Rito di consegna dei Vangeli e ingresso nel cammino di … · di Gesù: anhe per loro, dunque, ha...

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1 Tappa 9 – Liturgia e preghiera Rito di consegna dei Vangeli e ingresso nel cammino di formazione cristiana (Rito di ammissione al Catecumenato) Tema della celebrazione Il rito segna il passaggio tra il tempo del primo annuncio, caratterizzato dall’ascolto della Buona Notizia che è Gesù, e quello della formazione cristiana vera e propria, in cui ogni bambino o ragazzo, accompagnato dalla propria famiglia, è aiutato dalla Comunità ad approfondire l’amicizia con Gesù, avviando un serio cammino di conversione e di progressiva accoglienza della vita credente nelle sue diverse dimensioni. Questa celebrazione dunque invita le famiglie, ma soprattutto i fanciulli, a prendere una iniziale decisione pubblica di proseguire il cammino che li rende discepoli di Gesù, a partire dall’esperienza del primo annuncio che hanno già vissuto 1 . Nonostante questo aspetto “di passaggio” sia presente in pienezza solo nel caso di gruppi con presenza di bambini non battezzati, è opportuno e utile averlo anche in presenza di gruppi formati da soli battezzati. La consegna dei Vangeli, che accompagna e caratterizza il rito nel caso di gruppi di soli bambini battezzati, ha anch’essa un ovvio significato nel passaggio dal Tempo del primo annuncio a quello del cammino formativo vero e proprio: per chi la riceve, infatti, la Parola vuole essere in ogni momento la luce e lo stimolo per una vita conforme al progetto di Dio e, per questo, impegna; in aggiunta a questo aspetto fondamentale, vi è anche il fatto che essa costituisce l’indispensabile punto di partenza per ogni approfondimento catechetico che avrà luogo nel corso delle varie fasi del cammino che i bambini si apprestano ad intraprendere con le loro famiglie. Dunque con questo rito di consegna, cioè mettendo nelle mani di tutti costoro il libro dei Vangeli, che sarà poi lo strumento e la guida del prosieguo del cammino, la comunità cristiana indica loro che nell’ascolto della Parola sta la via per accogliere la buona notizia che è Gesù. Per i bambini non battezzati, infine, il rito assume il carattere di vero e proprio Rito di ammissione al Catecumenato, secondo quanto previsto dal Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti [= RICA], dalla Nota pastorale L’iniziazione cristiana. 2. Orientamenti per l’iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni [= CEI/2] e dalla corrispondente Guida per l’itinerario catecumenale dei ragazzi [= GCEI]. Quando È possibile reperire, nei documenti di riferimento, due tipi di indicazioni. In primo luogo circa il momento in rapporto al cammino personale di quanti sono coinvolti nel percorso formativo: L’ammissione al catecumenato è legata al momento in cui il fanciullo è capace di decidersi in rapporto a Gesù Cristo. Perciò la celebrazione non deve essere fatta troppo presto, suppone una prima evangelizzazione che suscita la fede e implica una prima esperienza di vita nella comunità (CEI/2, n. 40). Questo rito si compie quando il gruppo in cui è inserito uno o più ragazzi non battezzati è pronto a entrare in un itinerario di tipo catecumenale (GCEI, p. 86). Le indicazioni citate ovviamente hanno pieno valore nel caso di gruppi con presenza di bambini o ragazzi non battezzati, ma possono essere adattate facilmente anche al caso di gruppi di soli bambini o ragazzi battezzati. L’itinerario diocesano dunque propone di collocare questa celebrazione al momento di passare alla fase successiva del cammino iniziato con il primo annuncio, cioè al termine dell’anno in cui questo avviene (il primo del percorso). 1 Cf. CEI/2, n. 40.

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Tappa 9 – Liturgia e preghiera

Rito di consegna dei Vangeli e ingresso nel cammino di formazione cristiana (Rito di ammissione al Catecumenato)

Tema della celebrazione

Il rito segna il passaggio tra il tempo del primo annuncio, caratterizzato dall’ascolto della Buona Notizia che è Gesù, e quello della formazione cristiana vera e propria, in cui ogni bambino o ragazzo, accompagnato dalla propria famiglia, è aiutato dalla Comunità ad approfondire l’amicizia con Gesù, avviando un serio cammino di conversione e di progressiva accoglienza della vita credente nelle sue diverse dimensioni. Questa celebrazione dunque invita le famiglie, ma soprattutto i fanciulli, a prendere una iniziale decisione pubblica di proseguire il cammino che li rende discepoli di Gesù, a partire dall’esperienza del primo annuncio che hanno già vissuto1. Nonostante questo aspetto “di passaggio” sia presente in pienezza solo nel caso di gruppi con presenza di bambini non battezzati, è opportuno e utile averlo anche in presenza di gruppi formati da soli battezzati.

La consegna dei Vangeli, che accompagna e caratterizza il rito nel caso di gruppi di soli bambini battezzati, ha anch’essa un ovvio significato nel passaggio dal Tempo del primo annuncio a quello del cammino formativo vero e proprio: per chi la riceve, infatti, la Parola vuole essere in ogni momento la luce e lo stimolo per una vita conforme al progetto di Dio e, per questo, impegna; in aggiunta a questo aspetto fondamentale, vi è anche il fatto che essa costituisce l’indispensabile punto di partenza per ogni approfondimento catechetico che avrà luogo nel corso delle varie fasi del cammino che i bambini si apprestano ad intraprendere con le loro famiglie. Dunque con questo rito di consegna, cioè mettendo nelle mani di tutti costoro il libro dei Vangeli, che sarà poi lo strumento e la guida del prosieguo del cammino, la comunità cristiana indica loro che nell’ascolto della Parola sta la via per accogliere la buona notizia che è Gesù. Per i bambini non battezzati, infine, il rito assume il carattere di vero e proprio Rito di ammissione al Catecumenato, secondo quanto previsto dal Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti [= RICA], dalla Nota pastorale L’iniziazione cristiana. 2. Orientamenti per l’iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni [= CEI/2] e dalla corrispondente Guida per l’itinerario catecumenale dei ragazzi [= GCEI]. Quando

È possibile reperire, nei documenti di riferimento, due tipi di indicazioni. In primo luogo circa il momento in rapporto al cammino personale di quanti sono coinvolti nel percorso formativo:

L’ammissione al catecumenato è legata al momento in cui il fanciullo è capace di decidersi in rapporto a Gesù Cristo. Perciò la celebrazione non deve essere fatta troppo presto, suppone una prima evangelizzazione che suscita la fede e implica una prima esperienza di vita nella comunità (CEI/2, n. 40).

Questo rito si compie quando il gruppo in cui è inserito uno o più ragazzi non battezzati è pronto a entrare in un itinerario di tipo catecumenale (GCEI, p. 86).

Le indicazioni citate ovviamente hanno pieno valore nel caso di gruppi con presenza di bambini o ragazzi non battezzati, ma possono essere adattate facilmente anche al caso di gruppi di soli bambini o ragazzi battezzati. L’itinerario diocesano dunque propone di collocare questa celebrazione al momento di passare alla fase successiva del cammino iniziato con il primo annuncio, cioè al termine dell’anno in cui questo avviene (il primo del percorso).

1 Cf. CEI/2, n. 40.

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In secondo luogo, vi sono anche indicazioni circa il giorno in cui collocare la celebrazione:

È bene che si faccia di domenica, poiché si tratta di un rito che indica decisamente l’inizio dell’itinerario catecumenale (GCEI, p. 86).

Il Rito che comprende l’accoglienza dei candidati, la Liturgia della Parola e il loro congedo, può anche essere seguito dalla celebrazione dell’Eucaristia (RICA, n. 72).

L’ultima parte – Liturgia della Parola e consegna del Vangelo – potrebbe avvenire anche in una Eucaristia domenicale (GCEI, p. 86).

Questa celebrazione, dunque, potrebbe anche essere inserita in una Eucaristia domenicale, specialmente laddove si desideri dare una reale consistenza all’idea della partecipazione dell’intera Comunità parrocchiale alla celebrazione e non vi siano considerazioni di altro ordine (p. es. pedagogico) che lo sconsiglino. Dove

I testi di riferimento danno in proposito una duplice indicazione: La celebrazione si tiene in chiesa o in un luogo adatto a favorire, secondo l’età e la comprensione dei candidati, l’esperienza di una accoglienza familiare. La prima parte o rito di accoglienza si celebri, secondo le circostanze, all’ingresso della chiesa o di un altro luogo; la seconda parte o Liturgia della Parola, in chiesa o nel luogo scelto per tale rito (RICA, n. 315).

Il rito si volge in chiesa o in altro luogo conveniente, tale da favorire l’esperienza di un’accoglienza familiare (CEI/2, n. 40).

Si tratta in primo luogo di favorire l’esperienza di una accoglienza di stampo familiare: la scelta del luogo è subordinata al raggiungimento di questo fine, anche se sembra di cogliere una certa preferenza per «la chiesa», essendo sempre menzionata in prima battuta. In presenza di non battezzati, poi, è richiesto l’uso dello “spazio simbolico della soglia”, cioè di un luogo di ingresso, in modo da rendere visibile anche spazialmente quanto la celebrazione vuole compiere: far “entrare” nella Chiesa quanti la vivono, sia pure solo in maniera iniziale (poiché il vero ingresso è costituito dai sacramenti dell’Iniziazione). Partecipanti

È auspicabile che nella celebrazione abbia parte attiva l’intera comunità cristiana o una sua parte composta da amici, familiari, catechisti e sacerdoti (RICA, n. 70).

