Risorse naturali comuni - Città Metropolitana di Milano · 2019. 8. 24. · Risorse naturali...

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Aalborg Commitment 3 Ci impegniamo ad assumerci la piena responsabilità per la protezione, la conservazione e la disponibilità per tutti delle risorse naturali comuni. Lavoreremo quindi, in tutta la nostra comunità, per: 1 ridurre il consumo di energia primaria e incrementare la quota delle energie rinnovabili e pulite, 2. migliorare la qualità dell’acqua e utilizzarla in modo più ef- ciente, 3. promuovere e incrementare la biodiversità, mantenendo al me- glio ed estendendo riserve naturali e spazi verdi, 4. migliorare la qualità del suolo, preservare i terreni ecologica- mente produttivi e promuovere l’agricoltura e la forestazione sostenibile, 5. migliorare la qualità dell’aria. 28 Risorse naturali comuni Capitolo 3 28

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  • Aalborg Commitment 3

    Ci impegniamo ad assumerci la piena responsabilità per la protezione, la conservazione e la disponibilità per tutti delle risorse naturali comuni. Lavoreremo quindi, in tutta la nostra comunità, per:

    1 ridurre il consumo di energia primaria e incrementare la quota delle energie rinnovabili e pulite,

    2. migliorare la qualità dell’acqua e utilizzarla in modo più effi -ciente,

    3. promuovere e incrementare la biodiversità, mantenendo al me-glio ed estendendo riserve naturali e spazi verdi,

    4. migliorare la qualità del suolo, preservare i terreni ecologica-mente produttivi e promuovere l’agricoltura e la forestazione sostenibile,

    5. migliorare la qualità dell’aria.

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    Risorse naturali comuni

    Capitolo 3

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  • Capitolo 3Risorse naturali comuni

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    In sintesiConservare le risorse naturali comuni è come investire in borsa sui “fondamentali”

    I fondamentali, in provincia di Milano sono i sistemi idrici e le aree verdi, cioè le risorse che rappresentano il patrimonio e l’identità del territorio provinciale.Il sistema economico e insediativo provinciale vive dell’utilizzo delle pro-prie riserve di acque sotterranee e superfi ciali. Dal punto di vista quantita-tivo non siamo certo alle situazioni di criticità di altre aree del Paese, trat-tandosi di riserve estesissime e che vengono continuamente alimentate dal ciclo idrologico naturale. Ma la pluralità e l’irrazionalità di alcuni utilizzi, coniugata con i fenomeni di inquinamento delle risorse idriche disponibili, rappresentano un problema da gestire con maggiore coerenza. I prelievi di maggior entità (o meglio, le portate concesse) restano quelli per usi irrigui (pari al 61% delle portate totali concesse da grandi derivazioni superfi ciali) e per usi industriali (pari al 35%, in diminuzione). Assolutamente meno rilevanti gli usi potabili (anche se in leggera crescita) le cui captazioni, per problemi legati a fenomeni di contaminazione della falda superfi ciale, si stanno però spostando negli acquiferi più profondi (con maggiori costi e rischi di ulteriore contaminazione). La qualità delle acque superfi ciali in provincia di Milano, al contrario della situazione della maggioranza del territorio della regione, è ancora preva-lentemente “pessima o scadente” e si registrano di recente alcuni peggio-ramenti. Miglioramenti – ma non ancora suffi cienti - sono visibili nei con-testi dove sono stati attivati interventi di tutela del defl usso minimo vitale o di collettamento e depurazione. Sul territorio provinciale le fognature coprono il 98% del servizio e, a esclusione della città di Milano, la copertura

