RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

10
 RIASSUNTI STORI: RIVOLUZIONE INDUSTRIALE 1. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Tra la fine del 700 e gli inizi dell800, in Inghilterra prese avvio la rivoluzione industriale, caratterizzata da un sistema fondato sulla fabbrica. Le trasformazioni più evidenti che ci furono alla fine del 700 furono la diffusione di fabbriche, che causarono di conseguenza lo sviluppo delle industrie, le quali andarono a scapito dellagricoltura, e la formazione di nuovi ceti sociali. Per tutti questi fattori, la rivoluzione industriale, con la rivoluzione francese, portò alla nascita di una nuova età, chiamata contemporanea . Tale età era costituita da una mentalità più aperta, in quanto era propensa alle innovazioni e ai mutamenti. A distanza di tre secoli, la rivoluzione industriale, se da un lato era fonte di benessere e di ricchezze materiali , dallaltro non portava quella felicità indispensabile al progresso economico e sociale. Alla fine del„600 lInghilterra possedeva caratteristiche simili a quelle di altri paesi europei, in quanto lattività che dominava era lagricoltura, infatti l80% degli abitanti lavoravano i campi e vivevano dei prodotti della terra, mentre lattività industriale (qu ella tessile era quella che prevaleva tra tutte) veniva svolta a livello famigliare. Una buona parte del prodotto ricavato da tali attività era destinata allautoconsumo, mentre laltra parte al commercio se pur a livello locale o al massimo regionale. La popolazione era dispersa nelle campagne e, per questo motivo, gli scambi commerciali erano precari dovuti alla scarsità di vie di comunicazioni interne. Lungo intervalli di tempo vi furono delle oscillazioni per quanto riguarda la crescita economica, in quanto essa doveva combattere contro quelle leggi naturali che determinavano uno squilibrio tra la popolazione e le risorse naturali alimentari. A questa situazione “maltusiana” si aggiunse la “strozzatura” energetica a causa della diminuzione delle fonti disponibili, ossia acqua, aria, animali, lavoro umano. Se molti erano dunque gli elementi che accumulavano lInghilterra al resto dEuropa, molte erano anche le differenze tra questi. Lo scrittore inglese Eric Hobsbawn affermo che la Gran Bretagna colpì un viaggiatore un viaggiatore straniero come un paese ricco, soprattutto per il suo commercio e al suo spirito diniziativa; un paese in cui vi era la tolleranza e l a libertà, fattori collegati a loro volta con il commercio. E anche se il paese non spiccava per il suo spirito e la sua voglia di vivere, possedeva uneconomia tra le più fiorenti, e vantava abilità nei campi scientifici, tecnologico e letterario 2. LE PREMESSE DELLINDUSTRIALIZZAZIONE IN INGHILTERRA  Nei primi cinquantanni del „700 il commercio in glese si rafforzò a livello mondiale, tralasciando una caduta avvenuta durante gli anni della guerra dindipendenza degli Stati Uniti. La riduzione dei rischi legati al commercio oltremare e laumento dei profitti, insieme alla politica del governo inglese che si impegnò per ridurre il potere delle grandi compagnie privilegiate, consentirono lingresso di uomini nuovi con libera iniziativa. Londra sviluppò una fitta rete di servizi di credito e assicurazioni, assumendo così il ruolo di capitale finanziaria di tutta lEuropa. Il tratto più significativo che caratterizzò la rivoluzione industriale fu il commercio estero. Ciò che fornì un rapido e poco costoso rifornimento di cotone, materia prima essenziale alla nascita delle moderne industrie tessili che garantì un ampio mercato di vendita per i prodotti inglesi, fu il controllo del mercato internazionale. Inoltre, tale sviluppo commerciale, aumento la disponibilità di tutti quegli uomini dotati di una grande mentalità, di una disponibilità ai rischi e sopratt utto di spirito diniziativa, indispensabile per sostenere una crescita economica. Nel corso del „700 lagricolura ebbe dei profondi mutamenti che causarono la rivoluzione industriale, dove il possesso delle terre si concentrò nelle mani di pochi grandi e medi proprietari, cosicché le tradizionali figure di piccoli proprietari e contadini autonomi vennero sostituiti da un nuovo ceto di braccianti. Tale trasformazione, dovuta alla rimozione delle terre comuni , fu accompagnata alla nascita di nuove tecniche agricole e alladozione di nuovi sistemi di rotazione. Grazie a questi fattori ci fu un aumento della produzione, al quale contribuirono sia lincremento della produttività sia lestensione delle terre coltivabili. La drastica riduzione dellautoconsumo e laumento dei redditi agricoli, fecero nascere un vivo mercato interno che, grazie al miglioramento delle vie di comunicazione, divenne sempre più unito. Tale miglioramento avvenne su varie parti: ci furono nuovi sistemi di pavimentazioni che resero percorribili le strade anche durante le stagioni più piovose; fu molto importante lespansione dei canali navigabili, poiché attraverso questi fu possibile

description

Riassunti sulla rivoluzione industriale.

Transcript of RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Page 1: RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

5/11/2018 RIVOLUZIONE INDUSTRIALE - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/rivoluzione-industriale-55a0cdc319e57 1/10

RIASSUNTI STORI: RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

1.  LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Tra la fine del 700 e gli inizi dell‟800, in Inghilterra prese avvio la rivoluzione industriale, caratterizzata da un

sistema fondato sulla fabbrica. Le trasformazioni più evidenti che ci furono alla fine del 700 furono la diffusione

di fabbriche, che causarono di conseguenza lo sviluppo delle industrie, le quali andarono a scapitodell‟agricoltura, e la formazione di nuovi ceti sociali. Per tutti questi fattori, la rivoluzione industriale, con la

rivoluzione francese, portò alla nascita di una nuova età, chiamata contemporanea. Tale età era costituita da

una mentalità più aperta, in quanto era propensa alle innovazioni e ai mutamenti. A distanza di tre secoli, la

rivoluzione industriale, se da un lato era fonte di benessere e di ricchezze materiali , dall‟altro non portava quella

felicità indispensabile al progresso economico e sociale. Alla fine del „600 l‟Inghilterra possedeva caratteristiche

simili a quelle di altri paesi europei, in quanto l‟attività che dominava era l‟agricoltura, infatti l‟80% degli abitanti

lavoravano i campi e vivevano dei prodotti della terra, mentre l‟attività industriale (quella tessile era quella che

prevaleva tra tutte) veniva svolta a livello famigliare. Una buona parte del prodotto ricavato da tali attività era

destinata all‟autoconsumo, mentre l‟altra parte al commercio se pur a livello locale o al massimo regionale. La

popolazione era dispersa nelle campagne e, per questo motivo, gli scambi commerciali erano precari dovuti allascarsità di vie di comunicazioni interne.

