SalutePiù - Agosto 2012

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1 NAZZANO MODELLO SANITÀ Riserva Tevere Farfa Pubertà Precoce Cellulite e Capillari Sport e Estate

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Un numero di SalutePiù orientato al tema del caldo: come regolarsi con i farmaci durante l’estate e le precauzioni per la pratica sportiva. Circolazione venosa e stipsi, problemi che si accrescono con il caldo ed i consigli per applicare “rimedi” naturali. Il glaucoma: patologia oculistica da affrontare con la prevenzione. La pubertà precoce: un tema ginecologico specifico dell’infanzia. Questi gli argomenti trattati dagli specialisti dei centri medici Nomentano e Cappuccini di Monterotondo. In tema di politica sanitaria, il Direttore della rivista, Fabrizio Sciarretta, ed il Sindaco di Monterotondo, Mauro Alessandri, confrontano le proprie opinioni sulla difficile congiuntura del sistema sanitario della Regione Lazio. Spettacolari gli articoli dedicati alla Sabina: il borgo di Nazzano e gli antichi affreschi della Chiesa di Sant’Antimo nonché l’intervista al Sindaco Carlo Cola; la Riserva Naturale Regionale Tevere Farfa con le bellissime foto di Christian Angelici.

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NAZZANO

MODELLO SANITÀ

Riserva Tevere Farfa

Pubertà Precoce

Cellulite e Capillari

Sport e Estate

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Sommario

7Il Glaucoma: quando la prevenzione è possibile

La Pubertà Precoce

Cellulite e capillari: corriamo ai ripari

Curare la stipsi con i prodotti naturali

Sport e salute, ma attenzione al caldo

I Farmaci e il Sole

Modello Sanità: Sciarretta, Alessandri

Nazzano

Intervista al Sindaco di Nazzano

Nazzano - S. Antimo

Dio Tevere - Riserva Tevere Farfa

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SALUTE PIÙ - BENESSERE CULTURA COSTUME Anno III - Num. 15 - Agosto/Settembre 2012Direttore Responsabile Fabrizio SciarrettaSegreteria di Redazione Filippa Valenti [email protected] T 06 90625576Art director e impaginazione Alessia GerliEditore Laboratorio Clinico Nomentano Srl Via dello Stadio 1 00015 Monterotondo (RM)Iscritto al registro della stampa e dei periodici del Tribunale di Tivoli n. 97/2009 Stampa Graffietti Stampati S.n.c. S.S. Umbro Casentinese km.4.500 01027 Montefiascone (VT)Per la pubblicità su questa rivista rivolgersi a: GERLI COMUNICAZIONE [email protected] T 338 5666568

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I FARMACI E IL SOLEDott.ssa ROBERTA GETULLI

Roberta Getuli si è laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Roma “La Sa-pienza” con una tesi di laurea nel campo della medicina d’urgenza frequentando a tal fine la U.O.C di Medicina d’Urgenza ed Emergenza dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma. Tra le sua attività professionali, ricopre il ruolo di Medico Coadiutore del Direttore Tecnico del Laborato-rio Clinico Nomentano.

PREVIENI IL GLAUCOMADott. ALDO CANZIO

Il Dr. Aldo Canzio si è laureato in Medicina e Chi-rurgia e si è specializzato in OCULISTICA presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università “LA SAPIENZA” di Roma. E’ Dirigente Medico di I Livello presso l’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma dove svolge la sua attività professionale e dove è il responsabile della sezione di diagnostica retinica con l’O.C.T.

Hanno collaborato

LA PUBERTÀ PRECOCE

Dott.ssa ANTONELLA CARNEVALE

La Dr.ssa Antonella Carnevale, si è laureata in Medicina e Chirurgia pres-so l’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, e successivamente si è spe-cializzata in Ginecologia ed Ostetricia nel medesimo ateneo con il massimo dei voti. Esercita la sua attività presso diverse case di cura ed ambulato-ri specialistici della Capitale nonché nell’ambito del Servizio di Radiologia del Poliambulatorio Specialistico No-mentano per quanto attiene l’ecografia ginecologia ed ostetrica.

SPORT E SALUTE, MA ATTENZIONE AL CALDODott. EMANUELE GRAZIANI

Il Dottor Emanuele Graziani è laureato in me-dicina e chirurgia e specializzato in medicina dello sport, ha conseguito un master in “ago-puntura e moxibustione”. Fa parte dell’Equipe Medica della Federazione Italiana Scherma e collabora in progetti che vedono le attività sportive condotte in ambienti climatici parti-colari. Esercita la sua attività di Medico dello Sport presso il Poliambulatorio Specialistico Nomentano.

CELLULITE E CAPILLARI: CORRIAMO AI RIPARIDott. VINCENZO SAINATO

Il Dottor Vincenzo Sainato si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’ l’Università Cat-tolica del Sacro Cuore di Roma ove ha anche conseguito la Specializzazione in Chirurgia Vascolare. Svolge la sua attività di chirurgia e di diagnostica vascolare presso diverse case di cura ed ambulatori della Capitale. Presso il Poliambulatorio Specialistico “Laboratorio Cli-nico Nomentano” svolge la sua attività profes-sionale nell’ambito del Servizio di Radiologia per quanto attiene la diagnostica ecografica angiologica e vascolare.

CURARE LA STIPSI CON I PRODOTTI NATURALIDott. PAOLO DI MAURIZIO

Il dottor Paolo Di Maurizio si è laureato in Medi-cina e Chirurgia presso l’Università di Roma “La Sapienza” dove si è successivamente specializzato in Chirurgia Generale. Ha poi ottenuto la Specia-lizzazione in Chirurgia della Infanzia presso la 2° Università di Napoli e la Specializzazione in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma .Ha prestato servizio presso l’Osp. Santa Croce di Arpino, l’Osp. Santa Maria Goretti di Latina, l’Ospedale San Giovanni Calibita – Fatebenefra-telli di Roma E’ attualmente responsabile del Cen-tro Gastroenterologico Romano. Consulente per la Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva della Presidenza della Repubblica Italiana, del F.A.S. dello Stato del Vaticano e dell’Università di Piura (Perù). Ha insegnato presso diverse istituzioni tra cui la Scuola Medico Ospedaliera di Roma, la Scuola Postuniversitaria di Medicina Interna della Fondazione Fatebenefratelli, la Scuola di Specia-lizzazione in Medicina Interna dell’Università di Roma Tor Vergata. Relatore in numerosi congressi nazionali ed internazionali. E’ membro delle so-cietà scientifiche: Società Italiana di Endoscopia Digestiva , Società Italiana di Endoscopia-Area Chirurgica, Società Europea di Endoscopia Dige-stiva, Società Italiana Laser, American Society for Gastrointestinal Endoscop.E’ Responsabile della Branca di Gastroenterologia presso lo Studio Medico Polispecialistico Cappuccini.

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Il glaucoma è una malat-tia cronica degenera-tiva (cioè peggiora con il passare del tempo), asintomatica negli sta-

di iniziali e quindi tanto più pericolosa in quanto diven-ta evidente a coloro che ne sono affetti solo negli stadi finali quando è ormai troppo tardi per praticare una tera-pia efficace.Le conseguenza del glau-coma sono una drammatica riduzione del campo visi-vo (l’insieme dei punti che l’occhio umano percepisce nello spazio in tutte le dire-zioni) fino alla sua quasi to-tale perdita. In pratica, si ha un restringimento “tubolare” del campo visivo fino ad ar-rivare al fenomeno dell’ ”isola centrale” per il quale il pa-

ziente è in grado di vedere solo nella porzione centrale del campo visivo. La gravità di questa patologia fa sì che oggi il glaucoma sia una del-le principali cause di cecità dell’adulto.

