Romagolf numero zero

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IN ATTESA DI REGISTRAZIONE PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA numero 0 - aprile - 2012 MENSILE SUL MONDO DEL GOLF DELLA CAPITALE !"#$ olf L’EVENTO DIANA LUNA ATLETA DELL’ANNO IL PERSONAGGIO PEPPE ZARBO UNA VITA “SOTTO IL SOLE” Acquasanta la storia del golf italiano g

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First issue of Romagolf

Transcript of Romagolf numero zero

IN ATTESA DI REGISTRAZIONE PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA numero 0 - aprile - 2012

MENSILE SUL MONDO DEL GOLF DELLA CAPITALE!"#$ olf

L’EVENTO

DIANA LUNAATLETA DELL’ANNO

IL PERSONAGGIO

PEPPE ZARBOUNA VITA “SOTTO IL SOLE”

Acquasantala storia

del golf italiano

g

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Cari amici golfisti, questa nuova rivista è rivoltasoprattutto a voi. È di voi che vogliamo parlare.Di tutti gli appassionati che frequentano i circolidi Roma e del Lazio e che amano giocare, maanche parlare e discutere di golf. Vogliamo rac-

contare le vostre storie. Vogliamo raccontare la vita deicircoli, delle associazioni che raggruppano categorie pro-fessionali e sportive e organizzano gare ed eventi. Vogliamoparlare dei giovani, delle donne, degli uomini che praticanoil golf. Ci concentreremo soprattutto sul nostro territorio.Sul golf romano e laziale, quello che ci è più vicino. Cipiacerebbe che questa rivista divenisse un luogo di incontrofra tutti noi. Vi invitiamo a scriverci, a inviarci mail, a se-gnalarci iniziative, problemi, eventi che possono interessaretutti e possano contribuire a far crescere l’attenzione el’interesse verso il golf.

La nostra è una piccola avventura e una grande sfida.Ringrazio soprattutto chi ci ha messo nelle condizioni diiniziare. Voglio ringraziare anche gli amici che hanno col-laborato alla realizzazione di questo primo numero.Troverete un servizio su Diana Luna, in questo momentol’atleta romana più rappresentativa nel mondo del golfinternazionale. Poi il circolo dell’Acquasanta, pietra miliarenella storia nazionale di questo sport. E ancora, una seriedi interviste a personaggi più o meno famosi che ci rac-contano le loro storie, i loro progetti, il loro lavoro. E poic’è spazio per la tecnica, per la buona tavola, per ilbenessere, per riflessioni psicologiche e sentimentali, perun esame di coscienza collettivo che troverete in chiusuradi rivista, nel Contro-editoriale, scritto da un caro amicoche ringrazio ancora per la sua disponibilità.

Insomma, speriamo di aver fatto un buon lavoro. Spe-riamo di incontrare il vostro apprezzamento e speriamo,soprattutto, di incontrarci di nuovo il mese prossimo. !

EDIT0RIALE

UN SALUTO DALL’AIGG A “ROMAGOLF”

“È sempre un momento di festa quando viene al mondo un nuovo giornale. Perché il coro di voci, che inquesto caso si preferisce stonato rispetto a pericolose unanimità di ritmo e partitura, si arricchisce econsente in questo modo a tutti di ampliare le proprie conoscenze.

Se il nuovo giornale parla di golf, la festa è doppia per quanti amano questo sport e vorrebbero leggerne dallamattina alla sera: gli aspetti tecnici come quelli turistici, le storie con la S maiuscola come le vicende minori,insomma i green dall’A alla Z. Se infine al timone della rivista ci sono persone appassionate e competenti comeSandro e il suo staff, la festa diventa esultanza.

Che le pagine della nuova iniziativa editoriale possano scandire la crescita del golf a Roma e in Italia. E magari legesta (quelle in campo, si intende) di un Tiger Woods “alla vaccinara”. !

Marco Dal Fior, Presidente Aigg - Associazione Italiana Giornalisti Golfisti

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L’EVENTO

Diana Lunaatleta dell’anno

PAG. 3

UNDER DICIOTTO

Sognando Tiger

PAG. 26

IL PARERE DELLO PSICOLOGO

Oltre i confinidell’io

DI ANNA MACI

PAG. 28ASSOCIAZIONI E CIRCOLI

News ed eventi

PAG. 30

IL CIRCOLO

Acquasanta, tra storia e tradizioneDI BENEDETTO LATTANZI PAG. 4

L’ANGOLO DELLA TECNICA

Il gripDI PIERLUIGI COLONNA

PAG. 24

GOLF IN ROSA

Una storia d’amoreDI STEFANIA TAMBURELLO

PAG. 29

LA NOTIZIA

Il golfè semprepiù verde

PAG. 21

L’INTERVISTA

Carlo Scatenapresidente Fig-Lazio

PAG. 11

IL GREEN DEI FAMOSI

IL RISTORANTE DEL CIRCOLO

Sapori sicilianie cucina romana

DI ANDREA CUOMO PAG. 18

WELLNESS

Prince Spaun’oasidi benessere

DI DANIELA CIRRINCIONE

PAG. 22

!"#$GOLF

MENSILE SUL MONDO DEL GOLF

DELLA CAPITALEnumero in attesa di registrazione

DIRETTORE RESPONSABILESandro Marini

EDITORE: MemoriPiazza Grazioli 18, 00186 RomaSTAMPA: Del Gallo editoriZI Santo Chiodo06049 Spoleto

Hanno collaborato a questo numero

FRANCESCO ACAMPORADANIELA CIRRINCIONEPIERLUIGI COLONNAANDREA CUOMOMARCO DAL FIORBENEDETTO LATTANZIANNA MACIRUGGIERO PALOMBOSTEFANIA TAMBURELLO

CONTRIBUTI FOTOGRAFICISERGIO FANTONIMATTEO MIGNAMIDARIO SARTINI

La foto di copertina è di DARIO SARTINI

Peppe ZarboDalla tv al golfsempre “sotto il sole”

DI FRANCESCO ACAMPORA PAG. 8

IN VIAGGIO CON LA SACCA

Francesco FantiMonte dei Paschi di Siena

DI S.M. PAG. 12

Porto Santo gioiello nell’OceanoDI MARCO DAL FIOR PAG. 14

[email protected]

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«È stata unap a s s i o n enata all’in-terno della

mia famiglia, poi mi sonoresa conto che questo sportè meraviglioso e ogni giornoti riserva qualcosa di nuovo.Questo titolo mi riempie diorgoglio e rende merito algrandissimo lavoro portatoavanti dalla Federazione Ita-liana Golf. Il presidente Chi-menti ha fatto sì che il golfdivenisse sempre più acces-sibile e grazie anche al con-tributo di vittorie offerto datanti golfisti italiani, sia incampo maschile sia in campofemminile, il numero di ap-passionati e praticanti è de-stinato a crescere ancora».

Con queste parole DianaLuna ha accolto con grandesoddisfazione il titolo Atletadell’Anno 2011, che le è statoconsegnato lo scorso 23 gen-naio in Campidoglio, dalsindaco di Roma, GianniAlemanno. Il premio, giunto

alla Terza Edizione, vieneassegnato ad atleti e societàsportive che nell’anno pre-cedente si sono distinti nellerispettive discipline.

Diana Luna, cinque vit-torie in carriera nell’LPGAtour; un prestigioso secondoposto, lo scorso anno, agliOpen di Francia; e primaitaliana ad essere convocataper disputare con la squadraeuropea la Solheim Cup, haricevuto l’onorificenza chela consacra fra gli sportivi

più rappresentativi della Ca-pitale.

Diana Luna era in buonacompagnia. A ricevere il pre-mio Atleta dell’Anno sonostati altri campioni che han-no dato lustro alla città nellevarie discipline sportive, dallapallavolo al pugilato, dal-l’atletica leggera al calcio.

Una vera sfilata di cam-pioni ed atleti, tra cui i gio-catori di Roma e Lazio, PabloDaniel Osvaldo e MiroslavKlose. !

L’EVENTO

Assegnati in Campidoglioi riconoscimentiai migliorisportivi della Capitale per il 2011

Diana Lunaatleta dell’anno2011

Diana Luna riceve il premio “Atleta dell’anno 2011” dalle mani delsindaco di Roma, Gianni Alemanno

Si respira la storiadel golf italianovarcando la sogliadel Circolo delGolf Roma Acqua-

santa, al numero 716 di viaAppia Nuova. Qui, nel lon-tano 1903, su un terrenoondulato di proprietà dei

principi Torlonia,tra l’acquedottoClaudio e il mau-soleo di Cecilia Me-tella, un gruppo digiocatori inglesi e

americani che viveva aRoma, guidato dal capitanoArthur Flach, trovò l’am-biente ideale per usare sacca,palline e bastoni da golf, a

pochi chilometri dalla Ca-pitale. Da allora il percorsoall’interno della Vallis Mar-morea è rimasto più o menocome lo trovarono i primigiocatori, con piccole mo-difiche apportate negli anni(nel 1913 furono realizzatealtre 9 buche portandolo a18). «È stata madrenaturaad aver disegnato questocampo da golf, il migliorarchitetto possibile che cipoteva capitare», sottolineail generale Carlo Alfiero,presidente dal 2010 del piùantico circolo di golf d’Italia.E ancora oggi, percorrendoi saliscendi che caratterizzanoquesto campo, attraversato

dal fiume Almone e impre-ziosito da 310 pini maritti-mi, decine di olmi, pioppie cipressi, sembra di ritrovarsiin quelle vedute e paesaggiromani immortalati dal ce-lebre pittore olandese GasparVan Wittel.

LA TRADIZIONE DEL GOLF«L’Acquasanta, che per il

suo centenario ha avuto ilprivilegio di vedersi dedicatoun francobollo commemo-rativo, ha un compito fon-damentale: diffondere i prin- 4

Tutti i segreti del circolo più anticod’Italia dove ogni buca è statadisegnata da “madrenatura”

diBENEDETTO

LATTANZI

IL CIRCOLO

Acquasantatra storia e tradizione

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MARCO CARLONIHcp 5.3

«Per me la buca più dif-ficile è la 12 perché bisognatirare un buon tee-shot peravere un secondo colpoaperto al green».

cìpi dello sport - onestà, le-altà, correttezza e rispettodegli avversari - e salvaguar-dare la tradizione del golf»,precisa il presidente Alfiero.«Il nostro circolo rappresentaun patrimonio golfisticostraordinario non solo peraver portato questo sport inItalia, ma anche per i successiavuti nel corso della sua sto-ria e per aver mantenuto inauge il golf nella Capitale»,continua il generale Alfieroricordando che «su questocampo, oltre ad aver giocatoteste coronate italiane e in-ternazionali, nomi famosidell’industria e della politica,del cinema e della cultura,sono nati e cresciuti i piùgrandi campioni di golf ita-liani», dai Bevione, ai Grap-pasonni, dai Croce ai Ber-nardini, solo per nominarnealcuni. Una citazione a parte 6

DRESS CODEIl Golf Roma Acquasanta è sinonimo di tradizione, storia e leggenda e, come tutti i circoli

che si rispettino, ha un suo “dress code” che viene rigidamente seguito da tutti i soci e dagliospiti che lo frequentano.

Pantaloni: i jeans, l’abbigliamento sportivoe militare, non sono permessi in campo.

Shorts: i bermuda possono essere indossati,ma si richiede agli uomini di indossare calzelunghe di ogni colore.