Lungo intervalli di tempo vi furono delle oscillazioni per quanto riguarda la crescita economica, in quanto essa

doveva combattere contro quelle leggi naturali che determinavano uno squilibrio tra la popolazione e le risorse

naturali alimentari. A questa situazione “maltusiana” si aggiunse la “strozzatura” energetica a causa della

diminuzione delle fonti disponibili, ossia acqua, aria, animali, lavoro umano. Se molti erano dunque gli elementi

che accumulavano l‟Inghilterra al resto d‟Europa, molte erano anche le differenze tra questi. Lo scrittore inglese

Eric Hobsbawn affermo che la Gran Bretagna colpì un viaggiatore un viaggiatore straniero come un paese

ricco, soprattutto per il suo commercio e al suo spirito d‟iniziativa; un paese in cui vi era la tolleranza e la

libertà, fattori collegati a loro volta con il commercio. E anche se il paese non spiccava per il suo spirito e la sua

voglia di vivere, possedeva un‟economia tra le più fiorenti, e vantava abilità nei campi scientifici, tecnologico e

letterario

2.  LE PREMESSE DELL‟INDUSTRIALIZZAZIONE IN INGHILTERRA 

Nei primi cinquant‟anni del „700 il commercio inglese si rafforzò a livello mondiale, tralasciando una caduta

avvenuta durante gli anni della guerra d‟indipendenza degli Stati Uniti. La riduzione dei rischi legati al

commercio oltremare e l‟aumento dei profitti, insieme alla politica del governo inglese che si impegnò per 

ridurre il potere delle grandi compagnie privilegiate, consentirono l‟ingresso di uomini nuovi con libera iniziativa.

Londra sviluppò una fitta rete di servizi di credito e assicurazioni, assumendo così il ruolo di capitale finanziaria

di tutta l‟Europa. Il tratto più significativo che caratterizzò la rivoluzione industriale fu il commercio estero. Ciò

che fornì un rapido e poco costoso rifornimento di cotone, materia prima essenziale alla nascita delle moderne

industrie tessili che garantì un ampio mercato di vendita per i prodotti inglesi, fu il controllo del mercatointernazionale. Inoltre, tale sviluppo commerciale, aumento la disponibilità di tutti quegli uomini dotati di una

grande mentalità, di una disponibilità ai rischi e soprattutto di spirito d‟iniziativa, indispensabile per sostenere

una crescita economica. Nel corso del „700 l‟agricolura ebbe dei profondi mutamenti che causarono la

rivoluzione industriale, dove il possesso delle terre si concentrò nelle mani di pochi grandi e medi proprietari,

cosicché le tradizionali figure di piccoli proprietari e contadini autonomi vennero sostituiti da un nuovo ceto di

braccianti. Tale trasformazione, dovuta alla rimozione delle terre comuni , fu accompagnata alla nascita di

nuove tecniche agricole e all‟adozione di nuovi sistemi di rotazione. Grazie a questi fattori ci fu un aumento

della produzione, al quale contribuirono sia l‟incremento della produttività sia l‟estensione delle terre coltivabili.

La drastica riduzione dell‟autoconsumo e l‟aumento dei redditi agricoli, fecero nascere un vivo mercato interno

che, grazie al miglioramento delle vie di comunicazione, divenne sempre più unito. Tale miglioramento avvennesu varie parti: ci furono nuovi sistemi di pavimentazioni che resero percorribili le strade anche durante le

stagioni più piovose; fu molto importante l‟espansione dei canali navigabili, poiché attraverso questi fu possibile

Page 2: RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

5/11/2018 RIVOLUZIONE INDUSTRIALE - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/rivoluzione-industriale-55a0cdc319e57 2/10

il trasporto di materiali pesanti, come il carbonio e il ferro, i quali ebbero un ruolo determinante nella rivoluzione

industriale, infine ci fu un miglioramento della rete viaria. La rivoluzione agricola contribuì ad avviare il processo

di industrializzazione, in quanto contribuì alla formazione del mercato interno, sopperì il fabbisogno alimentare

di una popolazione in rapida crescita e favorì lo spostamento delle campagne consentendo così la nascita del

proletariato industriale. Strettamente legata al mondo delle campagne fu la rivoluzione demografica. Infatti

l‟Inghilterra dai 6 milioni di abitanti del 1740, cifra che rimase stabile per molti decenni, passò agli oltre 14 miladel 1830, grazie soprattutto al notevole aumento della natalità, reso possibile a causa dell‟abbassamento

dell‟età del matrimonio e un aumento di matrimoni stessi in coincidenza con una maggiore disponibilità di

alimenti. Di conseguenza, tale crescita demografica, determinò una manodopera numerosa e a basso costo.

Tutto ciò, però, non elimina l‟insieme di ragioni che consentono all‟Inghilterra di realizzare la prima rivoluzione

industriale, infatti bisogna ricordare alcune particolarità del sistema politico, in quanto questo fu stabile, ci fu un

rafforzamento del ruolo del Parlamento, la popolazione inglese appariva più colta, aperta alle innovazioni,

rispetto a quelle continentali. Ma ciò che avviò realmente la rivoluzione industriale furono le innovazioni

tecnologiche e la progressiva introduzione del sistema di fabbrica.

3.  IL PROGRESSO TECNOLOGICOIl termine invenzione indica la scoperta di una determinata tecnica, mentre il termine innovazione indica la sua

applicazione. Così non è l‟invenzione in quanto tale che determina il cambiamento, ma è la sua applicazione

che costituisce il cuore della trasformazione tecnica. In questo campo la rivoluzione industriale segna il

passaggio da una fase in cui il progresso scientifico era caratterizzato da scoperte saltuarie a una fase in cui ci

fu un flusso di innovazioni, determinando così dei profondi cambiamenti e diffondendo l‟idea del nuovo come

evento necessario. Tali mutamenti interessavano i settori riguardanti le macchine utensili, generatrici di forza

motrice e l‟estrazioni e la lavorazione delle materie prime, in particolare il carbone e il ferro. Nel settore delle

macchine tessili, la reciprocità del rapporto tra invenzione  – produzione era evidente, infatti l‟invenzione della

navetta volante, inventata da John Kay, migliorò il rendimento del telaio e consentì a sua volta, in una serie di

anni, il passaggio alla completa meccanizzazione della filatura. La tessitura allora si trovò a dover lavorare unaquantità esagerata di filati non idonee alla sua capacità produttiva, tale squilibrio venne risolto con l‟invenzione

del telaio meccanico di Edmund Cartwright. L‟altro passo verso la modernizzazione fu l‟utilizzo del vapore come

forza motrice. Dopo la costruzione delle prime macchine a vapore, inventate da James Watt, divenne sempre

più conveniente utilizzare una forza motrice alimentata da un combustibile, il carbonio, di cui l‟Inghilterra

possedeva ricchi giacimenti, di conseguenza, vapore e carbonio divennero gli strumenti necessari per il

progresso. Nel 1800 erano in funzione 1000 macchine a vapore e nel 1815 la popolazione era già cresciuta di

20 volte. Tutte queste innovazione furono soluzioni pratiche a problemi concreti, e gli inventori uomini

possedenti diverse culture e classi sociali.

