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Edicola Quotidiani e riviste Alviti Armando V.le dei Quattro Venti Edicola Migliaccio Laura Via Donna Olimpia, 218 Edicola Quattro Venti di Tortorici Giulia & C. sas Via deiQuattro Venti, 115Edicola Pierantoni Paolo Via Portuense, 792Edicola Grilli Maurizio P.Donna Olimpia

RomaLive Pubblicazione mensileANNO 3 n° 6 - luglio 2007registrazione tribunale di Roma110/2005 del 24/03/2005

Editore:Sergio Di MambroDirettore Responsabile:Sergio Di MambroConsulenti di redazione:Domenico Dell’OmoRedazione:Viale degli Eroi di Rodi n. 214Tel. 06/5083731 Grafica:Fabiana FalconiFabio ZaccariaStampa:Ripoli snc

Hanno collaborato:Valeria De Rentiis, Stefano Ursi,Fabrizio Piciarelli, Fabio Zaccaria,Marta Cecchini, FrancescaColaiocco, Barbara Frascà.

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Finito di stampare nel mese diluglio 2007

in questo numero

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Edicola Bartolucci Adriana Via Casetta Mattei, 219Alva di Casucci G. P.zza R. Pilo

Farmacia Benassai Viale dei Quattro Venti 73C dist

ribu

zio

ne

editoriale - di Sergio Di Mambro

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all’interno 6

12

16

19

L’estate è arrivata4

6 Arriva Shrek 3,

una palude per il mio regno

10 Musica: una finestra sui Negramaro

11 Claudio Villa:

il “Reuccio” di Rocca Di Papa

11 Teatro: Associazione Culturale

Adynaton

12 Cucina: Acqua, farina e...

14 Ipost: intervista al Commissario

Straordinario Giovanni Ialongo

16 Santiago Calatrava: un

architetto spagnolo a Roma

17 Riletture... Lo potevo fare anch’io

18 L’agricoltura sbarca in città

19 Note storiche: The Smiths

20 Inchiesta:

prostituzione: che fare? (parte seconda)

22 Dossier Municipi Roma XVII - XVIII

25 Radionica: intervista all’Ing. Luciano Buono

26 Radionica: parlano i pazienti

29 Mercato Macaluso:

degrado nel quartiere Marconi

30 La Regione Informa

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Siamo arrivati alla pausa Estiva, le vacanze, ilriposo, il lasciarsi andare all’orizzonte.In questo numero di RomaLive abbiamoaffrontato una serie di argomenti, credo utilia riflettere anche nel periodo estivo.Politica, cultura, cinema, cucina e tante altrerubriche, grazie al lavoro della redazionetutta.Vorrei soffermarmi però su un argomentoimportante e parlo del cancro. Nei numeri precedenti ci siamo soffermatinel parlare di varie terapie: quelle convenzio-nali e quelle alternative.

Un viaggio alla scoperta di possibili curedefinitive, ma purtroppo la medicina ufficia-le offre probabilità di guarigione: approcciochirurgico e poi principalmente quello che-mioterapico.Abbiamo scoperto speranze anche nellaterapia non convenzionale e ci siamo soffer-mati su due aspetti: la teoria scientifica asso-lutamente rivoluzionaria e le testimonianzedei pazienti.Informare vuol dire anche essere utili al pros-simo, ci stiamo provando, spesso andandocontrocorrente.

[ di • Sergio Di Mambro ]

editoriale:

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“ ”T utti pronti per la terza uscita nelle sale ci-

nematografiche di Shrek, l’orco tenero ebuffo tanto amato da grandi e piccini,

un successo internazionale dalle proporzioni smi-surate. Shrek 3 è la naturale evoluzione della vitadi questo personaggio e del suo sviluppo da adul-to che deve fare i conti con una nuova realtà:diventare contemporaneamente re e padre. Inquesta serie, Shrek si circonda di nuovi amici escopre un nuovo modo di vedere la vita: deve im-parare a credere in se stesso e ad assumersi nuoveresponsabilità, in lotta con la sua dignità perchéha paura di essere re e padre. Il film, diretto da Chris Miller, ha subìto non so-lo un’evoluzione caratteriale dei personaggi edella narrazione, ma anche un’evoluzione crea-tiva e tecnologica grazie al lavoro meticoloso eambizioso della DreamworksAnimation, cheha saputo produrre particolari nuances fisiche dialcuni personaggi, accentuandone l’espressivitàdelle emozioni, e creare in maniera impeccabilee straordinaria ambienti e prospettive, incantesi-mi e paesaggi, dando la sensazione della realtàe del realismo dei personaggi. A rendere Shrek 3davvero speciale, anche le musiche scelte, un as-sortimento non indifferente di canzoni rock classichee colonne sonore composte appositamente perrappresentare alcune scene e particolari stati d’a-nimo dei personaggi, grazie all’abilità del compositoreHarry Gregson-Williams che definisce l’ultima se-rie ironica e in alcuni punti de cisamente sovversiva.La storia è di Andrei Adamson, i talenti vocali diMike Myers (Shrek), Cameron Diaz (Fiona), EddyMurphy (Ciuchino), Antonio Banderas (il gatto),il giovane Artù (Justin Timberlake), ecc.; alcuni diquesti artisti, attori, registi, cantanti e produtto-ri, erano presenti alla conferenza stampa tenutasi

nell’Hotel Hassler di Trinità dei Monti (Roma) perpresentare il film Shrek 3 che sarà proiettato alcinema dal 31 Agosto.

Come avete seguito l’evoluzione del per-sonaggio? Vi piace come si è evoluta lastoria?Cameron Diaz: “Amo molto Shrek e i perso-naggi di Shrek 3 e come si è evoluta la storia.Per realizzare questo film, abbiamo dato il me-glio al fine di produrre un film migliore sottodiversi aspetti: è meraviglioso essere parte diquesta grande famiglia”. Antonio Banderas: “Nella realizzazione di Shrek3 si è cercato di essere più ambiziosi, sia perquanto riguarda la tecnologia, la creatività ecc.e sia per la passione che si mette: il mio perso-naggio, il gatto, sembra essere apparentementemolto piccolo, ma in realtà nella storia si capi-

sce che è un personaggio sorprendente, ungrande personaggio, anche manipolatore. Il filmè fonte di grande umorismo e di una forte af-fermazione culturale”.Justin Timberlake: “Sono d’accordo sul fatto cheessere parte di questo film significa essere partedi una famiglia straordinaria, con personaggi al-trettanto straordinari. Io ho cercato di tenere ilpasso, sviluppando al meglio il mio personaggio:un adolescente reale con i suoi spigoli e i suoisbalzi d’umore, stravolto da una tempesta or-monale, un ragazzo alla scoperta della vita”.A proposito di quanto affermava Banderassull’elevato livello del film, tecnologico eculturale, oggi il tono dei cartoni animatisi è fatto sempre più adulto, un tono qua-si cinico oltre che irriverente, quasi un filmpiù adatto ai genitori che ai figli, non crede?Jeffrey Katzenberg: “Fin dall’inizio, abbiamo

Una palude per il mio RegnoShrek 3Arriva

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[ di • Marta Cecchini ]

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cercato di creare uno sviluppo narrativo diver-so dal solito cartone animato tradizionale,abbiamo puntato su un film che sia divertentema al contempo complesso e sofisticato, conpersonaggi satirici, irriverenti, che trasmettonofascino anche verso il mondo degli adulti”.Justin Timberlake: “Sì, sono d’accordo. Credoche Shrek abbia conquistato il mondo degliadulti e il mondo dei ragazzi contemporanea-mente… è questo che ha attratto anche me! Èun film divertente per tutti!”.Cosa ha trovato più difficile, essere un at-tore oppure un attore doppiatore di uncartone animato?Antonio Banderas: “Io ho doppiato la versionein spagnolo e in italiano, e nell’interpretare le bat-tute devi stare molto attento anche al movimentolabiale, per essere il più fedele possibile al testooriginale. Si interpretano le battute in maniera di-versa per dare maggiori possibilità al doppiaggio.Si ha comunque una grande libertà di fronte almicrofono, diversamente da quando invece si èdi fronte a una telecamera. Io mi baso su quelloche mi viene dato, ma per lo spagnolo, ad esem-pio, è più difficile perché è una lingua con moltenuances… e allora mi concentro nel dare un ac-cento Andaluso che risulta essere più simpatico…è molto divertente calarsi nel personaggio e cer-care di parlare al suo posto!”.Riguardo la versione italiana, cosa hai pro-vato nel vedere sullo schermo un altropersonaggio, quello dei cartoni, parlare conla tua voce?Antonio Banderas: “Credo di avere in parte giàrisposto alla domanda: ho cercato di attenermiil più possibile al testo italiano, introducendopoche modifiche… ci vuole una grande espe-rienza per doppiare in diverse lingue! Quandoguarderò questo personaggio, vedrò come so-no riuscito a rapportarmi a lui, sotto diversiaspetti. La storia è la stessa, il centro è lo stes-so, un team creativo che collabora affinché ilfinale sia un unicum”.Justin Timberlake: “La mia reazione è stata:Oddio sono parte di Shrek! E per questo mi so-no sentito onorato e felice!”.Cameron Diaz, tu che hai doppiato Fiona,un personaggio simbolo, diverso dalle prin-cipesse belle e magrissime che noi siamoabituati a vedere, cosa ci puoi dire di lei?Cameron Diaz: “È questo il segreto del perso-naggio di Fiona: noi siamo abituati a vederequesti personaggi famosi bellissimi e statici.Credo che l’esperienza di Fiona sia un esempioper tutti. Fiona insegna ad essere pro-attive nel-la vita, a reagire per primi, a credere nell’amoree a credere che quello (nel film l’orco) sia il ve-ro amore! È un messaggio valido sia per le donneche per gli uomini: vi sprona ad agire! Siamoabituati a vedere la principessa nella torre cheaspetta l’arrivo del principe azzurro… inveceFiona insegna che non dovrebbe essere così: bi-sogna essere fautrici del proprio destino e degliavvenimenti. La storia spinge le donne ad es-sere maggiormente reattive e più intelligenti!”.Nella programmazione del film avete pre-visto l’inserimento tra le colonne sonore diun brano cantato da Justin Timberlake?Justin Timberlake: “Si è pensato che sia più bra-vo come attore che come cantante… scherzo!Comunque ho recitato intensamente come seavessi cantato per 10 anni di fila! Mi sono di-vertito molto a girare questo film!”.Cameron Diaz: “Forse nel film non c’era biso-gno di una canzone di Justin, non si è ritenutoimportante inserire i suoi brani nella program-mazione del film”.

Ci sono stati momenti buffi quando dop-piavate il film? Mi rivolgo in particolare aCameron Diaz che ha fatto parte di un pro-gramma ambientalista, ci si sente cambiatidentro?Antonio Banderas: “Mi sono occupato di diver-se attività benefiche fino a quando sono diventatoun personaggio pubblico. Nei film come Bordertownoppure ne La casa degli spiriti, film che non han-no avuto molto successo paragonati ad altri, hosempre cercato di essere presente come attore ecome uomo perché sono film con una connota-

zione politica molto forte ed è importante perme, come attore, interpretare film di questo tipo,perché noi abbiamo la responsabilità di affronta-re quello che avviene in alcuni posti del mondo,come il caso delle persone che ad esempio sonoscomparse in Argentina, ecc. Noi, come attori,dobbiamo collaborare affinché questo mondo siamigliore”.Cameron Diaz: “Per quanto riguardala mia esperienza con Trippin’ (10episodi girati con MTV alla sco-perta di posti esotici del pianeta,allo scopo di aiutarli e preser-varli), credo sia stato un progettoveramente importante: sape-re come vengono usate lerisorse nel mondo e cerca-re di mantenerle intatte èun grande proposito. Se de-sideriamo continuare a viveresulla Terra, dobbiamo pren-derci cura del nostro pianeta,lavorare insieme per salvare la na-tura del pianeta è nello stessotempo, anche se egoisticamente,salvare noi stessi e la vita che cipiace condurre, è un impegno es-senziale per noi tutti, prioritario.Vi racconto adesso un aned-

doto divertente mentre eravamo in sala dop-piaggio: la mia équipe mi ha fatto doppiarealcune scene vestita come una geisha, portan-do in studio candele, una coppa di macedoniae un lenzuolo!”.Cosa ha provato Fiona quando ha scoper-to che il doppiatore di Artù era il suo exfidanzato?“Posso dire che è sicuramente una buona newentry in Shrek!”.Sig. Miller, che effetto le fa sapere che Lei sa-rà presente con Shrek nelle prossime generazionidi bambini, al di sopra della Walt Disney?“Un’impressione sicuramente positiva che mirende orgoglioso di Shrek. Un film divertente eche spezza un po’ la tradizione del passato, ec-co perché resterà impresso nella mente di tutti.Riprendo un po’ quello che ha detto prece-dentemente Cameron Diaz su Fiona: la principessache non aspetta più l’arrivo del principe che la

porterà via sul suo cavallo bianco, una don-na reattiva, vincente, che prende in manola sua vita, reagendo in prima persona”.Con che criterio sono stati scelti i bra-

ni per la colonna sonora del film?Per esempio avete scelto il bra-

no dei Wings come sottofondodel funerale del Re, giusto?Aron Warner: “La scelta dellamusica varia di scena in scena:ascoltiamo prima pezzo perpezzo per vedere se si adattaalla scena, ma capita anche che

non riusciamo a trovare il branogiusto, quindi a volte scriviamo dei pez-zi appositamente per alcune sceneparticolari. Ci piace anche riproporredei brani che abbiamo già ascoltato inpassato e che hanno fatto parte di noie della nostra tradizione musicale”.

