impararele tecniche marziali, è necessario esercitarsinel Tui Shou.

L'arte marziale è uno strumento finaliz-zato all'autodifesa e all'ottenimento della vit-toria attraverso la sconfitta dell'avversario.Per questo la forma fondamentale del Tai ChiChuan viene definita corpo o sostanza, men-tre il Tui Shou viene definito funzione o utiliz-zo. Per comprendere appieno il significato di Tie Yong, della sostanza e della funzione sopracitati, bisogna capire da dove cominciare permettere in pratica questi due principi e perevitare di scambiare il sostanziale con il parti-colare e ritrovarsi poi alla fine con le manivuote.

LA DOPPIA COLTIVAZIONE DI TI E YONG

Abbiamo dunque compreso, a questopunto che la forma fondamentale del Tai ChiChuan ne rappresenta la sostanza mentre ilTui Shou ne costituisce l'azione.

Poiché ogni cosa comprende la sostan-za e la funzione, come ogni situazione ha uninizio e una fine, così dovremo iniziare dallaforma fondamentale e soltanto quando cisaremo esercitati a lungo su di essa e avremoacquisito una certa base, potremo esercitarcinel Tui Shou, gradualmente, seguendo l'ordi-ne naturale. In questo modo metteremo inpratica senza fatica, sia Ti che Yong e potre-mo raggiungere un doppio obiettivo con metàlavoro.

Al giorno d'oggi, benché il numerodelle persone che praticano il Tai Chi Chuansia in continua crescita, la maggior parte diesse si esercita nella Forma fondamentale enon nel Tui Shou; molte persone poi non sipreoccupano di comprendere a fondo la teoriae i principi essenziali, o addirittura non sannonemmeno cosa siano.

Copiano meccanicamente gesti restan-do nell'ignoranza per tutta la vita e quandoalla fine si ritrovano a mani vuote è troppotardi per i rimpianti.

Il Sorriso che sempre contraddistingue il G. M�Chu Hong Ping

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Chi direbbe mai che il Tai Chi Chuan ènato dalla dottrina della Grande Polarità (TaiChi), e che i documenti, le formule, gli inni, itrattati e i classici su quest'arte marziale sonostati tutti compilati sulla base della saggezzadei filosofi del passato e della quintessenzadell'esperienza derivata da uno studio ininter-rotto, che rappresentano il fondamento delletecniche e delle teorie più importanti del TaiChi Chuan? Tra chi pratica seriamente il Tai ChiChuan non v'è chi non rispetti questi criteri.Purtroppo chi pratica oggi il Tai Chi Chuan sirifà spesso ad una immagine esteriore e non sisofferma sulle tecniche e sui principi dellaboxe; per questo motivo è impossibile ottene-re la realizzazione della doppia coltivazionedella Via e della tecnica, che divengono vaneparole.

Nel Tai Chi Chuan i principi del Ti eYong sono inseparabili. Nella parole degliuomini dell'antichità: "Ti e Yong non sono duecose distinte" e "Dove c'è Ti c'è anche Yong".Così si esprime il Maestro Cheng Man-ch'ingnella sua introduzione ai nuovi metodi di colti-vazione personale: "Ti e Yong sono legaticome l'ombra è legata alla forma della mano".Si può dunque affermare che Ti e Yong sonocomplementari e inseparabili. Di conseguenza,per diffondere il Tai Chi Chuan, è necessarionon soltanto attribuire alla Forma e al TuiShou la stessa importanza ma anche prestareattenzione alla loro qualità.

Soprattutto in questo periodo in cui sipromuove la pratica del Tai Chi Chuan comeattività fisica per tutta la popolazione, è indi-spensabile prestare attenzione alla qualitàdell'arte della boxe, far procedere di paripasso la dottrina e la tecnica allo scopo diottenere la doppia preparazione di Ti e Yong ela doppia coltivazione della Via e della tecnica.A prescindere dal fatto che si eserciti lasostanza del Tai Chi Chuan o l'applicazione delTui Shou, bisogna sempre attenersi alle 13posizioni; se ci si allontana da esse ciò che sipratica non è più Tai Chi Chuan. Le 13 posizio-ni comprendono: Peng (parare), Lu (ritirarsiruotando), Chi (premere), An (spingere) - ecioè le 4 direzioni - Tsai (tirare verso il basso),Lieh (dividere), Chou (colpire con il gomito),Kao (colpire con la spalla) - e cioè i 4 angoli -questi due gruppi di tecniche vengono definitele 8 Porte. Seguono Chin (avanzare), Tui(indietreggiare), Ku (guardare e spostarsi asinistra), Pan (guardare e spostarsi a destra),Ting (ritornare al centro o equilibrio centrale)definite i 5 Passi (o i 5 Movimenti). Le tecnichedel Tai Chi Chuan, benché varie e diversifica-te, si rifanno tutte alle 13 Posizioni fondamen-tali.