Qual è la causa del glaucoma?La causa primaria del glau-coma è costituita da livel-li eccessivi di pressione oculare protratti nel tem-po. La pressione dell’occhio dipende a sua volta dalla quantità e dalla modalità di circolazione dell’umore ac-queo all’interno dell’occhio.L’eccessiva pressione com-prime il nervo ottico causan-do un’ischemia (mancanza di sangue) locale della papilla ottica (cioè la “testa” del ner-

vo ottico) con una perdita progressiva della funzione dei neuroni del nervo ottico stesso. Tale processo genera la riduzione delle fibre nervo-se del nervo e la progressiva perdita di settori del campo visivo.

Come si diagnostica?Per curare il glaucoma è necessario individuarlo quanto prima possibile at-traverso una diagnosi pre-coce della malattia. A tal fine, è sufficiente effet-tuare una visita oculistica di controllo periodica. Gli ele-menti per fare diagnosi sono infatti tre: il tono (o pressione) oculare, l’esame del fondo dell’occhio con lo studio det-tagliato della papilla ottica e la valutazione del campo vi-sivo. Qualora tutti e tre questi fattori risultino contempora-neamente alterati si è in pre-senza del glaucoma.Negli ultimi anni, anche la metodica dell’OCT (Tomo-grafia Retinica) si è resa mol-to utile nella diagnosi preco-ce del glaucoma in quanto consente lo studio del nervo ottico evidenziando l’even-tuale perdita delle fibre ner-

vose.La terapiaLa cura del glaucoma si basa anzitutto sul ripristino di livelli di pressione ocu-lare nella norma. Pertanto, in presenza di valori elevati, la pressione va immediata-mente abbassata. Come si è detto, la pressione dell’oc-chio dipende dalla quantità e dalla modalità di circolazione dell’umore acqueo all’interno dell’occhio: quindi la terapia può o ridurre la produzione di questo liquido al livello del corpo ciliare oppure aumen-tarne il deflusso attraverso il trabecolato.La terapia per l’ipertono oculare consiste dunque nell’abbassare la pressione con colliri ipotonizzanti (beta bloccanti e prostaglandine). Integratori a base di citico-lina rappresentano dei coa-diuvanti in quanto migliorano la circolazione nella testa del nervo ottico.Nelle fasi più gravi si può ricorrere anche alla chirur-gia con un intervento di tra-beculectomia che consiste nel creare un “foro” a livello del trabecolato che funga da “valvola di scarico” per far defluire l’umor acqueo dall’occhio abbassandone la pressione.

IL GLAUCOMA:quando la prevenzione è possibile

Dott. ALDO CANZIOOculista, responsabile della Branca di Oculistica

dello Studio Medico Cappuccini

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La pubertà precoce

La compar-sa dei carat-teri sessuali secondari è generata dal-

la maturazione di quei centri nervosi depu-tati al controllo della produzione ormonale: nel caso della pubertà precoce, questi cen-tri maturano prima. Vi possono però essere anche altre cause “pa-tologiche” per le quali si ha un incremento degli ormoni: neoplasie, pa-tologie tiroidee o surre-nali.Uno sviluppo prematu-ro può avere come con-seguenza il problema di una ridotta crescita dell’altezza per via di una precoce ossifica-zione. Inoltre, rilevante è il tema delle problemati-che psicologiche legate alla comparsa del ciclo mestruale in età molto giovane

Come si diagnostica?

Spesso la mamma si ri-volge direttamente allo specialista ginecologo riferendo proprio che la figlia mostra in un’età particolarmente giovane lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari op-pure perché con troppo anticipo si è verificata la prima mestruazione. L’anamnesi avviene dun-que in primo luogo at-traverso l’osservazione della “curva di crescita” della bambina (cioè il rapporto tra l’evoluzio-ne dell’altezza e l’età) e della comparsa dei ca-ratteri sessuali secon-dari. Il secondo passo è quello di effettuare un controllo ecografico del seno, dell’utero e delle ovaie al fine di verificare che la modificazione de-gli organi corrisponda ai parametri standard della “pubertà precoce” non-

ché verificare i “dosaggi ormonali” attraverso le analisi del sangue. In-fine, l’andamento dello sviluppo scheletrico, al momento della diagnosi e nel tempo, viene verifi-cato attraverso una valu-tazione radiologica.

Come si cura?

La terapia è fondamen-talmente ormonale mi-rata alla “soppressione” dei centri di regolazione ormonale qualora il loro funzionamento si sia av-viato prematuramente, oppure alla risoluzione delle patologie che han-no indotto l’incremento ormonale.L’obiettivo è quello di rallentare la maturazio-ne scheletrica al fine di migliorare l’altezza finale della bambina, bloccare i caratteri sessuali secon-dari ed i cicli mestruali se sono già presenti.

Piccole donne crescono...Piccole donne crescono...Infanzia ed adolescenza sono due fasi della vita delicate e caratterizzate da problematiche specifiche. Dal punto di vista dello sviluppo femminile, il sup-porto di una specialista ginecologa può essere importante sia per prevenire potenziali malattie che stili di vita sbagliati i quali, alla lunga, risultano causa a loro volta di patologie specifiche. In questo ambito, lo specialista ginecologo deve occuparsi sia della diagnosi e della cura, laddove necessario, ma anche dedicare particolare attenzione agli aspetti psicologici ed all’impatto che tali problematiche possono avere sulle gio-vani pazienti.Il LABORATORIO CLINICO NOMENTANO, dedica a bambine e ragazze ed ai loro genitori, un momento d’incontro pensato per le loro esigenze nell’otti-ca della prevenzione medica e dell’impostazione di corretti stili di vita.

Bambine e ragazze tra i 10 ed il 16 anni di età, accompagnate dalla propria madre,

potranno incontrare le specialiste ginecologhe, eseguire un’ecografia pel-vica a fini della prevenzione di possibili patologie specifiche della loro età,

e ricevere dalla specialista consiglio sugli stili di vita e le condizioni alla base di uno sviluppo femminile sano e rispettoso della propria fertilità.

Incontro ed ecografia pelvica sono proposti alla tariffa di favore di 60 euro.

La pubertà è il periodo dell’età evolutiva (dai 5/6 ai 10 anni di età) caratterizzato da pro-cessi di maturazione biologica complessi quali modificazioni del corpo, accelerazione della crescita e ma-turazione scheletrica. Essa è anche carat-terizzata nelle bam-bine dalla comparsa dei caratteri sessuali “secondari” (peluria pubica ed ascellare, sviluppo mammario e modificazione delle ghiandole sudorifere e sebacee) che avviene due o tre anni prima della comparsa della prima mestruazio-ne. Quindi, se nella norma, la comparsa dei caratteri sessuali secondari dovrebbe avvenire verso i 10 anni.Se questi segni com-paiono prima degli otto anni di età si parla di “pubertà precoce”.