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    INDICATORI SELEZIONATI CRITICITÀ TENDENZA NEL TEMPO

    3.1 Prelievi da grandi e piccole derivazioni (portate concesse)

    3.2 Qualità dei corpi idrici superfi ciali (Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua)

    3.3 Qualità dei corpi idrici sotterranei (Stato Chimico delle Acque Sotterranee)

    3.4 Copertura ed effi cienza del servizio di depurazione

    BOX: LO STATO DEGLI ACQUIFERI SOTTERRANEI

    3.5 Incidenza aree protette sul territorio

    3.6 Specie di vertebrati e piante superiori

    3.7 Grado di valenza faunistica del territorio

    3.8 Uso del suolo reale e pianifi cato

    3.9 Grado di frammentazione delle aree naturali protette

    BOX: INTERVENTI DI RIFORESTAZIONE E RIQUALIFICAZIONE FLORISTICA E FAUNISTICA

    BOX: IL METROBOSCO. UN PATTO PER IL NUOVO BENESSERE METROPOLITANO

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    del servizio depurazione nel 2002 era pari all’87,0% (ab. serviti/ab totali). Recentemente Milano ha sbloccato la situazione di defi cit di depurazione che è stata per anni causa di impatti ambientali gravissimi sull’intero baci-no padano, ma in provincia permangono situazioni di defi cit locale, anche marcate, soprattutto per gli impianti con bassa potenzialità e alcune aree della provincia – sebbene con modestissimo carico inquinante – non sono ancora raggiunte dalle reti di collettamento.Anche per le acque sotterranee – risorsa tanto più preziosa perché fonte primaria dell’approvvigionamento idropotabile – la situazione si presenta critica: nel 40% dei casi monitorati le caratteristiche idrochimiche risulta-no “scadenti a causa di impatto antropico rilevante”. Complessivamente su tutto il territorio provinciale, i pozzi pubblici in cui sono stati riscontrati fenomeni di contaminazione, o per cui sono stati riscontrati superamenti delle concentrazioni massime ammissibili per almeno uno dei parametri da esso indicati, risulta pari al 25% del totale (si veda il Box dedicato al tema delle Acque Sotterranee).In questo quadro il sistema di aree protette costruito in provincia – pari al 48% del territorio – e con esso il sistema degli ambiti agricoli, rivestono un ruolo strategico. Essi rappresentano il territorio dove vanno mantenute intatte o ricreate le funzioni di rigenerazione del sistema idrico e della biodiversità. In questi anni la tutela di questi territori ha anche evitato la perdita di importanti aree verdi e ha attenuato, in particolare nell’area meridionale del territorio, gli effetti dello sprawling urbano arrivato invece nelle aree più a nord e della Brianza a livelli quasi di saturazione. Più recentemente questo patrimonio, ulteriormente valorizzato, è diven-tato oggetto di strategie provinciali di riqualifi cazione territoriale (si ve-dano i Box) che, se giocate con coraggio anche dai Comuni impegnati nella revisione dei loro Piani di Governo del Territorio, potrebbero fi nalizzare i processi in corso di riconversione delle attività agricole alla effettiva rea-lizzazione di una più ampia e integrata “rete ecologica” provinciale.

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    Gli indicatori in dettaglio

    3.1 Prelievi da grandi e piccole derivazioni (portate concesse)

    Nella provincia di Milano all’inizio del 2007 sono concesse 3.266 captazioni da pozzo, 320 derivazioni superfi ciali e 221 sorgenti. Tra le grandi derivazioni le portate conces-se principali sono principalmente destinate a uso irriguo (178.778 l/s, pari al 61% delle portate da grandi deriva-zioni) e industriale (102.074 l/s, pari al 35%), tutte pro-venienti da derivazioni superfi ciali. Vi sono poi le grandi derivazioni concesse per produzione di energia elettrica (potenza nominale media totale degli impianti pari a 36.183 kW) provenienti da quattro derivazioni superfi ciali del fi ume Adda (due a Trezzo sull’Adda, una a Cassano d’Adda, una lungo il Canale Muzza): in questi casi le ac-que prelevate vengono successivamente restituite.L’alimentazione delle opere di captazione a uso potabile proviene principalmente da acque sotterranee: 10.111 l/s provengono da concessioni di grandi derivazioni (8.140 l/s dei quali dalla sola città di Milano) e altre 29.142 l/s da piccole derivazioni (pari al 42% del totale delle portate concesse da piccole derivazioni). Le rimanenti portate concesse da piccole derivazioni sono destinate principal-mente a uso irriguo (37%) e industriale (15%).