4.  L‟INDUSTRIA DEL COTONE 

L‟attività industriale che prima si avvalse dai mutamenti nelle tecniche e nei sistemi di organizzazione fu quella

cotoniera. Nel 1760 l‟Inghilterra importava 2,5 milioni di libbre di cotone greggio, nel 1787 l‟importazione era

salita a 22 milioni, per arrivare cinquant‟anni dopo a 366 milioni. All‟inizio della rivoluzione indu striale

l‟Inghilterra brillava nei manufatti di lana, mentre il cotone veniva adoperato prevalentemente per la lavorazione

di tessuti misti, insieme alla lana e al limo. Questa lavorazione veniva svolta perlopiù a domicilio e la qualità era

mediocre. La lavorazione industriale del cotone si basava su tecnologia particolarmente innovative, ma con un

costo limitato. Il fattore indispensabile per l‟industria nascente era la disponibilità di manodopera, la quale non

richiedeva alcune specializzazione, data la f acilità della manovra delle nuove macchine tessili. L‟espansione

demografica e la possibilità di utilizzare nelle industrie donne e bambini fornirono all‟industria la quantità di

individui necessari a basto costo per poter entrare nel mercato a prezzi comp etitivi e sostenere l‟ampliamento

delle richieste. Infine i prodotti cotonieri poterono essere venduti a prezzi sempre più bassi, tali da consentire il

loro acquisto a tutte quelle popolazioni che si affacciarono la prima volta nel mercato, e da incentivare il

Page 3: RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

5/11/2018 RIVOLUZIONE INDUSTRIALE - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/rivoluzione-industriale-55a0cdc319e57 3/10

consumo da parte di quei settori sociali con maggiore disponibilità economiche, attratti dal miglioramento della

qualità.

5.  L‟INDUSTRIA DEL FERRO 

La progressiva meccanizzazione dipendeva da investimenti in nuove attrezzature e macchine costituite

prevalentemente da ferro. L‟industria siderurgica per far fronte a tale meccanizzazione modificò la sua strutturae in particolare introdusse nuove tecnologie. Tuttavia, questo settore aveva subito un prolungato periodo di crisi

dipeso dalla scadente qualità del ferro inglese e dalla ridotta disponibilità di energia. Il combustibile adoperato

negli altiforni era costituito dal carbone di legna, una risorsa in via di esaurimento a causa della crescente

richiesta di legname e di una riduzione di foreste. I tentativi di sostituire il carbone di legno con il coke, materia

prima largamente disponibile nel sottosuolo inglese, incontrò diverse difficoltà legate alla qualità dei minerali di

carbonio e ferro: il primo infatti era caratterizzato da una combustione lenta e incompleta, mentre il secondo era

ricco di impurità e richiedeva temperature più elevate di quelle che si potevano raggiungere in un tradizionale

altoforno a coke. La conseguenza a questo problema fu la crescente importazione di ferro dalla Svezia. Le

macchine a vapore e il sistema di Henry Cort mutarono totalmente tale situazione, permettendo sia la

produzione di ghisa, lega di ferro e carbonio, di buona qualità, sia un notevole abbassamento dei costi. Laproduzione di ghisa crebbe enormemente e dal 1812 l‟Inghilterra diventò un paese esportatore. Fra il 1775 il

1779 vene costruito, sul fiume Severn, il primo ponte interamente di ghisa con una luce di 30 metri e nel 1796

un altro ponte in ghisa in Suderland, con una luce di 71 metri.

6.  LA FABBRICA E LE TRASFORMAZIONI DELLA SOCIETA‟ 

In Inghilterra fino alla metà del 700 la maggior parte delle attività lavorativa si svolgevano nelle botteghe, o più

comunemente nei sobborghi e nelle campagne. Con l‟introduzione delle macchine e del vapore questo sistema

venne progressivamente demolito e il lavoratore divenne un operaio salariato, il quale dovette abbandonare

tutte le attività intraprese nell‟ambito familiare, in particolare quelle agricole, e sottoporsi alla dipendenza del

padrone in cambio di una somma di denaro minima giornaliera; inoltre cominciò ad eseguire solo un‟operazioneparziale in quanto vi era la divisione del lavoro, che aveva il compito di semplificare le operazioni in cui era

suddiviso. Come scrisse l‟americano David S. Landes, l‟operaio era considerato non più che una “mano”.

Inoltre, a quasi tutti, le macchine imposero una nuova disciplina, in quanto ci fu una nuova organizzazione assai

fiscale, dove il lavoro doveva essere svolto in una fabbrica con un ritmo ben stabilito nell‟ambito di una schiera

numerosa di operai che doveva cominciare, sostare e finire tutti allo stesso momento. Di conseguenza, la

fabbrica era un nuovo genere di prigione, e l‟orologio un nuovo genere di carceriere. L‟attività lavorativa si

concentrò progressivamente nei centri urbani che crebbero enormemente, infatti Manchester, che divenne il più

importante centro dell‟industria cotoniera, moltiplicò di sei volte la sua popolazione. Le fabbriche imposero

condizioni di lavoro molto gravose, in quanto donne e bambini vennero sottoposti a livelli disumani di

sfruttamento e lavoravano dalle 12 alle 16 ore al giorno, inoltre erano costretti a vivere in situazioni

sovraffollamento, in condizioni igieniche pessime e con un‟alimentazione povera di quantità e qualità. Fu tra i

lavoratori a domicilio, gli artigiani e gli individui del settore tessile che si diffuse il luddismo,movimento che

prese nome dal leggendario tessitore Ned Ludd, che fu una delle prime manifestazioni di ribellioni a queste

condizioni, in quanto questi cominciarono a distruggere macchine tessili, e tale atteggiamento fu la principale

lotta adottata dagli operai in quel periodo. I luddisti sono stati considerati a lungo gli iniziatori di una rivolta assai

caotica e disorganizzata; secondo lo storico Eric Hobsbawm, contro i luddisti si schierarono più soldati di quelli

condotti dal duca Wellington nella penisola iberica per combattere Napoleone.