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Il Maestro Simone Sebastiani e l�Istruttrice Mariani Federicacon il Gran M� Chu Hong Ping

Foto storica del Gran Maestro Cheng Man Ch�ing conil M� Chu Hong Ping ed il M� Wang Chin Shih

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I monaci di Shaolin

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Tratto da “Storia del Tempio di Shaolin”

Per entrare e rimanere nel tempio diShaolin come monaco un giovane veniva sot-toposto a dure prove per dimostrare di esseredegno. Le prove dei monaci erano basate sullaLealtà, la Fedeltà, l'Onestà, la Resistenza, laDedizione e la Formazione Psicologica. Gliaspiranti monaci, o studenti, tutti maschi cheavevano meno di dieci anni (le donne nonfurono ammesse a questi allenamenti fino allaseconda metà del XVI sec.), erano portati daigenitori fino sotto le mura del tempio, e lìvenivano lasciati fino a quando non riceveva-no una risposta. Per mettere alla prova la lororesistenza, il Monaco anziano del Monasterolasciava talvolta i possibili discepoli ad aspet-tare per giorni e giorni, tenendo però costan-temente sotto controllo il loro comportamen-to. I ragazzini aspettavano pazientemente e insilenzio per vedere cosa sarebbe accaduto.

Talvolta alcuni dei bambini si divertiva-no con i giochi tipici dell'infanzia, e questascelta rappresentava il loro più grave errore:non sarebbero infatti mai riusciti a vedere aldi là delle alte mura di Shaolin. Agli altri piùfortunati veniva assegnata una serie di compi-ti umili per sperimentare la loro forza.Dovevano imparare a sopportare le differentidifficoltà della servitù per almeno tre anni. Igiovani discepoli dovevano indossare scarpedi ferro del peso di 9-10 chili, mentre percor-revano il loro quotidiano cammino su e giù perla montagna. Con i mesi, molti giovani rinun-ciavano al duro allenamento, non essendo ingrado di eseguire i compiti sempre più fatico-si e ritornavano alle loro abitazioni. Quei pochiche erano riusciti a sopportare con forza tuttele avversità e a superare le prove, venivanoconsiderati in grado di continuare la tradizio-ne di Shaolin e venivano quindi ordinati Preti.

Tra la prima e la seconda parte delnoviziato potevano passare dai 3 ai 5 anni.Quando il discepolo diveniva prete il suo capoveniva rasato completamente e il cranio erabruciato per 9 volte con incenso bollente, for-

mando 9 cicatrici. Solo a questo punto potevaessere chiamato Monaco Shaolin ed iniziareun allenamento di Kung Fu. I monaci giurava-no segretamente di non divulgare mai nessu-na delle tecniche che erano state loro inse-gnate. L'allenamento delle Arti Marziali consistevanell'apprendimento di cinque schemi e tecni-che combattive ispirate ad altrettanti animali:il Drago, il Serpente, la tigre, il leopardo, lagru.

Molti stili di Kung Fu sono basati ineffetti sull'attenta osservazione della lotta traanimali. Un animale, non essendo dotato dimente razionale, si muove liberamente eimpulsivamente sia per l'attacco sia per ladifesa. Quando si studia un sistema basato suuno o più animali particolari, lo scopo è didivenire simili a questi, imparando attraversol'allenamento ad imitare la natura del suddet-to animale. Avviene quindi un tipo di meta-morfosi sia a livello mentale sia fisico, in cui lostudente s'identifica con l'animale, che divie-ne un estensione del proprio corpo. Il Kung Fusi sviluppa non solo per la difesa personale,ma anche come insostituibile esercizio permigliorare lo stato di salute del corpo.L'allenamento in uno dei molti stili di Kung Fuconsiste nell'apprendimento e nella pratica dimovimenti preparati in precedenza chiamatiGruppi, o figure, illustrati dagli antichi maestriper simulare innumerevoli situazioni combat-tive.

Questi movimenti costituiscono unaserie di esercizi per rafforzare il corpo, cheuniscono l'esercitazione della velocità a quelladella prontezza di riflessi.