    Fonte: Regione Lombardia – D.G. Reti e Servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile

    Fonte: Regione Lombardia – D.G. Reti e Servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile

    Portate concesse per le grandi derivazioniProvincia di Milano - Anno 2007

    Portate concesse per le piccole derivazioniProvincia di Milano - Anno 2007

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    La provincia di Milano a confronto

    Le portate concesse in provincia di Milano all’ottobre del 2004 (a esclusione delle portate a uso idroelettrico), com-plessivamente pari a circa 365.579 l/s, rappresentano il valore provinciale più elevato nella regione Lombardia, cui seguono i valori della provincia di Mantova e di Brescia (223.753 l/s e 222.198 l/s rispettivamente).La destinazione d’uso prevalente per quasi tutte le pro-vince è costituita dall’uso irriguo, ma mentre è dominante (superiore all’80% delle portate concesse, ad esclusione dell’uso idroelettrico) nelle province di Cremona, Pavia, Varese, Brescia, Bergamo e Lodi, diventa meno rilevante nelle province di Mantova e Milano, dove signifi cativa è anche la destinazione industriale (pari nelle due città al 47% e 31%). Considerando invece il valore pro capite, la provincia di Milano, con 95 l/s ogni 1.000 abitanti residenti , presenta un valore inferiore a quello regionale, pari a 144 l/s ogni 1.000ab. La provincia di Milano ha comunque valori di portata concessa pro capite maggiori di quelle di Como e Lecco (rispettivamente 13,5 l/s ogni 1.000ab e 15 l/s ogni 1.000ab), e minori di quelli delle province di Lodi (352 l/s ogni 1.000ab) e Mantova (568 l/s ogni 1.000ab).

    Fonte: Regione Lombardia – D.G. Reti e Servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile

    Portate concesse per le grandi e piccole derivazioni, Province lombarde - Anno 2007

    Portate pro capite concesse per le grandi e piccole derivazioni, Province lombardeAnno 2007

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    3.2 Qualità dei corpi idrici superfi ciali (Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua)

    1 In riferimento all’indice SECA1, nel periodo 2000-2005 la qualità delle acque dei corpi idrici superfi ciali è miglio-rata in tutti i bacini regionali e per metà di essi non si è riscontrato peggioramento in nessuna stazione. Nel 2005 il 65% delle stazioni di monitoraggio dell’ARPA presenti sul territorio regionale presentano una qualità suffi ciente o più che suffi ciente. Le stazioni con Stato Ecologico scadente o pessimo risultano invece sostanzialmente concentrate in due aree ben defi nite, una delle quali rappresenta il cuore del sistema idrico provinciale milanese: il bacino del Lambro – Seveso – Olona (l’altra è il bacino del Mella nella Lombardia centro – orientale).

    2 Nel territorio provinciale di Milano, tra il 2003 e il 2006, si è in realtà registrato un miglioramento del SECA in diversi punti della rete di monitoraggio nel bacino del fi ume Lam-bro (es. nelle stazioni lungo il cavo Redefossi, il Colatore Addetta, il Naviglio Martesana), miglioramenti che dipendo-no probabilmente sia da interventi infrastrutturali realizzati nell’ambito del collettamento e della depurazione dei re-fl ui (come il risanamento della roggia Vettabbia a seguito dell’attivazione dell’impianto di depurazione di Nosedo), sia dall’applicazione del defl usso minimo vitale (garantendo la portata che deve essere presente in un corso d’acqua a valle delle captazioni idriche per mantenere vitali le con-dizioni di funzionalità e di qualità degli ecosistemi). Tra il 2005 e il 2006 si registrano anche alcuni peggioramenti: in 4 stazioni di monitoraggio a causa del peggioramento delle qualità chimiche (per la scarsa qualità dovuta alla concen-trazione del fosforo totale e dell’azoto ammoniacale, oltre che di COD – domanda Chimica di Ossigeno – e Escherichia Coli – indicatore di inquinamento di origine fecale – e in due stazioni per il peggioramento della componente biologica degli ecosistemi.

    dei macroinvertebrati bentonici e che può assumere una delle 5 classi predefi nite (da 1 a 5, dove 1 rappresenta la classe migliore) e il LIM, Livello di Inquinamento espresso dai Macrodescrittori che è un indice di qualità chimica delle acque, anch’esso diviso in 5 livelli (da 1 a 5, dove 1 rappresenta il livello migliore); all’indice SECA viene attribuita la classe peggiore tra quelle di IBE e LIM. Il SACA (Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua) considera anche lo stato di qualità chimica delle acque in relazione alla presenza di sostanze pericolose, persistenti e bioaccumulabili.