7.   ARRESTRATEZZA E SVILUPPO NELL‟EUROPA CONTINENTALE 

Il nuovo sistema produttivo si affermò nel resto d‟Europa e negli Stati Uniti a partire dal 1830 circa. Da allora il

capitalismo cominciò a costituire il principale elemento delle trasformazioni dell‟intera società economica e

sociale. Ma per quanto riguarda l‟Europa continentale possiamo dire che questa era un‟Europa prein dustriale,

che non presentava segni di radicale rottura, ma che comunque era essenzialmente agricola e che l‟agricoltura

Page 4: RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

5/11/2018 RIVOLUZIONE INDUSTRIALE - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/rivoluzione-industriale-55a0cdc319e57 4/10

era ancora tecnicamente arretrata. I mutamenti principali di questo periodo si limitavano al perfezionamento

delle tecniche già esistenti. Di concimi artificiali si cominciò a parlare solo dopo il 1840, grazie al grande chimico

Justus von Liebig. Questa arretratezza dell‟agricoltura era legata non solo dai fattori tecnici, ma anche dalla

frammentazione del mercato, in quanto i trasporti erano lenti e a loro volta ostacolati dalla presenza di un gran

numero di barriere doganali, fra stato e stato e addirittura all‟interno di ogni singolo stato, e tutto ciò impediva

alla produzione agricola di entrare a far parte del mercato mondiale o nazionale. In questo periodo ci furonodue grandi carestie, quella del 1816-17 e quella del 1846-47, entrambe causate dai cattivi raccolti. Quest‟ultima

crisi fu perlopiù causata dal diffondersi di una malattia della patata , che in alcune zone, come l‟Irlanda e 

l‟Europa centrale, era diventata la principale alimentazione. Questa carestia colpì soprattutto la poverissima

Irlanda, in cui quasi un milione di persone su un totale di 9 milioni morirono, e altrettante furono costrette ad

emigrare verso il Nord America. Tuttavia ci furono degli importanti fattori di crescita e di progresso, in quanto ci

fu un grande aumento della popolazione che determinò anche l‟ampliamento del mercato, ed è proprio per 

questo motivo che il commercio internazionale e la produzione agricola e manifatturiera andarono sempre

crescendo, tralasciando i periodi di crisi qui sopra citati. Un altro fattore di crescita fu il progresso scientifico, in

quanto si verificarono numerose e significative scoperte scientifiche: alcune teoriche, come quelle sul calcolo

della probabilità di Carl Friedrich Gauss, quelle sulla termodinamica di Nicolas Carnot, e alcune pratiche, comequelle sui campi magnetici di Michael Faraday o quelle sulla chimica organica di Liebig. Nel campo delle

scienze pratiche, la novità più rivoluzionaria fu l‟uso della macchina a vapore, dove la prima nave a vapore fu

costruita nel 1803 da Robert Fucton. Sempre negli stessi anni furono realizzate in Gran Bretagna le prime

locomotive, dove la macchina più perfezionata fu utilizzata per il trasporto del carbone in una miniera.

L‟esigenza di trasportare quantità sempre maggiori di carbone portarono la necessità di far viaggiare i vagoni

su rotaie fisse di metallo e di farle trainare da macchine a vapore mobili. Facendo ciò si otteneva un risparmio

tale da portare gli investimenti alla costruzione di vere e proprie linee ferroviarie su percorsi più lunghi. Fra il

1830 e il 1850 furono costruiti in Gran Bretagna 11000 Km di ferrovie; anche gli altri paesi del vecchio

continente e gli Stati Uniti cominciarono durante questi anni a progettare treni e strade ferrate, ma solo dopo la

metà del secolo le ferrovie conobbero una vera e propria esplosione su scala europea. Comunque, già neglianni ‟30 e ‟40, la locomotiva e la ferrovia, divennero una specie di simbolo del progresso.

8.  L‟INSUTRIALIZZAZIONE DELL‟EUROPA CONTINENTALE 

Nei paesi dell‟Europa continentale l‟affermazione dell‟industria moderna fu molto lenta e difficile. I capitali erano

ovunque scarsi e si indirizzavano verso gli investimenti della terra, in quanto ritenuti più sicuri. Il sistema

bancario era in genere poco sviluppato ed era più orientato verso la ricerca finanziaria, che verso gli

investimenti produttivi. Il tenore di vita della maggioranza della popolazione era molto più basso rispetto alla

Gran Bretagna, e ciò limitava la capacità di prendere dei prodotti industriali da parte di un mercato già

indebolito e frammentato da numerosi ostacolo, sia naturali sia artificiali. In queste condizioni l‟investimento

delle macchine comportava dei grossi rischi. Ma nonostante la presenza di tutti questi fattori negativi, alcuni

nuclei di industria moderna, in particolare nei settori tessili e meccanici, riuscirono ad affermarsi, già dopo il

1815, in quelle zone privilegiate favorite dalla ricchezza del sottosuolo, dalla disponibilità di energia idrica, dalla

posizione geografica, dalla crescita socio-politica (crescita della borghesia, declino delle aristocrazie terriere).

Intorno al 1830 ci fu un parziale miglioramento dell‟economia e u na serie di rivolgimenti politi, quali

l‟affermazione della monarchia borghese in Francia, l‟indipendenza del Belgio, l‟Unione doganale tedesca. Il

Belgio, grazie ai suoi stretti rapporti con la Gran Bretagna e alle ricchezze dei suoi giacimenti carboniferi, riuscì

ad avere in questo periodo il primato fra i paesi dell‟Europa continentale. La Francia era lo stato più ricco dopo

la Gran Bretagna e più popolato dopo la Russia, vantava un alto livello scientifico e tecnologico e vantava un

industria manifatturiera abbastanza sviluppata. Ci furono dei progressi importanti nel settore cotoniero e laniero

e anche in quello siderurgico e meccanico, il numero delle macchine a vapore passò da meno di 1000 per 

arrivare dopo 13 anni a quasi 45000, ma comunque, le macchine presenti in Francia erano 5 o 6 volte inferiori

rispetto alla Gran Bretagna. A impedire un rapido decollo fu la stessa struttura rurale francese, che teneva nelle

terre capitali e forza-lavoro, anziché mandarli nelle industrie. Nei paesi della Confederazione germanica fu

Page 5: RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

5/11/2018 RIVOLUZIONE INDUSTRIALE - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/rivoluzione-industriale-55a0cdc319e57 5/10

ancora più difficile, in quanto questa fu in certi sensi più arretrata rispetto alla Francia, a causa del numero di

macchine a vapore e della conseguente produzione quantità del ferro e del carbone; inoltre, ci fu un ritardo

anche nel settore tessile. Nonostante ciò in questi anni furono poste alcuni obbiettivi, ossia il completamento

dell‟unione doganale, la costruzione di una rete ferroviaria abbastanza estesa e l‟affermarsi di una scuola

prestigiosa filosofica. Era invece diversa l‟evoluzione dell‟impero asburgico, dove esistevano alcuni nuclei

industriali in Austria e in Boemia e vi era una buona amministrazione, un discreto livello di istruzione e unabuona rete stradale. Al di fuori di questi paesi l‟industria moderna era praticamente sconosciuta.