Dott.ssa Antonella CarnevaleSpecialista in Ginecologia ed Ostetricia

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L’arrivo dell’estate dovrebbe rappresentare per tutti il momento di addio a calze, stivali ed a tutti i vestiti pesanti, lasciando così alle donne il piacere di scoprire le gambe e met-

tere in mostra la propria femminilità. Purtroppo non tutte salutano questo momento con lo stesso stato d’animo. Infatti, cellulite e capillari in evidenza sono per molte un problema che si acuisce proprio in questa stagione.Questo problema “estetico” è spesso accompagnato, in partico-lare nel periodo estivo, dalla sensazione di gambe pesanti, gon-fie, doloranti, a volte stanche, e dalla sensazione di formicolio e prurito. Questi sintomi ed inestetismi, spesso, vengono trascurati durante il restante periodo dell’anno per poi “ricordarsene” alle porte dell’estate con la speranza di poterli risolvere prima della “prova costume”.L’origine di questi disturbi nasce dalla non corretta circolazione venosa. I meccanismi principali che concorrono ad un normale ritorno venoso, sono la pompa plantare (nella pianta del piede è presente una rete di vene che durante il movimento viene spre-muta come una spugna), la contrazione della muscolatura del polpaccio e la presenza di valvole “unidirezionali” nelle vene.Durante la stagione calda l’innalzamento delle temperature deter-mina la dilatazione delle vene con conseguente ristagno di sangue ed aumento della quantità di liquidi che trasudano e si infiltrano nei tessuti circostanti con conseguente gonfiore di caviglie e polpacci. Tutto ciò viene accentuato da cattive abitudini quali la sedenta-rietà, la prolungata stazione eretta, sovrappeso e obesità, dieta povera di fibre e stipsi, e tacchi troppo alti.La prevenzione, come sempre, rappresenta la prima difesa. Re-golari controlli clinico-strumentali – quali l’ecocolordoppler ed il parere dell’angiologo – sono utili per individuare ed eventualmente prevenire/curare patologie del sistema venoso e vanno associati a piccoli accorgimenti quotidiani. Tra questi i più importanti sono una dieta ricca di frutta e verdura fresca e povera di sale e grassi, una costante attività fisica aerobica (in particolare gli sport in acqua) e l’utilizzo di calze elastiche e calzature comode e non troppo alte, riducono la possibilità di incorrere in tali disturbi. Se si è costretti a

quidi in eccesso. Le banane, inoltre, rappresentano, insieme ad asparagi, fagioli, piselli, pa-tate e spinaci un’ottima fonte di potassio che viene perso con la sudorazione e spesso non viene efficacemente rein-tegrato. Inoltre non dobbiamo dimenticare uno dei costituenti principali e fondamentali del nostro organismo: l’acqua. Un’adeguata idratazione è alla base di un corpo sano.Ma la natura ha in serbo per noi tanti altri regali utili alle no-stre gambe. Molte piante, in-fatti, si sono dimostrate utili nel rinforzare e tonificare le vene ed i capillari o facilitando il ri-torno venoso e linfatico.Le più utilizzate, principalmen-te in forma di compresse o pomate per applicazioni loca-li, sono: la Centella Asiatica, Il Rusco, la Vite Rossa o Vitis Vi-

stare tante ore in piedi o seduti, è utile sollevarsi ogni tanto sulle punte o prevedere brevi pause per alzarsi e fare i classici quat-tro passi.Tuttavia, anche per chi non è stato particolarmente attento alla prevenzione, esistono dei rimedi che contribuiscono ad alleviare i sintomi e prevenire di-sturbi circolatori più importanti.Iniziamo con la dieta. Così come consigliato dall’Organiz-zazione Mondiale della Sanità (OMS) è bene, soprattutto in estate, consumare almeno cin-que porzioni di frutta e verdura al giorno. In particolare, tra i frutti, prediligere i mirtilli per la loro azione tonica sulla parete venosa e quelli ricchi di vitami-na C, come kiwi, arance, limoni e pompelmi, per la loro azione antinfiammatoria. Ottimo an-che l’ananas per eliminare i li-

CELLULITE CAPILLARIcorriamo ai ripari

nifera, il Ginkgo, l’Ippocastano (Aesculus Hippocastanum), ed il Meliloto.L’abbigliamento, a volte sot-tovalutato, costituisce un altro fattore a cui prestare parti-colare attenzione. Non serve essere medici per capire che quando fa caldo è meglio uti-lizzare abiti comodi, in tessuti naturali, freschi e leggeri. Da evitare perciò, anche per le più irriducibili “fashion addicted”, tessuti sintetici e pantaloni o jeans troppo stretti. I tacchi alti inoltre dovrebbero essere una maliziosa eccezione riservata alle serate speciali. Da evitare anche le scarpe senza tacco. Meglio scegliere scarpe como-de, fresche e con tacco basso (3-5 cm) facendo attenzione ad eventuali deficit di appoggio plantare. Un ultimo consiglio: accavallare le gambe riduce il ri-torno venoso pertanto scegliete una gonna comoda che vi per-metta di evitarlo senza esporre troppo “le vostre grazie”.Lo so: estate = tintarella. Non voglio dire che si debba evitare (chiaramente con un’adegua-ta protezione scelta in base al proprio fototipo) ma bisogna avere delle piccole accortezze. Il caldo (e non il sole), come dicevamo, determina la dilata-zione dei capillari e può essere causa di microrotture venose. Una doccia fresca tra un’espo-sizione e l’altra o, meglio an-cora, una nuotata eviterà che la cute si surriscaldi. Lo stile a rana agisce inoltre più di altri sulla muscolatura delle cosce prevenendone il rilassamento cutaneo. Passeggiare con le gambe immerse nell’acqua sti-mola il ritorno venoso ed è utile per tonificare l’interno coscia. Le onde, inoltre, esercitano un piacevole ed utile massag-gio naturale. Un altro esercizio utile per le gambe, da pratica-re in vacanza, e non solo, è l’acquagym, ormai largamente diffuso sia in piscina che sulle spiagge italiane. È comunque sufficiente camminare un’ora al giorno (evitando le ore più calde), con passo regolare e sostenuto, per aver benefici vi-sibili e duraturi. Se nonostante tutto, senso di

pesantezza e gonfiore delle ca-viglie persistono non disperate: esistono altri piccoli trucchi alla portata di tutti. Innanzitutto, per ottenere un sollievo imme-diato, al rientro a casa sdraiarsi sul letto e sollevare le gambe appoggiandole al muro. Man-tenere questa posizione per alcuni minuti vi restituirà un senso di leggerezza e miglio-rerà il gonfiore di piedi e cavi-glie. Al termine di corsa sotto la doccia: la temperatura ideale non deve superare i 34°/36° alternando getti di acqua fred-da sulle gambe con movimenti ascendenti che ridurranno la dilatazione venosa preservan-do la giusta tonicità delle pareti vasali. E per finire l’applicazio-ne di creme specifiche a base degli estratti vegetali suddetti (meglio se addizionate con mentolo) o della semplice cre-ma idratante dopo sole con-servata in frigorifero renderan-no l’effetto tonificante ancora più duraturo.E per chi si concede una va-canza presso strutture dotate di un centro per la cura del cor-po, concludere la giornata con un massaggio linfodrenante aiuterà ad eliminare i liquidi in eccesso e riequilibrare la cir-colazione linfatica. A proposito di estetica: ricordate di evitare, soprattutto nel periodo estivo, la ceretta a caldo che favorisce la comparsa e la rottura dei ca-pillari.Alla sera cenetta leggera, limi-tare gli alcoolici e poi tutti in pi-sta: il ballo infatti, se praticato con calzature adeguate, costi-tuisce un ottimo esercizio per le gambe oltre che un’ottima occasione di “socializzazione”.Un ultimo consiglio: sia che andiate a letto “con le galline” o che facciate le “ore piccole” ricordate di posizionare un pic-colo rialzo sotto i piedi del let-to per creare un lieve dislivello che aiuti i a drenare i liquidi in eccesso durante la notte. N.B. non esagerate, bastano pochi centimetri, altrimenti rischierete di svegliarvi con le caviglie per-fette ma con il viso gonfio ed un cerchio alla testa!Buone vacanze a voi e alle vo-stre gambe.