    Nota1

    Il SECA (Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua) può assumere una delle 5 classi predefi nite (da 1 a 5, dove 1 rappresenta la classe migliore), che viene assegnata tramite una valutazione congiunta di due indici: l’IBE, lo stato di qualità biologica, che rappresenta la diversità e la consistenza della comunità

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    Qualità delle acque superfi ciali dei fi umi - Anno 2005

    Qualità delle acque superfi ciali dei fi umi - Anno 2006

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    Fonte: ARPA Lombardia – Settore Risorse Idriche

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    3.3 Qualità dei corpi idrici sotterranei (Stato Chimico delle Acque Sotterranee)

    1 Il monitoraggio delle acque sotterranee mostra un quadro di generale compromissione delle risorse idriche sotterranee della Lombardia. Tra il 2004 e il 2005 lo SCAS2 presenta nel 51% dei casi (su 261 punti di monitoraggio della qualità delle acque sotterranee dell’ARPA) caratteristiche idrochimiche scadenti a causa di impatto antropico rilevante oppure a causa di particolari facies idrochimiche naturali (nel 16% dei punti impatto antropico signifi cativo e con caratteristiche idrochimiche generalmente buone, ma con alcuni segnali di compromissione; nel 31% dei casi impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche idrochimiche).

    2 In base allo studio “Geologia degli Acquiferi Padani della Regione Lombardia”3, nel territorio regionale padano sono stati individuati quattro Gruppi Acquiferi sovrapposti (A, B, C, D), delimitati alla base dall’interfaccia acqua dolce/ac-qua salata, e sono state inoltre individuate le rispettive aree di ricarica diretta potenziale.Secondo questo studio il territorio provinciale di Milano risul-ta quasi interamente incluso nelle aree di ricarica dei quat-tro acquiferi e in particolare a nord del territorio provinciale i limiti degli acquiferi A e B coincidono e si trovano più a sud rispetto ai limiti degli acquiferi C e D (anch’essi coincidenti in una nella zona più a nord). La capacità di ricarica degli acquiferi è moderata in gran parte del territorio provinciale, è elevata nella parte nord e nord-est, andando verso sud diminuisce, fi no a divenire bassa in gran parte del Comune di Milano, oltre che nella parte più a ovest del territorio provinciale.

    (pozzo o piezometro), a prescindere dall’uso a cui la risorsa acqua è destinata (le classi vanno da 1 a 4, dove 1 indica la classe migliore; la classe 0 è attribuita in caso di caratteristiche di qualità basse per cause naturali e non antropiche); lo stato quantitativo si basa sul bilancio idrico di un bacino e la caratterizzazione dei singoli acquiferi in termini di potenzialità, produttività e grado di sfruttamento, elemento principale

    Nota 2

    Lo stato ambientale delle acque sotterranee è defi nito in base allo stato quantitativo e allo stato chimico, secondo cinque classi da “elevato” a “scadente” e “naturale particolare”. In particolare lo SCAS (Stato Chimico delle Acque Sotterranee) esprime sinteticamente la qualità chimica delle acque di falda, attribuita a ciascun punto di monitoraggio

    di questo monitoraggio è il rilevamento del livello piezometrico dei pozzi. Nota 3

    Lo studio è stato condotto tra il 1999 e il 2002 in collaborazione con Eni-Divisione Agip, relativo alla ricostruzione di un modello geologico del sottosuolo della pianura a scala regionale (realizzato attraverso l’interpretazione integrata di dati sismici e stratigrafi ci), le aree di ricarica diretta potenziale degli acquiferi sono state caratterizzate in funzione della capacità protettiva dei suoli (in collaborazione con ERSAF).