I monaci Shaolin passavano molti anninel tempio, imparando non solo le varie tecni-che del Kung Fu, ma anche la medicina, lostudio delle erbe e dell'agopuntura, la filosofiae la traduzione dei Sutra buddisti. Alla fine ilmonaco novizio era pronto a partire.

L�ingresso del Tempio Shaolin del Nord in un antica foto

Antica foto raffigurante i Monaci in allenamento

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La tradizione affermava che avrebbedovuto imbattersi in una prova finale prima diiniziare il suo sommo cammino nel mondo. Laprova consisteva nel passare in un lungo cor-ridoio, che portava verso la porta principaledelle mura del tempio, e ai cui lati si nascon-devano circa trenta, o quaranta, Maestri moltoabili nel Kung Fu Shaolin.

Lo sfidante camminava nella più com-pleta oscurità lungo il corridoio e questi mae-stri nascosti gli tendevano agguati in determi-nati punti del percorso: gli attacchi erano por-tati con calci, pugni, palmi e punte delle dita.Il destinatario doveva cercare di evitare icolpi, nonché rispondere adeguatamente.

Molto spesso il monaco che stava perpartire non riusciva neanche a percorreremezzo sentiero prima di essere fermato dauna tecnica per cavare gli occhi del sistemadenominato "Artiglio di Tigre", oppure uncolpo della "mantide religiosa", o ancora bloc-cato con un colpo paralizzante dato con lapunta delle dita secondo il sistema del Drago.

Coloro i quali riuscivano a superare laprova trovavano alla fine del lungo corridoioun grosso Calderone di bronzo, che contenevadell'incenso che bruciava. Questo contenitorebloccava il passaggio per giungere alla portacentrale, quindi per lasciare il tempio il mona-co avrebbe dovuto rimuovere l'ostacolo.

Sui lati erano incise le figure di unDrago e di una Tigre. Il monaco utilizzava unaspecie di cintura e premendo gli avambraccicontro le pareti incandescenti del contenitore,doveva spostarlo di lato. Nell'eseguire questocompito terribile, sugli avambracci del mona-co venivano incise in modo indelebile le figuredel Drago e della Tigre. Queste bruciature,simili a tatuaggi, rappresentavano il Diplomadel Kung Fu Shaolin.

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Abati e vecchi monaci del Tempio di Shaolin che controllonai propri allievi e Monaci novizzi

Dimostrazione di Qi Gong dei Monaci Shaolin durante una esibizione: Un monaco Ł sorretto dalle punte di 6 lancie

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“Gli ho lasciato il cuore”

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della Maestra Rosa Chen

Le poche righe seguenti furono scrittedalla Maestra Rosa Chen in occasione delSimposio sul Tai Chi Chuan metodo ChengMan-Ch’ing tenutosi a Taiwan nel 2006.

La Maestra Rosa Chen ex ballerina diDanza Classica, prima di incontrare il metododel Gran Maestro Cheng ha studiato per anniTai Chi stile Chen (ndr).

La prima volta che l'ho incontrato,non gli ho dato importanza, semplicementenon era il mio stile;

La seconda volta che l'ho visto, alcu-ni amici mi hanno detto di guardare più inprofondità. Li ho ignorati;

Dopo dieci anni, quando l'ho incon-trato nuovamente, l'ho trattato come unlibro: l'ho letto;

Ho cercato di farmelo amico, pensan-do che fosse semplice. Pensavo che era uncomune libro, un libro come tanti, da cuiprendere qualcosa e metterlo via. Mi sbagliavo;

Quando ho cercato di avvicinarmi dipiù a lui, ho capito che non era semplice toc-care il suo cuore;

Gli amici mi dicevano di lasciare glialtri ed abbracciare soltanto lui, ma iorispondevo "non è necessario farlo in modocosi serio";

Per altri dieci anni ho camminatoinsieme a lui, senza respingerlo ne avvici-narlo;

Oggi, guardando indietro, realizzoche non è poi cosi distante: è nel mio cuore.

Durante tutti questi anni…… ……

Non mi ha chiesto di mostrare ciò chesentivo esternamente, ma soltanto di metter-lo più vicino al cuore e portarlo con me.

Mi ha aiutato ad acquietare la mentecosi che potevo ascoltarlo mentre parlava almio cuore;

Mi ha insegnato a pensare a lui inmodo semplice e logico, per lui è un naturalemodo di essere;

Mi ha chiesto di cercarlo nella natu-ra, perché non è soltanto nel mio cuore, ma èovunque nel mondo;

Mi diceva…… ……

Quando il tuo cuore è tranquillo,allora mi sentirai;

Quando i tuoi piedi non muoverannopiù passi incerti, allora starai danzando;

Quando rilasserai il tuo pugno, allo-ra terrai in mano tutto il mondo.

