Rosalind franklin: l’eroina mancata della scoperta del DNA

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Rosalind Franklin Una donna dimenticata

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Pochi sanno che nel 1963 sul podio per la consegna del Premio Nobel per la scoperta della struttura del DNA mancava uno scienziato il cui contributo è stato fondamentale: si trattava della ricercatrice Rosalind Franklin. Prematuramente scomparsa all’età di 37 anni per un tumore. Rosalind Franklin dovette affrontare un ambiente ostile alle donne, che in parte la ostacolò nell’emergere nel panorama internazionale come scienziata, ma il suo forte spirito di indipendenza e la sua indiscutibile intelligenza le hanno permesso di imporsi comunque nella storia della scienza e sono arrivati fino a noi, tanto da far sorgere la necessità di una rivalutazione storica del suo lavoro. Rosalind Franklin aveva 33 anni nel febbraio del 1953, quando sul suo taccuino di appunti scrisse che “il Dna è composto da due catene distinte”, due settimane dopo Crick e Watson costruirono il loro celebre modello della struttura del DNA, nel laboratorio di Cavendish a Cambridge. Le difficoltà che dovette affrontare, unite alla prematura morte che non le ha permesso di ricevere il giusto riconoscimento, ne hanno fatto un’icona del movimento femminista nelle scienze.

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Rosalind FranklinUna donna dimenticata

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Pochi sanno che nel 1963 sul podio per la consegna del Premio Nobel per la scoperta della struttura del DNA mancava uno scienziato il cui contributo è stato fondamentale: si trattava della ricercatrice Rosalind Franklin.

Prematuramente scomparsa all’età di 37 anni,ha condotto tutti gli esperimenti che hanno permesso di fotografare ai raggi X la struttura del DNA, e la cui interpretazione ha permesso di dedurne la struttura tridimensionale.

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È stata una biofisica che ha dato contributi fondamentali per la comprensione della struttura molecolare di DNA, RNA, virus, carbone e grafite.

Nacque a Kensington (Londra) il 25 Luglio 1920 e morì a Chelsea (Londra) il 16 Aprile 1958 per un tumore

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Gli inizi degli studiNata a Londra, il 25 luglio 1920, da una ricca famiglia anglo-ebraica, di banchieri.

Le donne della sua famiglia d’origine non lavoravano, ma avevano tutte buona cultura.Rosalind frequentò la prestigiosa scuola di St. Paul’s Girl’s, una delle poche scuole femminili di Londra nella quale venivano insegnate le materie scientifiche, come la fisica e la chimica.

Fu lì che Rosalind scoprì il suo interesse per la scienza, tanto che a 15 anni decise che da grande avrebbe fatto la scienziata.

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Gli inizi degli studiIl Newnham college di Cambridge

Entrò a 18 anni al Newnham college di Cambridge.

Qui partecipò ad una riunione dell’ Association of Scientific Workers di cui il presidente era il signor Lawrence Bragg che, all'epoca, aveva condiviso il premio Nobel assieme al padre per aver utilizzato la diffrazione dei raggi X per determinare la struttura dei cristalli.

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Gli inizi degli studiIl Newnham college di Cambridge

Rosalind frequentando il college acquisì le nozioni e le tecniche che avrebbero in seguito costituito la base di ogni sua attività lavorativa professionale.

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Gli inizi degli studi

Si laureò nel 1941; rimase nell’Università come ricercatrice.

In seguito nel 1942 la lasciò per andare a lavorare presso l’Associazione Britannica di Ricerca per l’utilizzazione del Carbone.

Qui la giovane Rosalind fece degli studi fondamentali sulle microstrutture del carbone.

Questo lavoro servì per preparare la tesi del suo dottorato in fisica e chimica, che conseguì nel 1945.

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ParigiLaboratoire Central des Services Chimiques de L'Etat

A guerra finita, nel 1946 si trasferì a Parigi presso i Laboratoire Central des Services Chimiques de L’Etat, per specializzarsi nella tecnica della diffrazione ai raggi X, metodo utilizzato anche per analizzare molecole di grandi dimensioni.

Il suo interesse si volse sempre più verso le molecole biologiche e studiò in particolare la struttura del carbonio.

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LondraIl King’s College

Nel 1951, per le sue competenze, fu invitata al Dipartimento di biofisica del King’s College di Londra dove erano iniziate le ricerche sul DNA, acido desossiribonucleico, la componente principale dei cromosomi e quindi dei geni.

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LondraIl King’s College

Rosalind mise a punto una tecnica innovativa che utilizzava i raggi X per fotografare i costituenti di tutti i materiali viventi e non viventi.

Questa tecnica fu chiamata cristallografia a raggi X

In questo modo ricavò alcune immagini della struttura del DNA che in seguito ad analisi molto complesse capì essere ad elica.