    2

    1 Qualità delle acque sotterranee - Anno 2004 - 2005

    Aree di ricarica e limiti degli acquiferi sotterranei - Anno 2002

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    3 Tra il 2005 e il 2006 nel territorio provinciale di Milano, su 82 punti monitorati, lo SCAS presenta nel 40% dei casi caratteristiche idrochimiche scadenti a causa di impatto antropico rilevante, nel 16% dei punti impatto antropico signifi cativo e con caratteristiche idrochimiche general-mente buone, ma con alcuni segnali di compromissione, nel 44% dei casi impatto antropico nullo o ridotto e so-stenibile. I dati rilevati si riferiscono in prevalenza agli acquiferi A (36 punti) e B (26 punti), solo parzialmente agli acquiferi C (11 punti) e D (1 punto).

    3 Qualità delle acque sotterranee delle falde - Anno 2005 - 2006

  • Capitolo 3Risorse naturali comuni

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    3.4 Copertura ed effi cienza del servizio di depurazione

    La provincia di Milano è suddivisa in 2 ATO (Ambito Territoria-le Ottimale): uno per il Comune di Milano, l’altro relativo ai restanti Comuni della Provincia.Dalla ricognizione realizzata dalla Provincia di Milano rea-lizzata nel 2002 per il settore collettamento-depurazione (presente nel Piano d’Ambito dell’ATO della Provincia di Mi-lano recentemente redatto), si è stimato che sul territorio provinciale le fognature coprono il 98% del servizio, con una tipologia di reti prevalentemente mista (lunghezza reti miste pari a 97,4%, bianche pari a 1,3%, nere pari a 1,5%). Ad esclusione della città di Milano, la copertura del servizio depurazione nel 2002 è pari all’87,0% (ab. serviti/ab tota-li), e gli impianti (pari a 56 sul territorio provinciale) per il 50% dei casi hanno una potenzialità inferiore a 15.000 AE4. La destinazione dei fanghi di questi impianti in discarica è pari all’80%; la potenzialità complessiva degli impianti supera di appena il 5% il carico afferente, con situazioni di defi cit loca-le, anche marcate, soprattutto per gli impianti con bassa po-tenzialità (su 24 impianti con potenzialità inferiore ai carichi afferenti, 18 impianti hanno potenzialità inferiore a 15.000 AE). A servizio della città di Milano da qualche anno sono stati realizzati due impianti (Nosedo e San Rocco), entrambi con più di un milione di AE, ed è stato ampliato l’impianto già esistente di Peschiera Borromeo.

    dell’ATO della Provincia di Milano, ma complessivamente più elevato (circa 1.400.000 AE in più).

    Nota 5

    Il numero di comuni è superiore a quello complessivo della provincia in quanto diversi impianti consortili (schemi depurativi) servono gli stessi comuni come pure sono presenti dei comuni con più di un impianto di depurazione. Inoltre alcuni impianti consortili (San Colombano al Lambro, Canegrate, ecc.) trattano acque di comuni non ricadenti nella provincia di Milano

    Fonte: Provincia di Milano – ATO Provincia di Milano

    Fonte: Regione Lombardia – D.G. Reti e Servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile (SIRIO), anno 2006

    Nota 4

    Nel Programma di Tutela ed Uso delle Acque (PTUA) della Regione Lombardia, in base a dati aggiornati al 2003, i depuratori presenti nel territorio provinciale di Milano (esclusa Milano città) sono 60, con un numero di Abitanti Equivalenti a volte superiore e a volte inferiore alla Potenzialità degli impianti presenti nel Piano

    Depuratori esistenti - Anno 2002 (inclusi gli attuali depuratori di Milano città)

  • Capitolo 3 Risorse naturali comuni

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    Lo stato degli acquiferi sotterranei6