Camicia: per gli uomini, gli indumenti senzacolletto sono sconsigliati; e nessun indumentopuò essere portato “fuori dai pantaloni”.

Scarpe: le scarpe da ginnastica non sonoconsiderate appropriate all’interno della Clu-bhouse.

Cappelli: i cappelli non possono essere in-dossati all’interno della Clubhouse, neanchecon la tesa all’indietro.

Ristorante: Dopo le sei del pomeriggio sonorichieste la giacca e la cravatta. Negli altri orarisarà appropriato un abbigliamento “smart butcasual”. Carlo Alfiero, Presidente del Circolo

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invece la merita Isa Gol-dschmid inserita nel librodei Guinness dei primatisportivi per aver vinto 22volte consecutive il campio-nato italiano di golf, dal1947 al 1976.

IL PERCORSOMalgrado la continua in-

troduzione di nuovi materialiche permettono di raggiun-gere distanze sempre piùlunghe, «il percorso dell’Ac-quasanta (6.000 metri, par

71) resta un campo moltotecnico e gli score dei gio-catori sono spesso sopra ilpar», assicura il direttoreAngelo Cori, ricordando che«il record del campo è statorealizzato nel 1967 da Ro-berto Bernardini con un63». La presenza di «un im-portante patrimonio arboreoche entra in gioco su tantebuche condiziona la strategiadi gioco», prosegue Cori.«Il drive è meglio lasciarlonella sacca a meno che nonsi vogliano prendere moltirischi». Ci sono diverse in-sidie rappresentate da ru-scelli, “marane” e laghetti(quello della buca 14 è ali-mentato dalla fonte mineraleEgeria) ed è raccomandabile“un gioco prudente” anchesui green che in gara “sonoresi duri e veloci dal preziosolavoro di nove addetti allacura del campo”, spiegaCori.

Le buche più insidiose re-stano senza dubbio la 3, unpar 4 in salita con il fairwayin pendenza e il green cieco,e la 12 con un difficile do-gleg a destra, la presenza diun ostacolo d’acqua lungotutta la buca e i bunker adifendere il green. Mentrequelle da cartolina, sono la7 con l’Acquedotto Claudiosullo sfondo e la 10, dal teesi vede la cupola di San Pie-tro.

LA SCUOLA GIOVANIDa alcuni anni l’Acqua-

santa dedica un’attenzioneparticolare all’attività gio-vanile con una vera e propriascuola, che il direttore Coriconsidera «trainante per lavita di un circolo, perché senon si punta sui giovaninon c’è ricambio generazio-

nale». La scuola è guidatada «Marino Peri, allievo delleggendario Pietrino Manca,uno dei primi maestri digolf in Italia che ha formatotantissimi professionisti chehanno poi ‘colonizzato’ igreen di tutta Italia», spiegaCori sottolineando con or-goglio ‘acquasantino’ che«nel Dna di tantissimi gol-fisti italiani c’è traccia diPietrino». Assieme al mae-stro Peri ci sono Roberto eLuca Bernardini, Mario Sar-della, Giulia Montagnini eMassimo Mennelli, l’ultimoitaliano vincitore di un Opend’Italia, giocato proprio suquesto campo.

Il club dei giovani del-l’Acquasanta «conta circa 90iscritti tra i 6 e i 24 anni, diquesti 60 sono under 18»,dice il direttore. «Alcuni anni

fa abbiamo modificato lostatuto abbassando l’età mi-nima di iscrizione da 8 a 6anni. In questo modo unbambino può anticipare ilmomento in cui prenderel’handicap». !

OLIVO CALZELLI Hcp. 3

«La buca più spettacola-re? La 10 dove in lontananzasi vede la cupola di SanPietro».

JONATAN BALDELLI Hcp 3.8

«Secondo me la buca piùimpegnativa è la 13 perchédal tee vado sempre troppoa destra dove non ho il col-po e poi intorno alla bucaci sono diversi ostacoli adestra, sinistra e dietro».

QUI MARIO CAMICIA INIZIA A “SWINGARE”Mario Camicia, la “voce ufficiale” del golf italiano,

giornalista di Sky Sport, scomparso il 27 dicembre scorso,ha iniziato a “swingare” negli anni ’50, proprio sul percorsodel Circolo del Golf Roma Acquasanta. Da giovane è arrivatoa vestire la casacca della nazionale juniores di golf. Dal1955 al 1959 presidente del circolo dell’Acquasanta è statol’ammiraglio Francesco Camicia, zio di Mario.

GIUSEPPE PASSA Hcp. 19

«Qui all’Acquasanta sigioca un golf classico. È ilcircolo più vecchio d’Italiae bisogna mantenere questecaratteristiche».

Da quanti anni giochi a golfe come ci sei arrivato?

Beh, saranno otto, noveanni ed è una bella storia.Ho una famiglia di parentiamericani che vive a NewYork, i cugini di mio nonnoemigrati negli anni ’40, chevado a trovare fin da quandoero bambino. Nel 2000, du-rante una delle mie vacanzeda loro, scopro che mio cu-gino Frank è istruttore digolf. E lui si offre di portarmia giocare. Io, naturalmente,

accetto e mi portain un campo vicinoal vecchio aeroportodi New York, il Fio-rello La Guardia.Partiamo all’alba,

facciamo colazione nel tipicobar americano modello“Happy Days”, e comincia-mo a giocare. Io, prima voltain vita mia, tiro dei colpacciterrificanti. Lui mi regalascarpe e guanto e io, dopoaltre cinque sei giocate, im-pazzisco per il golf grazie alui. Torno in Italia e mimetto subito alla ricerca diun campo da golf. Vado inun circolo vicino a casa ecome mi vedono, jeans emaglietta, mi prendono perun ragazzaccio e mi trattanocome tale. E io, abituato aNew York dove andavi, pa-gavi il tuo green fee e giocavisenza troppe formalità, ri-mango molto deluso ed ab- 8

IL GREEN DEI FAMOSI

Uno dei protagonisti principali della soap “Un posto al sole”, in onda tutte le sere su Rai 3, racconta come è nata la sua passione per questo sport

Dalla tval golf,sempre“sotto il sole”

Peppe Zarbo

diFRANCESCOACAMPORA

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bandono. Tre anni dopo,una domenica, vado a PortaPortese e da lontano vedouna sacca che “s’illumina”;mi avvicino e vedo che unacoppia di ragazzi sta con-trattando per acquistarla. Ionon ne capivo niente di le-gni, ferri, putter, palline etc.ma decido di prenderla.Quindi con gentilezza mel’accaparro pagandola quat-tro soldi. Comunque, nonera una sacca vecchia, mamoderna. Questa coppia miriconosce e mi propone diandare immediatamente agiocare a golf con loro. Ederano soci dell’Arco di Co-stantino, dove mi portano.E dove ancora gioco. Poi,

ho cominciato anche a viag-giare per golf e sono statosu tanti campi, dall’Austriaal Sud America, al Marocco. Sono ormai 15 anni che tusei uno dei protagonisti di“Un Posto al Sole” che siregistra a Napoli, mentre tuvivi a Roma. A Napoli unavolta c’era un solo campo ea nove buche, quello dellaBase Nato; ora è nato CastelVolturno, un bel campo a18 buche. Riesci mai a scap-pare dagli studi tv per andarea giocare?

Ci provo. Vado spesso alCarney Park, il nove buche,che è meraviglioso perchésembra veramente di starein America. Si paga anche

tutto in dollari. Anche CastelVolturno è bello. Le primenove buche fanno partedell’Holiday Inn, mentre leseconde nove si sviluppanoeccezionalmente lungo ilmare. Però questa colloca-zione fa sì che sia difficilis-simo tenerle sempre in per-fetto stato. E quando fabrutto tempo diventano in-giocabili. Ma rimane un belcampo. Anche se io al mas-simo posso concedermi novebuche, e quindi vado sul-l’altro.Ma tu non hai solo il lavoro.Hai una bellissima famiglia,con tre figli e una moglieche già ti perdono quattro,cinque giorni alla settimana.E quindi questo crea un’ul-teriore difficoltà a trovare iltempo per giocare.

Sì, ma io sono un bravis-simo organizzatore. Il sabatovengo a giocare presto e pri-ma di pranzo sono già acasa. Tanto i bambini si sve-gliano tardi… Insomma,faccio le cose in maniera danon togliere tempo alle altrecose bellissime della vita.Per fortuna ho imparato agiocare prima di crearmiuna famiglia, e questo fa ladifferenza, ed è stata la miasalvezza.Ma pensi di portare i tuoifigli a giocare a golf?

Certo, l’ho già fatto comeesperimento. Questo sportè bello, si circonda di cosebelle, di persone belle, diluoghi belli, di un bon ton.È un ambiente che mi piaceperché l’etichetta e la buonaeducazione sono importanti.Non si grida, non si fa ca-ciara. E se si fa, si fa inmodo simpatico. E quindima fa piacere pensare che imiei figli crescano in questo

ambiente. Poi magari do-mani andranno a giocare apallone in periferia….Ma tu avevi il fuoco sacrodell’arte già da piccolo?

No, assolutamente. Nonho il fuoco sacro. Non recitopoesie la mattina, non faccioesercizi per il diaframma.Non vivo solo per il mio la-voro. Mi piace vivere la miavita, stare bene con gli amici,mangiare, viaggiare. Quandopoi sommo le cose che mipiacciono mi rendo contoche è giusto che io faccial’attore. Perché il mio è unaltro modo di affrontare ilmio mestiere: la curiosità,l’improvvisazione, il diver-timento e il non focalizzarsitroppo, come invece fannomolti miei colleghi. Che in-fatti non frequento, perchétrovo noiosi molti di loro.Non si può sempre parlaredi Shakespeare, della fiction,di che share ha fatto. Saràperché sono fortunato edho girato così tanti episodidi Un posto al sole, 3.500,che ormai per me è unaroutine, ma quando cercoqualcosa d’artistico non locerco nell’ossessione, ma daqualche altra parte.Tu sei siciliano. Sei moltolegato alla tua terra d’origi-ne?

Culturalmente sì. Perònon ci vado mai. Riconoscoche la Sicilia è un mondo aparte. E’ una terra di grandiparadossi: abbiamo la grandearte ma anche grandi pro-blemi, produce i Camillerie i Pirandello, grandi politici.Poi, però manca l’acqua, c’èl’abusivismo, tanta genteche non lavora. Mi sentomolto legato alla mia terra,ma non mi metto la meda-glia di siciliano. Però, io se-

guo dei blog di ragazzi sici-liani e vedo che oggi c’ègrande voglia non solo dicambiamento, ma di pre-senza, che prima non c’era,e questo grazie alla rete. Ègiusto che le cose cambinograzie ai giovani e non grazieai politici siciliani, di cuisono molto deluso e chefanno grandi cose a livellodi carriera personale, mache non cambiano mai nulla.È mai possibile che per an-dare ad Agrigento, la miacittà, io debba prendere unaereo fino a Palermo e poidebba farmi sette ore di tre-no? Nel 2012; in cui perandare a Londra impiegodue ore. Mi auguro che daparte dei giovani ci sia unagrandi risposta pratica a que-ste cose, anche attraverso ilvoto. Tornando al golf. Dimmi unacosa che vorresti migliore

nel tuo gioco. Una sola.Vorrei migliorare la mia

testa. Oggi sono andato incampo, per esempio, e misono reso conto che ho fattotantissimi errori per l’inca-pacità di “staccare la spina”.Se io sono qui con te, perchédevo anche essere da un’altraparte? E invece il golf dovrebbe darequesto. Cioè ti dovrebbe pro-prio “far staccare la spina”,no?