Le celebrazioni si tengano con l’attiva partecipazione di un gruppo, costituito da un conveniente numero di fedeli e, in particolare, dai genitori, dai familiari e dai compagni del catechismo. Infatti, spesso, all’iniziazione dei fanciulli di questa età, non è bene che ci sia la presenza di tutta la comunità parrocchiale, basta una sua rappresentanza (RICA, n. 311).

L’ammissione si fa in un gruppo, nel quale non devono mai mancare i genitori e gli accompagnatori, ma non molto numeroso, al fine di non turbare i fanciulli (cf. RICA, n. 314) (CEI/2, n. 40).

Sono invitati, oltre che gli amici, anche alcuni adulti: genitori e parenti, catechisti, accompagnatori (GCEI, p. 86).

È evidente nei testi citati il desiderio che la celebrazione abbia un marcato carattere comunitario, che va anche al di là del gruppo che direttamente accompagna i bambini in cammino (genitori, catechisti, accompagnatori, compagni...) ed eventualmente può arrivare a coinvolgere parte o tutta la comunità parrocchiale. D’altra parte è anche chiara la preoccupazione pedagogica di «non turbare i fanciulli», che invece può condurre alla scelta di limitare il numero dei presenti al rito. È possibile tenere insieme queste due coordinate, suggerendo una celebrazione veramente comunitaria tutte

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le volte che non vi siano controindicazioni legate alla condizione dei bambini che costituiscono il gruppo che deve vivere il rito. Qui di seguito sono riportate diverse proposte di celebrazione: due modelli di celebrazione fuori della Messa, rispettivamente per gruppi con battezzandi o senza battezzandi; e due modelli di celebrazione intra Missam, anch’essi rispettivamente per gruppi con battezzandi o senza battezzandi. Questi modelli non sono da seguire meccanicamente: vanno invece adattati con saggezza e cura alla specifica situazione in cui ci si trova ad attuarli.

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Scheda 1/A

RITO PER GRUPPI CON PRESENZA DI BATTEZZANDI Caratteristiche

Si tratta in sostanza della celebrazione proposta da GCEI (pp. 86-92), con alcune correzioni “cosmetiche” e alcune variazioni per rendere lo sviluppo del rito più chiaro o più omogeneo al percorso diocesano2.

La celebrazione è articolata in due momenti principali (Rito di accoglienza e Liturgia della Parola), collocati rispettivamente sulla soglia del luogo celebrativo (secondo GCEI, la chiesa) e, dentro di esso, in un luogo per la celebrazione della Parola (nella chiesa, presumibilmente, l’ambone).

Nel primo momento i bambini non battezzati esprimono il loro desiderio di diventare cristiani e di entrare nella fase catecumenale del loro cammino formativo e, dopo essere stati segnati con la croce, ricevono un crocifisso per ricordare loro l’impegno di rimanere fedeli all’amore di Gesù, restando a lui vicini. L’essere “dentro la Chiesa” è quindi reso visibile da questa parte del rito:

in primo luogo attraverso l’imposizione e l’accoglienza del segno della croce (e del crocifisso), che è il simbolo radicale e primordiale dei cristiani;

in secondo luogo, attraverso il movimento attraverso la soglia del luogo dove avverrà il resto della celebrazione: questo spostamento non ha solo valore funzionale (cioè per andare nel luogo fisico in cui si deve proseguire la celebrazione), ma ne ha soprattutto uno simbolico, poiché è un passare da “fuori” a “dentro” l’edificio della celebrazione, cioè dalla non-appartenenza all’appartenenza al gruppo che vi si riunisce (ciò risalta specialmente se si tratta dell’edificio-chiesa, casa e segno della Chiesa-comunità che in essa si raduna).

Ovviamente, per quanti sono già battezzati questa parte del rito assume principalmente il carattere di espressione del desiderio di entrare nel loro cammino formativo per diventare sempre di più discepoli e amici di Gesù: anche per loro, dunque, ha senso proporre l’accoglienza del segno della croce, non come segno di qualcosa ancora da ricevere, ma come espressione gestuale di quel “già dato” (essere battezzati nel nome di Gesù) che essi vogliono assumere consapevolmente, prendendo parte al cammino formativo. Tanto l’interrogazione circa le intenzioni quanto la segnazione avvengono con modalità differenziate, a seconda della condizione del soggetto coinvolto (non battezzato o già battezzato):

nel primo caso, l’interrogazione parte dalla libera espressione da parte del ragazzo di ciò che lo attira in Gesù e la segnazione viene compiuta possibilmente in forma estesa, sui sensi e su altre parti del corpo, da parte del presidente, dei genitori e dei catechisti; a ciò segue la consegna del crocifisso;

nel secondo caso, l’interrogazione è diretta da parte del presidente (due domande) e la segnazione è generale, cioè fatta dal presidente su tutti in una volta sola (segno di croce), alla conclusione della segnazione estesa dei non battezzati; ad essa non fa seguito normalmente la consegna del crocifisso.

La conclusione di questa prima fase della celebrazione è costituita dalla processione dalla porta della chiesa al luogo della celebrazione della Parola e del resto del rito: in questo modo avviene ritualmente ed effettivamente il passaggio dei non battezzati da “fuori” a “dentro” la Chiesa e tutti i presenti si preparano all’ascolto della Parola che seguirà. Questo è anche un luogo opportuno per qualche forma di “richiamo” di quanto vissuto nei mesi precedenti, poiché ciò costituisce la necessaria premessa per la scelta attuale di vivere la formazione cristiana. Ciò può essere fatto, in questo momento, in vari modi:

facendo portare ad alcuni ragazzi, durante questa processione, un cartellone per gruppo (preparato negli incontri precedenti), con delle preghiere scritte da ciascuno, oppure con i nomi di tutti, o anche

2 In particolare, è stata aggiunta la sezione dell’interrogazione rivolta ai genitori, ispirata al Rito di accoglienza che in

GCEI apre il tempo della prima accoglienza (cf. GCEI, pp. 56-57); ciò è stato fatto perché questa parte del rito esplicita, per la prima volta, l’impegno e il coinvolgimento dei genitori nel cammino dei loro ragazzi, che costituisce una delle colonne portanti dell’intera proposta diocesana di IC. Inoltre sono state leggermente ridotte le segnazioni per i catecumeni.

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con delle parole-chiave che rievochino il percorso compiuto, oppure ancora un cestino contenente tutti i fogli con le risposte alle domande “Che cosa mi è rimasto...”; il cartellone o il cestino verrà poi collocato in vista dell’assemblea, presso il luogo della Parola;

utilizzando come canto introduttivo il canto delle Parole della Fede dell’anno o quello della Pasqua, appreso in occasione delle tappe precedenti;

predisponendo nell’ambiente della celebrazione qualcuna delle immagini presenti sul sussidio per i bambini (magari scegliendole con loro in anticipo).

Il secondo momento della celebrazione è una celebrazione della Parola a due o tre letture, seguita poi

dalla consegna del libro dei Vangeli e da una preghiera litanica, accompagnata a sua volta da un piccolo gesto. Per la celebrazione della Parola è opportuno ricordare, in linea generale, quanto suggerisce GCEI: cioè che bisogna scegliere letture «che possano essere adatte alla comprensione dei catecumeni e al livello della catechesi ricevuta»3 da loro e dai loro compagni. Per una scelta più puntuale nel contesto dell’itinerario diocesano sembra utile proporre in primo luogo la lettura già incontrata nel corso della tappa di cui il rito fa parte: 1Sam 3,1-10. Ad essa sarà opportuno accostare almeno un adeguato Salmo responsoriale (p. es. il Sal 39[40]) ed un Vangelo che riproduca le dinamiche fondamentali del seguire Gesù (p. es. Gv 1,35-42 - «Ecco l’agnello di Dio»: in questo testo, la scelta dei discepoli di seguire il Maestro, provocata da Gesù stesso, si interseca con l’indispensabile mediazione del Battista, analoga a quella di Eli nei confronti di Samuele). Se lo si ritiene opportuno, in conformità alla tradizione liturgica ambrosiana festiva, è possibile proporre una Liturgia della Parola con uno schema a tre letture, aggiungendo alle precedenti il testo di Eb 1,1-5 («Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio»). Sarà compito dell’omelia intrecciare sapientemente ed attualizzare i temi delle differenti letture, ricollegandoli a quanto è stato e sarà celebrato. Sarà poi utile ricordarsi di sottolineare anche ritualmente la proclamazione della parola evangelica, mediante l’uso delle luci e dell’incenso; né andrebbe trascurata la possibilità, suggerita dalle rubriche di GCEI, di compiere un piccolo rito di intronizzazione della Parola, all’inizio della Liturgia omonima, oppure dopo la proclamazione della lettura evangelica, in ambedue i casi con un adeguato canto accompagnatorio.