    A partire dai primi anni Novanta nella provincia di Milano si è cominciato ad assistere, in corri-spondenza del capoluogo, a un costante e ingente innalzamento dei livelli freatici della prima falda. Tale tendenza ha determinato e continua a determinare gravi disagi, dovuti alla sempre più frequente interferenza delle acque di falda con le strutture sotterranee presenti (parcheggi, linee metropolitane, sottopassi, scantinati, etc.), soggette a periodici o costanti fenomeni di allaga-mento. La Provincia di Milano ha potuto negli anni registrare l’inizio del fenomeno di innalzamento dei livelli freatici, quantifi candone l’entità sul territorio e procedendo ad una prima valutazione delle possibili cause e alla formulazione di ipotesi di intervento. In particolare, per l’area del Comune di Milano e i Comuni limitrofi , vengono elaborate 2 volte all’anno (marzo e settembre) carte delle isopiezometriche (m s.l.m.), carte della soggiacenza di prima falda (m) e carte dell’in-cremento annuale dei livelli di prima falda. Inoltre per alcuni punti di controllo sono disponibili le serie storiche di tali dati a partire dagli anni ‘507. L’osservazione della carta della soggiacenza della falda freatica può fornire una buona indicazione sullo stato di disponibilità della risorsa idrica sotterranea nel territorio provinciale. Esiste un an-damento piuttosto regolare delle linee isofreatiche (che rappresentano il luogo dei punti di uguale quota assoluta della superfi cie freatica), pressoché parallele e allungate in direzione Ovest-Est, con un cono di depressione in corrispondenza dell’area urbana milanese; detto cono è in fase di at-tenuazione per la risalita della falda rispetto alla depressione che si era venuta a creare negli anni Settanta. La dismissione industriale ha comportato, infatti, una riduzione dei prelievi a partire dai primi anni novanta, stimata intorno ai 150.000.000 m3 annui, con la conseguenza del fenomeno dell’innalzamento della falda nell’area del milanese.Oltre ai problemi tecnico-strutturali legati a tale risalita della falda, si sono anche avute con-seguenze sull’aumento della concentrazione di inquinanti che, presenti negli strati superfi ciali insaturi del terreno, sono passati in soluzione nelle acque di falda.

    Segue a pag 40

    Fonte: Provincia di Milano – ATO Provincia di Milano

    Fonte: Regione Lombardia – D.G. Reti e Servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile (SIRIO), anno 2003

  • Capitolo 3Risorse naturali comuni

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    Nota 6

    Box elaborato da Ambiente Italia su dati Provincia di Milano - D.C. Risorse Ambientali –Sistema Informativo Falda e Piano ATO Provincia di Milano e su dati Provincia di Milano - D.C. Pianifi cazione e assetto del territorio - Settore Pianifi cazione Territoriale Paesistica e Ambientale.

    Nota 7

    I dati utilizzati per le elaborazioni cartografi che derivano dal Settore Acquedotto e dal Settore Fognature del Comune di Milano (misure mensili), dalla società MM Infrastrutture del territorio S.p.A. (misure semestrali) e dal Consorzio Acqua Potabile (misure mensili), raccolti e organizzati sul Sistema Informativo Falda.

    Aree di ricarica, drenaggio e rigenerazione degli acquiferi sotterranei - Anno 2007

    Piezometria e soggiacenza della falda freatica - Anno 2005

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    L’attività di analisi che ha accompagnato il percorso per la defi nizione delle caratteristiche e funzioni degli ambiti agricoli ha comportato nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale vigente un approfondimento relativo al ciclo delle acque8. In sintesi il territorio provinciale si di-stingue per una porzione settentrionale, che si sviluppa a nord della linea di monte dei fontanili, in cui la struttura del sottosuolo e la natura dei terreni affi oranti consentono l’infi ltrazione delle acque verso le falde idriche: in tale contesto predomina quindi una funzione di ricarica delle acque sotterranee anche grazie all’apporto dei corsi d’acqua naturali e artifi ciali (es. Canale Villoresi). Viceversa a sud della linea suddetta si riscontra un cambiamento della struttura sotterranea a causa del quale il sistema delle acque superfi ciali e quello sotterraneo formano un sistema ciclico in cui le componenti interagiscono dinamicamente con l’effetto di rigenerarsi sia in termini quan-titativi che qualitativi. Da una analisi relativa alle caratteristiche naturali del sistema descritto, è stato quindi possibile individuare aree di particolare fragilità rispetto alla diffusione di sostanze inquinanti (defi nite “di vulnerabilità molto elevata degli acquiferi”).