E infatti è per questo chemi arrabbio. Se sono quiper staccarla… perché nonlo faccio? C’è questa inter-mittenza. E nel golf capiscisubito che non ci sei. E sba-gli. E mi dispiace perchéimbucare una pallina è unacosa molto bella. Anche sen-suale, un po’.E da lì capisci che davveronon è uno sport solo fisico,ma principalmente di testa.

E io sono molto cerebralenelle mie cose.Di che segno sei?

Sagittario.Hai raccontato del tuo pes-simo approccio col golf inItalia. Oggi, a distanza didieci anni, c’è stato un mi-glioramento secondo te o ri-scontri le stesse modalità?E, comunque, cosa vorrestiancora cambiare del golf inItalia?

Non voglio generalizzare,perché non è giusto. Magaridieci anni fa ho solo incon-trato un cretino. Quindinon voglio dire per un cre-tino che in quel momentotutto il golf in Italia nonfunzionava. Anche perché,poi sono tornato in quellostesso circolo e ho avutomodo di vedere che c’è gentecarina e simpatica.

Detto questo, il golf inItalia è cambiato, anche gra-

zie a questi giovani campioniche sono nati. Siamo staticampioni del Mondo con ifratelli Molinari, ci sono icanali tematici che comin-ciano a darci la possibilitàdi vedere continuamente ilgolf, mentre con le televisionigeneraliste questo non suc-cedeva. Quindi c’è la possi-bilità per un numero moltopiù ampio di persone d’in-teressarsi a questo sport.

Gli iscritti alla Federazionegolf sono pressocchè rad-doppiati in questo periododi tempo. Dalle prossimegenerazioni verranno fuori,come sta già succedendo,nuovi giocatori che ci da-ranno tantissime soddisfa-zioni. E già ce le prendiamocon Matteo Manassero, acui vogliamo tutti bene per-ché ha questa bellissima fac-cia da bravo e simpatico ra-gazzo. !

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Campi pubblici, ini-ziative per avvici-nare i giovani,maggior collabo-razione con il

Campidoglio per potenziarel’opzione golf a sostegno delturismo. Queste le direttriciprincipali lungo le quali nel2012 si muoverà il Comitatodel Lazio della FederazioneItaliana Golf. Ne abbiamoparlato con il Presidente,Carlo Scatena. Presidente, quali iniziativeavete in programma per que-sti primi mesi dell’anno?

Il progetto principale èquello legato alla realizza-zione di un campo pubblico,il primo in Italia, nella zonadella Magliana. Sono treanni che abbiamo in corsouna trattativa con i respon-sabili del Comune di Roma.Credo che siamo finalmentearrivati al traguardo. Manca“semplicemente”, lo dicofra virgolette, l’ultimo nul-laosta che è quello della So-vrintendenza ai Beni Ar-cheologici. Speriamo di aver-lo al più presto per poterpoi dare avvio ai lavori.Avete anche dei programmia favore dei giovani?

Programmi rivolti ai gio-vani ce ne sono tanti. Voglioricordare che in questo mo-mento stiamo aspettandoanche l’ulteriore campo pra-tica a nove buche all’internodell’Università di Tor Ver-gata. Un accordo di pro-gramma che ho firmato conil Rettore e con la Fig. Saràil primo campus universi-tario italiano dove ci saràun campo da golf. Per quan-to riguarda i giovanissimi,stiamo facendo una grandeazione promozionale con ilGolf in scuola. Stiamo por-

tando il golf nelle scuole enon le scuole nel golf. Datre anni stiamo formandoinsegnanti di Educazione fi-sica che poi, grazie alla loroesperienza, potranno portarei giovani nel mondo delgolf. Oggi poi, con i successidei fratelli Molinari, in par-ticolare nella Coppa delMondo due anni fa, e l’en-fant prodige del golf italiano,Matteo Manassero, di cui

parla tutta la stampa inter-nazionale, abbiamo ragazzinidi 5-6-7 anni che si stannoavvicinando moltissimo aquesto sport. Ci sono iniziative in collabo-razione con i circoli per allar-gare la base dei praticanti?

Certo. I circoli stanno fa-cendo dei protocolli d’intesacon tutti gli istituti in ogniMunicipio per portare la po-polazione scolastica all’interno

L’INTERVISTA

Nel Lazio il golfpunta sui giovani

Parla il presidente della Fig-Lazio, Carlo Scatena

dei circoli stessi e creare unpercorso che conduca questiragazzi a giocare a golf. Voglioanche ricordare che da dueanni e mezzo siamo Federa-zione Olimpica.

Golf volano di turismo. Ècosì in tutto il mondo. Lo èanche nel Lazio?

Il golf ha un forte impattosul turismo. Basti pensare aciò che è successo in Spagnae Portogallo, dove questosport, in quanto attrattoreturistico, ha contribuito allacrescita di un punto di Pil.Il Lazio in questo è una Re-gione leader. Noi stiamo fa-cendo un percorso insiemeal Comune di Roma, nellapersona dell’Assessore al Tu-rismo che sta portando nellefiere di tutto il mondo ilPacchetto Golf Lazio. C’è daconsiderare che in Europaci sono 23 milioni di turistigolfisti, che spendono inmedia circa 2.000-2.500euro per ogni vacanza. Oggila permanenza media di unnormale turista a Roma èdi poco più di due giorni.Noi, e il Comune natural-mente, vorremmo portarlafino a 5-7 giorni. Facciamogiocare i turisti per cinquegiorni e poi negli ultimi duegiorni possono andare allascoperta delle bellezze ar-cheologiche, artistiche, am-bientali, enogastronomiche,tutto quello che il nostroterritorio ha da offrire. Vo-glio sottolineare che Romaè l’unica città al mondo chedispone di dieci campi dagolf nell’area urbana. !

Tempi duri per l’eco-nomia italiana. Lacrisi mette a duraprova le famigliema anche le istitu-zioni, le impresecosì come gli istitutidi credito. E comenel resto del Paese,le difficoltà ci sono

anche a Roma e nel Lazio.Cosa significa operare nelmondo della finanza in que-sto periodo? Ne abbiamoparlato con Francesco Fanti,responsabile per il CentroItalia e per la Sardegna delMonte dei Paschi di Siena.Fanti è un senese trapiantatoda due anni e mezzo a Roma

per guidare il gruppo ban-cario nel difficile mare del-l’economia e della finanzadella Capitale.

Direttore, che bilancio puòfare di questa sua esperienzae soprattutto cosa è cambiatoin questi due anni e mezzo?

Da un punto di vista delcontesto economico esterno,abbiamo certamente avver-tito un gradimento. Romaè un’isola felice. La città diRoma, in particolare. Perchéin Abruzzo, in Sardegna oanche nelle altre provincedel Lazio, la situazione nonè rosea. Diciamo che non èmeno drammatica che nelresto del Paese. Roma invece,nonostante da giugno delloscorso anno avverta il pesodella crisi che ha registratoanche qui una escalation,continua tutto sommato adessere un’isola felice. So-prattutto perché Roma si-gnifica Pubblica Ammini-strazione, che non conoscecassa integrazione o perditadi posti di lavoro. Roma èturismo e fino ad almenosettembre-ottobre scorsi inalcuni settori, come l’edilizia, 12

L’INTERVISTA

Intervista con il responsabileper il CentroItalia e la Sardegna,FrancescoFanti.

Una grande bancaper una grande città

diS.M.

Monte dei Paschi di Siena

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ha fatto da traino all’eco-nomia del territorio.

Quali sono i comparti doveMPS è più presente?

Indubbiamente il settoreprincipale è l’edilizia, che aRoma da sempre è premi-nente. E poi tutto ciò cheriguarda servizi e PubblicaAmministrazione. Questisono, oltre al commercio, isettori che contraddistin-guono la città.

Stiamo attraversando da tem-po una grave crisi. Cosa avetefatto, come banca, per so-stenere le famiglie e le im-prese in difficoltà?

Abbiamo messo in campouno strumento finanziario,“Combatti la crisi”, con cuicontattiamo le famiglie insituazioni di difficoltà e se èil caso sospendiamo le ratedi mutuo, laddove ci sonoproblemi di cassa integra-zione o di perdita del lavoro.Anche per le imprese cer-chiamo di alleviare le soffe-renze riscadenzando nel tem-po gli impegni, nella speranzache la ripresa economica inqualche modo ci aiuti a su-perare le difficoltà.

Quali sono le vostre previ-sioni, almeno nella primaparte dell’anno?

Vogliamo essere ottimisti,anche se, quanto meno ilprimo semestre sarà comun-que complesso. Non si pre-vede una crescita dell’eco-nomia italiana, almeno a li-vello di Pil. In qualche modonoi rispecchiamo le prospet-tive dell’Italia. Il nostro com-pito è svolgere il ruolo dibanca. Molto dipende daiprovvedimenti che verrannopresi a livello comunitario

riguardo al sistema creditizio,vedi la necessità di ricapita-lizzazioni, e dalla ripresa delmercato interbancario. Sideve ricreare un clima di fi-ducia fra banche e quindiavere la sicurezza che tuttociò che è in scadenza in ter-mini di debito pubblico, didebito bancario o di debito“corporate”, possa trovareuna riallocazione tra i ri-sparmiatori o comunque nelmercato.

Quali sono i vostri obiettiviper il 2012?

Abbiamo senz’altro degliobiettivi di crescita. Crescitasulla raccolta diretta, sugliimpieghi, anche se oculatie selettivi perché, ripeto, citroviamo in una situazioneeconomica con prospettivecomplicate e la prudenza èd’obbligo. Però vogliamosvolgere il nostro ruolo dibanca commerciale anchenel 2012.

Roma è ancora una piazza

finanziariamente interessanteper la sua banca?

Assolutamente sì. Lo è inmaniera assoluta perché co-munque è una città che purnelle difficoltà, si è difesamolto bene da un punto divista economico, ed è unacittà in cui il Monte dei Pa-schi continua a credere evuole continuare ad inve-stire.

Cambiamo completamentediscorso. Esiste un rapportofra il Monte dei Paschi e ilgolf?

Certamente il golf non èla nostra disciplina sportivatradizionale. Noi siamo piùvicini al basket e al calcio,dove sponsorizziamo delleformazioni che giocano inSerie A.

Nel caso del basket, poi,si tratta di una squadra cheda anni gareggia a livelloeuropeo. Il golf è uno sporta cui guardiamo con gran-dissimo interesse anche per-ché i suoi numeri di crescita

si commentano da soli. Pren-diamo atto dell’interesse cre-scente verso questa attivitàche coniuga sport, salute,benessere e relazioni sociali.Tra l’altro noi abbiamo ungruppo di colleghi e collegheche ogni anno si confron-tano in un circuito di gareche si conclude al Golf Clubdell’Argentario, dove invi-tiamo anche degli ospiti, frai quali i nostri migliori clien-ti. Una giornata di allegriache si chiude con una riccapremiazione e una allegraserata conviviale bagnata,ovviamente, dal nostro“1472”, un vino rosso cheproduciamo direttamentenella nostra azienda agricolain Toscana, nei pressi di Ca-stelnuovo Berardenga. Perchi non lo sapesse, il 1472è l’anno di fondazione delMonte dei Paschi di Siena,venti anni prima della sco-perta dell’America. Con que-sto vino vogliamo celebrarele nostre origini e la nostrastoria. !