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Apoche settimane dall’uscita dell’album“La finestra”, il primo travolgentesingolo “Parlami d’amore” è già

diventato il tormentone dell’estate. Stiamoparlando dei Negramaro, gruppo rock moltoapprezzato dal giovane pubblico e compostoda sei ragazzi originari della provincia di Lecce:Giuliano Sangiorgi (voce e chitarra), EmanueleSpedicato (chitarra), Ermanno Carlà (basso),Danilo Tasco (batteria), Andrea Mariano (pia-noforte e sintetizzatori) e Andrea De Rocco(campionatore).

I Negramaro nascono nel 1999 e prendono ilnome da un vino caratteristico della loro terrad’origine, il Salento. Due anni dopo vincono ilTim Tour e arrivano alla finale della competizio-ne organizzata da Mtv per la ricerca di nuovitalenti (Brand New). Nel 2003 esce il primoalbum, “Negramaro”, ma il vero e propriodebutto avviene l’anno successivo con la pub-blicazione del secondo lavoro, “000577”: unodei brani, “Come sempre”, viene scelto daAlessandro D’Alatri per lo spot celebrativo delcinquantesimo anniversario della Rai e da quelmomento comincia la loro ascesa. I mesi suc-cessivi sono caratterizzati da una serie di con-certi, come quello del Primo Maggio a Roma, il

M.E.I. di Faenza e l’Arezzo Wave Love Festival.Nel febbraio 2005 esce il nuovo lavoro,“Mentre tutto scorre”, che dopo un solo annodalla pubblicazione è disco multiplatino.L’album è composto da undici canzoni, tra lequali spiccano la cover de “L’immensità”, stori-co successo di Don Backy, e la struggente “Soloper te”, accompagnata dalla straordinariatromba di Paolo Fresu. Con il brano “Mentretutto scorre” i Negramaro partecipano alla55esima edizione del Festival di Sanremo, con-quistando il Premio della Critica Radio & Tv. Lostesso singolo, insieme ad altre 7 canzoni, vienescelto da Alessandro D’Alatri per la colonnasonora del film “La febbre”, mentre il videoclipdi “Estate”, secondo estratto di “Mentre tuttoscorre”, è realizzato da Silvio Muccino: l’am-bientazione è Porto Cesareo, nel Salento, esimboleggia un ritorno alle origini del grupporock pugliese. Il fortunato anno si concludecon una serie di riconoscimenti, tra cui la vitto-ria del “Premio Rivelazione” al Festivalbar2005, l’esibizione del 17 settembre all’Mtv Daydi Bologna davanti a un pubblico di ottantami-la persone e il “Premio Mia Martini” comegruppo rivelazione dell’anno. I Negramarocontinuano a segnare un successo dopo l’altro:il terzo singolo “Solo3minuti” entra stabilmen-

te nella top ten delle radio, agli Mtv EuropeMusic Awards 2005 ricevono il premio come“Best Italian Act”, e al Festivalbar 2006 come“Miglior Performance”. Sempre nel 2006viene pubblicata l’edizione limitata di “Mentretutto scorre”, che comprende il dvd dell’esibi-zione all’Mtv Day dell’anno precedente. “La finestra”, ultima creazione del gruppo, èuna raccolta di quattordici canzoni dalle sono-rità rock, melodiche ed elettroniche, che inda-gano il disagio sociale e personale senza esse-re mai troppo esplicite. Romantiche e malin-coniche sono “L’immenso”, “Quel posto chenon c’è”, “Una volta tanto (canzone per me)”e “Un passo indietro”, che si alternano a can-zoni decisamente movimentate come “La dis-trazione”, “Giuliano poi sta male” e “Via lemani dagli occhi”. L’attesissimo tour 2007 èpartito lo scorso 24 giugno dalla città diCuneo. Tra le prossime date ricordiamo l’8luglio al Teatro Antico di Taormina, il 12all’Arena Flegrea di Napoli, il 14 all’AreaMagna Grecia di Catanzaro, il 18 presso VillaFidelia a Spello (Perugia), il 23 all’Arena diVerona, il 31 luglio al Castello di Barletta, il 7agosto all’Anfiteatro Romano di Cagliari, il 14alla Fortezza di Siena e per finire il 16 agostopresso le Cave del Duca a Lecce.

Una “finestra” sui

NEGRAMARO

[ di • Francesca Colaiocco ]

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Il 2 giugno, nel cimitero di Rocca di Papa, èstato inaugurato un murale sulla tomba diClaudio Villa in occasione del ventennaledella sua morte. Il cantante, soprannominato“il Reuccio” dominò incontrastato il palco-scenico della canzone italiana e ancor ogginon è stato dimenticato, né dai suoi fans nédalla cittadinanza di Rocca di Papa, a cui luidiede lustro e onore. Nel lontano 1971 Claudio Villa, sollecitato daNino Bixio, suo amico, decise di stabilirsi nel-l'amena cittadina, attratto dal luogo salubre,dal verde e, come dice il sindaco PasqualeBoccia, dalla sua bellezza.

Oggi nella casa del cantante vive la mogliePatrizia con le due figlie, mentre la villa nonlontana, che apparteneva a Nino Bixio, saràpresto trasformata in una Fondazione, centrodi studi e di cultura.Il murale, completamente monocromo convaghi richiami al giallo, è stato realizzato gra-zie all'amministrazione comunale, il progetto èstato elaborato su un'idea di Donatella Paone,presidentessa dell'associazione Nuova Iride edè stato realizzato dalle artiste Nevia e MilenaPazzaglini. Rappresenta il cantante seduto su un binario,con chiara allusione alla canzone che lui com-

pose nel 1971, Binario, che insieme aGranada è diventata un cult. Accanto, conrealistica precisione è raffigurata la sua famo-sa Guzzi, e più lontano Rocca di Papa e laprima stazione della funivia che andava adacqua, scomparsa come la seconda.Durante la cerimonia di inaugurazione lamoglie Patrizia, commemorando il marito,diceva come lui avesse un carattere irruente,che diceva sempre quello che pensava, quan-do improvvisamente una capricciosa folata divento scoprì in parte il dipinto, lasciandoattoniti tutti i presenti, Forse “il Reuccio” eralì e voleva segnalare la sua presenza.

[ di • Rossana Bartolozzi ]

L’Associazione Culturale Adynaton è statafondata nel 2001 da Giorgio Spaziani edEmanuela Giovannini e si occupa prevalente-mente di formazione e pedagogia attraversoil teatro, coltivando la creazione di momentidi aggregazione. Quest’associazione è statafondata grazie all’esperienza e all’impegnoumano e professionale che i due soci hannomaturato nel corso del tempo. Ci si riferisceal lavoro svolto dal 1996 al 1998 pressol’Istituto Penitenziario Rebibbia di Roma,Sezione Femminile, che ha portato alla realiz-

zazione di alcuni spettacoli diretti da GiorgioSpaziani; al Laboratorio Teatrale tenuto nel1999 presso il Carcere Giudiziario “ReginaCoeli” di Roma, conclusosi con un allesti-mento teatrale sempre diretto da GiorgioSpaziani; e all’attività svolta, dal 1998 a tut-t’oggi, presso il Carcere Minorile “Casal delMarmo” di Roma, concretizzatasi anche que-sta nella messa in scena di vari spettacoli pro-mossi e patrocinati dal Ministero della Giustiziae dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali eArchitettonici di Roma. Per l’attività a Casal del

Marmo l’Associazione ha ricevuto, in questi ulti-mi due anni, finanziamenti dalla Provincia diRoma, Dipartimento Servizi Sociali e Politicheper la Famiglia, ed è stata sostenuta dal Mini -stero della Giustizia Minorile e Direzio neGenerale Personale e For ma zio ne.Nel 2005 ha esteso la propria attività con iminori in condizione di disagio sociale all’e-sterno, attivando il Laboratorio In Libertàrivolto a ragazzi italiani e stranieri coinvolti inprocedimenti penali e ospiti di Case Famiglia eComunità di accoglienza.Il 13 giugno 2007, alle ore 17.30, presso ilTeatro Ghione di via delle Fornaci 37 a Roma,i Ragazzi dell’Istituto penale per i minorenniCasal del Marmo di Roma, insieme ai compa-gni in libertà, sono stati protagonisti dellospettacolo teatrale “Vox Populi”, a cura diEmanuela Giovannini e Giorgio Spaziani. Sonoandate in scena storie di personaggi resi giàgrandi dalla letteratura teatrale, ma anche sto-rie personali dei ragazzi, monologhi ed im -provvisazioni. Il Laboratorio Teatrale a Casal del Marmo èsempre stato un laboratorio di creatività e dilibera espressione del pensiero. “Il carcere èuna realtà separata – dicono Giorgio Spazianied Emanuela Giovannini –, ma noi cerchiamodi divulgarla il più possibile”. Ecco allora che “ilteatro diviene la via per entrare in contatto conloro”. Il teatro sia per comunicare quello che siha dentro, sia per cercare di andare al di fuoridella realtà in cui si vive, soprattutto se questarealtà è una galera.

Associazione Culturale Adynaton[ di • Barbara Frascà ]

Claudio Villail “Reuccio” di Rocca Di Papa

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Acqua, farina e...

Involtini di pane al formaggio con rucola

rivate della crosta i formaggi e divide-te ciascuno in 12 bastoncini di 1 cm dispessore circa. Tagliate il pane in 3 lun-

ghe strisce, larghe un po' più di due dita. Lavate bene le foglie di 2 mazzetti di rucola ei pomodorini. Distribuite su ogni strisciolina di

pane 1 foglia di rucola e un pezzetto di for-maggio e arrotolate le striscioline ad involtino.Spellate l'aglio. Riunite nel mixer la rucola

rimasta, l'olio, 2 cucchiai d'acqua, i pinoli, l'a-glio, un pizzico di peperoncino e il sale.Frullate fino ad ottenere una salsa fluida e cre-mosa. Sistemate gli involtini su un piatto edecorate a piacere con foglie di rucola epomodorini tagliati a spicchi. Servite gli invol-tini con la salsina, in una ciotola a parte.

ingredienti: (Per 4 persone)

• 150 gr Gruyere• 150 gr pecorino • 4 fette di pane per tramezzini • rucola • 12 pomodorini ciliegia • 1 spicchio d'aglio • 5 cucchiai olio extravergine • 20 gr di pinoli • peperoncino • sale

Mozzarelle farcite

ividete a metà la mozzarella e scava-tene la polpa con un cucchiaio.Tritatela. Tagliate in 4 un pomodoroed eliminate i semi. Tritatelo.

In una ciotola raccogliete la polpa di mozza-rella, il pomodoro tritato, i capperi, i fiocchi dilatte, abbondante basilico spezzettato e qual-

che filo di erba cipollina tagliuzzato. Conditecon olio, sale e pepe nero. Mescolate bene.Riempite con il composto i gusci di mozzarel-la e teneteli in fresco per mezz'ora. Al momento di servire, tagliate a spicchi ilpomodoro e distribuitelo sulla superficie della

mozzarella. Appoggiate su foglie di lattuga eservite.

Un consiglio: le mozzarelle di bufala migliora-no se si immergono per 5 minuti in acquacalda lasciandole nel loro involucro.

In alternativa: Per una cena inpiedi preparatedelle coppette conpiccole mozzarelle

tagliate a metà.Scavatene la pol pa, rac-

coglietela in una insalatiera e mescolatevi 1uovo sodo tritato, 1 pomodoro tritato, 1cucchiaio di capperi, 1 cucchiaio di tonno tri-tato, 2 cucchiai di maionese, 2 cucchiai dipanna densa, sale e pepe. Riempite le cop-pette di mozzarella con il composto, decora-te con foglioline di basilico fresco.

DD

Siamo ormai entrati nel tipico caldo estivo el’appetito è diminuito. La voglia d’accendere ifornelli è andata in vacanza. Che ne dite allora

di uno spuntino, che funge anche da antipastonelle cene con gli amici? Ve ne proponiamo 2 e…buon appetito!

PP

ingredienti: (Per 4 persone)

• 1 mozzarella di bufala grande• 2 pomodori maturi e sodi• 1 cucchiaio di capperi• 1 vaschetta di fiocchi di latte• erba cipollina• 1 mazzetto di basilico• olio extravergine di oliva• sale• pepe nero in grani

[ di • Valeria de Rentiis ]

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Siamo nella sede dell’Ipost, all’Eur (XIIMunicipio), in presenza del presidentedell’ipost, Giovanni Ialongo, anzi da que-st’anno Commissario Straordinario, dicobene?

“Sì, in effetti da Novembre, con decretodel Ministro delle Comunicazioni, On. PaoloGentiloni, sono stato nominato CommissarioStraordinario. Nella continuità dopo 9 an-ni da presidente dell’Istituto Postelegrafonici”.