    Il monitoraggio della qualità delle acque sotterranee nella Provincia di Milano viene seguita dal Sistema Informativo Falda della Provincia di Milano e dagli Enti convenzionati. Gli inquinanti maggiormente presenti nel settore Nord del territorio milanese sono gli idrocarburi (impianti di raffi nazione), i solventi clorurati (processi di lavorazione industriali) e i nitrati (agri-coltura, perdite fognarie ed emissioni del traffi co veicolare); mentre nel settore meridionale e nell’area del Magentino si rinvengono soprattutto prodotti più legati alle pratiche agricole come pesticidi e anticrittogamici.In particolare la variazione dei nitrati nel tempo riscontrati nell’acquifero freatico è riassumibile nelle fi gure seguenti che riguardano gli anni 1985 e 2004.Dall’esame della dismissione dei pozzi pubblici per inquinamento si ha un quadro della dinamica del fenomeno che ha portato a riconoscere nel settore Nord e parzialmente in quello Est le zone di territorio provinciale con i maggiori problemi di inquinamento. Alcuni Comuni (come Cormano, Bollate, Cernusco sul Naviglio, Bussero, Macherio, Cavenago Brianza, Cesate, Pioltello, Carugate) hanno dovuto dismettere il 60% dei propri pozzi; in altri (come Pero, Bellusco, Brugherio, Novate Milanese, Ornago) la chiusura (o l’installazione di impianti di trattamento) ha riguardato il 100% dei pozzi. Complessivamente, su tutto il territorio provinciale i pozzi pubblici in cui sono stati riscontrati fenomeni di contaminazione, ovvero per cui sono stati riscontrati superamenti delle concentrazioni massime ammissibili per almeno uno dei parametri da esso indicati, risulta pari al 25% del totale. Il “Rapporto Ambientale” della VAS dell’adeguamento del Piano territoriale di coordinamento pro-vinciale del 2007, defi nisce lo stato di compromissione dell’acquifero tradizionale “da intermedio a grave” nella parte settentrionale e nella zona di Milano, e “scarso” nel settore meridionale.

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    Nota 8Fonte: Provincia di Milano - D.C. Pianifi cazione e assetto del territorio - Settore Pianifi cazione Territoriale Paesistica e Ambientale - Studi per l’adeguamento al piano territoriale per l’adeguamento alla LR 12/05.

    Carta della concetrazione massima di nitrati - falda tradizionale - Anno 1985

    Carta della concetrazione massima di nitrati - falda tradizionale - Anno 2004

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    3.5 Incidenza aree protette sul territorio

    Un valore pari al 48% del territorio provinciale (come media ponderata) è interessato da aree protette. Sono incluse in questa percentuale le aree SIC (Siti di Interesse Comunitario) e ZPS (Zone di Protezione Speciale) e sono esclusi i PLIS (Parchi Locali di Interesse Sovracomunale). La quota principale è comunque rappresentata da aree a destinazione agricola (quindi con caratteristiche e con un regime di protezione ben differente da quello di aree pro-tette a prevalente valenza naturalistica). In particolare l’area Milano, dove è presente il Parco Agricolo Sud Mila-no, registra in questo modo una percentuale di superfi cie protetta (55% del territorio) pari a circa tre volte quella dell’area Brianza (18%).Le aree protette di maggior estensione sono costituite dai Parchi Regionali (83.211 ettari), ai quali si sovrappongo-no gran parte delle Rilevanze ambientali (44.336 ettari, in gran parte costituita dalla Rilevanza Sud Milano-Medio Lambro). Il territorio dell’area Milano è in gran parte rico-perto dal Parco Agricolo Sud Milano e dal Parco Lombardo della Valle del Ticino, il territorio dell’area Brianza dal Parco della Valle del Lambro e dal Parco delle Groane.Sui 189 Comuni della Provincia di Milano le aree SIC in-teressano 43 Comuni e le ZPS 18, le Riserve Naturali 6 Comuni e i Parchi Naturali 38 Comuni (i Parchi Naturali maggiormente estesi sono il Parco Agricolo Sud Milano, il Parco della Valle del Lambro, il Parco Adda Nord).In 58 Comuni della Provincia (20 Comuni appartenenti al-l’area Brianza), non vi sono aree protette, in 120 Comuni almeno il 10% del territorio è sottoposto a misure di tute-la, in 70 Comuni oltre il 50% del territorio ricade in aree protette e in 42 Comuni oltre il 90% del territorio è in area di tutela.

    Aree a tutela paesistica (aree protette + SIC e ZPS, escllusi PLIS) - Anno 2006

    Area a tutela paesistica (aree protette + SIC e ZPS, escllusi PLIS) - Anno 2006