La consegna del libro contenente i Vangeli, che segue l’omelia, è la conseguenza logica del rito della Parola: essa infatti impegna chi la ascolta e vuole continuare ad essere in ogni momento la luce e lo stimolo per una vita conforme al progetto di Dio che in essa si rivela; inoltre, sempre la Parola costituisce l’indispensabile punto di partenza per ogni approfondimento catechetico durante le successive fasi del cammino nel quale i bambini o ragazzi sono appena entrati: e proprio per questo viene loro consegnata. Va anche sottolineato che, propriamente, in un rito di consegna ciò che costituisce la “consegna” non è tanto il gesto rituale che la rende visibile: nel caso presente, invece, è l’esempio della Comunità cristiana, che si mette in atteggiamento di ascolto di quanto Dio le dice per viverlo poi nel proprio quotidiano, ciò che dà sostanza a quell’invito all’ascolto che il gesto rituale della consegna dei Vangeli vuole rendere visibile ed attuare. La preghiera dei fedeli in forma litanica conclude questa seconda parte della celebrazione: la comunità cristiana che ha accolto l’impegno dei bambini con le loro famiglie e li ha invitati a mettersi in ascolto della Parola evangelica ora prega per loro perché possano vivere con frutto il cammino che hanno iniziato. Questa idea di “inizio” di un cammino si presta anche ad essere sottolineata mediante un piccolo gesto che esprime la decisione del gruppo di “seguire le orme di Gesù” nella formazione. Mentre si prega, viene srotolata una lunga striscia di tessuto sulla quale ciascun bambino ha disegnato l’orma del proprio piede e vi

3 GCEI, p. 90. A titolo di esempio la Guida propone una scelta di letture che ruota attorno al tema della “chiamata per

nome” (Gn 12,1-4a e Mc 1,16-20), ma suggerisce anche la possibilità di utilizzare le letture indicate in RICA, n. 397 (e n. 384).

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ha scritto dentro il proprio nome in un incontro precedente: andando dal luogo della Parola verso l’uscita, in modo che tutte le orme puntino verso di essa, la striscia esprime plasticamente l’andare fuori dal luogo della celebrazione per continuare il cammino.

Quanto ai canti, la loro scelta dipende sempre strettamente dalle letture che vengono proclamate e dal repertorio della cmunità o del gruppo in cui si celebra. Quindi, supponendo l’uso delle letture indicate più sopra, si potrebbero proporre a titolo di esempio:

◦ Per la processione alla porta della chiesa: un fondo sonoro a piacere; oppure: Come è bello stare insieme (Cantinfesta [= CF], n. 82); oppure (se si vuole richiamare il percorso compiuto): il canto delle Parole della Fede dell’anno o quello della Pasqua.

◦ Durante la consegna del crocifisso: Con te faremo cose grandi (Insieme 25 [= I25], n. 57; oppure: Il Signor è la mia forza (Canti di Taizé, n. 41).

◦ Alla processione d’ingresso in chiesa: Nella tua casa (Cantemus Domino [= CD], n. 2); oppure: Ecco il tuo posto (Nella Casa del Padre [= CP], n. 640); oppure: Il canto del cammino (Musica e Assemblea [= MeA] 1/2008).

◦ Come acclamazione al Vangelo: Alleluia – Oggi la Chiesa (CD 36); oppure: Alleluia – Luce dei miei passi (I25 127).

◦ Durante la consegna dei Vangeli: Fammi conoscere (I25 85); oppure: Terra buona per te; oppure anche: Vocazione (CP 929).

◦ Alla conclusione: Cammina con lui (CF 54); oppure (se non è già stato eseguito): Il canto del cammino (MeA 1/2008); oppure: La mano nella tua (CD 599, in particolare la prima strofa); oppure: Canto per te, Gesù (CD 580, in particolare la strofa 9).

Materiale Una croce processionale. La Bibbia o il Lezionario da cui si leggeranno le letture. Se lo si vuole usare, l’Evangeliario; ed eventualmente luci e incenso. Eventualmente: un cartellone con delle preghiere scritte da ciascuno, oppure con i nomi di tutti, o con delle parole-chiave che rievochino il percorso compiuto; oppure un cestino con i fogli di risposta alle domande «Che cosa mi è rimasto...» preparate nel tempo precedente. Per tutti i presenti: sussidi stampati necessari per la partecipazione, in particolare al canto. Per ciascun bambino partecipante: un libro dei Vangeli, possibilmente con una dedica personalizzata, firmata dai genitori, dagli accompagnatori e dal parroco. Per ciascun bambino non battezzato, oltre a quanto sopra: un crocifisso.

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RITO DI ACCOGLIENZA Tutto il gruppo si raccoglie all’entrata della chiesa; i non battezzati stanno presso la porta, insieme ai loro genitori. Il celebrante si reca sul luogo, preceduto da alcuni ministri e con i ministranti, che portano la croce astile (ed eventualmente le candele) e la Bibbia o il Lezionario che saranno utilizzati nella celebrazione. Qui giunto, si rivolge ai presenti, dicendo:

P. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen. P. Il Signore sia con voi. T. E con il tuo spirito. MONIZIONE INTRODUTTIVA Dopo eventuali saluti iniziali, con una certa naturalezza e semplicità, il celebrante richiama l’importanza che ha per tutti quanto oggi si compie. INTERROGAZIONE Il celebrante si rivolge poi a tutti i fanciulli o ragazzi del gruppo con queste o simili parole: P. In questo tempo ci siamo incontrati, abbiamo avuto la possibilità di scoprire che Gesù vuole che tutti gli uomini smettano di fare il male, diventino suoi amici e fratelli, e siano amici e fratelli tra di loro. Alcuni di voi desiderano ricevere tutti i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana, altri la Cresima e l’Eucaristia. Mi rivolgo per primi a coloro che non hanno ancora ricevuto il Battesimo. Il celebrante (o un catechista) quindi chiama per nome i singoli non battezzati; ciascun chiamato si mette al centro del gruppo. Il celebrante si rivolge a lui con queste o simili parole: P. N., tu hai domandato di far parte di questo gruppo, hai incominciato a conoscere e credere in Gesù e vuoi ricevere il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia. Hai anche scoperto che Gesù vuole che tutti gli uomini diventino suoi amici (fratelli) e siano amici (fratelli) tra di loro. Io ti domando: vuoi amare Gesù e diventare suo amico? R. Sì! P. Hai scoperto che Gesù ti chiama per nome e ti invita ad ascoltare la sua Parola: vuoi seguirlo e fare attenzione a quello che lui ti dice, come tuo vero amico? R. Sì! Se i fanciulli o ragazzi non battezzati sono numerosi, è possibile formulare le domande in modo che siano rivolte a tutti i non battezzati insieme. Rivolgendosi poi agli altri fanciulli o ragazzi del gruppo, il celebrante domanda anche a loro se vogliono proseguire il cammino iniziato: P. Ora domando anche a tutti voi che volete ricevere i sacramenti della Confermazione e dell’Eucaristia: volete amare Gesù e diventare suoi amici? R. Sì! P. Avete scoperto che Gesù vi chiama per nome e vi invita ad ascoltare la sua Parola: volete seguirlo e fare attenzione a quello che lui vi dice, come vostro vero amico? R. Sì! INTERROGAZIONE DEI GENITORI Quindi il presidente si rivolge ai genitori dei fanciulli o ragazzi: P. Cari genitori, questi vostri figli e figlie vogliono intraprendere un cammino di preparazione per la celebrazione del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia. Volete dare il vostro consenso a questo loro desiderio? G. Sì, lo diamo. P. Volete anche impegnarvi ad accompagnarli, aiutarli e sostenerli nel loro cammino? G. Sì, lo vogliamo. SEGNAZIONE Il celebrante si rivolge ai candidati al catecumenato e dice:

P. Ora dunque, N. e N., avvicinatevi con i vostri genitori (o parenti) e catechisti e ricevete il segno della

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vostra nuova condizione di catecumeni. Il celebrante si pone vicino alla croce astile e prosegue:

P. Dio Padre ti (vi) ama e ti (vi) ha chiamato (i) a divenire amico (amica, fratello, sorella) di Gesù, suo Figlio. Ora io (e i vostri genitori [o parenti] e catechisti), vi segno (segniamo) con il segno della croce, un segno che i vostri amici hanno ricevuto da bambini, nel giorno del loro Battesimo. Facendo questo gesto noi ricordiamo che Gesù ci ha amato fino a morire per noi e diciamo che col suo aiuto noi vogliamo fare altrettanto. Il celebrante traccia con il pollice il segno della croce sulla fronte di N. dicendo:

P. N., ricevi la croce sulla fronte: Cristo stesso ti protegga con il segno del suo amore e della sua vittoria. Impara ora a conoscerlo e a seguirlo. T. (dicono o cantano4) Gloria a te, Signor! Oppure:

T. (cantano) Gloria a te, Signore, che ci vuoi bene!5 Le varie formule che seguono sono pronunciate successivamente dal celebrante, mentre il gesto della segnazione può essere fatto su ciascun fanciullo o ragazzo dai parenti e dai catechisti o accompagnatori. Ciò è utile specialmente se il numero dei fanciulli o ragazzi non battezzati è grande. Tutti poi intervengono con l’acclamazione. Mentre si segnano gli orecchi:

P. Ricevi il segno della croce sugli orecchi per saper ascoltare la Parola di Gesù. T. Gloria a te, Signor! Mentre si segna la bocca:

P. Ricevi il segno della croce sulla bocca, per saper rispondere a Gesù che ti parla. T. Gloria a te, Signor! Mentre si segnano gli occhi:

P. Ricevi il segno della croce sugli occhi, per vedere ciò che il Signore Gesù ha fatto. T. Gloria a te, Signor! Mentre si segna il petto:

P. Ricevi il segno della croce sul petto, per saper accogliere Gesù nel tuo cuore. T. Gloria a te, Signor! Infine il celebrante, rivolto a tutti i fanciulli o ragazzi battezzati che sono presenti, dice, tracciando su di loro un unico segno di croce: P. Vi segno tutti nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo: il Signore Gesù vi protegga con il segno del suo amore e vi guidi a conoscerlo, amarlo e seguirlo, ora e per tutti i secoli dei secoli. T. Amen. CONSEGNA DEL CROCIFISSO Rivolto ora a tutti i fanciulli o ragazzi non battezzati, il celebrante dice: P. N. e N. siete stati segnati col segno dell’amore di Cristo. Rimanete dunque fedeli al suo amore e state sempre vicini a lui. Per ricordarvi questo impegno vi consegniamo un piccolo crocifisso: d’ora in poi, ogni volta che farete il segno della croce ricordatevi di Gesù e del suo amore per voi. Ciascun fanciullo o ragazzo non battezzato si porta davanti al celebrante, che gli presenta il crocifisso; il fanciullo o ragazzo lo prende tra le mani, secondo l’opportunità lo bacia, e se lo mette al collo. INGRESSO Terminata la consegna, il celebrante invita tutti i fanciulli o ragazzi ad entrare nell’aula della celebrazione con queste parole o con altre simili: P. Carissimi, ora potete prendere il vostro posto fra i cristiani riuniti nell’assemblea. Venite dunque, ascoltiamo il Signore che ci parla e preghiamo tutti insieme. Il gruppo entra processionalmente e si unisce all’assemblea che li accoglie con un CANTO. LITURGIA DELLA PAROLA Si porta il libro delle sacre Scritture che viene collocato con onore al suo posto. Tutti si siedono. Il celebrante o un catechista può spiegare brevemente la dignità della Parola di Dio che è annunciata e ascoltata nell’assemblea dei

4 Con la melodia di CP 274. 5 Con la melodia di CD 102.

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cristiani. PRIMA LETTURA L. Lettura dal Primo libro di Samuele (1Sam 3,1-10)

Il giovane Samuele serviva il Signore alla presenza di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. E quel giorno avvenne che Eli stava dormendo al suo posto, i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio. Allora il Signore chiamò: “Samuele!” ed egli rispose: “Eccomi”, poi corse da Eli e gli disse: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Egli rispose: “Non ti ho chiamato, torna a dormire!”. Tornò e si mise a dormire. Ma il Signore chiamò di nuovo: “Samuele!”; Samuele si alzò e corse da Eli dicendo: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Ma quello rispose di nuovo: “Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!”. In realtà Samuele fino ad allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a chiamare: “Samuele!” per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. Eli disse a Samuele: “Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: ‘Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta’”. Samuele andò a dormire al suo posto. Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: “Samuele, Samuele!”. Samuele rispose subito: “Parla, perché il tuo servo ti ascolta”.

Parola di Dio. T. Rendiamo grazie a Dio. SALMO RESPONSORIALE (dal Sal 40) R. Ecco io vengo, Signore, per fare la tua volontà. Oppure:

R. Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta. L. Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore e non si volge verso chi segue gli idoli né verso chi segue la menzogna. R. L. Quante meraviglie hai fatto, tu, Signore, mio Dio, quanti progetti in nostro favore: nessuno a te si può paragonare! Se li voglio annunciare e proclamare, sono troppi per essere contati. R. L. Sacrificio e offerta non gradisci,

gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo”. R.

L. Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea;

vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai. Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore, la tua verità e la tua salvezza ho proclamato. R.

L. Esultino e gioiscano in te quelli che ti cercano; dicano sempre: “Il Signore è grande!” quelli che amano la tua salvezza. R.

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SECONDA LETTURA L. Lettera agli Ebrei (Eb 1,1-5)

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo. Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato. Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato? E ancora: Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio?

Parola di Dio. T. Rendiamo grazie a Dio. CANTO AL VANGELO (Gv 1,34) Alleluia. Ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio. Alleluia, alleluia. VANGELO P. Lettura del Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,35-42)

Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!”. E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?”. Gli risposero: “Rabbì – che, tradotto, significa Maestro – , dove dimori?”. Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia” – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa” – che significa Pietro.

Parola del Signore. T. Lode a te, o Cristo. Dopo le letture, il celebrante tiene una breve OMELIA. Si raccomanda una pausa di silenzio in cui tutti i fanciulli o ragazzi, invitati dal celebrante, pregano in cuor loro. CONSEGNA DEI VANGELI Dopo il silenzio, ciascun fanciullo o ragazzo, accompagnato dai catechisti, si presenta davanti al celebrante, che ha in mano un libro dei Vangeli e dice: P. Ricevi il Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Il fanciullo o ragazzo prende tra le mani il libro e, secondo l’opportunità, lo può baciare; quindi si reca al proprio posto. Se i fanciulli o ragazzi sono molti e il rito si prolunga, è opportuno prevedere un CANTO appropriato per accompagnarlo. Per non prolungare inutilmente questa parte del rito, se il gruppo è molto numeroso, altri sacerdoti o catechisti possono affiancare il celebrante ed effettuare la consegna.

PREGHIERA DEI FEDELI Terminata la consegna, si fa la seguente preghiera: P. Preghiamo il Padre per questi nostri figli, compagni e amici, che oggi iniziano un nuovo cammino che li porterà ad incontrare il Signore, conoscerlo e amarlo. L. Perché tu, Padre buono, accresca in loro di giorno in giorno il desiderio di vivere con Gesù, noi ti preghiamo. T. Ascoltaci, Signore.

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L. Perché nella famiglia dei figli di Dio possano trovare gioia e vita, noi ti preghiamo. T. Ascoltaci, Signore. L. Perché nel loro cammino abbiano da te forza e costanza, noi ti preghiamo. T. Ascoltaci, Signore. L. Perché tu li tenga lontani dalla tentazione della sfiducia e dello scoraggiamento, noi ti preghiamo. T. Ascoltaci, Signore. L. Perché tu doni loro la gioia di ricevere il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia, noi ti preghiamo. T. Ascoltaci, Signore. Il celebrante quindi conclude con questa ORAZIONE: P. O Padre, che hai suscitato in questi fanciulli il desiderio di diventare discepoli di Gesù, fa’ che camminino con perseveranza incontro a te, e vedano esauditi i loro desideri e la nostra preghiera. Per Cristo nostro Signore. T. Amen. Mentre si fa la preghiera dei fedeli, due catechisti (o due genitori) srotolano la striscia di tessuto con le orme e i nomi d i tutti i bambini o ragazzi, predisposta in precedenza, andando dal luogo della Parola verso l’uscita della chiesa e in modo che tutte le orme puntino verso l’esterno. CONCLUSIONE Il celebrante quindi prosegue, invocando la benedizione sui presenti: P. Il Signore sia con voi. T. E con il tuo spirito. Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison. P. Vi benedica Dio onnipotente: Padre, Figlio e Spirito Santo. T. Amen. P. Andiamo in pace. T. Nel nome di Cristo. CANTO FINALE

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Scheda 1/B

RITO PER GRUPPI DI SOLI BATTEZZATI Caratteristiche

Si tratta in sostanza della celebrazione proposta nella scheda 1/A e adattata al caso di un gruppo con presenza di soli fanciulli o ragazzi già battezzati.

Lo schema proposto per la celebrazione ha dunque la forma di una celebrazione di consegna; essa è di

fatto costituita da tre momenti principali: un Rito di introduzione, una Liturgia della Parola con la consegna dei Vangeli e un Rito di congedo.

Si tratta di un rito sostanzialmente identico al precedente, con alcuni cambiamenti legati all’assenza di non battezzati nel gruppo.

Nel primo momento i bambini o i ragazzi già battezzati esprimono il desiderio di entrare nel loro cammino formativo per diventare sempre di più discepoli e amici di Gesù. L’interrogazione circa il desiderio è diretta a tutti da parte del presidente; non sono previste in questo caso la segnazione o la consegna del crocifisso perché si tratta di riti tipicamente catecumenali e quindi non pertinenti nel caso di persone già battezzate. Il momento iniziale della celebrazione è anche un luogo opportuno per qualche forma di “richiamo” di quanto vissuto nei mesi precedenti, poiché ciò costituisce la necessaria premessa per la scelta attuale di vivere la formazione cristiana. Ciò può essere fatto in vari modi:

facendo portare ad alcuni ragazzi, durante la processione di ingresso, un cartellone per gruppo (preparato negli incontri precedenti), con delle preghiere scritte da ciascuno, oppure con i nomi di tutti, od anche con delle parole-chiave che rievochino il percorso compiuto, oppure ancora un cestino contenente tutti i fogli con le risposte alle domande «Che cosa mi è rimasto...»; il cartellone o il cestino verrà poi collocato in vista dell’assemblea, presso il luogo della Parola;

utilizzando come canto introduttivo il canto delle Parole della Fede dell’anno o quello della Pasqua, appreso in occasione delle tappe precedenti;

predisponendo nell’ambiente della celebrazione qualcuna delle immagini presenti sul sussidio per i bambini (magari scegliendole con loro in anticipo).