9.  SALARIATI CONTRO IMPRENDITORI

Lo sviluppo e la diffusione dell‟industria moderna comportarono profondi mutamenti anche a livello della

struttura sociale. Al concetto di ceto si sostituì quello di classe, definito in base al rapporto svolto nel processo

produttivo di una società che assicurava l‟uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. L‟antagonismo che si

stava verificando non era più quello tra il popolo e l‟aristocrazia, ma fra il borghese, proprietario di mezzi di

produzione, e il proletario, ossia un lavoratore salariato. Imprenditori e salariati erano invece i protagonisti della

Gran Bretagna, dove in quest‟ultima la borghesia svolgeva un ruolo primario, una parte di questa borghesia

tendeva a imborghesirsi, lo sviluppo delle fabbriche stava concentrando in alcune città una massa di lavoratorisempre più consistenti, i quali vivevano in condizione sempre estremamente disagiate. Le prime ribellioni

contro i sistemi delle fabbriche furono in mano ai luddisti. Negli anni ‟20 g li operai inglesi iniziarono a

intraprendere forme di ribellioni pacifiche, quali manifestazioni, scioperi, ecc. da queste lotte nacquero le prime

Trade Unions, ossia dei nuclei originari di un movimento sindacale destinato a grandi sviluppi. Nei paesi

dell‟Europa continentale, il processo di formazione dello sviluppo del proletariato della fabbrica e della crescita

delle organizzazioni operai fu più lenta. Tuttavia, anche nei paesi “secondi arrivati” sulla via

dell‟industrializzazione, la questione operai si impose all‟attenzione dell‟opinione pubblica e delle classi

dirigenti. Nei ceti urbani benestanti si diffondeva la contrapposizione tra classi lavoratrici e classi pericolose,

d‟altra parte cresceva il numero di coloro che individuavano nella classe operaia non solo la principale vittima

sociale, ma anche la maggiore protagonista di un processo rivoluzionario che originava un nuovo assetoeconomico e politico.

SECONDO CAPITOLO

1.  DALLA GRAN BRETAGNA ALL‟EUROPA 

L‟accrescersi del primato europeo. Angus Maddison, uno dei maggiori economici viventi, ha elaborato una

serie di statistiche sullo sviluppo economico dall‟antichità ad oggi, prendendo in considerazione la crescita

della ricchezza prodotta dall‟Europa e dalla Cina nel corso dell‟età medioevale. Da tale confronto

emergono due fattori significativi: uno riguarda la distanza della crescita dello sviluppo europeo con le altre

aree del mondo a partire dal 500, e l‟alta riguarda nel fatto che a metà 800 dove la divergenza tra

l‟economia del Vecchio continente e quella degli altri subì un ennesimo allargamento, dovuto alla diffusione

della diffusione dell‟industrializzazione. All‟inizio del nuovo secolo, la rivoluzione industriale cominciò a

diffondersi anche nell‟Atlantico, raggiungendo la Francia e soprattutto il Belgio; successivamente coinvolse

anche la Svizzera e la Prussia e infine si affermò anche negli Stati Uniti.

L‟arretratezza del resto del mondo. L‟industrializzazione ebbe come conseguenza il dominio economico a

livello mondiale. Rispetto agli altri continenti che imperavano modelli di sviluppo arcaici, negli Stati Uniti

erano visibili i segni di un inizio di industrializzazione. A livello mondiale, si metteva a confronto la

“periferia” di quelle società tradizionali, dotate di apparati tecnologici e scientifici, e un “centro” dinamico,

dotato di enormi risorse di materiali, di conoscenze e di competenze tecniche evolute. Ma ci fu un fattore

comune a tutte, ossia la produzione di ferro, il quale su scale mondiale nel 1800 contava circa un milione di

tonnellate, di cui 2/3 erano prodotti da paesi europei; nel 1870 la produzione era arrivata ai 12 milioni di

tonnellate, di cui il 90% era invece prodotto nei paesi industrializzati.

Page 6: RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

5/11/2018 RIVOLUZIONE INDUSTRIALE - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/rivoluzione-industriale-55a0cdc319e57 6/10

Le ragioni candidate all‟industrializzazione. La diffusione dell‟industrializzazione era a livello regionale, in

quanto lo sviluppo dell‟industria era legato all‟esistenza di alcune condizioni indispensabili, quali la

presenza di miniere di carbone in grado di sostenere la diffusione delle m macchine a vapore, una vasta

rete di strade e canali e una serie di attività manifatturiere nel settore tessile. Il processo di

industrializzazione diminuiva man mano che dal centro del continente si passava verso la periferia, ossia la

Russia, i paesi baltici, la penisola balcanica e il Mediterraneo. La condizione periferica nasce dal fatto chein quelle zone non esistevano, o forse in piccola parte, quei fattori che avevano permesso la nascita

dell‟industrializzazione, infatti l‟agricoltura era molto arretrata, mancavano le materie prime indispensabili,

le attività commerciali erano limitate e non esisteva un ampio mercato nazionale

La Gran Bretagna, “officina del mondo”. Dove si diffuse l‟industrializzazione, vi era una gerarchia, dove era

presente un sistema produttivo che possedeva un suo centro molto evidente, ossia la Gran Bretagna, con

attorno altre aree, a sua volta circondate sa semiperiferie e periferie. Nel 1850 la Gran Bretagna

possedeva il 60% della capacità di produzione del continente e nessuno degli altri paesi in via di

industrializzazione poteva competere con essa sul piano economico. Essa avendo cominciato per prima

aveva un vantaggio di un secolo nel processo di industrializzazione rispetto al resto d‟Europa; talevantaggio successivamente si era allargato, in quanto non includeva più solo la produzione industriale, ma

faceva della Gran Bretagna la “signora” del commercio mondiale e degli investimenti di capitale all‟estero.

Infatti moti paesi europei, tra cui l‟Italia, era dipendente (in grandi misure) della pr esenza dei capitali

inglesi. Questo vantaggio permise alla Gran Bretagna di rimanere all‟avanguardia dei paesi industrializzati

anche alla fine del quarantenni preso in questione, anche se la situazione stava iniziando a mutare, in

quanto nel 1880 soltanto 1/3 della capacità produttiva so trovava in Gran Bretagna, mentre ormai in

Francia e in Germania se ne concentrava quasi il 40%.