Negli anni precedenti abbiamo seguito unpo’ l’attività svolta dall’Ipost, possiamodefinire quest’Istituto l’eccellenza nel set-tore dell’erogazione previdenziale? Ci vuoleparlare di come siete riusciti a raggiun-gere questo livello?

“Sì, prima però, mi consenta di rivolgerea lei e ai suoi collaboratori un apprezza-mento particolare perché seguite, da moltotempo, e con molta attenzione, l’eroga-zione dei nostri servizi e per l’impegno cheavete sempre profuso nell’informare, co-municando le attività e i servizi che eroghiamoai nostri utenti, non solo nell’ambito diquesta circoscrizione, ma di tutto il terri-torio nazionale. I servizi che noi offriamo sono la previ-denza, l’assistenza, la mutualità e il credito.Dopo alcuni anni di rodaggio per una cre-scente puntualizzazione della macchinaorganizzativa del nostro ente, siamo ri-usciti ad offrire i servizi in modo eccellente,sia per quanto riguarda la previdenza, pa-gando la pensione in tempo reale senzainterruzione tra la busta paga di poste ita-liane al dipendente e il rateo di pensionedell’ipost al neopensionato, sia per quan-to riguarda l’assistenza che è stata rimodellata,per dare la possibilità anche ai pensiona-ti di usufruire dei vari benefici. Ecco le nostre iniziative: abbiamo fatto

Ipost:Intervista al Commissario Straordinario Giovanni Ialongo

] a cura di Marta Cecchini [

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una convenzione con l’Opera RomanaPellegrinaggi, una convenzione che con-sente ai nostri pensionati un soggiornonei mesi di maggio, giugno e luglio, inuna bellissima località toscana, dove pos-sono trascorrere 15 giorni non solo diriposo, ma anche seguendo le attività cul-turali che questa iniziativa consente. Per quanto concerne il credito, lo abbia-mo aggiornato: siamo ora in condizionedi poter erogare il prestito a tutti i di-pendenti che lo chiedono anche on line,accelerando i tempi tra la richiesta e l’e-rogazione, circa 10 – 15 giorni. Per quanto riguarda i pensionati, ci sia-mo fatti carico di stabilire una convenzionecon un primario Istituto bancario per con-sentire anche a loro di ottenere prestititramite la cessione del quinto del rateopensionistico. Tutti questi risultati sono stati raggiuntigrazie all’impegno costante delle orga-nizzazioni sindacali e di tutti i lavoratoridell’Ente che ho l’onore e l’onere di pre-siedere, con la carica di CommissarioStraordinario.

A che punto è la realizzazione del vo-stro sogno di avere una sede tutta vostra?

“In effetti noi qui siamo ospiti di PosteItaliane, anche se graditi dalla società.Speriamo di realizzare il sogno di ripor-tare i nostri lavoratori presso la propriacasa come l’ho definita nel corso dellaconvention dei 50 anni dell’ente; la pro-pria casa, perché una parte dei lavoratoridell’ipost prestavano già la loro attivitànel complesso di nostra proprietà in viaCarlo Spinola. Abbiamo fatto un accordo di programmacon il sindaco Veltroni: al comune noi ab-biamo ceduto un immobile ad uso scolastico,dove c’è la Scuola Alonzi, il Comune haconcesso all’Ipost la possibilità di co-struire su un terreno di nostra proprietà.È partito da poco un concorso per il mi-

glior progetto edilizio. Ci auguriamo cheparteciperanno qualificati professionistiche presenteranno idee e progetti per lacostruzione della nuova sede che sarà co-struita in via Cristoforo Colombo, a ridossodel complesso di Spinola.

Ora c’è un nuovo governo che ha por-tato innovazioni, cambiamenti e proposte,una delle quali riguarda l’organizza-zione del sistema pensionistico e anchedegli enti previdenziali: si parla di ununico Ente previdenziale. PresidenteIalongo, basandosi sulla sua esperien-za e sul ricercare Know how al serviziodei cittadini, cosa pensa di questa pro-posta?

“Inizierà nei prossimi giorni il confrontotra il governo e le organizzazioni sinda-cali previsto dal memorandum sottoscrittogià alla fine dell’anno scorso tra le dueparti, per la ricerca di un nuovo modellostrutturale che dovrà gestire la previden-za del nostro paese. Attraverso l’accorpamento di tutti gli en-ti in un unico organismo, il governo miraad ottenere notevoli risparmi di gestio-ne.A tal proposito nutro seri dubbi che sipossa raggiungere tale obiettivo.Temo infatti che eventuali risparmi pos-sano andare a scapito della funzionalitàe della qualità dei servizi, anche se con-divido la politica del governo di riduzionedella spesa pubblica.Partecipiamo a questo dibattito convintiche l’esecutivo e le forze sociali sapran-no ben rappresentare queste esigenze equesti orientamenti. Per quanto riguardail nostro Ente, stiamo verificando una so-luzione alternativa. Attraverso un confronto con le organiz-zazioni sindacali, dei lavoratori delle Postee dei lavoratori dell’Ipost, che ho incon-trato recentemente e in seguito ad unaverifica con l’On. Gentiloni e con i rap-

presentanti delle Poste Italiane, soprat-tutto nella persona dell’Amministratoredelegato Massimo Sarmi, stiamo valutan-do la possibilità di trasformare l’Ipost daente di diritto pubblico non economicoad una fondazione di natura privatistica. A tal proposito abbiamo riscontrato con-sensi e abbiamo affidato a dei giuristi lostudio di fattibilità che permetterebbe disalvaguardare l’integrità del nostro Ente.

Presidente, vuole lanciare un messag-gio in occasione del prossimo Forumdella Pubblica amministrazione?

“Diamo appuntamento a tutti gli utenti eai cittadini di questo quartiere, confer-mando non solo la partecipazione attraversoun nostro stand, nell’ambito del Forumpresso la nuova fiera di Roma, ma ricor-dando che, il giorno 22 maggio alle ore11, alla presenza del Ministro delleComunicazioni, l’On. Paolo Gentiloni, pre-senteremo un nostro progetto innovativo,sempre in direzione del miglioramento del-la qualità dei servizi: un pallino fisso cheha contraddistinto la mia gestione, fin dal1997: consentire ai nostri utenti di ave-re servizi efficienti ed efficaci”.

L’intervista è stata realizzata da Sergio DiMambro per la trasmissione televisivaRomaLive.

In foto: il Commissario Straordinario dell'IpostGiovanni Ialongo

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Santiago CalatravaUn architetto spagnolo a Roma

Dal 4 luglio al 2 settembre, le Scuderiedel Quirinale presentano la mostra“Santiago Calatrava dalle forme all’ar-

chitettura”, curata da Tomàs Llorens e dedicataal complesso lavoro dell’architetto spagnolo. Lesue opere sono ispirate alla ricerca di modalitàespressive originali, con una grande attenzioneper le scienze esatte e l’ingegneria e la valoriz-zazione della plasticità e dell’estetica delle forme.

Protagonisti delle creazioni di Santiago Calatrava,nato a Valencia nel 1951, sono il disegno, l’ar-chitettura e la scultura. Quest’ultima è basata sulconcetto di flusso e di movimento, tratto distin-tivo della sua opera, e prende vita dai materialipiù disparati: dal marmo di Carrara all’ebano, dalgranito all’argento. Laureato in architettura nel1973, Calatrava vince il concorso per il progettodella stazione di Stadelhofen (Zurigo), nella qua-le è possibile osservare la ricorrente combinazionetra cemento armato e acciaio. Calcolo e cono-scenza tecnica rappresentano per lui l’ap profondimentodi una vocazione che è principalmente artistica:la scultura è il punto di partenza, l’ingegneria

“l’arte del possibile” e l’architettura una neces-saria conseguenza. Nella scultura “Torus” del1985, i due cubi poggiati asimmetricamente sul-le punte dei coni sono volumi sospesi nello spazioche formano una composizione staticamentecontrollata ma allo stesso tempo lontana da ogniastratta razionalità. La concezione di “Torus” laritroviamo in creazioni come l’aeroporto di Bilbao,con quel guscio che partendo da terra prendeslancio nell’aria, o nelle due ali spalancate dellastazione di Lione. Per Calatrava la perfezione del-la forma è rappresentata dal movimento, anchesolo virtuale. Le opere in esposizione a Roma ri-costruiscono un percorso creativo che testimonia

il suo amore per il Rinascimento italiano, carat-terizzato dalla ricerca di modalità espressivedifferenti. È così che l’architetto spagnolo incar-na la sintesi tra moderno e antico, dove il suoessere decisamente contemporaneo si fonde conforme e temi culturali radicati nel passato.L’esposizione è introdotta dal video “Movimiento”,a testimonianza di quel processo creativo cheparte da un’idea e arriva a compimento nella rea-lizzazione di un progetto concreto.

Per tutto il periodo della mostra, la terrazza del-le Scuderie del Quirinale ospiterà una rassegnacinematografica curata da David Greco e in-centrata sul tema del segno architettonico: sedicigrandi film che hanno come protagonista la for-ma della città, reale o immaginaria.

[ di • Francesca Colaiocco ]

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Riletture...Francesco Bonami, Lo potevo fare anch’io, Mondadori

[ di • Fabio Zaccaria ]

L’arte Contemporanea può a volte essere dav-vero ostica e dura da digerire, essendo semprepiù spesso basata sul paradosso, configuran-dosi sempre più come esperienza estetica chefruzione del “bello”. A quanti sarà capitato diosservare alcune opere ed esclamare “Questopotevo farlo anch’io...”, ebbene, FrancescoBonami, uno dei più autorevoli critici e curato-

ri di arte contemporanea al mondo, cerca inquesto libro di spiegare perché non è esatta-mente così, perché non potevamo farlo anchenoi. “Un libro scritto pensando non agli addet-ti, ma ai distratti ai lavori [...] una collezione dipossibili errori, di giudizi personali e magari avolte di semplici descrizioni della realtà”, comescrive lo stesso autore rispettivamente in aper-tura e in chiusura del testo. Si tratta in fondodi una piccola guida per godersi l’arte senzatroppe ansie intellettuali, ricordando comeessa sia, nel concreto, una cosa profondamen-te umana, che richiede una determinata dis-posizione d’animo per essere fruita, nonnecessariamente una saccenza e un’erudizio-ne fini a se stesse. L’autore cerca di spiegarecome “stare al gioco” degli artisti di oggi, spa-rando con uno stile agile e tagliente (anche sela sua ironia, purtroppo, non riesce sempre acogliere nel segno) giudizi e formulando puntidi vista, mantenendo sempre un tono collo-quiale che agevola la lettura. In un mercatodell’arte dove la critica ha assunto ormai unruolo fondamentale, interpretando una partenon sempre positiva, Bonami chiarisce i mec-canismi che soggiacciono alle valutazionimilionarie di alcune opere, a cui spesso assi-stiamo attoniti, incapaci di comprenderne lereali ragioni. Il bello è che non si cala un velosulle più o meno fisiologiche storture del si -

stema: acquistando opre d’arte, è semprebene ricordarlo, si corre il concreto rischio diessere presi per i fondelli, ma non è stato forsecosì anche per gli azionisti Parmalat? Il merca-to spesso perde il lume della ragione (...nonsolo il mercato), per le cifre che sborsa e lebrutture che strapaga. Dunque ecco che lecategorie del “bello” e del “brutto” si rimo-dulano sotto la spinta del mondo industrializ-zato, consumista, rapido e a tratti sempre piùspersonalizzante, argomenti che entrano diprepotenza nel mondo dell’arte contempora-nea che è sempre lì a parlare di noi e dellenostre assurdità, spesso presentandocele inmodo brutale, senza i diaframmi del “bellostile” codificato nell’età moderna. In fondo labella pittura e la bella scultura continuerannosempre ad esistere, magari semplicementeaffiancate da nuovi linguaggi che, come ciricorda Bo nami, vanno affrontati con la giustacuriosità e disposizione d’animo, con unavoglia di met tersi in gioco che può essere piùimportante dell’erudizione. Più o meno lo stes-so at teg giamento con cui consigliamo di acco-starvi al la lettura del libro, che non mancheràdi regalare delle insospettabili analogie tra lafigura di un artista come Joseph Beuys e Mar -co Pan nella, o spiegarvi perché un orinatoiopuò di ventare una pietra angolare della storiadell’ar te.