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LondraLa fotografia 51

La “fotografia 51” – evidenziò gli aspetti caratteristici di una struttura ad elica

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Il King’s CollegeI rapporti con i colleghi

La vita di Rosalind al King’s College non era felice: i rapporti umani con i colleghi erano difficili, a causa di forti differenze di temperamento, rivalità, ambizioni.

Spesso si doveva scontrare con un diffuso maschilismo che tendeva al separatismo fra uomini e donne e alla pretesa di comportamento ancillare da parte di queste ultime, nei confronti degli scienziati maschi.

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Il King’s CollegeI rapporti con i colleghi

Rosalind invece era una donna forte, determinata, particolare e sofisticata, nel bigotto mondo di Cambridge, per aver vissuto a Parigi ed essere di religione ebrea.

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La scoperta che ha rivoluzionato il mondo scientificoNel giugno del 1951 presenziò al secondo congresso di Stoccolma nel quale ascoltò il resoconto di una scoperta da parte del fisico Linus Pauling: l’alfa elica,

la più importante struttura regolare presente nelle proteine, che permette alle catene di formare degli angoli.

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La scoperta che ha rivoluzionato il mondo scientifico

Questo incontro la spronò ad effettuare ricerche più approfondite sviluppando immagini sempre più nitide del DNA dalle quali riuscì ad ottenere la sua prima importante scoperta in questo campo: esistevano due forme di DNA.

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La scoperta che ha rivoluzionato il mondo scientifico

Quando era idratata la fibra diventava lunga e più sottile: struttura paracristallina (forma B);

Messa a contatto con un agente disidratante: asciutta riprendeva la sua forma iniziale a struttura cristallina (forma A).

Questi studi furono essenziali per la grande scoperta che attendeva gli scienziati.

A DNA B DNA

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La scoperta che ha rivoluzionato il mondo scientificoRosalind Franklin aveva 33 anni nel febbraio del 1953, quando sul suo taccuino di appunti scrisse che “il Dna è composto da due catene distinte”, due settimane dopo Crick e Watson costruirono il loro celebre modello della struttura del DNA, nel laboratorio di Cavendish a Cambridge. .

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Franklin, Wilkins, Watson e Crick e la doppia elica del DNA

Alla sua stessa ricerca sul DNA lavoravano tre ricercatori-uomini: Maurice Wilkins, James Watson e Francis Crick.

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Franklin, Wilkins, Watson e Crick e la doppia elica del DNAJames Watson, classe 1928, era un biologo americano laureato in zoologia presso l’Università dell’Indiana e a Cambridge grazie ad una borsa di studio.

Watson era un tipo molto disinvolto, versatile, trascinatore, soprattutto nei confronti di un altro collega: Francis Crick, nato nel 1916. Un altro collega della Franklin era Maurice Wilkins, anch’egli nato nel 1916 e dunque quasi coetaneo della collega Rosy, specializzato in biofisica.

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Franklin, Wilkins, Watson e Crick e la doppia elica del DNA

Watson e Franklin andavano d’accordo perché la ricercatrice era convinta di essere stata chiamata a Cambridge grazie alle precedenti esperienze ed ai suoi personali successi e riteneva di dover condurre in autonomia le sue ricerche anche in quella nuova Sede.

Il collega Maurice invece, che aveva cominciato prima di lei, pensava che la collega era stata chiamata per affiancarlo ed aiutarlo nelle sue ricerche, nel ruolo di ‘assistente esperta’ .

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Franklin, Wilkins, Watson e Crick e la doppia elica del DNA

Questa scarsa chiarezza nella definizione dei ruoli aveva portato i due ricercatori a non parlarsi più. L’unico modo per conoscere gli studi ed i progressi nella ricerca dell’altro era quello di partecipare ai congressi ed ai seminari scientifici.

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Franklin, Wilkins, Watson e Crick e la doppia elica del DNA

Linus Pauling, classe 1901, lavorava alla stessa ricerca.

Questo scienziato faceva sapere in giro di essere ormai arrivato alla soluzione dell’enigma (non era vero, perché il suo modello conteneva un grossolano errore: ipotizzava una tripla elica) del DNA.

Occorreva fare presto, se si voleva arrivare primi.

Fu così che l’intraprendente Watson prese contatti con Wilkins, il quale gli mostrò delle copie di fotografie scattate dalla Franklin (che lui aveva riprodotto di nascosto), in particolare la foto n. 51..

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Franklin, Wilkins, Watson e Crick e la doppia elica del DNA

Questa immagine era quanto mancava al giovane ed ambizioso ricercatore per arrivare alla verità:

«Come vidi la fotografia rimasi a bocca aperta e sentii il cuore battermi più forte…La croce nera dei riflessi al centro della foto poteva nascondere solamente una struttura elicoidale…»

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Franklin, Wilkins, Watson e Crick e la doppia elica del DNA

Sul numero di Nature del 25 aprile 1953 comparvero ben tre articoli sul DNA: «A Structure for Deoxyribose Nucleic Acid» di Watson e Crik.