Il secondo momento della celebrazione è costituito da una vera e propria celebrazione della Parola a due o tre letture, seguita poi dalla consegna del libro dei Vangeli e da una preghiera litanica, accompagnata a sua volta da un piccolo gesto. Per la celebrazione della Parola è opportuno ricordare, in linea generale, quanto suggerisce GCEI: cioè che bisogna scegliere letture «che possano essere adatte alla comprensione [...] e al livello della catechesi ricevuta»6. Per una scelta più puntuale nel contesto dell’itinerario diocesano sembra utile proporre in primo luogo la lettura già incontrata nel corso della tappa di cui il rito fa parte: 1Sam 3,1-10. Ad essa sarà opportuno accostare almeno un adeguato Salmo responsoriale (p. es. il Sal 39[40]) ed un Vangelo che riproduca le dinamiche fondamentali del seguire Gesù (p. es. Gv 1,35-42 – «Ecco l’agnello di Dio»: in questo testo, la scelta dei discepoli di seguire il Maestro, provocata da Gesù stesso, si interseca con l’indispensabile mediazione del Battista, analoga a quella di Eli nei confronti di Samuele). Se lo si ritiene opportuno, in conformità alla tradizione liturgica ambrosiana festiva, è possibile proporre una Liturgia della Parola con uno schema a tre letture, aggiungendo alle precedenti il testo di Eb 1,1-5 («Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio»).

6 GCEI, p. 90. A titolo di esempio la Guida propone una scelta di letture che ruota attorno al tema della “chiamata per

nome” (Gn 12,1-4a e Mc 1,16-20), ma suggerisce anche la possibilità di utilizzare le letture indicate in RICA, n. 397 (e n. 384).

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Sarà compito dell’omelia intrecciare sapientemente ed attualizzare i temi delle differenti letture, ricollegandoli a quanto è stato e sarà celebrato. Sarà poi utile ricordarsi di sottolineare anche ritualmente la proclamazione della parola evangelica, mediante l’uso delle luci e dell’incenso; né andrebbe trascurata la possibilità, suggerita dalle rubriche di GCEI, di compiere un piccolo rito di intronizzazione della Parola, all’inizio della Liturgia omonima, oppure dopo la proclamazione della lettura evangelica, in ambedue i casi con un adeguato canto accompagnatorio.

La consegna del libro contenente i Vangeli, che segue l’omelia, è la conseguenza logica del rito della Parola: essa infatti impegna chi la ascolta e vuole continuare ad essere in ogni momento la luce e lo stimolo per una vita conforme al progetto di Dio che in essa si rivela; inoltre, sempre la Parola costituisce l’indispensabile punto di partenza per ogni approfondimento catechetico durante le successive fasi del cammino nel quale i bambini o ragazzi sono appena entrati: e proprio per questo viene loro consegnata. Va anche sottolineato che, propriamente, in un rito di consegna ciò che costituisce la “consegna” non è tanto il gesto rituale che la rende visibile: nel caso presente, invece, è l’esempio della comunità cristiana, che si mette in atteggiamento di ascolto di quanto Dio le dice per viverlo poi nel proprio quotidiano, ciò che dà sostanza a quell’invito all’ascolto che il gesto rituale della consegna dei Vangeli vuole rendere visibile ed attuare. La preghiera dei fedeli in forma litanica conclude questa seconda parte della celebrazione: la comunità cristiana che ha accolto l’impegno dei bambini con le loro famiglie e li ha invitati a mettersi in ascolto della Parola evangelica, ora prega per loro perché possano vivere con frutto il cammino che hanno iniziato. Questa idea di “inizio” di un cammino si presta anche ad essere sottolineata mediante un piccolo gesto che vuole esprimere la decisione del gruppo di “seguire le orme di Gesù” nella formazione. Mentre si prega, viene srotolata una lunga striscia di tessuto sulla quale ciascun bambino ha disegnato l’orma del proprio piede e vi ha scritto dentro il proprio nome in un incontro precedente: andando dal luogo della Parola verso l’uscita, in modo che tutte le orme puntino verso di essa, la striscia esprime plasticamente l’andare fuori dal luogo della celebrazione per continuare il cammino.

Quanto alla proposta di canti, la loro scelta dipende sempre strettamente dalle letture che vengono proclamate e dal repertorio della comunità o del gruppo in cui si celebra. Quindi, supponendo l’uso delle letture indicate più sopra, si potrebbero proporre a titolo di esempio:

◦ alla processione d’ingresso in chiesa: Nella tua casa (Cantemus Domino [= CD], n. 2); oppure: Ecco il tuo posto (Nella Casa del Padre [= CP], n. 640); oppure: Il canto del cammino (Musica e Assemblea [= MeA] 1/2008); oppure (se si vuole richiamare il percorso compiuto): il canto delle Parole della Fede dell’anno o quello della Pasqua;

◦ come acclamazione al Vangelo: Alleluia – Oggi la Chiesa (CD 36); oppure: Alleluia – Luce dei miei passi (Insieme 25 [= I25], n. 127);

◦ durante la consegna dei Vangeli: Fammi conoscere (I25 85); oppure: Terra buona per te; oppure anche: Vocazione (CP 929);

◦ alla conclusione: Cammina con lui (CF 54); oppure (se non è già stato eseguito): Il canto del cammino (MeA 1/2008); oppure: La mano nella tua (CD 599, in particolare la prima strofa); oppure: Canto per te, Gesù (CD 580, in particolare la strofa 9).

Materiale Una croce processionale. La Bibbia o il Lezionario da cui si leggeranno le letture. Se lo si vuole usare, l’Evangeliario; ed eventualmente luci e incenso. Eventualmente: un cartellone con delle preghiere scritte da ciascuno, oppure con i nomi di tutti, o con delle parole-chiave che rievochino il percorso compiuto; oppure un cestino con i fogli di risposta alle domande «Che cosa mi è rimasto...» preparate nel Tempo precedente. Per tutti i presenti: sussidi stampati necessari per la partecipazione, in particolare al canto. Per ciascun bambino partecipante: un libro dei Vangeli, possibilmente con una dedica personalizzata, firmata

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dai genitori, dagli accompagnatori e dal Parroco.

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RITO DI INTRODUZIONE INGRESSO Tutto il gruppo si raccoglie in chiesa. Il celebrante entra processionalmente, preceduto da alcuni ministri e con i ministranti, che portano la croce astile (ed eventualmente le candele) e la Bibbia o il Lezionario che saranno utilizzati nella celebrazione, e si reca al luogo da cui guiderà la preghiera. Nel frattempo si esegue un CANTO appropriato. Se lo si ritiene opportuno e se è possibile farlo senza creare confusione, si possono coinvolgere anche i fanciulli o ragazzi nella processione di ingresso: in questo caso essi possono portare (e deporre ai piedi del luogo della Parola) il cartellone o il cestino che fanno da richiamo del loro cammino vissuto insieme. SALUTO Quando il celebrante è giunto al proprio posto, terminato il canto, si rivolge ai presenti, dicendo: P. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen. P. Il Signore sia con voi. T. E con il tuo spirito. MONIZIONE INTRODUTTIVA Dopo altri eventuali saluti iniziali, con una certa naturalezza e semplicità, il celebrante richiama l’importanza che ha per tutti quanto oggi si compie. INTERROGAZIONE Il celebrante si rivolge poi a tutti i fanciulli o ragazzi del gruppo con queste o simili parole: P. In questo tempo ci siamo incontrati, abbiamo avuto la possibilità di scoprire che Gesù vuole che tutti gli uomini smettano di fare il male, diventino suoi amici e fratelli, e siano amici e fratelli tra di loro. Ora domando a tutti voi che volete ricevere i sacramenti della Confermazione e dell’Eucaristia: volete amare Gesù e diventare suoi amici? R. Sì! P. Avete scoperto che Gesù vi chiama per nome e vi invita ad ascoltare la sua Parola: volete seguirlo e fare attenzione a quello che lui vi dice, come vostro vero amico? R. Sì! INTERROGAZIONE DEI GENITORI Quindi il presidente si rivolge ai genitori dei fanciulli o ragazzi: P. Cari genitori, questi vostri figli e figlie vogliono intraprendere un cammino di preparazione per la celebrazione della Confermazione e dell’Eucaristia. Volete dare il vostro consenso a questo loro desiderio? G. Sì, lo diamo. P. Volete anche impegnarvi ad accompagnarli, aiutarli e sostenerli nel loro cammino? G. Sì, lo vogliamo. Terminata la consegna, il celebrante invita tutti i fanciulli o ragazzi ad ascoltare la Parola che sarà proclamata con queste parole o con altre simili: P. Carissimi, ora ascoltiamo il Signore che ci parla e preghiamo tutti insieme. LITURGIA DELLA PAROLA Si porta il Libro delle sacre Scritture che viene collocato con onore al suo posto. Tutti si siedono. Il celebrante o un catechista può spiegare brevemente la dignità della Parola di Dio che è annunciata e ascoltata nell’assemblea dei cristiani. PRIMA LETTURA L. Lettura dal Primo libro di Samuele (1Sam 3,1-10)

Il giovane Samuele serviva il Signore alla presenza di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. E quel giorno avvenne che Eli stava dormendo al suo posto, i suoi occhi

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cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio. Allora il Signore chiamò: “Samuele!” ed egli rispose: “Eccomi”, poi corse da Eli e gli disse: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Egli rispose: “Non ti ho chiamato, torna a dormire!”. Tornò e si mise a dormire. Ma il Signore chiamò di nuovo: “Samuele!”; Samuele si alzò e corse da Eli dicendo: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Ma quello rispose di nuovo: “Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!”. In realtà Samuele fino ad allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a chiamare: “Samuele!” per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. Eli disse a Samuele: “Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: ‘Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta’”. Samuele andò a dormire al suo posto. Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: “Samuele, Samuele!”. Samuele rispose subito: “Parla, perché il tuo servo ti ascolta”.