La M� Rosa Chen durante un esibizione al Tai Chi Festival diBelgioso in Italia

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Cosi…… ……

Avevo solo bisogno di respirare ogniminuto;

Avevo solo bisogno di bere tutti igiorni;

Ogni giorno crescevo sempre piùvicino a lui, fino a realizzare che non pote-vo più vivere senza.

In sua compagnia……… ……

Ho riscoperto la mia vera natura;

Ho imparato a sentire il linguaggiodel corpo, e ad osservare l'Arte "dell'esserefisico";

Ho visto che le persone riescono astare insieme in modi diversi, come nuvoleche si spostano e si incontrano sullo stessocielo;

Ho imparato che con ogni passo chefacevo, trovavo le mie radici nella terra, finoa diventare "uno" con lei;

Ho imparato che il mio corpo, il miocuore ed il mio spirito sono inseparabili, eliberi di nuotare in questo universo.

Da quando l'ho abbracciato, la miavita ha un senso. Spero, se possibile, dilasciargli il mio cuore per sempre.

All'unico grande uomo che lo hacreato: Il Prof. Cheng Man Ch'ing. Grazieper averlo portato ad "essere".

Sempre sarò grata a coloro che me lohanno mostrato: Gran Maestro Chu HongPing e Maestro Wang Chin Shih.

- Maestra Rosa Chen -

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La M� Rosa Chen insieme all�Istruttrice Mariani Federica

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Wong Shun Leung: la leggenda oltre la leggenda

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Tratto da Martial Arts & Healing Accademy

Considerato da molti come un combat-tente ed un Maestro di abilità e tecnica ine-guagliabili, Wong Shun Leung era famoso peressersi guadagnato il titolo di "Gong SauWong" (Re del parlare con le mani) dopo esse-re sopravvissuto ad innumerevoli "Beimo," o"confronti di abilità" negli anni 50 e 60, uscen-done ogni volta come campione invitto edindiscusso. "Beimo" è un nome gentile perindicare i combattimenti da strada, cheavvengono sui tetti, sulle terrazze, nei vicolibui, dietro porte chiuse,nei cortili e ovunquecapitasse; non eranotornei di lotta all'occi-dentale, con regole,protezioni, limiti ditempo, bensì combatti-menti totali tra i rap-presentanti delle variescuole di combattenti inHong Kong, dove spes-so si contavano feritigravi e dove non c'eraassolutamente spazioper le "magie marziali".

Il "Beimo" è unaradicata tradizione nellearti marziali cinesi e,storicamente, ha con-tribuito a distinguere iveri marzialisti dagliattaccabrighe di strada.Nella Hong Kong deglianni '50 e '60 quando siparlava di "Beimo" ilprimo nome citato eraquello di Wong ShunLeung, studente di Yp Man, istruttore di BruceLee, famoso come "Gong Sau Wong" perché,si diceva, lasciando "parlare" le sue mani eracapace di vincere la maggioranza dei Beimocon solo tre pugni.

Allenato da Yp Man l'ultimo grandemaestro dello stile wing chun, maestro delfamosissimo Bruce Lee, Wong Shun Leung èforse meglio conosciuto come il wing chunman che sfidava sempre chiunque apparte-nente a qualsiasi altro stile di Kung Fu. E'documentato che Wong, durante i suoi qua-rant'anni e più di pratica Wing Chun, sosten-ne innumerevoli "Beimo" con dozzine di cine-si praticanti altri sistemi di lotta, e la maggiorparte dei testimoni dichiara che Sifu Wongnon perse mai alcuno di questi combattimen-ti.

Nonostante la sua "terribile" reputazio-ne come combattente, Wong non era un uomoviolento, anche se gli piaceva dimostrare lapropria abilità e l'efficacia dell'arte di Yp Man."Non ho imparato il Wing Chun per andare acombattere. Il Kung Fu dovrebbe essere usatocome un modo per proteggersi in circostanzein cui si viene fisicamente minacciati" - dissein un'intervista rilasciata in Australia alcunianni fa - "dopo aver imparato il Wing Chun daYp Man, ho avuto spesso l'opportunità di met-

terlo alla prova.Confrontandomi prati-camente con altre disci-pline, ho potuto scopri-re i limiti della mia tec-nica e i modi per miglio-rarmi".