14

Ogni due anni igiornalisti europeiappassionati digolf di sfidanonell’Emgj (Euro-

pean Masters for GolfplayingJournalists), i campionaticontinentali di categoria.Nello scorso autunno è toc-cata al Portogallo l’organiz-zazione dell’eventoe i colleghi lusitanihanno pensatobene di approfittaredell’occasione perfar conoscere a tuttiPorto Santo, una piccola

isola in mezzo all’Atlantico,a ovest delle coste maroc-chine, poche miglia a Norddi Madeira, baciata dal solee dai venti dell’Oceano.

TUTTO L’ANNOLe dimensioni sono piut-

tosto contenute: 42 km!,undici chilometri di lun-

ghezza per una lar-ghezza massima disei chilometri, 5.000abitanti in tutto di-stribuiti nei piccolivillaggi (Vila Baleira,

il maggiore, poi Lapeira,

IN VIAGGIO CON LA SACCA

diMARCO

DAL FIOR

Sull’isola portoghese nell’Atlantico, amata dai golfisti più raffinati,si snoda un percorso intrigante con scenari da favola

Porto Santogioiellonell’Oceano

15

Town Campo e Camacha)che punteggiano il territorio.E un’enorme spiaggia disabbia dorata lungo tutta lacosta Sud. Nove chilometridi arenile che è possibilesfruttare, in pratica, tuttol’anno. La temperatura me-dia di giorno varia tra i 21e i 27 gradi per tutti i dodicimesi, mentre le minimeoscillano dai 15 ai 21 gradi.Un paradiso. Che dal 2004può contare anche su unostupendo campo da golf di-segnato da Severiano Balle-steros.

CHIUDETE GLI OCCHIIl percorso (18 buche, par

72, 6.434 metri) si snodatra le alture della costa Norde la periferia di Vila Baleirae alterna scenari incantevoli,sempre dominati dall’Ocea-no che ora fa da sfondo co-balto alle buche più meri-dionali, ora entra in giocoprepotentemente soprattuttonella parte centrale delle se-conde nove buche. La 13,14 e 15 (che i giornalistiitaliani si sono affrettati asoprannominare “AmenCorner” per le evidenti ana-

logie sullo score con il cele-berrimo terzetto dell’AugustaNational) sono di quelle cherestano impresse a lungonella memoria.

Chiudete gli occhi e im-maginate. La 13 è un par 3di 181 metri in leggera di-scesa, tracciato proprio sulciglio della scogliera che pre-cipita nell’Atlantico un cen-tinaio di metri più in basso.Dietro al green, difeso a de-stra e a sinistra da due perfidibunker, è ancora l’Oceanoad accogliere le palline sca-gliate con troppa potenza.

Già così c’è da salire sul teeun po’ intimoriti. Metteteciin più il vento, che da quelleparti soffia spesso e volentiericon una certa irruenza, epotrebbe capitarvi, come èsuccesso a noi il primo gior-no di gara, di dover indiriz-zare il vostro colpo in mezzoalle onde per avere la spe-ranza di ritrovare poi la pal-lina dalle parti del green.

La 14 è un par 4 di 359metri, dog leg a destra diquasi 90° a seguire l’anda-mento della scogliera. Daltee di partenza ci si sente

padroni del mondo: l’Ocea-no là in basso frange controle rocce, il verde dei fairwayse l’azzurro del cielo giocanoa rimpiattino con le nubiche scorrono velocissime al-l’orizzonte. Le scelte possibilisono due: quella più pru-dente consiglia di seguire ilfairway in discesa e giocareun ferro o un rescue dovela buca curva furiosamentea destra, per poi attaccare ilgreen che a quel punto è acirca 120 metri, anche se insalita. L’altra opzione, piùcoraggiosa e sicuramente piùdivertente, è provare a ta-gliare il dog leg per riuscirea mettere il drive, dopo 190metri di volo, a poco più diun sand dal green. Anchequi occhio al vento: se alla

buca precedente la brezzada Nord spingeva la pallinaverso il fairway, qui tende ascaraventarla in mare. La15, ultima tappa del tritticooceanico, è un altro par 3,ma di soli 119 metri. Se travoi e il green ci fosse un belprato verde, sarebbe una bucainsulsa. Il fatto è che tra iltee e la bandiera c’è ancorauna volta sua maestà l’Ocea-no e occorre un minimo difreddezza per non farsi pren-dere dalla smania di darcicome dei matti. Anche perché(occorre dirlo?) dietro al greenun dirupo attende i colpitroppo lunghi.

IL POSTO GIUSTODetto in questo modo,

sembrerebbe un campo da 16

INFORMAZIONI UTILI!!DOVE DORMIRE

Pestana Porto Santo Beach Resort & SpaResort 5 stelle con formula All Inclusive situato direttamente

sulla spiaggia di Porto Santo, a pochi minuti dal centro di VilaBaleira e dal campo da golf. Tel.+(351)291144000, Fax+(351)291144099, [email protected] - www.pestana-porto-santo.com

!!COME ARRIVARELa compagnia di bandiera portoghese Tap Air Portugal

(www.tap.pt) e Alitalia (www.alitalia.it) collegano giornalmente leprincipali città italiane con Lisbona; voli giornalieri da Milano eRoma per Lisbona e Porto sono offerti anche da PortugaliaAirlines (www.pga.pt). La compagnia aerea TAP offre voli traLisbona e Porto Santo due volte alla settimana durante tuttol'anno.

!!CONTATTIUfficio del Turismo portoghese (ICEP), Corso Italia 49, Milano -

Tel. 848391818 – email [email protected] - sito internetwww.visitportugal.com

17

incubo. Non è così: impe-gnativo, intrigante, diver-tente, con scenari da favola.Insomma il posto giusto peruna vacanza. Tanto più chein club house domina En-rico, l’italianissimo gestoreabruzzese che da qualcheanno si è trasferito al soledi Porto Santo e non haproprio intenzione di tornareindietro. Nessun problemadi lingua dunque. Primoperché il portoghese suonain qualche modo familiarea noi italiani, poi perchél’idioma di Dante è diffu-sissimo sull’isola. Dai tassistiai baristi, tutti lo capisconoe si sforzano di parlarlo.Tanto più dopo il buon ri-sultato della squadra del-l’Aigg (l’Associazione Italiana

Giornalisti Golfisti), secondaagli Europei, alle spalle del-l’Austria e davanti alla Ger-mania, dopo una rimontaentusiasmante sulle seconde18 buche.

I DIECI AZZURRI Questi i dieci alfieri ita-

liani: Stefano Balducci (Uf-ficio stampa Figc), DarioBartolini (Golf People), Mar-co Dal Fior (Corriere dellaSera), Renato D’Argenio(Messaggero Veneto), Bea-trice D’Ascenzi (18 Golf ),Giulio Lapasini (Tribuna diTreviso), il capitano PaoloEmilio Pacciani (Gazzettadi Parma), Roberto Roversi(Il Gazzettino), Benito Russo(Freelance)e Prisca Taruffi(Autosprint). !

PER LA PUBBLICITÀ SU ROMAGOLFcontattare:

[email protected]

Èla diciannovesimabuca di Fioranello.Forse quella piùamata. Di certoquella più facile,

dove tutti fanno Eagle. È ilristorante del circolo ai con-fini con il parco archeologicodell’Appia Antica, nel qualei golfisti si rifocillano al ter-mine delle 18 buche di unodei percorsi più belli della

Capitale. Nel quale si giocacon lo sguardo che si riempiedella maestosità degli ac-quedotti, dal verde smeraldodella campagna romana econ i Castelli Romani a fareda silenzio-se sentinel-le.

Il risto-rante delC i r c o l o

Fioranello è un confortevolelocale dotato di un centinaiodi coperti con ampie finestrespalancate sulla diciottesimabuca. A gestirlo con passionee competenza è Salvo Cesare,55 anni, un siciliano che datre anni vive a Roma, quan-do è stato chiamato a occu-parsi dell’appetito dei golfistidi Fioranello. La sua cucinaè esattamente come te laaspetti: un affresco dell’isolacon qualche pennellata ro-mana. Una “fusion” all’ita-liana di felicissimo esito. Ese l’obiezione è che le duecucine hanno notoriamentetante virtù ma non quelladella leggerezza, state tran-quilli. L’interpretazione diSalvo è assai garbata, quasilieve. E non trasforma lagiornata al circolo in un im-provvido massacro calorico.

Quanto ai soci di Fiora-nello, beh, loro sembranogradire. «I piatti della miaterra sono molto gettonati- confessa Salvo senza na-scondere l’orgoglio - e co-munque i soci del circolosono molto tradizionalisti,amano la cucina regionalee quella familiare». Quindinon aspettatevi stregoneriemolecolari o estremismi con-cettuali. Qui si gioca unaltro campionato, quello delrigore filologico di una cu-cina che non è mai a cortodi argomenti e che quindinon ha bisogno di percorrerestrade impervie per piace-re.

Salvo, che è nel mondodella ristorazione sin da gio-vanissimo e ha rivestito tuttii ruoli, da commis di sala amaitre d’hotel e che dellacucina conosce a menaditosia gli aspetti tecnici siaquelli più manageriali, è 18

IL RISTORANTE DEL CIRCOLO

La tradizione mediterranea trionfa al Circolo di Fioranello. Tra le specialità il “piatto del golfista”.

Sapori sicilianie cucina romana

Ristorante del Circolo Fioranello

Via della Falcognana 61 -00134 Roma (località SantaMaria delle Mole). Tel.067138213. Aperto tutti i giorni tranneil mercoledì solo a pranzo,per i soci e i loro ospiti. A cena su prenotazione perbanchetti o eventi per al-meno 30 invitati.

diANDREACUOMO

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l’uomo giusto al postogiusto. Il suo menunon riserva ne“oh” né “mah”.Anche se unosfizio lui se l’ètolto: dedicareallo sport conil quale si tro-va a conviveree che da quan-do è qui ha im-parato a praticare- il suo handicap ce losvela ma chiede di non scri-verlo - uno dei suoi piattipiù riusciti: la sua versionedella Tagliata di pollo, dalui ribattezzata con una sceltache fa molto club house“piatto del golfista”. Unastrizzatina d’occhio che èanche un pezzo forte dellasua playlist: un letto di in-salata verde, rucola, pomo-dori e carote sul quale siadagiano dei tocchetti dipollo sapientemente grigliatoe condito da ghirogori diaceto balsamico. Un piattoallegro e saporito. E soprat-

tutto sano. Perfetto per chivuole un piatto unico concui fare rifornimento di gu-sto e leggerezza prima di ri-prendere le mazze.