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Il 22 giugno è stato inaugurato, all'interno dellospazio al Foro Italico di RomaEstate, il villag-gio Agricoltura in città. Si tratta di una vera epropria isola all'interno della quale per oltre unmese si alterneranno convegni, forum, seminari,uniti a spazi ricreativi per bambini e adulti.Protagonisti ovviamente i prodotti tipici dell'e-nogastronomia laziale, che in una cornice inedi-ta come quella romana, la faranno da padroniper valorizzare l'agricoltura della Regione.L'Assessore Daniela Valentini ha tagliato ilnastro alla presenza del Presidente Marrazzo,facendo da "Cicerone" per gli stand dei tantiproduttori presenti. L'Assessore è soddisfatta del lavoro che sta svol-gendo per rilanciare l'agricoltura e per dare linfaal comune agricolo più grande d'europa: Roma."Ci sono tante aziende che venderanno i nostriprodotti d'eccellenza. Ci siamo inventati un veroe proprio villaggio dell'agricoltura dove si posso-no trovare i prodotti di qualità; un ristorante checucina la nostra enogastronomia; uno spaziodibattiti, uno spazio per i bambini. Sarà unmomento per stare insieme, un punto di aggre-gazione, un raduno del mondo agricolo - dicel'Assessore Valentini - Il 19 luglio faremo unincontro con il Ministro Paolo De Castro e chia-meremo gli agricoltori a stare qui, dopo un con-certo con Tosca. Insomma un modo per vivere l'a-gricoltura in una grande città come Roma".Anche i bambini che accompagneranno i proprigenitori e che vorranno trascorrere del tempodivertendosi ed imparando potranno sfruttaregli spazi ludico-ricreativi del villaggio. "Ci sarà

un'area dedicata all'educa-zione alimentare, alla cultu-ra enogastronomica, alleagroenergie alternative, aiproblemi dell'acqua e dellasiccità, all'educazione ali-mentare, un'area dedicata aidivertimenti - prosegue laValentini - Il venerdì ci saràun ristorante solo per bambi-ni perchéabbiamo pensatoanche alla parte di educazio-ne alimentare. Un'area dovesi sta insieme e ci si diverte.Ci sarà un'area con le nostrepubblicazioni: delle cartolineche potranno esser compilatedai cittadini che vorrannoavere delle informazionidalla nostra Regione e un'a-rea dedicata alle nostre pro-vince. Perché Roma è il piùgrande comune agricolod'Europa ed è per noi dell'a-gricoltura un grosso valoreaggiunto. Da qui avverrà losbocco per l'agricoltura." Anche il Presidente dellaRegione Lazio è soddisfattoma ritiene che si possa fareancora molto per l'agricoltu-ra: "L'agricoltura è una

risorsa per Roma e Roma è una risorsa per l'a-gricoltura. Potrebbe essere una novità per chi èmiope. Per chi invece sa guardare più lontanovedrà Roma con il suo verde e la sua campagna,che ancora sono nel comune. Ma Roma deveanche saper interagire con tutte le altre provin-ce e con tutti i comuni. Il Lazio ha una ricchez-za che è l'agricoltura, in tutte le sue declinazio-ni: ad esempio nelle capacità delle energie rin-novabili e riutilizzabili.Per tutelare i tanti produttori e consumatorisecondo Marrazzo le strade sono due: "In primo

luogo abbiamo già costruito le condizioni ovverole Leggi per tutelare i produttori. Ora è il caso diapplicarle e di dare competitività all'Arsial. Perquanto riguarda i consumatori punteremo sullasicurezza che passa per la qualità, che passa peruna politica dei prezzi seri". Anche l'assessoreValentini è per il rilancio dei nostri prodotti:

"Conoscere i nostri prodotti, assaggiarli, degu-starli e poi comprarli. Per poter stare meglio, insalute e in benessere, per fare in modo che lenostre aziende possano crescere economicamentee soprattutto non abbandonare la terra e i campiche rappresentano un altro modo di vivere e dimangiare". Punti delicati che verranno trattati saranno l'e-mergenza acqua e il risparmio energetico: "E siparlerà anche di agroenergie alternative, di edu-cazione alimentare, di commercializzazione. Cisarà anche un seminario sulla pesca e si parleràdi distretti rurali e agroalimentari. Si parlerà diun po’ di tutto perché vogliamo raccontare ciòche facciamo e che siamo; a Roma, ai cittadiniromani e per chiamare il nostro mondo agricolo,per riscoprire in città la campagna romana" con-clude la Valentini.Alla presentazione della manifestazione eranopresenti anche i rappresentanti delle cooperati-ve. Abbiamo intervistato Enrico D'Agostino,presidente della Lega Coop Lazio.Cosa significa portare l'agricoltura in città? "Significa far conoscere a tutti i prodotti delLazio ma significa soprattutto farli conoscerenon attraverso le varie intermediazioni che avolte ci sono nell'agricoltura ma tentando di farrapportare direttamente i produttori con i con-sumatori. Molto spesso questo non avviene equesta occasione è adatta per questo tipo diprodotti".Abbiamo ascoltato anche il vicepresidente vica-rio della Lega Regionale Cooperative e Mutue delLazio, Giuseppe Codispoti.Quanto è importante far conoscere l'agricol-tura e i suoi prodotti?"Abbiamo lavorato insieme alla Regione eall'Arsial per la costruzione di questo avveni-mento all'interno dell'estate romana ma è unagrande iniziativa che coinvolge il meglio del-l'agricoltura laziale nel tentativo di portaredentro Roma tutto il meglio che c'è della pro-duzione agricola laziale. Roma è un grandemercato ma non sempre le filiere agricole loriescono a penetrare. Quest'iniziativa s'inseri-sce nella giusta direzione, tra le tante organiz-zate dall'Assessorato. Prima di tutto Roma èuna grande opportunità e crediamo che questainiziativa serva proprio a coglierla".

sbarca in cittàL'Agricoltura

In foto: l’Assessore Daniela Valentini

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[ di • Valeria De Rentiis ]

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Da noi suonerebbe più o meno come “isignori Rossi”, una sorta di manifesto pro-grammatico, in controtendenza con le siglealtisonanti e improbabili che le band del perio-do erano solite usare. Gli Smiths sono ancoraoggi al centro del dibattito che anima la criti-ca musicale inglese alla ricerca spasmodica diloro degni successori. Era la primavera del1982 quando nella grigia Manchester il chi-tarrista Johnny Marr (vero nome John Maher,contratto per differenziarsi dall’omonimo bat-terista dei Buzzcocks) e Stephen PatrickMorrissey si uniscono agli amici Andy Rourke(al basso) e Mike Joyce alla batteria, iniziando,con il singolo Hand in Glove, una delle piùstraordinarie avventure del pop anni Ottanta.Ancora una volta, in ossequio al destino ditante grandi band della storia del Rockmoderno, la linfa vitale del gruppo scaturiscedal dualismo e dalla rivalità di due personalitàdominanti: così fu per Lennon e McCartney,Jagger e Richards, Page e Plant, e così fu perMorrissey e Marr.Innamorato del decadentismo, amante diOscar Wilde come dei poeti e degli chanson-nier francesi, dedito al culto di James Dean,Stephen Morrissey si impone da subito per lasingolarità del suo personaggio: movenze lan-guide e voce lamentosa, non si nega il gustodella provocazione tagliente, irritante a volteai limiti della gratuità (celebre il caso del suobrano da solista National Front Disco, chediede adito a sue presunte simpatie per ilFron te Nazionale), e lo fa stando tutto som-mato al gioco della stampa, pronta a gridarealla ge nialità in caso della polemica azzeccatama altrettanto solerte nel seppellirti al primobersaglio non pefettamente centrato. Ac cu -sato di istigazione alla pedofilia per alcune sueliriche, riuscirà a codificare uno stile del tuttocomplementare all’altro pilastro della band: ilchitarrista Johnny Marr. Troppo raramente sisente citare Marr nella lista dei grandi chitarri-sti moderni, e si tratta senza dubbio, lo affer-miamo con assoluta convinzione, di una delle

più grandi svistedella critica musi-cale odierna. Fuso prattutto gra ziea lui se gli Smithsforgiarono lo stileche li rese grandi,uno stile che supe-rava gli stereotipidel Punk, la cuispinta propulsivarisultava i ne so ra -bilmente in decli-no, recuperan doun pop d’au toreorganizzato at tor -no ad accordi dalsapore quasi jazzi-stico, re in tro du -cen do una com-

plessità tecnicafuori dal comune e utilizzando la dodici cor deelettrica in modo assolutamente efficace e ori-ginale. Un mix di questo genere non fece fati-ca ad affermarsi nel circuito delle radio indi-pendenti, e ben presto il mercato discograficofiutò l’affare: di lì a breve vide la luce TheSmiths, album omonimo uscito per la RoughTrade nel febbraio del 1984. Elemento fonda-mentale per comprendere il vero e proprioculto legato alla band di Manchester è il fat-tore estetico: gli Smiths cantano la rivincita neiconfronti del machismo imperante, dandovoce all’emarginazione, in tellettuale più chesociale, e il ruolo giocato dai testi di Morrisseyin tal senso appare fondamentale. Le citazioniletterarie, gli strali violenti contro istituzioniconsolidate e intoccabili come la Corona bri-tannica, l’analisi psicologica di personaggidalla moralità ambigua e violente invettivecontro una sgradita modernità (Impicca ilbenedetto DJ / Perché la musica che suonainsistentemente / non dice niente di me edella mia vita, canteranno qualche tempodopo) sono tutti elementi di un microcosmodalle fondamenta instabili ma dall’impattopoetico e musicale devastante. Erano anni incui iniziava a imperare l’oscurantismo post-punk, materializzatosi in parte nel movimentodel Dark-Rock: tutte reazioni ad un comunesenso di disillusione, smarrimento privo diprospettive, indotto anche dalle politiche neo-liberiste della Tatcher che non esitava a falcia-re le classi operaie di cui Manchester era inparte simbolo, e stravolgere la fisionimiasociale del paese sotto la spinta di privatizza-zioni sfrenate. Gli Smiths saranno, assieme adaltri artisti di spicco come Paul Weller, partedel movimento Red Wedge (Cuneo Rosso), asostegno delle mobilitazioni dei lavoratoridelle miniere, con tantissimi gruppi e artistiinglesi ad organizzare concerti, festival e sera-te per raccogliere i fondi necessari ai sindaca-ti per proseguire la lotta. Al di là dell’impegnosociale, la band non impiega molto ad otte-nere un successo commerciale consistente, e

già nel 1985 dà vita al secondo album Meat IsMurder, una tappa di passaggio obbligata perapprodare al successivo capolavoro TheQueen Is Dead, del 1986. Successo non privodi conseguenze, visto che le tensioni interneiniziano ben presto a evidenziare lacerazionigenerate dal dispotismo di Morrissey, dalladepressione di Marr, e dalla tossicodipenden-za del bassista Rourke, che verrà temporanea-mente estromesso e sostituito per poi esserereintegrato nella band. Ma è proprio in branidalla ironia feroce e corrosiva come FranklyMr. Shankly o Cemetery Gates, o nella perfe-zione formale di canzoni come There Is a LightThat Never Goes Out o Some Girls are BiggerThan Others, che si consolida il loro mitomusicale e poetico. Un pomeriggio l’emitten-te Radio 1 avrà la geniale idea di diffondere inserrata successione la notizia del disastro diChernobyl al brano I’m Your Man degliWham!, sarà lo spunto per la rabbiosa Panic,massimo successo commerciale degli Smiths,con Morrissey a suggerire una fine consonaper il DJ in questione e Marr a tessere sferra-glianti trame elettriche con la sua Ricken -backer, il tutto immortalato da uno splen didovideo del regista Derek Jarman. Tuttavia i rap-porti con il mercato discografico iniziano afarsi sempre più complicati e i rapporti con ilmanagment e l’etichetta discografica sempremeno buoni, nonostante l’astro degli Smithssia al massimo del suo fulgore. Le attese nonsaranno deluse dall’ultimo Strange ways HereWe Come, uscito nel settembre del 1987, checontiene un brano dal titolo profetico: IStarted Something I Couln’t Finish (Ho inizia-to qualcosa che non posso concludere), solouna delle tante tracce disseminate nel discoquale segnale d’una irreparabile crisi. Unsenso di finitudine claustrofobica che porteràin breve tempo i membri della band a unaestenuante lotta legale per i diritti d’autore,affondando così in una triste marea di cartebollate e assegni con molti zeri la loro avven-tura. Quattro, perché in fondo, a livello musi-cale, è giusto rivalutare l’apporto della sezio-ne ritmica Rourke-Joyce, solida e concretacome poche, e soprattutto elemento forsesecondario ma indispensabile per la singolari-tà del sound degli Smiths. Ovvio che, comegià ricordato, stare al gioco di due primedon-ne del calibro di Morrissey e Marr, avrebbepermesso al massimo di interrogarsi su chifosse l’incudine e chi il martello, senza spe-ranza di fuggire all’ovvio schiacciamento. Laloro eredità è un fantasma che aleggia anco-ra oggi sull’odierno pop britannico, alla conti-nua ricerca di degni epigoni della band man-cuniana, impresa ardua e, oseremmo dire,nemmeno del tutto necessaria.Accusato spes so di fare musica per una gene-razione di depressi in crisi di astinenzaMorrissey era solito rispondere: “Può darsi,ma queste persone sono importanti, tutti inostri desideri contano. Altrimenti per chidovremmo cantare? Per la Tatcher?”.

The The SSmiths miths [ di • Fabio Zaccaria ]

note storiche

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Presidente Zagghay, di cosa si occupa laSua Associazione?Erythros è un’associazione di promozionesociale, multietnica, formata prevalentementeda immigrati.

Quali sono gli obiettivi e le finalità?Innanzitutto la difesa dei diritti dei soggetti piùdeboli. Siamo orientati nella lotta contro latratta degli esseri umani.

Parliamo del fenomeno della prostituzio-ne: perché non viene estirpato?In prevalenza parliamo di vittime della tratta, cisono donne costrette a prostituirsi.