Parola di Dio. T. Rendiamo grazie a Dio. SALMO RESPONSORIALE (dal Sal 40) R. Ecco io vengo, Signore, per fare la tua volontà. Oppure:

R. Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta. L. Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore e non si volge verso chi segue gli idoli né verso chi segue la menzogna. R. L. Quante meraviglie hai fatto, tu, Signore, mio Dio, quanti progetti in nostro favore: nessuno a te si può paragonare! Se li voglio annunciare e proclamare, sono troppi per essere contati. R. L. Sacrificio e offerta non gradisci,

gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo”. R.

L. Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea;

vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai. Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore, la tua verità e la tua salvezza ho proclamato. R.

L. Esultino e gioiscano in te quelli che ti cercano; dicano sempre: “Il Signore è grande!” quelli che amano la tua salvezza. R.

SECONDA LETTURA L. Lettera agli Ebrei (Eb 1,1-5)

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo. Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei

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peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato. Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato? E ancora: Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio?

Parola di Dio. T. Rendiamo grazie a Dio. CANTO AL VANGELO (Gv 1,34) Alleluia. Ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio. Alleluia, alleluia. VANGELO P. Lettura del Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,35-42)

Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!”. E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?”. Gli risposero: “Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?”. Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia” – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa” – che significa Pietro.

Parola del Signore. T. Lode a te, o Cristo. Dopo le letture, il celebrante tiene una breve OMELIA. Si raccomanda una pausa di silenzio in cui tutti i fanciulli o ragazzi, invitati dal celebrante, pregano in cuor loro. CONSEGNA DEI VANGELI Dopo il silenzio, ciascun fanciullo o ragazzo, accompagnato dai catechisti, si presenta davanti al celebrante, che ha in mano un libro dei Vangeli e dice: P. Ricevi il Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Il fanciullo o ragazzo prende tra le mani il libro e, secondo l’opportunità, lo può baciare; quindi si reca al proprio posto. Se i fanciulli o ragazzi sono molti e il rito si prolunga, è opportuno prevedere un CANTO appropriato per accompagnarlo. Per non prolungare inutilmente questa parte del rito, se il gruppo è molto numeroso, altri sacerdoti o catechisti possono affiancare il celebrante ed effettuare la consegna.

PREGHIERA DEI FEDELI Terminata la consegna, si fa la seguente preghiera: P. Preghiamo il Padre per questi nostri figli, compagni e amici, che oggi iniziano un nuovo cammino che li porterà ad incontrare il Signore, conoscerlo e amarlo. L. Perché tu, Padre buono, accresca in loro di giorno in giorno il desiderio di vivere con Gesù, noi ti preghiamo. T. Ascoltaci, Signore. L. Perché nella famiglia dei figli di Dio possano trovare gioia e vita, noi ti preghiamo. T. Ascoltaci, Signore. L. Perché nel loro cammino abbiano da te forza e costanza, noi ti preghiamo. T. Ascoltaci, Signore. L. Perché tu li tenga lontani dalla tentazione della sfiducia e dello scoraggiamento, noi ti preghiamo. T. Ascoltaci, Signore.

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L. Perché tu doni loro la gioia di ricevere il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia noi ti preghiamo. T. Ascoltaci, Signore. Il celebrante quindi conclude con questa ORAZIONE: P. O Padre, che hai suscitato in questi fanciulli il desiderio di diventare discepoli di Gesù, fa’ che camminino con perseveranza incontro a te, e vedano esauditi i loro desideri e la nostra preghiera. Per Cristo nostro Signore. T. Amen. Mentre si fa la preghiera dei fedeli, due catechisti (o due genitori) srotolano la striscia di tessuto con le orme e i nomi d i tutti i bambini o ragazzi, predisposta in precedenza, andando dal luogo della Parola verso l’uscita della chiesa e in modo che tutte le orme puntino verso l’esterno. CONCLUSIONE Il celebrante quindi prosegue, invocando la benedizione sui presenti: P. Il Signore sia con voi. T. E con il tuo spirito. Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison. P. Vi benedica Dio onnipotente: Padre, Figlio e Spirito Santo. T. Amen. P. Andiamo in pace. T. Nel nome di Cristo. CANTO FINALE

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Scheda 1/C

RITO DURANTE LA MESSA PER GRUPPI CON PRESENZA DI BATTEZZANDI

Caratteristiche

Si tratta in sostanza di un adattamento di quanto proposto nella scheda 1/A al caso di una celebrazione durante la Messa; in questo caso, il rito si articola in tre grandi parti:

il Rito di accoglienza che, in analogia con quanto avviene per il Battesimo degli infanti, si tiene alla porta della chiesa e si conclude con la processione di ingresso dei fanciulli o ragazzi con i catechisti (ed eventualmente i loro genitori), dei ministranti e del sacerdote presidente; questo rito dunque sostituisce i Riti iniziali della Messa, la quale poi riprende normalmente dalla Prima Orazione;

la Liturgia della Parola, con la consegna del Vangelo, dopo l’omelia e prima della preghiera universale; il resto della celebrazione eucaristica, a cui tutti i ragazzi prendono parte, se non si sceglie per ragioni

pedagogiche di congedarli al termine della parte precedente.

La collocazione del Rito di consegna dei Vangeli e di ammissione all’interno della celebrazione eucaristica domenicale solo in apparenza è ovvia e priva di trappole per l’animatore liturgico; questa scelta, infatti, pone almeno due tipi di problemi pratici, la cui soluzione non è immediata o facile.

In primo luogo, la scelta delle letture: nei giorni festivi, in assenza di ulteriori deroghe alla normativa vigente, è abbastanza limitata la possibilità di rimaneggiare il programma di letture; d’altra parte, è di primaria importanza che la Parola proclamata si riferisca a quanto si sta celebrando. Quindi, si tratta di cercare di risolvere l’ineliminabile tensione fra due esigenze contrastanti: quella derivante dal programma di letture previsto dall’anno liturgico (ma non direttamente significativo in rapporto al rito da compiere con i fanciulli o ragazzi), e quella implicata dal Rito di consegna e ammissione, con il suo programma ideale di letture (che però non sarebbero quasi mai quelle previste per la domenica in cui si celebra); una soluzione intelligente potrebbe essere quella di provare a scegliere la domenica della celebrazione in funzione dei testi scritturistici previsti per esso, in modo da poter proclamare almeno una delle letture previste nella scheda 1/A.

In secondo luogo, c’è il problema del numero dei partecipanti al rito, che impatta direttamente sulla sua durata: non è infatti bene che questa parte aggiuntiva al rito eucaristico della comunità si prolunghi eccessivamente, sbilanciandone lo svolgersi. Di fronte a un numero consistente di ragazzi coinvolti è dunque necessario immaginare dei correttivi: p. es., prevedendo più celebrazioni per gruppi numericamente più contenuti (in uno stesso giorno o in giorni diversi), oppure minimizzando i gesti o le formule che devono essere ripetuti per ogni singolo ragazzo (sostituendoli con gesti o formule generali), oppure ancora moltiplicando il numero dei ministri che li compiono contemporaneamente.

Per quanto riguarda i canti, l’inserzione nella Messa impone di tenere conto primariamente del giorno

liturgico con le sue letture e i suoi temi. Tuttavia, può essere opportuno richiamare qualcuno dei temi connessi con la celebrazione del Rito di consegna e di ammissione; si potrebbero proporre a titolo di esempio:

◦ se si vuole richiamare il percorso compiuto, il canto delle Parole della Fede dell’anno o quello della Pasqua;

◦ durante la consegna del crocifisso: Con te faremo cose grandi (Insieme 25 [= I25], n. 57); oppure: Il Signor è la mia forza (Canti di Taizé, n. 41);

◦ alla processione d’ingresso in chiesa: Nella tua casa (Cantemus Domino [= CD], n. 2); oppure: Ecco il tuo posto (Nella Casa del Padre [= CP], n. 640); oppure: Il canto del cammino (Musica e Assemblea [= MeA] 1/2008);

◦ come acclamazione al Vangelo: Alleluia – Oggi la Chiesa (CD 36); oppure: Alleluia – Luce dei miei passi (I25 127);

◦ durante la consegna dei Vangeli: Fammi conoscere (I25 85); oppure: Terra buona per te; ◦ alla conclusione: Cammina con lui (CF 54); oppure (se non è già stato eseguito): Il canto del

cammino (MeA 1/2008); oppure: La mano nella tua (CD 599, in particolare la prima strofa);

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oppure: Canto per te, Gesù (CD 580, in particolare la strofa 9). Materiale Una croce processionale. La Bibbia o il Lezionario da cui si leggeranno le letture. Se lo si vuole usare, l’Evangeliario; ed eventualmente luci e incenso. Eventualmente: un cartellone con delle preghiere scritte da ciascuno, oppure con i nomi di tutti, o con delle parole-chiave che rievochino il percorso compiuto; oppure un cestino con i fogli di risposta alle domande «Che cosa mi è rimasto...» preparate nel tempo precedente. Per tutti i presenti: sussidi stampati necessari per la partecipazione, in particolare al canto. Per ciascun bambino partecipante: un libro dei Vangeli, possibilmente con una dedica personalizzata, firmata dai genitori, dagli accompagnatori e dal parroco. Per ciascun bambino non battezzato, oltre a quanto sopra: un crocifisso.