Dott. VINCENZO SAINATOChirurgo Vascolare - Branca di Diagnostica per Immagini, Poliambulatorio Specialistico Lab. Cl. NOMENTANO

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bientali, la ridotta assunzione di acqua (normalmente se ne dovrebbe bere 1,5 – 2 litri al dì lontano dai pasti) o la bru-sca perdita di acqua (dovuta a sudorazioni acute o protratte) uniti alla ridotta assunzione di fibre vegetali sono i più impor-tanti.Nel corso delle 24 ore, circa 9 litri di liquidi raggiungono ogni giorno l’intestino tenue; di questi, 2 litri sono assunti con la dieta, mentre i rimanenti provengono dalle secrezioni salivari e gastrointestinali. Il tratto di intestino tenue rias-sorbe circa l’80% di questo carico liquido, la restante parte è riassorbita dal colon e solo 100 – 150 ml. di acqua sono eliminati giornalmente con le feci e se queste per-mangono per un tempo più prolungato nel colon il riassor-

Per stipsi acu-ta si intende sia una acu-tizzazione di una condi-

zione cronica, che si manife-sta nella persona stitica (meno di 3 evacuazioni a settimana) con un numero di evacuazioni ulteriormente ridotte rispetto alla già bassa frequenza, sia una stipsi occasionale, che si verifica solitamente nella per-sona abitualmente non stitica, ovvero nell’ambito di una at-tività intestinale generalmente regolare.Responsabile di questa sin-drome sono molteplici fattori contingenti tra i quali i bruschi cambiamenti climatici ed am-

bimento di acqua è maggiore rendendole più secche e più difficili da evacuare.Molti sono i disturbi coinvolti a vari livelli nel corretto svolgi-mento del processo digestivo e spesso concomitanti ad una condizione di stipsi. Infatti un approccio terapeutico razio-nale deve considerare i di-sturbi della motilità intestinale e della secrezione gastrica , della funzionalità epato-biliare e gli stati dispeptici, tali di-sturbi vengono complessiva-mente definiti “ disturbi della digestione“.Il trattamento della stipsi acu-ta si basa sull’utilizzo di las-sativi “forti “ o “stimolanti” da utilizzare solo sporadica-mente e sino alla risoluzione dell’episodio acuto in modo associato ad una dieta ricca di fibre vegetali e supportata da un adeguato apporto idri-co. Le droghe ad antrachinoni (i principi attivi contenuti nei prodotti fitoterapici in questio-ne) classificabili tra i “lassativi stimolanti”e caratterizzati da un’azione efficace ed imme-diata sono tra i più utilizzati dei lassativi naturali. Appartengono a questo im-portante gruppo la Senna, l’Aloe, la Cascara, la Frango-la e il Rabarbaro fitoterapici tutti caratterizzati da un’azio-ne lassativa forte il cui effetto si manifesta dopo 8 – 12 ore dalla somministrazione. La loro forma “glicosidica” per-mette a questi composti di transitare immodificati attra-verso lo stomaco e l’intestino tenue fino ad arrivare al colon dove liberano i rispettivi agli-coni (principi attivi) che svol-gono localmente l’attività las-sativa e vengono poi eliminati con le feci.La Senna comprende circa 700 specie spontanee che vi-vono nelle aree più calde dei due emisferi ma solo 2 specie vengono utilizzate a scopo officinale la Cassia augusti-folia originaria della Somalia e la Cassia Senna spontanea nell’Africa tropicale e coltivata in Sudan. I principi attivi delle foglie e dei frutti della Senna sono

prevalentemente i sennosidi A e B che vengono attivati dalla flora batterica intestinale che sono responsabili della azio-ne sulla motilità intestinale. L’azione della Senna è quella di stimolare la defecazione aumentando il contenuto di acqua nelle feci e aumentan-do la velocità di transito inte-stinale . L’Aloe vera e l’Aloe ferox, anch’esse originarie di regioni calde delle Indie, costituisco-no le due varietà officinali il cui succo condensato, otte-nuto per incisione degli strati superficiali della foglia, viene utilizzato come lassativo. La barbaloina, è il metabolita che esercita l’attività lassativa con un meccanismo analogo a quello dei sennosidi.Senna ed Aloe sono tra le dro-ghe antrochinoniche più uti-lizzate per i lassativi naturali. L’uso continuativo da questi forti lassativi può portare ad una eccessiva perdita di ac-qua e sali minerali provocan-do ipopotassiemia (mancanza di potassio nelle cellule) re-sponsabile di stanchezza, de-bolezza muscolare e possibili effetti cardiaci. Tutti i lassativi stimolanti sono controindicati in gravidanza ed allattamento e nei bambini al di sotto dei 12 anni. Utile il consiglio medico sull’oppor-tunità dell’utilizzo di questi fitocomplessi che debbono essere assolutamente utilizza-ti con la posologia consigliata.Le forme di somministrazio-ne più idonee per una azio-ne lassativa efficace sono le compresse per uso orale e le miscele per infusioni da as-sumersi sotto forma di tisana . La tisana, forse il modo più tradizionale di assumere dro-ghe vegetali, rappresenta a tutt’oggi una somministrazio-ne estremamente valida ed efficace, specie per una pre-parazione mirata alla correzio-ne della stipsi, sia essa acuta o cronica per la quale un’ab-bondante assunzione di liqui-di è senz’altro una delle prime misure da adottare.

Curarela stipsi con i prodotti naturali

Dott. PAOLO DI MAURIZIOGastroenterologo, Responsabile Brancadi Gastroenterologia Studio MedicoPolispecialistico Cappuccini

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Giornate lunghe, assolate ed esigenze estetiche per la famosissima “prova costume”, fanno della stagione estiva il must per intensificare o iniziare un’attività sportiva.

cordiamo sempre che l’attività fisica deve essere svolta lonta-no dai pasti principali;

Abbigliamento e calzature adat-to alla disciplina sportiva: NO a scarpe da pas-seggio, a k-way e abbigliamento

sintetico, SI a scarpe ginniche, cotone e abbigliamento tecni-co;

Approccio alla disciplina spor-tiva e ad ogni sessione di alle-namento molto graduale; si a intensità e tem-

pi lentamente progressivi, NO alla terapia d’urto: il nostro fi-sico e la nostra mente hanno bisogno di un certo periodo di adeguamento affinché vi sia una corretta risposta agli stimoli dell’allenamento, ricor-diamo sempre che in un mese non avremo mai dei fisici da copertina, occorre costanza, anche per apprezzare la sen-sazione di benessere che lo sport ci regala;

Cerchiamo quindi di fare di questi semplici consigli, un tesoro e nell’augurare buona estate a tutti i lettori di “salute più” vi esorto a “convertirvi” allo Sport.

consigli in merito alle attività sportive in cui ci si vuole ci-mentare, sui possibili rischi, e su come evitarli;

Posto che cuo-re, muscoli e ossa siano ok, il must è idratar-si: bere molto, prima, durante e dopo le attivi-

tà sportive, utilizzando anche integratori di sali minerali, ma senza abusarne… quasi tutti gli integratori hanno una per-centuale variabile di zuccheri, e quindi calorie!

Evitare le attività fisiche con tem-perature proibi-tive: all’aperto prediligere le ore più fresche del-la giornata. Al

chiuso assicurarsi che vi sia un ottimo ricambio di aria anche condizionata; sfatiamo il mito delle sudate che fanno dima-

grire: non è vero! diminuiscono solo la capacità naturale di ter-moregolazione, aumentando il rischio di colpo di calore!

Le serate esti-ve inducono al consumo di al-colici… SI alla socialità, NO all’abuso, sem-pre, soprattutto

in un periodo di relativamente intensa attività fisica;

Mai svolgere attività fisica da soli ed in luoghi isolati: con il cal-do vi è sempre un rischio au-mentato di ma-

lesseri legati a colpo di calore o ipotensione;

M a n g i a m o bene: NO cibi invernali come insaccati, frittu-re, ecc. SI frut-ta e verdura, che ci aiutano

ad integrare naturalmente sali e vitamine ed a reidratarci. ri-

Lo sport è sinonimo di salute, e questo concet-to è ormai un caposaldo che tutti condividono, ma non sempre è vero. Infatti, lo sport è salute, se fatto in modo corretto e seguendo delle sem-plici regole, soprattutto durante la stagione più calda:

Prima di iniziare qualsiasi attività fisica, soprattut-to se si viene da un “letargo mo-torio” invernale, è necessario as-

sicurarsi che il nostro cuore, i nostri muscoli e le nostre ossa siano pronte e pienamente ef-ficienti a sopportare lo stress dell’inizio dell’attività sportiva; in questo il nostro medico del-lo sport di fiducia può esservi utile, nel valutare lo stato di forma fisica e nel dispensare

Dott. Emanuele GrazianiMedico dello SportPoliambulatorio Specialistico L.C. Nomentano

Sport è salute, ma… attenzione al caldo!