Comunque lo sivoglia vedere, non c'èpossibilità di negare cheWong Shun Leung siastato il più grande rap-presentante del XX°secolo dell'arte di com-battimento cinese delWing Chun. Wong ShunLeung preferiva di esse-re conosciuto semplice-mente come un mae-stro, un Sifu, rifiutandodi accettare appellativicome "master" o "gran-dmaster", termini chelui crede essere senzasignificato perché se neè fatto grande abusonegli ultimi anni.

Wong, nel suo modo tipico di fare,scherzava con la sua immagine "mortale"dichiarando: "Non sono capace di combatteremolto bene ed il mio Kung fu non è moltobuono". Wong zittisce le rivendicazioni deglialtri chiamati "maestri", mettendo in evidenzache non importa se uno sia figlio di un grandemaestro o che conosca "ogni tecnica mortalemai inventata". Egli insiste che è molto piùimportante esercitarsi tanto per "diventaremaestro dell'arte e non il suo schiavo". PerWong non fa differenza quanta anzianità unpraticante abbia nel suo stile ma quanto bravoegli sia.

Per comprendere il suo modo di pensa-re, è utile apprendere quanto afferma Wongfacendo una comparazione: "Se A e B hannoun combattimento e B viene messo fuori com-

Il Maestro Wong Shun Leung in una tipica espressione

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battimento, allora tutti sanno che A ha vinto.C'è un vincitore e un perdente. Invece

nella musica ti può piacere qualcuno chesuona la chitarra o ti può non piacere ma nonè importante.

Poiché si tratta di un'arte, non si puòprovare che un dipinto o un pezzo musicalesia meglio di un altro. Comunque, nel Kung fupuoi dimostrare la tua abilità in maniera taleda non lasciare adito ad alcun dubbio! Questaè la diversità…dalle altre arti. La bellezza puòessere nell'occhio di più osservatori ma nel-l'arte marziale, l'unico giudizio è se funzione-rà o no!"

Wong Shun Leung iniziò il suo allena-mento nelle arti marziali nei suoi primi diecianni di età. Provò le sue mani in stili diversi,inclusa la boxe occidentale, nel quale egli svi-luppò un vero interesse, un interesse chemantiene ancora oggi. Wong considera oggi laboxe occidentale ottima per la pratica neicombattimento da strada perché questa inse-gna a dare e prendere colpi molto forti, con-centrandosi sull'attacco invece di "inseguire lemani dell'avversario", come altri degli stiliclassici di Kung Fu.

Probabilmente Wong starebbe ancorapraticando la boxe se non fosse stato per due

particolari incidenti che cambiarono per sem-pre il suo approccio di combattimento. Ilprimo avvenne mentre si esercitava con il suoallenatore di boxe: Wong, senza volerlo, diedeun colpo accidentale al viso del suo allenato-re. Andato in collera, l'allenatore iniziò a col-pire Wong fino a farlo sanguinare dal naso edalla bocca. Quest'ultimo dopo questo avveni-mento perse ogni rispetto per il suo allenato-re e non tornò più. In seguito fece in modo dimigliorare le tecniche di braccia, nell'eventua-lità di mettere freddamente fuori combatti-mento il suo allenatore in un eventuale secon-do incontro.

Il padre ed il nonno dì Wong erano statientrambi dottori della medicina tradizionalecinese ed erano ben conosciuti dai membridella comunità delle arti marziali di Hong Kongcosì che fin da giovane Wong aveva sentitocentinaia di racconti sulle imprese dei vari eroilocali.

Suo nonno era anche stato un buonamico di Chan Wah Sun, il primo degli inse-gnanti di Wing Chun del suo futuro istruttoreYp Man, così Wong era al corrente dell'arte dacombattimento di Chan il "cambiasoldi" (JauChin Wa) di Fatshan. Wong rievocava alcunedelle storie che gli erano state raccontate suChan Wah Sun e sul suo Maestro, il leggenda-rio Dott. Leung Jan (un noto erborista del 19°secolo, rinomato per la sua abilità senza riva-li nelle arti da combattimento), e decise di tro-vare un maestro di Wing Chun.

Non appena scoprì che degli amici disuo fratello maggiore stavano imparando ilWing Chun si mise d'accordo per andare avederli durante l'allenamento. Wong finì conl'avere un match con l'uomo che divenne suomaestro: dopo aver combattuto e resistito conun paio di studenti junior della scuola, egli fubrutalmente battuto da Yp Man.