Per il resto, il menu è am-pio ma non troppo, con unpugno di antipasti, una de-cina di primi (tra i qualinon mancano mai d’invernoun paio di zuppe), sei o settesecondi, qualche contornoe tre o quattro dessert. Salvo

segue giudiziosamente i det-tami della buona cucina me-diterranea, che si muovesugli assi cartesiani della sta-gionalità e del mercato. Ilmenu cambia spesso, ancheogni giorno: meglio non in-nervosirsi se qualcosa nonc’è: è un buon segno. Quantoalle coordinate geografiche,come detto sono compresetra la latitudine di Palermoe quella di Roma. Noi ab-

biamo provato un menudi metà febbraio. Si

parte con le Pa-nelle, umorosi

esemplari distreet foodalla siculaqui giustoeducati dauna presen-tazione più

contegnosa, di-remmo quasi

borghese. Ma il dnaè quello, stradaiolo: le

solite fantastiche frittelle diceci che chi vuole può ac-compagnare, come da tra-dizione, con il pane. Ma sipuò anche partire con il pe-dale ben premuto sull’acce-leratore scegliendo il sapidoPecorino accompagnato dallamousse di cipolla oppure loSformato di melanzane allaparmigiana o ancora il Tor-tino di patate e zucchine.What else? Ah sì, la Mozza-rella di bufala.

Tra i primi vince la tradi-zione assoluta. Che per un

siciliano vuol dire essenzial-mente pasta alla Norma,che Salvo propone in unaversione assolutamente or-todossa (diremmo… di Nor-ma), con salsa di pomodoro,melanzane e basilico e un’ab-bondante manciata di ricottasalata. Altro must dell’isolale Sarde, che qui si sposanoai bucatini. Naturalmentec’è spazio anche per il “ge-nius loci”, rappresentato inquesto caso dall’Amatriciana(per la quale Salvo ha sceltol’insolito formato delle mezzemaniche) e dalla Carbonara(con i rigatoni). E siccomeil mare non è lontano, eccoil vero piatto-passepartoutdella cucina marinara allaromana: gli Spaghetti conle vongole veraci. In listaanche la Pasta e fagioli, le

Fettuccine al ragù, gli Gnoc-chi con pomodoro e pestoe - per gli amanti delle zuppe- quella con verdure e ce-reali.

Ed ecco i secondi. DellaTagliata di pollo abbiamodetto, e non possiamo checonsigliarla. Ma vanno mol-to anche il filetto e la lom-bata di vitello. Oltre alleproposte più elaborate, comele Polpette al sugo che sonoun “comfort food” per ec-cellenza, all’Arrosto di vitelloal forno, alla Braciola dimaiale e alla Salsiccia al sugocon polenta, molto apprez-zato nel corso della stagionefredda.

La vocazione, come sivede, è davvero carnivora.Chi non sa rinunciare almare nel piatto può sempre

rifugiarsi nella Frittura dicalamari, amata di piccoli egrandi. I secondi possonoessere scortati da un con-torno di stagione: Insalatamista, Broccoletti ripassati,Pomodori e cipolla o Cicoriaripassata.

Infine i dessert. La pro-posta è limitata ma assai go-losa. E se chiedete consiglioa Salvo non c’è partita: viindirizzerà immancabilmen-te sul suo magnifico Can-nolo alla siciliana, ennesimoomaggio alla sua terra, pre-parato con crema di ricottafresca. E noi non possiamoche appoggiare l’idea. Conla ricotta è fatta anche un’al-tra semplice torta, mentreil terzo dolce è l’unica refe-renza di tutto il menu aevadere dalla meridionalità:

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LA CANTINA DEL LAZIO

Da sempre noto per i vini bianchi, il Lazio ha in realtà un gioiello rosso: il Cesanese. Vitignodiffuso nella provincia di Frosinone ancora poco conosciuto e valorizzato, che rappresentaperò l’unico “autoctono” in grado di fare il miracolo che la nostra regione attende da anni:

“sfondare” come accaduto alla Sicilia, alla Puglia, all’Abruzzo. Regioni un tempo considerate minorie oggi protagoniste dell’enologia italiana.

Se dovessimo consigliare un Cesanese da cui partire alla scoperta di questo meraviglioso vino, non avremmo dubbi:dovrebbe essere un’etichetta dell’azienda Coletti Conti di Anagni. Un’azienda storica nel vero senso della parola: non soloperché coltiva e vinifica da tempo immemorabile, ma perché la famiglia Conti vanta quattro pontefici (e mezzo). E il mezzoè quel Bonifacio VIII che istituì il primo giubileo e che apparteneva alla famiglia Caetani ma era figlio di unaConti, Emilia. Ma questo è il passato. Il presente è fatto di un luogo magico, il podere della Caetanella, e di uvedi qualità qui coltivate, qualità per la quale congiurano la natura vulcanica del terreno, la magnifica esposizionee le pratiche viticole scelte, come la fittezza di impianto e le cosiddette potature verdi.

Il risultato sono una serie di etichette che riassumono il meglio del territorio ciociaro. La carta dei vini inrealtà è smilza e senza referenze inutili. Un solo bianco, l’Arcadia anomalo frutto di uve Manzoni Biancoinnervato da sporadici interventi, secondo annate e necessità, di vitigni tradizionali del luogo come il Bellone, laPasserina, il Trebbiano, il Bombino, e di “stranieri” che qui si comportano benissimo, come Fiano, Falanghinae Grechetto.

Ma è per i tre rossi che Coletti Conti merita di essere scoperta. Due sono gli esemplari di Cesanese,l’Hernicus (15,5°, in vendita a circa 13 euro) potente ed equilibrato e il nostro prediletto Romanico (15°, 20euro), dal bouquet enciclopedico e meravigliosamente minerale. Il terzo rosso è il Cosmato (15°, 23 euro) dalpiglio più internazionale, nel quale il Cesanese si sposa a Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah e Petit Verdot,tutti in dosi variabili di anno in anno.

Coletti Conti, corso Vittorio Emanuele 116, 03012 Anagni (Frosinone), tel. 0775728610, 0775767080, www.coletticonti.it.

lo Strudel.Grande attenzione Salvo

- che in sala è assistito dallamoglie Marianna Marino -riserva anche alla carta deivini, che non è enciclopedica- e perché dovrebbe, del re-sto? - ma vanta ricarichimolto onesti. In carta tantoper cambiare molto Lazio emolta Sicilia e si casca deci-samente in piedi. Ma cisono anche diversi bianchidel Veneto e alcuni grandirossi toscani. Per i vini dadessert Salvo ama proporreai suoi clienti alcune etichettedi Passito e di Malvasia si-ciliana, che si sposano ma-gnificamente alla sua pa-sticceria tradizionale.

Prezzo medio di un pastocompleto 25 euro vini esclu-si. !

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dividua «l’obiettivo primarionella difesa del territorio,della natura e del paesaggio,come patrimonio dell’interacollettività e risorsa fonda-mentale anche per l’industriadel turismo».

La Fig si è impegnata apromuovere verso i circoli

Èscoppiata la pacefra il golf e le asso-ciazioni ambienta-liste. Dopo anni incui questo sport è

stato costantemente nel mi-rino dei gruppi ecologisti,con il protocollo d’intesa si-glato l’8 febbraio dalla Fe-dergolf con Legambiente,Wwf, Fai, Federparchi e Ma-reVivo, questo stato di pe-renne conflittualità dovrebbefinalmente cessare.

In linea con il programmainternazionale GEO, GolfEnvironment Organization,a cui già partecipano diverseassociazioni ambientaliste dialtri Paesi, il protocollo in-

affiliati comportamenti piùcorretti e rispettosi dell’am-biente. Dalla salvaguardiadell’assetto idrogeologico delterritorio a quella degli aspettipaesaggistici, dalla riduzioneal minimo nell’uso dei fer-tilizzanti e dei fitofarmacialla tutela della biodiversità,dal risparmio di acqua aquello di energia.

Le associazioni firmatariedell’accordo daranno il lorocontributo per favorire la ri-qualificazione ambientale de-gli impianti esistenti e perconcorrere alla realizzazionedei nuovi percorsi secondocriteri di eco-sostenibilità.

«Siamo molto soddisfattiper questo accordo – ha di-chiarato il presidente dellaFig, Chimenti - che segna ilpunto di partenza, non iltraguardo, di un lavoro co-mune. La nostra è una Fe-derazione sportiva e in quan-to tale non rilascia licenze,concessioni o autorizzazioniamministrative. Ma il golfè, fra tutti gli sport, quelloche ha il rapporto più direttocon il territorio, con l’am-biente e con il paesaggio.Nell’interesse dei nostri tes-serati, dei giocatori e di tutti

gli appassionati italiani, in-tendiamo perciò favorire unosviluppo sempre più ecoso-stenibile».

Soddisfatti gli ambienta-listi. Per il Presidente di Le-gambiente, Vittorio CogliatiDezza, il punto principaledell’accordo «riguarda l’eli-minazione di tutti gli impattiambientali negativi che oggi,grazie anche agli investimentidella Federgolf in studi e ri-cerche, sono molto ridimen-sionati in termini di consu-mo di acqua. L’utilizzo dierbe particolari, che hannobisogno di minor manuten-zione, riduce l’uso dei pe-sticidi e dei fitofarmaci».

Il presidente del Wwf-Italia, Stefano Leoni, ha sot-tolineato che «in questo mo-mento l’aspetto principaleriguarda le tecniche di rea-lizzazione degli impianti chedovranno essere costruiti se-condo questa intesa. Anchequelli che saranno ammo-dernati dovranno ridurre sen-sibilmente l’impatto ambien-tale sia nei consumi di acqua,sia nella produzione di rifiutisia anche per garantire unamaggior integrità nel contestopaesaggistico». !

LA NOTIZIA

Siglato a Romaun Protocollod’intesa fra Fig e le maggioriassociazioniambientaliste

Il golf è sempre più verde Da sinistra: V. Cogliati Dezza (pres. Legambiente), A. Bozzi (Consi-

gliere FIG), F. Chimenti (pres. FIG). S. Leoni (pres. Wwf Italia), G.Sammura (pres. Federparchi).

Costanza Pratesi (resp. Fai) mentre firma il protocollo d’intesa

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WELLNESS

Ambienti eleganti e sontuosi avvolgono in un’atmosfera suggestiva gli ospiti del Parco dei Principi Grand Hotel & Spa: 2000 mq di puro benessere e lusso

Vincitrice nella categoria di migliore Nuova Spa delbiennio 2010/2011, la Prince Spa del Parco dei PrincipiGrand Hotel & Spa è sicuramente l’indirizzo benesserepiù esclusivo della Capitale.

Aperta nell’ottobre del 2010 all’interno di uno dei piùprestigiosi 5 stelle di Roma, appartenente alla RobertoNaldi Collection, è stata subito apprezzata dallo star systeminternazionale: attori, calciatori, personalità dello spettacolo

e della diplomazia, che prediligono gli ambientiraffinati ed esclusivi per regalarsi momenti dipuro relax. Situata nel cuore di Roma, nelquartiere Parioli, tra Villa Borghese e ViaVeneto, è una vera oasi urbana, che incantacon i suoi preziosi mosaici, gli arredi di lusso e

gli ambienti caldi e accoglienti, realizzati con materiali na-turali: bambù per il parquet, legno di palissandro per lepareti, pietra e marmo. Il tutto arricchito da fiori, elegantisculture e candele profumate, che accompagnano gli ospitiin un percorso dalle mille sensazioni. Questo tempio delbenessere è aperto tutti i giorni anche ai cittadini romani,che possono acquistare ingressi giornalieri, pacchetti wellnessoppure abbonamenti mensili e annuali, come ha spiegato

diDANIELA

CIRRINCIONE

Prince Spa, un’oasi di benessere

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Patrizia Conforti,direttore tecnicodell’Area Beauty delcentro.