NOMENTANOLABORATORIO CLINICO

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Dott. ssa ROBERTA GETULLIMedico Chirurgo, Laboratorio. Clinico NOMENTANO

Con l’arrivo dell’estate torna giustamen-te di moda il tema dei rischi che com-porta l’esposizione solare prolungata a causa dei raggi ultravioletti e degli effetti dannosi che questi provocano sulla pel-le. In realtà esistono diverse tipologie di raggi ultravioletti (detti UV): i due tipi principali sono gli UVB, respon-sabili di numerose patologie della pelle, e gli UVA responsabili delle reazioni di fotosensibilizzazione, soprattutto quelle legate all’utilizzo di farmaci.Partiamo dal significato di “fotosen-sibilità”: questa è la proprietà di par-ticolari materiali (chimici o biochimici) di reagire alla luce. Le persone con un particolare tipo di cute (fototipo) sono più sensibili alle scottature solari, ma anche l’assunzione di particolari farma-ci o medicamenti naturali rendono la pelle più sensibile alla luce solare, con la comparsa di manifestazioni cutanee impreviste.

Quali reazioni possono scatenarsi se si assu-mono farmaci prima dell’esposizione al sole?

Le reazioni di fotosensibilità si suddividono essenzial-mente in due tipologie: fo-totossiche e fotoallergi-che. Le prime si sviluppano sulle zone della pelle espo-ste al sole: il farmaco viene trasformato per effetto del-la radiazione solare in un composto intermedio con capacità irritativa diretta sul-la cute generando macchie rosse o iperpigmentate, più raramente vere e proprie

vescicole. La loro intensità dipende fortemente dalla dose del farmaco: maggio-re la quantità, più grave la reazione. Questa compare dopo 5-18 ore dall’esposi-zione al sole ed in genere è massima dopo 36-72 ore.Le reazioni fotoallergiche coinvolgono il sistema im-munitario di una persona, cioè il principale sistema di difesa contro sostanze che l’organismo riconosce come estranee a sé stesso. Il farmaco induce una rea-zione mediata dal sistema immunitario e la manifesta-zione cutanea presenterà

i caratteri dell’orticaria e potrà interessare una su-perficie cutanea maggiore di quella esposta alla luce. La reazione può compari-re anche dopo pochi mi-nuti dall’esposizione, per raggiungere il massimo nel giro di alcune ore. Compa-re però solo dopo la prima esposizione al sole. Questo tipo di reazione non dipende dalla quantità di farmaco assunta. I fenomeni sono tipicamente reversibili e si risolvono spontaneamen-te in seguito alla sospen-sione dell’assunzione del farmaco.

Quali sono i farmaci maggiormente implicati?

Ce ne sono tantissimi, sia farmaci sistemici che per uso topico. Tra quelli di uso più frequente e e quindi più a rischio, vorrei ricordare:• antibiotici (ad esempio quelli del gruppo delle ‘’te-tracicline’’) e certi farmaci usati per curare infezioni

delle vie urinarie (chinolo-nici);• diuretici e certi farmaci antidiabetici da assumere per bocca (non l’insulina);• farmaci per malattie del sistema nervoso o antial-lergici, chiamati in genera-le “fenotiazine’’;• farmaci antiaritmici (in particolare contenenti amiodarone); • “antireumatici’’ e fans (soprattutto ketoprofene per uso topico)• la pillola anticoncezio-nale;• lozioni contenenti olio di bergamotto, limone o lavanda.

Quali sono i rischi?

Il rischio è quello di una gra-ve ustione solare.

Quando rivolgersi al medico?

Il ricorso al medico sarà necessario ogni qual volta si sviluppi una reazione da

esposizione ai raggi del sole (arrossamento, gonfiore della pelle, macchie, vesci-che ecc.) e si stanno assu-mendo farmaci, soprattutto se del tipo di quelli indicati in precedenza anche per-ché, qualora si debba in-terrompere l’assunzione del farmaco, è possibile un aggravamento della malat-tia. In genere è preferibile continuare ad assumere il farmaco e proteggersi dai raggi solari.Come ci si deve organizzare per evitare una reazione da fotosensibilità?Se si prevede una espo-sizione solare frequente e prolungata concomitante utilizzo di farmaci è bene chiedere al medico se que-sti possono provocare rea-zioni di fotosensibilità. Non sempre l’uso di creme pro-tettive solari è in grado di impedire queste reazioni, a meno che non si usino pro-dotti a protezione totale. La cosa più razionale è quella di evitare l’esposizione alla

luce diretta del sole, ricor-dando però di indossare comunque abiti coprenti in tessuto leggero (cotone, lino): le radiazioni solari in-fatti possono raggiungere il nostro corpo anche quando ci troviamo all’ombra, grazie alla luce riflessa. Esistono inoltre dei test appositi, i photopatch test, per sco-prire l’origine del problema.Come comportarsi nel caso si sia verificata una reazione da fotosensibilità?Nei casi in cui si siano ma-nifestate delle reazioni tos-siche o allergiche dovute all’assunzione di un farmaco è necessario intervenire con creme a base di cortisone e nei casi più gravi con una terapia orale, naturalmente dietro prescrizione medica. Per qualche giorno meglio, infine, evitare di prendere il sole. Fatte tutte le racco-mandazioni del caso e dopo aver dato qualche consiglio non mi resta che augurare buone vacanze a tutti voi!

Via Fausto Cecconi 3 Monterotondo T 06 9066229 www.studiocappuccini.com

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Non parliamo di sprechi ed ineffi-cienze, che pure esistono. Parliamo di “impostazioni

strutturali” molto più difficili da modificare: la sanità pubblica è fortemente “ospedale-centri-ca”, il “territorio” è sguarnito, il coordinamento “pubblico-pri-vato” uno sconosciuto.Un ospedale dovrebbe occu-parsi di persone che necessita-no di cure in regime di ricovero. Invece, i nostri ospedali fanno da ambulatori, da guardia me-dica e da residenza estiva per gli anziani. Questo è il significa-to del termine criptico “sanità ospedale-centrica”.Esistono alternative? Forse si. Il Paziente dovrebbe recarsi dal suo medico di famiglia ed in un ambulatorio per gli ac-certamenti specialistici. Se non necessita di ricovero, dovrebbe curarsi a casa sua, assistito a domicilio. Tra l’altro, costa meno curare un paziente così che in ospedale.Invece, leggiamo di ospedali al collasso e di Sindaci che lot-tano per conservare il loro pur piccolo ospedale, perché san-no di non avere altra risorsa.Mi vengono in mente (almeno) tre motivi per questo stato di cose, e che nessuno se ne ab-bia a male:1. perché nel Lazio la “pro-grammazione” è, in sanità, più teoria che pratica. Noi dovremmo individuare ri-sposte specifiche alle diverse