E la costrizione da cosa dipende?Ci sono vari modi per cadere nella coercizione:le donne africane, nigeriane ad esempio, ven-gono in Italia perché stipulano, ignare, un ac -cordo con quello che poi diventerà il loroaguzzino, per lavorare. Solo successivamentesi rendono conto d’essere state ingannate evengono avviate alla prostituzione. Questoinganno viene escogitato perché stiamo par-lando di un tessuto sociale molto debole in cuile persone non sono in grado di difendersi,non avendo la percezione del denaro. A que-ste donne viene detto che in Italia ci sarà lapossi bilità di guadagnare con contratti da 50-100 mila euro. Una volta entrate nel racketdella prostituzione è difficilissimo uscirne.Ragazze minorenni provengono quasi esclusi-vamente dal l’Est europeo mentre le donne afri-cane sono già maggiorenni.

Le donne africane vengono ricattate inugual modo rispetto alle donne dell’Est?Le ragazze trovano già nel loro paese d’origineuna situazione di degrado. Quando vengono in

Italia sanno in che contesto si trovano. Fannoun accordo con lo sfruttatore che promette dicedere il 50% dei guadagni, ma solo il 20 % almassimo entrerà nelle loro tasche. In questomodo non avranno soldi a sufficienza per so -prav vivere da sole e saranno costrette a restarenel giro. Il protettore fa di tutto per tenere leragazze in strada perché ovviamente costitui-scono fonte di guadagno.I veri protettori non vengono mai arrestati, so -lo i pesci più piccoli finiscono in galera poichéhanno la funzione di “guardiani”.

Un’organizzazione criminale stranierapuò occupare le strade italiane senzaalcun problema?Questo tipo di organizzazioni ha, a livello ipo-tetico, agganci con il mondo della malavitaorganizzata, o comunque con la criminalitàlocale.

Cosa fate per aiutare le ragazze che sonoper strada?

Le ragazze che escono dal giro vengono spes-so aiutate dai clienti. Solitamente i nostrivolontari si fingono clienti per avvicinare leragazze e toglierle dalla strada e dal giro.

Per farle uscire dal giro, l’Associazionedeve pagare soldi?Noi siamo un’associazione contro la tratta, enon scendiamo a patti con queste persone,anche perché la possibilità di avere altre ragaz-ze da sfruttare porta gli aguzzini a rinunciare aqualsiasi tipo di minaccia. Oltretutto attirereb-bero l’attenzione su di loro, e non sarebbeutile ai loro scopi. La nostra associazione operadal 1995 e ha portato fuori molte ragazze purnon operando nei loro paesi d’origine.

Cosa pensa della prostituzione volonta-ria?Credo che chiunque sia libero di fare ciò chepensa, chi vuole farlo in maniera volontariapuò. Noi principalmente ci occupiamo dellatratta dunque dello sfruttamento.

Quale lavoro svolge il Suo ufficio per contra-stare la prostituzione?Questo è il Servizio Centrale Operativo dellaPolizia di Stato, inserito nell’ambito dellaDirezione Centrale Anticrimine del Dipartimentodella Pubblica Sicurezza. Qui coordiniamo tuttele attività investigative che le 103 squadremobili, situate sull’intero territorio nazionale,svolgono quotidianamente. È un’azione di rac-cordo informativo-investigativa che riguarda lefenomenologie criminali più gravi, più efferate,come i reati contro la persona, il patrimonio,

l’immigrazione clandestina e il traffico di droga.

Ha parlato di lavoro di coordinamento ancheper la prostituzione. Quali sono i paesi da cuiprovengono principalmente queste ragazze?Prevalentemente oggi abbiamo uno scenarioabbastanza complesso per quanto riguarda lapresenza di cittadini stranieri sul nostro territo-rio. Da alcuni anni provengono dai paesi dell’a-rea balcanica, dall’Africa, in particolare dallaNigeria, dall’Asia, in particolare dalla Cina. Na tu -ralmente parliamo di organizzazioni criminali

complesse dedite a diversi reati particolarmentegravi, uno dei quali è lo sfruttamento della pro-stituzione.

Un fenomeno dilagante è quello della prosti-tuzione minorile. Ci troviamo a Roma, dove larealtà è sconcertante. Che cosa può fare laPolizia?Quello che possiamo fare noi è mettere in azio-ne un’attività investigativa su coloro che sfrut-tano le ragazze minorenni, sulle organizzazioni.Naturalmente quest’azione di contrasto non

PROSTITUZIONE:che fare?

Intervista al Presidente dell’associazione Erythros:Dott. Daniel Zagghay

Intervista al Dott. Francesco De Cicco, Primo Dirigentedel Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato

parte seconda •

[ di • Sergio Di Mambro e Fabrizio Piciarelli ]

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deve limitarsi al nostro paese ma deve esten-dersi anche agli altri paesi, da cui ha origine iltraffico. È per questo che tramite l’Interpol etramite accordi bilaterali siglati con altri paesi,ad esempio la Romania, cerchiamo con unoscambio d’investigatori d’individuare il luogo dacui partono le ragazze e le minorenni e dove glisfruttatori cominciano la loro attività illecita incooperazione con altri soggetti dediti nel nostropaese. Quindi deve essere un’azione coordinata.

Qual è la soglia tra pedofilia e prostituzioneminorile?Evidentemente il legislatore ha fissato unasoglia d’età al di sotto della quale si parla dipedofilia, altrimenti diciamo che si tratta di pro -stituzione minorile. In ogni caso si parla direati molto gravi, puniti severamente. Chi vacon una minore tra i 14 e i 18 anni in cambiodi soldi commette il gravissimo reato della pro-stituzione minorile. Al di sotto di quest’età par-liamo di pedofilia.

Che cosa si può fare per recuperare le ragaz-ze che vogliono uscire dal giro?Il legislatore già da un po’ di anni, dal 1998, haistituito il Testo Unico sull’immigrazione: laLeg ge Turco-Napoletano, che ha introdotto unarticolo decisamente importante per chi è vitti-ma dello sfruttamento ma anche per gli investi-gatori e per la magistratura. Parliamo dell’artico-lo 18. Per le immigrate clandestine è prevista lapossibilità del rilascio di un permesso di sog-giorno per motivi di protezione sociale, soprat-tutto per le ragazze che decidono di dissociarsi,voltare pagina chiedendo aiuto. Attraverso lefor ze dell’ordine, la magistratura e le associa-

zioni di volontariato, le ONG, è possibile fare undiscorso di recupero per le donne che decidonodi uscire dal giro.

Cosa intendono fare le istituzioni per risol-vere il problema della prostituzione?La cooperazione internazionale è una delleforme di contrasto più significative e remunera-tive anche a livello di risultati. Sono stati sigla-ti degli accordi con alcuni paesi, ad esempio laRomania, proprio nel dicembre scorso. IlMinistero dell’Interno ha firmato un accordobilaterale di cooperazione con il suo omologorumeno che prevede uno scambio di investiga-tori e strutture investigative parallele. Questo èun metodo di controllo congiunto alle frontiere,ed è lo strumento migliore per contrastare que-ste organizzazioni che oggi sono molto com-plesse e sono disseminate a macchia d’olio sututto il territorio mondiale.

Cosa pensa della punibilità dei clienti?Non spetta a me dire se può servire o meno.Quello che serve è combattere le organizzazionie coloro che sfruttano la prostituzione, sui traf-ficanti. Sulla punibilità lasciamo agli addetti ailavori il giudizio.

Servirebbe un maggior supporto tecnologicoalla Polizia per poter lavorare meglio?Spesso ci confrontiamo con strutture di altripaesi e devo dire che le nostre apparecchiaturesono già moderne e all’avanguardia. Non dimen-tichiamo che il nostro paese ha a disposizione lapolizia postale e delle comunicazioni che vigilaanche su internet, e che svolge indagini tecnolo-giche grazie anche a ramificazioni su tutto il ter-

ritorio nazionale. Oggi, attraverso internet, ven-gono commessi reati anche gravi, tra cui lo sfrut-tamento della prostituzione e della pedofilia.

Ci parla delle ultime operazioni della Poliziadi Stato?A gennaio si è svolta l’operazione cosiddetta“Spartacus” contro lo sfruttamento della prosti-tuzione, che ha visto coinvolte diverse città ita-liane, coordinata dal Servizio Centrale Operativoe che ha permesso l’arresto di oltre 800 traffi-canti prevalentemente dall’Est europeo. Si trat-tava di organizzazioni nell’area balcanica chesfruttavano donne, sempre provenienti da quel-l’area, in diverse regioni del centro nord e alcu-ne del sud Italia. In quel contesto siamo riusci-ti ad individuare anche appartamenti in cuivenivano sfruttate queste donne e siamo riusci-ti ad arrestare i proprietari italiani, consapevo-li di ciò che veniva compiuto all’interno di essi.

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Sig. Cerruti vuole aggiornarci sulle pro-blematiche di viabilità nel territorio?La situazione non è cambiata di molto, sonopoche le migliorie apportate dal Municipio.Per il momento è stata effettuata la potaturadegli alberi del primo tratto di via Anastasio IIfino alla stazione di Valle Aurelia, tralasciandoperò il tratto che giunge fino a piazzale degliEroi. Un problema importante da segnalareche crea disagi agli automobilisti, a rischioincidenti, è la pressocchè assente segnalazio-ne stradale orizzontale della zona Prati,Trionfale e Aurelio.

Per quanto riguarda i mezzi di trasportopubblico? Non viaggiano regolarmente! Nello specifico,capita per esempio che bisogna attendere allafermata del 31 circa mezz’ora prima di vede-re arrivare il bus e a volte dopo un’attesa cosìlunga, capita che ne passino tre in contempo-ranea, a dimostrazione del fatto che non esi-ste una seria organizzazione dell’Atac nel ter-ritorio, per non parlare poi della segnalazioneelettronica malfunzionante delle paline e della

poca attendibilità riferita agli orari e ai tempidi attesa previsti.

Ultimamente ha notato una maggiorepresenza dei vigili urbani?Sinceramente ancora nessun riscontro: conti-nua ad essere assente un controllo capillarenelle strade principali da parte dei vigili urba-ni e chi conosce bene via Boccea è consape-vole del fatto che per percorrere 200 mt ènecessario imbarcarsi in una fila di circa mez-z’ora: veramente incredibile! I vigili dovrebbe-ro essere più presenti nel territorio, nei suoipunti nevralgici, facendo il loro dovere regola-mentando il traffico, allo scopo di evitare ilcaos che esiste per le strade del nostro Mu -nicipio.

Vuole segnalare altre problematiche cheha riscontrato nel Municipio?Si. Mi è capitato di partecipare recentementead una manifestazione contro le ultime deci-sioni prese dalla Sanità in merito alla imminen-te chiusura di alcuni reparti dell’ambulatorio S.Tommaso D’Aquino, quello di radiologia e del

laboratorio d’analisi. E, visto il mio ruolo attivodi membro del Tribunale per i diritti del malatoe il servizio di volontariato che svolgo bisetti-manalmente, sono venuto a conoscenza diret-tamente dal responsabile di radiologia e car-diologia che i due reparti entro l’estate verran-no chiusi. Veramente uno scandalo, calcolandoche l’ambulatorio è frequentato da una vastadensità di persone anziane che hanno unaestrema necessità di cure e di usufruire dunquedei due ambulatori. Collaboro, sia attivamenteche moralmente con la gente che è sempre piùrassegnata dalle ultime novità apportate dallaSanità laziale. Spero vivamente che proseguacon esito positivo la raccolta di circa 1000 firmeche presto saranno presentate al MunicipioXVIII per evitare la chiusura dei due ambulato-ri. Restiamo quindi in attesa di sviluppi politici.Sono state già chiuse recentemente le struttu-re ambulatoriali di piazza Adriana, di via Plinioe quelle di via Fornovo. Purtroppo sono cittadi-no anch’io, e dico purtroppo per tutto quelloche sono costretto a vedere, a volte inerme,perchè sono ancora troppi i problemi da risol-vere all’interno del nostro Municipio.

DOSSIER XVIII: I COMITATI DI QUARTIERE

Il Comitato di quartiere Valle AureliaIntervista al sig. Cerruti

Presidente Martinelli, nella precedentein tervista abbiamo parlato dei problemiin generale riscontrati sul territorio. Qualè la situazione odierna?Sicuramente più andiamo avanti e più la situa-zione degenera. Il nostro problema in questomomento è il mercato trionfale, lasciato nelpiù totale degrado da oltre due anni. I banchisono fatiscenti e i commercianti si lamentanoper l’impossibilità di lavorare. In più la cliente-la è diminuita anche a causa della concorren-za dei supermercati sorti in zone limitrofe al

mercato. Speriamo la situazione migliori al piùpresto per tutelare una struttura storica qual èil mercato trionfale.

Quali altri problemi ci sono nel MunicipioXVII?Sicuramente di viabilità. Inoltre le strade sonosenza manutenzione ed è difficile anche per-correrle. Il nostro è un municipio abitato pre-valentemente da anziani e in estate si svuotaper la massiccia presenza di uffici che chiudo-no per le ferie. E poi le case sono costose, è

difficile che qualcuno venga ad abitare qui.Proprio per questo motivo speriamo di riusci-re ad attivare un numero per le persone cheresteranno sole, una sorta di numero verde.Le associazioni già lavorano in questo senso efanno in modo di creare delle oasi durante l’e-state per raggiungere le persone sole.

Come sono i rapporti con il Municipio?I rapporti sono buoni, anche se in questomomento stanno aspettando il taglio delnastro per la riqualificazione del mercato.