Ai suoi ospiti laPrince Spa offre ben2000 mq di benes-sere, con zona ham-mam, saune finlan-desi, bagno turco,docce di ghiaccio euna magnifica pi-scina sanificata al-l’ozono di 25 metrisotto un cielo stel-lato virtuale, tem-pestato di cristalliSwarovski. Una va-sca gemella è dedi-cata a 34 giochid’acqua, tra cui ca-scate per massaggiocervicale, zona gey-ser e percorsoKneipp; il tutto av-volto dalle piacevolisensazioni offertedalla cromoterapiae dall’aromaterapia.

Dopo aver effet-tuato i propri per-corsi benessere, ci si può ab-bandonare sulle comode pol-trone dell’elegante sala relaxche si affaccia sulla piscinae offre diverse qualità di tè.Oppure si possono gustarecibi naturali e bevande bio-energetiche nel Bio Bar delcentro.

Trattamenti individuali peril viso e per il corpo e mas-saggi di ogni genere, dalmassaggio classico a quelloayurvedico o shiatsu, ven-gono effettuati da un perso-nale altamente qualificato,con prodotti naturali a basedi oli essenziali, nelle 10 saleestetiche dell’Area Beauty enelle due meravigliose spasuite private, per rilassarsiin coppia.

Nella Suite Prince, in cuidomina l’oro, si trovano unbagno turco privato, il lettinoAquaveda e la vasca idro-massaggio Aquarelax. Il pri-mo, per un massaggio ayur-vedico shirodara o per trat-tamenti di bellezza al cioc-colato, al latte, all’uva nera,il savonnage o la talassote-rapia; la seconda per bagniaromatici, mentre in un’altrastanza ci si può distenderesul futon per provare i mas-saggi a terra. Nella GoldenSuite la madreperla si unisce

all’oro per offrire un am-biente quanto mai suggesti-vo, che candele, champagne,musica, profumi e giochi diluce rendono indimentica-bile.

«I trattamenti in coppiasono di gran moda e semprepiù richiesti - ha spiegatoPatrizia Conforti - Sul sitoweb della Prince Spa sonosempre disponibili pacchettispeciali e offerte promozio-nali, come ad esempio l’Elisird’amore, che include un cock-tail di benvenuto al frutto

della passione, unmassaggio senso-riale di coppia sufuton, tisaneriaalle erbe, oltre adaccappatoio e cia-battine in uso gra-tuito».

Hanno avutogrande successo leofferte per San Va-lentino, alcunedelle quali preve-devano anche unacena romanticanel ristorante Pau-line Borghese del-l’albergo, un de-lizioso angolo dipace, dove gustaresquisiti piatti daisapori mediterra-nei. Altra perla delParco dei Principiè il suo giardinocon una grandepiscina all’aperto,che in estate ac-coglie anche gliospiti della PrinceSpa.

Per i cultori della formafisica nel centro benesserec’è anche un’area fitness di500 metri quadri con at-trezzatura Technogym al-l’avanguardia e una specialeSala Funzionale, in cui ri-trovare l’equilibrio e la forzamuscolare attraverso un al-lenamento innovativo che siispira alle esercitazioni mili-tari, guidati da esperti per-sonal trainer. Si può termi-nare questa suggestiva espe-rienza nella Prince Spa affi-dandosi alle mani dei par-rucchieri Hairlosophy, perregalarsi una magnifica ac-conciatura prima di tornarealle proprie attività giorna-liere, rigenerati nel corpo enell’anima. !

PARCO DEI PRINCIPI GRAND HOTEL & SPAVia Gerolamo Frescobaldi 5 - 00198 Roma - Tel. 06 85442494

E-mail: [email protected] [email protected] www.parcodeiprincipi.com

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I l grip è la posizionedelle mani sul ba-stone.Un grip corretto ha

una funzione fonda-mentale per il gioco delgolf: aiuta a riportarela faccia del bastone,al momento dell’impat-to, square, con la pos-sibilità di trasferire ve-locità al bastone.

Analizziamo ora comesi impugna corretta-mente un bastone.

Nella mano sinistrail bastone va trasver-salmente nel palmo trala prima falange del-l’indice e l’imminenzaipotena (foto 1). Chiusala mano dovreste es-sere in grado di vederele prime 2 nocche (foto2). La V formata dalpollice e l’indice dovràpuntare verso la spalladestra.

Nella mano destra ilbastone va posizionatoa seconda della gran-dezza della stessa:Overlap per mani me-dio grandi (uomini); In-terlock per mani mediopiccole (donne); Base-ball per mani piccole(bambini 6-10 anni).Nel primo posizione-remo il mignolo sopralo spazio formato dal-l’indice ed il medio dellamano sinistra; nel se-condo incastreremo ilmignolo con l’indicedella mano sinistra; nelterzo metteremo tuttele dita sul bastone.

Posizionate corretta-mente le dita, dovremofar combaciare il palmodella mano destra (lineadella vita) con il pollice

della sinistra (foto 3).Ad impugnatura ulti-mata, la V che si for-merà tra il pollice el’indice della mano de-stra dovrà puntare trail naso e la spalla de-stra.

Finora abbiamo par-lato di posizioni. En-triamo ora in un campoaltrettanto importante:la pressione delle ditae delle mani. Le ditache tengono maggior-mente sono il medio,l’anulare e il mignolodella mano sinistra; ilmedio e l’indice delladestra. Il bastone dagolf va impugnato conassoluta scioltezza. Piùsiamo rigidi e contrattimeno riusciamo a ge-nerare velocità e libertàdella testa del bastoneal momento dell’impat-to.

Tutto ciò ci farà pro-durre dei colpi incon-sistenti e di scarsa di-stanza. Una giustapressione ci darà lapossibilità di utilizzare,con la massima effica-cia, polsi e avambracci.

Aiuteremo tutto ilcorpo a lavorare me-glio. La rilassatezza del-le mani potremmo tra-sferirla quindi alle brac-cia, spalle, busto e fian-chi. Abbiamo quindi ri-lassato il corpo; con-dizione necessaria perfar in modo che la ro-tazione di esso possaessere completa e sen-za freni. Potreste, inol-tre, evitare alcuni trau-mi durante lo swing.

Un altro aspetto fon-damentale è la gran-

L’ANGOLO DELLA TECNICA

Il gripPer uno swing perfetto è fondamentale

impugnare correttamente il bastone

di Pieluigi Colonna, maestro presso G.C. Arco di Costantino - [email protected]

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dezza corretta dell’im-pugnatura: più è piccolae più vi aiuterà a posi-zionare il grip nelle dita,per un maggiore uti-lizzo delle mani durantelo swing; più è grandee più obbligherà a po-sizionare il grip più ver-so il palmo, con, quindi,un minore utilizzo dellemani durante lo swing.

Per i giocatori di qua-si tutti i livelli (dal neo-fita al basso di handi-cap) è opportuno chele mani lavorino inten-samente durante tuttolo swing; tutto ciò afavore della velocitàdella testa del bastonee a sfavore della preci-sione.

I grandi giocatori non

hanno necessità di ge-nerare ulteriore velocitàdella testa del bastone.Preferiscono fare degliswing con le mani piùferme ed il bastone ilpiù possibile di fronteal corpo. Palla quindipiù ferma in volo, colpopiù stabile e ripetitivitàmaggiore.

Un buono swing ini-zia da un buon grip. Ilconsiglio che vi do èquello di farvi control-lare dal vostro maestroche il grip sia assolu-tamente corretto percolpi più dritti, ripetitivie lunghi.

! "

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Abbiamo incontra-to due giovanipromesse del

Golf Club Marediroma,Federico Milito, 14 anni,Hcp 5,2 e Stefano DeLorenzo, 15 anni, Hcp4,1.

! Quando hai presoin mano i ferri per laprima volta?Federico: La prima voltache ho preso in manoi ferri avevo 10 anni.Stefano: Io a 11 anniho iniziato a fare i primiswing.!! I tuoi maestri chisono stati? E l’attualechi è?F: Il primo AlessandroFerragina, poi Alessan-dro Cocchi e ora MarcoLuzzi.S: È stato ed è Ales-

sandro Ferragina.!! C’è un giocatorecui ti ispiri? Perché?F: Rory McIlroy perchéanche se è molto gio-vane ha già conseguitodiverse vittorie. S: Tiger Woods, il piùforte di tutti i tempi.!!Il miglior risultatoottenuto?F: 71 al Marediroma.S: 70 al Marediroma.

!! In cosa devi mi-gliorare nel gioco?F: Devo fare progressinel gioco corto.S: Nella precisione delgioco lungo.!!Quale distanza rag-giungi con il driver?F: Fino a 240 metri.S: Arrivo a 250 metri.!! Il più bel campodove hai giocato e per-ché?

F: Golf Roma, disegnoclassico e percorsosempre in ottime con-dizioni.S: All’Olgiata, un golfclub con il miglior di-segno del campo.!!In quale campo vor-resti giocare, perché?F: Un qualsiasi campodel tour americano perconfrontare le mie di-stanze con quelle dei

UNDER DICIOTTO

Sognando Tiger

“pro”.S: Augusta, perché è ilpiù, difficile.!!Come è compostala tua sacca?F: Driver, legno 3, legno5, ferri 3/pitching wed-ge.S: Driver, legno 3, ferridal 2 al pitching wedge,sand wedge, 52° e 56°,putter.!!Che palline usi ingara?F: Pro v1.S: Pro v1x.!!Quanto tempo de-dichi settimanalmenteall’allenamento?F: Quattro giornia settimana.S: Quattro giorni asettimana.!! In che modo ti al-leni?F: Un’ora di gioco cor-

FEDERICO MILITO STEFANO DI LORENZO

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to, un’ora di gioco lungo epoi in campo.S: Due giorni solo campo, ungiorno gioco corto e un giornogioco lungo.!! I tuoi programmi per il2012? Obiettivi?F: Vincere tante gare regionalie nazionali.S: Prendere il brevetto nazio-nale.!!Nel tuo telefono ci sonoapplicazioni sul golf? Se sì,quali sono?F: V1 golf, un’applicazioneper analizzare il mio swing.S: Non ho app nel mio telefo-nino.!!Quanto conta l’alimenta-zione in gara per te?F: Poco.S: Poco, o niente.!!Che cosa mangi, che cosabevi durante la gara?F: Bevo acqua e mangio bar-

rette energetiche.S: Acqua e barrette energeti-che.!!Hai riti scaramantici primadella gara?F: Nessun rito scaramantico.S: Non sono scaramantico.!! C’è una regola del golfche proprio non comprendi?F: No.S: No.!!E una regola che cambie-resti?F: No, sono tutte corrette.S: No.!!Cosa fai nella vita quandonon giochi a golf? F: Frequento la scuola, neltempo libero esco spesso congli amici.S: Frequento la scuola, quandonon gioco a golf, vedo gliamici o sto in famiglia. !!

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«L o zen e iltiro con l’ar-co” di Eu-

gen Herrigel è un sim-patico libricino scrittodal filosofo tedesco aseguito della sua per-manenza in Giapponedal 1924 al 1948 e il-lustra la modalità diapprocciarsi alla disci-plina del far centro.L’autore sostiene chein molti paesi dell’orien-te gli sport non perse-guono un fine praticoe non cercano un esclu-sivo piacere estetico,costituiscono invece unvero e proprio “tirociniodella coscienza e de-vono servire ad avvi-cinarla alla realtà ulti-ma, così il tiro con l’ar-co non viene esercitatosolo per colpire il ber-saglio…ma anzituttoperché la coscienza siaccordi armoniosamen-te con l’inconscio”.