Da quel momento, Wong Shun Leungdivenne un membro devoto del clan WingChun, fino a diventare uno dei massimi espo-nenti e grandi divulgatori di questa magnificaarte.

Durante le sue conferenze in tutto ilmondo, avvisava sempre che i praticanti diarti marziali non sono invincibili, e che alcunevolte la miglior soluzione quando si é circon-dati da aggressori é………scappare via.

E' da pazzi, diceva, credere che l'eser-citarsi nelle arti marziali aiuterà una personaa disfarsi di un gruppo di attaccanti evitandodi provocarsi problemi. "Se qualcuno praticaun'arte marziale", diceva Sifu Wong "alloraquella persona deve diventare più forte e piùresistente di qualcuno che non si é mai allena-to. Così se siete allenati siete in grado di pren-dere più colpi di una persona normale.

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Il Maestro Wong Shun Leung all�Uomo di Legno

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Io sono stato colpito molte volte, comeé successo a tutti i grandi artisti delle artimarziali che conosco. Perciò noi non siamo dei"Superman", ma possiamosicuramente "prenderne" dipiù.

Qualsiasi praticantedi arti marziali che dica dinon venire colpito sta men-tendo a se stesso". "Per mecombattere è come il giocodegli scacchi, proprio comenessuno può aspettarsi divincere in questo gioco distrategia senza prima aversacrificato uno o più pezzi,uno non può aspettarsi divincere un combattimentosenza accusare delle ferite,anche se si tratta a voltesolo di alcune ammaccatu-re".

Molte cicatrici frasta-gliate sulle nocche, cosìcome cicatrici da coltellosulle sue braccia e sulla fron-te, attestavano questa cre-denza e la veridicità sui suoi innumerevolicombattimenti da quando a 18 anni cominciòla sua carriera da combattente acquistando ilnomignolo di "Gong Sau Wong"; il terminegong sau fu coniato dallo stesso Wong duran-te un'intervista fatta ai quei tempi e significaletteralmente "parlare con le mani".

Quando fu intervistato per questi scon-tri Wong rispose "…non hoancora imparato il Wing Chunin maniera da andar fuori ecombattere. Il Kung fu dovreb-be veramente, essere usatocome mezzo di protezione perse stessi in circostanze per lequali si é fisicamente minac-ciati. Dopo che ebbi imparatole destrezze del Wing Chun daYp Man ho avuto spesso l'op-portunità di provarle.

Sperimentando le mieabilità potevo scoprire i mieilimiti, mettendo alla prova mestesso. Dopo un certo periodoperò, imparai a dare menoimportanza all'aspetto delcombattimento, e ne ottenniuna maggiore soddisfazionepersonale".

Fu anche durante que-sto periodo di esperimenti cheWong Shun Leung iniziò Bruce Lee all'espe-rienza del Beimo.

Nel primo combattimento di Lee, Wonggli faceva da coach, e lo incoraggiava a conti-nuare quando sembrava quasi cedere. Il risul-

tato fu una vittoria che pro-babilmente cambiò il corsodella vita di Lee e certamen-te contribuì al suo sviluppo,favorendo più tardi la crea-zione del Jeet Kune Do.

Il Grand Maestro Yp Mandisse a riguardo: "Fortunatamente lo haiaccompagnato sul luogodella sfida e lo hai incorag-giato ad andare avanti con ilcombattimento.

Questa prova di abilitàmarziale potrà avere un'in-fluenza decisiva su di lui infuturo. Se un giorno BruceLee avrà successo, il meritodovrà anche, a ragione,essere tuo". Discutendo suquesto periodo della vita diLee, Jessie Glover scrisse"Wong fu per quattro annisenior di Bruce nel clan di

Yip Man e inoltre Bruce studiò privatamenteper un anno e mezzo sia con lui che con YipMan" ed aggiunge "Nel '59 Bruce mi disse cheWong aveva sempre difeso la sua posizione edil suo modo di fare".

Wong Shun Leung era più che un com-battente dotato ed un eccellente maestro, eraanche un dottore di medicina tradizionale

cinese, ed un autodidatta dicalligrafia, i cui scritti sonograndemente valutati da coloroche apprezzano questo tipo ditalento.

Egli si divertiva a legge-re la poesia classica cinese, amangiare cibo fine, gustandoun bicchiere di buon brandycon gli amici, condividendoaneddoti divertenti e scherzan-do con i suoi allievi. La primacosa che si notava in Sifu Wongè quanto normale egli appaia.