Comitato Liberi Cittadini di PratiIntervista al presidente Franco Martinelli

DOSSIER XVII: I COMITATI DI QUARTIERE

Il Comitato Oslavia è nato con l’intento dimonitorare la costruzione di un box autodi 300 posti sulla via omonima. Presidentecosa è cambiato in questi mesi?Purtroppo non ci sono novità rilevanti. C’èancora l’incertezza sul volume del parcheg-gio, non sappiamo se sarà di 300 o 150 postiauto e se sorgerà su uno o due piani. Questo

nonostante ci sia stato un impegno pubblicoda parte del Sindaco e del suo delegato, insie-me alla presidente del Municipio con uncomunicato stampa inviato al Tg3 Lazio in cuisi faceva presente che, per motivi di caratterepubblico non sarebbe stato costruito un boxcon più di 150 posti auto. Sono passati 2 mesie oggi non c’è ancora un tavolo di confronto

con noi del comitato. Nel 2001 ci fu una deli-bera del Municipio in cui si chiedeva all’una-nimità un tavolo istituzionale di confronto. Dagennaio 2007 intanto i lavori proseguono e laditta continua a rivendicare due piani e nonuno. Se la costruzione fosse su due piani sisposterebbe anche l’asse prospettico di PiazzaMazzini. Il progetto è stato bocciato dalla

Comitato OslaviaIntervista al presidente Antonio Tiberti

DOSSIER Municipi XVIII - XVII

[ a cura della • Marta Cecchini e Valeria De Rentiis ]

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Don Paolo quali sono i maggiori disagidegli abitanti del Municipio?La zona di Prati è spopolata e utilizzata soloper gli uffici: ce ne sono troppi e la maggiorparte degli abitanti sono anziani. Quindi iprincipali problemi sono di sicurezza, socialied economici.

I ragazzi vengono coinvolti nelle attivitàdella parrocchia?

I giovani sono pochi, anche se la mia parroc-chia è frequentata. La stiamo ristrutturandoperché ci sono pochi ambienti e i ragazzi nonhanno gli spazi necessari e punti di riferimen-to. In genere praticano sport. In più nella par-rocchia è presente l’Opera del Segretariatosociale per la Vita, che si interessa ai ragazzi,alle ragazze in difficoltà, alle giovani madricon grossi problemi, sia italiane che straniere. In questo periodo sono al Villaggio Olimpico,

dove c’è un nutrito servizio per i poveri conassistenza e distribuzione del vestiario.

Quali attività saranno organizzate infuturo?Da settembre ci sarà il commercio equo-soli-dale, un punto di solidarietà, promosso dallaCaritas.

Sig. ra Anna, come procedono le cose alCentro?Sinceramente non è cambiato nulla in questimesi. L’unica nota positiva è che probabilmen-te inizieranno i lavori nel giardino sul retrodella struttura.

Per l’estate come vi state organizzando?

Non organizziamo nulla perché siamo davve-ro in pochi. In più ora s’è creato un gruppet-to che si chiude in una stanza per fumare cosiscoraggia gli altri a frequentare il Centro.

Quali problemi ci sono nel Municipio?Credo gli stessi che ci sono anche nel resto diRoma: buche, strade dissestate, sanpietrini

rovinati. Diventa pericoloso camminare anchesui marciapiedi ma le cose non cambiano.Bisognerebbe creare più zone pedonali e pre-disporre qualche vigile in più.

Parrocchia di Santa Regina ApostolorumIntervista al parroco Don Paolo

Centro Anziani Borgo PioIntervista alla presidente Anna Mastrocco

DOSSIER XVII: LE PARROCCHIE

DOSSIER XVII: I CENTRI ANZIANI

Vivere a piazzale Clodio è oggi un’impresaaltamente rischiosa per gli abitanti del quar-tiere, che rischiano ogni giorno di essere inve-stiti sulle strisce, facendo slalom tra le autoche sfrecciano, senza semafori e recinzioniadeguati per la tutela dei diritti dei pedoni,senza spazi conformi alle loro esigenze: un“ghetto” dentro un megaparcheggio, tra ipiù grandi di Roma, dal quale è difficile usci-re. Ecco allora alcune proposte concrete daparte degli inquilini che abitano nei fabbricatiadiacenti al palazzo di Giustizia, per risolvere iproblemi di viabilità di piazzale Clodio: - rendere più sicuro l’attraversamento centra-le di piazzale Clodio, tinteggiando di frequen-te le strisce pedonali a doppio colore, appo-nendo in alto uno striscione con la scritta“Rallentare” e realizzando, prima delle strisce,una base in sampietrini che spinga gli auto-mobilisti a rallentare oppure un semaforo aluce gialla lampeggiante, infine, la realizzazio-ne di un passaggio pedonale protetto conrecinzioni adeguate;- per l’attraversamento della CirconvallazioneClodia da Via Golametto a Via delle Giulianasi propone un sistema semaforico con tempidi attesa ridotti che non scoraggino il pedone

e non lo spingano ad attraversare con sema-foro rosso, causando incidenti; - inoltre, per evitare caos ed incidenti si pro-pone che il flusso di auto proveniente da VialeMazzini sia incanalato obbligatoriamente adestra costringendolo a fare la rotatoria dellapiazza, consentendo ai Bus che escono dalcapolinea diretti a viale Mazzini, di girare subi-to a sinistra senza dover percorrere tutta lapiazza;- si richiede la presenza dei vigili urbani,attualmente assenti, per sanzionare soste indoppia fila, l’occupazione dei posti riservatiagli handicap, il mancato rispetto di prece-denza sulle strisce e i parcheggi sulle striscecentrali della piazza, procedendo con lenecessarie rimozioni;- si propone la realizzazione di percorsi pro-tetti per rendere più semplice la vita quotidia-na delle persone anziane, delle persone conbimbi in carrozzina, con handicap e dei cicli-sti.In Particolare:1. percorso da via Golametto a via Teulada(capolinea BUS). Il marciapiede è occupatoprima da bancarelle, che occupano spazi piùampi di quelli assegnati e poi da auto regolar-

mente parcheggiate sui marciapiedi, si propo-ne di spostare le bancarelle sul piazzale limi-trofo di via Casale Strozzi; di rialzare conside-revolmente il marciapiedi o di dotarlo direcinzione metallica (tipo sede stradale tram);

2. percorso viale Mazzini. Si propone di realiz-zare nella sede centrale verde del viale un per-corso dedicato a bici e carrozzelle, garanten-do gli attraversamenti stradali con appositiparapedonali;

3. un percorso dedicato analogo potrebbeessere realizzato, anche in via sperimentale,allargando un marciapiedi in via Giuliana inmodo da facilitare anche il percorso verso ilmercato.

Queste proposte sono la testimonianza delsenso di responsabilità e civiltà degli abitantidel quartiere che, oltre a denunciare i proble-mi di viabilità della piazza, cercano di propor-re soluzioni tangibili per restituire serenità aipedoni e per una migliore circolazione delleauto: un appello diretto alle amministrazioniper far si che intervengano con misure ade-guate, in nome di una sana viabilità.

Contro il “ghetto” di Piazzale Clodio5 proposte per una migliore viabilità

Sovrintendenza del Consiglio Comunale diRoma, dal Tribunale Civile, dal TAR e dal Ser -vizio giardini del Comune. Questi ultimi lihanno bloccati più volte.

Per quale motivo i lavori proseguono?Ci sono indagini della Finanza mai smentite.E’ possibile che ci sia una compiacenza. Pensiche il giudice ha documentalmente archiviatola pratica perché non sono stati riscontrati

reati penalmente perseguibili.

Cosa accade oggi?Nel maggio 2006, quindi un anno fa, ilConsiglio Comunale, su pressione dei cittadi-ni chiese una consulenza super partes all’isti-tuto d’ingegneria dell’Università “La Sapienza“di Roma. Ovviamente il progetto venne boc-ciato ma da allora nulla è cambiato.

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Negli ultimi numeri abbiamo parlato di Radionicacon il Prof. Giuseppe Genovesi e con l'Ing.Luciano Buono. Molte persone hanno decisodi curarsi con la Radionica per diverse patolo-gie. Vogliamo approfondire i postulati scientificiche sono alla base di tale tecnica innovativa.Spesso durante le interviste si è fatto riferi-mento alla Meccanica Quantistica, con l'Ing.Luciano Buono Presidente dell'AssociazioneFulvio Di Pascale. Vogliamo approfondire taliconcetti.

Ing. Luciano Buono ci vuole parlare dei fon-damenti della Meccanica Quantistica?

La Meccanica Quantistica si basa su sei principi fon-damentali, quello che ci interessa è il secondo:"è possibile che in determinate condizioni lamateria possa comunicare a distanza o scaturi-re dal nulla". Per quanto concerne la comunicazionea distanza ne abbiamo parlato già precedente-mente. Molte riviste scientifiche hanno comunicatotali esperimenti, che riguardano semplicemen-te l'interferenza a distanza tra elettroni cheruotano sullo stesso orbitale. Una volta separa-ti e posti a qualsiasi distanza, qualsiasi interferenzaesterna su uno dei due elettroni produce si-multaneamente un cambiamento di "spin"dell'altro (spin: rotazione dell'elettrone attornoal proprio asse).La cosa importante che mi interessa comuni-care ai lettori è che la "materia possa scaturiredal nulla". Intanto vediamo cosa si intende per"nulla". Per poter entrare nel merito dobbia-mo introdurre la fisica di Severi e Pannaria cheparla di un mondo reale che è il nostro, di un'an-

timateria che non è quella a cui comunemen-te si fa riferimento, ma è l'antimateria del mondoreale ossia i negativi del mondo che noi vedia-mo, infine c'è una materia pura che è unparticolare luogo dove ci sono tutte le parti-celle prime della materia combinata.

Che cosa è questo "nulla"?

Una prima definizione è che il "nulla" è da do-ve proviene la materia. Quindi Severi e Pannarial'han no chiamata l'antimateria, possiamo par-lare di ne gativi della materia combinata. Conquesta fisica riusciamo a spiegare la Radionicain quanto la "Radionica lavora sull'antimateriaper migliorare la materia". Vorrei aggiungereche ogni realtà fisica combinata, ha il proprionegativo nell'antimateria.

Se la materia e l'antimateria vengono acontatto cosa succede?

Si annullano.

Ciò che lei sta dicendo mi porta con i ri-cordi al "Triangolo delle Bermuda" e cioènell'immaginario collettivo alla scompar-sa di navi e aerei mai ritrovati. Colpadell'antimateria venuta a contatto con lamateria?

È come se ci fosse una porta aperta con l'an-timateria, i negativi attraverso tale porta vengonoa contatto con i positivi della materia combi-nata e si annullano. Un esempio scientificoavviene nel Sincrotrone dove particelle porta-

te ad elevata velocità urtando altre particelledanno luogo al fenomeno del contatto tra ma-teria e antimateria creando l'annullamento delleparticelle duali.

Ing. Buono ci vuole spiegare il "Principiodi Scambio" di Severi e Pannaria?

Il Principio di Scambio di Severi e Pannaria creale basi per spiegare fenomeni che altrimenti sa-rebbero inspiegabili con la "Teoria dell'Antimondo".Il Principio di Scambio evidenzia discontinuitànello spazio e nel tempo ammettendo "unquanto minimo di tempo e un quanto minimodi spazio". Lo spazio- tempo nella fisica classica è intesocontinuo, in realtà lo spazio- tempo è discreto

e ciò permette di spie-gare tanti fenomeniinspiegabili. L'equazionedella materia di Severie Pannaria spieganoanche il Principio diIndeterminazione diHaisenberg.

Ing. Buono la seguentefigura parla di spa-zio, interspazio eantispazio ci vuolespiegare nel detta-glio?

Nel mondo combina-to esiste uno spaziosotto il quale non si puòandare. Abbiamo unospazio minimo, e untempo minimo. (L’intervista continua apag. 28 •)

Intervista all’Ing. Luciano Buono

L’Ing. Luciano Buono

[ di • Sergio Di Mambro e Luciana Buono ]

foto di G. Mete

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Continua il viaggio nel mondo della radionica,abbiamo incontrato una serie di pazienti insie-me al prof. Genovesi. Il primo paziente cheabbiamo incontrato è la sig.ra Emanuela Gian -nantoni, la quale ci parla della sua esperienza.Aveva un problema legato al diabete e perquesto si era rivolta alla medicina non ufficia-le e quindi alla radionica.

Che disturbi aveva prima di rivolgersi allaradionica?Sentivo una stanchezza estrema e non riuscivonemmeno a camminare.

Come mai non si è rivolta alla medicinaufficiale?Preferisco cure alternative, nel corso degli anniho avuto dei problemi di salute come tantepersone e mi sono rivolta alla medicina ufficia-le, ma le esperienze non sono state positiveperché nel giovamento della malattia si sonocreate una serie di sintomatologie tali da crea-re altri problemi fisici e quindi, dopo tali espe-rienze non molto positive, ho deciso di cam-biare. A proposito di medicina ufficiale, vorreiportare una delle mie ultime esperienze: loscorso inverno mi sono trovata con un proble-ma di emiparesi facciale. Sono andata dal me -dico di base che ha ritenuto diagnosticare unaforma di ictus. Non gli ho creduto e mi sono ri -volta al prof. Genovesi il quale ha definito tut-t’altra patologia. Come cura mi ha dato tre dosiuniche di una polvere fitoterapica apposita-mente preparata per la mia malattia, e nel girodi pochissimo tempo tutto si è risolto.