articolazioni della “domanda di salute” del cittadino, posizio-nando poi sul territorio le risor-se necessarie. Stando attenti ad individuare per ciascuna esi-genza la soluzione con il miglior rapporto costo/benefici: i me-dici di famiglia per l’assistenza quotidiana, gli ambulatori per la specialistica, le cure domiciliari per quanto trattabile a casa, le residenze assistite per gli an-ziani e, solo per le “acuzie”, i benedetti ospedali! 2. perché non siamo capa-ci (o non vogliamo) usare al meglio tutte le forze in cam-po. La Regione Lazio ha una visio-ne assolutamente “pubblico-centrica”, ovvero considera di Serie A le strutture pubbliche ed un male necessario tutte le altre. Così i 610 ambulatori “pri-vati accreditati” (cioè laborato-ri, radiologie, ecc. privati ma a cui è possibile accedere con “l’impegnativa”), sparsi capil-larmente sul territorio, non ven-gono coordinati con le strutture pubbliche per le quali sarebbe-ro invece preziosi punti di pre-senza periferici in grado – con i medici di famiglia – di assistere i cittadini in loco senza renderli pellegrini verso l’ospedale. Ov-viamente, abbiamo poi diverse decine di case di cura e centi-naia di “RSA” (case di riposo) distribuite per le 5 provincie, ed anche lì potremmo pensa-re a soluzioni atte a presidia-re il territorio. Tra l’altro, una prestazione “prodotta” da una

struttura “privata accreditata” costa spesso meno al Servi-zio Sanitario Regionale che la stessa prodotta in una struttura pubblica.3. perché non guardiamo in faccia la realtà. Il Piano dei Fabbisogni Sanitari regionale (del 2010) sancisce che la “domanda di salute” è totalmente soddisfatta attra-verso il sistema delle strutture pubbliche e private accredita-te esistenti. Lascio a ciascun lettore, nella sua autonomia di giudizio, stabilire se si ritiene totalmente soddisfatto.Io guardo i fatti e, già che ci sono, do anche un paio di con-sigli non richiesti:1. i Sindaci che si battono per i loro ospedali, convinti di tu-telare al meglio il diritto alla salute dei loro cittadini fanno, secondo me, una lotta giusta nei principi ma non in grado di risolvere veramente i proble-mi. Al loro posto, ingiungerei alla Regione di tenere aperto il mio ospedale fintantoché non sia stata in grado, insieme con me, di programmare una sanità per il mio territorio articolata ed efficace ed attivare le soluzioni individuate. A quel punto, spo-starsi per un’operazione chirur-gica programmata, non sarà la fine del mondo se vicever-sa saranno presenti a portata di mano soluzioni tempestive e di qualità alla esigenze “non ospedaliere”.2. è ora di piantarla con la pan-tomina del “pubblico di Serie A”

Se c’è una regione dove la sanità è una faccenda ingarbugliata, quella è il Lazio. I problemi sono numerosi: una grande metropoli da gestire, pazienti di altre regioni in trasferta a Roma, la presenza di (costosi) policlinici universitari, ampie aree con scarsa densità abitativa.Il punto, però, è diverso: negli ultimi venti anni questi problemi sono stati analizzati più volte individuando soluzioni convincenti a cui, però, non è mai stata data adeguata attuazione.

GALILEO FABRIZIO SCIARRETTA

programma regionale finalizza-to ad assicurare, almeno nelle intenzioni dichiarate, tanto il diritto alle cure da parte dei cit-tadini quanto il controllo della spesa pubblica.

Altrettanto certo è che il de-fault del sistema, se non già raggiunto, è ormai prossimo ad esserlo.

In questa desolante situazione, l’unica via d’uscita sembre-rebbe essere quella dei tagli: orizzontali, verticali, strutturali ma comunque drastici e dagli effetti disastrosi. Che siano la misura giusta per mettere a po-sto i conti è tutto da dimostra-re, che producano nei fatti una negazione del diritto alla salute è invece drammaticamente evi-dente, certo non nelle fredde statistiche regionali (peraltro di dubbia regolarità, come la no-stra esperienza ha ampiamen-te dimostrato) ma nelle corsie delle strutture sanitarie e nelle esperienze personali di troppi cittadini.

Difendere la sanità pubblica e quei presidi rappresentati dagli ospedali diventa allora un obbli-go, etico e morale prima anco-ra che istituzionale com’è per il sottoscritto. Senza il manteni-mento di un servizio essenziale qual è quello sanitario pubblico di prossimità ogni altra conside-

e del “privato di Serie B”. Dal 2008 la Regione Lazio – sulla base del fatto che, secondo il Piano dei Fabbisogni, il “fab-bisogno è soddisfatto”, nega qualsiasi autorizzazione per l’apertura di nuove strutture anche totalmente private im-pedendo così di fatto che si possa creare una qualsivoglia rete territoriale di prossimità per i cittadini. Altre possibili-tà sono per legge precluse ai privati: si pensi all’apertura di “punti prelievo” (dotati magari anche di una attività speciali-stica “di base”) che potrebbero venir incontro alle esigenze di piccoli centri dove oggi la sola presenza è quella del medico di famiglia. Qui ci vogliono programma-zione e coordinamento, non preconcetti ideologici.Non voglio ripercorrere il cam-mino che ci ha condotti dove siamo, né dare la caccia ai col-pevoli. Credo solo che sia ora di finirla. Adesso che i soldi per pagare soluzioni sbagliate non ci sono più, restano solo due possibilità: i tagli trasversali alla spesa dei quali, alla fine, fanno sempre le spese i più deboli o iniziare a fare, da domattina, le scelte giuste. Vedete voi cosa preferire.

Concordo: la sanità del Lazio è fac-cenda ingarbu-gliata assai. Lo è a causa di sprechi

ed inefficienze e lo è, concordo anche su questo, per una ormai cronica incapacità di program-mare, pianificare ed ottimizzare secondo logiche che non siano quelle dell’emergenza continua.

Dissento invece dalla consi-derazione secondo la quale la Regione avrebbe, per così dire, una visione “assolutamente pubblico-centrica”, tesa a fa-vorire le strutture pubbliche a discapito del “male necessario” rappresentato da quelle priva-te. A sostegno del mio punto di vista mi limito qui a ricordare l’abnorme estensione del siste-ma di accreditamento a suo tempo disposta dalla Giunta Storace, paradigmatica di una certa visione mortificante, o quantomeno sfavorevole, della sanità pubblica.

Non sostengo certo che la crisi strutturale del sistema sanitario regionale abbia nel prolifera-re degli accrediti privati la sua causa principale ma è tuttavia evidente, a mio modesto avvi-so, la specifica rilevanza che le politiche orientate alle logiche della “delega” di servizi essen-ziali abbiano avuto nei ritardi e poi nei fallimenti di qualsiasi

razione, intenzione o strategia è, a mio parere, del tutto mar-ginale nel vasto campo dell’in-teresse generale.

Quanto detto non sia però in-terpretato come una mia idio-sincrasia, magari di stampo ideologico, verso il ruolo, l’utilità e le potenzialità di una efficiente rete di servizi sanitari privati nel territorio. Dico di più: magari ci fossero le condizioni affinché la sanità nel Lazio venisse “pro-grammata” in senso pratico e non solo teorico/retorico, usan-do al meglio tutte le energie in campo, facendo in modo che il punto d’incontro tra domanda e offerta di servizi sanitari ven-ga trovato nel grado di soddi-sfacimento dei cittadini e non in qualche astratta alchimia di bilancio. Gli enti locali, Monte-rotondo tra questi, sarebbero ben lieti di sedersi al tavolo del confronto e di portare il proprio contributo, d’analisi e di pro-spettiva. Oggi purtroppo, per quanto forte e determinata pos-sa essere, la voce delle comu-nità locali e dei loro rappresen-tanti istituzionali è pressoché inascoltata, rumore di fondo oltre le pareti delle stanze in cui, tra grafici e tabelle, dichiarazio-ni e ritrattazioni, rassicurazioni e fandonie, si decide della nostra salute e di quella delle genera-zioni che verranno.