Sembrava troppo basso,troppo amichevole per essere illeggendario Wong Shun Leung.Solo il modo in cui si muove, ilmodo in cui guarda, che rivelala natura della disciplina che hainsegnato.

Si rimaneva sempre sor-presi dal suo acuto senso del-

l'umorismo; molti occidentali sembrano rima-nere radicati nell'opinione che un Sifu deve

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Il Maestro Wong mentre spiega una tecnica dipugno

Esecuzione di un Jik Tek

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essere molto anziano, un uomo dall'aspettosolenne. Non c'era niente di questa figura ste-reotipata in Wong Shun Leung.

Era rimasto l'unico studente di Yp Manche insegnasse per lui piuttosto che andar viaed aprire una sua scuola; Wong assimilò cositutto quello che il maestro aveva da offrire,con il risultato che poté rivendicare il suoposto sul trono delWing Chun.

Sul tema delladifesa personale.Wong dice, "Se impa-rate il Kung fu aveteintenzione di combat-tere. Se non potetecombattere e vincerecome potete difender-vi? Per questo se voletedifendervi dovete alle-narvi finché non sare-te in grado di sopraf-fare gli altri".

In un recentearticolo disse: "IlKung Fu Wing Chun èun'arma molto sofisti-cata nient'altro. E'una scienza del com-battimento, la cuiintenzione primaria èla totale capacità dimettere fuori combat-timento l'avversario.

E' letale, effi-cace e mortale. Sestate cercando di imparare a difendervi, nonstudiate Wing Chun, sarebbe meglio per voiimparare l'arte dell'invisibilità". Opinioni moltoforti, ma Wong Shun Leung basava questocredo su molti anni di esperienza in ciò chepotrebbe essere descritto come combattimen-to reale. Egli vedeva molti degli esercizi deimoderni praticanti di arti marziali come pocopiù di giochi. Sebbene sapeva che i giorni dellesfide di combattimento siano finiti, vedeva gliesercizi di sparring comuni alla maggior partedegli stili come se fossero un povero sostitutoal combattimento reale da strada.

Wong ammoniva continuamente i suoistudenti contro il pericolo di seguire ciecamen-te un istruttore, copiando ogni mossa che eglifa ed accettando ogni cosa che dica come sefosse vangelo. "Dovete diventare i maestri delvostro sistema, non i suoi schiavi" dicevaspesso. Usando l'arte come esempio, Wongaggiunge "…il Kung fu é come dipingere unquadro.

Quando imparate a dipingere dalvostro insegnante non potete fare le stessecose perché ci sono differenze nell'età e nel-l'esperienza e perciò ci devono essere delledifferenze personali. La natura ed il fisico diuna persona influenzano il modo in cui uno fale cose. D'altro lato se fate le cose esattamen-te come fa il vostro insegnante, state solo

copiando e non espri-mendovi e ciò non vimetterà alla prova".

Sifu Wong noninvitava ovviamentel'allievo di Wing Chunad uscire dalla scuolae inventare il suomodo di fare le cose.Al contrario, insistenel trasmettere e nelpraticare le tecnicheesattamente come glivengono insegnate.

Comunque, eglinota che tutte le per-sone sono diverse;perciò è necessario unapproccio più realisti-co al Wing Chun e allasua essenza, nellaforma e nei suoi con-cetti e principi dibase.

Sifu Wong sidivertiva moltissimoanche a dissipare ivari miti che avvolgo-no nel mistero le arti

marziali, miti che danno ai praticanti un catti-vo nome e detraggono la loro credibilità: "..ipraticanti di arti marziali non sono personeche imparano dei poteri magici per diventaremonaci mistici come i film fanno vedere.

Molti stili di Kung Fu hanno avuto inpassato la reputazione di avere alcuni livellisegreti che si possono eventualmente rag-giungere e sfortunatamente, alcuni istruttorihanno mantenuto queste idee ridicole". Egliraccontava sempre a riguardo un accadimentodella sua gioventù, quando fu coinvolto in uncombattimento tra un amico ed un assalitore.Egli prese le difese del suo amico e stava quasiper lasciare la scena quando il ragazzo, anco-ra a terra, gli urlò: "Hey, coglione, non andar-tene! Ti ho già dato il Dim Mak! (Colpo morta-le ritardato sui punti nevralgici del corpoumano). Sei condannato!" Wong aggiunge "Fucirca 35 anni fa ed il colpo di Dim Mak non haancora funzionato".