I “secondo arrivati”. Nella gerarchia dell‟industrializzazione subito dopo la Gran Bretagna vi era la Francia,

l‟Olanda, la Svizzera e il Belgio: erano paesi dotati di un‟agricoltura moderna, che possedevano le materieprime fondamentali come il carbone, avevano un‟industria tessile molto moderna e reti di comunicazione

valide. Anche in questo caso l‟industrializzazione ebbe una dimensione regionale, infatti in Alsazia, una

delle regioni della Francia, tra il 1830 e il 1850 i telai meccanici per la tessitura passarono da 2000 ai

12000, i fusi da 460000 a 785000, mentre le invenzioni in generali continuarono ad avanzarsi permettendo

un aumento constante della produzione. Proprio in questi anni in quasi tutte le zone della Francia del nord

avvenne il passaggio dall‟utilizzo del telaio a mano a quello a vapore. Lo stesso sviluppo nell‟ambito

dell‟industria cotoniera lo ebbe il Belgio, dove la produzione di telai passò dalle 443 tonnellate, dopo 20

anni si passò a 1720, per arrivare successivamente a 6500 telai nel 1847.

L‟industria laniera. Nonostante fu sempre più arretrata e lenta del cotone, l‟industria laniera si sviluppò

notevolmente. Solo a Bordeaux la produzione quasi raddoppiò, per non parlare di Varviers che crebbe del

100%. Anche in questo settore, l‟aumento di tale produzione venne accompagnato dall‟impiego di materiali

sempre più complessi e costosi, che le piccole aziende familiari non potavano permettersi, e di

conseguenza furono in breve escluse dal mercato. Anche i settori siderurgici e meccanici francesi furono

caratterizzati dall‟aumento della capacità produttiva e dal rinnovamento delle tecniche. Tra i secondi arrivati

nella gerarchia dell‟industrializzazione vi sono gli Stati Uniti, che a metà dell‟Ottocento possedevano

un‟industria meccanica e tessile tra le più avanzate del mondo. Negli stati del nord-est, già nei primi anni

dell‟Ottocento, vi era un dinamico sistema industriale (tessile e meccanico), che trovava negli stati agricoli

del nord un mercato abbastanza vasto e una fonte di rifornimento del cotone, prodotto principale delle

aziende agrarie di quei stati.

Gli “ultimi arrivati”. Tra il 1840 e il 1870 si aggiunse anche la Germania, dove il suo ritardo era dovuto a

causa della sua frammentazione territoriale, che impediva la formazione di un mercato nazionale. Con

Page 7: RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

5/11/2018 RIVOLUZIONE INDUSTRIALE - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/rivoluzione-industriale-55a0cdc319e57 7/10

l‟accordo dell‟unificazione doganale, la Germania non divenne uno stato unitario, ma un‟area ec onomica

unificata, dove l‟industrializzazione riuscì ad avviarsi , mettendo a frutto le grandi potenzialità presenti nel

terreno, come le miniere di carbone, grandi vie d‟acqua, capitali, ecc. Il consumo di carbone crebbe di ben

otto volte, cifre che ci fa notare la crescita dell‟industrializzazione in quell‟insieme di stati e staterelli che

costituiscono la Germania. Contemporaneamente, il numero delle aziende diminuì a causa della

progressiva scomparsa delle industrie a livello famigliare, mentre i fusi e i telai crebbero enormemente.Così l‟industrializzazione stava diventando il carattere principale dell‟economia tedesca, che partì dal

settore tessile e man man mano raggiunse tutti gli altri.

L‟industria della seta in Italia. Tra gli ultimi arrivati vi è l‟Italia padana, dove dal Settecento, la diffusione

della gelsi bachicoltura ha permesso la nascita dell‟industria della seta, che dagli inizi dell‟Ottocento aveva

raggiunto un primato mondiale, infatti, a metà secolo, 1/3 circa delle esportazioni italiane era sostenuto

dalla seta, cascami e tessuti. Soprattutto in Lombardia bozzoli e seta avevano raggiunto il primato

dell‟economia, infatti si produceva il 40% dei bozzoli e il 30% della seta greggia italiana. La dipendenza

dall‟estero per il rifornimento del carbone impediva alle fabbriche della seta di avviarsi verso il salto

tecnologico del vapore, rimanendo in larghissima parte debitrici dell‟energia idrica. Nel 1856 le bacinelle avapore erano il 13% nel Milanese, il 15% nel Comasco, mentre nelle altre provincie produttrici si seta non

raggiungevano il 4%. Più avanzato era il processo della filatura, che nelle provincie di Milano e Como

riguardavano più di 1/3 delle aspi, mentre l‟introduzione del telaio Jacquard, che rappr esentava la più alta

tecnologia nell‟ambito della tessitura serica, soltanto a Milano aveva superato il 50% dei telai in funzione.

SECONDO CAPITOLO: LE CAUSE DELL‟ONDATA DI CRESCITA 

La rivoluzione dei trasporto. Il processo di industrializzazione mutò profondamente non solo l‟economia,

ma l‟intera società europea e nordamericana. A portare avanti tale sviluppo fu una vera e propria

rivoluzione dei trasporti fondata sulla diffusione delle ferrovie e delle navi a vapore. Nel 1840 eranopresenti nel mondo 7700 Km di strade ferrate, tutte concentrate in Europa e soprattutto in Gran Bretagna,

vent‟anni dopo la lunghezza delle linee era pari a 108000 km, di cui il 98% si trovavano in Europa e Stati

Uniti; e successivamente continuò ad espandersi sempre di più. Il risultato di questo sforzo economico, fu

che in Europa non ci fu nessun segmento territoriale che distasse più di 12 km da una linea ferroviaria, e

ciò comportava che le aree industrializzate facevano parte di una rete capillare di ferrovie che rendeva

molto più semplice e poco costosi gli scambi commerciali.

Il ruolo trainante delle ferrovie. Gli effetti dello sviluppo ferroviario non furono solo commerciali, ma

soprattutto industriali. La produzione delle ferrovie, infatti, comportò un grande sforzo produttivo che

stimolò l‟industria siderurgica e meccanica e l‟estrazione del carbone, fonte energetica principale per il

sistema ferroviario. Le ferrovie dunque segnarono il culmine del ferro e del carbone, insieme al trionfo del

vapore, in quanto questo salto economico sarebbe stato impossibile senza la diffusione delle macchine a

vapore. Tale tecnologia, entrò in moltissimi settori merceologici, sostituendosi ai vecchi metodi lavorativi.

Le gradi richieste di forza motrice aumentarono lo sviluppo di un nuovo settore produttivo, quello

meccanico, concentrato nella produzione di macchinari in grado di azionare altri macchinari.

Navigazione a vapore, canali e strade. Ancora più evidente fu il balzo della navigazione a vapore che

crebbe tra il 1850 e il 1880 di quaai l‟800% a livello continentale, favorita dall‟aumento della capacità

produttiva dei cantieri, che erano in grado di fornire navi con peso maggiore, e in particolare dal fatto che

una navigazione più veloce e regolare rispetto a quella a vela ridusse largamente il costo dei noli,

aumentando di conseguenza la domanda dei trasporti. A ciò si aggiunse la creazione del canale di Suez

nel 1856, che consentì alle navi di raggiungere l‟oceano Indiano e l‟oceano Pacifico, senza dover 

circumnavigare l‟Africa, riducendo così, sia i costi che i tempi di navigazione. La rivoluzione dei trasporti

Page 8: RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

5/11/2018 RIVOLUZIONE INDUSTRIALE - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/rivoluzione-industriale-55a0cdc319e57 8/10

riguardò anche canali e strade. Si realizzò, in particolare in Europa, un grande sviluppo dei canali

navigabili, che diede la possibilità di sostituire i vecchi barconi trainati dai cavalli con quelle a motore.