MAURO ALESSANDRISindaco di Monterotondo

Il sindaco di Monterotondo: “Prioritario difendere la sanità pubblica e ascoltare i territori”

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Alto sulla riva destra del Tevere, il borgo di Nazza-no offre da oltre mille anni una vista che ha pochi paragoni dominando le anse che il “biondo” fiume disegna tra i campi gialli per il grano ed il verde dei boschi nella sua corsa verso Roma. La stessa vista di cui nei millenni hanno goduto prima gli etruschi e poi i romani e dopo ancora tutti quei viandanti che, chi per commercio chi per recarsi pellegrino alla città eterna, hanno usato Nazzano per imbarcarsi e percorrere così l’ultima tratto di fiume verso la loro metà.Il pendio scosceso su cui è sorto il nucleo origina-rio dell’abitato lo ha salvato dall’urbanizzazione in-controllata che ha invece operato danni irrimediabi-li altrove e consente ancora oggi al suo incredibile castello – che sembra uscir fuori direttamente dal centro della terra - di stagliarsi nel cielo.Dunque per la sua storia, per il suo splendido affac-cio sul Tevere, per l’integrità delle sue strade che, a spirale, si inerpicano verso il castello, Nazzano non può mancare tra le tappe di chi voglia visitare la Valle del Tevere.Quando vi ci troverete, però, scoprirete una vivacità culturale importante, che va oltre quello che si po-trebbe a prima vista pensare: quindi provate a far coincidere almeno una delle vostre visite a Nazza-no con una delle manifestazioni delle quali trovate il programma in queste pagine.

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Calendario Eventi Anno 2012 – 2013Programma a cura dell’Ufficio Cultura e della Direzione del Museo del Fiume

2012SETTEMBRE8 Serata romana a cura della Pro-Loco Nazzano16 Festa della Madonna Addolorata a cura dell’Associazione Addolorate di Maria

OTTOBRE 6-20 II Edizione Concorso e mostra fotografica “In ricordo di Valerio Lucentini”6-21 Mostra Fotografica “Vivere il Presente” a cura dell’Archivio Laboratorio Audiovisivo “Peppe Catelli”21 Festa di Sant’Antimo a cura della Confraternita e Sagra della Polenta a cura della Pro-Loco 27 BiodiversaMente 2012 – Laboratori sulla vita microscopica nell’acqua

NOVEMBRE 17-18 “Antartico”: immagini, ricordi, ricerche e reperti tra i ghiacci.

DICEMBRE15-16 IV Edizione Mercatino di Natale a cura dell’Associazione “Il Sapere delle mani”

2013

GENNAIO19-20 Festa di Sant’Antonio a cura della Confraternita

MARZO24 o 31 Sagra degli gnocchi a cura della Pro-Loco 23-24 o 30-31 “AltraMusica - Incontri di Etnomusicologia: “I suoni della tradizione popolare”.

APRILE25 III Edizione Festival della Biodiversità tra Convegni, Caffè e Thè Scientifici, spettacoli; Sagra delle pappardelle al cinghiale a cura della Pro-Loco

MAGGIO7-15 Mostra fotografica “Vivere il passato”10-11-12 Festa di Sant’Antimo patrono di Nazzano a cura della Confraternita18-19 IV Edizione Mostra dell’artigianato a cura de “Il Sapere delle mani” 25-26 IV Edizione del concorso “L’arte del Mosaico”

GIUGNO1-2 II Edizione Festival delle Letterature e delle Scienze “Un Fiume di Storie”

LUGLIO20-21 Festa dei Cacciatori28 Antica Fiera delle merci e del bestiame

Per informazioni: www.museodelfiume.com – e-mail: [email protected] - www.proloconazzano.com

Museo - passaggio su greto

Confraternita Sant’Antimo

Festa di Sant’Antonio

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Il Carnevale morto

Il centro storico

Le foto sono state gentilmente concesse da:

ARCHIVIO LABORATORIO AUDIOVISIVO“PEPPE CATELLI”

Museo del Fiume di Nazzano (Roma)

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Con Carlo Cola, Sindaco di Nazzano, SalutePiù ha appro-fondito le dinamiche, particolari ed importanti, che legano i naz-zanesi al loro territorio ed alle loro tradizioni caratterizzate da una vitalità rara.

Sindaco Cola, ciò che in prima battuta colpisce di Nazzano è che una comunità di 1.300 abi-tanti possegga la vivacità per proporre una varietà di iniziati-ve come fate voi, tra l’altro con spesso una notevole ricerca culturale alle spalle.E’ vero, effettivamente l’offerta culturale di Nazzano è superiore a quella che ci si aspetterebbe da una comunità delle nostre dimen-sioni. Credo che il segreto stia nella scelta di valorizzare il “saper fare” dei nostri concittadini realizzando una situazione in cui ognuno possa contribuire secondo le sue perso-nali capacità ed inclinazioni. Del resto, con i chiari di luna dei bilanci comunali, è evidente come sia ne-cessario ricorrere a risorse diverse. Noi abbiamo scelto di mettere a fattor comune interessi e capaci-tà personali ed utilizzare il nostro centro storico, le sue piazze, i suoi palazzi, addirittura organizzando incontri culturali all’interno delle no-stre abitazioni.E ne viene fuori ogni anno un calendario di iniziative vera-mente affascinante.Questo non dovrei essere io a dir-lo, sarebbe come chiedere all’oste com’è il suo vino. Comunque, og-gettivamente, il calendario è molto articolato. Mi faccia iniziare però con il riconoscere i meriti: in questi anni, facendo perno sul Museo del Fiume e sull’Ufficio Cultura, abbia-mo costruito un’offerta culturale in grado di valorizzare il tessuto so-ciale cittadino e le risorse storiche, artistiche e naturalistiche di cui di-

sponiamo. Poi, siccome, anche di pane vive l’uomo, abbiamo aggan-ciato ogni evento culturale con una sagra, perché anche il cibo fa parte delle nostre tradizioni e poi è mol-to gradito. Sono nati così il Festival della Biodiversità, il concorso L’Arte del Mosaico, le mostre fotografiche ed il Festival della Letteratura “Un Fiume di Storie”. Se queste sono idee degli ultimi anni, da sempre ci sono le nostre tradizioni quali le fe-ste di Sant’Antimo e Sant’Antonio, il Carnevale Morto, la nostra banda musicale.Me ne racconta una di queste idee?Volentieri. Le racconto una delle ultime perché è un bel esempio di come nascono le cose. Allora, deve sapere che in questi ultimi anni l’Archivio Audiovisivo “Peppe Catelli” del nostro Museo del Fiu-me ha raccolto oltre 20.000 foto, donate dai cittadini della nostra comunità, che documentano la vita di Nazzano da più di cent’anni a questa parte. Ovviamente, queste foto riguardano gli aspetti più vari della nostra vita e così nascono le mostre fotografiche “Vivere il Passato” dove ogni anno ha il suo tema. L’ultima è stata dedicata ai matrimoni ed abbiamo unito alla mostra una sfilata particolarissima: venticinque ragazze hanno sfila-to con i vestiti da sposa delle loro mamme e nonne. Abbiamo avuto centinaia di spettatori anche per-ché Vivere il Passato coincide con la festa di Sant’Antimo, nostro Pa-trono, un momento in cui tutti tor-nano a Nazzano. Spero di essere riuscito a spiegare lo spirito con cui ci muoviamo.Ci è riuscito benissimo. Possia-mo dire che la forza di Nazzano sono i suoi cittadini?Si, possiamo proprio dire così. Anzi, mi faccia dire che la nostra forza sono anche le nostre asso-