Come è arrivata alla radionica?

Mi ero documentata attraverso libri, avevo a -vuto l’esperienza diretta di un parente che ma -lato di cancro che si era curato con la radioni-ca con risultati soddisfacenti, quindi ho deci-so di usarla anche io.

Quali risultati ha ottenuto con la radionica?Ho ritrovato le forze, un e quilibrio psicofisico

e una buo na qualità della vita.

Che tipo di cura ha dovuto fa -re?Ho dovuto seguire una die ta,prendere delle polveri, delle erbe,fare degli infusi, e ho ritrovato unequilibrio psicofisico notevole.

Dopo aver ascoltato la si gnoraGiannantoni, vo glia mo saperequal cosa in più dal prof. Ge no -vesi.

Prof. Genovesi come ha cu rato lasignora Gian nan toni? Abbiamo tenuto conto de gli a -spetti metabolici alterati, par-tendo dal presupposto che si po -tesse ricostruire una condizionedi funzionalità piuttosto che so -stituirla come accade nella medi-

cina ufficiale come da protocollo. Per quantoriguarda il diabete che è con siderata una ma -lattia curabile ma non guaribile, e quindi siuti lizza o l’insulina o di farmaci che aiutanol’utilizzazione del glucosio da parte dei tessu-ti, quindi una modalità di so stituzione funzio-nale. In ve ce con la radionica l’o-biettivo è quello di ripristinare lafunzionalità dell’organo.

Con la radionica il pazientenon dipende più dall’insulinaquindi può mangiare dolci co -me nel caso del diabete? Siccome nel concetto stesso diri costituzione di funzione, è pre-vista una strategia dietologicamol to precisa. Quindi ricomincia -re a mangiare dolci sia nel casodel diabete o di altra malattianon costituirebbe un presuppo-sto favorevole per il successodella terapia. Infatti una grossapercentuale della terapia è costi-tuita dalla dieta anche a prescin-dere dalla radionica.

La signora Giannantoni dovrà

continuare tale terapia per sempre?Per la riuscita della terapia bisogna che ilpaziente sia sotto controllo e attraverso suc-cessivi input si potrà decidere quali cambia-menti apportare alle formule fitoterapiche co -stituite secondo una procedura alchemica lacui paternità è del dott. Fulvio Di Pascale.Attraverso tale terapia sicuramente si elimina-no gli effetti di dipendenza da farmaci esternicome l’insulina ma anche gli effetti tossicidelle cure convenzionali.

Il secondo paziente che è stato intervistato èla signora Stefania Perotti, la quale ci parladella sua esperienza.

Mi è stato diagnosticato un linfoma B e la pro-spettiva era la chemioterapia. Ero restia a taleintervento invasivo. Ho ritenuto opportuno cer -care alternative, ho conosciuto il prof. Ge no -vesi che mi ha prospettato un approccio diver-so, ha deciso di fidarmi e ciò mi ha dato unagrande serenità interiore. Ho deciso di lascia-re la medicina ufficiale e di affidarmi alla me -dicina non ufficiale come è appunto l’approc-cio radionico.

Che sintomi aveva?Avevo parecchi sintomi soprattutto ero costan-temente stanca, disturbi al fegato, alla milza,difficoltà a camminare, quindi a fare le cosequotidiane disturbi alla gola, alle orecchie, etc.

Come ha riscontrato questo problema?Attraverso analisi e una biopsia ossea mi è statariscontrata questa malattia. Vorrei ricordare che

Radionica: parlano i pazienti

La Sig.ra Emanuela Giannantoni

Il Prof. Giuseppe Genovesi

[ di • Sergio Di Mambro e Luciana Buono ]

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la medicina ufficiale ha impiegato venti giorniper diagnosticarmi il linfoma B, mentre con laradionica il risultato è stato immediata.

Perché ha scelto la radionica?Ho scelto la radionica perché oltre alla malattiac’è la persona che va curata. Dal 24 aprile del2007 mi è stata riscontrata tale malattia, do poqualche giorno ho iniziato la cura radionica.

Quali sono le sue attuali condizioni di salute?Dopo circa un mese che ho iniziato la cura lemie condizioni sono notevolmente migliorate,ho ripreso a vivere normalmente.

Che cura sta facendo?Sto facendo una dieta particolare: con erbe,polveri fitoterapiche e uova.

Interpelliamo il prof. Genovesi anche per que-sto paziente.

Nella medicina ufficiale per diagnosticare illinfoma B ci sono voluti venti giorni, quan-ti giorni ci sono voluti con la radionica? Quando la signora Stefania ci ha contattatonon sapeva ancora il risultato della medicinaufficiale. Attraverso una seduta con l’utilizzodella “macchina di Callegari” gli è stata subito

diagnosticata la malattia, quindiil linfoma B.

Come sta curando la signoraStefania?La signora Stefania sta seguendoparallelamente la terapia radioni-ca e la terapia fitoterapia se condole formule del dott. Fulvio DiPascale, inoltre una dieta a basedi uova verdure e carne rossa.

Affrontiamo un altro caso con lasignora Gigliola Pan tanelli.

Signora Gigliola che tipo dipatologia ha?Dal 1990 ho avuto problemi allatiroide con la presenza di nodulidi cui uno di dimensioni moltoelevate, di tre centimetri e mezzo.

Ho conosciuto il prof. Ge no vesi negli anni ’90 emi so no curata sempre con lui. Inizialmente efino a qualche mese fa, la cura che ho seguito eche mi è stata consigliata dallo stesso professo-re si basava sulle co noscenzedella medicina uf ficiale. La situa-zione fino al l’anno scorso è statate nuta sotto controllo con alti ebassi. Dall’anno scorso, il noduloè aumentato ad ol tre due centi-metri e mezzo creandomi proble-mi di soffocamento, dolori allaschiena, tachicardia quindi sonostata costretta a fare l’ago aspira-to e per tre mesi mi ha fattoseguire un’altra cura medica. Lecose non miglioravano e si consi-gliava l’intervento. A questo pun -to grazie alle nuove conoscenzedel prof. Genovesi e alla sua col-laborazione con l’As so cia zio neFul vio Di Pascale, e quindi allaradionica, ho rinunciato al l’in ter -vento e curandomi con questanuo va te rapia: ho iniziato unacura con le erbe, con le polverisecondo le formule del dott. Di Pascale, unadieta. Da aprile ho iniziato tale cura e oggi misento molto meglio, il nodulo è diventato più

piccolo, respiro benissimo, non hopiù ta chicardia e inoltre la glice-mia è ritornata nei valori normali.

Prof. Genovesi come mai allasignora Gi gliola Pantanelli nonha consigliato subito la terapiaradionica ma la medicina uffi-ciale?Negli anni novanta eravamo inun epoca in cui non conoscevoprofondamente e non ero espertodel l’approccio radionico. Quandole mie co noscenze sull’approcciora dionico sono diventate suffi-cienti a padroneggiare le va riete rapie, e questo grazie all’As so -cia zione Fulvio Di Pascale, alloraconstatando lo stato di salutesem pre più precario della pazien-te le ho consigliato la radionica.

Oggi come sta la signora Gi gliola?Oggi la signora Gigliola è in buo ne condizionie la qua li tà della vita è migliorata.

L’ultima paziente è la si gnora Anna e anchelei sof fre di tiroide e ci racconta:da circa tredici anni soffro di tiroide e fino aqualche mese fa mi sono curata con la medici-na allopatica, senza ottenere grandi risultati.Ho avuto due tipi di problemi, uno dovuto allame dicina e uno dovuto al nodulo che aumenta-va di di mensioni. A questo punto, dopo varievisite spe cialistiche una delle ipotesi era quel-la di un in tervento chirurgico. Ho conosciuto ilprof. Ge novesi e tramite lui la radionica e hoiniziato a curarmi con questa nuova terapiaraggiungendo risultati insperati. In fat ti non hopiù tachicardia, il no dulo è sceso di dimensio-ni e la qualità della vita è migliorata.

Il prof. Genovesi conferma quello che ci hadetto la signora Anna e qui terminano le inter-viste, in un mondo affascinante ai margini del lavita quotidiana ostacolato dalla medicina tra -

dizionale e tenuto fuori dalle specializzazio niuniversitarie. Abbiamo intervistato tanti pa -zienti, spesso cercato di capire cosa si ce las sedie tro i loro sguardi: semplicemente gratitudineper chi li ha curati senza sfiorarli con un dito.In questo viaggio denso di sorprese e soprattut-to ai limiti delle conoscenze scientifiche, unmondo nuovo si è materializzato, nella miamente ho percepito, immaginato il mondo realee l’antimondo, le particelle reali, quelle relativeall’antimateria, spesso la presenza di scienziaticome Leonardo da Vinci, come le scoperte scien-tifiche siano state “sezionate” in scoperte dapubblicare e altre da “bruciare” per conservare ilproprio potere temporale anche causando soffe-renza e morte. Un viaggio denso di speranza, maanche pieno di sofferenza e paura. Un mondoche usa solo ciò che permette ad alcuni di esse-re “dei carnali”, tralasciando ciò che potrebbedare a ognuno salute, serenità, amore. Una cosacomunque è certa: il mondo non è per fortunapadroneggiato dall’uomo e il “gioco di Dio” vaoltre la logica, la ragione, la sete di potere cheanima gli abitanti di questo pianeta. Viag ge re mo ancora ai margini della scienza ufficiale.

La Sig.ra Stefania Perotti

La Sig.ra Anna

La Sig.ra Gigliola Pantanelli

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(• Continua da pag. 25)Sotto questi valori entriamo "nell' interstizio",dove sono presenti tutti i negativi della mate-ria combinata, mentre nell'antimondo c'è ilnegativo delle particelle prime cioè la combi-nazione tra le particelle della materia combinatae i rispettivi negativi. Tale fisica oggi è comprensibile attraverso la

Meccanica Quantistica e il secondo principio ilquale afferma che la materia può scaturire dal"nulla". Il "nulla" della Meccanica Quantisticaè l'interstizio della materia combinata.Se l'inter-stizio e il mondo vengono a contatto si annullanofinendo nell'antimondo. Detto in parole poverebisogna trovare un "linguaggio per comunica-re con l'interstizio" affinché agendo sui negativiriusciamo a migliorare la materia.

Tornando alla medicina e alla cura delle per-sone: la Radionica è il mezzo per comunicarecon l'interstizio e con i negativi delle per-sone?Sì la Radionica permette di agire sui negatividei pazienti in modo da apportare modifichenel loro mondo reale fino alla guarigione. Vorreiaggiungere che questa è anche una fisica pe-ricolosa e un esempio lo dimostra: al tempo diReagan si parlò di scudo spaziale che non erauna postazione antimissilistica bensì un cusci-no di materia pura da mettere sopra le città inmodo tale che qualsiasi arma di distruzione dimassa attraversandola le avrebbe annullate.

Ing. Buono lei perché si è interessato a fe-nomeni tanto complessi?

Avendo conosciuto il dott. Di Pascale, il suo im-pegno nel guarire le persone mi sono incuriositoe ho approfondito varie conoscenze arrivandoalla Radionica, alla Meccanica Quantistica e al-la fisica di Severi e Pannaria. Vorrei aggiungere che solo attraverso questafisica possiamo spiegarci perché avvengono cer-te guarigioni.

Bibliografia“Scientia", Rivista internazionale di sintesi scien-tifica, F. Pannaria, Ritorno ad Aristotele.Dott. Fulvio Di Pascale, "Il Cancro è un paras-sita"."Il significato della realtà", dispense di TizianoCantalupi

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[ di • Marta Cecchini ]

Impossibile ma vero: dietro una delle vie piùprestigiose e commerciali di Roma centro,esiste tutt’ora una struttura dalle condizio-ni fatiscenti, ovvero il mercato Macaluso,situato dietro viale Marconi. Le misure adot-tate? Ancora nessuna e peccato che lasituazione stia sfuggendo di mano agli en-ti locali, in particolare mi riferisco all’episodiodi criminalità recente che ha causato ingentidanni economici e morali ai commercianti.Lo stato di emergenza, di insicurezza e diabbandono in cui versa il mercato, puntonevralgico della zona, continua a scorag-giare la clientela e il lavoro dei commerciantiche si ritrovano a dover fare i conti con in-frastrutture e viabilità inadeguata ai serviziofferti. Per questo, siamo andati ad intervi-stare personalità della politica, confrontandocianche con il parere dei commercianti.

Sig. De Lillo, Consigliere comunale di F.I,qual è la situazione attuale del merca-to Macaluso?Di degrado assoluto per quanto riguarda leinfrastrutture, accompagnato anche da undegrado economico per gli operatori costrettia lavorare in condizioni non a norma. Nonè un mercato che può andare avanti così,senza nessun confort per la clientela, attrattada altri stimoli. Un mercato come questo, in un quartierecosì popoloso, dove c’è una concentrazioneabnorme di supermercati di grandi coope-rative che offrono prodotti competitivi. Lavita di un quartiere gira intorno a struttureportanti, come la chiesa, la piazza principa-le, il municipio e anche il mercato, proprioper questo dobbiamo, per una questione so-ciale, far sopravvivere il mercato rionalestorico, con la possibilità di rinnovarsi.Attualmente persiste un grande disagio so-ciale, con problemi di parcheggi e di soste indoppia fila non regolamentate dalla figuradel vigile. Si deve applicare il Project Financing.