Non c’è qualche ana-logia, una sorta di let-tura parallela nella di-samina del tiro nelgolf? La tecnica va pre-sto superata cosicchél’appreso diventi “un’ar-te inappresa” scaturen-te direttamente dall’in-conscio. Nel caso deltiro con l’arco il tiratoree il bersaglio non sonopiù due cose contrap-poste ma danno vitaad una sola realtà. L’ar-ciere e il bersaglio sonoun’inconsapevole ar-monia.

L’uno esiste fermonel tempo/spazio e l’al-tro vi tende con il di-stacco dal sé e lo rag-giunge solo attraverso

la perfezione del gesto.È una cosa ben diversadalla ripetitività, dal-l’automatismo fine ase stesso, contiene unacerta saggezza trascen-dentale, un percepitodel tutto e niente, sirealizza così il “satori”che è, in termini sem-plicistici, il raggiungereun oltre i confini del-l’io.

Si entra nello zen.Zen non è una religio-ne, zen è piuttosto unafilosofia del buon vivereche si adatta perfetta-mente a tutti i tempi e

luoghi. Lo zen, secondoMatsu, un antico mae-stro morto nel 788 d.C.,è “la coscienza quoti-diana” cioè non è altroche “dormire quandosi ha sonno e mangiarequando si ha fame”.

Nel tiro con il ferroil nostro uomo entrain un atteggiamentospeciale, in effetti anchese lui non ne è consa-pevole per pochi istantisi distacca da ogni cosadistraente, concentran-dosi prende contattocon il sé profondo, conil noto e l’ignoto, entra

nel cammino del gestopuro, della volontà piùelevata, agisce una co-noscenza arcaica, ma-nifesta i tratti dell’uomosacerdotale. Il suo oraè un esercizio mistico,perché tende alla mi-sterica perfezione, èpronto per la “via versola meta”!, non la metastessa che poco conta.Solo ora il nostro gol-fista trova una nuovasintonia, tende al suofine ultimo e quandoesegue il movimentodi backswing, quandoguarda in tralice sopra

la spalla sinistra la pal-lina sul tee, quandoscandisce nel suo ioprofondo il giusto ti-ming e scende, racco-glie e lancia che altrofa se non entrare nelmagico “satori”?

Vi assicuro che ledue discipline si con-fondono, quando siparla dell’una si pensaanche all’altra perchémille nessi le colleganoinscindibilmente e nonposso fare a meno dicomprendere semprepiù perché il golf sia losport nazionale del po-polo giapponese. Lorosono riusciti a carpirnela parte più spiritualee profonda. Noi, con ilnostro vecchio razio-nalismo cartesiano “co-gito ergo sum” ancoranon siamo pronti aduscire dal dualismo oc-cidentale ma, chissà,oggi forse in qualcunodi voi sta sorgendoqualche piccolo dub-bio?

In me sicuramente iltarlo della diatriba an-cestrale vero-falso stavorticosamente dan-zando, forse è meglioche mi fermi e con unprofondo respiro cerchiquella sana dimensionedistaccata che ti per-mette di essere con-sapevole, pronto a ri-discendere nella mi-schia, a cimentarti conil prossimo tiro chesarà bellissimo. Vi la-scio alle vostre perso-nali elaborazioni…holanciato il sasso ora mipiace nascondere lamano. !

IL PARERE DELLO PSICOLOGO

Oltre i confinidell’io

di ANNA MACI psicologa e psicoterapeuta - www.annamaci.it

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«Sono Stefa-nia e nonscendo in

campo da un anno».L’idea di fare outing,me l’ha data il mio mae-stro, Simone Selli. Lopresento subito perchénella nascita dell’amoretra me e il golf ha avutouna parte importante.Sì, voglio raccontare diun amore. Quello vero,che resiste alle delu-sioni e alla lontananza.Soprattutto alla lonta-nanza. Già perché io ilgolf lo amo ma non logioco.

Il termine non è scel-to a caso. Avrei potutodire non lo pratico. Nonfaccio il possibile e l’im-possibile per ritagliarmidel tempo per tirarepalline dal tappetino. Ame piace tirare sull’er-ba, ed è comunque ilgioco inteso come di-vertimento che mi atti-ra. Anzi forse è stataproprio l’ironia e la leg-gerezza delle prime le-zioni, seguite in com-pagnia della mia amicaMarina, a creare il le-game fra me e lo swing.Il buon umore fra untiro dal tee e un puttingè importante ma ov-viamente non basta.Sarebbe bello che fossesufficiente farsi una ri-sata per fare punti. No,non è così. Lo so bene.All’inizio, prima di av-vicinarmi al green pen-savo che lanciare la pal-lina fosse una dellecose più semplici dafare: in fondo bisognavasolo colpirla. Vai a pen-sare che puoi colpire

tutto, l’aria, laterra, persinouna mosca manon quella pic-cola sfera. Inogni caso sonoconvinta che civoglia un po’di allegria perprovare e ripro-vare quando fi-nalmente haicapito come sifa a far roteareil ferro che titrovi in mano.

Ed ecco il secondomotivo della mia devo-zione al golf: la tecnica.Cioè la combinazionedi determinati movi-menti, sempre quelli enon altri, che ti con-sente di riuscire. Nonesistono alternative, néscorciatoie. E come lostudio della matematicao del greco. Non serveessere furbi o cono-scere qualcuno di im-portante per riuscire adazzeccare il movimentogiusto. Non serve es-sere alti o bassi, magrio grassi. muscolosi oesili, giovani o vecchiper tirare bene. Lo pos-sono fare tutti se usanola tecnica prevista. Cer-to le attitudini, la po-tenza, la grinta contano.

Ma se ne può fare an-che a meno. E il campodi golf può rappresen-tare un’isola di decan-tazione e di confrontodove sono il merito ela perizia a trionfare enon la prepotenza o lastupidità.

Alla tecnica è legatal’estetica del gioco, unbinomio che mi affa-scina: mi piace e mirapisce il suono dellapallina colpita nel modogiusto che vola dritta.Ma mi piace e mi rapi-sce l’immagine di unswing bello e armonio-so. Non esito a direche anche aver fissatonella mente l’immaginedel movimento fatto daun maestro o da uncampione visto in tv miha aiutato a capire e

amare il golf.A questo

punto la do-manda vienenaturale. Per-ché è un annoche non gio-co?

Per il tempoe per la forma.Anche per faresolo 9 buchebisogna poterdisporre per-lomeno di

mezza giornata liberada altri impegni. Perchétra il coprire la distanzatra casa e il circolo, an-data e ritorno, più iltempo per fare il girodi mezzo campo, vannovia quattro o cinqueore mettendoci ancheun caffè o un succo difrutta tanto per fare unminimo di socialità. Ionon le ho a disposizio-ne, tra viaggi e impegnivari di lavoro. Tanto piùche giocare una voltaa settimana o giù di lìè pure controproducen-te: non ti consente ditenere i muscoli allenatie soprattutto ti stancatantissimo. Mi è capi-tato di fermarmi affrantae sfiatata tirandomi ap-presso la sacca già allaquinta buca. E mi sono

detta: «Devo fare unpo’ di sport per ripren-dere la forma». La verapecca del golf è questa:non è uno sport verose misuri le forze e ma-gari usi una kart: puoifare il giro senza unminimo di fatica. Peralcuni è un merito. Perme è un limite. E hodovuto scegliere. Ho ri-preso lo jogging gior-naliero, per recuperareil fiato e anche ripren-dere il peso. La forma,insomma.

L’ideale sarebbe faretutte e due le cose,l’esercizio aerobico e ilgolf. Ma ci vuole tempo.È un circolo vizioso cheha un’unica soluzione.Lavorare meno e diver-tirsi di più.

Nell’attesa che l’obiet-tivo si realizzi mi tengoin esercizio, grazie ap-punto a Simone, checon regolarità anche senon con frequenza,mantiene vive le mieconoscenze e mi faesercitare, suggerendo-mi ogni volta un gestodifferente per memo-rizzare i movimenti. C’èstata la spazzata ener-gica o, da ultimo, il lan-cio del sasso liscio nel-l’acqua cercando di farlosaltare nell’impatto.

Ah, lui dice che i mieitiri sono spettacolari eche il golf e io siamofatti l’uno per l’altra.

Del resto, quando siama… !

GOLF IN ROSA

diSTEFANIA

TAMBURELLOgiornalista

Corriere della Sera

Una storiad’amore

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AIGG

Al via il Campionato dei GiornalistiIn calendario due gare a Roma

Iniziato con una doppia tappa in Lombardia il ChallengeContarini 2012 dell’Aigg, l’Associazione italiana giornalistigolfisti. Il 28 marzo al Golf Club La Pinetina (Appiano Gentile)e il giorno successivo al Golf Club Villa d’Este di Montorfano,è scattata la caccia ai campioni dello scorso anno: RobertoLanza (Eco di Biella) vincitore in Prima Categoria, RobertoZoldan (Internet Tv) in Seconda e Massimo Colognola (AciSport) in Terza.

Il due maggio ci saranno due gare in contemporanea. Unaal Nord, a Bogliaco, l’altra nel Sud, a Fioranello. Il 21 maggio igiornalisti si ritroveranno al Golf Club Bergamo. Il 28 maggioappuntamento di nuovo nella Capitale, con una gara al Parcodi Roma.

La carovana si sposterà il giorno dopo in Umbria, al circolodell’Antognolla, in provincia di Perugia. Il 12 e 13 giugno, poi,doppio appuntamento in Piemonte: Cherasco e Royal Park.Quindi a Luglio, il 2 e il 3, due tappe fiorentine: Poggio deiMedici e Pavoniere. Il Challenge si chiude a settembre, il 4 e5, in Veneto, nei circoli di Castelfranco e Asolo.

info: www.aigg.it email: [email protected]

ASSOCIAZIONE SPORTIVA GOLF CIRCEO

Campo pratica al Circeo

Un nuovo campo pratica sta per essere aperto a San FeliceCirceo. L’iniziativa è promossa dall’associazione sportiva GolfCirceo, presieduta da Adelfo Luciani. La trattativa con ilComune di San Felice per ottenere la concessione di una cavaabbandonata in località Brecciaro, a poca distanza dal centroabitato, è in dirittura d’arrivo. Il progetto prevede la realizzazionedi 15 postazione di campo pratica e di una piccola club housecon spogliatoi e bar.

Entro fine marzo dovrebbero arrivare i nullaosta da partedella Direzione del Parco del Circeo e della Regione. L’impiantodovrebbe essere pronto entro fine giugno, in tempo per la sta-gione estiva.

Il presidente dell’associazione, Luciani, ha assicurato chel’iniziativa verrà portata avanti nel pieno rispetto dell’ambientee secondo i criteri contenuti nel protocollo d’intesa firmato direcente dalla Federgolf con le principali associazioni ambientaliste.Previsto l’accesso anche ai portatori di handicap e un progettocon le scuole del circondario per avviare alla pratica dal golf igiovani studenti.