ciazioni: infatti a Nazzano operano un numero rilevante di associazio-ni. La Pro Loco che svolge con enorme successo un’attività du-rante l’intero anno, la Polisportiva che vanta una squadra di calcio promossa quest’anno in seconda categoria ed anima una scuola cal-cio per i nostri figli e nipoti, la Ban-da Musicale che, istituita alla fine del ‘700, garantisce l’educazione musicale a tanti allievi ed arricchi-sce con i propri servizi musicali tutte le ricorrenze più importanti del paese. L’Associazione Euterpe che organizza concerti di musica clas-sica e che ha, al suo interno, una sezione di musica popolare con il gruppo “Organetti del Soratte”. Poi abbiamo “Il Sapere delle Mani”, un’associazione di artigiani dedita anche alla didattica che organizza da tre anni un importante concorso di artigianato artistico, il Coro Em-manuel che collabora spesso con la banda, l’Isola che c’è - onlus che svolge attività umanitaria in Guinea Bissau, i Volontari di protezione ci-vile e l’Associazione dei cacciatori che da due anni organizza una delle più belle feste. Ci sono poi le Confraternite e gruppi religiosi, la Confraternita di Sant’Antimo, no-stro Patrono, quella di Sant’Anto-nio Abate e le Sorelle della Madon-na Addolorata. Tutti protagonisti di feste e processioni che fanno parte della storia del paese. Infine il nu-meroso gruppo scout.Parlando di storia, mi viene in mente che avete un archivio storico particolarmente ricco.Si, diciamo che in questo caso la fortuna ci ha favorito. Al momento dell’Unità d’Italia, per qualche mo-tivo, i fondi notarili di Civitella S. Pa-olo, di Capena e di Nazzano sono stati concentrati qui da noi. Si tratta di documenti che partono dal ‘500, consultabili ed in parte restaurati. L’Archivio è ospitato nella Biblio-teca Comunale ed è stato inven-tariato con il supporto del Centro di Ricerche per la Storia dell’Alto Lazio e viene spesso consultato da ricercatori universitari e studiosi.Dal punto di vista urbanistico ed ambientale, Nazzano si situa in un contesto molto particola-re. Come vivete questa situa-zione?Il territorio del Comune di Nazza-

no è compreso per una notevole estensione nella Riserva Naturale del Tevere Farfa e nel contempo il nostro borgo storico ha sempre vissuto in un rapporto stretto con il Tevere se pensa che Nazzano aveva un porto fluviale utilizzato sia dai contadini di Nazzano per attraversare il fiume e raggiunge-re i terreni e il Molino dei Monaci di S. Paolo, sia dai pellegrini che si imbarcavano proprio qui da noi per raggiungere la Città Eterna. La presenza della riserva ci ha certa-mente facilitato nell’attuare politi-che di tutela ambientale: la metà del territorio comunale è sottopo-sto a vincolo per nostra scelta e di conseguenza anche i piani urba-nistici sono costruiti nel rispetto di questa filosofia. Così Nazzano si è potuto conservare al meglio ed i nostri concittadini, nel corso degli anni, hanno avviato un’attività di recupero delle loro abitazioni nel centro storico. Purtroppo vanno invece a rilento i lavori di recupero del Castello il quale, insieme ad al-cune abitazioni circostanti, è stato acquistato da una società immobi-liare con l’obiettivo di realizzare un albergo diffuso. Il procedere a rilen-to dei lavori mi preoccupa: dopo cinque anni dall’approvazione della convenzione tra Comune e pro-prietà i frutti di questo accordo non si vedono ancora. Mi auguro che il progetto venga completato al più presto poiché ritengo che questa iniziativa rappresenti per Nazzano un ulteriore punto importante per lo sviluppo turistico del territorio.Parlare di Tevere a Nazzano significa necessariamente par-lare del ruolo del vostro Museo del Fiume.Certamente. Il Museo del Fiume è una realtà che va ben oltre quello che il suo nome sembrerebbe in-dicare: non solo è un centro didat-tico frequentatissimo da scuole e gruppi di appassionati per appro-fondire l’ecosistema del fiume e la storia diciamo così “naturalistica” dell’area ma è anche un centro culturale polivalente che, operando in stretta connessione con l’Ufficio Cultura del Comune e con le Asso-ciazioni cittadine funge da motore per l’intera offerta turistico – cultu-rale di Nazzano.

GFS

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Il culto di Sant’Antimo è antico quanto la Sabina cristiana: visse e fu martiriz-zato a Cures Sabinorum nel IV secolo

d.C. dove venne sepolto nell’oratorio al XXII della Salaria dove era solito pregare. La chiesa di Nazzano è l’unica ancora esi-stente delle molte a lui dedicate in Sabi-na dove il suo culto era molto diffuso. Si tratta di un luogo antichissimo, edificato su preesistenti edifici romani e, comunque, già documentato alla metà del X secolo. La chiesa fu oggetto di un primo complessivo intervento tra il XII ed il XIII secolo mentre a partire al XIV secolo vennero inserite cap-pelle ad opera delle maggiori famiglie locali.L’impianto di Sant’Antimo si presenta a tre navate separate da due file di cinque ar-cate ciascuna poggianti, simmetricamente, su tre colonne ed un pilastro. Le colonne – tutte in granito tranne una in marmo greco – i capitelli ionici e le basi sono di recupero da edifici romani, così come l’elegante pa-vimento policromo a tasselli, in stile cosma-tesco, è formato da frammenti di marmi antichi tra cui quelli di un’epigrafe romana. Anche le grandi lastre di marmo che forma-no il recinto della schola cantorum e quelle dell’ambone sono materiali di recupero.

Ciò che subito colpisce visitando la Chie-sa sono i suoi affreschi: l’abside conserva opere del ‘300 attribuite a scuola umbra o ad Antoniazzo Romano. In alto è raffi-gurata l’Annunciazione, al centro l’Incoro-nazione di Maria ed in basso la Madonna con il Bambino, gli apostoli Pietro e Paolo, Sant’Andrea e Sant’Antimo. Altri affreschi,

anteriori al XIV secolo, sono osservabili sul fondo della navata sinistra, sebbene abbiano perso la loro colorazione. Essi sono quel che resta dell’antica decorazio-ne, probabilmente molto ampia, e raffigurano un santo con vesti orientali, forse Sant’Antimo, e gli avvenimenti legati al suo martirio.

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DIO TEVEREAlle volte, come si dice, non tutto il male vien per nuocere. Così, quando negli anni ’50, per ricavare un bacino in grado di alimentare la centrale idroelettrica, venne costruita la diga di Meana, probabilmente pochi o forse nessuno previdero come sarebbe andata a finire...

Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere Farfa

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Solo provare a descrivere la varietà di uc-celli, dei mammiferi (dal tasso al cinghiale all’istrice), le varietà vegetali infinite sa-rebbe un’opera impossibile per queste poche pagine e, quindi, lasciamo la pa-

rola alle bellissime e suggestive opere del fotografo naturalista Christian Angelici che impreziosiscono queste pagine.A tutti non possiamo che augurare di visitare al più presto la Riserva e di vivervi le stesse emozioni che regala a noi ogni volta che ci torniamo.Se volete intanto prepararvi all’avventura, vi sugge-riamo il sito ufficiale della Riserva Naturale Nazzano Tevere Farfa www.teverefarfa.it

Buona visita a tutti!!

Foto Christian Angelici

La diga, infatti, posizionata a valle della confluenza del fiume Farfa nel Tevere, generò l’innalzamento del livello delle acque e la formazione di un lago di circa 300 ettari. Il rallentamento della

naturale corrente del Tevere, portò poi all’accumulo di sedimenti con la formazione di isolotti al centro del lago e nel corso degli anni alla formazione di una vegetazione tipica delle zone umide: canneti, bo-scaglia alveare ed il bosco ripariale di ontani, salici e pioppi. A quel punto arrivarono anche gli uccel-li migratori ed il più era fatto: il nuovo ecosistema che si era venuto a creare si andava mano a mano arricchendo e rappresentava sempre più un patri-monio da proteggere. Nel 1979 veniva così istituita la Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere Farfa: oggi essa rappresenta il più importante tratto protetto nel Lazio lungo il Tevere e le sue caratteristi-che l’hanno fatta assurgere a Sito di Importanza Co-munitaria. In tutto circa 700 ettari protetti nei territori dei comuni di Nazzano, Torrita Tiberina e Montopoli.

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