Il secondo da Wilkins ed i suoi collaboratori (A. R. Stokes e H. R. Wilson).

Il terzo dalla Franklin e il suo migliore studente (Raymond Gosling) con il quale tre mesi più tardi pubblicò una conferma dell’elica nella forma in A.

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Franklin, Wilkins, Watson e Crick e la doppia elica del DNA

Nei loro articoli Watson e Crick non fecero alcun un accenno alla donna che aveva reso possibile la realizzazione di quel modello.

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Franklin, Wilkins, Watson e Crick e la doppia elica del DNARileggendo i suoi carteggi, si capisce come la Franklin abbia sofferto molto nell’ambiente in cui viveva, ma dai suoi scritti non trapela nulla che riguardi un moto di amarezza o di dispiacere per questa «mancata» scoperta tanto che, nella sua vita, rimase sempre in ottimi rapporti con Watson e Crick, con i quali continuò a collaborare fino alla sua morte.

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Nella primavera del 1953 la scienziata si trasferì al Birkbeck College di Londra, dove si occupò di uno dei virus che causano la poliomielite.

Grazie al suo eccezionale metodo di preparazione e fornì la prova della particolare struttura di questo virus.

Large model of the structure of PoliomyelitisBuilt for the International Science Pavilion, Brussels World Exhibition, 1958, by the sculptor John Ernest.Rosalind Franklin Group, Birkbeck College, London.Brought to LMB by Aaron Klug, 1962.

Il trasferimento al Birkbeck College di Londra: il virus della poliomielite

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La morte prematura

Nell’autunno del 1956, Rosalind scoprì di avere il cancro alle ovaie, ma rifiutò di abbandonare il suo lavoro di ricerca. Morì il 16 aprile del 1958, all’età di 37 anni, forse per le eccessive esposizioni ai raggi X.

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1962: il premio Nobel

Purtroppo, la Franklin morì prematuramente e il premio Nobel per questa scoperta fu assegnato a Crick, Watson e Maurice Wilkins (il capo del laboratorio al King College di Londra dove lavorò).

La sua morte fu annunciata sul  Times, sul New York Times, oltre che su Nature 

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1962: il premio Nobel

Anche se non avevano più nulla da temere, poiché il Nobel viene conferito solo a persone viventi, non ricononobbero il contributo di Rosalind Franklin neppure durante il loro discorso di ringraziamento.

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1962: il premio Nobel

Il fatto che i suoi dati stessero alla base del modello del DNA venne reso noto soltanto nel 1968, quando venne pubblicato il libro di Watson "La doppia elica", in cui lo scienziato descrive la storia della scoperta della struttura dell'acido nucleico, dipingendo un quadro di Rosalind così sprezzante che diversi esponenti della comunità scientifica vi riconobbero la mancanza delle più elementari regole dell'etica professionale.

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Dopo la sua morte

Per un vero seppur tardivo riconoscimento ufficiale si dovettero attendere moti anni ancora:

nel 1998, a 30 dalla sua morte, la foto della Franklin fu collocata accanto a quella dei colleghi vincitori del Nobel alla National Portrait Gallery di Londra.

E nel 2000 il King’s College l’ha onorata nominando una sua nuova ala il “Franklin-Wilkins Building”.

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Dopo la sua morteRosalind Franklin è diventata il simbolo della posizione di discriminazione delle donne nel pantheon della scienza fino a qualche tempo fa.

Bisogna amaramente aggiungere che quindici anni dopo la sua pubblicazione, Watson stava ancora giustificando le proprie azioni come, ad esempio, quando scrisse:

«Come sapete, le leggende narrano che io e Francis abbiamo rubato la struttura ai

ricercatori del King's. Mi avevano mostrato il diaffrattogramma ottenuto ai raggi X da

Rosalind Franklin: wow! era un'elica! Ed ecco che un mese dopo avevamo la struttura;

Wilkins non avrebbe mai dovuto mostrarmi la foto».

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Invito alla lettura

Sara Sesti, Liliana MoroScienziate nel tempo. 70 biografieEdizioni LUD, Milano 2010 pag. 214

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Invito alla lettura

Brenda Maddox Rosalind Franklin. La donna che scoprì la struttura del Dna Traduzione di Cristina SerraMondadori, 2004 Pagine 352

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Invito alla lettura: e-book

Women in sciencehttp://ec.europa.eu/research/index.cfm?lg=it&pg=wisaudiobook

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Film sulla biografia di Rosalind Franklin

Il segreto della foto 51Autore, regia Gary Glassman. Produzione NOVA, Stati Uniti 2003, 50 min

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Arte contemporanea

Wyllie Oaganhttp://www.wyllieohagan.com/pages/sale-franklin.html