Mediante la scoperta del “macadam”, ossia un sistema di rivestimento delle strade, la percorribilità delle

strade venne notevolmente migliorata e resa più rapida. Il macadam infatti sostituiva la terra battuta o le

pietre consentendo un migliore drenaggio delle acque e impedendo che le strade diventassero acquitrini.

Un mercato trainato dai beni capitali. Mediante l‟industrializzazione i mercati venivano allargati, cresceva il

mercato internazionale, aumentava la domanda delle materie prime e di conseguenza gli scambi, e

maggiori scambi significava maggiori trasporti e ciò permetteva lo sviluppo delle industri siderurgiche e

meccaniche per la costruzione di ferrovie e navi. Ciò che si nota di più in questo meccanismo è che la

crescita economica non era legata allo scambio di beni di consumo, ma alla domanda di beni capitali, ossia

di infrastrutture e macchinari. Lo scambio dei beni di consumo avvenne contemporaneamente

all‟allargamento dei mercati, ma esso non ebbe un ruolo trainante. 

Una nuova divisione internazionale del lavoro. In questo periodo si verificò un profondo mutamento per 

quanto riguarda la divisione internazionale del lavoro, in quanto mentre crescevano le capacità produttivedei paesi industrializzati, diminuiva la loro autonomia alimentare. Il centro industriale del mondo divennero

dipendenti da altri stati, come gli Stati Uniti, la Russia, l‟Australia e l‟Argentina, che erano specializzati nella

produzione di cereali e di altri merci agricole. Con la crescita demografica, i paesi europei maggiormente

industrializzati non furono più in grado di rifornire di alimenti i propri abitanti, cosicché, avvenivano sempre

di più gli scambi commerciali con gli altri paesi sottosviluppati, dai quali prendevano i prodotti agricoli.

Una nuova rivoluzione agraria. Tale fenomeno avvenne contemporaneamente alla crescita della

produzione agricola europea, a cui corrispose una grande diminuzione della popolazione contadina.

L‟aumento della capacità produttiva dipese anche dall‟aumento del lavoro grazie alla meccanizzazione,

dove i macchinari simbolo di questo processo furono la mietitrice, la trebbiatrice a vapore,successivamente unificate in un‟unica macchina, l‟aratro a vapore. Questa evoluzione tecnologica consentì

risparmi di manodopera nella lavorazione dei cereali, che era l‟operazione più importante nel ciclo

produttivo dell‟agricoltura. Inoltre ci fu un miglioramento della produttività dei terreni attraverso interventi di

bonifica e con un perfezionamento delle tecniche agricole, ad esempio, le rotazioni, più frequenti ed

efficaci; concimazioni, in grado di restituire la fertilità ai terreni; selezione delle piante da coltivare,;

successivamente si diffusero anche i concimi artificiali prodotti dalle industrie chimiche. Queste

trasformazioni determinarono una forte espulsione di contadini dalle campagne e delle attività agricole,

dove la trasformazione dei contadini in braccianti e in operai di fabbrica si intensificò e si diffuse a livello

continentale.

L‟affermazione del libero scambio. L‟incremento della capacità produttiva richiedeva la necessità di

costruire un mercato capace di contenere una massa sempre crescente di prodotti. Tale processo entrò in

contrasto con la rete dei veicoli e dei dazi protettivi ereditati dal mercantilismo, che impediva le esportazioni

e la libera circolazione delle merci. A partire dalla legislazione britannica che iniziò ad abolire i dazi che

impedivano le importazioni dei grani, progressivamente tutti gli stati europei ridussero il sistema dei dazi,

entrando così nell‟”età dell‟oro” del liberoscambismo, teorizzata da una serie di economisti convinti del fatto

che la libertà dei commerci avrebbe favorito lo sviluppo economico e la crescita dei capitali investiti. Lo

sviluppo del commercio internazionale affermò che il libero mercato era una condizione indispensabile per 

l‟affermazione del capitalismo industriale. 

La liberalizzazione del mercato del lavoro e i flussi demografici . Per garantire lo sviluppo industriale era

necessario creare un mercato del lavoro aperto, caddero così quelle norme che limitavano l‟accesso ai

mestieri, dando la possibilità alle imprese di avere a disposizione una grande quantità di lavoratori. Di

Page 9: RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

5/11/2018 RIVOLUZIONE INDUSTRIALE - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/rivoluzione-industriale-55a0cdc319e57 9/10

conseguenza, la crescita delle domande del lavoro delle fabbriche, determinò un‟ondata di contadini

espulsi dalle campagne o che cercavano nuove opportunità lavorative nelle città manifatturiere. Le città,

quindi, ebbero una crescita demografica. Nell‟aumento della popolazione svolge un ruolo molto importante

il sistema dei trasporti, che favorì lo sviluppo di molte aree periferiche intorno ai centri urbani, e la

concentrazione nelle città delle principali istituzioni economiche e finanziarie. A tali fenomeni è lagata

l‟emigrazione transoceanica, infatti, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, si verificò una forteemigrazione da parte dell‟altra parte del mondo, di uomini. Nelle Americhe l‟agricoltura si stava

espandendo, mentre nelle Americhe del nord il sistema industriale stava iniziando a formarsi. Tra il 1850 e

l‟inizio del XX secolo quasi 60 milioni di europei si tr asferirono nelle Americhe, favorendo lo sviluppo degli

Stati Uniti e di alcuni stati dell‟America latina.

Una nuova ondata di innovazioni tecnologiche. La rivoluzione britannica fu resa possibile grazie alla

presenza di una serie di innovazioni tecnologiche legate alle fonti di energia, allo sfruttamento della materia

prima ( carbone e ferro), a nuovi macchinari. Tra il 1830 e il 1880 ci fu una nuova ondata di innovazioni

tecnologiche, tra cui la prima fu la locomotiva a vapore, in cui fu alla base della rivoluzione dei trasporti.

Tali innovazioni avvenne pochi anni prima di quella dell‟elica , realizzata nel 1837.contemporaneamente,attraverso l‟invenzione della mietitrebbiatrice, si riuscì ad applicare l‟uso del vapore all‟agricoltura, ma non

si trattò di una nuova innovazione, ma di un approfondimento e diffusione di una tecnica già nata.