OASI GOLF CLUB

Sabato 24 e domenica 25 marzo numerosi golfisti hannopartecipato, all’Oasi Golf Club di Aprilia, alla prima tappa delcircuito Wakan Golf Cup, evento organizzato dalla DIGA, Di-plomatic International Golf Association, guidata da AntonioStocchi. La mattina di sabato 24 è stata dedicata a una garaaperta soltanto ai membri della DIGA. Persone di etnie eculture diverse, che per motivi professionali si trovano inItalia, si sono così incontrate all’Oasi per giocare a golf epassare una giornata di relax e divertimento. Tra i graditissimiospiti anche l’Ambasciatore di Turchia Hakkai Akil.

Domenica 25 si è svolta la seconda giornata di gara delcircuito, aperta questa volta a tutti i giocatori. I vincitori sisono aggiudicati i premi messi in palio dalla Wakan, una lineadi abbigliamento sportivo di produzione italiana specializzatain capi per il golf.

Domenica 1 aprile invece si è ripetuto con successo ilconsueto appuntamento con l’evento “Porta un amico al Golf”,che l’Oasi ripete da circa 15 anni per avvicinare sempre piùgente allo sport del golf. L’Open Day è l’unica gara in cui unprincipiante può giocare in coppia con un golfista esperto chegli fa da guida mostrandogli i segreti del gioco e facendoglirespirare l’ebbrezza della competizione.

Si ricorda, infine, che sabato 17 marzo è partito all’Oasi GolfClub il circuito Baba Tour che si snoda nel 2012 per ben 8tappe con una fantastica finale a Marbella. Babagolf, societàideatrice del Babagolf.com, un portale di servizi e prodotti pergli amanti del golf, dopo il successo dell’anno scorso havoluto ripetere il tour nei maggiori club italiani.

info: Tel.06. 92746252 - 9268120 - Fax 06 9268502www.oasigolf.it - email: [email protected]

RISULTATI WAKAN GOLF CUP – 18 buche STABLEFORD

DOMENICA 25 MARZO1ª CATEGORIA

1° netto STEFANO BIANCONI 39 1° lordo GABRIELE RUFFOLO 29L 2° netto STEFANO PIO POMPEO 39

2ª CATEGORIa 1° nett JOSÈ POVEDA 442° netto FRANCESCO CAPOGROSSI 41

3ª CATEGORIA

1° netto MAURO ANTOCI 41 2° netto GIULIA GIORGETTI 39

Lady SARA D’ANSELMO 36

ASSOCIAZIONI E CIRCOLI!"#$ggoollff

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! NOTIZIE DAI CIRCOLISpazio dedicato a tutti i circoli di Roma e del Lazio. Se

avete notizie che possono essere di interesse per tutti igolfisti laziali, vi invitiamo a comunicarcele. Le pubblicheremomolto volentieri.

! LA PAROLA AI LETTORIQuesto spazio è a disposizione dei lettori. Aspettiamo le

vostre comunicazioni, naturalmente su argomenti golfistici,e le pubblicheremo volentieri.

! LE ASSOCIAZIONI Questo spazio è dedicato alla vita delle associazioni

presenti nella nostra Regione. Vi invitiamo a contattarci perpubblicare notizie che vi riguardano e che possono esseredi pubblico interesse.

! COMPRO-VENDOQuesto spazio è a disposizione di chi vuole comprare o

vendere attrezzatura da golf, accessori, quote di circoli ecc.ecc.

! [email protected] oppure 334-5912722

LE RUBRICHE DI ROMA GOLFAGR !"Associazione Golfisti Romanisti

Ero nel luglio del 2010 nell’ufficio di Gio-vanni Quintieri, direttore generale di Fe-derlazio. Cercavamo di lavorare soppor-tando il caldo asfissiante e fu allora cheGiovanni mi parlò della sua idea: un’as-sociazione di golfisti accomunati da unapassione per l’AS Roma. Un’altra associazione glichiesi? No, mi rispose, non un’altra, ma la prima con“spirito imprenditoriale”. Mi parve un’idea eccellente! Lacerimonia ufficiale di costituzione fu il 18 novembre del2010, alle ore 19:27 presso il Castello della Castelluccia. Iromanisti doc noteranno una simpatica ricorrenza del“1927”, data di costituzione della As Roma. Il tempo dellaconsacrazione a Trigoria e l’adesione ai Roma Club e l’as-sociazione partì alla grande incominciando ad aggregaremolti amici che, come noi, amano produrre divertendosi. L’Associazione Golfisti Romanisti è unica nel suo genere.Giovanni ovviamente ne è il Presidente. Nasce, come tutte,con lo scopo di promuovere lo sport del golf tra tifosi esimpatizzanti della società calcistica As Roma ma princi-palmente per favorire l’aggregazione tra imprenditori chesul green o nelle riunioni conviviali discutono e sviluppanoi loro business. Ogni mese il nostro direttivo - rigorosamentesempre convocato alle 19.27 - produce proposte ed ideeaggreganti che rimarcano la sua “unicità”. Chi vuole viverela nostra associazione ci chiami. I requisiti obbligatoririchiesti sono solo due: una fede o almeno una “dichiarata”simpatia per i colori giallorossi e un interesse per il golf.L’associato può anche non essere già un golfista, ma è im-portante che si impegni a diventarlo entro un anno dal suotesseramento. Massimo Cicatiello

info: tel.065914206; fax 065914253 www.golfistiromanisti.eu [email protected]

PARCO DI ROMA GOLF & COUNTRY CLUBA gennaio il club romano ha ospitato la Coppa dei

Presidenti Interclub Parco di Roma - Olgiata by ViaggiareSPA. I 12 migliori giocatori del Parco di Roma (UominiAmateur) hanno sfidato i 12 migliori giocatori dell’OlgiataGolf Club (defender 2011). La formula di gioco è simile aquella della Ryder Cup, sulla distanza complessiva di 18 in-contri formula match-play (6 foursome e 12 singoli). Sabato21 gennaio la 1° e 2° Categoria hanno giocato all’OlgiataGolf Club, mentre la 3° e 4° Categoria al Parco di Roma.Domenica 22 gennaio si sono invertite le Categorie, con la1° e 2° al Parco di Roma e 3° e 4° a Olgiata Golf Club.

info: el. +39 (06) 33.65.33.96 - Fax +39 (06) 33.15.762www.parcodiroma.it

FINE SETTIMANA CON IL GOLF E CESENA-ROMA

Un fine settima-na all’insegna delcalcio e del golf inoccasione dellagara di serie A Ce-sena-Roma, inprogramma il 13maggio allo stadioDino Manuzzi. Il

pacchetto pensato dal Rivieragolfresort prevede tra le altrecose un pernottamento in una suite, una ricca colazione abuffet, 1 biglietto in tribuna distinti, il transfer andata eritorno Rivieragolfresort – stadio Dino Manuzzi, ingresso alcampo pratica del Riviera Golf Club, ingresso centrobenessere Rivierabeauty con piscina, interna ed esterna,percorso idromassaggio, bagno turco, sauna e palestracardio-fitness, una cena degustazione.

info: Tel. 0541 956499

http://www.rivieragolfresort.com

Innanzitutto mi presento. Mi chiamo Ruggiero Palombo e sono uno dei vice-direttori della Gazzetta dello Sport. Qui è più importante sapere che ho 60anni, ho scoperto il golf a 54 e sono handicap 24 e virgola, dopo esserearrivato, in un momento di grazia, a 22. Sono cioè una pippa. Però molto,molto appassionata.

Esaurito il prologo, vengo al tema che del golf mi è più caro: quello dell'etica.Etica della correttezza, dello score. Mi sono accostato al golf con l'idea, trasmessamidai professionisti che si vedono giocare in tivvù, che questa fosse la disciplina del“gioco pulito” per eccellenza. Dove il trucco, la furbata, non avessero diritto dicittadinanza. A tutte le latitudini e a ciascun livello di gioco. Utopia. Utopiaallo stato puro. Io sono un piccolo agonista, mi piace la garetta, sia essa del circoloo quella che si va a pescare in giro, in questo o quel circuito. Ebbene, devo direche l’esperienza dei miei pochi anni golfistici è in questo senso traumatica. Nelgolf amatoriale c’è una certa quantità di furbetti (mi tengo basso, per nonoffendere il gran numero di praticanti corretti), ai quali si sta un po’ troppofacendo l’abitudine. Passivamente. Sono oggetto di chiacchiere da circolo e lacosa finisce lì. È sbagliato.

Ci sono quattro distinte categorie di furbetti: gli ignoranti, gli smemorati, gliesploratori e i cialtroni.

Gli ignoranti. Sono quelli che non conoscono le regole o chefanno finta di non conoscerle. Dal droppaggio alla palla ingiocabile,dal rough ai bunker, ne combinano di tutti i colori, o ne combinanoquel tanto che basta per vedere di rosicchiare qualche colpo.

Gli smemorati. Sono quelli che perdono il conto dei colpi, specieassai diffusa in terza categoria. Naturalmente lo fanno per meradisattenzione, ma ci fosse una volta, dico una volta soltanto, chesbagliano il numero dei colpi in eccesso. Mai. Sempre per difetto.Averli in team durante una gara è un'autentica disperazione. Mase sei attento, garbato e risoluto, succede spesso che, come per

incanto, essi riacquistano la memoria.Gli esploratori. Definisco così quelli che tendono a mandare la pallina nei

posti più impensati e complicati, che si avventurano nella ricerca, e che laritrovano sempre. Spesso, anche messa piuttosto bene. Gli esploratori più espertigirano in kart. Hanno anche una sottospecie, l'esploratore distratto: che non solotrova sempre la pallina, ma inavvertitamente la calcia, ben lontano da occhiindiscreti, spostandola in una posizione più acconcia.

I cialtroni. Fin qui vi ho parlato di tre categorie classiche, diffuse per lo più frai giocatori scarsi come me. Tra gli ignoranti e gli smemorati, ma in buona fede,ci sono passato anche io, muovendo i primi (e anche i secondi) passi sui campi digolf. Capita, non dovrebbe ma può capitare. Quella dei “cialtroni”, invece, èuna categoria della quale ignoravo l’esistenza, che ho scoperto da poco tempo, eche mi ha davvero scandalizzato. Alludo a quelli che modificano il loro scoreall'atto della consegna. Sì, lo truccano. Lo fanno dopo il tradizionale controllotra “marcatore” e “giocatore”, quando tra strette di mano e pacche sulle spallerientri in possesso del tuo score e lo vai a consegnare in segreteria. Nel 2011 hovissuto direttamente, anche se per puro caso, un paio di situazioni di questogenere, smascherate da qualcuno più attento di me. Definirle imbarazzanti èpoco, e, orrore, non si trattava di terze categoria. Situazioni così, meriterebberointerventi disciplinari esemplari, che purtroppo non vedo in giro. Peccato. Hofinito. Non sono così scemo da pensare di avere conquistato alla causa del giocarepulito tutti i furbetti che ci sono in giro. Ma se anche solo uno di essi, ritrovandosiin queste righe, si vergogna un po’ e si ripromette di non farlo più, beh, ne sareiveramente felice. !

CONTRO EDIT0RIALEdi RUGGIERO

PALOMBOvicedirettore Gazzetta dello Sport

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i racconti dell’avvocato“scritti in onore di me stesso”

di ORESTE FLAMMINII MINUTO

IN LIBRERIA

con prefazione diFRANCESCO PETRELLI

Edizioni Memorinelle migliori librerie o sul sito www.memori.it