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RITO DI ACCOGLIENZA Tutto il gruppo si raccoglie all’entrata della chiesa; i non battezzati stanno presso la porta, insieme ai loro genitori. Il celebrante si reca sul luogo, preceduto da alcuni ministri e con i ministranti, che portano la croce astile (ed eventualmente le candele) e la Bibbia o il Lezionario che saranno utilizzati nella celebrazione. Qui giunto, si rivolge ai presenti, dicendo:

P. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen. P. Il Signore sia con voi. T. E con il tuo spirito. MONIZIONE INTRODUTTIVA Dopo eventuali saluti iniziali, con una certa naturalezza e semplicità, il celebrante richiama l’importanza che ha per tutti quanto oggi si compie. INTERROGAZIONE Il celebrante si rivolge poi a tutti i fanciulli o ragazzi del gruppo con queste o simili parole: P. In questo tempo ci siamo incontrati, abbiamo avuto la possibilità di scoprire che Gesù vuole che tutti gli uomini smettano di fare il male, diventino suoi amici e fratelli, e siano amici e fratelli tra di loro. Alcuni di voi desiderano ricevere tutti i sacramenti dell’Iniziazione cristiana, altri la Cresima e l’Eucaristia. Mi rivolgo per primi a coloro che non hanno ancora ricevuto il Battesimo. Il celebrante (o un catechista) quindi chiama per nome i singoli non battezzati; ciascun chiamato si mette al centro del gruppo. Il celebrante si rivolge a lui con queste o simili parole: P. N., tu hai domandato di far parte di questo gruppo, hai incominciato a conoscere e credere in Gesù e vuoi ricevere il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia. Hai anche scoperto che Gesù vuole che tutti gli uomini diventino suoi amici (fratelli) e siano amici (fratelli) tra di loro. Io ti domando: vuoi amare Gesù e diventare suo amico? R. Sì! P. Hai scoperto che Gesù ti chiama per nome e ti invita ad ascoltare la sua Parola: vuoi seguirlo e fare attenzione a quello che lui ti dice, come tuo vero amico? R. Sì! Se i fanciulli o ragazzi non battezzati sono numerosi, è possibile formulare le domande in modo che siano rivolte a tutti i non battezzati insieme. Rivolgendosi poi agli altri fanciulli o ragazzi del gruppo, il celebrante domanda anche a loro se vogliono proseguire il cammino iniziato: P. Ora domando anche a tutti voi che volete ricevere i sacramenti della Confermazione e dell’Eucaristia: volete amare Gesù e diventare suoi amici? R. Sì! P. Avete scoperto che Gesù vi chiama per nome e vi invita ad ascoltare la sua Parola: volete seguirlo e fare attenzione a quello che lui vi dice, come vostro vero amico? R. Sì! INTERROGAZIONE DEI GENITORI Quindi il presidente si rivolge ai genitori dei fanciulli o ragazzi: P. Cari genitori, questi vostri figli e figlie vogliono intraprendere un cammino di preparazione per la celebrazione del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia. Volete dare il vostro consenso a questo loro desiderio? G. Sì, lo diamo. P. Volete anche impegnarvi ad accompagnarli, aiutarli e sostenerli nel loro cammino? G. Sì, lo vogliamo. SEGNAZIONE Il celebrante si rivolge ai candidati al catecumenato e dice:

P. Ora dunque, N. e N., avvicinatevi con i vostri genitori (o parenti) e catechisti e ricevete il segno della

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vostra nuova condizione di catecumeni. Il celebrante si pone vicino alla croce astile e prosegue:

P. Dio Padre ti (vi) ama e ti (vi) ha chiamato (i) a divenire amico (amica, fratello, sorella) di Gesù, suo Figlio. Ora io (e i vostri genitori [o parenti] e catechisti), vi segno (segniamo) con il segno della croce, un segno che i vostri amici hanno ricevuto da bambini, nel giorno del loro Battesimo. Facendo questo gesto noi ricordiamo che Gesù ci ha amato fino a morire per noi e diciamo che col suo aiuto noi vogliamo fare altrettanto. Il celebrante traccia con il pollice il segno della croce sulla fronte di N. dicendo:

P. N., ricevi la croce sulla fronte: Cristo stesso ti protegga con il segno del suo amore e della sua vittoria. Impara ora a conoscerlo e a seguirlo. T. (dicono o cantano7) Gloria a te, Signor! Oppure:

T. (cantano) Gloria a te, Signore, che ci vuoi bene!8 Le varie formule che seguono sono pronunciate successivamente dal celebrante, mentre il gesto della segnazione può essere fatto su ciascun fanciullo o ragazzo dai parenti e dai catechisti o accompagnatori. Ciò è utile specialmente se il numero dei fanciulli o ragazzi non battezzati è grande. Tutti poi intervengono con l’acclamazione. Mentre si segnano gli orecchi:

P. Ricevi il segno della croce sugli orecchi per saper ascoltare la Parola di Gesù. T. Gloria a te, Signor! Mentre si segna la bocca:

P. Ricevi il segno della croce sulla bocca, per saper rispondere a Gesù che ti parla. T. Gloria a te, Signor! Mentre si segnano gli occhi:

P. Ricevi il segno della croce sugli occhi, per vedere ciò che il Signore Gesù ha fatto. T. Gloria a te, Signor! Mentre si segna il petto:

P. Ricevi il segno della croce sul petto, per saper accogliere Gesù nel tuo cuore. T. Gloria a te, Signor! Infine il celebrante, rivolto a tutti i fanciulli o ragazzi battezzati che sono presenti, dice, tracciando su di loro un unico segno di croce: P. Vi segno tutti nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo: il Signore Gesù vi protegga con il segno del suo amore e vi guidi a conoscerlo, amarlo e seguirlo, ora e per tutti i secoli dei secoli. T. Amen. CONSEGNA DEL CROCIFISSO Rivolto ora a tutti i fanciulli o ragazzi non battezzati, il celebrante dice: P. N. e N. siete stati segnati col segno dell’amore di Cristo. Rimanete dunque fedeli al suo amore e state sempre vicini a lui. Per ricordarvi questo impegno vi consegniamo un piccolo crocifisso: d’ora in poi, ogni volta che farete il segno della croce ricordatevi di Gesù e del suo amore per voi. Ciascun fanciullo o ragazzo non battezzato si porta davanti al celebrante, che gli presenta il crocifisso; il fanciullo o ragazzo lo prende tra le mani, secondo l’opportunità lo bacia, e se lo mette al collo. INGRESSO Terminata la consegna, il celebrante invita tutti i fanciulli o ragazzi ad entrare nell’aula della celebrazione con queste parole o con altre simili: P. Carissimi, ora potete prendere il vostro posto fra i cristiani riuniti nell’assemblea. Venite dunque: ascoltiamo il Signore che ci parla, preghiamo tutti insieme e spezziamo il pane nel ricordo di lui. Il gruppo entra processionalmente e si unisce all’assemblea che li accoglie con il CANTO DI INGRESSO. Non è opportuno che a conclusione di questa processione si cantino i 12 Kyrie e la Sallenda. Il Lezionario o l’Evangeliario vengono collocati con onore al loro posto. Arrivato alla sede, il celebrante dice la PRIMA ORAZIONE prevista per il giorno. Dopo questa, tutti si siedono. Il celebrante o un catechista eventualmente può spiegare brevemente la dignità della Parola di Dio che è annunciata e ascoltata nell’assemblea dei cristiani.

7 Con la melodia di CP 274. 8 Con la melodia di CD 102.

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LITURGIA DELLA PAROLA La Liturgia della Parola si svolge come di consueto. Dopo la lettura evangelica, il celebrante tiene una breve OMELIA. Si raccomanda una pausa di silenzio in cui tutti i fanciulli, invitati dal celebrante, pregano in cuor loro.

CONSEGNA DEI VANGELI Dopo il silenzio, ciascun fanciullo o ragazzo, accompagnato dai catechisti, si presenta davanti al celebrante, che ha in mano un libro dei Vangeli e dice: P. Ricevi il Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Il fanciullo o ragazzo prende tra le mani il libro e, secondo l’opportunità, lo può baciare; quindi si reca al proprio posto. Se i fanciulli o ragazzi sono molti e il rito si prolunga, è opportuno prevedere un CANTO appropriato per accompagnarlo. Per non prolungare inutilmente questa parte del rito, se il gruppo è molto numeroso, altri sacerdoti o catechisti possono affiancare il celebrante ed effettuare la consegna.