Cos’è il Project Financing?Il Project Financing permette di rifare i par-chi, i palazzi e gli uffici, dando al privato lapossibilità di commercializzare una parte delmercato, costruire i parcheggi sotterranei e,con i soldi del diritto concessorio, rifare ilsupermercato, concedendo al privato adesempio l’usufrutto di 99 anni. In questomodo, si può risolvere in parte il problemadei parcheggi e risolvere completamente ilproblema del mercato.

Quali saranno i passi da seguire per l’at-tuazione di questo progetto?Farò un’interrogazione immediata al Sindaco,all’Assessore e al Presidente del Municipio,indirrò poi una commissione straordinaria

Commercio, con la presenza dell’AssessoreRizzo al Commercio assieme agli operatori,per presentare progetti nuovi per il mercatocoinvolgendo anche imprenditori e architet-ti che vogliono partecipare.

Marco Schioppa, quale la sua esperien-za da presidente dimissionario del mercatoMacaluso? Dimissionario perché mi sono trovato a com-battere contro i mulini a vento. Dopo che nel‘98 si è passati dal mercato fisso a semovi-bile, abbiamo iniziato a muoverci con richiestespecifiche. La nostra richiesta è riportare il mercato dasemovibile a fisso, con un plateatico attrez-zato come ci avevano promesso nel ’96. Ilnostro presidente, invece, vuole far diventa-re il nostro mercato come quello di piazzaDon Cosimato, una piazza storica che ha bi-sogno di un semovibile. La nostra, al contrario,è una piazza che ha necessità di parcheggi

e box, si potrebbero realizzare due piani sot-to, una a scomparsa di macchine e uno abox, con sopra un plateatico attrezzato conuna postazione dove l’anziano possa pren-dere appuntamenti medici.

Rossella Paniconi, consigliere del XVMunicipio, vuole lanciare un appello?Mi appello al Sindaco Veltroni e al PresidenteParis perché questi commercianti sono vera-mente demotivati, non riescono a coprire lespese con quello che guadagnano. Bisognaaiutarli perché hanno diritto di lavorare e vi-vere.

Sig. Isa (banco di casalinghi e detersivi):la situazione del mercato sta degenerandosempre di più, la gente viene sempre menoperché non è più adeguato come i mercatidi una volta, le spese poi sono in continuoaumento e noi non riusciamo più ad andareavanti.

Sig. Roberto (banco di pescheria): biso-gna rifare tutto nuovo, ci vorrebbero parcheggi,ci rimettiamo nelle mani di quelli più grandidi noi. Dovremmo adeguarci con i tempi, vi-sto che siamo quasi nel 2008.

Signor Kan Lathif (banco di frutta e ver-dura): Lavoro in Italia da quasi 11 anni, prima si la-voava, adesso non c’è più lavoro, molta gentenon viene più a fare acquisti qui da noi.Abbiamo bisogno di parcheggi e di un mer-cato sistemato e nuovo.

Mercato Macalusodegrado nel quartiere Marconi

in foto: Il Consigliere comunale di F.I.Sig. De Lillo

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[ a cura della • reazione ]

La Regione informaAl via l'internazionalizzazione delle imprese del LazioÈ nel Mediterraneo il nostro futuro

Si è svolta il 20 giugno scorso presso il Complessodel Vittoriano e in una cornice suggestiva delcentro storico di Roma, la seconda giornatadel Convegno internazionale “Lazio, traEuropa e Mediterraneo”. Alla presenza dell'Assessore alle Piccole e me-die imprese, Francesco De Angelis, e delpresidente di Sviluppo Lazio, prof. GiancarloElia Valori, i relatori hanno affrontato il dis-corso della cooperazione e della valorizzazionedei paesi che si affacciano sul Mediterraneo.Più di venti paesi presenti con un unico obiet-tivo: riuscire a far crescere a livello globale ilsingolo mettendo in campo le proprie risor-se diventando trampolino di lancio nel mondo.Fondamentale lo sviluppo culturale prima cheeconomico dove il Lazio funge da crocevia epunto di scambio per i paesi del mediterra-neo come ci ha ricordato l'assessore De Angelis:“Il Lazio è la porta del Mediterraneo, so-prattutto per la nostra posizione strategica.Ci unisce il mare, la nostra musi-ca, i nostri colori, la nostra cultura,la nostra allegria. Questa è unagrande occasione di crescita esviluppo del tessuto economi-co e produttivo della nostraRegione, soprattutto per le pic-cole e medie imprese. Stiamo lavorando molto per l'in-ternazionalizzazione, per accompagnarleper gli investimenti all’estero, per sosterner-le e per la promozione e valorizzazione delMade in Italy. Lo stiamo facendo investendonella ricerca e nell’innovazione ma non ci puòessere sviluppo e crescita economica se non

c'è crescita culturale. Quest'iniziativa, che pensa al Mediterraneo,è anche una grande occasione di coopera-zione tra i popoli”. Ci si prepara dunqueall’appuntamento con il 2010, quando ca-dranno le barriere dei mercati dando il via ad

un unico mercato comune mondiale:“Sarà un momento molto impor-

tante, in cui cadranno le barriere,nel 2010, e sarà una grande oc-casione per le nostre imprese,per far vincere il Made in Italy– afferma De Angelis – le op-portunità sono tantissime: penso

al distretto industriale, al polo tec-noloogico, alle strutture agroalimentari

del Lazio. Ci sono tante occasioni che dobbiamo sapercogliere e che dobbiamo saper valorizzare.Noi ce la metteremo tutta, faremo la nostraparte. Abbiamo aperto recentemente unosportello per l'internazionalizzazione delle pic-

cole e medie imprese. L'internazionalizzazionedel mercato è entrata nella testa delle istitu-zioni finalmente e c'è tutta la voglia di farvincere le imprese sul mercato”. E a promuovere il Lazio, incentivando la ri-scoperta della latinità e delle origini delMediterraneo è senz’altro Sviluppo Lazio, nel-la persona del presidente Valori: “Dobbiamoriscoprire le origini della nostra cultura, del-la nostra latinità. Dobbiamo scoprire la nostraorigine. Questa è un’iniziativa molto impor-tante perché il Mediterraneo certamenterappresenta un punto importante nello svi-luppo economico ma soprattutto è la nostradestinazione. Non dimentichiamo la storia.Pensi, ed è una cosa di cui parlo oggi per laprima volta, che i cinesi, una grande culturaalla quale sono molto legato, dopo 5000 an-ni di storia hanno deciso, presso l'Università

di Pechino dove insegno, di riprendere duedinastie importanti: Ang e Tang e soprattut-to quello che ha rappresentato l'Impero Romanonel Mediterraneo per studiarlo. Quello cherappresenta anche per il futuro dell’Europa èil Mediterraneo, punto di legame tra i paesiasiatici e l’Occidente, ma anche per i paesiafricani”. Per incentivare lo sviluppo delMediterraneo e dei paesi che vi si affaccianoil presidente Valori non ha dubbi: “Molte ini-ziative nei vari campi, sia economico checulturale. La Regione Lazio sta portando avan-ti diverse e molteplici iniziative; sono moltissime. Partendo da questa meravigliosa giornata delconvegno internazionale al Vittoriano, con ipersonaggi più importanti del Mediterraneopotremmo sviluppare la cooperazione e col-laborazione economica tra i popoli e favorireil partenariato. È quello che sto facendo an-che io con delle iniziative economiche rilevanti”.

In foto: il Presidente di Sviluppo LazioProf. Giancarlo Elia Valori

In foto: l’Assessore alle Piccole e Medie ImpreseFrancesco De Angelis

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a Nasce Lazio DemocraticaNuovo slancio alla politica

In previsione della nascita del Partito Democraticole forze di Centro-Sinistra cercano aggregazionee partecipazione, soprattutto da parte della gen-te. Il 29 giugno scorso a Frosinone, in una salagremita di persone, è stata presentata l’associa-zione Lazio Democratica, “aperta, dinamica eflessibile” come la definisce il promotore, FrancescoDe Angelis, assessore alle Pmi della Regione Lazio.La neonata Lazio Democratica nasce con l’in-tento, come ci dice lo stesso assessore, di favorirela partecipazione e il coinvolgimento dei giova-ni nella politica perché “non è vero che sonolontani. È la politica ad essere lontana da loro”.

On. De Angelis, Lei ha parlato, presentandola futura associazione, di partecipazione ecoinvolgimento. Cosa intende: solo infor-mare i cittadini o coinvolgerli nella vitadell’associazione?Partecipazione a chi ha voglia di partecipare, achi vuole essere protagonista di questo proces-so, di questa fase costituente di costruzione delPartito Democratico, e quindi, riempire di con-tenuti questo progetto e soprattutto essere ancheprotagonisti. Quindi un’associazione molto aper-ta alla società civile, al mondo della cultura,dell’associazionismo, dell’impresa, dei giovani,delle donne, insomma a chi ha voglia di cam-biare la politica e di rinnovare la società.

Quando si parla di PD si parla di diverse ani-me che devono convergere in unico progetto.La Sua associazione ha anche questa fun-zione?Sì, l’associazione deve incoraggiare la partecipa-

zione ma deve soprattutto riempire di contenu-ti questo progetto. Dobbiamo portare l’esperienzadi questi anni, un modello vincente che ha con-sentito di far crescere il centro sinistra, di farlovincere e aprire alle forze migliori della societàcivile, penso alla vittoria di Michele Marini aFrosinone. C’è un modello che è proprio quello“Frosinone” che può essere un punto di riferi-mento e che suscita tanta attenzione e simpatia.Noi vogliamo trasferire quest’esperienza nel PartitoDemocratico e vogliamo soprattutto coinvolge-re in questo processo tantissima gente, prevalentementeil popolo. Quindi tra la gente, con la gente.

Il Sen. Goffredo Bettini si è proposto conDemocratici in Rete a Roma con convegni eincontri per fare proprio questo: creare uncollante, un’associazione aperta a tutti. LaSua sarà in qualche modo collegata a que-sta esperienza?Certo, una bella iniziativa quella di Bettini.Un’associazione dinamica, aperta e articolata nelterritorio che suscita la partecipazione e il coin-volgimento di tanta gente. Soprattutto costruirele condizioni per far crescere la nuova classe di-rigente, quindi aprire la politica ai giovani, alledonne. È il nostro obiettivo: un’esperienza straor-dinaria nel segno della partecipazione. Le tantebattaglie che sono per la difesa dei cittadini, so-prattutto per costruire il futuro dei nostri figli.

Veltroni al Lingotto di Torino ha riscosso mol-to successo nella presentazione della propriacandidatura per il Partito Democratico. Og -gi nasce Lazio Democratica. Cosa ne pensa?

Veltroni è stato grandissimo. Ha suscitato la vo-glia di vincere e di farcela. Ci sono tutte le condizioniper far vincere il Centro Sinistra, per portare inalto il Partito Democratico in Italia.

Veltroni ha parlato di un nuovo partito: unmodo per cambiare la politica in Italia.Penso che questo nuovo partito debba cambia-re la politica per cambiare la società, per consentirea questo paese di uscire dal tunnel, per una gran-de rinascita economica, morale e politica.

Tanti i giovani presenti oggi: il Partito de-mocratico e Lazio Democratica nasconoall’insegna dei giovani?Sì, abbiamo bisogno soprattutto di loro per guar-dare al futuro. Portano passione, entusiasmo, quiè cresciuta una nuova classe dirigente, giovane,che ha dimostrato di meritare la fiducia dei cit-tadini, quindi possiamo guardare al futuro diquesta associazione con grande serenità.

Lazio Democratica può diventare un mo-dello non solo per Roma ma anche per l’Italia?Le province hanno bisogno di Roma perché èuna grande risorsa e opportunità ma loro stessepossono essere risorsa per Roma. Ecco perchèLazio e il riferimento alla nostra Regione nel no-me dell’associazione. Questa è una grandeopportunità per la Regione Lazio. Il lavoro di que-sti due anni è stato importante. Portiamo a casadei grandi risultati, e quindi, anche la nostraRegione torna a sorridere. Una rete di associa-zioni in tutta la Regione e soprattutto una retedi associazioni aperte alla società civile. Ci sa-ranno tanti giovani, tanti imprenditori, tantasocietà civile, tanti sindaci, per costruire un gran-de partito. Quindi tante associazioni, tanti momentid’aggregazione, e tutto questo serve a riempi-re il progetto e la proposta del Partito Democratico.

Possiamo concludere con uno slogan: forzaLazio Democratica?Sì, forza Lazio Democratica. Sicuramente uno stru-mento utile. Torno a ripetere che questa saràun’associazione e non un partito, una correntedel nuovo; non ci sono tentazioni di egemonia.Vuole essere solo un momento di grande parte-cipazione per costruire tutti assieme il PartitoDemocratico. Non bastano i Democratici di Sinistrae la Margherita. La fusione a freddo non serve.Dobbiamo aprirci alle tante forze che guardanoal progetto con simpatia. Questo vuole fare l’as-sociazione Lazio Democratica.

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