La produzione di macchine utensili e di acciaio. Tale processo contribuì alla nascita di un settore

industriale legato alla produzione di macchine utensili e, inoltre, ci fu un continuo miglioramento per le

macchine della tessitura, filatura e stampa dei tessuti. In questo processo, la macchina da cucire, inventato

dallo statunitense Isaac Singer, rivestì un posto particolare, dove nel giro di molti anni divenne una

multinazionale. Tale successo dipese, non solo dalla grande utilità di questa macchina, in quanto venne

utilizzata anche a livello domestico per consentire a ogni donna di realizzare vestiti per se e per la propria

famiglia, ma soprattutto per il fatto che consentì la nascita di atelier per la confezione di abiti, e diconseguenza l‟abbigliamento divenne un nuovo settore produttivo. Nel settore siderurgico, un‟innovazione

vera e propria fu quella del convertitore, inventata da Henry Bessemer, capace di separare il carbonio dalla

ghisa. Nel 1864, Siemens-Martin, costruì il primo forno, consentendo così di iniziare la produzione di

acciaio a livello mondiale.

Il ruolo della banca. La creazione di un sistema economico fondato su fabbriche sempre migliori, richiese

l‟investimento di quantità di capitali altissime, che non potevano essere fornite dai singoli imprenditori e

finanzieri. La prima fase dell‟industrializzazione si era praticamente autofinanziata, infatti, le risorse

economiche per lo sviluppo delle manifatture tessili venivano assicurate in parte dai capitali privati, e in

parte dei guadagni provenienti dalle merci prodotte. Nella seconda metà dell‟800 le cose cambiarono

notevolmente, in quanto gli investimenti erano sempre più costosi. Sorsero così le nuove istituzioni

finanziarie che avevano il compito di raccogliere la maggior parte dei capitali disponibili in modo da

finanziare lo sviluppo industriale, si trattò innanzitutto di nuovi tipi di banche, come ad esempio le società

per azione, che divennero poi il simbolo del capitalismo.

Le varie tipologie di banche. Tra le innovazioni bancarie quella più ambiziosa fu quella svolta in Francia dai

fratelli Péreire con la formazione della Crédit mobilier. Quest‟ultima fu la prima banca ideata in funzione

dello sviluppo industriale, con l‟intenzione di controllare la circolazione delle merci. Questo modello di

banca che, intorno al 1870 entrò in crisi, si diffuse anche in altri paesi in via di industrializzazione, come la

Spagna e l‟Italia. In Germania, invece, ci fu un altro sistema bancario, dove la sua caratteristica è quella di

essere frammentato, in quanto è composto da piccole e medie banche. In Inghilterra, le industrie e le

banche rimasero separate, infatti le banche inglesi dedicavano la maggior parte delle loro attività al

commercio internazionale, mentre, nel settore industriale, esse si limitavano a effettuare prestiti a breve

Page 10: RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

5/11/2018 RIVOLUZIONE INDUSTRIALE - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/rivoluzione-industriale-55a0cdc319e57 10/10

termine, che non permettevano di finanziare lo sviluppo delle imprese, se non in piccole quantità. Infine, in

tutta l‟Europa le banche, oltre ad avere un‟attività tra risparmio privato e imprese, si assunsero anche la

funzione di creatrici di mezzi di pagamento, quali banconote e assegni.

Le società per azioni. La società per azione ebbe un grande sviluppo in tutta Europa, dove la sua novità

consisteva nel fatto che era il capitale stesso ad avere diritti e capacità giuridiche proprie. Inoltrepermetteva di avere risparmi con azioni che chiunque poteva svolgere in cambio di una quota dei profitti

annuali, accettando il rischio legato alle vicende dei mercati. Accanto alle azioni si diffusero anche le

obbligazioni, ossia una forma di finanziamento con cui le aziende raccoglievano i capitali dei risparmiatori e

si interessavano a fornire loro un interesse annuo, più sicuro ma minore rispetto alle azioni. Inoltre erano

anche molto fiscali sui compiti presi, in quanto si impegnavano a restituire la somma totale della somma

prestata entro una data stabilita.

IL LIBERISMO ECONOMICO: Il pensiero di Adam Smith.

Il tratto più significativo della cultura britannica tra il 700 e 800 fu la nascita della moderna scienza

economica, dove il fondatore fu lo scozzese Adam Smith, uomo per molti aspetti legato all‟illuminismo.“Ricerca sulla natura e sulle cause della ricchezza delle nazioni” fu la sua opera più importante che venne

pubblicata nel 1776, dopo che lui aveva compiuto un viaggio sul continente europeo e aveva incontrato

diverse esponenti della cultura del Lumi. Al centro del pensiero di Smith si trovava la concezione

tipicamente illuminista secondo cui l‟umanità vive in un mondo retto da leggi comprensibili, orientate al

benessere dell‟uomo. Partendo da tale presupposto, già prima di Smith ci furono numerosi autori che

rivalutarono l‟egoismo, o meglio la ricerca dell‟interesse privato e personale, compiuta da ogni singolo

individuo. Smith osserva che solo per desiderio di profitto possono offrire ad altre persone il frutto del loro

lavoro, infatti ognuno, pur concentrandosi sul proprio guadagno, in realtà permette a ogni individuo di

soddisfare le proprie necessità come se esistesse una sorta di mano invisibile che permette all‟egoismo di

trasformasi in felicità del prossimo. Quindi, lo stato non deve assolutamente intervenire in esso, ossia devefinirla di adottare quei provvedimenti mercantilisti che nella Francia di Colbert e di Luigi XIV avevano

trovato la loro massima diffusione, ma al contrario non deve più intromettersi nella dinamica economica, in

quanto deve essere governata solo dalla legge della domanda e dell‟offerta, in cui sar anno esse a

determinare il costo delle singole merci, che aumenterà o diminuirà a seconda dei casi. Siamo di fronte al

primo pilastro del liberismo, di cui Smith può essere considerato il fondatore, ma non va confuso con il

liberalismo, fondato da Loke, anche se sono pienamente accordate. Il secondo pilastro del liberismo è il

concetto del singolo scambio, che significa rinuncia, da parte dei governi, a ostacolare con dazi doganali, o

con qualsiasi altra misura, la libera circolazione delle merci e dei prodotti. Il protezionismo impedisce

l‟ingresso in un Paese di quei beni che possono fare concorrenza alle industrie nazionali, oppure, ne

permettono l‟ingresso solo dopo aver posto sui prodotti di importazione una tassa che impedisca loro di

creare una competizione. Secondo Smith, il protezionismo è uno dei più gravi ostacoli dello sviluppo

economico nazionale, che si deve basare sulla divisione del lavoro, ossia sullo svolgimento di attività che

permettano lo scambio delle merci.

Federica Perra IV F

Liceo scientifico “G. Brotzu” 

 Anno scolastico 2011/2012