PREGHIERA DEI FEDELI La celebrazione riprende con la PREGHIERA DEI FEDELI, durante la quale si ricordano anche i fanciulli presenti. Essa potrebbe essere opportunamente introdotta con queste o altre simili parole:

P. Cari fratelli e sorelle, questi fanciulli hanno bisogno anche del sostegno della nostra fede e della nostra testimonianza, per poter proseguire nella strada che oggi vogliono intraprendere. Accompagniamoli e sosteniamoli perciò con la nostra preghiera. Oppure:

P. Preghiamo il Padre per questi nostri figli, compagni e amici, che oggi iniziano un nuovo cammino che li porterà ad incontrare il Signore, conoscerlo e amarlo. Mentre si fa il silenzio dopo la Comunione, due catechisti (o due genitori) srotolano la striscia di tessuto con le orme e i nomi di tutti i bambini o ragazzi, predisposta in precedenza, andando dall’altare verso l’uscita della chiesa e in modo che tutte le orme puntino verso l’esterno.

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Scheda 1/D

RITO DURANTE LA MESSA PER GRUPPI DI SOLI BATTEZZATI Caratteristiche

Si tratta, in sostanza, dell’identico modello celebrativo della scheda 1/C, adattato alla situazione di un gruppo di soli fanciulli o ragazzi già battezzati: dunque un rito di sola consegna dei Vangeli, con lo stesso schema generale e la stessa collocazione all’interno della Messa (dopo l’omelia e prima della preghiera universale). Tuttavia, la diversa condizione dei soggetti partecipanti (tutti battezzati, cioè già “entrati” a far parte della compagine ecclesiale) consiglia di omettere il rito di accoglienza alla porta, con le segnazioni e la consegna del crocifisso: pertanto, in questo schema, la Messa inizia normalmente e prosegue come d’uso fino alla proclamazione del Vangelo e all’omelia, per poi passare al Rito di consegna e infine riprendere con la preghiera dei fedeli. Potrebbe eventualmente essere utile:

coinvolgere comunque i ragazzi nella processione di ingresso;

portare l’Evangeliario o il Lezionario e segnalarne l’uso mediante opportuni accorgimenti rituali (luci, incenso, eventuale intronizzazione).

Anche in questo caso bisogna ripetere quanto già annotato a proposito della scheda 1/C: la collocazione

del rito di ammissione all’interno della celebrazione eucaristica domenicale solo in apparenza è ovvia e priva di trappole per l’animatore liturgico; essa, infatti, pone almeno due tipi di problemi pratici, la cui soluzione non è immediata o facile:

in primo luogo, la scelta delle letture: nei giorni festivi, in assenza di ulteriori deroghe alla normativa vigente, è abbastanza limitata la possibilità di rimaneggiare il programma di letture; d’altra parte, è di primaria utilità che la Parola proclamata si possa riferire a quanto si sta celebrando. In sintesi, quindi, non sarebbe una cattiva idea provare a capovolgere l’istintivo approccio al problema e cercare di scegliere il giorno della celebrazione in funzione dei testi scritturistici previsti per esso. Si faccia riferimento allo schema proposto nella scheda 1/A;

in secondo luogo, c’è il problema del numero dei partecipanti al rito, che impatta direttamente sulla sua durata (oltre che su altre piccole questioni, quali la necessità di avere un adeguato numero di posti riservati e la gestione ordinata dei movimenti dei ragazzi): non è infatti bene che il rito si prolunghi eccessivamente, sbilanciando lo svolgersi della celebrazione eucaristica della comunità; di fronte a un numero consistente di ragazzi coinvolti è dunque necessario immaginare dei correttivi: p.es., prevedendo più celebrazioni per gruppi numericamente più contenuti, o minimizzando i gesti o le formule che devono essere ripetuti per ogni singolo ragazzo (sostituendoli con gesti o formule generali), oppure moltiplicando il numero dei ministri che li compiono.

Per quanto riguarda i canti, l’inserzione nella Messa impone di tenere conto primariamente del giorno

liturgico con le sue letture e i suoi temi. Tuttavia, può essere opportuno richiamare qualcuno dei temi connessi con la celebrazione del Rito di consegna e di ammissione; si potrebbero proporre a titolo di esempio:

◦ se si vuole richiamare il percorso compiuto, il canto delle Parole della Fede dell’anno o quello della Pasqua;

◦ durante la consegna del crocifisso: Con te faremo cose grandi (Insieme 25 [= I25], n. 57); oppure: Il Signor è la mia forza (Canti di Taizé, n. 41);

◦ alla processione d’ingresso in chiesa: Nella tua casa (Cantemus Domino [= CD], n. 2); oppure: Ecco il tuo posto (Nella Casa del Padre [= CP], n. 640); oppure: Il canto del cammino (Musica e Assemblea [= MeA] 1/2008);

◦ come acclamazione al Vangelo: Alleluia – Oggi la Chiesa (CD 36); oppure: Alleluia – Luce dei miei passi (I25 127);

◦ durante la consegna dei Vangeli: Fammi conoscere (I25 85); oppure: Terra buona per te; ◦ alla conclusione: Cammina con lui (CF 54); oppure (se non è già stato eseguito): Il canto del

cammino (MeA 1/2008); oppure: La mano nella tua (CD 599, in particolare la prima strofa);

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oppure: Canto per te, Gesù (CD 580, in particolare la strofa 9). Materiale La Bibbia o il Lezionario da cui si leggeranno le letture. Se lo si vuole usare, l’Evangeliario; ed eventualmente luci e incenso. Eventualmente: un cartellone con delle preghiere scritte da ciascuno, oppure con i nomi di tutti, o con delle parole-chiave che rievochino il percorso compiuto; oppure un cestino con i fogli di risposta alle domande «Che cosa mi è rimasto...» preparate nel Tempo precedente. Per tutti i presenti: sussidi stampati necessari per la partecipazione, in particolare al canto. Per ciascun bambino partecipante: un libro dei Vangeli, possibilmente con una dedica personalizzata, firmata dai genitori, dagli accompagnatori e dal parroco.

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RITO DI CONSEGNA DEI VANGELI MONIZIONE INTRODUTTIVA Dopo l’OMELIA, il celebrante si porta davanti all’altare. Egli stesso o un catechista chiama per nome i singoli fanciulli o ragazzi: ciascuno di essi si alza e si porta davanti al celebrante. Se i fanciulli o ragazzi sono numerosi, essi si limitano ad alzarsi, restando al proprio posto. Il celebrante quindi si rivolge loro con queste parole o altre simili: P. Carissimi, oggi siamo riuniti nel giorno del Signore per dargli lode e ringraziarlo per le grandi cose che lui solo sa compiere per noi. In questi mesi vi siete incontrati ed avete cominciato a scoprire e a conoscere Gesù ed il suo progetto che tutti gli uomini diventino suoi amici, imparino a scegliere sempre il bene e vivano tra di loro come fratelli. Voi volete ricevere i sacramenti della Confermazione e dell’Eucaristia e diventare così cristiani a pieno titolo: per questo ora, davanti alla comunità della nostra parrocchia, vi chiedo di esprimere il vostro desiderio e il vostro impegno. INTERROGAZIONE DEI RAGAZZI Poi prosegue interpellando i fanciulli o ragazzi:

Volete impegnarvi ad amare Gesù e diventare suoi amici? R. Sì, lo vogliamo. P. Volete impegnarvi a seguirlo e a fare attenzione a ciò che lui vi dirà, attraverso gli educatori e i catechisti? R. Sì, lo vogliamo. INTERROGAZIONE DEI GENITORI Quindi il celebrante si rivolge ai genitori: P. Cari genitori, questi vostri figli e figlie vogliono intraprendere un cammino di preparazione per la celebrazione della Confermazione e dell’Eucaristia. Volete voi dare il vostro consenso? G. Sì, lo diamo. P. Volete anche impegnarvi ad accompagnarli, aiutarli e sostenerli nel loro cammino? G. Sì, lo vogliamo. CONSEGNA DEL VANGELO Poi il presidente consegna ai fanciulli o ragazzi un Vangelo: ciascun fanciullo o ragazzo, accompagnato dai catechisti, si presenta davanti al celebrante, che ha in mano un libro dei Vangeli e dice: P. Ricevi il Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Il fanciullo o ragazzo prende tra le mani il libro e, secondo l’opportunità, lo può baciare; quindi torna al proprio posto. Se i fanciulli o ragazzi sono molti e il rito si prolunga, è opportuno prevedere un CANTO appropriato per accompagnarlo. Per non prolungare inutilmente questa parte del rito, se il gruppo è molto numeroso, altri sacerdoti o catechisti possono affiancare il celebrante ed effettuare la consegna.

PREGHIERA DEI FEDELI La celebrazione riprende come di consueto con la PREGHIERA DEI FEDELI, durante la quale si ricordano anche i fanciulli presenti. Essa potrebbe essere opportunamente introdotta con queste o altre simili parole:

P. Cari fratelli e sorelle, questi fanciulli hanno bisogno anche del sostegno della nostra fede e della nostra testimonianza, per poter proseguire nella strada che oggi vogliono intraprendere. Accompagniamoli e sosteniamoli perciò con la nostra preghiera. Oppure: P. Preghiamo il Padre per questi nostri figli, compagni e amici, che oggi iniziano un nuovo cammino che li porterà ad incontrare il Signore, conoscerlo e amarlo. Mentre si fa il silenzio dopo la Comunione, due catechisti (o due genitori) srotolano la striscia di tessuto con le orme e i

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nomi di tutti i bambini o ragazzi, predisposta in precedenza, andando dall’altare verso l’uscita della chiesa e in modo che tutte le orme puntino verso l’esterno.

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