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Il Maestro Wong con i Coltelli a Farfalla

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Una volta quando gli chiesero qualcosasull'esistenza della tecnica del Dim Mak, nelWing Chun, Wong scherzando replicò: "Tupuoi uccidere toccando", poi in un tono legger-mente più serio aggiunge "D'altronde se unapersona si sta muovendo molto velocemente,é quasi impossibile toccare alcune piccolezone con vera precisione".

Wong Shun Leung era una razza rara diuomo. Egli non cercava mai di sfruttare la suareputazione del più formidabile combattente distrada di Hong Kong, e neppure la sua influen-za sulla carriera di Bruce Lee. Non andava ingiro raccontando a tutti quanto è bravo e nep-pure a gettare discredito sugli altri istruttori ostili. Nonostante la sua ovvia abilità non eraun uomo pretenzioso; la sua scuola di HongKong era piccola e grigia, e non contenevanessuna delle comodità moderne che si posso-no trovare nella maggior parte delle scuoleoccidentali. Era "soltanto" un eccellente mae-stro che simbolizzava tutte le qualità che unopotrebbe mai sperare di trovare in un istrutto-re.

Ha dedicato la sua vita al miglioramen-to ed alla comprensione del Wing Chun, "spar-gendo la voce", ovunque da Melbourne aMonaco. In ogni scuola dove egli andava, inse-gnava a chiunque aveva voglia di apprendere.Wong era nemico di tutti quelli che fanno falsedichiarazioni sul Kung fu, ed era amico di tutticoloro che cercano la verità del combattimen-to e da loro stessi. E' stato descritto come "unesempio appropriato di uomo che è diventatola sua arte e viceversa".

Ha iniziato come combattente dotato,studiando entrambi gli aspetti fisico-mentalidel Wing Chun ed infine é diventato spiritual-mente il Wing Chun. Era un uomo che potevaessere di parole dolci o schietto, dipendevadalla situazione e dal momento.

Ha imparato a capire i suoi limiti e diconseguenza i limiti degli altri. Il suo compor-tamento era calmo, rilassato ed il suo intentofermo. Era un filosofo, senza abbellimento,come una vecchia spada che non sembra rap-presentare un pericolo finché non si è sentitala punta affilata. Wong Shun Leung era la per-sonificazione del Wing Chun, un esempiovivente di ciò che può essere ottenuto da chivuole dedicare la sua energia alla pratica edalla comprensione in uno specifico campo.

Egli accreditava una sua semplice filo-sofia al successo nell'arte marziale: "Lo scopodella mia vita", diceva Wong, "è migliorare mestesso con l'esercizio quotidiano nel WingChun".

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Il Maestro Wong Shun Leung qualche anno prima della suamorte avvenuta nel 1997

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SAN BAO

28 Aprile 2007 - TerniWorld Tai Chi & Qi Gong DayGiornata mondiale del Tai Chi Chuan e del Qi Gong. Il WORLD TAICHI & QIGONG DAY e' un evento mondiale organizzato ogni anno in parallelo in tutto ilPianeta (60 Paesi in 6 Continenti) da Società e Associazioni dedite alla pratica diqueste discipline per celebrare la nascita di Zhang San Feng, considerato il fonda-tore del Tai Chi Chuan, e diffondere i benefici mentali e fisici di una corretta prati-ca di queste antichissime arti orientali.

2-3 Giugno 2007 - Montecatini Terme1° Meeting Interscuola di Tai Chi Chuan & Qi Gong1° Meeting interscuola di Tai chi Chuan stile Cheng Man-Ch’ing. Saranno presen-ti tutte le Scuole Italiane che seguono questo metodo per seguire il seminario resi-denziale dei Grandi Maestri di Taiwan: G.M° Chu Hon Ping; M° Wang Chin Shin eM° Rosa Chen.

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22 Aprile 2007 - TerniSeminario Intensivo di Chi SaoIl seminario, rivolto esclusivamente agli allievi della Scuola San Bao, del corso diWing Chun, intende rivedere, spiegare ed approfondire i concetti basilari del ChiSao, conosciuto come “le mani appiccicose” del Wing Chun, vero cuore pulsantedi tutto il metodo.

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SSAN BAOAN BAOCentro Studi KCentro Studi Kung Fuung FuScuola di Discipline OrientaliScuola di Discipline Orientali

infoline: 329.7325460infoline: 329.7325460

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Circolo ACLI - Centro Studi la SorgenteVia del Salice, 10/b - Terni - Zona Campitelli

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